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NUOVA SERIE XXI anno di vita e-mail: [email protected] www.cittamese.it (E LA VEDI A COLORI) c ci it tt tà à m me es se e ANNO X - NUMERO 11 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 - MENSILE DI CULTURA, SPETTACOLO, TEMPO LIBERO - COPIA OMAGGIO Q QU U I I R R I I N N O O F F a av vo ol la a e e B Bi is sb be et ti ic ca a d do om ma at ta a a pag. 4 C Cl li im ma a e e a am mb bi ie en nt te e di Patrizia Vallone D opo le recenti allu- vioni, con conse- guenti lutti e disa- stri, in varie parti d’Italia e del mondo, sorge spontaneo chiedersi quanto l’uomo possa aver contribuito a queste disastrose variazioni climatiche. Si è effettiva- mente osservato un au- mento della temperatura media (0,8 °C) e della tem- peratura dell’acqua del mare, con conseguente au- mento dell’intensità delle precipitazioni atmosferiche e sappiamo che la tempera- tura media tenderà nei prossimi anni ad aumentare di 2 – 4 °C. Nel corso dei secoli la ve- getazione ha sempre avuto un ruolo di protezione nei confronti dell’erosione idrica. Sia i rami e le foglie favoriscono l’evaporazione dell’acqua, che i resti vege- tali sul suolo (foglie secche e rametti caduti), che le ra- dici, i fusti e l’erba possono rallentare il flusso dell’ac- qua piovana. Le progressive operazioni di disbosca- mento, già praticate ai tempi dei Romani per dare più spazio all’agricoltura, hanno indebolito questa barriera naturale, mentre l’impermeabilizzazione dei suoli, per l’urbanizzazione dei territori, l’ha definitiva- mente distrutta. Solo il rimboschimento e una continua canalizzazione delle acque, il controllo dei versanti e, soprattutto, un’analisi costante e accu- rata della salute del suolo possono permettere di scon- giurare le piene. Poi la ma- nutenzione delle sponde dei corsi d’acqua, per favorire lo sviluppo della vegeta- zione, e facilitare il mante- nimento dell’umidità, così preziosa durante la stagione estiva. Solo rispettando la natura potremo limitare i danni delle piogge che si prean- nunciano sempre più in- tense nel corso degli anni. S S I I S S T T I I N NA A I Il l v vi iz zi ie et tt to o d di i C Ce es sa ar re e e e M Ma as ss si im mo o a pag. 4 A A R R G G E E N NT T I I N NA A F Fl la au ut to o m ma ag gi ic co o e e Q Qu ue el ll lo o c ch he e p pr re en nd de e s sc ch hi ia af ff fi i a pag. 6 MURIEL SANTAANA L L I It ta al li ia a s se en nz za a p pr re em mi i P Pr ri im mo o l la ar rg ge en nt ti in no o U Un n c cu ue en nt to o c c h hi in no oB Be en ne e l la a r ra as ss se eg gn na a A Al li ic ce e i in n c ci it tt tà àP P o o v v e er ra a I It ta al li ia a, , v vi in nc co on no o g gl li i a al lt tr ri i V V I I F F E E S S T T I I V VA A L L I I N NT T E E R R N NA A Z Z I I O ON NA AL L E E D D E E L L C C I I N NE E M MA A D D I I R RO O M MA A S Su up pe e r r c ca at t S Sh ho ow w V Vi in nc ce e S So on nd dr ra a s sp pl le en nd di i d da a b be en ng ga al l a a d di i F Fa ab br ri i z zi io o D De el l N No oc ce e a pag. 2 I l 38° film di Pupi Avati, in concorso al sesto Festi- val del cinema di Roma, è stato presentato proprio la sera in cui il regista è stato dimesso dall’ospedale dove era stato ricoverato per un malore fortunatamente non grave. Come altri, anche questo film è ambientato nell’epoca più cara al regista, la prima metà degli anni ’30, e trova ispirazione nella vicenda familiare dell’in- namoramento e del matrimonio, movimentato ma lungo e felice, dei nonni: Carlino Vigetti (interpretato dal can- tante Cesare Cremonini) e Francesca Osti (interpretata dall’attrice Micaela Ramazzotti, che fu scoperta anni fa proprio da Pupi Avati). Il film è stato girato con un budget abbastanza ridotto nella città di Fermo, dove è stata ricreata l’atmosfera della Bologna che ancora vive nei ricordi del regista, dalla nascita nel 1938 fino ai 33 anni, quando, avendo iniziato la sua carriera nel cinema, si trasferì a Roma. Continua a pagina 5 M ME ED DI IT TE ER RR RA AN NE EO O C Co or ra al ll lo o l lu um mi in no os so o a pag. 2 S Sc co op pe er rt to o d da al ll lI IS SP PR RA A a al l l la ar rg go o d de el ll la a S Si ic ci il li ia a - - R Ra ar r i i s ss si i m mo o F FR RE ED DD DO O U Un na a d di ie et ta a i in n v ve er r n na al le e a pag. 2 I Il l f fr re ed dd do o d di in nv ve er rn no o v vu uo ol le e u un na a g gr ra an nd de e p pr ro od du uz zi io on ne e d di i c ca al lo or re e M MA AC CE ER RA AT TA A C Ca am me er ra a C Co om mm me er rc ci io o a pag. 10 I IV V G Gi ir ro o d dI It ta al li ia a d de el ll le e d do on nn ne e c ch he e f fa an nn no o i im mp pr re es sa a - - I I a a t t a ap pp pa a M ME ER RC CA AT TO O I I m mm mo ob bi i l l i i a ar re e a a R R o om ma a a pag. 13 C Ch hi ia ac cc ch hi ie er ra at ta a c co on n l le es sp pe er rt ta a p pa ar rl la a G Gi iu ul li ie et tt ta a F Fe er rr ro on ni i PALAEXPO - fino al 12 febbraio H Ho om mo o s sa ap pi ie en ns s - - L La a s st to or ri ia a d de el ll la a d di iv v e er rs si it tà à u um ma an na a Una straordinaria mostra internazionale a pag 3 MUSEO PIGORINI - fino al 15 febbraio N N N e e e l l l L L L a a a z z z i i i o o o a a a i i i t t t e e e m m m p p p i i i d d d i i i E E E n n n e e e a a a di Michele De Angelis Q uesta mostra presenta alcuni documenti archeologici, in gran parte di recente scoperta, di grande importanza per la ricostruzione delle fasi iniziali dello sviluppo del Lazio e di Roma, grazie soprattutto alla loro qualità espressiva. L'obiet- tivo è di portare questi materiali all'attenzione del pubblico e di farne percepire il significato e la rilevanza storica, che amplia e rende più articolato il quadro del periodo che va dall'emergere del- l'identità latina (XI-X sec. a.C.) alla data tradizionale della fon- dazione di Roma (ca. 750 a.C.). La prima comparsa di un aspetto archeologico che documenta il definirsi dell'identità culturale dei Latini si riconosce nell'ultima fase dell'età del Bronzo finale (XI- X sec.a.C., I periodo laziale) nel territorio compreso fra il Tevere e il Circeo. Continua a pagina 8 F Fe es st ti iv va al l : : I Il l c cu uo or re e g gr r a an nd de e d de el ll le e r r a ag ga az zz ze e di Antonio Maria Favorini I Il l s se er rv vi iz zi io o d di i M Ma ar ri io o d da al l B Be el ll lo o a a p pa ag g. . 5 5

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Page 1: NUOVASERIE cciittttàà eet …web.tiscali.it/maurann/images/impaginazione/nov-dic11.pdf · mesi e Sondra, una splendida Bengala di 7 mesi che ha vinto il premio Very Important at,u

NUOVA SERIEXXI anno di vita

e-mail: [email protected] www.cittamese.it (E LA VEDI A COLORI)

cciittttàà mmeesseeANNO X - NUMERO 11 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 - MENSILE DI CULTURA, SPETTACOLO, TEMPO LIBERO - COPIA OMAGGIO

QQUUIIRRIINNOOFFaavvoollaa eeBBiissbbeettiiccaaddoommaattaaa pag. 4

CClliimmaa eeaammbbiieenntteedi Patrizia Vallone

Dopo le recenti allu-vioni, con conse-guenti lutti e disa-

stri, in varie parti d’Italia edel mondo, sorge spontaneochiedersi quanto l’uomopossa aver contribuito aqueste disastrose variazioniclimatiche. Si è effettiva-mente osservato un au-mento della temperaturamedia (0,8 °C) e della tem-peratura dell’acqua delmare, con conseguente au-mento dell’intensità delleprecipitazioni atmosferichee sappiamo che la tempera-tura media tenderà neiprossimi anni ad aumentaredi 2 – 4 °C.

Nel corso dei secoli la ve-getazione ha sempre avutoun ruolo di protezione neiconfronti dell’erosioneidrica. Sia i rami e le fogliefavoriscono l’evaporazionedell’acqua, che i resti vege-tali sul suolo (foglie secche erametti caduti), che le ra-dici, i fusti e l’erba possonorallentare il flusso dell’ac-qua piovana. Le progressiveoperazioni di disbosca-mento, già praticate aitempi dei Romani per darepiù spazio all’agricoltura,hanno indebolito questabarriera naturale, mentrel’impermeabilizzazione deisuoli, per l’urbanizzazionedei territori, l’ha definitiva-mente distrutta.

Solo il rimboschimento euna continua canalizzazionedelle acque, il controllo deiversanti e, soprattutto,un’analisi costante e accu-rata della salute del suolopossono permettere di scon-giurare le piene. Poi la ma-nutenzione delle sponde deicorsi d’acqua, per favorirelo sviluppo della vegeta-zione, e facilitare il mante-nimento dell’umidità, cosìpreziosa durante la stagioneestiva.

Solo rispettando la naturapotremo limitare i dannidelle piogge che si prean-nunciano sempre più in-tense nel corso degli anni.

SSIISSTTIINNAAIIll vviizziieettttooddii CCeessaarreeee MMaassssiimmooa pag. 4

AARRGGEENNTTIINNAAFFllaauuttoo mmaaggiiccooee QQuueelllloo cchhee

pprreennddee sscchhiiaaffffiia pag. 6

MURIEL SANTAANALL’’IIttaalliiaa sseennzzaa pprreemmiiPPrriimmoo ll’’aarrggeennttiinnoo““UUnn ccuueennttoo cchhiinnoo””BBeennee llaa rraasssseeggnnaa““AAlliiccee iinn cciittttàà””

PPoovveerraa IIttaalliiaa,, vviinnccoonnoo ggllii aallttrrii

VVII FFEESSTTIIVVAALL IINNTTEERRNNAAZZIIOONNAALLEE DDEELL CCIINNEEMMAA DDII RROOMMAA

SSuuppeerrccaatt SShhoowwVViinnccee SSoonnddrraa

sspplleennddiiddaa bbeennggaallaaddii

FFaabbrriizziioo DDeell NNoocceea pag. 2

Il 38° film di Pupi Avati, in concorso al sesto Festi-val del cinema di Roma, è stato presentato propriola sera in cui il regista è stato dimesso dall’ospedale

dove era stato ricoverato per un malore fortunatamentenon grave. Come altri, anche questo film è ambientatonell’epoca più cara al regista, la prima metà degli anni’30, e trova ispirazione nella vicenda familiare dell’in-namoramento e del matrimonio, movimentato ma lungoe felice, dei nonni: Carlino Vigetti (interpretato dal can-

tante Cesare Cremonini) e Francesca Osti (interpretatadall’attrice Micaela Ramazzotti, che fu scoperta anni faproprio da Pupi Avati).

Il film è stato girato con un budget abbastanza ridottonella città di Fermo, dove è stata ricreata l’atmosferadella Bologna che ancora vive nei ricordi del regista,dalla nascita nel 1938 fino ai 33 anni, quando, avendoiniziato la sua carriera nel cinema, si trasferì a Roma.

Continua a pagina 5

MMEEDDIITTEERRRRAANNEEOO

CCoorraalllloolluummiinnoossoo

a pag. 2

SSccooppeerrttoo ddaallll’’IISSPPRRAA aall llaarrggooddeellllaa SSiicciilliiaa -- RRaarriissssiimmoo

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PALAEXPO - fino al 12 febbraio

HHoommoo ssaappiieennss -- LLaa ssttoorriiaaddeellllaa ddiivveerrssiittàà uummaannaa

Una straordinaria mostra internazionalea pag 3

MUSEO PIGORINI - fino al 15 febbraio

NNNNeeeellll LLLLaaaazzzziiiioooo aaaaiiiitttteeeemmmmppppiiii ddddiiii EEEEnnnneeeeaaaa

di Michele De Angelis

Questa mostra presenta alcuni documenti archeologici, ingran parte di recente scoperta, di grande importanza perla ricostruzione delle fasi iniziali dello sviluppo del Lazio

e di Roma, grazie soprattutto alla loro qualità espressiva. L'obiet-tivo è di portare questi materiali all'attenzione del pubblico e difarne percepire il significato e la rilevanza storica, che amplia erende più articolato il quadro del periodo che va dall'emergere del-l'identità latina (XI-X sec. a.C.) alla data tradizionale della fon-dazione di Roma (ca. 750 a.C.). La prima comparsa di un aspettoarcheologico che documenta il definirsi dell'identità culturale deiLatini si riconosce nell'ultima fase dell'età del Bronzo finale (XI-X sec.a.C., I periodo laziale) nel territorio compreso fra il Teveree il Circeo.

Continua a pagina 8

FFeessttiivvaall:: IIll ccuuoorree ggrraannddee ddeellllee rraaggaazzzzeedi Antonio Maria Favorini

IIll sseerrvviizziioo ddii MMaarriioo ddaall BBeelllloo aa ppaagg.. 55

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ANTICO CAFFE’ DELLA PACE, via della Pace, 3-4-5-6-7 (Centro Storico)ANTICO CAFFE’ DEL TEATRO MARCELLO, via del Teatro Marcello, 42 (Centro Storico)ASS. AZZURRI E OLIMPIONICI D’ITALIA. via della Farnesina, 52-54 (Ponte Milvio)BAR -PASTICCERIA POMPI - Via Albalonga 7-9-11 (Re di Roma - Appio Latino)BAR GIOLITTI, via Uffici del Vicario, 40 (Centro Storico)BAR NAVONA, Piazza Navona, 67 (Centro Storico)BAR CAMPIDOGLIO, Piazza d’Aracoeli, 11BAR EUROPA, piazza del Popolo 11/bBAR TASSONI, Corso V. Emanuele, 319-321 BAR LA MELA STREGATA, piazza P. Paoli, 1 (Centro Storico)BAR MARZORI MAURIZIO, c.ne Gianicolense, 114-116 (Monteverde)BAR GIULIA, via Giulia, 84 (Centro Storico)BAR S. BARBARA, via dei Librari (Campo de’ Fiori)BAR S. SILVESTRO, Piazza S. Silvestro, 22 (Centro Storico)BAR UNIVERSAL, via della Conciliazione, 5a (San Pietro)BAR NOTEGEN, via del Babuino, 159 (Centro storico)BAR TABACCHI via E. Filiberto 159BECOOL (abbigliamento) Via del Leone 10/11 (centro)BAR TABACCHI, via E. Filiberto 241BUVETTE BAR TROMBETTA, via Marsala 52-54 (Termini)CAFFETTERIA MERULANA, via Merulana, 171-172CAFFETTERIA BARCACCIA, Piazza di Spagna, 71 (Centro Storico)CAFFE’ 27, via A. Matricardi 27 (Portuense)CAFFE’ DELLE ARTI, via Gramsci, 73 (Galleria Nazionale di Arte Moderna)CAFFE’ DINI, Piazza del Parlamento, 37 (Centro Storico)CAFFE’ NAPOLEON VENEZIA, Piazza Venezia, 5CAFFE’ ROMA 2, Piazza Trevi, 99 (Centro Storico)CAFFE’ S. EUSTACHIO, piazza S. Eustachio, 82 (Centro Storico)CAFFE’ SETTIMIANO, via di Porta SettimianaCAMERA CAFFE’, via Dante De Blasi 10-12 (Colli Portuensi)CANOVA, Piazza del Popolo, 16 (Centro Storico)CASINA DONATI BAR TABACCHI, p.le Appio 9CIRCOLO ACLI SAN GIOVANNI, via La Spezia n° 77 (San Giovanni)CENTRO ESTETICO SOLARIUM LE CIVETTE, via La Spezia, 44 (San Giovanni)CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO, Lungotevere Flaminio, 25aCLUB DIPLOMATICO CONSOLARE, via Cesare Beccaria, 88 (Flaminio)COMANDO GENERALE ARMA DEI CARABINIERI, viale Romania, 45 (Parioli)COPPELIA - Tutto per la danza - Piazza dell’Esquilino 29aEDICOLA - LIBRERIA FARINA, piazza Morelli (Portuense)FARMACIA ACQUARIO DOTT.SSA A. RICCI, P.zza M. Fanti, 36 (Esquilino)GELATERIA ARA COELI, piazza Ara Coeli, 9 (Centro Storico)GELATERIA TONY, largo Missiroli, 15-16-17 (Colli Portuensi)IALS (Istituto Addestramento Lavoratori Spettacolo), via C. Fracassini, 60 (Flaminio)IL TEMPIO DELLA PIZZA, V. E. Filiberto 219JERRY’S BAR - Piazza Ponte Lungo 24 (Appio Latino)JOLE SHOP LINGERIE via E. Filiberto 227LA CASA DEL CAFFE’ TAZZA D’ORO, via degli Orfani, 84 (Pantheon)LA CASA DEL GELATO, V. E. Filiberto 187MINO TESSUTI, viale Ippocrate (Italia)NON SOLO PIZZA di Luigi Suares, viale Ippocrate, 106-108 (Italia)NON SOLO CAFFÉ - MALINDA S.A.S., di Carlo Dolci, P.le Morelli 18 (C. Portuensi)OTTICA VASARI, piazza della Repubblica, 61PALESTRA ESSEGI, via Dante de Blasi, 23 (Colli Portuensi)PALLOTTA Antica Trattoria Pizzeria bar tabacchi libreria, P. Ponte Milvio 23/24PARAFARMACIA NATURA MATER MAGISTRA Via SS. Martiri di Selva Candida, 38 PAZZA IDEA Parrucchiere unisex, via V. Spurinna, 135 (Tuscolano)PIZZERIA ANTICA ROMA, piazza Epiro, 26 (Appio)PROVINCIA DI ROMA, Palazzo ValentiniPUNTO EINAUDI, via Giulia 81/a (Centro Storico)QUERCIA DEL TASSO - LA PLAUTINA, passeggiata del GianicoloREGIONE ABRUZZO, via Piave, 8REGIONE CAMPANIA, via Poli, 29REGIONE EMILIA-ROMAGNA, via del Tritone, 61REGIONE LIGURIA, piazza Madama, 9REGIONE MARCHE, via Fontanella di Borghese, 35REGIONE PUGLIA, via Barberini, 36RISTORANTE DI FRONTE A..., via della Croce, 38 (Centro Storico)RISTORANTE FRIENDS, via Piave (Centro Storico)STAR MUSIC MEGASTORE, Via Baldo degli Ubaldi 45 / 51STAZIONE DI SERVIZIO IP di Sandro Marchionni - Via O. Gasparri 38 (C. Portuensi)STREGA AL CORSO, via del Corso, 248 (Centro Storico)STUDIO DELGA - largo dei Colli Albani, 14ST. MEDICO DR. CRISCIOTTI, p.zza M. Fanti, 22 (Esquilino)TABACCHERIA RICEVITORIA MEZZOTTI P. LUIGI, via Fonteiana, 2/a (Monteverde)SNACK BAR L’INCONTRO DI LUIGI LOMBARI, viale A. Gallo, 153 (Appio Claudio)TABACCHERIA BELLANTI, via A. Gandiglio. 131 (Portuense)TEATRO QUIRINO, via Marco Minghetti, 1TEATRO DELL’OPERA - STAGIONE ESTIVA Terme di CaracallaTEATRO VALLE, via del Teatro Valle, 23aTEATRO DELLA COMETA - Via del Teatro Marcello, 4TEATRO OLIMPICO, p.zza Gentile da Fabriano, 17TEATRO VITTORIA, Piazza S. Maria Liberatrice, 8TEATRO EUCLIDE, Piazza Euclide, 34aTEATRO IL VASCELLO, via G. Carini, 72-78TEATRO FLAIANO, via S. Stefano del Cacco, 15TEATRO ANFITRIONE, via di San Saba, 24TEATRO NAZIONALE, via Viminale, 51TEKTRONIC SRL, Viale dei Colli Portuensi, 508TRIBUNALE DI ROMA, Piazzale ClodioTRIBUNALE DI ROMA, viale Giulio Cesare UNIVERSITA’ LA SAPIENZA, Istituto ChimicoUNIVERSITA’ LA SAPIENZA, Bar DopolavoroUNIVERSITA’ LA SAPIENZA, Clinica NeurologicaUNIVERSITA’ LA SAPIENZA, Facoltà LettereVANNI, snack bar, pizzeria, geateria, pasticceria, via Col di Lana, 10CORTONA - TEATRO SIGNORELLI - Piazza SignorelliFARMACIA CENTRALE Dott. Enzo Lucente, via NazionaleJESI - TEATRO PERGOLESI SPONTINIVITERBOUNIVERSITA’ DELLA TUSCIA - FACOLTA’ DI LETTERE

ATTUALITÀCRONACHE - FATTI DI VITA SOCIALE - COMMENTI

Novembre/Dicembre 2011 - pagina 2 - www.cittamese.it

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Registrazione Tribunale di Roma n. 31/2002 del 24/01/2002e n. 70/2011 del 16/03/2011PRISCILLA MURLI editoreAmministrazione e Redazionevia Paolo Mantegazza, 4 - 00151 Romatel. 06/65746078Sito Internet: www.cittamese.ite-mail: [email protected]@libero.it

Stampa e Pellicole CSR - RomaLa tiratura di questo numero è di 15.000 copie

Ho sempre avuto gatti neri, perchétrovo davvero incivile che per stu-pide superstizioni debbano scontare

ancora oggi, dopo tanti secoli, il prezzo delcolore del loro pelo. Non hanno fatto nulla dimale ed è una vergogna che si faccia loro del

male. A parlare è il giornalista Fabrizio DelNoce, intervenuto al SuperCat Show(www.supercatshow.it) con i suoi due gatti di

razza, Cabir, un Norvegese delle Foreste di 6mesi e Sondra, una splendida Bengala di 7mesi che ha vinto il premio Very ImportantCat, un letto a baldacchino di Loema.

Quanto al fatto che in soli due giorni ben 40gatti trovatelli abbiano trovato casa all’area“Qua la Zampa” gestita dall’Arca onlus diMatilde Talli, partner storico della manife-stazione, Del Noce ha com-mentato: “Mi fa piacere chequi a SuperCat siano stati adot-tati tutti questi felini sfortunati.I gatti non sono oggetti, ma es-seri viventi da rispettare, aiquali voler bene”. I due premiSuperCat Show dell’anno sonostati offerti da Schesir e Trai-ner. Soddisfazione di Matildeper il record di adozioni: “Nonera mai accaduto prima un nu-mero così alto in meno di duegiorni. Sono così felice di avertrovato casa a così tanti gatti

che non ho parole”, commenta commossa lapresidente dell’Arca.

Tra i nuovi “accasati” è stato Nerone, ungattone nero di oltre cinque chili, buono comeil pane, cinque anni di età e da due all’Oasi fe-lina comunale di Porta Portese. Nerone è bel-lissimo, a pelo lungo, tipo Norvegese delleForeste, ma molto stressato. La sua vita è fi-nalmente cambiata, andrà a vivere in una casasenza altri gatti..

a cura Sergio Murli

Il freddo nei mesi invernali ri-chiede all'organismo unamaggiore produzione di ca-

lore. Inutile dire che l'inverno, perle sue caratteristiche climatiche,esige una alimentazione di tipoparticolare. I cibi devono essere

consumati con più abbondanzaoppure si devono scegliere ali-menti di maggior potere calorico.Anche se l'appetito aumenta conil freddo, la strada giusta da se-guire è quella di una accuratascelta degli alimenti.

La superalimentazione, pertante ragioni non è mai consi-

gliabile. Le più forti risorse di ca-lorie sono rappresentate dai gras-si. Zucchero, marmellata, cacao,miele, dolci (figurarsi se posso-no mancare sotto le Feste!) in ge-nere sono altri alimenti da tene-re in considerazione nella sta-

gione invernale. Quandofa più freddo si può ave-re un ristoro quasi istan-taneo da bevande calde,come brodi e latte. Anchele bevande alcoliche sem-pre con moderazione, deb-bono venire prese in con-siderazione durante l'in-verno. Dal punto di vistavitaminico, l'alimentazio-ne invernale non offremolto. Vi è da dire che lavitamina c non manca inquanto ne sono ricchi gliagrumi, le patate, i cavo-li, e tutti i frutti che si tro-vano nella stagione in-vernale.

C'è pure la frutta secca comenoci castagne nocciolini man-dorle.

Sempre indispensabili sonopoi le proteine ed alimenti comela carne, le uova, i formaggi chedevono comparire una volta algiorno sulla tavola.

Regina Uscidda

Nel Mediterraneo esisteun corallo nero che siillumina al tocco, una

specie che finora era stata se-gnalata soltanto nell’OceanoPacifico, attorno ai 700 metri diprofondità, lungo la costa cali-forniana. E’ infatti la Savalialucifica quella che nei giorniscorsi è stata rinvenuta nelleacque di Capo San Vito, parteovest della Sicilia, durante unacampagna di ricerca effettuatacon la nave oceanograficaAstrea dell’ISPRA (Istituto su-

periore per la protezione e la ri-cerca ambientale).

Il corallo è stato trovato auna profondità di 270 metri daun sofisticato robot sottoma-rino e si distingue da specie si-mili, come la Savalia savaglia -il cosiddetto falso corallo nero -non solo per il substrato cheparassita (la gorgonia di pro-fondità Callogorgia verticil-lata), ma anche perché si illu-mina quando viene stimolatadal contatto fisico. La rarissimaspecie fa parte del gruppo degli

zoantidei e non era mai statasegnalata prima nel Mar Me-diterraneo.

La scoperta è avvenuta nelcorso di una campagna di ri-cerca mirata allo studio dellepopolazioni profonde di corallorosso nell’arcipelago delleEgadi, finanziata dal Ministerodell’Ambiente e della Tutela delTerritorio e del Mare.

A questa campagna hannopartecipato i ricercatori del-l’università Politecnica delleMarche, l’Università di Pisa,

gli atenei di Napoli “Parthe-nope” e Bologna ed i ricerca-tori dell’ISPRA, che hannocondiviso questo ritrovamento.

UUUUnnnnaaaa ddddiiiieeeettttaaaappppeeeerrrr llll ’’’’iiiinnnnvvvveeeerrrrnnnnoooo

Nella mitologia la ViaLattea si diceva esseredovuta alle gocce di

latte cadute dal petto di Giu-none mentre allattava Ercole,tramutate poi in stelle.

È una leggenda ma da questapossiamo dire che fin dai tem-pi più anti-chi il latteera conside-rato elemen-to superioreed primarioper una ali-mentazionesana. Tutti ipopoli mo-derni più omeno dannoun’ impor-tanza fonda-mentale allatte, gli americani ne fanno unuso larghissimo, infatti lo be-vono anche a pranzo, comenoi usiamo il vino. In Italia in-vece di latte se ne fa poco uso:lo si beve al mattino insieme alcaffè e basta. Dovremmo berepiù latte certificato la nostra sa-lute ne trarrebbe giovamento. Èl'alimento esclusivo nei primimesi di vita, è utile a tuttel'età: è indispensabile sia a gio-vani che anziani. Il suo valorenutritivo consiste nel perfetto

equilibrio fra i vari elementi inesso contenuti. La sua compo-sizione è molto equilibrata tan-to che un adulto potrebbe ali-mentarsi soltanto con tre litri dilatte al giorno.

Per coloro che non lo tolle-rano esistono in commercio

vai tipi di latte adatto. C'è unavarietà infinita di latte per tut-ti i gusti: dal latte crudo (ormaiintrovabile), pastorizzato, in-tero, scremato, magro, con-densato o in polvere, per nonparlare poi dalle possibili tra-sformazione del latte tipo for-maggi, mozzarelle, panna.

È dunque un peccato berecosi poco latte come facciamonoi. Proviamo ad aumentarne ladose?

Regina Uscidda

IIll llaattttee,, qquueessttoossccoonnoosscciiuuttoo

Successo di adozioni al Supercat Show 2011

11°° DDeell NNooccee,, aannzzii nnoo BBeennggaallaa

RRaarriissssiimmoo ee mmaaii vviissttoo nneeii nnoossttrrii mmaarriiUn corallo che si illumina localizzato dall’ISPRA al largo della Sicilia

un’eccezionale specie bioluminescente

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Novembre/Dicembre 2011 - città mese www.cittamese.itA t t u a l i t àA t t u a l i t à 3333

Nell’ambito delle iniziative sociali, ilFestival Internazionale del Filmdi Roma ha promosso, a Palazzo

Ruspoli, un cocktail di solidarietà con unaraccolta di fondi, per contribuire a salva-re la vita a bambini malati provenienti davarie zone di guerra (Libia, Iraq, Gaza, Li-bano, Tunisia ed Egitto), in cura pres-so A.N.G.E.L.S., Associazione NazionaleGiovani Energie Latrici diSolidarietà: la ONLUS (in questi giorni

proprio al suo terzo compleanno) che pro-muove iniziative di solidarietà in varie zonedel mondo, collaborando con il Ministerodegli Esteri, l’Esercito e l’Aeronauticamilitare per il coordinamento logistico del-le famiglie dei piccoli pazienti e con la Re-gione Lazio e l’Universita’ di Roma ‘La Sa-pienza’ per le cure mediche.

Benedetta Paravia, portavoce di AN-GELS, ha presentato i tre anni di attivitàdella onlus agli ospiti: tra i quali erano pre-

senti Luciano de Crescenzo, Marina Ripadi Meana, le attrici Virginie Marsan eGiovanna Rei, Angelique Brando, il Mini-stro della Difesa Ignazio La Russa, TeodoroBuontempo, Assessore alle Politiche abi-tative e per i Consumatori della RegioneLazio, e Giordano Tredicine, Assessore allepolitiche sociali di Roma Capitale e dele-gato del sindaco Alemanno (che ha lodatole iniziative per il dialogo interculturale einterreligioso). Sono giunti messaggi di au-guri del Ministro della Gioventù GiorgiaMeloni e del Presidente della Provincia Ni-cola Zingaretti; mentre hanno collaboratoall’organizzazione l’on. Roberto Cantiani,che ha offerto il catering, e Alberto Para-via, consigliere al I Municipio di Roma Ca-pitale.

La piccola Intisar - bimba di 6 anni diGaza che, grazie allo sforzo comune di AN-GELS, Farnesina e autorità israeliane, hasconfitto il cancro al fegato con un tra-pianto eseguito al “Bambin Gesù” dalProf. De Ville - ha effettuato il sorteggio,fra gli ospiti donatori, di opere in cerami-ca dedicate all’iconografia degli Angeli edonate dai maestri d’arte di Vietri sulMare; mentre sono stati venduti, in asta dibeneficenza tenuta da Eleuteri, quadri do-nati da vari artisti

Eleonora Savignano

Acura di Luigi Luca Cavalli Sforza e Telmo Pievani. È laprima mostra al mondo che racconta la storia dell’umanità at-traverso un grande affresco multidisciplinare: un progetto in-

ternazionale che coinvolge Italia, Stati Uniti, Israele, Germania,Francia, Australia, Georgia, Sud Africa, con il contributo di sediciUniversità e più di trenta Musei e Istituzioni di tutto il mondo: unosforzo straordinarioper ricostruire leradici e i percorsidelle popolazioniumane.

“La mostraHomo sapiens vi favedere tutto quelloche storia e geogra-fia possono inse-gnarvi intorno aquello che avetesempre voluto sa-pere sul mondo acui appartenete, epersino su voistessi”.

Duecentomi laanni fa Homo sa-piens ha iniziato,da una piccolavalle dell'odiernaEtiopia, il viaggioche lo ha portato acolonizzare l'interopianeta e a convi-vere con altre spe-cie umane formando la grande varietà di popolazioni e di culture checonosciamo. “Sono particolarmente lieto che tale mostra venga rea-lizzata nella struttura del Palazzo delle Esposizioni – afferma il pre-sidente dell’Azienda Speciale Palaexpo Emmanuele F. M. Ema-nuele – in quanto tale spazio, più di altri, consente al progetto inquestione di dispiegarsi in tutta la sua ampiezza “.

Per la prima volta un gruppo internazionale di scienziati, appar-tenenti a differenti discipline e coordinati da Luigi Luca Cavalli

Sforza e Telmo Pievani, ha lavorato insieme per delineare la grandecarta storico-geografica delle migrazioni che condussero alla diffu-sione planetaria dell’uomo moderno. Genetisti, linguisti, antropologie paleoantropologi del calibro di Niles Eldredge, Rob DeSalle, TimWhite, Spencer Wells, Ian Tattersall e Lee Berger, hanno unito i ri-sultati delle loro ricerche in un meraviglioso affresco della storia del-

l'evoluzione umana. La storia narrata in Homo sapiens attra-

verso oggetti, fossili, manufatti, utensili,modelli, ricostruzioni, video e immaginici dice anche perché alcune lingue, come ilbasco, sembrano diverse da ogni altra lin-gua del mondo, e perché, d’altro lato, al-cune lingue lontane tra loro come il turcoe il giapponese siano figlie della stessa ma-dre: strani casi di distribuzioni e affinitàplanetarie, un processo a grande scala invirtù del quale i rami di popolazione (e lemutazioni genetiche di cui sono portatori),coincidono a volte con diversificazioni difamiglie linguistiche e di culture.

La mostra Homo sapiens ci dice soprat-tutto come i nemici di oggi, gli arabi e gliebrei che convivono in Palestina, siano fi-gli della stessa storia. Ci parla dell’amaroparadosso per cui le regioni oggi più tra-vagliate da conflitti sanguinosi come l’Af-ghanistan, il Caucaso e l’Iraq, furono inepoca molto antica vie di passaggio e luo-ghi d’origine degli scambi.

La mostra si articola in sei sezioni: MAL D'AFRICA - Strani primati di

grossa taglia fuoriescono dall'Africa e co-lonizzano il Vecchio Mondo.

LA SOLITUDINE E' UN'INVENZIONE RECENTE - Quando lanostra specie Homo sapiens nasce in Africa, probabilmente fra180mila e 200mila anni fa, e decide poi di spostarsi, entra in contattocon un mondo affollato di specie del genere Homo fuoriuscite dal-l'Africa precedentemente.

I GENI, I POPOLI, LE LINGUE - Intorno a 40.000 anni fa, la "Ri-voluzione Paleolitica": arte, sepolture rituali, nuova tecnologia, cot-

tura dei cibi... un sapiens cognitivamente diverso. TRACCE DI MONDI PERDUTI - La domesticazione di piante e

animali permise all'uomo di stanziarsi e la popolazione umana ini-zia a crescere a ritmi mai visti, innescando nuove espansioni, mi-grazioni, ibridazioni e nuovi conflitti, e provocando un impattospesso irreversibile sugli ambienti colonizzati.

ITALIA, L'UNITÀ NELLA DIVERSITÀ - In questa sezione spe-ciale l'Italia è vista come un caso esemplare e come un territorio ar-ricchito allo stesso tempo dalla sua diversità biologica e culturale:due forme di evoluzione intrecciate, fra geni, popoli e lingue.

TUTTI PARENTI, TUTTI DIFFERENTI: LE RADICI INTREC-CIATE DELLA CIVILTÀ -

Se l'origine di Homo sapiens è così recente, unica e africana, e sepoi la nostra giovane specie è stata così mobile e promiscua, signi-fica che è altamente improbabile che vi sia stato il tempo e il modo

di dividere le popolazioni umane in "razze" geneticamente distinte. Il Comitato scientifico internazionale è composto da alcuni fra i più

importanti scienziati e ricercatori nei campi dell’evoluzione umana,della genetica umana, dell’antropologia, dell’archeologia, della lin-guistica, della demografia, della sociologia, della storia e filosofiadella scienza.

In occasione della mostra, i Servizi Educativi-Laboratorio d’artepropongono per i ragazzi dai 7 agli 11 anni, Simili diversi, un viag-gio nella preistoria, per scoprire le radici della specie umana e rial-lacciare le fila della nostra storia millenaria tra genetica, popoli e lin-gue.

Informazioni: www.palazzoesposizioni.it, www.homosa-piens.net .

Simona Carlodalatri

Straordinaria mostra internazionale. Reperti sull’uomo mai riuniti prima

HHoommoo SSaappiieennss.. LLaa GGrraannddee SSttoorriiaa

PPPPeeeerrrr ssssaaaallllvvvvaaaarrrreeee ppppiiiiccccccccoooolllleeee vvvviiiitttteeee

Palazzo delle Esposizioni, fino al 12 febbraio

VViinncceennzzoo DDee VViivvooDDiirreettttoorree AArrttiissttiiccoo ddeellll’’AAccccaaddeemmiiaa

dd’’AArrttee LLiirriiccaa ddii OOssiimmoo

Vincenzo De Vivo, figura di rilievo internazionale nel mondodel teatro musicale è stato nominato per il per il biennio2011-2013. Nato a Salerno nel 1957, ha ricoperto prestigiosi

incarichi in Italia (Direttore Artistico del Teatro Comunale di Bolo-gna e dell’Opera di Roma, Consulente Artisticodel Teatro Carlo Felice di Genova), Spagna (ViceSovrintendente del Palau de les Arts di Valencia)e Germania (Consulente della Radio di Stoc-carda). La sua attività di Consulente scientificodella Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi haconsentito al Pergolesi Spontini Festival di af-fermarsi come riferimento per la musica del Set-tecento e della prima metà dell’Ottocento.At-

tivo sul piano della formazione dei giovani artisti, ha fondato nel1989 – con Peter Maag e Gianni Tangucci - a Treviso La Bottega,laboratorio per cantanti e musicisti e nel 2007 La Bottega Europeadella Musica - Eurobottega. Collabora ai corsi dell’Accademia di Artie Mestieri del Teatro alla Scala e dell’Accademia Rodolfo Cellettidi Martina Franca ed è docente al Corso superiore di Managementmusicale presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Ha pub-blicato studi sull’Opera italiana del XVIII e XIX secolo, firmato li-bretti d’opera per Dall’Ongaro, Ferrero e Rendine, oltre alle versioniritmiche italiane di opere di Bizet, Mozart, Offenbach, J. Strauss jr

Carlo Cerù

Palazzo Ruspoli, cocktail di solidarieta' della Onlus A.N.G.E.L.S.per bambini malati giunti da zone di guerra

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SPETTACOLITEATRO - CINEMA - TELEVISIONE - MUSICA - VARIETA’

Novembre/Dicembre 2011 - pagina 4 - www.cittamese.it

La Cage aux Folles (Il Vi-zietto)presentato da PeepArrow,Massimo Ghini e

Cesare Bocci con Russell Rus-sell (nel ruolo di Jacob).

Regia e Adattamento Mas-simo Romeo Piparo“La cage auxFolles” è un Musical americanodel 1983 di Jerry Herman (mu-sica e testi) e Harvey Fierstein(libretto). È un adattamento del-l'omonima opera teatrale fran-cese di Jean Poiret del 1973 dallaquale era stato tratto nel 1979 ilfilm “Il Vizietto”.

Il Musical debuttò il 21 agostodel 1983 e chiuse il 12 novem-bre 1987 dopo 1761 repliche. Laregia dello spettacolo fu affidataa Arthur Laurents e le coreogra-fie a Scott Salmon. I protagonistifurono interpretati da GeneBarry e George Hearn. La pro-duzione londinese aprí il 7 mag-gio 1986 e rimase in scena 8mesi. Fra le canzoni più popolaridi questa produzione meritano

menzione The Best of Times esoprattutto I Am What I Am("sono quel che sono"), un innoalla "diversità" ("questo è il miomondo, / quindi ci voglio un piz-zico di orgoglio"), divenuto ce-leberrimo anche fra il grandepubblico grazie all'interpreta-zione di numerosi cantanti, inprimo luogo per la versionedisco di Glo-ria Gaynor,che ha avutoun ottimosuccesso dipubblico.Lastoria narrala vicenda diRenato e delsuo compa-gno Albin: gestiscono uno sfa-villante locale notturno pertravestiti a Saint Tropez, doveAlbin si esibisce come dragqueen con il nome d'arte di"Zazà".

I due, che vivono insieme da

oltre 20 anni, hanno cresciuto as-sieme Laurent, figlio di Renato,nato da una fugace relazione ete-rosessuale con una ballerina.Latranquilla vita dei due viene peròmessa a dura prova quando Lau-rent annuncia di essersi fidan-zato con la figlia di un politicoreazionario e ultra-conservatoree che, in occasione della visita

dei futuri suoceri, desi-dererebbe che Albinnon fosse presente, pernon fare cattiva impres-sione sul futuro suo-cero.

Da qui ha inizio unaserie di equivoci co-mici, che movimentanola vicenda fino a una

conclusione a sorpresa.La pro-duzione originale del 1983 vinse6 Tony Award (gli Oscar del Mu-sical), tra cui Miglior musical.Tony Award alla riedizione del2010 come “Best Revival”.

Corrado Gallo

Di Denis Diderot, adatta-mento:Edoardo Erba e Sil-vio Orlando; con Silvio Or-

lando, Amerigo Fontani, MariaLaura Rondanini. ClavicembalistaSimone Gullì. Scene Giancarlo Ba-sili. Costumi Giovanna Buzzi. RegiaSilvio Orlando. Produzione Cardel-lino srl.

Il nipote di Rameau di Denis Di-derot, capolavoro satirico della se-conda metà del settecento è la para-bola grottesca di un musico fallito,cortigiano convinto, amorale per vo-cazione avvolto in un lucido cupiodissolvi.

Nella sua imbarazzante assenzadi prospettive edificanti, nella ridu-

zione della vita a pura funzione fi-siologica riesce in maniera parados-sale a ribaltare la visione del bene edel male, del genio e della medio-crità, della natura umana e delle pos-sibilità di redimerla.

Rameau si è offerto attraverso i se-coli come un nitido archetipo di li-bero servo, innocua foglia di ficoper padroni a tolleranza variabile.

Scorgiamo dietro la sua perversitàle paure del filosofo del perdere sestesso e i propri riferimenti etici nel-l'affrontare un primo embrione di li-bero mercato delle idee che intuivastesse nascendo in quel turbolento efervido scorcio di secolo.

Rameau manca dai nostri teatri

dagli inizi degli anni novanta, unventennio di profonde mutazioni nelcorpo della nostra società civile, lesue contorsioni intellettuali quindiassumono nuovo e violento impattoe nuovi motivi di aspro divertimento.

Luca Cruciani

Di William Shakespeare, Vanessa Gravina,Edoardo Siravo, e con Carlo Di Maio, VitoFacciolla, Daniele Gonciaruk, Elisabetta

Alma, Emanuela Trovato, Marco Trebian, MarcoZingaro, Maurizio Tomaciello, Valentina D’An-drea e la partecipazione di Giulio Farnese, adatta-mento e regia Armando Pugliese, Pragma, TeatroStabile d’Abruzzo.

La bisbetica domata (The Taming of the Shrew)è una festa di trame incrociate, scambi d'identità,manipolazioni linguistiche. In una Padova rein-ventata dall'autore, viene descritta la vigorosa con-quista dell'irrequieta Caterina da parte del caparbioPetruccio, avventuriero veronese, che sposa e sog-gioga l'intrattabile Caterina di Padova, attirato so-prattutto dalla sua dote.

Non tutti sanno però che il testo shakespearianoè contenuto in una cornice che rende i due prota-gonisti personaggi di una rappresentazione teatralecui altri personaggi assistono in scena. Una com-media nella commedia, quindi. Precede il drammaun prologo in cui un calderaio, Cristoforo Sly, è rac-colto ubriaco da un signore reduce da una partita dicaccia, davanti ad un’ osteria in aperta campagna:Sly è portato al castello, e gli fanno la beffa di trat-tarlo al suo risveglio come se fosse un gentiluomoche dopo lungo tempo ha ripreso l’uso della ragionee lo fanno assistere a La bisbetica domata.

“Shakespeare non scrisse l' epilogo,- scriveFranco Cordelli su Il Corriere della Sera- ma in ge-nere i registi lo recuperano da un testo simile più omeno coevo, magari trasformando tutto in un so-gno, come ha fatto Pugliese nel suo spettacolo:brillantissimo, certo, pieno di trovate di regia, concostumi mirabolanti e scene, contemporanee o fan-tastiche, che snelliscono la farraginosità del testo.Meglio e di più fanno i due protagonisti, il ribaldoEdoardo Siravo, vero padrone del palcoscenico,un attore di irresistibile simpatia e che, in puro

stile «Amicimiei», puòt raves t i r s icon la stessanaturalezzada pirata oda ricco zo-ticone; e Va-nessa Gra-vina, unaperfetta gat-tamorta: do-mata (percosì dire)dalle torturecui la sotto-pone Petruc-cio ormaisuo marito,nel mono-logo finaleribalta il pro-filo morale della sua eroina, incarnando il titolo diuna commedia che verrà (di Oliver Godsmith):Ella si umilia per vincere.”

La regia di Armando Pugliese individua, infatti,tre mondi nell’universo della commedia: nel pro-logo e nell’epilogo troviamo quello tardo-cinque-centesco della taverna, abitata dal calderaio e daisuoi compari e raccontato con realismo quasi cara-vaggesco; il mondo della rappresentazione, invece,è proiettato in una sorta di futuro/immaginifico chein realtà avrà i colori e i toni dei nostri anni ses-santa. Mentre la casa di Petruccio, dove Caterinaviene ‘educata’, diventa una sorta di ‘mondo deitrolls’, dove il ‘domatore’ comanda e governa isuoi servi ibseniani, per sottomettere la femmina ri-belle.

Daniela Schirru

Tre mondi nell’universo della commedia

LLaa bbiissbbeettiiccaa ddoommaattaaTEATRO QUIRINO dal 6 al 18 dicembre

La stagione 2012 del Teatro dell’Opera si apreil 27 novembre con Macbeth di Giuseppe Ver-di, in un allestimento del Festival di Sali-

sburgo con la regia di Peter Stein, sul podio RiccardoMuti. Repliche fino all’11 dicembre.

www.operaroma.it La stagione sinfonica dell’Accademia

Nazionale di Santa Cecilia al Parco del-la Musica prosegue con Gustavo Duda-mel che il 23 novembre, alla guida del-l’Orchestra Sinfonica del Venezuela Si-mon Bolivar, esegue Beethoven, Ravel eStravinskij. Il 26, repliche 27 e 28, AntonioPappano, con Yuja Wang al pianoforte,presenta, Dukas, Bartók e Dvorák. Il 3 di-cembre, repliche 5 e 6, Kent Nagano (foto), con ilclarinettista Alessandro Carbonare, presenta in pri-ma assoluta il concerto per clarinetto di Beintus, ol-tre a musiche di Liszt e Stravinskij. Programma fran-

cese il 10, repliche il12 e 13, con Ste-phàne Denève sulpodio e Enrico Din-do al violoncello,Ravel, Saint – Saënse Roussel. Pro-gramma natalizio il17, repliche 19 e 20,con il Messiah diHaendel, FlavioBiondi direttore, Ca-rolyn Sampson so-prano, Romina Bas-so, mezzosoprano,

Jeremy Ovenden, tenore, Vito Priante, basso.Per la stagione da camera il 25 novembre il Quar-

tetto Mosaïques suona Haydn, Mozart e Beethoven.Il concerto del 2 dicembre è dedicato al repertoriodi Farinelli, il castrato, con brani di Porpora, Bro-schi, Vinci e Leo. Christophe Rousset dirige Les Ta-lens Lyrique, con il mezzosoprano Ann Hallenberg.Il 7, presso l’Accademia Tedesca di Villa Massimo,l’Ensemble Modern con la direzione di Frank Ollu,esegue musiche di Sabat, von Schweinitz, Eisler,Cage e Sani. Il 9 l’affascinante pianista Hélène Gri-maud (foto)suona Mozart,Berg, Liszt, Bar-tók. Il 16 l’Or-chestra d’Archidell’Accademiadi Santa Ceci-lia, con EnricoDindo al vio-loncello e PavelBerman al vio-lino, esegue mu-siche di Vivaldi, Sarasate e Piazzolla.

www.santacecilia.it Il 1 dicembre al teatro Olimpico prosegue la sta-

gione dell’Accademia Filarmonica Romana, con Pa-

GAGnini, divertente quartetto d’archi che suona Mo-zart, Pachelbel, Chopin, Boccherini, Paganini, Fal-la, Sarasate, Gainsbourg, U2. Il 3, presso la sede delConservatorio S. Cecilia, l’organista Giorgio Car-

nini interpretaLiszt. Il 4 alla salaCasella l’Ensem-ble Algoritmosuona musiche diPetrassi, Clemen-ti, Baggiani, Fran-ceschini. L’8 alTeatro Argentinail Quintetto Musi-ci Aurei e il bari-

tono Umberto Chiummo eseguono pezzi di Brahms,Mahler, Ravinale. La mattina del 18 al TeatroOlimpico si esibisce la Play Toy Orchestra, con ildirettore Fabrizio Cusani, suonando solo strumen-ti giocattolo.

www.filarmonicaromana.org Per la stagione dell’Istituzione Universitaria dei

Concerti presso l’Aula Magna della Sapienza, il 26novembre il pianista Andrea Lucchesini (foto),con il Quartet-to di Cremonae GiuseppeRusso Russi,suona Beetho-ven. Il 29 ilvioloncellistaNarek Ha-khnazaryan,vincitore delConcorso In-ternazionaleČ a i k o v s k i j2011, e il pia-nista MonaldoBraconi eseguono Schumann, Shostakovich, Ra-chmaninov, Paganini. Il 3 dicembre il vincitore del-la sezione violino del Concorso InternazionaleČaikovskij 2011 Sergey Dogadin, con il pianista IngaDzektser, suona Beethoven, Čajkovskij, Bizet. Il 6,il Complesso Barocco, con Riccardo Minasi violi-

no e direzione, esegue Mozart e Haydn. Il10 arriva Orchestra Filarmonica di Bel-grado che, diretta da Charles OlivieriMunroe con il violinista Stefan Milenko-vic, esegue Wagner, Paganini, Saint – Sa-ëns e Liszt. Il 13 il trio composto da GidonKremer violino (foto), Giedre Dirvanau-skaite violoncello e Andrius Zlabys pia-noforte, interpreta pezzi di Silvestrov,Bach, Gubaidulina, Shostakovich. Il 17 èla volta del vincitore della sezione piano-forte del Concorso Internazionale Čai-

kovskij 2011, Daniil Trifonov, che suona Chopin eLiszt.

www.concertiiuc.it Patrizia Vallone

TEATRO SISTINA da 23 novembre al 18 dicembre

22220000 aaaarrrr ttttiiiissssttttiiii ssssuuuuiiii ttttaaaacccccccchhhhiiii aaaa ssssppppiiiillll llllooooccccoooonnnn 6666 tttteeeemmmmiiiibbbbiiiillll iiiissssssssiiiimmmmeeee DDDDrrrraaaagggg QQQQuuuueeeeeeeennnn

Di e con Filippo Timi e con Lucia Mascinoe Luca Pignagnoli, Teatro Franco Parenti.Filippo Timi, attore dirompente, è autore e

interprete di questo spettacolo prodotto dal teatroFranco Parenti. Nessuna Favola è mai perfettacome sembra, per quanto imbalsamata tu possa re-sistere dietro la bugia di un sorriso, la vita, carnosa,brutale, spietata, una notte magica di Natale busseràalla tua porta, e nulla sarà mai più come prima…

Mrs Fairytale e Mrs Emerald, due donne, dueamiche, due impeccabili mogli e un terribile e sca-broso segreto da nascondere.

Mrs Fairytale: Ogni uomo è una trappola, alcunisono trappole taglienti, altri pozzi vuoti, altri me-ravigliosi come un veleno irresistibile, ma di base,l’uomo ha l’omicidio nel cuore… Vivo in una far-macia, morirò pulita come una supposta scaduta.C’è qualcosa dentro di me che vive, s’inaugura e iomi sento come se non fossi stata invitata a questa

festa. Mrs Emerald: Hai ra-

gione, dobbiamo fare qual-cosa, rischiamo di vivereuna vita per la pietà di farefelice qualcuno che nonsiamo noi.

Mrs Fairytale: Si, nonvoglio più essere un prontosoccorso.

Mrs Emerald: Dobbiamo imparare ad essere cat-tive.

Mrs Fairytale: Come posso mettere al mondoun figlio senza insegnargli ad essere cattivo? Nondico malvagio, ma almeno cattivo quel tanto chebasta per pretendere di essere felice.

Mrs Emerald: Ho paura, ti prego abbracciami. Mrs Fairytale: Vieni qui, Tesoro mio.

Regina Uscidda

C’era una volta una bambina, e dico c’era perché ora non c’è più

~~ FFaavvoollaa ~~TEATRO QUIRINO dal 22 novembre al 4 dicembre

PICCOLO ELISEO, dal 22 novembre al 4 dicembre

Innocua foglia di fico per padroni a tolleranza variabile

IIIIllll nnnniiiippppooootttteeee ddddiiii RRRRaaaammmmeeeeaaaauuuu

CCCCaaaalllleeeennnnddddaaaarrrriiiioooo mmmmuuuussssiiiiccccaaaalllleeee

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IIll CCuuoorree GGrraannddeeDDeellllee RRaaggaazzzzee

(Continua da pagina 1)Carlino, povero e ingenuo figlio di contadini, piace

molto alle ragazze anche per “ il suo alito che sa dibiancospino” ma viene spinto a sposare una delle duefiglie “zitelle” di un ricco proprietario terriero con la

promessa diuna motoGuzzi rossa.Quando peròall’improv-viso arrivada RomaFrancesca, lasorella più

giovane e bella, scocca tra i due il colpo di fulmine. MaCarlino tradirà l’amatissima moglie proprio la primanotte di nozze…

In realtà più che il racconto, attraverso uno stileforse ancora più visionario di altri suoi film, emergonoi caratteri molto ben delineati dei personaggi grazie al-l’abilità del regista che sa raccontare in modo ironicoe sentimentale le donne di allora e il modo in cui la lorosupremazia celata le rendeva le vere padrone dellacasa e della famiglia.

In particolare incuriosisce e convince in questo filmla scelta del protagonista, il cantante Cesare Cremonini,che Pupi Avati ha voluto dopo averlo visto casualmentein TV, perché ci si è riconosciuto nella spontaneità e an-che nella “bolognesitudine”.

Da sottolineare infine la colonna sonora curata daLucio Dalla, che il regista aveva conosciuto quando,prima di essere preso dalla passione del cinema, suo-nava il clarinetto in una jazz band.

Antonio Maria Favorini

Novembre/Dicembre 2011 - città mese www.cittamese.itTe a t r o / M u s i c a / D a n z a / C i n e m a / T vTe a t r o / M u s i c a / D a n z a / C i n e m a / T v 5555

Nel numero precedente,abbiamo raccontato laparte più determinante

della carriera di Walt Disney,quella che lo ha trasformatonell’icona eterna che tutti cono-sciamo. Questa volta parleremoinvece della parte finale della suavita, quella in cui Walt ha osatoe sperimentato come mai prima.

Nel decennio 1950-60, ven-gono realizzati i primi filmcon attori in carne ed ossa,come L’isola del tesoro, pri-mo film d’azione intera-mente in live action, cosìcome i successivi 20.000 le-ghe sotto i mari e Un cowboy con il velo da sposa; al-cuni show televisivi, come ilMickey Mouse Club; altricelebri lungometraggi d’ani-mazione come La carica dei101, Lilli e il vagabondo, Laspada nella roccia e La bel-la addormentata nel bosco.

La delusione finanziaria rap-presentata dagli ultimi due, però,spinge Walt a puntare tutto sul-l’acquisizione dei diritti di un li-bro per bambini dell’autrice in-glese Pamela Lee Travers, pertrarne un film che combini ani-mazione e recitazione tradizio-nale.

Il risultato di questa scom-messa vincente è Mary Poppins

(1964), vincitore di cinque pre-mi Oscar e un Golden globe.

Purtroppo, a causa di un tu-more ai polmoni, Walt Disneymuore due anni più tardi, dopoaver avviato la creazione di unnuovo parco – Disney World inFlorida – affiancato da un cen-tro della scienza chiamato EP-COT, ovvero il Prototipo Speri-mentale della Città Del Domani.

L’eredità che Disney lasciaal mondo dell’intratteni-mento è immensa e gli so-pravvive in molti dei filmsuccessivamente prodotti –da Gli aristogatti, a Red eToby, a La Sirenetta e Labella e la bestia – ma anchenel volto del personaggio diMacchia nera che, nelle po-che volte in cui viene raffi-gurato senza mantello, sve-la fattezze incredibilmentesomiglianti a quelle del-l’immortale Walt.

Nascita, Vizi e Virtù

1144 di Giulia Soillaa SSttoorriiaaWWAALLTT DDIISSNNEEYY ((PPaarrttee tteerrzzaa))

Povera Italia. Ci dev'essere uno sconfortodiffuso se la giuria presieduta da EnnioMorricone e con personaggi come Roberto

Bolle , Susanne Bier, Carmen Chaplin, DavidPuttnam, Pierre Thoretto e Debra Winger, non hapremiato nessunfilm nostrano.Non Avati, Mon-taldo, Faenza,nemmeno pro-messe come Ma-rina Spada, IvanCotroneo, PippoMezzapesa. E nonperché da altreparti ci fossero ca-polavori. Film di-gnitosi, questo,sì , ma anche da noi. Roberto Fa-enza, nel suo "Questo dolore ti sarà utile", non èapparso scontato , anzi, ha tentato un ritratto deigiovani d'oggi sincero.

Misteri delle giurie… La sesta edizione dellafesta-festival romana - un ottimo "luogo di mer-cato", l'ha definito il ministro Galan - ha co-munque ottenuto, secondo gli organizzatori, unaumento dei biglietti venduti (da118 mila del-l'anno scorso a 123 mila) e oltre 5mila spettatoriin più nella sezione Alice in città.

La gente c'era, non tantissima, ma c’era, si ve-deva e si sentiva. Smanie al red carpet, dove digrandi star se ne son viste poche. E' venuto WimWenders a presentare in una serata da standingovation il suo film-omaggio a Pina Bausch, unodei pochi eventi veri del festival. E poi RichardGere, un autentico divo, per il premio alla car-riera in Campidoglio. Per il resto, le piccolestelle italiane e straniere.

Ora, ci sono i conti da fare per il 2012. Cambiprevisti - dal presidente Rondi al direttore arti-stico Piera DeTassis -, data anticipata forse ametà ottobre, meno film in concorso... Il fatto èche le diverse anime di questa rassegna, piutto-

sto ibrida, non si uniscono.Roma è festival o festa o

mercato? E' tutt'e tre. Mercato,sembra, soprattutto. Il che non èmale. Se i film restano chiusinei festival e nei concorsi e nonarrivano al grande pubblico,come spesso succede, che sensoha presentarli?

Per fortuna, i film ci sono. Ei giovani autori non sono cosìmale, come si è notato in unanuova sezione dedicata a loro,premiando "Appartamento adAtene" di Ruggero De Paola,storia ambientata ad Atene du-rante l'ultima guerra.

Vincente su tutte risulta"Alice in città" che quest'annoha puntato a temi difficili comela sessualità, l'aborto, le crisi familiari, la malat-tia e la morte. Storie belle e forti.Premiato "Nordzee Texas" del belga Bavo De-furne, vicenda affettiva fra due ragazzi.

E veniamo ai film vincitori. I temi trattati sonodiversi, dalla crisi economica alle paure in fami-glia, dall'horror al disagio. Ma alla fin fine,aprono ad un piccolo raggio di speranza. Così ilMiglior film dell'argentino Sebastian Borensztein"Un cuento chino" dà il giusto peso all'amicizia

difficile e vera tra due uomini; il Gran premiodella giuria al francese Voyez come il dansent" diClaude Miller, premia la forza dell'amore al fem-minile; ed il Premio speciale della giuria alloscespiriano "The eye of the storm" dell'austra-liano Fred Schepisi parla di dure dinamiche fa-miliari.

Le conclusioni tuttavia non sono amare. Lagente desidera speranza. Anche dalle giurie.

Mario dal Bello

Èentrata nei modi di direquotidiani la frase "Sem-brava un Maciste" ma

Maciste, chi era costui?Paragonato alla figura di Er-

cole, è un personaggio mitolo-gico dotato di immensa forza ebontà che fu creato per il lungo-metraggio Cabiria (1914) dalpoeta esteta Gabriele D'Annun-zio (anche se ciò non fu mai dav-vero confermato).

È tuttavia certo che non siamai esistita nell'antica Roma unafigura mitologica con questonome. Il "primo Maciste" fu af-fidato all'attore di cinema mutoBartolomeo Pagano ed il pub-blico rimase tanto affascinato dalpersonaggio che fino agli anni

'30 saranno continuamente rea-lizzati film su di esso incentrati esempre aventi come interprete ilmedesimo attore. È così che ilforzuto eroe buono divenneu n ' i c o n adel cinemai t a l i a n o .Dai primi"Macistea l p i n o " ,"Macisteatleta" finoagli ultimi"Macistea l l ' i n -ferno" e"Maciste nella gabbia dei leoni"(solo quattro di una lunga lista)capiamo immediatamente che si

tratta film nati e costruiti esclu-sivamente in funzione di questafigura che si adattava perfetta-mente alle necessità del vecchiopubblico cinematografico: unfilm che iniziasse a raccontareuna storia ma sempre rimanendolegato al quel cinema primordialepuramente interessato all'attra-zione dell'immagine in movi-mento.

Negli anni venti con l'avventodel sonoro, delle nuove tecni-che cinematografiche e dinuovi interessi, la figura delMaciste venne messa da parteper essere ripresa negli anni'50 come protagonista del ge-nere "peplum".

Da non dimenticare chequesto personaggio privo diuna qualche profondità psi-cologica e che oggi può farsorridere, venne ovviamente

parodizzato da diversi attori (trai quali emerge fra tutti, Totò).

Eleonora Savignano

3

Di e con Saverio La Ruina, musiche originalieseguite dal vivo da Roberto Cherillo, di-segno luci Dario De Luca, organizzazione

Settimio Pisano, produzione Scena Verticale, con ilsostegno di MIBAC -Regione Calabria. Prima na-zionale.

Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai libri distoria, consumata fino a qualche giorno fa a pochichilometri dalle nostre case.

Alla fine della seconda guerra mondiale, mi-gliaia di soldati e civili italiani rimangono intrap-polati in Albania con l’avvento del regime dittato-riale. Molti sposano donne albanesi dalle qualihanno figli. Con l’accusa di attività sovversiva ai

danni del regime la maggior parte vengono con-dannati e poi rimpatriati in Italia. Donne e bambinivengono trattenuti e internati in campi di prigioniaper la sola colpa di essere mogli e figli di italiani.Vivono in alloggi circondati da filo spinato, con-trollati dalla polizia segreta del regime, sottopostia interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati etorture.

In quei campi di prigionia rimangono quaran-t’anni, dimenticati.

Come il “nostro” che vi nasce nel 1951 e vivequarant’anni nel mito del padre e dell’Italia che rag-giunge nel 1991 a seguito della caduta del regime.

Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano,arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere ac-colti come eroi, ma paradossalmente condannati adessere italiani in Albania e albanesi in Italia.

La prima stesura del testo di “Italianesi” è giuntanella cinquina dei finalisti al Premio Riccione peril Teatro 2011.

Simona Carlodalatri

Italiani in Albania e albanesi in Italia

IIttaalliiaanneessiiTEATRO INDIA dal 28 novembre al 3 dicembre

VI Festival internazionale del cinema di Roma

UUnn ffeessttiivvaall aa mmeettààL’Italia senza premi. Vince l'argentino "Un cuento chino".

Bene la rassegna"Alice in città"

Di David Harrower, regia Lluis Pasqual, conMassimo Popolizio e Anna Della Rosa econ Silvia Altrui;produzione Piccolo Tea-

tro di Milano - Teatro d'Europa. Lluís Pasqual si ci-menta con un testo terribilmente attuale sulle feriteinguaribili di un amore sbagliato. In Blackbird si af-fronta l’amore di un uomo adulto per una bambina,ma da una prospettiva diversa. “Mettere in scenaBlackbird - spiega Pasqual - significa portare in evi-denza un tema che tutti conosciamo nella sua realtàquotidiana, per guardarlo in modo più profondo, aldi fuori di ogni significato scandalistico”. Il lin-guaggio teatrale diventa lo strumento privilegiatoper uno sguardo “altro” sulle cose, soprattuttoquando si tratta di vicende scomode e, quindi,spesso taciute. Così, attraverso le molte stratifica-zioni del testo e i numerosi livelli di lettura, l’ordi-naria storia di una violenza si trasforma in unagrande storia d’amore, che lega indissolubilmente,in maniera unica e crudele, due esseri umani. Unadiscesa negli inferi dell’animo umano, che del-l’animo umano prova a svelare le ombre, le millepaurose sfumature. Data la delicatezza dell’argo-mento, pur trattato con un estremo rigore morale, lo

spettacolo è vivamente sconsigliato ai minori.Nel 2003 Brian McMaster, direttore dell’Inter-

national Festival di Edimburgo, commissiona adHarrower un testo: il drammaturgo ha carta biancae due anni per presentare il lavoro. Harrower si im-pegna nella stesura di un testo ispirato al caso giu-diziario di Tony Studebaker, exmarine americanoche intrecciò una relazione online con una dodi-cenne di cui ignorava l’età e fu incarcerato per ra-pimento e reati a sfondo sessuale. “Blackbird perme fu davvero uno svelamento - commenta Harro-wer - Non potevo usare materiale tratto semplice-mente dalle pagine dei giornali”. Il tema dell’abusoè scottante. Ma non è quello il cuore dell’interesseper l’autore, che spiega: “Mi sembrava insensatoscrivere un testo sulla pedofilia, e dire la pedofiliaè un male: lo sanno tutti. Dovevo cercare più in pro-fondità (…) Pensavo anche che le donne si sareb-bero schierate contro di me. Invece, alcune amichemi hanno poi raccontato di aver avuto relazionicon uomini molto più adulti e di essere sempre ri-maste convinte di aver agito nel giusto”.

Il titolo dell’opera, tradotto letteralmente, signi-fica “il merlo”, corrisponde anche al travestimentoadottato da Satana per indurre in tentazione unsanto – San Benedetto, secondo alcune fonti ico-nografiche – spingendolo a desiderare una fan-ciulla: il drammaturgo scopre questo legamequando ha già scelto il titolo e, con sorpresa, si ac-corge che calza a pennello al testo.

Luca Cruciani

Rapporto tra un uomo adulto e una bambina

BBllaacckkbbiirrddTEATRO INDIA dal 30 novembre al 18 dicembre

Page 6: NUOVASERIE cciittttàà eet …web.tiscali.it/maurann/images/impaginazione/nov-dic11.pdf · mesi e Sondra, una splendida Bengala di 7 mesi che ha vinto il premio Very Important at,u

Novembre/Dicembre 2011 - città mese www.cittamese.itTe a t r o / M u s i c a / D a n z a / C i n e m a / T vTe a t r o / M u s i c a / D a n z a / C i n e m a / T v 6666

Come abbiamo visto neiprecedenti articoli, coltempo diventa sempre

più evidente che la figura delDJ – inizialmente mero “ripro-duttore” di brani altrui – abbiaassunto un status autonomo,proprio come quella di un mu-sicista a tutti gli effetti.

All’inizio degli anni ‘90, CarlCox usa in una stessa serata trepiatti, due per mixare i brani euno per inserire nella selezionemusicale della serata versioni"a cappella" di canzoni con cui

realizzare veri remix dal vivo.Sempre nel 1990, i Meat Beat

Manifesto inventano la musica"jungle" (detta anche “drum'-n'bass”), una variante sinco-pata della “house”, realizzatafondendo hip hop e techno, im-mediatamente adottata nel clubRage di Londra dai DJ Fabio eGrooverider. Alla fine deglianni ’90, i DJ diventano dei verie propri idoli per i “clubbers”,ovvero gli abituali frequenta-tori delle discoteche più invoga, che iniziano a muoversi

da una nazione all'altra pur diassistere alle varie performan-ces dal vivo dei loro artisti pre-feriti.

Chi sono le stelle di questanuova tendenza? Tra i più fa-mosi, citiamo Gregor Asch,noto anche come DJ Olive, chenel 1992 a Williamsburg (Broo-klin) organizza la prima festamultimediale, “Lalalandia”, econia la parola “illbient” perindicare un nuovo genere mu-sicale che unisce dub, hip-hoped electro, ma anche un am-

biente che genera vibrazionipositive.

L’anno successivo, il tedescoSven Vath pubblica “AccidentIn Paradise”, inventando la“progressive house” o “trance”,mentre tre anni dopo Paul Oa-kenfold lancia la “Goa Trance”al “Full Moon Party” in Tai-landia.

Per sapere invece chi sono lestar degli anni 2000, basterà ac-cendere la radio e cercare lanuova hit di Bob Sinclair, Da-vid Guetta o Martin Solveig….

Da Leonid Nikolaevic Andreev,regia Glauco Mauri, con GlaucoMauri e Roberto Sturno e con

Leonardo Aloi, Barbara Begala,Marco Blanchi, Mauro Mandolini, LuciaNicolini, Roberto Palermo, David Pa-

ryla, Stefano Sartore, Paolo BenvenutoVezzoso; produzione Compagnia MauriSturno.

Glauco Mauri e Roberto Sturno fe-steggiano quest’anno i trenta anni dellaloro compagnia, un traguardo importantefatto di impegno e totale dedizione alTeatro. Nei teatri di tutta Italia hannoportato i grandi classici: Sofocle, Shake-speare, Goethe, Molière, ma anche Io-nesco e Beckett, Pirandello e Goldoni,Dostoevskij e Brecht, Mamet e Schmitte Shaffer. Per questa trentesima stagioneteatrale della Compagnia mettono inscena una libera versione tratta dal-l’omonimo testo teatrale di Leonid Ni-kolaevič Andreev: Quello che prende glischiaffi, una “favola” che, attraversol’emozione e il divertimento, possa co-municare al pubblico la “civile utilità delTeatro”.

Giornalista, scrittore e drammaturgo,L. N. Andreev fu un protagonista dellavita culturale della Russia nel primo ven-tennio del Novecento, anni tumultuosiche precedettero la rivoluzione d’Otto-

bre. Popolare anche all’estero, per con-tratto in Germania le sue opere dove-vano uscire prima che in Russia, in Italia,tra gli altri, fu tradotto anche da PieroGobetti e molti suoi lavori furono inter-pretati con successo dai nostri grandi at-tori, da Zacconi alla Pavlova, dalle so-relle Gramatica a Ruggeri, e da RomoloValli a Valeria Moriconi a Enrico MariaSalerno.

Quello che prende gli schiaffi scrittoda Andreev tra agosto e settembre del1915 fu rappresentato al Teatro d’Arte diMosca e a Pietroburgo al Teatro Alek-sandrinskij con la regia di N. V. Petrov,il regista ne trasse anche un film nel1916. Nel dramma l’elemento realistico,simbolico e psicologico sono fusi per-fettamente raggiungendo un’eccezionaleliricità. “La libera versione di questo te-sto – commenta Mauri, anche regista ecoprotagonista con Roberto Sturno – èmotivata dal desiderio di mettere in mag-giore evidenza le inquietudini, i disagi ele ansie che sono presenti nella nostra at-tuale società, tuttavia senza restare in-

gabbiati nell’ipocrisia del rispetto esa-sperato del testo, ma con la sensibilità ela responsabilità dell’uomo di oggi”.

Un uomo vuole fuggire dalla societànella quale vive, dove tutto è dominatodall’egoismo, dall’indifferenza e dal de-naro con cui tutto si compera, anche isentimenti più puri. E allora diventeràun clown.

Sale su un palcoscenico da dove co-mincerà la sua nuova vita e, sotto la-crime dipinte, potrà ridere del suo doloree con le sue sguaiate risate potrà gridarela sua ribellione. Non è un pazzo, mauno di quei rari uomini che sperano sipossa costruire un mondo migliore.

Un tragico colpo di scena metterà fineal suo sogno.

Clown, domatrici di leoni, ballerinemute, piccoli truffatori, ignobili seduttori,uomini sconfitti dalla vita, uno spetta-colo, Quello che prende gli schiaffi, contutti i colori del caleidoscopio che è lavita: dramma, commedia, farsa, risata,lacrime, musica, canto e danza.

Carlo Cerù

LLLL aaaa SSSS tttt oooo rrrr iiii aaaa dddd eeee llll llll aaaammmm uuuu ssss iiii cccc aaaa rrrr oooo cccc kkkk

di Giulia Soi

IIII DDDDIIIISSSSCCCC ---- JJJJOOOOCCCCKKKKEEEEYYYYppppaaaarrrr tttteeee tttteeeerrrrzzzzaaaa

1133

Maria Callas raccontata dallagovernante Bruna

VViissssii ppeerr MMaarriiaaDal 10 novembre viene prorogato fino

al 20 novembre lo spettacolo Vissiper Maria ”La vita di Maria Callas

raccontata dalla governante Bruna” di Ro-berto D'Alessandro della Nuova Compagniadi Teatro Luisa Mariani. Interpretato da Eli-sabetta De Vito per la regia di Ciro Scalera in

scena alla Casina delle Civettenei Musei di Villa Torlonia. Inun’atmosfera intimista la suafedele governante Bruna attra-verso i rituali della sua esi-stenza, ci illustra la vita dellagrande cantante lirica MariaCallas. La genuina semplicitàdi Bruna sa cogliere la fragilitàe la sensibilità della cantante,donando una visione che va oltre il mito. Lanarrazione mette così a nudo le manie, le esi-genze, gli amori di un grande personaggio econcedendoci una Callas tutta nostra, fa per-cepire la sensazione di averla veramente co-nosciuta facendo dimenticare l'immagine più

nota, quella del palcoscenico.Il sentimento di affetto sin-cero della governante ci svelala personalità densa e com-plessa di un essere umanoconsumato da insicurezze edubbi, gli stessi di una donnadi oggi e di sempre.

Per informazioni e preno-tazioni: 339.29.46.389

(h.10.00-13.00 / 15.00-18.00 )Ingresso 12,00 euroRitiro biglietti presso edificio entrando a si-

nistra. Posti limitati è consigliata la prenota-zione.

Daniela Schirru

TEATRO ARGENTINA, dal 29 novembre all’ 11 dicembre

QQuueelllloo cchhee pprreennddeeggllii sscchhiiaaffffii

Da Wolfgang Amadeus Mozart, li-beramente adattatato da PeterBrook, Franck Krawczyk e Ma-

rie-Hélène Estienne, regia di Peter Brook.Coproduzione: C.I.C.T./Théatre des Bouf-fes du Nord - Festival d'Automne à Paris -Attiki Cultural Society,Athènes - Musikfest Bre-men - Théatre de Caen -MC2, Grenoble - Barbi-can, Londres - Les Théa-tres de la Ville de Luxem-bourg - Piccolo Teatro diMilano / Teatro d'Europa -Lincoln Center Festival,New York; co-realizza-zione Romaeuropa Festi-val 2011 e Teatro di Roma– produzione esecutiva de-gli spettacoli a Roma: Ro-maeuropa Festival 2011.

Parola e musica si in-trecciano nell’afflato ma-gico e giocoso della regialirica firmata da un grandenome del teatro contempo-raneo, Peter Brook, cheporta sulla scena Un flautomagico, ovvero la rilettura ludica, intima eleggera, del singspiele mozartiano. Unarappresentazione “distillata” e ridotta al-l’essenzialità della forma e del contenutoper raggiungere il senso profondo che nel-l’opera di Mozart affiora con ineffabile ric-chezza tra la gioia di vivere e il misterodella morte.

Interprete geniale di un teatro musicalespogliato dei suoi effetti, dei suoi orpelli,privato dell’orchestra, ma con il solo ac-compagnamento del pianoforte, Brookmira dritto al cuore del capolavoro delcompositore austriaco per restituire al pub-

blico un viaggio avvincente e incantato cheripercorre i grandi sentimenti dell’animoumano, l’amore, il potere, la giovinezza, lavita e infine la morte. Un flauto magico cheè prima di tutto una fiaba, la storia di unamore da conquistare e di un uomo chemette alla prova se stesso, il principe Ta-mino che, con l’aiuto di un flauto magico

e del buffo Papageno, affronterà una seriedi vicissitudini per liberare la sua amatadalla prigionia del mago Sarastro, e delleangherie della Regina della Notte e del per-fido Monostatos.

Sul palcoscenico, tutta la tenerezza el’incanto della musicamozartiana per ascol-tare e scoprire la fragi-lità della vita. Recente-mente insignito delprestigioso HonorificMolière, per la suagrande e proficua car-riera, Peter Brook ha ri-cevuto per l’opera Unflauto magico, uno deipiù importanti ricono-scimenti del teatrofrancese: il PremioMolière come migliorspettacolo teatrale inFrancia.

w w w. t e a t r o d i -roma.net BiglietteriaTeatro Argentina:tel.06.684.000.311(ore10-14/15-19 lunedì ri-

poso) vendita on-line www.helloticket.it- nu-mero verde per pagamento con carta di cre-dito 800907080 Orari: martedì, mercoledì,venerdì ore 21 - giovedì e domenica ore 17 -sabato ore 19 Costi: biglietto intero €27 pla-tea palchi €22 galleria €16 - ridotti da €22 a€13 (senza prevendita)

Sergio Conte

TEATRO ARGENTINA, dal 17 al 27 novembre

Lontano da ciò che uno si aspetterebbe

UUnn ffllaauuttoo mmaaggiiccooMi avete calpestato, ucciso,

strappato, esploso,ma il mioembrione non è mai stato uc-

cisoNiente potrà mai soffocarloUno spettacolo di Pippo Delbono.

Produzione Emilia Romagna TeatroFondazione, Teatro di Roma, Théâtredu Rond Point- Parigi, Théâtre de laPlace - Liegi, Théâtre National de Bre-tagne – Rennes

"Ogni mio spettacolo è una tappache fa parte di un viaggio personale, edi un viaggio nel tempo che ci cir-conda. Un tempo turbolento, questo, dicontrasti, di violenze, di una libertàdifficile da conquistare, ma anche digrandi rivolte, un tempo in fiamme.Avolte mi piace pensare di essere già inun tempo nuovo, immaginando chequel tempo oscuro siarimasto indietro, ma al-tre volte mi trovo an-cora chiuso in una gab-bia, asfissiato, dovesembra che non ci siavia d'uscita. Per questospettacolo ho pensato aun luogo vuoto,comequelle stanze vuote,memoriali di orroripassati, che però por-tano ancora forti i se-gni, i colori, gli odoridelle prigioni. Ma pen-sando anche alle stanzedella mente svuotatedopo le grida di pas-

sione, di amore, di rabbia, di dolore. Unbisogno di lucidità dopo lafollia."Pippo Delbono Suona forsecome limite tra utopia e provocazione,o come una soglia da immaginare etrapassare, il titolo della nuova crea-zione di Pippo Delbono Dopo la batta-glia. Suona come stridente e tuttaviamusicale soprattutto in tempi comequelli turbolenti che stiamo vivendosegnati da grandi stravolgimenti. Ep-pure nasce proprio da questa presa dicoscienza, urgente e necessaria, il ri-generarsi continuo di Pippo Delbono,artista sensibile e capace di straordina-ria visionarietà, il bisogno di cercareuna traccia nel segno della ricerca di unnuovo linguaggio.

Regina Uscidda

TEATRO MANZONI, dicembre e tournée invernale

Letture (e sorprese...) sotto l’albero

TTuuttttii ii ggiioorrnnii NNaattaallee!!

VILLA TORLONIA, fino al 20 novembre

Page 7: NUOVASERIE cciittttàà eet …web.tiscali.it/maurann/images/impaginazione/nov-dic11.pdf · mesi e Sondra, una splendida Bengala di 7 mesi che ha vinto il premio Very Important at,u

Di Eduardo De Filippo,regia Nello Mascia.Con Nello Mascia,

Benedetta Buccellato, SergioBasile e con Gino Monteleo-ne, Roberto Giordano. TeatroBiondo Stabile di Palermo.

La compagnia del TeatroBiondo Stabile di Palermo pro-pone un’edizione innovativa diuna delle più famose e cele-brate commedie di Eduardo DeFilippo. Natale in casa Cu-piello, tra le commedie diEduardo, è quella che ha avu-to la gestazione più lunga e sin-golare.

Nato quasi come uno sketchda avanspettacolo, rimpolpatodall’improvvisazione comicadegli interpreti, il testo si ar-ricchì nel tempo di particolarirealistici e di momenti addirit-tura drammatici, senza maiperdere però la sua natura co-micoumoristica.Eduardo definiva Natale in casaCupiello “una commedia affatata”, cioè magica, per-ché ogni volta che gli capitava di riprenderla il gra-dimento del pubblico era sempre altissimo.

La vicenda si svolge a Napoli dove si avvicina ilNatale e Luca Cupiello non pensa ad altro che a fareil presepe, anche se i figli sono cresciuti e la moglieConcetta non lo approva.

In famiglia non mancano i problemi, la figlia spo-sata è innamorata di un altro uomo. Così, in occasionedel pranzo di Natale, si consuma il dramma della ge-losia.

Per ben tre atti questa famiglia intrattiene il pub-blico con i suoi contrasti tra farsa e grottesco, mo-strando il volto amaro e realistico delle dinamiche pa-rentali.

Regina Uscidda

Il nome “clarinetto” appare per la prima volta in unoscritto del 1732 e successivamente comparvero di-verse partiture addirittura dedicate al nuovo stru-

mento da tutti i compositori dell’epoca che ben presto siaccorsero della sua duttilità e di una versatile capacitàdi inserimento nell’ambito sia cameristico che orche-strale.

La parola deriva da 'clarino', termine fino allora uti-lizzato per gli strumenti appartenenti alla famiglia delletrombe: fu unito al diminutivo '-etto' perché i primi mo-delli di questo strumento in quanto non perfezionati pre-sentavano un suono stridente ed acuto simile a quello diuna tromba.

Probabilmente il clarinetto mantenne un timbro squil-lante e penetrante fino agli inizi del XIX secolo quando,negli scritti del tempo che illustravano come imparare asuonarlo, il suo suono iniziò ad essere descritto comedolce e piacevole. Pur mantenendo la sua parentela conl’oboe, per avere in comune il tipo di legno usato per la

costruzione nella stragrande maggioranza dei modelli,tuttavia se ne distinse anche per una caratteristica pe-culiare: un suono di tipo “nasale” - come la voce di unapersona col raffreddore – soprattutto nelle note basse emedie, che gli derivava sia dall’unica ancia posta sotto auna imboccatura (a differenza della cannula dell’oboe),che dalla forma dritta della sua tecnica costruttiva.

I modelli successivi permisero ai musicisti di ottenerepiù alta velocità di esecuzione e, con l’aggiunta di chiavilunghe, arrivare ad ottenere note sovracute fino al rag-giungimento di ben tre ottave complete.

Infine, guarnito di anelli argentati o nichelati ognunodei cinque pezzi di cui si compone, si pregia anche di unaspetto decisamente elegante.(continua)

Sergio Conte

Novembre/Dicembre 2011 - città mese www.cittamese.itTe a t r o / M u s i c a / D a n z a / C i n e m a / T vTe a t r o / M u s i c a / D a n z a / C i n e m a / T v 7777

Galleriadegli strumenti

a fiatoCCCCllllaaaarrrriiiinnnneeeettttttttoooo

ppppaaaarrrrtttteeee 2222

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Di Sergio Pierattini, progetto e regia Vero-nica Cruciani, con Milvia Marigliano, Re-nato Sarti e con Arianna Scommegna, Alex

Cendron. Premio Associazione Nazionale CriticiItaliani - Miglior Testo 2008. Progetto finanziatodal Teatro Donizetti di Bergamo.

Compagnia Veronica Cruciani / Teatro della Coo-perativa.

Come dice l’autore, una famiglia segnata da ungrave episodio e una figlia che ritorna. L’occasioneunica per fare i conti, chiarirsi e capire i motivi chel’hanno condotta a compiere il gesto che ha condi-zionato non solo la sua vita ma anche quella di co-loro che le sono vicini.

Accuse, recriminazioni, rimpianti. Sullo sfondoun contesto sociale particolare ma allo stesso temposimile a quello di tante realtà del nostro centronord; operoso e attivo ma anche denso di profondecontraddizioni. Contraddizioni che nei rapporti congli immigrati diventano talvolta laceranti e distrut-tive. È la storia della protagonista della nostra vi-cenda, la figlia trentenne di un piccolo imprenditorebergamasco, che dopo aver scontato il suo debitocon la giustizia, torna alla sua famiglia d’origine.

È la storia di un intricato e complesso modo di vi-vere i rapporti familiari, attraverso un particolarema anche riconoscibile linguaggio degli affetti alquale i protagonisti si attaccano come naufraghi incerca di salvezza.

La vita e i problemi complessi dell’oggi hanno

forse spinto alla deriva questa operosa famiglia.Una vita fatta di sacrifici e lavoro ma allo stessotempo semplice; dove gli ideali, seppur ingenui,riuscivano ancora a significare speranza e fede inun futuro migliore.

Daniela Schirru

TEATRO ELISEO, dal 29 novembre al 18 dicembre

Il mondo felliniano e non solo è nel libro “ROSYROYAL”, curato da Carmela Nirta con l'apportodi Maria Giuseppina Felli e Gianna Volpi, pre-

sentato al Teatro Flaiano. Centinaia di immagini e te-stimonianze documentano il suo lavoro che per ol-tre 40 anni, ha contribuito al lancio nel mondo dellospettacolo, sport e cultura di artisti e personalitàdella vita sociale e culturale del nostro paese.

Sempre in prima linea, dal '58 al 2001 (anno dellasua scomparsa), Rosy Royal ha trascorso la sua vitapunteggiata dagli esordi e dalle affermazioni deipersonaggi. Amica di Luciano Salce, Alberto Lat-tuada, Mauro Bolognini, Alberto Sordi e altri grandiartisti dell’epoca, ha seguito passo dopo passo la cre-scita e lo sviluppo della nostra cinematografia e glianni d'oro della canzone, collaborando con registi eautori, mettendo a disposizione il suo ineguagliabilefiuto per i talenti di ogni campo, compresi quelli delgiornalismo e della moda, dell'imprenditoria e del-l'economia.

Attraverso una costante organizzazione di pre-miazioni pubbliche (molte in collaborazione con la

Regione Lazio) ha sempre riconosciuto ed esaltato leaspirazioni di personalità nascenti, segnando le lorotappe più importanti come l' esordio e il successo,tanto da meritarsi a pieno titolo, la definizione diprima donna italiana “press agent” ed essere statapremiata più volte con il “Marc'Aurelio” per la suaattività. Voluto da Carmela Nirta, senza scopo di lu-cro e distribuito gratuitamente

ai presenti della serata, come pura testimonianzadel lavoro svolto dalla sorella, comprende la storia diquesta figura femminile che, sacrificando le sueaspirazioni artistiche, ha speso generosamente lasua vita con la soddisfazione di aver consegnatoelogi, riconoscimenti e imput a tutti o quasi gli arti-sti di oggi, ieri e l'altro ieri. Pubblicato anche unostralcio del suo diario in cui sono annotati aneddotie ricordi, inserito nel contesto storico della cosiddetta“dolce vita” immortalata da Ennio Flaiano e Fede-rico Fellini. Rosy Royal, nome d’arte di Rosa Nirta,nacque a Reggio Calabria il 25 dicembre 1929, dagenitori medio-borghesi, all’età di 15 arrivò a Roma,dove la famiglia si era trasferita.

Eduardo la definiva una commedia “affatata”

Natale in casa Cupiello

Al Flaiano un libro ricorda il mondo e l’opera di Rosy Royal

LLaa pprriimmaa pprreessss aaggeenntt iittaalliiaannaa

La rinascita del Grande OrganoWalcker–Tamburini

CCoonncceerrttoo ddeell MM°°AAlleessssaannddrroo LLiiccaattaa Il Grande Organo Walcker – Tamburini sito nella

Sala Accademica del Conservatorio Santa Ceci-lia di Roma, vero capolavoro dell'arte organaria,

tornerà a vibrare, è stato infatti appena restaurato.Costruito nel 1894 dalla Ditta Walcker, fondata nel

1780 e ancora oggi attiva sulla scena internazio-nale, venne collaudato da Marco Enrico Bossi, Fi-lippo Capocci e Remigio Renzi. Nei primi annisessanta l’organo venne notevolmente ampliato dallaDitta Tamburini: dai 39 dell’organo Walcker si passòa 83 registri sonori, oltre a tutte le unioni di ottava,super e sub-ottava, per un totale di 123 placchette.Questa volta il progetto fu firmato da Fernando Ger-mani, che successivamente inaugurò il monumentale

strumento, e vi svolse lunghi anni di intensa attivitàconcertistica e didattica nei Corsi del Conservatorioe nei Corsi speciali dell’Accademia di Santa Cecilia,formando intere generazioni di organisti.

Non va dimenticata la funzione didattica che que-sto strumento consente e consentirà a molti studentiper i prossimi anni. Le sue caratteristiche permettonoinfatti lo studio di un larghissimo repertorio, stili so-nori e modalità interpretative che di rado possonotrovare così ricca attuazione in un unico strumento.

Per l'occasione, concerto straordinario del M°Alessandro Licata, il 22 novembre alle ore 21.00, allapresenza del Presidente del Conservatorio AvvocatoAdriana Giannuzzi, del Direttore Maestro Edda Sil-vestri, di rappresentanti delle istituzioni nonché deidocenti e degli studenti del Conservatorio. Risuoneràla musica di Johann S. Bach: saranno eseguite la ce-leberrima Toccata, Adagio e Fuga in Do maggiore,Partite diverse sopra il Corale O Gott, du frommerGott, il Concerto in la minore (da Vivaldi, op. 3 n. 8)e la Passacaglia, BWV 582.

Maurizio Annibali

Siamo lieti dicomunicarvi le prossimetappe della dicottesima

edizione di

""""DDDDiiiivvvveeeerrrr tttt iiiiaaaammmmoooocccciiiiccccoooonnnn    llll ''''aaaarrrrtttteeee""""     

rassegna per gruppi escuole di danza

che si svolgera’ invarie citta’ italiane:

3 e 4 dicembreTeatro Vigano’, Roma

18 dicembreTeatro Don Bosco,

CasertaLa rassegna è unavetrina di gruppi

di scuole di danza egruppi coreografici.Nell’ambito delleserate si esibiràaccanto a gruppiemergenti anche lacompagnia Ballet-ex

alle 21.00 del 3 ed alle19.00 del 4 dicembre

con una nuova produzionecoreografica

di Luisa Signorelli.Per il regolamento della

Rassegnaed ulteriori

informazioni contattarela direttrice artisticaai seguenti numeri:

Tel/fax 06 68 80 54 38 cell. 3394767039

oppure scaricare ilbando sui siti:

www.luisasignorelli.it www.danzaclassica.net

www.balletex.com

TEATRO PICCOLO ELISEO dal 6 al 18 dicembre

Intricato e complesso modo di vita familiare

~ Il ritorno ~

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ALBUMCULTURA MOSTRE ED EVENTI NELLA NOSTRA SOCIETÀ

Novembre/Dicembre 2011 - pagina 8 - www.cittamese.it

Poche, importanti e alcune scoperte re-centi, sono le vestigia romane sullavia Emilia, come per esempio la ne-

cropoli di Modena, attiva dal I al III secolodopo Cristo, le cui indagini archeologichesono iniziate solo nel 2004. L’area si trovatra la via Emilia est Araldi e Cesena. Nellanecropoli sono state individuate tombe ap-partenenti a famiglie di artigiani, professio-nisti, liberti e anche personaggi illustri. Lestele funerarie, infatti, ci svelano, dopo tantisecoli, i nomi dei defunti e il loro rango so-ciale. All’interno delle tombe, nei cinerari,oltre alle ceneri e ai resti di ossa bruciate,sono state rinvenute: lucerne, balsamari invetro, monete, bicchieri e coppe; alcuni og-

getti sono deformati dal calore del rogo. Al-l’esterno, sono stati trovati vasi di terra-cotta che documentano la pratica delle of-ferte alimentari. Le stele, generalmenteerano rivolte verso la strada in modo che iviandanti potessero leggerle e dedicare unpensiero ai defunti. In località Fossalta, sem-pre vicino a Modena, e sulla via Emilia, nelgennaio-febbraio 2009, nel corso di scavi ar-cheologici, che si stanno svolgendo in tuttal’area per la valorizzazione della zona, èstata rinvenuta una statua di leone a gran-dezza naturale, di fine fattura artistica e in

buono stato di conservazione. La criniera ele costole dell’animale sono meravigliosa-mente definite, era, probabilmente, accom-pagnata da altre tre simili messe a custodia,a coppia, di un sepolcro monumentale diqualche famiglia romana illustre. A Riminitroviamo il ponte di Tiberio e la domus delchirurgo, un’area di 700 mq con il più riccoe completo corredo chirurgico del mondoromano. L’arco di Augusto segna la finedella via Flaminia e l’inizio della via Emilia;oggi la via Emilia è una strada statale, laSS9. (Continua)

VIECONSOLARI

XII

LLLLaaaa vvvviiiiaaaa EEEEmmmmiiii llll iiiiaaaatttteeeerrrrzzzzaaaa ppppaaaarrrr tttteeee

di Cristina Raso

Il nuovo allestimento nel-l’antico monastero delleCarmelitane Scalze – edi-

ficio del XVIII secolo nel cen-tro di Roma - offre finalmenteuno spazio espositivo adeguatoai moderni standard musealiin cui, grazie ad un attentoprogramma di rotazione delleopere, ilM u s e op re s e n -terà alpubblicoq u a n t ofino adoggi visi-bile neideposit isolo agliaddetti ailavori.

L aricca e articolata collezioneraccoglie oltre 3.000 opere. Ca-polavori di scultura, pittura egrafica, realizzati tra metà Ot-tocento e secondo dopoguerra,che raccontano, insieme allastoria dell’arte, anche quelladella città.

Il primo nucleo di opere, ac-quistato nel 1883 presso

l’Esposizione Internazionale diBelle Arti, fu rapidamente in-crementato e la collezione, for-malmente istituita nel 1925,venne esposta, quell’anno, aPalazzo Caffarelli in Campi-doglio. È del 1931 la trasfor-mazione del nome in GalleriaMussolini ed è proprio nel

c o r s od e g l ia n n iTr e n t ache laraccoltasi ampliaa t t r a -verso len u m e -rose ac-

quisizioni presso le principalirassegne romane dell’epoca.

Sono anni di straordinariofervore artistico in cui entranoa far parte della raccolta operedi Giorgio de Chirico, MarioMafai, Scipione, Gino Seve-rini, Giorgio Morandi, Giu-seppe Capogrossi, Afro,Alberto Savinio, Carlo Carrà,

Mario Sironi e, tra gli scultori,Arturo Martini, Marino Ma-rini, Giacomo Manzù.

La mostra, a cura di MariaElisa Tittoni, Maria Catalano,Federica Pirani e CinziaVirno, presenta circa 140opere, selezionate lungo l’arcocronologico della collezione esuddivise in tre sezioni temati-che - la figura, le vedute e vi-sioni di Roma, l’oggetto -rispettivamente distribuite neitre piani dell’edificio. A questesi aggiunge la scultura, unicotema trasversale che, a partiredalle splendide opere di Ar-turo Martini e GiacomoManzù.

Al primo piano viene pre-sentata un’articolata serie diopere dedicate alla figura: dalcaposaldo di Nino Costa Allafonte, manifesto della culturasimbolista a Roma, ai ritrattidella Secessione, al classicismodegli anni Venti di un’operaesemplare come Serenità diFelice Carena.

Al secondo piano, pren-dendo spunto dalla maestosarappresentazione di Roma delpolittico di Hirèmy Hirschl,“Sic transit…”, del 1912, iltema si rivolge alla città, nelsuo duplice aspetto di veduta edi visione.

L’esposizione si conclude alterzo piano con la sezione de-dicata all’oggetto dove, unaricca selezione di opere, con-sente di analizzare la naturamorta, genere caro all’arte delNovecento e, con essa, pae-saggi e composizioni di figuredove l’oggetto rappresentatotrova inedite letture.

Infine, un focus su GiacomoBalla presenta il prezioso nu-cleo di opere dell’artista pre-sente nella collezione, mentreuna nuova sala, apposita-mente dedicata alla grafica,consentirà di accedere, su ri-chiesta, al prezioso patrimoniodi disegni e incisioni della rac-colta.

Info: 060608 (tutti i giornidalle 9.00 alle 21.00)

www.museiincomuneroma.it www.zetema.it .

Sergio Conte

Aproposito del pater degli dei romani è im-portante fare una differenziazione fraGiove pre-capitolino e capitolino. Il nome

“Iuppiter” risale direttamente all’indoeuropeo e si-gnifica “cielo”, erigendolo a “numen” del cielo,senza una personalità definita, dalle molte manife-stazioni anche se talvolta isolate come lo “IuppiterLapis”, collegato alla pietra usata dai feziali o lo“Iuppiter Feretrius” associato alla quercia veneratain Campidoglio, albero legato alle manifestazionidel cielo temporalesco. Solo con la fondazione del

culto capitolino (509 a.C.), Giove viene definitomaggiormente e messo a capo della triade annove-rante anche la moglie Giunone e Minerva. La tra-dizione dimostra che il Giove precapitolino eracollegato a Marte e Quirino, formando una anticatriade spesso ritenuta il risultato di un ‘sinecismoreligioso’: Quirino, originariamente divinità sabinao degli abitanti stanziati sul Quirinale, fu unito aMarte e Giove adorati sul Palatino. Contro la teo-ria di tale triade precapitolina come formazioned’età storica la presenza nella religione degli Um-bri, testimoniata dalle “Tabulae Iguvinae”, di ungruppo di tre divinità composto da un Giove e daun Marte umbri e da una terza divinità, “Vofionus”.Le due triadi, romana e umbra, escludendo la tra-smissione fa anticipare la loro istituzione a un’etàprecedente all’insediamento delle comunità nelleloro sedi storiche.

Lucia Antista

MMoossttrraaiinnaauugguurraallee::lluuoogghhiiffiigguurreennaattuurreemmoorrttee

RRiiaapprree llaa GGaalllleerriiaa

GNAM – via Francesco Crispi 24, fino al 15 aprile

MITOLOGIAROMANA

IIISpesso le cose più incre-

dibili si trovano propriosotto i nostri occhi, ba-

sti pensare alla strada, qual-cosa che vediamo e percor-riamo tutti i giorni; esiste peròad Ariccia una che ha un chedi magico, percorrendola pro-babilmente la potremmo scam-biare per una discesa cometante, ma in realtà si tratta diuna salita, sembra piuttostostrano a dirsi ma è propriocosì; ovviamente questo fattoha dato il via a racconti e ipo-tesi. Il C.I.C.A.P. Lazio ha ef-

fettuato una ricerca sostenen-do e dimostrando la tesi del-l'illusione ottica, utilizzandovari strumenti la spiegazione èla seguente: l'occhio umano in-terpreta il rettilineo in lievis-sima pendenza come una di-scesa.

Nel 1996 la trasmissine "Su-perquark" effettuando unamisurazione con una livella abolla dimostò che non vi era al-cun dislivello stradale e quin-di concludeva che si trattavadi un effetto ottico confer-mando l'esperimento del cicap.

Ma ovviamente quando unfenomeno diventa leggenda èabbastanza difficile che unasolo verità sia data per cor-retta, dagli anni '70 ad oggisono state formulate innume-revoli interpretazioni.

Esiste forse una causa mi-steriosa dietro questo singola-re accadimento?

Nel 1979 l'archeologo R.Vol-terri fa degli interessanti espe-rimenti e pubblica le proprieimpressioni sulla rivista "Ar-cani".

Federico Bartolomei

3

AArriicccciiaassttrraaddaammaaggiiccaa

Questa è la regione che gli storici chiama-vano Lazio antico (Latium vetus)I ritrova-menti più consistenti di questo periodo si

distribuiscono sui Colli Albani e nel-l'area circostante. La facies lazialemostra una forte connotazione regio-nale. Gli aspetti più appariscenti esignificativi si colgono nelle com-plesse manifestazioni funerarie chevengono elaborate in questo mo-mento, sviluppando il rituale dell'in-cinerazione che si era affermato nellaregione nelle fasi più antiche dell'etàdel Bronzo finale (XII-XI sec.a.C.) instretto collegamento con l'Etruriameridionale.

In queste fasi le comunità del La-zio riservavano la sepoltura, con il ri-tuale dell'incinerazione, solo ai per-sonaggi che rivestivano i ruolisociali più importanti: capi politico-militari e sa-cerdoti.Gli elementi distintivi di queste funzionisono presenti nei corredi funerari in forma minia-turizzata, ma fedeli in tutti i particolari agli oggettireali: il coltello, i doppi scudi e la statuetta, che ri-produce il defunto in atteggiamento di offerta alladivinità, sono gli indicatori delruolo sacerdotale; mentre la spadaindica il ruolo di capo politico-militare.In alcuni casi, i defuntirivestono sia il ruolo sacerdo-tale che quello politico-mili-tare, come nellatomba 1 di Qua-drato di TorreSpaccata.Alcunesepolture femmi-nili documentanola presenza di sacer-dotesse, come latomba da San Lo-renzo Vecchio.

Nella I età del Ferro, quando compaiono vere ne-cropoli per tutti i membri delle comunità latine, capie sacerdoti continuano ad essere incinerati e forniti

di un corredo miniaturizzato.Nella mostra sonoesposti i corredi di alcune tombe dai Colli Albanie delle sepolture ad incinerazione scoperte recen-

temente nel territorio alle pendici nord-occidentalidei Colli, nelle località Quadrato di Torre Spaccatae Santa Palomba. Viene illustrato il processo dirafforzamento dell'identità etnica e culturale deiLatini che si sviluppa in questo periodo nel Latiumvetus sotto la guida di capi religiosi e politici, il

ruolo trainante svolto in questo processo dallecomunità dei Colli Albani con l'area imme-diatamente adiacente e il profondo signifi-

cato politico e sociale del rituale dell'in-cinerazione che viene elaborato in

questo momento.Dal 18 novembre al 15 gen-

naio.Mostra a cura di Anna De

Santis, Soprintendenza Specialeper i Beni Archeologici diRoma.

Museo Nazionale Preisto-rico Etnografico "Luigi Pigo-rini"-Piazza G. Marconi, 14

tel. 0654952269 - fax 0654952310www.pigorini.beniculturali.its-mnpe.comunicazione@beniculturali.it

Michele De Angelis

Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”

LL’’iiddeennttiittàà ccuullttuurraallee llaattiinnaaPolitica e leader nel Lazio ai tempi di Enea

Continua da pagina 1

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Questo mese incontria-mo Balanzone, il suonome deriva da balan-

za, la bilancia - come allegoriadella Giustizia - ma è anche co-nosciuto come Dottor Balan-zone. Alcune volte viene chia-mato Dottor Graziano o sem-plicemente il Dottore. È unamaschera di origine bologneseed è fra i più antichi personag-gi della Commedia dell'Arte.

Nato in Emilia, dove ha com-piuto gli studi, è il classico per-sonaggio serioso, dotto e unpo’ presuntuoso, egli spesso siperde in noiosi discorsi ricchi dicitazioni colte in latino mac-cheronico e con tanto di gesti-colazioni grossolane. Viene de-scritto come un uomo dalleguance rosse, vestito di nero econ una grossa pancia.

Indossa una mascherina checopre solamente sopracciglia enaso, non nascondendo i suoigrandi baffi. Veste la divisa deiprofessori dello Studio di Bo-logna: toga nera, colletto e pol-sini bianchi, gran cappello,

giubba e mantello. Risulta pi-gnolo, cavilloso, generoso d’inu-tili insegnamenti o consigli ina-deguati. Vanaglorioso, èsolito vantare i suoi tito-li, la sua vasta cultura in:legge, medicina, astro-logia, filosofia. È sem-pre pronto a co-minciare un di-scorso lungo e fa-stidioso con cuiannoiare gli al-tri. Gode peròdi molta stimatra le altremaschere chesi possonorivolgere alui per unparere. Èuna ma-schera con laquale i Bolo-gnesi vollero burlarsidi certi professoroni del-lo Studio, vanitosi, banali epoco brillanti.

Balanzone raffinato e alcontempo popolano, rappre-

senta Bologna, città dotta econtadina insieme.

Spesso indossa un cappellocon i bordi rialzati ed ha con séuna grande quantità di libroniimpolverati come simbolo delsuo sapere. Questo buffo per-sonaggio è descritto sì comepedante ma almeno di buonu-more.

Lucia Antista

A l b u mA l b u m 9999Novembre/Dicembre 2011 - città mese www.cittamese.it

Il verbo “disertare”, forse pochi lo sanno, hadue forme, una transitiva e una intransitivae l’uso dell’una o dell’altra forma fa cam-

biare di significato il verbo stesso.La forma transitiva sta per “distruggere”,

“guastare” e simili ed etimologicamente è il latino“desertare”, intensivo di “deserere” (‘abbando-nare’). Originariamente, infatti, il verbo stavaper “devastare”, vale a dire “ridurre in deserto”e, quindi... “abbandonare”, "allontanare" (nonci si allontana 'da' un luogo?). Di qui l’uso in-transitivo di “disertare” nel senso di “fuggire daun luogo”. I deputati, per esempio, che non pren-dono parte alle sedute “disertano dall’aula”, non“disertano l’aula”, in quanto “fuggono dal-l’aula”, non la... devastano. Insomma, amiciamanti del buon uso della lingua, come fa acu-tamente notare il linguista Leo Pestelli «facciamouna pasta dei verbi ‘disertare’ (neutro) e ‘diser-tare’ (attivo), che sono due cose ben distinte.

Il primo vale: fuggire dall’esercito; il secondo:danneggiare e devastare. Il soldato diserta ‘dal’reggimento abbandonandolo al suo destino; di-serta ‘il’ reggimento portandogli via la cassa.(...) Dicendo dunque noi per estensione: il pub-blico ‘diserta’ il teatro; gli alunni ‘disertano’ lascuola, diciamo altro da quello che intendiamodire, cioè che il pubblico con mazze e ombrelli, gli

alunni con gessi e temperini, danneggiano il tea-tro e la scuola. Proprio cosí (...)».Naturalmente cisarà il solito Bastian contrario che cercherà diconfutare la nostra tesi. Se ciò avverrà, la cosa cilascerà nella piú squallida indifferenza, forti del-l’appoggio di un linguista con la “L” maiuscola.

Mentre a coloro che sostengono la tesi secondocui è l’uso che fa la lingua ricordiamo le paroledel grande poeta toscano Giuseppe Giusti:“L’avere la lingua familiare sulle labbra non ba-sta: senza accompagnarne, senza rettificarnel’uso con lo studio e con la ragione è come unostrumento che si è trovato in casa e che non si samaneggiare”. E c’è da dire, in proposito, chemolte cosí dette grandi firme del giornalismomaneggiano uno strumento che non sanno... ma-neggiare.

E ciò a scapito, per dirla con Vittorio Alfieri,del nostro “idioma gentil sonante e puro”. Chivuole intendere... intenda.

PS. I vocabolari sono ambigui: attestano ‘di-sertare’, nel senso di ‘abbandonare’, sia transi-tivo sia intransitivo, non è proprio cosí, comeabbiamo visto. Non si confonda, inoltre, ‘diser-tare’ con ‘dissertare’. Quest’ultimo verbo ha tut-t’altro significato. Non sono, perciò, l’uno sino-nimo dell’altro.

MMMMaaaa ssss cccc hhhh eeee rrrr eeee IIIItttt aaaa llll iiii aaaa nnnn eeee 11111111DDiisseerrttaarree ssiippuuòò ttoolllleerraarree,,ddeevvaassttaarree nnoo

LLUUIIGGII PPIIAANNCCIIAANNII(Terza parte)

Non solo: Pinaciani istituisce un regi-stro presso il Campidoglio perché icittadini possano apporvi i loro re-

clami, riordina gli uffici comunali, orga-

nizza i servizi funebri, la nettezza urbana, ilsistema fognario, l’illuminazione, il serviziodi trasporto, inaugura scuole (ben venticin-que), blocca il colera nel 1873, costruiscecase per i più bisognosi, apre cinque dor-mitori pubblici (si pensi che all’epoca Romacontava 57.305 persone disagiate accalcatein 13.274 stanze (cinque individui perstanza) consentendo così a 1000 persone algiorno di trovarvi rifugio.

Purtroppo però l’opera fattiva ed operosadel Pianciani dura meno di due anni:avendo scontentato molti, l’aristocrazia inprimo luogo, gli impiegati comunali che vo-

leva fossero ridotti di numero, ifaccendieri messi fuori gioco e,soprattutto, i cattolici, che loodiano, sono la causa delle suedimissioni oltre ad uno scontrofurioso con il consigliere comu-nale Troiani riguardo ad una in-chiesta che avrebbe voluto ini-ziare sul Corpo delle GuardieMunicipali e che il consigliereosteggiava.

Ben triste fine per un uomo cheda protagonista della vita ro-mana viene dai suoi detrattori di-

pinto prima come de-magogo, poi come op-portunista e, da ultimo,come despota.

Si ritira in una cittàdel Nord dimettendosianche da parlamentarein quanto a corto di de-naro: in quegli anni glieletti non percepivano,come avviene ora, fa-volosi compensi.

(continua)Andrea Gentili

SSttoorriiee ee ssttoorriieellllee

II ssiinnddaaccii ddii RRoommaa

6

L'artista milanese, giunge a Roma,dopo i successi di Firenze, Nizza,Napoli e New York, con imma-

gini prese in prestito dal passato conta-minate da innovazioni iconografiche etecniche. Libri di preghiera, vecchie ri-viste, cartoni per scenografie, teloni dicamion, antiche fotografie e stampe sonoi supporti sui quali Pignatelli intervienecon la pittura ed elementi polimaterici,realizzando opere di grande formato ol-tre che di grande suggestione emotiva.

Punto di partenza sono i capolavoridella scultura greco-romana classica edellenistica, ma anche rivisitazioni del

mito Piranesi, le cui matrici (più di 1000opere) sono conservate nella Calcotecadell'Istituto.

Ad arricchire l’esposizione, Atlantis,una riflessione sulla civiltà occidentale incentinaia di carte intelate, cui si aggiun-gerà e un ciclo di opere grafiche realiz-zato dall’artista nella stamperia dell’ Isti-tuto, in collaborazione con lo stampatoreCorrado Albicocco di Udine.

La presenza di Albicocco col quale inpassato Pignatelli aveva prodotto dellesperimentazioni con la tecnica della ma-niera allo zucchero, (una tecnica graficaaltamente pittorica) consente all'Istituto

di mantenere viva l'attenzione sull'attivitàdelle stamperie italiane che hanno con-tribuito a scrivere la storia dell'arte con-temporanea.

La mostra è accompagnata dal video diDaniele Pignatelli, Hope2 prodotto daMax Brun e dalla pubblicazione con te-sti di Luca Beatrice, Maria Antonella Fu-sco, Antonella Renzitti e Salvatore Veca.

Ingresso gratuito.Informazioni:[email protected] Sito internet:www.grafica.beniculturali.

Regina Uscidda

BBaallaannzzoonnee

Ideata dall’Associazione Cul-turale Methafora, si avvale delPatrocinio del Nucleo Polizia

Tributaria di Roma della Guardiadi Finanza – Gruppo Tutela Pa-trimonio Archeologico, con laDirezione Regionale per i BeniCulturali e Paesaggistici del-l’Abruzzo, organizzata e realizzatada Comunicare Organizzando diAlessandro Nicosia. L’esposizio-

ne, a cura di Cristina Bettini,Francesco Giulio Farachi, Mas-simo Rossi Ruben.

Franco Angelosante, artista pra-ticamente autodidatta, nasce aL’Aquila nel 1957. Perfeziona lapropria tecnica attraverso la ri-cerca e gli approfondimenti sulmagma avanguardistico del No-vecento. Sullo scorcio del nuovomillennio inizia ad occuparsi di

Scienza applicata all’Arte, rea-lizzando straordinari polimateri-ci ed installazioni di astrazione co-smica e futuristica, connotati da uncerto interesse per il trascenden-te. Nel 2005 riscrive il proprio ma-nifesto, votandosi alla Technolo-gy Art e alla personale passioneper l’Astronomia. Una opera nel-l’ambito del G8 dell’Aquila del2009 gli dischiude le porte dellacritica, conferendogli la notorie-tà internazionale. Vive ed opera aL’Aquila. Spazio e volume nellaproduzione di Franco Angelo-sante acquistano una fisicità mo-dellabile che l’artista utilizza percreare la scomposizione dei pia-ni fisici e dei campi visivi sia in-terni sia esterni alle realizzazioni.

Il lavoro di Angelosante si fon-da su una tecnica personalissimache coniuga la pittura con l’im-piego di materie diverse e con l’in-clusione nelle opere di congegnidi illuminazione e movimento.

Nel corso dell’anno 2007, al ter-mine di una complessa attività

d’intelligence che aveva svelatoun intricato sistema di transazio-ni commerciali fittizie riconduci-bili al mercato dell’arte, il Grup-po Tutela Patrimonio Archeolo-gico della Guardia di Finanzaaddiviene al recupero di un nucleodi dipinti di Franco Angelosante,sottratti dall’atelier di produzione.Si profila, l’ipotesi del “furto sucommissione”. Le opere, infatti,come viene poi accertato, con-fluiscono nella galleria di un com-piacente mercante d’arte dellaCapitale destinate all’arredo, in unresort elvetico nella disponibilitàdi un magnate dell’editoria.

Si propone un pendant di oli sutavola recuperato nel corso del-l’indagine; dipinti di straordinariocontenuto evocativo che si con-sideravano ormai perduti.

Ingresso gratuito. Informa-zioni: tel. 06/6780664

www.angelosante.it. Infoline:06 39967888. Biglietteria online: www.pierreci.it

Daniela Schirru

COMPLESSO DEL VITTORIANO, Sala Giubileo, fino al 14 dicembre

metafora contemporanea e technology art

FFrraannccooAAnnggeelloossaannttee

ISTITUTO NAZIONALE PER LA GRAFICAPalazzo Poli, dal 1 dicembre al 31 gennaio

IIccoonnssLLuuccaa PPiiggnnaatteellllii

Diamo “il via”, da questo numero, ad una rubrica che vedràprotagoniste le chiese di Roma. Un po’ doveroso, come dire,onorare la “nostra” città eterna, da sempre testimone di cul-

tura e di storia. Tra epoche e stili architettonici, riscopriremo mera-viglie un po’ dimenticate forse, che ancora oggi, a distanza di seco-li, mantengono intatti fascino e stupore, importanza. Da diciassettesecoli, infatti, le chiese di Roma - diverse centinaia – trasmettono quelsenso di sacralità e di immortalità dato agli inizi della storia di ognu-na. “Pietre” edificate di spirito ma anche di bellezza. Tra imperato-ri e Papi, artisti, Santi: un connubio di forza e indipendenza, mera-viglia, che si rinnova puntualmente tra volte e facciate, affreschi, scul-ture, reliquie, tutto avvolto, spesso, dall’odore inconfondibile e an-tico d’incenso, che ormai, sembra essere attaccato ai muri, incasto-nato come acquasantiere. Non una storia dunque, ma la “nostra”; unpatrimonio davvero vasto e inestimabile a cavallo del tempo.

Con l’Imperatore romano Costantino I, iniziamo a ripercorrere tale“storia,” poiché fu questi, che permise ai cristiani di avere i propriluoghi di culto dopo il periodo di tolleranza dei primi secoli e le per-secuzioni del III secolo. Così le prime chiese ebbero origine in queiluoghi in cui i primi cristiani si incontravano in privato o segretamente.

Simona Certodalatri

I Le chiesedi Roma

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Tutti al Quarto Giro d'Italia delledonne che fanno impresa, la ma-nifestazione itinerante ideata e

promossa da Uniocamere, in collabora-zione con le Camere di Commercio e iComitati per l'Imprenditoria Femminile,per valorizzare e sostenere le imprendi-trici.Sette appuntamenti per riflettere sulcontributo che le donne possono dareper favorire lo sviluppo dei territori e sulruolo delle Camere di Commercio e deiComitati in questa fase critica. Tappadopo tappa, un viaggio tra le impresedelle donne per conoscere le storie di

successo, individuare nuove opportu-nità, lanciare idee e progetti per favorirelo sviluppo economico, sociale, culturaledel nostro Paese.L'appuntamento per latappa di apertura si èsvolto il 14 novembre allaCamera di Commercio diMacerata. Tema delgiorno: "Imprendere ed in-novare: chiavi di crescita esviluppo".

Il Presidente della Ca-mera di Commercio Giu-liano Bianchi, il Presidentedella Provincia AntonioPettinari, e il Vice Segre-tario Generale di Unioncamere TizianaPompei, hanno aperto i lavori, coordinatida Ivana Marchegiani, Presidente delComitato Imprenditoria Femminile diMacerata. Presenti rappresentanze dei

Comitati per l'Imprenditoria Femminiledella regione, nonché imprenditrici mar-chigiane, per fare il punto sulle impresein rosa del nostro territorio.

I temi dell'innova-zione sviluppati conRoberto Bedini, diret-tore di TecnoMarche.Le nuove occasioniofferte dalla multifun-zionalità agricolasono state approfon-dite insieme all'As-sessore all'agricolturadella Regione MarchePaolo Petrini e al Ri-

cercatore di Economia Agraria dell'Uni-versità di Macerata, Alessio Cavicchi.Ed ora verso l’appuntamento della se-conda tappa.

Luca Cruciani

Novembre/Dicembre 2011 - città mese www.cittamese.itA l b u mA l b u m 1111 0000

All’interno dello zodiaco, i tre segni che rap-presentano l’elemento Acqua sono il Can-cro, lo Scorpione e i

Pesci: essi hanno in comunela sensibilità e la ricchezzacreativa e – anche se ciascunoin maniera diversa – sono tuttidominati dalle emozioni.L’Acqua simboleggia la partepiù mobile e liquida della psi-che umana, quella dei senti-menti, delle emozioni e dellasensibilità.

Nei Pesci, il continuo mo-vimento dell’Acqua comportairrequietezza e forte sensibi-lità. Nel Cancro, la fluida in-stabilità dell’Acqua genera insicurezza e chiusuraemotiva. Nello Scorpione, le capacità empatichedell’Acqua favoriscono il dominio delle emozioni

e la capacità di manipolare quelle degli altri. Il se-gno del Cancro, che comprende i nati dal 21 giugnoal 22 luglio, è molto introverso. È sensibile, insi-curo e diffidente: spesso si riveste di una corazzaprotettiva e rifiuta di aprirsi al mondo. È dotato diun forte istinto e il pianeta a cui fa riferimento è lamisteriosa ed enigmatica Luna. Il segno dello Scor-pione, che comprende i nati dal 23 ottobre al 22 no-vembre, è passionale, dotato di grande intelligenzadi capacità seduttive. Nonostante all’apparenza siaesuberante, in realtà non svela facilmente le sue

emozioni. Il pianeta a cui fa ri-ferimento è il passionaleMarte.

Il segno dei Pesci, che com-prende i nati dal 20 febbraio al20 marzo, per la sua natura in-stabile e complessa è il segnod’Acqua per eccellenza. Èmutevole ed empatico, as-sorbe le sensazioni e le emo-zioni che lo circondano e se nelascia travolgere. La vita deinati sotto questo segno è do-minata dall’emotività, ma puòessere contemporaneamente

molto creativa e intuitiva. Il pianeta a cui fa riferi-mento è il mutevole Nettuno.

Giulia Soi

Insomma, c’è più “colore” in una società in cuientrambi i sessi svolgono le stesse mansioni,dunque si presume che ci si dovrebbe capire

meglio… ma non è così.Nonostante tutto, un sottile perfido nemico si è

creato via via nei rapporti sul lavoro fra idue sessi: la competizione. A secondo deltipo di lavoro vi possono essere di sta-tuto, o con l’esperienza, delle posizionidominanti di leader, o capo che dir si vo-glia. Ebbene, nonostante siano passati varidecenni da quando la donna ha conqui-stato l’attività di lavoratrice il primo limiteè qui: ancora oggi queste posizioni sononella maggioranza dei casi riservate agliuomini. Un meccanismo contorto - o per-verso in alcuni casi - fa sì che la donna in generenon riesca ad arrivare a posizioni di vertice se nonin luoghi di lavoro dove è protetta dalla legge (ades. amministrazioni pubbliche o private di rilievo)nel quale il legislatore è intervenuto nel tempo fa-

vorendone l’accesso. Non è così invece in tutte quelle attività nelle

quali prevale il sommerso, cd. lavoro nero, in cuinon vi sono condizioni di tutela delle lavoratrici,specie quelle che devono affrontare una gravidanzache spesso vengono addirittura licenziate dato l’altonumero di mesi in cui rimarrebbero a carico im-produttive, quando non messe in condizioni di an-darsene più o meno spontaneamente per far postoad altre braccia senza questo problema.

E comunque la donna mediamente guadagnameno o addirittura molto meno dell’uomo a paritàdi condizioni e mansioni in quasi tutte le attività del

settore privato.La competi-

zione in questicasi si crea daambo le parti: ades. la rivalità perla posizione so-ciale di leaderraggiunta da unadonna anziché unuomo, che per

questo si sente defraudato di quello che riteneva glispettasse di diritto, crea dissapori in un team di la-voro e questo alle lunghe si riflette anche sullaqualità del lavoro stesso. (Continua)

Sergio Conte

RapportiUomo-Donna

13

StoriaAntropologicadell’Astrologia

12) I SEGNI DI ACQUA

La confessione del giovane è plausibile; la sera del primo no-vembre "Pino la rana" incontra Pasolini alla stazione Ter-mini, i due salgono sull'auto dello scrittore e cenano in una

trattoria vicino San Paolo, per poi recarsi ad Ostia dove inizia latragedia. Pelosi dichiara di aver prima accettato e poi rifiutato leavances della vittima che iniziò a brandire un bastone contro ilgiovane, che reagì a sua volta violentemente fino ad uccidere il suopersecutore.

L'iter processuale fu piuttosto veloce, d'altronde c'era un col-pevole che aveva ammesso la sua colpevolezza con l'attenuante

della legittima difesa, il 26 apriledel 1976 viene giudicato in primogrado e il 26 aprile 1979 la cortedi cassazione convalida la penadi 9 anni di carcere successiva-mente ridotti a 7 per buona con-dotta; rimane comunque sotto li-bertà vigilata.

Il caso sembrava chiuso se nonfosse stato per una successiva ri-trattazione avvenuta nel 2005,dopo 30 anni Pelosi afferma:"non fui io ad uccidere Pasolini"e parla di una squadra di picchiatori che volevano dare all'intel-lettuale una "lezione", quando gli viene chiesto perché avesse sve-lato tutto solamente dopo aver scontato la sua pena, l'uomo ri-sponde di non aver più alcun famigliare da proteggere e perchéormai i veri assassini erano passati a miglior vita.

(continua)Federico Bartolomei

CCRRIIMMIINNIIRROOMMAANNII

PPaassoolliinnii -- 22aa ppaarrttee

In fatto di astrologia ho unagrande esperienza, ciò non vuoldire che sono la detentrice dei

destini di ogni essere al mondo masicuramente potrò darvi più sempli-cemente dei suggerimenti che vi ser-viranno a fare più attenzione aglieventi. Suggerimenti ma sicura-mente non come oracolo infallibile.

L’astrologia serve ad interrogaregli astri del mese, possibilmente an-che per il futuro e per rispondere

in modo molto leggero a certe no-stre curiosità, per tutti i segni dellozodiaco i quali elementi sono:fuoco, terra, aria, acqua. Ogni se-gno ha la sua caratteristica.

Per coloro che invece voglionoavere delle risposte più approfon-dite anche con la cartomanzia po-tranno chiamare 24h su 24, ai se-guenti numeri: 06-31707079,899001589.

Lorenza Fiore

Uscendo dalla sala 8,quella contenente ilSarcofago degli Sposi

in atto di banchettare, in terra-cotta e proveniente da Caere,si accede alla nona sala del per-corso; in essa sono posizionate21 vetrine contenenti, quella n.

2, alcuni eleganti skypoi (bic-chieri) protocorinzi databilifine secolo ottavo a.C. ed uncratere corinzio con guerrieri ac a -vallo ebighe,su fre-g i oz o o -morfo,d e ip r i m ia n n idel se-colo sesto a.C.

In altra vetrina, la n. 6 èesposto il corredo funebre dellaTomba degli Alari, una tombacosì denominata per la grandequantità di recipienti destinati acontenere derrate alimentari,

particolarmente bacini e calde-roni in bronzo, spiedi ed alariper la cottura delle carni, connumerosi aryballoi (vasi perprofumi) a punta, di età proto-corinzia della prima metà delVII secolo a.C.

Procedendo oltre, nelle ve-trine dalla n. 7 alla n. 10sono esposti: 2 idrie (vasiper acqua a tre manici) ce-retane, con dipinti rappre-sentanti l’accecamento diPolifemo, diverse kylikes(coppe da vino) di fabbri-cazione laconica ed un’an-fora del ceramista atticoNicostene nonché una rarakylix attica con figure dicomasti (danzatori ebbri)dei primi decenni del sestosecolo a.C.

Le vetrine da 14 a 17contengono anfore e pis-

sidi (recipienti per contenereoggetti sacri) a figure rosse rap-presentanti gare atletiche, an-ch’esse opera di Nicostene ed

una kylix rappresentante ungiovane citaredo (musico cheaccoppiava al canto la musicadella cetra) ed un’altra rappre-sentante le imprese di Teseo delpittore attico Skites.

Andrea Gentili

MMMMUUUUSSSSEEEEOOOO NNNNAAAAZZZZIIIIOOOONNNNAAAALLLLEEEE EEEETTTTRRRRUUUUSSSSCCCCOOOO DDDDIIII VVVVAAAALLLLLLLLEEEE GGGGIIIIUUUULLLLIIIIAAAA

~ ~ ~ Sala n. 9 ~ ~ ~

13

A Macerata prima tappaIIVV GGiirroo dd''IIttaalliiaaddeellllee ddoonnnnee cchheeffaannnnoo iimmpprreessaa

IIAstrologia &Cartomanzia

Apollon Musagete di Perugia,Ritmosfera di Macerata, le Ple-iadi di Monterotondo sono i pri-

mi tre nomi di scuole di danza che esco-no dalle selezioni delle rassegne “Cit-tà in Danza” e “Vetrina della danza” edalle quali verrà assegnato il Premio Ani-ta Bucchi 2011 per l’attività di forma-zione dei giovani. La giuria nazionalecomposta da Lia Calizza, Luciano Can-nito, Paola Catalani, Domenico DelPrete, Franco Miseria e Guido Pistonista visionando i video delle coreografie,per definire le scuole di danza che ac-cederanno alla fase successiva per com-pletare l’elenco di quelle vincitrici del-la VII edizione, sezione attività di for-mazione dei giovani.

Per i professionisti distintisi durantela stagione coreutica è stato compostoil quadro delle categorie e delle “no-mination” per i premi per l’eccellenzanell’arte della danza, tra questi la giu-ria individuerà i vincitori delle catego-rie migliore spettacolo, migliore co-reografo, migliori interpreti maschile efemminile, migliore disegno luci, mi-gliore scenografia, migliori costumi discena, premio alla carriera, premi spe-ciali alla migliore riproduzione di unacoreografia del repertorio contempora-neo ed alla migliore rivista specializzataper la danza.

I premi saranno consegnati durantela serata finale ad ingresso libero che siterrà il 12 dicembre al Teatro Quirino.

Eccellenza e attività di formazione dei giovani nell’arte della danza

PPrreemmiioo AAnniittaa BBuucccchhii

Un grave lutto ha colpito la famiglia del nostro collaboratore Maurizio Annibali, con la mortedel suocero, sig. Alfredo Natalizi. Con sentita partecipazione, porgiamo il nostro cordoglio al-l’amico Maurizio e alla sua signora.

Sergio Murli e la redazione

Page 11: NUOVASERIE cciittttàà eet …web.tiscali.it/maurann/images/impaginazione/nov-dic11.pdf · mesi e Sondra, una splendida Bengala di 7 mesi che ha vinto il premio Very Important at,u

La “Casa degli Italiani” si rac-conta. Curata da Paola Caruccie Louis Godart con l’allesti-

mento del maestro Luca Ronconi.Il Palazzo del Quirinale costituisce

l’espressione simbolica di un percorsocomplesso, che ha posto l’Unità na-zionale di fronte a prove durissime e amomenti di grave crisi, ma anche a si-gnificativi momenti di consolidamentodello Stato: edificato dai papi nel1583, è diventato nel 1870 residenzadei sovrani d’Italia e dal 1946 è sededella Presidenza della Repubblica.

Il filo conduttore della mostra è co-stituito dalla funzione di rappresen-tanza dell’Unità nazionale che lo Sta-tuto Albertino prima e soprattutto laCostituzione poi hanno conferito alCapo dello Stato, e dal modo in cuitale funzione è stata interpretata e at-tuata dalle diverse personalità chehanno ricoperto la più alta carica isti-

tuzionale della nazione.La mostra intende, da una parte, il-

lustrare il patrimonio artistico, la poli-tica di costante acquisizione di opered’arte da parte dei sovrani di casa Sa-voia, e il successivo impegno dei Pre-sidenti della Repubblica volto allo stu-dio, al restauro, alla scoperta, allagestione degli edifici, dei giardini edei tesori d’arte custoditi nel Palazzo.Dall’altra, sotto il profilo storico-isti-tuzionale, la riflessione parte dal ruolosvolto dai Savoia (e dalle consorti deisovrani, in particolare dalla reginaMargherita alla quale è dedicata un’ap-posita sezione relativa alla sua Biblio-teca conservata presso il Quirinale)per poi approfondire l’attività dei Pre-sidenti della Repubblica.

Si darà ampio spazio al ruolo di“rappresentanza dell’Unità nazionale”,scolpito nell’articolo 87 della Costitu-zione, assolta sul piano internazionale

dalle visite all’estero e dagli incontricon i Capi di Stato esteri; mentre ilrapporto con la società emergerà anchedai viaggi in Italia, dalle udienze edalle cerimonie presso il Quirinale.

Pensata per un pubblico ampio e ri-volta in particolare ai giovani e almondo della scuola, si avvale non solodelle fonti documentali conservatepresso il Palazzo del Quirinale, ma an-che di materiale iconografico e docu-menti provenienti dall’Archivio Cen-trale dello Stato, l’Istituto Luce, leTeche Rai e altri archivi, musei e isti-tuzioni.

Chiuso il Lunedì- Ingresso gra-tuito. Informazioni: www.quiri-nale.it; www.civita.it

Corrado Gallo

Novembre/Dicembre 2011 - città mese www.cittamese.itA l b u mA l b u m 1111 1111

Posto nel settore settentrionale dell'isolaSacra, che come abbiamo detto fu co-struita artificialmente in età imperiale

costituisce il cimitero privato degli abitantidella città distinto da quello di Ostia Antica,che invece si trova nella zona degli scavi.

Si tratta in effetti di una vera e propria ne-cropoli giunta sino a noi per la verità assaiben conservata, anche se al momento nontutte le tombe sono accessibili al pubblico. Ilcomplesso, formato di oltre 200 edifici fune-rari, si è sviluppato ai lati della via Severiana,presumibilmente a partire dalla fine del I se-colo d.C, fino al IV secolo e venne alla luce tragli anni ’20 e ’40 del sec. scorso in occasionedella bonifica del territorio. Quindi è la sco-

perta più recente rispetto alle altre vestigiache si conoscevano nel circondario di Ostiaarcheologica e del tutto inattesa: perché nes-suna fonte, né scrittori, né storici dell’età ro-mana ne parla.

Al momento dello scavo, le tombe - veri epropri edifici simili ad abitazioni a piantaquadrata con fronti architettoniche e coper-ture a botte o a terrazza - erano completa-mente ricoperte da un poderoso strato di sab-bie marine che avevano occultato e protettol’insediamento, ecco perché risultava del tuttosconosciuto.

Le iscrizioni poste al di sopra della portache riportano il nome del proprietario, le di-mensioni della tomba, le disposizioni testa-mentarie e le norme d’uso del sepolcro, for-niscono preziosi dati sulla composizionesociale della popolazione portuense: che ri-sultava composta in prevalenza da medici echirurghi, commercianti e piccoli imprendi-tori, anziché da lavoratori portuali come si èportati a pensare.

È facile immaginare tuttavia che questi ul-timi non sono rappresentati per mancanza difondi, dato che la costruzione di queste tombeera molto onerosa anche per chi se lo potevapermettere. (Continua)

Sergio Conte

Ostia Archeologica

XIII

Ben spesso capitava che un nobile prendessei voti ecclesiastici e ricoprisse alte caricheclericali, fu così anche per un aristocratico

italiano nato a Roma nel 1295 appartenente a unadella più potenti famiglie dell'epoca: i Colonna.

Figlio di Stefano Colonna il vecchio e InsulaCalcedonio, Giovanni fu un potente cardinaledel XIV secolo.

Questo personaggio, amante della cultura e del-l'arte fu nominato nel concistoro del 18 dicembre1327.

Strinse amicizia col Petrarca come il fratelloGiacomo al quale il poeta fiorentino dedica il so-netto 322 e la canzone 323 del "Canzoniere". Pro-babilmente fu anche grazie all'appoggio econo-mico dei Colonna che Petrarca riuscì a compiere

serenamente i propri studi e a viaggiare per ilmondo tanta infatti era l'influenza della nobile fa-miglia romana.

Partecipò a due conclavi sia nel 1334 nel qualevenne eletto Benedetto XII che nel 1342 che videl'investitura a pontefice Clemente VI; sempre nel1342, un anno dopo la scomparsa del fratello mi-nore Giacomo, fu nominato arciprete della basilicadel Laterano.

Viaggiò molto e spesso ricoprì importanti ruoliall'estero, come canonico della cattedrale di Ba-yeux in Francia e prevosto della cattedrale di Ma-gonza in Germania.

Rimase arciprete per sei anni finché non morì il3 luglio 1348 ad Avignone

(continua)

RRoommaa nneell XXIIVV sseeccoolloo

1133LLaa cciittttàà ddii PPoorrttuuss

ppaarrttee 22Di Federico Bartolomei

GGiioovvaannnnii CCoolloonnnnaa

Con il numero precedente di “città mese”abbiamo terminato il nostro excursusdella rubrica “Storia della medicina dalla

preistoria al Medioevo”; ora per comprenderemeglio e completare quest’epoca è necessariotrattare, sia pure a grandi linee, la medicina ri-nascimentale, ponte per l’età moderna.

Il Rinascimento è, infatti, un periodo – tra ilMedioevo e l’età moderna – che si colloca tra ilXIV e il XVI secolo, un momento di grandieventi, enormi trasformazioni sociali, economi-

che, religiose, culturali e scientifiche. Pensiamoalla nuova concezione dell’uomo (homo faber ip-sius fortunae), cioè uomo artefice della propriafortuna, alla scoperta del nuovo mondo, allo sci-sma della chiesa cattolica, ai notevoli progressiconseguiti nell’ambito della medicina e soprat-tutto dell’anatomia e della chirurgia. Nel 1543Andrea Vesalio con il suo libro (De humani cor-poris fabrica), alla luce delle nuove conoscenzeanatomiche del corpo umano, critica fortementeGaleno e la scuola araba denunciando errori

anatomici che fino ad alloracostituivano la pietra miliaredella medicina. GabrieleFalloppio, nellostesso tempo, sco-pre le tube uterine,e per la prima volta,servendosi di unospeculum, descrivela formazione del-l’orecchio.

Altro illustre me-dico di questo pe-riodo fu AmbroiseParé, che all’“HotelDieu” di Parigiportò avanti la sua

analisi critica contro le superstizioni,i costumi e le tradizioni senza fon-damento scientifico. Ma la medi-

cina rinascimentale dovetteconfrontarsi anche con legrandi malattie che deva-starono l’Europa: la sifi-lide, la scabbia, il carbon-chio, il tifo e soprattutto lapeste nera che, propagatadalle prostitute francesi tral’esercito che assediava Na-poli, espandendosi in tuttaEuropa, nel 1554 provocòla morte di venti milioni dipersone.

Cristina Raso

Storia della medicinadal Medioevo al Rinascimento 13

In seguito alla morte di Alessandro la proprietà della villa con-tinuò ad essere trasmessa di padre in figlio, la bellezza delcomplesso rimase la stessa, tanto che negli anni 20 Giovanni

Torlonia junior concesse la residenza a Benito Mussolini che pa-gava l'affitto con la cifra simbolica di una lira.

Il nuovo affittuario e il principe Torlonia introdussero un rifu-gio in grado di resistere a possibili bombardamenti, costruitonelle catacombe ebraiche sottostanti all'edificio e nel giardinovennero introdotti gli orti di guerra per volere di Rachele Guidi;ma sostanzialmente non vennero introdotti cambiamenti radicali;si racconta che Mussolini alloggiasse nel palazzo e che utilizzasseil villino medievale e la Limonia per proiezioni di filmati ed eventimondani.

La guerra non fece la fortuna né del proprietario né dell’affit-tuario né dell'immobile ed infatti quella che era considerata unadelle più belle dimore di Roma conobbe la decadenza fino al 1977quando venne finalmente acquistata dal comune di Roma e nel1978 adibita a parco pubblico, riottenendo così il perduto splen-dore. Durante gli anni '90 la villa venne restaurata; attualmenteè stata adibita a complesso di musei aperto tutti i giorni dalle ore9.00 alle 19.00.

Federico Bartolomei

IIII ppppaaaarrrrcccchhhhiiii ddddiiii RRRRoooommmmaaaa

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PALAZZO DEL QUIRINALE, 23 novembre – 17 marzo

IIll QQuuiirriinnaalleeDDaallll’’UUnniittàà aadd ooggggii Il Museo Parigino a Roma, insieme al-

l’Ambasciata di Francia in Italia ed alComune di Grenoble porta quest’aria

di festa tanto natalizia. Il Circo a Parigi èlo stesso che o bimbi di tutto il mondo ri-trovano nel proprio paese: gli stessi perso-naggi, l’acrobata, il trapezista, ladanzatrice a cavallo, il clown, il domatore,i leoni, le tigri, gli elefanti, i cavalli e altro.

L’esposizione, ricca, coloratissima, ac-coglie unicamente materiale d'epoca: ma-nifesti, stampe cromolitografiche,cartoline, disegni, pro-grammi, fotografie inte-ramente dedicati alCirco, alla Fiera e allafesta popolare parigina,ormai praticamentescomparsa da far rim-piangere la poesia di unvecchio organino contanto di scimmietta di-spensatrice di oroscopiaccattivanti. Parigi hasempre dedicato moltospazio alla festa, che

fosse quella paludata, di corte, in onore diun Delfino di Francia o che fosse quellapiù dimessa ma spontanea del popoloamante del lazzo e del buon vino.

In mostra anche manifesti del Cirqued’Hiver, del Cirque de Paris, Buglione, lesFratellini… Insomma una coloratissimacarrellata di immagini, un autentico pia-cere dell'occhio!

Con il patrocinio di Ambasciata di Fran-cia, Comune di Grenoble

A cura di Cesare Nissirio, Direttore delMuseo Parigino a Roma

Telefono e Fax:0644237261 oppure3473571655 oppure3335768914 .

www.museopar i -gino.org.

E-mail: museopari-g i n o @ m u s e o p a r i -gino.org .

Per tutte le informa-zioni:

0766849407Sergio Murli

TARQUINIA - BIBLIOTECA COMUNALE – fino all’11 dicembre

Un secolo d’immagini circensi

IIll cciirrccoo aa PPaarriiggii

Page 12: NUOVASERIE cciittttàà eet …web.tiscali.it/maurann/images/impaginazione/nov-dic11.pdf · mesi e Sondra, una splendida Bengala di 7 mesi che ha vinto il premio Very Important at,u

Festeggiato il 90° Anni-versario del Milite Ignoto1921 – 2011 al Vittoriano.“Il Viaggio dell’Eroe”, daAquileia alla Capitale, per ri-cordare il trasporto dellasalma-simbolo di tutti i ca-duti senza nome della GrandeGuerra. Il Presidente dellaRepubblica Giorgio Napoli-tano ha accolto lo specialeconvoglio alla stazione Ter-mini. Presenti il Presidentedel Comitato per i 150 annidell’Unità d’Italia, autoritàdello Stato, della regione, delComune e delle Ferrovie. Aconclusione della cerimonia,il Presidente della Repub-blica ha scoperto una targacommemorativa all’internodella stazione Termini.

Alla Galleria AlbertoSordi, Miriam Rebhun hapresentato il libro “Ho in-ciampato e non mi sono fattomale. L’ancora del Mediter-raneo”. L’autrice riunisce lestorie da Haifa in Israele, finoall’arrivo a Napoli nel se-condo dopoguerra. È interve-nuto Daniel Della Seta. Let-ture di Pamela Villoresi.

Alla Chiesa Valdese diVia 4 Novembre 107 è statopresentato il volume “Storia

del Movimento antimafia” diUmberto Santino. Hanno par-tecipato con l’autore TanoGrasso, Gian Maria Grillo,Ilaria Massoni, Francesco M.Biscione.

Nella sede del Senato diPalazzo Minerva, presie-duta da Mario Schifani, èstato presentato il libro diAlessandra Necci dedicato aNapoleone II. A parlare dellatriste storia del figlio di Na-poleone Bonaparte e di MariaLuisa d’austria, sono statiCesare de Michelis, editoredel libro, e Rocco Butti-glione. Presenti MaurizioSacconi, Anna Maria Ber-nini, i senatori Cesare Cursi,Lamberto Dini, Diana DeFeo e Maria Pia Fanfani, Ca-ludio strinati e AmbasciatoriJean Marc de la Sablière,francia, e christian Berlako-vits, Austria.

Al Museo Nazionale Ro-mano delle Terme di Dio-cleziano è stato presentatoil libro di Annamaria Co-letti Stangi “Splendore equotidianità nel mondoromano”. Sono interve-nuti Fabrizio marinelli,Rossana Friggeri e AnnaPasqualini.

Novembre/Dicembre 2011 - città mese www.cittamese.itA l b u mA l b u m 1111 2222

Curiosandoin città

A cura di Carlo Franciosa

Pietrangeli conosce ca-sualmente TommasoMaestrelli e Bob Lova-

ti a Bari, quando entrambisono ancora calciatori in at-tività. Li ritrova anni dopo, aRoma, quando sono diventa-ti rispettivamente l’allenato-re e il vice-allenatore dellasua squadra del cuore, la La-zio.

Nicola non ci mette poimolto a chiedere, tra il serioe il faceto, se può andareogni tanto ad allenarsi con la

prima squadra a Tor di Quin-to, tra l’altro vicino a casasua.

Maestrell i acconsente ePietrangeli comincia ad en-trare in campo, ma la squadraè un po’ imbarazzata: nessu-no sa se dargli del lei o del tu,non sanno se passargli la pal-la, non se la sentono di avvi-cinarsi troppo.

Allora, Pietrangeli decidedi dare una scossa alla situa-zione: “Ragazzi, così mi fatesentire vecchio: almeno quan-

do giochiamo apallone, diamocidel tu!” Per fortu-na, dopo diecigiorni, la situa-zione è radical-mente cambiata:“A Nico’, e muo-viti : passa ‘stapalla!”

Ben presto, eper i successivi treanni, Pietrangeli èun laziale a tutti gli effetti: haun suo posto nello spogliato-io, una sua divisa, se arriva inritardo paga la multa propriocome ogni altro giocatore,non ha nessun trattamento difavore in campo.

E da questa esperienza, Ni-cola impara tantissimo. Por-ta con sé tanti ricordi e tantiinsegnamenti che si svele-ranno preziosi per il suo ruo-

lo dicapita-no diCoppaDavis:in par-ticola-re, sit rove-rà a ri-pesca-re itrucchi

che Maestrelli usava per te-nere buono Giorgio China-glia, il ribelle.

Ad esempio, quando LongJohn proprio non riusciva acapire che ogni tanto una par-titella d’allenamento la pote-va anche perdere, Maestrellispesso lo rabboniva facen-dogli tirare all’ultimo minu-to un rigore inesistente!.

Giulia Soi

II LL TTEE NN NN II SS RR OOMMAANNOOII LL TTEE NN NN II SS RR OOMMAANN OODDAAGG LL II AANN NN II ‘‘ 22 00DDAAGG LL II AA NN NN II ‘‘ 22 00 12

Il Lavorodell'estetista

Nel campo della bellezza c'è un pre-giudizio molto radicato: l'esteticaassociata alla frivolezza! La bellezza

non si identifica soltanto con un’immagine su-perficiale e priva di significato, non è nem-meno uno standard come spesso mostrano leriviste ed i mass media. È in realtà unaespressione del benessere interiore. In questocontesto si inserisce il lavoro dell'estetista chenon è una persona che strappa solo i peli o èun concentrato di tecniche manuali. La veraestetista è colei che sa ascoltare il corpo diuna donna, capire i messaggi che partono daisuoi muscoli dalla pelle dal suo aspetto e dalsuo sguardo. Quella dell'estetista è una figurache nonostante i tempi di crisi, continua adessere particolarmente ricercata. È una pro-fessione in crescita e per questo necessita difigure preparate e qualificate. Deve conoscerele principali norme sanitarie, avere molta pa-zienza, deve essere predisposta ai rapporti in-terpersonali ed essere disposta a seguire fre-

quentare continui corsi di aggiornamento e co-noscere anche alcune nozioni di psicologia peravere un rapporto diretto con i clienti. Dun-que l'estetista sembra un lavoro semplice main realtà non è così poiché ci vogliono annidi studio e specializzazione per poter diven-tare adeguata. L'estetista non trasforma la per-sona ma aggiusta/camuffa le parti miglio-ri/peggiori della cliente facendola come leivorrebbe essere. Il vero valore del lavoro diestetista, non sono i prodotti cosmetici ma lemani ed il profondo rapporto umano che sistabilisce durante i vari trattamenti.

[email protected] Uscidda

Per voi signore

Giovanni Battista Morga-gni nacque a Forlì nel1682, fu medico

anatomopatologo. Fre-quentò la prestigiosa acca-demia dei Filergiti di Forlìe nel 1698 si iscrisse al-l’università di Bologna perstudiare medicina dove silaureò. Esercitò la sua pro-fessione di medico a Vene-zia, a Padova e a Forlì. Nel1711 ebbe la seconda catte-dra di medicina teoricaall’università di Padova eper le sue ricerche e i suoistudi iniziò ad avere impor-tanti riconoscimenti. Nel1715 ebbe la cattedra dianatomia occupata primada illustri medici come An-drea Vesalio, Gabriele Falloppio,Girolamo Fabrici. Molte furonole onorificenze che gli furono tri-

butate, come socio del regio isti-tuto di Londra, membro dell’ac-

cademia delle scienze a Parigi,dell’accademia reale di Pietro-burgo e di quella di Berlino. Le

sue opere più celebri sono: “Desedibus et causis morborum peranatomen indagatis”, “Adversa-ria anatomica”, “Epistolae ana-tomicae”. Con la prima operainizia la medicina moderna per-ché nella sua attività di ricercausò il metodo sperimentale; conla seconda descrisse numerosescoperte approfondendo studisulle ghiandole. In ogni epistola

medico-anatomica prese inconsiderazione una malattiacorredata con la presenta-zione di un certo numero dicasi clinici. In totale ne sonopresi in esame 700. Moltesono le parti anatomiche cheprendono il nome dal Morga-gni, nella ghiandola tiroideaabbiamo il lobo piramidale diMorgagni, le ghiandole seba-cee della areola nelle mam-melle sono chiamatetubercoli di Morgagni, le pie-ghe longitudinali dell’anoportano il nome di colonnedel Morgagni. L’illustre me-dico morì a Padova nel 1771per un colpo apoplettico. Fu

sepolto in quella città nellaChiesa di San Marco.

Cristina Raso

Medici FamosiGiovanni Battista

Morgagni13

QQQQUUUUEEEELLLL LLLLAAAAZZZZIIIIAAAALLLLEEEEDDDDIIII PPPPIIIIEEEETTTTRRRRAAAANNNNGGGGEEEELLLLIIII

Proveniente dalla savana africana, que-sta specie, molto simile alla mangusta,è divenuta famosa anche grazie al

cartone animato "Il re leone" per il celebre per-sonaggio di T-mon.Non si tratta, come in mol-ti credono, di una specie er-bivora, anzi, i suricati, sonoonnivori ed astuti cacciato-ri in grado di avere la me-glio anche su animali vele-nosi quali scorpioni o ser-penti. Gli occhi allungati inorizzontale permettono adogni esemplare di avereuna visione estesa di quelche lo circonda.

È sorprendente l'organizzazione di questaspecie: costruiscono complessi cubicoli sot-terranei ove vivono in comunità; alcuni in-dividui si alternano di guardia all'esterno del-le tane per segnalare con un suono d'allarme

l'avvicinarsi di eventuali predatori e per-mettere al branco di fuggire. È qui che il su-ricata fa uso della coda come se fosse una "ter-za gamba" per rimanere in equilibrio duran-te i lunghi periodi di sentinella.

Allo stesso modo, fanno i tur-ni per sorvegliare i nuovi cucciolinelle loro prime quattro settima-ne di vita (anche se - general-mente - a riprodursi è soltanto lacoppia dominante).Accanto alRettilario, all'interno del Biopar-co, sono stati ricreati l'ambientearido e deserto delle savane afri-cane (in un recinto esterno) edun'area interna riscaldata per ac-

cogliere i tre individui di suricati (due fem-mine dallo zoo della Repubblica Ceca e unmaschio dallo zoo di Riga, Mare Baltico) chesi sono immediatamente adattati.

Eleonora Savignano

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IIII ssssuuuu rrrr iiii ccccaaaatttt iiii

Page 13: NUOVASERIE cciittttàà eet …web.tiscali.it/maurann/images/impaginazione/nov-dic11.pdf · mesi e Sondra, una splendida Bengala di 7 mesi che ha vinto il premio Very Important at,u

ZZuuppppaa aaii dduuee lleegguummiiccoonn ccuubbeettttii aaffffuummiiccaattiiLa prima ricetta che vi proponiamo questo mese, è un piatto

tipico regionale diffuso un po’ in tutta la penisola, dunquesenza origini accertate, ma sicuramente con molti presunti

“genitori” e di facile preparazione: la zuppa ai due legumi con cu-betti affumicati. Ideale in questi giorni autunnali, ci riscalderà, ap-portando anche una giusta dose di sana energia. Parte della tradi-zione gastronomica italiana, questa portata appartiene da sempre alla“cucina povera”, - ma lo ricordiamo - solo per via del basso costodegli ingredienti, quali appunto, legumi e cereali.

L’Italia contadina, fino agli anni Cinquanta, ha vissuto di questipreziosi prodotti naturali. I legumi, prevalentemente cucinati in

minestre, da soli o tutti insieme, quale ricca fonte di proteine. Ingredienti: 300 g di ceci secchi ammollati, 300 g di fagioli can-

nellini ammollati, 300 g di farro ammollato, 1 spicchio d'aglio, ro-smarino, 100 g di cubetti di pancetta affumicata.

Preparazione: Fate cuocere in pentole separate i fagioli, i ceci eil farro. Portateli a cottura. Sgocciolate i ceci, il farro e uniteli ai fa-gioli. Aggiustate di sale, fate cuocere per qualche minuto e spegnete.In un padellino mettete 4 cucchiai di olio, le foglie di rosmarino, 1pizzico di pepe e lo spicchio di aglio. Fate andare per 3 min a fuocomoderato. Impiattate la zuppa, togliete l'aglio e il rosmarino dall'olioe versatelo sulle zuppe insieme ai cubetti.

Potrà essere abbinato – per chi lo desiderasse – un buon vino rossodi media gradazione.

Buon appetito.Simona Carlodalatri

Novembre/Dicembre 2011 - città mese www.cittamese.itA l b u mA l b u m 1111 3333

Questo mese vogliamointrodurvi a un notoautore romanesco Lui-

gi Ferretti che nacque a Romail 21 febbraio del 1836 e semprenella città eterna morì nel 1881.

Un altro poeta venuto damondi paralleli e distanti, in-fatti fu ingegnere esoprintendente allescuole municipali diRoma.

Figlio di JacopoFerretti, fu amico diun poeta che già ab-biamo incontrato:Giuseppe GioachinoBelli; Ferretti era ilfratello della mogliedell’unico figlio delBelli, Ciro, fu anche tutore deisuoi figli.

Cominciò a scrivere in versimolto tardi, dopo i quaran-t’anni. Questo perché solo al-lora ne ebbe occasione, infatti,come racconta egli stesso in unalettera a Luigi Morandi: “io

non avevo, posso quasi dirlo,scritto mai due soli versi nelcorso della mia vita. Ma sui pri-mi di luglio, per una faccendatutta scolastica, e che parevanon potesse dare appiglio anulla, e nella quale fu causa di-retta l’amico comune Santini,

mi venne fantasiadi rispondere a que-sto con un sonetto invernacolo…”.

Lo stesso Moran-di lo definiva conti-nuatore e non imi-tatore del Belli, ungrande mito con cuiconvivere e compe-tere. Ferretti scrisse“La duttrinella.

Cento sonetti in vernacoloromanesco” pubblicato nel1877, “Centoventi sonetti indialetto romanesco”, a cura diLuigi Morandi (1879), “San-sone. Ottave in vernacolo ro-manesco” del 1880.

Lucia Antista

In questo articolo trattere-mo i premi Nobel dellamedicina dal 1926 al 1930

e rispettivamente: JohannesAndreas Grib Fibiger, JuliusWagner Jauregg, Charles JulesHenri Nicolle, Christian Eyk-man, Karl Landsteiner..

Il primo, Nobel 1926, nacquea Silkeborg (Danimarca) nel1867 e morì a Copenaghen nel1928. Diresse l’istituto di ana-tomia patologica di Copena-

ghen,scoprìla spi-ropte-ra, re-spon-sabile,secon-do lesue ri-

cerche delle neoplasie; studipiù approfonditi dimostraronoinfondate le sue teorie.

Il secondo, austriaco, nacquenel 1857 e morì nel 1940. Si lau-reò in medicina all’università di

V i e n n anel 1880.Si occupòdi medici-na internae di pato-logie dels i s t e m anervoso.Nel 1893fu diretto-

re della clinica psichiatrica diVienna, fu insignito del Nobelnel 1927, per le sue ricerche sul-la demenza paralitica. HenriNicolle nacque in Francia aRouen nel 1876 e morì a Tuni-si nel 1936. Medico biologo fudirettore dell’istituto Pasteur.Le sue ricerche lo portarono a

riconoscere il pidocchio comeveicolo di trasmissione del tifoe aideareuna sie-roprofi-l a s s iper ilmorbil-lo. Perquestoottenneil pre-mio Nobel nel 1928. Eykman,olandese, nacque nel 1858 emorì nel 1930, medico e pato-logo, studiò e si laureò a Berli-no. Le sue ricerche si orienta-rono sulla malattia del beribe-ri, causata dalla mancanza del-la vitaminaB1 che egliisolò nellacuticola delriso. Fupremio No-bel nel1929.

L’ulti-mo, Nobel1930, nacque nei pressi di Vien-na nel 1868 e morì a New Yorknel 1943. Nel 1909 scoprì igruppi sanguigni umani, sco-perta che rese senza rischi la

trasfu-sione delsangue.Assiemead Ale-xanderWienerscoprì ilfattoreRh posi-tivo e

Rh negativo. Questo gli valse ilNobel nel 1930.

Cristina Raso

I Nobeldella Medicina

11

II NNoobbeellddaall 11992266 aall 11993300

In questa seconda parte analizzeremo soprattutto la figura em-blematica del poeta in rapporto alla religione. Questo grandepoeta e filosofo che provocò un certo scalpore nella sua Roma

- ma anche a quella successiva - a causa del "De rerum natura",testo lontano dall’arte dei poetae novi di ispirazione alessandrina,sia dallo stoicismo eclettico di Cicerone, sia dall'esaltazione del-l’attivismo politico e della guerra fatta da Catilina e Cesare. Ve-nuto al mondo nel periodo della guerra civile fra Silla e Mario,probabilmente a Napoli o a Roma, di estrazione dubbia, infatti

dal modo in cui si rivolga all'aristocratico Memmio non si capi-sce se gli si rivolge da pari o come liberto. L’opera si apre con l'in-vocazione a Venere, dea dell'amore, affinché possa placare Marte,dio della guerra, infatti Lucrezio visse gli anni della rivolta diSpartaco, della guerra di Gallia e forse anche delle ostilità fra Ce-sare e Pompeo, e avrebbe voluto un ritorno alla pace, diversa-mente dai politici romani affamati di potere e dominio. La filosofiadi vita del poeta è la dottrina di Epicuro, lodato per affrontare ilmale, per vivere pacificamente. Nell’incipit il lettore è invitato anon disprezzare la dottrina cantata ed è spinto ad un confrontocon la religione tradizionale crudele ed empia. Qui si introduce lateoria materialistica del nulla dopo la morte che deve svegliare gliuomini dalla paura degli dei e del trapasso. La religione porta altimore e conseguentemente alla superstizione.

Lucia Antista

Autori Latini13

LLuuccrreezziioo 2a parte

PPooeettiirroommaanneesscchhiiLLuuiiggii FFeerrrreettttii

11

LLee CCaattaaccoommbbeeddii SSaannttaa DDoommiittiillllaa

Sita in Via Ardeatina, la Catacomba diDomitilla, prende il suo nome da unadelle due donne appartenenti alla ricca

famiglia dei Flavi, celebre per essersi con-

vertita e per essere poi, di conseguenza, per-seguitata. Domitilla, infatti, si chiamava sia laproprietaria del terreno (ovvero la moglie delconsole Flavio Clemente) che la sua stessa ni-pote, venerata come martire.Utilizzata comeluogo di culto e di pellegrinaggio, nel IX se-colo Papa Leone III, essendo sita nella cam-pagna romana, prese la decisione di trasferirele reliquie dei martiri all'interno delle muraaureliane per maggiore sicurezza. Dimenti-cata, la catacomba fu poi riscoperta nel '500ma studiata solo nell'Ottocento da GiovanniBattista De Rossi.La catacomba è strutturatasu due piani e in alcuni punti sono stati sca-vati anche un terzo ed un quarto piano. Dal ci-

mitero si può accedere alla basilica (databileintorno al 390) dedicata ai martiri Nereo edAchilleo, la cui costruzione, ha portato allosconvolgimento del precedente assetto cimi-teriale. Uno dei quartieri (regio) precedenti al-l’imperatore Costantino I edificati più im-portanti è l'ipogeo a carattere familiare deiFlavi, originariamente pagano, nel quale tro-viamo i sarcofagi degli esponenti più in vistadella famiglia ed in fondo lo spazio perschiavi e liberti.

di Eleonora Savignano

IV

Secondo i dati registrati dal-l’Agenzia del Territorio, le tran-sazioni effettuate sugli immo-

bili residenziali nella Capitale sonostate 16.599 nel primo semestre 2011.

Il mercato immobiliare dunque è at-tivo ma con tempi di vendita più lun-ghi. Se tracciamo una mappa di Romatenendo conto dei prezzi, le quotazionidelle zone di prestigio tengono abba-stanza e calano poco quelle periferi-che. Si acquistano immobili di piccolotaglio per investimento e si cerca unappartamento più grande quando cam-

biano le esigenze. Il Centro Storico rimane il mercato con i prezzi più alti con una me-

dia di 9.500 euro al mq, seguono il quartiere Parioli con 8.000 euroal mq, Prati con 7.000 euro al mq, Balduina, Monteverde, Piazza Bo-logna, Eur, Nomentana dove i prezzi oscillano tra i 5.000 euro e i 6.000euro al mq.Le zone considerate meno prestigiose variano da 4.000 a3.000 euro al mq.In controtendenza ci sono quelle aree estese dellacittà come Policlinico e Piazza Bologna dove il prezzo al mq cresce.

L’università, proprio vicina a queste zone, ha fatto sì che la domandadi acquisto di immobili da parte dei genitori dei ragazzi che vengonoa studiare a Roma aumentasse, generando l’aumento dei prezzi.

Per quanto riguarda il mercato degli affitti, i prezzi sono rimastipressappoco stabili, in calo per quanto riguarda gli immobili di gran-dezza medio grande, tra i 100 mq e i 150 mq. Uffici e Negozi sono

quelli che hanno risentito maggiormente di un mercato più lento e diuna economia in frenata.

Dato proprio il periodo di incertezza generale farsi seguire attenta-mente e in modo scrupoloso da un professionista che assista le partiinteressate alla compravendita in tutte le fasi della transazione im-mobiliare con competenza e professionalità, oggi diventa indubbia-mente un vantaggio per fare in modo che la trattativa possa sempre an-dare a buon fine nel reciproco interesse delle parti.

Quindi se avete qualsiasi dubbio chiamatemi – valutazioni gratuite- in modo tale che io possa offrirvi la mia competenza e professiona-lità nell’assistervi e farvi navigare sereni e sicuri nei mari tempestosidel mercato immobiliare.

Sono Giulietta Ferroni e il mio numero è 3668015192 Carlo Cerù

Due chiacchiere con Giulietta Ferroni sull’andamento del mercato immobiliare

DDaall cceennttrroo aall ddeecceennttrraammeennttoo

Piattodelmese

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Giulietta FerroniConsulente immobiliare

3668015192

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Novembre/Dicembre 2011 - città mese www.cittamese.itA l b u mA l b u m 1111 4444

Il soldato che stringe il fucile, trau-matizzato dalle bombe in Viet-nam, nello scatto di Don McCul-

lin; la veglia funebre in Kosovo diMerillon; la bandiera americana pian-tata su Iwo Jima nella SecondaGuerra Mondiale; il miliziano ripresoda Robert Capa colpito a morte nellaguerra civile spagnola, le fosse comunidella Bosnia nelle foto di Gilles Press,

la guerra nel Libano di Paolo Pelle-grin. Sono solo alcune delle immaginidella mostra, ospitata al Museo del-l’Ara Pacis dal 14 dicembre 2011 al 5febbraio 2012, vere icone del nostrotempo che raccontano, una dopo l’al-tra, le guerre più recenti, dalla Spagnadel 1936 al Libano del 2006: settantaanni di storia dell’iconografia del do-lore.

Ombre di guerra è un progetto Con-trasto che nasce su proposta dalla Fon-dazione Veronesi nell’ambito delle ini-ziative legate alla terzaConferenza internazionaleScience for Peace, oggi allasua terza edizione, e che sipropone come obiettivi ladiffusione di una cultura dipace e la progressiva ridu-zione degli ordigni nuclearie delle spese militari a fa-vore di maggiori investi-menti in ricerca e sviluppo.

La mostra è promossa daRoma Capitale, Assessoratoalle Politiche Culturali eCentro Storico – Sovrain-tendenza ai Beni Culturali.

“Queste fotografie vo-gliono essere un invito allariflessione e poi al dibattitosu come dire basta alla vio-lenza. Per questo la mostra fa partedelle iniziative promosse da Sciencefor Peace, il progetto che ho volutocreare per promuovere la cultura dellanon violenza e della tolleranza” af-ferma il Prof. Umberto Veronesi.

Alessandra Mauro e Denis Curti perContrasto, che hanno selezionato leimmagini, scrivono: “Abbiamo scelto

un gruppo significativo di 90 fotogra-fie per mettere in mostra il drammadella guerra e offrire una lettura cri-

tica a partire proprio dalle immaginiche hanno costruito, nel tempo, unavera e propria estetica della guerra.

Gli scatti sono presi ad esempio peril valore simbolico acquisito negli annie vengono riproposti oggi con unachiave che mira ad aumentare il gradodi consapevolezza dell’osservatore.

Ogni immagine è accompagnata da

un testo che racconta la storia stessadell’immagine, ne ricostruisce il con-testo e ne enfatizza il valore simbolico

acquisito ne-gli anni.

Davanti afotografie chemostrano ildolore, la sof-ferenza el’orrore dellaguerra, al-cuni criticis c a m b i a n ol’urgenza diraccontare edi creare con-sapevolezzacon porno-grafia visiva,indifferenzao ipocrisia.Come se la

disponibilità e l’abbondanza d’imma-gini orribili anestetizzassero chi leguarda, rispetto all’orrore. Queste ac-cuse verso la fotografia documenta-ria, in realtà, svelano qualcosa di sem-plice e al tempo stesso pericoloso: undesiderio di non guardare il mondo.

Regina Uscidda

L’esito negativo dell’assedio di Federico IInel 1243 con la grande vittoria dei viter-besi, sull'esercito imperiale e il relativo suc-

cesso dei Guelfi, sancisce per la seconda metà delXIII secolo la definitiva politica filo-papale: la fa-miglia dei Gatti monopolizzò le cariche municipalie i pontefici scelsero Viterbo come sede papale.

L'episodio discriminante, che attirò l'attenzionesu Viterbo, fu l'elezione papale che permise a Gre-gorio X di arrivare al soglio pontificio: i cardinaliche avevano il compito di eleggere il successore diClemente IV si riunirono inutilmente per quasiventi mesi, alla fine il popolo viterbese stanco ditale indugio, arrivò alla drastica decisione di chiu-dere a chiave i cardinali nella sala dell'elezionefornendogli unicamente pane e acqua, e scoper-chiando il tetto per mettergli ulteriore pressionelasciandoli esposti alle intemperie, finché non aves-sero eletto il nuovo Papa; alla fine i cardinali scel-sero il piacentino Tedaldo Visconti, che prese il

nome appunto di Gregorio X, (1272), e, vista labontà della "clausura", stabilì con la costituzioneapostolica che anche le successive elezioni papalisarebbero avvenute in una sede chiusa a chiave: eranato il Conclave. Dal 1261 al 1281 in Viterbo si ten-nero ben cinque conclavi. Nell'ultimo di questi ilpopolo sobillato da Carlo d'Angiò, irruppe nellasala del Conclave e mise al carcere duro il cardinaleMatteo Rubeo Orsini, protodiacono.

Il nuovo papa fu un francese, il cardinale Simonde Brion, come voleva Carlo d'Angiò.

Si chiude così il periodo aureo di Viterbo. I papinon verranno più a risiedere in questo splendido co-mune dell'alto Lazio, anche se diversi ponteficisoggiorneranno comunque in città, anche per pe-riodi piuttosto lunghi.

Michele de Angelis

Storiadi Viterbo

3

Tel. 0575.630102

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Dai principali conflitti nel mondo, settanta anni di tragedia

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MUSEO DELL’ARA PACIS, dal 14 dicembre al 5 febbraio

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03. © Lynsey AddarioSoldati dell’Esercito Sudanese di Liberazione sorpresi da una tempesta di sabbia. Darfur, Sudan, 2004

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Orte in Cantina è uno deimomenti più attesi dellaTuscia, dal 27 novembre

al 4 dicembre. Principale mani-festazione dedicata al vino,cerca di rappresentare unadelle più interessanti proposteenologiche, dando la possibi-lità di vivere un’esperienza digrande interesse socio-cultu-rale. Un viaggio enogastro-nomico per tutti ma soprat-tutto per veri intenditori.

La manifestazione attra-versa l'intero Centro storicoe permette, nell’arco di unagiornata, di osservare da vi-cino le suggestive cantine delborgo e, ovviamene, dà lapossibilità di gustare pietanzee vini di alta qualità.

Il percorso ha inizio dal Chio-stro di S. Agostino. Ad ogni per-sona viene data una sacca porta-bicchiere, un bicchiere riservadegustazione ed un badge con

tutto l’itinerario del percorso.Sono previste parecchie tappe, siva dall’aperitivo al dolce, attra-verso un rigoroso abbinamento

di vini.Si viene poi accompagnatida una guida per le nove tappeenogastronomiche. Da non di-menticare nel percorso anche ladegustazione del “buon olio”.

Le Aziende ortane, nell’atriodel Comune, riproporranno in-fatti il Frantoio nella città, ci saràla spremitura delle olive dal vivo,ognuno potrà per qualche attimorivivere quella antica magia chefa trasformare l’oliva in olio.

L’auspicio che arriva dagli abi-tanti della cittadina è che Orte inCantina possa confermare il va-lore educativo e culturale dellapassata edizione. Il vino nonama certo la solitudine ed il pia-cere che si prova nel gustarlo hada sempre rappresentato un ele-

mento di arte e aggregazione.L’intento è quello di diffon-

dere tutto ciò a più persone pos-sibili.

Michele De Angelis

Il Museo Civico di Nepi sitrova all'interno del PalazzoComunale; è un apprezza-

bile edificio rinascimentale rea-lizzato su progetto di Antonioda Sangallo il Giovane.

All'inizio del1998 l'esposi-zione è stata tra-sferita nei loca-li seminterratidel Palazzo Co-munale, questocomportò ancheuna revisionedell'allestimen-to che nel frat-tempo era statoarricchito con reperti ricompo-sti attraverso un minuzioso la-voro di restauro.

Al momento è possibile visi-tare solo due sale, è però in fasedi realizzazione una nuova strut-tura che renderà possibile unapiù ampia esposizione dei ma-

teriali riconducibili all'età ri-nascimentale. La prima saladel Museo raccoglie ma-teriali provenienti dallenecropoli di età faliscache si trovano intorno al-

l'abitato. Mala parte piùinteressantedella colle-zione è com-posta da re-perti risalen-ti al VII se-colo a.C.,cioè al co-siddetto periodo'Orientalizzante' e

provengono dalla 'necropoli delCerro'. Le tombe, regolate supiù ordini, sono orientate se-condo l'asse Nord-Sud. La se-poltura tipica comprende unacamera a pianta quadrata o ret-tangolare.

Tra i corredi recuperati tro-

viamo fibule di bronzo e diferro, coltelli e cuspidi di lanciadi ferro, vaghi di collana dipasta vitrea ed un raffinato ma-teriale ceramico. Fra i reperti ri-trovati è da segnalare una sco-della carenata su piede mobile.

Nella seconda sala sono espo-sti oggetti di epoca e caratterevario. L'età romana è rappre-sentata principalmente da una

piccola se-zione numi-smatica e daframment imarmore i ,ai quali van-no però ag-giunte alcu-ne are fune-rarie e voti-ve, ora col-locate all'in-terno delPalazzo Au-

gusto.Fra le poche opere scultoree

rimane un grande torso virile dietà imperiale, attualmente os-servabile all'interno del Palaz-zo comunale, a cui è forse rife-ribile una mano frammentariaesposta nella seconda sala delmuseo.

Michele De Angelis

OOrrttee iinn ccaannttiinnaaVViiaaggggiioo

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TURISMOALLA SCOPERTA DI INTERESSANTI E CARATTERISTICHE LOCALITÀ

Novembre/Dicembre 2011 - pagina 15 - www.cittamese.it

MMuusseeoo ddii NNeeppii ll’’oorriieennttaalliizzzzaannttee

nneeccrrooppoollii ddeell CCeerrrroo

Musei della Tuscia

Entrare nella tomba etrusca con gliocchi dei suoi scopritori VincenzoGalassi e Alessandro Regolini,

ammirando il pre-zioso corredofunebre alsuo posto,i n t a t t o ,c o m e

quando fu apertaper la prima voltanel 1836.Un’esperienza possi-bile grazie alla ricostru-zione virtuale realizzata dall’Istituto perle tecnologie applicate ai beni culturalidel Consiglio nazionale delle ricerche(Itabc-Cnr), ospitata in due mostre olan-desi dedicate agli Etruschi: ‘Richness

and Religion at the Etruscans – Princesand Priests’ e ‘Princesses and Goddesses’inaugurate in questi giorni ad Amsterdame a Leiden.

La tomba risalente alla metà del VIIsecolo a.C., nota per aver restituito ma-nufatti di elevatissimo pregio, fu sco-perta dall’arciprete Regolini e dal gene-

rale Galassi durante uno scavo nellanecropoli del Sorbo a Cerveteri.Formata da più celle, vi erano statisepolti una principessa, inumata e

ornata da un pettorale in oro, e unuomo incinerato, presumibilmente unguerriero. La ricostruzione virtuale, cheha permesso di riunire il famoso sepolcrocon il suo corredo, custodito presso ilMuseo Gregoriano Etrusco dei Museivaticani, è il primo frutto del progetto eu-ropeo ‘Etruscanning 3D’.

“La struttura, acquisita con laser scan-ner, è stata ricostruita in 3D come dovevaessere subito dopo la sua chiusura, o al-

meno come la documentarono gli sco-pritori, ma anche alla luce dei più re-centi studi”, spiega Eva Pietroni del-

l’Itabc-Cnr. “Il pubblico può esplorarla,avvicinarsi agli oggetti ascoltandone lanarrazione, sentire il racconto dalla vocedei defunti. Tutto senza usare joystick,

mouse, tastierema con il solomovimento delcorpo, spostan-dosi sopra unagrande mappadella tomba in cuisono indicati ipunti sensibili,nello spazio anti-stante la proie-zione di 12 mq.”.

Si parte dallastruttura esterna,un tumulo monu-mentale, per ac-cedere attraversoun corridoio(dromos) nelcuore del sepol-cro. Tra i manu-fatti un calderonecon l’holmos che serviva a sorreggerlo,il raro carro funebre e il letto che vi ve-niva probabilmente posto, anfore in ter-racotta, un’urna, un calamaio con lettereincise, spiedi, alari, contenitori, vasel-

lame. Nella cella principale si ha l’im-pressione di poter toccare la principessadistesa sul letto, che riluce per il suo pet-torale d’oro appoggiato sulla veste

bianca, tra il vasellame d’argento. È possibile visualizzare la naviga-

zione 3D su due video accessibili daYoutube:http://www.youtube.com/watch?v=w2

1q3peytYQ, http://www.youtube.com/watch?v=Je

0oqqFmu9M&feature=relatedLuca Cruciani

SSuu ee ggiiùù ppeerr iill VViitteerrbbeessee

Il Museo è situato sul Vesuvio nell'antica sedeborbonica dell'Osservatorio Vesuviano ad unaquota di circa 600 m.

Fin dalla sua fondazione, nel 1841, l'OsservatorioVesuviano è stato meta non solo degli studiosi, maanche di visitatori locali e stranieri, Attorno al 1970in seguito alla costruzione poco più a valle di un edi-

ficio più consono alle esigenze della ricerca mo-derna, la cosiddetta sede storica diviene natural-mente il luogo destinato alla conservazione dellepreziose collezioni mineralogiche, strumentali e ar-tistiche, oltre che di una ricca biblioteca storica.

Ospita antichi strumenti scientifici, utilizzati dascienziati e ricercatori nel corso dei secoli, alcuni dei

quali sono di eccezionale impor-tanza storica, come il sismografodi Luigi Palmieri. Una parte diquesti strumenti è esposta nellesale Mercalli e Wiechertdella Mostra. Il Museo del-l'Osservatorio Vesuviano èsede di una mostra perma-nente. La mostra conduce il visitatore attraverso unaffascinante percorso nel mondo dei vulcani.

Si parte dalla descrizione dei vari tipi di eruzionie della loro pericolosità, per giungere all'osserva-zione in tempo reale dei dati sismici e geochimici re-gistrati dallarete di sorve-glianza del-l'OsservatorioVe s u v i a n o .Tutto ciò conl'ausilio di fil-mati, illustra-zioni, colle-zioni di roccee minerali,strumenti sto-rici, libri e dipinti. Per le scuole, per i gruppi orga-nizzati e per le associazioni è obbligatoria una ri-

chiesta di prenota-zione effettuata tra-mite l'invio di un faxal numero 081

6102304 o una e-mail all'[email protected] qualsiasi infor-

mazioni rivolgersi al numero 081-6108483 (dal lu-nedì al venerdì, ore 9 - 13). Il Museo è visitabile tuttii giorni con orari differenziati, secondo le stagioni.

L'accesso è gratuito e la durata della visita è dicirca 90 minuti in gruppi di max 50 persone. Guide

specializzate accompagnano i visitatorilungo il percorso museale. Le visite gui-date sono disponibili anche in inglese efrancese. Il sabato e la domenica accessolibero al pubblico; per gruppi è richiesta laprenotazione. Per raggiungere il museo:con auto si consiglia l'uscita di "Torre delGreco" sull'autostrada Napoli-Salerno A3e proseguire seguendo le indicazioni per ilVesuvio; con mezzi pubblici si consiglia diconsultare il sito www.vesuvianamobi-lita.it per orari, tariffe e fermate sul link

"Linee per e dal Vesuvio"Maurizio Annibali

Amsterdam e Leiden – due mostre sugli Etruschi

VViirrttuuaallee ppeerr ggllii OOllaannddeessiiLa tomba Regolini – Galassi come la videro gli scopritori

Il Museo dell’ Osservatorio Vesuviano

VViiaaggggiioonneell mmoonnddoo ddeeii vvuullccaannii

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John Cage, Steve Reich e Ivan Fedele per il concerto del Quartetto Prometeo cheinaugura il 48° Festival di Nuova Consonanza venerdì 18 novembre a Villa Aurelia,

sede dell’Accademia Americana di Roma.Chiusura del Festival il 19 dicembre con il pianoforte di Emanuele Arciuli premio

Abbiati 2011.

Èl’Accademia Americana di Roma, nella sede suggestiva di Villa Aurelia, ad ospitarevenerdì 18 novembre alle ore 21 l’inaugurazione dell’edizione 2011 del Festival diNuova Consonanza giunto alla sua 48ª edizione: John Cage, Ivan Fedele e Steve Reich

sono i compositori che il Quartetto Prometeo - ensemble italiano chefesteggia proprio nel 2011 i suoi diciotto anni di attività - ha sceltoper questa apertura, in omaggio ai principali protagonisti della mu-sica statunitense e italiana del secolo passato e di oggi.

Titolo della nuova edizione del Festival è Ri / ModulAzione e cosìspiega Fausto Sebastiani, Presidente dellastorica associazione romana volta alla pro-mozione della musica d’oggi: “Ri / ModulA-zione vuol dire assumere l’idea di un dina-mismo concettuale che abbandona terminidefinitivi e ingloba la forma del dialogo comevia possibile per comprendere la storia dellamusica. Il 48° Festival di Nuova Consonanzaintende esplorare precisamente il rapporto e larelazione tra musiche e contesti storici diversi. Ci sono musiche chedialogano con la storia e musiche che se ne discostano e cercano al-tre strade, ma tutte rappresentano, in una sorta di affresco, quella mol-teplicità espressiva che caratterizza l’oggi”.

“Un Festival interamente gestito da un’associazione che giunge alla sua quarantottesimaedizione – ha tenuto a precisare Cecilia D’Elia Assessore alle Politiche Culturali e Vicepre-sidente della Provincia di Roma - è già un incoraggiante indicatore di grande passione e con-tinuità, in un momento in cui l’industria culturale, contrariamente alle risorse ad essa desti-nata dal bilancio statale, sta dimostrando di essere strategica leva di sviluppo. Ad iniziativecome il festival dell’associazione Nuova Consonanza va riconosciuto il merito di rappre-sentare un consolidato punto di raccordo culturale e artistico con i temi posti dalla contem-poraneità. Il cartellone della manifestazione è inoltre un’occasione di altissimo livello per lapromozione e la visibilità di giovani talenti. ‘Ri / ModulAzione’ non è solo un bellissimo mo-saico di eventi musicali ma un innovativo contenitore culturale in grado di farci riflettere sulruolo della cultura e sul nostro presente”.

Sei gli appuntamenti in programma dislocati dal 18 novembre al 19 dicembre alla Sala Ca-sella, al Conservatorio di Musica “S. Cecilia” e all’Accademia Americana di Roma, comeogni anno realizzati con la preziosa collaborazione di istituzioni musicali e di cultura (Ame-rican Academy in Rome, Accademia Filarmonica Romana, Conservatorio di Musica SantaCecilia, Conservatorio di Musica G. Martucci di Salerno, Istituto Culturale Romeno di Bu-carest, Santa Cecilia Opera Studio), il Museo della Repubblica Romana e dellaMemoria Garibaldina e Rai-Radio Tre (che manderà in onda alcuni concerti insuccessive trasmissioni).

Per il concerto d’inaugurazione di venerdì 18 novembre, le ragioni che leganoi nomi di Cage, Fedele e Reich (con tre opere per quartetto d’archi che disegnano

un arco temporale molto ampio) sono anzitutto celebra-tive: la scelta di due compositori quali Cage e Reich è le-gata al luogo che ospita la serata, l’Accademia Ameri-cana, istituzione da sempre attenta promotrice della liberaricerca in ambito musicale e fra i principali partner delFestival; iniziare con String Quartet in Four Parts (1950)di Cage è un voluto preludio agli imminenti festeggiamenti del 2012,anno del centenario dalla nascita di Cage; al centro del programmaPalimpsest (2007) di Fedele risponde alla precisa idea di evidenziareeccellenze italiane, con uno dei compositori italiani che meglio ha sa-puto farsi apprezzare nel mondo e che oggi ricopre la cattedra di com-posizione dei corsi dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Infine

Reich con Different Trains (1988) per quartetto d’archi e nastro magnetico, che così spiegala genesi della sua composizione: “L’idea per Different Trains viene dalla mia infanzia.Quando avevo un anno i miei genitori si sono separati. Mia madre si trasferì a Los Angelese mio padre restò a New York. Sebbene all’epoca i viaggi fossero emozionanti e romantici,ora mi guardo indietro e penso che, se fossi stato in Europa durante questo periodo, in quantoebreo avrei dovuto viaggiare su treni molto differenti”.

Il secondo appuntamento del Festival, di nuovo all’Accademia Americana di Roma, a VillaAurelia, è con l’ormai sempre seguitissima Festa d’au-tunno domenica 20 novembre, dalle ore 16.30 alle 23.Titolo della giornata 150 Canta, note sull’Unitàd’Italia: per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia, lamemoria storica, i diversi ri- ferimenti a Garibaldi,l’uso di strumenti della tradi- zione popolare italianache molto hanno contribuito alla diffusione del cosid-detto patrimonio ‘colto’, si uniscono a progetti spe-rimentali di particolare inte- resse artistico e tecnolo-gico: ci saranno dieci prime esecuzioni assolute (pre-valentemente negli appunta- menti della giornata Fi-

sarmonica oggi, Focus Italia – Usa e lo spettacolo Risorgimenti Sconcertanti su testo di Gior-gio Somalvico), nuove installazioni (Voci di Terra, installazione d’arte elettroacustica su fram-menti di poesie italiane a cura di Terra & Bits – gruppo-artelettroacustica), proiezioni di film storici con colonnesonore (Il piccolo Garibaldino film muto di Mario Case-rini del 1909 con la colonna sonora elettroacustica per ilfilm muto di HEKA), un sound art project (Suoni dalmondo | Sound Art prodotto dalla Deutschlandradio Kul-

tur 2011), e la prima di So che ti perderò monologocon musica per Chet Baker tratto dal testo PianoChet di Claudia Cappellini, omaggio alla vita ealla musica del grande jazzista statunitense che inItalia incise nel 1962 con un arrangiamento di Ennio Morricone la canzone che dà iltitolo allo spettacolo.

In occasione della festa sarà visitabile a Porta San Pancrazio, a pochi passa da VillaAurelia, il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina: busti, di-pinti, incisioni e cimeli garibaldini, oltre a plastici e a un ricchissimo apparato mul-timediale, guidano il visitatore alla scoperta dei luoghi, delle date e dei principali pro-tagonisti dei fatti di quegli anni di grande fermento politico

Il Festival si sposta alla Sala Casella mercoledì 30 novembre ore 21 con Cantabilee Presto récital per flauto e pianoforte. La serata ripercorre alcuni capolavori musi-cali del passato e significativi per la musica d’oggi at-

traverso la sensibilità interpretativa di Mario Caroli al flauto edi Horia Maxim al pianoforte: un programma comprensivo dioltre tre secoli di musica che offre un viaggio nel tempo dallaSonata in sol minore BWV 1020 di Johann Sebastian Bach eFelix Mendelssohn-Bartholdy (Sonata in fa minore op. 4) a Ge-orge Enescu (Cantabile e presto), André Jolivet (Chant de Li-nos) e Doina Rotaru (Crystals), tre compositori impegnati inuna scrittura compositiva che affonda le radici nella grande tra-dizione della storia musicale. Il confronto con alcune delle piùimportanti tappe della storia della musica, quali le composizioni di Bach o Mendelssohn, di-viene così un sostegno alla comprensione delle tendenze del presente o dell’immediato pas-sato con particolare attenzione alla produzione musicale della Romania (il concerto è rea-lizzato in collaborazione con Istituto Culturale Romeno di Bucarest).

Nuova Consonanza prosegue, per il suo secondo anno, un rapporto di felice collaborazionecon l’Accademia Filarmonica Romana, presentando domenica 4 dicembre ore 21 alla SalaCasella Serenata per il XXI secolo, affidato all’Ensemble Algoritmo diretto dal suo fonda-tore Marco Angius, formato da giovani musicisti dediti per vocazione alla musica contem-poranea, divenuto in poco tempo punto di riferimento per l’esecuzione della musica d’oggi.Il programma muove da Goffredo Petrassi (Serenata), interprete indiscusso della didatticadella composizione dal 1960 al 1978, per arrivare al giovane Matteo Franceschini (Concerto),

compositore in residence presso la Filarmonica Romana. Offre inoltreun omaggio ad Aldo Clementi (G. F. F. …), socio fondatore di NuovaConsonanza recentemente scomparso, e a Guido Baggiani (Sestetto condedica). Il concerto sarà preceduto da un incontro alle ore 19 in cui siparlerà degli autori in programma e che vedrà lapartecipazione di Marco Angius, Guido Bag-giani, Sandro Cappelletto, Matteo D’Amico,Patrizio Esposito e Fausto Sebastiani.

Dal 12 al 16 dicembre si terrà al Conservato-rio di Musica S. Cecilia il consueto “De Mu-sica”, workshop di composizione, tenuto que-

st’anno da Philippe Manoury, compositore francese di grande respiroche lo scorso settembre ha debuttato con la nuova opera La Nuit deGutenberg all’Opéra national du Rhin di Strasburgo e proprio con illavoro Partita I per viola ed elettronica ha vinto il Premio “Diapasond’or 2008”. Christophe Desjardins, violista, dedicatario del brano einterprete tra i migliori al mondo, la eseguirà alla Sala Casella venerdì16 dicembre ore 21 (Christophe Lebreton, regia del suono e disposi-tivi elettronici in tempo reale), in occasione del concerto Portrait Philippe Manoury, insiemealla Partita n. 2 di Bach. Un confronto interessantissimo – non l’unico nel festival, tra Bache gli altri – che svela quanto radicata sia la lezione del contrappunto bachiano e quante vir-tualità risiedano nel suo linguaggio. Il concerto sarà preceduto alle ore 19 da un incontro delmusicista con il pubblico.

Il 48° Festival si chiude lunedì 19 dicembre ore 20.30 alla Sala Accademica del Conser-vatorio di Musica “S. Cecilia” con il pianoforte di Emanuele Arciuli, vincitore nel 2011 delprestigioso Premio Abbiati assegnato dalla critica musicale italiana. Titolo della serata Il pia-

noforte romantico, un confronto fra le pagine pianistichedel repertorio romantico e la musica d’oggi che ad esse siispira.

Info: Associazione Nuova Consonanza.telefono. 06-3700323Email: [email protected]

A cura di Sergio Murli

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