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DIARIO DI BORDO SIBERIA E MONGOLIA 96 CARAVAN E CAMPER CARAVAN E CAMPER 97 U n viaggio “insolito”, org a n i z- zato da Franco Zocca (Arance di Natale Onlus) e compiuto da 31 camperisti (più 2 trasvo- latori) nell’agosto del 2008: “insolito” perché realizzato in camper, treno, aereo e fuoristrada. Camperisti, in realtà, solo fino a Mosca; poi turisti con zaini e trolley. I camperisti sono turisti fortunati: pur cammi- nando sulla terra in contatto con le miserie del mondo (ore e ore di viaggio, ricerca aff a n n o- sa di un sicuro posto per la notte, lunghe code per passare da uno stato all’altro, complicati moduli doganali da compilare, fastidiosi con- trolli non sempre disinteressati da parte dei poliziotti e dei doganieri) e pur esigendo soprattutto strade buone, dall’altra parte, por- tandosi dietro la casa, godono della soddisfa- zione di dormire nel proprio letto, di attinge- re alla propria cambusa e di avere la propria toilette. Camperisti è bello e comodo. Il viaggio non è stato uno solo, ma l'insieme di cinque, ognuno dei quali con una sua storia forte e indipendente per l'intensità delle emo- zioni offerte. Viaggio n. 1: in camper Il primo viaggio in camper ci porta dall’Italia a Mosca per l'Austria, l'Ungheria, la Slovacchia, l'Ucraina, la Russia: 3.500 chilo- metri attraverso città interessanti (Budapest, Leopoli, Kiev, Mosca), paesaggi maestosi (la pianura ungherese, i Carpazi ucraini, i boschi e le campagne della Russia), strade scorrevo- li (eccetto un tratto, in Russia, a lastroni di cemento mal coperti di asfalto). Inoltre, ci Testo di Benito Gramola - Foto di Ivano Battisti, Sergio Canazza, Donato Cirasola, Roberto Cristalli, Lucio Ercoli, Raimondo Iacconi, Luigi Mantovani, Ennio Milani, Raffaele Motta, Mirella Rossino, Franco Zocca Testo di Benito Gramola - Foto di Ivano Battisti, Sergio Canazza, Donato Cirasola, Roberto Cristalli, Lucio Ercoli, Raimondo Iacconi, Luigi Mantovani, Ennio Milani, Raffaele Motta, Mirella Rossino, Franco Zocca NON SOLO CAMPER NON SOLO CAMPER MA ANCHE TRENO, JEEP E AEREO NEL VIAGGIO ORGANIZZATO DA ARANCE DI NATALE. L’ITINERARIO, TAPPA PER TAPPA, RACCONTA DI NOMADI NELLA TERRA DEI NOMADI ALLA SCOPERTA DI MONGOLIA E SIBERIA MA ANCHE TRENO, JEEP E AEREO NEL VIAGGIO ORGANIZZATO DA ARANCE DI NATALE. L’ITINERARIO, TAPPA PER TAPPA, RACCONTA DI NOMADI NELLA TERRA DEI NOMADI ALLA SCOPERTA DI MONGOLIA E SIBERIA ARANCE DI NATALE+foto 3-08-2009 9:25 Pagina 96

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Page 1: NON SOLO CAMPER

DIARIO DI BORDO SI B E R I A E MO N G O L I A

96 CARAVAN E CAMPER CARAVAN E CAMPER 97

Un viaggio “insolito”, org a n i z-zato da Franco Zocca (Arancedi Natale Onlus) e compiutoda 31 camperisti (più 2 trasvo-latori) nell’agosto del 2008:

“insolito” perché realizzato in camper, treno,aereo e fuoristrada. Camperisti, in realtà, solofino a Mosca; poi turisti con zaini e trolley. I camperisti sono turisti fortunati: pur cammi-nando sulla terra in contatto con le miserie delmondo (ore e ore di viaggio, ricerca aff a n n o-sa di un sicuro posto per la notte, lunghe codeper passare da uno stato all’altro, complicatimoduli doganali da compilare, fastidiosi con-trolli non sempre disinteressati da parte deipoliziotti e dei doganieri) e pur esigendosoprattutto strade buone, dall’altra parte, por-tandosi dietro la casa, godono della soddisfa-zione di dormire nel proprio letto, di attinge-re alla propria cambusa e di avere la propriatoilette. Camperisti è bello e comodo.Il viaggio non è stato uno solo, ma l'insiemedi cinque, ognuno dei quali con una sua storiaforte e indipendente per l'intensità delle emo-zioni offerte.

Viaggio n. 1: in camperIl primo viaggio in camper ci porta dall’Italiaa Mosca per l'Austria, l'Ungheria, laSlovacchia, l'Ucraina, la Russia: 3.500 chilo-metri attraverso città interessanti (Budapest,Leopoli, Kiev, Mosca), paesaggi maestosi (lapianura ungherese, i Carpazi ucraini, i boschie le campagne della Russia), strade scorrevo-li (eccetto un tratto, in Russia, a lastroni dicemento mal coperti di asfalto). Inoltre, ci

Testo di Benito Gramola - Foto di Ivano Battisti, Sergio Canazza, Donato Cirasola, Roberto Cristalli, Lucio Ercoli, Raimondo Iacconi,Luigi Mantovani, Ennio Milani, Raffaele Motta, Mirella Rossino, Franco ZoccaTesto di Benito Gramola - Foto di Ivano Battisti, Sergio Canazza, Donato Cirasola, Roberto Cristalli, Lucio Ercoli, Raimondo Iacconi,Luigi Mantovani, Ennio Milani, Raffaele Motta, Mirella Rossino, Franco Zocca

NON SOLO CAMPERNON SOLO CAMPERMA ANCHE TRENO, JEEP E AEREO NEL VIAGGIO ORGANIZZATO DA ARANCE DINATALE. L’ITINERARIO, TAPPA PER TAPPA, RACCONTA DI NOMADI NELLATERRA DEI NOMADI ALLA SCOPERTA DI MONGOLIA E SIBERIA

MA ANCHE TRENO, JEEP E AEREO NEL VIAGGIO ORGANIZZATO DA ARANCE DINATALE. L’ITINERARIO, TAPPA PER TAPPA, RACCONTA DI NOMADI NELLATERRA DEI NOMADI ALLA SCOPERTA DI MONGOLIA E SIBERIA

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DIARIO DI BORDO - SI B E R I A E MO N G O L I ADIARIO DI BORDO - SI B E R I A E MO N G O L I A

mette in contatto con l’Europa a 27 stati: nes-suna formalità doganale (sbarre alzate) perentrare in Austria, Ungheria e Slovacchia.I Carpazi ucraini sono serviti da una bellastrada tra Mukàchevo (Minkacs) e Stree(Stryi/Strii), con panorami alpini piacevoli(valli e prati verdi e ben rasati, pagliai ecasette di legno). Leopoli (Lbviv/Lbvov,quasi un milione di abitanti) è città ricca distoria, di palazzi e chiese: più europea cheslava od orientale. Kiev, poi, è metropoli anti-ca e bellissima come Mosca e SanP i e t r o b u rgo, ma non così lontana. Le chiesedi Sant’Andrea, di San Michele, di SantaSofia, il boulevar Volodimerska e ilMonastero delle Grotte e molte altre bellezzemeritano un’attenta visita. La città, facile dapercorrere col camper, offre alle porte il“Camp Prolisok”, che si presta bene al par-cheggio. Percorriamo una delle strade mae-stre tra l'Europa e la Russia (la M2), quellache andando da Kiev a Mosca, attraversa unadelle regioni più belle e care all’anima russaper due motivi: uno letterario, avendo dato inatali o ospitalità a numerosi scrittori e intel-lettuali russi (Tu rg e n e v, Lev To l s t o y,C h e k h o v / C e c h o v, Pushkin); uno storico, peressere stata campo d’infinite battaglie contropolacchi, svedesi, tartari e, da ultimo, controle armate naziste. Il tracciato, infatti, è semi-nato di “Monumenti agli Eroi”.

Viaggio n. 2: in tre n oLa seconda parte dell’itinerario si compie sultreno, sulla “Transiberiana” e sulla“ Transmongolica”, che ci porta da Mosca aNovosibirsk, poi a Irkutsk, a Ulan-Ude efinalmente a Ulaan-Baatar: circa 6.000 chilo-metri, che ci fanno comprendere la vastitàdella Russia e della Siberia, lo stato più gran-de al mondo, ricco di enormi possibilità e concittà piene di vita. Un viaggio, questo, lentis-simo su treni che sembrano andare di malavo-glia tanto la meta è lontana e le tappe abba-stanza simili. Nella stazione Kazanskaya diMosca, zeppa di gente, una delle nove princi-pali della capitale, all’apertura dei cancelliappare un lungo treno con le “provodnitsa”in divisa (che per un istante richiamano allamente le kapò), le quali, previo controllo deipassaporti e dei biglietti fanno salire i pas-s e g g e r i .La “provodnitsa” (ogni carrozza ha la sua)ricompare poi per assegnare lo scomparti-mento (per 4 persone), la branda e per dare lelenzuola pulite.Lo scompartimento, di seconda classe, consi-ste in due divani-cuccetta in basso (chedovrebbero diventare sedili durante il giorno)e due in alto (che dovrebbero essere accostati

alla parete). Le carrozze sono vecchie di 40-50 anni e rumorose (le ruote battono ritmica-mente ad ogni fine rotaia). Il convoglio, chetiene una velocità media di 40-50 chilometriorari e non supera i 70-80 (questo a parerespassionato di tutti gli interpellati e sulla basedelle medie matematiche), attraversa boschi epianure infinite, in trincea o tra due file dialberi (betulle, pioppi, pino rosso, larici, qual-che campo coltivato).Il treno ci conduce verso la grande e solitariaSiberia, un tempo (non molto lontano) terradei “gulag”, oggi solo terra di boschi, di gran-di fiumi, di stagni e acquitrini, di decliviondosi e campagna con papere, oche, mucchee casupole sparse, chiuse nelle loro stacciona-te… ma con la parabolica.Dopo due notti scendiamo finalmente aNovosibirsk, città grande, moderna e allegracon bella gioventù, soprattutto femminile.Sosta provvidenziale, perché ci permette unp o ’ di movimento, un vero letto e un pastodecente nel solito enorme hotel centrale. Lamattina dell’11 agosto arriviamo ad Irkutsk: iltermometro segna 11 gradi e subito partiamoper Olkhon, l'isola del Baikal sempre sognata.Il Baikal apre uno squarcio azzurro nella pia-nura infinita, dando l’illusione del mare, madi acqua dolce e potabile: visione fantastica emalinconica. Il traghetto per l’isola sognata èmiserello, le strade tutte bianche e polverose,le casette di legno, gli orti (patate, rape, cavo-li, cetrioli) verdi e curati.Mercoledì 13 agosto sera un treno acceleratoci porta a Ulan-Ude, poi a Naushki, dove c’èla frontiera con la Mongolia; infine, aS u k h b a a t a r, dove scorgiamo i primi panoramimongoli: montagne e valli verdi, per lo piùspoglie di alberi, villaggi semplici ma piùordinati di quelli siberiani, bianche “gher” earmenti di cavalli e greggi di pecore dovun-que. Sembra un quadretto carducciano: ver-dissimi pascoli, prati di camomilla, timo, erbacipollina, attraversati dalla vecchia e stancalocomotiva, che si attorciglia lungo i montiche formano la valle dell'Orkhon Gol per poiscendere verso la capitale.Venerdì mattina si presenta la città di Ulaan-Baatar: una macchia grigia, enorme, stesa tracolline e valli, intasata d’auto e di costruzio-ni, come tutte le città del mondo. UB (comeviene chiamata Ulaan-Baatar dai locali) è,tuttavia, città vivace, cosmopolita, aperta almondo come se volesse liberarsi dalla morsadei due imperi che l'assediano e che storica-mente l’hanno sempre oppressa: il russo e ilcinese. Guarda all’Occidente europeo e sem-bra l'Ankara di tanti anni fa con le casette daitetti colorati, che scalano i monti a perditad ’ o c c h i o .

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Viaggio n. 3: in jeepAbbandonato il treno montiamo sui fuoristra-da con i quali ci dirigiamo verso il sud dellaMongolia: un’immersione nello “stato senzastrade”, anche se qualche tratto di asfalto staper essere posato. In Mongolia si cammina supiste, che tagliano vasti plateau, incrociando-si e poi nuovamente allontanandosi. LaMongolia effettivamente è ancora in grado dio ffrire spazi infiniti e bellezze naturali: gran-de cinque volte l'Italia, conta solo 2,5 milionidi abitanti, dei quali la metà nella capitale. Èl'ultimo giardino naturale del mondo e l'ulti-mo territorio del pianeta Terra, che ne conser-va i tratti primordiali. L'ONU dovrebbe adot-tarla per impedire che diventi una Cina,un’India, una pianura padana cementificata.Dovrebbe anche contingentarne il turismo (unp o ’ come per il Monte Athos in Grecia).Abbiamo percorso in 8 giorni 2.000 chilome-tri su alte e massicce Toyota nella Mongoliadel centro-sud: un tour triangolare, con i ver-tici a UB-Dalanzadgad (latitudine di Romapiù o meno) e Kharkhorin. Il tracciato inanel-la alcune delle maggiori bellezze naturalimongole e cioè: la Valle di Yol, il ParcoNazionale di Gurvan Saikhan con la famosaduna di oltre 100 chilometri, la Valle deiDinosauri a Bayanzag, le rovine deiMonasteri a Ongiin Gol, l'antica capitaleKharkhorin con l'Erdene Zuu Khiid e, allafine, il Parco Nazionale del Khustain/Hustai

Arance di Natale è un’iniziativa di solidarietà, nata nel 1995 e gestita dall’Associazione di PromozioneSociale “Arance di Natale O.n.l.u.s.”, basata sulla vendita di arance nel periodo che precede il Natale e dimarmellata di arance durante tutto l’anno. I fondi raccolti sono destinati a finalità umanitarie preventiva-mente individuate, in Italia ed all’estero, con netta preferenza per realtà che riguardano i bambini che, pur-troppo, sono e saranno sempre le prime vittime dei mali che colpiscono l’umanità.Le realtà cui devolvere gli aiuti sono sempre scelte per conoscenza personale e diretta, per essere assolu-tamente certi che esistono effettivi stati di bisogno. Una volta individuata una possibile finalità, questaviene vagliata con apposite relazioni e, se necessario, con sopralluoghi.L’associazione non invia soldi ma acquista direttamente i materiali richiesti: attrezzature sanitarie, medici-nali, alimentari, vestiti, coperte e lenzuola, dentifrici e detersivi, giocattoli, penne e quaderni, eccetera.Infine, vengono trasportati gli aiuti con i camper dei soci e con l'ausilio di furgoni e camion, per consegnarlidirettamente agli interessati. «Certo siamo consapevoli di essere una goccia in un oceano, ma l'oceano èfatto di gocce. Per farci sempre più conoscere e per cercare di avvicinare nuove persone alle nostre inizia-tive umanitarie, da un paio d’anni organizziamo anche raduni e viaggi esclusivamente turistici, come quellodi cui si parla in queste pagine», racconta lo staff di Arance di Natale. Per tutte le informazioni : www. a r a n c e d i n a t a l e . o r g

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con i cavalli selvatici. Accoglienti e simpati-che le “gher”, pulite e ben attrezzate. Maquanto dureranno? Anche la Mongolia simodernizza: abbiamo notato pannelli solarifermati sulle tende, batterie e monitor Tv lcd(cinesi), pastori a cavallo col telefoninoall’orecchio e talvolta guardiani che rincorre-vano gli animali in motorino.

Viaggio n. 4: in aere oDopo la visita della capitale della Mongolia edei suoi monumenti e musei (Museo di StoriaNazionale, Museo del Palazzo d’Inverno diBogd Khan, Monastero di Gandan, Museo diStoria Naturale con gli scheletri dei dinosau-ri, Piazza Sukhbaatar), dopo lo shopping(momento clou del turista, che deve portare acasa i “ricordini”), ci trasferiamo da UB aIrkutsk e poi da Irkutsk a Mosca con l’aereo

per raggiungere i camper. Poche ore di viag-gio in confronto agli altri, ma ricche di avve-nimenti e di sensazioni, compresa la fatica diraggiungere i v. r. dallo scalo Domodedovo(uno dei 5 di Mosca, a 40 chilometri dal cen-tro), carichi come asini di zaini e borse, indo-vinando i bus e le linee della metropolitana(altro viaggio nel viaggio). In piena notte dal-l’aereo, Irkutsk appare città enorme e sfolgo-rante di luci. A terra non ci viene risparmiatala solita dogana piena di formalità e di“stamps”. Quindi, attendiamo l'aereo perMosca, fissato per domenica 24 agosto, ore 9circa. Non tutto però funziona secondo l’ora-rio: anche in Siberia bisogna aspettare.Finalmente partiamo e dopo 6 ore scendiamoall’aeroporto di Domodedovo, pulito, moder-no, efficiente. Adesso bisogna arrivare aicamper con tutti i nostri zaini. Grazia e

Franco si rifiutano di prendere un taxi o unminibus per fare veder che sanno viaggiaresui mezzi pubblici e conoscono la metropoli-tana moscovita. Un bus di linea ci porta finoall’“anello” e poi Franco ci guida sicuro sullametropolitana fino al Central Stadium.Finalmente a casa... in quella ambulante: una“gher” con tutti i nostri confort, compresa lapreziosa toilette.

Infine, di nuovo con il camperLunedì 25 agosto siamo di nuovo sul camper.L’uscita dal centro di Mosca alla ricerca dellaM2 è facile: le strade diritte, ben segnalate el'“anello” scorrevole e ordinato. Lasciamomomentaneamente l'M2 per entrare in Tula efarvi una breve visita: la città di Tolstoy haoltre mezzo milione di abitanti, un interessan-te Cremlino fortificato con dentro la

In senso orario: isola di Olkhon (Lago Baikal), i due picchi rocciosi che, secondo una leggenda locale, rappresentano il seno di una donna; Karkhorin (Mongolia), da unacollina, panorama sui sobborghi della cittadina, capitale della Mongolia ai tempi di Chinggis (o Gengis) Khan; alba su un campo di gher, le tipiche abitazioni dei nomadi dellasteppa dell'Asia centrale (Mongolia); Gobi meridionale (Mongolia), anziana signora mongola in abito tradizionale.

In apertura, Gobi meridionale (Mongolia) con le jeep tra le “Flaming cliffs” nei pressi di Bayanzag; il gruppo di 15 camper nel parcheggio custodito (“Tir park”) appena supe -rato il confine tra Ucraina e Russia. Nelle pagine successive, in senso orario: suggestiva visione del Lago Baikal; il Museo Ferroviario di Seyatel (Novosibirsk); l’insieme fia -besco della Cattedrale Bogoyavlensky (Irkutsk); i fuoristrada russi utilizzati per scoprire l’isola di Olkhon (Lago Baikal); anziane signore a Novosibirsk; una venditrice di col -bacchi lungo la Tr a n s i b e r i a n a . Qui in alto: suonatore di “balalaika” a Kiev; i Magazzini Gum (una volta i magazzini del popolo, oggi per la maggior parte negozi di lusso) chesi affacciano sulla Piazza Rossa, di fronte al Cremlino a Mosca.

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In questa pagina: in alto, Gobi meridionale (Mongolia), pastori di capre che rincorrono in moto gli animali; al centro, a sinistra in alto, Khuzir, Isola di Olkhon (Lago Baikal)tramonto sul lago e, in basso, Karkhorin (Mongolia), caccia con le aquile; al centro a destra, Parco Nazionale di Gurvan Saikhan (Mongolia), le alte dune di sabbiaKhongoryn Els; in basso, a sinistra, Karkhorin (Mongolia), un tempio buddista dell’Erdene Zuu; in basso a destra, Yoliin Am o “Valle delle Aquile” (Mongolia), un venditore dioggetti ricavati dal legno di “saxual”. Nella pagina a fianco: in alto, a sinistra, Karkhorin (Mongolia), gruppo musicale e, a destra, Isola di Olkhon (Lago Baikal), particolare diuna casa di pescatori; al centro, a sinistra in alto, alba sulla strada da Irkustk al lago Baikal e, in basso, pullman “fuoristrada” sulle rive del lago Baikal; al centro a destra,Gobi centrale (Mongolia), cavalli allo stato brado; in basso, da sinistra, statua di una divinità buddista, sguardi innocenti e il monastero Erdene Zuu di Karkhorin (Mongolia).

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Cattedrale dell’Assunzione (al nostro arrivochiusa), e altre belle chiese. Alla sera siamoalla frontiera con l'Ucraina, dove facciamorifornimento (in Russia il diesel costa poco)alla solita maniera: prima ordini il quantitati-vo e paghi, poi vai alla pompa. Non sonomancate le incomprensioni con il personaledel distributore. L'Ucraina è nazione interes-sante e abbastanza vicina a noi. Sta diventan-do la nuova meta dei camperisti. Presenta vil-

laggi semplici e ospitali, immersi nelle verdicampagne, punteggiate di boschi e di laghet-ti. In uno di questi trascorriamo la notte, benaccetti dalla gente che ci ha portato latteappena munto e lardo. Un giovinetto, che stu-dia inglese, ci fa da interprete, ricambiando inostri piccoli doni. Sull’imbrunire, i paesaniche ritornano alle case sulle vecchie biciclet-te senza luci, ci salutano educatamente senzadisturbare, come i bambini del vicinato.

Numerosi animali, soprattutto mucche, caval-li e oche, popolano l'ambiente, dandoci ungran senso di sicurezza e di semplicità. Unviaggio “insolito” e “speciale” quello versol’estremo est, nell’Asia dei Nomadi; viaggionon del tutto riposante, ma che non si finiscemai di raccontare agli amici. Un viaggio “lun-ghissimo”, ma vuoi scommettere che anche inun prossimo futuro i camperisti di “Arance diNatale” vorranno ritornare da queste parti?

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In senso orario: Mongolia centrale, famigliola in gita con la propria moto nella steppa mongola; a Karkhorin (Mongolia) costumi tradizionali; Kiev, una chiesa del complessodel Monastero delle Grotte, fondato nell’XI secolo, che insiste su un territorio di 28 ettari; Ulaan Baatar (Mongolia), una statua di Gengis Khan sulla facciata del parlamento;in tutte le stazioni delle Transiberiana, sulle banchine tra i binari, ci sono dei mercatini (un venditore di pesce affumicato).

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