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Novembre - Dicembre 2001 5/6 ORDINE DI NAPOLI INGEGNERI n o t i z i a r i o

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Novembre - Dicembre 2001

5/6

ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Novembre - Dicembre 2001ORDINE DEGLI INGEGNERI DI NAPOLI

Bimestrale di informazione a cura del Consiglio dell’Ordine

Editore:Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri

della Provincia di Napoli

Direttore Editoriale:Luigi Vinci

Direttore Responsabile:Armando Albi Marini

Redattore CapoPietro Ernesto De Felice

D i rezione, Redazione e Amministra z i o n e :8 0134 Napoli, Via del Chiostro, 9

Tel. 081.5525604 - Fax 081 . 5 5 2 21 2 6w w w. c o n n e c t . i t / o rding - ord i n g @ c o n n e c t . i t

c/c postale n. 25296807

Comitato di direzioneEdoardo Benassai

Annibale de Cesbron de la GrennelaisSalvatore Landolfi Francesco Mondini

Marco Senese

RedattoriMarcello AgrustiEdoardo Benassai

Annnibale de Cesbron de la GrennelaisCamillo Alfonso Guerra

Salvatore LandolfiCesare Papa Malatesta

Aniello NappiMario Pasquino

Ambrogio PreziosoMarco Senese

Federico SerafinoFranco Sisto

Luciano Varchetta

Coordinamento di redazionePietro Nigro

Ha collaborato in redazioneClaudio Croce

Progetto grafico e impaginazione:Denaro Progetti

Stampa:La Buona Stampa

Ercolano

Reg. Trib. di Napoli n. 2166 del 18/7/1970Spediz. in a.p. 45% - art. 2 comma 20/b

L. 662/96 Fil. di Napoli

Finito di stampare nel mese di dicembre 2001

◗ EDITORIALERiforma delle professioni, quanta confusione! 3di Luigi Vinci

◗ LEGISLAZIONEDi Lello: Ecco la mia riforma per il governo del territorio 4di Dario Ferrara

La prima legge regionale sul governo del territorio 6

Il nuovo esame di Stato di ammissione alle professioni 36

◗ ATTIVITÀ DELL’ORDINEIl punto di vista degli Ingegneri sulla variante al Prg di Napoli 25

Un pratico vedemecum per la verifica degli impianti 45

◗ NOTE PROFESSIONALILa Procura della Repubblica contesta i comuni sul condono 40di Antonio Guizzi

Le tecniche termografiche per le indagini sui fabbricati 51a cura di Pietro Ernesto De Felice

◗ LEGGI E CIRCOLARI 54

◗ SENTENZE 60

◗ DOCUMENTICommissione provinciale espropri della Provincia di Napoli 64Valori agricoli medi validi per l’anno 2001

Con questo numero il notiziario, dopo una serie di vicissitudini burocratiche, riprende sistematica-mente le pubblicazioni in collaborazione con Il Denaro. Nello scusarci con gli iscritti sottolineamoche in assenza del Notiziario, l’Ordine ha tuttavia curato la comunicazione con gli iscritti attraver-so la Lettera agli iscritti e la presenza mensile sulle pagine del quotidiano economico Il Denaro.Nell’occasione il Presidente del Consiglio dell’Ordine e i Consiglieri tutti porgono agli iscritti e ailoro familiari i più cordiali auguri di

Associato U.S.P.I.Unione Stampa Periodica Italiana

In copertina: veduta di Napolidal Corso Vittorio Emanuele

Notiziariodel Consiglio dell’Ordine

degli Ingegneridella provincia di Napoli

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO

Novembre-Dicembre 2001

3EDITORIALE

◗ Una attenta lettura del Decreto del Presi -dente della Repubblica 328/2001 mostrasubito il grave difetto di essere stato redattosenza una corretta consultazione di tutte lecategorie professionali interessate, che purecondividevano una generale riforma delleprofessioni. Il risultato, è infatti, che sonostati modificati dei percorsi formativi uni -versitari e create nuove professionalità, sen -za una reale corrispondenza con gli effettivibisogni della collettività e distribuendo com -petenze specifiche di alcune facoltà a lau -reati di altre a cui non sono stati dati nei rispettivi corsiformativi, le indispensabili basi per acquisirle. La Com -missione Rossi, che lo ha redatto, ha fra l’altro inventatouna plurima collocazione professionale, e cioè la possibi -lità, per i nuovi laureati triennali in ingegneria di sceglie -re se accedere per esempio all’Albo dei Periti industrialioppure a quello degli Ingegneri.Ma ben altre conseguenze deriveranno da questo provvedi -mento legislativo. Una indagine effettuata dal centro studidel Consiglio nazionale Ingegneri tra tutte le Facoltà di In -gegneria ha accertato che esistono in Italia ben 318 corsidi laurea triennali e 58 corsi strutturati (composti da unprimo corso triennale seguito da uno biennale). Vi sonopoi 10 corsi di laurea in Ingegneria edile ed Architetturaconfigurati secondo le direttive dell’Unione europea. Sipresentano quindi troppe alternative ai giovani che inten -dono laurearsi in Ingegneria, generando in loro confusio -ne, anche perché i nomi di alcuni di questi corsi, come adessi dati da alcune Università, sembrano voler prometterenuove carriere di particolare impatto sul mercato, anchese poi alla fine il bagaglio di conoscenze acquisite si rivelaben più limitato e modesto. Altra importante contraddizio -ne in questo decreto la si trova leggendo il comma 2 del -l’articolo 1 che recita: “Le norme contenute nel presenteregolamento non modificano l'ambito stabilito dalla nor -mativa vigente in ordine alle attività attribuite o riservate,in via esclusiva o meno, a ciascuna professione”, mentrein successivi articoli si rilevano diverse modifiche allecompetenze relative ai diversi ambiti professionali. Questemodifiche non riguardano poi solo le competenze “stori -che” attribuite sia agli Ordini che ai Collegi professionali,ma anche le competenze espresse in leggi tuttora vigenti,

quali il Decreto Ministeriale 509/99 e la Leg -ge 127/97. Per la professione di Ingegnere sipossono evidenziare alcuni casi:a) I laureati in Scienza dell’Informazione(corso quadriennale in facoltà scientifica, manon anche tecnica come l’Ingegneria) possonoiscriversi ad un Albo di Ingegneri acquistandodi conseguenza tutte le corrispondenti compe -tenze, anche quelle tecniche, quali la proget -tazione e direzione lavori di impianti di tele -comunicazioni, di elettronica, ecc., pur non a -vendo mai frequentato corsi specifici;

b) i laureati in Ingegneria edile se si iscrivono ad un Albodi Ingegneri possono acquisire competenze in infra -strutture, geotecnica, idraulica, ecc, ma possono ancheiscriversi ad un Albo di Architetti acquisendo compe -tenze in beni vincolati, urbanistica, ecc.;

c) inversamente, un laureato in Architettura si può iscri -vere in un Albo di Ingegneri nel “Settore civile ed am -bientale” acquisendo competenze tecniche certamenteal di fuori del suo percorso formativo;

d) gli Ingegneri laureati in iIngegneria edile possono i -scriversi ad un Albo di Dottori agronomi e forestali,ottenendone competenze completamente fuori dal loropercorso universitario;

e) i laureati Geologi (corso di 5 anni) possono redigererelazioni geotecniche, progettare interventi geologici esvolgere anche altre attività tecniche quali i rilievi to -pografici e la direzione di attività a cielo aperto, insotterraneo e in mare, tutte prestazioni professionaliche richiedono conoscenze che non si riscontrano neiloro studi universitari;

f) i Dottori agronomi e forestali possono eseguire proget -tazioni, anche di edilizia rurale, pur non avendo ac -quisito nel loro corso di studi alcuna competenza nelcampo delle costruzioni.

Risulta chiaro che tutte queste “distribuzioni a pioggia perlegge” di competenze tecniche, che con il loro eserciziocoinvolgono anche la sicurezza pubblica, sono un indicepreoccupante della leggerezza con cui il legislatore ha af -frontato il problema del riordino delle professioni e di unosviluppo economico sostenibile. Di conseguenza, questoOrdine ha avviato concrete azioni a difesa della categoriae nell’interesse della pubblica incolumità.

ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Riforma delle professioni,quanta confusione!DI LUIGI VINCI

Luigi Vinci

A s s e s s o re Di Lello, partiamo dalrilascio delle concessioni edilizie.Quali sono le novità intro d o t t edalla legge approvata di recente?

La norma semplifica notevolmentele procedure necessarie al rilasciodelle concessioni: innanzitutto di-mezza i tempi d'attesa per i cittadi-ni. Poi trasferisce alle Province ipoteri sostitutivi in materia di no-mine di commissari ad acta. Ma so-prattutto sottrae al regime conces-sorio una serie d'interventi che noncomportano un incremento di volu-me, di cubature.

Per esempio?D'ora in poi sarà sottoposta a sem-

plice denuncia d'inizio attività tuttauna serie d'interventi minori comel'abbattimento di tramezzi, la rea-lizzazione di soppalchi e l'abbatti-mento di costruzioni realizzati sen-za l'incremento di volume e senzal'alterazione di facciate e sagome.

L'esperto di Legislazione urbani-stica Antonio Guizzi l'ha solleci-tata a occuparsi della questionedei parcheggi pertinenziali.

La legge approvata di recente disci-plina proprio questo tema. E abbia-mo risolto il problema dei parcheg-gi pertinenziali con soluzioni ap-prezzate dall'Associazione dei Co-struttori.

Perché?Anche qui abbiamo scelto di sot-trarli al regime concessorio. A Na-poli c'erano parcheggi bloccati pro-prio sul tema della pertinenzialità.Si è deciso, allora, di dare il via li-bera ai parcheggi che sono previstidagli strumenti esecutivi di pianifi-cazione. E si è scelta la strada del-l'autorizzazione gratuita quando i

Novembre-Dicembre 2001

LEGISLAZIONE4ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Per la definizione delle linee-guida del piano territoriale della Regione, l’assessore Di Lello ha convocato alcuni tra i più autorevoli esperti campani

PIANO TERRITORIALE: GLI ESPERTI CONVOCATI

Attilio Bellidirettore del dipartimento di Urbanistica dell’UniversitàFederico II di Napoli

Fabrizio Mangonipresidente della sezione campana dell’Istituto nazionaledi Urbanistica e docente all’Università Federico II diNapoli

Umberto Arenad i re t t o re del dipartimento di Scienze ambientali dellaSeconda università di Napoli

Filippo Bencardinoprorettore dell'Università del Sannio e ordinario di Geo -grafia economica

Francesco Citarellad i re t t o re del dipartimento di Studi sull'ambiente e sulterritorio dell’Università di Salerno

Arturo Caroladirettore del Lupt, Laboratorio di Urbanistica e Pianifi -cazione territoriale, dell’Università Federico II di Napoli

Di Lello: Ecco la mia riformaper il governo del territorioUna riforma in tre parti. L’assessore regionale all’Urbanistica e ai Beni cul -turali, Marco Di Lello, presenta le sue iniziative che stanno riscrivendo leregole per il governo del territorio campano. “E’ giunta l’ora di liberare il cittadino delle inefficienze e dalle lungagginidella burocrazia", promette Di Lello. Il progetto complessivo di riforma,spiega l’assessore, passa attraverso tre momenti distinti: la nuova legge peril rilascio delle concessioni edilizie, la legge urbanistica cha va sotto il titolodi "Norme per il governo del territorio", e il nuovo piano territoriale per laCampania.

Marco Di Lello

DI DARIO FERRARA

parcheggi sono in variante degli strumenti urbanistici.Anche i titolari di stabilimenti balneari in più diun'occasione hanno chiesto regole più moderne.

Abbiamo risposto anche alle loro esigenze: ora non sidovranno più smontare gli insediamenti stagione perstagione, come avveniva in passato pur in presenza diuna concessione pluriennale. Le legge imponeva di la-sciare libero l'arenile dal 30 settembre al primo aprilecon un notevole dispendio di mezzi per le imprese. In-somma: ora le aziende potranno risparmiare queste ri-sorse e noi chiederemo che le investano per migliorarele strutture negli stabilimenti balneari.

La legge sul rilascio delle concessioni edilizie è statacontestata dai consiglieri regionali di Rifondazionecomunista sostanzialmente perché giudicata similealle iniziative in tema di opere pubbliche avviate dalministro Lunardi. Che cosa risponde?

Il principio è: “Padroni in casa nostra", adottato in ve-rità già dal governo dell'Ulivo con il Testo unico perl'Edilizia. Mi spiace delle polemiche con gli alleati diRifondazione comunista. Ma si tratta di una battaglia digiustizia per liberare il cittadino dalla burocrazia.

In che senso?Fino ad oggi la burocrazia gravava sul cittadino con isuoi divieti in tema di concessioni. Noi invece rovescia-mo il ragionamento e diciamo al cittadino che può rea-lizzare le sue iniziative: in caso contrario dev'essere lapubblica amministrazione a motivare il suo divieto. In-somma: una vera e propria rivoluzione culturale. E' untema riformista che non può essere lasciato alle forzedella Destra.

D'accordo. Passiamo alla seconda parte della riforma:la legge urbanistica.

Il testo di legge, che fu approvato in giugno dalla Giun-ta, approderà in Consiglio regionale dopo essere statodiscusso dalla commissione Urbanistica. Anche qui èstata compiuta una scelta molto significativa: viene in-trodotto il principio di sussidiarietà.

Che cosa cambierà in concreto per i cittadini dellaCampania?

Non ci sarà più una pianificazione a cascata, dalla Re-gione in giù verso i Comuni. Ma ci saranno tanti tassel-li di un unico mosaico: il sistema di pianificazione. Lalegge, infatti, sancisce pari dignità fra piano regionale,piani provinciali e piani comunali coordinati fra loro.

Quali sono, allora, le nuove regole per il governo delterritorio?

I tempi di approvazione del piano urbanistico vengonoaccorciati. Toccherà solo alla Provincia il controllo dellaconformità di ogni piano comunale. Ma soprattutto vain soffitta il vecchio piano regolatore del Comune. IlPrg diventa Puc, piano urbanistico comunale.

Di che cosa si tratta?Sarà un piano sulle grandi opzioni e i grandi principi,discusso con le associazioni di categoria, da approvarein Consiglio comunale. Ma per la gestione, la Giunta a-vrà il Pue, il piano urbanistico esecutivo, che ha il com-pito di tutelare il compito di tutelare il territorio e diconciliare gli interessi di cittadini e imprese. Era neces-sario: finora gli imprenditori scappavano spaventati daitempi biblici necessari all'approvazione di una varianteal Prg. Ora la Giunta comunale, invece, potrà muoversiin tempi rapidi nel rispetto dei principi indicati dalConsiglio.

Non si rischia l'aumento dell'abusivismo edilizio?Tutt'altro. E' prevista l'introduzione di un corpo di poli-zia regionale urbanistica in appoggio alle Amministra-zioni municipali.

Veniamo alla terza parte della riforma: il piano terri-toriale.

La bozza sarà pronta a giorni. Sarà un piano a maglielarghe che non pretende di normare tutto il territoriodella Campania. Sarebbe impensabile e antistorico: laRegione è un ente di programmazione, la gestione spet-ta invece ai Comuni. Le linee guida del piano sarannodedicate a temi come il rischio idrogeologico, l'emer-genza Vesuvio, il rischio sismico e la tutela paesistica.Alla stesura delle linee guida hanno collaborato espertimolto autorevoli provenienti dalle Università campane.Presto potremo apprezzarne i risultati.

Novembre-Dicembre 2001

5LEGISLAZIONEORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

La norma fatta approvare dall’assessore Di Lello sottrae al regime concessorio una serie

d’interventi edilizi di minore importanza

LEGGE REGIONALE 28 NOVEMBRE 2001 N. 19

Procedure per il rilascio delle concessioni e delle auto -rizzazioni edilizie e per l’esercizio di interventi sostitutivi

• Individuazione degli interventi edilizi subordinati adenuncia di inizio attività

• Approvazione di piani attuativi dello strumento urba-nistico generale nei comuni obbligati, alla formazionedel programma pluriennale di attuazione

• Norme in materia di parcheggi pertinenziali

• Modifiche alle leggi regionali 28 novembre 2000, n. 15e 24 marzo 1995, n. 8.

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LEGISLAZIONE6

Disegno di legge approvato dalla Giunta re g i o-nale della Campania il 5 giugno 2001 e in di-scussione al Consiglio regionale

FINALITÀ E PRINCIPI DELLA PIANIFICAZIONE

Disposizioni generaliArticolo 1Oggetto della legge1. La regione Campania disciplina

con la presente legge il sistema dipianificazione, tutela, recupero euso del territorio nelle sue artico-lazioni di livello regionale, provin-ciale e comunale, al fine di:a ) realizzare un efficiente sistemadi programmazione territoriale epianificazione urbanistica, alloscopo di garantire lo sviluppo eco-nomico, sociale e civile della col-lettività regionale, promuovendo alcontempo un utilizzo adeguatodelle risorse ambientali, naturali,territoriali e culturali, anche infunzione del loro recupero;b ) individuare le competenze deidiversi livelli istituzionali, favo-rendone la cooperazione tramite

la definizione di modalità di rac-cordo funzionale tra gli strumentidi pianificazione, secondo il prin-cipio di sussidiarietà;c) garantire il rispetto dei principidi trasparenza, efficienza ed effi-cacia dell’azione amministrativa,anche mediante la semplificazionedei procedimenti di programma-zione e pianificazione;d ) valorizzare la concertazionecon le organizzazioni economichee sociali a tutti i livelli istituzio-nali di pianificazione.

Articolo 2Finalità e obiettivi della pianificazio -ne urbanistica e territoriale1. La pianificazione territoriale e ur-

banistica persegue gli obiettivi di:a) promozione dell’uso razionale edello sviluppo ordinato del terri-torio mediante il minimo consu-mo delle risorse territoriali e lavalorizzazione dei beni paesistico-ambientali disponibili, anche at-traverso la riqualificazione dei

ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

La sede della Regione Campaniain via S. Lucia

La prima legge regionalesul governo del territorio

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7LEGISLAZIONEORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

tessuti insediativi esistenti e ilrecupero dei siti compromessi;b ) garanzia dell’equilibrio am-bientale e della vocazione socio-culturale del territorio;c ) valorizzazione delle risorseambientali, paesistiche e storico-culturali;d ) miglioramento della salubritàdegli insediamenti urbani e dellavivibilità dei centri storici;e) individuazione delle linee del-lo sviluppo sostenibile del terri-torio regionale attraverso la ri-mozione dei fattori di squilibriosociale, territoriale e di settore,in un contesto di compatibilitàcon le previsioni dei vari livellidi pianificazione;f) tutela e sviluppo del paesaggioagricolo e delle connesse attivitàproduttive.

2. La pianificazione territoriale eurbanistica è definita dal com-plesso degli atti, adottati dallecompetenti amministrazioni inconformità alla legislazione na-zionale e regionale, disciplinantil’uso, la tutela e i processi di tra-sformazione del territorio.

Articolo 3Articolazione dei processi di piani -ficazione1. La pianificazione territoriale e

urbanistica si articola in:a ) disposizioni strutturali, convalidità a tempo indeterminato,tese a definire l’identità fisica delterritorio regionale e a individua-re le linee fondamentali della suatrasformazione a lungo termine,con riferimento ai valori naturalie ambientali, alla difesa del suo-lo, ai rischi derivanti da calamitànaturali, all’articolazione dellereti infrastrutturali di interesseregionale, ai sistemi di mobilitàdi livello regionale e al coordina-mento di questi ultimi con quellidi livello sovraregionale;b ) disposizioni programmatiche,

tese a definire gli interventi ditrasformazione fisica e funziona-le del territorio, in archi tempo-rali limitati, correlati alla pro-grammazione finanziaria dei bi-lanci annuali e pluriennali delleamministrazioni interessate.

2. Gli atti di pianificazione attuanole scelte strutturali e program-matiche, coordinandosi con lapianificazione settoriale.

Articolo 4Cooperazione istituzionale nei pro -cessi di pianificazione1. Tutti i soggetti istituzionali, tito-

lari di funzioni di pianificazioneterritoriale e urbanistica, infor-mano l’attività ai metodi dellacooperazione e dell’intesa.

2. La presente legge disciplina glistrumenti di raccordo e coordi-namento tra la regione e gli entilocali, sia in sede di individua-zione degli obiettivi della piani-ficazione, sia nella successiva fa-se di verifica della compatibilitàdelle scelte adottate.

3. La regione Campania promuoveil coordinamento e la coopera-zione tra gli enti locali e i sog-getti titolari di funzioni relativeal governo del territorio ancheper mezzo di specifiche intesecon le amministrazioni interes-sate, con particolare riferimentoall ’att ività conoscitiva, alloscambio di informazioni e alladefinizione di accordi procedi-mentali.

Articolo 5Partecipazione e trasparenza nei processi di pianificazione1. Alle fasi preordinate all’adozione

e all’approvazione degli stru-menti di pianificazione sono as-sicurate idonee forme di pubbli-cità e di consultazione dei citta-dini, anche in forma associata,relativamente ai contenuti dellescelte di pianificazione.

2. Ai sensi del decreto legislativo18 agosto 2000, n. 267, e dellalegge 7 agosto 1990, n. 241, glienti locali possono prevedere neipropri statuti, ovvero nei regola-menti, le modalità di realizzazio-ne della partecipazione di cui alcomma 1, nonché ulteriori formedi pubblicità degli atti progressi-vamente adottati.

Articolo 6Strumenti di cooperazione e trasparenza nella pianificazione1. Per garantire lo sviluppo coordi-

nato e omogeneo dei processi dipianificazione territoriale e urba-nistica la regione può adottare,anche in mancanza del pianoterritoriale regionale (Ptr), le li-nee guida regolanti l’espleta-mento delle funzioni pianificato-rie di province e comuni, nonchéatti di coordinamento tecnico edirettive disciplinanti l’eserciziodelle funzioni delegate.

2. La regione costituisce e discipli-na, altresì, strumenti e organifunzionali alla più ampia infor-mazione e alla diffusione dei da-ti relativi allo stato della pianifi-cazione nel territorio regionale,secondo quanto disciplinato dal-l’articolo 17.

Articolo 7Livelli di pianificazione1. L’adozione degli strumenti di pia-

nificazione territoriale e urbani-stica, nonché delle relative varia-zioni, competono, nell’ambito dirispettiva competenza, alla regio-ne, alle province, alla città me-tropolitana di Napoli e ai comuni.

2. I comuni possono procedere allapianificazione in forma associa-ta, anche per ambiti racchiusinei patti territoriali e nei con-tratti d’area.

3. La pianificazione territoriale eurbanistica si esercita mediantela formazione di piani generali -

Novembre-Dicembre 2001

LEGISLAZIONE8

intesi come strumenti contenentila disciplina di tutela e uso delterritorio, per l’intero ambito dicompetenza degli enti territorialiinteressati - nonchè di piani set-toriali, con i quali gli enti terri-toriali e gli enti pubblici prepostialla tutela di specifici interessipartecipano al procedimento pia-nificatorio relativamente alleproprie attribuzioni.

Articolo 8Sussidiarietà1. Sono demandate ai Comuni tutte

le funzioni relative al governodel territorio non espressamenteattribuite dall’ordinamento edalla presente legge alla regione,alle province o alla città metro-politana di Napoli.

2. Alla regione, alle province e allacittà metropolitana di Napoli so-no affidate esclusivamente lefunzioni di pianificazione ad es-se attribuite dalla legislazionenazionale e regionale che invol-gono scelte di interesse sovraco-munale.

Articolo 9Efficacia dei piani1. Le prescrizioni degli strumenti di

pianificazione regionale o pro-vinciale direttamente incidentisul regime giuridico dei beni daqueste disciplinati trovano pienae immediata applicazione, in or-dine alla localizzazione puntualedi infrastrutture, nei confronti ditutti i soggetti pubblici e privatie modificano le contrastanti di-sposizioni dei vigenti strumentidi pianificazione sottordinati.

Articolo 10Salvaguardia1. Tra l’adozione degli strumenti di

pianificazione e la data dell’en-trata in vigore di questi ultimisono sospesi:a ) il rilascio di permessi di co-

struire relativi ad interventi nonassentibili secondo la disciplinacontenuta nei piani in corso diapprovazione;b) l’approvazione di strumenti dipianificazione sottordinati cherisultino non compatibili con ipiani adottati.

Articolo 11Flessibilità della pianificazione sovraordinata1. Con l’adozione dei piani gli enti

competenti possono, nei casi econ le modalità previsti dallapresente legge, proporre modifi-cazioni agli strumenti di pianifi-cazione sovraordinati, al fine digarantire la omogeneità dellacomplessiva pianificazione terri-toriale e urbanistica.

2. Le modificazioni di cui al com-ma precedente sono collegate al-la sopravvenienza di comprovateesigenze degli enti territoriali,relative alla necessità di garanti-re il raggiungimento di obiettividi sviluppo economico e socialee di riequilibrare gli assetti terri-toriali e ambientali.

Articolo 12Accordi di programma1. Qualora sia necessaria un’azione

integrata tra regione, province,comuni, amministrazioni delloStato e altri enti pubblici per ladefinizione e l’esecuzione di pro-grammi di intervento, di operepubbliche o di interesse pubbli-co, anche di iniziativa privata, siprocede alla stipula dell’accordodi programma, con le modalitàpreviste dall’articolo 34 del de-creto legislativo 18 agosto 2000,n. 267.

P I A N I F I C A Z I O N E T E R R I TO R I A L E E U R B A N I S T I C A

Capo IPianificazione Territoriale regionaleArticolo 13

Piano territoriale regionale1 . La regione Campania provvede

alla pianificazione del territorioregionale nell’osservanza dellanormativa nazionale e comunita-ria vigente e nel rispetto degli o-biettivi fissati dalla programma-zione socio-economica regionale.

2. La programmazione territorialeregionale persegue i seguenti o-biettivi:a ) definire le linee principali diorganizzazione del territorio, in-dicando al contempo le strategiee gli interventi volti alla loroconcreta realizzazione;b) garantire e incentivare la tute-la del patrimonio naturale, pae-sistico e ambientale, nonché del-l’identità storico-culturale delterritorio, anche mediante il re-cupero dei tessuti insediativi esi-stenti;c) incentivare lo sviluppo delleinfrastrutture e delle attrezzaturedi rilevanza regionale e sovrare-gionale con l’indicazione dei cri-teri generali da rispettare nellavalutazione dei carichi insediati-vi ammissibili nel territorio, inmodo da accrescere la competiti-vità del sistema territoriale re-gionale e assicurarne lo svilupposostenibile;d) individuare le linee guida del-la pianificazione territoriale dicarattere subregionale e le formedella collaborazione istituzionale;

3. La programmazione territorialeregionale si realizza mediante ilpiano territoriale regionale (Ptr)e i piani settoriali regionali (Psr).

4. Il Ptr determina le finalità daraggiungere nel governo del ter-ritorio regionale, dettando previ-sioni di carattere strutturale eprogrammatico.

5. Le previsioni strutturali conten-gono:a) l’indicazione degli obiettivi dicui al comma 2;b) il quadro di riferimento terri-

ORDINE DI NAPOLI

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ORDINE DI NAPOLI

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9LEGISLAZIONE

toriale, comprendente non solo iregimi vincolistici, ma anche iprincipi e criteri guida presentinelle direttive, carte e schemispaziali europei e nazionali, pergli indirizzi e i Piani settoriali re-gionali;c ) gli indirizzi strategici per lapianificazione territoriale infrare-gionale, nonchè gli indirizzi spe-cifici per i piani e i programmi diintervento settoriali e intersetto-riali di interesse regionale;d) gli indirizzi per la distribuzio-ne sul territorio degli insedia-menti produttivi e commerciali,nonché degli insediamenti dire-zionali di competenza regionale;e) gli indirizzi e i criteri per il di-mensionamento dei piani territo-riali e urbanistici provinciali;f) la definizione della rete infra-strutturale di interesse regionale;g) l’indicazione degli ambiti ter-ritoriali entro i quali i comunipossono accedere alla pianifica-zione urbanistica in forma asso-ciata, nonché la definizione dellemodalità e delle forme di attua-zione della stessa;h) l’indicazione degli ambiti ter-ritoriali entro i quali i comuni diminori dimensioni possono acce-dere alla pianificazione urbani-stica in forma associata ai sensidell’articolo 7, comma 2, nonchéla definizione delle modalità edelle forme attraverso le quali at-tuare tale pianificazione.

6. Le previsioni programmatiche in-dicano le modalità e i tempi diattuazione delle previsioni strut-turali, con la definizione degliinterventi da realizzare in viaprioritaria, le stime di massimadelle risorse economiche da im-piegare per la loro realizzazionee la tempistica di adeguamentodelle previsioni dei piani provin-ciali alla disciplina del Ptr.

7. Il Ptr può contenere indirizzi ditutela paesaggistica e ambientale

da recepirsi negli strumenti dipianificazione territoriale provin-ciale.

Articolo 14Piani settoriali regionali1. I piani settoriali regionali (Psr),

regolanti interessi e attività coin-volgenti l’uso del territorio, sonodisciplinati dalle disposizioninormative contenute nella vigen-te legislazione e devono esserecoerenti con le previsioni del Ptr.

2. Qualora i piani regionali di setto-re contengano previsioni noncompatibili con quelle del Ptr,costituiscono varianti al Ptr me-desimo e devono essere approva-ti con le procedure di cui all’arti-colo 15.

Articolo 15Procedimento di formazione del Ptr1. La giunta regionale, prima dell’a-

dozione dello schema di Ptr, alfine di armonizzare le previsionidel medesimo schema con quelledei piani e dei programmi nazio-nali, predispone le linee guidadella pianificazione regionale.

2. Il presidente della giunta regio-nale indìce una conferenza conle amministrazioni competentiper la valutazione delle lineeguida e dei contributi conoscitivitrasmessi dalle province, dallacittà metropolitana di Napoli, daicomuni e dagli altri enti pubbliciinteressati.

3. A seguito dei lavori della confe-renza di cui al comma 2, la giun-ta regionale adotta lo schema diPtr. Lo schema è pubblicato, en-tro i sessanta giorni successivialla sua adozione, sul bollettinoufficiale della regione Campania,e dell’avvenuta adozione è datacontestualmente notizia median-te avviso da pubblicarsi sullagazzetta ufficiale della Repubbli-ca e su due quotidiani a diffusio-ne regionale. Nello stesso termi-

ne copia dello schema è trasmes-so alle province e alla città me-tropolitana di Napoli, che prov-vedono al relativo deposito.

4. Entro sessanta giorni dalla datadi pubblicazione dello schema diPtr, la regione indìce una confe-renza alla quale partecipano leprovince e la città metropolitanadi Napoli, i comuni, gli enti loca-li, le altre amministrazioni inte-ressate al la programmazione,nonchè le organizzazioni sociali,culturali, economico-professio-nali, sindacali e ambientaliste dilivello regionale, al fine di elabo-rare, entro trenta giorni dallaconvocazione, osservazioni ed e-ventuali proposte di modifica al-lo schema di Ptr. Alla conferenzala regione presenzia con un suoincaricato al solo fine di acqui-sirne le risultanze.

5. Nel medesimo termine di sessan-ta giorni dalla data di pubblica-zione dello schema di Ptr, la re-gione ha facoltà di consultare leorganizzazioni sociali, culturali,economico-professionali, sinda-cali e ambientaliste di livelloprovinciale.

6. Decorsi i termini di cui ai commi4 e 5, la giunta regionale, entro isuccessivi sessanta giorni, valutale osservazioni e le proposte dimodifica eventualmente trasmes-se o acquisite, adotta la propostadi Ptr e la trasmette al consiglioregionale per l’approvazione.

7. Il Ptr approvato è pubblicato sulbollettino ufficiale della regioneCampania; dell’avvenuta appro-vazione è data contestualmentenotizia mediante avviso da pub-blicarsi sulla gazzetta ufficialedella Repubblica e su due quoti-diani a diffusione regionale. De-corsi quindici giorni dalla pub-blicazione, il Ptr acquista effica-cia a tempo indeterminato, sinoagli aggiornamenti e alle variantidi cui al successivo articolo 16.

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LEGISLAZIONE10

Articolo 16Varianti al Ptr1. Le varianti e gli aggiornamenti

delle previsioni del Ptr sono sot-toposte al procedimento di for-mazione di cui all’articolo 15,con i termini ridotti della metà.

2. Le variazioni tecniche degli ela-borati del Ptr necessarie al rece-pimento di sopravvenute dispo-sizioni legislative statali imme-diatamente operative sono adot-tate mediante delibera di giuntaregionale.

Articolo 17Strumenti e organi per l’informa -zione e il coordinamento1. È rimessa alla potestà regola-

mentare della giunta regionalela costituzione e la disciplina diorgani deputati alla raccolta, e-laborazione e gestione, ancheinformatizzata, dei dati relativiallo stato della pianificazionenel territorio regionale, e fun-zionali al la promozione delcoordinamento dell’attività diprogrammazione territoriale.

2. Entro il 30 settembre di ciascunanno le province, la città metro-politana di Napoli, i comuni egli altri enti locali trasmettonoalla giunta regionale, in confor-mità ad un apposito modellopredisposto dall’assessorato re-gionale competente nella mate-ria dell’urbanistica, i dati relati-vi al livello di pianificazione delterritorio di competenza e allarelativa attuazione, nonché pro-poste di modifica degli strumen-ti di pianificazione sovraordina-ti, dirette al soddisfacimento disopravvenute esigenze, inconformità al principio di cuiall’articolo 11.

3. Entro il successivo 30 novembrela giunta regionale, tenendoconto dei dati e delle propostedi cui al comma 2, trasmette alconsiglio regionale una relazio-

ne, da pubblicarsi sul bollettinoufficiale della regione Campa-nia, sullo stato della pianifica-zione regionale e sui processi diattuazione delle relative previ-sioni.

Capo IIPianificazione territoriale provinciale

Articolo 18Piano territoriale provinciale1. Alle province è attribuita la po-

testà di pianificazione territoria-le nel rispetto delle normativestatali e regionali e delle previ-sioni contenute negli strumentidi pianificazione regionale.

2. La pianificazione territorialeprovinciale persegue i seguentiobiettivi:a) definizione degli elementi co-stitutivi del territorio provincia-le, considerando la totalità delsuo assetto, con particolare rife-rimento alle caratteristiche na-turali, ambientali e storico-cul-turali; nonché alla prevenzionedei rischi derivanti da calamitànaturali, mediante l’indicazionedelle linee generali per la con-servazione e il recupero degliinsediamenti esistenti, nonchéper la realizzazione degli inter-venti previsti;b) indicazione delle caratteristi-che generali delle infrastrutture,delle vie di comunicazione e del-le attrezzature di interesse inter-comunale e sovracomunale, non-ché dei criteri generali da rispet-tare nella valutazione dei carichiinsediativi ammissibili nel terri-torio, al fine di assicurare lo svi-luppo sostenibile della provincia.

3. La pianificazione territorialeprovinciale si realizza medianteil piano territoriale provinciale(Ptp) e i piani settoriali provin-ciali (Psp).

4. Il Ptp contiene disposizioni dicarattere strutturale e program-matico.

5. Le previsioni strutturali conten-gono:a) la individuazione delle strate-gie che definiscono la program-mazione per la pianificazioneurbanistica;b ) gli indirizzi e i criteri di di-mensionamento dei piani urba-nistici comunali;c ) gli obiettivi di programma-zione affidati alla provincia dal-l’articolo 20 del decreto legi-slativo 18 agosto 2000, n. 267;

6. Le previsioni programmatichedisciplinano le modalità e i tem-pi di attuazione delle previsionistrutturali, con la definizionedegli interventi da realizzare invia prioritaria, le stime di mas-sima delle risorse economicheda impiegare per la loro realiz-zazione e la tempistica di ade-guamento delle previsioni deipiani urbanistici comunali alladisciplina dettata dal Ptp.

7. Ai sensi dell’articolo 57 del de-creto legislativo 31 marzo 1998,n. 112, il Ptp ha valore e portatadi piano territoriale paesisticonei settori della protezione dellanatura, dell’ambiente, delle ac-que, della difesa del suolo e del-la tutela delle bellezze naturali;nonché, nelle zone interessate,di piano di bacino di cui allalegge 18 maggio 1989, n. 183, ealla legge regionale Campania 7febbraio 1994, n. 8, e di pianoterritoriale del parco di cui allalegge 6 dicembre 1991, n. 394, ealla legge regionale Campania 1settembre 1993, n. 33.

8. Ai fini della definizione delledisposizioni del Ptp relative allematerie di cui al comma 7, laprovincia promuove, secondo lemodalità stabilite dall’art. 20,comma 1, le intese con tutte leamministrazioni statali compe-

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tenti, ovvero con altre autoritàod organi preposti alla tuteladegli interessi di settore coin-volti ai sensi della normativastatale o regionale vigente.

9. Il Ptp ha, altresì, valore e porta-ta di piano regolatore delle areee dei consorzi industriali di cuialla legge regionale Campania13 agosto 1998, n. 16; ai finidella definizione delle relativedisposizioni del Ptp, la provin-cia promuove, secondo le moda-lità stabilite dall’articolo 20,comma 1, le intese con i con-sorzi A.S.I. e con tutti gli altrisoggetti previsti dalla legge re-gionale Campania 13 agosto1998, n. 16.

10 . Resta fermo quanto dispostodall’articolo 149, comma 6, deldecreto legislativo 31 marzo1998, n. 112.

Articolo 19Piani settoriali provinciali1. I piani settoriali provincial i

(Psp), regolanti interessi e atti-vità coinvolgenti l’uso del terri-torio non previsti dall’articolo18, commi 7 e 9, sono discipli-nati dalle disposizioni normativecontenute nella vigente legisla-zione, e devono essere compati-bili con le previsioni del Ptp.

2. Qualora i piani settoriali provin-ciali contengano previsioni noncompatibili con quelle del Ptp,costituiscono varianti al Ptp me-desimo e sono approvati con leprocedure di cui all’articolo 20.

Articolo 20Procedimento di formazione del Ptp1. L’adozione dello schema di Ptp

compete alla giunta provinciale.Qualora il piano abbia valenzadei piani di settore di cui all’ar-ticolo 18, commi 7 e 9, e in o-gni altro caso in cui ne ravvisila necessità, preliminarmenteall’adozione dello schema di Ptp

la provincia indìce una confe-renza alla quale sono invitate leamministrazioni statali compe-tenti, la regione, i comuni dellaprovincia e tutte le altre auto-rità, enti od organi competentinelle materie previste dagli stes-si commi 7 e 9 dell’articolo 18,al fine di definire le necessarieintese.

2. Nell’ipotesi in cui non si addi-venga alle intese di cui al com-ma 1, la Regione, nella sede del-l’approvazione del Ptp, definiscela relativa disciplina pianifica-toria.

3. Nel caso in cui si renda necessa-ria una variazione delle previ-sioni settoriali di propria com-petenza contenute nel Ptp, leamministrazioni statali compe-tenti e le altre autorità e organidi cui all’articolo 18, commi 7 e9, hanno facoltà di procedereall’adozione del relativo pianodi settore, o stralcio dello stesso,nel rispetto della normativa vi-gente. In tale ipotesi la provin-cia promuove sollecitamente leintese di cui al comma 1, ai finidel necessario adeguamento delPtp.

4. Lo schema di Ptp è depositatopresso la segreteria dell’ammini-strazione provinciale e dell’av-venuto deposito è data notiziamediante avviso da pubblicarsisul bollettino ufficiale della re-gione Campania e su due quoti-diani a diffusione provinciale.

5. Entro trenta giorni dalla pubbli-cazione dell’avviso di cui al pre-cedente comma chiunque puòpresentare osservazioni. Con-temporaneamente alla pubblica-zione lo schema di piano è tra-smesso ai comuni della provin-cia, agli enti locali e alle orga-nizzazioni sociali, culturali, am-bientaliste, economico-profes-sionali e sindacali di livello pro-vinciale.

6. La giunta provinciale indìce,entro i quindici giorni successivialla scadenza del termine di cuial comma 5, una conferenza al-la quale invita i comuni dellaprovincia, gli enti locali e le or-ganizzazioni sociali, culturali,ambientaliste, economico-pro-fessionali e sindacali di livelloprovinciale, al fine di approfon-dire la valutazione delle osser-vazioni formulate ed elaborareeventuali proposte di modificaallo schema di Ptp. La conferen-za conclude i lavori entro trentagiorni dalla convocazione.

7. Il consiglio provinciale, nel ter-mine di sessanta giorni dallaconclusione dei lavori dellaconferenza prevista dal comma6, valutate le osservazioni e leproposte di modifica formulate,adotta il Ptp. Nello stesso termi-ne il piano adottato è trasmessoalla giunta regionale, per la ve-rifica di compatibilità con il Ptre con i piani settoriali regionali.Restano ferme le disposizioni dicui al precedente articolo 10.

8 . Ove il Ptr non sia ancora stato a-dottato, la giunta regionale pro-cede alla verifica di compatibi-lità del Ptp adottato con le lineeguida della programmazione ter-ritoriale di cui agli artt. 6 e 45.

9. L’istruttoria tecnica è rimessaall’area generale di coordina-mento “governo del territorio”presso la giunta regionale. Laverifica di compatibilità è con-clusa entro novanta giorni dalsuo inizio.

10 . Ove la verifica di compatibilitànon abbia avuto esito positivo,la regione convoca una confe-renza di servizi alla quale sonoinvitati il presidente della pro-vincia, ovvero un assessore de-legato, e i dirigenti delle struttu-re regionali e provinciali com-petenti. La conferenza è presie-duta dal presidente della regio-

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LEGISLAZIONE12

ne o da un assessore delegato.11. In seno alla conferenza di cui al

comma precedente vengono a-dottate le modifiche al Ptp, al fi-ne di renderlo compatibile con ilP t r, ovvero con le linee guidadella programmazione territoria-le regionale, e con i piani setto-riali regionali. La conferenzaconclude i lavori nel termine ditrenta giorni dalla sua convoca-zione.

12.Nel caso se ne ravvisi l’opportu-nità, nel rispetto del principio diflessibilità di cui all’articolo 11 enei limiti ivi indicati, il presiden-te della conferenza trasmette ilPtp al consiglio regionale per laeventuale variazione del Ptr, ov-vero delle linee guida della pro-grammazione territoriale regio-nale, limitatamente alle parti in-compatibili con il piano adottatodalla provincia. Il consiglio re-gionale provvede entro trentagiorni dalla trasmissione.

13.Nelle ipotesi di cui al commaprecedente, il termine di 30 gior-ni per la conclusione dei lavoridella conferenza rimane sospeso.

14.In caso di inutile decorso del ter-mine di cui al decimo comma, laconferenza adotta le modificheal Ptp, al fine di renderlo compa-tibile con il Ptr, ovvero con le li-nee guida della programmazioneterritoriale regionale, e con i pia-ni settoriali regionali.

15.Gli esiti della conferenza sonoratificati dal consiglio provincia-le entro quindici giorni dalla co-municazione.

16.Il Ptp è approvato con deliberadi giunta regionale, che vienepubblicata sul bollettino ufficialedella regione Campania; dell’av-venuta pubblicazione del Piano èdata contestualmente notiziamediante avviso su due quoti-diani a diffusione provinciale.Decorsi quindici giorni dallapubblicazione, il Ptp acquista ef-ficacia a tempo indeterminato.

Articolo 21Varianti al Ptp1. Le varianti e gli aggiornamenti

delle previsioni del Ptp, dovuteanche alla scadenza delle previ-sioni programmatiche, sono sot-toposte al procedimento di for-mazione di cui all’articolo 20, coni termini ridotti della metà, ad ec-cezione dei termini di quindicigiorni di cui ai commi 6 e 15.

2. Le variazioni tecniche degli ela-borati del Ptp necessarie al rece-pimento di sopravvenute disposi-zioni legislative statali e regionaliimmediatamente operative sonoadottate mediante delibera digiunta provinciale.

Capo IIIPianificazione urbanistica della città metropolitana di Napoli

Articolo 22 Pianificazione urbanistica della cittàmetropolitana di Napoli1. Sono affidate alla città metropo-

litana di Napoli, in relazione alterritorio di competenza, le fun-zioni di pianificazione alla mede-sima attribuite dal successivo ca-po IV, secondo le modalità, le for-me e i limiti ivi previsti.

2. Per la formazione del piano urba-nistico della città metropolitanadi Napoli si applicano le disposi-zioni di cui agli articoli 24 e 25.

3 . L’attuazione del piano urbanisticodella città metropolitana di Napoliè rimessa alle singole municipa-lità, che procedono alla predispo-sizione di piani urbanistici attuati-vi ai sensi degli articoli 27, 28 e29, e dei regolamenti urbanisticiedilizi comunali di cui all’art. 30.

Capo IVPianificazione urbanistica comunale

Articolo 23Strumenti urbanistici comunali

1. Il comune esercita la pianificazio-ne del territorio di sua competen-za nel rispetto delle disposizionilegislative e regolamentari vigen-ti e in coerenza con le previsionidella pianificazione territorialeregionale e provinciale.

2. Sono strumenti di pianificazionecomunale:a ) il piano urbanistico comunale(Puc);b ) i piani urbanistici attuativi(Pua);c) il regolamento urbanistico edi-lizio comunale (Ruec).

Articolo 24Piano urbanistico comunale1. Il piano urbanistico comunale

(Puc) è lo strumento urbanisticogenerale del Comune. Disciplinala tutela ambientale, le trasfor-mazioni urbanistiche ed ediliziedel territorio comunale, anchemediante disposizioni a contenu-to conformativo del diritto diproprietà.

2. Il Puc, in coerenza con le disposi-zioni del Ptr e del Ptp:a) definisce gli elementi del terri-torio urbano ed extraurbano, nelrispetto della compatibilità tra in-terventi di trasformazione e risor-se naturali, ambientali e storico-culturali disponibili;b) determina i fabbisogni insedia-tivi e le priorità relative alle ope-re di urbanizzazione;c ) stabilisce la suddivisione delterritorio comunale in zone omo-genee, individuando le aree nonsuscettibili di trasformazione ur-banistica;d ) individua le trasformazioni fi-siche e funzionali ammissibili nel-le singole zone, garantendo la tu-tela e la valorizzazione dei centristorici, nonché lo sviluppo ecoso-stenibile del territorio comunale;e ) disciplina le relazioni funzio-nali, strutturali e morfologichedei sistemi della mobilità di benie persone.

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13LEGISLAZIONE

3. Al Puc sono allegate le normetecniche di attuazione (Nta), ri-guardanti la manutenzione delterritorio e la manutenzione urba-na, il recupero, la trasformazionee la sostituzione edilizia, il sup-porto delle attività produttive, ilmantenimento e lo sviluppo del-l’attività agricola, nonchè la rego-lamentazione dell’attività edilizia.

4. Fanno parte integrante del Puc ipiani di settore riguardanti il ter-ritorio comunale, ivi inclusi i pia-ni riguardanti le aree naturaliprotette e i piani relativi alla tu-tela dei beni culturali e dell’am-biente, alla difesa del suolo e allaprevenzione dei rischi derivantida calamità naturali.

Articolo 25Procedimento di formazione del Puc1. La giunta comunale, previa con-

sultazione delle associazioni edelle organizzazioni rappresenta-tive di interessi di settore, predi-spone lo schema di Puc.

2. Il Puc è adottato con delibera delconsiglio comunale.

3. Il piano adottato ai sensi delcomma precedente è depositato,con gli elaborati previsti dallavigente legislazione statale e re-gionale e la normativa tecnica,presso la segreteria del comune edelle circoscrizioni, ove esistenti.Dell’avvenuto deposito è datanotizia sul bollettino ufficialedella regione Campania e su duequotidiani a diffusione provin-ciale.

4. Nel termine di sessanta giornidalla pubblicazione del piano,chiunque può presentare osserva-zioni, che il comune esamina neltermine di novanta giorni, ade-guando eventualmente il Puc alleosservazioni accolte. Decorso taletermine, il comune trasmette ilpiano adottato - così come even-tualmente adeguato - all’ammini-strazione provinciale, per la veri-fica di compatibilità con gli stru-

menti di pianificazione sovraor-dinati vigenti, e di conformitàcon la normativa statale e regio-n a l e .

5. L’istruttoria tecnica è affidata al-l’assessorato provinciale compe-tente nella materia dell’urbani-stica. La verifica di compatibilitàe di conformità è conclusa entronovanta giorni dal ricevimentodel piano da parte degli ufficidell’assessorato competente.

6. Nel caso di esito negativo dellaverifica, la provincia convoca u-na conferenza di servizi allaquale sono invitati il sindaco,ovvero un assessore da lui dele-gato, e i dirigenti delle struttureprovinciali e comunali compe-tenti. La conferenza è presiedutadal presidente della provincia oda un assessore da lui delegato.

7. In seno alla conferenza di cui alcomma precedente vengono a-dottate le modifiche al Puc, al fi-ne di renderlo compatibile con lapianificazione territoriale e urba-nistica sovraordinata e conformealla normativa statale e regiona-le. La conferenza conclude i la-vori nel termine di trenta giornidalla convocazione.

8. Nel caso se ne ravvisi l’opportu-nità, nel rispetto del principio diflessibilità di cui all’articolo 11 enei limiti ivi indicati, il presiden-te della conferenza trasmette ilPuc al consiglio provinciale e alconsiglio regionale per la even-tuale variazione rispettivamentedel Ptp, del Ptr, ovvero delle li-nee guida della programmazioneterritoriale regionale, e dei pianisettoriali regionali e provincialinelle parti in cui siano incompa-tibili con il piano adottato dalcomune. Il consiglio provincialee il consiglio regionale provve-dono entro trenta giorni dallatrasmissione.

9. Nelle ipotesi di cui al commaprecedente, il termine di trentagiorni per la conclusione dei la-

vori della conferenza rimane so-speso.

10.In caso di inutile decorso del ter-mine di cui al settimo comma, laconferenza adotta le modificheal Puc, al fine di renderlo com-patibile con gli strumenti di pia-nificazione sovraordinati.

11.Gli atti della conferenza sono ra-tificati dal consiglio comunaleentro quindici giorni dalla lorocomunicazione.

12.Il procedimento di formazionedel Puc si conclude con l’adozio-ne di un decreto del presidentedella provincia, previa deliberadi giunta provinciale, pubblicatosul bollettino ufficiale della re-gione Campania; dell’avvenutapubblicazione del piano è datacontestualmente notizia median-te avviso su due quotidiani a dif-fusione provinciale. Decorsiquindici giorni dalla pubblica-zione, il Puc acquista efficacia atempo indeterminato.

1 3 .Le varianti e gli aggiornamentidelle previsioni del Puc, dovuteanche alla scadenza delle previ-sioni programmatiche, nonché levarianti al Puc finalizzate al re-cupero urbanistico degli insedia-menti abusivi, ai sensi dell’arti-colo 29 della legge 28 febbraio1985, n. 47, sono sottoposte alprocedimento di formazione di-sciplinato dal presente articolo,con i termini ridotti della metà,ad eccezione dei termini diquindici giorni di cui al comma11 e 12.

Articolo 26Previsioni programmatiche1. Con delibera di consiglio comu-

nale possono essere disciplinati,in conformità alle previsioni delPuc, e senza possibilità di modifi-carne i contenuti, gli interventi ditutela e valorizzazione, di trasfor-mazione e riqualificazione delterritorio comunale da realizzarenell’arco temporale di tre anni.

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LEGISLAZIONE14

2. Le previsioni programmatiche, inrelazione agli interventi di riqua-lificazione e di nuova edificazio-ne, prevedono:a ) il tessuto urbanistico, le deli-mitazioni zonali, le destinazionid’uso e gli indici edilizi;b) le forme di esecuzione dei variinterventi di trasformazione econservazione dell’assetto urba-nistico;c ) le modalità di intervento e icontenuti strutturali, sociali ed e-conomico-produttivi;d) l’individuazione degli inter-venti di trasformazione per iquali è necessaria una specificaponderazione della sostenibilità eun’azione di riduzione degli im-patti negativi; e) la determinazione quantitativadelle dotazioni urbanistiche darealizzare o recuperare, nonchédegli interventi di reintegrazioneterritoriale e paesaggistica;f) la localizzazione delle opere edei servizi pubblici e di interessepubblico.

3. Le previsioni programmatiche siispirano ai criteri di perequazioneurbanistica di cui all’articolo 34,hanno valore ed effetti del pro-gramma pluriennale di attuazio-ne disciplinato dall’articolo 13della legge 28 gennaio 1977, nu-mero 10, e si coordinano con ilbilancio pluriennale comunale.

4. Per le opere pubbliche o di inte-resse pubblico la deliberazione diapprovazione delle previsioniprogrammatiche comporta la di-chiarazione di pubblica utilità edi indifferibilità e urgenza dei la-vori ivi previsti.

5. Mediante le previsioni program-matiche vengono stabiliti gli in-terventi da attuarsi per il tramitedi società di trasformazione ur-bana, e individuate le aree per gliimpianti di distribuzione carbu-ranti, ai sensi del decreto legisla-tivo 11 febbraio 1998, n. 32.

6. Il programma triennale per larealizzazione di opere pubbliche,di cui all’articolo 14 della legge11 febbraio1994 , n. 109, si coor-dina con le previsioni di cui alpresente articolo.

7. Le previsioni programmatiche, i-noltre:a) raggruppano gli immobili sog-getti a trasformazione urbanisticanei comparti edificatori di cui al-l’articolo 35;b) individuano la quantità di areeda destinare, all’interno di cia-scun comparto, ad infrastrutture,attrezzature, aree verdi, ediliziaresidenziale pubblica, parcheggie altre opere pubbliche o di inte-resse pubblico di cui è prevista lacessione al comune e ad altrisoggetti pubblici, definendo lecaratteristiche, il dimensiona-mento e la localizzazione dei re-lativi interventi edilizi;c ) definiscono, all’esterno deicomparti, la localizzazione delleulteriori aree verdi, zone di ri-spetto e opere pubbliche o di in-teresse pubblico, ivi incluse quel-le di competenza dello Stato o dialtri soggetti pubblici, indivi-duando altresì gli immobili sotto-posti a vincolo preordinato all’e-spropriazione;d ) quantificano gli oneri finanzia-ri a carico del comune e di altrisoggetti pubblici per la realizza-zione delle opere previste, indi-candone le fonti di finanziamento.

Articolo 27Piani urbanistici attuativi1. I piani urbanistici attuativi (Pua)

sono strumenti con i quali il co-mune provvede a dare attuazionealle previsioni del Puc, ovvero e-secuzione agli interventi di urba-nizzazione e riqualificazione pre-visti dalle previsioni programma-tiche.

2. I Pua assumono, in relazione alcontenuto, portata effettuale e

valore dei seguenti strumenti:a ) i piani particolareggiati e ipiani di lottizzazione di cui agliarticoli 13 e 28 della legge 17 a-gosto 1942, n. 1150 e successivemodifiche e integrazioni;b) i piani per l’edilizia economicae popolare di cui alla legge 18 a-prile 1962, n. 167;c) i piani delle aree da destinaread insediamenti produttivi di cuiall’articolo 27 della legge 22 ot-tobre 1971, n. 865;d) i piani di recupero di cui allalegge 5 agosto 1978, n. 457;e) i programmi integrati di inter-vento di cui all’articolo 16 dellalegge 17 febbraio 1992, n. 179, ealla legge regionale Campania 19febbraio 1996, n. 3;f) i programmi di recupero urba-no di cui all’articolo 11 del de-creto legge 5 ottobre 1993, n.398, convertito in legge 4 dicem-bre 1993, n. 493;g) i piani di recupero degli inse-diamenti abusivi di cui al succes-sivo articolo 29.

3. L’approvazione dei Pua non puòcomportare variante al Puc. A talfine non costituiscono varianti alPuc:a ) la verifica di perimetrazioniconseguenti alla diversa scala dirappresentazione grafica del pia-no;b ) la precisazione dei tracciativiari;c ) le modificazioni dei perimetridel Pua motivate da esigenze so-pravvenute quali ritrovamenti ar-cheologici, limitazioni connesseall’imposizione di nuovi vincoli,problemi geologici;d ) l’individuazione delle zone direcupero di cui all’articolo 27della legge 5 agosto 1978, n.457;e ) le modifiche alle modalità diintervento sul patrimonio edilizioesistente, di cui all’articolo 31 ,primo comma, lettere a), b), c) e

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15LEGISLAZIONE

d) della legge 5 agosto 1978, n.457;f ) la diversa dislocazione degliinsediamenti, dei servizi, delleinfrastrutture e del verde pubbli-co senza aumento delle quantitàe dei pesi insediativi;g) l’adeguamento e/o la rettificadi limitata entità che comportinomodifiche al perimetro del Pua.

4. L’adozione delle modifiche di cuial comma 3 è motivata dal co-mune, al fine di dimostrare i mi-glioramenti conseguibili e in o-gni caso l’assenza di incrementodel carico urbanistico.

5. La giunta comunale può decideredi conferire alla delibera di ap-provazione dei Pua valore dipermesso di costruire, abilitantegli interventi previsti, subordi-nando tale permesso all’acquisi-zione di tutti i pareri, autorizza-zioni, nulla-osta, e di ogni altroprovvedimento necessario, anchemediante lo sportello urbanisticodi cui all’articolo 43. In tal caso,le varianti al permesso di co-struire seguono comunque ilprocedimento ordinario, senzache sia necessaria l’adozione diatti deliberativi.

6. L’amministrazione comunaleprovvede alla stipula di conven-zioni disciplinanti i rapporti de-rivanti dall’attuazione degli in-terventi previsti dai Pua.

Articolo 28Procedimento di formazione dei Pua1. I Pua possono essere redatti:

a) dal comune;b) dai proprietari, con oneri a lo-ro carico, ove sia previsto dallanormativa vigente o dal Puc, ov-vero nei casi in cui, essendo pre-vista la redazione dei Pua daparte del comune, questi non viabbia provveduto nei termini de-finiti dalle previsioni program-matiche, sempre che il piano at-

tuativo non sia subordinato allanecessità di acquisire immobilida parte dell’amministrazionecomunale. La proposta di Puadeve essere formulata dai pro-prietari degli immobili rappre-sentanti il cinquantuno per cen-to del complessivo valore impo-nibile dell’area interessata dagliinterventi, accertato ai fini del-l’imposta comunale sugli immo-bili. Nel caso siano inclusi in talearea immobili per i quali non ri-sulti accertato il valore dell’im-ponibile relativo alla imposta co-munale sugli immobili, lo stessoè determinato da un apposito uf-ficio tecnico regionale entrotrenta giorni dalla formulazionedella richiesta da parte degli in-teressati, sulla base dei valori ac-certati per altri immobili aventicaratteristiche analoghe. c) dalle società di trasformazioneurbana di cui all’articolo 38;d) dal comune, nel caso in cui iprivati, tenuti alla redazione deiPua a proprie cura e spese, nonabbiano presentato le relativeproposte definite dalle previsioniprogrammatiche nei termini daqueste previsti. In tal caso il Co-mune ha diritto di rivalsa per lespese sostenute nei confronti deiproprietari inadempienti. Restaaltresì a cura del comune la re-dazione dei Pua nel caso in cuila stessa amministrazione re-spinga le proposte di pianifica-zione attuativa avanzate dai pro-prietari.

2. Nei casi in cui la redazione sia acura del comune, nonché nel ca-so disciplinato dalla lettera d) delcomma precedente, il Pua è a-dottato dalla giunta comunale.

3 . Il Pua, redatto ai sensi delle lette-re b) e c) del comma 1, ovvero a-dottato ai sensi del comma 2, èdepositato presso la casa comu-nale per trenta giorni. Le forme dipubblicità dell’avvenuto deposito

vengono determinate dal comune.4. Entro la scadenza del termine di

deposito di cui al comma 3chiunque può formulare osserva-zioni al Pua adottato.

5. Con delibera di giunta il Comuneesamina le osservazioni formula-te e approva il Pua.

6. Con decreto sindacale il pianoapprovato viene pubblicato sulbollettino ufficiale della regioneCampania.

7. Nel caso in cui il Pua comportila modifica delle previsioni pro-grammatiche, il Piano adottatoviene trasmesso alla provincia.L’amministrazione provinciale,entro il termine di trenta giornidalla ricezione del piano, verificala conformità del Pua alla nor-mativa vigente e alle prescrizionicontenute nella programmazioneterritoriale sovraordinata. Decor-so del termine senza interventidell’amministrazione provincialeil piano si intende approvato.Nel caso di rilievi formulati dal-l’amministrazione provinciale, ilcomune adegua il Pua agli stessirilievi.

8. Il comune adegua il Pua alle os-servazioni formulate dall’ammi-nistrazione provinciale.

Articolo 29Piano di recupero degli insediamenti abusivi1 . Il piano di recupero degli inse-

diamenti abusivi è finalizzato alrisanamento urbanistico degliinsediamenti realizzati in tutto oin parte abusivamente, esistentiall’1 ottobre 1983, entro un qua-dro di convenienza economica esociale. Il piano può essere adot-tato anche in variante al Puc, inconformità all’articolo 29 dellalegge 28 febbraio 1985, n. 47,nel rispetto del procedimento dicui all’articolo 25, comma 13. Ilpiano tiene conto dei seguentiprincipi fondamentali:

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LEGISLAZIONE16

a ) realizzare un’adeguata urba-nizzazione primaria e seconda-ria;b ) rispettare gli interessi di ca-rattere storico, artistico, archeo-logico, paesistico, ambientale, i-drogeologico;c) garantire un razionale inseri-mento territoriale e urbano del-l’insediamento.

2. I proprietari degli immobili abu-sivi e i proprietari di fondi nonedificati ricadenti all’internodella perimetrazione degli inse-diamenti abusivi possono riu-nirsi in consorzio volontario perpartecipare all’attuazione, ancheparziale, del piano; tale parteci-pazione resta definita, per gli a-spetti tecnico-urbanistici e fi-nanziari, attraverso appositaconvenzione da stipularsi con ilcomune.

3. La redazione e l’attuazione delpiano possono essere affidate inconcessione a imprese, o ad as-sociazioni di imprese, o a loroconsorzi, che dimostrino di ave-re i requisiti tecnici e finanziariper attuare il programma propo-sto, ai sensi della legge 11 feb-braio 1994, n. 109, e successivemodifiche e integrazioni. Laconcessione è accompagnata daapposita convenzione nella qua-le sono tra l’altro precisati icontenuti economici e finanziaridegli interventi di recupero ur-banistico.

4. Ai fini del primo comma si defi-nisce in via generale come inse-diamento edilizio un insieme dicubature abusive la cui densitàsuperi l’indice territoriale di0,20 mc/mq.

5. Il piano è approvato, in varianteal Puc, con la procedura di cuiall’articolo 25, comma 13.

6. Il piano indica le infrastrutturea standard necessarie e la quan-tità di aree da destinare ad edili-zia pubblica, al fine di consenti-

re eventuali cessioni di aree. 7. Nel caso in cui il piano interessi

aree sottoposte a vincolo paesi-stico, ambientale o idrogeologi-co, ovvero a qualsiasi altro regi-me vincolistico, preventivamen-te all’approvazione dello stessoil comune acquisisce il pareredell’autorità competente alla tu-tela del vincolo.

8. Per assicurare la fattibilità eco-nomica degli interventi possonoessere utilizzate anche risorse fi-nanziarie derivanti dalle obla-zioni e dagli oneri concessori esanzionatori dovuti per il rila-scio dei titoli abilitativi in sana-toria; inoltre, per incrementarela provvista finanziaria, possonoproporsi piani recanti previsioniche consentano un indice difabbricabilità fondiaria non su-periori, complessivamente, a3mc/mq.

9. Nei comuni che ricadono in zo-ne dichiarate sismiche e in quel-li i cui centri abitati sono daconsolidare ai sensi della legge2 febbraio 1974, n. 64, ai finidell’approvazione del piano siapplicano le norme regionali vi-genti in materia.

10.Al procedimento di formazionedel piano si applicano, in quan-to compatibili, le previsioni dicui all’articolo 28.

Articolo 30Regolamento urbanistico ediliziocomunale1 . Il regolamento urbanistico co-

munale (Ruec) disciplina le tipo-logie e le modalità esecutivedelle trasformazioni, nonchél’attività concreta di costruzione,modificazione e conservazionedelle strutture edilizie. Il Ruecdisciplina, altresì, gli aspetti i-gienici aventi rilevanza edilizia,gli elementi architettonici e diornato, gli spazi verdi e gli arre-di urbani.

2. Il Ruec, in conformità alle pre-visioni del Puc e delle Nta allostesso allegate, definisce i para-metri edilizi e urbanistici e i cri-teri per la quantificazione deglistessi, disciplina gli oneri con-cessori e i sistemi di calcolo del-la quantificazione monetariadelle dotazioni territoriali.

Articolo 31Procedimento di formazione del Ruec1. Il Ruec, in conformità con l’arti-

colo 33 della legge 17 agosto1942, n. 1150, è adottato dalconsiglio comunale, e depositatopresso la sede del comune. Leforme di pubblicità dell’avvenu-to deposito vengono determina-te dagli statuti delle ammini-strazioni comunali.

2. Nel termine di trenta giorni daldeposito, chiunque può presen-tare osservazioni al Ruec adot-tato. Entro i trenta giorni suc-cessivi alla scadenza del termineper la presentazione delle osser-vazioni, il consiglio comunaleapprova il Ruec, decidendo con-testualmente in ordine alle os-servazioni. Dell’avvenuta appro-vazione è dato avviso mediantepubblicazione sul bollettino uf-ficiale della regione Campania.Copia integrale del Ruec vienetrasmessa alla provincia e depo-sitata presso la casa comunaleper la libera consultazione.

3. Il Ruec entra in vigore dal gior-no successivo a quello della suapubblicazione.

4. Le varianti e gli aggiornamential Ruec sono sottoposte al pro-cedimento di formazione di cuial presente articolo.

Capo VIndirizzi per la pianificazione urbanistica e definizione degli standard

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ORDINE DI NAPOLI

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Articolo 32Definizione dei contenuti degli strumenti urbanistici1. Con delibera di giunta regionale

verranno definiti gli indirizzifondamentali disciplinanti i con-tenuti della pianificazione urba-nistica generale e attuativa, an-che in relazione al sistema am-bientale, alla pianificazione degliambiti interessati dai rischi natu-rali e a quella degli interventiper la sicurezza del territorio,nonché al sistema insediativo edelle infrastrutture per la mobi-lità e degli standard di qualitàurbana e ecologico-ambientali.

2. Gli indirizzi di cui al comma 1disciplinano, altresì, sempre inrelazione al contenuto della pia-nificazione, il recupero dei centristorici, il territorio urbano, il ter-ritorio rurale, le dotazioni terri-toriali, nonché gli strumenti asupporto della pianificazione, eindividuando le singole destina-zioni d’uso, favorendone l’accor-pamento e la flessibilità.

3. Con regolamento approvato dal-la giunta regionale verranno i-noltre individuati gli elaborati eogni altra documentazione tec-nica da allegare agli strumentiurbanistici generali e attuativiprevisti dalla presente legge.

Art. 33Standard urbanistici1. Gli atti di pianificazione urbani-

stica sono adottati nel rispettodelle disposizioni del decreto mi-nisteriale 2 aprile 1968, n. 1444.

2. In sede di pianificazione urbani-stica è fatto obbligo di effettuareun’accurata valutazione sull’ap-plicabilità dei limiti minimi in-derogabili di cui al decreto mini-steriale 2 aprile 1968, n. 1444,salva la facoltà di introdurrestandard urbanistici più restritti-vi ove ciò sia necessario; in taleultimo caso le scelte operate

vanno adeguatamente motivate.

Capo VISistemi di attuazione della pianificazione urbanistica

Articolo 34Perequazione urbanistica 1. La perequazione urbanistica per-

segue lo scopo di distribuire e-quamente, tra i proprietari di im-mobili interessati dalla trasfor-mazione urbanistica oggetto del-la pianificazione operativa, dirit-ti edificatori e obblighi nei con-fronti del comune o di altri entipubblici aventi titolo.

2. Allo scopo di perseguire i fini dicui al precedente comma, lastrumentazione urbanistica ge-nerale comunale può assegnarele stesse quote edificatorie nellezone di espansione aventi trattiomogenei.

3. Il piano urbanistico comunale(Puc), le previsioni programmati-che e i piani urbanistici attuativi(Pua) garantiscono la ripartizionedelle quote edificatorie e dei re-lativi obblighi ai proprietari degliimmobili ricompresi nelle zonedestinate alla trasformazione incomparti urbanistici, indipen-dentemente dalla destinazionespecifica delle aree interessate.

4. Il regolamento urbanistico edili-zio comunale (Ruec) individua lemodalità per la definizione deidiritti edificatori dei singoli pro-prietari, tenendo conto dello sta-to di fatto e di diritto in cui ver-sano i relativi immobili all’attodella formazione del piano urba-nistico comunale (Puc).

5. In caso di mancata adesione allaproposta di perequazione urba-nistica da parte dei proprietaridegli immobili interessati neltermine all’uopo fissato dall’am-ministrazione, il comune ne con-sente la realizzazione mediante

procedure di esproprio per pub-blica utilità.

Articolo 35Comparti edificatori1. Le trasformazioni previste dal

Puc, dai Pua o dalle previsioniprogrammatiche possono essererealizzate mediante comparti e-dificatori, così come individuatidagli stessi Puc, dai Pua e dalleprevisioni programmatiche, ov-vero su iniziativa dei proprietaridegli immobili interessati.

2. Il comparto è costituito dall’in-sieme degli immobili individuatoa tale scopo dal Puc, dai Pua odalle previsioni programmatiche,che indicano le trasformazioniurbanistiche ed edilizie, i tipi diintervento, le funzioni urbaneammissibili, la volumetria com-plessiva realizzabile e le quote e-dificatorie attribuite ai proprieta-ri degli immobili inclusi nelcomparto, la quantità e la loca-lizzazione degli immobili da ce-dere gratuitamente al Comune oad altri soggetti pubblici per larealizzazione di infrastrutture,attrezzature e aree verdi.

3. Le quote edificatorie sono e-spresse in metri quadrati o inmetri cubi, e vengono ripartitetra i proprietari in proporzionealla frazione percentuale, da cia-scuno di essi detenuta, del com-plessivo valore imponibile, ac-certato ai fini dell’imposta co-munale sugli immobili, per l’in-sieme di tutti gli immobili rica-denti nel comparto.

4. Nell’ipotesi in cui siano inclusinel comparto immobil i per iquali non risulti accertato il va-lore dell’imponibile relativo al-l’imposta comunale sugli immo-bili, il valore è determinato daun apposito ufficio tecnico re-gionale, sulla base dei valori ac-certati per altri immobili aventicaratteristiche analoghe, entro

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LEGISLAZIONE18

trenta giorni dalla data di appro-vazione del Puc o delle previsio-ni programmatiche.

5 . Entro il medesimo termine, il co-mune determina la quantità diquote edificatorie attribuite dalleprevisioni programmatiche aiproprietari di immobili inclusi inciascun comparto, nonché gli ob-blighi, a favore del comune o dialtri soggetti pubblici, funzionaliall’attuazione del comparto stes-so e ne dà comunicazione ai pro-prietari interessati. Le quote edi-ficatorie attribuite ai proprietarisono liberamente commerciabili,ma non possono essere trasferitein altri comparti edificatori.

6. Ferme restando le quote edifica-torie attribuite ai proprietari diimmobili, il Puc, i Pua e le previ-sioni programmatiche definisco-no altresì le caratteristiche e ildimensionamento degli interven-ti edilizi funzionali alla realizza-zione, nei comparti edificatori, diattrezzature e di altre opere diurbanizzazione primaria e se-condaria.

7. La giunta regionale definisce icriteri e i limiti per la determina-zione da parte delle amministra-zioni comunali, nei Puc, nei Puae nelle previsioni programmati-che, degli interventi di cui alprecedente comma.

Articolo 36Attuazione del comparto edificatorio1. Il comparto edificatorio può es-

sere attuato dai proprietari degliimmobili inclusi nel compartomedesimo, anche riuniti in con-sorzio, dal comune, ovvero dasocietà miste, anche di trasfor-mazione urbana, o da altri sog-getti pubblici o privati.

2. Nel caso di attuazione di uncomparto da parte di soggettiprivati, devono essere preventi-vamente ceduti a titolo gratuito

al comune, o ad altri soggettipubblici, gli immobili necessariper la realizzazione, nel compar-to, di infrastrutture, attrezzature,aree verdi, edilizia residenzialepubblica e altre opere pubblicheo di interesse pubblico così comelocalizzate dal comune attraver-so il Puc, i Pua e le previsioniprogrammatiche.

3. I detentori di una quantità corri-spondente al cinquantuno percento delle quote edificatoriecomplessive attribuite ad uncomparto edificatorio possonoprocedere alla attuazione delcomparto nel caso di rifiuto o i-nerzia dei rimanenti proprietari.Accertato il rifiuto, previa notifi-ca di atto di costituzione in mo-ra, con assegnazione di un ter-mine non superiore a trentagiorni, i medesimi soggetti pro-cedono all’attuazione del com-parto, acquisite le quote edifica-torie attribuite ai proprietari cheabbiano deciso di non partecipa-re all’iniziativa, e i relativi im-mobili, mediante corresponsionedel controvalore determinatodall’ufficio di cui all’articolo 35,comma 4, ovvero, nel caso di ri-fiuto di tale somma, mediantedeposito della stessa presso la te-soreria comunale.

4 . Nel caso di inerzia o di rifiuto al-l’attuazione di un comparto edi-ficatorio da parte di proprietari diimmobili detentori, nel loro in-sieme, di una quantità superioreal quarantanove per cento dellequote edificatorie complessive, ilcomune fissa un termine per l’at-tuazione del comparto medesimo,trascorso il quale lo stesso comu-ne può attuare direttamente, o amezzo di una società mista, ilcomparto edificatorio, acquisen-done le quote edificatorie e i re-lativi immobili con le modalità dicui al successivo comma 6.

5. Qualora il comune decida di non

attuare direttamente il compartodi cui al precedente comma 4, o-peratori economici possono a-vanzare specifiche proposte or-ganizzative e finanziarie per l’at-tuazione del medesimo, impe-gnandosi all’acquisizione, con lemodalità di cui ai commi 4 e 6del presente articolo, delle quoteedificatorie e degli immobili deiproprietari che rifiutino di parte-cipare all’iniziativa. Le propostesono indirizzate al comune, ilquale decide sulla scelta dei sog-getti incaricati dell’interventonel comparto per mezzo di pro-cedure ad evidenza pubblica.

6. Le acquisizioni delle quote edifi-catorie e dei relativi immobili,previste dai precedenti commi 3,4 e 5, avvengono mediante pro-cedure di esproprio.

7 . L’approvazione degli interventidisciplinati dal presente articoloequivale a dichiarazione di pub-blica utilità, indifferibilità e ur-genza e delle opere in essi previ-s t i .

Articolo 37Espropriazione degli immobili perl’attuazione della pianificazione ur -banistica1. Gli immobili espropriati per l’at-

tuazione degli strumenti di pia-nificazione urbanistica sono ac-quisiti dai soggetti esproprianti,nel rispetto della normativa vi-gente.

2. Nell’ipotesi in cui l’espropriazio-ne sia eseguita dal comune, gliimmobili sono acquisiti al patri-monio comunale. In tal caso, ilcomune può cederne la proprietàovvero, in caso di vincolo di in-disponibilità, concederli in dirit-to di superficie a terzi per la edi-ficazione, previo esperimento diprocedure ad evidenza pubblica,in esito alle quali è stipulata ap-posita convenzione, approvatadal consiglio comunale.

ORDINE DI NAPOLI

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ORDINE DI NAPOLI

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Articolo 38Società di trasformazione urbana1. E’ consentita la costituzione, da

parte dei comuni e della cittàmetropolitana di Napoli, anchecon la partecipazione delle pro-vince e della regione, di societàmiste per la progettazione e larealizzazione di interventi fina-lizzati alla trasformazione urba-na, ai sensi dell’articolo 120 deldecreto legislativo 18 agosto2000, n. 267.

2. La partecipazione alle societàmiste dei proprietari di immobiliinteressati dagli interventi di cuial comma precedente è discipli-nata da apposito regolamentoapprovato dalla giunta regionale.

Articolo 39Contenuto delle convenzioni1. Le convenzioni stipulate tra enti

pubblici e soggetti privati previ-ste dalla presente legge, devonoprevedere:a ) le prestazioni oggetto delleconvenzioni;b) la durata degli obblighi assun-ti, nonché i termini di inizio eultimazione degli interventi;c) le garanzie, reali e finanziarie,da prestare per l’adempimentodegli obblighi, e le sanzioni perl’inosservanza degli stessi;d) gli elementi progettuali, le ga-ranzie e le modalità di controllodell’esecuzione delle opere di ur-banizzazione, ove previste a ca-rico del privato.

Capo VIIVincoli urbanistici

Articolo 40Disciplina dei vincoli urbanistici1. E’ in facoltà del proprietario di

beni immobili di condurvi le at-tività di coltivazione diretta, ivicompresi l’impianto di serre, loscavo di pozzi e la sistemazione

di impianti irrigui; di effettuareinterventi di manutenzione ordi-naria, straordinaria, restauro erisanamento conservativo; direalizzare ogni altra trasforma-zione soggetta a denuncia di ini-zio attività, nonché parcheggi eopere private di interesse pubbli-co a fronte di convenzioni dastipularsi con il Comune.

2. E’ del pari in facoltà del proprie-tario di beni immobili la realiz-zazione di manufatti, purchè nondestinati ad abitazione o sog-giorno di persone, con una co-pertura pari a un decimo dell’a-rea vincolata.

3. Le facoltà di cui ai commi prece-denti possono essere esercitateanche successivamente all’impo-sizione dei vincoli. Al momentodell’espropriazione le migliorienon sono indennizzabili, salvoche il piano di ammortamentodelle opere realizzate di seguitoindicato, sia ancora in corso, nelqual caso sarà dovuto indenniz-zo per la quota di investimentonon ancora ammortizzata alladata del decreto di esproprio. Al-l’atto del rilascio del permesso dicostruire, nei casi in cui l,o stes-so sia richiesto, il destinatario diesso è tenuto alla trascrizione diun atto d’obbligo nel quale siimpegna a non chiedere al co-mune indennizzi per i manufattirealizzati successivamente allaimposizione del vincolo. Il pianodi ammortamento per il recuperodei costi sostenuti non potrà a-vere durata superiore a quindicianni e dovrà essere previamenteapprovato dal comune. Nel casoin cui il comune, in attuazionedel vincolo apposto sull’area, de-cida di realizzare l’interventoprevisto dal piano, al titolare delpermesso di costruire è fatto ob-bligo di procedere alla demoli-zione delle opere realizzate asemplice richiesta dell’ammini-

strazione competente. Il titolaredel permesso di costruire, al mo-mento del rilascio del medesimo,dovrà iscrivere ipoteca sull’areainteressata dall’intervento a fa-vore del comune, a garanzia del-l’obbligo di demolizione, e forni-re ogni altra garanzia stabilitadal comune con deliberazione dicarattere generale.

4. I vincoli urbanistici preordinatiall ’esproprio hanno vigore atempo indeterminato e non sonoindennizzabili, in quanto le fa-coltà di cui ai commi precedenti,che il proprietario può esercitaredopo la loro imposizione, costi-tuiscono il contenuto essenzialedel suo diritto.

Capo VIIIPoteri sostitutivi regionali e supporti per l’attività di pianificazione

Articolo 41Poteri sostitutivi della regione1. La regione, nel caso in cui gli

enti subregionali ritardino o o-mettano di compiere atti di lorocompetenza ai sensi della pre-sente legge, provvede ad avviarel’intervento sostitutivo previstodalla vigente normativa, anchemediante delega alle province,previa rituale diffida agli enti i-nadempienti a provvedere entroil termine di sessanta giorni.

2. A tal fine le province, relativa-mente ai poteri sostitutivi da at-tivare nei confronti dei comuni edelle loro associazioni, sono te-nute a dare immediata informa-tiva alla regione dell’eventuale i-nutile decorso dei termini previ-sti dalla presente legge.

3 . Nel caso in cui le province, dele-gate a svolgere le funzioni di cuial comma 1, non concludano iprocedimenti nel termine di ses-santa giorni, ovvero nel caso in

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19LEGISLAZIONE

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21LEGISLAZIONEORDINE DI NAPOLI

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cui l’organo straordinario nomi-nato dalla provincia per lo svol-gimento delle attività correlateall’intervento sostitutivo nonprovveda nel medesimo termine,la regione revoca la delega con-ferita e procede autonomamente.

Articolo 42Supporti tecnici e finanziari alle province e ai comuni1. La regione assicura adeguato

supporto tecnico alle province, aicomuni e agli altri enti locali chene facciano richiesta per l’eserci-zio delle funzioni e dei compitiamministrativi demandati dallapresente legge. All’uopo gli entilocali possono avvalersi dell’au-silio delle strutture tecnico-buro-cratiche degli uffici regionalicompetenti nelle materie dell’e-dilizia e dell’urbanistica.

2. La regione concede inoltre con-tributi finanziari ai comuni perfavorire l’attività di pianificazio-ne territoriale e urbanistica. Lerichieste di contributo sono inol-trate dai comuni interessati alpresidente della regione nei ter-mini e con le modalità previstida un apposito bando pubblicatoannualmente sul bollettino uffi-ciale della regione Campania. Aifini della erogazione dei contri-buti è data precedenza ai comunisprovvisti di strumentazione ur-banistica generale e a quelli diminori dimensioni.

Capo IXNorme in materia edilizia e di repressione dell’abusivismo

Articolo 43Norme regolanti l’attività edilizia 1. Fino all’entrata in vigore della

legge regionale di riforma dellamateria, i titoli abilitanti l’atti-vità edilizia continuano ad esse-re disciplinati dalla vigente legi-

slazione nazionale e regionale. 2. Nelle more dell’approvazione

della legge di cui al comma 1, èrimessa alla potestà regolamen-tare della regione l’adozione diindirizzi generali in materia edi-lizia.

3. Nel rispetto dei principi di cele-rità e snellimento dei procedi-menti amministrativi, i comuni,anche in forma associata, si do-tano di apposite strutture, deno-minate sportello urbanistico. Talistrutture consentono ai comuniil rilascio di titoli abilitativi al-l'attività edilizia e alla trasfor-mazione del territorio medianteun unico atto comprensivo ditutte le autorizzazioni, nulla-o-sta, pareri, assensi, e di ogni al-tro provvedimento di consenso,comunque denominato, delle au-torità competenti.

4. Le modalità e le procedure per lacostituzione e il funzionamentodello sportello urbanistico sonodefinite con delibera di giuntaregionale avente natura di attodi indirizzo e di coordinamento,da adottarsi entro un anno dalladata di entrata in vigore dellapresente legge.

Articolo 44Norme in materia di vigilanza e repressione degli abusi edilizi1. In attuazione del principio di

sussidiarietà la regione assiste ilcomune nella funzione di vigi-lanza sull’attività urbanistico-e-dilizia di cui all’articolo 4, primocomma, della legge 28 febbraio1985, n. 47, e di repressione del-l’abusivismo edilizio.

2. E’ costituito presso la regione unapposito ufficio di vigilanza acui è affidato il compito di se-gnalare al Sindaco e ai compe-tenti dirigenti comunali tutte leviolazioni riscontrate nel territo-rio del relativo comune e di ese-guire i provvedimenti sanziona-

tori adottati anche sulla base ditali segnalazioni.

3. Il responsabile dell’ufficio di cuial precedente comma può chie-dere al Sindaco e ai competentidirigenti comunali ogni informa-zione o documentazione ritenutautile per l’espletamento dellafunzione di vigilanza e disponedirettamente della polizia muni-cipale anche per i fini di cui alcomma successivo.

4. Con apposito regolamento di or-ganizzazione, la giunta regionalefornisce l’ufficio di cui al comma2 del personale e dei mezzi ne-cessari al suo corretto funziona-mento e all’attuazione direttadegli ordini di ripristino.

Titolo IIIDisposizioni transitorie e finali

Capo IDisposizioni transitorie

Articolo 45Linee guida della programmazioneterritoriale regionale1. Fino all’adozione del Ptr la giun-

ta regionale adotta le linee guidadella programmazione territoria-le regionale di cui al precedenteart. 6, anche ai sensi dell’articolo20 del decreto legislativo 18 a-gosto 2000, n. 267, che assumo-no il valore e gli effetti del Ptr.

Articolo 46Regime transitorio degli strumentidi pianificazione1. Le province adottano il Ptp entro

tre anni dall’entrata in vigoredella presente legge.

2. I comuni possono dare attuazio-ne alle previsioni contenute nellavigente strumentazione urbani-stica e apportarvi varianti sinoall’approvazione del Puc e delRuec di cui al precedente titoloII, capo IV.

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LEGISLAZIONE22ORDINE DI NAPOLI

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3. I comuni adottano, entro tre an-ni dall’entrata in vigore dellapresente legge, il Puc e il Ruec.

4. I comuni che non abbiano anco-ra adottato il piano regolatoregenerale alla data di entrata invigore della presente legge adot-tano, entro un anno da tale ulti-ma data, il Puc e il Ruec.

5 . Nei Comuni sprovvisti di Prg siapplicano, fino all’adozione deiPuc, i limiti di edificabilità dicui alla legge regionale Campa-nia 20 marzo 1982, n. 17, salval’applicazione delle misure disalvaguardia di cui al precedenteart. 10 .

6. Nei Comuni di cui al comma 5,salva l’applicazione obbligatoriadelle misure di salvaguardia, dicui alla legge 3 novembre 1952,n. 1902, e successive modifiche eintegrazioni, le limitazioni previ-ste dalla legge regionale Campa-nia 20 marzo 1982, n. 17, hannoefficacia fino alla data di entratain vigore del Puc, da adottare aisensi della presente legge, e nonsi applicano nei confronti degliinterventi volti alla realizzazionedi edifici e strutture pubbliche, oopere di urbanizzazione primariae secondaria, dei programmi perl’edilizia residenziale pubblica,nonché dei piani e degli inter-venti previsti dalla legge 17maggio 1981, n. 219.

Articolo 47Regime transitorio della strumentazione in itinere1. Gli strumenti di pianificazione

territoriale urbanistica dei comu-ni, delle province e della regione,adottati e non ancora approvatialla data di entrata in vigore del-la presente legge, concludono ilprocedimento di formazione se-condo la previgente disciplina.

2. I comuni di cui al comma prece-dente adottano, entro tre annidall’intervenuta conclusione del

procedimento di formazione del-la strumentazione urbanistica, ilPuc e il Ruec, in conformità alledisposizioni di cui al titolo II, ca-po IV.

3. Le disposizioni di cui al primocomma del presente articolo siapplicano anche alle ipotesi divarianti generali al Prg e ai Ptcpadottate entro un anno dall’en-trata in vigore della presentelegge.

Articolo 48Norme in materia di inquinamentoacustico1. Fino all’entrata in vigore della

legge regionale disciplinante latutela dall’inquinamento acusti-co, con la quale dovranno tral’altro essere stabilite modalità,scadenze e sanzioni per l’elabo-razione della classificazione acu-stica e dei piani di risanamento,così come previsto dalla leggequadro 26 ottobre 1995, n. 447, icomuni, per la redazione dei pia-ni di zonizzazione acustica delterritorio comunale, sono tenutia rispettare le linee guida giàpredisposte dalla regione Cam-pania, e a definire opportuni rac-cordi con i diversi strumenti del-la pianificazione urbanistica co-munale.

2. Nelle more dell’approvazionedella legge di cui al comma 1non è obbligatorio per i comuniincludere il piano di zonizzazio-ne acustica tra gli elaborati tec-nici necessari per l’approvazionedegli strumenti urbanistici e del-le loro varianti.

3. In relazione agli obiettivi gene-rali di tutela ambientale e salva-guardia dall’inquinamento acu-stico, verranno inoltre definitedalla regione le modalità dicoordinamento tra classificazio-ne acustica del territorio e conte-nuti del Puc, anche attraverso ladefinizione di un quadro cono-

scitivo volto alla valutazionedelle caratteristiche e della vul-nerabilità acustica delle risorsenaturali e antropiche presenti nelterritorio.

Capo IIDisposizioni finali

Articolo 49Disposizioni finali e abrogazioni1. Per quanto non disciplinato dalla

presente legge, resta in vigore ladisciplina contenuta nella vigen-te normativa statale e regionale.

2. Dalla data di entrata in vigoredella presente legge sono abro-gate le seguenti disposizioni:

- legge regionale 13 maggio 1974,n. 17;

- legge regionale 6 maggio 1975,n. 26;

- legge regionale 18 maggio 1977,n. 26;

- legge regionale 15 dicembre1977, n. 64;

- legge regionale 16 ottobre 1978,n. 39;

- legge regionale 31 ottobre 1978,n. 51: all’art. 52, comma 1, sonosoppresse le parole “ad assolverele funzioni di ogni altro organotecnico consultivo operante aisensi delle leggi statali e regio-nali in vigore”;

- legge regionale 29 dicembre1978, n. 62;

- legge regionale 10 maggio 1980,n. 33;

- legge regionale 29 maggio 1980,n. 54: articolo 23;

- legge regionale 23 luglio 1981 ,n. 49;

- legge regionale 1 settembre1981, n. 65: articolo 6, commi 1e 3; al comma 2 sono soppressele parole “comma 2, lettera b), d),e f); al comma 4 le parole “a iprecedenti comma 1 e” sonosoppresse e sostituite dalle parole“al precedente comma”;

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23LEGISLAZIONEORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

- legge regionale 25 gennaio1982, n. 4;

- legge regionale 23 febbraio1982, n. 10: l’allegato recante“Direttive per l’esercizio dellefunzioni amministrative sub-de-legate dalla regione Campaniaalle comunità montane e provin-ce con legge 1 settembre 1981, n.65 – Tutela dei beni ambientali”;

- legge regionale 20 marzo 1982,n. 14: articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7,8; il punto 3 del titolo I dell’alle-gato; i punti 1, 1.4, 2, 3, 4 e 5 deltitolo II dell’allegato; il capo I deltitolo III dell’allegato; i punti 2 e3 del capo II del titolo III dell’al-legato; il punto 3 del capo III deltitolo III dell’allegato; il punto 2del capo IV del titolo III dell’alle-gato; il punto 2 del capo V del ti-tolo III dell’allegato. Al punto 1,comma 1, del capo V del titolo IIIdell’allegato, le parole “il Consi-glio” sono soppresse e sostituitedalle parole “la Giunta”;

- legge regionale 20 marzo 1982,n. 17: articoli 1, 2 e 4, commi 2,5, 6 e 7; articolo 7; all’articolo 3,comma 2, sono soppresse le pa-role “le Comunità Montane e,per i Comuni non interamentecompresi in esse,”; all’articolo 3,comma 4, le parole “delle Comu-nità Montane e, per i Comuni

non interamente inclusi in esse,le” sono soppresse e sostituitedalla parola “delle”;

- legge regionale 30 agosto 1982,n. 55;

- legge regionale 7 gennaio 1983,n. 11;

- legge regionale 18 gennaio1983, n. 14;

- legge regionale 1 giugno 1983,n. 20;

- legge regionale 29 agosto 1983,n. 27;

- legge regionale 23 gennaio1984, n. 6;

- legge regionale 3 gennaio 1985,n. 4;

- legge regionale 8 marzo 1985, n.10;

- legge regionale 6 maggio 1985,n. 43;

- legge regionale 6 maggio 1985,n. 44;

- legge regionale 30 gennaio1986, n. 7;

- legge regionale 14 aprile 1988,n. 9;

- legge regionale 24 novembre1989, n. 24;

- legge regionale 19 febbraio1996, n. 3: articoli 7, 8, 9 e 10;all’articolo 12, comma 1, le pa-role “del Consiglio” sono sop-presse e sostituite dalle parole“della Giunta”.

La Legge regionale 11 del 1991,nella parte in cui prevede l’areagenerale di coordinamento “Ge-stione del Territorio” è modifica-ta in area generale di coordina-mento “Governo del Territorio”

3 . Dalla data di entrata in vigoredelle norme regolamentari di cuiall’articolo 32 della presente leg-ge sono altresì abrogate le dispo-sizioni contenute nell’allegato al-la legge regionale 20 marzo 1982,n. 14, non abrogate dal preceden-te comma 2; gli articoli 3, 4, 5 e 6della legge regionale 19 febbraio1996, n. 3; nonché tutte le dispo-sizioni vigenti, anche di legge,con esse incompatibili.

Articolo 50Entrata in vigore1. La presente legge è dichiarata

urgente ai sensi dell’articolo 127della Costituzione ed entra in vi-gore il giorno successivo a quel-lo della sua pubblicazione sulbollettino ufficiale della regioneCampania.

2. La presente legge sarà pubblicatasul bollettino ufficiale della re-gione Campania.

3. E’ fatto obbligo a chiunque spet-ti di osservarla e di farla osser-vare come legge della regioneCampania.

La Giunta comunale della città diNapoli il 23 gennaio 1999, su pro-posta dell'assessore alla vivibilitàprof. ing. Rocco Papa, ha deliberatodi proporre al Consiglio l’adozionedella variante al Prg vigente per ilcentro storico, la zona orientale, lazona nordoccidentale, elaborata dalservizio pianificazione urbanisticadiretto dall’arch. Roberto Giannì.La predetta variante al Prg è statasuccessivamente adottata con deli-bera di Consiglio comunale n. 35del 19 febbraio 2001

Con l'approvazione della varianteurbanistica per l'area occidentale equella della salvaguardia del centrostorico e delle aree libere di Napoli,la città si è già dotata di nuove re-gole innovative di quelle contenutenel piano regolatore del 1972. Conquesta variante si completa la revi-sione delle regole sull'intero terri-torio e si conclude la riforma urba-nistica di Napoli, che ha avuto ini-zio con il documento di indirizziper la pianificazione urbanistica,approvato dal Consiglio comunale

il 19 ottobre 1994. Nuovo strumen-to regolatore delle attività sul terri-torio significa nuove regole di go-verno delle trasformazioni nell'otti-ca della riqualificazione dei suoispazi e della qualità della vita deicittadini.

Vediamo in dettaglio quali saran-no le regole urbanistiche del terzomillennio. Innanzitutto, come silegge nella relazione della variante,la città perderà popolazione: beneche vada, tra sette anni avremo cir-ca 100 mila cittadini in meno. Lavariante stima che nel 2006 la po-polazione sarà di 976.000 abitanti.A questa quantità sono riferite leprevisioni del piano, in particolarein materia di attrezzature pubbli-che. Vanno via le famiglie più gio-vani del ceto medio, quasi certa-mente in cerca di una casa che ilmercato asfittico cittadino non glioffre. Diretti verso l'hìnterland, sal-tano la periferia che in tal modo siimpoverisce socialmente. Per inver-tire questa tendenza bisognerebberealizzare più di 200 mila nuove

La nuova Sala Consiglio dell’Ordine

Il punto di vista degli Ingegnerisulla variante al Prg di Napoli

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25ATTIVITÀ DELL’ORDINEORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Pubblichiamo di seguito i rilievipresentati dal Consiglio dell’Or -dine al Comune di Napoli sulnuovo strumento urbanistico dicui si è dotata la città.

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ATTIVITÀ DELL’ORDINE26ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

stanze, una quantità che non haproporzioni con l'offerta di soli 13mila vani (da sommare ai circa 2mila previsti dalla variante per lazona occidentale) che questo pianoritiene compatibile con le condizio-ni urbanistiche cittadine. Questo ri-chiama l'urgenza della pianificazio-ne metropolitana, in quanto la pre-visione urbanistica predisposta neidocumenti di pianificazione appareeccessivamente municipalista, a-vendo pochi riferimenti alla realtàmetropolitana nel suo complesso.Ciò sia con riferimento alle dinami-che dei flussi abitativi, sia alle esi-genze economiche - produttive, siaancora a quelle riguardanti la delo-calizzazione e la localizzazione diimpianti e infrastrutture. Occorrequindi avviare le giuste intese tral’amministrazione provinciale diNapoli e il comune nell’ambito deirispettivi strumenti di pianificazio-ne per individuare politiche e azio-ni coordinate.

Per quanto riguarda i parchi siprevede di formare una grande at-trezzatura verde a carattere metro-politano valorizzando aree di pre-gio ambientale e paesaggistico, chesono attualmente assoggettate a tu-tela, per effetto della variante disalvaguardia. L'ipotesi, che si avan-zava con la proposta di varianteper la zona nordoccidentale, è con-fermata e perfezionata in quest'oc-casione. L'attrezzatura è l'insiemedi due grandi parchi, il parco dellecolline di Napoli e il parco del Se-beto, che dovrebbero estendersi an-che oltre i confini cittadini su areemorfologicamente simili: 3.500 et-tari circa nel complesso, conside-rando il solo territorio comunale.Sarà il cuore verde dell’area metro-politana, l'elemento capace di inne-scare il processo di riordino e ri-qualificazione dell'immensa perife-ria napoletana. Comprende tra l'al-tro parchi agricoli, come a Chiaia-no, grandi attrezzature per lo svagoe il tempo libero, come il parco del-

le cave, parchi storici, come Capo-dimonte. Gli interventi prevalentisono di valorizzazione delle straor-dinarie risorse ambientali. Ma an-che di trasformazione delle areecompromesse ma morfologicamen-te integranti dell'ambiente del par-co: i cosiddetti abitati nel parco,dove il piano prevede opere di ri-strutturazione urbanistica finalizza-te a realizzare le attrezzature delparco, restaurando le condizioniambientali compromesse. Il puntodolente è semmai lo scarso riferi-mento a modelli di sviluppo che in-dividuino le risorse necessarie perle realizzazioni.

Il centro storico è il perno delnuovo Prg. Si prevede una norma-tiva quasi esclusivamente per inter-vento diretto. Lo studio comparatodi documenti storici e il puntualeesame dei rilievi hanno consentitodi operare una classificazione pertipologie dei fabbricati e degli spaziliberi - le unità di spazio - asso-ciando a ognuna di esse un articolodella normativa che stabilisce gliinterventi edilizi e le utilizzazioniconsentite per quella tipologia.

L'obiettivo è di restaurare l'im-mobile, adeguandolo agli standarddi vita moderni senza compromet-terne però - con opere sbagliate ocon un uso improprio - le caratteri-stiche distintive, gli elementi tipo-logici strutturali. La conoscenzadettagliata e approfondita di questecaratteristiche, su cui è basata lanormativa, consentono di superarele definizioni inevitabilmente rigi-de, perché generalizzanti: manu-tenzione ordinaria e straordinaria,restauro e risanamento conservati-vo, eccetera.

Le tipologie individuate sono 53,raggruppate per epoca e per appar-tenenza a una delle due grandi fa-miglie dell'edilizia di base, ovveroessenzialmente residenziale o del-l'edilizia speciale, ovvero essenzial-mente collettiva: civile e religiosa.Una classificazione a parte è stata

approntata per gli spazi aperti: igiardini, i chiostri, i cortili, le piaz-ze, eccetera (nel complesso sonostate classificate e normate 16.124unità di spazio, fra fabbricati e spa-zi scoperti).

La metodologia utilizzata è quellagià utilizzata in altre esperienze ita-liane di pianificazione dei centristorici, da Bologna a Brescia, a Ve-nezia, a Palermo. Nel nostro casotroviamo però almeno due signifi-cative novità. In primo luogo, l'in-clusione degli impianti otto-nove-centeschi e quindi un numero mag-giore di tipologie. In secondo luogo,la redazione del piano per il centrostorico - per la prima volta in unagrande città - nell'ambito della re-dazione del piano generale. Va det-to che la corrispondenza tra analisitipologica e intervento direttamenteconseguente individua una schema-tizzazione rigida di quello che è ilprogetto di restauro e risanamentoconservativo che va invece intesocome il luogo di scelte culturalicomplesse non schematizzabili at-traverso il solo ricorso al tipo edili-zio. Inoltre va segnalata maggioreattenzione per gli interventi di sal-vaguardia del sottosuolo e di am-modernamento dei sottoservizi.

Per quanto riguarda la zona o-rientale, la variante propone, comecondizione preliminare, la deloca-lizzazione di tutti gli impianti pe-troliferi: non solo i residui depositi,ma anche l'attracco delle petrolierenel porto, in mancanza del qualegli oleodotti continueranno a rap-presentare un'ingombrante e peri-colosa presenza, incompatibile conla nuova qualità degli insediamenti.Ma anche le attuali infrastrutturestradali contrastano vistosamentecon questi obiettivi di qualità. Inaccordo con il piano comunale deitrasporti, si propone pertanto unadrastica semplificazione dell'attualeintricato reticolo, anche con la de-molizione delle infrastrutture in-compatibili con gli standard di

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27ATTIVITÀ DELL’ORDINEORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

qualità urbana perseguiti. Il pernodella riconfigurazione resta il siste-ma formato dal grande parco dicirca 170 ettari, che collega la pia-na agricola al mare, seguendo l'an-damento del nuovo corso d'acquache ricorda il Sebeto.

La novità che la variante presentaè la definizione di una soluzioneurbanistica di dettaglio che consen-te l'esecuzione immediata di moltiinterventi. Un dispositivo economi-co ad hoc consente di concentrarenella realizzazione di queste urba-nizzazioni i contributi dei singoliinterventi, alleviando notevolmenteil carico economico del comune.

La riqualificazione della vasta pe-riferia rappresenta un altro tema diquesto Prg. L'obiettivo è di trasfor-mare un territorio uniformementedegradato in un sistema di quartie-ri, ognuno dei quali deve trovare alsuo interno - anche per effetto diuna maggiore e meglio organizzataofferta di attrezzature e spazi pub-blici - quanto occorre per unaconfortevole dimensione residen-ziale. Questa riforma punta essen-zialmente sulla massima valorizza-zione dei centri storici minori, gliex casali agricoli, in gran parte ri-qualificati con il cosiddetto pianodelle periferie e dei quartieri di edi-lizia residenziale pubblica, lascian-do ampi margini di iniziativa per lariqualificazione dell'edificazionerecente attraverso interventi di tra-sformazione urbanistica. Ci sonoambiti di trasformazione dissemi-nati lungo tutta la fascia perifericae una immissione diffusa di attrez-zature e verde per formare luoghipubblici di qualità.

Un importante intervento è previ-sto nel tratto di costa dal porto alconfine comunale: è possibile ope-rare un ricongiungirnento del quar-tiere con il mare. Si può, infatti, in-terrompere la barriera costituitadalla ferrovia costiera mediante o-pere, specie in coincidenza dellenuove stazioni, che valorizzino al

tempo stesso la funzione di questaimportante infrastruttura. Si puòfare, anzi è già in atto in altri puntidella costa, per esempio l'area por-tuale antistante piazza del Munici-pio (e non si deve dimenticare Ba-gnoli). Mentre queste iniziativeprocedono, occorre riconnetterle inun disegno unitario. Per questo lavariante prevede che si predispongaun piano di dettaglio esteso a tuttala linea di costa cittadina che pre-veda tra l'altro la riqualificazionedei porti turistici di Mergellina, li-berato dal traffico passeggeri, e diborgo Marinari, e la massima valo-rizzazione paesistica di Posillipo.

Per quanto riguarda la modalitàdi gestione dei piano ovvero, inparticolare, il finanziamento per larealizzazione delle attrezzaturepubbliche, la variante prevede tresoluzioni di compartecipazione deiprivati. La prima riguarda la ricon-versione delle aree dismesse, dovela realizzazione delle attrezzataturesarà tendenzialmente a carico delleiniziative private. La seconda pre-vede il convenzionamento per l'as-soggettamento all'uso pubblico,con i privati che assumono l’inizia-tiva: è il caso già esaminato deiparchi territoriali, ma allo stessomodo si potrebbe operare per altreattrezzature, a cominciare dagli im-pianti sportivi. La variante prospet-ta infine l'ipotesi di una cessionegratuita delle aree destinate ad at-trezzature da parte dei proprietariche chiedono di realizzare nel sot-tosuolo delle stesse parcheggi nongravati dal vincolo di pertinenza.

Esame della varianteLa scelta di fondo del piano è, per

la città già costruita, la scelta dellaconservazione.

Ciò è chiaramente espresso nellaattività di pianificazione fin dallaormai lontana stesura del docu-mento programmatico redatto daDe Lucia poco dopo l’insediamentodella prima giunta Bassolino.

La variante di salvaguardia rece-pisce quindi in pieno questa scelta,con la decisione “forte” di estende-re i confini del centro storico fino acomprendere praticamente tutta lacittà costruita fino alla II guerramondiale.

Nella stessa variante di salva-guardia è solo all’esterno del centrostorico che è ammessa la possibilitàdi demolizione e ricostruzione del-l’edilizia esistente, scelta questa poiconfermata dalla variante generaleal Prg. All’interno del centro stori-co questa possibilità è infatti previ-sta solo in alcuni particolarissimicasi.

Tutto ciò comporta una ricadutapratica ed immediata nell’attività e-dilizia anche se va ribadito chel’eccessiva rigidità ostacola sceltedi più ampie vedute.

Tuttavia è nel fiorire delle attivitàdi “ristrutturazione” che va colta u-na delle grandi occasioni dellacittà. Se infatti sarà possibile inca-nalare in una logica razionale edordinata queste attività, potrà na-scere una grande primavera di svi-luppo e di crescita culturale ed eco-nomica.

Archiviato, infatti, il grande di-battito su conservazione o ricostru-zione, con una scelta politica fortee chiara, resta ora il nodo di comeeffettuare la conservazione.

Questo nodo è infatti facile dasciogliere nelle zone meglio conser-vate della città, dove anche la solainiziativa privata può far raggiun-gere il duplice scopo di riaprire icantieri e ridare decoro alla città,anche se pur in tal caso occorre fa-re una osservazione preliminare. E’,infatti, a nostro avviso obbligatoriocoordinare l’articolato delle normedi attuazione del Prg con i dettamidella normativa nazionale in mate-ria urbanistica ed edilizia. Ciò perscongiurare di fare un passo indie-tro e sottoporre nuovamente al re-gime di autorizzazione gli interven-ti edilizi ora possibili con la sem-

plice denuncia di inizio attività.Più difficile, invece, sarà operare

laddove le condizioni pessime diconservazione dell’edilizia, che siaccompagnano in un binomio in-dissolubile a condizioni di degradosociale, impongono un pesante in-tervento della mano pubblica.

Parliamo delle parti più poveredella città, in primis dei QuartieriSpagnoli, ma anche della Sanità, edi tutte le altre zone degradate diNapoli.

In queste zone esiste inoltre ungrave problema, in cui gli Ingegne-ri rivendicano un ruolo di protago-nisti: il problema della sicurezza.

Troppo spesso la nostra storia èstata funestata da tragici episodicausati da condizioni statiche deifabbricati davvero incompatibilicon il vivere civile e con la “nor-malità” di cui tanto si parla in que-sti giorni.

Infine alcuni brevi cenni su temiche hanno un loro peso nell’attivitàedilizia e nello sviluppo della città.

L’esame della tavola di piano nonpuò non far emergere una prima ri-flessione sul fatto che si sia persaancora una volta l’occasione di ri-durre il forte impatto e vincolo allosviluppo della città ad oriente datodalla presenza del terrapieno delleferrovie. Naturalmente siamo benconsci dell’importanza dei progettiquali l’Alta velocità, che, giunti or-mai in dirittura di arrivo, costitui-ranno occasione di lavoro per glioccupati diretti e per il notevole in-dotto, ma è con rammarico che siconstata l’arrendevolezza con laquale ancora una volta gli enti lo-cali affrontano il rapporto con leamministrazioni centrali dello Sta-to. Una soluzione quale l’interra-mento anche parziale del fascio dibinari, avrebbe garantito alla cittàben altro sviluppo. Appare imme-diatamente evidente che anche tut-to il sistema della mobilità risentefortemente di questo “ineliminabi-

le” vincolo. Lo stesso asse viarioverso Ponticelli ne esce svilito, co-stretto com’è ad infilarsi dapprimanel territorio fortemente industria-lizzato di Gianturco e quindi addi-rittura a sottopassare la ferrovia,perdendo così per un lungo trattole sue caratteristiche di asse verde.

Occorre inoltre prevedere nel si-stema viario la realizzazione di a-deguati sottopassi quali a esempioquello di via Acton che determine-rebbero immediati effetti beneficisul sistema del traffico veicolare.

Un altro tema di fondamentaleimportanza, purtroppo trascurato, èquello dell’edilizia ospedaliera. E’vero, infatti, che sono state previstele localizzazioni di nuovi complessiospedalieri in prossimità del confi-ne con Cercola. Suscita però per-plessità, in un piano che perseguel’obiettivo primario della riqualifi-cazione del tessuto urbano esisten-te, che sia stato possibile recepireun piano della viabilità che addirit-tura classifica quale viabilità pri-maria l’anello attorno all’ospedaleCardarelli ed al nosocomio Pascale,dalle finestre del quale la conge-stionata viabilità dista solo pochimetri.

Circa la delocalizzazione dell’ae-roporto, pur suggerita da precisenorme nazionali sulla sicurezza delvolo, essa ripropone l’attualità del-l’argomento aeroporto regionalecome evidenziato da uno studiocondotto dal prof. ing. Andrea Toc-chetti.

Una città che ha di recente risco-perto la sua vocazione turistica me-rita poi una portualità turistica benpiù sviluppata dell’attuale e anchedi quella prevista dal piano.

In occasione della stesura delle li-nee programmatiche del piano re-golatore del porto di Napoli sonostate considerate da porre a dispo-sizione del diporto nautico la dar-sena Acton (oggi militare), che an-drebbe ristrutturata alla nuova de-

stinazione d’uso per natanti piùpiccoli, ed un nuovo accosto a ter-go del molo San Vincenzo, da de-stinare all’approdo dei sup-yacth(imbarcazione da diporto di oltre20 metri di lunghezza) attrezzandola banchina borbonica retrostante apasseggiata e corridoio di negozi diattrezzature nautiche. Il numero diposti barca totale potrebbe così au-mentare ad oltre 150 unità.

Altra proposta volta ad incre-mentare la portualità turistica si ri-scontra, sempre nello strumento dipiano regolatore portuale, nelladarsena posta a levante, prospi-ciente il litorale di San Giovanni.In merito si sottolinea la necessitàdi regolare in modo adeguato, perla sicurezza, la commistione deltraffico commerciale con quello deldiporto.

Sempre in tema di turismo, si ri-chiama l’attenzione sulla necessità,non colta appieno nel Prg, di favo-rire anche nelle zone centrali dimaggior pregio del tessuto urbanol’insediamento di attività ricettive.Difatti in queste zone sarà possibileil solo recupero ai fini della realiz-zazione di attrezzature ricettive, dimanufatti già esistenti, mediantel’utilizzo del cambio di destinazio-ne d’uso. Ciò potrebbe essere anchesufficiente, ma solo nel caso in cuisia data la possibilità agli impren-ditori di utilizzare contenitori an-che di notevole pregio storico e siagarantito un rapido iter delle pro-cedure amministrative, che coin-volgono in tali operazioni una plu-ralità di soggetti pubblici:• lo Stato, per i finanziamenti da

concedere alle Imprese;• le Soprintendenze, per i pareri di

competenza;• il Comune, per la parte autorizza-

tiva edilizia;• ecc.

In questo caso, come in tutti i ca-si in cui vi sia coinvolgimento diattività produttive, è assolutamente

Novembre-Dicembre 2001

ATTIVITÀ DELL’ORDINE28ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

essenziale trovare binari rapidi chesiano davvero tali e non lo sianosolo sulla carta.

Occorre quindi creare una realeconcertazione tra tutti i soggetti in-teressati nel processo edilizio, inprimis le Pubbliche amministrazio-ni, ma anche gli operatori del set-tore, dalle imprese ai professionisti.

Ancora in tema di concertazionetra pubblico e privato, si vuole evi-denziare che un grande passo a-vanti è stato fatto con la previsionein alcuni casi della possibilità per iprivati, tramite convenzione con ilComune, di realizzare opere di ur-banizzazione su suoli di propriaproprietà. Viene così a spezzarsi lacatena che rende spesso irrealizza-bili molte opere di interesse pubbli-co (attrezzature sportive, parcheggi,ecc.), che devono altrimenti passaresotto le forche caudine dell’espro-prio delle aree, con il conseguentestrascico di azioni legali che le pa-ralizza per interi lustri. Tutto ciò inchiave di un’interpretazione moder-na dell’urbanistica che va nella di-rezione, recentemente sancita an-che dalla norma nazionale, delproject financing.

Anche in questo caso, però, sonopresenti alcune limitazioni (ad e-sempio un limite massimo della di-mensione del lotto) che non sonofrancamente condivisibili.

In conclusione, un breve cennoalle zone per le quali invece il pia-no prevede la possibilità, non solodella conservazione, ma della tra-sformazione urbana.

Un primo appunto va fatto circal’estensione delle aree soggette apiano particolareggiato. Se si rical-cola, infatti, la percentuale di areesoggette ad ulteriore strumento ur-banistico, non sull’intera città, masulle sole zone di trasformazioneurbana, questa sale di molto, comeè anche evidente dalla lettura delletavole di specificazione, che con-tengono la rappresentazione di tutti

gli ambiti soggetti a piano partico-lareggiato da redigersi a cura esclu-siva del Comune. E’, a nostro avvi-so, corretto che in zone ove ve nesia la necessità, sia prevista una ul-teriore fase di pianificazione urba-nistica, ma è necessario che ciòpossa avvenire anche per iniziativaprivata, anche per ambiti più picco-li di quelli originariamente previstidal Prg e che i tempi di approva-zione comunale siano rapidissimi.

In particolare, infine, per la zonaorientale, pare in prima lettura unpo’ lacunoso il conto economicodegli oneri di urbanizzazione deicosti di costruzione delle opere diurbanizzazione previste. Difatti, purescludendo le opere di bonifica del-le aree attualmente impegnate dallaraffineria, l’imponente sistema stra-dale progettato, ricco di viali albe-rati di grande sezione stradale,nonché il parco verde in progetto,fanno lievitare a dismisura i costidella urbanizzazione dell’area. Ecomunque vanno consentiti pro-grammi esecutivi al fine di consen-tire l’articolazione in sub ambitidegli ambiti già delimitati per pro-poste operative immediate da partedei privati.

Se il costo deve essere sopportatodagli imprenditori che installanonuove attività nella zona, anchetramite un meccanismo di acquisi-zione e cessione di aree, potrebberisultarne un conto così salato daconvincere molti a localizzare lenuove imprese in aree dove il costototale di incidenza suolo (costo diacquisto + somma di tutti gli oneri)sia più conveniente.

Se a ciò si aggiunge il fatto chein molti Comuni, anche del meri-dione d’Italia, si sono già creatimeccanismi amministrativi (Asi benfunzionanti, zone Pip, ecc.) checonsentono il rilascio di concessio-ni edilizie per attività produttive inbrevissimo tempo, ne scaturisce na-turale conseguenza quanto già pre-

cedentemente affermato. Cioè chetutto quanto progettato nello stru-mento urbanistico potrà avere unfuturo solo se assieme al piano re-golatore potranno nascere tutti glistrumenti che ne consentano realeattuazione, con la partecipazionecioè di tutti i soggetti interessati.Scotta infatti il ricordo recente delfallimento di tanti protocolli di in-tesa la cui non attuazione ha pro-vocato la perdita di tante occasionidi lavoro.

OsservazioniElaborati costitutiviIl Prg non esamina approfondita-

mente i vincoli imposti da leggi re-gionali e nazionali che regolano leattività edilizie a prescindere dallanorme imposte a livello comunaledallo strumento urbanistico.

L’elenco dei vincoli che interessa-no il territorio comunale può esserefacilmente dedotto dall’esame degliart icoli 32 e 33 della legge47/1985.

L’articolo 32 della legge n. 47 del28 febbraio 1985 stabilisce che “[...]il rilascio della concessione o dellaautorizzazione in sanatoria per o-pere eseguite su aree sottoposte avincolo, ivi comprese quelle rica-denti nei parchi nazionali e regio-nali, è subordinato al parere favo-revole delle amministrazioni prepo-ste alla tutela del vincolo stesso”.

In tale categoria rientrano i vin-coli ambientali disposti dalle leggi1497/1939 e 431/1985.

L’articolo 33 evidenzia i casi diinsanabilità per vincoli assoluti:“Le opere di cui all’articolo 31 nonsono suscettibili di sanatoria quan-do siano in contrasto con i seguentivincoli, qualora questi comportinoinedificabilità e siano stati impostiprima dell’esecuzione delle operestesse: a) vincoli imposti da leggi statali e

regionali nonché dagli strumentiurbanistici a tutela di interessi

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29ATTIVITÀ DELL’ORDINEORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Novembre-Dicembre 2001

ATTIVITÀ DELL’ORDINE30ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

storici, artistici, architettonici,archeologici, paesistici, ambien-tali, idrogeologici;

b) vincoli imposti da norme statalie regionali a difesa delle costemarine, lacuali e fluviali;

c) vincoli imposti a tutela di inte-ressi della difesa militare e dellasicurezza interna;

d) ogni altro vincolo che comportila inedificabilità delle aree.

Sono altresì escluse dalla sanato-ria le opere realizzate su edifici edimmobili assoggettati alla tuteladella legge 1 giugno 1939, n. 1089,e che non siano compatibili con latutela medesima”.

Con riferimento al citato punto a)in tale categoria rientrano i se-guenti vincoli:- vincoli di inedificabilità imposti

dal Prg;- vincoli geologici imposti dal Prg

(legge regionale 9/1983);- distanze minime a protezione del

nastro stradale (Decreto ministe-riale n. 1404 del 1 aprile 1968);

- vincolo cimiteriale (Legge n. 983del 17 ottobre 1957 e Dpr n. 285del 10 settembre 1990);

- vincolo idrogeologico (Rd n. 3267del 30 dicembre 1923);

- usi civici (Rd n. 1776 del 16 giu-gno 1927).

Nella categoria di cui al punto b)rientrano i seguenti vincoli:- difesa delle coste lacuali e fluviali

(Legge n. 729 del 24 luglio 1961);- difesa delle coste marine (legge n.

747 del 13 luglio 1954).Nella categoria di cui al punto c)rientrano i seguenti vincoli:- codice della navigazione (Rd n.

327 del 30 marzo 1942);- servitù aeronautica (Legge n. 58

del 4 febbraio 1963);- servitù militari (Legge n. 898 del

24 dicembre 1976).Nella categoria di cui al punto d)rientrano i seguenti vincoli:- distanze rispetto agli acquedotti

(Legge n. 319 del 10 maggio

1976, delibera del ministero La-vori pubblici del 4 febbraio 1977e Dpr n. 236 del 24 maggio1988);

- distanze rispetto alle ferrovie(Legge n. 1202 del 12 novembre1968 e Dpr n. 753 del 11 luglio1980);

- distanze rispetto ai metanodotti(Dm del 24 novembre 1984);

- distanze rispetto agli elettrodotti(Dm 21 marzo 1988 e Dpcm 23 a-prile 1992).E’ pertanto necessario che al Prg

siano allegate le tavole e le relativenorme riguardanti i suddetti vincoliimposti da leggi nazionali e regio-nali. Tali tavole dovrebbero essereannualmente aggiornate.

Parametri quantitativiLa normativa di attuazione al

nuovo strumento urbanistico preve-de una nuova disciplina degli inter-venti e delle utilizzazioni ammissi-bili. A tal proposito l’articolo 7 (pa-rametri quantitativi) delle normeattuative del nuovo Prg prescrive:

“1. L’urbanizzazione e l’edifica -zione nelle varie zone del territoriocomunale è regolata dai seguentiparametri quantitativi: …”.

In sostanza, con tale articolo, lostrumento urbanistico detta precisemodalità per la calcolazione dei vo-lumi di nuova edificazione. Essotuttavia non offre un’altrettanto ne-cessaria modalità di calcolo dei vo-lumi riferiti agli edifici esistenti. In-fatti, la generica adozione deglistessi criteri prescritti dall’art. 7 perl’edificazione nelle varie zone delterritorio comunale non può certa-mente esaurire le innumerevoli ca-sistiche esistenti in un tessuto edili-zio così complesso come quello delcentro storico di Napoli, per il qualela stessa normativa individua 52differenti e articolate tipologie.

E’ il caso, a titolo di esempio, del-le vanelle, di frequente presentinella tipologia a blocco degli edifici

del centro storico, che non trovanoalcuna collocazione nelle definizio-ni dell’articolo 7, o, laddove assimi-late alle definizioni degli articoli 2o 3 del Regolamento edilizio vigen-te risulterebbero sistematicamentefuori norma in quanto quasi mai ri-spettose dei limiti minimi dimensio-nali prescritti da tutti i citati articoliper motivazioni essenzialmente d’i-giene edilizia (distanze tra i fronti,rapporto percentuale tra le superficie i fronti su esse prospicienti, ecc.).

Si assuma ad esempio il frequentecaso di una vanella di superficie in-dicativa di circa m 2 x 3 interna adun blocco edilizio preesistente, sullaquale prospettano le finestre di am-bienti utili interni dalle quali questiassimilano illuminazione e aerazio-ne naturale. Tale casistica è di u-suale frequenza nel tessuto storicocittadino e anche in particolare nel-le “unità edilizie di recente forma-zione” individuate nel nuovo stru-mento urbanistico, per le quali lanorma introduce la ristrutturazioneedilizia comprensiva anche dellasostituzione a parità di volume.

Va anche sottolineato che la nor-mativa del Prg del 1972, all’articolo20 prescrive “Il volume totale è da-to dalla somma dei volumi di tutti ipiani utili, compresi gli eventualiseminterrati, attici, piani, sottotettoe porticati”. Ovvero, con detta nor-ma il volume viene in pratica de-terminato secondo il criterio delvuoto per pieno.

La conferma di tale criterio (vuo-to per pieno) nella nuova discipli-na, riferito alle sole volumetriepreesistenti, consentirebbe:- in caso di ristrutturazione edilizia

con ricostruzione a parità di vo-lume, di riconoscere spazi co-munque calcolati come volumiall’atto della loro edificazione peri quali furono determinate sceltedi sacrificio (balconi incassati,vanelle, cavedii, chiostrine, porti-cati interni) a vantaggio di fun-

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ATTIVITÀ DELL’ORDINE32ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

zionalità ed estetica degli immo-bili e che ora – con la soprag-giunta norma - si vedrebbero nonriconosciuti. Va anche considera-to che la conferma del criterio dicalcolo vuoto per pieno consenti-rebbe la possibilità di una mag-giore libertà espressiva nella rico-struzione (nuova costruzione) perla quale andranno poi applicati icriteri fissati dall’articolo 7 dellaNta della Variante generale, non-ché dal Regolamento edilizio;

- in caso di ristrutturazione ediliziasenza ricostruzione, la razionaliz-zazione degli spazi esistenti, perse-guendo i necessari adeguamenti aesigenze di nuove funzionalità,anche in conformità alle soprag-giunte norme di igiene e sicurezza.Pertanto alla luce delle conside-

razioni sopra esposte è necessariomodificare l’articolo 7 delle Ntadella variante evidenziando che ilcalcolo dei volumi esistenti è deter-minato facendo riferimento al vuo-to per pieno esistente e pertantoche eventuali interventi di demoli-zione e ricostruzione avvengono aparità di volume determinato nelvuoto per pieno preesistente.

Categorie d’interventoLa normativa di attuazione al

nuovo strumento urbanistico pre-vede una nuova definizione dellecategorie d’intervento in contrastocon quanto riportato nel regola-mento edilizio.

A tal proposito al fine di non de-terminare inutili contrasti con lenorme del regolamento edilizio ènecessario evidenziare che nelladefinizione di restauro e risana-mento conservativo rientrano gliinterventi edilizi che determinanoaumento del numero delle unitàimmobiliari. L’aumento del numerodelle unità immobiliari, infatti, nondetermina variazione degli stan-dard urbanistici determinati unica-mente in funzione dei vani e degli

abitanti. Nella stessa definizionedovranno rientrare inoltre gli inter-venti che determinano la realizza-zione dei soppalchi che non vengo-no autonomamente utilizzati.

SottosuoloIl Prg dovrebbe riportare le nor-

me tecniche per l’utilizzo da partedi privati e della Pubblica ammini-strazione delle cavità esistenti. Sipropone di aggiornare periodica-mente l’elenco delle cavità esistentie secondo una procedura concor-suale trasferire in concessione d’u-so per 90 anni a privati l’utilizzo ditali spazi demaniali.

ParcheggiIl Prg non prevede il caso in cui i

privati realizzino parcheggi perti-nenziali in deroga allo strumentourbanistico secondo la proceduradella legge 122/1989 e succ. mod. eint. A tal proposito si propone diriportare nelle norme d’attuazioneil caso dei parcheggi pertinenzialiin deroga allo stesso Prg. Le relati-ve norme saranno quelle approvatedal Consiglio comunale che attual-mente regolano il rilascio delle au-torizzazioni edilizie.

Sottozona Fg Parte dell’aeroporto esistente

L’aereoporto di Capodichino sisviluppa nella piana adiacente allacollina di Poggioreale; è un vecchioaeroporto realizzato negli anni ‘40che fu successivamente ampliatocon un allungamento relativo allasola pista di volo Nord-Est.

La struttura aereoportuale confi-na a Sud-Ovest con il viale Madda-lena, a Nord-Ovest con la Ss Sanni-tica e con la strada comunale SanPietro a Patierno, a Nord-Est con lastrada Casoria-Via Stadera ed aSud-Est con una strada interpode-rale. I nuovi rioni 167 di Secondi-gliano e Ponticelli, l'abitato di SanPietro a Patierno, l'Ospedale psi-

chiatrico, circondano l’aeroporto aSud-Ovest e a Nord-Est.

L'aeroporto di Capodichino ha re-gistrato negli ultimi 15 anni unacostante e rilevante crescita, pas-sando da 1,1 milioni di passeggeritrasportati nel 1980 a 1,9 nel 1990e 2,2 nel 1994. Queste cifre lo qua-lificano come il terzo aeroporto ci-vile italiano dopo Roma e Milano.Gli studi condotti hanno indicato,in relazione alla riqualificazione eallo sviluppo in corso dell'area na-poletana, una prospettiva di crescitadella futura domanda di trasportoaereo, che fa ritenere possibile unnumero di utenti annuali pari a 3,2milioni nel 2000, a 4,1 nel 2005, a5,1 nel 2010 e a 6,4 nel 201 5 .

L'aeroporto ha un'estensione di275 ettari con una pista di 2.640 m,ai lati della quale si trovano nume-rosi manufatti destinati all'Ae r o-nautica militare, all'Us Navy, allafabbrica Alenia e ad altre funzionidirettamente o indirettamente con-nesse con il trasporto aereo.

L'immersione nel tessuto dellacittà penalizza fortemente l'impian-to e costituisce a sua volta un fatto-re di alterazione ambientale dell'a-rea urbana, in particolare per quan-to attiene l'inquinarnento sonoro.

Sull’area dell’aeroporto di Capodi-chino operano 6 soggetti: la GesacSpa (Gestione Servizi Ae r o p o r t iCampani con partecipazione del Co-mune e della Provincia, per il 47,5%delle azioni a testa, e dell'Av i o f i n ,Finanziaria controllata dall'Alitalia,per il restante 5%), l'Us Navy, l'Ae-ronatitica militare Italiana, l'Atitech(Società di manutenzione aerea delgruppo Alitalia), l'Aeronavali (So-cietà di revisione e trasformazionedi aeromobili del gruppo Alenia) el ' Aviazione generale.

Per quanto concerne il quadronormativo per le opere aeroportua-li, la legge 58 del 4 febbraio 1963impone che in “vicinanza degli ae-reoporti statali e di quelli privati a-

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33ATTIVITÀ DELL’ORDINEORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

perti al traffico aereo civile” sonosoggetti a limitazioni “le costruzio-ni, le piantagioni arboree a fustolegnoso, gli impianti di linee elet-triche, telegrafiche e telefoniche, lefilovie, funivie e teleferiche, le an-tenne radio, gli impianti di eleva-zione, e in genere qualsiasi operache possa ugualmente costituire o-stacolo alla navigazione aerea, sianelle direzioni di atterraggio chenelle altre direzioni”1. Le zone sog-gette a limitazioni sono state indi-cate su apposita mappa in scala1:25.000, pubblicata all’albo preto-rio del comune di Napoli per 60giorni dal 12 novembre 1966. Condecreto del ministro della Difesa del10 luglio 1967 le predette limita-zioni sono divenute esecutive. Suc-cessivamente con decreto del mini-stro dei Trasporti del 16 maggio1997 si sono respinte le opposizionie dichiarata esecutiva la mappa. Gliostacoli esistenti al momento deldecreto possono essere abbattuticon apposito Dpr, dietro indennitàper il danno derivante al privato

mentre gli ostacoli costruiti dopo ildecreto possono essere abbattuti sudecreto del ministro del Trasportisenza indennità. Si fa notare che lelimitazioni imposte dalla legge sud-detta, considerando l’orografia delcomune di Napoli, non potevanoessere rispettate per l’attuale aereo-porto di Capodichino. Pertanto lelimitazioni riguardanti la pista diCapodichino (quota media 72 m.slm) sono di seguito dettagliata-mente descritte.

Nella direzione di atterraggio, di-vieto di costruire ostacoli fino a 300m. dal perimetro dell'aeroporto (zo-na di colore rosso), negli ulterioridue Km. (zona rigata in azzurro edenominata superficie di avvicina-mento) le altezze dei manufatti de-vono essere contenute in un conocon pendenza 1:50 mentre nell’ ul-terioriore zona distante 3000 m dalconfine dell’aereoporto le altezzedelle costruzioni non possono supe-rare 117 m. dalla quota media dellapista (zona denominata superficieorizzontale). Lungo la direzione di

atterraggio è inoltre presente un’ul-teriore zona denominata superficiedi avvicinamento in cui le altezzedei manufatti devono essere conte-nute in un cono con pendenza 1:40.

Nelle altre direzioni, divieto dicostruire ostacoli fino a 300 m. dalperimetro dell'aeroporto che superi-no l'altezza di 1 m. ogni 7 m. di di-stanza dal perimetro (zona denomi-nata superficie conica). Nell’ulterio-riore zona distante fino a 3000 mdal confine dell’aereoporto le altez-ze delle costruzioni non possonosuperare 117 m. dalla quota mediadella pista (zona denominata super-ficie orizzontale). Inoltre è presenteun’ ulteriore zona, distante fino a5000 m dal confine dell’ aereopor-to, denominata superficie conica incui le altezze dei manufatti devonoessere contenute in un cono conpendenza 1:20.

Allo stato attuale, all'interno del-la zona dove vige il divieto di co-struire si trovano interi insediamen-ti abitati e numerosi edifici: il rioneIna-Casa a sud-ovest, l'abitato di

1La legge n° 58 del 4 febbraio1963 (Codice della navigazione) recita inoltre: “Distanze dagli aeroportiArt. 714 - Ostacoli alla navigazioneIn vicinanza degli aeroporti statali e di quelli privati aperti al traffico aereo ci-vile a norma dell'art. 709, secondo comma, sono soggetti alle limitazioni sta-bilite negli articoli seguenti le costruzioni, le piantagioni arboree a fusto le-gnoso, gli impianti di linee elettriche, telegrafiche e telefoniche, le filovie, fu-nivie e teleferiche, le antenne radio, gli impianti di elevazione. e in generequalsiasi opera che possa ugualmente costituire ostacolo alla navigazione ae-rea, sia nelle direzioni di atterraggio che nelle altre direzioni.

Art. 714 bis - Direzione di atterraggioCon decreti del ministro per la Difesa, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale sonodeterminati, per ciascuno degli aeroporti previsti nel precedente articolo, la di-rezione e la lunghezza di atterraggio, nonché il livello medio sia dell'aeroportoche dei tratti di perimetro corrispondenti alle direzioni di atterraggio. Neglistessi decreti deve essere indicato se l'aeroporto è aperto al traffico strumenta-le e notturno. Le direzioni di atterraggio sono determinate in base al sistemaorografico e al regime dei venti nella zona in cui l'aeroporto è istituito.

Art. 715 - LimitazioniSalve le diverse limitazioni stabilite per gli aeroporti aperti al traffico stru-mentale e notturno, nelle direzioni di atterraggio non possono essere costituitiostacoli a distanza inferiore ai 300 metri dal perimetro dall’aeroporto.Nelle stesse direzioni, alla distanza di 300 metri dal perimetro dell’aeroportonon possono essere costituiti ostacoli che, rispetto al livello medio dei tratti diperimetro corrispondenti alle direzioni di atterraggio, superino l’altezza di:1) metri 12 se l'aeroporto ha lunghezza di atterraggio inferiore a metri 1.080;2) metri 10, se l'aeroporto ha lunghezza di atterraggio pari o superiore a metri1.080;3) metri 7,50 se l'aeroporto ha lunghezza di atterraggio pari o superiore a me-tri 1.500.Più oltre, fino a tre chilometri dal perimetro dell’aeroporto, l'altezza indicatanel numero 1 del precedente comma può essere superata di 1 metro per ogni

25 metri di distanza, e le altezze indicate nei numeri 2 e 3 possono essere su-perate, rispettivamente, di 1 metro per ogni 30, o per ogni 40 metri di distan-za. Tali altezze non possono oltrepassare, in ogni caso, i 45 metri sul livellomedio dell'aeroporto. Nelle altre direzioni e fino ai 300 metri dal perimetrodell'aeroporto non possono essere costituiti ostacoli che, rispetto al livello delcorrispondente tratto del perimetro dell'aeroporto, superano l’altezza di 1 me-tro per ogni 7 metri di distanza dal perimetro stesso. Dopo il terzo chilometro,in tutte le direzioni, cessa ogni limitazione, per gli aeroporti indicati nel nu-mero I del secondo comma; per gli altri il limite di altezza di 45 metri sul li-vello dell’aeroporto può essere superato di 1 metro per ogni 20 metri di di-stanza, e cessa ogni limitazione dopo il quarto chilometro per gli aeroporti in-dicati nel numero 2 e dopo il quinto per quelli indicati nel numero 3.

Art. 715-bisAeroporti aperti al traffico strumentale e notturno - Aeroporti militariNelle direzioni di atterraggio degli aeroporti militari in genere e degli aeropor-ti civili aperti al traffico strumentale e notturno, non possono essere costituitiostacoli di qualunque altezza a distanza inferiore ai 300 metri dal perimetrodell'aeroporto. Nelle stesse direzioni, alla distanza di 300 metri dal perimetrodell'aeroporto non possono essere costituiti ostacoli la cui altezza superi di 6metri il livello mcdio dell'aeroporto; talc limite può esser superato di 1 metroper ogni 50 metri di distanza, a condizione che l'ostacolo non oltrepassi i 45metri sul livello medio dell'aeroporto. Nello spazio compreso tra il terzo ed ilquindicesimo chilometro, il limite di 45 metri di altezza sul livello medio del-l'aeroporto può esser superato di 1 mctro ogni 40 metri di distanza. Dopo ilquindicesimo chilometro cessa ogni limitazionc. Intorno agli aeroporti milita-ri, nello spazio compreso tra chilometri 3 e chilometri 7,5 dal perimetro del-l'aeroporto l'ostacolo non deve comunque oltrepassare i 60 metri sul livellomedio dcll’aeroporto stesso.

Art. 715-ter - Determinazione delle zone soggette a limitazioniLa zona soggetta per ciascuno degli aeroporti alle limitazioni stabilite dai pre-cedenti articoli è indicata dal ministero della Difesa su apposita mappa con ri-ferimento a lince naturali del terreno ed a segnali indicatori collocati a cura

Secondigliano e di San Pietro a Pa-tiemo a nord, l'Ospedale psichiatri-co Leonardo Bianchi, eccetera.

Il Prg prevede correttamente ladismissione dell'aeroporto ritenutoassolutamente incompatibile, perragioni ambientali e di sicurezza,con il tessuto urbano circostante. Inrelazione agli ostacoli posti sulledirezioni di atterraggio, la relazionedi Prg precisa che in particolare l'e-dificio della Reggia di Capodimontecondiziona il decollo e l'avvicina-mento (degli aerei). La gran partedell'area aeroportuale (compresaquella su cui ricade la pista) è de-stinata a parco territoriale (zona F),per rimediare ai forti deficit deiquartieri circostanti. La concreta u-tilizzazione in tal senso avrebbeperò luogo a seguito della dismis-sione. Solo una parte ridotta dell'a-rea conserva la destinazione aero-portuale, per ospitare attrezzature aterra dell'aeroporto, fin quando esi-stente, e un eliporto. Per il nuovoaeroporto di Napoli, il piano preve-deva una localizzazione all'esterno

del confine comunale. Si ritienepertanto indispensabile che sia al-legato al Prg uno studio che valutigli effetti sul territorio cittadinodelle diverse ipotesi di localizzazio-ne delle strutture aereoportuali aldi fuori dai confini comunali.

Zone assoggettate a disciplina di tutela

L’articolo 62 delle norme d’attua-zione assoggettando le zone E edFa alla disciplina di tutela paesag-gistica, ambientale e storico-ar-cheologica determina il divieto diutilizzare le procedure di dichiara-zione inizio attività previste dallalegge 662/1996 e succ. mod. e int.per i manufatti che ricadono indette zone. Si propone pertanto dieliminare il suddetto articolo.

Classificazione tipologicaIn considerazione del gran nume-

ro di unità di spazio individuate esottoposte a normativa diretta, è dapresumere che si determini talvoltala necessità di rettificare la classifi-

cazione, in presenza di errori mate-riali o di ulteriori approfondimentisulla datazione o le caratteristichedell’edificio. Occorre perciò preve-dere esplicitamente, nell’articolo re-lativo alla disciplina per l’attuazio-ne degli interventi, che eventualirettifiche della classificazione tipo-logica consistenti nell’attribuzionedi una unità di spazio ad altra cate-goria tipologica – tra quelle indivi-duate nella tavola 7 e nel rispettodei criteri fissati dal piano – sonodi competenza del consiglio comu-nale, ferme restando le proceduredi evidenza pubblica.

Normativa d’ambitoIn attesa delle redazioni e appro-

vazioni dei piani particolareggiatidei diversi ambiti previsti nel Prg,si rende indispensabile consentireinterventi edilizi fino al restauro erisanamento conservativo.

dello stesso ministero. Il personale incaricato di eseguire i rilievi e di apporre isegnali può accedere liberamente nella proprietà privata. Nel caso di opposi-zione da parte dei privati può richiedere l'assistenza della forza pubblica.La mappa è pubblicata mediante deposito per sessanta giorni consecutivi nel-l'ufficio del comune in cui è situata la zona anzidetta. Chiunque può consul-tarla. Dell'avvenuto deposito è data notizia entro i primi quindici giorni, me-diante avviso inserito nella Gazzetta Ufficiale, nel foglio annunzi legali dellaprovincia e mediante manifesti affissi in numero congruo, a cura del sindaco,nel territorio del predetto comune. Successivamente, la mappa, corredata di un certificato del segretario comuna-le attestante l'avvenuto deposito per sessanta giorni consecutivi e l'avvenutaaffissione dei manifesti, nonché di un esemplare della Gazzetta Ufficiale e delfoglio annunzi legali della provincia contenenti il predetto avviso, è custoditanell'archivio dello stesso ufficio comunale, e può essere consultata in ognitempo da chiunque. E’ punito con l'ammenda fino a lire 5 mila, se il fatto noncostituisce un più grave reato, chiunque ritarda o impedisce in qualsiasi modola consultazione delle mappe.

Art. 715-quater - OpposizioneNel termine di centoventi giorni da quello in cui la mappa è stata depositatanell'ufficio comunale, chiunque vi abbia interesse può, con atto notificato alministro per la Difesa proporre opposizione alla determinazione della zonasoggetta a limitazioni che lo riguarda, e al decreto previsto nell'articolo 714bis. Di questa facoltà, e del predetto termine, deve esser fatta menzione negliavvisi e nei manifesti indicati nel precedente articolo. Il ministro per la Difesadecide con provvedimento motivato le opposizioni, con le eventuali modifica-zioni. Il decreto di esecutività è annotato sulla mappa stessa.

Art. 715-quinquies - Abbattimento di ostacoliSu proposta del ministro per la Difesa di concerto con il ministro per la Graziae Giustizia il Presidente della Repubblica può ordinare, con decreto motivato,che siano abbattuti gli ostacoli alla navigazione aerea esistenti alla data deldecreto ministcriale previsto nel secondo comma dell'art. 715-quater qualorasiano in contrasto con le limitazioni stabilite negli artt. 715 e 716. Il decreto

presente è notificato all'intcressato, a cura del ministero della Difesa. E’ dovu-ta, in questo caso, una indennità per il danno derivante dalla perdita o dalladiminuziuone di un diritto. Il ministero della Difesa può ordinare, con decreto motivato, che siano abbat-tuti gli ostacoli alla navigazione aerea costituiti in contrasto con le limitazionistesse, dopo la data del decreto ministeriale previsto nel secondo comma del-l'art. 715-quater. Il decreto ministeriale è notificato all'intercssato, a cura delministero della Difesa. In caso di inadempimcnto, il ministero della Difesaprovvede di ufficio a spese dell'intercssato.

Art. 716 - Campi di fortuna, campi di volo ed altri impiantiIn vicinanza di campi di fortuna, di campi di volo e di altri impianti aeronau-tici possono essere vietati gli ostacoli indicati nell'art. 714, possono essere im-poste limitazioni analoghe a quelle previste negli art. 715 e 715 bis e può esse-re vietata qualsiasi modificazione della consistenza dei fondi. Gli ostacoli esi-stenti possono essere abbattuti.L'ordine è dato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta delministero della Difesa di concerto con il ministro per la Grazia e Giustizia.Per l'abbattimento degli ostacoli esistenti è dovuta una indennità a norma deiprimo comma dell'art. 715 quinquies.

Art. 717 - Opere, costruzioni e piantagioni che intralciano la navigazioneIl ministero della Difesa può ordinare il collocamento di segnali su opere, co-struzioni e piantagioni che, fuori delle zone indicate negli artt. 715 e 715 biscostituiscono intralcio per la navigazione aerea. In questo caso è dovuto ilrimborso delle spese di impianto, di manutenzione e di esercizio. Può oltrcsìordinarc che per dette opere, costruzioni e piantagioni siano adottate altre mi-sure, indispensabili per la sicurezza della navigazione aerea.

Art. 717-bis - Impianti di pertinenza dello Stato o destinati a pubblici serviziQualora l'abbattimento di ostacoli, l'apposiziorie di segnali o l'adozione di altremisure riguardino impianti o attrezzature di pertinenza di amministrazione del-lo Stato o destinati ad un pubblico servizio, i provvedimienti previsti negli arti-coli precedenti sono emanati di concerto anche con il ministro interessato”.

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ATTIVITÀ DELL’ORDINE34ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Il Segretario Dott. Ing. Annibale de Cesbron

de la GrenellaisIl Presidente

Dott. Ing. Luigi Vinci

D E C R E TO DEL PRESIDENTE DELLAREPUBBLICA 5 giugno 2001, n. 328

Modifiche ed integrazioni della di-sciplina dei requisiti per l'ammis-sione all'esame di Stato e delle re-lative prove per l'esercizio di taluneprofessioni, nonché della disciplinadei relativi ordinamenti.

STRALCIO DELLA PARTE DEL DPRCHE RIGUARDA LA PROFESSIONEDI INGEGNERE

Capo IXProfessione di ingegnere

Art. 45Sezioni e titoli professionali1. Nell'albo professionale dell'ordi-

ne degli ingegneri sono istituitela sezione A e la sezione B. Cia-scuna sezione è ripartita nei se-guenti settori:a) civile e ambientale;b) industriale;c) dell'informazione.

2. Agli iscritti nella sezione A spet-tano i seguenti titoli professionali:a) agli iscritti al settore civile eambientale, spetta il titolo di in-gegnere civile e ambientale;b) agli iscritti al settore indu-striale, spetta il titolo di ingegne-re industriale;c) agli iscritti al settore del-

l'informazione, spetta il titolo diingegnere dell'informazione.

3. Agli iscritti nella sezione B spetta-no i seguenti titoli professionali:a) agli iscritti al settore civile eambientale, spetta il titolo di in-gegnere civile e ambientale iu-nior;b) agli iscritti al settore indu-striale, spetta il titolo di ingegne-re industriale iunior;c) agli iscritti al settore dell'infor-mazione, spetta il titolo di inge-gnere dell'informazione iunior.

4. L'iscrizione all'albo professionaledegli ingegneri è accompagnatadalle dizioni: “sezione degli in-gegneri - settore civile e ambien-tale"; “sezione degli ingegneri -settore industriale";“sezione degli ingegneri - settoredell'informazione"; “sezione de-gli ingegneri iuniores - settorecivile e ambientale"; “sezione de-gli ingegneri iuniores - settoreindustriale"; “sezione degli inge-gneri iuniores - settore del-l'informazione".

Art. 46Attività professionali1. Le attività professionali che for-

mano oggetto della professionedi ingegnere sono cosi' ripartitetra i settori di cui all'articolo 45,comma 1:a) per il settore "ingegneria civilee ambientale": la pianificazione,la progettazione, lo sviluppo, ladirezione lavori, la stima, il col-laudo, la gestione, la valutazionedi impatto ambientale di opere e-dili e strutture, infrastrutture,territoriali e di trasporto, di opere

Il nuovo esame di Statodi ammissione alle pro f e s s i o n iLa Gazzetta Uficiale del 17 agosto 2001 n. 190 ha riportato il testo del Dpr 328che rivoluziona l’esame di Stato per l’esercizio della professione, anche con riferi-mento alle consistenti innovazioni nei curricula universitari. Riportiamo di segui-to uno stralcio dei punti che riguardano particolarmente gli ingegneri e rinviamoall’articolo di fondo del Presidente Vinci (a pagina 3) per una interpretazione cri-tica del decreto per il quale il Consiglio nazionale degli Ingegneri ha pro m o s s or i c o rsi e rimostra n z e .

Novembre-Dicembre 2001

LEGISLAZIONE36ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

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37LEGISLAZIONEORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

per la difesa del suolo e per il di-sinquinamento e la depurazione,di opere geotecniche, di sistemi eimpianti civili e per l'ambiente eil territorio;b) per il settore “ingegneria in-dustriale": la pianificazione, laprogettazione, lo sviluppo, la di-rezione lavori, la stima, il collau-do, la gestione, la valutazione diimpatto ambientale di macchine,impianti industriali, di impiantiper la produzione, trasformazio-ne e la distribuzione dell'energia,di sistemi e processi industriali etecnologici, di apparati e di stru-mentazioni per la diagnostica eper la terapia medico-chirurgica;c) per il settore "ingegneria del-l'informazione": la pianificazio-ne, la progettazione, lo sviluppo,la direzione lavori, la stima, ilcollaudo e la gestione di impian-ti e sistemi elettronici, di auto-mazione e di generazione, tra-smissione ed elaborazione delleinformazioni.

2. Ferme restando le riserve e le at-tribuzioni già stabilite dalla vi-gente normativa e oltre alle atti-vità indicate nel comma 3, for-mano in particolare oggetto del-l'attività professionale degli i-scritti alla sezione A, ai sensi eper gli effetti di cui all'articolo 1,comma 2, le attività, ripartite trai tre settori come previsto dalcomma 1, che implicano l'uso dimetodologie avanzate, innovati-ve o sperimentali nella progetta-zione, direzione lavori, stima ecollaudo di strutture, sistemi eprocessi complessi o innovativi.

3. Restando immutate le riserve e leattribuzioni già stabilite dalla vi-gente normativa, formano ogget-to dell'attività professionale de-gli iscritti alla sezione B, ai sensie per gli effetti di cui all'articolo1, comma 2:a) per il settore "ingegneria civilee ambientale":

1) le attività basate sull'applica-zione delle scienze, volte al con-corso e alla collaborazione alleattività di progettazione, direzio-ne dei lavori, stima e collaudo diopere edilizie comprese le operepubbliche;2) la progettazione, la direzionedei lavori, la vigilanza, la conta-bilità e la liquidazione relative acostruzioni civili semplici, conl'uso di metodologie standardiz-zate;3) i rilievi diretti e strumentalisull'edilizia attuale e storica e irilievi geometrici di qualunquenatura;b) per il settore "ingegneria in-dustriale":1) le attività basate sull'applica-zione delle scienze, volte al con-corso e alla collaborazione alleattività di progettazione, direzio-ne lavori, stima e collaudo dimacchine e impianti, comprese leopere pubbliche;2) i rilievi diretti e strumentali diparametri tecnici afferenti mac-chine e impianti;3) le attività che implicano l'usodi metodologie standardizzate,quali la progettazione, direzionelavori e collaudo di singoli orga-ni o di singoli componenti dimacchine, di impianti e di siste-mi, nonché di sistemi e processidi tipologia semplice o ripetitiva;c) per il settore "ingegneria del-l'informazione":1) le attività basate sull'applica-zione delle scienze, volte al con-corso e alla collaborazione alleattività di progettazione, direzio-ne lavori, stima e collaudo diimpianti e di sistemi elettronici,di automazioni e di generazione,trasmissione ed elaborazionedelle informazioni;2) i rilievi diretti e strumentali diparametri tecnici afferenti im-pianti e sistemi elettronici;3) le attività che implicano l'uso

di metodologie standardizzate,quali la progettazione, direzionelavori e collaudo di singoli orga-ni o componenti di impianti e disistemi elettronici, di automazio-ne e di generazione, trasmissioneed elaborazione delle informazio-ni, nonché di sistemi e processidi tipologia semplice o ripetitiva.

Art. 47Esami di Stato per l'iscrizione nellasezione A e relative prove1. L'iscrizione nella sezione A è su-

bordinata al superamento di ap-posito esame di Stato.

2. Per l'ammissione all'esame diStato è richiesto il possesso dellalaurea specialistica in una delleseguenti classi:a) per il settore civile e ambien-tale:1) classe 4/S - Architettura e in-gegneria edile - corso di laureacorrispondente al la direttiva85/384/CEE;2) classe 28/S - Ingegneria civile;3) classe 38/S - Ingegneria perl'ambiente e per il territorio;b) per il settore industriale:1) classe 25/S - Ingegneria aero-spaziale e astronautica;2) classe 26/S - Ingegneria bio-medica;3) classe 27/S - Ingegneria chi-mica;4) classe 29/S - Ingegneria del-l'automazione;5) classe 31/S - Ingegneria elet-trica;6) classe 33/S - Ingegneria ener-getica e nucleare;7) classe 34/S - Ingegneria ge-stionale;8) classe 36/S - Ingegneria mec-canica;9) classe 37/S - Ingegneria nava-le;10) classe 61/S - Scienza e inge-gneria dei materiali;c) per il settore dell'informazio-ne:

1) classe 23/S - Informatica;2) classe 26/S - Ingegneria bio-medica;3) classe 29/S - Ingegneria del-l'automazione;4) classe 30/S - Ingegneria delletelecomunicazioni;5) classe 32/S - Ingegneria elet-tronica;6) classe 34/S - Ingegneria ge-stionale;7) classe 35/S - Ingegneria infor-matica.

3. L'esame di Stato è articolato nel-le seguenti prove:a) una prova scritta relativa allematerie caratterizzanti il settoreper il quale è richiesta l'iscrizio-ne;b) una seconda prova scritta nel-le materie caratterizzanti la clas-se di laurea corrispondente alpercorso formativo specifico;c) una prova orale nelle materieoggetto delle prove scritte ed inlegislazione e deontologia pro-fessionale;d) una prova pratica di progetta-zione nelle materie caratteriz-zanti la classe di laurea corri-spondente al percorso formativospecifico.

4. Gli iscritti nella sezione B am-messi a sostenere l'esame di Statoper l'ammissione alla sezione Asono esentati dalla seconda provascritta, purche' il settore di prove-nienza coincida con quello per ilquale è richiesta l'iscrizione.

5. Per gli iscritti ad un settore cherichiedono l'iscrizione ad altrosettore della stessa sezione l'esa-me di Stato è articolato nelle se-guenti prove:a) una prova scritta nelle materiecaratterizzanti il settore per ilquale è richiesta l'iscrizione;

b) una prova pratica di progetta-zione nelle materie caratteriz-zanti il settore per il quale è ri-chiesta l'iscrizione.

Nota all'art. 47:- Per la direttiva 85/384/CEE si ve-

da la nota all'art. 17.

Art. 48Esami di Stato per l'iscrizione nellasezione B e relative prove1. L'iscrizione nella sezione B è su-

bordinata al superamento di ap-posito esame di Stato.

2. Per l'ammissione all'esame diStato è richiesto il possesso dellalaurea in una delle seguenti clas-si:a) per il settore civile e ambien-tale:1) classe 4 - Scienze dell'archi-tettura e dell'ingegneria edile;2) classe 8 - Ingegneria civile eambientale;b) per il settore industriale:1) classe 10 - Ingegneria indu-striale;c) per il settore dell'informazione:1) classe 9 - Ingegneria del-l'informazione;2) classe 26 - Scienze e tecnolo-gie informatiche;

3. L'esame di Stato è articolato nel-le seguenti prove:a) una prova scritta relativa allematerie caratterizzanti il settoreper il quale è richiesta l'iscrizione;b) una seconda prova scritta nel-le materie relative ad uno degliambiti disciplinari, a scelta delcandidato, caratterizzanti la clas-se di laurea corrispondente alpercorso formativo specifico;c) una prova orale nelle materieoggetto delle prove scritte ed inlegislazione e deontologia pro-fessionale;

d) una prova pratica di progetta-zione nelle materie relative ad u-no degli ambiti disciplinari, ascelta del candidato, caratteriz-zanti la classe di laurea corri-spondente al percorso formativospecifico.

4. Per gli iscritti ad un settore cherichiedono l'iscrizione ad un al-tro settore della stessa sezionel'esame di Stato è articolato nelleseguenti prove:a) una prova scritta relativa allematerie caratterizzanti il settoreper il quale è richiesta l'iscrizio-ne;b) una prova pratica di progetta-zione in materie caratterizzanti ilsettore per il quale è richiesta l'i-scrizione.

Art. 49Norme finali e transitorie1. Gli attuali appartenenti all'ordine

degli ingegneri vengono iscrittinella sezione A dell'albo degli in-gegneri, nonché nel settore, o neisettori, per il quale ciascuno diessi dichiara di optare.

2. Coloro i quali sono in possessodell'abilitazione professionale alladata di entrata in vigore del pre-sente regolamento possono iscri-versi nella sezione A dell'albo de-gli ingegneri, nonché nel settore,o nei settori, per il quale ciascunodi essi dichiara di optare.

3. Coloro i quali conseguono l'abi-litazione professionale all'esitodi esami di Stato indetti primadella data di entrata in vigoredel presente regolamento posso-no iscriversi nella sezione A del-l'albo degli ingegneri, nonchénel settore, o nei settori, per ilquale ciascuno di essi dichiara dioptare.

Novembre-Dicembre 2001

ATTIVITÀ DELL’ORDINE38ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

In una nota sintetica redatta, nelluglio scorso, dai sostituti dellaProcura della Repubblica presso ilTribunale di Napoli, esperti di urba-nistica, veniva richiamata l'atten-zione sull'articolato della legge47/85, che “contempla non solo di-sposizioni di carattere penale (art.20) ma anche norme configurantiforme di tutela di tipo amministra-tivo, affidate come tali alla compe-tenza ed iniziativa degli organi de-gli enti locali", che sono, principal-mente, l'articolo 4 e l'articolo 7.

1 ) La distorta interpretazione degli articoli 4 e 13 legge 47/85Il punto centrale della questione

sollevata dalla Procura va indiscu-tibilmente ricercato nella (presunta)distorta applicazione dell'articolo13 della legge 47/85 (accertamentodi conformità) che non potrebbe es-sere invocato per sanare opere rea-lizzate in aree sottoposte al vincolodella legge 1497/39 sulla protezio-ne delle bellezze naturali.

Una lettura correlata dell’articolo13 e degli articoli 7 e 15 della legge1 4 9 71, porta a ritenere applicabilel’accertamento di conformità anche

nelle zone sottoposte al vincolopaesaggistico.

I sostituti procuratori, estensoridella nota inviata ai comuni delcircondario, leggono soggettiva-mente il disposto dell’articolo 4della legge 47/85, che impone l’ob-bligo della demolizione soltantodelle opere abusive realizzate in a-ree vincolate all’inedificabilità, aspazi pubblici o all’edilizia residen-ziale pubblica.

Non sono quindi fondate le cen-sure dei sostituti procuratori e nonpuò essere accolto, di conseguenza,il loro invito alla demolizione da e-seguirsi, comunque, con improprioriferimento (come ha notato, giu-stamente, Guido D’Angelo) al det-tato dell’articolo 4 della legge47/85 e a una “giurisprudenza au-torevole”, secondo la quale “l’arti-colo 13 non può essere richiamatoper sanare opere poste in aree diparticolare pregio paesaggistico, inquanto trattasi di norma previstaper sanare abusi edilizi realizzatisolo in aree non vincolate”.

L’errore - bisogna riconoscerlo -l’ha commesso il legislatore nellaformulazione dell’articolo 13, chenell’ammettere il rilascio della con-cessione o dell’autorizzazione insanatoria (”quando l’opera eseguitain assenza di concessione o di au-torizzazione è conforme agli stru-menti urbanistici generali e di at-tuazione approvati e non in contra-

La Procura della Repubblicacontesta i comuni sul condono

DI ANTONIO GUIZZI*

* Ingegnere, Esperto di Diritto urbanistico

La Rivista giuridica dell’Edilizia, nel fascicolo n° 6 del novembre - dicem -bre 2000, ha pubblicato una nota dell’ing. Antonio Guizzi su un tema diparticolare interesse per quanti esercitano la professione libera o in rap -porto di dipendenza nel settore dell’edilizia. Riteniamo utile la pubblicazio -ne di uno stralcio della lunga nota, il cui testo integrale è reperibile nellabiblioteca dell’Ordine.

Novembre-Dicembre 2001

NOTE PROFESSIONALI40ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

1Come è noto, la materia concernente i beni culturali e ambientali è ora disciplinata dal Decreto legislati-vo 29 ottobre 1999 n° 490. Per quanto riguarda ciò che qui interessa, la Legge 29 giugno 1939 n° 1497ha trovato sistemazione nel Titolo II. In particolare l’articolo 7 è stato riproposto (con le opportune modi-fiche derivanti dall’entrata in vigore del Dpr 616/77, art. 82 e della L. 431/85) con l’art. 151, mentre l’arti-colo 15 è divenuto - pressoché immutato - art. 164. Ho ritenuto opportuno continuare a riferirmi agli ar-ticoli della legge 1497/39, perché più familiari.

sto con quelli adottati sia al mo-mento della realizzazione dell’ope-ra, sia al momento della presenta-zione della domanda”) non ne chia-risce l’ammissibilità nelle zone sot-toposte al vincolo della L. 1497/39.

Il legislatore, cioè, avrebbe dovu-to, nel testo dell’articolo 13, subor-dinare il rilascio della concessionein sanatoria al previo “parere favo-revole delle amministrazioni prepo-ste alla tutela del vincolo” (così co-me recita l’articolo 32 della legge47/85), almeno per quanto concer-ne le aree disciplinate dalla legge1497/39.

2) Potere discrezionale nella sceltafra demolizione e sanzione pecu-niariaOccorre innanzi tutto rammentare

che per i reati urbanistici si con-trappongono due diverse concezio-ni (cosiddette “formalistiche" e "so-stanzialistiche"). E v'è la tendenza,in diritto, a privilegiare la seconda.

Dottrina e giurisprudenza sonoconcordi nel sostenere non l’obbli-gatorietà della demolizione delle o-pere abusive, ma la discrezionalitàdella scelta demolizione-sanzionepecuniaria.

(Cons. Stato, Sez. VI, 18 luglio1996 n. 949); (Cons. reg. sic., Sez.consult., 16 novembre 1993 n. 452,Giur. amm. siciliana 1994, 526).

L’esigenza di una maggiore chia-rezza normativa era stata d’altraparte avvertita proprio dal giudicedelle leggi: “Non è irrazionale lalegge che punisca con la sanzionepenale tutte le modificazioni ed al-terazioni, realizzate senza autoriz-zazione, dell’integrità ambientale,indipendentemente dalla presenza edalla entità del danno”, ma ha ag-giunto: “È auspicabile che il Legi-

slatore provveda ad un riesame del-la normativa vigente, adeguando iltrattamento punitivo alla gravitàdei fatti. (Corte costituzionale, 4giugno 1993 n° 269, in Riv. giur.edil. 1994, I, 451).

3) La copiosa giurisprudenza ammi-nistrativa sull’art. 13 L. 47/85In una situazione di scarsa chia-

rezza normativa era inevitabile chela magistratura amministrativa equella penale si trovassero schiera-te su fronti opposti.

Una attenta ricerca mi ha portatoa rinvenire una cospicua varietà disentenze della magistratura ammi-nistrativa (una novantina), concer-nenti appunto l’articolo 13 dellalegge 47/852. Cito qui, una per tutte,la sentenza Tar Campania, Salerno(2 marzo 1995 n° 169 Foro ammini-strativo 1995, 2807). “Pur dovendo-si escludere la possibilità che l’auto-rizzazione paesistica ex art. 7 l. 29giugno 1939 n. 1497 possa essererilasciata in sanatoria, dopo l’avve-nuta realizzazione dell’opera insi-stente su area vincolata, deve tutta-via ammettersi, alla luce di unacompiuta interpretazione dell’art.15 legge n. 1497 cit., la possibilitàdi una verifica ex post, operata dalsindaco (autorità subdelegata), inordine all’inesistenza, in concreto,di un danno ambientale, con il con-seguimento di un effetto giuridicoanalogo al rilascio di un’autorizza-zione paesistica in sanatoria, ancheai fini del possibile conseguenteperfezionamento della procedura disanatoria sotto il diverso profilo ur-banistico edilizio, ex art. 13 l. 28febbraio 1985 n. 47”.

4) La sentenza del Gup di TerniIl contributo di giurisprudenza,

fornito dai sostituti procuratori diNapoli, si sostanzia in una senten -za (10 febbraio 2000) del Gup delTribunale di Terni.

Questi sostiene innanzi tutto chela sanatoria di cui alla legge 47/85concerne “esclusivamente i reaticonnessi all’aspetto urbanistico-e -dilizio e non può essere estesa adaltre norme seppure aventi ad og -getto interventi sul territorio sottoaltre formulazioni. Consegue che ireati di violazione al vincolo pae -saggistico-ambientale della legge4 31/85 (oggi Tu Dlgs n. 490/99)non sono soggetti al regime dellaconcessione in sanatoria (e/o dinulla-osta autorizzativo regionalein sanatoria) e non è dunque possi -bile una estinzione dei relativi ille -citi in sede penale sotto questo pro -filo. Una eventuale concessione insanatoria rilasciata sulla base dellalegge 47/85 che riguardi opere rea -lizzate in area soggetta al vincolodella legge 431/85 (oggi Tu Dlgs n.490/99) e che dunque preveda sa -natoria anche per gli aspetti illeciticonnessi alla “legge Galasso” è irri -levante in sede di processo penalenel senso che non può determinarel’estinzione di detti ultimi reati etale atto dovrà essere oggetto di e -same da parte del Pm per valutarnegli aspetti di eventuale illiceità sot -to il profilo penale”.

5) La contraddittoria giurisprudenza penale(...) Il magistrato di Terni ritiene

dunque che l’applicazione dell’arti-colo 13 in zone sottoposte al vinco-lo della legge 1497/39 non sia pos-sibile e cita diverse sentenze dellamagistratura penale a sostegno del-la sua tesi, ma non rivela però chein maniera opposta si sono espresse

Novembre-Dicembre 2001

41NOTE PROFESSIONALIORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

2 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, dicondizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pie-no sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.

le stesse sezioni della Cassazionepenale. Una per tutte, la decisionedella II Sezione del 22 agosto 1988n. 8974: “Spetta alla pubblica am -ministrazione la valutazione com -parativa degli interessi non potendoil giudice penale sindacare o disap -plicare l’atto amministrativo per ri -tenuta illegittimità in relazione allamancata tutela dell’interesse pro -tetto dall’art. 734 Cp (Sez. II 22 a-gosto 1988 n. 8974)”.

6) Lo strapotere del magistrato penaleIl Gup di Terni, quando afferma

che “la normativa specifica sui vin-coli paesaggistici non prevede as-solutamente in alcun modo il nullaosta in sanatoria”, dimentica che,da oltre sessant’anni, il legislatoreaveva previsto, con l’articolo 15della legge 1497/39, una sorta disanatoria: “(...) secondo che il mini -stero dell’Educazione nazionale ri -tenga più opportuno, nell’interessedella protezione delle bellezze natu -rali e panoramiche, alla demolizio -ne delle opere abusivamente esegui -te o consentire il pagamento di unaindennità equivalente alla maggioresomma tra il danno arrecato e ilprofitto conseguito mediante lacommessa trasgressione”.

Il Gup nella sua perentoria affer-mazione si sente confortato dallaCassazione, per la quale il reato dicui all’articolo 1 sexies della legge431/85 ha carattere formale, sussi-ste cioè - anche quando non vi siastato un vulnus per il paesaggio -per il solo fatto che non è stata ri-spettata la procedura della legge,che richiede la necessarietà dellaprevia autorizzazione di cui all’art.7 L. 1497/39. Poiché la legge 47/85non prevede in alcun modo l’auto-rizzazione o il nulla osta in sanato-ria, per i reati di violazione del vin-colo paesaggistico-ambientale nonè ammissibile il rilascio di conces-sione in sanatoria: di conseguenzanon è possibile l’estinzione dei re-

lativi illeciti in sede penale”. Ma laCassazione commette anzitutto unerrore: non sono due i soggetti (co-mune e regione) chiamati a espri-mersi, ma tre: spetta, com’è noto, alministero - e per esso alla Soprin-tendenza ai Beni architettonici eambientali - il compito di verificarela legittimità dei provvedimenti a-dottati.

E l’iter istruttorio - è bene ram-mentarlo - coinvolge il responsabi-le del procedimento, la Commissio-ne edilizia ordinaria e quella inte-grata (composta da esponenti qua-lificati nel settore paesistico-am-bientale), il dirigente del Servizio e-dilizia privata del Comune e il So-printendente ai Beni architettonicie ambientali.

A esprimere il loro parere sono,cioè, almeno una ventina fra tecni-ci, amministrativi ed esperti dellaPubblica amministrazione.

Dall’altro lato (o sull’altro fronte)a giudicare c’è l’autorità giudizia-ria, talvolta rappresentata da unsolo magistrato, il Gup.

Forse ci si dimentica che Leonar-do si nasce e che oggi la sommadella conoscenza (che si raddoppiaogni dieci anni) non può trovarepiù posto in una sola testa, anchese a portarla fosse Leonardo daVinci. Ma se “Leonardo” non si na-sce, si può anche diventare, con lecommissioni, i team, le équipe. Di-ciamolo francamente: si può mairitenere che possano aver tortoventi teste (più o meno pensanti) eragione una soltanto, sol perchécoperta dal tocco?

La surrettizia riappropriazionedelle competenze delegate dal mi-nistero per i Beni culturali e am-bientali alle regioni e da questesubdelegate ai comuni e la minac-ciosa invasione di campo della ma-gistratura penale tendono all’esau-torazione delle amministrazioni co-munali, contraddicendo le più re-centi leggi dello Stato che tendonoinvece ad esaltarne l’autonomia.

Ma, per fortuna, la Cassazione pe-nale non si è pronunciata sempreallo stesso modo, negando l’applica-bilità dell’articolo 13 nelle zone vin-colate. Il Gup di Terni, così attentonel raccogliere le diverse sentenze,non ha fatto caso (o non ha piutto-sto ritenuto il caso?) alle due sen-tenze, assai significative, della IIISezione, che contraddicono inequi-vocabilmente le altre, giacché am-mettono esplicitamente l’estinzionedel reato, allorquando interviene expost l’autorizzazione dell’ammini-strazione preposta alla tutela delvincolo (Cass, pen. sez. III, 22 set -tembre 1995, n. 11203, Ottelli, inRiv. Pen., 1996, 478 nota (Paglia -ra); Riv. Giur. Ambiente, 1996,879); (Cass. pen., sez. III, 8 no -vembre 1995, n. 3768, D’Ottavi, inCass. Pen., 3545 s.m.).

Queste sentenze non possono cer-to bilanciare quanto la Cassazionepenale ha sostenuto con tante altresentenze di opposto orientamento,ma assumono un significato preci-so: anche in sede penale si levanovoci dissonanti, si ammette cioè lapossibilità di autorizzazioni ex art.7 L. 1497/39 rese ex post e, quindi,l’applicazione dell’articolo 13 an-che nelle zone sottoposte a vincolo.

D’altra parte è anche importanteuna lettura correlata dell’art. 15 L.1497/39 con l’art. 18 L. 349/86 (ri-sarcimento di danno ambientale),come viene sottolineato nella sen-tenza del Consiglio di Stato (ripor-tata nel successivo capitolo 13):“La tutela del paesaggio, nel siste -ma, è assicurata da misure pretta -mente ripristinatorie e riparatorie(il risarcimento del danno ex art.18, L. n. 349 del 1986) e da misu -re prettamente sanzionatorie, chehanno in via principale funzionedeterrente (le sanzioni di cui all’art.15, L. n. 1497 del 1939), misureche, per la loro diversa funzione efinalità, ben possono concorrere traloro (Cgas, sez. cons., 16 novembre1993, n. 452)”. Per mezzo secolo

Novembre-Dicembre 2001

NOTE PROFESSIONALI42ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

l’art. 15 della legge 1497/39 è statoibernato e quando è stato resuscita-to controversi sono stati i criteri daadottarsi per la sua applicazione.

7) Dalla legge urbanistica del 1942al condono del 1985

(… omissis …)

8) Sanatoria ordinaria (o di regime)e sanatoria-condono

(… omissis …)

9) L'ibernazione dell'art. 15 L. 1497/39

(… omissis …)

10) … e la sua resurrezione(… omissis …)

11 ) Gli interventi legislativi per l'applicazione dell'art. 15 L. 1497/39

(… omissis …)

12) La sentenza del Tar LazioLa Sezione II bis, con sentenza 8

aprile-21 giugno 1999 n. 1521: hadichiarato illegittimo il Dm 26 set-tembre 1997 nella parte in cui ne èprevista l’applicazione dell’inden-nità risarcitoria anche nell’ipotesidi assenza di danno ambientale. In-somma, per gli abusi formalidev’essere comminata la sanzione,mentre per quelli sostanziali va ap-plicata la indennità risarcitoria(quando non ricorre l’ipotesi dellademolizione). La tesi si fonda, inparticolare, sulla previsione di sa-natoria “ordinaria” prevista dall’ar-ticolo 13 della legge 47/1985, checonsente di far degradare l’illecitopenale a infrazione amministrativain caso di assenza di lesione so-stanziale del territorio. E il Tar La-zio sposa questa tesi.

(… omissis …)

13) La sentenza del Consiglio di Stato 2 giugno 2000

La decisione del Consiglio di Sta-to (Sez. VI, 2 giugno 2000 n. 3184

pubblicata sul Sole 24ore n.25/2000), ha fatto giustizia dellacitata sentenza del Tar Lazio, con-fermando l’obbligo del pagamentodell’indennità risarcitoria anche inassenza di danno ambientale. Lasentenza - è bene rammentarlo -concerne gli abusi edilizi commessiprima del 1° ottobre 1983 (primocondono) e prima del 31 dicembre1993 (secondo condono), discipli-nati cioè dal Capo IV della legge47/85 (e non dal Capo I, articolo13, accertamento di conformità,cioè per la sanatoria cosiddetta or-dinaria). E ancora: “Secondo l’arti-colo 15 della legge 1497/39 l’in-dennità è pari “alla maggiore som-ma tra il danno arrecato e il profit-to conseguito mediante la commes-sa trasgressione”. Il concetto di“danno arrecato” viene in rilievo,nella norma, solo al fine dellaquantificazione della sanzione, edunque in sede di quantum debea -tur e non di an debeatur.

Il danno, inoltre, non è criterio e-sclusivo di commmisurazione dellaindennità, essendo alternativo alprofilo conseguito dalla violazione.

Ne consegue che in ipotesi di rea-lizzazione di un’opera senza la pre-scritta autorizzazione paesistica, o-ve detta opera sia in concretoconforme alle prescrizioni ambien-tali, e dunque non sia produttiva didannno alcuno, la indennnità verràcommisurata al profitto conseguitodall’abuso.

(… omissis …)

14) Le sentenze del Tar Liguria Un’altra sentenza, dopo quanto

affermato dal Tar Lazio, viene dalTar Liguria Sez. I, 27 maggio 1999n. 230. (Rivista giur. edil. fasc.5/1999). Questo il testo della massi-ma: “Allorché venga rilasciata laconcessione in sanatoria ex articolo13 della legge n. 47 del 1985, pre-vio parere favorevole dell’autoritàpreposta alla tutela del vincolopaesistico, non può essere disposta

né la sanzione demolitoria né quel-la pecuniaria, difettando in radice ilpresupposto per l’applicazione del-l’articolo 15 della legge 1497 del1939, e cioè il danno ambientale”. Èopportuno sottolineare che questasentenza riguarda una concessionein sanatoria “ordinaria” rilasciataex articolo 13 (accertamento diconformità) e non con riferimentoal Capo IV, concernente la sanato-ria-condono.

15) La sentenza del Consiglio di Stato del 31 ottobre 2000Il Tar Liguria, che nel maggio e

nel giugno 1999 si è espresso - sibadi - sempre con riferimento aconcessione in sanatoria-ordinaria,rilasciata cioè in applicazione del-l’articolo 13 L. 47/85, ritiene chenon debba essere corrisposto alcunindennizzo, “difettando in radice ilpresupposto per l’applicazione del-l’articolo 15 della legge 1497/39 ecioè il danno ambientale”. Il Consi-glio di Stato, che ha annullato unasentenza del Tar Lazio che concer-neva invece una concessione in sa-natoria-condono, ha affermato al-l’opposto che la sanzione (sia la de-molizione delle opere che il paga-mento della indennità) va applicatain ogni caso di inottemperanza agliobblighi e agli ordini in materia ditutela del paesaggio, stabiliti dallaL. n. 1497 del 1939.

E ciò perché la norma non fa di-stinzione tra violazioni sostanziali,cioè produttive di un concreto dan-no ambientale, e violazioni mera-mente formali, cioè non produttivedi alcun danno, ma consistenti nel-la semplice inosservanza della leg-ge. Il Consiglio di Stato con la sen-tenza della VI Sezione n. 5865 del31 ottobre 2000, ha poi generaliz-zato la tesi della sentenza “caposti-pite” (la definizione è della stessaVI Sezione) n. 3184 del 2 giugno2000.

Poiché nell’economia della tratta-zione della tesi che qui interessa

Novembre-Dicembre 2001

43NOTE PROFESSIONALIORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Novembre-Dicembre 2001

NOTE PROFESSIONALI44ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

(applicabilità dell’articolo 13 per gliimmobili in zone sottoposte al vin-colo delle leggi 1497/39 e 431 / 8 5 )non è rilevante la querelle sull’ob-bligo del pagamento della sanzionedi cui all’articolo 15 anche in casodi assenza di danno ambientale, èopportuno lasciare ad avvocati emagistrati dei Tar, del Consiglio diStato e (perché no?) della Corte co-stituzionale il gioco dialettico supagamento sì, pagamento no, e seil sì valga solo per la santoria-con-dono o anche per la sanatoria-ordi-naria. Ciò che qui interessa è inve-ce sottolineare che la magistraturaamministrativa dà per scontatal’applicabilità dell’articolo 13 pergli interventi abusivi eseguiti suimmobili ricadenti in aree sottopo-ste al vincolo della legge 1497/39.

(… omissis …)

ConclusioniGli argomenti sviluppati, le leggi

citate, le sentenze riportate, tutta u-na materia da riordinare: per trarrele giuste conclusioni è utile far ri-corso alla geometria (Euclide nonc’entra), rifacendoci a quella moro-tea delle convergenze parallele.

Il cui punto d’incontro, per quelche qui interessa, è l’applicabilitàdell’articolo 13 anche per gli inter-venti abusivi eseguiti in aree o suedifici ricadenti in zone sottoposteal vincolo della legge 1497/39.

Convergono: la copiosa giuri-sprudenza della Corte costituziona-le, del Consiglio di Stato, dei Tar edella Cassazione (talvolta anche insede penale) citata alle pagine pre-cedenti e il combinato disposto de-gli articoli 13 e 22 L. 47/85 e degliarticoli 7 e 15 L. 1497/39.

Si può quindi dedurre che l’arti-colo 13 (accertamento di confor-mità) è applicabile anche per gli

immobili ricadenti in aree sottopo-ste al vincolo della legge 1497/39.

La concessione (o l’autorizzazio-ne) in sanatoria potrà, ovviamente,essere rilasciata previa autorizza-zione del comune ex art. 7 L.1497/39, resa efficace dal silenzio-assenso della Soprintendenza ai be-ni ambientali e architettonici.

Questo obiettivo può essere rag-giunto:- dalla Corte costituzionale, che

potrebbe pronunciarsi sulla que-stione di legittimità costituziona-le dell’articolo 13, della legge47/85, per violazione dell’articolo3 della Costituzione2.

- dal Parlamento, che potrà fornirel’interpretazione autentica dellalegge o modificare l’art. 13, su-bordinando il rilascio della con-cessione in sanatoria in zone vin-colate ex lege 1497/39, “alla pre-via autorizzazione delle ammini-strazioni preposte alla tutela delvincolo”;

- dalla Regione, che per l’art. 11 7della Costituzione ha competenzain materia normativa (ad essatrasferita con i l Dpr n° 8 del1972) potrebbe emanare una leg-ge di dettaglio sull’accertamentodi conformità.Soltanto così si potrà porre fine

alla situazione di grave disagio de-terminatasi nella pubblica ammini-strazione (comuni, regioni, soprin-tendenze) e negli stessi cittadini,per la rigida posizione assunta dacerte Procure sui criteri di applica-zione dell’art. 13 legge 47/85.

Da ultimo è opportuno richiama-re l’attenzione sull’auspicio (o mo-nito?) della Corte costituzionale -già riportato al paragrafo 2) di que-sta nota. L’esigenza di una maggio-re chiarezza normativa era statad’altra parte avvertita proprio dal

giudice delle leggi: “Non è irrazio-nale la legge che punisca con lasanzione penale tute le modifica-zioni ed alterazioni, realizzate sen-za autorizzazione, dell’integritàambientale, indipendentementedalla presenza e dalla entità deldanno, ma va aggiunto che è au-spicabile che il legislatore provvedaad un riesame della normativa vi-gente, adeguando il trattamentopunitivo alla gravità dei fatti” (Cor-te cost. 4 giugno 1993 n. 269, inRivista giur. edil.1994, I, 451).

***

Nell’attesa della pubblicazione diGuizzi sulla Rivista giuridica dell’e -dilizia si era svolto intanto nellasala conferenze del Denaro (28 no -vembre 2000) un dibattito sull’ar -gomento. Tutti i numerosi avvocatie docenti universitari intervenuti(due nomi per tutti: Giuseppe Ab -bamonte e Guido D’Angelo) si era -no dichiarati assolutamente d’ac -cordo sulle tesi di Guizzi.

Successivamente il 6 marzo scor -so la Corte costituzionale, con rife -rimento a una questione di legitti -mità sollevata dal Tribunale di Cu -neo, aveva ribadito l’inapplicabilitàdell’art. 13 nelle zone sottoposte avincolo paesaggistico.

La Rivista giuridica dell’ediliziaha quindi invitato Antonio Guizzi acommentare la decisione della Cortecostituzionale. Nel fascicolo 2(marzo - aprile) 2001 è stata pub -blicata una nota critica di contesta -zioni, anzi di confutazione della ci -tata ordinanza 6 marzo 2001 che,insieme con la decisione della Con -sulta, sarà pubblicata nel prossimonumero del Bollettino.

La Commissione impianti, fin dalmaggio 1998, ha dedicato partico-lare attenzione al collaudo degliimpianti che, come noto, è regola-mentato, dal punto di vista dellecompetenze professionali, dall’art.19 del testo unico della Tariffa perle “Prestazioni professionali del-l’ingegnere e dell’architetto” del02/03/49 n. 143, sotto la voce“Collaudo di lavori e forniture”. Tale testo unico, a sua volta, al-l’art. 1, richiama il regolamentoapprovato con Regio Decreto2 3 / 10/25 n. 2537 in applicazionedella legge 24/06/23 n. 1395.Questo breve richiamo storico facomprendere come sia stato possi-bile che, in base all’applicazionedel citato art. 19 e della ivi richia-mata Tabella C, l’onorario per icollaudi degli impianti risultassedi entità talmente modesta da ap-parire completamente inadeguatain relazione alla complessità delleoperazioni da svolgere.Questa situazione discende dallacircostanza che all’epoca dell’im-

postazione della tariffa professio-nale, l’impiantistica costituivaquasi sempre un elemento comple-mentare della parte edile e struttu-rale, al cui collaudo era dedicatascarsa attenzione. Negli ultimi decenni, l’impiantisti-ca a seguito dell’impegno di mate-riali tecnologici e sistemi altamen-te innovativi, oltre che di esigenzeassolutamente nuove, ha subitoun’evoluzione di tipo esplosivo.Basti pensare al contenuto tecno-logico impiantistico di un moder-no ospedale, di un complessocommerciale o di un edificio intel-ligente dove l’impiantistica si pre-senta con soluzioni estremamentesofisticate e rappresenta percen-tuali dell’ammontare delle operecomprese tra il 35 ed il 50 percento.La progettazione ed installazionedegli impianti tecnologici con lecorrelate esigenze di compatibilitàambientale, sicurezza e qualità,vengono definite e controllate danormative italiane, comunitarie ed

ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o Novembre-Dicembre 2001

45ATTIVITÀ DELL’ORDINE

La nuova sala informativadell’Ordine degli Ingegneri di Napoli

Un pratico vademecumper la verifica degli impianti

Novembre-Dicembre 2001

ATTIVITÀ DELL’ORDINE46ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

internazionali sempre più articola-te, complesse, severe che si evolvo-no e si aggiornano quasi quotidia-namente. In questo contesto, il col-laudo di opere impiantistiche costi-tuisce opera di alta ingegneria cherichiede grande competenza ed e-sperienza e deve, pertanto, essereadeguatamente valutato. Pe r t a n t o ,la commissione impianti ha elabo-rato una proposta innovativa checonsiste principalmente nel preve-dere che il tradizionale “c o l l a u d otecnico amministrativo” venga ob-bligatoriamente proceduto da unaserie di operazioni specialistiche edi verifica definite “Collaudo Tecni-co funzionale”. L’onorario del “Col-laudo tecnico funzionale” viene ag-ganciato, con alcuni parametri col-lettivi, alla voce “i” di “A s s i s t e n z aal collaudo” di Tab. B come meglioprecisato nel documento approvatodal Consiglio il 22/09/98, e riporta-to in appendice. La Commissione Impianti ha suc-cessivamente predisposto, per leprincipali tipologie di impianti, unaserie di documenti che dovrannofornire ai professionisti una lineaguida per le operazioni da compierenello svolgimento del “Collaudotecnico funzionale”.

N o t a : Nei documenti citati vengo-no indicate alcune fra le principalinorme di riferimento; il collaudato-re dovrà verificare l’esistenza di al-tre specifiche in vigore al momentodel collaudo.

1. Impianti antincendio

1.1 - Documentazione tecnica mi -nima da allegare al certificato dicollaudo tecnico-funzionale:- Descrizione degli impianti ogget-

to di collaudo e delle caratteristi-che richieste dal progetto, dallespecifiche contrattuali e dalle di-sposizione legislativo-normativevigenti;

- Descrizione delle modalità utiliz-zate per le verifiche con i riferi-menti contrattuali, normativi elegislativi del caso;

- Descrizione degli strumenti utiliz-zati: costruttore, modello, classedi precisione, risoluzione e relati-vi certificati di taratura o auto-certificato del professionista;

- Verbale di collaudo finale checertifichi la rispondenza degli im-pianti alle prestazioni richiesteper essi e ai progetti.

1.2 - La documentazione tecnicaminima da allegare al certificato dicollaudo tecnico funzionale, dovràprevedere i risultati delle seguentiverifiche, misure e controlli:- Verifica di rispondenza quantita-

tiva e qualitativa dei componentiinstallati;

- Verifica della corretta installazio-ne dei componenti l’impianto;

- Verifica della presenza di docu-mentazione tecnica che definiscale modalità di manutenzione pe-riodica degli impianti, atta a ga-rantire, nel tempo, l’efficienza de-gli impianti collaudati;

- Verifica d’intervento dei sistemi dipressurizzazione alla richiesta d’e-rogazione per intervento di testi-ne sprinkler o apertura d’idranti;

- Verifica d’intervento dei sistemidi rivelazione fumi, gas, sensoritermovelocimetrici;

- Verifica d’intervento dei sistemid’azionamento automatici previ-sti in caso d’incendio, (serrantetagliafuoco, arresto della ventila-zione, attivazione segnalazionid’allarme varie, etc.);

- Controllo della certificazione delcostruttore per le prestazioni delleapparecchiature installate e ri-spondenza alle disposizioni U-NI/VVF/Legislative;

- Valutazione di portata e pressioneresidua nei punti più idraulica-mente sfavoriti;

- Verifica di corretta attivazione

delle sequenze di azioni previsteper gli impianti di spegnimentoautomatico a gas fino al solenoi-de di apertura valvole gas;

- Verifica di portata e pressione re-sidua agli idranti idraulicamentepiù sfavoriti per gli impianti dispegnimento ad idranti secondole modalità previste dalla relativanormativa vigente;

- Verifica prestazionale degli im-pianti di spegnimento automaticidi spegnimento sprinkler agli e-rogatori più idraulicamente sfa-voriti, secondo le modalità previ-ste dalla relativa normativa vi-gente.

2. Impianti di climatizzazione

2.1 - Verifiche preliminari (o anali -si critica di quelle eseguite dallaD.L.) degli impianti e delle appa -recchiature ed in particolare;- Prova idraulica delle tubazioni- Prova di tenuta dei canali- Prove di circolazione

2.2 - Verifica della rispondenza de -gli impianti alle prescrizioni con -trattuali, dal punto di vista quanti -tativo e qualitativo

2.3 - Verifica che gli impianti e leapparecchiature rispettino le normee le leggi in vigore:- norme UNI-CTI;- norme UNI-CIG;- decreti, leggi, regolamenti, circo-

latori ex ANCC, circolari e pre-scrizione V.V.F., che dovranno divolta in volta essere specificate.

2.4 - Verifica del bilanciamento de -gli impianti.

2.5 - Verifica ed approvazione delmanuale di conduzione e manuten -zione e dei relativi allegati quali di -segni as-built, elenco parti di ri -cambio, documentazione sulle ap -parecchiature installate, etc.

ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o Novembre-Dicembre 2001

47ATTIVITÀ DELL’ORDINE

2.6 - Controllo della certificazionedel costruttore circa le prestazionidelle più significative apparecchia -ture installate

2.7 - Revisione, eventuale, di partidi impianto necessaria per renderlecollaudabili e conseguente aggior -namento di disegni, schemi, rela -zioni, etc.

2.8 - Collaudo prestazionale e fun -zionale degli impianti, eseguito invarie possibili situazioni di funzio -namento: a pieno carico, nelle me -die stagioni, nelle fasi transitorie,etc. ed in particolare:2.8.1 - Misura a campione dellaportata nei canali2.8.2 - Misura a campione delleportate di diffusori e griglie2.8.3 - Misura a campione delletemperature interne ed esterne se-condo le normative vigenti2.8.4 - Misura a campione dell’u-midità dell’aria ambiente2.8.5 - Misura a campione della ve-locità dell’aria interna2.8.6 - Misura a campione dei li-velli di rumorosità ambiente2.8.7 - Misure supplementari even-tuali2.8.8 - Misura dell’efficienza deifiltri2.8.9 - Misura dell’efficienza dei re-cuperatori di calore

N . B. Dovranno inoltre essere pre-senti i seguenti documenti:

2.9 - Descrizione degli strumenti u -tilizzati con relative certificazionidi taratura

2.10 - Relazioni di collaudo speci -fiche per ogni impianto verificato:- impianto di riscaldamento- impianto di ventilazione- impianto di condizionamento- impianto di estrazione fumi, etc.

2 . 11 - Verbale di collaudo finale

che certifichi la rispondenza degliimpianti al progetto, nonché ilbuon funzionamento nelle diversecondizioni di prova

3. Impianti di depurazione

3.1 - Operazioni preliminari- Prova delle caratteristiche funzio-

nali delle macchine- Verifica della taratura degli stru-

menti e degli organi di manovra- Controllo della funzionalità e te-

nuta delle vascheIl collaudo dell’impianto di depura-zione deve riferirsi alle opere sottoelencate;

3.2 - Collaudo tecnico delle operecivili e strutture metalliche- Verifiche e prove in conformità

delle specifiche relative al tipo diopera

3.3 - Collaudo tecnico delle opereelettriche- Verifiche e prove in conformità

delle specifiche relative al tipo diimpianto

3.4 - Collaudo tecnico delle appa -recchiature elettromeccaniche:- Verifica delle prestazioni delle

apparecchiature (potenza e gradodi protezione rispetto all’ambien-te di installazione)

- Verifica delle portate dei ventila-tori e delle pompe

- Verifica dell’efficienza di ossige-nazione degli aeratori in acquapulita e nella miscela aerata

- Collaudo di tenuta delle tubazioni- Misura della portata di ricircolo

del fango- Verifica del tempo di contatto del

cloratore (volume della vasca)- Misura della rumorosità (ambien-

te esterno e locali chiusi)

3.5 - Collaudo delle opere idrauliche- Misura della portata istantanea del

liquame in uscita dall’impianto;

- Verifica dei tempi di detenzionedelle vasche (misure di portata)

- Verifica della capacità dei pozzet-ti delle pompe di sollevamento.

3.6 - Collaudo definitivoValutazione del rendimento depu-rativo del liquame, attraverso misu-re dei seguenti parametri:- Misura del BOD 5 a monte e valle

dell’impianto- Misura della concentrazione bat-

terica- Misura dei solidi sospesi- Misure degli inquinanti secondo

la tab. A legge 319/76 e normati-va regionale.

4. Impianti distribuzione gas

4.1 - Collaudo impianti meccanici(riferimento: norme UNI-CIG 91 6 7 ,9165, 8827, 9034, DM 24/11 / 8 4 )- Descrizione degli esami a vista e-

seguiti- Descrizione delle verifiche stru-

mentali eseguite- Descrizione degli strumenti uti-

lizzati e certificati di taratura de-gli stessi

- Relazione inerente l’esistenza el’idoneità delle seguenti docu-mentazioni:

- Certificati di origine e di collaudodei materiali

- Certificati di collaudo ISPESL re-lativi ai recipienti in pressione

- Certificati di collaudo idraulicodei corpi valvole

- Esami radiografici delle saldature- Verbali delle prove di portata dei

riduttori- Certificazione delle valvole di si-

curezza- Certificazione di calibratura dei

dischi venturimetrici o dei misu-ratori

- Certificazione di sigillatura ai finiUTIF

- Denuncia del costruttore alla I-SPESL di competenza dell’im-pianto tecnico (ANCC)

Novembre-Dicembre 2001

ATTIVITÀ DELL’ORDINE48ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

- Contratti per la somministrazionedi energia elettrica, telefono, ac-qua, ecc.

4.2 - Collaudo impianti elettriciPer il collaudo degli impianti elet-trici a servizio degli impianti diprelievo, riduzione e misura delgas, si rimanda a quanto specifica-to nel documento “collaudo degliimpianti elettrici”.

4.3 - Rete di distribuzione gas(riferimento: norme UNI-CIG 9165,8827, 9034, DM 24/11/1984)- Descrizione degli esami a vista e-

seguiti- Descrizione delle verifiche stru-

mentali eseguite- Descrizione degli strumenti utiliz-

zati e certificati di taratura deglistessi

- Relazione inerente le seguenti ve-rifiche e/o misure:

- Verifiche dei giunti saldati dellecondotte in acciaio;

- Misure delle profondità di inter-ramento delle tabulazioni (a cam-pione);

- Verifiche sulla consistenza deiterreni di posa e di ricoprimentodelle tabulazioni

- Verifica del funzionamento delleapparecchiature dei gruppi di ri-duzione della pressione;

- Prove di tenuta delle condotte;- Misura del potenziale delle con-

dotte in acciaio nei tratti soggettia protezione catodica;

- Verifica degli impianti di telecon-trollo.

4.4 - Impianti gas di derivazione diu t e n z a (riferimento: norme UNI-CIG 9165, 9860, 9034)- Descrizione degli esami a vista e-

seguiti- Descrizione delle verifiche stru-

mentali eseguite- Descrizione degli strumenti utiliz-

zati e certificati di taratura deglistessi

- Relazione con esiti delle prove dipressione e relativo verbale con-tenente i dati caratteristici di col-laudo.

5. Impianti elettrici

5.1 - Impianti elettrici utilizzatori(riferimento: guida CEI 64-14 Fasc.2930 e CEI 64-14-V1 Fasc. 5779)- Descrizione sintetica degli esami

a vista eseguiti- Descrizione delle verifiche stru-

mentali eseguite, dei risultati edelle modalità di esecuzione dellestesse

- Descrizione sintetica degli stru-menti utilizzatori: costruttore,modello, valore misurato (medio,efficace, etc.), classe di precisio-ne, risoluzione, portata, etc.

- Certificati di taratura degli stru-menti utilizzati rilasciati da entiabilitati o autocertificati del pro-fessionista, con indicazione, tral’altro, dell’ente che ha effettuatola taratura, della classe di preci-sione dello strumento e della datadi taratura

5.2 - Collaudo degli impianti elet -trici utilizzatori e verifiche (riferi -mento: guida CEI 64-14 Fasc.2930 e CEI 64-14-V1 Fasc. 5779)

5.2.1 - Verifiche strumentali- Prova della continuità dei con-

duttori di terra, di protezione edequipotenziali

- Misura della resistenza di terra- Controllo di funzionalità degli in-

terruttori differenziati- Misura dell’impedenza dell’anello

di guasto- Misura delle tensioni di contatto

per guasti in bassa tensione- Misura delle tensioni di contatto e

di passo in media e alta tensione- Prova del grado di protezione

contro i contatti diritti- Prova di protezione per sistemi a

bassissima tensione di sicurezza

( S E LV) e bassissima tensione diprotezione (PELV)

- Prove di tensione applicata - Prove di funzionamento di unità

d’impianto (impianti di emergen-za, apparecchiature prefabbricate,sistemi di comando e blocchi, etc.)

- Prove di polarità- Misura della resistenza d’isola-

mento- Prova di tensione applicata

5.2.2 - Esami a vista- Protezione con interruzione auto-

matica dell’alimentazione- Protezione per separazione elet-

trica- Protezione mediante bassissima

tensione di sicurezza (SELV) e diprotezione (PELV)

- Protezione mediante componentidi classe II o con isolamento e-quivalente

- Protezione per mezzo di luoghinon conduttori

- Protezione per mezzo di collega-menti equipotenziali locali nonconnessi a terra

- Protezione per limitazione dellacorrente elettrica e/o della caricaelettrica

- Isolamento delle parti attive- Involucri o barriere- Ostacoli e distanziamenti- Identificazione dei circuiti- Scelta dei componenti e corretta

installazione, misure di protezio-ne contro le influenze esterne

- Accettabilità per interventi opera-tivi e di manutenzione

- Rischio di ustione- Rischio di incendio in luoghi or-

dinari- Rischio di surriscaldamento- Protezioni dalle sovracorrenti e

scelte dei conduttori in relazionealla portata

- Scelta dei componenti ed accessi-bilità

- Posa dei conduttori- Sezionamento- Interruzione per manutenzione

ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o Novembre-Dicembre 2001

49ATTIVITÀ DELL’ORDINE

non elettrica- Comando ed arresto di emergenza- Dispositivi di comando funzionale- Componenti elettrici e corretta

installazione- Identificazione dei circuiti e dei

dispositivi di protezione- Accessibilità per interventi opera-

tivi e di manutenzione- Condutture e connessioni- Impianti di ambienti ed applica-

zioni particolari

6. Impianti idrici

6.1 - Idrici in pressioneDescrizione e verifiche di confor-mità dell’impianto realizzato con ilprogetto esecutivo e le prescrizionicontrattuali, anche in funzione del-la normativa sul c.a. e relativa allecostruzioni antisismiche.

6.1.1 - Verifica dello stato patrimo-niale degli impianti (proprietà, ser-vitù, occupazioni temporanee e re-lativi eventuali contenziosi)

6.1.2 - Verifica della parte idraulica:- Prova di pressione delle tubazioni

riferimento: norme UNI 6363/84(acciaio), UNI 5336/69 (ghisa gri-gia), UNI ISO 2531/81 (ghisa sfe-roidale)

- Prova di tenuta dei giunti e deipezzi speciali riferimento: normeUNI EN 545, UNI 4920, UNI 7318

- Prova dell’efficienza degli organidi manovra e controllo riferimen-to: norme UNI 9245, UNI 10269

- Prova dell’efficienza degli organidi misura

- Prove di portata delle condotte- Controllo del rivestimento interno

ed esterno, a vista, e/o con prove- Scintillometriche sulle tubazioni

riferimento: norme UNI 90099/89,UNI 101 21, UNI ISO 5256 (ove ne-cessario con saggi a campione perle condotte interrate)

6.1.3 - Verifica che gli impianti e le

apparecchiature di misura e con-trollo rispettino le leggi e le normein vigore e che abbiano i collauditecnici eseguiti in fabbrica

6.1.4 - Verifica delle opere murarie(corsetti, reggispinta, baggioli, etc.)contenenti e/o a servizio di impian-ti, con eventuali saggi a campione- Verifica della qualità del terreno

di posa del materiale dell’impian-to (con saggi a campione se rite-nuto necessario)

- Prove di carico sul terreno costi-tuente il piano di posa delle con-dotte (se ritenute opportune)

- Verifica dello stato elettrochimicodei terreni di posa

- Verifica dello stato elettrico con-dotta/terreno

6.1.5 - Verifica dell’impianto diprotezione catodica, se previsto.

6.2 - Idrici di scarico (acque reflue)Verifica degli impianti di scarico erelazione d’accompagnamento alladocumentazione di collaudo

6.2.1- di carattere generale:- Descrizione e verifiche di confor-

mità dell’impianto realizzato conil progetto esecutivo e le prescri-zioni contrattuali, anche in fun-zione della normativa sul c.a. e re-lativa alle costruzioni antisismiche

- Verifica dello stato patrimonialedegli impianti (proprietà, servitù,occupazioni temporanee e relativieventuali contenziosi)

- Nota di compatibilità degli im-pianti con i regolamenti locali difognature (comunali o private) econ la legge sugli scarichi (LeggeMerli e successive modificazioni,abilitabilità, ASL, etc.)

6.2.2 - di carattere unico:- Controllo dell’ispezionabilità de-

gli impianti in doppia camera (o-ve prescritto)

- Verifica delle regolari pendenze

delle tubazioni di scarico (1% ÷2%)

- Verifica dei diametri minimi dellemontanti e delle orizzontali

- Verifica della presenza di sfiati edelle corrette ventilazioni

- Verifica del regolare smaltimentodelle portate di scarico (che si ve-rifichino senza depositi, intoppi origurgiti dannosi)

- Verifiche di tenuta dei raccordi edei giunti delle tubazioni

- Verifica della corretta manuten-zione di sifoni, braghe, etc.

N.B. Il collaudatore deve relaziona-re sulla regolare possibilità di eser-cizio e di manutenzione ordinariadell’impianto

7. Impianti di illuminazione

7.1 - Interni (rif.: UNI 10 3 8 0 / 9 4 ;UNI 10380-A1/99; UNI 10 5 3 0 / 9 7 ,UNI 10840/00; Legge 422/00; De -creto M.I.C.A. 2/4/98 “c e r t i f i c a z i o n edelle caratteristiche energetiche degliedifici e degli impianti”)- Descrizione sintetica delle misure

effettuate (illuminamento, lumi-nanze, ect.), inclusi i risultati del-le misure e le modalità di esecu-zione delle stesse

- Descrizione degli strumenti utiliz-zati: costruttore, modello, classedi precisione, risoluzione;

- Certificati di taratura degli stru-menti utilizzati rilasciati da entiabilitati o autocertificati del pro-fessionista, con indicatore, tral’altro, dell’ente che ha effettuatola taratura, della classe di preci-sione dello strumento e della datadi taratura

7.2 - Stradale (riferimento: normaUNI 10439/95)- documentazione: come per gli in-

terni

7.3 - Sportiva (riferimento: normaUNI 9821/91)

Novembre-Dicembre 2001

ATTIVITÀ DELL’ORDINE50ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

- documentazione: come per gli in-terni

7.4 - Illuminazione di sicurezza (ri -ferimenti: norma CEI 64-8, DM19/8/96; UNI 9316/89; UNI EN1838/00)- documentazione: come per gli in-

terni

7.5 - Illuminazione naturaleNon esiste in Italia un riferimentonormativo per il collaudo degli edi-

fici in relazione all’illuminazionenaturale.Tuttavia, tenendo presente le nor-mative di legge (il DM 18/12/75sull’edilizia scolastica, la norma U-NI 10840/00, la norma UNI10380/94, la norma UNI 10 3 8 9 -A1/99, la norma UNI 10 819/99), ela letteratura tecnica specializzatain materia, si ritiene ragionevole laseguente documentazione minima:- Risultati delle verifiche strumen-

tali relative al “fattore medio di

luce diurna” per ciascun ambien-te oggetto del collaudo

- Descrizione delle modalità di mi-sura

- Descrizione sintetica degli stru-menti utilizzati: precisione, por-tata, etc.

- Certificato di taratura degli stru-menti o autocertificazione delprofessionista relativa all’enteche ha effettuato la taratura, laclasse di pressione e la data di ta-ratura.

E s t ratto del verbale del 22/09/1998

Si passa alla discussione dell’11° puntod e l l ’ O. d . G .Criteri tariffari per lavori fuori provinciae collaudi impiantisticiIl Consiglio approva i criteri tariffari chesi allegano al presente verbale (Allegaton. 2)La Commissione Impianti preparerà undisciplinare delle prestazioni minimeper ogni tipo di collaudo impiantisticot e c n i c o - f u n z i o n a l e .

… omissis…Il Consiglio ratifica

… omissis…

Allegato n. 2 al verbale del 22/09/1998Proposta Commissione Impianti (verbaledel 01 / 07 / 1 9 9 8 )

ONORARIO PER IL COLLAUDO TECNI-CO-FUNZIONALE DI IMPIANTI

La tariffa professionale vigente derivadalla legge 2/3/1949 n. 143 basata sullalegge 24/6/1923 n. 1395 e sul regola-mento approvato con R.D. 23/10 / 1 9 2 5n. 2375.50 anni or sono quanto fu importa laTariffa Professionale, l’impiantistica co-stituiva un elemento complementaredella parte edile e strutturale.Negli ultimi decenni si è assistito ad u-na evoluzione straordinaria dell’impian-tistica che è chiamata a rispondere ade-guatamente ad esigenze nuove:- Compatibilità ambientale- ambiente esterno: risparmio energeti-

co, basso inquinamento atmosferico

ed acustico- ambiente interno: comfort termoigro-

metrico, illuminotecnico, acustico, ol-fattivo, elettromagnetico

- Sicurezza degli operatori, degli utenti,del servizio

- Q u a l i t àQueste esigenze vengono definite danormative italiane, comunitarie, inter-nazionali sempre più articolate, com-plesse, severe che si accavallano a ritmospesso frenetico.In questo contesto il collaudo di opereimpiantistiche costituisce opera di altaingegneria che richiede massima com-petenza ed esperienza.All’esterno le operazioni di prove e col-laudo degli impianti vengono retribuitequasi come l’intera progettazione. Si in-troduce la seguente modifica concettua-le consistente nell’imporre che il tradi-zionale “collaudo tecnico amministrati-vo” venga obbligatoriamente precedutoda una serie di operazioni specialistichedefinite “collaudo tecnico-funzionale” ilcui onorario viene agganciato alla voceassistenza al collaudo prevista alla vocei) di Ta b. B. L’onorario viene calcolato,ai sensi dell’art. 14 della legge 143/49con riferimento alle varie categorie del-la classe corrispondente alla progetta-zione, applicando la percentuale relati-va all’importo degli impianti e prenden-do in conto l’aliquota i) della Ta b. B coni seguenti coefficienti moltiplicativi de-terminanti entro i limiti minimo e mas-simo in relazione alla complessità delleo p e r a z i o n i :Per gli impianti di riscaldamento:

1,0 - 1,3Per gli impianti di condizionamento:

1,2 - 1,5

Per gli impianti idrosanitari: 0,5 - 0,6

Per gli impianti elettrici, illuminazione eaffini:

1,0 - 1,3Per collaudi eseguiti in corso d’opera lealiquote precedentemente indicate sa-ranno maggiorate del 30%.Nel caso non venisse fornito il progettoesecutivo dell’impianto, l’onorario per ilrilievo e la ricostruzione del progettoimpiantistico sarà determinato appli-cando i punti a), b), c) della Tabella Brelativamente alla classe e categoria dia p p a r t e n e n z a .Gli oneri accessori saranno determinatiin analogia a quanto previsto per il col-laudo tecnico-amministrativo.Il collaudo tecnico funzionale dovràc o m p r e n d e r e :a ) relazione illustrativa dell’opera;b ) copia di tutti gli elaboratori grafici

di progetto;c ) esame della impostazione generale

della progettazione degli schemi dicalcolo del materiale e delle appa-recchiature previste nel progetto op-pure nel caso non venisse fornito ilprogetto esecutivo la redazione o ri-costruzione del progetto impiantisti-c o ;

d ) esame della documentazione pro-dotta dalla Direzione Lavori (certifi-cati dei materiali, relazioni, elabora-tori, grafici, ecc.) da allegare in co-p i a ;

e ) verbale delle visite di collaudo e del-le operazioni effettuate durante les t e s s e ;

f ) verbale delle eventuali prove e rilie-vi effettuati durante la visita; certifi-cato di collaudo.

ORDINE DI NAPOLI

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51NOTE PROFESSIONALI

Premessa

L'affermazione, ormai avviata, delFascicolo del fabbricato c o m p o r t a ,per i professionisti del settore edile,una lunga stagione di indagini do-cumentate sul patrimonio edilizio e-sistente in Italia, e con esso l'affer-mazione di strumenti di indaginestrumentale altamente affidabili e difacile impiego.

Ricordando che l'ordine degli in-gegneri di Napoli a buon diritto puòdirsi promotore di questa nuova sta-gione, in quanto all'interno del suoconsiglio per primi in Italia si pro-pose l'instaurazione obbligatoria diun fascicolo per ciascun fabbricato,ci pare qui opportuno fornire ai col-leghi qualche suggerimento, sia purapprossimativo, su come organiz-zarsi per poter rispondere alle ri-chieste di enti pubblici e privati perfornire informazioni certe sullo sta-to dell'esistente, e non solo sotto ilprofilo statico, ma ad esempio quel-lo afferente ai consumi energetici,allo stato degli impianti e così via.

Ci torna, a tal proposito, in menteuna breve nota che avemmo a pub-blicare sul numero di dicembre 1988di “Istruzione Tecnica e Professiona-le" (ed. Fratelli Palombi di Roma),quando ipotizzammo che i successi-vi decenni “nel settore edilizio, sa-ranno certamente caratterizzati dainterventi sempre più mirati allamanutenzione, alla ristrutturazioneed al recupero degli edifici di anticacostruzione, specialmente nei centristorici". Fu in quella occasione chesegnalammo la esigenza di affinarestrumenti diagnostici che consentis-sero di “conoscere in termini certi lecaratteristiche degli edifici esistenti,sia in termini planovolumetrici chestatici, nonché per la fattibilità diinterventi innovativi" sotto il profilodi stabilità statica, fruibilità e im-piantistica.

Non basta più conoscere le perfet-te geometrie attraverso rilievi archi-tettonici e fotogrammetrici, e conessi lo stato degli intonaci, le fessu-razioni superficiali. Occorre guardardentro al sistema edilizio, individua-

La sala Convegni dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli

Le tecniche termograficheper le indagini sui fabbricatiA CURA DI PIETRO ERNESTO DE FELICE*

* Vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli

Novembre-Dicembre 2001

NOTE PROFESSIONALI52ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

re le tipologie delle murature e dellefondazioni, il loro stato di conser-vazione al di sotto degli intonaci, icavedi occulti, il comportamento aiflussi termici ed alla penetrazione diumidità, la “storia" dei successiviinterventi di manutenzione e modi-fica, la reale consistenza strutturaleecc.

Indagini che è certamente possibi-le effettuare attraverso saggi di-struttivi, abbattendo e ricostruendoparti fin talvolta ad distruggere an-che significativi aspetti sotto il pro-filo architettonico, a meno di nonvoler limitare l'indagine a pochipunti con conseguente limitata at-tendibilità dei responsi.

Da qui l'esigenza di ricorrere adindagini non distruttive, dalle ondeacustiche agli ultrasuoni, ma sem-pre più attivamente negli ultimitempi mediante l'impiego della ter-mografia infrarossa.

La termografia infrarossaLa termografia infrarossa consiste

nella visualizzazione della distribu-zione di energia raggiante sulle pa-reti di un edificio, mediante un si-stema televisivo otticamente sensi-bile ad emissioni in lunghezza d'on-da generalmente tra 3 e 6 m o tra 8e 15 m. Essa consente di effettuaresu dette pareti misurazioni di tem-perature con buona apprezzabilità,fino a variazioni di 1/10 di °C, at-traverso la misurazione delle ondeelettromagnetiche che emette ognioggetto che abbia una temperaturasuperiore a zero gradi assoluti (-273°C). L’energia che un corpo fisi-co irradia dipende essenzialmentedalla sua temperatura superficialeche, a sua volta, è influenzata dallaconducibilità termica e dal calorespecifico che traducono l’attitudinedi un corpo a trasmettere calore o aritenerlo. Il trasporto di energia ter-mica avviene sotto forma di radia-zioni elettromagnetiche, normal-mente localizzate nella banda infra-

rosso. Quando la superficie di uncorpo è investita da radiazioni, par-te di queste sono riflesse verso lasorgente, parte assorbite, parte tra-smesse.

Le modalità con cui avvengonoquesti fenomeni dipendono dallalunghezza d’onda della radiazione,dalla temperatura e natura della su-perficie del corpo radiante.

La strumentazione utilizzata per irilievi termografici è semplice e difacile uso. In genere si compone diuna telecamera (ad esempio, con unrilevatore all'antimonio di iodio)che converte la radiazione infraros-sa in segnali elettrici amplificati,che sono a loro volta graficamenterappresentati da immagini in varilivelli di grigio o in falsi colori. Essaè completata da un videoregistrato-re ed un sistema di elaborazionecomputerizzato (personal computere stampante a colori).

Potendo, infine, interfacciare il si-stema con un computer e disponen-do in tal caso di immagini in formanumerica, è possibile attraverso l’u-tilizzo di opportuni algoritmi, corre-lare l’aspetto superficiale di un cor-po ed i fenomeni o le discontinuitàinterne che influenzano tale aspet-to, in modo da ottenere automatica-mente informazioni anche su parti-colari subsuperficiali.

L'osservazione della distribuzionedelle emissioni superficiali consenteuna approfondita analisi qualitativadelle caratteristiche strutturali, ter-miche e di umidità delle pareti, oltreche il riconoscimento di fessurazio-ni, schiacciamenti, cedimenti e com-pattazioni all'interno del manufattoedile. In pratica, su una parete sipuò operare in due modi differenti:1. irradiando uniformamente calore

su una faccia della parete, ed os-servando – sulla stessa faccia- ladiversa capacità termica del ma-teriale attarverso le differentitemperature che si registrano dapunto a punto;

2. ponendo la faccia a contatto conun ambiente a temperatura u-niforme e più alta (ad esempio,la parte interna della parete e-sterna di un ambiente riscaldato)e leggendo le eventuali diversetemperature da punto a puntoconseguente alla diversa condu-cibilità termica dei materiali chela costituiscono. Le letture, inve-ro, possono essere effettuate in-differentemente sulla parete in-terna o su quella esterna; i puntidi maggiore flusso termico (mi-nore coibentazione) saranno in-dividuati come zone più caldenelle riprese termografiche ester-ne, mentre risulteranno più fred-de nelle riprese termograficheinterne.

Applicazioni del rilievo termogra f i c oUn occhio esperto nell'esame di u -

na rilevazione termografica, con ri -ferimento alle diverse colorazioneconsente di individuare –attraverso icorrispondenti diversi valori di flus -so termico- il comportamento termi -co, ma anche la presenza di fessura -zioni, compattazioni, cedimenti,presenza di corpi impropri, stato diarmature in cemento armato ecc.,fenomeni cui si accompagnano di -versi valori di flusso termico. Risul -tati di piena soddisfazione possonoottenersi studiando il diverso com -portamento delle varie parti di unaparete sottoposta a flusso termicotra due ambienti posti a diversetemperature, al fine di rilevare irre -golarità termiche negli edifici. Tra -mite analisi termografiche di questotipo sono stati spesso individuati di -fetti di isolamenti connessi al siste -ma costruttivo, come ad esempio neicomplessi residenziali per i terremo -tati di Avellino e per i sinistrati delbradisismo di Pozzuoli. Un'impor -tante applicazione del monitoraggiotermografico si è avuto nello studiodel comportamento termico degli e -difici nell'ambito del Progetto Fina -

lizzato Energia del CNR, con indagi -ni su circa 1000 edifici per apprez -zare i miglioramenti (in termini dicontenimento dei consumi energeticiper riscaldamento) in conseguenzadi interventi sia sulla coibentazionedell'involucro che sull'impianto diriscaldamento. Di grande interesseanche la sperimentazione, a mezzodi termografia, dell'ICITE (IstitutoCentrale per l'Industrializzazione ela Tecnologia Edilizia) per la defini -zione di una tecnologia di “c o l l a u d oenergetico dell'edificio".

Negli edifici già costruiti con latermografia è possibile individuare“ponti termici" o la definizione diinfiltrazioni di acqua in pareti espo -ste alle intemperie.

Anche la presenza di cavità inter -ne e grosse lesioni, come più voltesottolineato, è individuabile termo -graficamente proprio per effetto del

diverso flusso termico tra le parti diparete integra e quelle sinistrate.

ConclusioniIn sintesi, si può dire che, me-

diante l'indagine termografica, al-l’interno di un fabbricato è possibilerilevare:• elementi strutturali (quali travatu-

re di sostegno di solai etc.);• elementi non strutturali ( camini,

finestre, canne fumarie occultateda intonaco o murature successi-ve);

• canalizzazioni, impianti idrici etc;• difetti strutturali come ponti ter-

mici, mancanza di isolamento, in-filtrazioni, ritenzione idrica etc.Le indagini condotte all’esterno diun fabbricato possono consentiredi individuare:

• particolare architettonici occlusida intonaco;

• anomalie strutturali (aperturetompagnate);

• umidità di risalita;• difetti strutturali come ponti ter-

mici, giunti, scarso isolamento inparete o sulla copertura.Le risultante di ciascuna delle in-

dagini segnalate hanno valore qua-litativo: spetta al tecnico interpre-tarle in modo corretto., Sul piano“quantitativo", l'efficacia dell'inda-gine termografica e ancora da defi-nire in molti suoi aspetti, ma nonv'è dubbio che anche in questo sen-so il futuro non può che riservarepositivi perfezionamenti.

E’ appena il caso di segnalare, in-fine, che l’indagine termografica sumanufatti non implica l’abbandonodegli immobili da parte degli abi-tanti o l’interruzione di qualsiasi ti-po di attività all’interno o all’ester-no dei locali esaminati.

ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o Novembre-Dicembre 2001

53NOTE PROFESSIONALI

Leggi e circolariLegge 9 novembre 2001, n. 401 C o n v e rsione in legge, con modificazioni, del decre t o -legge 7 settembre 2001, n. 343, recante disposizioniu rgenti per assicura re il coordinamento operativo dellestrutture preposte alle attività di protezione civile.

Gazzetta Ufficiale n. 262 del 10 novembre 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeliberazione del 26 luglio 2001 Possibilità per le imprese di recente costituzione di parte-cipare ai pubblici appalti (Deliberazione n. 288).

Gazzetta Ufficiale n. 261 del 9 novembre 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeterminazione n. 21 del 7 novembre 2001 Chiarimenti alle stazioni appaltanti in ordine alla validitàdelle certificazioni dei sistemi di gestione per la qualitàrilasciate dagli organismi accreditati dal Sincert (art. 19del Dpr 34/2000; art. 8, comma 11 - q u a t e r, della legge109/94 e s.m.).

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciComunicato Stampa del 7 novembre 2001 Sicurezza nei cantieri - Al Responsabile del procedimentoil compito di garantire il rispetto delle norme.

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciComunicato del 6 novembre 2001 Normativa in materia di sicurezza nei cantieri.

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeliberazione del 5 novembre 2001 Associazioni temporanee d’impresa (Deliberazione n. 377).

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeliberazione del 6 giugno 2001 Clausole in materia di progettazioni e relativa responsabi-lità a carico delle imprese (Deliberazione n. 236).

Gazzetta Ufficiale n. 257 del 5 novembre 2001

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Legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione

Gazzetta Ufficiale n. 248 del 24 ottobre 2001

Decreto Legislativo 6 giugno 2001, n. 378 Disposizioni legislative in materia edilizia (Testo B). D e c reto del Presidente della Repubblica 6 giugno2001, n. 379 Disposizioni regolamentari in materia edilizia (Testo C). D e c reto del Presidente della Repubblica 6 giugno2001, n. 380 Testo unico delle disposizioni legislative e re g o l a m e n t a r iin materia edilizia (Testo A).

Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 245 del20 ottobre 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeterminazione n. 20 del 4 ottobre 2001 Finanza di progetto.

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeterminazione n. 19 del 27 settembre 2001 Chiarimenti alle stazioni appaltanti in ordine alla stesuradei bandi di gara (art. 1, art. 30 e allegato A del DPR34/2000; art. 73 del Dpr 554/99).

Gazzetta Ufficiale n. 243 del 18 ottobre 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeterminazione n. 18 del 26 luglio 2001 Incarichi di progettazione di importo stimato inferiore a40.000 Euro.

Gazzetta Ufficiale n. 241 del 16 ottobre 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeterminazione n. 17 del 26 luglio 2001 Ammissibilità di aggiudicazione della gara in presenza diun’unica offerta valida.

Gazzetta Ufficiale n. 240 del 15 ottobre 2001

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Consiglio Nazionale dei GeologiCircolare n. 146 del 28 maggio 2001 Polizza ex art. 30, comma 5, legge 109/94, relativa alleattività professionali del geologo - Pa re re dell'Autorità perla Vigilanza sui Lavori Pubblici n. 211 8 8 / 01/SEGR. Il Consi-glio Nazionale dei Geologi si conforma al pare re dell'Auto-rità evidenziando che l'attività professionale del geologo,relativo alla progettazione delle opere pubbliche costitui-sce momento essenziale della progettazione stessa nel suocomplesso, condividendone l'impostazione, la re a l i z z a z i o n eed i rischi. Relativamente poi all'applicazione dell'art. 10 5del Dpr 554/1999 "Polizza assicurativa del progettista" ilConsiglio evidenzia che tale assicurazione è diretta a copri-

Novembre-Dicembre 2001

LEGGI E CIRCOLARI54ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

re la responsabilità del progettista esterno per i rischi deri-vanti da errori od omissioni nella redazione del pro g e t t oesecutivo o definitivo. Essendo l'attività del geologo, com-p resa nell'attività di progettazione e facendo parte inte-g rante tanto del progetto definitivo che di quello esecuti-vo, non può che comportare in capo ai professionisti geo-logi l'obbligo di stipulare la sopra richiamata polizza.

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Ministero dei Lavori PubbliciDecreto 5 giugno 2001 Sicurezza nelle gallerie stradali.

Gazzetta Ufficiale n. 217 del 18 settembre 2001

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Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 325 Ripubblicazione del testo del decreto legislativo 8 giugno2001, n. 325, recante: "Testo unico delle disposizioni legi-slative in materia di espropriazione per pubblica utilità.(Testo B)", corredato delle relative note. (Decreto pubbli-cato nel supplemento ordinario n. 211/L alla Gazzetta Uf-ficiale - serie generale - n. 189 del 16 agosto 2001).

Decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 326 Ripubblicazione del testo del decreto del Presidente dellaRepubblica 8 giugno 2001, n. 326, recante: "Testo unicodelle disposizioni regolamentari in materia di espro p r i a-zione per pubblica utilità. (Testo C)", corredato delle rela-tive note. (Decreto pubblicato nel supplemento ordinarion. 211/L alla Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 189del 16 agosto 2001).

Decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 Ripubblicazione del testo del decreto del Presidente dellaRepubblica 8 giugno 2001, n. 327, recante: "Testo unicodelle disposizioni legislative e regolamentari in materia die s p ropriazione per pubblica utilità. (Testo A)", corre d a t odelle relative note. (Decreto pubblicato nel supplementoordinario n. 211/L alla Gazzetta Ufficiale - serie generale -n. 189 del 16 agosto 2001).

Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 214 del 14 settembre 2001

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Ministero della SanitàDecreto 5 aprile 2001 Individuazione dei progetti presentati dalle regioni per lariqualificazione dell'assistenza sanitaria nei grandi centriurbani di cui all'art. 71 della legge 23 dicembre 1998, n.448, beneficiari del cofinanziamento e ripartizione dellerelative risorse finanziarie.

Gazzetta Ufficiale n. 214 del 14 settembre 2001

Decreto Legge 7 settembre 2001, n. 343 Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento ope-rativo delle strutture preposte alle attività di pro t e z i o n ecivile.

Gazzetta Ufficiale n. 210 del 10 settembre 2001

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Ministero del Lavoro e della Previdenza SocialeDecreto 2 maggio 2001 Criteri per l'individuazione e l'uso dei dispositivi di prote-zione individuale (Dpi).

Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 209 del 8 settembre 2001

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Ministero dei Lavori PubbliciDecreto 17 maggio 2001 I n t e g razione dei finanziamenti a favore degli enti localiper la promozione di programmi innovativi in ambito ur-bano e di sviluppo sostenibile del territorio.

Gazzetta Ufficiale n. 208 del 7 settembre 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeterminazione n. 15 del 18 luglio 2001 P roblemi inerenti la partecipazione alle gare di appaltodelle associazioni temporanee di imprese.

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeliberazione del 3 agosto 2001, n. 274 Aic Spa Assicurazioni per industria e costruzioni - Polizzadel progettista articolo 30, comma 5, della Legge 109/94. In seguito ad un quesito avanzato da una società di as -sicurazioni, relativo alla necessità di estendere la coper -tura assicurativa anche ai geologi, l'Autorità ha stabilitoche il geologo, in quanto firmatario del relativo elabora -to facente parte del progetto esecutivo, è re s p o n s a b i l edella propria attività svolta nell'ambito dell'incarico diprogettazione. Per tale motivo ed in relazione alla propriaattività professionale, il geologo sarà pertanto tenuto ap re s e n t a re, unitamente al progettista dell'esecutivo, lapolizza di cui all'art. 30, comma 5, della Legge 109/94.

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Ministero dei Trasporti e della NavigazioneDecreto 2 maggio 2001 Ripartizione delle risorse di cui all'art. 9 della legge n. 41 3del 1998, rifinanziate dall'art. 54, comma 1, della legge n.488 del 1999 e dall'art. 144, comma 1, della legge n. 388del 2000 per la realizzazione di opere infra s t r u t t u rali di am-pliamento, l'ammodernamento e riqualificazione dei porti.

Gazzetta Ufficiale n. 199 del 28 agosto 2001

Novembre-Dicembre 2001

55LEGGI E CIRCOLARIORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Novembre-Dicembre 2001

LEGGI E CIRCOLARI56

Decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328 Modifiche ed integrazioni della disciplina dei requisiti perl'ammissione all'esame di Stato e delle relative prove perl ' e s e rcizio di talune professioni, nonchè della disciplinadei relativi ordinamenti.

Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 190 del 17 agosto 2001

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Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 325 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di e-spropriazione per pubblica utilità. (Testo B). Decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 326 Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia diespropriazione per pubblica utilità. (Testo C). Decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari inmateria di espropriazione per pubblica utilità. (Testo A).

Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 189 del 16 agosto 2001

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Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e TecnologicaDecreto 21 maggio 2001 Modifica all'equipollenza della laurea in pianificazioneterritoriale, urbanistica e ambientale alle lauree in inge-gneria civile e architettura ai fini e nei limiti dell'ammis-sione ai pubblici concorsi per l'assegnazione di borse distudio. Il presente decreto modifica il precedente Dm 11 maggio2000 attribuendo alla laurea in Pianificazione territorialeurbanistica e ambientale l'equipollenza alle lauree in in -gegneria civile e architettura ai fini e nei limiti dell'am -missione ai pubblici concorsi per l'assegnazione di borsedi studio.

Gazzetta Ufficiale n. 168 del 21 luglio 2001

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Ministero dei Lavori PubbliciDecreto 14 marzo 2001 n. 292 Regolamento per la disciplina delle categorie di docu-menti sottratti al diritto di accesso, in attuazione dell’ar-ticolo 24, comma 4, della legge n. 241/90.

Gazzetta Ufficiale n. 165 del 18 luglio 2001

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Ministero dei Lavori PubbliciDecreto 11 aprile 2001 A p p rovazione della graduatoria relativamente ai pro-

grammi di iniziativa comunitaria concernenti la rivitaliz-zazione economica e sociale delle città e delle zone adia-centi in crisi, per promuovere uno sviluppo urbano soste-nibile.

Gazzetta Ufficiale n. 164 del 17 luglio 2001

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Ministero dei Lavori PubbliciDecreto 28 marzo 2001 Ammissione al finanziamento di ulteriori 28 programmi diriqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del terri-torio (Prusst).

Gazzetta Ufficiale n. 164 del 17 luglio 2001

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Decreto legislativo 8 giugno 2001, n.231 Disciplina della responsabilità amministrativa delle perso-ne giuridiche, delle società e delle associazioni anche pri-ve di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 dellalegge 29 settembre 2000, n. 300.

Gazzetta Ufficiale n. 140 del 16 giugno 2001

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Ministero dei Lavori PubbliciDecreto 9 maggio 2001 Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazioneurbanistica e territoriale per le zone interessate da stabili-menti a rischio di incidente rilevante. Sulla base di questo decreto, che da attuazione al D.Lgs.344/99, Regioni, Provincie e Comuni dovranno, entro il 9agosto, adeguare gli strumenti urbanistici se sul pro p r i oterritorio esistono stabilimenti industriali a rischio di inci-dente rilevante. Obbligatoria anche la valutazione dicompatibilità territoriale e ambientale degli insediamentiindustriali pericolosi.

Gazzetta Ufficiale n. 138 del 16 giugno 2001

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C.I.P.E.Deliberazione 3 maggio 2001 Finanza di progetto: attuazione dell'art. 57, legge n.388/2000, ed integrazioni alla delibera n. 80/1999. (Deli-berazione n. 57/2001).

Gazzetta Ufficiale n. 161 del 13 luglio 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciAtto di regolazione del 5 luglio 2001, n. 14 P recisazioni funzionali ad eliminare le re m o re alla pienaoperatività del sistema della finanza di progetto. Bozza di lettera di asseverazione predisposta dall’Abi datrasmettere all’Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici.

ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Novembre-Dicembre 2001

57LEGGI E CIRCOLARIORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Ministero delle FinanzeAgenzia delle Entrate Direzione Centrale Normativa e ContenziosoRisoluzione del 27/06/2001 n. 96 La risoluzione origina da un quesito posto sul trattamen -to tributario agli effetti dell'imposta di bollo per la de -nuncia di inizio attività. L'ufficio richiedente riteneva ap -plicabile l'imposta di bollo alla denuncia di inizio attivitàin quanto la considera un atto del privato sostitutivo diun consenso della Pubblica Amministrazione che, benchénon integrativa di provvedimento amministrativo, lo so -stituisce a tutti gli effetti. La Direzione Centrale del Mini -stero delle Finanze non condivide quanto espresso dal ri -chiedente. Si ritiene infatti, che le denunce in questioneassumono autonoma rilevanza e non sono da assimilarealle istanze volte ad ottenere l'emanazione di un provve -dimento che peraltro non è previsto. Con l'entrata in vi -gore della legge 7 agosto 1990, n. 241 - recante norme inmateria di procedimento amministrativo e di diritto diaccesso ai documenti amministrativi - vige ormai la re -gola, con l'esclusione di poche eccezioni, che l'esercizio diun'attività privata non sia subordinato ad autorizzazio -ne, licenza, nulla osta o altro atto di consenso comunquedenominato. L'amministrazione competente può soltan -to, effettuati gli opportuni accertamenti entro il terminep refissato, comunicare il divieto a pro s e g u i re l'attività.Non essendo prevista l'emanazione di un provvedimentoautorizzativo all'esercizio, non è possibile far rientra retra le istanze volte ad ottenere un provvedimento le de -nuncie di inizio attività in argomento che sono infatti daconsiderare come semplici comunicazioni e pertanto nonsoggette ad imposta di bollo, salvo beninteso, l'ipotesidel caso d'uso (quando gli atti sono presentati all'Ufficiodelle Entrate per la registrazione).

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Ministero dell'AmbienteDecreto 4 maggio 2001 O rganizzazione e funzionamento del Comitato di coord i n a-mento e armonizzazione dei pro g rammi di cartografia geo-logica e geotematica, istituito dall'art. 3-bis del decre t o -legge 12 ottobre 2000, n. 279, convertito, con modificazio-ni ed integrazioni, dalla legge 11 dicembre 2000, n. 365.

Gazzetta Ufficiale n. 156 del 7 luglio 2001 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 aprile 2001, n. 266 Regolamento relativo alla gestione delle spese ed al ren-diconto dell'Autorità per la Vigilanza sui Lavori pubblici.

Gazzetta Ufficiale n. 155 del 6 luglio 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDelibera 21 giugno 2001 Nell'appalto concorso, al momento dell'aggiudicazionedella gara, il progetto diviene di proprietà dell'ente appal-

tante. Il progettista e l'impresa perdono ogni diritto suglielaborati e non possono rivendicare la mancata fedele e-secuzione del progetto elaborato. Al progettista spettaperò il diritto di venire interpellato in caso di varianti.

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Ministero dei Lavori PubbliciUfficio Studi e LegislazioneLettera del 23 maggio 2001, prot. 985/400/84 Decreto del ministero della Giustizia 4 aprile 2001, recan-te l'aggiornamento delle tariffe spettanti ad ingegneri eagli architetti. Nella lettera di chiarimento indirizzata al Consiglio na -zionale dei Geometri si precisa che il decreto in oggetto èstato emanato, come si evince dalle premesse, in attua -zione dell'art. 17, comma 14-bis della legge 109/94. Per -tanto, i corrispettivi ivi indicati, si applicano a tutte leattività di progettazione ed alle altre prestazioni previstedalla legge quadro sui Llpp, da chiunque effettuate, ivicompresi i geometri, periti industriali, etc., nei limiti, co -me è ovvio, delle specifiche competenze.

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Ministero della GiustiziaDirezione Generale Libere ProfessioniLettera del 31 maggio 2001, prot. 7/3700600LF3/1594/UDecreto Interministeriale 4/4/2001 ex art. 17, co. 14-bis L. 109/1994 e successive modifiche. In risposta al quesito del Consiglio Nazionale dei Geometri,il Ministero della Giustizia condivide l'affermazione delM i n i s t e ro dei Llpp., secondo la quale i corrispettivi indicatinel decreto interministeriale si applicano a tutte le attivitàdi progettazione ed alle altre prestazioni previste dallalegge quadro sui Llpp, anche quando effettuate dalla cate-goria dei geometri, nei limiti delle specifiche competenzeattualmente previste dalla legislazione vigente.

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Ministero dei Lavori PubbliciDecreto 27 dicembre 2000, n. 456 Regolamento concernente l'istituzione di un fondo desti-nato alle spese per l'attività di progettazione di cui all'arti-colo 9 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertitodalla legge 23 maggio 1997, n. 135, come modificato dal-l'articolo 13, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144.

Gazzetta Ufficiale n. 136 del 14 giugno 2001

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Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'ArtigianatoDecreto 10 maggio 2001 Determinazione delle risorse da tra s f e r i re ai comuni perl'attuazione degli interventi nelle aree di degrado urbano.

Gazzetta Ufficiale n. 136 del 14 giugno 2001

Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDelibera del 31 maggio 2001, n. 229 Quesito posto dall'Associazione Nazionale Imprese Esecu-trici Opere di Fondazione (Anief) di Roma, in ordine ai cri-teri di scelta della categoria prevalente. L'Autorità si allinea al Ministero dei Llpp e conferma cheil divieto di subappalto vige solo se tutte le lavorazionis u p e rspecializzate superano il 15% dell'importo. Relati -vamente alla individuazione della categoria pre v a l e n t e ,l'Autorità si affida al solo criterio quantitativo.

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeterminazione del 24 maggio 2001, n. 13 Appalti per opere protettive di sicurezza stradale (barrierestradali di sicurezza).

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Regione CampaniaDeliberazione Giunta Regionale del 27 aprile 2001, n. 1707Art. 3 Legge n. 122/89 "Disposizioni in materia di par-cheggi ..." - Attuazione deliberazione di Consiglio regio-nale 53/1 del 31/12/1999. Pubblicato l'elenco dei 28 parcheggi finanziati e l'am -m o n t a re delle risorse disponibili (circa 35 miliardi). Sitratta della prima applicazione della legge Tognoli per icomuni minori.

B.U.R.C. n. 29 del 4 giugno 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeterminazione del 22 maggio 2001, n. 12 Aspetti problematici fornitura e posa in opera.

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Presidenza del Consiglio dei MinistriDipartimento della Protezione CivileDecreto 3 maggio 2001 Approvazione dei modelli per il rilevamento dei danni aibeni appartenenti al patrimonio culturale. La Protezione civile ha reso obbligatorie le schede di rile -vamento danni per la salvaguardia dei Beni culturali. Leschede, utilizzate dalla Sovrintendenza, Vigili del Fuoco evolontari serviranno a dare una prima stima dei danni do -po una calamità naturale (terremoto, alluvione, ecc.). Leprime schede pubblicate in Gazzetta riguardano le chiese.

Gazzetta Ufficiale n. 116 del 21 maggio 2001

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Ministero dell'AmbienteDecreto 8 marzo 2001 Nuova perimetrazione del sito di interesse nazionale "Li-torale Domizio Flegreo e Agro Aversano". La perimetrazione del sito di interesse nazionale "Litorale

Domizio Flegreo e Agro Aversano", disposta con Dm 10gennaio 2000, è integrata con l'inserimento dei comunidi Castello di Cisterna e Pomigliano d'Arco.

Gazzetta Ufficiale n. 123 del 29 maggio 2001

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Decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 2001, n. 177 Regolamento di organizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti Il nuovo Ministero nasce dalla fusione del Ministero deiLavori Pubblici e quello dei Trasporti. Sarà articolato in 4dipartimenti: il Dipartimento per il coordinamento dellosviluppo del territorio, per le politiche del personale e gliaffari generali; il Dipartimento per le opere pubbliche eper l'edilizia; il Dipartimento per la navigazione e il tra -sporto marittimo e aereo; il Dipartimento per i trasportit e r restri e i sistemi informativi e statistici. Il coord i n a -mento sarà assicurato dalla conferenza permanente deicapi dipartimento.

Supplemento Ordinario Gazzetta Ufficiale n. 114 del 18 maggio 2001

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Decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 2001, n. 181 Regolamento recante istituzione della direzione generaleper il sostegno agli interventi contro l'abusivismo ediliziopresso il ministero dei lavori Pubblici.

Gazzetta Ufficiale n. 115 del 19 maggio 2001

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Ministero della Pubblica IstruzioneDecreto 23 aprile 2001 Ripartizione dei finanziamenti a favore delle regioni perl'attivazione del terzo piano annuale del secondo trienniodi programmazione di opere di edilizia scolastica, formu-lato ai sensi della legge 11 gennaio 1996, n. 23.

Gazzetta Ufficiale n. 104 del 7 maggio 2001

Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciComunicato del 26 aprile 2001 Ulteriori indicazioni relative all’attività di attestazione.

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciComunicato del 18 aprile 2001 Rapporti tra Soa ed Associazioni di categoria e società diconsulenza.

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciComunicato del Presidente del 17 aprile 2001

Novembre-Dicembre 2001

LEGGI E CIRCOLARI58ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Novembre-Dicembre 2001

59LEGGI E CIRCOLARIORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Riepilogo trimestrale dei lavori affidati in economia me-diante cottimo d'importo inferiore a 20.000 euro.

Gazzetta Ufficiale n. 103 del 5 maggio 2001

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Presidenza del Consiglio dei MinistriDipartimento della Protezione CivileOrdinanza 27 aprile 2001 Interventi urgenti di protezione civile. (Ordinanza n.3128). Al Capo I dell'Ordinanza vi sono disposizioni per inter -venti urgenti e contributi per la ricostruzione della regio -ne Campania.

Gazzetta Ufficiale n. 103 del 5 maggio 2001

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Ministero dei Lavori PubbliciDecreto 18 aprile 2001 Istituzione di un tavolo permanente di concertazione perciascuno dei Prusst (Programmi di riqualificazione urbanae di sviluppo sostenibile del territorio) ammessi al finan-ziamento.

Gazzetta Ufficiale n. 102 del 4 maggio 2001

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Ministero dell'InternoDecreto 20 aprile 2001 Utilizzazione di porte resistenti al fuoco di grandi dimen-sioni.

Gazzetta Ufficiale n. 102 del 4 maggio 2001

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Ministero dei Lavori PubbliciDecreto 6 aprile 2001 Individuazione del sito Internet www.llpp.it per la pubbli-cazione di bandi ed avvisi di gara delle stazioni appaltantidi ambito statale e/o di interesse nazionale, nonchè dei sitiInternet predisposti dalle regioni e province autonome perla pubblicazione di bandi ed avvisi di gara delle ammini-s t razioni di cui all'art. 2, comma 2, della legge n. 10 9 / 1 9 9 4 .

Gazzetta Ufficiale n. 100 del 2 maggio 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciComunicato Stampa n. 2 del 4 maggio 2001 Precisazioni: bandi e avvisi di gara.

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciComunicato Stampa n. 1 del 4 maggio 2001 Audizione su Project financing e asseverazione

Ministero della GiustiziaDecreto 4 aprile 2001 Aggiornamento degli onorari spettanti agli ingegneri e a-gli architetti.

Gazzetta Ufficiale n. 96 del 26 aprile 2001

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Legge 29 marzo 2001, n. 135 Riforma della legislazione nazionale del turismo.

Gazzetta Ufficiale n. 92 del 20 aprile 2001

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Ministero del Lavori PubbliciDecreto 3 aprile 2001 Determinazione per il periodo 1 gennaio 2001 - 31 di-cembre 2001, della misura del tasso di interesse di morada applicare ai sensi e per gli effetti dell'art. 30 del Capi-tolato generale d'appalto dei lavori pubblici, appro v a t ocon decreto del ministero dei Lavori pubblici 19 aprile2000, n. 145. La misura del tasso di interesse di mora daa p p l i c a re per il periodo 1 gennaio 2001 - 31 dicembre2001 è fissata all'8%.

Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23 aprile 2001

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Autorità per la Vigilanza sui Lavori PubbliciDeterminazione del 29 marzo 2001, n. 11 Oneri di sicurezza.

Gazzetta Ufficiale n. 100 del 2 maggio 2001

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Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 novembre 2000, n. 454 Regolamento di attuazione della legge 7 agosto 1990, n.241, in materia di termini partecipazione e responsabilitàdel procedimento amministrativo.

Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 2001

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Ministero dell'InternoDecreto 19 marzo 2001 Procedure di prevenzione incendi relative ad attività a ri-schio di incidente rilevante.

Gazzetta Ufficiale n. 80 del 5 aprile 2001

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Legge 23 marzo 2001, n. 93 Disposizioni in campo ambientale.

Gazzetta Ufficiale n. 79 del 4 aprile 2001

Sentenze

CONSIGLIO DI STATO - SEZIONE VSentenza del 1° ottobre 2001, n. 5193

Il ricorso avanzato da un Ordine professionale per ottenerel'annullamento di una gara per il conferimento di un inca-rico di progettazione in cui il prezzo era uno dei criteri divalutazione, non può essere accolto. Infatti, anche nel set-t o re dell'attività di progettazione l'elemento del pre z z odell'offerta ha una precisa rilevanza. E' quindi possibile in-c l u d e re il prezzo tra i criteri tra cui ispira re la scelta, senzache, per tale ragione, possa adombra rsi una lesione delp restigio e della dignità di una categoria di professionisti.

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CONSIGLIO DI STATO - SEZIONE VIDecisione del 24 settembre 2001, n. 5007

Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar del La-zio e boccia gli affidamenti a trattativa privata di Italferr.Anche secondo i giudici di Palazzo Spada la norma delDlgs 158/95 che consente di evitare la gara in caso di ser-vizi assegnati da un ente appaltante ad una società colle-gata non permette poi a quest'ultima di riaffidarli senzagara.

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CONSIGLIO DI STATO - SEZIONE VDecisione del 20 settembre 2001, n. 4968

Il progettista che ha redatto il progetto preliminare puòconcorrere anche per l'assegnazione del definitivo e del-l'esecutivo. Per i giudici non c'è alcuna norma restrittivain tal senso; quando il legislatore vuole imporre divieti lofa espressamente, come nel caso di divieto di partecipa-zione alla medesima gara degli stessi soggetti attraversodiversi raggruppamenti.

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CONSIGLIO DI STATODecisione dell'11 settembre 2001, n. 4724

La Pubblica Amministrazione che riceve informazioni pre-fettizie sul pericolo di infiltrazioni mafiose in un'impresadeve operare la risoluzione del contratto anche se questoè in corso di esecuzione. In nessun caso è permesso allaPa di mantenere in essere il rapporto con l'impresa segna-lata. La Pa non è neanche obbligata a segnalare l'avviodel procedimento di risoluzione contrattuale come previ-sto dalla legge 241/90.

CORTE DI CASSAZIONESentenza n. 33645/2001

Il ricorso al Tar non sospende l'esecuzione del pro v v e d i-mento di demolizione di opere abusive. La Cassazione hasottolineato l'autonomia del processo penale rispetto alprocedimento amministrativo. La Corte ha infatti chiaritoche il controllo sull'attività urbanistico edilizia è ripartitotra l'autorità amministrativa e quella giudiziaria. Alla pri-ma è affidata la gestione del territorio ed il controllo del-lo stesso in senso urbanistico edilizio. All'autorità giudi-ziaria spetta la repressioni degli illeciti commessi in viola-zione della legge 47/85. Di conseguenza l'autonomia e lan a t u ra giurisdizionale dell'ordine di demolizione escludeche nell'esecuzione prevalga la competenza dell'autoritàamministrativa.

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TAR SARDEGNASentenza del 22 giugno 2001, n. 727

Gli incarichi professionali ai progettisti di opere pubbli-che, anche se inferiori ai 40.000 euro, sono di competen-za della Amministrazione e non della giunta comunale.Questo perchè il rapporto fiduciario deve intercorrere trail professionista ed il dirigente e non con soggetti politici.Il principio, già consolidato nella giurisprudenza ammini-strativa, è stato ribadito dal Tar che ne ha sottolineato ipunti rilevanti.

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CORTE DI CASSAZIONE - SEZIONE IV PENALESentenza del 13 settembre 2001, n. 33548

La Corte di Cassazione ha condannato il responsabile diu n ' i m p resa fornitrice di macchinari per un cantiere nelquale si era registrato un infortunio mortale. La responsa-bilità penale è derivata dall'aver svolto un'effettiva operadi sovrintendenza all'andamento complessivo delle opera-zioni. Chi è preposto alla vigilanza sull'attività lavorativain un cantiere risponde, quindi, della violazione delle nor-me antinfortunistiche anche se non appartiene all'impre-sa che ha in appalto i lavori.

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CONSIGLIO DI STATO - SEZIONE VDecisione del 12 settembre 2001, n. 4776

Se la Pa non conduce le gare in modo corretto e traspa-rente può essere condannata a risarcire i danni all'impre-sa, anche se non è obbligata a concludere il contratto. Igiudici hanno messo in risalto la mancanza di lealtà e

Novembre-Dicembre 2001

SENTENZE60ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Novembre-Dicembre 2001

61SENTENZEORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

l'ambiguità del comportamento della stazione appaltante.E' la prima volta che viene riconosciuta la responsabilitàprecontrattuale delle Pa.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCORTE DI CASSAZIONE - SEZIONE II CIVILE

Sentenza n. 11409/2001

L'ingegnere che redige un progetto ha diritto ad essere ri-compensato anche se la realizzazione dell'opera non èpossibile a causa di vincoli o ostacoli giuridici. I giudicihanno fatto una netta distinzione tra la pro g e t t a z i o n e ,sempre possibile, e la sua esecuzione.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCORTE DI CASSAZIONE - SEZIONE III PENALE

Sentenza del 3 settembre 2001, n. 32773

Il professionista che non rispetta la legge sulle barrierea rchitettoniche (legge 104/92) può essere punito con lasospensione dall'Ordine.

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CONSIGLIO DI STATO - SEZIONE IVDecisione del 3 settembre 2001, n. 4620

U l t e r i o re decisione che delimita le competenze tra le pro-fessioni. La redazione di un piano di lottizzazione comportala realizzazione di un complesso di opere che richiede unavisione di insieme e pone problemi che non rientrano nellacompetenza professionale del geometra, così come definitadall'art. 16 del Regio Decreto 11 febbraio 1929 n. 274.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCORTE DI CASSAZIONE - SEZIONE TRIBUTARIA

Sentenza del 29 agosto 2001, n. 11325

Quando su un immobile sono state realizzate variazionicostruttive non sanate (abusi edilizi), il Fisco, per determi-nare la corretta imposta di registro, può procedere all'ac-certamento dell'effettivo valore dell'immobile, anche se ilcontribuente si è avvalso della valutazione catastale au-tomatica.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgTAR LAZIO - SEZIONE II

Sentenza del 25 agosto 2001, n. 7022

Nessun ente locale può variare, neanche in aumento, i limi-ti di esposizione ai campi elettromagnetici emessi dalle sta-zioni radio per telefonia cellulare. Tali limiti sono stabilitidalla normativa nazionale. Agli enti locali spetta solo ilcompito di vigilare affinché tali norme vengano rispettate.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgTAR LAZIO - SEZIONE II BIS

Sentenza del 20 luglio 2001, n. 6470

Interpretazione innovativa dell'art. 31 della legge 457/78.La ricostruzione di un fabbricato, successiva alla demoli-zione, non obbliga alla rispondenza assoluta con il fabbri-cato preesistente. E' possibile discostarsi leggermente siadalle linee fondamentali che dalla volumetria precedenti,p u rché sia mantenuta la connessione tipologica con ilmanufatto preesistente e che non venga alterato l'impat-to edilizio sull'area interessata.

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CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALESEZIONE V

Decisione del 6 agosto 2001, n. 4241

Il Consiglio di Stato ha stabilito che non è possibile esclu-d e re dagli appalti pubblici le società in amministra z i o n estraordinaria, indicando le procedure e le regole da segui-re in questi casi.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCONSIGLIO DI STATO

Decisione dell'11 luglio 2001, n. 3852

Non è possibile contestare l'illegittima composizione dellacommissione giudicatrice di una gara d'appalto una voltaconclusa la graduatoria. Essendo la composizione di dettacommissione ben nota fin dall'inizio, l'impugnazione degliatti di gara a pro c e d u ra conclusa è da considera rsi tardiva.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA - SEZIONE VI

Sentenza del 12 luglio 2001

L'esecuzione di opere di urbanizzazione è un appalto dilavori pubblici e come tale non può quindi sottrarsi all'af-fidamento mediante gara. Viene così bocciata la normati-va urbanistica italiana che permette al titolare della con-cessione la realizzazione diretta delle opere di urbanizza-zione a scomputo del contributo concessorio.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCONSIGLIO DI STATO - SEZIONE V

Decisione del 25 giugno 2001, n. 3362

Con questa decisione viene ribadito il divieto di parteci-pazione alla stessa gara di imprese collegate o controllate.Tale situazione favorirebbe infatti la presentazione di of-ferte concordate al fine di influenzare il sistema dellamedia, alterando il principio della parità di condizione frai concorrenti.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCONSIGLIO DI STATO - SEZIONE VI

Decisione del 7 giugno 2001, n. 3090

I concessionari autostradali, essendo organismi di dirittopubblico, sono tenuti ad applicare la normativa sugli ap-

palti di servizi. Dunque non possono affidare a societàcontrollate o collegate direttamente i servizi stessi. Gli af-fidamenti infragruppo restano legittimi soltanto per gliappalti di progettazione nei settori speciali.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgTAR LAZIO - SEZIONE II-BIS

Sentenza del 16 giugno 2001, n. 5286

Il Comune non può sospendere il rilascio delle concessioniedilizie una volta scadute le misure di salvaguardia delPRG. Il blocco può dura re al massimo 5 anni dalla datadella delibera di adozione del PRG. Il TAR ha inoltre preci-sato che, a vincoli scaduti, il no alla concessione deve es-sere ampiamente motivato.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCORTE COSTITUZIONALE

Sentenza del 26 giugno 2001, n. 207

E' incostituzionale imporre alle imprese l'obbligo di avereun'organizzazione stabile nella regione, per poter parteci-pare agli appalti banditi nel territorio regionale. Tale vin-colo è stato infatti giudicato ingiustamente re s t r i t t i v odella libertà economica e di circolazione delle imprese.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCORTE COSTITUZIONALE

Sentenza del 22 giugno 2001, n. 205

E' incostituzionale il blocco delle grandi strutture com-merciale stabilito dal comma 3, art. 1 della legge regiona-le della Puglia n. 24 del 4 agosto 1999. La norma è infattiin contrasto con l'art. 117 della Costituzione, perchè ecce-de la competenza regionale in materia di commercio.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCORTE SUPREMA DI CASSAZIONE - SEZIONE II CIVILE

Sentenza del 8 giugno 2001, n. 7776

Le tariffe professionali sono derogabili nei rapporti traprofessionisti, anche se di tipo associativo.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgTAR LAZIO - SEZIONE II

Sentenza del 6 giugno 2001, n. 4953

Senza una valida motivazione di interesse pubblico non èpossibile abbattere un immobile costruito in zona sogget-to a vincolo archeologico, specialmente se sono trascorsimoltissimi anni dalla sua edificazione e se esso fu costrui-to con regolare concessione.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCONSIGLIO DI STATO - SEZIONE VI

Decisione del 25 maggio 2001, n. 2867

La richiesta di autocertificazione deve pre s u p p o r re l'esi-stenza di certificati da sostituire, laddove non esiste alcuncertificato non è ipotizzabile l'autocertificazione. Non e-sistendo una pubblica certificazione idonea a comprovarel'insussistenza di un errore grave nell'esercizio dell'attivitàprofessionale, il Consiglio di Stato ha esonerato le impre-se dal rendere, in sede di gara, tale dichiarazione sostitu-tiva di certificazione. Può invece essere richiesto alle im-prese, per provare fatti e stati di cui sono a conoscenza,una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

* * * xfgfgfgfgfgfdcgbhcgbhgbhxgCONSIGLIO DI STATO - SEZIONE V

Decisione del 1° giugno 2001, n. 2969

L'esclusione di un'impresa dalla gara di appalto, a causa diinfiltrazione mafiose nell'ente appaltante, può essere de-cisa legittimamente anche sulla base di una relazione deiC a rabinieri. Questo per gara n t i re l'assoluta tra s p a re n z adell'operato della Pubblica Amministrazione.

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TAR LAZIO - SEZIONE IISentenza del 16 maggio 2001, n. 4186

Il Tar ha ritenuto illegittima l'esclusione da un gara diun'impresa che aveva presentato un certificato di regola-re esecuzione di lavori su beni culturali eseguito prima del1° marzo 2000, privo del visto della Sovrintendenza. Talecertificazione è infatti obbligatoria solo per i lavori realiz-zati dopo l'entrata in vigore del regolamento sulla qualifi-cazione (art. 22 DPR 34/2000).

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TAR LOMBARDIASentenza del 6 dicembre 2000, n. 4692

Il Tar ha annullato la Delibera n° 17 del 24 luglio 2000della Comunità Montana Alta Valtellina, che aveva illegit-timamente costituito una società mista per la pro g e t t a-zione e la direzione lavori che, di fatto, avrebbe provocatola totale esautorazione del professionista privato dallapartecipazione alle fasi progettuali o esecutive dell'appal-to pubblico che prevedeva la realizzazione e la gestionedei servizi informativi territoriali e telematici.

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TAR LAZIO - SEZIONI IISentenza del 16 maggio 2001, n. 4187

Non è sufficiente la sottostima di singole voci o quantitàper ritenere "anomala" un'offerta formulata da un'impre s aper una gara di appalto. La valutazione della congruità delp rezzo va fatta sull'intera offerta. Il Tar Lazio ha così riba-dito un principio già sancito dal Consiglio di Stato - Sezio-ne VI con la decisione n. 2908 del 19 maggio 2000.

Novembre-Dicembre 2001

SENTENZE62ORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

Novembre-Dicembre 2001

63SENTENZEORDINE DI NAPOLI

I N G E G N E R In o t i z i a r i o

CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE - SEZIONE III CIVILESentenza del 18 aprile 2001, n. 5669

Anche se dopo l'aggiudicazione e la stipula del contratto,un'impresa si rivelasse priva dei requisiti dichiarati in ga-ra, ciò non comporta l'automatica nullità del contra t t o .Secondo la Corte, i vizi del procedimento non si ripercuo-tono automaticamente sul contratto che di conseguenzanon è nullo. L'Amministrazione dovrà quindi prima invali-dare l'aggiudicazione e solo successivamente potrà proce-dere a far dichiarare nullo il contratto.

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TAR LAZIO - SEZIONI IIISentenza del 17 aprile 2001, n. 3256

Respinto il ricorso dell'Ania contro il Dpr 554/99. Secondoi giudici gli articoli del Regolamento appalti sulle polizzeper imprese e progettisti sono legittimi. Riconosciuto alRegolamento forza delegificante rispetto al codice civile.Le compagnie assicurative saranno obbligate a pagare ilsinistro anche in caso di mancato pagamento della poliz-za da parte dell'assicurato.

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CONSIGLIO SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI

Sentenza del 23 aprile 2001, n. 172

Il valore di esproprio di un'area va determinata in base alP rg. Solo in assenza di tali strumenti urbanistici assumev a l o re l'edificabilità di fatto, come strumento comple-mentare ed integrativo.

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CONSIGLIO DI STATO - SEZIONE VDecisione del 18 aprile 2001, n. 2335

Fino al momento della presentazione dell'offerta è possi-bile e legittima, all'interno di un'Ati, la sostituzione di unadelle imprese e/o l'ampliamento dell'associazione, purchérimangano invariati i suoi requisiti.

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CORTE DI CASSAZIONE - SEZIONE III CIVILESentenza del 6 aprile 2001, n. 5156

Il potere di diffida e le eventuali relative sanzioni in casodi tra s g ressione rientrano tra le competenze degli Ord i n ip rofessionali. Risulta dunque legittima la sospensione dall'Albo del pro-fessionista che decida di partecipare ad una gara nono-stante la diffida dell'Ordine di appartenenza.

TAR LAZIO - SEZIONE II TERSentenza del 28 marzo 2001, n. 2587

Il Tar Lazio ha annullato gli atti emessi dal Comune diFiumicino che aveva disposto la demolizione di un'operaabusiva, realizzata in zona vincolata, senza preventiva no-tifica agli interessati, che avevano, nel frattempo, avanza-to domanda di sanatoria. Secondo il Tar infatti gli Entiprima di procedere d'ufficio alla demolizione di un'operaabusiva devono seguire scrupolosamente le norme sullanotificazione degli atti amministrativi e quelle pre v i s t edall'art. 4 della legge 47/85.

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CONSIGLIO DI STATO - SEZIONE IVDecisione del 29 marzo 2001, n. 1840

Le cauzioni provvisorie pari al 2% dell'importo dei lavoririlasciate dalle società di assicurazioni devono coprire an-che la mancata sottoscrizione del contratto per colpa del-l'aggiudicatario, come previsto dall'art. 30 della legge suiLlpp. Le responsabilità delle società di assicurazione devo-no, inoltre, essere estese anche oltre i limiti dell'ammon-tare della cauzione prestata; infatti, se l'Ente appaltanted i m o s t ra che la ripetizione della gara ha comportatomaggiori spese, può pretendere il risarcimento degli ulte-riori oneri sostenuti.

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TAR LAZIO - SEZIONE II BISSentenza del 17 marzo 2001, n. 2076

Il TAR Lazio ha bocciato il comportamento del Comune diRoma che ha negato una concessione per la decadenzadel piano attuativo. Secondo i giudici non è ammissibileb l o c c a re le concessioni edilizie quando decade un pianodi zona. Anche senza piano attuativo, se il Prg è sufficien-temente dettagliato, tornano pienamente in vigore leprescrizioni in esso contenute e la zona non può conside-rarsi "bianca" ai sensi della legge 10/77.

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CONSIGLIO DI STATO - SEZIONE VDecisione del 7 marzo 2001, n. 1344

Se un'impresa sorteggiata non dimostra i propri requisitidi qualificazione, l'incameramento della cauzione è unprocesso automatico e obbligatorio per l'Ente appaltante.L'Ente può quindi procedere all'escussione della cauzioneanche se questa sanzione non è prevista in modo esplicitodal bando di gara e non è obbligatorio inviare all'impresala comunicazione di avvio del procedimento prevista dallalegge 241/1990.

ELENCO DELLE REGIONI AGRARIE DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

REGIONE AGRARIA N° 1Casamarciano - Roccarainola - Tufino - Visciano - Colline di Roccarainola e Visciano

REGIONE AGRARIA N° 2Bacoli - Boscotrecase - Casoria - Cercola - Ercolano - Massa di Somma - Monte di Procida - Napoli - Ottaviano - PollenaTrocchia - Portici - Pozzuoli - San Giorgio a Creamano - San Giuseppe Vesuviano - San Sebastiano al Vesuvio - Sant'Ana-stasia - Somma Vesuviana - Terzigno - Torre del Greco - Trecase - Volla - Colline litoranee di Napoli

REGIONE AGRARIA N° 3Agerola - Casola di Napoli - Castellamare di Stabia - Gragnano - Lettere - Massa Lubrense - Meta di Sorrento - Piano diSorrento - Pimonte- Sant'Agnello - Santa Maria alla Carità - Sant'Antonio Abbate - Sorrento - Vico Equense - Collinelitoranee della penisola sorrentina

REGIONE AGRARIA N° 4Anacapri - Barano d'Ischia - Capri - Casamicciola Terme - Forio - Ischia - Lacco Ameno - Procida - Serrara Fontana - Isoledi Capri - Ischia e Procida

REGIONE AGRARIA N° 5Arzano - Calvizzano - Cardito - Casandrino - Casavatore - Crispano - Frattamaggiore - Frattaminore - Giugliano in Cam-pania - Grumo Nevano - Marano di Napoli - Melito di Napoli - Mugnano di Napoli - Qualiano - Sant'Antimo - Villaricca -Quarto - Piano campano sud-occidentale

REGIONE AGRARIA N° 6Acerra - Afragola - Brusciano - Caivano - Casalnuovo di Napoli - Castello di Cisterna - Mariglianella - Marigliano - Pomi-gliano d'Arco - San Vitaliano - Saviano - Scisciano - Piano campano sud-orientale

REGIONE AGRARIA N° 7Boscoreale - Camposano - Carbonara di Nola - Cicciano - Cimitile - Comiziano - Liveri - Nola - Palma Campania - Pog-giomarino - Pompei - San Gennaro Vesuviano - San Paolo Belsito - Striano - Torre Annunziata - Pianura di Nola e Pompei

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DOCUMENTI64ORDINE DI NAPOLI

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COMMISSIONE PROVINCIALE ESPROPRI DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

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