“non mi dispiacerebbe andare fino ai confini del mondo se è lì che devo rendere gloria a dio”...
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“Non mi dispiacerebbe andare fino ai confini
del mondo se è lì che devo rendere gloria a Dio” (Lettera a J. Segovia, 30 luglio 1927)
Victoria Díez y Bustos de Molina1903-1936
“Quando penso alla disponibilità di queste ragazze e che forse il Signore per salvarle vuole servirsi di me che sono
nulla, mi sento rivestita da una forza tale che solo la grazia può concedere” (Lettera a J. Segovia, 30 luglio 1927)
Victoria con un gruppo di operaie
Di Victoria ci restano soltanto alcune foto, qualche scritto, qualche suo manufatto artistico e la testimonianza di chi l’ha conosciuta
A Siviglia
Disegno fatto da Victoria
Scarpe di Victoria
Victoria bambina
Le fotografie ci restituiscono
un’immagine esile, bruna, vivace…
Guarda lontano, come chi sa quali avvenimenti stanno per verificarsi e li accetta…
Con suo padre
Con Angelita Santisteban
Con amici
Chi l’ha conosciuta parla di una persona sensibile, delicata, allegra, di temperamento artistico che possedeva la rara qualità di non prendersi troppo sul serio, mentre, al tempo stesso, era straordinariamente tenace e ferma nelle sue convinzioni
Amica di tutti
Con una famiglia di HornachuelosCon le ragazze
Con le sue amiche
“Dio mio, i miei genitori che tanto
amo, si oppongono alla realizzazione
della mia volontà che è anche la tua! Che
devo fare, mio Dio!“ (Da un appunto personale di Victoria)
Victoria nacque a Siviglia l’11 novembre del 1903, in una Spagna divisa dalle polemiche tra “liberali” e “conservatori”
Figlia unica di una modesta famiglia
Con la mamma
Poiché era figlia unica e fisicamente piuttosto fragile, i suoi genitori, la madre in particolare, la circondavano
di grandi attenzioni fino ad essere iperprotettivi
Con la sua famiglia
Ben presto cominciò a farsi carico delle necessità della famiglia e alternava i suoi obblighi di studentessa con l’aiuto domestico
Presto si delineò in lei il conflitto interiore tra il suo senso del dovere verso la famiglia e il suo anelito missionario
Ricamo fatto da Victoria
Abito di Victoria
“Da parte mia posso dirti che, appartenendo a un’opera che si impegna per la salvezza degli altri,
ho trovato la felicità che si può trovare sulla terra” (Lettera a una sua alunna di Siviglia, Sofia Dacosta)
Piazza della Concha. Córdoba (Spagna)
Nel 1925 partecipò a una conferenza sullo spirito educativo di santa Teresa di Gesù e la colpì in modo particolare la frase: “Il forte zelo che consumava Teresa la rese maestra”. Fu la risposta alla sua inquietudine di andare sempre oltre
Più tardi, ricordando quel momento, lo chiamò
la sera dell’incontro
Fu un momento di consolazione che sciolse ogni sua resistenza verso la scuola... Per la capacità insita in questo di poterla “inviare” molto lontano come sempre aveva desiderato
Con le sue alunne
Nella sua scuola
“Questo è il mio paese. Questo che Tu mi hai affidato. Chiedimi un prezzo”
(Appunti personali, 1928)
Negli otto anni che rimase ad Hornachuelos, Victoria seppe
organizzare e dare grande impulso alla Azione Cattolica
Programmò corsi serali per donne che lavoravano
Riuscì ad aprire per la sua scuola un nuovo locale in sostituzione del primo, troppo angusto
Con le giovani dell’Azione Cattolica
Operaie dei corsi serali
Scuola di Victoria. Hornachuelos
Istituì rapporti con le famiglie delle sue alunne; ottenne aiuto per chi ha bisogno; organizzò il catechismo per i ragazzi
Aula di VictoriaCon le sue alunne
Fu anche presidente del Consiglio comunale...
Con le sue alunne
Tavolo di Victoria
La morte non poteva essere una sorpresa per Victoria. Fin dal suo arrivo a Hornachuelos aveva avuto il presentimento che la morte l’avrebbe colta lì
“Ho il presentimento che mi
uccideranno a Hornachuelos” (a J. Moyano, 1936)
Miniera del Rincón
Miniera del Rincón
L’11 agosto 1936 due uomini armati si presentarono a Victoria chiedendole di seguirli alla sede del Comitato per fare una dichiarazione. Non tornò più.
Finestra della casa di D. Paco adibita a prigione
All’alba del 12 agosto, dopo una penosa marcia di 12 km per sentieri sassosi giunse al luogo della morte. Victoria, unica donna, assistette all’esecuzione dei suoi compagni prima di trovarsi faccia a faccia con la decisione suprema
“Coraggio, sbrigatevi” “Ci aspetta il premio” “Vedo il cielo aperto”
Sentiero verso la Miniera
Miniera del Rincón
Salvarsi sarebbe stato facile. Bastava una semplice dichiarazione, un grido di negazione della propria fede e sarebbe tornata a casa sua, alla sua scuola...
Cripta di Victoria
Scala che scende alla Cripta
In realtà non le era possibile. Con un atto simile avrebbe rinnegato tutta la sua vita, la sua stessa identità. “Non posso dire quello che mi chiedete”
“Viva Cristo Re e viva mia Madre” (Ultime parole di Victoria )
Sulla tomba che conserva il suo corpo nella catacomba di Córdoba, solamente un nome, che è un trionfo: VICTORIA
Non è solo la morte di Victoria che parla, ma tutta la sua vita. La morte ne è soltanto la logica conseguenza
La sua vita afferma un ribaltamento di valori di fronte a un mondo che riconosce solo il potere, il prestigio, la forza
Roma, 11 novembre 2013
“Ho deciso di non guardare me stessa ma Gesù” (Lettera a J. Segovia. 28-9-1927)