omero, odissea. traduzione di niccolò delvinotti (corfù, 1843) · traduzione di niccolÒ...
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Omero (Homerus)
Odissea
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httpwwwe-textit QUESTO E-BOOK TITOLO Odissea AUTORE Homerus TRADUTTORE Delvinotti Niccolograve CURATORE Volpi Vittorio NOTE Si ringrazia la casa editrice In Fonte che ha concesso lutilizzo del testo La versione txt egrave salvata in formato testo unicode per consentire la visualizzazione dei caratteri greci Si allega una font di pubblico dominio (Gentium) per la visualizzazione in RTF dei caratte ri greci DIRITTI DAUTORE no LICENZA questo testo egrave distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet httpwwwliberliberitbibliotecalicenze TRATTO DA Odissea di Omero a cura di Vittorio Volpi Introduzione di Tzortzis Ikonomou traduzione di Niccolograve Delvinotti In Fonte Iseo 2004 CODICE ISBN 88-87997-18-7 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL 29 novembre 2006 INDICE DI AFFIDABILITA 1 0 affidabilitagrave bassa 1 affidabilitagrave media 2 affidabilitagrave buona 3 affidabilitagrave ottima ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO Vittorio Volpi volpigalacticait REVISIONE Vittorio Volpi volpigalacticait PUBBLICATO DA Claudio Paganelli paganellimclinkit
Informazioni sul progetto Manuzio Il progetto Manuzio egrave una iniziativa dellassocia zione culturale Liber Liber Aperto a chiunque voglia collaborare si pone come scopo la pubblicazione e la diffusione gratuita di opere letterarie in formato elettronico Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet ht tpwwwliberliberit
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TRADUZIONE DI
NICCOLOgrave DELVINOTTI CORCIRESE
Introduzione di Tzortzis Ikonomou
A cura di Vittorio Volpi
Iseo In Fonte 2005
INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE A NICCOLOgrave DELVINIOTTI
di Tzortzis Ikonomou LrsquoItalia e le Isole Ionie tra queste due terre crsquoegrave un collegamento di storia e di cultura
che parte dal tredicesimo secolo con la conquista delle isole da parte della Serenissima con il tempo queste isole assunsero unrsquoidentitagrave particolare che vide la lingua italiana coe-sistere con la greca Oggi ricordiamo queste isole nellrsquoambito della storia della letteratura italiana per sottolineare le origini greche di Ugo Foscolo ma in questo modo trascuriamo una cultura che per secoli ha prodotto uomini di lettere significativi e opere importanti Tra i primi Niccolograve Delviniotti1 la cui vita egrave legata con lrsquoisola nativa di Corfugrave e con lrsquoItalia dove studiograve fece amicizia con molti isolani presenti in Italia intorno al 1800 co-me Andrea Mustoxidi Mario Pieri Spiridione Petrettini ed altri gli scritti che gli dedicograve Niccolograve Tommaseo sollevarono lrsquointeresse di Carducci per lo scrittore di Corfugrave
La vita Nicolaos Baptistiades Delviniottis nacque a Corfugrave il 27 giugno 1777 da Giovanni Bat-
tista e Angelica Panagiotou Lessi La famiglia originaria di Delvini in Epiro da tempo si era trasferita a Corfugrave Dopo i primi studi a Corfugrave si trasferigrave nel 1796 in Italia e iniziograve gli studi giuridici presso lrsquoUniversitagrave di Padova ebbe la fortuna di incontrare letterati note-voli dellrsquoepoca come Cesarotti Bettinelli e Niccolini che lo aiutarono e stimolarono nel 1799 ebbe lrsquoincarico di segretario presso il governatore di Mantova il Generale Miollis2 e in quellrsquoufficio rimase fino al 1801 quando si dimise e si iscrisse allrsquoUniversitagrave di Pavia per concludere gli studi di giurisprudenza Le ragioni per cui lavorograve con i francesi furono
1 La grafia del nome oscilla fra Delviniotti e Delvinotti la prima forma egrave solitamente usata in Grecia la
seconda in pubblicazioni italiane Sul frontespizio dellrsquoedizione dellrsquoOdissea egrave usata la seconda forma 2 Sextius Alexandre Franccedilois de Miollis (Aix-en-Provence 1759-1828) generale francese Dopo la con-
quista di Mantova nel 1797 venne nominato governatore di Mantova due volte (1797-1802 e 1805-1809) conquistograve la Toscana nel 1799 e Roma nel 1808 e ne divenne governatore fino al 1814 dopo i Cento giorni si ritirograve a vita privata
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tanto politiche quanto economiche con lo stipendio poteacute dedicarsi ai suoi studi Si lau-reograve a Pavia nel giugno del 1805
Delviniotti era legato alla sua patria Come scrive Tommaseo ldquoamava Niccolograve questo verde dorso di terra sporgente dallrsquoonde sul quale egli nacque chrsquoegrave come il sorriso della Grecia allrsquoItaliardquo
Tornograve frequentemente nellrsquoisola ma la sua intenzione era di seguire lrsquoesempio di molti connazionali e rimanere in Italia tuttavia durante un viaggio a Corfugrave nel luglio 1805 incontrograve lrsquoamico della gioventugrave Giovanni Capodistria il quale Segretario delle Isole Ionie aveva la responsabilitagrave di rivederne la legislazione Capodistria gli offrigrave un posto di collaboratore Delviniotti accettograve e intraprese cosigrave una lunga carriera che lo costrinse a rinunciare alla vita di letterato in Italia quale conduceva lrsquoamico Mario Pieri
Nel 1809 fu eletto responsabile della pubblica accusa in Corfugrave e lrsquoanno successivo Giudice al Tribunale di prima istanza La carriera continuograve anche dopo il cambio di po-tere quando ai Francesi subentrarono i Britannici Sotto le autoritagrave britanniche ebbe altre cariche nellrsquoamministrazione della giustizia delle Isole Ionie fino a diventare Giudice della Corte Suprema nel 1834 due anni dopo andograve in pensione ma continuograve ad occuparsi della cosa pubblica
Egrave giudicato favorevolmente da Tommaseo per la sua capacitagrave di occuparsi del bene comune Tommaseo lo prende come esempio di buona condotta di un magistrato
Mandatogli allorcheacute egli era giudice presidente nellrsquoisola di Cefalonia un collega chrsquoersquo
reputava non atto allrsquouffizio il Delviniotti voltosi alla coscienza dellrsquouomo pregograve si fa-cesse giudice delle proprie forze egli stesso giudice piugrave veggente e severo che altrui provvedesse accortamente al decoro del nome proprio facesse in maniera che la gente domandi perchegrave assunto a quello non moltiplicasse gli esempii drsquouomini giudicati dalla indignazione pubblica ancor piugrave duramente del merito ma porgesse lrsquoesempio nuovo di modestia coraggiosa e di leale astinenza
Delviniotti aveva un grande interesse per lo sviluppo scolastico delle isole Ionie per-
cheacute sentiva il bisogno di educare i giovani della sua terra nel 1807 si era costituita lrsquoAccademia Ionia e divenne professore di diritto civile e penale AllrsquoAccademia copriro-no cattedre parecchi amici di Delviniotti che come lui avevano studiato in Italia Nel 1841 fu assunto come professore di diritto penale presso lrsquoUniversitagrave di Corfugrave che era sta-ta fondata da lord Guilford
Nella sua politica Delviniotti fu sempre a favore della repubblica e delle idee della Ri-voluzione francese Le ragioni sono due ed egrave ancora Tommaseo a indicarle era speranza di molti greci che con lrsquoarrivo dellrsquoesercito francese la Grecia si sarebbe liberata del dominio ottomano Non sono pochi i poeti che dedicarono a Napoleone poesie e libri in quegli an-ni Per Delviniotti lrsquoarrivo dei francesi portava inoltre una legislazione moderna
Come scrive Tommaseo
Una ragione moveva inoltre il giovane Delviniotti a lodare il governo napoleonico la piugrave severa forma data alla giustizia pubblica e il cessare di quersquo giudizi venali che
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disonoravano taluno dersquo magistrati veneti nersquo gradi minori Cotesto doveva piacere ad uomo amante del retto3
In questo ambito egrave da considerare anche la critica di Delviniotti al regime veneziano
nelle Isole Ionie Secondo lo storiografo Vrokinis Delviniotti fu eletto membro dellrsquoAteneo Veneto
del Regio Ateneo Italiano a Firenze insieme con Capodistria fece parte dellrsquoAccademia di Pisa4
Nel 1815 sposograve Anastasia Adamantina Kolpou La morte lo colse il 12 settembre 1850 Le opere La vera passione di Delviniotti fu la poesia Per tutti i suoi connazionali la persona di
Ugo Foscolo egrave un riferimento vitale lrsquoappartenenza alla stessa cultura del poeta di Zante porta il giovane aspirante poeta ad ammirare le opere e ad ispirarvisi per la propria pro-duzione letteraria Tommaseo nel suo saggio Della civiltagrave italiana nelle isole Ionie e di Niccolograve Delviniotti5 offre alcune prove della sua lingua poetica la tendenza neoclassica egrave evidente ma anche ovvia per il giovane greco Nei primi anni del suo soggiorno in Italia grazie ai contatti con i maggiori letterati dellrsquoepoca fu naturale per Delviniotti come per gli altri suoi connazionali scrivere poesie La sede naturale fu la casa di Isabella Albrizzi-Teotochi le cui riunioni letterarie sono riportate soprattutto nellrsquoauto-biografia6 di Mario Pieri
La prima e unica raccolta di Poesie esce nel 1809 a Corfugrave ed egrave dedicata a Julien Bessiegrave-res7 Commissario Generale di Corfugrave La dedica del libro e le dediche delle singole can-zoni mostrano la devozione di Delviniotti verso Napoleone la sua piugrave grande speranza era che la Grecia con lrsquoaiuto dellrsquoesercito imperiale francese avrebbe raggiunto la libertagrave
Il libro contiene quattro poesie in quartine e 18 sonetti la prima poesia egrave dedicata Al-la Poesia tra le altre una egrave dedicata a Napoleone una a Julien Bessiegraveres e una lrsquoIstro do-
3 Niccolograve Tommaseo Il secondo esilio Milano Sanvito 1862 p 397 4 Λαυρέντιος Βροκίνης Βιογραφικά Σχεδάρια τῶν ἐν τοῖς γράμμασιν ὠραίαις τέχναις καὶ ἄλλοις κλάδοις τοῦ κοινωνικού βίου ∆ιαλαμψάντων Κερκυραίων tomo I Corfugrave Koraes 1877 p 115
5 ldquoDella civiltagrave italiana nelle isole Ionie e di Niccolograve Delviniottirdquo in Archivio Storico Italiano Nuova Serie 2 1855 tomo secondo parte 1 pp 65-88 poi nel Dizionario drsquoEstetica del 1860 pp 98-105 nel Secondo Esilio pp 378-435 e nel Dizionario Estetico 4 ed 1867 pp 298-328
6 Mario Pieri Vita scritta da lui medesimo libri sei in Opere di Mario Pieri Corcirese voll I e II Firenze Le Monnier 1850
7 Julien Bessiegraveres nato a Gramot in Languedoc il 1777 morto a Parigi 1840 Seguigrave Napoleone in Egit-to e fu preso prigioniero e portato a Ioannina Nel 1805 fu nominato Console Generale del ldquoColpo [gol-fo] Adriaticordquo e nel 1807 Commissario Generale di Corfugrave fino al 1810 quando divenne governatore di Navarra Dopo la caduta di Napoleone non ebbe incarichi importanti
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mato a suo cugino Jean Baptiste Bessiegraveres duca drsquoIstria La forma metrica preferita egrave lrsquoode saffica
Lrsquounica testimonianza contemporanea che abbiamo proviene dalle Memorie di Mario Pieri che il 9 novembre 1810 scrive
Verso la fine del pranzo venne da noi Rosini ed il Ciampi Con questrsquoultimo e con
lrsquoamica andammo a camminar la cittagrave dellrsquoArno settentrionale Camminando egli ci disse come lrsquoamico mio Corcirese Niccolograve Delviniotti ha mandato tempo fa allrsquoAccademia di Livorno un suo libretto di Poesie per essere giudicato Furono destina-ti a questo giudizio esso il Ciampi il Professore Padre Pagnini ed il Professore Carmi-gnani e conclusero in iscritto che lrsquoautore avea di molta fantasia e di bei concetti ma che peccava spesso e soverchio di oscuritagrave e mancava del tutto in fatto di stile e di lin-gua Ciograve mi ricordograve le quistioni che io feci piugrave volte con Delviniotti essendo sempre stato il mio sistema ed il mio sentimento su lrsquoarte di scrivere e di verseggiare opposto al suo giaccheacute io credo chrsquoegli scriva cosigrave piugrave per falso sistema chrsquoegli srsquoegrave sposato che per incapacitagrave di far meglio e diversamente8
Puograve sembrare strano che Sebastiano Ciampi desse un giudizio cosigrave negativo della poe-
sia di Delviniotti nello stesso anno in cui fu eletto allrsquoAccademia di Pisa di cui lo stesso Ciampi era segretario Nella sua autobiografia Pieri non fa nessun riferimento alle Poesie di Delviniotti ed egrave chiaro che quando scriveva nel 1842-43 non gli sembrava interessante commentarle
Delviniotti pubblicograve la maggior parte delle sue poesie nelle riviste corciresi la Gazzet-ta Ionia il Monitore Ionio la Gazzetta degli Stati uniti delle Isole Ionie Alcuni titoli rive-lano ancora una volta la sua tendenza repubblicana nel 1811 pubblicograve un Inno Pindarico per la nascita del figlio dellrsquoImperatore Napoleone sopranominato Re di Roma nel 1813 lrsquoOde nella festa del giorno onomastico e lrsquoanniversario della nascita di Napoleone Imperatore Al-tre poesie sono dedicate ad onorare illustri corciresi gli Sciolti alla spoglia mortale di Laz-zaro de Mordo Israelita dottore in Medicina (1823) il Sonetto in morte del dotto ed integer-rimo Giudice Pasqual Carruso (1847)
Le due opere piugrave impegnative sono due Visioni in terzine per commemorare due a-mici morti il cugino Demetrio Macrigrave e lrsquoamico letterato Niccolograve Mavromati In queste si evidenzia la sua dipendenza dalla lingua letteraria italiana (Petrarca Foscolo Parini)
Per anni lavorograve alla traduzione di Quinto Smirneo ma anche se molti letterati come Monti Lamberti e Mustoxidi la giudicarono positivamente non la volle pubblicare Sol-tanto il primo libro uscigrave nel Poligrafo di Milano con la cura di Mustoxidi
Niccolograve Delviniotti lasciograve alcune opere inedite che alla fine del diciannovesimo seco-lo erano ancora proprietagrave del figlio Diomede Tra queste crsquoegrave un saggio chiamato Discorsi sopra la Filologia e poesie intitolate Ode Pindarica allrsquoamor Patrio Ode allrsquoItalia e La-mento alla morte dellrsquoindimenticabile Conte Giovanni Capodistria Anche le tragedie Serse e Ifigenia non furono mai pubblicate9
8 Mario Pieri Memorie I a cura di Roberta Masini Roma Bulzoni 2003 p 316 9 Βροκίνης op cit p 121
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Per completezza di informazione ed utilitagrave per il lettore si aggiunge la scheda biografica di Girolamo Dandolo (La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi ultimi cinquantrsquoanni Studii storici Venezia corsquo tipi di Pietro Naratovich 1857 p 337-338)
laquoDelviniotti Nicolograve nacque il 27 giugno 1777 a Corfugrave da una famiglia divenuta greca per non mai
interrotta piugrave che secolare dimora in quella cittagrave Era ancor fanciullo quando la sorte orbavalo del padre e dovette alle affettuose cure materne la letteraria instituzione col maggior fratello Spiridione ricevuta in Italia e la laurea in diritto conseguita a Pavia Dettograve prose e versi italiani certamente notevoli per una tal quale sua propria originalitagrave ma troppo lontani da quella eleganza di stile e proprietagrave di vocaboli per cui vanno invece ammirati i suoi connazionali e contemporanei il Foscolo il Pieri ed il Mustoxidi tutto-ra vivente Tanto perograve non vuolsi accagionarne il giudizio quanto il troppo fervido ingegno dello scrit-tore che male avrebbe potuto tollerare la paziente opera della lima e forse ancor piugrave lrsquoavviamento non buono dato arsquo suoi studii dal Cesarotti e dal Bettinelli uomini lrsquoun piugrave che lrsquoaltro per sapere eminenti ma che per avversione ai pedanti cosigrave eransi dilungati dagli esempii dersquo buoni maestri che certo non a-vrebbero potuto proporre i loro scritti a modello di ottimo gusto Ad ogni modo le cose fino allora con-segnate ai torchi e lrsquoopera con Giovanni Capodistria avuta nella riforma delle leggi jonie gli valsero lrsquoonore di essere con lui ascritto nel 1810 allrsquoaccademia di Pisa Dotato di caldi e nobili spiriti serbograve tutta la vita sempre uguale lrsquoaffetto alla patria ma bencheacute nessuno gli andasse innanzi negli ufficii della giusti-zia adempiuti fino allo scrupolo nellrsquoesercizio delle affidategli magistrature sconobbe i diritti della e-stinta Repubblica di Venezia alla riconoscenza di queglrsquoisolani e solo percheacute esigeva da essi quella obbe-dienza che suole ogni principe da chi gli egrave suddito esigere non temegrave di qualificare tirannide esosa un Governo alla cui liberalitagrave chi si facesse con mente sgombra da prevenzione a stenebrare le origini degli avvenimenti volentieri confesserebbe col Tommaseo e col Mustoxidi or or rammentato dovere la Gre-cia moderna la odierna sua civiltagrave e indipendenza Questo medesimo affetto colpa la contratta [338] abi-tudine di mirare costantemente le cose da una sola faccia il condusse altresigrave a plaudire fino alla nausea il governo napoleonico parendogli quasi che la semplicitagrave e speditezza degli interni ordinamenti ed il ri-spetto alle forme giuridiche nelle controversie di privato diritto fossero anticipata caparra di quella poli-tica rigenerazione del popolo greco che non ebbe mai parte neppure ai sogni dellrsquouomo a cui porgeva cosigrave senzrsquoavvedersene glrsquoincensi dellrsquoadulazione Allo stesso modo celebrato avea prima lrsquoapparire della bandiera democratica di Francia e quello dei Russi neacute di minor lode piugrave tardi fu largo al sopravvenir degli Inglesi nella protezione e nello Statuto dei quali ebbe fede fino allrsquoanno 1830 Giunto allora al li-mitare della vecchiezza si avvide di avere fino a quel digrave trascorsa la vita di delirio in delirio e pose freno ad una lode che il giudizio imparziale della storia diragrave forse tanto immeritata quanto lrsquoatroce sua bile contro ogni veneziana memoria Non per questo si fersquo muta la sua Musa ma solo cangiograve tema arsquo suoi carmi Morigrave il 12 settembre 1850 Se meno bollente animo avesse il Delviniotti da natura sortito per cui meno prontamente avesse obbedito aglrsquoimpeti di una prima impressione onde gli accadde cosigrave di soven-te scambiare le speranze coi fatti avrebbe lasciata assai miglior fama e come scrittore e come uomo poli-ticoraquo (Ringrazio Filippo Maria Pontani della Scuola Normale Superiore di Pisa per avermi segnalato questa pagina e fornito indicazioni orientative preziose e puntuali ndashVV)
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DELLO SCRIVERE E DEL TRADURRE LrsquoODISSEA di Vittorio Volpi
Il disegno di Delvinotti offrendo al pubblico una nuova traduzione dellrsquoOdissea egrave di
fornire allrsquoItalia e allrsquoEuropa del suo tempo cosigrave piena di fermenti uno sguardo alla si-tuazione della Grecia che da poco si era liberata dal giogo turco richiamando lrsquoattenzione alla diretta e continua filiazione letteraria dellrsquoEptaneso dalla tradizione ita-liana Si trattava anche di restituire alla Grecia la sua cultura letteraria in esilio tempora-neo presso universitagrave biblioteche e tipografie europee dopo tre secoli di turcocrazia
NellrsquoOde a Napoleone (1809) mette in bocca alla Settinsulare Mio fia grida drsquoAlcinoo il bel soglio Mie le vaghe Isolette che Epiro Ratto ad esso congiunte vedragrave hellip Darsquo suoi Prodi per mano guidate Arti-belle tornate tornate
Anticipava forse il progetto mazziniano e lincolniano di un Adriatico ldquolago italianordquo dal punto di vista geopolitico percheacute giagrave culturale disegno che peraltro ma in modi af-fatto diversi ripristinava la situazione prenapoleonica
Sceglie lrsquoOdissea come mito di riscatto di ritorno in patria dove il novello Ulisse egrave il letterato illuministicamente ganglio vitale della societagrave ldquopadre affettuosordquo del popolo che governa che guida la Patria lo Stato con saggezza e giustizia Ben possono adattarsi alla biografia di Delvinotti alcuni versi del libro VII (parla Alcinoo re di Scheria-Corfugrave)
giusta ira trsquoarse Contro costui che si levograve nel circo Ad oltraggiarti ma nessun mortale Disconosce il valor che in te srsquoannida Nullo che sa ridir ciograve che la voce
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Della giustizia gli ragiona al core
Delvinotti in questrsquoottica puograve essere dunque considerato un letterato che mette a protocollo la propria odissea alla ricerca della patria letteraria teso foscolianamente a ri-disegnare il ruolo della letteratura nel vivo della societagrave innervandola di uno ldquostilerdquo fatto di tensioni di bellezza classica rivisitata e reinventata
La traduzione esce nel 1943 laquoDalla tipografia del Governoraquo Sfogliando la Ἰονική Βι-βλιογραφία di Thomas I Papadopoulos ( Athena 1998) si ha modo di vedere come que-sta fosse la piugrave attiva se non lrsquounica tipografia in Corfugrave e forse di tutto lrsquoEptaneso Pub-blicava atti ufficiali del Governo tra cui la Gazzetta degli Stati Uniti delle Isole Ionie Av-visi Notificazioni in greco (ἐν τῇ Τυπογραφίᾳ τῆς Κυβερνήσεως) in italiano o inglese (Government Printing-Office) ma spesso anche bilingui o trilingui Per lrsquoincarico rico-perto e per la notorietagrave di cui godeva non doveva esser stato difficile per Delvinotti far pubblicare presso questa tipografia la propria traduzione Gli articoli di Francesco Orioli e di E Tipaldo [qui riprodotti nel file 31 Delvinotti Pindemonte affrontati] accennano alla pubblicazione in fascicoli Anzi E Tipaldo riprende dal Gondoliere il programma di sot-toscrizione dello stesso Delvinotti10 Si presume che la pubblicazione abbia avuto termine
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Non pare inutile per comoditagrave del Lettore riprodurlo anche qui laquoErsquo pare che Omero intendesse cantare le glorie principalmente del paese Jonio quando nellrsquoIliade piugrave che la selvaggia ira e lrsquoimpetuoso valore del Tessalo Achille magnificava il senno lrsquointrepidezza e gli accorgimenti dellrsquoItacense Ulisse quandonellrsquoOdissea le pellegrinazioni meravigliose di questi sceglieva a illustre argomento del Poema e la giusta vendetta che dalla schiera scellerata dersquo Proci ei ne trasse Neacute diverso appare il suo intendimen-to lagrave dove egli celebra il bel cielo la bella terra di Scheria le ospitali virtugrave la perizia nella navigazione e nelle arti e le sue saggie istituzioni politiche e ciograve pure ebbe in mira quando forse nella persona del Cantore Demodoco seacute stesso descrive rallegrator di regj conviti colla letizia del verso
Era egli cittadino nostro o Cefaleno od Itacense datosi a viaggiare per le greche contrade ed a ri-cordare arsquo connazionali suoi la grandezza dersquo Numi ed i vanti degli avi Questo io non oserograve di afferma-re ben certo egrave che a noi Joni egrave permesso di andare orgogliosi di questa prima e somma rivelazione della Elenica Musa che insegnograve al mondo a che per potenza di nobile poesia lice salire
Tale egli essendo sembra non isconvenire ad un Jonio rallevato nelle Itale scuole e grato a quel ral-levamento il tentare di dare una nuova traduzione in versi sciolti dellrsquoOdissea non giagrave per entrare in ardita gara con i traduttori che il precedettero ma percheacute or nellrsquouna or nellrsquoaltra si scorgono almeno adombrati i tanti e sigrave luminosi pregi che nel divino poema risplendono
Lrsquoopera saragrave distribuita in quaderni dodici di numero conterragrave ciascuno due canti Cosigrave verragrave fatto al traduttore di giovarsi degli ammaestramenti dersquo dotti e del sentimento delle persone gentili per poter di mano in mano correggerli
Il prezzo saragrave di scellini uno per quaderno da essere pagato successivamente quando il quaderno si consegneragrave La carta saragrave sopraffina fiumana ed i caratteri saranno come in questrsquoavviso
Il testo che si seguitograve nella traduzione egrave quello di Lipsia 1759-64-65 con le note del Clarke e dellrsquoErnesti illustrato vie piugrave dagli scolii greci raccolti nellrsquoedizione del Crusio e pubblicati in Atene lrsquoanno 1841raquo
La descrizione completa dellrsquoedizione utilizzata egrave la seguente Ὁμήρου ἅπαντα ie Homeri Opera omnia ex recensione et cum notis Samuelis Clarkii Accessit varietas lectionis edd veterum cura Jo Au-gusti Ernesti qui et suas notas adspersit Lipsiae Impensis G Theophili Georgii Impressit Vdalr Chri-stianvs Saalbach 1759-64 in greco e latino Lrsquoedizione ateniese degli scolii egrave la seguente Σχόλια εἰς τήν
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nel corso del 1843 la tiratura deve essere stata estremamente limitata e la circolazione ri-stretta alla cerchia degli amici greci e italiani
Il volume egrave consultabile presso la Biblioteca pubblica di Corfugrave la Biblioteca della A-nagnostikeacute Etairigravea di Corfugrave la Biblioteca Gennadios di Atene quella Universitaria di Sa-lonicco presso lrsquoArchivio Storico-Letterario di Manou Charitagravekou (ELIA) di Atene e al-tre poche di eruditi greci (Damaskinos Corfugrave Teotochi Corfugrave Spirou Lovegraverdou Kefi-siagrave) In Italia la traduzione egrave consultabile presso la Biblioteca Angelica (senza note tipo-grafiche ma Corfugrave Dalla Tipografia del Governo 1843) presso la Biblioteca Marciana di Venezia e la Bibl Centrale dei Frati Minori di Roma
La copia pervenutaci alle mani e acquistata a Pisa doveva probabilmente appartenere a uno degli amici dellrsquoAccademia pisana
Un recente romanzo11 presenta un Ulisse che scrive per averla vissuta la propria ldquoo-
disseardquo per poi consegnarla a Demodoco sapendo che la cambieragrave (laquoFate sempre cosigrave voihellip Addioraquo) Egrave un Ulisse diviso fra il destino che ha avuto in retaggio e la propria liber-tagrave ma solo percheacute ha seguito il proprio destino solitario nella vastitagrave del mare giunge a sentire il ldquopolsordquo il palpito della libertagrave Il suo destino egrave quello di andare andare via da dove da chi Non esiste risposta Forse da se stesso dalle laquoardenti inquietudiniraquo che lo fanno sentire fuori posto ovunque alla ricerca continua di un altrove che non puograve esiste-re se non proviene dallrsquointimo Comprende perciograve che il seguire il proprio destino vivere come giorno per giorno gli egrave dato faragrave di lui come di ogni altro uomo un eroe O vice-versa che faragrave di lui come di ogni ldquoeroerdquo un comune e semplice uomo
In questa inedita versione Ulisse scrive Scrive percheacute la riconquista della lingua egrave al tempo stesso approdo alla patria e riassunzione della propria antica identitagrave Egrave vero lrsquoUlisse ritornato in patria egrave ora inscindibile da quello che ideograve il cavallo di Troia che ac-cecograve il ciclope che scese allrsquoAde Quegli ldquoanni di vagabondaggiordquo sono scritti sulla sua pelle sul suo volto sono esperienze di vita che consolidano la primitiva identitagrave quegli anni sono stati perciograve anche ldquoanni di apprendistatordquo
La gestazione della poesia si puograve paragonare a un percorso ascetico attraverso il quale lingua e pensiero vengono riscaldati messi in movimento purificati nel crogiolo delle emozioni vissute nella realtagrave rimeditate re-fuse e rivissute nel momento ispirato della scrittura momento che egrave anche urgenza necessitagrave eacutelan Drang Diventa la presa di co-scienza di una nuova identitagrave si cambia pelle e su questa come su una pergamena si consegna il miracolo della parola che puograve ambire ai vertici dellrsquoarte
Ed egrave proprio nellrsquoAscetica che Nikos Kazantzakis descrive la metamorfosi individuale e collettiva che si realizza con la parola poetica parola che viene creata ex novo nellrsquoatto di invenzione e che egrave creatrice di nuovi sensi e significati negli ascoltatori come un seme caduto in fertile zolla
τοῦ Ὁμήρου Ὀδύσσειαν Ἐκ τῆς ἐκδώσεως τοῦ D[etlev] Car[olus] Uil[ielmus] Baumgarten-Crusius Νῦν τὸ πρώτον ἐκδ ὑπὸ Κωνσταντίνου Γκαρπόλα Ἐν Ἀθηναῖς Γκαρπόλας 1841
11 Tassos ROUSSOS Ho Odysseas Athina Ekdosis Kastanioti 1996
INTRODUZIONE
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Siamo una umile lettera una sillaba una parola resa dalla gigantesca Odissea Siamo immersi in un immenso canto e brilliamo come brillano le umili conchiglie fino a che sono immerse nel mare
Qual egrave il nostro dovere Sollevare il capo per un attimo fino a che reggono le nostre viscere e respirare il can-
to drsquooltremare Adunare le avventure dare un senso al viaggio lottare senza tregua con gli uomini
con gli degravei e gli animali e lentamente pazientemente edificare nella nostra mente ndash midollo del nostro midollo ndash Itaca
Come unrsquoisola lentamente con lotta tremenda si leveragrave dallrsquooceano dellrsquoinesistente lrsquoopera dellrsquouomo
Scrivere egrave perciograve lottare contro la burrasca (Sturm) dei venti di Eolo salvarsi dal nau-
fragio nel mar delle parole per mezzo delle parole mantenersi a galla col velo leggero di Leucotea Scrivere egrave mettersi in viaggio per mare affrontandone i pericoli con la destrez-za di provetto marinaio Lo scrittore deve salvare se stesso dallrsquoazzardo che lo ha spinto di necessitagrave ad affrontare i pericoli della parola e salvando se stesso salva anche la parola stessa lo scrivere Lo scrittore mette a repentaglio se stesso con la propria scrittura Un rischio capitale che dispiega in continuazione ma solo questo rischio gli conferisce iden-titagrave e lo conferma come tale lo fanno certo sin dallrsquoinizio dellrsquoarrivo in porto e del rico-noscimento Puntuale una coincidenza gioca in greco moderno con la parola anagnorizo che vale tanto ldquoriconoscererdquo quanto ldquoleggererdquo
Per questo fincheacute viaggia Ulisse non puograve essere altri che ldquoNessunordquo o meglio Per-sonne accogliendo il gioco di parole permesso dal francese o forse anche Persona gio-cando questa volta col latino dunque forse solo una maschera di provvisoria identitagrave La richiesta di Polifemo non egrave altro che lrsquoeco di una domanda che proviene dal profondo forse fin dalla lontana infanzia che di continuo si ripropone Ha dunque ancora ragione Kazantzakis (altro massimo esempio di Ulisside) quando dice che le grandi domande dellrsquouomo (ldquoChi siamo donde veniamo dove andiamordquo) non sono in fondo che inter-rogativi da adolescente
Lo scrittore non si propone programmaticamente di partire alla ricerca di ricchezze o nuove conoscenze gli basta partire pur senza meta pur senza via (se non quella piugrave in sa-lita se non quella che conduce alla terra piugrave lontana alla terra incognita delle antiche mappe hic sunt leones) Navigare nel pelago aperto e incerto del vocabolario frastornarsi coi mille incontri tentazioni paure sviamenti ed ldquoerrorirdquo solo allora ldquoperduti tutti i compagnirdquo porteragrave a compimento lrsquoopera intrapresa dandole una forma sapendo nello stesso tempo che essa stessa egrave diventata intrinsecamente geneticamente unrsquoodissea
E cosigrave lrsquoopera letteraria non puograve che nascere dai fatti dal vivere e dal fare (pograveiesis) dalla vita vissuta dal travaglio (biografico e creativo) sopportato durante la sua genesi non tanto come testimonianza di quei fatti ma come occasione motivo abbrivo kairos e periculum che dal proprio interno generano e danno sviluppo alla scrittura intesa come percorso paral-lelo di parole e di azioni
La caccia al cinghiale sul monte Parnaso egrave unrsquoaltra metafora della ldquocaccia alla parolardquo dei pericoli effettivi che devono essere affrontati Il giovane Odisseo ha con seacute solo una
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XII
lancia deve agire con tempestivitagrave abilitagrave e coraggio Supereragrave la prova la caccia egrave il banco di prova della maturitagrave La cicatrice riportata saragrave il ldquodocumento drsquoidentitagraverdquo il di-ploma dellrsquoesame superato
Le parole richiamano sigrave quelle azioni non come involucro esornativo come vuoto gu-scio ma come riflesso diretto come prodotto e distillato concettuale di quelle azioni Soffermarsi o valutare di unrsquoopera letteraria la forma estetica equivale dunque a giudicare un vino dal disegno dellrsquoetichetta o dai cocci dellrsquoanfora che lrsquohanno contenuto laquoLe donne un porsquo civettuole cantano per il piacere di udire la propria bella voce sono lonta-nissime dai fatti li hanno dimenticatiraquo (Roussos) Il grande pericolo in cui versa la scrit-tura egrave quello di farsi incantare dalle parole Come lo scorpione accerchiato dalle fiamme se non trova via drsquouscita si uccide col proprio pungiglione cosigrave la scrittura puograve imbalsa-marsi nei propri estetismi e perdere il concreto riferimento coi fatti perdere in profondi-tagrave di significato in connotazioni quando cambiando le carte in tavola il rinvio al refe-rente egrave diventato orpello superfluo Diventa vuoto pupario lo laquoscheletro di una cicalaraquo laquoVersato da giovane negli studii matematici poi tutta la vita nersquo giuridici erudito delle lettere piugrave recondite non poteva il Delviniotti riguardare lrsquoarte dello scrivere come un piacente congegno di suoni vuotiraquo (Tommaseo)
Il grande paradosso della scrittura egrave la sua lotta in rincorsa col tempo per essere arti-stica e lo egrave quanto piugrave rinuncia a ciograve che per definizione o tradizione la renderebbe tale Esiste dunque una tensione intrinseca per emanciparsi dai modelli una energia interna (uno Streben faustiano) che la porta a rinnovarsi continuamente La scrittura diventa arti-stica quando egrave specchio dei tempi e dei fatti quando quei fatti vengon richiamati senza altre mediazioni percheacute largamente condivisi laquoIl verso stesso ersquo [Delvinotti] voleva ri-spondesse splendido al vero e sotto alla visione che viva gli rilucea nella mente voleva so-stanza di realtagraveraquo (Tommaseo)
Puograve allrsquooccasione usare degli ovvii espedienti ldquoartistico-letterarirdquo offerti dalla tradizio-ne dai ldquograndirdquo ma servendosene come di strumenti Lo scrittore da buon artigiano li useragrave non per sgrossare lrsquoidea ma come pomice sul marmo di una statua ormai ultimata
Abbiano incontrato tre parole tedesche (Sturm Drang e streben alle quali si puograve ben aggiungere Wirrwarr titolo di un dramma di Klinger ndash 1775 ndash e nome primitivo del mo-vimento questrsquoultimo esprime compiutamente il senso di frastornamento politico e cul-turale prima Rivoluzione francese ma soprattutto Genie prototipo ideale di uomo tra lrsquoeroico e il prometeico razionale ldquopru-denterdquo e al tempo stesso pieno di risorse versati-le nobile forte e non incline ai compromessi ma anche che si lascia guidare come un e-roe schilleriano dai propri sentimenti Sehnsucht come aspirazione insaziata e struggente verso il bello il tutto e lrsquoassoluto nostalgia di unrsquoarmonia perduta che perograve puograve essere ancora trovata in tracce nellrsquoattualitagrave e nel lavoro creativo qualitagrave che permettono di so-pravvivere fra tanta confusione) termini classici di facile inquadramento storico lettera-rio Wickelmann in quegli stessi anni fondava sulla statuaria greca lrsquoideale estetico attra-verso cui si esprime un nuovo sguardo sulla natura una nuova comprensione unitaria e ideale dellrsquoarmonia interna della natura Il pathos nostalgico del romanticismo tedesco delinea a ritroso unrsquoutopia politica che si egrave realizzata solo in Grecia ed illustrata giagrave nella
INTRODUZIONE
XIII
profezia che Tiresia annuncia a Ulisse E infine Wandererhellip e il ricordo riporta ricco bot-tino di titoli di personaggi di immagini di temi musicali
Inquadrati questi termini nel periodo in cui sono sorti e nei richiami che spontanea-mente suggeriscono spiegano la compresenza di romanticismo e classicismo I poeti ab-bandonate le imitazioni gli artifici i canoni letterari consacrati dalla tradizione e guidati dal proprio ldquogeniordquo coniugano senso e sentimento significato e impulso creativo sensi-bilitagrave (Empfindsamkeit) e energia vitale dilaceramento (Zerrissenheit) e armonia titani-smo e elevazione spirituale afflato entusiastico e demoniaco notturni e Inni al sole cre-ano e innovano lrsquoestetica letteraria ispirandosi ai poeti ldquoprimitivirdquo che col ldquogenio della linguardquo hanno espresso il ldquogenio di un popolordquo Omero Ossian Shakespeare La lingua non egrave solo convenzione ma espressione poetica e ldquovocabolario di istituzionirdquo sociali e proprio per mezzo della lingua del continuo comunicare un popolo giunge alla coscienza di seacute alla propria identitagrave storica a una visione e conoscenza del mondo Herder e Vico in modo indipendente uno dallrsquoaltro si incaricheranno di illustrare questa estetica nuova e dirompente12
Johann Heinrich Voszlig lavorograve alla traduzione dellrsquoOdissea dal 1781 fino alla sua morte (1826) rielaborandola continuamente mentre la filologia classica offriva agli studiosi edi-zioni critiche rigorose e affidabili giungevano anche nelle biblioteche universitarie italiane le edizioni stereotipe di Lipsia Il primo verso
Sage mir Muse die Taten des vielgewanderten Mannes
puograve avere come diretta illustrazione un quadro di Caspar David Friedrich Der Wanderer uumlber dem Nebelmeer (1818) o la Wanderer-Fantasie di Schubert (1822)
Lrsquoantica poesia greca egrave a tuttrsquooggi artistica percheacute quei fatti sono ancora condivisi dai
lettori sebbene con la traduzione si sia perso tutto dellrsquoin-volucro fonico e molto della dinamica sintattica delle ineffabili sfumature delle particelle dellrsquoarchitettura retorica in-terna Ma nulla a livello testuale Nulla di quanto riguarda la semantica letterale o meta-forica dellrsquoespressione Mutatis mutandis facendo cioegrave tara abbondante di quanto lrsquoattualitagrave la contemporaneitagrave a livello superficiale ci distinguono dallrsquoepoca eroica
Confrontando la traduzione di Delvinotti con quella di Pindemonte Francesco Orioli si proponeva di laquoriguardare quella nuova poesia non unicamente in se stessa ma in quello altresigrave chrsquoella suona al cuore e che allrsquoanima ragiona messa al paragone del divino origina-le di che assume ad esser copia o ritrattoraquo13
12 Basteranno due brevi citazioni di Goethe per confermare questa direzione interpretativa laquoWie glei-
ches Streben Held und Dichter bindetraquo (ldquoUn medesimo anelito unisce lrsquoeroe e il poetardquoTorquato Tasso atto I scena III) laquoEs irrt der Mensch solangrsquo er strebtraquo (ldquoErra lrsquouomo che anelardquo Faust Prologo in cielo) dove come in italiano errare puograve significare sia ldquovagabondarerdquo che ldquosbagliarerdquo die Irrfahrten des Odysseus sono tradizionalmente i ldquoviaggirdquo di Ulisse viaggi con continue correzioni di rotta con pericoli naufragi approdi sfortunati incontri con varie sfaccettature del sacro del divino dellrsquoextra- o sopra-umano
13 F Orioli Odissea drsquoOmero Nuova Traduzione in Versi Italiani laquoGazzetta Ioniaraquo n 671 (4 novem-
bre 1843) articolo riprodotto nel file 31 Delvinotti Pindemonte affrontati
INTRODUZIONE
XIV
Ed in sostanza pare proprio questa la differenza ldquoletterariardquo fra Delvinotti e Pinde-monte E dunque la leggibilitagrave la fluiditagrave della traduzione del Corcirese egrave tale percheacute na-sce dai fatti percheacute dietro quelle parole si riconoscono i fatti dietro lrsquoammanto della tra-duzione si riconosce il testo omerico cosigrave radicato esso stesso nei fatti che nemmeno lrsquoaura del mito dellrsquoepos nemmeno la forma ritmica hanno potuto sradicare dagli eventi narrati (non ha importanza a questo punto se effettivamente accaduti e reali o nellrsquoambito della finzione poetica funzionalmente ldquosimili al verordquo)
Dietro la narrazione epica non si deve dunque verificare il grado di verisimiglianza (la lontananza delle rotte percorse comportano costitutivamente un dubbio sulla veridicitagrave dei racconti che appunto verran detti Incredibilia) quanto il grado di vitalitagrave cioegrave di universa-litagrave Lrsquoopera letteraria va dunque oltre la veritagrave il mondo egrave vario e vasto
Lrsquoesperienza del viaggiatore va formando volta a volta una nuova identitagrave unrsquoidentitagrave in continuo divenire che gli permette di comprendere di piugrave un sapere scritto nella pro-pria carne nel proprio cuore (par coeur direbbero i Francesi) che perciograve egrave impossibile dimenticare Quanto lrsquoocchio umano della letteratura riesce a rendere vivi i fatti da cui nasce di tanto assicura la propria durata e sopravvivenza La classicitagrave egrave meno un fatto di convenzioni letterarie che di riconoscimento di contenuti vitali per la comunitagrave Quanto le parole sono vive tanto egrave salvo il loro autore la sua opera e la letteratura stessa E tanto egrave salva la bellezza interiore dellrsquoopera di cui lrsquoautore egrave ad un tempo schiavo e padrone
La traduzione di Delvinotti egrave dunque fedele (laquoRende lrsquoomerico con libertagrave fedelissimaraquo ndash Tommaseo) percheacute preserva il radicamento nei fatti dellrsquoopera letteraria Le parole ripla-smano le azioni nella nostra immaginazione quei fatti quel gusto ci vengono riproposti in un packaging lessicale e metrico di sicura vendibilitagrave
Ma non egrave questo che dobbiamo leggere e valutare A prima vista egrave questa ldquovetrinardquo che ci puograve maggiormente allettare ma qua e lagrave emer-
gono dei senhal che ci riportano alla concreta referenza (XV 664-666)
Telemaco farsquo cor piugrave regia stirpe Della tua non vrsquoha in Itaca qui fia Dominatrice libera per sempre
Appunto il tratto ideologico e ldquopoliticordquo cosigrave esplicito dietro le parole dominatrice libera
per sempre egrave la prova che la superficie formale dellrsquoespressione cede il passo al contenuto al radicamento extraletterario delle parole (si pensi alla parola servaggio ripetuta ben quattro volte e giagrave nellrsquoOde a Napoleone del 1809) a quella realtagrave esterna del vivere quotidiano che vissuta in prima persona e notomizzata dallrsquoesperienza informa di seacute anche lrsquoestetica si fa programma e manifesto orditura stessa della forma letteraria (laquoCerto egrave che il senso del Bel-lo vale a dire dellrsquoaltissimo vero meglio conciliasi con le sezioni anatomiche e corsquo computi algebrici che con le mercenarie esercitazioni forensiraquo Tommaseo)
E se riandiamo con la memoria o spolveriamo intonsi tomi ritroviamo accenti simili nel diciannovenne Foscolo dellrsquoOda a Bonaparte liberatore (1797)
Dove tu diva da lrsquoantica e forte
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XV
Dominatrice libera del mondo Felice a lrsquoombra di tue sacre penne Dove fuggivi quando ferreo pondo Di dittatoria tirannia le tenne Umigravel la testa fra servaggio e morte
Lo stesso Tommaseo ci attesta che negli ultimi anni laquoil Delviniotti consentiva alle
speranze drsquoItalia e le fece soggetto ai suoi versiraquo e cita alcuni versi della tragedia Serse (i-spirata forse da alcuni versi dellrsquoOda foscoliana e lrsquoarmi del superbo Serse | Dai liberi di-sperse | Di civico valor fur monumento)
Maledetto il giorno In che giagrave Dario a propugnar togliea Ippia drsquoAtene libera tiranno
Nella parola tiranno si vede in filigrana la parola Liberatore La contrapposizione o so-
stituzione dei due termini era frequente negli anni dellrsquoapoteosi napoleonica Si veda ad esempio il ldquodramma di un atto solordquo I pittagorici di Paisiello su libretto di Vincenzo Monti (prima rappresentazione a Napoli il 19 marzo 1808 []) dove al tiranno Dionigi (Ferdinando IV di Borbone) si contrappone lrsquoeroe Archita (Napoleone) liberatore degli oppressi
La conoscenza egrave sinonimo di egemonia di potere legittimato percheacute strumento del viver civile e della libertagrave dei cittadini La conoscenza egrave sinonimo di libertagrave e quanto tormentato e ricorrente fosse in quegli anni questo binomio egrave testimoniato dal Caino di Byron Conoscenza e libertagrave non sembrano avere limiti verso lrsquoalto lrsquoOdissea ha conti-nuamente qualcosa da insegnarci non smetteremo mai di vagabondare e di imparare parrebbe perciograve conseguente concludere che non saremo mai completamente liberi Nel senso perograve che non finiremo mai di scoprire quanto possiamo essere uomini nellrsquoessere liberi
INTRODUZIONE
XVI
NOTA SULLA TRASCRIZIONE
Il testo a stampa presenta numerose imperfezioni tipografiche (lettere capovolte scambi uvn ac-centi gravi per acuti e viceversa parole con due accentihellip) varianti ortografiche punteggiatura sovrab-bondante Per facilitare la lettura il testo egrave stato modificato secondo le indicazioni che seguono Gli in-terventi correttivi si sono limitati a una ldquocosmesi ortograficardquo superficiale finalizzata a rendere piugrave age-vole la lettura Interventi piugrave consistenti (come ad esempio la restituzione dei nomi propri originali tal-volta alterati) avrebbe compromesso la metrica del verso Una lista degli interventi correttivi sono ripor-tati in appendice
Si egrave tolta la dieresi percheacute usata un modo spesso immotivata (riflueumlnte magiumlone giumlunta maestoumlso riuml-
volve) puograve indicare la presenza di un semplice accento (biumlga ucciumlse Ciumlrce estiumlngua rapiumlscami uniumlo) un passato remoto contratto (sfuggiumlro) per falsa etimologia (chiumloma) roteaumlndo gt roteando insidiumlando gt insidiando cereumlale gt cereale impetuumlosa gt impetuosa Laumlerte Laeumlrte gt Laerte viumlaggio viaumlggio gt viaggio affettuumloso affettuoumlso gt affettuoso
La j egrave stata mutata in i Si egrave aggiunto un accento circonflesso alla sillaba tonica dei passati remoti contratti anche per distin-
guerli dallrsquoinfinito o da altre forme omografe
ombrar ldquoombrarerdquo gt ombracircr ldquoombraronordquo libar ldquolibarerdquo gt libacircr ldquolibaronordquo amaro ldquoamarordquo gt amacircro ldquoamaronordquo fecircro ldquofecerordquo gt fegravero ldquofierordquo mandarti ldquomandartirdquo gt mandacircrti ldquoti mandaronordquo
Anche potegraveo ldquopoteacuterdquo cadegraveo ldquocadderdquo colpigraveo ldquocolpigraverdquo feacuteo ldquofecerdquo sfuggigraveo ldquosfuggigraverdquo
I nomi propri in ndasheo essendo a volte piani a volte sdruccioli sono sempre accentati per facilitare la lettura Idomenegraveo Prograveteo Eumegraveo Clitograveneo Ercegraveo Negraveleo Tegraveseo Pegraveleo
Il suffisso patronimico ndashide per le regole di accentuazione del greco era accentato sulla -i- percheacute
INTRODUZIONE
XVII
lrsquoultima sillaba era lunga (conteneva una -η-) essendo questa una ῐ (iota breve) nei prestiti latini e suc-cessivamente anche in italiano lrsquoaccento passava dalla penultima alla terzrsquoultima sillaba
Damastograveride Polittograveride Pisenograveride Testograveride Nestograveride Attograveride Onetograveride Naubogravelide Ilagravecide Andremogravenide Ormegravenide
Fatta salva come al solito la posizione in fine verso che fa pronunciare ad esempio Eacigravede invece di Eagravecide (in lat Aeăcĭdēs)
Riconoacutebbemi il rapido Eacigravede
Clitigravede invece di Cligravetide
Rivolto indi al suo fido laquoO mio Clitide
questrsquoultimo caso non ha corrispondente greco e mostra come tale posizione dissimuli con la metrica lrsquoambiguitagrave di pronuncia
Lrsquoopzione di accentare ldquoalla grecardquo o ldquoalla latinardquo egrave molto fluttuante si possono avere perciograve ndash accet-tabili entrambe ndash pronunce come Crogravenide o Cronigravede Bisogna inoltre tener conto che alcuni nomi pro-pri e aggettivi derivati proprio in questa posizione hanno un dittongo -εί- (anche -οί-) passando al la-tino il dittongo si muta in ī essendo in penultima sillaba lunga porteragrave lrsquoaccento accento che passeragrave poi anche in italiano Ἀτρείδης Atrīdēs Atride Βοηθοίδης ndash Boetide Εὐπειθίδης ndash Eupitide Νηλείδης Nēlīdēs Nelide Πολυθερσεΐδης ndash Politerside Πολυϕείδης ndash Polifide Πηλείδης Pēlīdēs Pelide Τυδείδης Tȳdīdēs Tidide Φιλοmicroηλείδης ndash Filomelide
Bisogna anche tener conto di alcuni patronimici per i quali non esiste corrispondente in greco e per i
quali non si possono applicare con certezza le regole accentuative neacute del greco neacute del latinoitaliano
Fronide Polibide Icagraveride Cligravetide Dogravelide Melanide e la parola macedonia (radice latina e suffisso greco) coniata da Pindemonte Satugravernide Fogravercide che
potrebbe somigliare a un patronimico in realtagrave egrave una trascrizione non accurata di Forcine o Forcino Per Alcide bisogna tener conto che il nome latino aveva una i lunga (Alcīdēs) Altro suffisso usato nella formazione di aggettivi patronimici egrave ndashiade si hanno solo le forme Doligraveade
(ma Doliagravede per metrica) Arcesigraveade e Polibiacuteade variante di Polibide
Negli imperfetti con caduta della -v- e nei condizionali contratti egrave sempre stato aggiunto un accento sulla penultima vocale cosigrave si posso distinguere immediatamente le rispettive forme verbali
adempia pres ~ adempigravea imperf
INTRODUZIONE
XVIII
riunigravea ldquoriunivardquo sarigravea ldquosarebberdquo cadrigravea ldquocadrebberdquo desigravea ldquodesiderardquo
Analogamente la forma dellrsquoimperfetto in ndashea-ean ma solo quando egrave seguito da clitici
chiedeala gt chiedeacuteala rompeansi gt rompeacuteansi rinchiudeansi gt rinchiudeacuteansi si sono accentate le forme verbali sdrucciole che terminano con clitici affreninsi gt affregraveninsi periangli gt perigraveangli spediami gt spedigraveami apresi gt agravepresi lanciatasi gt lanciagravetasi scopresi gt scogravepresi concedeacuteagli gt concedeacuteagli premeacuteale gt premeacuteale ma non le forme piane come diverronne
Nelle parole elise si egrave soppresso lrsquoapostrofo abitatorrsquo gt abitator corsierrsquo gt corsier si egrave inoltre evitato lrsquoapostrofo dopo d epentetica di solito inserita fra iato nedrsquoivi gt ned ivi nedrsquoei gt ned ei
Per lrsquouso di accenti graviacuti si egrave seguita la convenzione attuale perchegrave gt percheacute negrave gt neacute seacute stesso gt se stesso finchegrave gt fincheacute
Si sono mantenuti gli accenti ldquometricirdquo (specie in fine di verso) integravegre funegravebri penegravetra lugugravebre palpegravebre Nestograverre Oceagraveno (anche tronco Oceagraven) simigravele (anche tronco simigravel) i nomi propri recano accento solo quando son sdruccioli Penegravelope Telegravemaco Alcigravenoo Nausigravecaa
INTRODUZIONE
XIX
ma non Laodamante In alcuni casi alla pronuncia greca si egrave preferita quella di tradizione latino-italiana
Negraveleo (ma Nelegraveo in fine di verso) Orcogravemeno (non Orcomeacuteno)
I nomi tronchi di solito da sdruccioli divengono tronchi Agamegravennone gt Agamennoacuten
Si sono mantenute le grafie generalmente tollerate coscie per cosce saggie per sagge piaggie per piagge ecc
ma non Acquilone per Aquilone acquila per aquila
In tal senso si egrave mantenuto anche lrsquouso delle doppiescempie ove non compromettessero lrsquoimmediata comprensione
Si egrave uniformato lrsquouso dellrsquoapostrofo ersquol Eupitide gt e lrsquoEupitide
Da segnalare infine un uso particolare del punto interrogativo quando egrave usato nel discorso diretto solitamente egrave posto dopo lrsquoinciso che lrsquoaccompagna
Percheacute figlio accagioni una innocente Rispoacutesegli Euriclea Antigravenoo concitar ti potragrave a sdegno | Ciograve chrsquoio dirograve Telegravemaco riprese Nol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina
egrave stato modificato secondo lrsquouso attuale Percheacute figlio accagioni una innocente Rispoacutesegli Euriclea Antigravenoo concitar ti potragrave a sdegno | Ciograve chrsquoio dirograve ndash Telegravemaco riprese ndash Nol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina
ALLA DILETTA SUA MOGLIE DIAMANTINA COLPO
DELVINOTTI QUESTA VERSIONE POETICA DELLA ODISSEA DI
OMERO CONDOTTA A FINE TRA I SUOI CONFORTI E LE FELICI SUE
INSPIRAZIONI IN SEGNO DI GRATO ANIMO E DI IMMENSO AFFETTO IL
TRADUTTORE CONSACRA
1
OO DD II SS SS EE AA
LL II BB RR OO PP RR II MM OO
Adunanza dei Numi Esortazione di Minerva a Telegravemaco
DDIMMI lrsquoaccorto eroe Musa che tanto Errograve poicheacute le sacre a terra sparse Iligraveache mura che di molte genti Visitograve le cittagrave lrsquoindol conobbe Che sul pelago ancor patigrave nellrsquoalma 5 Immensi affanni onde raddurre in salvo Seacute medesmo esponendo i suoi compagni Ma i compagni bramograve raddurre invano Cheacute di lor nequitose opre pericircro Stolti che i sacri al Sol Iperione 10 Buoi divoracircro ed ei del redir loro Il digrave rapiva O Dea prole di Giove Parte a noi pure di siffatti eventi Donde ti egrave in grado piugrave ridir ti piaccia
α 11 Giagrave i guerrier tutti che sfuggicircr la fiera 15 Strage nersquo loro alberghi rientrati Dallrsquoarmi e rsquol mar posti erano in sicuro Un solo del ritorno e di sua donna Bramoso ratteneacuteasi in cave grotte Calipso orrevol Ninfa desiando 20 Pur chrsquoei lrsquoimpalmi Alfin volvendo gli anni Allor che il tempo dagli Degravei prefisso Pel suo ritorno in Igravetaca giungea Lagrave rsquove lrsquoeroe darsquo suoi fidi giovato Cansar giagrave non dovea nuovi conflitti 25
ODISSEA
2
Tutti gli Eterni di pietagrave fucircr toacutecchi Salvo Nettun che acceso in foco drsquoira Il divo Ulisse perseguigrave pur sempre Fincheacute ei presse del piegrave le patrie sponde
α 22 Ma lunge ito era appo gli Etigraveopi il Nume 30 Di remote contrade abitatori Gli Etigraveopi che del mondo ai confin posti Divigravedonsi in due genti egrave volta lrsquouna rsquoVe cade lrsquoaltra ove risurge il Sole Di pingui tori e drsquoagni a unrsquoecatombe 35 A desco assiso ivi gioigravea Nettuno Ma gli altri Eterni dellrsquoOligravempio Giove Nella reggia raccolti erano Intanto Membrograve il padre degli uomini e dersquo Numi Che dallrsquoAgamennogravenio inclito Oreste 40 Morto fu il bello Egisto e a dir si prese
α 32 laquoAccagiona il mortal sempre gli Eterni Originar da noi tutte sventure Dice mentrrsquoegli del destino in onta Colpa di sue follie soffre aspre doglie 45 Or Egisto cosigrave del grande Atride Malgrado al fato disposograve la donna Ed uccise lrsquoeroe reverso drsquoIgravelio Bencheacute conscio di sua terribil morte Predeacutettagli da noi che glrsquoinviammo 50 LrsquoArgicigraveda Mercurio ad assennarlo ldquoNon immolar lrsquoAtride e non ambire Di sua sposa la man cheacute a vendicarlo Oreste surgeragrave nellrsquoetagrave prima Come il punga desigraveo del suo retaggiordquo 55 Tal Mercurio gli aperse ottimo avviso Neacute rsquol cor gli persuase Or di sue colpe Accumulate ersquo pagograve un tratto il fioraquo
α 44 E Minerva laquoO Satugravernio o padre mio Re supremo dei Re meritamente 60 Giacque colui trafitto e cosigrave vada Qual osa di sigrave atroci atti bruttarsi Ma di cordoglio pel valente Ulisse Il core mi si strugge Ahi lasso ei lunge Darsquo suoi gran tempo in isola remota 65 Che siede in mezzo al mar pate aspre doglie Selvosa isola ovrsquoabita una Diva
LIBRO I
3
Figlia drsquoAtlante cui sta a cuore il Tutto Cui son noti del pelago gli abissi E che regge le altissime colonne 70 Su cui la Terra e rsquol Ciel vasto si folce La costui figlia misero e gemente Il si rattiene e con sorrise e dolci Parolette ingannevoli srsquoadopra Mogravelcerlo acciograve ponga Igravetaca in obbligraveo 75 Ma Ulisse brama pur scorgere il fumo Sbalzar dalla natigravea terra e morire Neacute rsquol cuor Oligravempio re ti si commuove Presso lrsquoAchegraveo navil nersquo campi drsquoIgravelio Grate drsquoUlisse non ti riuscicircro 80 Lrsquoostie votive Ah contra eroe sigrave pio Percheacute sei tanto corrucciato o Gioveraquo
α 63 laquoQual detto ti sfuggigrave figlia dal labbro ndash Lrsquoadunator dersquo nembi le rispose ndash Come porrograve in obbligraveo lrsquoinclito Ulisse 85 Che tutti in senno soverchiograve i mortali E glrsquoimmortali abitator del Cielo Sempre onorograve di sagrifici opigravemi Ma Nettun freme drsquoimplacabil ira Contra lrsquoeroe che lrsquoocchio unico estinse 90 Al divo Polifemo il piugrave gagliardo Drsquoinfra i Ciclopi tutti Al Dio la Ninfa Tooacutesa il partorigrave figlia di Forco Re dello steril mar cheacute lei Nettuno Comprimea nersquo segreti antri marini 95 Da indi in qua non ei percosse a morte Il divo Ulisse ma dal patrio lido Errar lungi lo sforza Or via noi tutti Consultiamo del modo ondrsquoei ritorni Lrsquoira Nettuno deporragrave cheacute a fronte 100 Star non potragrave di tutti i Numi ei soloraquo
α 80 laquoPadre mio Re dei Re ndash Palla soggiunse ndash Se drsquoUlisse il ritorno arsquo Numi egrave caro Mercurio messagger per noi drsquoOgige Allrsquoisola or srsquoinvii percheacute alla bella 105 Ninfa il voler dersquo Sempiterni intigravemi Che rieda Ulisse alla natigravea contrada A vie piugrave il figlio avvalorargli io stessa In Igravetaca discendo e forza in cuore
ODISSEA
4
Gli spirerograve ed ardir sigrave che i chiomati 110 Argivi convocando a parlamento Interdica lrsquoentrata arsquo Proci tutti Nel suo palagio ove per loro il sangue Dersquo greggi scorre e dersquo sgozzati armenti Di negri tauri dal flessibil piede 115 Appresso a Sparta il manderograve ed a Pilo Acciograve che del redir del caro padre Forse vegravengagli fatto udir novella E gran rinomo appo gli umani acquistiraquo
α 96 Detto i vaghi talar drsquoauro immortali 120 Sotto le piante adatta Ali son queste Con che lrsquoimmensa terra e rsquol mar trascorre Ratta volando col soffiar del vento La lunga indi pesante e poderosa Lancia acuta impugnograve che le falangi 125 Rovescia degli eroi sempre che a questa Figlia drsquoun forte Iddio vengano in ira Darsquo vertici drsquoOlimpo impetuosa In Igravetaca discese allrsquoatrio innanzi Del palagio drsquoUlisse in sulla soglia 130 Del cortil si piantograve le forme assunte Di Mente lo stranier duce dersquo Tafi Lrsquoasta in mano tenea Colagrave rinvenne Gli oltracotati Proci anzi alle porte A gettar dadi si prendean diletto 135 Dersquo buoi seggendo sui nudati velli Che ersquo medesmi sgozzacircr gli araldi ersquo lesti Valletti in questa arsquo loro uffici intenti Chi di Bacco spumante e di fresca onda Ricolma lrsquourne chi di perforate 140 Spugne le mense asterge e poacutenle innanzi E chi comparte le trinciate carni
α 113 Bello come un bel Dio di tutti il primo Avvisolla Telegravemaco mentrrsquoegli Sedea tra i Proci e rsquol cor gemeacuteagli in petto 145 Sorse in sua vision lo strenuo padre Qual srsquoei fatto da un canto impeto in fuga Tutti in sua reggia travolgesse i prenci E sigrave lrsquoonor ne racquistasse e rsquol regno Questo pensando in mezzo arsquo Proci scorse 150 Telegravemaco la Dea Srsquoavviograve diritto
LIBRO I
5
Al portico non senza ira che tanto Lasciato fosse lrsquoospite alla porta Le si accostando preacutesele la destra Ricevette la lancia e sigrave le disse 155
α 123 laquoOh salve ospite nostro appo noi liete Accoglienze trsquoavrai poscia di cibo Confortato sporrai tutto che bramiraquo
α 125 Ito innanzi il seguigravea Pagravellade Entrati Nellrsquoaula lrsquoasta ad unrsquoalta colonna 160 Telegravemaco appoggiograve lagrave rsquove altre molte Stavan del prode Ulisse in fila poste Entro nitida astiera indi Minerva A posarsi guidograve sopra un bel seggio Che drsquoun trapunto vel coprigrave sotteso 165 Stava ai piegrave della Diva uno sgabello Scanno elegante a seacute presso a lei pose In disparte dersquo Proci onde al frastuono Di quersquo protervi ove tra lor si stesse Non fastidisse lrsquoospite la mensa 170 E desiava ancor del padre assente Interrogarlo Ma giagrave presta ancella Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Lrsquoacqua alle man versava indi a lor stese Un liscio desco Candido vrsquoimpose 175 La veneranda dispensiera il pane Con varie e pronte dapi e quelle ancora Che tenea in serbo aggiugravensevi Lo scalco Carni di tutte sorti in sui taglieri Recava ed aurei nappi in che spumante 180 Bacco lrsquointento banditor mescea
α 144 Baldi i Proci vrsquoentracircr sui seggi ersquo troni Per ordine adagiacircrsi Acqua gli araldi Diecircro alle mani e di Cegraverere lrsquoalmo Don nersquo canestri accumulacircr le ancelle 185 Coronacircro di vin lrsquourne i donzelli E in colme tazze ministracircrlo in giro Steser la man sullrsquoimbandita mensa I Proci e poi che drsquoesca e di bevande Estinsero il desigraveo non altro in mente 190 Volgean che canti e danze adornamenti Drsquoogni convito Pose allor lrsquoaraldo Superba tra le man ceacutetera a Fegravemio
ODISSEA
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Che per forza tra lor scioglieva il canto Tosto le corde ei ricercograve e preluse 195 A dolce melodia Piegato il capo Vegraver la diva il garzon chrsquoaltri non lrsquooda Queste le bisbigliograve note allrsquoorecchio
α 158 laquoConciteratti a sdegno ospite mio Ciograve che or dirograve Costoro agevolmente 200 Prendono in cura sol ceacutetera e canto Cheacute impuni a divorar fagravensi il retaggio Di lui le cui bianche ossa in sulla terra Putrefagravensi alla pioggia o lrsquoonda in fondo Volve del mar Se in Igravetaca reverso 205 Vedegravesserlo costoro oh come tutti Ben piugrave vorrigraveeno il piegrave veloce al corso Che drsquooro ir carchi e di superbe vesti Ma di morte crudel certo ei perigraveo Neacute speme fia piugrave in me se ancor qualcuno 210 Prometterammi il suo redir sicuro Cheacute del ritorno il digrave togravelsergli i Numi Or via ciograve dimmi e digravellomi sincero Chi Di qual gente e qual cittagrave Quai fucircro I maggior tuoi Su qual nave e con quali 215 Nocchieri e per qual modo or qua sersquo giunto Certo che a piedi in Igravetaca non viensi Dirsquo quel chrsquoio chiedo a Te percheacute il ben sappia Rispondi il veacuter Qua per la prima volta Trsquoadducesti o paterno ospite sei 220 Schiudea la reggia agli ospiti e benigno Vegraver gli umani era sempre il padre mioraquo
α 178 laquoTutto chiarirti or vorsquo ndash Palla rispose ndash A parte a parte Io Mente esser mi vanto Figlio del prode Anchigravealo ai Tafi impero 225 Regravemigi esperti Il bruno mar solcando Verso una gente di favella estrana Qua con la nave ed i compagni or giunsi A Tegravemesa me nrsquo vo recando quivi Ferro brunito a permutar con rame 230 Dalla cittagrave rimota assai nel porto Di Retro sotto il Negraveo selvoso a proda Sta la mia nave Da gran tempo i nostri Padri lrsquoun lrsquoaltro si accoglieano insieme Ospitalmente e tu il saprai se il vecchio 235
LIBRO I
7
Eroe Laerte a interrogar ti adduci Egrave fama che a Cittagrave non piugrave se nrsquo viene Ma che oppresso di guai viva nersquo campi Con attempata fante che il conforta Di cibo e di bevande allor chrsquoei riede 240 Dal fertile vigneto ove le membra Affaticate a gran stento si tragge Qua venni peroccheacute tra il popol suo Udigravea che il genitor fece ritorno Da cui lontano ancor tegravengonlo i Numi 245 Ma non isparve giagrave no dalla Terra Lrsquoinclito Ulisse Egrave vivo e sul mar vasto Egrave rattenuto in isola remota Gente crudel gente selvaggia e fiera A forza il si rattien forse captivo 250 Or tu il presagio che nel petto i Numi Spigraveranmi ascolta neacute fallace il credo Bencheacute neacute vate o dotto agraveugure io sia No gran tempo esular non dovragrave Ulisse Fosse ei di ceppi avvinto acuto ingegno 255 Troveragrave il modo del redir Ma schietto Dimmi sersquo tu figlio di Ulisse Certo Nel capo e nel fulgor dersquo tuoi begli occhi Lrsquoassembri al tutto Convenimmo spesso Con lui come or con Te pria che con gli altri 260 Prodi figli di Grecia ei navigasse Alla volta di Troia Or sin drsquoallora Ned egli vide me ned io piugrave il vidiraquo
α 213 Ed il garzon laquoOspite il veacuter sincero Risponderograve chrsquoio sia figlio di lui 265 Dice la madre altro non so neacute alcuno Per seacute medesmo il genitor conobbe Deh fossrsquoio nato drsquouom che la vecchiezza Colto nel mezzo a sue dovizie avesse Ma poicheacute tu rsquol mi chiedi egrave comun grido 270 Che il mortal piugrave infelice ingenerommiraquo
α 221 laquoNo voler degli Degravei non fu che oscuro ndash La Dea rispose dallrsquoazzurro sguardo ndash Icircsse allrsquoEtagrave piugrave tarde il tuo legnaggio Peroccheacute qual sersquo tu diegravedeti al mondo 275 Penegravelope Orsugrave il veacuter piagravecciati espormi Che banchetto che turba egrave questa E quale
ODISSEA
8
Uopo nrsquohai tu Forse di festa o nozze Non egrave certo non egrave mensa cotesta Che a carco sia di ognun dersquo convitati 280 Pagravermi che in tua magion per insultarti Pasteggino i superbi uom saggio tante Non senza fier disdegno onte vedrigravearaquo
α 230 Telegravemaco soggiunse laquoOspite mio Poicheacute il mi chiedi e di ciograve pur ti cale 285 Abbi che un tempo fu questa magione Ricca ed in pregio fincheacute ei qui si tenne Ma fermacircr altro i Numi il condannando Sparir nel mezzo dersquo mortali ignoto Neacute tanto rsquol piangerei se corsquo suoi prodi 290 Perigravea sottrsquoIgravelio o dersquo suoi fidi in braccio Tosto chrsquoei pose termine alla guerra Certo alzato gli arigraveeno i Dagravenai tutti Un monumento da cui grande al figlio Verrigravea nersquo tardi secoli la gloria 295 Or non senza ignominia il si ghermicircro Le Arpie non visto e inonorato sparve Ned altro mi lasciograve che affanni e pianto Neacute di lui solo il duol mrsquoange ben altri Infortuni darsquo Numi mi si ordicircro 300 Tutti i Proci che imperano Duligravechio Same e Zacinto drsquoalti boschi verde Quersquo che usurpacircr dellrsquoaspra Igravetaca il regno Anelano a impalmar la madre ed ella Neacute rifiutar neacute a fin trar puograve le nozze 305 Detestate ed ei intanto il mio retaggio Divorano disegravertanmi la casa Neacute guari andragrave che perderan me stessoraquo
α 252 laquoAhi ndash replicograve la diva in gran disdegno ndash Ben trsquoegrave mestier del troppo a lungo assente 310 Tuo genitor drsquoUlisse che le invitte Man sovra i Proci oltracotati avventi Se nersquo portici lagrave del suo palagio Drsquoimprovviso giungendo or si affacciasse Con elmo e scudo e con due lance tale 315 Qual io da prima alla mia mensa il vidi Vivandar lieto drsquoEfigravera tornato Dove albergograve presso il MermeridrsquoIlo Andograve a chiedergli ei lagrave velen mortale
LIBRO I
9
Per imbever le frecce e non lrsquoottenne 320 DrsquoIlo cheacute tema degli Eterni il prese Ben lo gli diede il padre mio cotanto Dismisurato affetto gli portava Oh se tal qui irrompesse Avrigravean costoro Ratto la morte e rsquol maritaggio amaro 325 Ma se venir dersquo Proci a vendicarsi Debba in sua reggia o no sulle ginocchia Sta degli Eterni Ad avvertir trsquoassenno Come tu quinci discacciar li possa Orsugrave al mio dir porgi lrsquoorecchio ed opra 330 Convoca i prodi Achivi a parlamento Dimani e rsquol tuo sermon converso a tutti Chiama gli Eterni in testimoni e arsquo Proci Spegravergersi ed ir arsquo tetti loro ingiungi Se di nozze il desigraveo punge la madre 335 Ritorni arsquo tetti del possente Icagraverio Quivi i parenti fermeran le nozze Con ricchi doni quanti mai srsquoaddice Chrsquoabbiano a seguitar figlia sigrave cara Piagravecemi un saggio ancor pogravergerti avviso 340 E tu rsquol ricetta in cor La miglior nave Di veacutenti eletti remator guernita Del padre varsquo da sigrave lunghi anni assente Novelle a procacciar sia che un mortale Le ti narri sia che la voce ascolti 345 DallrsquoOligravempio inviata arcana voce Che tutti ascosi eventi apre e disvela Varsquo prima a interrogar Negravestore a Pilo Indi appo il biondo Menelao in Isparta Che di tutti gli Achivi ultimo giunse 350 Se udrai che vive e che ritorna Ulisse Sostien bencheacute dolente un anno intero Ma srsquoodi chrsquoei perigrave ritorna e gli ergi Un sepolcro e magnifici i funegravebri Onor per Te come egrave ben degno ei srsquoabbia 355 Indi eleggi alla madre un altro sposo Adempiuti che avrai cotesti uffici Nellrsquoimo del tuo cor tieni consiglio Con te medesmo e ferma o con inganno Porre od a viva forza i Proci a morte 360 Cheacute dersquo giuochi lrsquoetagrave passograve neacute lice
ODISSEA
10
Pargoleggiar a Te che adulto sei Non odi tu qual gloria appo i mortali Oreste si acquistograve tosto chrsquoei spense Egisto traditore e parricida 365 Che il gran padre gli uccise Oh mio diletto Bello e grande ti veggio al par sii forte Acciograve lodato nellrsquoEtagrave future Il tuo nome risuoni Ecco al mio legno Riedo ed arsquo miei compagni a cui rsquol mio indugio 370 Torna omai grave Or di Te stesso a Te Caglia e del mio parlar trsquoassenna ed opraraquo
α 306 Ed il garzon prudente laquoAffettuose Ospite mio son le tue voci un padre Parla al figlio cosigrave neacute fia giammai 375 Chrsquoio le ponga in obbligraveo Ma or ti sofferma Bencheacute vogravelto al partir tanto che un bagno Grato ti porga allrsquoanima conforto Indi lieto addurrai sul tuo naviglio Eletto e prezioso un mio presente 380 Ricordo del mio amore e quale arsquo cari Ospiti suole un ospite offerirloraquo
α 314 laquoNon mi tardar la desiata via ndash Palla rispose ndash Accetterograve il bel dono Che a darmi il cuor trsquoinvoglia al mio ritorno 385 Ed arsquo miei tetti il porterograve tu allora Da me un altro otterrai non di Te indegnoraquo
α 319 Detto la Dea si dileguograve e veloce Via volando comrsquoaquila disparve Spirograve allrsquoeroe forza ed ardir piugrave viva 390 Destogravegli in cor lrsquoimmagine paterna Riscorso il tutto di stupor fu oppresso Cheacute del Dio si avvisograve Ratto lrsquoeroe Vegraver la schiera dersquo Proci il piegrave rivolse
α 325 Un vate insigne gigravea tra lor cantando 395 E tutti assisi gli porgeano orecchio Taciti attenti ridicea il funesto Ritorno degli Achei dallrsquoIgravelie piaggie Che irata a loro destinograve Minerva
α 328 Nelle stanze superne in petto accolse 400 Penegravelope il divin canto e per lrsquoalte Del palagio regal scale discese Sola non gigravea cheacute la seguigravean due ancelle
LIBRO I
11
Giunta presso i chiedenti in sulla soglia Della solida porta il piegrave ritenne 405 Quella gran donna di beltagrave un bel velo Che giugrave del capo le scendea ondeggiando Le adombrava le gote e tra le ancelle Conversa al vate sigrave dicea piangendo
α 337 laquoFegravemio altre molte sai gioconde istorie 410 Vaghezza dersquo mortali inclite gesta Dersquo Numi e degli eroi tema dersquo vati Canta di quelle alcuna or che beendo Stanno in silenzio ad ascoltarti i Proci Ma cessa omai questa canzon lugugravebre 415 Che mi trafigge il cor sempre chrsquoio lrsquooda Perograve che me vie piugrave che ogni altra opprime Disperato dolor Quanto desigraveo Mrsquoarde di riveder capo sigrave caro Dolce nella memoria egravemmi pur sempre 420 Quel prode la cui gloria alto si spande Nella Tessagravelica Egravellade ed in Argoraquo
α 345 laquoO madre mia ndash Telegravemaco rispose ndash A vate sigrave gentil percheacute contendi Chrsquoei pur ne alletti come il cor gli spira 425 Cagion dersquo nostri guai non son giagrave i vati Ma Giove che i suoi doni aglrsquoingegnosi Mortali come a grado gli egrave comparte Dunque a carco di Fegravemio appor non vuogravelsi Se il triste fato degli Argivi or canta 430 Quanto recente egrave piugrave tanto riesce Agli ascoltanti la canzon piugrave grata Ringagliardisci il cuore ogravedila o Madre Cheacute al solo Ulisse non frodograve il ritorno Troia ma al par di lui molti pericircro 435 Risali ad alto arsquo tuoi lavori intendi Alla spola al pennecchio e dellrsquoancelle Sullrsquousate opre vigilar ti piaccia La cura di parlar nelle adunanze Lascia agli uomini tutti e piugrave che ad altri 440 A me cui lrsquoimperar qui dentro spettaraquo
α 360 Ammirata Penegravelope rivolse Vegraver le superne stanze il piegrave guardando Del figlio in cuore gli assennati accenti Indi salita con le ancelle ad alto 445
ODISSEA
12
Ulisse il caro suo sposo piangea Fincheacute di un dolce sonno le palpegravebre Soavemente le gravograve Minerva
α 365 Romoreggiar in questa udigraveansi i Proci Per la sala oscurata accesi tutti 450 Dal desiderio di giacerle accanto Telegravemaco allor sorse e a dir si prese
α 368 laquoO della madre mia vagheggiatori Audaci e fieri orsugrave prendiam conforto Dallrsquoapprestata mensa e rsquol rumor cessi 455 Bello fia rsquol vate udir che glrsquoImmortali Cantando adegua Ma dimani allrsquoalba Tutti al foro trarremo ivi seggendo Con secura mi udrete alma intimarvi Che di qua disgombriate Ad altre mense 460 Volgeacutetevi ciascun nel proprio albergo Con alterni conviti il suo consumi Che se il retaggio piagravecevi drsquoun solo Impunemente disertar seguite Gli Eterni invocherograve percheacute lrsquoOligravempio 465 Vi dia dellrsquoopre guiderdon condegno Tal che qui scorra il vostro sangue inultoraquo
α 381 Tutti a quel franco dir morser le labbra Meravigliando e lrsquoEupigravetide laquoAh certo Tanta alterezza e rsquol ragionar sigrave ardito 470 Lo ti spiracircr nellrsquoanimo gli Eterni Regnar non mai concegravedati lrsquoOligravempio Igravetaca a cui rsquol natal sogravelo ti chiamaraquo
α 388 laquoAntigravenoo concitar ti potragrave a sdegno Ciograve chrsquoio dirograve ndash Telegravemaco riprese ndash 475 Se Giove il mi concede io di buon grado Lo scettro accetterograve Presso arsquo mortali Il credi tu don sigrave funesto Certo Regnar non egrave sventura ampia dovizia Nella magion di un Re tosto risplende 480 Piugrave che mai lo si onora Igravetaca molti Prenci di fresca e di matura etade Recepe in seacute potrigravea di lor qualcuno Poicheacute di vita il padre uscigraveo regnarla Ma dersquo miei tetti Re sarograve e dersquo servi 485 Che per me conquistograve lrsquoinclito Ulisseraquo
α 399 E rsquol Polibide laquoQual dersquo Greci fia
LIBRO I
13
DrsquoIgravetaca il Re nol so posa lrsquoevento Sul ginocchio dersquo Numi I tuoi tesori Possiedi e regna sulla tua magione 490 Ned uom (fincheacute abitata Igravetaca fia) A malgrado di te neacute mai per forza Rapigraverteli ardiragrave Ma da Te bramo Saper che buono sei chi egrave lo straniere Donde ei partigrave Onde lrsquoorigin ebbe 495 Di qual sangue qual terra Ad annunziarti Il ritorno del padre o qua se nrsquo venne A chieder ciograve che gli si dee Repente Senza patir che altri rsquol ravvisi sparve Neacute giagrave vile arsquo sembianti uom si parearaquo 500
α 412 E rsquol garzon saggio laquoMorta in me ogni speme Disperato egrave il redir del padre mio Eurigravemaco Se alcun fia che il mi annunzi Nol crederograve neacute feacute presto neacute calmi Dersquo vaticini che la madre chiede 505 Allrsquoindovin quando in sue stanze il chiama Ospite mio paterno egrave lo straniere Di Tafo Mente che del prode Anchiagravelo Vagraventasi figlio arsquo Tafi ersquo signoreggiaraquo
α 420 Tal diegrave risposta ma nel suo concetto 510 Della diva immortal feacutecesi accorto Nersquo diletti del canto e della danza A trastullarsi seguitacircro i Proci Fincheacute sorvenne lrsquoimbrunir del giorno A guida della notte Egravespero giunto 515 Star in feste li vide Allor ciascuno Ito arsquo suoi tetti diede gli occhi al sonno E Telegravemaco ancor lagrave rsquove construtta Nel bel recinto del cortil superbo Cospicua e vasta gli sorgea la stanza 520 Cercograve il riposo E gigravea con lrsquoalma intanto Agitando qua e lagrave molti disegni Al suo fianco portava accese faci La prudente Euriclea figliuola drsquoOpi Pisenograveride che giagrave un digrave col prezzo 525 Di veacutenti tori comperograve Laerte Quando la fresca etagrave piugrave la abbelligravea Al pari la onorograve nel suo palagio Drsquouna casta consorte neacute giammai
ODISSEA
14
Lrsquoira temendo coniugal toccolla 530 Ella il cammin schiarando al giovinetto Egraveragli al fianco piugrave che ogni altra serva Lrsquoamograve cheacute lrsquoallevograve sin da bambino Costei la porta dellrsquoadorna stanza Aperse ed egli sovra il letto assiso 535 Svestigrave la molle tunica e alla saggia Donna la pose in man che ripiegolla Con arte la sospese alla caviglia Del traforato letto e di lagrave uscigraveo Trasse la porta per lrsquoanel drsquoargento 540 A seacute di retro indi tirograve la soga E la stanga abbassograve Lagrave sotto il molle Fior di lana il garzon lrsquointera notte In se medesmo tacito volgea Fornir la via che glrsquoindicograve Minerva 545
15
LL II BB RR OO SS EE CC OO NN DD OO
Parlamento degli Itacesi Dipartenza di Telegravemaco
CCOME apparve nel Ciel rosea le dita La figlia del mattin surse di letto DrsquoUlisse il figlio caro e dersquo suoi panni Si rivestigrave sospese ad armacollo Lrsquoacuto brando sotto i piegrave adattossi 5 I leggiadri calzari e dalla stanza Ratto si dipartigrave sembiante a un Dio Tosto agli araldi di sonora voce Impose i ben chiomati a parlamento Argivi convocar che frettolosi 10 Accorsero Poicheacute si ragunacircro Sorvenne ei pur tra man tenendo unrsquoasta Di terso rame due veloci cani Gli osservavano i passi a lui drsquointorno Spargea celestial grazia Minerva 15 Mentre egli procedea le genti tutte Prese da meraviglia e da diletto Stavano a contemplarlo ei sul paterno Seggio che i vecchi cegravessergli si assise Primo Egizio parlograve curvato il dorso 20 Gli ebbe lrsquoetade e cose molte ei seppe Vegraver Igravelio navigograve col divo Ulisse Il diletto suo figlio il prode Antigravefo Che il Ciclope crudel nellrsquoantro uccise E di lui srsquoimbandigrave lrsquoultima cena 25 Tre figli ancor avea lo stuol dersquo Proci Eurigravenomo accresceva alla coltura Diecircr opra gli altri dersquo paterni campi Non mai pose in obbligraveo lrsquoassente figlio Quel doloroso drsquoalta angoscia oppresso 30 Con sospiri e con lagrime il richiama Neacute senza pianto allor cosigrave a dir tolse
β 25 laquoUdite tutto che spigraverami il cuore
ODISSEA
16
Itacesi Non mai per noi si tenne Concilio neacute assemblea dal digrave che Ulisse 35 Veleggiava Chi dunque or qui ci aduna Qual cura arsquo garzon nostri ovvero a quelli Di piugrave matura etagrave lrsquoanimo or preme Dellrsquoarmata qualcun seppe il ritorno E ciograve che prima udigrave ridir desigravea 40 Od altro ci esporragrave che alla salute Pubblica giovi Ottimo il credo e spero Che da questa adunanza ei si avvantaggi Deh quanto volge in cor Giove gli adempiaraquo
β 35 Del presagio il garzon gioigrave neacute stette 45 Assiso piugrave cheacute drsquoarringare ardea Trasse nel mezzo e preso in man lo scettro Che il saggio araldo Pisenograver gli porse
β 40 laquoVeglio ndash disse ndash non egrave quinci lontano (Via via rsquol ravviserai) lrsquouom che questrsquooggi 50 Il popolo adunograve Son io cui grava Immenso affanno il cor Non del ritorno Dellrsquoarmata neacute drsquoaltro che al comune Util confaccia favellarvi or deggio Ma toccherograve un mio guaio ed una doppia 55 Sventura che piombograve sul tetto mio Il buon padre perdei che tra voi stessi Qual padre affettuoso un digrave regnava Or ecco altra piugrave grave che dallrsquoimo Sovvertiragrave tutti i miei stati e intero 60 Il mio retaggio struggeranne I Proci Figli di lor che qua possenti or sono Irrompendo impalmar la renitente Genitrice vorrigravean pur temon tutti Drsquoir ad Icagraverio acciograve la figlia ei doti 65 Per disposarla a quei che Ella desigravea Ma vengono al mio albergo e stagravenvi ognora Ad isgozzarmi i tori e le mie agnelle E le capre piugrave pingui a ricca mensa Alleacutegransi e tracannano a lor voglia 70 Impunemente il brun Liegraveo struggendo Tutto quanto il mio aver Ned havvi eroe Pari ad Ulisse che darsquo tetti nostri Tanto e sigrave fier disastro alfin respinga Debile e ignaro nel mestier dellrsquoarme 75
LIBRO II
17
Non basto a mrsquoaitar ben la costoro Baldanza conterrei ben forse un giorno Terribil diverrogravenne a costor tutti Se la forza in me par cresce allrsquoardire Oh Intollerandi eccessi In men che onesta 80 Guisa la magion mia giagrave giagrave ruina O cittadini drsquoIgravetaca vi prenda Di voi stessi vergogna ah sigrave fuggite Le rampogne dersquo popoli che intorno Abitan questi liti paventate 85 Lrsquoira dersquo Numi non su voi la pena Di misfatti sigrave orribili ricaggia LrsquoOligravempio e Temi implorerograve che aduna Le assemblee dersquo mortali e le disperde Reprimeteli amici e abbandonate 90 Me solo in preda al duol che mi trafigge Ove lrsquoottimo Ulisse il padre mio Avverso arsquo prodi Achei con danni ed onte Oppressi gli abbia e voi pur anco avversi Con danni ed onte a opprigravemermi accorrete 95 Eccitando costor Certo mi focircra Utile piugrave che voi gli arredi miei Voi consumaste i miei proventi e rsquol gregge Cheacute otterrei presto il debito ristoro Ridomandar per la cittagrave a ciascuno 100 Con gran ressa verrei le mie sostanze Fincheacute rese da voi foacutessermi tutte Ora senza compenso e senza speme Mi avventate nel cor fieri tormentiraquo
β 80 Irato disse e via gittograve lo scettro 105 Mescendo al sospirar dirotto il pianto A quella vista di pietagrave fu toacutecco Il popol tutto ed i medesmi Proci Taciti immoti stavano neacute alcuno Con detti acerbi saettarlo ardigravea 110 Antigravenoo solo si levograve e rispose
β 85 laquoAudace arringator giovine imbelle Telegravemaco percheacute ci oltraggi e un marchio Drsquoinfamia tenti imprigravemerci nel voacutelto Carco arsquo Proci non dar ma sigrave alla cara 115 Madre drsquoogni sottile arte maestra Giagrave scorso il terzo or vogravelgesi il quartrsquoanno
ODISSEA
18
Che nel petto agli Achei lrsquoanimo elude Tutti pasce di speme a tutti invia Messi drsquoamor con tenere impromesse 120 Ma in mente altro rivolge Ed anche questo Inganno immaginograve Tela sottile Dismisurata oprando a noi sigrave disse ldquoGiovani che impalmar me desiate Poicheacute Ulisse perigrave deh le mie nozze 125 Dallrsquoaffrettar restagravetevi sin tanto Chrsquoio fornir possa per lrsquoeroe Laerte Questrsquoammanto funegravebre (e sigrave non vada Perduto il lavorigraveo delle mie fila) Quando a patir di morte i lunghi sonni 130 A seacute il trarragrave la dispietata Parca Non forse presso il popolo qualcuna Meco si adiri delle Achee se privo Giaccia sin drsquoun lenzuol colui che tante Ricchezze possedeardquo Subitamente 135 Questi detti trovacircr fede appo i nostri Animi generosi Ordigravea di giorno La gran tela e di faci allo splendore Di notte la stessea Sino al terzrsquoanno Stette cosigrave merceacute sue fraudi occulta 140 Eludendo gli Achei Ma come lrsquoOre Il quarto rimenacircr ne fece accorti Della frode unrsquoancella e quindi colta Nellrsquoatto fu Penegravelope da noi Che distessea la sua splendida tela 145 Coacutempierla allor dovette a suo malgrado Necessitagrave stringegravendola Ecco quanto Ti dichiarano i Proci onde tu rsquol sappia Ned alcun altro degli Achei lo ignori Via rimanda la madre e le prescrivi 150 Quei disposar che le disegna il padre O chi tra gli altri ella terragrave piugrave caro Ma se gran tempo ancor di Grecia i figli Affanneragrave pur di quersquo pregi usando Di che le fu sigrave liberal Minerva 155 Che la instruigravea nersquo bei lavori e dielle Acuto ingegno e scaltri accorgimenti Quai non udimmo noi darsquo maggior nostri Delle antiche di Grecia inclite donne
LIBRO II
19
Di ricche trecce e di beltagrave perfetta 160 Tiro Alcmena Micene a cui sigrave adorni Pensier non mai si aperser nella mente Come son quei di che Ella ognor srsquoinfiora Ma se dissi persiste a usarci inganni Non le succederan come si avvisa 165 Darsquo Proci tutti divorato e sperso Ti fia il retaggio e le ricchezze e il vitto FinchrsquoElla in petto ratterragrave il consiglio Che le posero i Numi A seacute gran fama Procacceragrave ma te faragrave dolente 170 Del van desigraveo del ben perduto Or noi Neacute porrem cura ad altro ned il piede Rimoverem da queste soglie se Ella Pria non disposa quel che piugrave le aggradaraquo
β 129 laquoNo ndash replicograve Telegravemaco ndash non mai 175 Da queste soglie mie caccerograve in bando Chi partorigravemmi e del suo sen mi crebbe O lontan viva il padre o non piugrave spiri Certo duro mi fia tornare a Icagraverio Sigrave ricca dote che tornar pur deggio 180 Ovrsquoio la madre al dipartir costringa Di gravi mali il padre e di piugrave gravi Mrsquoopprimerebbe un Dio da che scendendo Da questrsquoalbergo invocheragrave la Madre Le ultrici Erinni ed io alle genti tutte 185 Verrei in orror Ah no sigrave ria parola Non fia Proci da me proferta mai Se irati siete uscigravetemi di casa Igravetene ad altri deschi alternamente Lrsquoun lrsquoaltro inviti e lrsquoaver suo consumi 190 Ma se il retaggio divorar drsquoun solo Piagravecevi impunemente e voi seguite Invocherograve gli Eterni acciograve che Giove Vindice surga e qui caggiate inultiraquo
β 146 Detto due dalla cima ardua del monte 195 Aquile gli mandograve dersquo tuoni il Dio Tra lor vicine i tesi vanni immoti Con lo spiro volavano dersquo vegraventi Ma come fucircr dellrsquoassemblea sul mezzo Scuotendo i folti vanni roteando 200 E sul capo dersquo Proci il guardo affiso
ODISSEA
20
Morte a tutti auguracircro alfin con lrsquounghie Fendegravendosi ciascuna i fianchi e il collo Impeto fecircro a destra attraversate Le mura e la cittagrave si dileguacircro 205 A quella vista attoniti nellrsquoalma Agitavan qual mai coacutempiersi evento Futuro si dovea Tra loro il veglio Aliterse Mastograveride allor surse Che i coetanei suoi vincea nellrsquoarte 210 Di conoscer gli augugraveri e che del Fato I decreti chiarigravea benigno arsquo Greci Allrsquoadunanza si converse e disse
β 161 laquoUdigravetemi Itacesi e voi piugrave che altri Proci a cui profeteggio Unrsquoeminente 215 Ruina vi minaccia a lungo Ulisse Non rimarragrave darsquo suoi cari lontano Giagrave giagrave si appressa ed a voi tutti apporta Sterminio e morte neacute a voi soli molti DrsquoIgravetaca abitator con voi cadranno 220 Teniam dunque consiglio o cittadini Per reprimer costoro o da se stessi Affregraveninsi cheacute ciograve drsquoassai lor giova Ignaro no ma esperto agraveugure io sono Tutto che giagrave predissi avvenne quando 225 Per Igravelio con gli Achei sarpava Ulisse Molti gridai patiragrave affanni tutti Perderagrave i suoi compagni a tutti ignoto Faragrave ritorno nel vigesimrsquoanno Ecco or lrsquointero oracolo si adempieraquo 230
β 177 E rsquol Polibide Eurigravemaco laquoSu via Ricovra in tua magion lagrave profeteggia Vegliardo arsquo figli tuoi non forse alcuna Sventura un digrave gli opprima io vorsquo far chiari Assai meglio di Te cotesti augugraveri 235 Sotto i raggi del Sol per lrsquoaere immenso Molti e molti augei volano pur tutti Non danno indizio di futuri eventi Quinci lontan perigrave giagrave Ulisse Oh seco Morto fossi pur tu Cesserigravean tanti 240 Tuoi vaticini neacute aizzar torresti Di Telegravemaco lrsquoira in tua magione Pur lrsquoaspettando a pogravergerti alcun dono
LIBRO II
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Questo io ti dico e fia Se tu drsquoantiche Scaltrezze esperto ad irritar persisti 245 Con fallaci parole il giovinetto Gli nocerai senza che i tuoi disegni Possa pel tuo predir porre ad effetto E noi veglio imporreacutemti una tal multa Che ti fia il sostenerla aspro tormento 250 Or vorsquo assennar Telegravemaco rimandi La madre a Icagraverio appresteran le nozze I parenti colagrave di molti e ricchi Doni la seguiran come si addice A tal figlia diletta Oh certo prima 255 Non ristaranno no di Grecia i figli Dallrsquoinchiesta ostinata alcun non havvi Che ci atterrisca bencheacute sigrave loquace Non lo stesso Telegravemaco neacute cura Prendiam giagrave noi del vaticinio o veglio 260 Che ad annunziar testeacute ti feacutesti indarno Anzi da noi maggiore odio trsquoacquisti Strutte figraveen le sostanze e lrsquoordin guasto Fincheacute arsquo Greci costei le nozze indugia Per la costei virtugrave con lunga attesa 265 Contenderemo neacute giagrave ad altre spose Aspirerem bencheacute di noi ben degneraquo
β 208 Ed il garzon laquoEurigravemaco e voi Proci Neacute porger prieghi piugrave neacute qui davanti Allrsquoadunanza ragionar mi udrete 270 Giagrave giagrave agli Eterni abitator del Cielo Arsquo Dagravenai tutti giagrave chiara egrave ogni cosa Un legno e veacutenti regravemigi sol chieggo Che mi aprano qua e lagrave lrsquoequoree vie A Sparta a Pilo dellrsquoassente padre 275 Per ritrar mi addurrograve sia chrsquouom me nrsquo parli O la voce di Giove oda che tutti Del futuro gli arcani apre e disvela Se udrograve chrsquoei vive e rediragrave quantunque Dolente un anno sosterrograve ma dove 280 Estinto sia tornato al natigraveo loco Glrsquoinnalzerograve un sepolcro e con funegravebre Pompa qual si convien fagravettogli onore Da me la madre accetteragrave uno sposoraquo
β 224 Tacque e si assise Tra gli Argivi surse 285
ODISSEA
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Megraventore giagrave compagno al prode Ulisse A cui quando nel suo legno saligravea Commise di vegghiar sopra i suoi cari Drsquoobbedire a Laerte e guardar tutti Integri i beni suoi Con saggio avviso 290
β 229 laquoTutto che il cuore spigraverami deh udite Itacesi ndash sclamograve ndash Benigno e mite Scettrato Re no non piugrave sia ned alti Sensi volga nel cor ma crudel sempre Con ingiusti e feroci atti imperversi 295 Poicheacute tra i tanti popoli che resse DrsquoIgravetaca il Re qual padre affettuoso Uom non mi occorre piugrave che il si rammenti Neacute i Proci incolpo giagrave persquo violenti Atti che ognuno in sua vil alma ordisce 300 Cheacute la testa vi arrischiano struggendo Questa magion drsquoUlisse a cui disdetto Si credono il ritorno Or contro gli altri Del popolo mrsquoadiro Oh voi sedete Tutti muti Neacute pur drsquouna rampogna 305 Comprimete costor debili e pochi Bencheacute voi siate un popolo infinitoraquo
β 242 laquoOh che dirsquo tu ndash Leogravecrito rispose ndash Stolto e furente Megraventore esortando Il popolo a reprimerci Ben duro 310 Focircra a gran moltitudine assaltarci Lagrave nelle feste dersquo conviti accolti Anzi reverso qua lrsquoIgravetaco Ulisse Se bramasse scacciar dal suo palagio I fieri Proci banchettanti certo 315 Non giagrave la donna sua ne andrebbe allegra Bencheacute tanto il desii del suo ritorno Cadrigravea pur lagrave di men che onesta morte Se contro tanti ei combattesse a torto Quindi tu parli Or via popoli ognuno 320 Divigravedasi dagli altri ed alle usate Faccende omai ritorni i suoi paterni Ospiti antichi Megraventore Aliterse La costui dipartenza affretteranno Pur mi credrsquoio che lunga pezza assiso 325 Chieder farassi in Igravetaca novelle Neacute tal viaggio forniragrave giammairaquo
LIBRO II
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β 257 Detto repente ruppe lrsquoadunanza Lrsquoun dallrsquoaltro divisi i cittadini Ciascun srsquoincasa nel regal palagio 330 Del divo Ulisse rientracircro i Proci
β 260 Ma solingo il garzone ito alla riva Le man lavograve nel pelago ondeggiante Ed a Minerva supplicograve laquoDeh mrsquoodi Dea che apparendo ier nel mio palagio 335 Per lo mar tenebroso ir mrsquoimponesti Del padre in traccia da gran tempo assente Contrasto fanno al tuo comandamento Piugrave che gli Argivi i Proci empi di cui Trapassa lrsquoarroganza ogni confineraquo 340
β 267 Sigrave disse orando Gli si fersquo drsquoappresso Pagravellade che la voce e le fattezze Assunte avea di Megraventore e gli disse
β 270 laquoNo non ti falliragrave neacute ardir neacute senno Drsquoora innanzi o Telegravemaco Se in vero 345 Ti stillograve in cor la sua virtude il padre Che quanto impreso avea quanto per fede Legagravevasi di far sempre compiea Il tuo viaggio no non andragrave a vograveto Ma se tu di Penegravelope e di Ulisse 350 Degno figlio non sei ciograve che ora brami Speme non ho che trarre a fine il possa Neacute giagrave trsquoammirerai del dubbiar mio Che pochi figli agguagravegliansi arsquo lor padri Peggiori i piugrave di rado alcuno avanza 355 I maggior suoi Ma come in Te neacute il senno Neacute lrsquoardir verragrave men se la saggezza Del tuo gran genitor non ti abbandona Consumerai credrsquoio siffatta impresa Dunque i disegni a vil prendi e le trame 360 Degli insensati Proci cheacute rubelli Alla ragion si rendono ed al giusto Neacute della Morte pur si fanno accorti Che sta lor presso neacute dellrsquoatra Parca Che perir li faragrave tutti in un giorno 365 Il viaggio che imprendere fermasti Piugrave non pate drsquoindugio Io tal drsquoUlisse Mi son compagno che veloce un legno Poacuterti vorsquo in punto e accompagnarti io stesso
ODISSEA
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Ma tu riedi al palagio e lagrave ti mostra 370 Alla schiera dersquo Proci indi apparecchia La vettovaglia e la ripon nersquo vasi Nellrsquourne il buon Liegraveo la cereale Bianca polve dellrsquouom forza e midollo Nersquo densi otri rinserra Io vo a gran fretta 375 Raccocircr per la cittagrave presti arsquo tuoi cenni Volontari compagni Havvi non poche Nella dal mar cerchiata Igravetaca antiche Navi e novelle Eleggerograve tra queste Lrsquoottima e tosto drsquoogni attrezzo armata 380 Per noi verragrave sul vasto mar sospintaraquo
β 296 Palla cosigrave figlia di Giove Udita La voce della Dea piugrave non ristette Telegravemaco ma il piegrave celere mosse Angosciato nel cor verso la reggia 385 Rosolar verri ed iscuoiar capretti I fieri Proci nel cortil rinvenne Gli si fersquo incontro Antigravenoo e sogghignando Per mano il prese lo nomograve e gli disse
β 303 laquoO dicitor sublime o giovin prode 390 Piugrave non volgere in cor funeste cure In parole od in opre anzi con noi A vivandar comrsquoegrave tua usanza or vieni Tutto che ti fia drsquouopo appresteranno Nave ed esperti regravemigi gli Achei 395 Acciograve ratto varcar tu possa a Pilo Del chiaro genitor dietro alla famaraquo
β 309 Ed il garzon laquoNon piugrave con voi superbi Mio malgrado seder conviemmi a desco Neacute tranquillo allegrarmi Oh non vi basta 400 Le tante avermi o Proci alme ricchezze Divorate quandrsquoio mrsquoera fanciullo Ma or che grandeggiar giagrave mi vedete Che mi fo senno dellrsquoaltrui consiglio E che lrsquoalma nel sen creacutescermi sento 405 Scagliarvi tenterograve le Parche addosso O parta o qua tra il popolo rimanga Andrograve neacute vano fia il cammin su nave Da carco cheacute alcun legno io non possedo Neacute regravemigi sigrave par che a voi piugrave gioviraquo 410
β 321 Divelse e a seacute tirograve la mano in questa
LIBRO II
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Dalla man drsquoAntigravenoo seguigraveano intanto A far lrsquoappresto del convito i Proci Trafiggendo il garzon di motti acerbi
β 325 Di quersquo protervi alcun laquoCerto ndash dicea ndash 415 Far di noi divisograve fervida strage Da Pilo condurragrave seco o da Sparta Vindici cheacute tal brama il cor gli strugge Od ito al pingue suol drsquoEfigravera un fiero Velen trarranne che da lui gettato 420 Nellrsquourne tutti ci trarragrave di vitaraquo
β 331 laquoChi sa ndash di quersquo superbi un altro aggiunse ndash Chrsquoegli errando sul mar darsquo suoi lontano Come Ulisse non pecircra Oh quanta allora Fatica sosterrem Sigrave gran retaggio 425 Partir dovremo e cedere alla madre Ed a colui che impalmeragrave la reggiaraquo
β 337 Nellrsquoalta intanto spaziosa sala Scese del padre dove lrsquooro e il rame Ammassati giacean lagrave ornate vesti 430 Chiuse nellrsquoarche e lagrave fragranti essenze Lagrave vrsquoeran di Liegraveo botti ricolme Vecchio puro licor nettareo al tutto In lungo presso il muro ordine poste Per Ulisse guardagravevansi ovrsquoei fesse 435 Patiti aspri travagli arsquo suoi ritorno Gran porta a doppie imposte intra seacute strette Tenacemente custodigravea lrsquoentrata Questi tesor digrave e notte vigilava Del PisenoridrsquoOpi la prudente 440 Figlia Euriclea Telegravemaco la chiama E dal petto volar fa questi accenti
β 349 laquoAttignere ti piaccia o mia nutrice Vin soave nellrsquourne e rsquol miglior sia Dopo quel che aspettando il divo Ulisse 445 Gli tieni in serbo se pur fia che sfugga Lrsquoinfelice alla Parca e arsquo suoi ritorni Dodici vasi mrsquoempi e li suggella Di polve cereal veacutenti mi versa Misure in ben chiusi otri Ma tu sola 450 Sagraveppilo e poacutemmi ciograve che dissi in punto Verrograve qui a sera e prenderograve tai cose Quando la madre risalita ad alto
ODISSEA
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Gli occhi al sonno daragrave Cheacute giagrave mi egrave tardo Pilo ed Isparta visitar se mai 455 Verrammi fatto udir qualche novella Sul bramato redir del padre mioraquo
β 361 Ululograve diegrave in gran pianto e sigrave rispose Lrsquoaffettuosa tenera Euriclea laquoPercheacute mai concepisti un tal disegno 460 O caro figliuol mio Percheacute sigrave vasta Terra percorrer vuoi Tu che pur sei Diletto unico figlio Ahi certo lunge Perigrave dal suol natigraveo fra genti estrane Lrsquoinclito Ulisse Come dipartito 465 Quinci ne sarai tu che i Proci crudi Insidiando ti trarran di vita E partiragravensi tutte le tue spoglie Deh qui rimanti e qui frarsquo tuoi trsquoassidi Non fa per te del mar voraginoso 470 Affrontati i perigli irne ramingoraquo
β 371 laquoFarsquo cor nutrice mia che non egrave senza Lo spiro drsquouno Iddio questo consiglio Ma giura che di ciograve non farai motto Alla diletta genitrice prima 475 Che sorga in Ciel la dodicesimrsquoalba Salvo che di vedermi ella desii O del mio dipartir voce le giunga Chrsquoio temo non la sua bella persona Dallrsquoostinato lagrimar si struggaraquo 480
β 377 Tacque e la vecchia il giuramento grande Giurograve dersquo Numi e poi che giurato ebbe Dallrsquourne rsquol vino attigravensegli e nersquo densi Otri la polve cereal versava Telegravemaco al palagio indi tornato 485 Tra la schiera avvolgeacutevasi dersquo Proci
β 382 Minerva intanto altro avvisograve vestite Le forme di Telegravemaco percorse In tutte parti la Cittagrave ed a quanti Le occorreano ingiungea che vegraver la sera 490 Sul veloce navil convengan tutti Indi al Fronide Noemoacuten richiese Un legno ed ei di buon grado il promise
β 388 Ascoso il Sol si ombracircr le vie Minerva Nel mare il pin lanciograve poacutestivi tutti 495
LIBRO II
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Gli arnesi che un naviglio in seacute rinchiude A gran corso sospinto e nel confine Del porto si piantograve Drsquointorno a lei Ristrigravengonsi frequenti del viaggio I compagni e la Dea gli anima e incora 500
β 393 Ma giagrave la diva dallo sguardo azzurro Concepigravea nella mente altro disegno Giunta repente alla magion drsquoUlisse Con un dolce sopor che arsquo Proci infuse Sigrave li turbograve gli svigorigrave beenti 505 Che di lor man cascarono le coppe Non piugrave seggono a desco al proprio albergo Vagravessene ognun per la cittagrave cheacute grave Cadeva lor sulle palpegravebre il sonno Ma la forma ripresa e in un la voce 510 Di Megraventore la Dea fuor darsquo suoi ricchi Tetti il garzon chiamograve laquoSeggono al remo Telegravemaco i compagni lrsquoirrompente Tua venuta aspettando or via moviamo Ned altro al dipartir poacutengasi indugioraquo 515
β 405 Tacque e ratto il precesse il giovin lrsquoorma Pestagravevale Trovacircr giunti appo il legno I chiomati compagni in sulla riva Cui parlograve del garzon la sacra possa
β 410 laquoOr su per noi qui si trasporti amici 520 La vettovaglia che giagrave tutta accolta Sta nel palagio nulla sa la madre Nulla le ancelle fuori chrsquouna a cui Questo disegno mio non tenni ascosoraquo
β 413 Detto i compagni precorrea che lesti 525 Affollati il seguicircr Lrsquoanfore e gli otri Nellrsquoimpalcata nave deponendo Come drsquoUlisse il caro figlio impose Questi su vi saligravea ma il precedette Minerva che giagrave in poppa egraverasi assisa 530 Accanto ei le posograve Sciolte le funi Darsquo remiganti si occupacircro i banchi Destro a lor avviograve Pagravellade un vento Lrsquoimpetuoso Zegraveffiro che accorso Sul tenebroso mar lrsquoali battea 535 Telegravemaco eccitograve tosto i compagni A dar mano agli attrezzi e quersquo obbedicircro
ODISSEA
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Giagrave lrsquoabetino alzato albero in alto Entro il piantacircr la cava base al piede Di corda lrsquoannodacircr tirate in suso 540 Corsquo ben attorti cuoi le bianche vele Nel mezzo il vento le gonfiograve drsquointorno Rimormora lrsquoazzurra onda dirotta Dalla carena del fuggente legno Che via trascorre e rsquol mar vasto rinsolca 545 Poi che le sarte avvinser nel naviglio Di vin le tazze coronacircr libando Arsquo Sempiterni ma piugrave a Te possente Figlia di Giove dallrsquoeteree luci Trascorsi i flutti il pin la notte intera 550 Giunse con lrsquoalba del suo corso a riva
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LL II BB RR OO TT EE RR ZZ OO
Avvenimenti in Pilo
GGIAgrave surto il Sol dal fulgido Oceagraveno Al cielo dalla volta ampia di bronzo Saligravea recando arsquo Numi ed ai mortali Sullrsquoalma terra la diurna luce Quando a Pilo cittagrave forte e superba 5 Giunsero di Negraveleo Stavan le genti Quivi offrendo sul lido un sagrifizio Di tauri tutti negri al Re Nettuno Dai crini azzurri scotitor del mondo Nove erano le schiere in ogni schiera 10 Sedeano cinquecento e per ciascuna Nove buoi srsquoimmolacircr di cui gustate Le viscere ardean lrsquoanche a Enosigegraveo Entracircr diritto in questa gli Itacensi Nel porto ammainacircr le gonfie vele 15 A riva rilegacircro il pin veloce E gittacircrsi nel lido Preceduto Da Palla ei pur Telegravemaco discese A cui la Diva dallo sguardo azzurro Primiera dirizzograve queste parole 20
γ 14 laquoNed ombra pur di giovenil vergogna Telegravemaco or trsquoannoi giagrave rsquol mar solcasti Per udir qual contrada il padre asconda O rsquol fato a cui soggiacque Or su diritto Al bellicoso Negravestore trsquoavvia 25 Sigrave vedrem qual consiglio in sen rattenga Pregravegal del veacuter neacute mentiragrave cheacute somma Prudenza quellrsquoegregio animo annidaraquo
γ 21 laquoO Megraventore ndash soggiunse il giovin saggio ndash
ODISSEA
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Come lrsquoappresserograve Quai mover deggio 30 Salutevoli detti Ancor non sono Degli assennati ragionari esperto Neacute garzon verecondo agevolmente Interroga chi a lui drsquoetagrave sovrastaraquo
γ 25 E Minerva laquoNellrsquoanima tua stessa 35 Parte del tuo sermon tu rinverrai Suggeriratti il resto un qualche Iddio Cheacute non credrsquoio chrsquoabbi il natal sortito E rallevato sigravee malgrado arsquo Numiraquo
γ 29 Detto veloce il piegrave Pagravellade move 40 Ed il nobil garzon lrsquoorma le preme Quandrsquoecco fucircr nellrsquoassemblea rsquove assisi Stavano i Pili Trovacircr lagrave il Nelide Corsquo figli suoi mentre i compagni intorno Apprestavan la mensa altri le carni 45 Infiggea negli spiedi ed altri al fuoco Le maturava Tosto che adocchiati Ebbero i forestieri accorser tutti Strinser loro la destra e glrsquoinvitacircro Ad assigravedersi Primo a lor traea 50 Del re Nelide un figlio Pisistragraveto Ambi per man li prende appo la mensa In molli a si adagiar velli glrsquoinvita Di che il lito arenoso era coverto Tra il german Trasimegravede e rsquol padre suo 55 Dersquo precordi fumanti a lor fersquo parte Indi mescendo il vino in aurea tazza Propinava e movea queste parole A Palla figlia dellrsquoEgigraveoco Giove
γ 43 laquoImplora Ospite il Re dellrsquoOceagraveno 60 Peroccheacute giunto qui trsquoavvieni al tempo Del convito a lui sacro A fine tratti Come si addice i libamenti e i prieghi Porgi a questo garzon ricolmo il nappo Del soave licor sigrave chrsquoegli ancora 65 Adempia al rito cheacute pregar gli Eterni Ben credrsquoio chrsquoei vorragrave gli umani tutti Hanno mestier della celeste aigraveta Di te giovane piugrave drsquoetagrave egravemmi eguale Quindi pria porgo a te questrsquoaureo napporaquo 70
γ 51 Detto in man lo gli diegrave Gioigravea Minerva
LIBRO III
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Che lrsquoeroe giusto e saggio a lei primrsquoabbia Dersquo libamenti il nappo aureo proferto Tosto molte Ella alzograve preci a Nettuno
γ 55 laquoOdi o tu che la terra intorno cingi 75 Nettun possente e non prendere a sdegno Di adempiere dersquo tuoi supplici rsquol voacuteto Gloria a Negravestore in prima ed arsquo suoi figli Concedi e graziosa indi mercede Dellrsquoinclita ecatombe arsquo Pili tutti 80 A Telegravemaco inoltre ed a me assenti In Igravetaca redir dopo che avremo Fornito ciograve per cui sul ratto legno A queste sacre a te sponde arrivammoraquo
γ 63 Sigrave disse orando indi libograve e la coppa 85 Gemina al buon Telegravemaco porgea Che del par supplicograve Come i donzelli Tolsero al fuoco le arrostite carni Le comparticircro arsquo convitati e questi Gustacircr le dapi della mensa illustre 90 Della fame e del ber spento il desigraveo Primo a dir tolse il Cavalier Nelide
γ 69 laquoInterrogare or gli ospiti si addice Che il cibo ha confortato O forestieri Chi siete onde venite e qual vi spinse 95 Bisogno a traversar lrsquoequoree vie Od ite a caso per lo mar raminghi Come pirati che la vita a rischio Pongon per depredar lrsquoestranee gentiraquo
γ 75 Di seacute fatto sicuro gli rispose 100 Il prudente garzon cheacute nuovo ardire Posto gli ebbe nellrsquoanimo Minerva Acciograve del padre assente al Re dimandi Ed a seacute gloria appo le genti acquisti
γ 79 laquoO Negravestore Nelide inclito vanto 105 Degli Argivi ti piacque interrogarne Chi siamo ed ecco a digraverloti son presto DrsquoIgravetaca che del Negraveio siede alle falde Or qua giungiam parlar drsquouna faccenda Privata non giagrave pubblica ti deggio 110 Vengo se aver possrsquoio qualche contezza Lrsquoampia del padre mio fama seguendo Del magnanimo Ulisse che giagrave teco
ODISSEA
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Combattendo comrsquoegrave pubblico grido LrsquoIgravelie mura atterrograve Dersquo guerrier tutti 115 Che corsquo Tegraveucri pugnar per noi si seppe Dove ciascun di ria morte cadeacuteo Ma di Saturno il figlio anche la morte Ci nasconde drsquoUlisse Alcun sinrsquoora Non ci chiarigrave dovrsquoei finigravea se giacque 120 Dersquo nemici per man sul continente O drsquoAnfitrite se rsquol domacircro i flutti A te dunque ricorro e le ginocchia Trsquoabbraccio percheacute a me del genitore Narri la morte dispietata (o lrsquoabbi 125 Con gli occhi propri vista o qualche errante Riferta lrsquoabbia a te) cheacute soprammodo Infelice la madre il partorigravea Neacute di farmi dolente alcun riguardo Ti prenda neacute pietagrave nulla ti tocchi 130 Ma quanto sai deh digravellomi te nrsquo prego Se di consiglio o drsquoopra a te promessa Ti giovograve il padre mio lrsquoegregio Ulisse Lagrave tra le Iligraveache genti ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste Ah questo 135 Rammegraventati ed il veacuter nudo mi svelaraquo
γ 102 laquoFiglio ndash rispose il Cavalier Nelide ndash Tu mi fai rammentar quanti infortuni Appo il nemico popolo patimmo Noi gagliardigravea dersquo Greci invitta prole 140 Sia che sul negro mar corsquo legni errando Di preda in traccia ci guidasse Achille Sia che di Prigraveamo Re sotto alla vasta Cittagrave per noi si combattesse dove Glrsquoincliti nostri eroi cadean trafitti 145 Lagrave giacque il Marzio Aiace e lagrave il Pelide Lagrave Pagravetroclo nel senno emolo arsquo Numi Lagrave il caro figliuol mio lrsquoesimio e forte Antigraveloco del par veloce al corso E prode battaglier ben altre molte 150 Disventure ci oppressero Chi mai Potrigravea tutte ridigravertele Se cinque E sei qui trsquoindugiassi anni chiedendo Quanti guai soffricircr lagrave drsquoEgravellade i prodi Fastidito al natigraveo suol rediresti 155
LIBRO III
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Prima che a fin traessi il mio racconto Novrsquoanni interi macchinando offese Con tutti ingegni noi li circuimmo Allor Giove recograve lrsquoimpresa a fine Col divo Ulisse gareggiar di senno 160 Non volle alcun ligrave mai peroccheacute tutti Neglrsquoinventi e le astute arti vincea Col padre tuo Certo gli sei tu figlio Meraviglia mi assal mentrrsquoio ti guardo Cheacute simiglianti arsquo suoi sono i tuoi detti 165 Ned a quel dellrsquoeroe cosigrave conforme Creder potrigraveasi il dir drsquoun giovinetto Fincheacute si guerreggiograve lagrave non avemmo Neacute in parlamento mai ned in concilio Due diversi pareri Ulisse ed io 170 Ma unanimi aprivam quel saggio avviso Che degli Argivi a pro tornar dovea Lrsquoalta cittagrave di Prigraveamo rovesciata Quando le navi salivamo un Dio Disperse lrsquooste Achea da quel momento 175 Funesto in mente macchinograve il ritorno Agli Achivi lrsquoOligravempio cheacute non tutti Prudenti eran neacute giusti anzi un rio fato Molti colpigrave per la terribil ira Della possente Dea dal guardo azzurro 180 Inclita prole drsquoun possente Iddio Che fra gli Atridi aspra eccitograve contesa Convocacircr dissennati a parlamento Contro lrsquousanza a Sol caduto i Greci Che trasser di Liegraveo molto gravati 185 Ad ascoltar ciograve che sponean quersquo duci Menelao lagrave ingiungeva ai Dagravenai tutti A far sul dorso ampio del mar ritorno Ma forte disgradigrave quella proposta AllrsquoAtride maggior che fermo avea 190 Di rattener le schiere ed immolando Sacre ecatombe lrsquoira violenta Della diva placar stolto neacute vide Che drsquoallenirla si studiava indarno Cheacute di leggier non cagravengiasi la mente 195 DeglrsquoImmortali Mentre con alterni Acerbi detti altercano gli Atridi
ODISSEA
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Surser levando alto rumor gli Achei Per contrario voler tra seacute divisi Pernottammo cosigrave gli uni agitando 200 Contro gli altri pensier tetri e funesti Cheacute Giove ci apprestava orridi guai Come lrsquoalba apparigrave nel mar le navi Varammo e molte sopra vrsquoimponemmo Dovizie e donne drsquoelegante cinto 205 Mezza lrsquooste restograve lagrave presso il duce Di genti Agamennoacuten lrsquoaltra ovrsquoio salsi Nersquo remi diegrave correvano veloci Le navi cheacute tranquille a noi davanti Lrsquoonde adeguograve del mar pescoso un Dio 210 A Tegravenedo approdati ostie votive Arsquo Numi offrimmo pur dersquo tetti nostri Desiderosi Ma non piacque a Giove Consentirci il redir che dispietato Fiera di nuovo la discordia accese 215 Cheacute Ulisse accorto e saggio Re ritorse Corsquo suoi compagni delle navi il corso Gratificar volendo al sommo Atride Ma io corsquo molti legni che seguicircrmi Fuggigravea presago dersquo disastri gravi 220 Che a nostro danno meditava un Nume Animando i compagni anchrsquoei fuggigravea Di Tidegraveo rsquol figlio bellicoso Tardo Il biondo Menelao ci aggiunse in Lesbo Che del viaggio faticoso e lungo 225 Consultavam se navigar di sopra A Chio petrosa Psirigravea costeggiando E lasciagravendola a manca o sotto Chio Veleggiar lungo il ventoso Mimante Giove pregammo drsquoun prodigio e rsquol Nume 230 Il ci mostrograve poi fendere nel mezzo Il pelago ove Eubegravea sorge crsquoindisse Per condugraverci in gran fretta a salvamento Prospero allor soffiograve vento stridente Da cui le navi oltra sospinte ratto 235 Le vie pescose percorreano tanto Che notturne sorgean sovra Geregravesto Molte colagrave a Nettuno anche di tori Misurato gran mar per noi fucircr arse
LIBRO III
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Splendeva il quarto digrave quando i compagni 240 Del prorsquo Tidide ritornacircro in Argo Vegraver Pilo il corso io tenni e quel propizio Vento che un Nume crsquoinviograve da prima Non mai si estinse Di tal guisa o amato Figlio ignaro giunsrsquoio neacute degli Achei 245 Seppi quali campacircr quali pericircro Ciograve poi che accolto nersquo miei tetti udigravea Schietto come si addice or ti appaleso Egrave fama che ritorno ebber felice Gli esperti drsquoasta Tegravessali guerrieri 250 Che lrsquoinclito guidograve figlio drsquoAchille Lrsquoesimia prole di Peagravente ancora Filottete il sortigrave del par felice Tutti i compagni rimenava in Creta Che sfuggicircro alla guerra Idomenegraveo 255 Neacute rsquol mar alcun gli tranghiottigrave Giagrave udiste Bencheacute lontani voi medesmi come Agamennoacuten se nrsquo venne e come Egisto Ria morte gli tramograve Ma costui pure Condegna al suo fallir pena sostenne 260 Oh felice lrsquoeroe che un animoso Figlio dopo di seacute vindice lascia Tal si fu Oreste che traea dal vile Del suo gran padre ucciditor vendetta Tu pur diletto mio (cheacute bello e grande 265 Soprammodo ti veggio) al par sii prode Acciograve il tuo nome alle future genti Lodato di virtugrave splendida voliraquo
γ 201 laquoO Negravestore Nelide inclita luce Delle Argograveliche genti Oreste a pieno 270 Si vendicograve Celebreran gli Argivi Lrsquoalta sua gloria e voleragrave nel canto Delle future etagrave lrsquoinclito nome Ah percheacute forza tal non diemmi rsquol Cielo Da rintuzzar la detestata audacia 275 Dersquo Proci che tramando onte e delitti Mrsquooltraggian tanto Ma neacute al padre mio Ned attorsero a me destin sigrave lieto Gli Eterni or tutto sofferir mi egrave forzaraquo
γ 210 Ed il saggio Nelide laquoO mio diletto 280 (Mi rammenta il tuo dir le tue sventure)
ODISSEA
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Udigravea che molti drsquoimpalmar bramosi A malgrado di Te la genitrice Ti entracircro in casa a opprimerti di guai Dimmi soggiaci senza far contrasto 285 O cedendo allrsquooracolo di un Nume Forse il popolo tutto odio ti porta Chi sa se arsquo tetti suoi reverso il padre Quersquo violenti non suggetti al fio Od ei pur solo ovver corsquo Dagravenai tutti 290 Se diligesse te Pagravellade come Lagrave nersquo campi di Troia il divo Ulisse Dove paticircr gli Achei cotanti affanni (No dersquo Numi favor sigrave manifesto Quale il mostrograve per quellrsquoeroe Minerva 295 Non vidi mai) certo se tanto affetto Ti portasse la Diva e tanta in petto Cura avesse di te giagrave i Proci tutti Posto le nozze avrebbero in obbligraveoraquo
γ 225 laquoO buon veglio ndash Telegravemaco riprese ndash 300 Non credo che tal detto unqua si adempia Trasmodato egrave il tuo dir stupor mi opprime Neacute speme egrave in me che questo accaggia ovrsquoanco Tal si fosse il voler dersquo Sempiterniraquo
γ 229 laquoDeh qual parola ti sfuggigrave dal labbro 305 ndash Lrsquointerrompendo ripigliograve Minerva ndash Quandrsquoa un Nume fia in grado agevolmente Porragrave in salvo il mortal bencheacute lontano Quanto a me torrei dopo acerbe doglie Ricovrar nersquo miei tetti e del ritorno 310 Scorgere il digrave che nel mio proprio albergo Perir come perigravea colpa drsquoEgisto E di sua donna il prode Agamennoacutene La morte sola che a nullrsquouomo perdona Distocircr non ponno da un diletto eroe 315 Gli stessi Eterni abitator del Cielo Quando di lunghi sonni apportatrice La dispietata Parca il si ghermigraveoraquo
γ 239 Ed il garzon laquoNon piugrave Megraventore mio Bencheacute ci opprima il duol di ciograve si parli 320 Gli egrave disdetto il ritorno i Sempiterni La morte e rsquol negro suo destin fermacircro Interrogare or vorsquo drsquoaltro il Nelide
LIBRO III
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Che rsquol giusto cole e per lo senno avanza Gli altri su cui tre etagrave fama egrave che regni 325 Tal che allrsquoaspetto mi rassembra un Nume O Negravestore Nelide il veacuter mi narra Come perigrave lrsquoAtride ampio-regnante Agamennoacutene Menelao dovrsquoera Come il perfido Egisto una tal morte 330 Macchinograve chrsquouom di seacute tanto piugrave forte Trucidava Lontan forse era drsquoArgo Acaica Menelao Forse egli errava Fra estranee genti sigrave che la paura Scossa dal petto il traditor lrsquoucciseraquo 335
γ 253 laquoFiglio ndash il Nelide soggiungea ndash sincero Tutto il veacuter ti dirograve Ben ti sersquo apposto Ciograve stesso avvenne Se reverso drsquoIgravelio Sorpreso avesse il biondo Menelao Nel palagio drsquoAtride Egisto vivo 340 Conspersa la costui spoglia non focircra Pur drsquoun pugno di terra ma disteso Lungi dalla cittagrave sarigravea in un campo Pasto drsquoaugei di cani neacute Achea donna Sparso sovrrsquoesso avrigravea stilla di pianto 345 Tanto ria scelleraggine commise Lagrave sottrsquoIgravelio per noi molte battaglie Fornigravevansi ma queto egli nel fondo Del fertil Argo con soavi accenti Del grande Atride la moglier blandigravea 350 Dal turpe fallo rifuggigrave da prima La nobil Clitennestra cheacute nel petto Adorna di virtugrave lrsquoalma chiudea Stagravevale inoltre il chiaro vate accanto Cui diegrave rsquol carco in partendo il sommo Atride 355 Di servargli la sposa intemerata Ma quando Egisto dal destin dersquo Numi Irretito domagravevasi in deserta Isola il vate trasportato quivi Esca e strazio drsquoaugei lo abbandonava 360 Poscia da mutue brame ambi sospinti Lrsquoamante in sua magion lrsquoamata addusse Molte dersquo numi sui sacrati altari Anche di tori ardea molte votive Offerte e vesti ed oro vi sospese 365
ODISSEA
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Poi che pose ad effetto il fier disegno Del che nulla speranza in cor nutrigravea Giagrave dipartiti drsquoIgravelio solcavamo Lo stesso mar lrsquoAtride ed io cheacute ognora Gli animi avemmo drsquoamistagrave congiunti 370 Ma come al Sugravenio divenimmo sacro Promontorio drsquoAtene ivi darsquo miti Strali di Febo il suo nocchier fu spento Che del corrente pin tenea rsquol governo LrsquoOnetograveride Fronte che vincea 375 Gli umani tutti dirigendo un legno Quando ruggigravea il furor delle tempeste Lagrave Menelao risteacute bencheacute bramoso Di fornire rsquol viaggio ed al compagno Onor fece drsquoesequie e di sepolcro 380 Ma quando il bruno ei pur mare solcando Corsquo suoi legni correva e giagrave allrsquoeccelso Capo della Malegravea faceacuteasi appresso Allor gli destinograve Giove rsquol viaggio Orrendo gli avventograve striduli vegraventi 385 Che in alto sollevacircr le tumidrsquoonde Tanto che si agguagliavano a montagne Lagrave disperse le navi e parte a Creta Alle correnti del Giagraverdano intorno Dove i Cidoni albergano sospinse 390 Liscia ed alta protegravendesi al confine Di Gogravertina sul mar fosco una rupe Lagrave cacciando i marosi Agraveustro di forza Del promontorio Festo al lato manco Piccola roccia li vi arresta e frange 395 Quivi lrsquoarmata urtograve campacircro a stento Gli uomini ma dal mar fiero cacciati Contro gli scogli si fiaccacircro i legni Pur cinque navi dallrsquoazzurra proda DrsquoEgitto in riva il vento e rsquol mar spingea 400 Mentre lagrave Menelao con queste errava Accumulando vettovaglie ed oro Tra genti di favella altra gli empiea Egisto la magion drsquoorribil lutto Trucidograve Agamennoacuten sottrsquoaspro giogo 405 Il popolo domograve per ben settrsquoanni Alla ricca Micene il freno impose
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Ma lrsquoottavo anno reduce drsquoAtene Sorvegravennegli funesto il divo Oreste Che quellrsquoinfame traditor spegnea 410 Che ucciso il genitore inclito gli ebbe Poscia che lrsquoimmolograve diede agli Argivi La cena sepolcral per lrsquoodiosa Madre e rsquol codardo parricida Egisto Il digrave medesmo Menelao sorgiunse 415 Adducendo con seacute tante ricchezze Di quante ne patigravean le navi rsquol pondo Ma tu mio caro non errar gran tempo Lungi dalle tue case abbandonando Le tue dovizie a quersquo ribaldi in preda 420 Che a partirle faragravensi a divorarle Tal che rsquol viaggio tornerigraveati vano Trsquoesorto nondimeno anzi ti stringo Di trovar Menelao che da straniere Genti guari non egrave si dipartigravea 425 Donde redir mai piugrave non avrigravea speme Chi trasviato da tempeste errasse Lagrave su quel vasto mar da cui nel giro Drsquoun anno non verrebbero gli augelli Perograve chrsquoegrave immenso orribile Or via dunque 430 Pagravertiti col tuo legno ersquo tuoi compagni Se il terrestre cammin piugrave ti talenta Egraveccoti presti il cocchio ed i corsieri Ecco i miei figli che ti stando accanto Ti guideranno alla divina Sparta 435 Cui regge il biondo Menelao Chiarirti Pregravegalo il veacuter neacute paventar drsquoinganno Cheacute il saggio re detesta ogni menzognaraquo
γ 329 Posto fine al suo dir tramontograve il Sole Sorgiunsero le tenebre laquoO buon veglio 440 Certo ndash Palla soggiunse ndash a dritto parli Or via dellrsquoostie tagraveglinsi le lingue Meacutescasi rsquol vino e fatti i libamenti A Nettuno non men che agli altri Eterni Cura prendiam che tempo egrave omai del sonno 445 Giagrave la gran luce ascoacutesesi nel buio Neacute si addice restar piugrave a lungo assisi Dersquo numi al sagrifizio uopo egrave ritrarciraquo
γ 337 Cosigrave Minerva e obbedigravean tutti lrsquoacqua
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Diecircro alle man gli araldi incoronacircro 450 Di spumante licor lrsquourne i donzelli Indi le tazze ministrate in giro Tutti quanti auguracircro In sulle fiamme Gittacircr le lingue i convitati e poscia Rizzatisi libacircr Poicheacute libacircro 455 E del vino gustacircro a pien talento Minerva e il bel Telegravemaco ritrarsi Al naviglio volean ma sigrave gli assalse Con gentile rampogna il Re Nelide
γ 346 laquoDeh tolga Giove e gli altri Sempiterni 460 Che da me dipartiti alla veloce Nave ir vi lasci quasi poverello Del tutto mi fossrsquoio che in sua magione Copia non ha di coltrici e di manti Sigrave che morbido letto a seacute medesmo 465 Ed agli ospiti suoi por non sia dato Ben io vesti possedo e coltri belle No me vivo non fia mai che si corchi Drsquoun eroe comrsquoegrave Ulisse il figlio caro Su di un palco di nave indi accorranno 470 Dopo me i figli miei gli ospiti tutti Che in queste nostre soglie si addurrannoraquo
γ 356 laquoSempre saggio favelli o veglio amato ndash Minerva ripigliograve ndash fia ed egrave ben degno Telegravemaco arsquo tuoi cenni obbediente 475 Te dunque ei segua ed appo te pernotti Io vo i compagni ad incorar nel legno Ad impartirvi gli ordini opportuni Maggior drsquoetagrave solo tra lor mi vanto Gli altri che ci seguicircr per mutuo affetto 480 Del par che questo giovin prode tutti Lieti di fresca gioventugrave se nrsquo vanno Io vo sul legno a stegravendermi dimani Sul far dellrsquoalba un debito mi reco A reclamar dai Cagraveuconi animosi 485 Neacute recente neacute lieve or tu che accogli Questo giovine eroe nel tuo palagio Da qualcun dersquo tuoi figli accompagnato Magravendalo con un cocchio e gli concedi Gagliardi e rapidissimi corsieriraquo 490
γ 371 Come ebbe detto ciograve la forma assunse
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Drsquoaquila e si levograve Pagravellade a volo Sbigotticircro gli astanti ed il vegliardo Che pur corsquo propri vide occhi rsquol portento Meravigliograve prese per mano in questa 495 Telegravemaco nomollo e sigrave gli disse
γ 376 laquoNon io mi penso no che ignavo e imbelle Mio diletto sarai quando gli Eterni In sigrave florida etagrave ti si fan guida Deglrsquoimmortali abitator drsquoOlimpo 500 Altri certo non fu che la Tritogravenia Figlia di Giove Pagravellade che tanto Fra le Argograveliche genti il tuo gran padre Sovra tutti onorograve Deh a noi propizia Regina alma sii tu splendida gloria 505 A me corsquo figli e con la veneranda Mia consorte concedi io vorsquo immolarti Giovenca che lo spazio appena corse Drsquoun anno solo drsquoampia fronte indogravema E chrsquouom giammai non sottopose al giogo 510 Questa ti vorsquo ferir poi che splendenti Ambe avragrave drsquooro le crescenti cornaraquo
γ 385 Sigrave disse orando e lrsquoudigrave Palla Il veglio Guidava intanto al suo regal palagio Generi e figli Giunti in su gli scanni 515 Tutti posacircr per ordine e sui troni Mescea il Re nella coppa a ciascheduno A mano a mano un dolce almo licore Che la custode nellrsquoundecimrsquoanno Dallrsquourna allora scoverchiata attinse 520 Comrsquoebbe empiuta Negravestore la tazza Libando i voacuteti alzograve supplici a Palla Inclita figlia dellrsquoEgigraveoco Giove
γ 395 Poicheacute libacircro ed a sua voglia ognuno Bevve arsquo lor tetti trassero a corcarsi 525 Volle il Re che drsquoUlisse il figlio amato Sotto il sonoro portico si giaccia In traforato letto a lui drsquoaccanto Posar fersquo rsquol bellicoso Pisistragraveto Duce di genti dersquo suoi figli rsquol solo 530 Che si vivesse ancor celibe vita Dellrsquoeccelso palagio entro segreta Stanza il Re ricovrograve quivi in sul letto
ODISSEA
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Che la Regina gli apprestograve si giacque γ 404 Come rosea nel Ciel fulse lrsquoaurora 535
Negravestore surse Del palagio uscito Sui tersi si sedea candidi marmi Rilucenti drsquoessenze innanzi allrsquoalte Porte surgenti su cui giagrave si assise Negraveleo par nel consiglio arsquo Sempiterni 540 Ma domo dalla Parca ei giagrave di Pluto Nersquo soggiorni discese in su quersquo marmi Lo scettro in man sedeva allor Nestograverre Rocca dei Greci Congregati intorno Stagravevanli i figli di lor stanze usciti 545 Agravereto Stratigraveo Echegravefrone Persegraveo E rsquol divin Trasimegravede a cui per sesto Pisigravestrato si aggiunse a gara tutti Menacircro il bel Telegravemaco ed accanto Del padre il collocacircr che sigrave lor disse 550
γ 418 laquoFigli amati adempite il desir mio Subitamente acciograve tra i Numi in prima Propizia renda lrsquoAtenegravea Minerva Che a vil non ebbe di apparirmi innanzi Nel giocondo a Nettun sacro banchetto 555 Vada ai campi un di voi percheacute qui tragga Prestamente il bifolco la giovenca Del garzon prode al legno un altro voli E qui tutti conduca i suoi compagni Salvo due soli un altro alfine ingiunga 560 Allrsquoindustre Laerce a qui recarsi Percheacute le corna alla giovenca indori Voi altri qui restate ed alle ancelle Apprestar fate un splendido convito E sedili e spaccate arbori intorno 565 E del fonte apportar limpide linferaquo
γ 430 Tutti allrsquoopra si diecircr venne dal campo La giovenca sorgiunsero dal legno Del garzone magnanimo i compagni Venne il fabbro e lrsquoincude e le tenaci 570 Tanaglie ed il martel tra man tenea Armi dellrsquoarte con che lrsquoograver domava Assistitrice venne al sagrifizio Minerva stessa Diede rsquol Re il metallo Domo che lrsquoebbe ed assestato il fabbro 575 Della giovenca ne vestigrave le corna
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Acciograve veggia il bel don Palla e gioisca Guidavan Stratigraveo e rsquol nobile Echefroacutene Per le corna la vittima ed Aregraveto Dellrsquoaula uscito drsquouna man portava 580 Drsquoacqua in bacino cesellato a fiori Lrsquoorzo sacro dellrsquoaltra in bel canestro Stringendo in pugno acuta scure accanto Stava dellrsquoostia il forte Trasimegravede Presto a vibrar sulla cervice il colpo 585 Tenea Persegraveo la coppa in che raccocircrre Doveacuteasi rsquol sangue Diegrave principio al rito Il veglio bellicoso e la lustrale Acqua e rsquol sacro orzo sparse indi a Minerva Orando molto della testa i peli 590 Divelse allrsquoostia e li gettograve nel fuoco
γ 447 Poicheacute pregacircro e rsquol sacro orzo fu sparso Trasimegravede del Re prole gagliarda Accostossi e ferigrave del collo i nervi Le recise la scure e svigorita 595 La vittima cascograve Miste alle preci Diecircr alte grida le Nestograveree figlie Le nuore ed Euridice veneranda Donna del Re che tra le figlie prima Nacque a Climeacuten Di terra indi spirante 600 Sollevacircr la giovenca e la cervice Togravertale in su Pisigravestrato sgozzolla Poicheacute rsquol sangue sgorgograve che via dellrsquoossa La vital forza si fuggigrave smembracircrla Incontinente e come il rito ingiunge 605 Le cosce dispiccacircr di doppia falda Drsquoadipe le fasciacircro e ricopricircrle Di palpitanti brani In sulle schegge Abbrustoligraveale il vecchio e di vermiglio Licor le cospargea lesti donzelli 610 Teneano accanto a lui di cinque punte Gli spiedi in pugno Arse le cosce e fatto Dersquo precordi lrsquoassaggio il resto in pezzi Minuti infisso nersquo schidoni acuti Lo rivolser nel fuoco e lrsquoarrosticircro 615 Lrsquoultima figlia del Nelide intanto Policasta gentil condusse al bagno Telegravemaco e il lavograve drsquoessenze lrsquounse Ed il vestigrave di tunica e di manto
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Splendido come si scostograve dal bagno 620 Parve sembiante a un Dio Processe e al veglio Pastor di genti assigravesesi da canto
γ 470 Tolte le carni delle terga al fuoco Seggendo banchettacircr garzoni esperti Sursero ministrando in auree tazze 625 Generoso Liegraveo Poicheacute la brama Del ber delle vivande ebbon ripressa
γ 475 laquoFigli miei ndash soggiungea Negravestore ndash orvigravea Sotto il cocchio giungete i ben chiomati Corsieri e qui traeacuteteli onde ratto 630 Telegravemaco fornisca il suo viaggioraquo
γ 477 Tacque Al paterno cenno obbedienti Immantinente i corridor veloci Giunsero sotto il cocchio in cui di Bacco E di Cegraverere i doni e lrsquoalme dapi 635 Di che nugravetronsi i Re di Giove alunni La dispensiera vigile ponea Primo saligrave la biga risplendente Telegravemaco indi al fianco gli si assise Pisigravestrato di genti inclito duce 640 Chiuse in pugno ei le briglie e con la sferza I corsieri eccitograve che non restii Nella pianura volacircro lasciando Lrsquoalta cittagrave di Pilo Ambo i corsieri Tutto quel giorno fervidi e veloci 645 Squassacircro il giogo che giungeacuteali insieme
γ 487 Corcato il Sol ombragravevansi le vie Quando a Fere arrivacircro alla magione Di Digraveocle che Ortigraveloco produsse Germe del fiume Alfegraveo dove lrsquointera 650 Notte posacircr tranquilli e di Diogravecle Accettacircr indi gli ospitali doni
γ 491 Come rosea nel ciel brillograve lrsquoaurora Aggiogati i corsier darsquo risonanti Portici fuor sospinsero la biga 655 Pisigravestrato sforzolli e quei bramosi Volavano Gli eroi gigravean traversando Campi ove il don di Cegraverere biondeggia Tanto fu dersquo corsier lrsquoimpeto e rsquol volo Che del viaggio al termine arrivacircro 660 Quando caduto il Sol scendea la Notte A coprir di sue vaste ombre la Terra
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LL II BB RR OO QQ UU AA RR TT OO
Telegravemaco in Isparta
GGIUNTI amendue i garzon nella vallea Ursquo lrsquoampia Lacedegravemone si estolle Drizzacircrsi ai tetti dellrsquoillustre Atride Quivi il trovacircr con molti amici a desco Cheacute del figlio ad unrsquoora e della figlia 5 Le doppie festeggiar nozze godea Lrsquouna al figlio spedigravea del fiero Achille Cui darla un digrave sotto le Iligraveache mura Per fede si legograve tratto ad effetto Il maritaggio allor venigravea dai Numi 10 Menelao con i cocchi ed i corsieri Allrsquoinclita cittagrave condur la feacutea Lagrave rsquove Pirro sui Tegravessali regnava Di Sparta una fanciulla inclita prole DrsquoAlegravettore lrsquoAtride ancor unigravea 15 Al gagliardo suo figlio Megapegravente Che drsquoetagrave grave da una schiava ei srsquoebbe Perograve che i Numi ad Egravelena non diecircro Prole dopo lrsquoamabile Ermione Che a par dellrsquoaurea Vegravenere splendea 20
δ 15 Di tal guisa pel vasto eccelso albergo Gli amici ed i vicin di Menelao Rallegragravevansi a mensa a lor da canto Vate divino percotea la cetra Cantando due tra loro agili e presti 25 Saltator intonando una canzona Rotagravevansi nel mezzo allrsquoadunanza
δ 20 Nellrsquoatrio in questa del regal palagio Di Ulisse e di Nestograver glrsquoincliti figli
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Arrestacircro i corsier Processe e il primo 30 Gli adocchiograve Eteonegraveo vigile servo Del Re ed accorse a dar lrsquoannunzio al chiaro Pastor di genti stagravendogli al cospetto Con volubili voci a dir si prese
δ 26 laquoEcco due forestier coppia drsquoEroi 35 Prole rassembran del tonante Iddio Dimmi o diletto al Ciel Re Menelao Distaccar deggio i rapidi corsieri O altrove gli avviar sigrave che alcun altro Affettuoso a lor porga ricettoraquo 40
δ 30 Acceso in fuoco drsquoira gli rispose Il biondo Menelao laquoGiagrave tu non fosti Dissennato sin oggi o Boetide Ed or a guisa di fanciullo cianci Pur non senza aver pria molti ospitali 45 Pasti logri arsquo stranier qua ne venimmo Retribuir vuogravelsi ogni ben sigrave fia Che ci preservi nersquo venturi giorni Giove darsquo guai Su via sciogli i corsieri Qui a convitar con noi gli ospiti guidaraquo 50
δ 37 Dal palagio irrompendo Eteonegraveo I piugrave lesti conservi a seacute chiamava Ed a tutti imponea di seguitarlo Arsquo sudanti corsier tolsero il giogo Gli legacircro al presepe apportacircr loro 55 Vena a biancrsquoorzo mista ed appoggiacircro Il bel cocchio alla lucida parete Indi al palagio gli ospiti guidacircro Meravigliando rivolgeano intorno Le attonite pupille ambi gli eroi 60 Perograve che come il Sol splende o la Luna Cosigrave il palagio eccelso dellrsquoAtride Tutto raggiava di mirabil luce E come gli occhi a pien fecer contenti Sceser nersquo tersi bagni e dalle ancelle 65 Lavati unti drsquoessenze e di vellosi Manti e di molli tuniche coverti Appo lrsquoAtride collocacircrsi Accorse Lesta ancella e da un vaso aureo elegante Nellrsquoargenteo bacin lrsquoacqua versava 70 Liscio desco indi a lor stese su cui
LIBRO IV
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Pani e vivande in copia e quante in serbo Tenea la saggia dispensiera impose Carni di tutte sorta in sui taglieri Recograve lo scalco e tazze auree lor porse 75
δ 59 Stretta lrsquoAtride agli ospiti la destra laquoPasteggiate e allegragravetevi ndash lor disse ndash Indi da quali prodi originate Vorsquo interrogarvi No dersquo maggior vostri Non egrave la gloria estinta anzi mi penso 80 Che da scettrati re voi discendete Genti ignobili oscure altera prole Che a voi somigli generar non ponnoraquo
δ 65 Tacque ed a loro di sua mano offerse Il pingue tergo di arrostito bue 85 Che a grande onore gli era posto innanzi Steser le mani alle vivande apposte I giovani Ma poi chrsquoebbon di beva Ripresso e della fame ogni desigraveo Piegando il capo ondrsquoaltri a udir non lrsquoabbia 90 Telegravemaco al Nestograveride sigrave disse
δ 71 laquoPon mente o del cor mio dolce conforto Pisigravestrato Versquo tu come risplende Il rame in questa sala alta e sonora Come avorio ed elettro argento ed oro 95 Vibrin lucidi rai Tal mi credrsquoio Brilla di Giove Oligravempico la reggia Oh dovizia infinita Oh altera pompa Tutto chrsquoio veggio di stupor mi opprimeraquo
δ 76 Lrsquoudigrave lrsquoAtride e tosto laquoO figli amati 100 A nullo egrave dato gareggiar con Giove I cui palagi nellrsquoempiree sedi E glrsquoimmensi tesor durano eterni Quanto agli umani altri con me contende Di dovizie altri no Certo non senza 105 Patir gran mali ed ir gran tempo errando Sulle navi le addussi e al volger solo Dellrsquoottavo anno al suol natigraveo pervenni Vagando sempre Cipri e la Fenicia I Sidoni gli Egizi e gli Etiogravepi 110 Gli Erembi e Libia visitai lagrave dove Producon lrsquoagne nel girar drsquoun anno Tre figli e lrsquoagnellin cornuto nasce
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Quivi neacute il sir del campo neacute rsquol pastore Ha men le carni ed il rappreso latte 115 O delle presse mamme il dolce rio Che in qualunque stagion largo si emunge Mentrrsquoio qua e lagrave vagando raccogliea Dovizie immense ecco altri drsquoimprovviso Celatamente pel funesto inganno 120 Drsquoinfida moglie uccigravesemi il fratello Non viemmi quindi al cor gioia regnando Queste ricchezze E voi darsquo padri vostri Quali ne sigraveeno ciograve giagrave udito avrete Cheacute molti guai sostenni una magione 125 Ricca di gente e drsquoagi a terra sparsi Piacesse al Ciel che di tre parti lrsquouna Rimasta a me delle dovizie mie Qui albergassi e le dolci aure vitali Spirasser meco i prodi che nersquo vasti 130 Iligraveaci campi lungi drsquoArgo altrice Di fervidi destrieri allor pericircro Non senza molti gemiti e lamenti Tutti io li piango nellrsquointerne stanze Spesso ricovro e quivi or mi conforta 135 La dolcezza del pianto ed or mrsquoacqueto Cheacute del dirotto lagrimar la brama Sagraveziasi in breve indi rsquol vigor ripiglia Bencheacute dolente non mi affanno tanto Di tutti sigrave come di un sol che il sonno 140 Ed il cibo venir fammi in dispetto Quando il rammento cheacute tra i Dagravenai tutti Nullo del par fu prode e tollerante Come lrsquoinclito Ulisse Avemmo in fato Doglioso ersquo tragger guai viver io sempre 145 Vinto per sua cagion drsquoaspri tormenti Cheacute da gran tempo erra ei lontano e ignoro Se vive o se perigrave Lo piange intanto Drsquoetagrave grave Laerte e la prudente Penegravelope e Telegravemaco che in casa 150 Bambin lasciograve quandrsquoei si dipartigravearaquo
δ 113 Detto del caro genitor la brama Strinse il cuore al garzon Dalle palpegravebre Traboccagravevagli al suol pianto dirotto Del padre udendo alzograve il purpureo manto 155
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Drsquoambe le mani e gli occhi si coverse Menelao si fersquo accorto e due consigli Nellrsquoanimo agitava o consentire Chrsquoegli rsquol padre membrasse o interrogarlo E tutto che sapea chiarirgli a pieno 160
δ 120 Mentre in tali pensier lrsquoAtride ondeggia Dallrsquoodorata sua stanza superba Egravelena uscigravea che bella e maestosa Artegravemide parea dallrsquoarco drsquooro Adrasta le accostograve seggio elegante 165 Tappeto le recograve di lana molle Alcippe e Filograve un bel panier drsquoargento Che Egravelena si ebbe nellrsquoEgizia Tebe Dono drsquoAlcandra a Pogravelibo consorte Che gran dovizie in sua magion chiudea 170 Due tripodi allrsquoAtride e due gli diede Argentee conche e dieci aurei talenti Ma la consorte ad Egravelena porgea Bei doni a parte una conocchia drsquooro Ed un ritondo canestrin drsquoargento 175 Cui gli orli esterni fulgidrsquoor guernigravea Questo lrsquoancella Filograve le recava Ricolmo di gomitoli distesa Su vi sta la conocchia a cui srsquoavvolge Lana drsquointorno tinta di viola 180 Collocata in sul seggio in che sotteso Stagravevale arsquo piedi uno sgabello in questa Foggia si volse a interrogar lo sposo
δ 138 laquoSappiam Re Menelao da quai possenti Originar si vantano amendue 185 Questi gentili che appo noi recacircrsi Deh chi mrsquoinganna Od io mrsquoappongo al vero Certo il cuore a parlar mrsquoeccita e spira Ned uom neacute donna somigliar mai tanto Vidi arsquo suoi genitor (stupor mi opprime 190 Nel contemplarlo) come tien del voacutelto Questrsquoospite drsquoUlisse inclito al figlio A Telegravemaco suo che fanciulletto Lasciograve in casa lrsquoeroe quando per colpa Ahi Di me donna invereconda Voi 195 Sotto le Iligraveache mura o Dagravenae genti Unrsquoaudace rompeste orrida guerraraquo
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δ 147 E rsquol biondo Menelao laquoCiograve stesso or penso Donna come tu avvisi Ah sigrave drsquoUlisse Tali i piegrave le man tali e degli sguardi 200 Lrsquoanimoso vibrar tale il bel capo E la chioma di che sopra si adorna Ed or che rammentai gli aspri travagli Chrsquoei sostenne per me dal ciglio amare Sgorgagravevangli le lagrime e col manto 205 Porporino che alzograve le luci ascoseraquo
δ 155 E Pisigravestrato laquoAtride amor di Giove Duce di genti egrave veacuter questi egrave suo figlio Come appunto tu dirsquo ma verecondo Men che degno in suo cor tenne comparso 210 Pur dianzi al tuo cospetto favellarti Interrompendo Te di cui la voce Come quella di un Dio dentro ci suona Me qui rsquol Geregravenio cavalier spedigraveo Per egravessergli compagno alto lrsquoaccese 215 Di vederti la brama onde tu lrsquoabbia A giovare dellrsquoopra o del consiglio Molti ahi pate in sue case affanni e doglie Un giovinetto chrsquoabbia il padre assente Se di molti la possa nol sostegna 220 Condotto egrave a tal Telegravemaco remoto Il genitor non havvi chi lrsquoaigraveti A respinger da seacute tanta sventuraraquo
δ 168 laquoNumi ndash sclamograve lrsquoAtride ndash arsquo tetti miei Dunque se nrsquo venne il figlio di quel grande 225 Che mrsquoegrave sigrave caro e che giagrave tante e tante Rompea guerre per me Ben avea fermo Di accocircrlo con amore e di onorarlo Sovra tutti gli Achei se rsquol mar percorso Con le navi veloci ad amendue 230 Consentiva il redir lrsquoOnniveggente Per lui fondata una cittagrave e un palagio Construtto in Argo avrei percheacute adducesse I suoi tesor dalla natigravea contrada Ed il figlio e le genti ovver traslati 235 I cittadini avrei da una vicina Altra su cui lo scettro mio si stende Lagrave spesso insieme accolti e ognor vivendo Vita intera drsquoamore e di contento
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Nulla ci partirigravea fincheacute la negra 240 Nube mortal ci si avvolgesse intorno Ma il Nume a cui tal pace non talenta Non cessa perseguir quellrsquoinfelice Interdicendo a lui solo il ritornoraquo
δ 183 Destograve questo sermon nel cor di tutti 245 Di gemiti desigraveo piangea la bella Figlia del Sir drsquoOlimpo Egravelena Argiva Piangea col buon Telegravemaco lrsquoAtride Ned asciutte di pianto ebbe le ciglia Pisigravestrato che gigravea tra seacute membrando 250 Lrsquoincolpabile Antigraveloco cui pose DellrsquoAurora il figliuol inclito a morte Membrando il fratel suo tai detti sciolse
δ 190 laquoTe primo in senno tra i mortali esalta Atride il veglio Cavalier Nestograverre 255 Sempre che noi di Te nersquo tetti nostri Con alterno parlar facciam ricordo Oggi se lice mi seconda poco Tra le vivande lagrimar mrsquoaggrada Al sorgere del digrave non mi fia grave 260 Chi a morte corse piangere Sol questo Onore avanza arsquo miseri defunti Del tronco nostro crin lrsquoofferta e rsquol pianto Per le gote scorrente Anche a me spento Giacque il fratel sottrsquoIgravelio e srsquoegli fosse 265 Non tra i guerrieri lrsquoultimo tu rsquol sai Cheacute nol vidrsquoio ma egrave comun grido a tutti Prevaleva il mio Antigraveloco Nel campo Veloce al corso ed a piegrave fermo invittoraquo
δ 203 E lrsquoAtride laquoDicesti o figliuol mio 270 Tutto che dir tutto che far potrigravea Uom saggio e che drsquoetagrave molto trsquoavanzi Trsquoingenerograve padre assennato e scorti Sono i tuoi detti di leggier gli egregi Discendenti si accertano drsquoun prode 275 Cui delle nozze e del natale al giorno Fortunato il destin Giove attorcea Come egrave quel che al Nelide ora e per sempre Concesse drsquoinvecchiar nel suo palagio Mollemente e mirar figli prudenti 280 Non che nel palleggiare aste tremendi
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Cessiam dunque dal pianto e ridestiamo Del convito la gioia Orsugrave alle mani Linfe pure si versino Comparsa Telegravemaco nel Ciel la nova luce 285 Alternamente ragionar potremoraquo
δ 216 Detto alle man diegrave lrsquoacqua Asfalioacutene Del Re fido servente ed alle pronte Dapi steser le mani i convitati
δ 219 Ma nella mente drsquoEgravelena un novello 290 Sorse pensier nel vin gettograve un possente Farmaco che quetar fa il pianto e lrsquoira E dersquo mali con seacute porta lrsquoobbligraveo Chi rsquol si tranghiotte nel suo nappo infuso Non bagneragrave di lagrime le gote 295 Tutto quel giorno no se anco del padre E della genitrice orbo rimanga Non se il fratello o il suo figlio diletto Davanti a seacute con gli occhi propri veggia Dal ferro uccisi Tali e di sigrave alta 300 Virtute possedea farmachi insigni Del Tonante la figlia egravebbeli in dono DallrsquoEgizia Polidamna consorte Del Re Tooacutene ivi di molte piante Lrsquoalma terra produce altre salugravebri 305 Altre funeste ivi i mortali tutti Ciascuno avanza nelle mediche arti Peroccheacute egrave gente da Peoacuten discesa Gettato chrsquoebbe il farmaco nellrsquourna Che il vin si mesca impose indi soggiunse 310
δ 235 laquoAtride illustre e voi stirpe di prodi (Giove manda ad ognuno alternamente Il bene e rsquol mal chrsquoei puograve tutto che vuole) Or vivandate e qui prendete assisi Dal dolce alterno ragionar conforto 315 Che intempestivo il mio parlar non fia Certo neacute raccontar neacute qui potrei Ricordar pure tutte lrsquoardue pugne Dellrsquointrepido Ulisse or toccar solo Piagravecemi ciograve che ardigrave ciograve che a fin trasse 320 Appo i Tegraveucri quel forte ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste Un giorno Di sconce piaghe la persona offesa
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Vil tunica gettograve sopra le spalle E come schiavo penetrograve nellrsquoampia 325 Cittagrave nimica ognun sigrave travestito Un mendico il credea pur tal non mai Lungo le navi Argograveliche mostrosse Ignoto a tutti io sola il riconobbi Lrsquointerrogai quindrsquoio pur quellrsquoastuto 330 Sempre con lrsquoarti usate si schermigravea Ma come lrsquoaspersrsquoio di limpidrsquoonde E di licor lrsquounsi drsquouliva e rsquol cinsi Di vesti lrsquoaffidai col piugrave gran giuro Di non far manifesto arsquo Tegraveucri Ulisse 335 Pria che alle tende riparasse e arsquo legni Allor la mente degli Achei mrsquoaperse Trafitti poscia con acuta spada Molti nemici fersquo ritorno al campo Ed il modo chiarigrave chrsquoIgravelio ruigraveni 340 Empiean lrsquoaure di strida e drsquoululati LrsquoIgravelie donne ma dentro in me brillava Di gioia il cor cheacute di tornare ardea Al mio antico ricetto e la sventura Di che mi nocque Vegravenere piangea 345 Quando dalla natigravea terra diletta Strascinommi lontana e lrsquoinnocente Mia fanciulletta e rsquol talamo e rsquol consorte (Per altezza drsquoingegno e per leggiadra Nobil fierezza a nullrsquoaltro secondo) 350 Abbandonare ahi misera mi strinseraquo
δ 265 laquoTu retto parli ndash soggiungea lrsquoAtride ndash O donna mia Ben io di molti prodi Penetrai nella mente e nel consiglio Terre vaste percorsi e nondimeno 355 Non io con questi vidi occhi giammai Alma sigrave grande qual chiudeacuteala in petto Lrsquoinclito Ulisse Oh quanto oprograve e sostenne Nel piallato cavallo ove noi tutti Di Grecia i prodi sedevam bramosi 360 Pur di recare arsquo Trogravei sterminio e morte Ligrave sorvenisti e lo trsquoingiunse un Nume Che dar gloria arsquo Troian volgeva in mente Di beltagrave pari a un Dio premeacuteati lrsquoorma Deigravefobo Tre volte circuisti 365
ODISSEA
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Il cavo agguato e rsquol brancicasti e i primi Chiamasti a nome degli Achei la voce Contraffacendo di lor donne Assisi Nel mezzo io Diomegravede e rsquol divo Ulisse La tua chiamata udimmo Io ed il Tidide 370 Sbalzar fuor volevamo impetuosi O dal chiuso alvo almen farti risposta Ma ci ripresse e ci contenne Ulisse Bencheacute bramosi Stavano in silenzio Tutti drsquoEgravellade i figli Agraventiclo solo 375 Risponderti volea ma con le forti Mani sigrave gli calcograve la bocca Ulisse Che salvograve gli Achei tutti e rsquol comprimea Fincheacute tratta di lagrave trsquoebbe Minervaraquo
δ 290 laquoCiograve vie piugrave mi tormenta inclito Atride 380 ndash Il garzon ripigliograve ndash Non senno accorto Non indomito ardir rincontro a fiera Morte schermo gli fucircr perir dovea Chiuso avesse nel petto un cor di ferro Ma deh a corcar ci manda onde soave 385 O Re discenda a confortarci il sonnoraquo
δ 296 Tacque e tosto lrsquoArgiva Egravelena impose Di por sotto la loggia alle captive Due letti e belle porporine coltri Gettarvi e su distendervi tappeti 390 E vesti altre vellose atte a coprirli Fuor del palagio colle faci in mano Uscicircr le ancelle e i letti apparecchiacircro Guida si fece agli ospiti lrsquoaraldo Ambo i giovani eroi cosigrave corcacircrsi 395 Lagrave nel regal vestibolo lrsquoAtride Si ritirograve del suo palagio eccelso Nella stanza piugrave interna e disvestita Del sinuoso peplo gli posava Oltre le belle bella Egravelena accanto 400
δ 306 Come rosea nel Ciel fulse lrsquoaurora Sorse lrsquoAtride rivestissi il brando Sospese ad armacollo ed i leggiadri Calzari sotto i piegrave nitidi avvinse Uscito della stanza a un Dio sembiante 405 Processe e del garzone al fianco assiso
δ 312 laquoQual uopo ndash disse ndash alla divina Sparta
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Generoso Telegravemaco ti addusse Sul dorso ampio del mar Pubblico affare O privata cagion Digravellomi schiettoraquo 410
δ 315 Ed il garzon laquoAtride amor di Giove Venni se aver da Te qualche contezza Potrograve intorno al destin del padre mio Mi si divoran le sostanze i colti Campi mi si disertano nemiche 415 Turbe mi si stipacircr nella magione Che ognor le greggi sgoacutezzanmi e gli armenti Turbe rotte allrsquooltraggio e alla nequizia Che ad impalmare anelano la madre A te dunque ricorro e le ginocchia 420 Trsquoabbraccio percheacute a me del genitore Narri la morte dispietata o lrsquoabbi Con gli occhi propri vista o qualche errante La ridicesse a Te cheacute soprammodo Infelice la madre il partorigravea 425 Neacute di farmi dolente alcun riguardo Ti prenda neacute pietagrave nulla ti tocchi Ma quanto sai deh digravellomi te nrsquo prego Se di consiglio e drsquoopra a te promessa Ti giovograve il padre mio lrsquoottimo Ulisse 430 Lagrave negli Iligraveaci campi ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste ah questo Rammegraventati ed il veacuter nudo mi svelaraquo
δ 332 laquoAhi ndash Corruccioso ripigliograve lrsquoAtride ndash Dunque vil branco di codardi agogna 435 Nel talamo giacer di quel possente Qual cerva che posti abbia i suoi cerbiatti Tenerelli lattanti drsquoun gagliardo Truculento leon nella caverna Gli erti gioghi percorre e a pascer scende 440 Nellrsquoerbose vallee quandrsquoecco riede La gran belva nellrsquoantro e giagrave di tutti Mena orribile strage in simil foggia Ulisse i Proci immoleragrave O gran padre Giove o Minerva o Apollo ah fate voi 445 Che tal ersquo sia qual giagrave fu un giorno quando Disfidato dal Re Filomelide Lagrave nella forte Lesbo a lottar sorse Impetuoso e lrsquoatterrograve festive
ODISSEA
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Grida alzarono al Ciel tutti gli Achei 450 Oh tal sendo costoro egli affrontasse Ratta la morte avrigravean le nozze amare Quantrsquoa ciograve che mi chiedi e udir ti egrave tardo Schietto il dirograve neacute paventar drsquoinganno Neacute ascoso ti terrograve ciograve che il verace 455 Veglio marin mi fece manifesto
δ 351 Bencheacute della natigravea terra bramoso Me nellrsquoEgitto riteneano i Numi Peroccheacute di offerire avea negletto Sacre Ecatombe Non gli Eterni mai 460 Condonano lrsquoobbligraveo delle lor leggi Sorge nel mezzo al mar contra lrsquoEgitto Faro nomata unrsquoisola che tanto Dista dal lito quanto un giorno corre Legno veloce cui da poppa il vento 465 Stridulo spiri lagrave capace srsquoapre Un porto onde nel mar vagraveransi i legni Poi che bruna il nocchiere acqua vi attinse Lagrave veacutenti digrave mi ratteneano i Numi Neacute soffio di marina aura feconda 470 Comparir vidi mai guida alle navi Sul dorso ampio del mar Giagrave focircran tutte Le vivande consunte e dersquo compagni Languirebbon gli spirti ma una Diva Tocca il cor di pietagrave salute diemmi 475 Dellrsquoinclito Prograveteo marin vegliardo Lrsquoalma figlia Idotegravea Mrsquoincorograve quando Darsquo compagni lontan solingo errava Cheacute gettando nellrsquoonde i ricurvi ami Lrsquoisola tutti i digrave gigravean circuendo 480 Sigrave vorava lor viscere la fame
δ 370 ldquoForestiere ndash accostagravetasi mi disse ndash Stolto sersquo tu cotanto o sersquo deliro O ti piaci nellrsquoozio e negli affanni Che in questrsquoisola star trsquoindugi tanto 485 Senza trovare alcun rimedio e in questa Dersquo tuoi compagni il cor ti si consumardquo
δ 376 ldquoO Tu che sersquo certo una Dea ndash risposi ndash Il ti dirograve non giagrave di voler mio Qua mrsquoindugio ma certo avrograve del vasto 490 Cielo gli Eterni abitatori offesi
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Deh Dimmi tu (cheacute arsquo Numi egrave chiaro il tutto) Chi di lor qua rattiegravemmi e mi contende Per lo pescoso pelago il ritornordquo
δ 383 ldquoTutto che so vorsquo dirti o Forestiere 495 ndash Lrsquoalma Diva soggiunse ndash Usa qui spesso Verace marin veglio lrsquoimmortale Egizio Prograveteo che del mar conosce Tutti gli abissi ed egrave a Nettun ministro Fama il grida mio padre Ove tu possa 500 Indonnarti di lui stando in agguato Trsquoinsegneragrave le vie del tuo viaggio E quanto egrave lungo e come al natigraveo loco Per lo pescoso mar giunger ti egrave dato Diratti ancor se il brami o amor di Giove 505 Tutto che fausto o avverso in tua magione Sorvenne sin dal digrave che allontanato Per lungo aspro cammin tu ti sersquo messordquo
δ 395 ldquoO Dea ndash sclamai ndash tu stessa ora mrsquoinsegna Qual deggrsquoio porre insidia al divin veglio 510 Ondrsquoei non lrsquoantiveggia o la presenti E via tosto dilegraveguisi non fia Leve impresa a un mortal domare un Numerdquo
δ 399 E la Dea ldquoRagguagliarti o Forestiere Mi egrave tardo omai di ciograve chrsquoegravemmi palese 515 Come a mezzo del Ciel salito egrave il Sole Emerge il veritier Nume dallrsquoacque Allo spirar di Zegraveffiro che il cela Con lrsquoorror di che il mare allor srsquoimbruna Indi posa entro i cavi antri marini 520 Spesse drsquointorno a lui dormon le foche Razza natante di Alosigravedna bella Dallrsquoondeggiante mar surte lontano Spandon lrsquoamaro odor dersquo cupi abissi Colagrave ti guiderograve lagrave collocarti 525 Vorsquo acconciamente al comparir dellrsquoalba Tu dersquo compagni che ti son nersquo legni Tre con istudio eleggi i piugrave animosi Ecco le ascose e astute arti del veglio Novereragrave le foche a cinque a cinque 530 Affisagravendole tutte indi nel mezzo Si corcheragrave come pastor tra il gregge Vinto dal sonno appena esser vi caglia
ODISSEA
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Forti ed arditi e lui che in tutte guise Srsquoagita si dibatte e sfuggir tenta 535 Configgete di forza Ei trasformarsi In tutto ciograve vorragrave che in terra ormeggia In acqua in fuoco che dal Ciel srsquoavventa E voi fermi vie piugrave lo costringete Ma quando interrogarti alfin gli piaccia 540 Ritornato alla forma in che dormigravea Dal fargli forza eroe cessa e rsquol vegliardo Sciolto il dimanda chi trarsquo Numi tanto Trsquoaffligge ed il ritorno ti contende E di qual guisa per lo mar pescoso 545 Redir ti egrave dato alla natigravea contradardquo
δ 425 Posto fine al suo dir nel mar ondoso Lrsquoalma Dea si attuffograve Vegraver le mie navi Schierate in su la sabbia io rsquol piegrave movea Molte lungo il cammin cure funeste 550 Mrsquooscuravano il cor Come pervenni Su la mia nave fu la cena in punto Sorgiunta lrsquoimmortal Notte in sul lito Al mormorar dei flutti ci addormimmo Ma come incolorograve di rose il cielo 555 La figlia del mattin lungo la riva Me nrsquo gigravea del vasto pelago non pochi Affettuosi al Ciel prieghi porgendo I tre in che posi ognor tutta fidanza Nellrsquoardue imprese mi pestavan lrsquoorma 560
δ 435 Dal sen dellrsquoalto sale in che srsquoimmerse Quattro Idotegravea recograve velli di Foche Dianzi scuoiate per lo astuto inganno Che al genitore ordigrave Lagrave nellrsquoarena Scavograve i covili e ci attendea seggendo 565 Ratto le ci appressammo uno appo lrsquoaltro Corcar ci feacuteo la Diva e un cuoio addosso A ciascuno gittograve Molesto e grave Lrsquoagguato ci tornograve cheacute ci affogava Di quelle in fondo al mar nutrite belve 570 Il pestilente lezzo Oh chi potrigravea Ad un mostro marin giacersi accanto Ma tal rimedio immaginograve la Diva Che a morte ci rapigrave stillograve a ciascuno Sotto le nari ambrosia che drsquointorno 575
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Diffuse alma fragranza e sigrave rsquol maligno Vapor disperse dellrsquoequoree belve Stemmo tutto il mattin quivi aspettando Con intrepido cor dallrsquoonde a schiere Accorsero le foche e a mano a mano 580 Tutte quante disteacutesersi sul lito Emerse il veglio in sul meriggio e pingui Trovograve le foche ne percorse il gregge Noverolle e tra lor contograve noi primi Neacute in cor gli srsquoingerigrave nullo sospetto 585 Del tramagravetogli inganno ondrsquoei pur giacque Con grida alte irrompemmo e gli avventammo Le braccia addosso Ma non pose il vecchio Lrsquoarti usate in obbligraveo giagrave giagrave diventa Di gran giubba leon cagravengiasi poscia 590 In drago ed in pantera e in verro enorme Or vogravelto in rio giugrave corre ed or verdeggia Drsquoalto-chiomata fronte albero eccelso Ma noi di fermo cor saldo il tenemmo Posto a sigrave fiere strette e illanguiditi 595 Sentendo il vecchio astuto in sen gli spirti Interrogommi ldquoQual dersquo Numi Atride Ti consigliograve di prendermi per forza Con questrsquoagguato Or via di che hai mestierirdquo
δ 465 ldquoTu rsquol sai vecchio ndash risposi ndash A che il mi chiedi Insidiando Sai che da gran tempo 601 Lrsquoisola tiemmi che trovar mi egrave tolto Alle sventure mie termine alcuno E che lo spirto in sen mi si consuma Deh dimmi adunque (tutto arsquo Numi egrave aperto) 605 Qual Dio rattiemmi e la via mi precide E mi toglie il ritorno E di qual guisa Il pescoso varcar pelago io possardquo
δ 472 ldquoAllrsquoOligravempio ndash rispose ndash e agli altri Eterni Trsquoera mestier pria di salir le navi 610 Ricchi offrir sagrifizi onde a gran fretta Redir sovra il mar bruno al patrio lido No non trsquoassente rivedere il fato Gli amici la tua reggia e rsquol natigraveo loco Se pria del fiume Egitto che da Giove 615 Origina non torni alla corrente Ad immolar sacre ecatombe ai Numi
ODISSEA
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Abitatori dellrsquoempiree sedi Ersquo trsquoapriran la via che tanto bramirdquo
δ 481 Udito il veglio mi srsquoinfranse il core 620 Peroccheacute mrsquoingiungea solcar di nuovo Il tenebroso mar sino in Egitto Via lunga e perigliosa Nondimeno Il veglio interrogai ldquoTutto che imponi O veglio adempierograve Tu schietto or dimmi 625 Se con le navi ritornacircro illesi I Dagravenai tutti che lasciammo quando Negravestore ed io di Troia ci partimmo O se qualcun perigrave nella sua nave Di morte inopinata o tra le braccia 630 Dersquo cari suoi fin posto allrsquoardua guerrardquo
δ 492 ldquoPercheacute di questi eventi or tu mi chiedi Figlio drsquoAtregraveo Non fa per te il saperli Neacute penetrar la mente mia cheacute a lungo Non terrai mi credrsquoio le luci asciutte 635 Tosto che il tutto a pien ti fia palese Molti di lor pericircr molti campacircro Due soli Duci dersquo valenti Argivi Nel ritorno moricircro (a te son conti Quersquo che cadean pugnando) un altro ancora 640 Vive ma rsquol si ritiene circuita Dal vasto mar unrsquoisola nel grembo Perigrave corsquo legni di gran remi armati Aiace Prima lrsquoappressograve Nettuno Allrsquoenormi Giregravee rocce e darsquo flutti 645 Scampo gli diegrave certo schifato avrigravea La crudel Parca bencheacute a Palla in ira Se un motto non lanciava ebro drsquoorgoglio Che fatal gli tornograve ldquoSfuggir vorsquo ndash ei grida ndash In dispetto agli Degravei le tumidrsquoonderdquo 650 Come Nettun lrsquoudigrave menar tal vampo Diegrave di piglio con man forte al tridente Percosse la Giregravea roccia e da cima Al fondo la spaccograve parte ligrave stette Lrsquoaltra nel mar precipitograve (e fu questa 655 Su cui furendo pria sedeacuteasi Aiace) Travolto giugrave del mar nersquo cupi abissi Poi che la salsa ei bevve onda perigraveo Sfuggito avea nersquo legni suoi la morte
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Il tuo fratel cui pose Giuno in salvo 660 Ma come al capo eccelso di Malegravea Fu presso il rapigrave un turbine e rsquol sospinse Non senza molti gemiti e sospiri Lagrave nellrsquoestremitagrave della campagna Dove Tieste un tempo e dove allora 665 Teneva Egisto Tiestigraveade stanza Giagrave brillava felice in quel momento Agli occhi di Agamegravennone il ritorno Drizzacircro i Numi lo spirar del vento Tal che le navi in porto entracircr gioioso 670 Nella piaggia natigravea scese lrsquoAtride La toccograve la baciograve calde dagli occhi Gli traboccacircr le lagrime alla vista Sigrave dolce e cara della patria terra Ma da unrsquoalta vedetta il discoverse 675 Lrsquoesplorator che collocograve lassuso Il fraudolento Egisto e a cui promise Di due talenti drsquooro il guiderdone Stava ligrave un anno a guarda non lrsquoAtride Giunto celatamente ridestasse 680 Lrsquoindomita sua possa Accorse ratto Ad annunziar lrsquoevento al Re che unrsquoempia Sugravebita frode ordigrave Veacutenti nrsquoelesse Dersquo piugrave valenti migraveseli in agguato E in disparte ordinograve che srsquoimbandisca 685 Il convito Di cocchi e di cavalli Andograve con pompa ad incontrar lrsquoAtride Pur meditando orribili delitti Lrsquoeroe condusse del suo fato ignaro Ed accolto al convito ivi lrsquouccise 690 Come srsquoimmola nel presepe un bue Di tutti i prodi che seguicircr lrsquoAtride Nullo scampograve nullo di quersquo di Egisto Dersquo traditori corse e dersquo traditi Commisto il sangue e dilagograve la reggiardquo 695
δ 537 Udite queste voci il cuor nel petto Mi si schiantograve Prosteso in sulla sabbia Piangea neacute rsquol viver piugrave neacute piugrave del Sole Patigravea la luce Come alfin del pianto Sul terren voltolagravendomi fui sazio 700 Il marin veglio veritier soggiunse
ODISSEA
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δ 543 ldquoCessa da sigrave gran pianto e sigrave ostinato Atride omai peroccheacute alcun conforto Non rinverremo noi ma farsquo ogni prova Di redir presto alla natigravea contrada 705 Vivo Egisto potrai cocircrre se Oreste Ti antivenendo non lrsquouccise certo Al convito funegravebre assisterairdquo
δ 548 Bencheacute dolente al suon di queste voci Lrsquoaltero cor nel sen mi rifiorigravea 710 ldquoEgravemmi di lor ndash soggiunsi ndash il fato or chiaro Ma tu il terzo mi noma il qual se vive Dallrsquoalto mar immenso egrave circuito Deh tu rsquol mi dirsquo neacute del mio duol trsquoincrescardquo
δ 555 ldquoDi Laerte la prole il divo Ulisse 715 La cui magione in Igravetaca si estolle ndash Il vecchio ripigliograve ndash spargere il vidi Gran pianto lagrave in unrsquoisola drsquoappresso Alla Ninfa Calipso che in sue case Per forza il si ritien neacute alla natigravea 720 Contrada puograve redir cheacute di navigli Di regravemigi in difetto il vasto dorso Varcar non puograve del mar Quanto a te o divo Menelao no tu non avesti in fato Perir in Argo di cavalli altrice 725 Neacute potresti da morte essere aggiunto Trasporteragraventi nellrsquoElisio campo Colagrave ai confini della terra i Numi Sede di Radamagravento ove contenta Scorre allrsquouomo la vita ove non pioggia 730 Non neve mai neacute lungo verno regna Ma blando sempre una frescrsquoaura spira Zegraveffiro che srsquoinvia dallrsquoOceagraveno Gli umani a confortar peroccheacute sei Sposo drsquoEgravelena e genero di Gioverdquo 735
δ 570 Detto nellrsquoonde si attuffograve Processi Corsquo miei prodi compagni in vegraver le navi E di molti pensier mentre me nrsquo gigravea Oscuragravevanmi rsquol cor Giunto al navile Apprestammo la cena e come scese 740 Lrsquoimmortal Notte lungo il marin lido Al mormorar dersquo flutti ci addormimmo Quando la figlia del mattin rifulse
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Primamente nel mar sacro lanciammo Le navi alzammo gli alberi ed al vento 745 Dispiegammo le vele Indi i compagni In lungo sovra i banchi ordine assisi Percoteano corsquo remi il mar spumante Di bel nuovo drsquoEgitto in sulla foce Fiume che trae lrsquoorigine da Giove 750 Fermai le navi e degli Eterni lrsquoira Con perfette placai sacre ecatombe Ersi ad Agamegravennone indi un sepolcro Percheacute sua gloria eternamente splenda Fornito ciograve mi ravviai secondo 755 Diecircrmi il vento gli Degravei che prestamente Alla diletta mia terra mi addusse Ma tu nersquo tetti miei deh ti sofferma Telegravemaco fincheacute lrsquoundecimrsquoalba Riluca o la duodecima indi tutto 760 Ciograve che al tuo dipartir fa di mestieri Appresterograve porgendoti anche questi Magnifici presenti un elegante Cocchio con tre corsieri ed una tazza Effigiata acciograve che aglrsquoimmortali 765 Libando di digrave in digrave sempre nel core Viva serbi di me la rimembranzaraquo
δ 593 Ed il garzon laquoNon rattenermi Atride Gran tempo qui Deh come intero un anno Rimarrei presso Te senza che mai 770 Pungegravessemi il desir di mia magione Neacute dersquo miei genitor tanta nel cuore Udendo il tuo sermon viemmi dolcezza Ma dolenti oltremodo i miei compagni Stagravennosi lagrave nella divina Pilo 775 Pel mio ritardo adunque tu piugrave a lungo Non trattenermi Dersquo tuoi doni eletti Picciol arnese riterrograve soltanto Neacute ad Igravetaca i destrier per me figraveen tratti A te gli lascerograve decoro e pompa 780 Di queste piagge peroccheacute tu donno Sersquo di vasta contrada ove biondeggia Il presente di Cegraverere ove in copia Cresce il loto e la spelda ed il cipegravero E rsquol candidrsquoorzo che lontan si spande 785
ODISSEA
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Non giagrave vaste carriere e prati erbosi Stegravendersi nellrsquoalpestre Igravetaca vedi Di capre egrave altrice pur egravemmi piugrave cara Che se larga arsquo corsier desse pastura Tra le cinte dal mare isole nulla 790 Ricca egrave di campi atti a nutrir cavalli E men che tutte lrsquoaltre Igravetaca miaraquo
δ 609 Sorrise il forte Atride ed al garzone Stretta la destra lo nomograve e gli disse
δ 611 laquoChiaro mostra il tuo dir figlio diletto 795 Esser tu di buon sangue Or commutarti Piagravecemi i doni e mi fia agevol cosa Di quanto sta nersquo tetti miei riposto Ciograve che in pregio maggior ciograve chrsquoegrave piugrave bello Darti voglrsquoio unrsquourna effigiata 800 Argento tutta senoncheacute in su gli orli Oro lrsquoadorna egrave di Vulcan fattura Fegravedimo la mi diegrave re di Sidone Quandrsquoio reverso drsquoIgravelio ebbi ricetto Nel suo palagio or dagraverlati voglrsquoioraquo 805
δ 620 Tal fu lrsquoalterno ragionar dersquo prenci Del re felice alla magione intanto Accorrevano i servi Altri conduce Pecore pingui altri Liegraveo spumante Drsquoardire eccitatore le costor donne 810 Avvolte il crine drsquoondeggianti bende Candido pan recar faceano In questa Guisa il convito qui si apparecchiava
δ 625 Ma dellrsquoIgravetaco eroe raccolti i Proci Davanti alla magion prendean diletto 815 A lanciar dischi ed a vibrar quadrelli Sul terso pavimento ove pur dianzi Pompa feacutean drsquoinsolenza Ivi in disparte Antigravenoo srsquoera assiso e rsquol deiforme Eurigravemaco amendue capi dersquo Proci 820 Per natali ambo illustri e per coraggio Ed ecco a loro Noemoacuten Fronide Srsquoaccosta e move al primo este parole
δ 632 laquoPossiam o no saper Antigravenoo quando Redir potragrave Telegravemaco da Pilo 825 Ito egrave colagrave col legno mio or mi stringe Uopo di quello cheacute nersquo lati campi
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Tragettar vorsquo dellrsquoEgravelide ove sei E sei possedo giovani cavalle E muli vigorosi ancor non domi 830 Qui vorsquo trarne uno e sottoporlo al giogoraquo
δ 638 Attoniti lrsquoudicircr cheacute non a Pilo Cittade di Negraveleo ma il credean ito Pel gregge arsquo campi o dal pastor Eumegraveo
δ 641 E lrsquoEupigravetide Antigravenoo laquoIl veacuter dimmi 835 Quando si dipartigrave Chi lo seguigravea DeglrsquoItacesi giovani i piugrave illustri O mercenari e schiavi E tanto ancora Costui compiere ardigrave Schietto mi narra A parte a parte il tutto ondrsquoio rsquol mi sappia 840 Per forza a tuo dispetto ersquo ti rapigravea La nave o di buon grado gliela desti Quando con blandi accenti la ti chieseraquo
δ 648 laquoDi libero voler la gli diedrsquoio ndash Noemoacuten ripigliograve ndash chi mai ciograve stesso 845 Fatto del pari non avrebbe quando Uom drsquoalto affar dolente ripregando Chiedeacuteala Il niego era impossibil cosa Gioventugrave che tra il popolo primeggia Il seguitava Megraventore vidrsquoio 850 Mentrrsquoei saligravea qual condottier la nave O qualche Iddio che ne vestigrave la forma Stupor mi prende Megraventore qui scorsi Ieri sullrsquoalba e allor montava il legno Che vegraver Pilo arenosa alzograve le veleraquo 855
δ 657 Detto al paterno ostel fece ritorno Quersquo duo fieri allibicircro I Proci a un tempo Dismessi i giuochi assigravesersi dolente LrsquoEupigravetide Antigravenoo questo sermone Rivolse a tutti fervida trascorre 860 Il gonfio petto a intenebrargli lrsquoira E come fiamma gli scintillan gli occhi
δ 663 laquoNumi ndash sclamograve ndash ecco il disegno ardito Che volgeva giagrave in cor superbo or pose Telegravemaco ad effetto il suo viaggio 865 E per noi si dicea che non lrsquoimprende Giovine soro di noi tutti ad onta Getta un legno nel mar pagravertesi audace Di prode gioventugrave facendo eletta
ODISSEA
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Ma lui medesmo struggeragrave lrsquoOligravempio 870 Di forza anzi che a noi dannaggio apporti Orsugrave veacutenti compagni e un ratto legno Dagravetemi acciograve lrsquoapposti insidiando Nello stretto che parte Igravetaca e lrsquoaspra Same cosigrave correre il mare in traccia 875 Del genitor gli torneragrave funestoraquo Detto vie piugrave con plausi i Proci tutti Il concitacircr e surti incontinente Nella magion drsquoUlisse rientracircro
δ 675 Neacute giagrave gran pezzo dersquo partiti ignara 880 Che nellrsquoimo del cor volgeano i Proci Penegravelope si fu la fece accorta Medoacutente il banditor che la consulta Stando al di fuori del cortile udigravea Che nellrsquointerno ordigravean gli empi la trama 885 Precipitoso corse ad annunziarla Alla regina Ella che il vide appena Oltrepassar la soglia a dir si prese
δ 681 laquoA che i Proci superbi o banditore Mandacircrti A impor che cessino dallrsquoopre 890 Del divo Ulisse le captive e ad essi Apprestino il convito Ah non altrove Ambiscano le nozze e non piugrave mai Si adunin qui ma sia dersquo lor conviti Lrsquoultimo questo O Voi che in sigrave gran calca 895 Struggete il molto vitto e le ricchezze Di Telegravemaco mio non dunque udiste Nellrsquoetagrave giovenil darsquo padri vostri I modi che con lor tenne lrsquoeroe Ned atto ingiusto fece mai neacute acerbo 900 Presso il popolo suo detto proferse Pur dersquo scettrati Re tale egrave lrsquousanza Diliger gli uni abborrir gli altri Ulisse Uom non afflisse mai drsquoonta o drsquooltraggio Ma in queste detestate opere indegne 905 Tutta appar lrsquoalma vostra e come egrave spenta Drsquoogni antico favor la rimembranzaraquo
δ 696 Ed il saggio Medoacutente laquoAh piaccia ai Numi Che il maggior mal sia questo alma reigravena Altro piugrave grave e vie piugrave fiero i Proci 910 Volgono in mente e tu spegraverdilo o Giove
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Uccigravederti di ferro al suo ritorno Bramano il figlio che a ritrar del padre A Pilo e a Lacedegravemone si volseraquo
δ 703 A questi accenti le ginocchia e rsquol core 915 Tosto fiaccar Penegravelope si sente Lunga pezza ammutigrave pregni di pianto Le ringorgano gli occhi e la soave Languida voce sui labbri le spira
δ 706 Rotto al fine il silenzio laquoE percheacute Araldo 920 Ito egrave da me lontano il figliuol mio Nullrsquouopo giagrave stringeacutevalo le ratte Navi salir del pelago cavalli Con che varca il mortal lrsquoequoree vie Forse percheacute fermograve che appo le genti 925 Non rimanga di seacute ned anche il nomeraquo
δ 711 laquoNon so ndash rispose il banditor sagace ndash Se un Nume il vi sospinse o se affannoso Drsquoir a Pilo desigraveo lrsquoalma gli accese Sia per saper del padre suo il ritorno 930 Sia di qual fato vittima soggiacqueraquo
δ 715 Detto ciograve si diparte Un disperato Duolo che il cor fiedeacutevale e la mente Opprimeva Penegravelope che starsi Piugrave non sostenne sovra un seggio assisa 935 Bencheacute molti addobbagravesserle la stanza Sul nudo limitar la dolorosa Gettagravetasi mettea miseri lai Quante di fresca o di canuta etade Chiudea fanti la reggia a lei drsquointorno 940 Gemeano Alfine con pianto dirotto Rivolse a lor Penegravelope tai voci
δ 722 laquoDeh mie care ascoltagravetemi gli Eterni Me drsquoaffanni gravacircr piugrave che altra assai Compagna di mia etagrave che meco crebbe 945 Lrsquoottimo sposo mio perdetti in prima Cuor di Lion che fra le Dagravenae genti Del fior se nrsquo gigravea drsquoogni virtude adorno Quel prode la cui fama ampia echeggiava Per la Tessalica Egravellade ed in Argo 950 Ed ora il caro figlio inglorioso Le tempeste rapir fuor dersquo miersquo tetti Neacute del suo dipartir nulla sepprsquoio
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Infelici di voi non fuvvi alcuna Cui venisse in pensier drsquoin su le piume 955 Scuotermi E vrsquoera pur noto lrsquoistante Chrsquoei la bruna a salir nave se nrsquo gigravea Ah se dellrsquoarduo calle in che si egrave messo Giungeacuteami voce bencheacute drsquoir bramoso Avvinto rimarrigravea tra le mie braccia 960 O me lasciava in queste soglie estinta Ma voli un servo ed a me Dogravelio chiami Lrsquoantico schiavo che giagrave il padre diemmi Quandrsquoio me nrsquo venni in Igravetaca e che or cura Dellrsquoarboroso mio giardin si prende 965 Tosto si rechi appo Laerte a lui Tutto che mrsquoange narri il veglio forse Qualche consiglio rinverragrave al cospetto Si recheragrave del popolo e dorrassi Di color che sua stirpe e del divino 970 Ulisse braman disterpar dallrsquoimoraquo
δ 742 laquoDonna mia ndash rispondea lrsquoaffettuosa Bagravelia Euriclea ndash o tu con dispietato Ferro mrsquouccida o lo star mi consenta In questa reggia il veacuter non ti fia ascoso 975 Tutto sepprsquoio quantrsquoordinograve gli porsi Prebenda e vin soave ma col giuro Grande mi strinse di non farti accorta Del suo partir che al dodicesmo giorno ldquoSalvo chrsquoElla trsquointerroghi ndash soggiunse ndash 980 O del mio dipartir srsquoabbia contezzardquo Tanto il prese timor non forse il pianto Alla tua gran beltagrave recasse oltraggio Or tu deh prendi un bagno e in bianca veste A sommo il tetto del palagio ascendi 985 Con le tue ancelle lagrave Minerva invoca Figlia di Giove Egigraveoco e lrsquoalma diva Da morte il guarderagrave ma dellrsquoafflitto Vecchio non inasprir vie piugrave il cordoglio Non credrsquoio no che abbian gli Eterni in ira 990 DrsquoArcegravesio il sangue sorverragrave di lui Da qualche parte un giorno il discendente Che di questi palagi alti e dersquo pingui Remoti campi suoi terragrave il governoraquo
δ 758 Con questi accenti le calmograve la doglia 995
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E rsquol pianto le ripresse Ella bagnossi Di bianche vesti si adornograve salita Ad alto con le ancelle il sacro farro Nel canestro depose e orograve a Minerva
δ 762 laquoIndomita di Giove inclita figlia 1000 Se rsquol sapiente Ulisse in sua magione Pingui drsquoagna o di toro anche mai trsquoarse Deh mi serba oggi o Dea la rimembranza Il caro figliuol mio guagraverdami e quinci Gli oltracotati e rei Proci discacciaraquo 1005
δ 767 Al fine del suo dir mise ella un pio Flebile grido e lrsquoocchi-glauca Diva Pieno il voacuteto le feacutea Le sale intanto Del palagio oscurato empieano i Proci Di tumulto ed alcun di quersquo superbi 1010
δ 770 laquoCerto ndash sclamograve ndash lrsquoambita alma regina Or ci appresta le nozze ignara al tutto Che a morte giagrave Telegravemaco se nrsquo correraquo
δ 772 Cosigrave costor ma ignari essi medesmi Eran di tutto che lor si apprestava 1015
δ 774 E lrsquoEupigravetide laquoAhi temerari or tutti Lrsquoarrogante parlar cessate un tratto Onde non giunga a penetrar ligrave dentro Su via sorgete taciti e rsquol consiglio Che per noi tutti si assentigrave or srsquoadempiaraquo 1020
δ 778 Tacque ed eletti veacutenti prodi al lito In fretta srsquoavviograve Varacircr nellrsquoalto Il pin veloce alzacircr lrsquoalbero i remi Assettacircr entro volgitoi di cuoio Tutto a modo adopracircro indi le bianche 1025 Vele apersero al vento Arditi servi Armi recacircro e nel mar alto il legno Fermacircr dal canto donde lrsquoAgraveustro spira Cenacircro ligrave pur Egravespero aspettando Che porga lor della partenza il segno 1030
δ 787 Ma la regina nellrsquoeccelse stanze Mesta giacea non cibo non bevanda Ricordograve mai nel cuore ansia volgea Se rsquol figlio esimio sfuggiragrave la morte O se cadragrave darsquo Proci empi trafitto 1035 Quante cose diverse in seacute rivolve Incappato Lion tra folta schiera
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Di cacciator che con le tese reti Il circuendo lrsquoempion di paura Da tante acerbe cure combattuta 1040 Pur dolce scese a confortarla il sonno Stesa in sul letto le giunture tutte Le si sciolsero e tosto addormentosse
δ 795 Nella mente di Palla un pensier novo In questa balenograve Compose unrsquoombra 1045 Ad Iftigravema simigravel prole drsquoIcagraverio DrsquoEumelo sposa chrsquoebbe stanza in Fere DrsquoUlisse alla magion Palla lrsquoinvia Percheacute cessi od almen rattempri i lai I gemiti e i sospir della Regina 1050 Per lo pertugio del serrame entrata Le si librograve sul capo e sigrave le disse
δ 804 laquoDormi e rsquol tenero cor nel sen ti struggi Penegravelope Neacute gemiti neacute pianto Ti consenton gli Degravei reduce in breve 1055 Il tuo figlio accocircrrai cheacute drsquoalcun fallo Nol tengon no contaminato i Numiraquo
δ 808 E la Regina che soave dorme Del palagio dersquo sogni in sulle porte
δ 810 laquoA che mia suora qui venisti Prima 1060 Non lrsquousavi cheacute assai da lunge alberghi Or vuoi che il martigraver cessi e le infinite Doglie che il cor mi fiedono e la mente Quandrsquoio perdetti lrsquoottimo mio sposo Cuor di Lion che fra le Dagravenae genti 1065 Del fior se nrsquo gigravea drsquoogni virtude adorno Quel prode il cui gran nome alto echeggiava Per la Tessalica Egravellade ed in Argo Ed ecco il figliuol mio srsquoimbarca e parte Garzon di marzial fatica ignaro 1070 Neacute in adunanza popolar diserto Piugrave lui che lrsquoaltro piango impaurita Che alcun mal non lrsquoincolga appo le genti Che visita o nel mar Molti nemici Insidiando agognano immolarlo 1075 Pria chrsquoei ritorni alla natigravea contradaraquo
δ 824 laquoFarsquo cor ndash Lo spettro tenebroso aggiunse ndash Sgombra dal sen queste paure Il segue Compagna tal di sigrave fiera possanza
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Che ognun per seacute ne bramerigravea lrsquoaigraveta 1080 Palla Minerva che di Te pietosa Or queste a trsquoannunziar cose mrsquoinviaraquo
δ 835 Penegravelope gridograve laquoSe in veacuter sersquo Diva O se la voce di una Diva udisti Ahi del mio sposo misero mi parla 1085 Vive egli ancora Lrsquoalmo Sol si gode O lo scagliograve tra glrsquoinferi la Morteraquo
δ 835 laquoSrsquoei viva o no ndash rispose lrsquoesilrsquoombra ndash Dato non mrsquoegrave di farti manifesto Mal fa chi vani accenti allrsquoaura spanderaquo 1090
δ 838 Tacque e pel varco ondrsquoera entrata uscigraveo Mischiossi allrsquoaure e sparve Incontinente LrsquoIcagraveride destosse e rsquol cor gentile Di gaudio in petto rifiorir sentigravea Peroccheacute accorse nella fitta notte 1095 Svelato un sogno ad accertarle il vero
δ 842 Giagrave montati in sul legno igravevan solcando Lrsquoequoree strade i Proci atroce morte Macchinando a Telegravemaco Tra lrsquoaspra Same ed Igravetaca sorge in mezzo allrsquoonde 1100 Unrsquoisola scoscesa e non giagrave grande Asteri egrave detta drsquoambo i lati schiude Sicuri porti al valicar dei legni Quivi i Proci al garzon metteano agguato
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LL II BB RR OO QQ UU II NN TT OO
La Zattera drsquoUlisse
DDAL letto di Titoacuten surta lrsquoAurora Portava ai Numi ed arsquo mortali il giorno E giagrave tutti a concilio erano assisi Gli Eterni con in mezzo il Fulminante Di suprema possanza A lor Minerva 5 Noverava drsquoUlisse i molti affanni Revocandoli in mente cheacute non leve Cura la punse dellrsquoeroe dal tempo Che in sua magion la ninfa il si ritenne
ε 7 laquoO Giove ndash disse ndash e Voi tutti o beati 10 Degravei Sempiterni no benigno e mite Scettrato Re non sia piugrave mai ned alti Sensi volga nel cor ma crudel sempre Con iniqui e feroci atti imperversi Poicheacute nullo rammenta il divo Ulisse 15 Nullo fra i tanti popoli chrsquoei resse Qual padre affettuoso Ei gravi intanto Doglie pate nellrsquoisola ove giace Neghittoso languendo ove Calipso Per forza il tiene e rsquol ritornar gli egrave tolto 20 Non navi neacute compagni ha in sua baligravea Che rsquol carreggin sul dorso ampio del mare Ed ecco al caro figliuol suo che riede Alle sue case anegravelasi a dar morte Ei dietro al suon della paterna fama 25 Pilo ed Isparta a visitar si mosseraquo
ε 21 E rsquol Fulminante laquoO figlia mia qual detto Ti sfuggigrave dalle labbra Or tu medesma Non hai fermato giagrave che arsquo suoi reverso
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Tragga Ulisse darsquo Proci aspra vendetta 30 Ma con vigile cura (e ben tu rsquol puoi) Telegravemaco al natigraveo lido rimena Illeso al tutto siccheacute al fin delusi A retroso il lor pin volgano i Prociraquo
ε 28 Tacque lrsquoOligravempio ed a Mercurio vogravelto 35 Prole sua cara laquoVarsquo ndash disse ndash Mercurio Chiaro tra i Numi e messagier mio fido Alla ninfa dal crin aureo e le annunzia Il mio fermo voler che rieda Ulisse Alla terra natigravea ma che non abbia 40 Darsquo Numi o darsquo mortali alcunrsquoaigraveta Vorsquo che patiti aspri travagli aggiunga Nel ventesimo digrave su travi avvinte Da saldi nodi in un la fertil Scherigravea Terra alma dersquo Feaci che al par quasi 45 Di noi gioconda vivono la vita Degno il terran drsquoonor siccome un Dio Condurragravenlo alla sua patria diletta Rame ed oro daragravengli e vesti in copia Maggior che addotto ersquo non avrigravea se drsquoIgravelio 50 Tornava illeso e della preda onusto Chrsquoivi sortigrave Perograve che in fato egli ebbe Di riveder gli amici ed agli eccelsi Suoi tetti e al suol natigraveo di ricondursiraquo
ε 43 AllrsquoArgicigraveda lrsquoobbedir giagrave egrave tardo 55 I leggiadri talari aurei immortali Sotto le piante adatta Ali son queste Con che lrsquoimmensa Terra e rsquol mar trascorre Veloce a par del vento Indi la verga Prese con che a suo grado il sonno infonde 60 Negli occhi dersquo mortali o li dissonna Volograve tra man con quella e di Piegraveria Varcati i gioghi dagli eterei campi Sul mar precipitograve Scorrea a fior drsquoonda A par del laro che persquo vasti golfi 65 Persegue i pesci e le folte ali bagna Nel salso mar Non altrimenti i flutti Sorvolava infiniti il divo Ermete Come fu alla remota isola tosto Uscigrave fuor del mar bruno e lungo il lito 70 Processe fincheacute giunse al vasto speco
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Dove la Ninfa dal bel crine alberga Quivi il Dio la rinvenne Un foco grande Splende nel focolar lrsquoisola tutta Ridonda di fragranza che dal cedro 75 Dal tigraveo spezzati ed avvampanti esala Dolce cantando con gioconda voce Percorreva la Diva una gran tela Con aurea spola Ombragravevasi lo speco Da selva verde ognor drsquoalni e di pioppi 80 Di cipressi odoriferi Tra i folti Rami nidificavano gli augelli Dalle spase ali il gufo lo sparviere La garrula cornacchia che stridendo Del mar sui lidi vagolar si piace 85 Stendeacuteasi intorno allrsquoincavato speco Carca di grappi vite giovinetta Posti a distanza egual quattro bei fonti Limpidrsquoacque volvean vicini prima Scevrati indi scorreano in mille rivi 90 Lungo i margini lor verdeggian liete Praterie molli drsquoapio e di viole A tal vista anche un Dio meravigliando Di gioia sentirigravea lrsquoanimo empirsi Attonito risteacute Mercurio e poscia 95 Che tra seacute tutte cose a lodar ebbe Ratto al capace speco entro si mise Neacute come vide il messagier celeste Lrsquoinclita Dea Calipso il disconobbe Cheacute non egrave lrsquouno allrsquoaltro Nume ignoto 100 Bencheacute gli alberghi lor distin drsquoassai Neacute Mercurio trovograve dentro lrsquoeroe Gemea sul lito assiso e al par di prima Ligrave con pianti e sospir con doglie acerbe Struggeacuteasi lrsquoalma al mar voraginoso 105 Tenea fitto lo sguardo e lagrimava Posto che lrsquoebbe su lucente e miro Seggio lrsquoinclita diva interrogollo
ε 87 laquoPercheacute venisti a me pregiato e caro Nume dallrsquoaureo caducegraveo Mercurio 110 Non fu tua usanza giagrave di visitarmi Agraveprimi la tua mente il cor mi spira Se spetta a me di adempiere i tuoi voacuteti
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E se adegravempierli pur possibil fia Or via mi segui allrsquoospital convitoraquo 115
ε 92 Detto la mensa appoacutesegli davanti Ricoverta drsquoambrosia e rsquol rubicondo Nettare gli versograve cigravebasi e bee LrsquoArgicigraveda Quandrsquoei lrsquoanimo sente Ristorato a suo grado a dir si prese 120
ε 97 laquoMrsquointerroghi percheacute qui mi condussi Tu Dea me Dio Candido il veacuter chiarirti Egraveccomi presto poicheacute tu rsquol mrsquoingiungi Qui lrsquoOligravempio mrsquoinvia contro mia voglia Chi percorrer da seacute vorrigravea mai tanta 125 Salsa acqua immensa Ligrave cittagrave non sorge Dove i mortali arsquo Numi offrano voacuteti Ed esimie ecatombe Or questa egrave mente Ferma di Giove cui non osa alcuno Neacute violar neacute preterir dersquo Numi 130 Dicrsquoei che tu ricetti un di quersquo prodi (E di tutti rsquol piugrave misero) che intorno Di Prigraveamo alla cittagrave pugnacircr novrsquoanni Poicheacute al decimo in fin la rovesciacircro Vegraver la terra natigravea drizzacircr le prode 135 Ma nel redir offesero Minerva Che i turbini sonanti e le vastrsquoonde Contra lor sollevograve Quivi drsquoUlisse Tutti pericircr gli intrepidi compagni Qua dal vento e dallrsquoonda ei fu sospinto 140 Questrsquoeroe congedar Giove trsquoingiunge Subitamente Chrsquoei non ebbe in fato Lunge darsquo suoi perir ma gli egrave destino Rivederli e agli aviti alti palagi Alla terra natigravea di far ritornoraquo 145
ε 116 Calipso inorridigrave laquoNumi crudeli Vinti piugrave chrsquoaltri da furor geloso Quanta invidia portate ad ogni Diva Che apertamente ad un mortal si unigraveo Poi che a diletto suo sposo il si elesse 150 Quando lrsquoAurora dalle rosee dita Orione rapigrave chiusi teneste Glrsquoinvidi spirti ed il rancor nel petto Fincheacute in Ortigravegia corsquo suoi miti strali Saettandolo Artegravemide lrsquouccise 155
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E quando solo dal suo cor sospinta Giasioacuten desiograve Cegraverere bionda Tal che il si strinse drsquoamoroso amplesso Lagrave nel maggese che tre volte avea Risolcato lrsquoaratro il Sir drsquoOlimpo 160 Non del successo ignaro Giasione Con la rovente folgore scoscese Del par mi contendete invidi Numi Chrsquoio possegga il mortal che or meco alberga Pur da me fu serbato allor che errava 165 A cavalcion della carena ei solo Posciacheacute il negro suo legno veloce Conquassato dal folgore e disperso Nel mezzo al negro mar gli ebbe il Tonante Io lrsquoaccolsi io rsquol nutriva io gli promisi 170 Di renderlo immortale e lieto a un tempo Drsquoeterna gioventugrave Ma se di Giove Tal egrave la mente cui non osa alcuno Neacute violar neacute preterir dersquo Numi Pagravertasi se quel Dio lrsquoingiunge e rsquol mare 175 Voraginoso a risolcar lo spinge Certo nol rimando io navi e compagni Non sono a me che per lo vasto dorso Il carreggin del mar Ma di consiglio Affettuosa il sovverrograve neacute occulto 180 Il modo gli terrograve con che gli egrave dato Alle piaggie natigravee tornar illesoraquo
ε 145 E lrsquoArgicigraveda laquoOr via cosigrave rsquol rimanda Pon mente allrsquoira dellrsquoOligravempio un giorno Tornar la ti potrigravea grave drsquoassairaquo 185
ε 147 Posto fine al suo dir subito sparve Verso lrsquoinclito Eroe la nobil Ninfa Mosse tosto che udigrave lrsquoalto di Giove Comandamento assiso in sulla sponda Del pelago il trovograve ligrave mai non ebbe 190 Gli occhi asciutti di lagrime struggea Il caro viver suo pur del ritorno Bramoso che non punto igraveva a talento Allrsquoorrevole Dea Tutte le notti A si giacer nel cavo speco astretto 195 Disvolea ciograve che pur volea la Ninfa E quando splende il Digrave seggente il trova
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Sulle rocce che ingombrano la sponda Lagrave con sospir con gemiti con doglie Roacutedesi lrsquoalma tacito ed immoto 200 Contempla il mar voraginoso e piagne
ε 159 Ma la Dea sorvenendo laquoOh sconsolato Deh non mi dar qui rsquon pianto e il viver caro Non consumarti affettuosa e presta A rimandarti di gran cor consento 205 Tronca su via le vive travi e larga Zattera con il ferro ti congegna Vrsquoinfiggendo alti palchi onde ti porti Sul tenebroso mar Limpide linfe Candidi pani e fervido Liegraveo 210 Che forza infonde e lrsquoanimo conforta Io stessa vrsquoimporrograve sigrave che la fame Da te lunge rispinga altre indossarti Vesti voglrsquoio destro spirarti un vento Che alla terra natigravea trsquoadduca illeso 215 Purcheacute tal sia il voler dersquo Sempiterni Numi del Ciel che in senno ed in possanza Me pur troppo soverchiano drsquoassairaquo
ε 171 Ulisse inorridigrave laquoCerto ndash rispose ndash Altro o Diva pensier tu volgi in mente 220 Non il congedo mio poicheacute mrsquoingiungi Affrontar su tal cimba il tempestoso Fiero abisso del mar che le veloci Vaste navi non varcano quantunque Del vento liete che a lor Giove spira 225 No non la salirograve contro tua voglia Se a me giurar o Dea prima non degni Col giuramento degli Degravei rsquol piugrave grande Che altro danno patir da te non deggiaraquo
ε 180 Sorrise lrsquoalma Diva e della destra 230 Il blandigrave e sigrave gli disse laquoAhi sconoscente Ben sersquo ricco di senno e ben si appare Quantrsquoegrave il sospetto che di me ti prese Siate voi dunque testimoni o Terra O Ciel superno e tu che ti rivolvi 235 Sotterra onda di Stige appo i beati Numi giuro il piugrave sacro e rsquol piugrave tremendo Che affligraveggerti non vorsquo drsquoaltra sventura Ma penso e dico ciograve che per me stessa
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Torrei se fossi a tali strette addotta 240 Sincera ho lrsquoalma ned in questo petto Cor di ferro si annida anzi rsquol mi sento Tenero ahi troppo e di pietade amicoraquo
ε 192 Detto ratta il precorse ed ei rsquol vestigio Della Ninfa seguigravea Giunti alla grotta 245 La Diva ed il mortal questi nel seggio Donde sorto Mercurio era adagiosse La Dea cibi e licor di chrsquouom si pasce Poacutesegli innanzi e gli si assise a fronte Nettare e ambrosia a lei porgean le ancelle 250 Stese le mani alle vivande e preso Della mensa diletto in questa guisa Diegrave principio al suo dir lrsquoinclita Ninfa
ε 203 laquoO diva prole di Laerte o insigne Per senno Ulisse or dunque in cuor del verno 255 Arsquo cari tetti e alla natigravea contrada Ir di subito vuoi Varsquo pur felice Ma se in tua mente balenasser quante Patir gragravevati il Fato acerbe doglie Pria di giunger colagrave qui rimarresti 260 Qui con meco a guardar queste mie case E saresti immortal bencheacute il cor trsquoarda Brama di riveder quella tua donna A cui sempre sospiri Io pur mi vanto Non di statura no neacute di fattezze 265 Esser da men di lei Certo arsquo mortali Donne neacute di beltagrave neacute di persona Con le immortali gareggiar si addiceraquo
ε 214 laquoNon corrucciarti meco orrevol Diva ndash Ulisse ripigliograve ndash conosco appieno 270 Che da meno di Te nel tuo cospetto Fia la saggia Penegravelope o si guardi Alla persona o alla beltagrave devota Essa alla Parca e Tu immortal ned ave In tua fresca beltagrave ragione il tempo 275 Pur questo vorsquo questo egrave il pensier che solo Stammi a tuttrsquoore nella mente infisso Che splenda il digrave che nel paterno tetto Rientrar mi faragrave Che se alcun Nume Pel negro a mrsquoinfestar mare si ostina 280 Sopporterograve cheacute contro alle sventure
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Intrepida nel petto alma rinserro Molti sul mar molti travagli in guerra Sostenni ai tanti aggiugravengasi questrsquounoraquo
ε 225 Caduto in questa il Sol scese la Notte 285 Processi in fondo alla capace grotta La Ninfa con lrsquoeroe lrsquouno appo lrsquoaltra Le soavi drsquoamor gioie gustacircro
ε 228 Apparsa del Mattin la rosea figlia Tunica e manto il Re vestigrave la Ninfa 290 Splendida di candor larga una gonna Sottile graziosa al fianco strinse Aureo cinto elegante in sulle chiome Ondeggiar fersquo un bel velo indi drsquoUlisse Ad apprestar la dipartenza attese 295 Scure di rame a doppio taglio grande Manesca gli porgea con un drsquoolivo Vago adatto manubrio a questa aggiunse Lucida unrsquoascia indi rsquol guidograve lagrave dove In sullrsquoestremitagrave dellrsquoisoletta 300 Alte piante crescean pioppi alni e abeti Che mettevano al Ciel la verde chioma Aride da gran tempo al Sol riarse Atte a via scivolar sul mare ondoso Lrsquoeccelse piante gli additograve la Diva 305 Ed il piede rivolse alla sua grotta
ε 243 Tronca gli alberi Ulisse e giagrave veloce Lrsquoopra che avea tra mano al suo fin corre Nrsquoabbatteacute veacutenti gli adeguograve col ferro Solerte li puligrave drizzolli a squadra 310 Recograve intanto la Dea succhi allrsquoeroe Ed ei forava e riunigravea le travi E di chiovi e drsquoincastri le stringea Quanto di nave ampia da carco allarga Mastro perito il fondo estesa tanto 315 Si fabbricograve la zattera lrsquoeroe Spesse travi su larghe assi stendendo Il tavolato alzograve Piantovvi inoltre Lrsquoalbero con lrsquoantenna ed il timone Construsse il circuigrave con lenti salci 320 Schermo allrsquoonda irrompente e gittograve in fondo Stipati acervi di spezzata selva Calipso esimia Dea recogravegli in questa
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Tele con chrsquoei mise le vele in punto Tirograve le antenne e vi legograve le sarte 325 La poggia e lrsquoorza In fin sottese al legno Forti leve nel mar vasto il sospinse
ε 262 Al quarto digrave tutto era in pronto il quinto Dallrsquoisoletta il congedograve la Diva Dopo che il cinse di odorate vesti 330 E che drsquoun bagno il confortograve Nel legno Otri due collocograve lrsquoun di vermiglio Bacco lrsquoaltro maggior di limpidrsquoonda La vettovaglia chiuse in un capace Zaino in che mise molte dapi elette 335 Mite e benigno in fin largigraveagli un vento Lieto a quel vento dispiegograve le vele Ed assiso al timon con arte Ulisse Dirigeacutevane il corso ned il sonno Le luci gli gravograve mentre mirava 340 Le Plegraveiadi ed il lento tramontante Booacutete e lrsquoOrsa pur nomata il Carro Che ligrave si gira e guarda in Orione Sola darsquo flutti dellrsquoOcegraveano intatta Questa varcando il mar lasciare a manca 345 Commigravesegli la Dea Ben dieci e sette Digrave navigograve quandrsquoecco il digrave vegnente Soacutersegli a fronte corsquo suoi monti ombrosi Dersquo Feaci la terra a cui giagrave egrave presso Pagraververgli come al guardo gli si offerse 350 Sul tenebroso mar quasi uno scudo
ε 282 Ma di Etiopia reduce Nettuno Sin dallrsquoalte di Sogravelima montagne Gettograve lunge lo sguardo e affigurollo Veleggiante sullrsquoonde acceso in ira 355 Squassograve il capo e tra seacute cosigrave a dir tolse
ε 286 laquoE che Dunque mutacircr consiglio i Numi Intorno a Ulisse mentrrsquoio feacutea soggiorno Tra gli Etiogravepi Ecco giagrave presso egrave giunto Dersquo Feaci alla terra ovrsquoebbe in sorte 360 Sfuggir lrsquoalte sventure ondrsquoegli egrave oppresso Pur di guai mi credrsquoio sazio fia primaraquo
ε 291 Detto afferrograve rsquol tridente adunograve i nembi Il mar turbograve Di tutte le tempeste Tutti i vegraventi eccitograve la terra e lrsquoonde 365
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Di nugoli coprigrave dal Ciel la Notte Precipitograve piombacircr quasi in un gruppo Con Egraveuro e Noto ad una rsquol violento Zegraveffiro e lrsquoAquiloacuten che drsquoalto spira Spazza i nembi e le vaste onde rivolve 370 Mancar sentissi le ginocchia e rsquol core Ulisse e alla sua grande alma gemendo
ε 299 laquoAhi misero ndash dicea ndash di me che fia Temo verace della Ninfa il detto Chrsquoio sosterrei nel mar gran doglie prima 375 Di redir arsquo miei lari or ciograve si adempie Oh di quai nubi rsquol ciel vasto inghirlanda Giove lrsquoonde turbograve di tutti i vegraventi Impeto fan sul mar fiere tempeste Certa e ria morte or tiemmi Oh fortunati 380 Tre volte e quattro i Dagravenai che agli Atridi Gratificando lagrave nersquo campi drsquoIgravelio Cadeano Deh percheacute non caddi anchrsquoio Quel digrave che i Tegraveucri al morto Achille intorno Tante ferrate in me lance avventacircro 385 Sortito avrei gli onor funegravebri a cielo Celebrato mia gloria arigraveen gli Achivi Or mi danna il Destino a ignobil morteraquo
ε 313 Tacque e dallrsquoalto ruinando unrsquoonda Orribilmente rigirograve la barca 390 E da quella lrsquoeroe lungi sospinse Via gettograve il tegravemo dersquo commisti vegraventi Lrsquoirrompente terribile procella Lrsquoalbero gli scoscese in mar lontano Vela ed antenna caddero gran tempo 395 Stette sommerso neacute darsquo tempestosi Flutti ratto emergea peroccheacute troppo Di Calipso il gravavano le vesti Sorse alfine dal mar molta salsa onda Vomitando che giugrave dal capo a rivi 400 Con lene sibilar gli discorrea Bencheacute rotto di stento ersquo giagrave non pose La zattera in obbligraveo ma sovra i flutti Lanciagravetosi ghermigravella indi nel mezzo Schivando il fin di morte vi si assise 405 Agitata qua e lagrave lrsquoalte correnti Del gran fiotto rapigravevanla A quel modo
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Che sovra un campo lrsquoAquiloacuten drsquoAutunno Sparpaglia un fascio drsquointrecciate spine Trabagravelzanla qua e lagrave sul mare i vegraventi 410 Or Noto contro a Bograverea la sospinge Che ben lungi lrsquoavventa Egraveuro or la cede A Zegraveffiro che fier lrsquourta e lrsquoincalza
ε 333 Vide lrsquoeroe diserto Ino Cadmegravea Dal candido talon che tra i mortali 415 Modulanti la voce un digrave nomosse Leucotogravee ed or nel pelago si gode Divini onori Di pietagrave il cor tocca Pel combattuto eroe da immensi affanni Qual mergo a volo si lanciograve dallrsquoonde 420 Sulla cimba si assise e sigrave gli disse
ε 339 laquoLasso percheacute di tanta e cosigrave atroce Ira teco si accese Enosigegraveo Tal che di questi mali ora ti opprime Pur non ti perderagrave comeccheacute il brami 425 Questo farsquo dunque cheacute di senno uscito Giagrave non mi sembri svegravestiti dersquo panni Dagrave dersquo vegraventi in baligravea lrsquoinfranto legno Drsquoambe man nuota e cerca il tuo ritorno Nersquo Feacesi liti ove il rifugio 430 Ti consente il destino Or tersquo drsquointorno Questo velo immortal trsquoavvolgi al petto Neacute tema di periglio abbi o di morte Tocca dalle tue man la piaggia appena Disleacutegalo e volgendo addietro il voacutelto 435 Lungi dal continente in mar lo gittaraquo
ε 351 Tacque ed il vel gli diegrave nel mare ondoso Qual mergo si tuffograve corse una bruna Onda e la bella Diva ricoverse Stette in forse lrsquoeroe nel tollerante 440 Alto suo cor proruppe indi gemendo
ε 356 laquoAhi lasso forse alcun deglrsquoimmortali Novo inganno mi trama or che mrsquoingiunge Tocircrmi di questo legno Intera fede Dargli or non vorsquo cheacute irsquo veggio in lontananza 445 La terra ove promesso egravemmi lo scampo A questo che il miglior partito estimo Mi appiglierograve sin che tra lor congiunte Resteranno le travi io qui rimango Tutti affanni patendo e quando i flutti 450
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Spezzato lo mi avran porrommi a nuoto Neacute mi occorre alla mente altro consiglioraquo
ε 365 Questo nellrsquoagitata alma ei volgendo Nettuno sollevograve tumida unrsquoonda Grave orribile enorme e la sospinse 455 Qual da turbo investito si disperde Di qua di lagrave drsquoaride paglie un mucchio Tal tutte andacircr le tavole disperse Sovra drsquoun trave lagravenciasi lrsquoeroe Svegravestesi i panni che gli diegrave Calipso 460 E di corsiere in guisa oltre il sospinge Sotteso al petto il vel le braccia aperse A capo chin precipitograve nellrsquoonde E di forza nuotograve Nettuno il vide E crollando la testa in suo cor disse 465
ε 377 laquoErra cosigrave nel mar molti or sostieni Aspri tormenti sin che a gente arrivi A Giove cara ma neacute lagrave mi penso Allegro andrai del tuo fallirraquo Ciograve detto Sferzograve i corsier dallrsquoondeggiante chioma 470 E difilato ecco perviene ad Egravega Dove lrsquoinclita sua reggia si estolle
ε 382 Pagravellade intanto dellrsquoEgigraveoco figlia Altro in cura prendea ripresse il soffio Dersquo vegraventi gli acquetograve sopilli tutti 475 Ma il rapido incitograve Bograverea ed i grossi Flutti nrsquoinfranse fincheacute il divo Ulisse Appo i Feaci naviganti illustri Morte schivata e le rie Parche arrivi
ε 388 Quivi due digrave quivi due notti errava 480 Trabalzato su enormi onde ed il core Ad ora ad or gli presagigravea la morte Ma come lrsquoalba dallrsquoaurate chiome Rimenograve il terzo digrave quetossi rsquol vento E tranquillo seren drsquointorno rise 485 Ulisse allor drsquoun alto flutto in cima Drizzograve lrsquoacume dellrsquointente luci Neacute lontana da seacute scorse la terra Quale egrave la gioia che nel core abbonda Dersquo figli (che scorgean giacer gran tempo 490 Colpa drsquoinfesto demone consunto Darsquo fiere doglie il genitor) nel giorno Che i Degravei benigni in sanitagrave il tornacircro
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Tal giubilo sentigrave nellrsquoalma Ulisse Della terra allrsquoaspetto e delle selve 495 Nuotava e drsquoambo i piegrave lrsquoonde percosse Acquistar contendea lrsquoopposta riva Come distograve quanto drsquouom vola un grido Ode immenso fragor cheacute le vastrsquoonde Eruttate dal mar contro lrsquoalpestre 500 Continente mugghiavano e di larghi Sprazzi di spuma ricoprigravean la sponda Non porto alcun schermo alle navi o seno Quivi apparigravea ma rocce ardue ed acute Protendegraventisi in mar scogli erti e massi 510 Mancar sentissi le ginocchia e rsquol core Ulisse e in suo gran cor dicea gemendo
ε 408 laquoAhi quando questa infin terra insperata Diemmi Giove a veder quando solcai Questrsquoabisso e qui giunsi ecco non veggio 510 Egresso alcun per me fuor da queste onde Rocce acute a rincontro impetuoso Rugge drsquointorno il flutto in suso corre Liscia rupe qui rsquol mare alto mi toglie Fermar le piante ed ischivar la morte 515 Temo se tento uscir che mi rapisca E contro a questa roccia erta mrsquoavventi Un fier maroso sigrave che a me ogni sforzo Torni vano o funesto E srsquoio nuotando Oltre mi spingo onde cercar tranquille 520 Piaggie od un porto temo che gemente Me nel pescoso mar non risospinga La tempesta rapace o alcun dersquo mostri Che molti nutre in sen lrsquoalta Anfitrite Contro di me non ecciti alcun Dio 525 Cheacute ben so qual rancor tiemmi Nettunoraquo
ε 424 Mentre questi pensier tra seacute volgea Allrsquoaspro lito enorme onda lrsquoimpulse Squarciata la persona ivi ed infrante Tutte avrigravea le ossa se allrsquoeroe benigna 530 Non srsquoinfondea nellrsquoanimo Minerva La rupe in che giagrave dava ad ambe mani Aggrappograve e stretto vi aderigrave gemendo Fincheacute tutta la vasta onda trascorse Di tal guisa campograve ma rifluendo 535 Precipitoso il fiotto il ripercosse
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Il divelse dal masso e in lontananza Nel mare il trabalzograve Siccome polpo Sterpato dal nativo antro non pochi Tragge lapilli nelle molte branche 540 Cosigrave drsquoUlisse dalle man gagliarde Disvelse il masso la squarciata pelle Giagrave rsquol vasto fiotto il tranghiottigravea giagrave spento Contra il fato ligrave focircra il doloroso Ma di acume di forza e di coraggio 545 Palla il rigagliardigrave Da un flutto emerso Di quersquo che con fragor rompeacuteansi al lito Nuotava e rsquol guardo tenea vogravelto a terra Se forse di scoprir venigraveagli fatto Qualche piaggia ricurva o qualche porto 550 Neacute risteacute dal nuotar sin che alla foce Drsquoun fiume dalle belle onde al fin giunse Ottimo il loco pagravervegli che scarco Drsquoalpestri rocce era darsquo vegraventi intatto Come il fiume avvisograve dal cor sigrave orava 555
ε 445 laquoNume qual che tu sigravee di sigrave bellrsquoonda Ogravedimi a Te che tanto desiai Sfuggendo allrsquoira di Nettun ricorro Arsquo celesti medesimi egrave venerando Uom che giunga ramingo e tal son io 560 Che alle dolci tue acque arsquo tuoi ginocchi Dopo patiti immensi affanni or vengo Miserere di me che giagrave vo altero Drsquoesser supplice tuo benigno Iddio
ε 451 Tacque e rsquol Nume lenigrave subito il corso 565 Lrsquoonde adeguograve diffuse anzi allrsquoeroe Dolce calma e del suo limpido fiume Alla foce il salvograve Piegograve lrsquoeroe Le ginocchia e mancar sentigrave le braccia Cheacute rsquol mar fragravensegli rsquol core il corpo tutto 570 Gonfiava e per la bocca e per le nari A gurgiti le amare onde versava Senza respir giaceva e senza voce Disvigorito tanta e cosigrave fiera Fatica il soverchiograve Ma come in petto 575 Gli spirti ridestacircrsegli il vel sciolto Della Diva rsquol gettograve lagrave dove al mare Amareggiando il fiume si devolve Addietro il riportograve della corrente
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La vasta onda veloce e in un momento 580 Tra le care sue mani Ino lrsquoaccolse Del fiume allontanatosi su molli Giunchi cascograve baciograve la terra e poscia Gemendo al suo gran cor cosigrave dicea
ε 465 laquoAhi Che piugrave soffrirograve Di me che fia 585 Se lungo il fiume questa fiera notte Vigilerograve la rigidrsquoaura e rsquol guazzo Fertile me giagrave stanco e illanguidito Struggeranno cheacute allrsquoora mattutina Spira del fiume lrsquoagghiacciata brezza 590 Se del colle arboroso ascendo in cima E mrsquoaddormento tra i piugrave folti arbusti (Quando il gel nol contenda e la stanchezza Che dolce il sonno mi ristauri) Ahi preda E pasto diventar temo di belveraquo 595
ε 474 Prepor fersquo stima lrsquoultimo partito Verso il bosco se nrsquo va che allrsquoacque accanto Su drsquoun poggio surgea sotto due ulivi Che congiunti crescean quivi srsquointerna Ma domestico lrsquoun lrsquoaltro oleastro 600 Non gagliardo soffiar drsquoumidi vegraventi Non di fervido Sol raggio non pioggia Dirotta tra di lor penetrograve mai Tanto crebbero densi ed intrecciati Sottentrovvi lrsquoeroe Ratto movendo 605 Le mani intorno un letto ampio vi pose Cheacute gran copia di fronde ivi era sparsa Tal che due ricoprire o tre potrigravea Uomini al furiar di crudel verno Esultograve a quella vista asserenosse 610 Il divo Ulisse si corcograve e di fronde Enorme addosso si tirograve un acervo Comrsquouom solingo in sul confin drsquoun campo Tizzo nasconde sotto rsquol cener bruno Per serbar vivo della fiamma il seme 615 Che drsquoaltronde raccendere gli egrave tolto Sigrave tra le fronde ei si celograve Minerva Dolce sonno gli infuse e le dilette Palpegravebre gli velograve percheacute repente Lrsquoaffaticato eroe posi e respiri 620
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LL II BB RR OO SS EE SS TT OO
Arrivo di Ulisse presso i Feaci
SSTANCO lrsquoinclito eroe di tanti affanni Quivi posava in fin dal sonno oppresso Ma dersquo Feaci vegraver la popolata Cittagrave Palla volograve Questi da prima I vasti drsquoIperegravea piani abitacircro 5 Appo i Ciclopi gente atroce e fiera Che di rapine gli affliggea e di lutti Percheacute di gagliardigravea li soverchiava Quindi a migrar di lagrave gli persuase Nausigravetoo a un Dio sembiante che in Ischerigravea 10 Darsquo mortali ingegnosi allor divisa Gli addusse e stanza qui a fermar locolli Drsquouna cittagrave construgravessevi la cerchia Magioni fabbricograve delubri eresse E le terre divise Ma giagrave domo 15 Dalla Parca funesta ito era a Pluto Regnava Alcigravenoo allor darsquo Numi stessi Nersquo provvidi consigli ammaestrato Scese Minerva nel costui palagio Cheacute drsquoUlisse il ritorno in cor volgea 20 Vegraver la stanza volograve dedagravelea in cui Giovinetta dormigravea che di fattezze Di statura alle Dive era sembiante Nausigravecaa figlia del Re illustre quivi Stavan di qua di lagrave presso alla porta 25 Le cui splendide imposte eran rinchiuse Due fresche ancelle che le Grazie stesse Di celeste beltagrave resero adorne Come drsquoauretta un alito penegravetra
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Nella stanza la Diva ed alle piume 30 Della fanciulla avvicinata assunse Il voacutelto della figlia di Dimagravente Nocchier insigne a lei cara oltremodo Uguale a lei drsquoetade e sigrave le dice
ζ 25 laquoNausigravecaa percheacute Te sigrave trascurata 35 La madre partorigrave Le vesti esimie Ti giacciono neglette ed il momento Giagrave giagrave si appressa di tue nozze in cui Sfoggiar degravei le piugrave belle e offrirne a quanti Ti seguiranno del tuo sposo ai tetti 40 Merceacute tai cure insigne appo i mortali Fama si acquista e alleacutegrasi col padre La veneranda genitrice Or dunque Moviam sullrsquoalba ad imbianchire i panni Teco allrsquoopra sarograve per trarla a fine 45 Subitamente cheacute restar gran pezza Vergine tu non degravei giagrave tutti a gara Del popolo Feace i piugrave onorati Tra cui rsquol natal tu stessa anco sortisti Trsquoambiscono Via dunque in sullrsquoaurora 50 Lrsquoinclito genitor trova e rsquol richiedi Ed impetra da lui le mule e rsquol carro Che i tuoi cinti eleganti ed i tuoi veli Ed i superbi tuoi manti trasporti Anzi che a piegrave drsquoir cosigrave a te si addice 55 Cheacute da cittagrave i lavacri assai distannoraquo
ζ 41 Come si tacque rivolograve allrsquoOlimpo Sede va grido degli Degravei tranquilla Cheacute neacute da vegraventi srsquoagita neacute aspersa Da pioggia egrave mai neacute mai turbo lrsquoassale 60 Di gelato vapor su vi si spande Serenitagrave cui nulla nube vela Ed in che lume candido discorre Quivi i Celesti in gaudio in gioia in festa Eternalmente vivono beati 65 Ligrave Palla rivolograve poicheacute fersquo lieta La donzella regal del suo consiglio
ζ 48 Comparsa appena sovra lrsquoaureo trono Destograve lrsquoAurora la gentil donzella Che del sogno stupigrave Con agil piede 70 La reggia attraversograve per darne parte
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Arsquo cari genitor nella lor stanza Amendue li trovograve La madre assisa Accanto al focolar con leste ancelle Dal pennecchio traea torcendo il fuso 75 Lane tinte di porpora marina Ma nel padre si avvenne allor che fuori Uscigravea per ir corsquo prigravencipi al concilio Lagrave rsquove i prodi Feaci lrsquoinvitacircro Nausigravecaa al genitor fagravettasi presso 80
ζ 57 laquoBabbo mio ndash gli dicea ndash non vuoi tu darmi Lrsquoeccelso carro di veloci ruote Acciograve le belle vesti al fiume lavi Che mi giaccion di polvere coverte Ben si conviene a Te che tra i piugrave illustri 85 Siedi a consulta aver nitide vesti Cinque in tua reggia son figli diletti Due fa lieti Imenegraveo celibi gli altri Vanno del fior di giovinezza adorni Questi con lini entrar vogliono in danza 90 Dalle lavande di recente giunti Tutte coteste cure ora son mieraquo
ζ 66 Qui tacque cheacute nomar giagrave non ardigraveo La vereconda le fiorenti nozze Al caro genitor ma quei che tutto 95 Il suo concetto penetrograve rispose
ζ 68 laquoNeacute le Mule ned altro o figlia mia Ti si contende Varsquo lrsquoalto impalcato Agile carro appresteragraventi i serviraquo
ζ 71 Gli ordini arsquo servi diegrave trassero presti 100 La rapida mular biga allesticircrla Miser sotto le mule e le aggiogacircro Dalla stanza recograve Nausigravecaa intanto Le belle vesti e sul pulito carro Le collocograve Dapi squisite e varie 105 Pose la genitrice in un canestro Ed in otre caprigno il vin le infuse Indi alla figlia che saligrave sul carro Diede in ampolla drsquoograver liquida oliva Percheacute profumi seacute con le donzelle 110 Che la seguigravean preso che avranno il bagno Tolta la sferza e le lucenti briglie Nausigravecaa flagellograve sospinse al corso
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Le mule alto rumor sotto i lor passi Irrompendo levacircr senza far sosta 115 Disteacutesersi e portacircr le vesti ad una Con la fanciulla neacute lei sola appresso Di conserto le gigravean non poche ancelle
ζ 85 Ratto giunser del fiume alle bellrsquoonde Arsquo marmorei lavacri ridondanti 120 Drsquoacqua limpida sigrave che drsquoin su i panni Le disperate macchie anco tergea Sciolser le mule e lungo il vorticoso Fiume cacciacircrle a pascer la dolce erba Tolti indi di lor man dal carro i panni 125 Li tuffacircr nella bruna onda ed in larghe Fosse le ricalcacircr con presto piede Spinte da ricrescente emolo ardore Detersi e mondi lungo il marin lido Lrsquouno appo lrsquoaltro steacuteserli ove il flutto 130 Le pietruzze puligravea Preso indi rsquol bagno Profumacircrsi drsquoessenze e lungo il margo Del fiume si cibacircr pur aspettando Che arsquo rai del Sol si asciughino le vesti Del cibo estinto il desiderio diecircrsi 135 Deposti i veli della palla al gioco Nausigravecaa bella dalle nivee braccia Tra di lor intonava una canzona Come Diana faretrata incede Nersquo gioghi del Tagraveigeto o in Erimanto 140 Quando i rapidi cervi ed i cinghiali Piagravecesi a saettar scheacuterzanle intorno Le ninfe agresti dellrsquoEgigraveoco prole Nova piograveverle in cor sente dolcezza Latoacutena cheacute del capo e della fronte 145 Alle sue ninfe lrsquoalma Dea sovrasta Di leggier lrsquoaffiguri bencheacute tutte Di celeste beltagrave splendano adorne Non altrimenti tra le vaghe ancelle Spiccar lrsquointatta vergine si scorge 150
ζ 110 Ma quando arsquo tetti suoi redir si accinse E le mule aggiogograve ripiegograve i manti Novo in mente pensier surse a Minerva Come deacutestisi Ulisse e come ei veggia La vergine darsquo begli occhi lucenti 155
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Che dersquo Feaci alla cittagrave lo scorga Nausigravecaa in quel momento ad unrsquoancella Scagliograve la palla che falligrave e del fiume Nersquo vortici cascograve misero tutte Un altissimo grido A quel rumore 160 Riscosso Ulisse ove giacea si assise Questi nel dubbio cor sensi volgendo
ζ 119 laquoAhi lasso fra qual gente in qual contrada Giunto in fine son io Cruda selvaggia Cui del giusto non caglia O degli estrani 165 Amica e di cui lrsquoalma i numi adora Giugravensemi un femminil grido allrsquoorecchio Forse di Ninfe che negli ardui gioghi Delle montagne albergano o dersquo fiumi Nelle correnti o nelle valli erbose 170 O drsquoappresso mi sta gente mortale Modulante la voce Or io medesmo Con gli occhi propri accerteronne il veroraquo
ζ 127 Ciograve detto uscigrave fuor degli arbusti Ulisse Con la gagliarda man dallrsquoalta selva 175 Schiantograve frondoso un ramo e delle membra La men che onesta nuditagrave coverse Trasse lrsquoeroe come Lion montano Che in sua forza fidato oltre si spinge Dalla pioggia e dal turbine percosso 180 Vibran gli occhi scintille impetuoso Sui tauri sulle pecore sui cervi Della foresta avvegraventasi e la fame Ad assaltar fin lo sospinge il gregge Penetrando lrsquoovil che lo rinserra 185 Tal veniva lrsquoeroe vegraver le fanciulle (Necessitagrave rsquol traea) quantunque nudo Sozzo di marin limo apparve a tutte Orribile qua lagrave per lrsquoalte rive Fuggivano Risteacute Nausigravecaa sola 190 Cui nellrsquoanimo ardir Minerva infuse E di temenza le francograve le membra Ferma di contra si piantograve e lrsquoattese Volgea tra seacute lrsquoeroe se le ginocchia Supplice le abbracciasse o se con blande 195 Voci pregarla di lontan dovesse Che la cittagrave gli mostri e che il sovvenga
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Pur drsquouna vesta In suo pensier prepose Questo consiglio cheacute temea col tocco Delle ginocchia concitarne lrsquoira 200 Con dolce e accorto dir quindi incomincia
ζ 149 laquoTe imploro alma Regina Ah di che nome Chiamar ti deggio Diva o mortal donna Se Diva sersquo che rsquol Cielo abiti immenso Allrsquoesimia beltade agli atti allrsquoalta 205 Maestagrave delle forme in tutto assembri Artegravemide di Giove inclita figlia E se tu delle donne una pur sei Che albergan sulla terra ah mille volte Il genitor la madre ersquo tuoi germani 210 Mille volte beati Oh quanta gioia Sempre la tua merceacute lor petti inonda Scorgendoti in sul fior di giovinezza Percorrer lieta delle danze i cori Ma sovra gli altri tutti oh se beato 215 Chi di presenti nuziali onusta Trsquoaddurragrave arsquo tetti suoi No tra i mortali Non vider gli occhi miei miracol tale Neacute in uom neacute in donna mai Nel rimirarti Riverenza e stupor tegravengonmi oppresso 220 Di Febo appo lrsquoaltar sigrave vidrsquoio in Delo Bel rampollo di Palma egravergersi allrsquoaura Chrsquoivi alla guida di non poche genti Pur mi condussi un digrave Fatal viaggio Donde giagrave originacircr mie disventure 225 Come alla vista della giovin palma Restai gran pezza di stupor compreso Percheacute pianta sigrave bella e maestosa Dal grembo della terra unqua non sorse Cosigrave Te donna attonito or contemplo 230 Meraviglia stupor tema rispetto Forza al mio dubbio cor fanno ad un tempo Sigrave che abbracciar non oso il tuo ginocchio Ma tu in me scorgi un misero cui fiede Lrsquoalma immenso dolor Dal tenebroso 235 Mar dopo dieci e dieci digrave pur ieri Sfuggigravea me i flutti prima e me i furenti Turbini dallrsquoOgigravegia isola lunge Sospinsero Qua alfin gittommi un Dio
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Forse a patir novelli guai cheacute stanchi 240 Non credo io no dal perseguirmi i Numi Deh pietagrave rsquol cor ti tocchi alma regina Pietagrave di me che dopo tanti affanni Te prima imploro non egrave in me degli altri Della cittagrave o dersquo campi abitatori 245 Nulla notizia Piagravecciati additarmi Il cammin che a cittagrave guida e un vil lino Dammi che al corpo lo mi getti intorno Se qui venendo alcun per le tue vesti Recasti invoglio Tutto che desii 250 Ti concedan gli Degravei sposo e famiglia In che faccian regnar di cari affetti Dolce concordia peroccheacute non havvi Prosperitagrave che agguagli il viver lieto Di marito e di donna ambo reggenti 255 Drsquounanime voler la propria casa Gli invidi si corrucciano van lieti Gli ottimi ma vie piugrave chrsquoaltri beati Drsquoamor concorde esultano i due sposiraquo
ζ 186 laquoO forestier ned uom di senno uscito 260 Ned ignavo mi sembri ndash a lui rispose Nausigravecaa bella dalle nivee braccia ndash LrsquoOligravempio stesso a suo voler dispensa La fortuna arsquo mortali o buoni o rei Tutto che trsquoavviograve forza ti egrave quindi 265 Sopportarlo da forte Or che alla nostra Terra e cittagrave sersquo giunto neacute di vesti Difetto patirai neacute drsquoaltra aigraveta Cui dessi a forestier che accorse a noi Di remota contrada A Te la via 270 Additerograve della cittagrave ed il nome Dersquo popoli dirograve Tengono questa Cittagrave i Feaci ed il paese io nacqui Dal magnanimo Alcigravenoo a cui la somma Del poter ersquo commisero e la forzaraquo 275
ζ 198 Disse e allrsquoancelle dal bel crin rivolta laquoFermatevi ndash indicea ndash Percheacute alla vista Del forestier fuggite Oh rsquol vi credete Nemico Neacute tra vivi egrave neacute fia mai Uom che alla terra dersquo Feaci giunto 280 Osi guerra portar peroccheacute a noi
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Dismisurato amor portano i Numi In disparte abitiam nel mar ondoso Ultimi neacute con noi nullo srsquoimmischia Questrsquoinfelice che gran tempo errante 285 Sui flutti infin qua giunse or da noi vuogravelsi Soccorrere Gli estrani ed i mendichi Ci vengono da Giove esiguo dono Torna a lor caro Or via di cibo ancelle Lrsquoospite sovvenite e di bevande 290 Ma pria drsquoun bagno accanto al fiume ursquol vento Contro gli opposti schermi impeto perderaquo
ζ 211 Detto ristacircr le ancelle e rincoracircrsi Alternamente In parte al vento chiusa Condussero lrsquoeroe come prescrisse 295 Lrsquoalma figlia drsquoAlcigravenoo accanto a lui Le vesti collocacircr tunica e manto Rinchiusa indi gli diecircro in vasel drsquooro Liquida oliva e rsquol confortacircr del fiume Nelle pure a tuffarsi onde correnti 300
ζ 218 laquoDeh levagravetevi quinci o giovinette ndash Vogravelto alle ancelle rispondea lrsquoeroe ndash Finchrsquoio stesso dagli omeri deterga La salsa spuma ed ugravengami drsquoessenze Cheacute drsquooliva il licor sulla persona 305 Non mi scorse gran tempo Oh mai non fia Che nel vostro cospetto osi lavarmi Diviegravetami rsquol pudor sigrave disvestito Anzi a sigrave adorne giovani mostrarmiraquo
ζ 223 Le fanciulle arretracircrsi e riportacircro 310 Alla vergin quel detto ed ei col fiume Via tolse il limo che alle terga e arsquo lati Omeri gli si apprese indi la testa Dalla sozzura del mar fiero asterse Lavato ed unto srsquoindossograve quersquo panni 315 Che a lui lrsquointatta vergine largigraveo Giagrave Minerva di Giove inclita figlia Il fersquo apparir piugrave grande e maestoso Giugrave dal capo cader gli feacuteo la chioma In ondeggianti anella al fior sembiante 320 Giacintino Qual fabbro industre a cui Tutti dellrsquoarte disvelacircr gli arcani Il buon Vulcano e lrsquoAtenegravea Minerva
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Scorrer fa lrsquooro al fine argento intorno Sigrave che gli esce grazioso il lavorigraveo 325 Tal drsquoUlisse sugli omeri e sul capo Decoro e venustagrave Palla diffuse Ito in disparte ove piugrave sorge il lido Disfavillante di beltagrave e di grazia Lrsquoeroe si assise la regal donzella 330 Stupigrave e alle fanti dal bel crin sigrave disse
ζ 239 laquoUdigravetemi or che vrsquoapro il pensier mio Leggiadre ancelle No contra la mente Di tutti i Numi che in Olimpo han seggio Questo stranier non giunse alla contrada 335 Dersquo nobili Feaci Ei mrsquoebbe vista Drsquouomo ignobile prima ed or mrsquoassembra Un nume abitator del Ciel immenso Piaccia agli Eterni che tal fia colui Che nomerograve mio sposo Oh qui sua stanza 340 Fermasse e qui restar fosse contento Ancelle or via di cibo e di bevande Lrsquoospite a sovvenir tosto accorreteraquo
ζ 247 Udicircrla intente ed obbedicircr Accanto Dapi e beva gli apposero allor diessi 345 A dissetarsi a satollarsi Ulisse Voracemente peroccheacute gran tempo Il tormento patigrave drsquoavida fame
ζ 251 Qui ad altre cure la donzella attese Sul carro adorno le piegate vesti 350 Per ordine colloca aggioga al temo Le ratte mule di fortrsquounghia e sale Indi Ulisse al partir cosigrave rincora
ζ 255 laquoOr via legravevati su movi o straniere Vegraver la cittagrave Ti scorgerograve del saggio 355 Mio padre alla magione ove figraveen pagravermi I duci tutti dersquo Feaci accolti Ma poicheacute dissennato a me non sembri Pon mente a questo fincheacute i luoghi coacutelti Percorreremo pesterai veloce 360 Con le donzelle del mio cocchio il solco Io rsquol sentier segnerograve Ma giunti appresso Alla cittade scompagnarci egrave forza Alto muro lrsquoaccerchia e drsquoambo i lati Drsquoangusto ingresso un bel porto si schiude 365
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Cheacute un appo lrsquoaltro in fila i larghi legni Tirati in secco coprono la riva Di pietre svelte da profonde cave Lastricata egrave la piazza in mezzo a cui Superbo il tempio di Nettun si estolle 370 Lagrave srsquointende apprestar gomene e vele E gli altri arnesi delle navi brune Lagrave remi a ripulir cheacute giagrave i Feaci Non prendon cura drsquoarchi e di faretre Ma drsquoalberi di remi e drsquoalte navi 375 Su cui varcano lieti il mar spumante Darsquo motti amari di costor mi guardo Non alcun ci rampogni cheacute non pochi Insolentir tra il popolo son usi E se alcun dersquo piugrave tristi in noi srsquoavviene 380 ldquoChi egrave ndash forse diragrave ndash quel forestiere Drsquoaltere forme e di avvenente aspetto Che le vestigia di Nausigravecaa preme Dove il trovograve Certo esser dee lo sposo O dal suo legno qualche errante addusse 385 Qui pervenuto di lontan paese Cheacute nulla presso a noi gente dimora Od arsquo fervidi suoi voacuteti discese Di Cielo un Dio che riterragrave Ella sempre Gran loda le si dee se andando in volta 390 Questo trovograve sposo stranier cheacute i molti Feaci illustri che lrsquoambigraveano tutti Ebbe in dispetto la costei fierezzardquo Cosigrave la turba e focircrami vergogna Mi adirerei contro ad ogni altra io stessa 395 Che degli amati genitori in onta Sen gisse in compagnia drsquouomini prima Che delle nozze il digrave sacro le splenda Ospite senti dunque e questi detti Nel cor riposti impetrerai repente 400 Dal padre mio la scorta ed il ritorno Noi rinverrem per via lrsquoampio-fronzuto Bosco di pioppi allrsquoOcchi-glauca sacro Limpido fonte ivi discorre attorno Un bel prato si stende ivi rsquol podere 405 Ivi del padre mio lrsquoorto fiorisce Neacute distan piugrave dalla Cittagrave che il tratto
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Aereo chrsquoun gridar drsquouomo percorre Ivi trsquoassidi e sta fincheacute noi giunte Alla cittagrave saremo ed arsquo miei tetti 410 Quando riputerai che avrem giagrave tocche Le paterne mie soglie allor trsquoinurba Cerca del Re il palagio Agevolmente Lo si ravvisa esser potrigraveati scorta Anche un fanciullo No nulla altra sorge 415 Dersquo Feaci magion che quella adegui DrsquoAlcigravenoo Re lrsquoeroe che ingenerommi Come il palagio ed il cortil trsquoavranno Sottratto al guardo altrui di sala in sala Sino alla madre mia rapido varca 420 Siede davanti al foco al cui splendore Poggiata a una colonna ella ritorce Di stupenda beltagrave purpuree lane Siegravedonle retro le fantesche Quivi Dal medesmo splendore illuminato 425 Srsquoalza del caro genitore il trono In che siede e vivanda al par di un Dio Non arrestarti ligrave ma le man tese Tocca i ginocchi della madre mia Acciograve lieto tu veggia e prestamente 430 Splendere il digrave che alla natigravea contrada Per lontana che sia rimeneratti Se propizia arsquo tuoi preghi ella srsquoinchina Porta di riveder viva speranza Gli amici e di redire al natigraveo loco 435 Dove sorgono a Te gli aviti alberghiraquo
ζ 316 Tacque e toccograve della lucente sferza Le mule che lasciacircr subito a dietro Le correnti del fiume impetuose Si lanciarono al corso e con lrsquoalterno 440 Delle gambe agitar radean la terra Ma la donzella percheacute a piegrave seguirla Con Ulisse potegravesserla le ancelle La briglia ed il flagel reggea con arte Corcagravevasi giagrave rsquol Sol quando fucircr giunti 445 Al sacro di Minerva inclito bosco Ulisse ivi si assise e incontinente Cosigrave alla figlia dellrsquoOligravempio orava
ζ 324 laquoO prole invitta dellrsquoEgigraveoco padre
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Ogravedimi mrsquoodi alfin ora cheacute pieni 450 Non feacutesti i voacuteti miei quando travolto Dalla tempesta mrsquoaffliggea Nettuno Dammi che miti accogravelganmi i Feaci E che sentan pietagrave di mie sventureraquo
ζ 328 Sigrave disse orando e Pagravellade lrsquoudigravea 455 Ma non sostenne giagrave stargli a rincontro Visibilmente cheacute timor del grande Zio paterno la prese al cui corruccio Terribile fu segno il divo Ulisse Fincheacute presse del piegrave le patrie sponde 460
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LL II BB RR OO SS EE TT TT II MM OO
Arrivo drsquoUlisse presso ad Alcigravenoo
CCOSIgrave nel bosco orava il paziente Divo Ulisse a cittagrave portava intanto Delle mule il vigor lrsquoalta donzella Alle paterne giunta inclite case Sostograve nellrsquoatrio il carro a lei drsquointorno 5 Restrigravensersi leggiadri a par di stelle I germani dal temo altri disciolse Le mule altri portograve dentro le vesti Ella ad alto saligrave raccese il foco Eurimedusa unrsquoattempata fante 10 Che i larghi legni un digrave recacircr drsquoEpiro Tra molte scelta lrsquoebbe Alcigravenoo in dono Darsquo Feaci su cui stendea lo scettro E che al pari di un nume udigravean le genti Costei Nausigravecaa dalle nivee braccia 15 Rallevograve nella reggia ed ora il fuoco Le raccendeva e le imbandigravea la cena
η 14 Sorse in questa lrsquoeroe per avviarsi Vegraver la cittagrave di folta nebbia intorno Minerva cui diletto era il coverse 20 Onde qualcuno dersquo Feaci alteri Nol motteggi tra via ned il richiegga Dellrsquoesser suo Ma come il piegrave mettea Nellrsquoamabil cittagrave gli si fersquo incontro A giovinetta vergine sembiante 25 Che porti unrsquourna lrsquoocchi-glauca Diva Steacutettegli a fronte ed egli interrogolla
η 22 laquoVuorsquo tu figlia condurmi alla magione DrsquoAlcigravenoo regnator di queste genti
ODISSEA
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Da remota contrada or qua vennrsquoio 30 Pellegrino infelice e non conobbi Neacute di questa cittagrave neacute dersquo cultori Dersquo vostri campi abitatore alcunoraquo
η 27 laquoIl tetto di che parli ospite padre Mostrar ti vorsquo ndash rispoacutesegli Minerva ndash 35 Cheacute il mio buon genitor drsquoallato alberga Cosigrave tacito varsquo neacute sguardo o voce Drizzar ad alcun mai Non egrave cortese Qui rsquol popolo agli estrani e non accoglie Con lieto viso chi drsquoaltronde approda 40 Posta fidanza nelle ratte navi Glrsquoimmensi flutti varcano tal possa Diegrave Nettuno arsquo Feaci i costor legni Volano come lrsquoali od il pensiereraquo
η 37 Detto processe rapida lrsquoeroe 45 Premeacuteale lrsquoorma Nullo deglrsquoillustri Navigator Feaci si fersquo accorto Mentrrsquoei fra loro la cittagrave percorre Cheacute Palla dal bel crin terribil Diva Nol consentigrave di folta nebbia intorno 50 Il ricoverse cheacute dar opra a quanto Recepe in seacute beltagrave Palla si piace Oppresso di stupor mirava Ulisse I porti i larghi legni e le gran piazze Le lunghe mure altissime afforzate 55 Di steccati spettacolo ammirando Ma giunti a casa il Re Palla soggiunse
η 48 laquoEgraveccoti la magione ospite padre Che a trsquoindicare mi chiedesti i prenci Di Giove alunni rinverrai ligrave accolti 60 A lieta mensa Trsquointrometti e nullo Timor ti turbi lrsquoanimo chrsquouom franco Lrsquoimpresa a cui dagrave man tragge a buon fine Bencheacute drsquoaltronde arrivi Alla Regina Drizza i tuoi prieghi pria noacutemasi Aregravete 65 Dagli avi stessi onde rsquol Re Alcigravenoo scese Originano entrambi Nausitograveo Nacque giagrave di Nettuno e Peribegravea Portento di beltade ultima figlia Del fior drsquoogni gagliardo Eurimedonte 70 Che arsquo superbi giganti un digrave imperava
LIBRO VII
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Ma seacute di vita con sue genti rie Rompendo guerre scellerate trasse Nettuno adunque a Peribegravea commisto Nrsquoebbe un figlio che un digrave resse i Feaci 75 Nausigravetoo generoso il qual produsse Alcigravenoo e Resenograver Ma questi privo Di viril prole fu da Febo Apollo Dal grandrsquoarco drsquoargento saettato Giovine sposo ancor nella sua reggia 80 Questa figlia lasciando unica Aregravete Alcigravenoo a moglie la menograve e la onora Sigrave che non altra donna in sulla terra Ora del pari onoacuterasi fra quante Al marito soggette accorte e saggie 85 Di lor famiglie tengono il governo Cosigrave di tutto cor tenuta egrave in pregio Darsquo cari figli dal Re Alcigravenoo stesso Dal popol tutto che qual Dea lrsquoadora E con plausi lrsquoaccoglie e fausti accenti 90 Quando della cittagrave calca le vie Neacute mai di senno e di bontagrave fu scarsa Ben corsquo propri pensier sagaci e giusti Spesso le varie ancor liti compone Se nellrsquoimo del cor lrsquoalma regina 95 Tocca fia di pietagrave porta speranza Di riveder gli amici ed allrsquoeccelse Redir tue case ed arsquo paterni tettiraquo
η 78 Comrsquoebbe detto ciograve sul mar la Diva Lanciagravetasi lasciograve le verdi piaggie 100 Dellrsquoamabile Scherigravea e sorvolando Maratona e le strade ampie drsquoAtene Nel forte albergo drsquoErettegraveo si addusse Ma del Re srsquoavviograve vegraver la superba Magion lrsquoeroe nel cor molte affannose 105 Cure agitando soffermossi prima Drsquooltrepassare della soglia il bronzo Peroccheacute come il Sol raggia o la Luna Cosigrave del Re splendea lrsquoalto palagio Dal fondo a cima di massiccio rame 110 Di qua di lagrave si ergeano le pareti Cui drsquointorno correa ceruleo fregio Porte drsquooro chiudean la magion forte
ODISSEA
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Surgean dal bronzo della soglia in alto Gli stipiti drsquoargento a far sostegno 115 Allrsquoargenteo architrave e tutto drsquooro Splendea lrsquoanello Dallrsquoun canto e lrsquoaltro Stavan drsquoargento e drsquoograver cani formati Da Vulcan con divina arte immortali E da vecchiezza immuni onde rsquol palagio 120 Guardassero del Re Dal limitare Sino allrsquoestremitagrave dellrsquoampia sala Surgean lunghesso il muro affissi troni Di ben intesti pepli ricoverti Delle donne di Scherigravea opra leggiadra 125 Qui dersquo Feaci i prigravencipi seggendo Dapi e licor gustavan di che sempre Lrsquoalma copia li bea Qui di donzelli Stavan su ben torniti piedestalli I simulacri drsquoograver che accese in mano 130 Faci tenendo le notturne mense Dersquo prenci illuminavano Cinquanta Del Re nella magion servono ancelle Lrsquoune sotto il girar di presta mola Frangeano rsquol biondo gran lrsquoaltre seggendo 135 Tele ordivan sottili o torcean fusi Di tante mani il rapido agitarsi Parea sembiante al mobile fogliame Scosso dallrsquoaura drsquoun eccelso pioppo I lucidi splendean lini siccome 140 Trascorregravessevi su liquida oliva Quanto a regger sul mar legno veloce Tutte altre genti avanzano i Feaci Tanto vagliono a ordir splendide fila Le Feacesi cui nelle gentili 145 Arti nersquo vaghi lavorii ed in tutte Lrsquoopre drsquoingegno ammaestrograve Minerva Ma di lagrave dal cortil presso alle porte Grande un orto stendeacutevasi che ararlo Potrigravean due tori in quattro digrave da tutte 150 Parti murato Verdeggianti ed alte Lagrave fioriscon le piante il melagrano Il pero il melo di vermiglie poma Il dolce fico e di lucenti bacche Carco lrsquoulivo Non di questi mai 155
LIBRO VII
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A fallir viene od a mancare il frutto Ma verno e state egravevvi perenne blando Sempre vi spira Zegraveffiro al cui soffio Mentre vi spunta lrsquoun lrsquoaltro matura Lagrave sulla pera giovinetta invecchia 160 La pera il pomo appresso il pomo lrsquouva Accanto lrsquouva e rsquol fico al fico Quivi Mettea radici una profonda vigna Parte in vasta pianura egrave giagrave riarsa Arsquo rai del Sol dispicca altri darsquo tralci 165 Ricchi racemi altri del piegrave li calca Parte che innanzi sta drsquounrsquouva acerba Qua getta i fiori e lagrave tutta srsquoimbruna Ma nellrsquoestremitagrave del bel giardino Vestite miri ognor ben culte aiuole 170 Drsquoerba verde e di fior di color mille Sgorgan due fonti ligrave lrsquouno per tutto Il bel giardin dispegravergesi ma lrsquoaltro Sotto la soglia del cortil discorre Anzi allrsquoalto palagio i cittadini 175 Attignevano in questa Or tali fucircro Gli splendidi presenti che benigni Versacircr nella magion drsquoAlcigravenoo i Numi
η 133 Stette a tal vista tacito ed immoto Preso da meraviglia il divo Ulisse 180 Poi che tutto ammirograve varcograve repente La soglia e nel palagio alto si mise Trovograve a libar corsquo nappi ivi a Mercurio Di Scherigravea i duci ersquo condottieri a cui Gli ultimi offrigraveano sagrifizi quando 185 La rimembranza li pungea del sonno La sala Ulisse trapassograve involuto Dalla nebbia che folta gli diffuse Pagravellade intorno fincheacute presso giunse Ad Aregravete ed al Re Tese le palme 190 Le ginocchia abbracciograve della Regina Ed ecco dietro a lui la sacra nebbia Rovesciata dilegraveguasi Restacircro Allrsquoapparir che ei fersquo tutti in silenzio Attoniti rsquol guardando ed egli in atto 195 Supplice sciolse questi accenti laquoAregravete Del divo Resegravenore inclita prole
ODISSEA
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Arsquo tuoi piedi me nrsquo vengo ed al tuo sposo Dopo molti patiti aspri travagli Vengo a cotesti convitati a cui 200 Concedano gli Degravei vita beata E che ognun trasferisca arsquo propri figli Le molte in sua magion chiuse ricchezze E rsquol guiderdon che rsquol popolo impartigravegli Deh piagravecciavi affrettar la mia partenza 205 Percheacute ratto al natigraveo loco ritorni Cheacute da gran tempo drsquoaspri affanni in preda Vivo da tutti i miei cari lontanoraquo
η 153 Disse ed al focolar ito si assise Sulla cenere Tutti ammutolicircro 210 Alfin ruppe rsquol silenzio il vecchio eroe Echenegraveo di maggior tempo degli altri Facondo dicitor che nella mente Fece tesoro di memorie antiche Tenero dellrsquoonor del natigraveo loco 215 Ad Alcigravenoo si volse e sigrave gli disse
η 159 laquoCerto bello non egrave neacute ti si addice Che accanto al focolar lrsquoospite sieda Sulla cenere qui ciascuno aspetta Il tuo comando e del parlar si affrena 220 Or via levalo su farsquo che si assida Drsquoargentee borchie sovra un seggio adorno Indi prescrivi ai banditor che i nappi Coronino di spume acciograve per noi Si libi al Folgorante che pur sempre 225 I venerandi supplici accompagna La dispensiera di serbate dapi Imbandisca indi allrsquoospite la cenaraquo
η 167 Stese drsquoAlcigravenoo Re la sacra possa Udito questo al degno eroe la destra 230 Dal focolare il sollevograve ed il pose Sovra lucido seggio rimovendo Laodamante intrepida sua prole Che sedeacutevagli accanto e che oltremodo Al paterno suo core era diletto 235 Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Tosto alle mani gli versograve lrsquoancella Limpide linfe e gli distese accanto Desco polito su cui bianchi pani
LIBRO VII
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E copia di riposte alme vivande 240 La veneranda dispensiera impose Dal cibo in questa e darsquo licor conforto A voglia sua prendeva Ulisse Allora Il forte Alcigravenoo al banditor impose
η 179 laquoPontogravenoo versa il fervido Liegraveo 245 Nellrsquourna e rsquol mesci nel palagio a tutti Acciograve per noi si libi al Fulminante Che i venerandi supplici accompagnaraquo
η 182 Detto il dolce licor Pontogravenoo mesce Cominciograve dalla destra a tutti quanti 250 Corsquo nappi in volta propinando gigravea Comrsquoebbero libato e che a sua voglia Bevve ciascuno il Re a parlar si prese
η 186 laquoPrigravencipi e capi dersquo Feaci udite Tutto che lrsquoalma in sen dirvi mi spira 255 Or che il pasto egrave fornito alle sue case Torni ognuno e riposi al novo Sole Schiera piugrave larga di vegliardi accolta Entro il palagio allrsquoospite iteriamo Liete oneste accoglienze e drsquoostie elette 260 Facciam solenne sagrifizio ai Numi Cura indi prenderem del suo ritorno Siccheacute senza fatica e senza affanno La merceacute nostra alla natigravea contrada Lieto e presto si adduca ancor che giaccia 265 Quinci remota In questo mezzo nullo Danno o rischio li noccia infin che ei prema Del piegrave le patrie sponde indi quel fato Sosterragrave che gli attorsero le gravi Parche quando la madre il partorigravea 270 Ma srsquoegli egrave Nume che dal Ciel discese Di nuovo degli Eterni alto consiglio Presagio egrave rsquol venir suo Che insino ad ora Ci si mostracircr palesi nelle sacre Immolate ecatombe ed appo noi 275 Sedeacuteansi a desco e stagravevanci drsquoaccanto Se lor solingo alcun Feace occorre Non si ascondono a lui cheacute aglrsquoimmortali Simiglianti siam noi come i Ciclopi Alla selvaggia stirpe dersquo gigantiraquo 280
η 207 laquoDrsquoaltro Alcigravenoo ti caglia ndash a lui rispose
ODISSEA
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Lrsquoaccorto eroe ndash non io punto somiglio Neacute di statura no neacute di fattezze Ai Numi abitator del Cielo immenso Ma ai debili mortali Anzi a coloro 285 Che gemer sai piugrave di miseria in fondo Posso per doglie acerbe equipararmi Certo udresti da me mali piugrave gravi Dove io ti raccontassi ad uno ad uno Gli infortunii di che mi feacuteo dolente 290 Dersquo Celesti rsquol voler Ma non trsquoincresca Che il cibo al mio languir porga conforto Ancorcheacute il duol mi opprima Cheacute non havvi Pungol piugrave fier del ventre stimolato Dalla fame vorace la ti stringe 295 A rammentar a satisfar sue brame Bencheacute viva angosciato e bencheacute in lutto Abbi la sconsolata anima immersa Cosigrave me strugge rio dolor ma quella A mangiare ed a ber mrsquoeccita sempre 300 Non che a porre in obbligraveo quanto soffersi Deh vrsquoaffrettate al comparir dellrsquoalba Rimandar me infelice al suol natigraveo Me giagrave da tanti afflitto aspri tormenti Oh chrsquoio riveggia i miei paterni campi 305 I servi miei gli alti miei tetti e un tratto Questa chrsquoio spiro aura vital si estinguaraquo
η 226 Fremicircr tutti assentendo e confortando Alcigravenoo a sovvenir di buona scorta Lrsquoospite saggio che sigrave ben ragiona 310 Poicheacute libacircro ed a sua voglia ognuno Bevve se nrsquo gigrave a corcarsi al proprio albergo Restograve solo nellrsquoaula il divo Ulisse Ed Aregravete ed il Re sedeacuteangli accanto Gli arnesi intanto del regal convito 315 Rimossero le ancelle Aregravete bella Prima tra loro a dir si feacuteo cheacute rsquol manto Riconobbe e la tunica leggiadre Vesti che con le fanti Ella giagrave ordigraveo Volta allrsquoIgravetaco Re subito disse 320
η 237 laquoOspite prima interrogarti or bramo Chi sersquo tu Donde vieni E questi panni Chi li ti diegrave Non dicestugrave chrsquoerrante
LIBRO VII
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Pel mare arsquo nostri lidi ti adducestiraquo η 240 E rsquol divo Ulisse laquoNon agevol focircra 325
Raccontarti o Regina a parte a parte I mali di che affligravessermi gli Eterni Pur a ciograve che mrsquointerroghi rispondo Surge nel mezzo al mar quinci remota Lrsquoisola Ogigravegia ivi Calipso ha stanza 330 Del sommo Atlante lrsquoingannevol figlia Dallrsquoaureo crin terribil Dea con cui Nullo neacute nume neacute mortal si unigraveo Me qualche fera Deitagrave ligrave trasse Ondrsquoegravesserle infelice ospite solo 335 Poscia che il mio navil con la rovente Folgor percosse e conquassograve lrsquoOligravempio Nel tenebroso mar Quivi i miei prodi Tutti pericircr solrsquoio drsquoambe le braccia Mrsquoavvinghiando del legno alla carena 340 Errai per nove digrave ma nella buia Decima notte allrsquoisola di Ogigravegia Mi spinsero gli Eterni ove Calipso Bella e terribil diva abita lieta Mrsquoaccolse mi dilesse e mi nutrigravea 345 Dicendo pur di rendermi immortale E di vecchiezza in tutti i tempi immune Ma non mosse il mio cor neacute rsquol persuase Sette anni interi stetti ligrave pur sempre Quelle che diemmi in don vesti divine 350 Irrigando di lagrime Ma quando Lrsquoottavo anno si volse ad esser presto La Dea mrsquoingiunse a sugravebita partenza O di Giove al comando o di sua mente Si mutasse il consiglio accommiatommi 355 Su ben conteste travi e doni molti Diemmi candido pane e vin soave Di adorni mi vestigrave panni immortali E fersquo un destro spirare innocuo vento Per sette e dieci digrave corsquo ripercossi 360 Remi correva sullrsquoequoree vie Al nuovo Sol mi sorsero a rincontro Di questrsquoisola vostra i monti ombrosi A quella vista corsquo sussulti in petto Lieto il cor mi gioigrave Misero ancora 365
ODISSEA
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Forza mi fu lottar con la sventura Che suscitommi incontra Enosigegraveo Incitograve i vegraventi mi fermograve ogni via Immenso il mare sollevograve Del fiotto Lrsquoimpeto non patigrave che me portasse 370 Gemebondo il mio legno Incontinente La tempesta il disperse io pur a nuoto Questo mar misurava fincheacute rsquol vento Sospigravensemi ed il mare ai vostri lidi Lagrave sendo presso ad afferrar la sponda 375 Franto a un gran sasso in disamabil sito Mrsquoavrigravea un maroso se non che rivolto Addietro rinuotai fincheacute ad un fiume Giunsi opportuno assai pagravervemi il loco Sgombro di rocce e pur dal vento indenne 380 Con me stesso mrsquoaffronto e giagrave la piaggia Premea ma caddi esanime Sorgiunta La queta notte sorsi e del bel fiume Sceso da Giove dipartito giacqui Sotto due folti arbusti e mi coversi 385 Drsquoun vasto acervo di cadute fronde Profondo sonno in sen mrsquoinfuse un Dio Lagrave tra le frondi ascoso ancorcheacute afflitto Tutta notte dormigravea dormiva allrsquoalba Neacute mi riscossi ancor sino al meriggio 390 Ma al declinar del Sole il dolce sonno Mi abbandonograve Quandrsquoecco in sulla riva Di tua figlia giocar vidrsquoio le ancelle E lei tra quelle Deitagrave mi parve Merceacute le chiesi ned in lei falligraveo 395 Pensier sagace a gran bontagrave congiunto Tal che indarno trovarlo altri si spera In sigrave florida etagrave cheacute ognor folleggia Dersquo giovani rsquol pensier Diemmi ella in copia Candido pan vin generoso e un bagno 400 Nel chiaro fiume a prender confortommi E queste vesti mi largigrave Quantunque Dolente il veacuter sincero ti narrairaquo
η 298 laquoOspite ndash il Re soggiunse ndash errava in questo La figlia mia perograve chrsquoElla medesma 405 Con le sue ancelle qui dovea condurti Cheacute prima accolse i tuoi supplici voacutetiraquo
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η 302 laquoEroe per tal cagion ndash soggiunse Ulisse ndash Non rampognarmi lrsquoottima fanciulla Di seguitarla ingiugravensemi Ella stessa 410 Con le fantesche pur mi guardai sempre Dallrsquoobbedirle vinto dal rispetto Che nel cor mi spirograve non che da tema Che me veggendo drsquoira trsquoaccendessi Peroccheacute noi mortali in sulla Terra 415 Preda dellrsquoombre siamo e del sospettoraquo
η 309 laquoNon chiudo o forestier nel petto unrsquoalma Che di leggier a stolta ira srsquoinfiammi ndash Alcigravenoo ripigliograve ndash vuogravelsi a tuttrsquoaltre Le sante drsquoonestagrave leacuteggi preporre 420 Deh piaccia a Giove sommo a Febo a Palla Chrsquouom tale qual sersquo tu che arsquo miei concordi Volge in mente i pensier mia figlia impalmi Mio genero si chiami e qui rimanga Un palagio e dovizie ampie otterresti 425 Piacendoti restar ma dersquo Feaci Nullo ti riterragrave contro tua voglia Cheacute tal proposto avrigravea Giove in dispetto Quanto al tuo dipartir tutto fia in punto Allrsquoindimani Ora che il sai trsquoacqueta 430 Vincer dal sonno lagravesciati e riposa Rotto indi fia corsquo remi il mar tranquillo Dai nocchier per condurti al suol natigraveo Od ovunque trsquoaggrada e fosse ancora Al di lagrave dellrsquoEubegravea che in lontananza 435 Grande dicon di noi quersquo di mie genti Che vigravederla quandrsquohanno ivi condotto Il biondo Radamagravento appresso a Tizio Della Terra figliuol Quel digrave medesmo Fornir senza fatica il gran viaggio 440 E fecero al natigraveo loco ritorno Vedrai tu stesso come son perfette Le mie navi ed i giovani possenti Corsquo remi a lanciar su lrsquoequoree spumeraquo
η 329 Detto esultograve lrsquoeroe gli occhi e le palme 445 Levando al Ciel laquoOh Giove padre ndash esclama ndash Tutto che disse farsquo che a pien mrsquoadempia Alcigravenoo Certo a lui sullrsquoalma Terra Gloria verragrave immortale ed a me fia Dato premer del piegrave le patrie riveraquo 450
ODISSEA
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η 334 Queste alterne tra lor movean parole Ma la regina dalle nivee braccia Di por due letti comandograve allrsquoancelle Sotto la loggia e su belle gettarvi Coltrici porporine con distesi 455 Tappeti e molli tuniche vellose Acciograve si copra Fuor dellrsquoaula uscicircro Con faci in man le ancelle Poicheacute il denso Letto in gran fretta apparecchiacircr davanti Gli stettero dicendo laquoOspite sorgi 460 Presto egrave il morbido letto or varsquo e ti corcaraquo
η 343 Tacquero e parve dolce cosa a Ulisse Il sonno Di tal guisa il divo eroe Lagrave nel superbo traforato letto Sotto il sonante portico dormigravea 465 Nersquo penetrali del palagio eccelso Del par Alcigravenoo si corcograve ed Aregravete Sul letto che apprestograve giagravecquegli accanto
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LL II BB RR OO OO TT TT AA VV OO
Lotta drsquoUlisse contro i Feaci
CCOME apparve nel Ciel rosea le dita LrsquoAurora figlia del Mattin repente Di letto Alcigravenoo surse ed al par seco Lrsquoeversor di cittagrave lrsquoinclito Ulisse Alla guida dersquo figli e dellrsquoeroe 5 Mosse prima il Re forte al parlamento Convocato nel porto appo alle navi Come fucircr giunti uno appresso allrsquoaltro Tutti adagiacircrsi sui lucenti marmi Percorrea la cittagrave Pagravellade intanto 10 Del regio banditor le forme assunte Pur dellrsquoIgravetaco eroe volgendo in mente Il ritorno ciascun che per la via Le occorse ella eccitograve con questi accenti
θ 11 laquoSu su prigravencipi e duci igravetene al foro 15 Udrete qual si egrave lrsquoospite che dianzi Giunse errando pel mar drsquoAlcigravenoo ai tetti Bello e grande comrsquoegrave rassembra un Dioraquo
θ 15 Detto infiammograve gli animi tutti Empiecircrsi La vasta piazza ed i sedili a un tratto 20 Di congregate genti ognun contempla Attonito la prole di Laerte Cui sul capo e su gli omeri diffuse Divina grazia lrsquoAtenegravea Minerva E di statura e di vigore il crebbe 25 Percheacute grato arsquo Feaci e venerando Ma terribile un tempo ei si mostrasse E compiesse i certami ove chiamato Perigliarsi dovea corsquo piugrave gagliardi
ODISSEA
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θ 24 Come accolti si fucircro e riuniti 30 Alcigravenoo gli arringograve con questi accenti laquoPrigravencipi dersquo Feaci e condottieri Quello che in seno il cor mi parla udite Questo ignoto stranier chrsquoerrando venne Arsquo tetti miei neacute so se dallrsquoEogravee 35 Genti ovver dallrsquoEspegraverie or ci fa ressa Di ricondurlo alla natigravea contrada E che fermiamo il suo ritorno implora Siamo or quai fummo e scogravertisi Arsquo miei tetti No non mai capitograve straniero alcuno 40 Che gran pezzo gemendo ivi aspettasse La stagion del partir Dunque su via Bruno nel vasto mar lagravencisi un legno Che ad ogni altro precorra e dersquo garzoni Cinquanta e due tra il popolo i piugrave destri 45 Si eleggano Poicheacute nersquo scarmi avvinti I remi avrete ite al palagio e tosto Mense apprestate splendide a cui tutti Interverrete Arsquo giovani ciograve ingiungo Ma voi prenci scettrati al mio palagio 50 Venite acciograve con accoglienze liete Per noi si onori lrsquoospite neacute alcuno Mi si rifiuti Il banditor mi chiami Demogravedoco il divin vate cui rsquol Nume Spira il canto soave ad allettarci 55 Dovunque a poetar lrsquoestro il sospingaraquo
θ 46 Detto precesse Il seguitacircro ad una Gli altri scettrati ed al cantor divino Drizzagravevasi lrsquoaraldo Al lido intanto I cinquanta avviacircrsi e due garzoni 60 Come imposto ebbe il Re Scesi alla piaggia Lanciacircr la nave sui marini abissi Lrsquoalbero alzacircro con le vele i remi Avvolser entro volgitoi di cuoio Disposer tutto a modo e dispiegacircro 65 Delle candide vele il seno al vento Di vegraver la parte donde lrsquoAgraveustro spira Nellrsquoalto mar sospinsero la nave Indi alla reggia il piegrave volsero in fretta Giagrave i portici i cortili e del palagio 70 Lrsquointerne stanze tutte empieano a un tratto
LIBRO VIII
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Giovani e vegli congregati ad una Dodici agnelle il Re immolograve ben otto Verri dal bianco dente e due gran tori Dal vigoroso piegrave Nudacircr dersquo velli 75 Lrsquoostie poacuteserle a brani ed imbandicircro Splendida mensa Sorvenigravea lrsquoaraldo A guida del cantor caro alla Musa Che il ben col mal gli contemprograve degli occhi Il vedovograve ma gli largigrave rsquol bel dono 80 Del dolcissimo canto In su drsquoun seggio Il collocograve drsquoargentee borchie adorno Il banditor nel mezzo ai convitati E rsquol seggio a una colonna alta vi affisse Lrsquoarguta cetra indi a un caviglio appese 85 Sul capo al vate e come a staccar lrsquoabbia Drizzagravendogli la man feacutecelo accorto Elegante gli pose accanto un desco Con un paniere e di vin colmo un nappo Percheacute a suo grado di Liegraveo srsquoallegri 90 Come le mani sulle apposte dapi Ciascuno stese e del mangiar del bere Ebbe nel sen ripresso ogni desigraveo Eccitograve a celebrar la Musa il vate Le gesta degli eroi col nobil canto 95 Di cui la fama sino al Ciel saligraveo La contesa drsquoUlisse e del Pelide Che tra lor giagrave scoppiograve con detti acerbi Nel solenne agli Degravei sacro convito Il maggior degli Atridi in cor gioigravea 100 Che altercasser tra lor dei duci i primi Cheacute Febo lagrave nella divina Pito DrsquoIgravelio cosigrave rsquol cader gli profetava Quandrsquoei varcata la marmorea soglia Consultogravenne lrsquooracolo in quel punto 105 Principio avran gli affanni e le sventure Che sulle Frigie e sulle Dagravenae genti Come Giove fermograve ruineranno
θ 83 Questi i canti del vate inclito Ulisse Con le valide man preso il gran manto 110 Porporino la testa si coverse Ed ascose il bel voacutelto vergognando Versar dagli occhi anzi arsquo Feaci rsquol pianto
ODISSEA
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Come tacque il divin vate lrsquoeroe Rasciutti i lumi si scoprigrave la testa 115 E di dolce licor ricolmo un nappo Libava arsquo Numi Quando poi le corde Ritoccava Demogravedoco e che i duci Rapiti al suon delle soavi note A ricantare gli porgean conforto 120 Nuovamente lrsquoeroe la testa ascosa Piangea celato a tutti Alcigravenoo solo Della grave sua angoscia alfin si avvide Cheacute sedutogli accanto i sospir gravi E rsquol doloroso gemito nrsquoudigravea 125 Arsquo convitati tosto ei si converse
θ 97 laquoPrigravencipi e duci udite omai del cibo Compartito egualmente e della lira Compagna dersquo conviti a pien gioimmo Usciamo or dunque a far nersquo giochi tutti 130 Prova di noi percheacute arsquo paterni tetti Reverso lo stranier narri arsquo suoi fidi Quanto al cesto alla lotta al salto al corso Superate per noi son lrsquoaltre gentiraquo
θ 104 Detto precesse e rsquol seguicircr gli altri Appesa 135 Alla caviglia la sonante cetra Prese indi rsquol banditor per mano il vate E fuori lo guidograve per quella via Che i giochi ad ammirar tennero i duci Ratto al foro pervennero seguiti 140 Da immensa moltitudine tra cui Per cimentarsi sursero non pochi Poderosi garzoni Acronegraveo sorse Nautegraveo Eretmegraveo Ocigravealo ed Elatregraveo Non che Primnegraveo Tooacutene Anabesinegraveo 145 Pontegraveo Anchigravealo levacircrsi ed Anfiagravelo Di Polinegraveo Tectogravenide germoglio Sorse Proregraveo ed Eurigravealo simigliante A Marte fiero struggitor di squadre Di corpo e di beltagrave primo fra tutti 150 Naubogravelide apparigravea dopo lrsquoadorno Laodamante drsquoalti pregi Quivi I tre figli del Re sorser del pari Laodamante ed Alio e rsquol deiforme Clitograveneo Tutti fecircrsi innanzi presti 155
LIBRO VIII
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A gareggiar del ratto piegrave nel corso Della sbarra stendeacuteasi a lor davanti Un lungo spazio i garzon lesti a un tratto Avventacircrsi volarono ed un nembo Di densa polve sollevacircr dal campo 160 Clitograveneo gli altri soverchiograve cheacute quanto Avanzano le mule i lenti buoi Tirando a unrsquoora nel maggese il solco Tanto precorse gli emoli lrsquoeroe Ed il popol raggiunse Indi venuti 165 Allrsquoaspra lotta vincitor dersquo forti Eurigravealo fu nel salto agile e destro Prevalse a tutti Anfigravealo neacute sigrave lunge Niun il disco scagliograve come Elatregraveo Laodamante il real figlio esimio 170 Nel pugile ebbe il vanto Allor che tutti Preser diletto darsquo certami vogravelto Laodamante arsquo suoi compagni disse
θ 133 laquoInterroghiam su via lrsquoospite amici Se apprese se egli sa qualcun dersquo giuochi 175 Certo arsquo fianchi alle gambe ed alle braccia Chi gli pon mente ed al nervoso collo A vil nol prenderagrave cheacute vigor sommo Mostra e nobil natura ned i verdi Anni lrsquoabbandonacircr ma da non pochi 180 Travagli atrito egrave forse Cheacute non havvi Del pelago credrsquoio male piugrave grave Neacute che piugrave lrsquouom bencheacute robusto frangaraquo
θ 140 laquoBen detto ndash Eurigravealo ripigliograve ndash Tu stesso Or varsquo lrsquoassenna e rsquol provoca al cimentoraquo 185
θ 143 Come ciograve udigrave del Re lrsquoinclita prole Trasse nel mezzo ed laquoOrsugrave vien tu ancora Ottimo padre ndash digravessegli ndash nersquo giuochi A far prova di te se alcun ti egrave conto E ben mi penso che nessun tu ignori 190 No non fia chrsquouom gloria maggiore acquisti Che del piegrave si addestrando e della mano Vien dunque e ti cimenta e lrsquoatre cure Caccia in bando dal cor Al tuo viaggio Posto indugio fia breve al mar la nave 195 Ti si varograve giagrave i regravemigi son prestiraquo
θ 152 laquoPercheacute ingiugravengermi ciograve quasi a mio scherno
ODISSEA
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Laodamante ndash rispondeacuteagli Ulisse ndash Affanni piugrave che giochi a me infelice Invadono il pensier cheacute tante doglie 200 Tanti travagli sino ad or sostenni Or qui siedo tra voi dal Re implorando Scorta e dal popol tutto al mio ritornoraquo
θ 158 Al cospetto di tutti Eurigravealo in questa Con tai detti lrsquoassalse laquoOh tu non sei 205 Sembiante ad uom nersquo molti ludi esperto Vaghezza degli eroi ma ben mrsquohai vista Di tal che seggia drsquoun navil sui banchi Capo di ciurma al traffico rivolta Che segna in mente il carco e con il vitto 210 Le rapite sostanze in cura prende Non arieggi tu punto un atletaraquo
θ 165 Lo guatograve bieco Ulisse e gli rispose laquoNon parli onesto ad uom protervo assembri Cosigrave va il Cielo non comparte a tutti 215 Gli amabili suoi doni neacute beltade Neacute ingegno neacute facondia Uno altrui cede In venustagrave ma con parole ornate Lrsquoabbella un Dio gode ciascun che il mira Securo in seacute favella e nersquo consessi 220 Con modestia soave ognor trionfa Quando per la cittagrave vagravessene tutti Lrsquoaffisan come un Dio lrsquoaltro in beltade Con gli Eterni gareggia nondimeno Grazia nel dir non gli si sparge intorno 225 Cosigrave tu sersquo beltagrave perfetta e tale Che miglior non potrigravea formarti un Nume Ma della mente sersquo avventato Lrsquoalma Mi conturbasti fieramente in petto Col tuo dir che trapassa ogni confine 230 Non son dersquo giochi qual tu cianci ignaro Anzi mi penso che tra i primi atleti Noverato giagrave fui quando fidanza Nellrsquoetagrave verde e in queste man ponea Me gli affanni or opprimono e le doglie 235 Cheacute durate ho fatiche aspre e travagli Or corsquo nemici combattendo ed ora I perigliosi flutti trascorrendo Pur mi cimenterograve cheacute il tuo mordace
LIBRO VIII
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Sermon a tal risposta mi sospinseraquo 240 θ 186 Detto corsquo panni che vestigravea irrompendo
Diede lrsquoeroe di piglio a un disco grande E piugrave massiccio e piugrave drsquoassai pesante Di quel di che si valsero tra loro E rsquol rotograve lrsquoavventograve con la man forte 245 Diegrave fier sogravenito il sasso ed i Feaci Regravemigi esperti naviganti illustri Chinacircrsi a terra al transito del sasso Che tutti i segni sorvolograve fuggendo Velocemente dalla man gagliarda 250 Palla il segno piantograve comrsquoebbe assunta Drsquoun mortale la forma ed laquoAnche un cieco Potrigravea ndash gridograve ndash distinguere palpando Il tuo segno o stranier che non commisto Con gli altri sta ma sigrave di tutti egrave rsquol primo 255 Farsquo cor cheacute in questa prova alcun Feace Neacute vincer neacute raggiungerti potrigravearaquo
θ 199 LrsquoIgravetaco Re gioigrave cheacute a seacute benigno Vide un compagno surgere nel circo Con piugrave mite parlar quindi soggiunse 260
θ 202 laquoQuesto tiro attingete indi un piugrave grave Disco avventar o giovani mi penso Havvi cui basti il cor Venga ed in campo Si cimenti con me (cheacute troppo ad ira Mi concitaste) A perigliarsi meco 265 Al pugile alla lotta al corso or venga No dersquo Feaci non ricuso alcuno Laodamante tranne ospite mio Chi pugnar mai vorragrave col dolce amico Stolto ed inetto egrave lrsquouom che si presenta 270 Dersquo certami a contendere la palma A chi ospitale appo straniere genti Ospizio gli largigrave nogravece egli inoltre A seacute medesmo assai Ma quanto agli altri Non tengo a vile e non rifiuto alcuno 275 Ben di lor gagliardigravea vorsquo farmi esperto Al cospetto di tutti Imbelle affatto Qual che il certame sia non son tra i prodi Trattar ben so lo splendidrsquoarco e rsquol primo Saetterograve nellrsquooste avversa un forte 280 Bencheacute molti compagni a lato ei srsquoabbia
ODISSEA
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Postisi in atto di vibrarmi rsquol dardo Me Filottete sol vincea dellrsquoarco Quando appo i Tegraveucri lo tendean gli Argivi Ben superar credrsquoio gli altri mortali 285 Cui rsquol biondo cereal frutto sostenta Pur a gara venir giagrave non vorrei Corsquo prischi eroi con Egravercole ed Eurito DrsquoEcagravelia il Re che di frecciar nellrsquoarte Gli Eterni stessi provocare osacircro 290 Cadde quindi repente il grande Eurito Ned a vecchiezza in sua magion pervenne Peroccheacute lui che allrsquoarco il disfidava Irato Apollo di sua man trafisse Col giavellotto poi colpisco un segno 295 Che altri non fiederagrave col dardo mai Del piegrave sol temo non alcun Feace Mi superi nel corso cheacute le molte Onde fecer di me crudel governo E rsquol cibo mi falligrave quando che il turbo 300 La nave mi sommerse e quindi or sento Affaticate sciocircrmisi le membraraquo
θ 234 Stavan tutti in silenzio Alcigravenoo solo Rispose laquoO forestier quel di che parli Increacutescerci non puograve feacutesti palese 305 La destrezza e la forza che non mai Si scompagnan da Te Giusta ira trsquoarse Contro costui che si levograve nel circo Ad oltraggiarti ma nessun mortale Disconosce il valor che in te srsquoannida 310
Nullo che sa ridir ciograve che la voce Della giustizia gli ragiona al core Or pon mente e mrsquoascolta accioccheacute quando A desco sederai nel tuo palagio Con la sposa e corsquo figli e della nostra 315 Virtugrave ti sovverrai narri a qualcuno Dersquo prodi che ti accerchiano quai fucircro Gli studi che nrsquoimpose il Fulminante Sin dalla prima origine degli avi Non del cesto aspiriamo e della lotta 320 Agli onor primi ma veloci al corso Siamo e nel destro navigar maestri Sempre i conviti a noi cari e la cetra
LIBRO VIII
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La danza ed il mutar di vesti adorne Ed i lavacri tiepidi e gli amori 325 Su su Feaci danzatori egregi Movete lrsquoagil piegrave sigrave che arsquo suoi cari Reduce lo stranier narri in sue case Quanto al nautico studio ed alla corsa Al ballo e nella egregia arte dersquo carmi 330 Tutti di lunga man gli altri avanziamo Rechi al vate qualcun lrsquoarguta cetra Che in qualche parte del palagio or penderaquo
θ 256 Detto sorse lrsquoaraldo e vegraver la reggia La soave a portar cetra avviosse 335 Nove allora srsquoalzar capi preposti Del popol a dispor lrsquoordin dersquo giuochi Spianar ersquo rsquol circo e ne allargacircro il giro Tornograve lrsquoaraldo si accostograve e la lira A Demogravedoco porse che nel mezzo 340 Del circo si adagiograve Stagravevangli attorno Sul fior degli anni danzatori egregi Che percotean del piede agile il circo Gli sfolgorii dersquo piegrave tacito ammira Oppresso di stupor drsquoIgravetaca il rege 345
θ 266 Tocca dal vate la sonora cetra Dolce cantograve di Marte e di Ciprigna Adorna rsquol crin di serto aureo gli amori Ed il primo gioir loro nellrsquoalta Del Re Vulcano splendida magione 350 Celatamente Molti doni offerse Marte con che disonestograve del nume Ignipotente il letto A farlo accorto Lrsquoetereo Sol ratto venigravea che in grembo Uno dellrsquoaltro vigravedeli commisti 355 Lrsquoannunzio udito doloroso corse Vulcano alla fucina e in questo mezzo Nel profondo del cor cercograve un consiglio Per trar da quersquo nocenti aspra vendetta Piantograve sul ceppo enorme incude e diessi 360 Ad ordire lacciuoi che neacute spezzarsi Neacute sciocircr mai si potessero ma sempre Quivi stesser immoti Ordite chrsquoebbe Le insidie irato a Marte ir si affrettava Alla stanza superna dove molli 365
ODISSEA
120
Giacean le piume del giagrave caro letto Della lettiera arsquo piegrave sparse per tutto A cerchio i lacci e giugrave darsquo travi ancora Parecchi ne mandograve tenui del pari Che le fila drsquoaragna ed eran posti 370 Con magistero tal che niun ned anche Potrigravea lrsquoocchio drsquoun nume affigurarli Come gli ebbe disposti al letto intorno Drsquoir in Lenno cittagrave forte ed a lui Dellrsquoaltre assai diletta piugrave srsquoinfinse 375 Neacute giagrave con adombrati occhi esplorava Marte che drsquoaureo fren regge i destrieri Come si dipartigrave lrsquoinclito fabbro Alla costui magion corse veloce Pur di gioir di Vegravenere bramoso 380 Ritornata pur dianzi era la Diva Dal padre onnipossente ed in sua stanza In disparte posava eacutentravi Marte E streacutettala per man nomolla e disse
θ 292 laquoVien meco o bella dea su questo letto 385 Vien del tuo dolce amplesso a consolarmi Vulcan si dipartigrave vagravessene a Lenno Appo quersquo Sintii dal parlar selvaggioraquo
θ 295 Detto parve il giacer grato alla Diva Salser ambo le piume e si corcacircro 390 Ed ecco i lacci di Vulcan fattura Spargersi ed allacciar ambo gli amanti Sigrave che mover neacute sciocircr potean le membra Feacutecersi accorti al fin che eran precise Tutte per essi del fuggir le vie 395 Vulcano in questa appregravessasi reverso Pria drsquoir in Lenno cheacute dallrsquoalto il Sole Esplorator lrsquoevento gli chiarigraveo Difilosse arsquo suoi tetti rsquol doloroso Giunto alla soglia srsquoarrestograve ed acceso 400 Drsquoira selvaggia rsquol cor a esaudirlo Tutti invocava dellrsquoOlimpo i Numi
θ 306 laquoO Giove padre o Sempiterni tutti Deh venite a veder questrsquoopre turpi Intollerande Me dal piegrave distorto 405 Svergogna ognor la figlia del Tonante Vegravenere che drsquoamor tutta si strugge
LIBRO VIII
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Del fiero Marte come quei chrsquoegrave bello Rapido al corso ed io son tardo e fiacco Accagionar di ciograve nullo pur vuogravelsi 410 Salvo i miei genitor Deh percheacute mai Queste spirar mi fecircro aure vitali Vedete lagrave come in amor congiunti Salsero il letto mio Tristezza e lutto A sigrave fiero spettacolo mrsquoopprime 415 Certo mi penso di tal guisa avvinti Star non vorrigravean ned anche un sol momento Bencheacute sigrave accesi lrsquoun dallrsquoaltro tosto Non vorranno mai piugrave dormir congiunti Ma questi inganni astuti e questi nodi 420 Stretti li riterranno infin che il padre Tornati mrsquoabbia tutti quanti i doni Chrsquoegli srsquoebbe da me quel digrave che questa Svergognata fanciulla a sposa diemmi Perfetta in vero egrave sua beltagrave pur mai 425 Le invereconde brame non affrenaraquo
θ 321 Tacque ed alla magion sul bronzo estrutta Congregacircrsi gli Degravei Nettun se nrsquo venne DellrsquoOrbe quassator venne Mercurio Soccorrevole Iddio Febo sorvenne 430 Re dallrsquoarco drsquoargento Vergognando Chiusa in sua stanza vi risteacute ogni Diva Ma drsquoogni ben larghi datori i Numi Nel portico arrestacircrsi E tra lor surse Immenso riso pur mirando lrsquoarte 435 Dellrsquoindustre Vulcano Ed al vicino Alcun converso in tal sentenza uscigraveo
θ 329 laquoOpra iniqua non mai prospera egrave vinto Lrsquoagile dal piugrave tardo Ecco or Vulcano Sigrave tardo Marte colse in fra gli Oligravempii 440 Velocissimo Iddio Quantunque zoppo Con lrsquoarte il soverchiograve tanto che a dritto Tocircr gli puograve degli adugravelteri la multaraquo
θ 333 Alternavan tai detti allor che Febo Vogravelto a Mercurio laquoO del Tonante figlio 445 Largitor drsquoogni ben vorrestugrave avvinto Da nodi sigrave tenaci in questo letto Alla bionda giacer Vegravenere accantoraquo
θ 338 laquoDeh ciograve pur fosse o re dallrsquoarco Apollo
ODISSEA
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ndash Ripigliograve tosto il Messagger celeste ndash 450 E me tre volte tanti e vie piugrave forti Tengan legami drsquoogni parte avvinto E voi fitto in me solo abbiate il guardo O Numi o Dive tutte io nondimeno Allrsquoaurea giacerograve Vegravenere accantoraquo 455
θ 343 Mosser quersquo detti a novo riso i Numi Salvo Nettun che al Nume ignipotente Porger non mai cessograve fervide preci Che Marte liberasse e soggiungea laquoSciograveglilo degli Eterni alla presenza 460 Marte satisferagrave come tu ingiungi Quanto rsquol giusto domanda io rsquol ti promettoraquo
θ 350 laquoO della Terra scotitor ndash soggiunse Lrsquooffeso drsquoambo i piedi inclito Iddio ndash Mal ti si addice un tal comandamento 465 Trista egrave la securtagrave data persquo tristi Se Marte fugge e fragravencasi ad un tempo Del debito e dersquo lacci ondrsquoora egrave avvinto Potrograve forse dersquo numi anche al cospetto Costrigravengerti a servar ciograve che or promettiraquo 470
θ 354 laquoVulcan ndash soggiunse il magno Enosigegraveo ndash Se Marte fugge e rsquol debito non solve Mi ti lego per fede io di scontarloraquo E Vulcan laquoRifiutar la tua promessa Focircra men che decente e men che giustoraquo 475
θ 359 Sigrave dicendo spezzograve del Dio la forza Lrsquoaspra catena Come furon sciolti Via gli amanti fuggirono Gradivo Lagravenciasi in Tracia riparograve la Diva Del riso amica a Cipri ed entrograve in Pafo 480 Ove le egrave sacro verdeggiante un bosco Ed unrsquoara odorata ove le Grazie Le candide alla Dea membra lavacircro Indi sparser su lei divina essenza Che vie piugrave la beltagrave dersquo Numi infiora 485 Vesticircrla in fin drsquoun abito sigrave adorno Che a vederlo miracolo parea
θ 367 Cosigrave cantograve lrsquoinclito vate Ulisse Giubilando lrsquoudigravea del par che tutti I di Feacia naviganti illustri 490
θ 370 Ad Alio il Re ed a Laodamante
LIBRO VIII
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A danzar soli nellrsquoarena ingiunse Cheacute niun con loro gareggiare ardigravea
θ 372 Dato di piglio ad una porporina Palla superba che lor feacutea lrsquoindustre 495 Pogravelibo su fino alle fosche nubi Curvato indietro un lrsquoavventava lrsquoaltro Spiccandosi dal suol drsquoun agil salto Agevolmente respingeacuteala prima Chrsquoei si avesse del piegrave tocco la terra 500 Lanciata a posta lor la palla ad alto Con alterne danzacircr volte e rivolte Sullrsquoalma terra i giovani nel circo Fremendo tripudiando plaudendo Levarono un rumor chrsquoigraveva alle stelle 505
θ 382 laquoO tra le genti tutte il piugrave famoso Alcigravenoo Re ndash soggiunse il divo Ulisse ndash Certo che a gran ragion mi promettesti Meravigliosi danzatori or ecco Con lrsquoalma oppressa di stupor gli ammiroraquo 510
θ 385 Giubilograve arsquo detti suoi la sacra possa DrsquoAlcigravenoo Re rivolto indi arsquo Feaci Celebri naviganti a dir si tolse
θ 387 laquoPrigravencipi dersquo Feaci e condottieri Udite oltre ogni dir pagravermi assennato 515 Il forestier Su via come si addice Drsquoospitali per noi doni si onori Tengon di questo popolo il governo Dodici capi illustri ed io tra loro Tredicesimo siedo Ognun di noi 520 Nitido manto e tunica e di schietto Oro un talento apporti ondrsquoor qui tutti Tra mano avendo lrsquoospite i presenti Esultante nellrsquoanimo srsquoavvigravei Alla cena imbandita Eurigravealo il plachi 525 Con detti amici ed un bel don cheacute a torto Con men che onesti detti lo trafisseraquo
θ 398 Assenticircr tutti ed a portare i doni Ciascuno il proprio banditor spedigravea
θ 400 Eurigravealo in questa laquoAlcigravenoo Re fra tutte 530 Queste genti il piugrave grande e rsquol piugrave possente Placherograve il forestier come tu imponi Questo brando drsquoacciar vorsquo dargli lrsquoelsa
ODISSEA
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Drsquoargento splende e di pur morsquo tagliato Avorio la vagina intorno il cinge 535 Nol terragrave credo per ignobil donoraquo
θ 406 Detto la spada in man drsquoargentee borchie Pose drsquoUlisse e con parlar veloce
θ 408 laquoDeh salve ospite padre poicheacute grave Parola si proferse incontinente 540 Via sullrsquoale del turbine se nrsquo voli Cosigrave gli Eterni Degravei della tua donna Ti concedan lrsquoaspetto ed il ritorno Alla terra natigravea poi che gran tempo Lunge dai cari tuoi soffri pur tantoraquo 545
θ 412 laquoE tu pur salve amato Eurigravealo ndash ratto Rispoacutesegli lrsquoeroe ndash fauste gli Eterni Tutte cose concegravedanti ned uopo Stringer ti possa mai di questo brando Che a me con detti drsquoamistagrave porgestiraquo 550 Tacque e la spada agli omeri sospese
θ 417 Giagrave declinava il Sol quando fucircr posti Glrsquoincliti doni al divo Ulisse innanzi Dai banditor portati nella reggia Tolti li collocacircr drsquoAlcigravenoo i figli 555 Allrsquoorrevole lor madre davante Fagravettosi guida arsquo prenci il Re possente Tutti sovrrsquoalti seggi entrati appena Sedettero ed allor volta ad Aregravete La sacra possa del Re Alcigravenoo disse 560
θ 424 laquoDeh porta o donna mia lrsquoarca piugrave adorna E la piugrave bella in che stendere un manto Nitido ed una tunica ti piaccia Farsquo che di bronzo un vaso in sulla fiamma Srsquoimponga a intiepidir limpida linfa 565 Acciograve preso che avragrave lrsquoospite il bagno E visto in lungo posti ordine i doni Che qui recacircrgli dersquo Feaci i primi Piugrave gradisca il convito e piugrave soave Lrsquoinclito canto gli discenda al core 570 Io questa dar gli vorsquo mia coppa drsquooro Miracolo dellrsquoarte acciograve che sempre Ripensi a me quandrsquoei nel suo palagio Liberagrave al Fulminante e agli altri Eterniraquo
θ 433 Detto un largo treppiegrave porre in sul fuoco 575
LIBRO VIII
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Aregravete tosto alle fantesche ingiunse Quelle posto il treppiede in su le brage Vrsquoinfuser lrsquoacqua e le raccolte schegge Vi acceser sotto circondacircr le vampe Del cavo rame i fianchi incontinente 580 E lrsquoonda ribolligrave Recava intanto Splendida unrsquoarca dallrsquointerne stanze Aregravete in che depose i ricchi doni Le vesti e lrsquoor che al forestier largicircro I Feacesi indi ella stessa un vago 585 Ammanto ed una tunica vi aggiunse Volgegravendosi allrsquoeroe con questi accenti
θ 443 laquoOr pon mente al coverchio e drsquoun tuo nodo Di subito il distringi acciograve per via Non trsquoincolga nel pin danno nel tempo 590 Che gli occhi a ti gravar scenderagrave il sonnoraquo
θ 446 Come ciograve udigrave ratto adattograve rsquol coverchio Il divo Ulisse e rsquol vario ed intricato Nodo formograve di cui gli pose in mente Il magistero la scaltrita Circe 595 E qui nel bagno a entrar la dispensiera Il confortava Giubilando ei scorse I tiepidi lavacri il cui ristoro Gli falligraveo sin dal digrave che dalle grotte Si partigrave di Calipso auri-chiomata 600 Dove drsquoagi andograve lieto al par drsquoun Nume Lavato ed unto di soavi essenze Come lrsquoebber le ancelle il rivesticircro Di tunica leggiadra e di bel manto Ed ei del bagno uscito a trovar mosse 605 I convitati a lieta mensa accolti Nausigravecaa adorna di beltagrave celeste Dellrsquoaula eccelsa ferma in sullrsquoentrata Gli occhi intende allrsquoeroe lrsquoammira e laquoSalve Ospite mio ndash dicea ndash giunto arsquo tuoi lari 610 Non obbliarmi da me prima avesti Ciograve che in sen ti serbograve vivi gli spirtiraquo
θ 463 E lrsquoIgravetaco sagace laquoInclita prole DrsquoAlcigravenoo illustre cosigrave a me lrsquoOligravempio Conceda il tetto avito e chrsquoio riveggia 615 Spuntare alfine il digrave del mio ritorno Comrsquoio sempre anche lagrave qual Diva sempre
ODISSEA
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Trsquoonorerograve trsquoimplorerograve cheacute questa Aura chrsquoio spiro o vergine egrave tuo donoraquo
θ 469 Detto in bel seggio accanto al Re si assise 620 Giagrave compartigraveansi le vivande e rsquol dolce Licor mesceacuteasi nelle coppe In questa Lrsquoaraldo si accostograve per man guidando Lrsquoonorato da tutti amabil vate Lrsquoadagiograve in mezzo arsquo convitati ovrsquoalta 625 Colonna al tergo gli facea sostegno Dal dosso di un cinghial dispiccograve Ulisse Un brano intanto drsquoadipe fasciato E di cui parte anche restograve indi vogravelto Allrsquoaraldo laquoTersquo ndash disse ndash al vate il porta 630 Percheacute ei si pasca e chrsquoio li mando aggiungi Bencheacute dolente i piugrave cari saluti Degni di riverenza e di onor sono Piugrave che tutti i mortali i vati a cui Soavi melodie la Musa insegna 635 E nella schiera lor pone il suo amoreraquo Andograve col don lrsquoaraldo ed allrsquoeroe Demogravedoco il portograve che lieto il prese Steser in questa sullrsquoapposte dapi Le mani i convitati e poicheacute drsquoesca 640 Ebbono e di licor la brama estinta Drizzograve Ulisse al cantor cotesti accenti
θ 487 laquoCerto nella divina arte dersquo carmi Te fra i mortali tutti io tengo il primo Demogravedoco che Te una Musa figlia 645 Di Giove ammaestrava o Febo stesso Nobile vate Oh quanto il fato avverso Degli Argivi e le imprese ed i sofferti Guerrieri affanni e tutto chrsquoessi opracircro Mirabilmente canti Appunto come 650 Presente fossi o rsquol ti dicesser elli Or via deh segui e digredendo canta Il gran cavallo che drsquointeste travi Epegraveo scorto da Pagravellade construsse Mole che penetrar feacuteo nella rocca 655 Insidiando il divo Ulisse poscia Che gli ascose nel grembo inclita schiera Per cui Troia fu giagrave cacciata al fondo Se fil filo dirai siffatti eventi
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Attestare mrsquoudran gli umani tutti 660 Subitamente che benigno un Nume Cotesto trsquoinspirograve canto sublimeraquo
θ 499 Agitato da un Dio fersquo tosto il vate Risuonare i suoi canti e narrograve in prima Come gittato nelle tende il fuoco 665 Montacircro i legni e navigacircr gli Argivi Gli altri drsquointorno al valoroso Ulisse Sedean nel grembo del cavallo ascosi Tra il popolo dersquo Trogravei percheacute ersquo medesmi Allrsquoardua rocca in vetta il trascinacircro 670 La mole ivi torreggia assise intorno Incerti avvisi aprigravean le Iligraveache turbe Tre sentenze agitagravevansi od il cavo Legno spezzar col ferro o tratto ad alto Precipitarlo sullrsquoalpestri rocce 675 Od assentir che immane adornamento Quivi resti a placar lrsquoira dersquo Numi Questrsquoultima prevalse Igravelio ebbe in fato Dallrsquoimo ruinar quando in suo grembo Accolto avesse quel cavallo enorme 680 In che seggendo i piugrave valenti Argivi Porterebbero arsquo Trogravei sterminio e morte Cantograve indi rsquol vate che del cieco agguato Fuor gli Argivi versagravetisi lrsquoeccelsa Disertavan cittagrave che mentre gli altri 685 Prodi al suol lrsquoadeguavano giagrave Ulisse Qual Marte corse col minore Atride Di Deigravefobo ai tetti ove un orrendo Conflitto a sostener ebbe da cui Auspice Palla vincitor nrsquouscigraveo 690
θ 521 Questi del vate i canti Intenerito Struggeacuteasi Ulisse e giugrave dalle palpegravebre Scorrea le gote ad irrigargli rsquol pianto Qual donna piange il suo sposo diletto Che alla cittagrave davante e al popol cadde 695 Respingendo dai figli e dalla terra Natigravea lrsquoultimo giorno ella che il vede Palpitar moribondo ansia e gemente Sovra lui si abbandona al sen lo stringe Empiendo lrsquoaere drsquoululi e di strida 700 Mentre i nemici col calcio dellrsquoasta
ODISSEA
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Percotegravendole gli omeri e le terga La traggono a patir travagli e strazio In dura schiavitugrave vie piugrave allor vinta Da immenso affanno sullrsquoemunte guance 705 Largo e dirotto le discorre il pianto Cosigrave Ulisse piangea Pur tenne ascose Le dolorose lagrime agli astanti Ned accorto si fersquo che Alcigravenoo solo Sedutogli drsquoappresso e che i sospiri 710 Gravi nrsquoudigravea perograve vogravelto arsquo Feaci
θ 536 laquoO prenci ndash disse ndash o condottier deh rsquol vate Sospenda il suono dellrsquoarguta cetra Cheacute gradito del par non giunge a tutti Dersquo suoi carmi rsquol tenor Sin dal momento 715 Che le mense levacircrsi e che agitato Demogravedoco da un Dio volar fersquo il carme Dal gemer non risteacute lrsquoospite mai Certo glrsquoinvase rsquol cor grave cordoglio Dunque rsquol vate desista acciograve che tutti 720 Diagravemci insieme al gioir lrsquoospite e noi Ecco ciograve che fia bello Egrave presta omai Pel venerando forestier la scorta Ersquo doni che gli offrimmo affettuosi Chi senso ha in core e fior di senno tiegravensi 725 Lrsquoospite e rsquol pellegrin come fratello Perograve tu ancora non celarmi ad arte Quel di che voglio interrogarti meglio Ti torneragrave chiarirmi il vero Or dimmi Di qual nome la madre e rsquol genitore 730 I cittadini ersquo tuoi vicin chiamacircrti Peroccheacute niun mortal codardo o prode Senza nome non vrsquoha ma darsquo suoi cari Parenti gli egrave nel digrave natale imposto Dimmi la tua contrada e la tua gente 735 E la cittagrave sigrave che colagrave diritto Ti porti il senno delle navi nostre Non di nocchier non uopo hanno di temo Al par degli altri di Feacia i legni Ma sanno appien la mente ed il consiglio 740 Dersquo mortali e conoscono di tutti I pingui campi e le cittagrave involuti Drsquoombra e di nubi varcano veloci
LIBRO VIII
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Lrsquoondoso mar neacute di patir dannaggio Neacute tema di perir pregravendeli mai 745 Pur ecco ciograve che raccontar dal padre Nausigravetoo intesi un digrave che irato a noi Era Nettun percheacute senza alcun rischio Riconduciamo alla natigravea contrada Ogni mortale e soggiungea che un saldo 750 Legno dersquo nostri un digrave focircra disfatto Nel mare tenebroso al suo ritorno E che unrsquoalta montagna ruinando Struggeragrave la cittagrave Cosigrave rsquol buon veglio Ma sta del Dio in baligravea porre ad effetto 755 Questi disegni o preterirli Intanto Deh mi rispondi e rsquol veacuter nagraverrami aperto Dove errando sersquo ito e quali terre Visitasti e quai popoli e le ricche Popolate cittagrave lor mi descrivi 760 Dimmi se crudi fucircr selvaggi ingiusti Od ospitali e cari arsquo Sempiterni Dimmi alfin percheacute piangi e percheacute tanto Sin dallrsquoimo del cor gemi e sospiri Quando il fato infelice e le rie stragi 765 Dersquo Dagravenai degli Argivi e drsquoIgravelio ascolti Gli Eterni ordicircrlo e di cotanti Eroi Fermacircr le morti percheacute fosser tema Alle future etagrave drsquoutile canto O ti perigrave sotto le Iligraveache mura 770 Genero egregio o suocero congiunti Piugrave cari al nostro cor dopo coloro Del nostro sangue e della stirpe nostra O perir vedestugrave forse un valente Compagno affettuoso un tal compagno 775 Ricco di senno ad un fratel si agguagliaraquo
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LL II BB RR OO NN OO NN OO
Il Ciclope
laquoAALCIgraveNOO Re vie piugrave di tutti illustre Tra queste genti ndash replicava Ulisse ndash Bello egrave tal vate udir che ai numi assembra Cantando No proporsi un piugrave giocondo Fine lrsquouom non potrigravea del veder tutto 5 Un popolo in gran festa e in lungo assisi Ordine i convitati intorno a mense Ricche del Cereal dono e di dapi Ascoltar di gentil vate il concento Mentre il coppier dallrsquourne il vino attigne 10 E nrsquoempie i nappi che ministra in giro Ecco ciograve che oltre modo a me par bello Ma poicheacute tu saper desii le gravi Mie disventure rinnovar mi egrave forza I sospiri e le lagrime Qual prima 15 Qual poi qual raccontarti ultima deggio Che di guai molti oppregravessermi gli Eterni Prima il mio nome cheacute se al fier destino Sfuggirograve te vorsquo accocircrre ospite mio Quantunque abitator drsquouna contrada 20 Quinci remota Prole di Laerte Ulisse mi son io Per belliche arti A tutte genti in pregio e la cui gloria Sino al Ciel giagrave saligrave Lrsquooccidentale Igravetaca tengo ursquo rsquol Negraverito si estolle 25 Sul cui selvoso dorso unqua non tace Lo stormir delle frondi Ad essa intorno Giaccion una appo lrsquoaltra isole molte Duligravechio Same e Zacinto selvosa
LIBRO IX
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Fuori del suol marin non molto il lito 30 DrsquoIgravetaca surge che allrsquooccaso egrave volta (Vegraver lrsquoaurora ed il Sol mirano lrsquoaltre) Aspra egrave di rocce ma nutrice esimia Di forte gioventugrave neacute veder posso Della terra natigravea loco piugrave dolce 35 Calipso orrevol Dea me invan ritenne Nelle sue grotte vinta dal desigraveo Di fagravermisi consorte invan lrsquoastuta Circe che regna lagrave lrsquoisola Eegravea Me in suo palagio ritenea bramosa 40 Pur drsquoavermi a suo sposo cheacute non mai Hagravennomi rsquol cor qui dentro persuaso Tanto dolce egrave lrsquoamor del natigraveo loco E dersquo parenti ned un ricco albergo A confortar varragrave chi darsquo suoi cari 45 In terra estrania vigravevesi disgiunto Ma poicheacute tanto di saper trsquoaggrada Quel che lrsquoOligravempio Sir diemmi da Troia Doloroso ritorno io rsquol ti racconto
ι 39 Dipartiti di lagrave me rsquol vento spinse 50 Alle piagge dersquo Cigraveconi rimpetto DrsquoIgravesmaro alla cittagrave chrsquoio saccheggiai Posti col ferro gli abitanti a morte Giagrave le spose rapite e le dovizie Compartimmo del par tutta la preda 55 Qui gli esortai fuggir con piegrave veloce Ma gli stolti al mio dir non obbedicircro Quivi sul lito a tracannar si diecircro Gran copia di Liegraveo molte sgozzando Pecore e tori dal flessibil piede 60 In questo mezzo i Cigraveconi gridacircro Chrsquoeran molti e gagliardi e che piugrave addentro Albergavano Sperti eran costoro A pugnar su drsquoun carro ed al bisogno A fermo piede Mattutini accorsero 65 Quanti ha foglie ed ha fior la Primavera Ma di Giove il destin miseri in questa Addosso ci piombograve per disertarci Schierati anzi alle navi ci assaltacircro Con alterno vibrar di ferrate aste 70 Fincheacute la mattutina ora splendea
ODISSEA
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E crebbe il sacro digrave far testa ardimmo Bencheacute fossero innumeri ma quando Dechinograve il Sole vegraver lrsquoOccaso e rsquol tempo Rimenograve che dal giogo i buoi si sciolgono 75 Tal fecircr impeto i Cigraveconi che in fuga Travolsero gli Achei Perdeacute ogni nave Sei valenti guerrier gli altri alla morte Non che di Giove al fier destin fuggimmo
ι 62 Tolti di lagrave ci rimbarcammo lieti 80 Per la schivata morte e mesti ad una Persquo cari nostri uccisi Neacute processe Col remigar veloce il navil mio Pria che fosser da noi per tre fiate Chiamati a nome i compagni infelici 85 Che morti fucircr dai Cigraveconi sul campo LrsquoEterno in questa adunator di nembi Boreal contro suscitogravenne un turbo Con terribil procella e drsquoatre nubi La terra a un tempo e rsquol pelago coverse 90 Notte dal Ciel precipitograve Di fianco Percossi i legni corrono e le vele Squarcia ed isbatte in tre pezzi ed in quattro Con rauchi stridi lrsquoimpeto del vento Impauriti le piegammo e ratto 95 Riparammo le navi al continente Ivi due notti ivi due digrave giacemmo Affaticati e rsquol duol rodeacuteaci rsquol core Ma come lrsquoalba dallrsquoaurate chiome Rimenograve rsquol terzo digrave le antenne alzate 100 Sparse le vele risalimmo i legni Cui rsquol vento ed i nocchier reggeano il corso Speme sorgeacuteami rsquon cor che alfin indenne Afferrar potessrsquoio le patrie sponde Se non che mentre la Malegravea girava 105 Bograverea e del mar le rapide correnti Di Cigravetera lontan mrsquohanno respinto
ι 82 Quivi per nove digrave contrari vegraventi Ne trabalzacircr sul mar pescoso Alfine Nel decimo approdammo alla contrada 110 Dersquo Lotogravefagi a cui florida pianta Fornisce il nutrimento Al lito scesi Acqua attignemmo e tosto appo le navi
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Pasteggiammo Di cibo e di bevande Confortati tra i miei scelti due prodi 115 Ed un araldo aggiuntovi per terzo Ad esplorar li mando a farmi conti Quai popoli colagrave nutre la terra Partiti corsquo Lotogravefagi affrontacircrsi Neacute questi arsquo prodi miei tramacircr la morte 120 Ma porser loro a savorare il loto Chi tra loro gustograve lrsquoesca soave Non le novelle riportar srsquoinvoglia Neacute redire vuol piugrave ma restar quivi Con quelle genti e per gustare il loto 125 Ponevan la natigravea terra in obbligraveo Ma io per forza comeccheacute piangenti Al navile li trassi e sotto i banchi Dersquo regravemigi gli avvinsi Agli altri indissi Sui ratti legni rimontar non forse 130 Gustato il loto da qualcun gli uscisse Di mente il suol natigraveo Quei salser tosto Ed in lungo sui banchi ordine assisi Battean corsquo remi il pelago spumante
ι 105 Di lagrave mesti sarpammo ed alla terra 135 Approdammo dersquo Cigraveclopi superbi Non da leggi infrenati Ogni fidanza Negli Eterni riposta ei di lor mano Ned arbor pongon mai neacute frangon zolla Inarata la terra e inseminata 140 Merceacute di Giove lrsquoopportuna pioggia Tutto produce orzo frumento e viti Carche di gran racemi onde si spreme Generoso licor Presso costoro Neacute si consulta in pubblica adunanza 145 Neacute vi srsquoordinan leggi In cave grotte Vivon dersquo monti sullrsquoeccelse cime Ciascun regge i suoi figli e la sua donna E farsi ligio altrui nullo consente
ι 116 Della terra dersquo Cigraveclopi in cospetto 150 Neacute vicina drsquoassai neacute lunge sorge Unrsquoisoletta col selvoso dorso Non poche schiere di silvestri capre Pascono quivi che travolte in fuga Non van da umano piegrave neacute vrsquoimprimrsquoorma 155
ODISSEA
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Il cacciator che tante aspre fatiche Dura le selve percorrendo ersquo gioghi Neacute vi pasce il pastor greggia neacute solco Lrsquoaratore vi segna Orba drsquoumani Inseminata resta e inculta sempre 160 Neacute dagrave pastura che a belanti capre Poicheacute neacute nave di vermiglia proda Rinverresti appo i Ciclopi neacute fabbro Di larghi legni construttor con cui Alterni uffizi pregravestansi i mortali 165 Visitando cittagrave di estranie genti Tali i disegni son che il mar varcando Gli umani spesso pongono ad effetto Di tal guisa potrebbero i Ciclopi Popolar lrsquoisoletta e coltivarla 170 Ned isteril egrave giagrave ma tutto al tempo Produrrigravea ligrave del mar canuto in riva Drsquoerba lieti e di fior stegravendersi scorgi Irrigui prati neacute la vite mai Focircra di ricchi grappoli in difetto 175 Agevole al lavoro ad ogni autunno Folte del mietitor sotto la falce Lrsquoalte spighe cadrebbono cotanta Egrave della terra lrsquoubertagrave Capace Nellrsquoisoletta ancora agravepresi un porto 180 Dove non ti egrave mestier drsquoagravencora o fune Dove nullo ritegno i legni annoda Tocco il lito colagrave posan quieti Fincheacute brama il nocchier fino a che il vento Propizio spiri Lagrave del porto a capo 185 Limpida sotto un antro acqua discorre Drsquoalti frondosi pioppi incoronato Quivi approdammo per lrsquooscura notte Certo un Dio ne guidograve cheacute per noi nulla Si discerneva ombragravevasi di densa 190 Caligine il navil neacute risplendea Di Ciel la Luna tra le nubi ascosa Quivi alcuno neacute lrsquoisola neacute i vasti Flutti vide rotantisi in sul lido Che quando a proda giagrave corser le navi 195 Entrati appena raccogliam le vele Nel lito ci gettiam vinti dal sonno
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Aspettavamo il sorgere dellrsquoalba ι 152 ComrsquoElla apparve percorremmo intorno
Meravigliando lrsquoisola Le Ninfe 200 Prole di Giove dallrsquoalpestri cime Cacciacircro in basso le montane capre Acciograve il convito appregravestinsi i compagni Ratto dai legni i curvi archi ed i lunghi Giavellotti prendemmo ed in tre schiere 205 Divisi a saettarle impeto femmo Ricca in breve ci diegrave preda uno Iddio Dodici navi mi seguigravean ciascuna Nove capre sortigrave dieci a me solo Trascelsero Quel digrave fino a che il Sole 210 Dechinograve sedevamo a mensa lieta Di carni in copia e di licor soave Neacute rsquol vermiglio licor era per anche Esausto nel navil peroccheacute grande Copia nelle capaci urne attignemmo 215 Quel digrave che devastammo dersquo Cicograveni La sacrata cittagrave Gli occhi intendendo Alla terra dersquo Cigraveclopi vicina Il fumo vi scorgemmo e le lor voci Misto al belar drsquoagni e di capre udimmo 220 Ascoso il Sol sorgiunte le tenegravebre Ci gettammo sul lito e sorta lrsquoalba Tutti adunati i miei cosigrave a dir tolsi
ι 172 ldquoQui rimanete o miei fidi compagni Mentrrsquoio vo ad esplorar col legno mio 225 Qual gente egrave questa se oltraggiosa e fiera E del giusto nemica o se distende Soccorrevole destra ai pellegrini E con pia mente i sempiterni adorirdquo
ι 177 Ciograve detto salsi ed arsquo miei prodi ingiunsi 230 Di seguitarmi e sciocircr le funi Ratto Tutti nersquo banchi in lungo ordine assisi Il biancheggiante mar battean corsquo remi
ι 181 Tocco il lito giagrave prossimo vedemmo Eccelsa grotta nel confin del porto 235 Accanto al mar di lauri ombrata Quivi Cheta giaceva innumerabil greggia Di pecore e di capre il cortil vasto Chiudea un recinto drsquointerrate rocce
ODISSEA
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Drsquoardui pini e di querce alto-chiomate 240 Drsquoaltitudine immensa ivi soggiorna Uom che a pascer menava in lontananza Le pecore solingo ersquo fuggigravea sempre Dersquo Ciclopi il consorzio e violenti Atti volgea nel cor Fier mostro immane 245 Non della stirpe sembra che si pasce Di polve cereal ma una selvosa Cima di monti altissimi che sola A quante intorno sorgono sovrasti
ι 193 Imposi allora arsquo miei fidi compagni 250 Di restar nella nave e di guardarla E dodici tra i miei prodi soltanto Trascelti chrsquoebbi mrsquoavviai recando Meco in otre caprin bruno e soave Licor che Maroacuten diemmi Evantiagravede 255 Sacerdote ad Apollo che le mura DrsquoIgravesmaro proteggea quindi noi vinti Da riverenza con la sposa e i figli Lrsquoavemmo in guardia lagrave nel bosco ombroso A Febo sacro ovrsquoei facea soggiorno 260 Di ricchi doni mi fersquo lieto diemmi Sette in vaghi lavor talenti drsquooro Diemmi unrsquourna drsquoargento indi mrsquoattinse In sei anfore e sei puro soave Generoso licor beva divina 265 Che neacute famiglio alcun neacute alcunrsquoancella Seppero mai fuorchrsquoegli la diletta Moglie e la sola dispensiera Quando Bevean di quel licor dolce e vermiglio Empiuto un nappo in veacutenti ersquo lrsquoinfondea 270 Metri di limpidrsquoacqua allor dallrsquourna Drsquoambrosia olezzo diffondeacuteasi intorno Tal che rsquol temprarsi era impossibil cosa Portai quindi rsquol grandrsquootre e di vivande Lo zaino ricolmai cheacute la mia fiera 275 Alma giagrave presentigravea di gir incontro Ad uom vestito drsquoindomabil forza Drsquoindole dispietata e che a vil prende Nel selvaggio suo cor le leggi e rsquol dritto
ι 215 Neacute guari andograve che divenimmo allrsquoantro 280 Neacute giagrave rsquol trovammo ligrave cheacute rsquol pingue gregge
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Aderbava Nellrsquoantro penetrati Giravamo il sorpreso occhio drsquointorno Le corbe gravi di rappreso latte Giagrave davan giugrave drsquoagnelli e di capretti 285 Piene le stalle ma tra lor disgiunti In diversi recinti i grandi prima Indi i mezzani alfine i morsquo pur nati I vasi in che mungea secchie catini Conche per entro il siere igravevano a nuoto 290 Qui corsquo prieghi invitagravevanmi i compagni Rapir del presso latte e via fuggendo Cacciar dai chiusi lor capretti ed agne Sino alla nave e fender le salse onde Pur (bencheacute rsquol meglio fosse) io non mrsquoarresi 295 Ma veder volli rsquol Ciclope e tentarlo Se di un dono ospital mrsquoera cortese Ben la costui presenza arsquo miei compagni Riuscir non dovea punto gradita
ι 231 Come racceso avemmo il foco arsquo Numi 300 Sagrificammo indi a cibar ne femmo Del presso latte lagrave nellrsquoantro assisi Lrsquoaspettavam fincheacute darsquo campi ei giunse Portando enorme sulle spalle un pondo Drsquoarida selva onde apprestarsi rsquol cibo 305 Fuor dellrsquoantro il buttograve Tal in caggendo Rumor levograve che in fondo alla caverna A racquattarci pavidi corremmo Nel vasto speco allor tutte ei le pingui Pecore che fermograve mugner sospinse 310 Lasciograve i maschi allrsquoentrata e fuor nellrsquoalto Cortile glrsquoirchi ed i montonrsquo restacircro Grave alta sollevograve roccia che smossa Veacutenti due non avrigravean validi carri Da quattro ruote e con tal pietra immensa 315 Fermograve lrsquoentrata del profondo speco Assiso a mugner con assidua cura Le agnelle diessi e le belanti capre Ed alle madri i parti indi sommise Rappreso chrsquoebbe la metagrave del latte 320 Entro canestri drsquointrecciati vinchi Il collocograve lrsquoaltra metagrave per beva Della cena il versograve Comrsquoebbe in fretta
ODISSEA
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Fin posto a siffattrsquoopre il foco accese Destagravetasi la fiamma una gran luce 325 Balenograve nel capace antro e ci scorse Quindi gridava ldquoO forestier chi siete Donde veniste per lrsquoequoree strade Trafficando tentate avvantaggiarvi Od ite a caso per lo mar raminghi 330 Come pirati che la vita a rischio Pongon per depredar lrsquoestranie gentirdquo
ι 256 Detto il cor ne srsquoinfranse al reboato Dellrsquoorribile voce ed allrsquoimmane Statura di quel mostro impauriti 335 Ma ripressi tal senso e gli risposi
ι 259 ldquoAchivi siam che drsquoIgravelio dipartiti Da tutti i vegraventi combattuti errammo Sul vasto mar e bencheacute cerca sempre La contrada natigravea qua disviati 340 Come lrsquoOligravempio decretograve giugnemmo Fummo (alteri nrsquoandiam) commilitoni Del grande Atride Agamennoacuten di cui Massima sotto rsquol Ciel vola or la gloria Ei che sigrave gran cittagrave distrusse e tanti 345 Popoli sconfiggea Volonterosi Vegniamo ad abbracciar le tue ginocchia Acciograve un don ospitale od un ristoro Concederne comrsquoegrave giusto ti piaccia Rispetta i Numi ottimo Sir deh pensa 350 Che tuoi supplici siam Vindice egrave Giove Degli estrani e degli ospiti ed al fianco Dersquo venerandi pellegrin si ponerdquo
ι 272 Tacqui e rsquol crudele soggiugnea ldquoStraniere Stolto sersquo o vieni di lontan paese 355 Che vuoi chrsquoio tema e riverisca i Numi Arsquo Ciclopi non cal neacute dellrsquoOligravempio Neacute di tutti gli Eterni assai piugrave forti Di lor siam noi neacute per sfuggire allrsquoira Di Giove fia chrsquoio Te od i tuoi risparmi 360 Ove talento del contrario mrsquoabbia Ma dimmi giunto qua dove lasciasti La ben construtta nave in sul confine DellrsquoIsola o vicin Parla ondrsquoio rsquol sappiardquo
ι 281 Di questa guisa favellograve il Ciclope 365
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Insidiando ed io del mondo esperto Penetrai la sua mente e alla mia volta Con parole ingannevoli risposi
ι 283 ldquoNettun battuta contro ad uno scoglio Ruppe la nave mia lagrave presso al monte 370 Che drsquoesta terra sul confin si estolle Qua lagrave sui flutti ne disperse il vento Gli avanzi ed io con questi miei compagni Da un dispietato fin campammo a stentordquo
ι 287 Non risponde il crudel ma impetuoso 375 Lagravenciasi e sovra i miei le branche avventa Due ad un tratto ghermigrave contra ad un sasso Quai cagnuoli sbattendoli le sparse Cervella ad irrigar correan lo spazzo Poste a brani le membra indi ancor vive 380 La cena srsquoimbandigrave non altrimenti Che montagraveno Lion le divorava Neacute di carni lasciograve neacute di precordi Neacute drsquoossa o di midolle alcun vestigio A sigrave fiero spettacolo le palme 385 Con angoscioso pianto a Giove alzammo Di speme usciti omai Poicheacute rsquol fier mostro Tutta srsquoebbe lrsquoenorme epa ricolma Drsquoumane carni e puro latte in copia Sovra vi tracannograve giaceva immenso 390 Tra le gregge nellrsquoantro Incontinente Nellrsquoaudace mio cor fermo appressarlo Tirar dal fianco lrsquoaffilata spada Ed al petto ferirlo ove si fascia La corata dal fegato e giagrave al ferro 395 La destra mi correa se non che un altro Avviso mi arrestograve Quivi noi pure Di crudel morte perivam cheacute indarno Con le braccia tocircr via tentato avremmo Lrsquoenorme roccia che il gigante impose 400 Al varco eccelso Sospirosi quindi Aspettavamo il sorger dellrsquoAurora
ι 307 Come raggiar nel Ciel cominciograve rsquol giorno Il foco raccendea mugnea le pingui Pecore a modo ed a ciascuna il parto 405 Sommettea Sciolto di tai cure in fretta Altri due nrsquoabbrancograve dilacerolli
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E rsquol pranzo si apprestograve Fornito il pasto Le pecore cacciograve fuor dal vasto antro Rimovendo con man facile il masso 410 Dismisurato poscia il vi ripose Come imposto a faretra avrigravea rsquol coverchio Lungo in questa sonar facendo un fischio Condusse il gregge su per la montagna Raccolto in me dal cupo della mente 415 Chiamai tutti i pensier per vendicarmi Se a me tal vanto concedea Minerva Volsi e rivolsi piugrave partiti alfine Questo a cui mrsquoappigliai per miglior tenni Giaceva entro la stalla un verde enorme 420 Troncon drsquoulivo che rsquol gigante svelse Onde averlo tra mano inaridito Il comparammo ad albero di vasta Nave oneraria che da veacutenti remi Spinta lrsquoimmenso pelago travarca 425 Tanta la longitudine e tanta era Del troncon la grossezza Io ne recisi Tre cubiti ed arsquo miei quella recisa Parte imposi polir polita appena Nrsquoaguzzava la punta tra le vampe 430 Fulgide lrsquoindurava e sotto un mucchio Di fimo di che ingombro egraverane lrsquoantro Lrsquoascondea con gran cura A sorte quindi Tirar feci color che alzare il palo Ardirebber con me per conficcarlo 435 Del Ciclope nellrsquoocchio allorcheacute ei focircra Vinto dal sonno I quattro che sorticircro Gli avrei scelti io medesmo e rsquol quinto io fui Vespertino ei sorvenne e rimenato Darsquo paschi rsquol gregge dai lucenti velli 440 Tutto nella caverna ampia il sospinse Ned alcun fuor lasciograve sia che sospetto Il prendesse di noi sia che drsquoun nume Tal si fosse il voler Sollevograve in questa Lrsquoimmensa porta rilogolla e assiso 445 Capre belanti e pecore mugnea Rimesso ogni agnellin sotto la poppa Della sua mamma e ratto a fin condotte Lrsquoopre usitate due dersquo miei compagni
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Ghermigrave di nuovo e si apprestograve la cena 450 Mrsquoaccostai in quel momento e rsquon man tenendo Colma di bruno vin drsquoedra una coppa
ι 347 ldquoTersquo Ciclope ndash dissrsquoio ndash questo vin bevi Or che pasciuto sersquo drsquoumana carne Saprai cosigrave qual mi teneva in serbo 455 Licor nel legno mio te rsquol reco adesso Qual libamento non di speme uscito Che per me tocco di pietagrave arsquo miei tetti Rimandarmi vorrai ma rsquol tuo furore Intollerando ogni confin trapassa 460 Chi piugrave verragrave tra gli uomini infiniti A supplicarti nersquo venturi giorni Crudele Ahi quanto contro il giusto adoprirdquo
ι 353 Cosigrave dicea tolse ei la coppa e bevve Oltre modo gioigrave beendo il dolce 465 Licor soave e una seconda volta Con ressa me nrsquo chiedea vegraver me benigno ldquoVegraversami ancora cheacute mrsquoegrave tardo offrirti Ospital dono che trsquoallegri rsquol core Arsquo Ciclopi la terra alma produce 470 Feconde viti di racemi carche Che la pioggia di Giove educa e ingrossa Ma questrsquoalmo licor che tu mi porgi Certo egrave fiore di nettare e drsquoambrosiardquo
ι 360 Detto tre volte io gli mescea tre volte 475 Stolto Ei ne bevve a dismisura Quando Gli si avventograve al cervel del vino il fumo Queste gli dirizzai blande parole
ι 364 ldquoCiclope chiedi il nome mio mrsquoegrave tardo Digraverloti ma tu ancor lrsquoospital dono 480 Pogravergimi e ciograve che promettesti attiegravemmi Nessuno egrave rsquol nome mio me i genitori Gli amici tutti chiamano Nessunordquo
ι 368 Tacqui e rsquol crudel rispoacutesemi ldquoNessuno Divorerograve te lrsquoultimo pria gli altri 485 Questrsquoegrave il dono ospital che ti si serbardquo
ι 371 Detto supin cascograve la gran cervice Reclinata sullrsquoomero dal sonno Che tutto doma ciograve che spira vinto Fuor della strozza a gurgiti cacciava 490 Brani drsquoumana carne al vin commisti
ODISSEA
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Che nellrsquoebbrezza sua grave recea Sotto le ardenti ceneri onde affochi Tosto il palo sospingo e col dir franco Rincoro i miei non forse impaurito 495 Qualcun nel fier periglio mrsquoabbandoni Ma come bencheacute verde era ligrave ligrave Per ardere qual bragia alto splendendo Dal foco il trassi ed i miei fidi in questa Mi si strinsero intorno ardire immenso 500 Inspiragravevami un Dio Giagrave giagrave afferrato Darsquo miei quel palo dallrsquoacuta punta Gliel conficcacircr nellrsquoocchio ed io di sopra Pontando rigiragravevalo In tal foggia Trave naval col trapano trivella 505 Un mastro a lui di sotto altri operai Di qua di lagrave tiran la soga ratto Vogravelvesi rsquol ferro neacute srsquoarresta mai Cosigrave per noi del Ciclope nellrsquoocchio Lrsquoacceso tronco aggigraverasi bollente 510 Scaturigravea rsquol sangue le palpegravebre e rsquol ciglio Struggea vapor focoso e la pupilla Dallrsquoalta fiamma nellrsquoime radici Rotta e consunta crepitar srsquoudigravea Qual se fabbro talora in gelidrsquoonda 515 Od ascia attuffi od una gran bipenne Con che al ferro dagrave forza e lo rattempra Stridir la srsquoode tal del tronco intorno Stridea lrsquoocchio del Ciclope che orrendi Mugravegghii ed urli mettea La roccia tutta 520 Ne rintonava Da terror conquisi Qua lagrave ci disperdemmo Ei dallrsquoocchiaia Disvelse il trave di sangue grondante E di sua man lungi da seacute avventollo Dalla rabbia sospinto e dal dolore 525 Chiamograve con grida altissime i Ciclopi Che abitavan ligrave presso in fondo agli antri Sui ventosi cacumi Udito il grido Da tutte parti accorsero ed al varco Della caverna soffermato il piede 530 Chiedeacuteangli la cagion che sigrave lrsquoaffanna
ι 403 ldquoQuale offesa sigrave grave o Polifemo Gridar ti feacutea cotanto in mezzo allrsquoombre
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Dellrsquoalma notte tal che dalle nostre Pupille il sonno giagrave cacciasti in bando 535 Via ti si tolse a mal tuo grado il gregge O per forza od inganno altri ti domardquo
ι 407 E del fondo dellrsquoantro il fier gigante ldquoNESSUNO amici mi domograve con fraude Non giagrave per forzardquo E subito i Ciclopi 540
ι 410 ldquoOr se NESSUN trsquooltraggia e solo vivi Impossibil ti fia sfuggire al morbo Che lrsquoOligravempio trsquoinvia ma ben al padre Al possente Nettuno alza i tuoi voacutetirdquo
ι 413 Detto si diparticircr rideacuteami rsquol core 545 Che il nome e rsquol senno mio gli avesse illusi Polifemo angosciato e doloroso Qua lagrave se nrsquo gigravea con le man brancolando Tanto che tolse dalla porta il masso Indi nel varco dello speco assiso 550 Tese le braccia per ghermir tra rsquol gregge Chi tentasse fuggir tanto ei di senno Teneacuteami uscito Io pur volgea nellrsquoalma Come i compagni e me sottrar da morte Molti consigli e molte frodi ordigravea 555 Cheacute in forse era la vita e nrsquoincalzava Alto periglio Ed ecco a qual partito Che tenni il piugrave assennato alfin mrsquoappiglio Pingui denso-velluti e belli e grandi Montoni carchi di unrsquooscura lana 560 Lrsquoantro chiudeva Io tacito gli avvinsi Corsquo flessibili vinchi su cui rsquol mostro Dotto in rie scelleraggini dormigravea Tre per volta ne avvinsi e quel di mezzo Un uom portava si tenean da lato 565 Gli altri due che dersquo miei feacutecersi schermo Da tre montoni ogni uom quindi era tratto Restagravetovi colagrave un ariete Fior dellrsquoarmento lo afferrai pel dosso Mi rivoltai sotto il velloso ventre 570 Ed avvolte alle man le dense lane Con intrepido cor mi vi sospesi Cosigrave non senza gemiti rsquol ritorno Aspettavam della divina Aurora
ι 437 Non appena brillograve che alla pastura 575
ODISSEA
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Irrompevano i maschi e le non munte Femmine di belati empiean le stalle Cheacute di troppo sentigravean le mamme gravi Dellrsquoantro il Re da rie doglie trafitto Drsquoogni monton che gli sovrastava 580 Percorrea rsquol dorso neacute sospetto al folle Nellrsquoalma srsquoingerigrave che sotto ai petti Villosi i prodi miei pendeano avvinti Alfin varcograve la porta ultimo il grande Montone dersquo suoi velli e di me carco 585 Cui sorse in mente il provvido consiglio
ι 446 Polifemo il blandigrave poscia ldquoOh diletto Ariete percheacute dellrsquoantro or mrsquoesci Ultimo Non giagrave pria disgiunto usavi Dallrsquoagnelle restar primo di tutti 590 Brucavi dellrsquoerbetta i molli fiori Con lunghi passi e primo pur giungevi Alle correnti limpide dersquo fiumi Primo da sera rientrar nel chiuso Bramavi ed or di tutti ultimo sei 595 Sospiri lrsquoocchio del tuo Re Un codardo Mortal corsquo rei compagni il mi divelse Doma chrsquoei mrsquoebbe con il vin la mente NESSUN che mal potrigravea sottrarsi a morte Se come il martigraver mio senti del pari 600 Articolar potessi anche la voce E dirmi ovrsquoei dal mio furor si cela Qua lagrave dal teschio infranto le schizzate Cervella correrigravean lungo questrsquoantro Ed un conforto almen verrigraveami al core 605 Dagli atroci tormenti e dallo strazio Che mrsquoinferigrave quel misero Nessunordquo
ι 461 Detto lungi da seacute fuor della porta LrsquoAriete spingea Poicheacute distammo Dallrsquoantro alquanto e dal cortil repente 610 Me primo e tosto i miei compagni sciolsi Molte adipose pecore dai lunghi Passi ratto cacciammo a noi davanti Fincheacute al legno giungemmo I cari nostri Noi che a morte sfuggimmo accolser lieti 615 Ma per gli altri mettean miseri lai Io nol permisi giagrave corsquo sopracigli
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Accennando a ciascun disdico il pianto E lor comando di gettar nel legno Le molte agnelle dai superbi velli 620 Subitamente e fender le salse onde Ratto assisi sui banchi in ordinanza Ferigravean corsquo remi rsquol pelago spumante Distando quanto drsquouomo aggiunge un grido Queste al mostro drizzava agre rampogne 625
ι 475 ldquoNo non dovevi tu drsquouom senza schermo Divorar nellrsquooscuro antro i compagni A viva forza o Ciclope I tuoi falli Tirarti addosso ti dovean tal pena Crudel che non temesti entro il tuo speco 630 Gli ospiti trangugiar Perograve lrsquoOligravempio Plaudenti gli altri abitator del Cielo Trasser giusta di Te fiera vendettardquo
ι 480 Di questi detti al suon vie piugrave di rabbia Riarse il cor del Ciclope Divelse 635 Drsquoalto monte il cacume e lrsquoavventando Anzi alla proda lo gettograve del legno Lrsquoalpestre cima ruinando ad alto Il mare sollevograve dal rifluente Impetuoso fiotto a urtar la sponda 640 Giagrave giagrave rsquol legno correa Ma lungo lungo Afferrato da me subito un palo Mrsquoallontanai dal lito indi eccitava Accennando del capo i miei compagni A curvarsi sul remo ed il funesto 645 Rischio a fuggir Curvagravetisi sui remi Tutti di forza arrancano Poi quando Doppio tratto di mar lunge noi fummo Riparlar volli al Ciclope ma tutti Di qua di lagrave ristregravettimisi intorno 650 Tentavan con parole affettuose Dal mio proposto svolgermi i compagni
ι 494 ldquoAhi poco senno Percheacute vuoi lrsquouom crudo Nuovamente irritar Non ha un momento Chrsquoei questa roccia fulminograve per cui 655 La nave a terra risospinta tutti Ci tenemmo per morti Or se un tuo grido Se un detto udragrave certo una roccia enorme Avventeragrave che il capo a tutti e il legno
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Sfracelleragrave tal di sua destra egrave rsquol tirordquo 660 ι 500 I compagni cosigrave ma persuasa
Non fecircr lrsquoaltera anima mia Dallrsquoira Indomita sospinto a ridir tolsi
ι 502 ldquoCiclope se del turpe accecamento Dellrsquoocchio tuo qualcuno dersquo mortali 665 Trsquointerroga dirai mrsquoaccecograve Ulisse Lrsquoeversor di Cittagrave figlio a Laerte Il cui palagio in Igravetaca si estollerdquo
ι 506 Tacqui e rsquol mostro ululograve poscia ldquoOhimegrave ndash disse ndash gli antichi vaticini ecco mrsquohan colto 670 Qua vrsquoebbe un vate giagrave forte possente Il supremo degli agraveuguri Telegravemo Figliuol drsquoEurimo che appo noi rsquol velame Squarciando del futuro incanutigravea Ersquo presagigraveami ciograve che giagrave mrsquoavvenne 675 lsquoSpento lrsquoocchio ti fia per man drsquoUlissersquo Sempre quindi stimai chrsquouom bello e grande Drsquoimmensa invitta forza rivestito Appo me si addurrebbe e lrsquoaspettava Or me dellrsquoocchio vedovograve scarsrsquouomo 680 Debil pusillo poicheacute rsquol senno ei mrsquoebbe Nel vin sommerso Orsugrave ritorna Ulisse Ti porgerograve lrsquoospital dono e lieto Trsquoimplorerograve da Enosigegraveo rsquol ritorno Padre egravemmi e tiegravenlo a vanto ove gli piaccia 685 Solo mi saneragrave neacute mi fia drsquouopo O dersquo numi lrsquoaigraveta o dersquo mortalirdquo
ι 522 ldquoOh potessi io cosigrave ndash ratto soggiunsi ndash Spogliar Te della vita e nei funesti Travolgerti laggiugrave regni di Pluto 690 Come dellrsquoaccecato occhio ned anche Risanar ti potragrave Nettuno istessordquo
ι 526 Tacqui ed al Re Nettun cosigrave egli orava Tese le palme alla stellata volta
ι 528 ldquoRe dalla bruna chioma Enosigegraveo 695 Se tuo figliuol son io veracemente Se tu drsquoegravessermi padre altero vai Dammi che Ulisse di cittagrave eversore DrsquoIgravetaca abitator figlio a Laerte Arsquo suoi tetti redir non possa mai 700 Ma se gli amici riveder se al ricco
LIBRO IX
147
Ostel suo ritornare in fato ei srsquoebbe Tardo e dolente arrivi in nave altrui Perduti pria tutti i compagni ed altro Non trovi in sua magion che affanni e piantordquo 705
ι 536 Nettun lrsquoesaudigravea Di maggior mole Unrsquoaltra sollevograve roccia il gigante La contorse nellrsquoaria e di gran forza La fulminograve Piombograve il catollo addietro Lrsquoazzurra poppa e del timon la punta 710 Rasentograve Sbalzograve rsquol mar turbato in suso Al rovinar del masso e la grossa onda Spinse la nave e lrsquoaccostograve alla riva Ma come alfin sorgemmo allrsquoisoletta Dove lrsquoaltre mie navi erano a proda 715 Trovammo i miei che assisi ad esse intorno Non senza pianto ci attendean mai sempre Giunti tirammo in secco il pin veloce Ci gittammo nel lido indi fuor tratto Del Ciclope lrsquoarmento il compartimmo 720 Sigrave che di parte egual ciascun fu lieto Partite lrsquoagne il superbo ariete Diecircro in disparte a me solo i miei Prodi Lungo il lito lrsquooffersi ostia allrsquoOligravempio Che drsquoatri nembi srsquoinvolgendo regna 725 Sovra tutti gli Eterni e lrsquoanche nrsquoarsi I sagrifizi ersquo non curograve cheacute in mente Tutte le navi ersquo miei cari compagni Giagrave perdere fermava Il giorno intero Sin che il Sol si corcograve sedemmo a mensa 730 Ricca di carni e di licor soave Ascoso il Sole e sorvenuto il buio Stesi nel lito ne srsquoinfuse il sonno Ma come rosea rsquon Ciel brillograve lrsquoAurora Eccitati i compagni a loro ingiunsi 735 Salir le navi e sciocircr le funi Ratto Si rimbarcacircr si assisero in sui banchi Percotendo corsquo remi il mare ondoso Cosigrave di lagrave ci allargavam felici Pel nostro scampo ma nel cor dolenti 740 Persquo cari nostri dal fier mostro uccisiraquo
148
LL II BB RR OO DD EE CC II MM OO
Avvenimenti presso Egraveolo presso i Lestrigravegoni e presso Circe
GGIUGNEMMO nellrsquoEogravelia Isola quivi LrsquoIppogravetade abitava Egraveolo diletto Arsquo Sempiterni in isola natante Cui cinge un muro drsquoinfrangibil rame E liscia rupe le si leva intorno 5 Nagravecquergli in sua magion dodici figli Sei dellrsquoun sesso e sei dellrsquoaltro adorni Del fior di giovinezza Egraveolo congiunse In nodo marital germani e suore Sedean sempre elli al caro padre accanto 10 Ed allrsquoorrevol madre a mensa ricca Di elette dapi Mentre il giorno splende Lrsquoodorata magion risuona intorno Di dolci melodie scesa la notte Appo le caste mogli in sursquo tappeti 15 Sui ricchi letti lor dormigravean gli sposi Nella costor cittade entrati appena Arsquo tetti lor superbi divenimmo Intero un mese drsquoaccoglienze liete Cortese Egraveolo mi fu piaceacuteasi drsquoIgravelio 20 Del navil degli Achivi e del ritorno A parte a parte interrogarmi ed io Con somma cura gli narrava il tutto Ma come il chiesi del viaggio e ressa Gli feacutea di rimandarmi non restigraveo 25 Mi si mostrando mrsquoapprestograve il ritorno Di saldo cuoio presentommi un otre Di bue novenne in che glrsquoimpetuosi Vegraventi rinchiuse peroccheacute lrsquoOligravempio
LIBRO X
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Dersquo vegraventi a dispensier sommo il prepose 30 Sigrave che a sua voglia ei li rattiene o spinge Con fil drsquoargento lucido nel fondo Del naviglio lrsquoeroe distrinse lrsquootre Acciograve ned esil pur nrsquoesca uno spiro Libero mi lasciograve Zegraveffiro a cui 35 Scorger le navi e noi medesmi indisse Ma indarno il commettea cheacute dersquo compagni Ne sospinse a perir dira follia
κ 28 Nove digrave senza sosta e nove notti Navigavam nel decimo mrsquoapparve 40 La patria terra e vedevam giagrave quelli Che arsquo fuochi accesi aggiragravevansi intorno Me stanco in questa il dolce sonno oppresse Cheacute della nave ognor ressi il governo Neacute drsquoaltri volli in man lasciarlo mai 45 Onde ratto afferrar le patrie sponde I compagni tra lor diceano intanto Chrsquoio recava arsquo miei tetti argento ed oro Del magnanimo Ippogravetade presenti Gli occhi affisando agli occhi del compagno 50 Ciascuno allora a favellar si prese
κ 38 ldquoNumi Quanto costui caro e in gran pregio Tiegravensi da ognun cui visita il paese Molti egli drsquoIgravelio depredato apporta Splendidi arredi or noi che la via stessa 55 Misurammo torniamo arsquo tetti nostri Con le man vogravete Ed ecco affettuoso Egraveolo gli porge questi doni or via Veggiamo alfin quantrsquooro e quantrsquoargento Questrsquootre nel capace alvo rinserrardquo 60
κ 46 Cosigrave dal mal voler vinti i compagni Sciolser lrsquootre scoppiacircro ad una i vegraventi Rapigrave i compagni dolorosi in pianto La sugravebita procella e trabalzolli Lungi dalla natigravea terra nellrsquoalto 65 Mi desto in questa e nella mia fierrsquoalma Volgea se giugrave nel pelago dal legno Precipitarmi e morire nellrsquoonde O soffrir muto e rimaner trarsquo vivi Soffersi ed aspettai nersquo panni involto 70 Mi corcai nella nave Il turbin fiero
ODISSEA
150
Respinse intanto nellrsquoEogravelia i legni Che di sospir empievano i compagni
κ 56 A terra scesi acqua attignemmo a desco Sedemmo appo rsquol navil Drsquoesca e di beva 75 Come avemmo il desigraveo nel sen ripresso Da un araldo seguito e da un compagno Allrsquoinclita magion drsquoEgraveolo mrsquoaddussi A convito sedea stagravevangli accanto La consorte ed i figli In sulla soglia 80 Della porta sedemmo Alto stupore I suoi figli colpigrave che interrogacircrci ldquoOnde Ulisse vien tu Qual mai trsquoincalza Demone avverso Noi con vigil cura Tutto al tuo dipartir disposto avemmo 85 Percheacute alla patria alle tue case e ovunque In grado trsquoera piugrave giunger potessirdquo
κ 68 ldquoDissennati compagni infausto un sonno Mrsquohanno condotto a tal ndash mesto risposi ndash Piagravecciavi confortarmi in baligravea vostra 90 Tutta amici omai sta la mia saluterdquo
κ 70 Spetrare a loro il cor tentai con queste Mansuete parole ersquo stetter muti Ma il corrucciato genitor rispose
κ 72 ldquoFuggi via da questrsquoisola repente 95 Pessimo dersquo mortali Ah no neacute accocircrre Ned uom tal che in orror egrave arsquo Sempiterni Rimandar mi convien Via ti dilegua Poicheacute lrsquoira del Ciel qua ti sospinserdquo
κ 76 Cosigrave dicendo me gravi-gemente 100 Dal regal suo palagio Egraveolo sbandigravea Dipartiti di lagrave navigammo oltre Disconsolati Giagrave rsquol vigor dersquo miei Pel doloroso remigar si affranse Colpa del nostro delirar giagrave spenta 105 Nel cor sentimmo del redir la speme
κ 80 Sei navigammo interi digrave giugnemmo Nel settimo di Lamo alla superba Lestrigonia cittagrave dallrsquoampie porte Quivi rsquol pastore che darsquo paschi riede 110 Chiama lrsquoaltro che lrsquoode e giagrave fuor esce Quivi uom che puograve vegghiar doppia mercede Tocca or guardando le mugghianti torme
LIBRO X
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Or le candide agnelle cheacute son presso Della notte e del digrave quivi le vie 115 Ci accostammo ad un porto inclito intorno Eccelsa roccia drsquoambo i lati avanza Gli alpestri scogli con opposte fronti Protendegravendosi in mar non poco angusto Ne rendono lrsquoingresso ivi arrancando 120 I compagni vrsquoentracircr con lrsquoampie navi Attigue le legarono entro il vasto Giro del porto cheacute in suo letto sempre Senza la minimrsquoonda ivi rsquol mar giace E candido seren sempre vi regna 125 Sol io ritenni fuor la nave bruna E nel confin del porto ad una roccia Con le funi lrsquoavvinsi indi ad un aspro Scoglio asceso esplorai la terra intorno Non ligrave di bue lavor neacute drsquouom mrsquoapparve 130 Ma sol dal grembo della terra ad alto Vogravelversi vidi turbini di fumo Tosto fermai mandare i miei compagni A investigar qual era ivi la gente Che dei doni di Cegraverere si pasce 135 Scelti due prodi aggiugravensivi per terzo Un araldo con cui si accompagnacircro Movean per piana via servando il solco Dersquo carri che a cittagrave dagli ardui monti Devolvono la selva A lor occorse 140 Non lontano di lagrave lrsquoinclita figlia Del Lestrigravegone Antigravefate che al fonte DrsquoArtagravecia a tutti i cittadini schiuso Ad attigner le chiare onde scendea Drizzati a lei lrsquointerrogacircr chi fosse 145 Il Re della contrada e quai le genti A cui imperava Ed ella incontinente Il paterno additograve tetto superbo Poacutestovi rsquol piegrave trovacircr del Re la donna Qual vertice montano e inorridicircro 150 Vegraver la piazza si volse ella e drsquoun grido Antigravefate chiamava il formidato Marito suo che arsquo miei disegnograve tosto Morte crudel Sorgiunse e un mio compagno Ghermito il divorograve gli altri fuggicircro 155
ODISSEA
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Precipitosi vegraver le navi In questa Tutta empiea la cittagrave di clamor alto Il Re come lrsquoudicircr di qua di lagrave A mille a mille i Lestrigravegoni accorsero Ned uomini parean no ma giganti 160 Giugrave dalle rocce alpestri enormi sassi Fulminarono tosto un rumor fiero Dal navil si levograve dersquo moribondi Gli ululi e lo stridor dersquo legni infranti Gli infilzacircro quai pesci e via portacircrli 165 A fiero pasto Mentre tal seguigravea Strage nel giro del capace porto Trassi il ferro dal fianco e del naviglio La gomena recisi A dar nersquo remi Subitamente arsquo miei compagni ingiunsi 170 Per cessar sigrave gran rischio Impauriti Al fiero aspetto del mortal periglio Tutti a gara arrancavano A grandrsquoagio Dersquo sconci massi rsquol ruinar fuggigraveo La nave mia nel pelago ma lrsquoaltre 175 Del vasto porto in sen tutte pericircro
κ 133 Di lagrave rivogavamo oltre dogliosi Quantunque in salvo per gli amici estinti In sullrsquoEegravea sorgemmo isola Quivi La bionda Circe orrevol Dea dal dolce 180 Canto soggiorna del sagace Eegraveta Suora germana ambo produsse il Sole Fonte di luce e Persa inclita figlia DellrsquoOcegraveano Taciti approdammo Lagrave rsquove capace un porto agravepresi certo 185 Un Nume ne scorgea Discesi a riva Due digrave e due notti ivi giacemmo a un tempo Stanchezza e doglia ci rodeano rsquol core Come lrsquoAurora il terzo digrave scorgea Drsquoun giavellotto armato e del mio brando 190 Ratto salgo dal legno a un arduo giogo Se forse drsquouom veacutedesi opra o la voce Nrsquoudissi Stando in sullrsquoalpestre cima Scorsi di Circe nel palagio ad alto Dallrsquoampia terra sollevarsi un fumo 195 Drsquoinfra i spessi querceti e la foresta Giagrave drsquoir fermava e di cercare donde
LIBRO X
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Volveacuteasi rsquol fumo indi miglior consiglio Pagravervemi al lito rivolgendo i passi Di cibo arsquo miei porger conforto e poscia 200 Mandarne alcuni ad esplorar Distava Poco dal legno quando ad un dersquo Numi Di me solingo increbbe e in quella via Drsquoalte corna ramose un cervo enorme Pigravensemi innanzi giagrave dal Sol riarso 205 Uscendo fuori dersquo selvosi paschi Alle chiare del fiume onde scendea Lanciagravetovisi appena in sulla spina A mezzo il dorso il colpigravea sigrave che rsquol ferro Da parte a parte il trapassograve lugugravebre 210 Mise caggendo un gemito e spirograve Corsi e del piegrave rsquol calcando dalla piaga Ritrassi lrsquoasta e la deposi a terra Indi svelti con giunchi altri virgulti Gli attorsi gli avvinghiai tanto che lungo 215 Per ben sei spanne ne composi un fune Per istringere i piedi alla gran belva Passato allor tra le sue gambe il capo Verso il legno movea mrsquoappuntellando Della lancia sul calcio cheacute portarlo 220 Sovra una spalla o drsquouna mano sola Impossibil mi fu tanto era immenso Anzi al pin lo buttai poscia con blande Parole a inanimar tolsi i compagni
κ 174 ldquoDeh non uscite di speranza amici 225 Bencheacute dolenti peroccheacute non mai Discenderem di Pluto alla magione Prima del giorno che il destin prefisse Fincheacute drsquoesca abbiam copia e di Liegraveo Orsugrave non sigraveen per noi posti in obbligraveo 230 Neacute ci logri piugrave rsquol cor lrsquoavida famerdquo
κ 178 Tacqui e tutti obbedicircr Sursero e rsquol voacutelto Che avean per doglia nersquo lor manti ascoso Scopersero e stupicircr veggendo il cervo Dellrsquoinfecondo mar lungo la riva 235 Di sigrave gran mole egli era A quella vista Poscia che a pien gioicircro asserenati Lavar le mani ed apprestacircr la mensa Quel digrave sino che il Sol cadde sedemmo
ODISSEA
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Carni in copia gustando e vin soave 240 Quando quellrsquoastro dechinograve e sorgiunte Fucircr le notturne tenebre in sul lito Del risonante mar ci colse il sonno Ma come rosea in ciel fulse lrsquoaurora Tutti adunati chrsquoebbi i miei sigrave dissi 245
κ 189 ldquoO miei compagni bencheacute afflitti udite Ignograverasi per noi dovrsquoegrave lrsquooccaso Dove lrsquoAurora donde rsquol Sole eterna Fonte di luce vagravessene sotterra Donde risurga Pur da noi si tenga 250 Consulta e tosto se trovar nrsquoegrave dato Qualche via di salute il che non pagravermi Peroccheacute asceso sovrrsquoalpestre scoglio Isola da mar vasto incoronata Vidi bassa giacer vegraver lo cui mezzo 255 A traverso i querceti e la foresta Volveacuteansi al Cielo turbini di fumordquo
κ 198 A questi accenti fragravengersi nel petto Senticircrsi rsquol core i crudi atti membracircro Del Lestrigravegone Antigravefate e la forza 260 Dismisurata del Ciclope orrendo Vorator dersquo mortali Ululi e strida Mettean non senza spargere gran pianto Ma che giovan le lagrime agli afflitti
κ 203 Gli divisi in due schiere a ciascheduna 265 Preposi un duce a guida era io dellrsquouna Eurigraveloco dellrsquoaltra Agitiam tosto Entro un elmo di rame ambe le sorti Quella del prode Eurigraveloco per prima Fuori balzograve Ratto egli entrograve in cammino 270 Premeacuteangli lrsquoorma ventidue compagni Piangendo Dietro lasciacircr noi che il lito Empievamo di gemiti Processi Trovacircro in ampia Valle in su drsquoun poggio Edificata con lucenti marmi 275 Di Circe la magione intorno a cui Stavan lupi montani e lion fulvi Chrsquoella medesma con funesta beva Mansuefece Neacute su i miei compagni Precipitacircrsi ma sullrsquoanche eretti 280 Scosser le lunghe code e li blandicircro
LIBRO X
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Come rsquol signor che legravevasi da mensa Lusigravengasi darsquo cani a cui mai sempre Esca porge gradita in simil foggia I lupi dalle forti unghie ersquo lioni 285 Lusingavano i miei che impauriti Stavan dersquo mostri orrendi alla presenza Nellrsquoatrio della Dea dallrsquoauree chiome Soffermacircrsi e udicircr Circe che dentro Con dolcissima voce igraveva cantando 290 Mentre immensa intessea tela divina Quai di grazia splendenti e di beltade Dalla man delle Dive escono lrsquoopre Poligravete in questa lor dicea Poligravete Duce dersquo prodi a me piugrave chrsquoaltri caro 295 E che dersquo miei pensier sedeacuteasi in cima
κ 226 ldquoColei che dentro una gran tela ordisce Donna o diva la sia sigrave dolce canta Che il tetto srsquoempie drsquoarmonia celeste Su su amici vegraver lei moviam la vocerdquo 300
κ 229 Detto chiamacircrla ad alta voce ed Ella Schiuse le porte luminose accorse E dellrsquoentrar fersquo loro invito tutti Ahi stolti ad una la seguicircr Fuor solo Drsquoinganno in dubbio Eurigraveloco rimase 305 Introdotti che gli ebbe in su bei seggi Circe a seder li pose e lor versava Nel Pragravemnio vin trito rappreso latte Cereal polve e fresco megravel poi mise Maligravee nel pan funeste acciograve allrsquointutto 310 Pongano la natigravea terra in obbligraveo Come diegrave lor la beva e tracannacircrla Drsquouna verga percossi li rinchiuse Nersquo porcili Dersquo verri avean le teste Il grugnito le setole ed il corpo 315 Ma serbavan qual pria la mente integravegra Cosigrave gementi rinchiudeacuteansi Circe Dinanzi lor gittograve del cornio i frutti Della rover dellrsquoelce usato cibo Dersquo verri avvoltolagraventisi nel fango 320
κ 244 Lrsquoamaro ad annunziar fato dersquo nostri Ratto alla nave Eurigraveloco accorrea Ma bencheacute rsquol brami di formar parola
ODISSEA
156
Dato non gli egrave cotanto il cor gli fiede Disperato dolor Pregni di pianto 325 Ringorgagravevangli i lumi e la tristezza Lrsquoanima gli opprimea Ma come tutti Non senza ira e dolor lrsquointerrogammo Cosigrave dersquo nostri raccontograve lrsquoeccidio
κ 251 ldquoPercorremmo i querceti inclito Ulisse 330 Come indicesti ritrovammo a valle A sommo drsquoun bel colle edificata Con tersi marmi una magion superba Quivi gran tela ordigravea dolce cantando Non so se donna o Diva i miei compagni 335 Mandacircrle voce Accorse e le splendenti Porte varcando glrsquoinvitava tutti Dissennati seguicircrla io ligrave ristetti Cheacute in cor mi srsquoingerigrave tema drsquoinganno Tutti ad una disparvero neacute alcuno 340 Riapparigrave Gran pezzo ivi rimasi Con gli occhi intenti ad esplorar ma indarnordquo
κ 261 Tacque ed io ratto allrsquoomero sospesi La grande spada dallrsquoargentee borchie Non che lrsquoarco sonante indi glrsquoingiunsi 345 Ad irmi innanzi per la stessa via Ed ei drsquoambe le man strinse piangendo Le mie ginocchia e fersquo volar tai preghi
κ 266 ldquoNon trarmi lagrave per forza amor di Giove Ma star qua mi concedi ahi so pur troppo 350 Che tu stesso redir giagrave non potrai Ned i tuoi rimenar Con questi adunque Fugraveggasi e rsquol digrave funesto si allontanirdquo
κ 270 ldquoQui rimanti ndash risposi ndash in questa piaggia Eurigraveloco tu puoi nel legno accolto 355 Drsquoesca e di beva satollarti io solo Nrsquoandrograve necessitagrave fiera mi astringerdquo
κ 274 Detto la nave e rsquol mar lasciati a dietro Oltre mi spinsi Quando per le sacre Valli allrsquoalta di Circe incantatrice 360 Magion faceacuteami presso ecco Mercurio Dallrsquoaureo caduceo mi venne incontro Simigliante a garzon sul di cui labbro Spunti il bel fior di giovinezza adorno Di freschezza e di grazia Il nume amico 365
LIBRO X
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La man mi prese e disse ldquoAh percheacute mai Misero movi rsquol piegrave per queste balze A caso e solo e non dersquo lochi esperto I compagni ti stan chiusi da Circe Come in cupe lategravebre i verri stanno 370 Venistugrave per redigravemerli Ned anche Potrai tu stesso ritornar mi penso Ma rimarrai colagrave dove son gli altri Pur mrsquoodi che francar ti vorsquo da guai E poacuterti in salvo Tersquo con questo miro 375 Farmaco al tetto trsquoaddurrai di Circe Neacute temer che dal capo non ti storni Il digrave funesto Or vorsquo tutti i perversi Disegni di costei farti palesi Mista ti appresteragrave beva in che un succo 380 Letal nellrsquoesca getteragrave lrsquoincanto Pur a vograveto le andragrave tal della pianta Salutar chrsquoio ti porgo egrave la virtute Drsquoogni cosa or trsquoassenno Allor che Circe Con la lunga ti avragrave verga percosso 385 Tratto dal fianco lrsquoaffilato brando Contrrsquoessa in atto di ferirla irrompi Tutta tremante allora a giacer seco Trsquoinviteragrave neacute ricusar tu degravei Drsquouna tal Diva il letto acciograve che i tuoi 390 Liberi e blanda teco sia ma prima Giurar dersquo Numi il gran giuro la stringi Che a te medesmo ordir nullrsquoaltro rio Vorragrave piugrave mai onde del ferro ignudo Non poi ti renda ignobile ed imbellerdquo 395
κ 302 Detto la pianta che da terra svelse Tra man poacutesemi il Nume e la natura Chiarigravemmi Nrsquoera la radice bruna Ma rsquol fiore di candor vinceva il latte Moli chiagravemanla i Degravei sterparla egrave duro 400 Allrsquouom ma tutto arsquo Sempiterni egrave dato
κ 307 Detto per la selvosa isola il Nume Legravevasi arsquo gioghi dellrsquoeccelso Olimpo Io vegraver Circe processi ed in andando Molti e vari pensier nel cor volvea 405 Giunto alle soglie della bella Diva Dallrsquoaureo crin mossi la voce udigravemmi
ODISSEA
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Accorse tosto e le lucenti porte Schiudendo mrsquoinvitava io la seguigravea Dolente in core Giagrave intromesso appena 410 Mi collocograve sovra elegante seggio Drsquoargentee borchie ornato ed arsquo piegrave stava Lo sgabello sotteso In aureo nappo La beva preparommi in che rsquol funesto Farmaco a mio dannaggio ella vrsquoinfuse 415 La mi porse ed io bebbi e non soggiacqui Allrsquoincanto Percosso appena mrsquoebbe Della sua verga ldquoVa corsquo tuoi ndash mi disse ndash Nel fangoso porcile a voltolartirdquo
κ 321 Ratto dal fianco trassi fuor la spada 420 Contrrsquoessa mi scagliai quasi agognando Di piagarla Dagrave Circe un alto grido Lanciagravendosi sottentra al braccio alzato Strigravengemi le ginocchia e supplicando Con parole volubili soggiunge 425
κ 325 ldquoChi Di qual gente Qual cittagrave Qual padre Attonita rimango E che prendesti La beva e nulla in te poteacuteo lrsquoincanto Alcun altro mortal no tal maligravea Non mai sostenne o tranghiottita lrsquoabbia 430 O delibato pur nrsquoabbia una stilla Certo indomita in petto alma rinserri Sarestugrave forse quellrsquoaccorto Ulisse Che Mercurio ad ognor mi predicea Doversi addurre qui reduce drsquoIgravelio 435 Su drsquoun legno veloce Orsugrave rispingi Il brando alla vagina indi nel nostro Letto amendue saliti e insiem commisti Tanti di mutuo amor ci darem pegni Che uno dellrsquoaltro avragrave piena fidanzardquo 440
κ 336 ldquoO Circe ndash risposrsquoio ndash vuoi tu chrsquoio sia Mansueto vegraver te che in queste case I miei compagni trasmutasti in verri Vegraver te che ritenendomi ad inganno Mrsquoingiungi a penetrar nella tua stanza 445 A salir il tuo letto acciograve dellrsquoarmi Spogliato molle tu mi renda e imbelle No non mai Diva salirograve il tuo letto Se non mrsquoaffidi col terribil giuro
LIBRO X
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Che altra insidia da Te temer non deggiordquo 450 κ 345 Dissi e la Dea giurograve Comrsquoebbe il rito
Compimento perfetto allor di Circe Il magnifico talamo saligravea Quattro intente arsquo suoi cenni accorte ninfe La servigravean nel palagio Eran di fonti 455 Di verdi boschi e di sacrati fiumi Che devogravelvonsi al pelago progenie Lrsquouna gettograve sui seggi porporini Tappeti a cui candido lin sottese Stendea lrsquoaltra anzi ai seggi argentee mense 460 Su di cui collocava aurei canestri Empiea la terza di licor soave Drsquoargento unrsquourna e lrsquoauree tazze in giro Compartiva recograve limpide linfe La quarta e sotto il treppiegrave vasto al fuoco 465 Acceso intiepidigravelle E come lrsquoonda Fremigrave nel bronzo splendido la ninfa Mi pose al bagno e dal treppiede attinto Il temperato rio soavemente Pel capo e per le spalle il mi diffuse 470 Fincheacute del duro affaticar mi scosse Dalle membra lrsquoaffanno Allor che mrsquoebbe Lavato ed unto di odorate essenze Mi rivestigrave di tunica e di manto Drsquoargentee borchie presentommi un seggio 475 Di mirando lavoro e sotto i piedi Lo sgabello mi pose Una fantesca In vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Limpidrsquoonda versagravevami sul desco La dispensiera il pan candido appose 480 E molte dapi che teneva in serbo La Dea mi disse ldquoCigravebatirdquo ma schivo Drsquoogni conforto io mi sedea pensoso Le patite sventure in cor volgendo Ed altre assai piugrave gravi presagigravea 485
κ 375 Circe immoto scorgendomi e restigraveo A stender mano sulle apposte dapi Vinto comrsquoera drsquoaspro duol si accosta E in rapide parole a dir si prende
κ 378 ldquoPercheacute Ulisse cosigrave del par chrsquouom muto 490 Seggendo il cor ti rodi neacute da questi
ODISSEA
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Cibi neacute dai licor prendi conforto Sospetto forse di novello inganno Nel cor ti srsquoingerigrave Temi a gran torto Dopo chrsquoio trsquoaffidai col piugrave gran giurordquo 495
κ 382 ldquoO Circe ndash le risposi ndash uom giusto e pio Sosterrebbe gustar esca o bevande Pria chrsquoei vedesse i suoi fidi redenti Dunque se te il desigraveo punge che il cibo Mi ristori ed il ber sciograveglili ondrsquoio 500 Del dolce aspetto dersquo compagni amati Gli occhi bramosi miei faccia contentirdquo
κ 388 Circe a tai detti del palagio uscigraveo Con in mano la verga e del presepe Schiuse le porte i miei fuori sospinse 505 Che allrsquoaspetto parean verri novenni Mi stettero a rincontro a lor drsquoappresso Fattasi Circe percorreacuteane il branco E drsquoaltro unguento or questo or quello ugnea Lrsquoirte setole giugrave dalle lor membra 510 Cadevano di che col detestato Farmaco pria la Diva rivestilli Giagrave giagrave rifacircrsi umani e di piugrave fresca Etade e piugrave venusti e di piugrave grandi Forme alla vista mi apparicircr Conversi 515 Tutti in me riconoacutebbermi ciascuno Tra le mie braccia si gittograve Sigrave forte Di tenero compianto alzacircro un grido Che tutta intorno la magion drsquoun fiero Sogravenito rimbombograve Circe medesma 520 Tocca fu di pietagrave Ma lrsquoalma Diva Accostandosi a me sigrave mi dicea
κ 401 ldquoNobile prole di Laerte accorto E saggio Ulisse or tu ritorna al lido Tira la nave in secco e nersquo marini 525 Antri gli arnesi e le dovizie ascose Ratto a me riedi ersquo tuoi compagni adducirdquo
κ 406 Detto non chiusi a nobile fidanza Lrsquoaltera anima mia corsi alla piaggia Lagrave i miei fidi trovai che appo la nave 530 Dolorosi spargean pianto dirotto Come vitelle da macigravea ricinte Scorgendo al chiuso ritornar le madri
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Di fresca erba satolle in folla accorrono Ad incontrarle neacute vrsquoha intoppo o chiostra 535 Che le ritenga alle armentali torme Tutte attorno saltellano muggendo Cosigrave i compagni miei vigravestomi appena Mi si versacircro in lagrime drsquointorno Cheacute lor fu avviso in Igravetaca sassosa 540 Lagrave rsquove nacquero e crebbero esser giunti E dicevan piangendo ldquoInclito Ulisse Tanta per tuo ritorno al cor nrsquoabbonda Gioia che pari sentiremmo a stento Calcando il suol natigraveo Ma orsugrave rsquol funesto 545 Destin degli altri raccontar ti piacciardquo
κ 422 Ed io con blandi accenti ldquoIn secco prima Tiriam la nave ed ascondiam negli antri Gli arnesi tutti e le dovizie poscia Affrettagravetevi a gara e mi seguite 550 Acciograve di Circe lagrave nersquo sacri tetti Riveggiate i compagni a ber intesi A vivandar di copia alma beatirdquo
κ 428 Tacqui e tosto obbedicircro a ritenermi Tutti i compagni Eurigraveloco fu solo 555
κ 431 ldquoAhi miseri ndash gridograve ndash dove nrsquoandiamo Qual brama ora vi assal di novi guai Che alla magion di Circe ir vi sospinge Giagrave tutti in verri in lupi od in leoni Trasformeragrave sigrave che dovrem per forza 560 Lrsquoostel superbo a lei guardar Del pari Il Ciclope adoprograve quel digrave che i nostri Gli entracircr nella caverna accompagnando Lrsquoaudacissimo Ulisse e quegli ancora Per la costui follia corsero a morterdquo 565
κ 438 Cosigrave disse egli ed io volgea nellrsquoalma Se il grande acciar tratto dal fianco a terra Sbalzar dal busto gli facessi il capo Bencheacute affine a me prossimo ma tutti Di qua di lagrave con preghi affettuosi 570 Mi si strinsero intorno i miei compagni
κ 443 ldquoAmor di Giove se cosigrave ti egrave in grado A guardia del navil lasciam costui Ma tu di Circe guidane alla sacra Magione omairdquo Ciograve detto allontanacircrsi 575
ODISSEA
162
Dalla nave e dal mar Neacute giagrave sostenne Restar lo stesso Eurigraveloco ma ratto Lrsquoorme nostre calcograve tanto glrsquoincusse Il minaccevol mio piglio terrore
κ 449 In questo mezzo nersquo suoi tetti Circe 580 Cura degli altri miei fidi prendea Gli lavograve profumolli e di superbi Manti e di molli tuniche li cinse A desco tutti li trovammo Appena Lrsquoun lrsquoaltro riconoacutebbersi piagnendo 585 Raccontacircrsi i lor casi ed il palagio Risonava di gemiti e di lai Circe al mio fianco poacutestasi coteste Parole mrsquoindirizzava ldquoO di Laerte Prole ricco di senno inclito Ulisse 590 Allrsquoostinato lagrimar pon modo Anchrsquoio ben so quante nel mar pescoso Tolleraste sventure e quanto in terra Turbe ostili vi nocquero Ma or via Drsquoesca vi confortate e di Liegraveo 595 Fincheacute in petto lrsquoardir vi si ridesti Che inanimogravevvi il digrave che abbandonaste La nativa contrada Igravetaca alpestre Or costernati e languidi vi strugge La rimembranza degli aspri viaggi 600 Ned alla gioia il cor vi srsquoapre tanto Le disventure oppregravesservi ed i guairdquo
κ 466 Detto lrsquoaltero cor ne persuase Pel volger drsquoun intero anno ligrave stemmo Dapi e dolce licor gustando in copia 605 Ma come lrsquoanno si compigrave che in giro Volte fucircr le stagioni e che dai mesi Quersquo lunghi giorni al termine eran tratti Chiamagravetomi in disparte i fidi miei
κ 472 ldquoTempo egrave omai di membrar ndash digravessermi ndash Ulisse La contrada natigravea cheacute in fato avesti 611 La tua salvezza e rsquol ricondurti allrsquoalta Tua magione ed al suolo almo natigraveordquo
κ 475 Neacute lrsquoaltero mio cor fu giagrave restigraveo Di esaudirli Quando il Sol caduto 615 Sorvennero le tenebre i compagni Per le oscurate stanze si corcacircro
LIBRO X
163
Ma le ricche io salii stanze di Circe E le ginocchia in supplichevol atto Le abbracciava pregando A me cortese 620 Lrsquoorecchio intento giagrave porgea la Diva
κ 483 ldquoO Circe attiegravemmi la promessa al tetto Paterno mi rimanda egrave la mia brama Questa e dersquo prodi miei che il cor nel petto Mi struggono piagnendo a me drsquointorno 625 Sempre che tu da me movi in disparterdquo
κ 487 Rispoacutesemi la Diva ldquoO di Laerte Nobile figlio accorto inclito Ulisse Forza non ti si fa percheacute tu resti Nersquo tetti miei ma prima unrsquoaltra via 630 Fornir conviegraventi visitar le case Di Pluto e di Prosegraverpina e lo spirto Consultar del Teban vate Tiregravesia Cieco degli occhi di cui splende integravegra Lrsquointelligenza cheacute a lui sol tra morti 635 Prosegraverpina largigrave provvido senno A guisa drsquoombre gli altri errano intornordquo
κ 496 A questi accenti rsquol cor dentro sentigravea Spezzagravermisi drsquoangoscia in sulle piume Sedea piagnendo neacute patigravea giagrave lrsquoalma 640 Viver neacute rsquol raggio rimirar del Sole Alfin del lagrimar del voltolarmi Sazio risposi ldquoO Circe E chi fia mai Duce a tal via Finor con nave bruna Di Pluto alla magion nullo pervennerdquo 645
κ 503 ldquoNon ti caglia ndash la Dea ratto soggiunse ndash Del rettor del tuo pin le antenne alzate Spandi le vele candide e trsquoassidi Il guideragrave per Te di Bograverea rsquol soffio Attraversato lrsquoOcegraveano un porto 650 Angusto rinverrai lagrave rsquove alte selve Sorgon sacre a Prosegraverpina drsquoeccelsi Pioppi e di salci sperditor del frutto A quella riva che drsquointorno bagna LrsquoOcegravean vorticoso arresta il legno 655 E di Pluto nersquo regni atri penegravetra NellrsquoAcheronte lagrave sgorgan Cocigraveto Ramo di Stige e Periflegetonte Quivi srsquoalza una rupe ove i due fiumi
ODISSEA
164
Confondono le oscure acque sonanti 660 Ligrave giunto o prode come or io trsquoingiungo Scava una fossa che da tutte parti Un cubito si stenda A quella intorno Spargi le libagioni a onor dellrsquoombre Di latte misto al megravel di brun Liegraveo 665 Di chiara onda di fonte e poscia il tutto Di bianca cereal polve cospergi Implora inoltre i debili ed inani Capi dellrsquoombre e lor prometti quando Reduce trsquoaccorragrave la tua magione 670 Di percotere lor sterile vacca Il fior delle tue torme empiendo il rogo Drsquoofferte preziose e che in disparte Cadragrave per te ferito un ariete Di nerissimo vello ed il piugrave egregio 675 Al Teban vate solo Orato appena Alla sacra dersquo Mani inclita schiera Pecora negra ed un maschio agno immola Torcendo lor la fronte in vegraver lrsquooscuro Egraverebo ma tu rsquol guardo alle correnti 680 Tien del fiume rivolto e lagrave trsquoavvia Lrsquoalme dersquo trapassati ivi in gran calca Accorreranno Allora arsquo tuoi comanda Le dal ferro crudel vittime stese Nudar dersquo velli ed ardere implorando 685 Il fier Pluto e Prosegraverpina tremenda Indi lrsquoacuto acciar tratto dal fianco Siedi neacute consentir che le lievi ombre Si appropinquino al sangue anzi che trsquoabbia Tiregravesia ammaestrato A Te repente 690 Il vate si addurragrave duce di genti Contezza ersquo ti daragrave del tuo viaggio Del modo del cammin fincheacute tu faccia Pel mar pescoso in Igravetaca ritornordquo
κ 541 Comrsquoella tacque drsquoin sul trono drsquooro 695 Raggiograve lrsquoAurora Tunica e un bel manto Circe vestigravemmi a seacute ravvolse intorno Candida ampia sottil leggiadra veste Lavorigraveo delle Grazie al fianco strinse Aureo cinto elegante e sovra il capo 700 Fece un velo ondeggiar Ma in questo mezzo
LIBRO X
165
Io percorrea rsquol palagio e gigravea ciascuno Eccitando dersquo miei con blandi accenti
κ 548 ldquoDestagravetevi sfiorar non egrave piugrave tempo Il dolce sonno pagravertasi gli egrave questo 705 Lrsquoinsegnamento dellrsquoorrevol Circerdquo
κ 550 Ratto obbedicircr Pur no neacute di lagrave salvi Tutti i compagni ricondussi Vrsquoebbe Elpegravenore tra loro un giovinetto Neacute prode in guerra neacute di mente accorto 710 Che lagrave di Circe nelle sacre stanze Si divise dagli altri e mi dormigravea A sommo il tetto di fresca aura vago Onde temprare il fuoco di che tutte Il vin soverchio gli accendea le vene 715 Come il rumor come il tumulto udigraveo Si destograve drsquoimprovviso ed obliando Dar volta e giugrave per lrsquoalta scala scendere Mosse diritto e dallrsquoeccelso tetto Precipitograve le vertebre del collo 720 Fragravensersi e ruinograve lrsquoanima a Pluto
κ 561 Gli altri miei prodi sorvenuti ldquoForse Ir credete ndash lor dissi ndash arsquo tetti vostri Alla terra natigravea ma Circe un altro Cammin ne disegnograve che ai regni guida 725 Dellrsquoaustera Prosegraverpina e di Pluto Per quivi del Teban vate Tiregravesia Consultar lrsquoalmardquo A questi detti tanto Duol disperato il cor di tutti assalse Che seggendo per terra gemebondi 730 Sveglieacuteansi rsquol crin ma non per questo ai mesti Profitto alcun dai gemiti venigravea
κ 569 Mentre alla nave tendevano e al lito Tristi e piangenti giagrave legato avea Circe la bruna pecora e rsquol montone 735 Al negro legno Tacita Ella venne Di conserto con noi ma ci precorse Invisibile Or qual occhio mortale Scorgere puote o venga o vada un Nume Quando celato movere gli aggrada 740
166
LL II BB RR OO UU NN DD EE CC II MM OO
Evocazione dellrsquoOmbre
GGIUNTI al lido varammo in mezzo allrsquoonde Prima la nave e lrsquoalbero vrsquoergemmo Indi sparse le vele ed imbarcate Lrsquoostie noi pur vrsquoentrammo sospirosi E versando gran pianto Incontinente 5 Circe dallrsquoaureo crin dal dolce canto Un vento ci mandograve compagno fido Che le vele gonfiograve spirando in poppa Al pin veloce dallrsquoazzurra proda Posti gli arnesi in ordine sedemmo 10 Cheacute il vento ed il nocchier reggeano il corso Tutto quel giorno con gonfiate vele Il mar varcammo fincheacute rsquol Sol caduto Tutte si ricopricircr drsquoombra le vie
λ 13 Del profondo Ocegravean giunse ai confini 15 La nave allor dove i Cimmegraveri albergano Di nebbia e di caligine involuti Non dersquo suoi raggi li rischiara mai Splendentissimo il Sol neacute quando poggia Alla stellante in cima eterea volta 20 Neacute quando vien dal Cielo in vegraver la Terra Precigravepite funesta eterna notte Su quella gente misera si stende Approdati varammo in secco il legno Le vittime sbarcammo e percorremmo 25 Le piaggie Oceanine fincheacute al loco Che Circe appunto nrsquoinsegnograve venimmo
λ 23 Diecircr di piglio alle sacre ostie votive Perimede ed Eurigraveloco dal fianco
LIBRO XI
167
Trassrsquoio la spada e un cubito profonda 30 Da tutti i lati vi scavai la fossa Cui drsquointorno ad onor dersquo trapassati Primamente col megravel versava il latte Indi rsquol vin puro e la chiara onda e rsquol tutto Di bianca cereal polve aspergea 35 Molto arsquo levi indi orai capi dellrsquoombre Impromettendo che nel tetto mio Sterile a loro ferirei giovenca Fior dellrsquoarmento cumulando il rogo Drsquoofferte preziose e che in disparte 40 Al Teban vate solo immolerei Di nerissimo vello un ariete Il piugrave bel che nel mio gregge si pasca Drizzati chrsquoebbi i voacuteti e le preghiere Alla schiera dellrsquoombre afferrai lrsquoostie 45 Le sgozzai nella fossa ove fumante Lrsquoatro sangue sgorgograve Subitamente Lrsquoalme dersquo Mani dal piugrave cupo fondo Accorsero dellrsquoEgraverebo drsquointorno Spose mi si affollacircro e giovinetti 50 Per cui non arse drsquoImenegraveo la face Debili vecchi verginelle tenere Ploranti dersquo lor verdi anni il bel fiore Di recente caduto Apparicircr molti Guerrier drsquoasta trafitti e carchi drsquoarme 55 Insanguinate giagrave di qua di lagrave Accorrono si accalcano drsquointorno Alla fossa con alto ululo lrsquoombre Sigrave che pallida tema il cor mrsquoinvade Ratto arsquo compagni indissi che le stese 60 Vittime dal crudel ferro nudate Fosser darsquo velli ed arse alzando i voacuteti Al fier Pluto a Prosegraverpina tremenda Tratto lrsquoacuto brando ivi mrsquoassisi Neacute patigravea che le vane ombre dersquo morti 65 Si accostassero al sangue anzi che fosse Per me il vate Tiregravesia interrogato
λ 51 Ed ecco prima mi si offerse lrsquoombra DrsquoElpegravenore non anco in grembo allrsquoampia Terra riposto Lagrave di Circe al tetto 70 Abbandonammo la mortal sua spoglia
ODISSEA
168
Illacrimata ed insepulta astretti Da maggior cura Come rsquol vidi tocco Il cor drsquoalta pietagrave sigrave gli dicea
λ 57 ldquoCome scendesti Elpegravenore nellrsquoatra 75 Caligine Tu a piegrave giagrave precorresti Me che su nave celere venigraveardquo
λ 59 Non senza pianto e gemiti rispose ldquoAmor di Giove accorto inclito Ulisse Il fato rio drsquoun demone e rsquol soverchio 80 Bacco mi nocque giagrave corcato in cima Alla magion Circegravea non posi mente Di rivolgermi addietro e calar giuso Per lrsquoalta scala ma diritto mossi Sopra rsquol tetto e dallrsquoalto capovolto 85 Precipitai del collo infranti i nervi Lrsquoalma scese tra gli inferi Arsquo tuoi piedi Prostrato ecco trsquoimploro e persquo tuoi cari Di cui tanto lrsquoassenza ora ti grava Per la tua sposa e rsquol padre affettuoso 90 Che pargoletto trsquoallevograve pel figlio Unico che lasciasti in tua magione Pel diletto Telegravemaco sovviemmi Perograve chrsquoio so che lungi da queste atre Case di Pluto allrsquoisola drsquoEegravea 95 Ricondurrai la nave or quivi giunto Rammegraventati di me neacute al dipartirti Insepolto lasciarmi e illacrimato Tal che attiri su Te lrsquoira dersquo Numi Arsa con lrsquoarmi che vestigravea la spoglia 100 Agravelzami in riva al pelago ondeggiante Un monumento che allrsquoetagrave future Del fato rio drsquoun misero ragioni Questo voacuteto mrsquoadempi e sullrsquoavello Mrsquoinfiggi il remo che trattar solea 105 Mentre che al fianco dersquo compagni miei Le gioconde spirava aure vitalirdquo
λ 79 Ed io ldquoTutto farograve ciograve che desii Tutti figraveen pieni o misero i tuoi voacutetirdquo
λ 81 Tali alternando dolorosi accenti 110 Sedevamo da un lato irsquo tenea rsquol brando Prosteso sopra rsquol sangue e rsquol simulacro Narragravevami dallrsquoaltro i suoi martigraveri
LIBRO XI
169
λ 84 Lrsquoalma sorvenne della madre mia DrsquoAutogravelico possente inclita prole 115 Anticlegravea che io lasciai trarsquo vivi quando Ad espugnar il sacro Igravelio movea Vigravedila e piansi e rsquol cor sentigraveami in seno Intenerirsi ma bencheacute dolente Non le permisi di appressarsi al sangue 120 Pria che Tiregravesia mi ammaestri In questa Con lrsquoaureo scettro in man lrsquoombra sorgiunse Del vate e riconoacutebbemi e sigrave disse
λ 92 ldquoPercheacute del Sol la luce abbandonata Venisti a visitar lrsquoombre o infelice 125 E lrsquoinamabil sede lor Su via Da questa fossa scogravestati e la spada Ritraggi acuta acciograve chrsquoio mi disseti Nel sangue e schietto trsquoappalesi rsquol verordquo
λ 97 Tacque ed io mrsquoarretrando alla vagina 130 Respinsi il brando Poi che di quel sangue Bevve soggiunse lrsquoincolpabil vate
λ 100 ldquoDolce brami rsquol ritorno inclito Ulisse Pur aspro un Dio il trsquoappresta Invan tu speri Celarti credo a Enosigegraveo che in cuore 135 Rancor ti tiene irato a Te che rsquol figlio Diletto gli accecasti Nondimeno Duri casi sofferti al natigraveo loco Perverrai se di te dersquo tuoi compagni Reprimere vorrai nel cor le brame 140 Quando del negro mar tolto alla furia Approderai col forte legno ai liti Dellrsquoisola Trinacria Ivi pascenti Le pingui agnelle rinverrete ersquo buoi Del Sol che tutto vede e tutto ascolta 145 Se illesi figraveen per te cura ti prenda Del ritorno cheacute dopo aspri travagli Tu premerai del piegrave le patrie sponde Guai se figraveen lesi Certa a Te alla nave Arsquo tuoi predigraveco lrsquoultima ruina 150 E se tu scampi rediresti a stento E tardo e senza alcun dersquo tuoi compagni Ed in nave straniera alle tue case Nuove colagrave trovando aspre sventure Turba orgogliosa che divora e strugge 155
ODISSEA
170
Il tuo retaggio e della tua divina Moglie alla destra corsquo presenti aspira Ma tu di tanto oltraggio al tuo ritorno Trarrai vendetta Poi che in tua magione Insidiando oppure a faccia aperta 160 Morti col fier tuo brando i Proci avrai Prendi un tornito remo ed altre terre Percorri fincheacute giunga ad una gente Che neacute conosca il mar neacute le vivande Di sal condisca neacute contezza alcuna 165 Abbia di nave di vermiglie gote Ovver di lati remi ale di nave Ecco un segno or ti porgo e la contrada Ascosa non ti fia quando al tuo incontro Un altro pellegrin venga e ti chiegga 170 Percheacute un vaglio sul forte omero porti Tu conficca nel suol tosto il tuo remo Ed ostie elette al Re Nettun ferisci Un toro ed un ariete ed un verro Indi fatto al natigraveo loco ritorno 175 Agli altri Eterni abitator drsquoOlimpo Giusta la lor possanza a mano a mano Offri sacre ecatombe A te dallrsquoonde Leve morte verragrave tal che da molle Vecchiezza alfin consunto i rai del Sole 180 Ti rapiragrave le genti a Te drsquointorno Vivran felici egraveccoti rsquol veacuter paleserdquo
λ 138 Ed io ldquoTiregravesia darsquo medesmi Eterni Certo questo egrave il destin che mi si attorse Or via sincero il veacuter mi esponi io veggio 185 Lrsquoombra materna che appo il sangue siede In silenzio e quantunque alla presenza Del figliuol suo drsquoun motto o drsquoun sol guardo Non il fa degno O Re dimmi in qual modo Potrigravea raffigurarmi rdquo Ed ei soggiunse 190
λ 146 ldquoPronta egrave la mia risposta e nella mente La ti porrograve qualunque spirto a cui Permetterai di appropinquarsi al sangue Il veacuter ti chiariragrave taciti allrsquoOrco Gli altri al tuo divietar si arretrerannordquo 195
λ 150 Poicheacute cotesti oracoli proferse Lrsquoombra del Re Tiregravesia alla magione
LIBRO XI
171
Di Pluto rivolograve Ma ligrave stettrsquoio Fermo fincheacute sorgiunta il negro sangue Bevve la genitrice Incontinente 200 Mi riconobbe e pianse e queste alate Parole mi drizzava ldquoOh figliuol mio Percheacute ancor vivo sotto questrsquooscura Caligine scendesti Egrave forte assai A chi spira mirar queste contrade 205 Grandi fiumi correnti impetuose Uopo egrave varcar ma prima lrsquoOceagraveno Chrsquouom traversar non puograve se nol trasporta Ben salda nave O qua da Troia or giungi Poi che gran pezzo col tuo legno errasti 210 E corsquo tuoi prodi Non anco sersquo ito In Igravetaca Neacute ancor nel tuo palagio La consorte fedel tu rivedestirdquo
λ 163 ldquoNecessitagrave ndash risposi ndash o madre mia Tragravessemi a Dite a interrogar lo spirto 215 Del Tebano Tiregravesia Ancor non giunsi LrsquoAcaia ad appressar neacute per me tocche Fucircr nostre piaggie mai vo errando sempre Combattuto da rischi e da sventure Dal digrave che il divo Agamennoacuten seguigravea 220 A Troia di cavalli agili altrice Per combatter corsquo Tegraveucri Or deh ti piaccia Narrarmi rsquol veacuter qual rio destin ti oppresse Col sonno eterno della morte Lunga Infermitate O dersquo suoi miti strali 225 Ti assaltograve drsquoimprovviso e ti trafisse La faretrata Artegravemide Del padre Pagraverlami chrsquoio lasciava e del mio figlio Regnan miei stati o qualche eroe pensando Chrsquoio non ritorni piugrave giagrave giagrave gli usurpa 230 Dimmi qual egrave la mente ed il consiglio Della mia donna sta col figlio e tutte Le ricchezze mi guarda o rsquol piugrave prestante Dersquo prenci Argivi la menograve a consorterdquo
λ 180 Tacqui ed a me la veneranda madre 235 ldquoCostante e mesta in tua magion sta chiusa Penegravelope affannosi i digrave e le notti Sempre le si consumano nel pianto Niun trsquousurpograve lrsquoaver vigila queto
ODISSEA
172
Sui tuoi campi Telegravemaco e si asside 240 Al regno nato nersquo superbi prandi A cui tutti lo invitano Laerte Il padre tuo sta ligrave nella campagna Neacute a cittagrave volge il piegrave quivi non letti Non manti o strati o coltrici stupende 245 Ma nel verno sul cenere disteso Accanto al focolar dorme tra i servi In rozzi panni la persona avvolto Quando riede lrsquoestate o rsquol ricco autunno Qua lagrave sui mucchi di cadute frondi 250 Della piugrave fertil sua vigna gli umigraveli Letticciuoli si stendono ivi giace Travagliato e la tua sorte gemendo Vie piugrave rsquol duolo il tormenta Il preme inoltre Dura vecchiezza Anchrsquoio cosigrave da grave 255 Angoscia vinta al mio fato soggiacqui Neacute me la Dea dallrsquoinfallibilrsquoarco Di mite strale saettograve neacute lungo Morbo mrsquoinvase che con detestato Languir le membra consumando uccide 260 Ma la brama di Te ma lrsquoaffannosa Cura dersquo tuoi perigli e rsquol membrar quanto Amor sempre mrsquohai posto inclito Ulisse Troncacircr del caro viver mio lo stamerdquo
λ 204 Detto invano pensai stringermi al seno 265 Lrsquoombra materna mrsquoavventai tre volte Dal cor sospinto a pregravenderla e tre volte Dalle man mi sfuggigrave qual sogno od ombra
λ 209 Trafitto rsquol cor vie piugrave drsquoacuta doglia ldquoDeh percheacute madre mia ndash ratto soggiunsi ndash 270 A me che tanto ti desigraveo trsquoinvoli Deh ti ferma onde a Dite anco ne venga Dolcezza al cor dal comun pianto avvinti Tra care braccia Oh questa larva forse Prosegraverpina mandommi acciograve che rsquol fiero 275 Disperato mio duol vie piugrave si accrescardquo
λ 215 E quella veneranda ldquoAh figliuol mio Miserrimo vie piugrave drsquoogni mortale Non ti deluse no con vana imago Prosegraverpina di Giove inclita figlia 280 Posta agli umani egrave questa legge quando
LIBRO XI
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Escon di vita qua non carni ed ossa Congiugravengonsi darsquo nervi il tutto strugge Valida forza di avvampante fiamma Tosto che lrsquoossa candide abbandona 285 E via qual sogno voacutelasi lo spirto Ma or varsquo riedi alla luce e quanto udisti Fermato in mente alla tua donna il contardquo
λ 225 Cosigrave tra noi quando femminea schiera Consorti e figlie di famosi eroi 290 Accorse (da Prosegraverpina sospinta) A congregarsi al negro sangue intorno Volsi e rivolsi in cor comrsquoio poteva Interrogarle ad una ad una Alfine Il partito miglior pagravervemi questo 295 Tratta la spada non patigravea che a un tempo Beessero del sangue Alternamente Accostacircrsi e ciascuna al mio dimando Mi raccontava onde lrsquoorigin ebbe
λ 235 Prima si offerse a me la nobil Tiro 300 Che seacute dellrsquoincolpato Salmonegraveo Figlia diceva e di Cretegraveo consorte Che drsquoEgraveolo nacque Innamorograve costei Del divino Enipegraveo di tutti i fiumi Che le campagne irrigano il piugrave bello 305 Nelle correnti limpide del fiume Spesso a bagnarsi entrava Enosigegraveo Del vorticoso Iddio la forma assunta Corcossi alla sua foce il flutto azzurro Lrsquoattorneggiograve qual monte e in guisa drsquoarco 310 Curvatosi celograve nel vasto seno La donzella ed il nume che le sciolse La zona virginale ed un soave Sonno le infuse Poi che lrsquoamorosa Opra Nettun fornigrave per man la prese 315 Nomolla e sigrave le disse ldquoO donna mia Trsquoallegra del mio amor Non il suo giro Compiragrave lrsquoanno che due figli egregi Partorirai perograve che degli Eterni Infeconde non fucircr le nozze mai 320 Presa cura di lor Tu gli nutrisci Gli educa e cresci Or arsquo tuoi tetti riedi Contiegraventi e mai non mi nomar Per tanto
ODISSEA
174
Sappi chrsquoio per te sono Enosigegraveo Quassator della Terrardquo e sigrave dicendo 325 Nellrsquoondeggiante pelago si ascose
λ 254 Tiro al mondo giagrave diegrave Pegravelia e Nelegraveo Amendue Re ministri a Giove sommo Ricco di greggi nella vasta Iolco Stanza Pegravelia fermograve nellrsquoarenosa 330 Pilo Negraveleo stese lo scettro Tiro Delle donne reigravena a Cretegraveo diede Altra prole Fereacutete Esoacuten e rsquol prode Domator di corsieri Amitaoacutene
λ 260 Dopo Antigraveope vidrsquoio figlia drsquoAsogravepo 335 Che dalle braccia dellrsquoOligravempio avvinta Come vanto si diegrave menare i sonni Due figli partorigrave Zegraveto e Anfioacutene Primi costor fondacircro e drsquoalte torri Circuicircr Tebe dalle sette porte 340 Peroccheacute non potean la vasta Tebe Senza torri abitar bencheacute gagliardi
λ 266 DrsquoAnfitrioacuten la donna indi comparve Alcmena chrsquoebbe dal celeste amplesso Del Sir dersquo tuoni lrsquoanimoso Alcide 345 Cor di Leon Megagravera egraverale accanto Prole del fier Creonte e dellrsquoinvitto Per indomita forza Egravercole moglie
λ 271 Presentossi di Edipo anco la madre Epicagravesta gentil colpa di stolta 350 Mente in nefando error misera cadde E rsquol proprio figlio disposograve quel figlio Che il padre uccise Incontanente i Numi Arsquo mortali svelacircr lrsquoorrido incesto Molti ei nella cittade empia di Tebe 355 Guai sostenendo sui Cadmegravei regnava Pel funesto voler deglrsquoimmortali Ma Epicagravesta laggiugrave scese nellrsquoOrco Dalle valide porte ad alta trave Da disperato duol vinta sospese 360 Il fier nodo e perigrave lasciando a Edipo Tutti i tormenti di che rsquol fecer segno Le ultrici della madre orride Erinni
λ 281 Clori indi venne oltre le belle bella Della cui venustagrave preso Nelegraveo 365
LIBRO XI
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La ricolmograve di nuziali doni E disposolla Nacque ultima figlia AllrsquoIagraveside Anfioacuten che in Orcomegraveno Cittagrave dersquo Mini ebbe un digrave rsquol forte impero Clori col Re Negraveleo regnando in Pilo 370 Di tre figli magnanimi rsquol fersquo lieto Di Negravestore di Crogravemio e del possente Pericligravemene Indi lrsquoesimia Pero Maraviglia del mondo partorigravea Tutti gli eroi vicini ad impalmarla 375 Aspiravan ma rsquol padre non sostenne Concederla che a chi rapigravea dai campi Di Figravelace le indomite giovenche Dallrsquoampia fronte che il tremendo Ificle Riteneva a gran torto Un incolpato 380 Indovin solo menar via promise Le torme se non che drsquoun Nume rsquol fato Grave si attraversograve tal chrsquoei da agresti Pastor fu posto in ceppi Ma trascorsi I mesi i giorni e in seacute rivolto lrsquoanno 385 E lrsquoore alfin sorgiunte il forte Ificle Liberograve lrsquoindovin che tutti a lui Gli oracoli chiarigrave Cosigrave del sommo Re dellrsquoOlimpo srsquoadempigravea rsquol consiglio
λ 298 Ed ecco Leda a Tigravendaro consorte 390 Cui duo figli magnanimi produsse Cagravestore di cavalli domatore E rsquol prorsquo di cesti vibrator Polluce Lrsquoalma terra amendue vivi nel grembo Chiudeacuteali cheacute tra lrsquoombre anco gli onora 395 LrsquoOligravempio ciascun giorno alternamente Risorgono alla luce e giugrave nellrsquoOrco Ridiscendono al par degli Immortali Gloria amendue gli incliti eroi sorticircro
λ 305 Indi la donna drsquoAloegraveo comparve 400 Ifimedegravea che riamata amante Di Nettun si vantograve due figli nrsquoebbe Il cui viver fu breve Oto divino E lrsquoillustre Efialte Oltre ogni dire Grandi e belli la Terra alma nutrilli 405 Dopo lrsquoinclito Orioacuten Novenni appena Nove cubiti i corpi aveano in largo
ODISSEA
176
Trentasei drsquoaltitudine Costoro Minacciacircro gli Degravei lassugrave nellrsquoetra Di destarvi di guerra empia i tumulti 410 LrsquoOssa allrsquoOlimpo e sovra lrsquoOssa imporre Bramacircro il Pegravelio di boscaglie ombroso Onde il Cielo scalar Certo ad effetto Posto lrsquoimpresa avrigravean ringagliarditi Dalla perfetta etagrave ma gli immolava 415 Di Giove il figlio e di Latoacutena in prima Che i molli fiori sotto alle lor tempie Surgessero ad ornar le guance e rsquol mento
λ 321 Fedra indi e Procri e di Minograves prudente La bella figlia appagravervemi Arianna 420 Che Tegraveseo un digrave rapigravea per indi addurla Da Creta al sacro suol dellrsquoalma Atene Ma di lei non gioigrave cheacute da Diana Prima in Digravea morta fu lagrave dove tolse Bacco a far contra lei testimonianza 425
λ 326 Mera Climene e alfin la detestata Erifigravele arrivograve che dellrsquoamato Sposo alla vita aureo monil prepose Ma neacute dire potrei neacute nomar tutte Le apparse degli Eroi figlie e consorti 430 Che lrsquoalma notte prima non si consumi Ecco lrsquoora del sonno o qui od in nave Con i compagni arsquo Numi ed arsquo Feaci Tutta del mio redir lascio la curaraquo
λ 333 Lrsquoudicircr tutti in silenzio e per lrsquooscura 435 Sala sentigraveano in cor nova dolcezza Ma la Regina dalle nivee braccia laquoO Feacesi ndash a dir togliea ndash qual pagravervi Alla statura agli alti suoi sembianti Alle sagge parole il pellegrino 440 Ospite egrave mio pur ciascheduno or dee Rendergli onor perograve non vi affrettate Drsquoaccomiatar chi a fiere strette egrave posto Neacute vogliate di doni egravessergli scarsi Perograve che molte possedete in casa 445 La merceacute degli Degravei larghe dovizieraquo
λ 342 Ed il saggio Echeneo drsquoetagrave piugrave antica Degli altri tutti laquoCerto amici ndash esclama ndash Neacute lo scopo falligrave neacute avviso aperse
LIBRO XI
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Che dal costume nostro si diparta 450 Lrsquoassennata Regina alla sua voce Obbedigravescasi pur drsquoAlcigravenoo stesso Aspetterem lrsquoesempio ed il comandoraquo
λ 347 Ed il Re laquoCerto la costei parola Si adempiragrave fincheacute vivendo io regni 455 Sui Feacesi naviganti Or egli Bencheacute bramoso del ritorno indugi Fin lrsquoindimani in questo mezzo tutti Adunerograve i presenti il partir suo Cura egrave di tutti ma di me primiero 460 Cui regger questo popolo si spettaraquo
λ 354 E lrsquoItacense accorto laquoAlcigravenoo illustre Tra queste genti se restar qui intero Un anno mrsquoimporreste e in questo mezzo Scorta mrsquoapparecchiaste e doni eletti 465 Ciograve stesso io pur vorrograve cheacute al natigraveo loco Quanto piugrave tornerograve con le man piene Tanto vie piugrave drsquoonor degno e di affetto Mi terranno color che tra le mura DrsquoIgravetaca mia vedragravennomi reversoraquo 470
λ 362 Rispose il Re laquoVeggegravendoti non entra Nobile Ulisse in noi sospetto alcuno Che un fallace impostor tu sigravee quai molti Qua lagrave pasce la terra a ordire intesi Vaghe menzogne intorno a una contrada 475 Non vista da alcun mai ma in te lrsquoornata Parola in Te retto il pensiero abbonda Emolo ad un gentil vate le gravi Dagli Achei sostenute aspre sventure E le tue proprie ci narrasti Or via 480 Piagravecciati raccontarmi a parte a parte Se qualcuno dersquo tuoi prodi compagni Che ad Igravelio ti seguicircr vedesti e chrsquoivi Combattendo pericircr Lunga egrave la notte Dismisurata ned ancor qui egrave giunta 485 Lrsquoora del sonno Adunque i gloriosi Travagli tuoi mi narra Omai mrsquoegrave tardo Udir da te sigrave nove meraviglie Aspetterograve dellrsquoalba anche il ritorno Quando tu sosterrai contarmi tutti 490 Quersquo tanti che soffristi immensi affanniraquo
ODISSEA
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λ 376 laquoHavvi o di queste genti inclito Sire ndash Ulisse ripigliograve ndash tempo dersquo lunghi Ragionari e dersquo sonni havvi anche un tempo Ma se ti punge rsquol cor desigraveo di udirmi 495 Non io ricuso altri narrarti ancora Casi piugrave gravi il rio fato dersquo miei Che da sezzo pericircr non che di quelli Che lagrave trovacircro nellrsquoIligraveache piaggie Scampo allrsquoacerba guerra indi al ritorno 500 Colpa drsquoiniqua femmina pericircro
λ 385 Poicheacute fucircr lrsquoombre delle donne illustri Dalla casta Prosegraverpina disperse Di Atride Agamennoacuten lrsquoalma sorvenne Sconsolata affollate a lui drsquointorno 505 Stavan lrsquoaltre di quersquo che pericircr seco Negli alberghi drsquoEgisto Il negro sangue Libato riconoacutebbemi e via via Diede in pianto dirotto In vegraver me stese Le mani pur di stringermi bramoso 510 Ma svigorito gli falligravea la lena Che le gagliarde un digrave membra gli resse Tocco il cor di pietagrave fuori dal petto Lagrimando volagravevanmi tai note
λ 397 ldquoO Re dersquo prodi Atride ahi qual destino 515 Corsquo lunghi ti vincea sonni di morte O ti domograve nel tuo navil Nettuno Eccitando il rio soffio impetuoso Dersquo turbini crudeli O gente ostile Trafiggeacutevati allor che depredavi 520 Torme di tauri e pingui gregge in terra O quando la Cittagrave lor combattendo Strascinavi le femmine captiverdquo
λ 404 E lrsquoombra ldquoO sapiente inclito Ulisse Neacute destando rsquol furor delle tempeste 525 Nettuno mi domograve neacute turba ostile Nogravecquemi in terra Egisto e la perversa Mia donna insidiando hagravennomi ucciso A desco in sua magione ersquo mrsquoinvitava Quivi comrsquoaltri nel presepe un bue 530 Mi trucidograve Cosigrave morii di morte Miserrima gli amici a me drsquointorno Quai verri si ammazzavano immolati
LIBRO XI
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Per nozze drsquoun possente od in banchetto A dispendio comune o in lauta mensa 535 Giagrave giagrave di molti eroi spesso alla strage Intervenisti o in singolar conflitto O nel tumulto di campal battaglia Ma di piugrave gravi gemiti angosciato Scempio veggendo sigrave crudel saresti 540 Cheacute allrsquourne intorno ed alle ricche mense Giacevamo distesi e rsquol sangue a rivi Tutto lo spazzo a dilagar correa Flebile il grido della Priamegraveia Cassandra mi ferigrave che a me drsquoaccanto 545 Dal geloso furor di Clitennestra Trucidata venigravea giagrave in sul morire Tentai drsquoambe le man di sollevarmi Ed il brando afferrar ma lrsquoimpudente Dileguossi neacute a me scendente a Pluto 550 Chiuder gli occhi sostenne neacute le labbra Comporre Ah no nulla havvi di piugrave orrendo Neacute di esecrabil piugrave di donna a cui Pullulan nella mente opre sigrave atroci Ahi qual delitto fier costei commise 555 Strage tramando a me che la condussi Vergine sposa Certo in cor mi sorse Speme di rientrar nersquo tetti miei Tra i cari figli e tra i miei servi accolto Con lieta fronte ma costei di tutte 560 Scelleranze maestra e se medesma Contaminograve drsquoeterno vitupero E quante al mondo nellrsquoetagrave piugrave tarde Donne verran cheacute dopo di costei Nulla otterragrave piugrave feacute quantunque degnardquo 565
λ 435 ldquoNumi ndash sclamai ndash quantrsquoodio ai discendenti DrsquoAtregraveo portograve fin da principio Giove Colpa di lor perfide spose Molti Per Egravelena perimmo e Clitennestra In tua assenza trsquoordigrave reti funesterdquo 570
λ 440 ldquoNeacute docil quindi ndash ei rispondea ndash di troppo Con la tua donna moacutestrati neacute rsquol tutto Disvelarle degravei tu parte le narra Parte ascosa terrai dersquo tuoi segreti Ma tu non dalla man della tua sposa 575
ODISSEA
180
Cadrai vittima Ulisse egrave paragone Di gran virtude egrave saggia ed egrave prudente LrsquoIcagraveride Penegravelope Nel tempo Che tutti in armi navigammo ad Igravelio Giovine sposa la lasciammo e un bimbo 580 Le pendea dalla poppa esile allora Ma che or la schiera dersquo valenti accresce Reduce il caro padre (oh se beato ) Fia che rsquol riveggia ed egli affettuoso Stringeragrave il genitor tra le sue braccia 585 Ma che sazi fessrsquoio gli occhi nel voacutelto Del figliuol mio di te mio dolce Oreste Lrsquoempia non consentigrave prima mrsquouccise Altro dirograve che tu profondamente Nel cor ti riporrai celato ignoto 590 Approdar ti conviene al patrio lito Cheacute non vrsquoha donna cui fidar ti deggia Deh ciograve pur dimmi e schiettamente Udisti Che spiri le vitali aure il mio figlio In Orcogravemeno in Pilo od in Isparta 595 Appresso a Menelao Cheacute in sulla terra Morte non colse giagrave lrsquoinclito Oresterdquo
λ 462 ldquoAtride ndash risposrsquoio ndash percheacute di questo Mrsquointerroghi Srsquoei viva o no mrsquoegrave ignoto Mal fa chi vani accenti allrsquoaura spanderdquo 600
λ 465 Cosigrave alternando mesti detti e largo Pianto versando ne stavam dolenti
λ 467 Lrsquoalma indi giunse del Pelide e quelle Di Pagravetroclo drsquoAntigraveloco e drsquoAiace Che gli altri Achei dopo lrsquoesimio Achille 605 Di persona vinceva e di sembiante Riconoacutebbemi il rapido Eacide E sospirando disse ldquoOh di Laerte Divina prole inclito Ulisse Ahi lasso Qual ponesti ad effetto arduo disegno 610 Della tua mente Come sostenesti Di scendere nersquo regni atri di Pluto Albergo drsquoombre che di senno mute Altro non son che vani apparimentirdquo
λ 477 ldquoOh gloria degli Achei Pelide Achille 615 A consultar lrsquoOracolo ndash risposi ndash Di Tiregravesia scesi io percheacute ei mrsquoassenni
LIBRO XI
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Come allrsquoaspra pervenga Igravetaca mia Non appressai lrsquoAcaia e non mai salsi La patria terra cheacute infortuni gravi 620 Me combattono ognor ma piugrave beato Uom Pelide di te non fu giammai Neacute fia Ti onoravam noi Dagravenai tutti Vivo al par degli Eterni ed or qui stando Regni possente imperador dellrsquoombre 625 No bencheacute morto non tristarti Achillerdquo
λ 487 Ed ei ldquoNon confortarmi inclito Ulisse Della morte cultor dersquo campi oscuro Torrei piugrave presto per merceacute uom tapino Servir scarso di vitto che su tutte 630 Regnar questrsquoombre Or del mio figlio illustre Pagraverlami tra le file antesignane Irrompe o no nelle battaglie il primo Dimmi se nulla risapesti mai Dellrsquoesimio Pelegraveo regna sui molti 635 Mirmigravedoni o da lor si prende a vile In Egravellade ed in Ftia poicheacute vecchiezza Braccia e piegrave gli fiaccograve Vindice farmi Sotto i raggi del Sol di lui mrsquoegrave tolto Cheacute piugrave non son qual mrsquoera un tempo in Igravelio 640 Quando immolava un popolo di prodi Propugnando gli Argivi Ah se un instante Tal fossi o padre mio Subitamente Sarei nella tua reggia e queste invitte Mani e questa mia forza impetuosa 645 Sentirebbon quersquo perfidi che osacircro Recarti offesa od usurparti rsquol regnordquo
λ 504 ldquoNulla di Pegraveleo so ma lrsquoalte gesta Di Neottogravelemo tuo sincere udrai Chrsquoio medesmo da Sciro in larga nave 650 Arsquo prodi Achivi rsquol ricondussi Quando A Troia intorno tenevam consulte Primo sempre arringograve neacute mai dal punto Deviograve Potevam soli mi penso Contendere con lui Negravestore ed io 655 Pugnando lagrave sotto le Iligraveache mura Confuso con i piugrave non volle ir mai Precorreacutevali tutti e di coraggio Ad alcun non cedea nellrsquoavvampante
ODISSEA
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Battaglia molti trucidograve Ridirli 660 Neacute ti potrei nomar tutti gli eroi Che fagravettosi agli Achei schermo trafisse Bagravestiti questo che sotto il suo brando Il Telefigravede Eurigravepilo fu steso Molti dersquo suoi Cetegravei perigraveangli intorno 665 Iligraveache donne a disposar venuti Dersquo guerrieri il piugrave bello era lor duce Dopo il divino Megravennone Ma quando Salimmo nel cavallo opra drsquoEpegraveo Noi duci degli Achei (poicheacute a me solo 670 Drsquoaprire e di dischiudere commessa La cura fu del cieco agguato) gli altri Dersquo Dagravenai capi e condottier dal ciglio Tergeacutevansi le lagrime ed a tutti Tremavano le membra Ma non mai 675 Vidi il bel voacutelto suo discolorarsi Neacute dalle gote astergersi mai stilla Anzi gran ressa mi facea di scendere Giugrave dal cavallo e lrsquoelsa ad ora ad ora Stringea del brando o la ferrata lancia 680 Palleggiava drsquoardor drsquoimpeto acceso Di sterminare i Tegraveucri Alfin cacciata La superba cittagrave di Prigraveamo al fondo Ricco di preda e drsquoalto guiderdone Lieto in sua nave e incolume saligraveo 685 Non giavellotto lo colpigrave non lancia Da presso il ferigrave mai siccome incontra Che spesseggin le piaghe e le percosse Nelle battaglie lagrave rsquove Marte infuriardquo
λ 358 Allor drsquoAchille maestosa e grande 690 A lunghi passi attraversava lrsquoombra I prati drsquoAsfodegravelo ed esultava Che di seacute degno rsquol figlio inclito udigravea
λ 541 Altre davanti a me si presentacircro Ombre dolenti e tutte a parte a parte 695 Gli acerbi casi lor mi raccontacircro Lrsquoanima sol del Telamogravenio Aiace Stava in disparte irato a me che rsquol vinsi Appo le navi nella gran contesa Dellrsquoarmi del Pelide in mezzo poste 700 Fucircr dallrsquoorrevol madre e diecircr sentenza
LIBRO XI
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Dersquo Tegraveucri i figli e Palla Ah percheacute mai Nel certame fatal non mrsquointerdicircro La palma i Numi Ahi per quellrsquoarme or chiude La terra in sen sigrave gloriosa testa 705 Aiace che per forma e per imprese Terribili di guerra ai Dagravenai tutti Dopo lrsquoesimio Achille sovrastava
λ 552 Ed io con blandi accenti ldquoOh Aiace ndash esclamo ndash Dunque neacute morto vuoi porre in obbligraveo 710 Lrsquoira che trsquoarse contro me per lrsquoarmi Funeste I Numi poacuteserle agli Achivi Dannaggio grave poicheacute lor peristi Ferma torre di guerra Un gran compianto Al tuo cader levarono gli Achivi 715 Del par che per Achille neacute giagrave vuogravelsi Altri che Giove accagionar di tante Aspre sventure drsquoimplacabil odio Acceso ei perseguigrave dersquo prodi Achivi Lrsquoesercito e rsquol punigrave con la tua morte 720 Ma qui te nrsquo vieni e rsquol sermon nostro ascolta Inclito Re deh placa omai del fiero Magnanimo tuo cor lrsquoimpeto e lrsquoirardquo
λ 563 Non rispose ei con lrsquoaltre affollate ombre AllrsquoEgraverebo varcograve Lagrave nondimeno 725 Atteso avrei fincheacute egli ancor movesse Qualche parola a me quantunque irato Se non che di veder mrsquoarse il desigraveo Altri dersquo trapassati incliti spirti
λ 568 Quivi scorgea Minograves splendida prole 730 Di Giove Stretto in mano un aureo scettro Sedeva in trono e feacutea ragione allrsquoombre Parte rizzate in piegrave parte sedute Al Re drsquointorno oravano nellrsquoatra Magione di Plutoacuten dallrsquoampie porte 735
λ 572 Allrsquoimmenso Orioacuten ponea indi mente Che pei prati drsquoAsfodegravelo inseguigravea Le belve che sui monti ermi giagrave uccise Con la gagliarda man stringeva ancora Mazza di ferro drsquoinfrangibil tempra 740
λ 576 Ecco indi Tizio alunno della Terra Onnipotente nove al suol disteso Iugeri ingombra e due avvoltoi lrsquoun quinci
ODISSEA
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E quindi lrsquoaltro gli faceano scempio Del fegato rinato intromettendo 745 Nersquo suoi precordi rsquol rostro neacute potea Discacciarli con man cheacute forza ei feacuteo A Latoacutena di Giove inclita sposa Mentre soletta un digrave lagrave per le amene Campagne Panopegravee volgeacuteasi a Pito 750
λ 582 E Tagraventalo vidi anco immenso affanno Il grava in piegrave stassi nel mezzo a un lago Lrsquoacqua il mento gli tocca e ben che sembri Drsquoaspra sete riarso il ber gli egrave tolto Cheacute quante volte a dissetarsi inchina 755 Le labbra tante via fugraveggesi lrsquoonda Tranghiottita da un baratro e del veglio Appare intorno ai piegrave sol bruna sabbia Che un Nume inaridigravea Piante superbe Piegati i rami gli piovean sul capo 760 Penzolanti le frutta il pero il melo Dalle lucide poma il melagrano Il dolce fico e rsquol verdeggiante ulivo Ma come il veglio a cocircrle in su levava Le braccia egraveccoti un vento impetuoso 765 Che arsquo tenebrosi nugoli le spinge
λ 593 Combattuto vidrsquoio drsquoaspri tormenti Sigravesifo che reggea drsquoambe le braccia Macigno enorme giagrave di tutta forza Con le mani e corsquo piegrave spingeacutealo in suso 770 Acciograve la vetta drsquoarduo monte acquisti Ma come sta per sormontarla occulto Poter superno lo respinge e rsquol masso Enorme a valle rotolon precipita Sigravesifo a stento in su rsquol ricaccia intanto 775 Dalle membra il sudor correacuteagli a rivi E del capo i vapor saligraveano ad alto Comrsquoonda di volante arida polve
λ 601 Comparve indi la possa alta drsquoAlcide Anzi lo spettro cheacute lrsquoeroe gioisce 780 Alla mensa dersquo Numi e rsquol fa beato Di maritale amplesso Ebe leggiadra Prole di Giove e di Giunone a cui Distringe il piede aureo coturno Orrendo Degli spirti risuona a lui drsquointorno 785
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Rumor come drsquoaugei travolti in fuga Dalla paura ed ei qual fosca notte Con lrsquoarco teso e col quadrel sul nervo Torvi di qua di lagrave volgea gli sguardi Qual chi di saettar sta in atto sempre 790 Sfolgoragravevagli al petto un bagravelteo drsquooro Formidabile in che effigiate Opre fucircr di stupendo magistero Orsi fieri cinghiali e lion truci Guerre battaglie e morti sanguinose 795 Lrsquoartefice che diede opra a cotesto Miracolo dellrsquoarte altro simigravele Porre ad effetto non potragrave giammai Guatommi Egravercole intento ed angosciato Riconoacutebbemi tosto e sigrave mi disse 800
λ 617 ldquoNobile di Laerte inclita prole Sagace Ulisse ahi misero te ancora Preme fato crudel qual io rsquol sostenni Sotto i raggi del Sol Figlio di Giove Infinite pativa aspre fatiche 805 A mortal che di me valea men tanto Forza mi fu obbedir costui mrsquoingiunse Dar mano a imprese oltre ogni creder forti Qua un tempo anco a rapir spedigraveami rsquol cane Trifauce cheacute avvisograve non io di questo 810 Correr potessi rischio altro piugrave grave Pur il mostro afferrato a viva forza Daglrsquoinferi il rapigravea guida arsquo miei passi Fecircrsi Mercurio e lrsquoocchiglauca Divardquo
λ 627 Detto nella magione atra di Pluto 815 Egravercole scese ed io restai ligrave fermo Non uscito di speme che alcun prode Delle trascorse etagrave vi sorvenisse Quersquo duo primieri eroi forse avrei scorto Che bramai tanto stirpe gloriosa 820 Degli Immortali Tesegraveo e Piritograveo Ma pria di offrirsi a me mi si stipacircro Popoli drsquoombre innumeri drsquointorno Con grida immense sugravebita mi scosse Paura non dallrsquoOrco mrsquoinviasse 825 Il mostro fier della Gorgogravenea testa La severa Prosegraverpina Ad un tratto
ODISSEA
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Corsi alla nave ed arsquo compagni indissi Salirla e sciocircr le funi Incontinente Imbarcati si assisero sui banchi 830 Giagrave del fiume Ocegravean le rapide onde Attraversava il pin da remi prima Poscia dalla seconda aura sospinto
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LL II BB RR OO DD UU OO DD EE CC II MM OO
Le Sirene Scilla Cariddi I Buoi del Sole
PPOICHEacute lasciograve del gran fiume Oceagraveno La nave il corso rivolograve pel vasto Mar allrsquoisola Eegravea lagrave rsquove gli alberghi DellrsquoAurora e le danze e gli orti sono Del Sol Colagrave nellrsquoarenosa piaggia 5 Traemmo il legno e qua e lagrave corcati Aspettavamo il sorgere dellrsquoalba
μ 8 Ma quando apparve in Ciel rosea lrsquoAurora Parte dersquo miei spedigravea di Circe ai tetti A riportar drsquoElpegravenore la spoglia 10 Ratto abbattemmo gli alberi che intorno Ove piugrave sorge incoronacircr la riva E mesti e lagrimosi il seppellimmo Come la salma e lrsquoarmi ebbe il foco arse Posta la tomba e sopra egravertovi un cippo 15 Largo piantammo su la tomba un remo
μ 16 Compiuto il rito non ignara Circe Del redir nostro dallrsquoInferne case Adorna e bella subito se nrsquo venne Seguita dalle Ninfe apportatrici 20 Di pan di dapi rsquon copia e di vermiglio Generoso licor Stava nel mezzo Lrsquoinclita tra le Dive e sigrave dicea
μ 21 ldquoAhi Miseri di Pluto alla magione Vivi scendeste tal che due fiate 25 Morir vi egrave forza mentre una pur sola Trapassan gli altri Orsugrave drsquoesca e di beva Qua tutto rsquol digrave vi confortate allrsquoalba Rinavigate ma rsquol cammin vorsquo prima
ODISSEA
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Mostrarvi e ciograve che vi egrave mestier chiarirvi 30 Acciograve non mai perfidia di consiglio Vrsquoempia in terra od in mar di lutto acerbordquo
μ 28 Di tal guisa la Dea ne persuase Lrsquointero digrave fin che splendeva il Sole Dapi elette gustammo e vin soave 35 Lrsquoimmensa luce ascosa e scese lrsquoombre Corcacircrsi i prodi miei lungo la nave Ma preacutesami la man Circe mi trasse Solo dagli altri ed a seder mrsquoingiunse Di contra mi si assise e interrogommi 40 Di tutte cose ragguagliai la Diva A mano a mano ed ella mi soggiunse
μ 37 ldquoTutto che mi narrasti inclito Ulisse Srsquoadempiragrave ma tu rsquol mio detto ascolta Che allrsquouopo il ti faragrave membrare un Dio 45 Alle Sirene perverrai da prima Cui tutti piace affascinar gli umani Giunti a lor presso Qual di senno uscito I concenti nrsquoudragrave non vedragrave mai Neacute la sposa neacute i figli a seacute dinanzi 50 Accorrere e gioir del suo ritorno Colcate le Sirene in verde prato Col dolcissimo canto il molceranno Enorme acervo drsquoinsepolto ossame Carni consunte e putrefatte pelli 55 Sorgon drsquointorno a lor Fuggi veloce Fuggi da quella piaggia e con molligraveta Cera lrsquoorecchio dersquo compagni tura Sigrave che altri non le ascolti Ove a te piaccia Il potrai tu ma allrsquoalber della nave 60 Leacuteghinti mani e piedi ed ivi carco Anco nrsquoandrai di novi lacci ondrsquoabbi Queto a gioir dellrsquoarmonia del canto Ove tu feacutessi lor priego o comando Di sciocircrti vieppiugrave allor tegravenganti avvinto 65
μ 55 Schifata darsquo nocchier lrsquoinfausta riva Tolto mrsquoegrave drsquoinsegnarti a parte a parte Qual cammin tener degravei ma tu consiglio Prendi dal tuo coraggio io drsquoamendue Parola ti terrograve Quivi eminenti 70 Srsquoergon due rupi a cui rugghiano i flutti
LIBRO XII
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Dellrsquoazzurra Anfitrite i Degravei beati Erranti le nomacircro Alcun augello Trasvolarle non sa non le colombe Che recano lrsquoambrosia arsquo Giove sommo 75 Ma rapita ad ognor ne vien qualcuna Dallrsquoardua cima della liscia pietra Unrsquoaltra allora ne produce il padre E di tal guisa il novero rintegravegra Qual nave ivi appressograve non ebbe scampo 80 Del mar i flutti e la vorace fiamma Delle tempeste via portano a un tempo Delle navi le tavole e le salme Dersquo naufraghi nocchier QuellrsquoArgo sola Cara a tutti gli Degravei trapassograve rsquol varco 85 Quando redigravea da Colco leve leve Lrsquoenormi rocce rasentograve cheacute Giuno Cui stava a cor Giasoacutene oltre la spinse
μ 73 Havvi colagrave due scogli un con lrsquoacuta Vetta il Ciel vasto aggiunge ed il circonda 90 Nube caliginosa che di lagrave Non dileguasi mai ned ivi mai O drsquoEstate o drsquoAutunno il Seren ride No niun mortal fossrsquoei di veacutenti armato Braccia e di veacutenti piegrave potrigravea lassuso 95 Neacute montar neacute discendere cotanto Liscia egrave la roccia ertissima Nel mezzo Agravepresi dello scoglio atra caverna AllrsquoOccidente e allrsquoOrco volta drizza Il naviglio colagrave nobile Ulisse 100 Neacute dalla nave sua giovin gagliardo Liberando dallrsquoarco una saetta La grotta colpiragrave Scilla ivi alberga Gravemente ringhiando al par di stormo Di cani giovinetti Atroce mostro 105 Niun di sua vista lieto andrigravea ned anco Assaltata da un Dio Dodici ha fiere Branche e sei colli di lunghezza enorme E su ciascuno orribile una testa Sorge in che appar di fitti acuti denti 110 Triplice il giro atro di morte albergo Dal mezzo in giugrave nellrsquoantro immersa sporge Fuor del terribil baratro le teste
ODISSEA
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Qua lagrave bramosi intorno allrsquoerta rupe Gli sguardi volge e pesca e si divora 115 Delfini e lupi e le balene inghiotte Che nutre nel suo grembo a mille a mille La gemente Anfitrite Alcun nocchiere Menar vanto non puograve che Scilla illeso Abbia trascorso poicheacute con ciascuna 120 Orrida testa dagrave di piglio a un uomo Del fuggente naviglio e via se rsquol porta
μ 101 Dista di poco ed egrave piugrave basso lrsquoaltro Scoglio che saettar potresti Ulisse Ampio-fronzuto immenso ivi un selvaggio 125 Fico si spande sotto cui la fiera Cariddi lrsquoonda tenebrosa inghiotte Tre volte la rigetta e rsquol digrave tre volte Con terribile strepito lrsquoassorbe Neacute mentre ingoia il mar tu le ti appressa 130 Cheacute tocircrti al rischio fier nullo ned anche Nettun stesso potrigravea Dunque vicino Attiegraventi a Scilla e via ratto trascorri Mersquo ti fia desiar sei dersquo compagni Che tutti quanti pegraverdervi ad un tempordquo 135
μ 111 ldquoOrsugrave ndash risposi ndash il veacuter mi svela o Dea Se mrsquoegrave dato schivar la detestata Cariddi non deggrsquoio combatter Scilla Quando a struggere i miei compagni irromperdquo
μ 115 ldquoAhi misero ndash sclamograve ratto la Diva ndash 140 Giagrave di rischi di pugne e di travagli Avido sempre neacute agli Eterni stessi Cedere vorrai tu Non egrave alla morte Scilla soggetta ma immortal tremendo Fiero selvaggio e inespugnabil mostro 145 Schermo non vrsquoha ti fia il fuggir salute Ma se trsquoindugi e contro a Scilla trsquoarmi Temo che fuor lanciagravetasi purrsquoanche Tanti dersquo tuoi quanti ne ha capi inghiotta Ratto naviga quindi ed alto invoca 150 Cratagravei la madre che tal peste al mondo Partoriva costei sola puograve il mostro Frenar sigrave che non te prema ed incalzi
μ 127 Alfin della Trinacria isola ai liti Perverrai dove pascono del Sole 155
LIBRO XII
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Sette torme di buoi tante di greggi Dai bei lucidi velli Del par tutti Constano i branchi di cinquanta teste Neacute figlian mai neacute sceacutemansi A pastori Hanno due Dive dallrsquoaurate chiome 160 Faetusa e Lampegravezie inclita prole Che al Sole Iperioacutene partorigravea La divina Neegravera Amendue crebbe La madre e le mandograve da seacute remote Nella Trinacria dersquo paterni a guardia 165 Greggi e dersquo buoi dalle ritorte corna Se illesi andran per voi non fia delusa Del ritorno la speme e calcherete Patiti molti guai le patrie sponde Ma se offegravenderli ardite a te predigraveco 170 Alla nave ed arsquo tuoi sterminio e morte E se tu stesso dal periglio grave Trar ti potessi mai tardi ed oppresso Da fieri casi e perduti i compagni Alla terra natigravea far degravei ritornordquo 175
μ 142 Tacque e sul trono drsquoograver fulse lrsquoAurora Attraversando lrsquoisola se nrsquo gigravea Circe arsquo suoi tetti ed io rivolto rsquol passo Vegraver la nave a salire e sciocircr le funi Confortava i compagni Incontinente 180 Entracircr si collocarono sui banchi Ed in lungo seduto ordine tutti Feacutean corsquo remi percossi il mar spumante Giagrave retro al pin dallrsquoazzurrina proda Levossi un vento e ne gonfiograve le vele 185 Fido compagno che spedigraveane Circe Diva dallrsquoaureo crin dal dolce canto Ratto deposti entro la nave i remi Sedevamo cheacute il vento ed il nocchiere Dirigeacutevanle il corso Io bencheacute mesto 190 Drizzava arsquo prodi miei questo sermone
μ 154 ldquoBello amici non egrave che ad uno o due Sol noti sigraveen gli oracoli che Circe Inclita Dea mi disvelograve or vorsquo dunque Chiarirli acciograve se perirem sappiate 195 O se campato il rischio arsquo rei destini Fuggirem della morte In pria la voce
ODISSEA
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Delle dive Sirene ed i fioriti Prati schivar ne indisse udirla solo Concesse a me ma allrsquoalber della nave 200 Mrsquoallaccerete sigrave chrsquoio resti immoto Ed anco lagrave stringetemi di funi Ove a sciocircrmi vi prieghi o vi comandi Vie piugrave tenaci mi doppiate i nodirdquo
μ 165 Mentre cosigrave gli assenno ecco sospinta 205 Da un innocente venticel la nave Delle Sirene ai liti sorge Un tratto Quetossi lrsquoaura per lrsquoaere diffusa Rise la calma e sopigrave lrsquoonde un Dio Sorsero i miei compagni ammainacircro 210 Le vele ripiegacircrle e dentro il cavo Legno le collocacircro indi seggendo Con gli abetini remi ripercossi Biancheggiare fan lrsquoonde In questo mezzo Con lrsquoaffilato rame una gran palla 215 Sminuzzava di cera la premea Con le valide man sigrave che repente Si scaldograve si ammolligrave cheacute irsquo vi mettea Non poca forza e drsquoalto saettava Gli acuti rai drsquoIperioacutene il figlio 220 Io di tutti i compagni a mano a mano Turai le orecchie Allrsquoalber della nave Quei mrsquoavvinser diritto e mi legacircro Le mani ersquo piedi e lagrave di nuovi lacci Pur mi gravacircro indi sui banchi assisi 225 Battean corsquo remi il pelago spumante Quando col ratto remigrar distammo Quanto aggiungere drsquouom potrebbe un grido Non isfuggigrave delle Sirene al guardo La nave che correa rasente al lito 230 Questo quindi sciogliean canto soave
μ 184 ldquoDeh vieni o gloria delle Dagravenae genti Inclito Ulisse qua sofferma il corso Della tua nave e nrsquoodi Alcun mortale Di qua non passa mai pria chrsquoegli ascolti 235 Del nostro labbro il dolcissimo canto Di che non pur si bea ma vie piugrave saggio Ritorna al suol natigraveo Tutto nrsquoegrave chiaro Quanto paticircr nersquo vasti Iligraveaci campi
LIBRO XII
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Per voler degli Degravei Tegraveucri ed Argivi 240 Neacute quanto avvien sullrsquoampia Terra altrice Drsquoinfiniti viventi a noi si asconderdquo
μ 192 Movean sigrave dolci note onde rsquol cor mio Drsquoudirle acceso pur corsquo sopracigli Accennando indiceva arsquo miei compagni 245 Di sciogliermi ma quei curvi sui remi Arrancavano Sursero di botto Perimegravede ed Eurigraveloco e di nuovi Lacci avvinto vie piugrave premeacuteanmi a gara Oltrepassate le fiorenti piaggie 250 Delle Sirene sigrave che neacute la voce Neacute il lusinghevol piugrave canto srsquoudigravea Ratto i miei fidi a seacute tolser la cera Con che lrsquoorecchie lor fermai dagli aspri Vincoli a me francarono le membra 255
μ 201 Come alquanto dallrsquoIsola distammo Vedea fumo e vaste onde e un fragor alto Gli orecchi mrsquointronava Impauriti Via dalle mani arsquo miei volano i remi Ne rimbombano i flutti immoto il legno 260 Risteacute cheacute alcuna man remo non pinse Di su di giugrave lo percorrea drizzando A ciascuno dersquo miei blande parole
μ 208 ldquoO miei fidi compagni A prova omai Sperti siam di sventure e non egrave questa 265 Che nrsquoincalza maggior che quando chiusi Ci ritenne del cupo antro nel fondo La gran forza del Ciclope pur quinci Col mio coraggio ed i consigli e rsquol senno Vi trassi e vi fia un digrave dolce il ricordo 270 Orsugrave fermi sui banchi alla mia voce Tutti obbedite Voi le rapidrsquoonde Percotete corsquo remi e forse Giove Nel fier periglio nrsquoapriragrave lo scampo A te nocchier impongo (e nella mente 275 Tu che reggi rsquol timon riposto il tieni) Fuori da questo fumo e da questrsquoonda Il naviglio dirigi e lrsquoocchio affisa A lrsquoaltra rupe se al tuo guardo sfugge Trarragrave la nave nersquo suoi gorghi e tutti 280 Precigravepiti cadremo nellrsquoabissordquo
ODISSEA
194
μ 222 Dissi e tutti obbedicircr se non che tacqui Immedicabil mal Scilla non forse Impauriti i miei fuggendo i banchi Della nave stipagravessersi nel fondo 285 Qui non curai di Circe il doloroso Divieto e mi vestii le splendidrsquoarmi Due giavellotti nelle man branditi Montai sul palco della proda estrema Quivi il primo apparir fermo aspettava 290 Della petrosa ed implacabil Scilla Voratrice dersquo miei Qua lagrave volgea Ma sempre indarno gli occhi affaticati Nersquo recessi dellrsquoantro nebuloso
μ 234 Nel varco angusto penetrammo intanto 295 Gemendo Scilla il destro lato infesta Il sinistro Cariddi che gli amari Flutti del mar terribilmente inghiotte Sempre che fuor rigegravettali siccome Paiuol cui sotto molto fuoco avvampi 300 Ferve turbata e mormora ed avventa Sullrsquoardue cime drsquoamendue le rupi I larghi sprazzi di stridente spuma Ma quando i flutti ringhiottigravea per entro Vorticosa bolligravea la rupe intorno 305 Terribile rimbomba e negra giuso Nellrsquoimo abisso scogravepresi lrsquoarena Discoloracircrsi i miei Mentre allo scoglio Affisi gli occhi paventiam la morte Ecco del legno mio sei dersquo compagni 310 Prodi e forti di man Scilla rapigravea Torsi il guardo alla nave e glrsquoinfelici Vedea sullrsquoonde sollevati in alto Springar le piante ed agitar le braccia Le dolenti nrsquoudigravea voci che a nome 315 Me per lrsquoultima volta igravevan chiamando Qual pescator che su sporgente masso Di lunga canna armatosi arsquo minuti Pesci apparecchia unrsquoingannevol esca Tuffando in mar di bue silvestre un corno 320 Ed ecco un preso in sullrsquoarena il getta Lagrave rsquove palpita e spira in simil foggia Levati in suso i miei vegraver la caverna
LIBRO XII
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Palpitavano Quivi al varco primo Scilla li divorograve Nel crudel spasmo 325 Mettean grida lugugravebri ed a me indarno Stendevano le braccia Ahi fiera vista Tal miserrimo caso infra i travagli Che nersquo flutti sostenni unqua non scersi
μ 260 Scilla sfuggita e lrsquoorrida Cariddi 330 Ecco drsquoun nume lrsquoisola beata Lagrave rsquove belle pascean dallrsquoampia fronte Giovenche e molte consacrate agnelle Al Sol che varca sfavillando il Cielo Solcava ancora il mar che giagrave i muggiti 335 Delle chiuse giovenche entro le stalle Misti al belato dersquo montoni udigravea Cagraveddemi allora nella mente il detto Del cieco Teban vate e dellrsquoEegravea Circe che innanzi a tutto mi assennacircro 340 LrsquoIsola bella oltrepassar del Sole Che gli umani conforta e racconsola Perograve mesto diceva ldquoO miei diletti Che tanti giagrave patiste affanni udite Accioccheacute di Tiregravesia e dellrsquoEegravea 345 Circe lrsquoarcano oracolo vi sveli Chrsquoio di gran cura questrsquoisola schivi Del Sol che gioia a tutto il mondo infonde Lagrave ne egrave forza patir ndash dicea ndash per certo Gli infortuni piugrave gravi Or voi la nave 350 Da piaggie sigrave funeste oltra spingeterdquo
μ 277 Dissi ed a tutti rsquol cor srsquoinfranse Acerbo Eurigraveloco mi feacutea questa rampogna
μ 279 ldquoAhi fiero Ulisse in Te dismisurato Vigore abbonda non fatica mai 355 Le membra ti fiaccograve tutto sei ferro Peroccheacute non consenti arsquo tuoi compagni Rotti dal faticar vinti dal sonno Di toccar terra e scendere sul lido Lagrave rsquove grata imbandir potrigravean la cena 360 Tutto invan giagrave giagrave errar tu ci comandi Nella rapida notte a vagar lunge Da questrsquoisola in mezzo al mar oscuro Pur sorgono tra lrsquoombre i procellosi Vegraventi a sperder le navi Or chi potrebbe 365
ODISSEA
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A ria morte sfuggir se drsquoimprovviso Ad assaltarci la tempesta irrompe Del violento Zegraveffiro e di Noto Che il legno ad onta degli Eterni spezza Si obbedisca alla Notte e si apparecchi 370 Lungo il lito la cena Al digrave novello Rimbarcati nel mar vasto entreremordquo
μ 294 Tutti fremendo acconsenticircr Conobbi Chiaro allor che fermograve pegraverderci un Dio
μ 297 ldquoEurigraveloco ndash gridai ndash concordi tutti 375 Forza fate a me solo Or mi giurate Con sacro giuro almen che rinvenuta O torma o vasto gregge alcun di voi Con empio e folle ardir non vorrigravea mai Neacute giovenca immolar neacute pecorella 380 Ma starete contenti alle vivande Che a noi giagrave lrsquoimmortal Circe largigraveordquo
μ 303 Come imposi giuracircr Poscia che il giuro Ebbe da lor solenne compimento Fermacircr la nave in porto appo una fonte 385 Di chiare e dolci acque indi smontati Acconciamente apparecchiacircr la cena Ristorati di cibo e di bevande Membracircr piangendo i diletti compagni Che Scilla divorograve rapiti al legno 390 E piangevano ancor fincheacute soave Gravograve la stanca lor pupilla il sonno Giagrave giagrave del suo cammin correa la notte La terza parte e dechinavan gli astri Quando fiero eccitograve vento commisto 395 A turbinosa immensa pioggia il Nume Di nembi adunator la terra e lrsquoonde Di nugoli coverse e lrsquoatra Notte Di Ciel precipitograve Ma non appena LrsquoAurora incolorograve di rose il Cielo 400 Tirammo il legno entro capace speco Lagrave rsquove danzan le ninfe in lieti cori E che dersquo seggi lor candidi egrave adorno Adunati che fucircr sigrave gli assennava
μ 320 ldquoGiagrave ci abbonda nel legno esca e bevande 405 O miei compagni Delle torme adunque Astenghiagravemci onde alcun mal non ne incolga
LIBRO XII
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Peroccheacute le giovenche i monton pingui Pascon nersquo campi ad un terribil Dio Al Sol che tutto vede e tutto ascoltardquo 410
μ 324 Acquetacircrsi al mio dir quersquo generosi Lrsquoinfaticabil Agraveustro intero un mese Senza sosta spirograve neacute soffio sorse Di Noto ed Agraveustro in fuor Fincheacute il vermiglio Bacco ed il cereal don non falligravea 415 Degli armenti del Sol schivi non altro Desigraveo li punse che servar la vita Ma come nel naviglio ebber consunto Ogni alimento dal bisogno stretti Erravano a pigliar coi ricurvi ami 420 Augelli pesci o preda altra qualunque Lor venisse alle man cheacute violenta Rodendo gli struggea dentro la fame In questo mezzo io percorrea i recessi Dellrsquoisola ed orava acciograve alcun Nume 425 Mi dimostrasse del redir la via E giunto lungi darsquo compagni in parte Arsquo vegraventi chiusa mi lavai le palme Drizzando a tutti dellrsquoOlimpo i Numi Fervide preci ed ei sopra le ciglia 430 Dolce sparsermi il sonno Adunograve allora I miei compagni Eurigraveloco ed aperse Questo consiglio a lor empio e funesto
μ 340 ldquoBencheacute dolenti udigravetemi o compagni Tutte gli umani miseri in odio hanno 435 Le morti ma non havvi altra piugrave orrenda Neacute peggior fato che il perir di fame Or su del Sol le piugrave belle giovenche Via meniamo ed offriagravemle in sagrifizio Agli Eterni del Cielo abitatori 440 Che se afferrar potrem drsquoIgravetaca il lido Alzeremo al sublime astro del giorno Ricco delugravebro in che di nobil pompa Molti porrem superbi adornamenti Ma se punto quel Dio per le giovenche 445 Dalla testa alta irato a sperder fermi ndash Neacute gli altri Numi fagravecciangli contrasto ndash La nave tocircrrograve prima in un momento Tranghiottir lrsquoonda e perdere lo spirto
ODISSEA
198
Che languir lentamente e in sigrave deserta 450 Isola stando struggermi di stentordquo
μ 352 Assenticircr gli altri Ratto le giovenche Dallrsquoampia fronte e dalle corna in arco Le piugrave belle del Sol che accanto al legno Pascevano cacciacircr le circuicircro 455 E colto pria drsquoalto-chiomata quercia Tenere fronde (cheacute di candidrsquoorzo Patigravean difetto) oracircr Orato appena Sgozzacircro lrsquoostie le nudacircr dersquo velli Ne inciser lrsquoanche le fasciacircr drsquoomento 460 A doppia falda e le copricircr di brani Palpitanti Ma esausto il vin mal ponno Libar sullrsquoolocausto onde i precordi Cosser tutti e irroracircr di limpidrsquoonda Poi che consunte fucircr le cosce e fatto 465 Delle viscere il saggio il resto in pezzi Troncacircr dellrsquoostia e infigravesserlo nersquo spiedi
μ 366 Allor dagli occhi miei fuggigrave repente Il dolce sonno ondrsquoio ratto mrsquoavvio Vegraver la rapida nave al mare in riva 470 Come fui presso mi si sparse intorno Il fragrante vapor del sagrifizio Sclamai quindi gemendo aglrsquoimmortali
μ 371 ldquoO Giove padre e voi altri beati Degravei Sempiterni certo a mio dannaggio 475 Mrsquoassopiste in crudel perfido sonno E qui restati i miei compagni intanto Contaminacircrsi di sigrave rio misfattordquo
μ 374 Lampegravezie in questa di un gran vel coperta Ad annunziare al Sol corse che noi 480 Le uccidemmo lrsquoarmento Irato il Nume Si converse agli Eterni e sigrave lor disse
μ 377 ldquoGiove padre e voi tutti o Sempiterni Punite voi del Laerzigraveade Ulisse I compagni audacissimi che han morte 485 Con sacrilega man le mie giovenche Di cui piaceacuteami tanto e quando al Cielo Saligravea stellato e quando giugrave dallrsquoalto Della volta celeste in vegraver la terra Drizzava il corso O pagraveghinmi costoro 490 Giusto compenso di cotanta strage
LIBRO XII
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O lagrave di Pluto al tenebroso regno Le squallidrsquoombre a illuminar discendordquo
μ 385 ldquoO Sol ndash rispose il Dio dersquo tuoni ndash splendi Arsquo Numi ed arsquo mortali in sulla Terra 495 Io drsquoun sol tocco della bianca folgore Ratto nel mezzo al mare tenebroso La nave lor diromperograverdquo Ciograve seppi Dalla bionda Calipso a cui Mercurio Come Ella un giorno mi narrograve il referse 500
μ 391 Reduce al legno a tutti alternamente Il fallo rimordea ma non pativa Rimedio il mal sgozzata era la torma Ed ecco lor mostrarono gli Eterni Strani prodigi le bovine pelli 505 Strisciavano drsquointorno agli schidoni Le rosolate e le sanguigne carni Mugghiavano e dersquo buoi parea rsquol muggito
μ 397 Pur concordi i compagni pasteggiacircro Del fiore dellrsquoarmento al Sol rapito 510 Per interi sei digrave Ma come in Cielo LrsquoOligravempio rimenograve la settimrsquoalba Cessograve rsquol turbo furente e la dirotta Pioggia Ci rimbarcammo e giagrave lrsquoantenna Alzata e sparse le candide vele 515 Fuggigravea la nave persquo cerulei campi
μ 403 Come distograve da noi lrsquoisola e niuna Delle terre apparigravea ma Cielo ed acqua DrsquoOlimpo il Sir sovra la nave un nembo Addensograve che il mar tutto intenebrava 520 Breve del pin fu il corso cheacute repente Precipitograve destograve negra tempesta Lo Zegraveffiro stridendo Allrsquoirrompente Buffo del vento amendue si spezzacircro Dellrsquoalbero le funi e giugrave riverso 525 Cadde gettando della nave in fondo Vele ed antenne Lrsquoalbero in caggendo Di vegraver la poppa al timonier la testa Con lrsquoossa fracassograve giugrave dalla poppa Qual palombaro ruinograve e lo spirto 530 Via dal corpo volograve Di Giove intanto Spesseggiavano i tuoni in sulla nave Il folgore scagliograve Dallrsquoigneo telo
ODISSEA
200
Percossa tutta rigirossi e un nembo La ravvolse di zolfo I miei giagrave scossi 535 Dal naviglio vagagravevangli drsquoattorno Trabalzati dal fiotto simiglianti A marine cornigraveci e sigrave a lor sempre Il giorno del redir rapiva un Dio
μ 420 Io percorreva il legno fincheacute un turbo 540 Disvegravelsegli dai fianchi la carena Che dal mar travolgeacutevasi Giagrave lrsquoonda Schianta lrsquoalber dallrsquoimo a cui ravvolta Sta lunga striscia di bovina pelle Lrsquoalber con essa alla carena strinsi 545 Tenacemente e sovrrsquoessi disteso Funesti vegraventi mi spingean sullrsquoonde Qui di piugrave imperversar con la tempesta Zegraveffiro cessa ed ecco Agraveustro sorviene Impetuoso a stringermi drsquoaffanno 550 Non forse la mortifera Cariddi Rimisurar mi spinga Trasportacircrmi Lrsquointera notte i flutti alzato il Sole Tra la roccia di Scilla e la vorago Mi trovai che del mar lrsquoonde tranghiotte 555 Io nellrsquoaria lanciagravetomi a quellrsquoalto Fico selvaggio mrsquoavvinghiai mrsquoinfissi Qual vipistrel ma di sostegno manco Neacute i piegrave fermar neacute alzar poteacuteami in suso Tanto distavan le radici e tanto 560 Lunghi alti immensi distendeacuteansi i rami Che in su lrsquoabisso protendeano lrsquoombra Tenace vrsquoaderigravea fincheacute gli avanzi Del mio naviglio rigettasse il mostro Alfin srsquoadempie il desir mio Nellrsquoora 565 Che il giudice dal foro si diparte Ed a cenar srsquoavvia poscia chrsquoegli ebbe Molte contese di garzoni sciolte Riapparicircr gli avanzi Incontinente Piombai nel mar con grave tonfo accanto 570 Ai lunghi travi e stesomi sovrrsquoessi Fatto remeggio delle man vogava Ma degli umani il padre e degli Degravei Divietograve a Scilla di adocchiarmi e quindi Sfuggir a morte orribile mrsquoavvenne 575
LIBRO XII
201
Per nove interi digrave le tumidrsquoonde Mi trabalzar ma la decima notte Me guidacircro alla Ogigravegia isola i Numi Lagrave rsquove Calipso dal bel crine alberga Che benigna mrsquoaccolse e di conforto 580 Fugravemmi cortese Percheacute ciograve ti narro Cheacute tu non men che la tua casta donna Qui ier da me partitamente udiste Il giagrave detto ridir noia mi focircraraquo
202
LL II BB RR OO TT RR EE DD II CC EE SS II MM OO
Dipartenza drsquoUlisse dal paese dersquo Feaci e suo arrivo in Igravetaca
PPOSTO fine al suo dir nellrsquoaula ombrata Stavan tutti in silenzio e sentigravean dentro Sonar nova dolcezza Alfine il ruppe Alcigravenoo laquoPosciacheacute tu arsquo miei giungesti Sul rame estrutti eccelsi tetti Ulisse 5 Non mi penso che nove traversigravee Or che te nrsquo riedi arsquo tuoi ti agiteranno Comeccheacute molte pria giagrave tollerasti Volonteroso a voi tutti or mi volgo A voi che sempre convenite in questo 10 Palagio a ber dellrsquoonoranza il vino Udendo il vate giagrave lrsquoarca polita Le vesti chiude lrsquooro effigiato Non che ogni don che allrsquoospite recacircro Qui dersquo Feaci i capi or via drsquoun grande 15 Tripode il presentiam non che di unrsquourna Per testa congregati in adunanza Dal popolo otterremo indi rsquol compenso Non egual focircra a tanto pondo un soloraquo
ν 16 Plauso fecircro a quel detto indi a colcarsi 20 Tutti nersquo loro alberghi si avviacircro Come rosea nel Ciel fulse lrsquoAurora Vegraver la nave avacciagravevansi col bronzo Drsquouom forte adornamento Il Re medesmo Ito alla nave sotto i banchi rsquol mise 25 Non forse alcun dersquo regravemigi si offenda Quando daragrave nersquo remi Al real tetto Onde apprestar la cena igravevano i prenci
ν 24 Il Re forte immolograve per onorarli
LIBRO XIII
203
Un tauro a Giove che di negri nembi 30 Srsquoavvolge e regge lrsquouniverso Incese Lrsquoanche giulivi celebracircro il prandio Dilettoso tra lor cantando gigravea Demogravedoco il divin vate in gran pregio Dalle genti tenuto Ma sovente 35 Al risplendente Sol volgea lo sguardo Pur aspettando chrsquoei tramonti Ulisse Cotanta del redir brama il pungea Quale a villano che cenar desigravea Poicheacute lrsquointero digrave sul terren duro 40 Tragravessergli i negri tori il forte aratro Giunge gradito il tramontar del Sole Cheacute al pasto della sera allor si avvia Bencheacute sotto tremar senta il ginocchio Dellrsquoostinato faticar giagrave stanco 45 Non altrimenti si rallegra Ulisse Cader veggendo in occidente il Sole Tosto arsquo Feaci nel remeggio insigni Drigravezzasi e piugrave che ad altri al Re favella
ν 38 laquoAlcigravenoo Re tra queste genti illustre 50 Compiuti i libamenti al natigraveo loco Rimandatemi illeso e rsquol Cielo sempre Vi guardi i voacuteti del mio cor son pieni La scorta ersquo cari doni E piaccia arsquo Numi Che mi tornino a pro che saggia e fida 55 Trovi nella magion la donna mia E giocondi di vita e di salute Gli amici E voi che tutti qui restate Le condotte da voi giovani spose Ed i figli godetevi gli Eterni 60 Drsquoogni prosperitagrave fagraveccianvi lieti Neacute vi turbi giammai pubblico dannoraquo
ν 47 Detto fecircr plauso tutti e ingiunser tosto Che il dipartir dellrsquoospite si affretti Il di cui ragionar sigrave acconcio uscigraveo 65
ν 49 Vogravelto allrsquoaraldo il Re laquoPontogravenoo ndash disse ndash Empi di Bacco unrsquourna e in giro il porgi Arsquo convitati acciograve libato arsquo Giove Lrsquoospite rimandiamo al suol natigraveoraquo
ν 53 Pontogravenoo mesce il fervido Liegraveo 70 Ed in giro il ministra i convitati
ODISSEA
204
Tutti dai seggi lor libacircro ai Numi Del vasto cielo abitator Ma Ulisse Legravevasi e posta tra le man drsquoAregravete Gemina coppa questi accenti sciolse 75
ν 59 laquoFelice sempre vigravevimi o Regina Fincheacute la grave etagrave giunga e la morte Retaggio degli umani Ecco giagrave parto Ma tu al popolo ai figli al Re tuo sposo Cara e tenuta in pregio e in onor sommo 80 Vivi in questa magion sempre beataraquo
ν 63 Detto varcograve la soglia Alcigravenoo tosto Gli avviograve rsquol banditor che precedesse Vegraver la nave lrsquoeroe lungo la riva Tre ancelle Aregravete anco spediva lrsquouna 85 Nitido manto e tunica gli arreca Lrsquoaltra la ben fermata arca e la terza Candidi pani e vin dolce e vermiglio
ν 70 Giunti alla nave ratto i remiganti I doni tutti e le bevande e rsquol cibo 90 Poser del legno in fondo in sulla poppa Gli steser indi coltrici sottili E morbidi tappeti dove cheto Si addormisse lrsquoeroe salse ersquo medesmo Ed in silenzio si corcograve In sui banchi 95 Quersquo si assisero in ordine e disciolto Il fune pria dal perforato masso Impetuosi con la schiena in arco Squarciavan le spumanti onde corsquo remi Alto soave e simile alla morte 100 Scese allrsquoeroe sulle palpegravebre il sonno La nave si spiccograve come nel circo Quattro maschi destrier slagravenciansi a un tempo Dal flagello percossi e la testrsquoalta Percorrono lo spazio in un momento 105 Via la poppa del par vola cui dietro Dellrsquoagitato mar vaste ed oscure Correan lrsquoonde mugghiando Il pin fuggigravea Ratto e securo persquo cerulei campi Che non lrsquoavrebbe lo sparvier raggiunto 110 Degli augei velocissimo in tal guisa Slanciagravetasi fendea del mar le spume La nave che un eroe portava in grembo
LIBRO XIII
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Par nel consiglio ai Numi e che giagrave molte Doglie patigrave nellrsquoalma or dersquo guerrieri 115 Affrontando gli assalti or trascorrendo I flutti orrendi allor cheto ersquo dormigravea Posto tutto in obbligraveo ciograve che sofferse
ν 93 Quando comparve il fulgidissimrsquoastro Ad annunziar dellrsquoalba il roseo lume 120 Approdograve ai liti drsquoIgravetaca la nave
ν 96 Qui del veglio marin Forco si schiude Un porto che due rupi ardue e scoscese Dallrsquoun canto e dallrsquoaltro in mar protende Schermo al gran fiotto che darsquo rauchi vegraventi 125 Viene al di fuor del pelago sospinto Tal che le navi che son dentro accolte Drsquoogni vincolo sciolte immote stanno Lrsquoalta cima del porto srsquoincorona Da un verde ulivo di allungate fronde 130 Appo cui srsquoapre ombroso e vago un antro Alle Nagraveiadi sacro Anfore ed urne Colagrave di vivo sasso in che rsquol tesoro Delle pecchie biondeggia Ivi di marmo Lunghi telai ursquo manti porporini 135 Mirabili a veder tesson le Ninfe Ligrave con perenne mormorigraveo discorrono Chiare dolci acque Mettono allo speco Due porte lrsquouna a Bograverea volta egrave schiusa Allrsquouom lrsquoaltra vegraver Noto egrave piugrave divina 140 Mortal non mai la varca egrave via dersquo Numi
ν 113 In questo porto giagrave lor conto entracircro I Feaci lanciagravetosi in sul lito Entrograve fin mezza la carena il legno Con tal vigor darsquo regravemigi fu spinto 145 Gettagravetisi nel lido trasportacircro Sui bianchi lini e sulla bella coltre Lrsquoeroe fuor dalla nave e in sullrsquoarena Vinto dal sonno il posero indi tutti Trassero i doni che nel dipartirsi 150 Largicircr a Ulisse i nobili Feaci Darsquo Minerva inspirati e dellrsquoUlivo Li collocacircro arsquo piegrave fuor della via Non forse ivi sorgiunto un viandante Pria che lrsquoeroe si desti li rapisca 155
ODISSEA
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Drizzacircr indi al natigraveo loco la proda Ned in questa fucircr giagrave poste in obbligraveo Da Nettun le minaccie che un digrave contra Il divo Ulisse fulminograve in tal foggia Spiar quindi tentograve di Giove il senno 160
ν 128 laquoNo non terranno piugrave Giove gli Eterni Me drsquoonor degno quando neacute i mortali Neacute gli stessi Feaci in pregio mrsquohanno Della cui stirpe origine son io Il dicea pur testeacute che in sua magione 165 Ulisse nrsquoentrar dovea patendo Molti guai ma di perdere il ritorno Cagione non gli fui peroccheacute prima Drsquoun cenno del tuo capo il promettesti Ed ecco or vinto da profondo sonno 170 Con ratta nave il trasportacircr per lrsquoonde E rsquol deposero in Igravetaca i Feaci Drsquoimmensi doni giagrave rsquol colmacircr in bronzo In oro in copia e in ben tessute vesti Di tal tesoro in somma lrsquoarricchicircro 175 Qual di Troia recato ei non avrigravea Se con le spoglie che toccacircrgli in sorte Alla terra natigravea giugnesse illesoraquo
ν 139 laquoOh possente Nettun che dirsquo tu mai ndash Lrsquoadunator dersquo nembi gli rispose ndash 180 Non Te gli Degravei tengon a vil cheacute impresa Malagevole focircra ad un sigrave antico E poderoso Iddio recar oltraggio Ma dove un qualche mortal violento Disdegnasse onorarti in Te sta sempre 185 Trarne vendetta adempiere puoi dunque Tutto che brami e lrsquoanimo ti spiraraquo
ν 146 laquoTosto porrograve ad effetto il voler mio Come il consigli o Re delle tempeste Che assai ti tengo in pregio e assai mi guardo 190 Dal tuo corruccio Io dunque dersquo Feaci Lrsquoinclita nave che al natigraveo paese Trasportava giagrave Ulisse e chrsquoor dagrave volta Struggerograve nel mar alto e sigrave fia tolta Di ricondurre gli ospiti lrsquousanza 195 A quella gente Ascondere vorsquo inoltre La lor cittagrave dietro un eccelso monteraquo
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ν 153 E rsquol Sir dersquo nembi laquoEgraveccoti ciograve che rsquol meglio Fratel mi sembra quando tutti accorsi Dalla cittagrave verranno i Feacesi 200 Veder la nave che a gran corso riede Ned assai distaragrave conversa in sasso Oggetto di stupor per Te diventi Tal che drsquoun monte la cittagrave si copraraquo
ν 159 Come udito ebbe ciograve volograve in Ischerigravea 205 Soggiorno dersquo Feaci Enosigegraveo Quivi fermossi ed ecco impetuosa Fender lrsquoonde la nave ed accostarsi Accorso il Nume trasmutolla in sasso Lrsquoabbarbicograve giugrave nel profondo in terra 210 Drsquoun sol tocco di palma e via disparve
ν 165 A tal vista con rapide parole I Feacesi naviganti illustri Favellavan tra loro ed al vicino Vogravelto ciascuno laquoOhimegrave chi la veloce 215 Nave inceppograve nel mar che rientrata Era giagrave in porto e che apparigravea giagrave tuttaraquo
ν 170 Cosigrave costor della cagione ignari Del portento sclamacircr Ma rsquol Re sigrave disse
ν 172 laquoAhi mrsquohanno aggiunto i vaticini antichi 220 Del padre mio Dir ersquo soleva infesto Esser arsquo noi Nettun cheacute arsquo viandanti Scorta ognora porgiam fida e secura E soggiungea che un digrave nelle fosche onde Struggeragrave dersquo Feaci rsquol piugrave bel legno 225 Al ritorno come abbia arsquo patrii liti Ricondotto un eroe che inoltre ei questa Cittade copririgravea drsquoalta montagna Cosigrave rsquol veglio diceva ed ora il tutto Ecco srsquoadempie Or via concordi tutti 230 Obbedite al mio dir Cessate omai Dal ricondur qual sigraveasi pellegrino Che appo noi si addurragrave dodici egregi Tori sagrifichiamo al Re dellrsquoonde Forse rsquol cor tocco di pietagrave non copra 235 Questa nostra cittagrave drsquoalta montagnaraquo
ν 184 Detto allibicircr le genti I tauri a un tratto Furono addotti I duci ersquo capi alzacircro Della Scherigravea pii voacuteti al Re Nettuno
ODISSEA
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Stando in piegrave ritti al sacro altare intorno 240 LrsquoIgravetaco Re scogravessesi allor giacente Lungo la riva del natigraveo paese Neacute la sua terra punto riconobbe Cheacute nrsquoera stato giagrave lunge gran tempo Pagravellade inoltre gli diffonde intorno 245 Nebbia divina acciograve rimanga ignoto Acciograve di tutte cose lrsquoammaestri Tal che la sposa i cittadin gli amici Nol ravvisino pria che i Proci iniqui Drsquoogni insolenza lor paghino rsquol fio 250 Perciograve gli oggetti sotto estrania forma Gli appaion tutti e le diritte strade Ersquo porti chiusi allrsquoimpeto dersquo vegraventi E lrsquoalte rupi e gli alberi frondosi Ratto surse e risteacute volse lo sguardo 255 Al natigraveo loco e pianse e drsquoamendue Le aperte palme percotendo lrsquoanca Queste parole di dolor proferse
ν 200 laquoAhi lasso fra qual gente in qual contrada Giunto infine son io Cruda selvaggia 260 E del giusto nemica o tal che stende Soccorrevole destra arsquo pellegrini E con pia mente i Sempiterni adora Dove deggrsquoio ripor tanta dovizia Dove io medesmo andrograve Deh percheacute mai 265 Non egrave rimasta ligrave presso i Feaci A che non giunsi appo altro Re possente Che me giovando di benigno ospizio Mi rimandasse alla mia patria Or ecco Neacute questi doni asconder so neacute preda 270 Vorsquo che drsquoaltri qui restino Non fucircro Non fucircr o sommi Degravei saggi neacute giusti Di Scherigravea i duci e condottier che in questa Estrania piaggia spigravensermi Per certo Me ricondurre in Igravetaca felice 275 Promisero ed or qui mrsquoabbandonacircro Deh lrsquoOligravempio punigravescali lrsquoOligravempio Dersquo supplici custode che gli umani Tutti contempla ed il nocente opprime Orsugrave vorsquo annoverar queste dovizie 280 Accertar vorsquo se nel capace legno
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Nrsquoasportacircr parte i regravemigi fuggendoraquo ν 217 Detto contava i tripodi superbi
E lrsquourne e lrsquooro ersquo ben tessuti manti E nulla gli falligrave pur la natigravea 285 Terra bagna di lagrime e si vograveltola Del risonante mar lungo la piaggia Di querimonie empiegravendola e di lai Ed ecco presso farglisi Minerva Le forme assunte drsquoun caprar gentile 290 Tanto che appar figlio di Re leggiadra Veste drsquointorno agli omeri lrsquoavvolge A doppio giro sotto i molli piedi Avea calzari e nella destra un dardo Veggegravendolo esultograve mogravessegli incontro 295 Ulisse e gli drizzograve queste parole
ν 228 laquoO giovinetto che in questrsquoerma piaggia Mi ti affacci primiero io ti saluto Neacute tu mi trsquoappressar con mente avversa Queste dovizie segraverbami e me ancora 300 Benigno serba che Te al par drsquoun nume Imploro ed alle tue care ginocchia Vengo e le abbraccio supplice Deh dimmi Qual terra qual cittagrave qual gente egrave questa Sveacutelami nudo il veacuter qui mi son io 305 In qualche fortunata Isola O in spiaggia Di fertil terra che dal mar si bagnaraquo
ν 236 E lrsquoalma Diva dallo sguardo azzurro laquoOh sersquo tu stolto o di lontan paese Venisti o forestier che drsquoesta terra 310 Interrogarmi trsquoavvisasti Certo Ignobile non egrave conta egrave alle genti Che vegraver lrsquoAurora e rsquol Sol che vegraver lrsquoopposta Notte caliginosa hanno soggiorno Aspra di rocce neacute arsquo corsierrsquoamica 315 Pure steril non egrave bencheacute non vasta Qui rsquol gran e lrsquouva cresce in copia e sempre Qui la pioggia e rsquol vapor notturno cade E la feconda Qui di buoi di capre Ricchi paschi vi abbondano le selve 320 Verdegraveggianvi alte in che da vive fonti Scorrono mormorando acque perenni Perciograve anche a Troia che cotanto dista
ODISSEA
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Siccome egrave grido dallrsquoAcaiche rive Risuona o forestier drsquoIgravetaca il nomeraquo 325
ν 250 Lrsquoinclito eroe gioigrave godeacuteagli lrsquoalma Contemplando il natigraveo loco siccome Diceacuteagli Palla dellrsquoEgigraveoco prole Ripigliograve rsquol primo detto neacute gli calse Manifestargli rsquol veacuter cheacute gli usitati 330 Artifizi nel cor sempre volgea
ν 256 laquoDrsquoIgravetaca udigravea pur lagrave nellrsquoampia Creta Che remota nel mar domina e donde Qui con questa dovizia ora mrsquoaddussi Altrettanta lasciando arsquo figli miei 335 Fuggigravea di lagrave dopo che a morte misi Il diletto figliuol drsquoIdomenegraveo Orsigraveloco veloce che nersquo vasti Campi di Creta i piugrave sagaci e destri Cursor con lrsquoagil piegrave sempre vincea 340 Lrsquouccisi percheacute a me le Iligraveache spoglie Rapigravea per cui sigrave nersquo guerrieri assalti Che trascorrendo i flutti tempestosi Tante doglie sostenni e tanti affanni Ersquo mrsquoebbe in ira cheacute servir non volli 345 Sotto il padre di lui nersquo campi drsquoIgravelio Ma duce di guerrieri altri pugnai Gli posi agguato con un mio compagno E di lancia il trafissi appunto in quella Che dai campi redigravea Regnava il Cielo 350 Oscura notte ned alcun ci scorse Ned ei medesmo chi rsquol ferigravea conobbe Tanto di furto lo spogliai dellrsquoalma Steso che lrsquoebbi con lrsquoacuto ferro Ratto ad un legno di Fenici illustri 355 Mrsquoaddussi li pregai parte lor diedi Delle ricche mie spoglie e lor feacutei ressa Di pormi in Pilo o in Egravelide divina Dominio degli Epegravei Se non che svolti Fummo di lagrave dallrsquoimpeto del vento 360 A viva forza neacute lor cadde in mente Di farmi inganno Lunga pezza errando Qua notturni sorgemmo ed arrancando Entrammo in porto Neacute di alcun ristoro Ci calse comeccheacute da digiun lungo 365
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Illanguiditi dalla nave scesi Tumultuando tosto ci corcammo Tutti sul lido quivi un dolce sonno Me affaticato invase Trasportacircro Quei dalla nave lor queste dovizie 370 Le poser sullrsquoarena accanto al loco Dovrsquoio giaceva Rimbarcacircrsi e ratto Alzacircr le vele in vegraver la popolata Sidone e mesto qui mrsquoabbandonacircroraquo
ν 287 Detto la diva dallo sguardo azzurro 375 Sorrise e lo blandigrave repente assunse Drsquouna gran donna di beltagrave perfetta Le maestose forme darsquo sembianti Parve drsquoogni gentile arte maestra E dal petto volar fersquo questi accenti 380
ν 291 laquoCerto destro ben focircra e ben sagace Chi te nellrsquoarti drsquoingannar vincesse Fosse egli un Nume Ahi tristo infingitore Di fallacie e di frodi avido sempre Non tu dovevi almen nel suol natigraveo 385 Cessar dai falsi e dagli obbliqui detti Che ti son cari dallrsquoetagrave piugrave verde Ma di ciograve basta poicheacute lrsquouno e lrsquoaltra Non siam di tai sottili arti digiuni Tu soverchi drsquoassai tutti i mortali 390 Di consiglio possente e di sermone Onorata son io fra tutti i Numi Per altezza di senno e per inventi Neacute tu ravvisi ancor Palla Minerva Figlia di Giove me che a tutti assisto 395 I tuoi travagli e che ti guardo sempre Me che arsquo Feaci giagrave sigrave accetto resi Vengo teco ad ordir oggi un consiglio A celar le dovizie che spirati Da me nel dipartirti essi ti diecircro 400 Ed anco ti dirograve quante in tua reggia Doglie il destino a tollerar ti danna Sograveffrile tu necessitagrave ti astringe Neacute ad uom neacute a donna neacute ad alcun insomma Appalesarti peroccheacute qui giungi 405 Qual fuggitivo Ma nel petto ascose Forza ti fia patir non poche angosce
ODISSEA
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E comportar degli uomini lrsquooltraggioraquo ν 311 E rsquol sapiente Ulisse laquoA gran fatica
Te Dea ravvisar puograve mortal a cui 410 Tu trsquoappresenti bencheacute saggio tanto Ti trasmuti a tua posta Io so ben questo So che tu fausta ognor mi ti mostrasti Allor che drsquoIgravelio pugnavam nersquo campi Noi prole degli Achei Ma poicheacute lrsquoalta 415 Cittagrave di Prigraveamo noi cacciammo al fondo E rimbarcati ci disperse un Dio Non piugrave Te figlia del Tonante scorsi Entrarmi in nave per fugarmi i guai Trafitto sempre il cor drsquoaspri tormenti 420 Errai sin che mi liberacircro i Numi Vero egrave che dianzi tra i Feaci illustri Mrsquoincorograve la tua voce e tu medesma Per entro a lor cittagrave duce mi fosti Or io pel genitor Diva trsquoimploro 425 (Che non giagrave nellrsquoillustre Igravetaca mia Star mi credrsquoio ma in qualche piaggia estrana Credo che a scherno col tuo dir mi prenda Onde la mente illudermi) Deh parla Egrave questa la natal dolce mia terraraquo 430
ν 329 laquoAhi poca fede di sospetti egrave sempre ndash Pagravellade ripigliograve ndash nido il tuo core Ma che tu sersquo infelice ed io non posso Abbandonarti tal drsquoingegno acume Tal facondia tal senno in te risplende 435 Reduce appresso a tanti error chi mai Ratto alla sua magione ito non focircra A rivedere i figli e la consorte Ma tu nulla saper neacute chieder vuoi Prima che di Penegravelope non trsquoabbi 440 Certificato di colei che siede Nel tuo palagio ad aspettarti invano E mesti sempre i digrave meste le notti In sospiri ed in lagrime consuma Non mai dubbio in me sorse anzi per entro 445 Splendeacutevami il pensier che tu faresti Qua perduti i compagni arsquo tuoi ritorno Ma non volli a Nettun mover contrasto German del padre mio Nettun che in petto
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Rancore acerbo contra te nutrigravea 450 Poicheacute il diletto suo figlio accecasti Su via farsquo cor Acciograve ti persuada Or io mostrar ti vorsquo drsquoIgravetaca il sito Ecco il porto di Fogravercide e lrsquoulivo Di lunghe frondi che gli sorge in cima 455 Quivi sacro alle Nagraveiadi ecco lrsquoantro Amabile profondo in quella vasta Grotta convessa tu medesmo spesso Molte sagrificavi allrsquoalme Ninfe Ecatombi perfette Ecco lagrave il monte 460 Negraverito che di selve alte srsquoinfrondaraquo
ν 352 Detto sgombrograve la nube e tutta intorno Lrsquoisola gli schiarigrave Giubilograve Ulisse La patria salutograve di caldi impresse Baci lrsquoalma sua terra e immantinente 465 Levograve le mani e orograve laquoNagraveiadi Ninfe Figlie di Giove omai del rivedervi Morta allrsquointutto in cor mrsquoera la speme Corsquo voacuteti piugrave efficaci or vi saluto Neacute di porgervi giagrave gli usati doni 470 Mi ristarograve se fausta mi concede La predatrice Dea figlia di Giove Di spirar le vitali aure e se rsquol caro Figlio di gloria e di valor mi bearaquo
ν 361 E Pagravellade laquoFarsquo cor neacute giagrave tai cure 475 Tugraverbinti lrsquoalma Orsugrave celiam nel fondo Subitamente dellrsquoimmensa grotta Queste dovizie acciograve te lrsquoabbi intatte Consulterem tra noi poscia del modo Conveniente a consumar lrsquoimpresaraquo 480
ν 366 Detto la Diva penetrograve nellrsquoantro Ed i recessi nrsquoesplorograve lrsquoeroe Ne seguigravea lrsquoorma e le venigravea portando Lrsquooro ed il bronzo indomito e le adorne Vesti di che i Feaci rsquol presentacircro 485 Tutto ei depose acconciamente chiuse Drsquoun macigno lrsquoentrata indi dellrsquoantro Pagravellade figlia dellrsquoEgigraveoco Giove
ν 372 Ambi seggendo a piegrave del sacro ulivo Ordigravean la morte degli audaci amanti 490 E Palla a raggionar tolse la prima
ν 375 laquoPon mente o di Laerte inclita prole
ODISSEA
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Sagace Ulisse come avventar degravei La forte man sui Proci inverecondi Che regnano i tuoi tetti oggi egrave rsquol terzrsquoanno 495 Agognando a impalmar tua nobil donna E delle nozze a vincerla corsquo doni Pur sempre ella in suo cor geme e sospira Il tuo ritorno posta a fiere strette Pasce tutti di speme e drsquoimpromesse 500 Manda messaggi con dolci parole A ciascuno ma in mente altro rivolveraquo
ν 382 laquoNumi ndash sclamograve lrsquoeroe ndash dunque del pari Che lrsquoAtride irsquo dovea nel mio palagio Di rio fato perir se tu o gran Diva 505 Chiarito a pieno non mrsquoavessi rsquol tutto Pogravergimi or via consiglio acciograve chrsquoio tragga Da costoro vendetta Oh stammi accanto E quellrsquoaudace in cor spirto mrsquoinfondi Che mrsquoaccendea quando per noi le mura 510 Splendide drsquoIgravelio a terra si adeguacircro Deh con lo stesso zelo a fianco stammi Glaucogravepide e terrograve fronte a trecento Guerrier con te Dea veneranda quando Mi porgerai con pronto animo aigravetaraquo 515
ν 392 laquoSempre teco starograve neacute al guardo mio Ascoso rimarrai ndash Palla soggiunse ndash Quando ad effetto condurrem lrsquoimpresa Non pochi vorator del tuo retaggio Imbratteran la terra ampia mi penso 520 Di sangue e di cervella Or io di forma Cosigrave ti cangerograve che alcun mortale Raffigurarti non potragrave cotesta Morbida pelle sullrsquoagili membra Arida e crespa renderograve dal capo 525 Via ti tocircrrograve la bionda chioma e tali Cenci ti vestirograve che qual ti veggia Inorridisca Gli occhi in che ora tanta Meravigliosa luce arde figraveen tutti Scabbiosi e foschi sigrave che un poverello 530 Sordido arsquo Proci alla tua donna al figlio Che qua lasciasti nellrsquoandar parrai Vanne prima ad Eumegraveo che trsquoama tanto E che i verri ti guarda ei del par ama Telegravemaco e la tua fida consorte 535
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Vigile rsquol rinverrai sovra i tuoi branchi Che di Cograverace lagrave pascon al sasso Lungo la fonte drsquoAretugravesa quivi Dolci ghiande cibando e la bruna onda Beendo vie piugrave in lor lrsquoadipe cresce 540 Ivi rimanti e gli sedendo accanto Drsquoogni cosa il richiedi in questo mezzo A Sparta andrograve di belle donne adorna Ad affrettar del tuo figlio diletto La dipartenza Ulisse Ei lagrave se nrsquo gigraveo 545 A udir se voce della Fama voli Da cui sappia se spiri e dove seiraquo
ν 416 laquoDeh percheacute non lrsquohai tu ndash sclamava Ulisse ndash Ammaestrato poicheacute rsquol tutto sai Dovragrave egli pur sul vasto abisso errando 550 Tormenti aspri patir mentre ostil turba Tutte omai le sostanze gli divoraraquo
ν 420 laquoNon ti stringa di lui cura soverchia ndash La Dea soggiunse ndash Io stessa lrsquoinviai A Sparta percheacute nome inclito acquisti 555 Nullo affanno rsquol contrista ivi quieto Nella magion del biondo Atride assiso Vive drsquoagi beato e di delizie Vero egrave che i Proci in agil nave accolti Gli han posto agguato e bramano immolarlo 560 Anzi chrsquoei torni ma fia invan mi penso Prima in suo grembo chiuderagrave la Terra Qualcun dei vorator del tuo retaggioraquo
ν 429 Detto rsquol toccograve dellrsquoaurea verga a un tratto La fresca pelle sullrsquoagili membra 565 Inaridigraveo sparver le chiome bionde Di veglio rotto dallrsquoetade assunse La rugosa persona deformati Perdetter gli occhi la leggiadra luce In dosso li gettograve tunica e veste 570 Squarciate sozze e di mal fumo tinte Drsquoagile cervo gli ravvolse intorno Vello ampio dipelato ed un bastone Tra man gli pose Con attorto fune Lacera e vil bisaccia gli sospese 575 Ad armacollo Tal consiglio preso Si diparticircro alla divina Sparta Appo rsquol figlio drsquoUlisse ita egrave Minerva
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LL II BB RR OO XX II VV
Colloquio tra Ulisse ed Eumegraveo
DDAL porto allontanagravetosi giagrave entrava Per selve e gioghi il sentier aspro Ulisse Che Palla gli additograve per ir rsquove rsquol fido Vigilava pastor che dersquo famigli Compri dal divo eroe cura prendea 5
ξ 5 Assiso sotto rsquol portico il rinvenne Lagrave rsquove ad un colle solitario in vetta Lrsquoalte mura sorgean di un bello e vasto Tondo cortile E fu rsquol pastor medesmo Che persquo branchi suini il costruiva 10 Mentre stava il Re lungi e circuillo (Neacute dal veglio Laerte sovvenuto Neacute da Penelopegravea) di grosse pietre Travolte a stento e di pungente siepe Al di fuor conficcograve di qua di lagrave 15 Pali frequenti e lunghi che nel core Spaccograve del ceppo drsquoalta quercia bruna Dodici dentro alzograve contigue stalle Giaciglio arsquo verri in che cinquanta stese Madri feconde convolveacuteansi a terra 20 I maschi fuor in numero piugrave rari Pernottavan perograve che lrsquoempia turba Dersquo Proci divoragravevali e rsquol custode Mandare lor dovea lrsquoottimo sempre Trecento nondimeno ivi e sessanta 25 Noveragravevansi ancor Ligrave al par di fiere Quattro cani vegghiavano che il primo Nobil pastore di sua man nutrigravea Allor drsquointorno arsquo piedi ersquo si assestava
LIBRO XIV
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Calzari che tagliograve da un colorato 30 Cuoio di bue Tre dersquo garzoni intanto Correan qua e lagrave per adunare i branchi Spedigravea il quarto a Cittagrave con esso il verro Che a quersquo superbi tributar gli egrave forza Acciograve che offerto il sagrifizio sazia 35 Fesser del ventre lor lrsquoavida brama
ξ 29 Ed ecco i cani drsquoecheggiante grido Fagravensi accorti drsquoUlisse a cui latrando Contra si difilacircr Lrsquoaccorto eroe Srsquoassise ed il baston di man gli cadde 40 Quivi davanti alle sue proprie stalle Fiero strazio ersquo patigravea se non che ratto Lanciagravendosi varcograve lrsquoatrio il pastore Ed il cuoio bovin di man gli cadde Sgridando egli i mastini ed avventando 45 Spesse di qua di lagrave pietre fischianti Dispegraverseli ed al Re vogravelto sigrave disse
ξ 37 laquoPoco o veglio mancograve che in un momento Tu posto darsquo mastin non fossi a brani E lrsquoonta in me cadrebbe in me cui tanti 50 Affanni diecircro e disventure i Numi Digrave e notte rsquol signor mio nobile piango E questi allevo pingui verri ondrsquoaltri Li divori mentrrsquoei dal digiun vinto In remote cittagrave di gente in gente 55 Va ramingando ovrsquoei pur viva e rsquol raggio Miri del Sol Ma tu seacuteguimi o veglio Alla capanna mia drsquoesca e di beva Satollo a pien mi dirai donde sei E gli affanni ed i guai che tollerastiraquo 60
ξ 48 Detto il precorse e nellrsquoangusto albergo Lrsquointroducea qui di virgulti densi Sopra cui stese di selvaggia capra Pelle villosa il collocograve in un seggio Morbido e vasto Di Laerte rsquol figlio 65 Di accoglienze gioigravea sigrave oneste e liete laquoOspite mio ndash quindi sclamograve ndash lrsquoOligravempio E gli altri Sempiterni adegravempian sempre Quanto a cor piugrave ti sta poscia che tanto Benignamente tua merceacute mrsquoaccogliraquo 70
ξ 55 E tu cosigrave gli rispondesti Eumegraveo
ODISSEA
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laquoNon lice veglio a me prendere a vile Un pellegrino comeccheacute da ria Sorte fosse di te piugrave combattuto Cheacute gli stranieri ed i mendichi tutti 75 Vengon da Giove Affettuosa e cara Bencheacute debil ti fia lrsquoofferta nostra Tal dersquo servi egrave lrsquousanza in tema sempre Stanno se gioventugrave vi signoreggi Cheacute i Numi giagrave contesero il ritorno 80 A lui che mi dilesse e che mi avrebbe Magion dato e podere ed una sposa Ambita e tutto che signor benigno A chi rsquol servigrave con vivo zelo imparte E rsquol cui travaglio prosperar fersquo un Nume 85 Come prospera il mio Certo drsquoassai Giovato avrigraveami il Re se tra i suoi cari Incanutigravea ma ersquo giagrave perigrave Deh tutta Percheacute drsquoElegravena non perigrave la stirpe Che arsquo guerrier tanti le ginocchia sciolse 90 Colagrave di Troia equestre ito egrave nersquo campi Arsquo romper guerra arsquo Tegraveucri anco il Re mio Vindice dellrsquoonor drsquoAgamennoacuteneraquo
ξ 73 Ciograve detto alzograve la tunica e la strinse Col cinto e corse lagrave rsquove molti branchi 95 Rinchiusi eran dersquo verri a due di piglio Diede e sgozzolli sulle fiamme ardenti Glrsquoimpose e fatti a pezzi li confisse Negli schidoni Poi che fucircr le carni Arrostite le pose innanzi a Ulisse 100 Calde e fumanti negli spiedi poscia Di bianca cereal polve gli asperse Incoronata drsquoegravellera una tazza Drsquoalmo licor temprato gli si assise Di fronte e rsquol rincorograve con questi accenti 105
ξ 80 laquoPagravesciti o forestier di queste carni Di porcelletti che dersquo servi egrave rsquol cibo Quersquo saginati e di gran corpo vanno Le ingorde voglie a satollar dersquo Proci Cui non cal della ultrice ira dersquo numi 110 Neacute dan loco a pietagrave Pur gli atti iniqui Non amano gli Eterni alla giustizia Onor sol fanno e allrsquoopre oneste e pie
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Quersquo medesmi ladron che estrania terra Devastano ove lor Giove pur dia 115 Tornar corsquo legni carchi al natigraveo loco Piombar segraventonsi in cor della tremenda Vendetta degli Degravei fiero sgomento Ma forse del mio Re qualche funesta Notizia ebbero i Proci o drsquoalcun Nume 120 La voce udicircr poicheacute della regina Non qual si addice aspirano alle nozze Neacute riedono arsquo lor tetti ma quieti Senza modo ad oltraggio e tutti a gara Lrsquoaltrui retaggio a divorar si fanno 125 Quante notti da Giove e quanti giorni Ne vengono non mai drsquouna o di due Vittime egregie si trovacircr contenti Beendo a dismisura esausto omai Gli hanno il dolce Liegraveo Certo il Re mio 130 Gran beni possedea nullo del bruno Continente neacute drsquoIgravetaca medesma Eroe neacute veacutenti riuniti ad una Altrettanti ebber mai piagravecemi il tutto Or divisarti Dodici in Epiro 135 Torme di buoi tante di greggi e tante Stalle di verri e paschi ampi di capre A guardia tutto di stranieri a prezzo E di pastor del Rege Undici inoltre Lagrave nellrsquoestremitagrave di questa terra 140 Larghi serragli vrsquoha di capre al cui Governo seggion vigili custodi Che recar ogni digrave deggiono arsquo Proci Qual bestia nel capril tengon piugrave bella Ed io stesso che guardo e intento serbo 145 Questi verri a lor sempre il fior ne invioraquo
ξ 109 Tacque ma Ulisse a trangugiar le carni A bere il vin si diede avido e muto Pur la strage dersquo Proci in cor volgendo Confortato di cibo Eumegraveo li porse 150 Colma la tazza in che egli ber solea Giubilando ei la prese e sigrave gli disse
ξ 115 laquoOspite chi fu lrsquouom ricco e possente Che ti ha compro del suo come narrasti E che periva per lrsquoonor pugnando 155
ODISSEA
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DrsquoAgamennoacutene Digravellomi forsrsquoio Tal ei sendo il conobbi Il Fulminante E gli altri Eterni il sanno se annunziarti Possa che rsquol vidi peroccheacute per molte Contrade estrane ramingando andairaquo 160
ξ 121 Ed il pastor laquoBuon veglio alcuno errante Che giunga ad annunziar del Re il ritorno Neacute dalla donna sua neacute dal diletto Figlio arsquo suoi detti acquisteragrave mai fede Bramosi di ricetto i pellegrini 165 Mentiscono neacute dir vogliono il vero Ciascun di lor che in Igravetaca si addusse Come al cospetto fu della regina Illuderla tentograve con vani accenti Tutti accoglie benigna a parte a parte 170 Glrsquointerroga non senza giugrave del ciglio Versar copia di lagrime costume Di donna cui perigrave lunge lo sposo Foggeresti tu stesso o vecchio forse Qualche favola ove altri a te porgesse 175 Tunica e manto Ahi certo al Signor mio Dallrsquoossa giugrave divelsero la cute Cani ed augei veloci o in mar la spoglia Divoragraverongli i pesci e sotto un mucchio Di sabbia or lrsquoossa giacciono in sul lido 180 Di tal guisa perigrave ned altro a tutti I suoi fidi lasciograve che immenso affanno Ed a me piugrave cheacute sigrave benigno e mite Non troverograve signor dovunque io vada Non se del padre e della madre mia 185 Ricalcassi le soglie ovrsquoio giagrave nacqui Ovrsquoei medesmi cregravebbermi Neacute tanto Piango per lor bencheacute mrsquoarda il desigraveo Di rivederli nel natigraveo paese Quanto lrsquoassenza dellrsquoeroe mi accora 190 Nomar Ulisse paventosamente Bencheacute lontano appena ospite ardisco Tanto mi amograve tal di me cura ei prese Che dopo ancor chrsquoei si partigrave col nome Di fratello maggior pur sempre il chiamoraquo 195
ξ 148 laquoBencheacute trsquoostini incredulo ndash rispose Lrsquoinclito Ulisse ndash a dir chrsquoei non ritorna
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Pur io ti giuro neacute giagrave parlo a caso Chrsquoei rediragrave Di cosigrave lieto annunzio Presta tiemmi la strenna incontinente 200 Che il piede ei metteragrave nel suo palagio Allora manto e tunica e superbe Vesti mi porgerai non io quantunque Igravenope prima nulla vorsquo Cheacute al pari Egravemmi nemico delle porte inferne 205 Colui che a povertagrave srsquoarrende e tenta Trar con detti fallaci altri in inganno Giove renda al mio dir testimonianza Sommo trarsquo Numi ed ottimo e questa anco Ospital mensa e dellrsquoesimio Ulisse 210 Il sacro focolare a cui me nrsquo venni Ciograve chrsquoio annunzio avverragrave Questrsquoanno istesso Qui Ulisse rediragrave verso la fine Di questo mese o dellrsquoaltro al principio Porragrave il piede in sua reggia E di chiunque 215 La consorte gli oltraggia e rsquol figlio illustre Fiera e condegna prenderagrave vendettaraquo
ξ 165 E tu gli rispondesti o saggio Eumegraveo laquoNeacute strenna dar di sigrave lieta novella Giammai veglio dovrograve neacute in sua magione 220 Fia che il Re piugrave ritorni Or tu quieto Bevi e drsquoaltro ragioacutenisi neacute in mente Mi rivoca mai piugrave queste sventure Cheacute mi si strugge il cor quandrsquoaltri il saggio Mio signor mi rammenta Anco da parte 225 Lasciamo i giuramenti Oh venga ei come Io la Regina e rsquol buon veglio Laerte E rsquol divino Telegravemaco bramiamo Or di questo del Re nobile figlio Digrave e notte sempre mi lamento e piango 230 Poicheacute crebber gli Eterni il giovinetto Come pianta gentil sorgeacuteami speme Che da men fra gli umani unqua non fosse Al caro padre in senno ed allrsquoaspetto Di ammiranda beltagrave ma gli distorse 235 Un nume od un mortal la retta mente Corse ei del padre a udir novelle a Pilo Ed ecco i Proci fieri al suo ritorno Tendono agguati percheacute lrsquoalta stirpe
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Del divo Arcegravesio senza onor di nome 240 In Igravetaca si estingua Or piugrave di questo Non si parli o chrsquoei pecircra o che alla morte Sfugga se Giove di sua destra il guardi Ma tu nagraverrami o veglio a parte a parte Le tue sventure e rsquol veacuter schietto mi svela 245 Chi sei tu Donde vieni E dove sono La patria i genitor Di su qual nave Giugnesti Quali fucircro e di qual gente I nocchier che menacircrti E di qual guisa Certo che a piedi in Igravetaca non viensiraquo 250
ξ 191 laquoTutto che chiedi a me veracemente ndash Lo scaltro Ulisse rispondea ndash vorsquo dirti Ma qui se un anno intero anco seggendo Con molte dapi e licor dolce queti Gustassimo rsquol convito e ogni altro intanto 255 Uscisse allrsquoopre usate io non potrei Gli affanni del mio cor tutti narrarti Che degli Eterni per voler sostenni
ξ 199 Nacqui e mi glorio nella vasta Creta Prole drsquouom opulente a cui molti altri 260 Partorigrave e crebbe figli in sua magione La legittima sposa in compra donna Me ingenerava e al par degli altri in pregio LrsquoIlagravecide Cagravestor mrsquoebbe da cui Originar mi vanto e che giagrave in Creta 265 Per fortuna ricchezze e figli illustri Qual Dio lo si onorava Ma nellrsquoatre Case di Pluto dalle Parche spinto Gettacircr le sorti i nobili suoi figli E rsquol retaggio divisero a me scarsa 270 Parte assegnacircro e un tetto Io nondimeno Di ricchi genitor menai consorte Merceacute rsquol mio ardir chrsquouom giagrave non era oscuro Neacute di battaglie disertor Or tutto Giagrave mi falligrave pur se alla paglia attendi 275 Ben della messe giudicar potrai Ma grave mi calcograve cruda sventura Forza e coraggio ed impeto tra lrsquoarmi Giagrave mrsquoinfuser nel cor Marte e Minerva Quandrsquoio posto lrsquoagguato allrsquoinimico 280 I piugrave forti eleggea no mortal rischio
LIBRO XIV
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Giammai non presentigrave lrsquoalto cor mio Ma con lrsquoasta slanciandomi stendea Qual fidato nersquo piegrave mi raffrontava Tal fui giagrave in guerra non rural fatica 285 Non domestiche cure a me fucircr care Che splendida allevar fanno la prole Ma remiganti navi aspre battaglie Acute lance e lucidi quadrelli Sempre dilessi bencheacute appaian cose 290 Tremende altrui Ecco di che mi piacqui Ecco ciograve che nel cor poacutesermi i Numi Cheacute a vari studi vogravelgesi rsquol desigraveo Dersquo mortali nel cor Prima che ad Igravelio Fesser passaggio della Grecia i figli 295 Nove fiate su veloci legni Duce fui dersquo guerrier cui sospingea Contra gente straniera ed ogni impresa Lieta mi succedea Trascelto il fiore Delle prede molte altre indi sortigravea 300 Cosigrave lo stato mio repente accrebbi E riguardato cittadin possente Tra i Cretesi divenni E quando Giove La detestata via schiuse che a molti Prodi guerrieri le ginocchia sciolse 305 Forza a me fecircro e al chiaro Idomenegraveo Di comandar le prode che alla volta Drizzagravevansi di Troia neacute giagrave vrsquoebbe Loco a rifiuto cheacute tonar lrsquoirato Grido si udigravea del popolo Pugnammo 310 Quivi noi prole degli Achei novrsquoanni E nel decimo alfin cacciata al fondo Di Prigraveamo la cittagrave ritornavamo Corsquo ratti legni alla natigravea contrada Ma ci disperse un Dio Me sventurato 315 A piugrave fiero destin Giove dannava Cheacute a mi goder un mese unico i figli Lrsquoalma consorte che menai pulcella Ersquo miei tesor stetti nersquo patri lari A navigar di poi lrsquoalma mi spinse 320 Con ben instrutte prode e con valenti Compagni vegraver lrsquoEgitto Io nove adunque Navigli corredava ed i miei prodi
ODISSEA
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Accorsero Sei digrave vivandacircr lieti Ed io persquo sagrifizi e per le mense 325 Non poche porgea lor vittime elette Sorto il settimo digrave ci dipartimmo Dalle piagge di Creta e con un vento Boreal fido e puro agevolmente Qual per corrente gigravea lrsquoonde solcammo 330 Leso non fu alcun legno e noi seggendo Di vigor lieti e di salute andammo La rsquove rsquol vento ersquo nocchier drizzacircro il corso La foce al quinto digrave del fiume Egitto Dalle belle correnti alfin prendemmo 335 Quivi ordinai che molti dersquo miei prodi Stesser presso le navi a custodirle Gli altri spediva ad esplorar dallrsquoalto La contrada Se non che dallrsquoaudace Animo spinti e dal valor natigraveo 340 LrsquoEgizie saccheggiacircr fertili terre Le donne ersquo figli via menacircr captivi Gli agricoltori uccisero repente Per tutta la Cittagrave ne corse il grido In questa i cittadin surta lrsquoAurora 345 Accorsero di fanti e di cavalli Giagrave pieno egrave rsquol campo e del balen dellrsquoarmi Allora il Fulminante un tal desigraveo Di vil fuga nersquo petti arsquo nostri infuse Che tener fronte alcun piugrave non sostenne 350 Peroccheacute la sciagura ed il terrore Ovunque gli premea Molti drsquoacuto Acciar furono stesi e parte fucircro Strascinati a patir travagli o stento LrsquoOligravempio stesso questo allor nel petto 355 Consiglio mi spirograve Deh percheacute prima Non caddi e non compiea lagrave nellrsquoEgitto Il destin mio poicheacute drsquoaltra piugrave grave Sventura segno esser dovea Dal capo Lrsquoelmo a terra deposi dalle spalle 360 Lo scudo e lrsquoasta di mia man gettando Corsi al cocchio del Re subito incontro Gli baciai le ginocchia e gliele strinsi Tocco il cor di pietagrave poacutesemi in salvo Collocommi nel cocchio e al suo palagio 365
LIBRO XIV
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Me piangente adducea Vero egrave che molte Ragravebide turbe con frassigravenee lance Agognavano uccigravedermi ma schermo Fugravemmi rsquol Re che lrsquoultrice ira temea Del gran Giove ospital cui le malvage 370 Opre piugrave chrsquoaltro mai sono in dispetto Settrsquoanni vissi lagrave molte raccolsi Ricchezze tutti mi colmacircr di doni Volgea lrsquoottavo ed egraveccoti un Fenice Gran fabbro di menzogne ivi comparve 375 Avido di guadagno aspre sventure Tirograve addosso arsquo mortali Ei con le usate Arti fallaci drsquoir mi persuase Seco in Fenicia ove tenea palagi E dovizie di Sol stetti ivi un giro 380 Ma quando i mesi e i digrave rivolti lrsquoore Succedendosi rsquol fin recacircr dellrsquoanno Novi rsquol Fenice meditando inventi Mrsquoimbarcograve per la Libia ondrsquoio con lui Del veloce navil vegghiassi al carco 385 Ma veacutendermi il fellon quivi a gran prezzo Disegnava Non senza alto sospetto Necessitagrave stringegravendomi rsquol seguigravea Da puro soffio boreal sospinto Nel mar tra Creta e Libia il pin correa 390 Ma lrsquoesizio a costor Giove fermava
ξ 301 Quando neacute Creta piugrave ned altra terra Ma Cielo ed acqua vedevam soltanto Il Satugravernio sul legno atra una nube Sospese sotto cui srsquoabbuiar lrsquoonde 395 Forte e spesso tonando in sulla nave La folgore scagliograve dallrsquoigneo telo Percossa rigiragravevasi avvampando I naviganti in mar precipitacircro Trabalzati dallrsquoonde al par di corvi 400 Al legno intorno erravano la speme Tolse lor tutta del redire un Dio Giove a me vinto da un immenso affanno Il lungo della nave albero pose Tra man percheacute fuggissi rsquol mortal rischio 405 Di forza lrsquoavvinchiai qua e lagrave sullrsquoonde Me lrsquoimpeto portograve dersquo fieri vegraventi
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Errai per nove digrave ma nella fosca Decima notte dersquo Tesprograveti al lido Enorme un flutto mi gittograve Mrsquoaccolse 410 Liberalmente il Re di quelle genti Lrsquoeroe Fedoacuten Trovommi rsquol figlio a caso Che affaticato e di freddo tremante Sullrsquoarena giacea Stesa la destra Mi sollevograve mi addusse al regal tetto 415 Tunica e vesti splendide mi porse
ξ 321 Quivi drsquoUlisse udigravea diceacuteami rsquol Rege Che lo accolse e rsquol dilesse allor chrsquoei gigravea Al natigraveo loco e mi mostrograve drsquoUlisse Le adunate ricchezze ivi deposte 420 Il rame lrsquooro e rsquol ferro effigiato Tanto che sostener drsquouna famiglia Per dieci etagrave potrigraveeno i discendenti Che a Dodona ei passograve percheacute la sacra Alti-chiomata quercia gli riveli 425 Lrsquooracolo di Giove se ridursi Dopo assenza sigrave lunga in Igravetaca abbia Palesemente o ignoto Indi libando Alla presenza mia nella sua reggia Giurava rsquol Re che in mar tratto era il legno 430 Ed i regravemigi presti a ricondurlo Alla terra natigravea Me accomiatava Prima Fedoacutene cheacute ivi a sorte un legno Di Tesprograveti nocchier drizzava il corso Vegraver Duligravechio di grano aureo ferace 435 Commise lor che me con vigil cura Al Re Acasto adducesser ma costoro Volgeano in mente un perfido consiglio Perchrsquoio cadessi di miseria al fondo Quando la nave ondigravevaga si spinse 440 Dalla terra lontan ratto mrsquoordicircro Il giorno del servaggio Disvesticircrmi Tunica e manto e questi che or tu vedi Miseri cenci mi gettacircro in dosso Nersquo culti campi drsquoIgravetaca felice 445 Giunti a sera legacircr tenacemente Me nella nave con attorta fune Indi scesi del mar lungo la riva Preser la cena Ma spezzommi un Dio