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NOVITA’ NEL CONTROLLO DELLA FARINGOTONSILLITE DA S.PYOGENES (SBEGA) Antonio Boccazzi IRCCS Policlinico Cà Granda Milano

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Page 1: NOVITA’ NEL CONTROLLO DELLA FARINGOTONSILLITE DA S.PYOGENES (SBEGA) Antonio Boccazzi IRCCS Policlinico Cà Granda Milano

NOVITA’ NEL CONTROLLO DELLA

FARINGOTONSILLITEDA S.PYOGENES (SBEGA)

Antonio BoccazziIRCCS Policlinico Cà Granda Milano

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Ogni anno vengono diagnosticati>10 milioni di casi di FGT di cui

più dell’89% ricevono una terapia antibioticae comportano un consumo medio di 1.44

farmaci/caso

IMS, 2011

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La bioprotica, o terapia di sostituzione batterica

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Nel 1978 un microbiologo neozelandese scoprì che co-incubando nella medesima piastra

2 streptococchi beta-emolitici non antibiotico-producenti, quasi sempre solo uno dei 2 sopravviveva a discapito dell’altro. Il dato impressiona se si considera che vennero incrociati 450 ceppi differenti di streptococco.

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Il ricercatore nel medesimo lavoro elaborò un algoritmo, il cui risultato si componeva di 3 cifre,teso ad evidenziare il ruolo killer di uno streptococco verso l’altro. L’algoritmo 777 ad esempiodescriveva un ceppo capace di uccidere qualunque altro streptococco.

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Nel 1999, d’accordo con il ministero della sanità neozelandese, arruolò e raccolse il tampone

faringeo di 780 bambini di scuola elementare.

Era infatti convinto che parte del perché alcuni bambini sembrassero più protetti di altri verso

le infezioni streptococciche ricorrenti risiedesse, oltre che nella capacità immunitaria del soggetto, in un particolare assetto microbiologico oro-faringeo in qualche modo protettivo.

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Di quei 780 bambini nessuno mostrò un fenotipo oro-faringeo identificabile come 777.

Si evidenziò però in 54 di loro un fenotipo simile: 677.

I bambini 677 dimostrano una suscettibilità alle infezioni da Streptococcus pyogenes

ridotta del 50%!

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Qualche anno dopo il colpo di fortuna. Dalla gola di un bambino neozelandese venne prelevato

uno streptococco (in particolare un salivarius, quindi un ceppo non patogeno) con il profilo

anti-pyogenes cercato fino ad allora, un 777.

Un ceppo quindi che co-incubato insieme ad un pyogenes, era in grado di ucciderlo!

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Nella piastra viene mostrata l’azione di questo salivarius, in seguito identificato anche

Blis K12, che, seminato in verticale, impedisce la crescita di 9 diversi ceppi di

Streptococcus pyogenes (a loro volta seminati orizzontalmente nella piastra).

Zona di seminaverticaledel Blis K12 (777)

Aree orizzontalidi crescitadei 9 ceppidi S. pyogenes

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Classi, Tipi e Sottotipi di batteriocine prodotte da streptococchi

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Lo streptococcus salivarius K12 isolato dalla gola del bambino neozelandese si dimostrò un

ottimo produttore di salivaricina A2 e di salivaricina B, due batteriocine appartenenti al gruppo

dei lantibiotici, sostanze venefiche per lo Streptococcus pyogenes e per altre poche specie

patogene come Haemophylus influenzae, Streptococcus pneumonia e Moraxella catharralis

tutti germi di interesse ORL in quanto causa di faringo-tonsilliti e otiti medie acute ricorrenti.

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Le 2 salivaricine, A2 e B, interagendo con il Lipide II, tipicamente espresso sulla membrana

di molte specie patogene tra cui lo Streptococcus pyogenes, creano un poro di membrana

attraverso il quale fuoriesce il citoplasma batterico determinando la morte del patogeno.

salivaricina

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Le 2 salivaricine sono prodotte da un plasmide di 190 Kilobasi presente all’interno del citoplasma

dello Streptococcus salivarius K12 isolato dal bambino neozelandese e non sono quindi frutto

di codifica di porzioni di DNA presenti nel cromosoma batterico. In quanto di origine plasmidica,

le 2 salivaricine possono essere rimosse rimuovendo il plasmide. Così operando il ceppo K12,

non ha più alcuna capacità di killing verso i ceppi di pyogenes (vedi riquadro di destra).

L’azione anti-pyogenes è quindi da mettersi in relazione solo con le 2 salivaricine prodotte.

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I primi trial eseguiti dimostrano infatti che il 35% dei bambini è colonizzato nel cavo orale

dopo soli 3 giorni di somministrazione del ceppo K12! Alcuni bambini trattati presentano

il ceppo K12 anche nel naso-faringe e a livello adenoideo.

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Tramite PCR viene poi indagata la persistenza del ceppo K12. Anche questa risultò essere

di grande rilievo.

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Le salivaricine A2 e B prodotte dal K12 si rilevano infatti nel cavo orale dei bambini trattati

e colonizzati fino a 32 giorni dopo l’ultima somministrazione del ceppo dimostrando un

importante potenziale ruolo terapeutico.

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Trends in biotechnology per la prima volta al mondo parla, in riferimento ai dati ottenuti

con il ceppo K12, di potenziale «terapia di sostituzione batterica» per prevenire le infezioni

ricorrenti del cavo orale.

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A partire al 2012, dopo le prime svolte in Nuova Zelanda e in Australia, in Italia cominciarono

le prime sperimentazioni cliniche impiegando un formulato mono-ingrediente per uso orale

contenenti 5 miliardi UFC (unità formanti colonia) per dose di Streptococcus salivarius K12.

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Come pubblicato su Expert Opinion on Biological Therapy, l’uso per 90 gg del K12 nell’adulto

arruolato in base alla diagnosi di infezione faringea ricorrente sostenuta da streptococco,

riduceva del 83% circa il numero di episodi infettivi rilevati mediante tampone rapido.

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Nei successivi 6 mesi di wash out anche in assenza di terapia l’incidenza di infezione

orale streptococcica risultava ridotta in maniera statisticamente significativa del 60% circa.

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Il primo lavoro pediatrico venne fatto sotto l’egida dell’Università degli Studi di Torino.

Nel lavoro vennero arruolati bambini con diagnosi di infezione oro-faringea ricorrente

sostenuta da streptococco beta-emolitico. Venne quindi seguito sia l’andamento

delle infezioni oro-faringee che quelle a livello di orecchio medio.

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Come già osservato nel paziente adulto la protezione si rivelò, durante i 90 giorni di terapia,

statisticamente molto rilevante con una incidenza ridotta del 90% circa.

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Allo stesso modo anche l’incidenza di OMA risultò ridursi (-40%)

durante i 90 giorni di terapia.

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Come osservato nell’adulto anche nel paziente pediatrico nonostante la sospensione

terapeutica di 6 mesi, l’uso precedente del K12 conferiva una importante protezione

(-65% circa) sia a livello oro-faringeo che a livello di orecchio medio.

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Continui report clinici segnalavano comunque come l’uso del ceppo K12 a livello orale

diminuisse non solo l’incidenza di patologia streptococcica ma anche quella ad eziologia

virale. Venne quindi organizzato un trial pediatrico finalizzato a quest’ultima osservazione.

I dati furono pubblicati su Drug, Healthcare and Patient Safety.

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Anche in questo caso, come osservato nei precedenti trial, l’incidenza di faringo-tonsillite

streptococcica in bambini arruolati in quanto «ricorrenti», si ridusse (-90% circa).

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Ma, a conferma del dato osservato da più clinici, anche le infezioni ad eziologia virale vennero

ridotte dal trattamento con K12 (per valori dell’80%)! Oggi sappiamo che la presenza delle 2

salivaricine rilasciate dal K12 eleva in maniera statisticamente significativa la concentrazione

salivare di interferon-gamma. Questo dato fornisce una potenziale spiegazione al fenomeno

osservato.

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La capacità di contrapporsi alle infezioni oro-faringee dimostrata dal K12 va ben oltre

quanto fin qui dimostrato. Ad esempio, Autori giapponesi ne hanno recentemente dimostrato

la capacità di interferenza anche verso la crescita di Candida albicans.

Candida Candida+ K12

Candida+ fluconazolo

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Faringo-tonsilliti (GAS) Salivaricine A2 e BOtiti medie acute Salivaricine A2 e BAlitosi Salivaricina A2Candidosi orale Azione anti-ifeGengiviti e SAR IL-8Faringo-tonsillite virale gamma-IFN

In base ai trial svolti fino ad oggi tra gli USA, l’Italia, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda,

oggi sappiamo cosa il ceppo K12 può prevenire e il relativo perché molecolare.