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Noi non respingiamo LECCO 25 SETTEMBRE 09 CLANDESTINODAY

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Noi non respingiamo

LECCO 25 SETTEMBRE 09CLANDESTINODAY

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«Aderisco alla vostra lettera aggiungendo che i respingimenti in mare avvengono facendo salire a bordo i viaggiatori in acque internazionali e nel momento

esatto in cui stanno su una nostra nave essi si trovano in territorio italiano e hanno

diritto a chiedere asilo.

Noi neghiamo loro la vita violando la nostra stessa legge.

Siamo dei fuorilegge di noi stessi, pirati alla rovescia. Pagheremo cara l’infamia».

Erri De Luca

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•Perchè ne va della nostra umanità

prima ancora che della nostra economia

•Perché illegale non è essere nato, ma essere nato nella miseria

•Perché criminale è rigettare a mare, a morte, chi naviga,

non viaggiare.

• Perché lo sapevamo anche noil’odore delle stivel’amaro del partire

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•Perché poi ci abbiamo pensato: e

chi ce li cura i nostri anziani? •Perché perseguitare il povero

piuttosto che la povertà non è né lungimirante né civile.

•Perché siamo persone, non numeri.

•Perché tra la parola aiutare e la parola vivere non ci deve essere

nessuna differenza.

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Colpevoli di viaggio

Foto, numeri, dati sui migranti

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1a) “Dal 5 maggio al 30 agosto 2009

il numero documentato degli emigranti e dei rifugiati

respinti dall'Italia verso la Libia è di 1.286 persone”.

Fonte: FE

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1b) “Morire di frontiera. Accade da 20anni lungo i confini

dell'Europa. Sono soprattutto naufragi, ma non mancano incidenti stradali, morti di

stenti nel deserto come tra le nevi dei valichi montuosi, piuttosto che uccisi da un'esplosione negli ultimi campi

minati in Grecia, dagli spari dell'esercito turco o dalle violenze

della polizia in Libia.

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Fortress Europe è una rassegna stampa che dal 1988 ad oggi fa memoria

delle vittime della frontiera: 14.803 morti documentate,

tra cui si contano 6.417 dispersi”. Fonte: FE

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SBARCHI LE 6 MENZOGNE

DEL GOVERNO 1) L’INVASIONE

2) CLANDESTINO A CHI?

3) I REGOLARI

4) LEGALITÀ

5) RIFUGIATI SI O NO?

6) TUTTI I DISPERATI DEL MONDO

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L’INVASIONE“La gente non vuole

l'invasione di clandestini ed è per questo che apprezza la

linea di Maroni, che per la prima volta è riuscito a fermare gli sbarchi”,

Roberto Cota, capogruppo della Lega, 10/05/09 Camera dei Deputati

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Secondo i dati ufficiali degli ultimi 7 anni, per ogni immigrato che arriva via

mare, il Governo chiede l’ingresso di altri 12 con la programmazione dei

“decreti flussi” che stabiliscono di quanta manodopera straniera l’Italia ha bisogno.

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CLANDESTINO A CHI?I respingimenti in Libia sono “una svolta nella lotta all'immigrazione clandestina”,

Roberto Maroni, 7/05/09

Secondo dati del Ministero dell’Interno, solo il 13% degli immigrati senza permesso di soggiorno è arrivato via mare. E tutti gli altri? In aereo. Con un visto turistico, che

poi hanno lasciato scadere. La clandestinità in realtà è il primo passo di

quasi tutti i percorsi migratori. Si entra da regolari, con un visto turistico. Poi il visto

scade, si entra nella clandestinità e si cerca un lavoro in nero in attesa di regolarizzarsi.

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I REGOLARI“Solo la fermezza crea condizioni per una positiva gestione dell'immigrazione regolare”, R.Maroni, 9/05/09

La legge prevede che il datore di lavoro debba assumere l’immigrato prima dell’ingresso in Italia, quando ancora si trova nel suo paese di origine. Ma come si fa a assumere qualcuno senza averlo prima conosciuto? E’ impossibile. Infatti nessuno lo fa. A meno di vendere quella assunzione per 6-

7.000 euro. Assumere uno straniero che si trova in Italia senza documenti è impossibile. Lo straniero

deve prima ritornare nel proprio paese e presentarsi all’Ambasciata italiana. Una farsa

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LEGALITÀ“La linea dei respingimenti è in linea con le

normative europee ed i trattati internazionali”, Roberto Maroni, ministro dell’Interno, 10/05/09

Nel 2005 l’Italia respinse in Libia oltre 1.500 immigrati arrivati a Lampedusa. Le operazioni

vennero bloccate dalla Corte Europea dei diritti umani e dal Parlamento Europeo.

Violavano il divieto di respingimento dei rifugiati sancito dalla Convenzione dell’Onu sui rifugiati, ma anche la Convenzione contro la Tortura e la

Carta europea dei diritti umani, che vietano

deportazioni collettive e in paesi a rischio tortura.

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RIFUGIATI SI O NO?“Sui barconi non vi è nessuno che possa godere del diritto

di asilo”, Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, 12/05/09

Nel 2008, il 75% di chi è sbarcato a Lampedusa ha fatto richiesta di asilo politico. Non tutte erano

richieste autentiche. È evidente. E infatti le domande sono esaminate da una Commissione dove siedono membri

dell’ONU e delle Prefetture. Tuttavia il 50% dei richiedenti ha avuto un permesso di soggiorno per

asilo politico o per protezione internazionale. Significa che 1 persona su 3 di quelle che sbarcano in Sicilia fugge da guerre e regimi. In particolare dalle nostre ex Colonie: Somalia, Eritrea ed Etiopia. Respingerli è vietato

dalle Convenzioni Internazionali. L’art.10 della Costituzione riconosce il diritto d’asilo politico.

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Pulitzer 1994 Kevin Carter

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TUTTI I DISPERATI DEL MONDO

“Il nostro Paese non può farsi carico dell'intera povertà del mondo”, Roberto Calderoli, sen.Lega Nord,

Ministro per la Semplificazione normativa.

L'Italia ha il minor numero di rifugiati tra i Paesi europei. Lo scorso anno sono state presentate 31.000

domande d’asilo. I rifugiati nel mondo sono 12 milioni. L’80% si trova in paesi poveri. Siria e Giordania – da sole

– ospitano 2milioni di rifugiati iracheni. Iran e Pakistan – da soli – ospitano 3milioni di rifugiati afgani. In Italia la prima nazionalità dei rifugiati è quella eritrea. Dal

2005 ne sono arrivati 6.000 via mare. In Sudan, di rifugiati eritrei ce ne sono 130.000

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I LATI OSCURI DEL PATTO CON LA LIBIA

In Libia vivono alcune centinaia di migliaia di immigrati. Ogni anno circa 20-30.000 persone tentano la traversata verso Lampedusa. Uno su tre riceve un permesso di soggiorno

come rifugiato politico o per protezione internazionale. Dal 2003 l'Italia e l'UE chiedono alla Libia di fermarli. Ma cosa fa

veramente la polizia libica? E perchè i nostri funzionari fingono di non sapere?

1.000 sacchi da mortiNel 2003 il governo Berlusconi sigla un

accordo segreto con Gheddafi per il contrasto dell’immigrazione. L'Italia invia in Libia 100 gommoni, 6 fuoristrada, 3 pullman, 40 visori

notturni, 12.000 coperte di lana, 6.000 materassi, 50 navigatori satellitari, e 1.000

sacchi per cadaveri

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Campi oltre frontieraSecondo un rapporto della Commissione

Europea, nel 2004 l'Italia finanzia la costruzione di tre campi di detenzione

per immigrati in Libia: a Gharyan, Sebha e Kufrah.

Dirottamento aereoTra il 2003 e il 2004 l'Italia paga 47 voli per rimpatriare 5.524 migranti arrestati in Libia. Il 27 agosto 2004 un aereo diretto in Eritrea,

viene dirottato in Sudan dai passeggeri: temevano di essere perseguitati in patria.

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Corte EuropeaL'11 maggio del 2005 la III Sezione della Corte

Europea dei diritti dell'uomo sospende le espulsioni verso la Libia da Lampedusa, dopo che

dall’ottobre del 2004, già 2.000 persone erano state deportate

Vedi Kufrah e poi muoriNel 2006 Amnesty International, Human Rights Watch accusano la Libia per il trattamento inumano dei migranti. “A Kufrah dormivamo in celle di sei metri

per otto, nella mia eravamo in 78 persone. Dormivamo, per terra, la testa accanto ai piedi dei

vicini. Un piatto di riso lo dividevamo in otto”

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da www.flickr.com Fortress europe

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Venduti per 30 denariSecondo il documentario “Come un uomo

sulla terra”, la polizia libica vende i migranti arrestati agli intermediari che li

riporteranno sul Mediterraneo. Ogni prigioniero è venduto per 30 dinar (18 euro)

Deportazioni nei containerArrestati sulla costa, i candidati

all'emigrazione sono trasportati all'interno di container verso i campi di detenzione.

“Eravamo 264, ci stiparono su due camion, chiusi in un container, al buio”

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Terminal Sahara“Ogni mese arrivavano i camion, ci caricavano

sopra la gente e li portavano in mezzo al deserto”. Migliaia di migranti e rifugiati ogni

anno sono riaccompagnati alla frontiera meridionale libica e abbandonati a se

stessi in mezzo al SaharaPrigionieri politici

Dal dicembre 2006, oltre 600 rifugiati politici eritrei arrestati sulla rotta per Lampedusa sono

mantenuti in detenzione amministrativa nel carcere di Misratah, in Libia.

In Europa avrebbero diritto all'asilo

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Accalappiati come caniNel 2005, il prefetto Mario Mori, ex direttore del

SISDE, dichiarava al Parlamento: “In Libia i clandestini vengono accalappiati come cani... e

liberati in centri... dove i sorveglianti per entrare devono mettere i fazzoletti intorno alla

bocca per gli odori nauseabondi”

Pattugliamento congiuntoIl 29 dicembre 2007 il governo Prodi ha siglato

un accordo di pattugliamento congiunto per riportare in Libia i migranti intercettati in mare.

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Più petrolio e meno immigratiIl 30 agosto 2008, dopo aver firmato a Bengasi il patto di amicizia tra Italia e Libia, il

presidente Berlusconi dichiara: “Avremo meno clandestini e

maggiori quantità di gas e petrolio”

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SCHEDA LIBIA I CRIMINI DEL REGIME LIBICO E LA LAUREA HONORIS

CAUSA A GHEDDAFIL’Università di Sassari ha conferito la laurea honoris causa in laurea honoris causa in dirittodiritto al Colonnello Gheddafi. Ma chi è veramente la “guida” della rivoluzione socialista in Libia? Davvero possono bastare contratti petroliferi miliardari per dimenticare i crimini di un

regime? Gheddafi è al potere dal 1969, dopo un colpo di stato, anche se dal 1979 non riveste alcuna carica ufficiale. Dal

febbraio 2009 è anche presidente dell’Unione africana. I suoi 40 anni di regime sono macchiati di sangue e gravi restrizioni delle libertà dei 6,3 milioni di cittadini libici. La situazione è in

miglioramento, grazie alla spinta riformatrice del figlio primogenito, Sayf el Islam, che ha fatto rilasciare centinaia di prigionieri politici. Tuttavia la situazione è ancora critica.(…)

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TORTURALa tortura è proibita dalla legge in Libia,

tuttavia è praticata. (…)Sarebbe pratica comune incatenare i detenuti per ore al muro, picchiarli con bastonate sulla

pianta del piede, e sottoporli a scariche elettriche. Altre sevizie sarebbero le ferite

inferte con i cavatappi sulla schiena, la rottura delle articolazioni delle dita, il versamento di succo di limone sulle ferite aperte, il tentato

soffocamento con sacchetti di plastica, la privazione del sonno e del cibo, lo spegnimento di sigarette sulla pelle e la minaccia ravvicinata

di cani ringhiosi.

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IMPUNITA’Nel 1996 centinaia di detenuti vennero uccisi dalla polizia durante una rivolta nel

carcere di Abu Salim, a Tripoli. A 13 anni di distanza non è mai stata fatta chiarezza

sulla vicenda. Né alcuno dei responsabili è stato individuato. E nessuna chiarezza è

stata fatta sulle centinaia di oppositori e critici del regime, arrestati e scomparsi negli anni ’70 – ’80 e ‘90. Il sito www.stopqaddafi.org fa

addirittura una lista di 343 civili uccisi dai servizi segreti libici dal 1969 al ‘94.

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Nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico verso le Canarie sono annegate 10.816 persone. Metà delle salme (6.417) non sono mai

state recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la

Libia, l'Egitto, la Tunisia, Malta e l'Italia le vittime sono 4.176, tra cui 3.056 dispersi.

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Altre 138 persone sono morte navigando dall'Algeria verso la

Sardegna.

Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall'Algeria, dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e dal Senegal alla Spagna, puntando verso le isole

Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sono morte almeno 4.445 persone di cui 2.253 risultano disperse.

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Nell‘ Egeo invece, tra la Turchia e la Grecia, ma anche dall'Egitto alla

Grecia, hanno perso la vita 1.315 migranti, tra i quali si contano 823

dispersi. Infine, nel Mare Adriatico, tra l'Albania, il Montenegro e l'Italia, negli anni passati sono morte 603

persone, delle quali 220 sono disperse. Inoltre, almeno 624

migranti sono annegati sulle rotte per l'isola francese di Mayotte,

nell'oceano Indiano.

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Il mare non si attraversa soltanto su imbarcazioni di fortuna, ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso viaggiano molti migranti, nascosti nella stiva o in qualche

container, ad esempio tra la Grecia e l'Italia.

Ma anche qui le condizioni di sicurezza restano bassissime: 153 le morti accertate per

soffocamento o annegamento.

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Per chi viaggia da sud il Sahara è un pericoloso passaggio

obbligato per arrivare al mare. Il grande deserto separa l'Africa occidentale e

il Corno d'Africa dal Mediterraneo. Si attraversa sui camion e sui fuoristrada che

battono le piste tra Sudan, Chad, Niger e Mali da un lato e Libia e Algeria dall'altro.

Qui dal 1996 sono morte almeno 1.691 persone.

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Ma stando alle testimonianze dei sopravvissuti, quasi ogni viaggio conta i suoi morti. Pertanto le vittime

censite sulla stampa potrebbero essere solo una sottostima.

Tra i morti si contano anche le vittime delle deportazioni collettive praticate dai governi di

Tripoli, Algeri e Rabat, abituati da anni ad abbandonare a se stessi gruppi di centinaia di

persone in zone frontaliere in pieno deserto

In Libia si registrano gravi episodi di violenze contro i migranti.

Non esistono dati sulla cronaca nera.

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Viaggiando nascosti nei TIR hanno perso la vita in seguito ad incidenti stradali,

per soffocamento o schiacciati dal peso delle merci 358 persone.

E almeno 208 migranti sono annegati attraversando i fiumi frontalieri: la maggior parte nell'Oder-Neisse tra Polonia e Germania, nell'Evros tra Turchia e Grecia, nel Sava tra

Bosnia e Croazia e nel Morava, tra Slovacchia e Repubblica Ceka.

Altre 112 persone sono invece morte di freddo percorrendo a piedi i valichi

della frontiera, soprattutto in Turchia e Grecia.

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I numeri dell’economia migrante

• 10 miliardi di euro nel 2007 è la somma totale delle imposte e dei contribuiti versati

dai lavoratori stranieri (dati INPS). Tanti soldi quanto una normale finanziaria: La Legge principale che ogni anno ha

impatto sui conti dello Stato. Cioè tasse e spesa pubblica. Questa cifra

rappresenta oltre il 5% di tutti i contributi previdenziali versati in Italia nel 2007.

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I numeri dell’economia migrante/2

122 miliardi, circa il 10% del PIL, cioè il valore di tutti i beni e servizi prodotti dell'economia italiana (la ricchezza prodotta) è il valore aggiunto dei migranti (dati Centro Studi Unioncamere, Istituto Guglielmo Tagliacarne.)

I dati relativi alle case acquistate dagli immigrati nel 2007 comportano oltre 211 milioni di euro versati dagli stranieri in

imposte ipotecarie, catastali e di registro.

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I numeri dell’economia migrante/3 Hanno un’età media di 31anni contro i 45 nostri,

gli immigrati che versano i contributi all’Inps.

Significa che i contributi degli extracomunitari pagano le attuali pensioni degli italiani. Inoltre molti degli immigrati non raggiungono il minimo dei contributi necessari al trattamento di pensione e pertanto c’è un “benefit” per i conti pensione dell’I.N.P.S.

Da diverso tempo la popolazione italiana è scaduta dal rapporto equilibrato e auspicabile di 1,5 lavoratori ogni pensionato (attualmente se considerassimo solo i nostrani saremmo 2 pensionati ogni lavoratore) e, pertanto, abbiamo

un bisogno disperato di lavoratori extracomunitari che versino contributi all’I.N.P.S. 

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I numeri dell’economia migrante/4 • Il 21% degli iscritti all’INPS sono lavoratori

domestici a servizio delle famiglie italiane. Il 45,5% delle donne straniere appartengono a questa

categoria (fonte INPS, Caritas 2009). E’ evidente che queste persone e questa

categoria di lavoratori sta colmando la palese carenza di politiche sociali. In Italia per una

famiglia su dieci, colf e badanti sono ormai indispensabili e ogni giorno il loro numero aumenta

sempre di più. I costi altissimi delle rette delle case di riposo – che per moltissime famiglie sono insostenibili - ne sono un esempio anche sul

nostro territorio

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I numeri dell’economia migrante/5

• Nel 2008 gli stranieri assicurati all’INAIL –

l’istituto italiano per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro - hanno superato quota 3.266.000. Le donne

sono 1.370.000. I primi 3 Paesi rappresentati: Romania (22%), Albania

(7,8%) e Marocco (7%), sommano il 37% della forza lavoro assicurata e per infortuni. La Cina con oltre 110mila assicurati è 6a.

Ma solo 28a in termini di infortuni sul lavoro denunciati.

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Le denunce di infortunio sono state oltre 143mila, di cui 176 di morte.

+2% rispetto al 2007 in controtendenza rispetto al -5,2% di

quelle degli italiani. Gli infortuni occorsi agli stranieri

rappresentano il 16,4% del totale.

I casi mortali dei migranti rappresentano il 15,7% del totale.

I numeri dell’economia migrante/6

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Nell’Edilizia ci sono stati, nel 2008 circa 20mila denunce di infortuni, pari al 13,7% di tutte quelle riguardanti gli immigrati. Questo settore detiene

anche il triste primato dei casi mortali, ben 43 nel 2008 che equivale a dire quasi 1 decesso su 4

tra tutti quelli segnalati all’Inail.

44 casi denunciati ogni 1.000 occupati contro i 39 dei soli italiani; che in termini relativi si

traduce in una differenza del 13% in più per gli immigrati. Se si tiene conto della durata dei

contratti e si riportano le teste assicurate ai lavoratori/anno il divario tra i 2 gruppi sale al 25%

I numeri dell’economia migrante/7

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POPOLAZIONE totale 335.420Immigrati 29.300 al 1° luglio2008

I numeri della realtà migrante in provincia

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TITOLO DI STUDIO

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RELIGIONI

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ANZIANITA’ di presenza

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LAVORO

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CASA

La quota di case di proprietà sono più che triplicate e nel 2008 raggiunge il 28 per cento. Nel confronto con le altre province lombarde, Lecco si posiziona circa 6 punti

sopra la media regionale per la quota di case di proprietà, portandosi al terzo posto assoluto dopo Bergamo e Lodi. (padroni a casa propria, quindi)

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POVERTA’

quasi una famiglia su due è sicuramente sopra la sogliadi povertà, mentre solo il 15% è sicuramente povero,

a fronte del 21% regionale

la soglia di riferimento è pari a € 999,67 mensili – soglia identificata a livello nazionale come valore discriminante della condizione di povertà -

per una famiglia di due componenti

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Tipo lavoro E REDDITO 2007

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BADANTI oggi

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BADANTI oggi• 3000 i lavoratori irregolari presenti sul

nostro territorio, di cui circa 2000 impegnati in lavori domestici

• Su tutto il territorio italiano, presentate 294.744 domande (151.681.157,68 euro

incassati)

• Nella nostra Provincia invecesi è navigato intorno al 50% (1561 al 29/9)

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PACCHETTO SICUREZZA

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DERIVE SICURITARIE

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DERIVE SICURITARIE

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http://www.youtube.com/watch?v=8kzmQDlgAB0

http://www.liberofischioinliberapiazza.org/?p=4E ALLORA NON CHIAMATELA DEMOCRAZIA

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Parole clandestineLe parole "rovesciate"

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SICUREZZA MINACCIAPAURADIVIETI

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CONTROLLOREGIMERONDE

SUDDITANZA

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DIRITTI

SICUREZZA

a una Vita degna a un Lavoro

alla Preghieraal Voto e di cittadinanza

all’Asilo politicoall’Integrazione

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PORTE

NON MURI

Mattoni mentali da spostare

per passare dalla negazione

alla proposta

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La porta dell’accoglienza“C’è a Lampedusa, sullo scoglio

più alto, perché possa essere visto dal mare d’Africa, una porta.

La Porta dell’Accoglienza di Mimmo Paladino.

E’ una grande sagoma nella cui struttura è cementata la tragedia del nostro secolo: scarpe, solchi,

reti, ciotole, pesci, affondi. Esodo di migliaia di migranti.

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LA PORTA dell’accoglienza/2

La sagoma di quella Porta sta allo sbaraglio dei venti, delle onde e

della salsedine. Pertugi l’attraversano, squarci

l’aprono verso il mare. Finestre senza serramento,

chiavistello, la forano.Solitaria sulla rupe, racconta

l’Europa che dovrebbe.

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LA PORTA dell’accoglienza/3

L’augurio che fa a se stessa: essere soglia spalancata, protesa fin dentro le acque a ripescare vite, ridare fiato

a chi l’esaurisce nel “cavo delle onde”. Europa che ti riacciuffa

quando il molo d’imbarco è senza timbro d’attracco.

Quella porta è per noi.Attraverso quella porta l’Europa si decide, si sceglie. E’ un resto, rado

scampolo d’umanità.

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La porta dell’accoglienza/4

Una porta aperta su entrambi i lati, perché nemmeno uno dei

viandanti, d’Europa, d’Africa, qua e là di acque, si perda, disperda.

Una porta è un passaggio, in una porta non ci si sta, vive.

Ma varcare una porta è sempre abbassarsi, come racconta quella

della Natività di Betlemme.

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La porta dell’accoglienza/5

Entri e ti devi chinare. Riesci, e devi di nuovo inchinarti.

Si per entrare, ma pure per uscire, per passare una soglia,

il movimento è uno solo: inchinati. Rendi omaggio.”

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Nei progetti del Governo c'è l'idea di fare un CIE in ogni Regione. Il

che significa soprattutto una grossa spesa. Secondo la nota di

lettura che ha accompagnato la discussione del pacchetto sicurezza al

Senato, il costo stimato per la costruzione dei nuovi Cie è di

233milioni di € dal 2008 al 2010.

I costi per la permanenza degli stranieri nei Centri sono stimati in

300 milioni di € dal 2008 al 2010 più 93 milioni a partire dal 2011.

Il numero dei posti passerà dagli attuali 1.219 a 4.640.

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PROVENIENZA IMMIGRAZIONE

dati istat 2007

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Arthur Sweeny, in un articolo intitolato "Immigrati mentalmente inferiori - Test mentali per immigrati" sulla "North American Revue" del maggio 1922. Dopo aver

definito gli immigrati italiani "catalogabili al gradino più basso della scala" lo studioso stupido e razzista concludeva: "Non abbiamo spazio in questo paese per

"l'uomo con la zappa", sporco della terra che scava e guidato da una mente minimamente superiore a quella del bue, di cui è fratello".

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Costretti a viaggiare ammassati in condizioni bestiali, perfino peggiori di quelle illustrate nella foto, gli emigranti finivano talvolta per essere decimati da epidemie spaventose. Come quella che colpì nel 1894 il "Carlo Re" che, partito da Genova,

dopo una sosta a Napoli fu sconvolto dal colera.

I morti furono 211: uno ogni cinque passeggeri.

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Pericoloso per tutti i passeggeri di terza classe, il viaggio transatlantico dei bambini era rischiosissimo. Alla fine dell'Ottocento, circa la metà dei morti nella società italiana aveva meno di 5 anni e questa mortalità altissima arrivava perfino ad

accentuarsi a bordo. Secondo il medico Giuseppe Druetti, per esempio, su 137 morti contati a bordo dei piroscafi nel 1896, i piccoli con meno di cinque anni erano

addirittura 90.

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La notte di Natale 1996 a 20 miglia da Portopalo, Siracusa, affonda “la Nave Fantasma” con 283 vittime. Una strage dimenticata, addirittura

nascosta per tanto tempo, di cui quasi nessuno sapeva niente. Nessuno, a parte un sacco di gente, come le autorità, i parenti delle vittime e i

pescatori di Portopalo che ogni giorno tiravano a bordo con le paranze cadaveri di clandestini assieme al pesce per le fritture, per poi ributtarli in mare. 283 vittime senza giustizia. Tra cui Anpalagan Ganeshu, 17 anni,

cingalese di etnia tamil, che scappava dalla guerra perenne del suo Paese. Voleva andare in Inghilterra, studiare, lavorare e diventare ingegnere.

Ingegnere informatico. Aveva tutte le qualità per riuscirci, ma gli è stato impedito senza alcuna spiegazione.

Il mondo, quello grande, gli ha detto:“Tu no”. E Basta. E’ finita lì.

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28 marzo 1997 speronamento della Sibilla e delle sue 1200 tonnellate, ai danni della “carretta del mare” Kater I rades (qui visto all'infrarosso) E’ stata

archiviata come una fatalità, una tragedia del mare di un piccolo naviglio stracarico di albanesi che cercava di aggiungere le coste pugliesi.

L’affondamento della Kater I Rades resterà invece impressa, non solo nelle coscienze dei parenti delle vittime (81 i corpi senza vita recuperati), come

un’altra strage attuata con cinismo e determinazione da una nave della Marina militare, la Sibilla, in ossequio ad una regola folle e deprecata dalla

stessa UE, per arginare l’immigrazione clandestina. Una norma che stabiliva il blocco militare dell’Adriatico.

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Si può essere molto diversi per lingua, religione, razza,

condizioni economiche e sociali, e ciò nonostante

rispettarsi, darsi una mano: è questo il

“principio di uguaglianza” stabilito dalla

Costituzione di quel paese

dove i “clandestini” di cui abbiamo raccontato

oggi erano, sono e saranno diretti, l’Italia.