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Sì, viaggiare “Sì, viaggiare!…” gridava Lucio Battisti. Più inquietudine che comandamento in quel canto gridato. Ma intanto in quella sospensione tra illusione e ironia si può rileggere in filigrana il lascito sotteso ed immenso del viaggio nella nostra cultura. La letteratura di viaggio è talmente sterminata che nelle poche righe che seguono ci obbligheremmo ad una lenzuolata di citazioni. Tralasciamo i picchi irraggiungibili dei classici (ma non sono Odissea ed Eneide proiezioni verso la terra promessa, e la Commedia verso un Cielo promesso?) per divagare anche noi tra il moderno ed il contemporaneo. Ci fa da antenato Il Milione di Marco Polo che, per cominciare, ha avuto profonda influenza sulla letteratura di viaggio inglese tra Sei e Settecento: è lì che esce dall’incubazione il moderno romanzo di scoperta e di avventura, aprendo la scia ad un genere destinato a diventare luogo di ricerca e di contraffazione, resoconto scientifico ed invenzione. La complicità tra scienziati e viaggiatori è fin d’allora l’ingrediente che garantisce la serietà della ricerca, ma in realtà essi finiscono col dare fiato ad una letteratura dell’altrove in cui l’ansia di conoscenza trascolora nel bisogno e nel timore dell’ignoto. E fin d’allora si fa largo un primo dato, che resterà permanente sino ad oggi: che non basta cambiar aria per conoscere. Ed un altro, altrettanto perenne e legato al primo: che l’incontro col nuovo e col diverso è prezioso se ci aiuta a riverberare una dimensione nuova e diversa di noi stessi. Illuminanti in tal senso sono già due libri di quell’epoca così espansiva e destinati a fortuna tuttora implacabile: il Robinson Crusoe di Daniel Defoe Periodico bimestrale di Box Marche spa Via S. Vincenzo 67 - 60013 Corinaldo - An www.boxmarche.it - [email protected] Tel. 071 797891 - Fax 071 7978950 Aut. del Tribunale di Ancona n. 11 del 24.03.2005 Periodico bimestrale - Direttore Responsabile: Eros Gregorini Sede: Via San Vincenzo, 67 - 60013 Corinaldo (An) Hanno collaborato a questo numero: Marcello Carboni, Fabio Ciceroni, Denise Costantini, Luisa Cozzi, Giuliano De Minicis, Nicola Dominici, Tonino Dominici, Eros Gregorini, Stefano Impiglia, Elena Maddalena, Vincenzo Oliveri, Davide Perini, Stefano Schiavoni, Gianni Volpe Progetto grafico dmpcomunicazione Stampa Tecnostampa - Ostra Vetere Non seguire il sentiero già segnato và invece dove non vi è alcun sentiero e lascia una traccia.

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Sì, viaggiare“Sì, viaggiare!…” gridava Lucio Battisti.

Più inquietudine che comandamento

in quel canto gridato.

Ma intanto in quella sospensione tra illusione

e ironia si può rileggere in filigrana il lascito

sotteso ed immenso del viaggio nella nostra

cultura. La letteratura di viaggio è talmente

sterminata che nelle poche righe

che seguono ci obbligheremmo

ad una lenzuolata di citazioni.

Tralasciamo i picchi irraggiungibili dei classici

(ma non sono Odissea ed Eneide

proiezioni verso la terra promessa,

e la Commedia verso un Cielo promesso?)

per divagare anche noi tra il moderno

ed il contemporaneo.

Ci fa da antenato Il Milione di Marco Polo

che, per cominciare, ha avuto profonda

influenza sulla letteratura di viaggio inglese

tra Sei e Settecento: è lì che esce

dall’incubazione il moderno romanzo

di scoperta e di avventura, aprendo la scia

ad un genere destinato a diventare luogo

di ricerca e di contraffazione,

resoconto scientifico ed invenzione.

La complicità tra scienziati e viaggiatori è fin

d’allora l’ingrediente che garantisce la serietà

della ricerca, ma in realtà essi finiscono

col dare fiato ad una letteratura dell’altrove

in cui l’ansia di conoscenza trascolora

nel bisogno e nel timore dell’ignoto.

E fin d’allora si fa largo un primo dato,

che resterà permanente sino ad oggi:

che non basta cambiar aria per conoscere.

Ed un altro, altrettanto perenne e legato

al primo: che l’incontro col nuovo

e col diverso è prezioso se ci aiuta

a riverberare una dimensione nuova

e diversa di noi stessi.

Illuminanti in tal senso sono già due libri

di quell’epoca così espansiva e destinati

a fortuna tuttora implacabile:

il Robinson Crusoe di Daniel Defoe

Periodico bimestrale di Box Marche spaVia S. Vincenzo 67 - 60013 Corinaldo - Anwww.boxmarche.it - [email protected]. 071 797891 - Fax 071 7978950Aut. del Tribunale di Ancona n. 11 del 24.03.2005Periodico bimestrale - Direttore Responsabile:Eros GregoriniSede: Via San Vincenzo, 67 - 60013 Corinaldo (An)Hanno collaborato a questo numero: Marcello Carboni, Fabio Ciceroni,Denise Costantini, Luisa Cozzi,Giuliano De Minicis, Nicola Dominici, Tonino Dominici, Eros Gregorini, Stefano Impiglia,Elena Maddalena, Vincenzo Oliveri, Davide Perini, Stefano Schiavoni, Gianni Volpe

Progetto grafico dmpcomunicazioneStampa Tecnostampa - Ostra Vetere

Non seguire i l sentierogià segnatovà invece

dove non vi è alcun sentiero

e lascia una traccia.

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La telefonata è arrivata alle 9 e 30 di sera. Finalmente si partiva, il tanto atteso viaggio iniziava.Forse a tanti chilometri di distanza un altro viaggio invece, terminava! Da una parte un viag-giatore pieno di speranza ed entusiasmo per la vita, dall’altra un donatore ignaro che la vita glisfuggiva! Raccolti gli effetti personali in un bagaglio “leggero”, vista la brevità del viaggio, ilviaggiatore partiva alla volta della meta con il cuore in trepidazione e nella mente tanti pensieri:come sarà l’accoglienza ed il soggiorno, ma soprattutto come sarà il ritorno! Chi sarà l’altroviandante che è giunto al termine del suo viaggio, cosa avrà pensato in cuor suo prima di par-tire, mai avrebbe immaginato di non ritornare!

Arrivato a destinazione, parcheggiata l’auto efumata l’ultima sigaretta guardando il cielostellato e silenzioso, ringraziava in cuor suo ilbuon Dio per questa grande opportunità edemozionante esperienza. All’accettazione una giovane e timorosa prati-cante ed un esperto infermiere iniziavano lepratiche di preparazione. Il medico responsa-bile del viaggio dava le prime istruzioni opera-tive e registrava le informazioni del viandantesull’apposita scheda, precisando e metten-dolo in guardia su eventuali rischi e pericoli aiquali andava incontro. Non tutte le notizie ve-nivano prese in considerazione però, vista l’e-strema impazienza ad intraprendere il grandeviaggio!

La notte passava lenta, il sonno ed i sogni sialternavano a momenti di veglia dove i pen-sieri, carichi di preoccupazione e gioia allostesso tempo, portavano emozioni profonde.Finalmente si chiudeva una parentesi dellavita apertasi oltre un anno addietro con l’i-nizio di una terapia, poco invasiva, ma sicura-mente condizionante e vincolante. Terminava una fase impegnativa ed appassio-nante della vita caratterizzata da impegni evincoli ma dalla speranza e dalla voglia di vi-vere dove la positività e l’entusiasmo per il fu-turo non era mai venuto a meno.Il “pezzo di ricambio” arrivava nella mattinatadi quel giovedi di febbraio ed alle due del po-meriggio il viaggiatore era già pronto. In cuor

suo non vedeva l’ora di iniziare il viaggioperché assaporava già il ritorno! Infatti sullaporta della sala operatoria l’aspettava unabella e sorridente anestesista con la qualescambiava due simpatiche battute raccoman-dandosi di trovarla lì al ritorno.E poi si addormentava in un sonno profondo,senza sogni questa volta, ma con l’emozionedel risveglio e con la curiosità del ...come saràil dopo?Ed il dopo fu emozionante anche se confuso,soprattutto i primi momenti. I ricordi e le im-magini piano piano affioravano alla mente, ildolore praticamente era assente, la gioia di ri-vedere e riconoscere i propri cari era grande!Il nostro viaggiatore era ritornato, stava bene,faceva programmi, assaporava già la gioia divivere. Non c’era l’anestesista ad aspettarlo,ma la dolce Maria, infermiera originaria di Be-nevento, con le sue amorevoli cure e tene-rezze. Il ritorno alla vita non poteva avere pre-ludio più bello! Umanità unita a professionalità per far sen-tire l’uomo, prima del paziente, al centro del-l’attenzione per donargli dignità e coraggio. I giorni del post-intervento scorrevano lievi efelici, il nuovo ospite si era dimostrato subitoefficiente e discreto, il fisico reagiva magnifi-camente per effetto della terapia ma soprat-tutto per le cure amorose del personale,equipe medica in testa.L’allegria e la gioia alimentavano la speranzae “profumavano” l’aria nel clima asetticodella camera bianca, come in un dolce con-trappunto musicale!Nella mente del nostro viaggiatore scorre-vano, come in una striscia veloce, le immaginied i ricordi dei giorni tristi passati, ma soprat-tutto i pensieri e le azioni, le tante cose dafare in futuro: la rinascita.Era bello vivere, era bello condividerlo, ma so-prattutto era bello gridarlo a tutti, trasmet-terlo al mondo! Arrivava nel frattempo la fine del meravi-glioso viaggio; riposto nella valigia le pochecose portate, ascoltato con attenzione le dis-posizioni per il dopo e salutato tutti con af-fetto, il viaggiatore si apprestava a tornare acasa, alla vita, agli affetti.Mentre se ne va, sulla porta di uscita del re-parto legge due frasi stampate su un mani-festo: “Non portare i tuoi organi in Cielo....il Cielo sa quanto ne abbiamo bisognoquaggiù!”...ed una lacrima di emozione solca il suo viso.Tonino Dominici Amministratore Delegato Boxmarche

Quando un viaggio cambia la vita

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Sì, viaggiare. Un argomento d’attualità, vista l’imminenza

del lungo periodo di vacanze estive. Ma anche un impera-

tivo di svago e di accrescimento culturale valido per tutti i

mesi dell’anno. Oggi la scelta finale di un programma di

viaggio è legata soprattutto al messaggio pubblicitario più

originale, suggestivo, convincente.

Da tempo il “settore vacanze” si è necessariamente ag-

guerrito e specializzato.

I Tour Operator, per supportare le loro proposte, hanno co-

involto le migliori agenzie di comunicazione al fine di esco-

gitare “strumenti” atti a differenziare, incuriosire, attrarre i

potenziali clienti.

Un esempio recente lo offre EdenViaggi Tour Operator, pre-

sente con i suoi uffici e con agenzie referenti su tutto il ter-

ritorio nazionale, che ha commissionato ad Acanto Comu-

nicazione, affermata struttura di advertising, un sistema

originale per diffondere il suo messaggio promozionale.

Nasce così, dall’inventiva e dalla professionalità di questo

partner eccellente, un programma di supporti pubblicitari

che possiamo definire... elevati al cubo! Si tratta di imma-

gini polivalenti riprodotte sulle facce di cubi realizzati in car-

totecnica, delle dimensioni di cm 30x30x30, da utilizzare

sia come espositori per le vetrine delle agenzie di viaggio

sia come elementi d’arredo degli spazi interni destinati al

pubblico. Leggeri e poco ingombranti, opportunamente ri-

piegati nella spedizione, sono facili da comporre al mo-

mento di esporli. Essi propongono messaggi visivi su cia-

scun lato: foto di luoghi esotici, situazioni dinamiche esal-

tanti, monumenti caratteristici, panorami suggestivi; in-

sieme alle destinazioni turistiche proposte da Eden, oltre al

logo ufficiale del Tour Operator e degli Eden Village.

Un’iniziativa di successo, ottenuto con la semplicità di

un’idea geniale!

Giancarlo Beccatti Acanto Comunicazione

e I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift.

Eppure tra loro così distanti, benché scritti

a ridosso nel 1719 e nel 1726.

Tanto fiduciosa la scoperta della capacità

creativa riposta nell’intelligenza manuale

è nel primo, quanto soggiacente

ad una visione amaramente distruttiva

nelle sue conclusioni il secondo.

E così via, scorrendo scrittura e poesia

del nostro tempo, il viaggiare conserva

ed anzi riafferma ancor più la sua doppia

valenza, se si vuole la sua attirante ambiguità.

La distanza ovviamente non conta e talora

neppure la meta, perfino la motivazione

può essere un’apparenza.

Se è vero che siamo frutto del luogo

cui apparteniamo, lo siamo anche

delle strade che percorriamo.

Si può fare il giro del mondo che è diventato

una grande voliera o compiere un’infinita

esplorazione nello spazio inimmaginabile

nascosto intorno a noi dalla nostra stanza,

come Proust; o nella nostra città come Joyce;

o proiettarci con l’immaginazione

nei deserti dell’Asia Centrale come Leopardi,

per interrogare l’insondabile luna;

o librare la fantasia viaggiando sulla carta

geografica, come Ariosto.

Desiderio di partire, nostalgia del ritorno.

Il viaggio, scrive Claudio Magris,

è comunque capacità di vivere ogni attimo,

l’emergere di qualcosa finora ignorato

e poi accolto con l’umiltà del curioso

che ha il coraggio di guardarsi dentro

attraverso le cose di fuori.

In fondo, annota Mario Apollonio,

“ognuno vive per rendere straniera

a sé la terra che l’ha visto nascere,

e per ritornarvi come a patria,

come somma di tutte le esperienze”

godute e sofferte.

Così viaggiare continua ad illuderci,

come la vita.

Magari lungo il sentiero finiamo col trovare

un bene prezioso che non cercavamo

mentre quello presunto che cercavamo

non lo troveremo mai.

Fabio Ciceroni Critico Letterario

Messaggi al cubo

Sì, viaggiare

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A new box experience

Una nuova sfida è alle porte.La Box Marche proiettata all’inno-vazione, alla ricerca di nuove ideepresenta Woodcase, un nuovotipo di prodotto, che va ad occu-pare un settore particolare dellanostra clientela, definito medio-alto. Un packaging particolare,sensitivo, raffinato, ma soprat-tutto originale, uno scrigno inlegno che racchiude in sè tutta ladelicatezza di un packaging dilusso e di alto design.La sua forma flessibile si adatta aqualsiasi tipo di prodotto che rac-chiude suscitando curiosità, emo-zione nel consumatore. La voglia di natura di ritorno alleorigini è anche un punto forte diquesto prodotto. Lasciatevi trasportare dalle sensa-zioni e dai colori naturali di questopackaging per dare forma alle vo-stre idee. La creazione nasce dal-l’azienda Canadese Ekan Concepted è concessa in esclusiva per ilmercato italiano a Box Marche.Prova Woodcase, try a new boxexperience.Denise Costantini Responsabile R&S Boxmarche

Insieme a Raffaello è il maggior testimonial delle Marche nelmondo. Meglio di certi campioni sportivi o artisti contempo-ranei, che durano lo spazio di una stagione. Gioacchino Rossini, il compositore effervescente, l’autore chesi è cimentato in tutti i generi che il pentagramma potesseoffrire, ma anche il gastronomo creatore delle ricette di cuiera il primo “sperimentatore”, il sanguigno cittadino trasci-nato dalla passione politica. A lui Vittorio Emiliani, giornalista e già presidente della Fon-dazione Rossini, ha dedicato “Il furore e il silenzio” (EdizioniIl Mulino - pp. 480, 29 euro), che rappresenta certamente labiografia più dettagliata del compositore pesarese, descri-vendone l’attività artistica e mettendone in luce gli aspetti avolte curiosi ma altrettanto originali di una vita trascorsa conintensità in ogni sua piega.Il racconto di Emiliani, che non costituisce certo un lavoro de-stinato soltanto ai cultori della musica, incuriosisce e appas-siona fin dalle prime pagine, dedicate a Giuseppe Rossinidetto Vivazza per la sua esuberanza di romagnolo (era natoa Lugo), padre di Gioacchino, “trombetta comunale” a Pe-saro, a fine ‘700 considerata “l’Atene delle Marche” per la

presenza di intellettuali di alto livello. Qui Gioacchino nascenel 1792 e qui rimane intimamente legato, pur nel suo avolte frenetico girovagare In Italia e poi in Francia. Così nel1858 trasferisce da Bologna a Pesaro la titolarità dei suoibeni, dando vita al liceo musicale poi diventato il Conserva-torio che oggi porta il suo nome, nella città che ormai da

anni lo “ricambia” con l’allestimento di quel Rossini Opera Fe-stival che è tra le maggiori manifestazioni mondiali. La vitadel compositore pesarese è coinvolgente e tale emerge dallepagine di Emiliani, che con stile accattivante, leggero, rac-conta di Rossini che accanto alla produzione musicale nonperde mai d’occhio quanto accade fuori dai teatri. Lui, che è amico dell’influente ministro degli esteri austriacoMetternich, che mostra ammirazione per il conterraneo papaPio IX al quale dedica un inno in occasione dell’elezione e cuisi rivolge, senza successo, per togliere il divieto alle donne dicantare nelle chiese insieme agli uomini. Lui, che in occasione della consueta festa di onomastico, il 16agosto, serve a tavola i quaranta componenti della bandache hanno eseguito alcuni dei suoi brani più famosi e ancoroggi popolari. La biografia di Vittorio Emiliani offre il ritratto poliedrico diGioacchino Rossini, di questo marchigiano carico di estro, dipassioni, di buongusto. Il “pianista di quarta classe”, come lui stesso si definiva, cheper tutti oggi è semplicemente un genio.Vincenzo Oliveri Giornalista

Gioacchino Rossini, viaggio nella genialità

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“Il viaggio è lo spostarsi (per lo più nona piedi) per andare da un luogo ad unaltro lontano”. Questa la definizione da vocabolario.Ma sappiamo tutti che le parole sonostrumenti con cui gli uomini esprimonoconcetti che a volte travalicano il sensoletterale, e quando questo accade unaparola può assumere un significato

nuovo e diverso, e poi un altro e unaltro ancora. Da questo punto di vista “Viaggio” èuna parola emblematica. Ha un valore culturale per le centinaiadi popoli nomadi antichi e moderni, unvalore spirituale per alcune religioni,per non parlare delle mille accezioni edei mille concetti che intellettuali eviaggiatori di tutti i secoli hanno attri-buito e legato alla parola “VIAGGIO”.Alcuni di loro gli hanno dato una spic-cata valenza di ricerca (da Erodoto aByron a Ibn Battuta), e i loro scrittisono pietre miliari nella letteratura digenere. Altri hanno voluto dare al viaggio unvalore quasi esistenziale. Hanno uncerto fascino “anni ‘70”, ad esempio, leteorie secondo cui il nomadismo sa-rebbe radicato in maniera primordialenel genere umano, che quindi vivrebbela “civiltà” (vivere nella città) in modoinnaturale. Secondo queste teorie la propensioneal viaggio deriva proprio dalla primor-dialità del bisogno di movimento, discoperta o di ri-scoperta, fino ad ipotiz-zare che l’atto di dondolare i neonatialtro non sia che la riproduzione delmovimento del cammino. Avvicinandoci, invece, agli aspetti piùcomuni e moderni del viaggio è se-condo me interessante il pensiero di unintellettuale di rango quale è statoMontaigne: “Il viaggio è un utile eser-cizio in cui la mente è stimolata di con-tinuo dall’osservazione di cose nuove esconosciute… nessuna credenza mi of-fende per quanto contraria alle mie… Iselvaggi che arrostiscono i loro mortimi scandalizzano meno di coloro cheperseguono i vivi”. A ben pensarci queste parole ci pro-pongono un concetto di “viaggio” di-verso, il cui fattore determinante non èlo spostamento, ma la stimolazionedella mente attraverso il viaggio.

Ma da questa angolazione, allora, lospostamento diventa secondario, anziininfluente. Il nostro mondo è pieno dipersone che vanno in luoghi nuovisenza subire alcuna sollecitazione men-tale. Spesso, addirittura, il viaggio (spo-stamento) è l’occasione per una involu-zione intellettuale o, nel migliore deicasi, solo un nuovo ricordo da usare

come strumento auto-celebrativo. Io credo che il concetto di viaggio nonabbia nulla a che fare con la distanza,né con il tipo di alloggio, né con lo stilescelto, ma solo con quella necessità diincontro e confronto che tutti noi ingiovane età abbiamo sentito e di cuiabbiamo gioito. La difficoltà di continuare anche in etàadulta ad essere “viaggiatori” derivadal fatto che siamo in massima parteincapaci di avvicinarci alle credenze,alle convinzioni e alla condizione altrui,perché incapaci di accettare la parzia-lità e la relatività delle nostre rassicu-ranti credenze e convinzioni. Alloraforse la soluzione non è viaggiare peresercitare la mente (come dice Mon-taigne) ma esercitare la mente perpoter essere pronti a godere di unviaggio. ”Nessuna credenza mi of-fende, per quanto contraria alle mie”.Questo è, a mio avviso, il punto chiave.Il viaggio assume il suo valore più altoin quei momenti in cui si realizza uno“scambio”. In quell’istante in cui hai la sensazionedi essere stato contaminato da qual-cosa che era diverso e adesso lo èmeno, e proprio il fatto di sentirlomeno alieno determina lo stupore cheti avvolge. È un’esperienza preziosa ein realtà piuttosto rara, ma che quandocapita ti fa sentire vivo e felice che lavita possa riservarti ancora attimi di in-fantile lucidità. A volte si fa fatica e capita che qual-cuno che ti aiuti a superare il limite chesepara lo “spostamento” dal “viaggio”.Due anni fa ero nella splendida e ge-nuina cittadina di Camaguey (Cuba).Erano circa le sette di sera e con miamoglie e mio figlio (che allora aveva 5anni) passeggiavo per le stradine colo-niali cariche di colori raggianti di sole.Dappertutto gente indaffarata entravaed usciva dalle botteghe, gente con lefacce della vita comune, gente che fi-

niva di lavorare, gente che sorridevacordiale. Ad un certo punto il mio bambino, cheera rimasto un po’ indietro, ci rag-giunse e chiese qualche soldo per unapersona. Li prese, tornò indietro pochimetri e si avvicinò ad una vecchiadonna. Era magrissima e la sua condi-zione di povertà era evidente.

Aveva occhi scuri che mi son sembratitristi e se ne stava seduta su un mu-retto, avvolta in abiti sudici. Mio figlio le porse le monete un po’ dalontano, allungando il braccio. La vec-chia sorrise teneramente e fece il gestodi raccogliere le braccia sul petto, comeper simulargli un abbraccio. Lui le silanciò al collo e la strinse forte. Con le braccia ancora al collo la vecchiadonna si voltò verso di noi e ci scam-biammo il reciproco stupore per quelgesto. Poi volse di nuovo lo sguardo a Fran-cesco e gli fece un luminoso sorriso digratitudine, e i suoi occhi scuri mi par-vero commossi. Quando un gesto semplice, universal-mente comune, come l’abbraccio di unbambino ad una nonna, riesce a far in-contrare una vecchia ed emarginatadonna cubana e due quarantenni occi-dentali, lì secondo me, c’è il valore delviaggio. È quindi a Francesco e alla libertà delsuo gesto che voglio dedicare questamia personale definizione: Viaggiare èINCONTRARE qualcosa o qualcuno conquella disponibilità intellettuale checonsente di ANDARE OLTRE le proprieconvinzioni e consuetudini.Marcello Carboni Tour Operator

Nobili ed ecclesiastici, giovani rampolli enuovi borghesi, artisti e letterati. Sonoloro ad attraversare l’Italia a partire dallafine del Seicento alla riscoperta delle an-tichità classiche dando vita a quel feno-meno che prenderà il nome di GrandTour. L’uomo di cultura doveva visitare al-meno una volta il Bel Paese, esperienzaquesta necessaria alla formazione del fu-turo uomo di stato. La pedagogia uma-nistica aveva inserito il viaggio in Italia af-finché i giovani si convincessero della va-stità e profondità della cultura classicanella quale trovavano fondamento i co-stumi e gli ordinamenti del tempo. Ilviaggio inteso dunque come momentodi formazione culturale dell’individuo di-venta pratica istituzionale. Al centro diquesto “pellegrinaggio” è la riscopertadel passato classico greco e romano, dipaesaggi bucolici, di luoghi vivacizzati dafeste, spettacoli teatrali e musicali. Nel1738 e nel 1748 il Winckelmann aveva ri-portato alla luce Ercolano e Pompei, verie propri musei all’aperto. Quasi contem-poraneamente vengono ampliate e alle-stite nuove raccolte. Nel 1734 si aprono iMusei Capitolini, nel 1771 in quelli Vati-cani viene riallestita la galleria delleStatue Antiche dove sono esposte moltestatue antiche allo scopo acquistate.Parallelamente ai viaggi si forma unavasta letteratura internazionale cui con-tribuiscono autori famosi quali Goethe,Richard Cassels, Maximillian Misson,Heinrich Hume e il già citato Winckel-mann. Si tratta di opere di genere saggi-stico, guide, testimonianze di impressionie diari di viaggio. Ai libri si affianca il fe-nomeno del collezionismo d’arte. Eranopreferite le vedute del Canaletto, diVernet, di Claude Lorrain e in particolarele vedute delle antiche rovine organiz-zate in composizioni di gusto teatrale. La bottega calcografica dei Piranesi rac-coglie estimatori e soprattutto commit-tenti inglesi. I luoghi del Grand Tour sonoRoma (la cui area archeologica com-prende Tivoli, Frascati, Albano e Nemi) Fi-renze e Venezia. A queste località chesono mete obbligate, si aggiungono Ge-nova, Livorno, Pisa, Ancona, Loreto, Bo-logna, Padova e Milano. Poi dalla se-conda meta del Settecento il viaggio pro-segue per il sud della Penisola dove, visi-tata Napoli, si continua per la Sicilia. Il Mezzogiorno diventa la meta più inte-ressante perché rappresenta la culla dellaMagna Grecia e perché lì sopravvivonoriti e miti che la civilization ha cancellato:l’ammirato stupore suscitato dalla sco-perta di Pompei ed Ercolano induce aspingersi oltre, a Paestum e in Sicilia allaricerca del dorico.Eros Gregorini

Grand Tour

A n d a r e o l t r eI l v a l o r e d e l v i a g g i o

NEXT 20:NEXT dicem OK Ok 9-01-2012 13:08 Pagina 5

Sono già quasi cinque anni che siamoin viaggio insieme, tutti dentro lospazio piegato di un foglio, pensatoda una piccola ciurma scanzonata eaffrancata da qualsiasi vincolo,pronta ad ogni sfida, ritta sulla toldadi un impavido battello di carta, lan-ciato al futuro. Sono quasi cinque anni che NEXT na-viga come un avventuroso viaggia-tore sulle rotte definite dalle passioni,dalle emozioni, dal tempo, riflettendosul senso di un verbo. Abbiamo toccato tanti porti, tantitemi diversi, tutti affacciati sullostesso mare, quello dei nostri desidericomuni, delle nostre convinzioni o cu-riosità, della nostra voglia di scrutare,nelle parole regalate di tanti amici,terre mai visitate, orizzonti nuovi, ilpiacere di conoscere. Siamo naviganti fortunati: ad ogni in-contro, in ogni porto, abbiamo tro-vato ricchezze grandi e generose.Tanti i contributi di idee, di proposte,di competenze che ci hanno arric-chito. Sono approdi sicuri che dannoogni volta un senso a tanta temera-rietà, all’ansia di incontrarsi, al pia-cere di approfondire e di dialogare, aldesiderio profondo di esprimere ciòche siamo, per sentirci vicini e con-vinti che condividere la rotta ci aiutatutti, ci dà la sicurezza che cer-chiamo.Ad ogni sbarco l’entusiasmo corre giàad immaginare il prossimo attracco, ilporto successivo, e ci prende subito lavoglia di salpare ancora per un nuovoviaggio da affrontare insieme, magaricon qualche compagno in più. Sono i temi che ci diamo ad ogni nu-mero, sono gli argomenti che ci incu-riosiscono, che ci interessano, chepartono dalla mente e che ci arrivanoal cuore, risalendo il vento dei senti-menti veri per ciò che ci coinvolge: lepersone, la comunità, l’ambiente, l’e-ducazione, la cultura, la tradizione, lastoria, l’arte, la memoria, e quan-t’altro attiene alla responsabilità sen-tita da uomini che vivono il propriotempo come una rivelazione. Per questo NEXT, ad ogni nuovauscita, diviene sempre più un mezzoper rappresentare, un giornale da leg-gere in poltrona con lo spirito del pi-rata che scorrazza per qualsiasi mare.Boxmarche ne è l’armatore illuminatoche al peso preferisce la leggerezza,alle risorse umane preferisce le per-sone, al territorio indistinto preferiscela comunità locale, alle dichiarazionipreferisce i fatti, un armatore-editoresicuro del suo equipaggio, con cui di-vide la continua nostalgia per il mareampio e infinito. Un mare da navigare insieme, inviaggio ogni giorno, per tornare acasa la sera, forse, un po’ più sereni eappagati.Giuliano De Minicis Art director

In viaggio con un

battello di carta

Il viaggio ha inizio nei primi anni sessanta con laNew York Corrispodence School di Ray Jhonson,che intuì la necessità di avvicinare e far circuitaregli artisti, il loro lavoro ed i fruitori, sarà l’inven-zione di un circuito inizialmente chiuso, quellodella Mail Art. Jhonson, totalmente immerso inFluxus, movimento artistico guida di quegli anni,inaugurò un processo creativo che ieri come oggi,congiunto all’evento comunicativo ne testimonial’assoluta priorità rispetto all’unicità dell’operad’arte. Non solo la riproducibilità dell’opera conmultipli a controllo numerico, ma “il viaggio” del-l’opera ed il veicolo: un semplice plico postale. LaMail Art negli anni ha ampliato canali e sistemi re-lazionali, i plichi cartacei sono rimasti a testimo-nianza del manufatto artistico, ma la circuitazionedelle idee, le libere poetiche, i forti valori sociali, leconsapevoli provocazioni, oggi sono veicolatesempre più on line: pagine virtuali con potenzialitàdi utilizzo allargato, quindi il circuito è divenuto an-cora più aperto e l’intelligente intuizione diJhonson si concretizza nell’odierna comunicazioneglobale. Ed allora, tecniche e tecnologie “delviaggio” condizionano i contenuti artistici? Assolu-tamente no! Abbiamo esempi in ciò che il nostroterritorio ha prodotto per e con la Mail Art e nonmi riferisco solo agli artisti operanti nelle Marche,ma al significativo contributo fornito da Enti Locali,Amministratori e Operatori illuminati. Nel 1984 si

inaugura a Montecarotto il Museo Comunaledella Mail Art, sarà la prima struttura pub-blica in Europa, da qui partiranno numeroseiniziative tematiche tutte archiviate ed ade-guatamente catalogate, ancora oggi ilmuseo opera in una nuova ed efficientestruttura. Negli anni successivi alcunealtre attività espositive: la memorabileAntologica di Guglielmo Achille Ca-vellini del 1988 alla Rocca Rove-resca, realizzata con il contributodiretto dell’artista dal Museo

d’Arte Moderna di Senigallia,fino alla Mostra più prestigiosaquella del 2005 al ParlamentoEuropeo di Bruxelles “NoriDe Nobili nelle immaginidella comunità internazio-nale degli artisti”. L’im-portante lavoro che ilCentro Nori De Nobilidel Comune di Ripesvolge in collabora-zione con i Comunidi Corinaldo, Seni-gallia e la Pro-

vincia di Ancona,concretizzatosi visivamente

nelle due stupende esposizioni allaMole Vanvitelliana di Ancona ed appunto a Bru-xelles. Un progetto al quale i mail artisti hanno for-nito un importante contributo di rilettura creativanell’omaggio ad una nostra significativa pittricedel primo novecento. Alcuni chiari esempi a dimo-strazione della vitalità mantenuta dalla comunitàdegli artisti in questi quarantacinque anni di vitadel fenomeno mail art. Non un vero e proprio mo-vimento, ma la risposta culturale e creativa, supe-rando le barriere dell’io, al veloce sistema di glo-bale comunicazione, che in assenza di regolecerte, potrebbe tentare di cogliere da un circuitovirtuoso, poichè poeticamente corretto, utili indi-cazioni. Dagli artisti di Fluxus e della Mail Art an-cora una tentata provocazione, nostro dovere saràdocumentarne e diffonderne i risultati, per poi ve-rificarne gli effetti. Di una cosa dobbiamo esserecerti, gli artisti non potranno mai interrompere illoro inevitabile flusso ed allora auguriamoci tutti:un buon viaggio.Stefano SchiavoniPresidente Mediateca delle Marche

La

Mail Art:

il viaggio

continuo

dell’arte

Per le stdelle

in terra c

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Come si sa, varie sono state le tecniche perrealizzare una struttura muraria in terracruda.Una, molto diffusa, cominciava col tracciareun solco nel terreno, ai lati del quale veni-vano inserite due tavole di legno. Dentroquesto solco si gettava l’argilla impastatacon la paglia e lo sterco di vacca, che venivapoi pigiata con i piedi o con un attrezzo dilegno, il mazzapicchio. Quando l’impasto siera indurito si smontava il tavolato e, con lostesso procedimento, sul primo strato, se nefaceva un secondo. L’armatura veniva poispostata più in alto fino a raggiungere l’al-tezza desiderata.Un’altra tecnica consisteva nel realizzare lamuratura con blocchi di grandi dimensionicostituiti di terra impastata a paglia e usaticome grossi mattoni; per farli si impiegavaun apposito stampo di legno.

Sempre con l’impasto di acqua, argilla e pa-glia, ma senza lo stampo di legno, venivanorealizzati anche grossi pani del peso mediodi 7-8 chili, i cosiddetti maltoni o massoni,con i quali, murandoli uno sull’altro, si fa-ceva la parete di terra. Come ci hanno rac-contato alcuni testimoni, qualche volta ilmassone veniva disteso su uno strato di pa-glia e poi racchiuso nella paglia stessa,come in un sacco, che, per essere siffattoveniva chiamato anche paglione. Messi inopera, si sigillavano con altra malta, ma tal-volta non c’era neppure necessità di legarlicon altro impasto, in quanto facevano su-bito presa tra loro. In alcuni manufatti si è ri-levato che i massoni venivano disposti “acoltello”, leggermente inclinati in senso al-terno per ogni strato, in modo da ottenereun muro a spina di pesce. Tutte queste tec-niche erano frutto di una cultura edificatoria

estesa e consolidata che rispondeva a re-gole antiche ben sperimentate. La preci-sione del montaggio dei massoni era dav-vero spettacolare, come si può rilevare dallecostruzioni prive di intonaco rimaste ancorain piedi. Edifici costruiti con queste antichetecniche, che i documenti d’archivio e lecarte catastali classificano come “case amaltone”, se ne vedono anche nell’entro-terra anconetano, tra le valli del Cesano edel Misa, con esemplari significativi soprat-tutto nei comuni di Senigallia, Monterado,Castelcolonna, Corinaldo, Ostra, Ostra Ve-tere, Morro d’Alba, Monteroberto, Cupra-montana, Castelplanio, Monte San Vito,Jesi, Filottrano, fino ai confini con i territoridel Maceratese, verso sud, e del Pesarese,verso nord. Si tratta di abitazioni, capanni,essiccatoi per il tabacco e altri manufatti,che esprimono a tutto tondo l’antica tec-

nica del costruire con la terra cruda anche inquesta parte della regione marchigiana; ma-nufatti ormai rarissimi, tant’è che due diquesti, a Ostra Vetere e a Monte Roberto,sono stati addirittura restaurati da partedella Soprintendenza ai Monumenti di An-cona. In conclusione, siamo di fronte a te-stimonianze costruttive, semplici e arcaiche,ma estremamente significative, che permet-tono di includere a pieno titolo la regionemarchigiana nella grande storia delle archi-tetture in terra cruda; un fenomeno che hainteressato in Italia anche altre regioni, dalvicino Abruzzo alla Sardegna, dalla Calabriaalla Toscana, dal Piemonte al Veneto, mache è stato diffuso in tutti i paesi del Medi-terraneo, dalla Spagna al Marocco, dallaGrecia all’Egitto, fino a tutto il medio edestremo Oriente.Gianni Volpe Architetto

“ERASMUS è diventato qualcosa dipiù di un semplice Programma in campo educativo.

Esso dà ora a molti studenti delle università europee la possi-bilità di vivere per la prima volta in un paese straniero ed ha acquisito

lo status di un fenomeno socioculturale.” Così il Presidente della Commis-sione europea, José Manuel Barroso, ha commentato il successo di Erasmus all’i-

nizio del 2007, anno in cui si celebrano i vent’anni dall’avvio del Programma. Dal giugno 1987, nelsuo primo anno, parteciparono 3.244 studenti ed in pochi avrebbero scommesso sul successo della mobilità per

studenti universitari. Nel 2005 invece il numero è salito fino a 144.032 studenti, pari all’1% della popolazione studentescaeuropea. In vent’anni ben più di un milione e mezzo di studenti - 60% dei quali donne - ha beneficiato di borse ERASMUS e la

Commissione europea intende raggiungere entro il 2012 un totale di 3 milioni. Due aspetti chiave distinguono il programma ERASMUSda altri programmi educativi dell’UE: > alcuni studi confermano che la partecipazione a ERASMUS può costituire un importante vantaggio

nella ricerca di un lavoro; un periodo di studio all’estero è considerato oggi un’esperienza preziosa dai datori di lavoro; > ERASMUS è stato, e continua ad esserlo, unmotore del cambiamento per l’istruzione superiore europea. Esso ha contribuito a riconfigurare i sistemi dell’istruzione superiore in Europa ispirandosi al processo di Bo-

logna, un’importante iniziativa volta a semplificare i diversi sistemi europei di istruzione superiore, e che copre attualmente 45 paesi. Al di là dei dati, il successo e l’importanzadi Erasmus si misura dalle testimonianze dirette di persone che hanno vissuto in Paesi diversi, dalle quali emergono emozioni, stimoli, esperienze, conoscenze e ricordi molto simili

tra loro e alcune interessanti riflessioni condivise sul ritorno a casa, sulle amicizie e sul cambiamento interiore, legato fortemente a questa esperienza. Molte testimonianze hannotrovato un ambiente favorevole nel sito, realizzato dall’Agenzia Nazionale, www.caffeerasmus.it, dove in molti hanno lasciato i loro messaggi nei forum ed hanno contribuito alle in-terviste ed alle notizie presenti sul sito. Come emerge anche dalle pagine di Caffè Erasmus, per la maggior parte degli studenti l’esperienza di mobilità rappresenta il primo soggiornofuori casa e per la maggior parte delle famiglie è la prima volta che un membro soggiorna in un Paese diverso dal proprio. La sfida più grande adesso è incrementare le borse distudio, che al momento sono piuttosto basse ed escludono larghe fasce della popolazione studentesca, che non è in grado di provvedere in proprio alle spese. Per celebrare i 20anni del Programma Erasmus l’Italia ha organizzato una serie di eventi, fra cui si segnala Venti di Erasmus, che si è svolto a Bologna e Rimini dal 9 al 12 maggio, alla presenza delPresidente del Consiglio dei Ministri. Capo Vaticano ha ospitato l’evento nazionale dell’Erasmus Student Network dal 17 al 20 maggio e Roma è stata protagonista della festa

20Erasmus@Roma, dal 24 al 28 maggio. Elena MaddalenaUfficio Comunicazione Agenzia Nazionale Lifelong Learning Programme

Viaggiare imparando,

imparare viaggiando

Per le strade delle case

in terra cruda

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forNext Per suggerimenti, idee, interventiscrivere a: [email protected]

Informativa breve ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 196/2003. Per inviarVi Next la BoxMarche, dispone del vostro nome, indirizzo, eventuale ruoloaziendale. I Vostri dati sono trattati con procedure idonee a garantirne la sicurezza e la riservatezza. L’invio rivista avviene tramite TECNOSTAMPATIPO-LITO SRL di Ostra Vetere (AN). Nel caso in cui non vogliate più ricevere la rivista siete pregati di comunicarlo alla Box Marche S.p.A. L’informativacompleta si trova sul sito www.boxmarche.it o rivolgendosi alla Box Marche S.p.A e-mail:[email protected], tel.071797891.

stradali, aeroportuali e ferroviarie. Insommanon manca quasi più nulla (tranne l’ADSL)affinché questa realtà affronti con onore lepressanti e sempre più grandi sfide del mer-cato. Per la cronaca: oggi nel giardino del-l’ufficio si aggirava un bellissimo pavone,pare abbia scelto i nostri cespugli di rose perfarvi il nido con la propria compagna, segnodi buon auspicio? Per tutti: nuovo indirizzo ufficio commercialeMilano Via Cadorna 37/A - 20017 Rho (MI)Tel. e fax 02 93922262Luisa Cozzi

Da questo numero Next verrà distribuito a tutte le famiglie di Corinaldo.È questo un segnale forte di legame con il territorio, imprescindibile perun’azienda che considera il rapporto con la comunità locale un ele-mento di fondamentale importanza. Siamo convinti che ogni aziendatrae la sua forza dalle risorse, dal clima, dalle specificità e dalle idee del-l’ambiente in cui vive; per questo dobbiamo alimentare e consolidare illegame che ci unisce. Next vuole raccontare e condividere con voi legioie, le passioni e gli amori della sua gente nello svolgimento del pro-prio lavoro. Vuole trasmettere quella cultura di impresa e cultura del la-voro di un “capitalismo dolce che sposa la fabbrica ed il territorio” percontribuire, nel suo piccolo, a produrre benessere e a far crescere laqualità della vita della comunità. Buona lettura.Tonino Dominici Amministratore Delegato Boxmarche

Boxmarche Milano

Ci siamo trasferiti a Rho

Dall’Editore*Da due mesi ormai l’ufficio di Milano si è tra-sferito nella zona Nord del capoluogo lom-bardo, precisamente nella città chiamataRho, una delle più importanti sull’asse delSempione ma soprattutto luogo dove vieneospitata anche la nuova fiera di Milano, lapiù grande d’Europa. Rho, come un po’ tuttele cittadine dell’hinterland nord Milano,vanta insediamenti risalenti ai Celti, domina-zioni Longobarde, storie di grandi sviluppiagricoli, predominio spagnolo e tanto diChiesa Romana eretta alla fine del XVI sec.,dedicata all’Addolorata. Grandi storie indu-striali e culturali, crocevia di popoli e lingue;vicinanza ad importanti parchi naturali: Ti-cino e Roccolo. Da oggi sarà anche testi-mone del passaggio della BoxMarche. Il no-stro nuovo ufficio, dotato di ogni comfort, èubicato in una palazzina anni ‘80, nei pressidelle maggiori vie di comunicazione auto-

Arte, musica, teatro, cultura, in due spazi inusuali: Piazza Baldassarri e le Fonti. Il primo è uno spazio d’in-contro dentro lo stabilimento Boxmarche. Il luogo che ricorda una grande persona a noi cara. Il posto dellaproduzione si trasforma in luogo della riproduzione e dell’emozione, la piazza si anima per rappresentare ilbisogno d’incontro fra persone, esperienze, idee, progetti diversi. Lo spazio dedicato alla creazione di pro-dotti, alla loro realizzazione e commercializzazione, diviene lo spazio dove si esprimono giovani talenti, at-traverso varie forme di creatività, si realizza il confronto fra linguaggi espressivi diversi, si manifesta la vogliadi stare insieme, di vedere, ascoltare e condividere il bello, con la curiosità che trascina al piacere ed allamania di fare meglio per se stessi, per il nostro lavoro, per la nostra comunità. Come negli anni scorsi ri-proporremo “Concerti per Parole e Acqua” per ritrovarci alle fonti di Corinaldo e del nostro passato, per vi-vere la magia dei suoni e della memoria. Con la nostra iniziativa, un sito importante e bellissimo della no-stra storia, rivive per il piacere di tanti amici e concittadini. Così ogni appuntamento è per noi di Boxmarcheun momento esaltante che alle idee e al packaging unisce il piacere di un dono affettuoso.

Persone, processi, prodotti. Tre soggetti per l’innovazione, innovazione al cubo. Global report2006 di Boxmarche è un’operazione algebrica, un’ipotesi matematica calcolata con le ra-gioni del cuore, sospesa fra piacere della conoscenza e passione per la scoperta. Scaturisceda un afflusso copioso di relazioni, di dati, di pensieri, di riflessioni. Filtra da esso l’imma-gine frastagliata di un’entità etica profonda, che permea l’ambiente, spinge il gruppo,genera direzioni nuove. Chi osserverà, vedrà affiorare la sagoma complessa e ricca diun pesce che si muove pacato, spaziando in un mare di opportunità, di diversità, diorizzonti curiosi, lasciando qua e là minuscole bollicine d’aria, tracce delicate di unastrada già percorsa o espressione meravigliata di una visione inaspettata. In un con-tinuo fluttuare nella totale trasparenza delle azioni, perlustrando curiosamenteogni possibile spazio, tramutando dolcemente materia in ossigeno, movimento inattività, produce energia per spingersi oltre. La creatura d’acqua avanza so-spesa, senza zavorre, sceglie ogni volta la quota migliore, si muove insieme aisimili ma sola modifica la direzione, con repentini colpi di coda si distacca,cerca percorsi diversi, esplora, avvicina, lascia, ritrova.Giuliano De Minicis Art director

Global Report Boxmarche 2006Viaggiare l’innovazione

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