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. «Lì esiste una linea di credito già aperta dal nostro Governo a favore delle imprese. E poi la Serbia è l’unico Paese ad avere un accordo con la Russia», ha spiegato Gino Cocchi, consigliere per l’Internazionalizzazione. Si aprono nuove possibilità di business anche per le pmi del settore della meccanica. La scommessa: mettere insieme dieci imprese d’eccellenza nel settore della sub-fornitura della filiera metalmeccanica. Integrarle nelle loro specializzazioni e presentarle come un unico interlocutore privilegiato ai grandi partner della prossima Fiera internazionale di Jonkoping, in Svezia. «D ifendere le aziende, in questo momento, signi- fica difendere il lavo- ro». Voglio riprendere una frase di qualche giorno fa del presidente di Unindustria Bologna, Maurizio Marchesini, che mi sembra esprima un punto di vista utile a tutti, im- prenditori e lavoratori. Una sintesi che ci permette di inquadrare la si- tuazione che stiamo vivendo, anche qui, nel Bolognese, con un’ottica di prospettiva. Per uscire dal pantano, insieme. Certo, il momento è dei peggiori, con aziende anche recentemente ri- strutturate costrette a viaggiare con il freno a mano tirato quando non a fermarsi del tutto. Per questo vedo in questo binario parallelo della sal- vezza dell’azienda-lavoro l’innesco di una mentalità nuova anche nei rapporti di normale dialettica che devono esistere tra le controparti. Vedo il tentativo di marciare uniti, nella considerazione che l’azienda è sempre un bene da difendere per- ché è una risorsa di cultura impren- ditoriale, di intelligenza, di sapere oltre a un eccezionale volano capa- ce di generare risorse utili a tutti. Per questo vedo con grande interes- se l’accordo siglato da Unindustria Bologna e Carisbo per garantire li- nee di credito agevolate per diversi milioni di euro. Penso infine ai cambiamenti che molti lavoratori delle imprese del Bolognese stanno vivendo, anche in termini sociali: perdere il lavoro ed essere costretti a rimettersi sul mercato in età non più giovanissi- ma e magari con una famiglia da mantenere. Questa è già una prova durissima.Mapensoancheallecon- seguenze di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, capaci di cambiare in un attimo le regole del rapporto che ognuno di noi ha conillavoro,perilfattodiintrodur- re strane situazioni in cui si guada- gna di meno e si lavora ogni tanto. Si perde l’abitudine sana a confron- tarsi con la voglia di migliorare e di crescere professionalmente, uno dei valori della nostra vita. Per questo ribadisco: salvare le imprese signifi- ca assicurare un futuro sereno. A tutti. di PIERLUIGI VISCI ILCARTELLODEISUB-FORNITORI Dieci piccoli campioni A PAGINA 7 SFIDE Difendiamo unbeneditutti All’ombra del polo mondiale della protesica, si struttura un distretto di imprese. DESK PER LE IMPRESE BOLOGNESI Belgrado serba belle sorprese BIOMEDICALE Quel balzo di Budrio A PAGINA 5 A PAGINA 7 Anno 2 - Numero 9 Ottobre 2009 serra marmi INDUSTRIA PER L’ARREDAMENTO ARREDOBAGNO - CAMINETTI - STUFE PAVIMENTI E RIVESTIMENTI - PIANI DA CUCINA CERAMICA - MARMO - AGGLOMERATI AMPIA SALA MOSTRA Aperti dal martedì al sabato dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 19,00 Via DAVIA 9F S.Giovanni in Persiceto (Bo) APERTO IL SABATO www.serramarmi.it - Tel. 051.827713

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Supplemento dedicato alle imprese della provincia di Bologna

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«Lì esiste una linea dicredito già aperta dalnostro Governo a favoredelle imprese. E poi laSerbia è l’unico Paese adavere un accordo con laRussia», ha spiegato GinoCocchi, consigliere perl’Internazionalizzazione. Siaprono nuove possibilità dibusiness anche per le pmidel settore della meccanica.

La scommessa: mettere insieme dieci imprese d’eccellenza nelsettore della sub-fornitura della filiera metalmeccanica.Integrarle nelle loro specializzazioni e presentarle come ununico interlocutore privilegiato ai grandi partner della prossimaFiera internazionale di Jonkoping, in Svezia.

«Difendere le aziende, inquesto momento, signi-fica difendere il lavo-

ro». Voglio riprendere una frase diqualche giorno fa del presidente diUnindustria Bologna, MaurizioMarchesini, che mi sembra esprimaun punto di vista utile a tutti, im-prenditori e lavoratori. Una sintesiche ci permette di inquadrare la si-tuazione che stiamo vivendo, anchequi, nel Bolognese, con un’ottica diprospettiva. Per uscire dal pantano,insieme.Certo, il momento è dei peggiori,con aziende anche recentemente ri-strutturate costrette a viaggiare conil freno a mano tirato quando non afermarsi del tutto. Per questo vedoin questo binario parallelo della sal-vezza dell’azienda-lavoro l’innescodi una mentalità nuova anche neirapporti di normale dialettica chedevono esistere tra le controparti.Vedo il tentativo di marciare uniti,nella considerazione che l’aziendaè sempre un bene da difendere per-ché è una risorsa di cultura impren-ditoriale, di intelligenza, di sapereoltre a un eccezionale volano capa-ce di generare risorse utili a tutti.Per questo vedo con grande interes-se l’accordo siglato da UnindustriaBologna e Carisbo per garantire li-nee di credito agevolate per diversimilioni di euro.Penso infine ai cambiamenti chemolti lavoratori delle imprese delBolognese stanno vivendo, anchein termini sociali: perdere il lavoroed essere costretti a rimettersi sulmercato in età non più giovanissi-ma e magari con una famiglia damantenere. Questa è già una provadurissima. Ma penso anche alle con-seguenze di ammortizzatori socialicome la cassa integrazione, capacidi cambiare in un attimo le regoledel rapporto che ognuno di noi hacon il lavoro, per il fatto di introdur-re strane situazioni in cui si guada-gna di meno e si lavora ogni tanto.Si perde l’abitudine sana a confron-tarsi con la voglia di migliorare e dicrescere professionalmente, uno deivalori della nostra vita. Per questoribadisco: salvare le imprese signifi-ca assicurare un futuro sereno. Atutti.

di PIERLUIGIVISCI

IL CARTELLO DEI SUB-FORNITORI

Dieci piccoli campioni

A PAGINA 7

SFIDE

Difendiamoun bene di tutti

All’ombra del polomondiale della protesica,si struttura un distrettodi imprese.

DESK PER LE IMPRESE BOLOGNESI

Belgrado serbabelle sorprese

BIOMEDICALE

Quel balzodi Budrio

A PAGINA 5

A PAGINA 7

Anno 2 - Numero 9Ottobre 2009

serra marmiINDUSTRIA PER L’ARREDAMENTO

ARREDOBAGNO - CAMINETTI - STUFEPAVIMENTI E RIVESTIMENTI - PIANI DA CUCINA

CERAMICA - MARMO - AGGLOMERATI

AMPIA SALA MOSTRAAperti dal martedì al sabato

dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 19,00Via DAVIA 9F S.Giovanni in Persiceto (Bo)

APERTO IL SABATOwww.serramarmi.it - Tel. 051.827713

MARTEDÌ 27 OTTOBRE 2009

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E’ la dimostrazione dicome la collaborazione trabanchee associazioni possaaiutare concretamente leimprese

Rispondiamo alleesigenze delle piccole emedie aziende construmenti subito utili

’’

’’

MAURIZIO MARCHESINI

GIUSEPPE FELIZIANI

‘‘

‘‘

Un accordo fondamentale, che assicurerà continuitàdi credito alle piccole e medie imprese bolognesi,garantendo loro la liquidità sufficiente per

superare questi difficili mesi di crisi.Ha una valenza di grande importanza la convenzionesiglata nei giorni scorsi tra Unindustria Bologna eCarisbo (Gruppo Intesa San Paolo) e che traduce sotto leDue Torri l’accordo nazionale siglato il 3 luglio tra ilGruppo bancario e Confindustria, con un plafondcomplessivo di 5 miliardi di euro.L’afflusso di credito alle pmi verrà garantito attraversouna serie di strumenti finanziari messi a disposizione daCarisbo (rivolti anche alle imprese associate che non sonoancora clienti del Gruppo bancario) e strutturati in trearee di intervento: il rafforzamento patrimoniale, laflessibilità dei finanziamenti e il sostegno alla liquidità.«La piccola industria è in cima alle preoccupazioni del

mondo associativo – sottolinea il presidente diUnindustria Bologna Maurizio Marchesini – a causa dellasua grande difficoltà di accesso al credito in un momentodi crisi generale». Le imprese maggiormente penalizzatesono quelle che in questi mesi hanno investito perchésono quelle più esposte finanziariamente. E «l’asfissiafinanziaria può aumentare il rischio di mortalità dellepiccole aziende», spiega il rappresentante della PiccolaIndustria di Unindustria Bologna Massimo Cavazza.Ecco perché «questa iniziativa è molto importante –conclude Marchesini - e ribadisce il nostro impegno alfianco delle associate: dobbiamo salvaguardare ildistretto, e salvare le piccole imprese significa salvare legrandi».Per sostenere la liquidità l’accordo prevede «Capitalecircolante», una linea di credito aggiuntiva per favorire lagestione degli insoluti: si potrà arrivare fino a un

massimo di 250 mila euro con i quali coprire le fatturenon incassate. Secondo Carisbo, a Bologna sono circa 650le imprese che hanno i requisiti per poter ottenere unaiuto nella gestione insoluti.C’è inoltre la possibilità di rafforzare il capitale aziendaleattraverso «Ricap Crescita Programmata» e «RicapMoltiplica», con cui la banca può arrivare fino aquintuplicare quanto investito dall’azienda nellaricapitalizzazione.Avendo aderito alla moratoria Abi-Governo, Carisboconsente inoltre la posticipazione di 12 mesi delpagamento delle rate di mutui e leasing oltre ad allungarefino a 270 giorni le scadenze dei crediti a breve termine.«Questi strumenti – ha sottolineato il direttore generaledi Carisbo Giuseppe Feliziani – permetteranno alleimprese bolognesi di riprendere con basi più solide losviluppo successivo che tutti ci auguriamo».

Silvia Saracino

ACCORDO UNINDUSTRIA BOLOGNA - CARISBO INSIEME PER

Diamo fiato alle

PATTO Stretta di mano a tre traGiuseppe Feliziani, direttore

generale di Carisbo (a sinistra); ilpresidente Unindustria Maurizio

Marchesini e, a destra, ilrappresentante della PiccolaIndustria, Massimo Cavazza

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PRONTA LIQUIDITA’

20 milionida prendere

al volo

L’INTERVISTA / CAVAZZA

«Nella crisisosteniamo

le Pmi»

Nel frattempo, sta perconcludersi l’iniziativadi finanziamento

«Pronta Liquidità» attivata daUnindustria e FidindustriaBologna (il consorzio di garanziache rappresenta le impreseindustriali della provincia) perrispondere alle esigenze diliquidità temporanea delleimprese associate.L’iniziativa, sottoscritta da dieciistituti di credito presenti sulterritorio, prevede l’attivazionedi un finanziamento di prontaliquidità, a condizioniparticolarmente agevolate, perun plafond complessivo di 20milioni di euro, al qualeUnindustria ha concorso conrisorse proprie.Ad oggi sono già oltre 120 leimprese che hanno presentato ladomanda per aderire alfinanziamento.E’ questa solo l’ultima (finora) inordine di tempo tra le iniziativemesse in campo da UnindustriaBologna per facilitare l’accesso alcredito delle proprie aziendeassociate. L’associazione degliimprenditori bolognesi, infatti,ha avviato da un anno a questaparte un tavolo di confronto conle banche locali, e già nelloscorso inverno erano statiattivati tre progetti con unplafond di 55 milioni di euromesso a disposizione delleimprese per il credito a brevetermine, interventi a sostegnodella patrimonializzazione delleaziende, per innovazione, exporte investimenti produttivi.

s.s.

SOSTENERE LE AZIENDE IN AFFANNO

nostre imprese

«Il tema del credito è cruciale: su di esso si gioca la possibilità di sopravvivenza delle nostrepiccole imprese in questa crisi senza precedenti, da cui ancora non si vede l’uscita». Ciattendono ancora mesi difficilissimi, spiega senza mezzi termini Massimo Cavazza,

responsabile della Piccola Industria di Unindustria Bologna.E solo garantendo un continuo afflusso di credito si può evitare «l’asfissia finanziaria che puòaumentare il rischio mortalità per le piccole aziende». Le stesse imprese, sottolinea Cavazza, che«dopo la crisi potrebbero tornare a crescere».In questo quadro dalle tinte fosche, l’accordo siglato con Carisbo è un’ancora di salvezza,«un’iniziativa di grandissima rilevanza». Le piccole imprese rappresentano l’80% del tessutoproduttivo bolognese e negli ultimi anni hanno investito in innovazione tecnologica ecompetitività: hanno «creato valore e posti di lavoro – spiega Cavazza – e oggi, a fronte di un calodel fatturato del 20% e forse più, quelle stesse aziende hanno difficoltà a tenere il passo con irientri».Unindustria si è attivata fin dall’inizio della crisi per sostenere le imprese più in difficoltà e ilnuovo accordo con Carisbo aggiunge un altro tassello per facilitare l’accesso al credito.

s. s.

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L’INTERVENTO

Collaborareper competere

Ecco cosavuol dire

LE DIECI AZIENDE DI «IS BOLOGNA»

«Nel nostro territorio ci sonotante eccellenze, tanti soggettibravissimi nel fare una

determinata cosa, ma che da soli nonpotrebbero farcela. Allora, per battere laconcorrenza globalizzata, bisogna creareuna filiera più articolata e presentarsi alleaziende come un unico fornitore. Questorichiedono i tempi».Ne è convinto Marco Bettini, presidentedel settore metalmeccanico di UnindustriaBologna, che dal momento del suoinsediamento al vertice del settore, haguidato la prima aggregazione di dieci pmidella subfornitura. Il progetto, racconta, ènato nel cuore dell’ufficio esteri, «quandoper queste piccole aziende si è posto ilproblema di misurarsi col mercatointernazionale, in particolare in occasionedella fiera di Jonkoping, in Svezia». Ecosì, dieci imprese che prima erano solocomplementari o concorrenti, si sonounite, o meglio, «integrate», sotto il nomedi «Is Bologna», che si legge «IntegratedSubcontractor Bologna», ma anche —come spiega Bettini — «‘E’ Bologna’ ininglese, per sottolineare che con questainiziativa vogliamo portare sui mercatiinternazionali il tratto distintivo dellasubfornitura metalmeccanica bolognese».E il tratto distintivo è la qualità: «Suquesta barca saliranno quelli che hannoinvestito davvero, che sono leader delprodotto che fanno, e che possibilmenteabbiano una certificazione, non ultimaquella ambientale, cioè quelli che iochiamo subfornitori evoluti», fa saper ilnumero uno degli industrialimetalmeccanici bolognesi.Ma soprattutto, precisa, «l’imprenditoreche entra a far parte del gruppo deve esserecapace di saper valorizzare il propriovicino, deve aver fiducia nei propripartner, e deve avere l’intelligenza di saperfare un passo indietro, e lasciarsi ancheguidare». Ciò non toglie il fatto che, comeassicura Bettini, «ciascuno resta padronein casa sua». Il modello di rete produttivatargato Unindustria, scommette proprio suquesto equilibrio.«Io ho cercato di applicare una regola cheper me è anche una regola di vita: quelladello stare insieme sapendo cogliere laricchezza altrui». Che tradotto in terminidi filiera produttiva significa «conoscersi,anzitutto, e mettere a disposizione deglialtri i propri contatti, ad esempio, oltre alproprio know how». Solo così, concludeBettini, «si può battere la concorrenzanella globalizzazione».

e.b.

INTERVISTAMARCO BETTINI

«L’eccellenzamade in Bo»

L’iniziativa IS Bologna, natadall’aggregazione in rete di diecipiccole e medie imprese

metalmeccaniche, merita sicuramente diessere accolta con interesse e attenzione,come soluzione innovativa per risponderealle nuove sfide della globalizzazione.La costituzione di una rete di impresecomplementari presenta infatti lepotenzialità per ottenere diversi vantaggi:la capacità di offrire a clientiinternazionali una gamma completa diprodotti, lavorazioni e servizidiversificati; la possibilità di fornirecomponenti più sofisticati, fino adarrivare alla fornitura di gruppi completi;lo sviluppo di competenze commercialicentralizzate, orientate all’esplorazione dinuovi mercati e opportunità di business;la creazione di posizioni di maggiorepotere contrattuale e visibilità, su cui fareleva nei rapporti con clienti, fornitori efinanziatori.Alcune esperienze precedenti di reti diimprese di successo, per esempio neisettori delle lavorazioni meccaniche odelle macchine per il giardinaggio el’agricoltura, mostrano infatti che questastrada si può (e si deve) intraprendere.Consentono inoltre di evidenziare alcunielementi centrali che devono essererispettati per sfruttare appieno lepotenzialità di questa configurazioneorganizzativa intermedia tra gerarchia emercato.In primo luogo sono richieste unaprogrammazione collegiale della crescita ela definizione di obiettivi comuni,soprattutto per quanto riguarda i ruoli e lestrategie dei singoli nodi della rete. E’necessario poi maturare nel tempocapacità di coordinamento centralizzate,per esempio per fare rispettare gli ordinidi produzione e definire le modalità diinterazione dei fornitori. Infine, risultanodi fondamentale importanza ladisponibilità, la qualità e la rapidacircolazione delle informazioni, percoordinare in modo efficace il lavoro deinodi della rete. Attraverso lo sviluppo diqueste nuove competenze relazionali, lereti di imprese possono quindi portare alraggiungimento di obiettivi di crescita esviluppo irraggiungibili per le singoleimprese isolate.

*professore associato di Gestionedell’Innovazione e dei Progetti

Dipartimento di Scienze AziendaliUniversità di Bologna

METALMECCANICO - NASCE IS BOLOGNA

Una squadrache fa per dieci

di FEDERICO MUNARI*

Concorrere, non nel senso dicompetere, ma di correre insie-me. E’ questo l’obiettivo di «Is

Bologna», il progetto patrocinato daUnindustria Bologna, che riuniscedieci imprese subfornitrici, tutte ap-partenenti alla filiera metalmeccani-ca ma che producono tipi diversi dicomponenti per dimensione e mate-riale, sotto un unico gruppo, l’«Inte-grated subcontractor Bologna» - no-me col quale le pmi correranno, ap-punto, per la prima volta insieme anovembre, alla fiera internazionaledi Jonkoping, in Svezia.«Le dieci aziende sono altamente spe-cializzate, ma ognuna per conto suo,nel mercato globale, non fa testo». Lospiega Marco Bettini, presidente delsettore metalmeccanico di Unindu-stria Bologna, e ideatore del progettopilota. Da qui l’idea di associare lepmi, integrandone ruoli e servizi(spesso complementari), in modo dapresentare il gruppo come interlocu-tore unico ai clienti internazionali, econtemporaneamente offrire un ser-vizio a 360 gradi, con l’ambizione dialti standard: zero difetti, zero ritardinelle consegne, prodotti garantiti epersonalizzati, facilitazioni nei paga-menti e nelle fatturazioni.Ciascuna azienda resta «padrona incasa sua», leader del suo prodotto, maallo stesso tempo può contare sulla re-te di contatti dei suoi partner, e pre-sentarsi essa stessa al cliente comeportatrice delle competenze di tuttala filiera. In altre parole, la piccola im-presa metalmeccanica bolognese, at-traverso l’accordo di collaborazionecoordinato da Unindustria, può pro-muovere prodotti chiavi in mano sul

mercato internazionale. Entrare afar parte della rete non ha alcun co-sto. L’unico criterio di selezione è lostandard qualitativo dell’azienda:«Solo i veri imprenditori, quelli chehanno sempre investito per portarela propria azienda all’avanguardia,possono partecipare a questo proget-to».E in quella scacchiera rinnovata chesarà la concorrenza globale ridisegna-ta dalla crisi, secondo Bettini è pro-prio questa la mossa vincente percontinuare a difendere e alimentarel’export. «Le grandi aziende che inquesto periodo hanno dovuto riorga-nizzare la propria struttura snellen-dola, si rivolgeranno sempre di più afornitori esterni – precisa Bettini - echiederanno prodotti finiti, evitan-do di doversi rapportare con una mi-riade di subfornitori».Correre insieme, dunque, per aggre-garsi e intercettare clienti semprepiù lontani e sempre più esigenti. Dasubito. L’attività di presidio dei mer-cati promossa da Is Bologna, infatti,partirà già a novembre dal nord Eu-ropa, quando, alla fiera di Jonko-ping, principale rassegna mondialedella subfornitura meccanica, le die-ci aziende si presenteranno insieme.Grazie al patrocinio e al supporto diUnindustria Bologna e della Cassadi Risparmio di Cento, infatti, ilgruppo sarà presente in uno stand daoltre 90 metri quadri, vetrina per iprodotti di tutti i partner, e allo stes-so tempo per la somma di tutte le lo-ro competenze. Qui infatti, osservaBettini, le pmi «si presenteranno co-me un’unica azienda con dieci sedi».

Elena Boromeo

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Unindustria Bologna hascelto Belgrado per aprireil suo primo ufficio

all’estero: un desk attrezzato perassistere le imprese bolognesiche vogliono investire in Serbiaed aiutare in loco quelle che giàoperano nel Paese.L’ufficio, aperto incollaborazione con la societàRoncucci & Partners, è operativoda alcuni mesi ed è statopresentato da Unindustria nelcorso del convegno «Serbia:mercato e piattaforma per l’EstEuropa».Hanno partecipato, tra gli altri,Igor Culafic, segretario per gliAffari economicidell’Ambasciata della Repubblicadi Serbia in Italia e MassimoCipolletti, responsabile Balcani

del ministero dello Sviluppoeconomico.Perché la Serbia? Almeno perdue buoni motivi, come haspiegato Gino Cocchi,consigliere delegato diUnindustria Bologna perl’internazionalizzazione.La Serbia «beneficia di una lineadi credito del Governo italianoper l’acquisto di tecnologie emacchinari italiani, che pone inostri prodotti in vantaggiorispetto a tutti i competitorsmondiali». Il consolidatoapprezzamento per il made inItaly è quindi terreno fertile peraprire un nuovo mercato disbocco all’estero.Inoltre, «è l’unico Paese, al difuori dell’ex Unione Sovietica, adavere un accordo di libero

scambio con la Russia, unmercato di 150 milioni dipersone» spiega Cocchi.Condizioni favorevoli cheportano in Serbia investitoriinternazionali e dove ci sonoinvestimenti si aprono possibilità«anche per le piccole e medieimprese bolognesi chefabbricano componentiindustriali», ha aggiunto ilconsigliere.Senza contare la qualificatacapacità meccanica, conmanodopera a costi competitivi,che rende le imprese serbepartner ideale per molte aziendedel nostro territorio che voglionorecuperare margini.Per il proprio ufficio di Belgrado,Unindustria Bologna ha sceltoprofessionisti esperti, che

parlano italiano, e che sonopronti ad assistere le imprese a360 gradi: da un lato fornendotutte le informazioni utili perinvestire in Serbia e dall’altrorisolvendo i problemi quotidianidelle imprese che già operano nelPaese. «Diventeremo il punto diriferimento dei vostri affari in

Serbia», ha detto Cocchi allaplatea di imprenditori alconvegno. L’associazione haredatto inoltre una Guida praticaper operare in Serbia con tutti iservizi a disposizione delleimprese.

Silvia Saracino

IL VARO DEL PRIMO UFFICIO ESTERO DI UNINDUSTRIA BOLOGNA

Il vento degli affarispira a Belgrado

FIERA - Pharmintech

Fare affariin pillole

IL POLO BIOMEDICALE DI BUDRIO

L’azienda val bene una protesiS

orge con il patrocinio di Unindustria un’inizia-tiva che fa del bolognese il territorio leader alivello mondiale. E’ nata a Budrio l’associazio-

ne per il distretto della protesica. Ha sede presso ilcomplesso «Le Torri dell’Acqua» recentemente ri-strutturato, ed è promossa da Comune e Fondazio-ne Cocchi di Budrio, insieme a Istituti OrtopediciRizzoli e Inail, Centro protesi di Vigorso e moltedelle aziende del territorio, con il patrocinio diUnindustria Bologna. L’associazione ha l’obiettivodi contribuire alla crescita del distretto industrialedi riferimento e si occuperà di promozione dell’infor-mazione e delle opportunità offerte dalle strutturepubbliche e private del territorio, che ogni anno ri-chiama più di diecimila persone per un indotto incostante sviluppo e grazie ad un’affermata leader-ship nel settore.

Decisamente soddisfatto per il varo dell’iniziativa ilpresidente di Unindustria Maurizio Marchesini,che ha sottolineato come il patrocinio dell’associazio-ne testimoni ancora una volta «l’attenzione per il ter-ritorio produttivo, che punta a fare delle eccellenzelocali un esempio mondiale». «La proattività del Sin-daco e della Fondazione Cocchi sono stati gli ingre-dienti necessari per concretizzare velocemente que-sta iniziativa, che solo otto mesi fa era un’idea studia-ta sui tavoli di via San Domenico», ha proseguitoMarchesini. «Mai come in questo momento dobbia-mo cogliere ogni opportunità per ricollocare le no-stre forze, laddove l’esperienza e le possibilità di svi-luppo possano coniugarsi al servizio del territorio lo-cale e al consolidamento di una capacità competitivariconosciuta a livello mondiale».

Valentina Soluri

Pharmintech, evento specializza-to nelle macchine automaticheper il settore farmaceutico, si ra-

dica a Bologna. E’ stata costituita, in-fatti, una società che ha il compito diorganizzare e gestire questa manifesta-zione sotto le Due Torri; sarà ancheproprietaria del marchio.Gli attori dell’intesa sono i vertici del-la Fiera di Bologna e di Ipack-Ima,storico organizzatore della kermessemilanese dedicata al packaging. Laterza edizione di Pharmintech è incartellone nel quartiere di via Micheli-no dal 12 al 14 maggio del 2010. An-che Unindustria sta valutando di en-trare nella nuova società, partecipataal 51% dalla Fiera e al 49% da Ipack-Ima.L’annuncio dell’intesa è stato datonella cornice dell’expo. Presenti, tra

gli altri, l’amministratore delegato del-la Fiera, Federico Minoli, l’assessoreregionale alle Attività produttive,Duccio Campagnoli, il presidente diUnindustria, Maurizio Marchesini,e Guido Corbella, amministratore de-legato di Ipack-Ima.Minoli ha sottolineato come l’iniziati-va vada nella direzione della specializ-zazione dell’expo, senza dimenticareche in questo caso «si realizza ancheun forte legame col territorio», dovel’industria del packaging farmaceuti-co è leader a livello mondiale. Infatti,ha aggiunto Marchesini: «Tutto que-sto rappresenta un segnale molto for-te per le industrie del territorio, allequali Pharmintech si rivolge comemanifestazione di riferimento. Siamocerti che reagiranno positivamentefin da subito e confidiamo perciò che

i risultati saranno del tutto incorag-gianti».Tornando a Pharmintech, la rassegnasi tiene con cadenza triennale a Bolo-gna ed è una vetrina europea per le tec-nologie, i materiali e i servizi per ilprocesso e per il confezionamento diprodotti farmaceutici, parafarmaceuti-ci e per la nutrizione. La seconda edi-zione, nel 2007, si era assestata sui6.500 metri quadrati netti; 3.800 i visi-tatori. Il tasso di espositori e presenzeestere aveva raggiunto rispettivamen-te il 30% e il 18%, a prova del forte li-vello di internazionalizzazionedell’appuntamento. La prossima edi-zione vede riconfermata la presidenzadi Sergio Dompè, leader di Farmin-dustria, associazione dell’industria far-maceutica, che tra l’altro patrocinal’evento.

Matteo Naccari

Gino Cocchi, consiglieredelegato di Unindustria per

l’Internazionalizzazione

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