organigramma del club k. r. ravindran mauro … · 2016-07-19 · commilitoni decisero di andare...

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ROTARY CLUB PISA GALILEI - distretto 2071 anno sociale 2015/2016 - bollettino NOVEMBRE - febbraio PRESIDENTE A.S.2015/2016 PAOLO CORSINI ORGANIGRAMMA DEL CLUB Past President Roberto Gianfaldoni Presidente Incoming Federico Papineschi Vice Presidente Luigi Murri Vice Presidente Alfonso Bonadio Segretario Claudio Gelli Tesoriere Andrea Maestrelli Prefetto Ignazio Bulgarella Consiglieri Adriano Galazzo Giuseppina Di Lauro www.rotaryclubpisagalilei.it PRESIDENTE ROTARY INTERNATIONAL K. R. RAVINDRAN ROTARY CLUB COLOMBO (SRY LANKA) GOVERNATORE DEL DISTRETTO 2071 MAURO LUBRANI ROTARY CLUB FIESOLE 1

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ROTARY CLUB PISA GALILEI - distretto 2071anno sociale 2015/2016 - bollettino NOVEMBRE - febbraio

PRESIDENTE A.S.2015/2016

PAOLO CORSINI

ORGANIGRAMMA DEL CLUB

Past PresidentRoberto Gianfaldoni

Presidente IncomingFederico Papineschi

Vice PresidenteLuigi Murri

Vice PresidenteAlfonso Bonadio

SegretarioClaudio Gelli

TesoriereAndrea Maestrelli

PrefettoIgnazio Bulgarella

ConsiglieriAdriano Galazzo

Giuseppina Di Lauro

www.rotaryclubpisagalilei.it

PRESIDENTE ROTARY INTERNATIONAL

K. R. RAVINDRANROTARY CLUB COLOMBO (SRY LANKA)

GOVERNATORE DEL DISTRETTO 2071

MAURO LUBRANIROTARY CLUB FIESOLE

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LETTERE DEL PRESIDENTE DELROTARY INTERNATIONAL

K. R. RAVINDRAN

NOVEMBRE 2015Era la fine di giugno 1991. Durante una bellamattinata di sole, un furgone attraversò le stradeaffollate di Colombo, Sri Lanka, nell'ora dipunta, diretto verso il nord della città. Si eraappena fermato di fronte al quartier generale delForward Command del Ministero della Difesa inattesa dell'ispezione dei militari, quando gliattentatori al suo interno fecero esplodere il suocarico: migliaia di chilogrammi di esplosivo. Iltetto dell'edificio fu completamente distrutto etutta l'area circostante era cosparsa di detriti. Aconti fatti, si contarono 21 morti e 175 feriti, tracui numerose alunne della scuola femminiledell'edificio accanto. L'esplosione fu talmentepotente da mandare in frantumi tutte le finestredella mia casa. Col cuore in gola, mia moglie si

mise a correre verso la provenienza del boato;verso la scuola di nostra figlia. All'epoca, nostrafiglia aveva nove anni. Quella mattina avevadimenticato a casa il suo astuccio portapenne. Almomento dell'esplosione, era appena uscita dallacartoleria vicino alla scuola, dove avevacomprato delle nuove matite. Il boatodell'esplosione l'aveva stordita e le fischiavano leorecchie. Intorno a lei, si era levata una foltanuvola di sabbia, nel mezzo della quale c'eranopersone che gridavano, sanguinavano ecorrevano. Una persona l'aveva aiutata a trovareriparo nel giardino della scuola, anch'essogravemente danneggiato, dove poco dopo erastata raggiunta da mia moglie che la riportòsubito a casa nostra con i vetri frantumati sulpavimento. Oggi lo Sri Lanka è un Paesetranquillo e fiorente, visitato da circa due milionidi turisti ogni anno. La nostra guerra adesso èsolo un ricordo, e non vediamo l'ora dell'avventodi un futuro promettente. Eppure tante altrenazioni non possono dire altrettanto. Oggigiorno,ci sono più Paesi in conflitto di quelli che non losono; in tutto il mondo, esiste un numero recorddi 59,5 milioni di sfollati a causa di guerre eviolenze. Nonostante tutto ciò, nel Rotarycrediamo alla possibilità della pace - non perpuro idealismo, ma per esperienza. Abbiamonotato che anche i conflitti più difficili possonoessere risolti se le persone coinvolte si rendonoconto che collaborare produce migliori risultatidei combattimenti. Abbiamo visto cosa puòsuccedere quando ci impegniamo perl'edificazione della pace in modi davveroradicali; ad esempio, con l'opera dei borsisti dellapace del Rotary. Attraverso la nostra FondazioneRotary, i borsisti della pace diventano espertinella prevenzione e risoluzione dei conflitti.L'obiettivo è non solo trovare nuovi modi perporre fine alle guerre, ma anche prevenirle. Tra lecentinaia di borsisti della pace che hannocompletato il programma, due borsisti dello SriLanka, pur provenendo da fazioni opposte delconflitto, hanno studiato insieme. Durante leprime settimane del corso, entrambi avevanodifeso appassionatamente la loro posizioneideologica. Ma, da una settimana all'altra,cominciarono a capire il punto di vista dell'altro;oggi, sono diventati buoni amici. Dopo averli

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incontrati e aver sentito la loro storia, mi hannodato speranza. Se grazie al Rotary è statopossibile superare 25 anni di dolore e diamarezze, cos'altro potremo realizzare in futuro?La violenza non si combatte con la violenza, eattraverso l'istruzione, la comprensione e la pace,è davvero possibile vivere all'insegna del motto:"Siate dono nel mondo".

DICEMBRE 2015Quando l'esercito canadese liberò i Paesi Bassinel 1945, la nazione era sull'orlo della fame.Osservare la sofferenza subita da tante personeaveva commosso tutti, in particolare lasofferenza dei bambini. Quattro soldati canadesiin missione a Apeldoorn quell'anno decisero direndere il Natale speciale per il maggior numerodi bambini olandesi possibile. Insieme, si eranorivolti agli altri soldati, raccogliendo barrette dicioccolato e gomme da masticare, caramelle efumetti. Nei momenti liberi, costruirono camiongiocattolo con legno e altro materialedisponibile, rischiando anche di essere scopertidalla polizia militare, oltre a vendere le lororazioni di sigarette al mercato nero, e usando isoldi ottenuti per comprare bambole di stoffa.Portando nel cuore la nostalgia della propriafamiglia lasciata a casa, ognuno di loroincanalava le proprie energie su quei bambini peri quali rendere più gioioso il Natale. Entro il 1ºdicembre, erano pronti 4 sacchi pieni di regali e isoldati non vedevano l'ora che arrivasse la datadel 25. Due giorni dopo, però, essi scoprironoche la loro data di partenza per ritornare nelCanada era il 6 dicembre, molto prima di Natale.Decisero pertanto che la cosa migliore da fare eraportare subito i sacchi all'orfanotrofio del posto.La notte prima della loro partenza, i quattrocommilitoni decisero di andare all'orfanotrofio, euno di loro si travestì sfoggiando una barbabianca e un cappello rosso. Mentre erano perstrada, i soldati furono sorpresi di sentire suonarele campane a festa e le case illuminate, anche semancavano alcune settimane al Natale. All'arrivoall'orfanotrofio, i quattro videro due dozzine dibambine e bambini che stavano cenando. A pochimesi dalla fine della guerra, il cibo era ancorascarso, il loro pasto era misero e i loro voltiancora pallidi e magri. "Babbo Natale" bussò trevolte al portone. Come per miracolo, dopo un

momento di completo silenzio un prete aprì laporta. La sua espressione calma si animò, e ibambini dietro di lui eruppero in un grande gridodi gioia: tutti si misero a correre verso BabboNatale arrivato con tre settimane d'anticipo, macomunque puntuale. Perché, nei Paesi Bassi, il 5dicembre si celebra la festa di San Nicola(Sinterklaas). Per circa un'ora, la gioia caoticacontinuò, con l'apertura dei regali, l'assaggio deidolci e la distribuzione delle bambole. Tutti igiocattoli, le caramelle e cioccolati venneroconsegnati ai bambini che aspettavanopazientemente il loro turno. Dopo averringraziato i soldati, un bambino si rivolse inolandese al prete che sorrise e accennò col capo.I soldati chiesero: "Cos'ha detto?", e il prete congli occhi in lacrime rispose: "Te lo avevamodetto che sarebbe arrivato". Quando diamo gioiaal mondo, non la sacrifichiamo per noi, ma lamoltiplichiamo. Mentre ci accingiamo a entrarein questa stagione di donazioni, moltiplichiamo idoni che ci sono stati dati condividendoli con ilprossimo. Con gesti premurosi, attenzioni egenerosità, nei nostri club e attraverso la nostraFondazione, noi possiamo mettere in pratica ilnostro motto: Siate dono nel mondo.

GENNAIO 2016Esiste una leggenda nella mia tradizione indù aproposito di due saggi, Shaunaka e Abhipratari,che veneravano Prana, dio del vento. Un giorno,i due stavano per accomodarsi a tavola perpranzo quando uno studente povero bussò allaloro porta per chiedere del cibo. "Caro ragazzo,non darci fastidio a quest'ora", risposero i due.Lo studente era sorpreso, ma anche affamato,quindi continuò a bussare. "Egregi signori, potetedirmi quale divinità venerate voi due?" "Prana,dio del vento", gli risposero infastiditi. "Sapevateche il mondo comincia e finisce con il vento, eche il vento pervade l'intero universo?", continuòa dire. I due saggi a quel punto erano irritatidall'impertinente elimosinante. "Naturalmente losappiamo", gli risposero. "Allora, se Pranapervade l'universo, significa che pervade ancheme visto che faccio anch'io parte dell'universo.Quindi lui è anche in questo corpo affamato chesta davanti a voi e vi chiede un boccone di cibo!Quindi, negandomi da mangiare, state negando ilcibo alla divinità che dite di adorare", concluse il

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ragazzo. I saggi si resero conto che lo studenteaveva detto la verità e lo invitarono a mangiarecon loro. Loro capirono, in quel momento, cheaprendo la porta ai bisognosi, si realizzano ancheobiettivi di dimensioni maggiori. La nostraesperienza nel Rotary si basa principalmentenelle nostre comunità. Noi ci incontriamo ognisettimana nei nostri club, negli stessi posti, congli amici che conosciamo già. Anche se tutti noici facciamo coinvolgere in qualche modonell'azione internazionale, il Rotary checonosciamo e condividiamo ogni giorno ha unaspetto molto locale. È facile perdere di vistaquello che significa veramente il nostro service.Ogni impatto che avete avuto come Rotariani, alivello individuale nel vostro club, si moltiplicagrazie alla potenza dei nostri numeri. Quandodiamo da mangiare a un individuo affamato,quando educhiamo una persona analfabeta,quando proteggiamo un bambino da unamalattia, l'impatto può sembrare piccolo, ma nonlo è affatto. Perché è solo tramite la forza deinumeri, delle nostre azioni individuali, dei nostridoni, che produciamo l'impatto che ci sforziamodi realizzare: Siate dono nel mondo.

FEBBRAIO 2016Le esperienze che contano maggiormente nellavita sono anche le più brevi. Si concludono in unbatter d'occhio - in pochi giorni, poche ore, pochiistanti - e tuttavia illuminano il paesaggio dellamemoria, continuando a far luce anche a distanzadi anni. Sono momenti in cui improvvisamentenotiamo quello che non avevamo mai notatoprima, comprendiamo cose che ci erano sfuggite,

stabiliamo contatti inaspettati. Quest'annorotariano per me è stato diverso dagli anniprecedenti. Ho viaggiato in tutto il mondo, hoattraversato Paesi e continenti; sono stato inluoghi che non avevo mai visitato prima e sonotornato in posti che mi erano già familiari ma chemi sono apparsi in un'ottica nuova, attraverso lalente del Rotary. Viaggiare per il Rotarycomporta una diversa prospettiva e un diversolivello di coinvolgimento, nella consapevolezzadi far parte di un qualcosa di ben più grande delsingolo individuo. Nel salire su un aereo o untreno, nel partire da casa la mattina presto, albuio, per una terra sconosciuta, si è tuttaviaconsapevoli che ad aspettarci non ci sarannodegli estranei ma dei Rotariani con il loro grandesenso di accoglienza. Ci aspetterà del lavoro dafare, qualcosa da imparare e forse anche dainsegnare. Si stabiliscono così contatti, siinstaurano legami d'amicizia, si creano ricordiche dureranno una vita. Come viaggiatore,quest'anno sono stato accolto dai Rotariani ditutto il mondo. Vi invito a unirvi a me in questamia esperienza tra qualche mese, dal 28 maggioal 1° giugno: vorrei darvi il benvenuto a Seul al107° Congresso del RI. I Coreani hanno questovecchio adagio: 사람이 나면 서울로 보내라 -"Quando nasce qualcuno, mandalo a Seul". Seulè una città ricca di opportunità: una destinazionestraordinaria, che si presenta con un misto ditradizione e modernità e una culturaimpareggiabile. Vi invito a Seul non solo perquesto, ma anche per fare un'esperienza dicondivisione con gli altri Rotariani. Per qualchegiorno vivrete anche voi il Rotary come l'hovissuto io, con la sua diversità e accoglienza econ il suo potenziale. Sarete accolti come vecchiamici da persone che non avete mai incontrato.Potrete scambiarvi idee anche senza parlare altrelingue. Vi aggiornerete sugli straordinari successidel Rotary e lascerete il congresso ispirati a fareancora di più. Prima che si concluda quest'annorotariano vi invito a fare la mia stessa esperienza:lasciare casa vostra, salire su un aereo e partireper una terra che ancora non conoscete con ilcuore e la mente aperti, fiduciosi dell'accoglienzache vi offrirà il Rotary. Unitevi a me e ai vostriamici rotariani nel connetterci con la Corea etoccare il mondo.

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GIOVEDI' 05 NOVEMBRE 2015RELAZIONE DI SAVINO SARDELLA

NON CI RESTANO CHE I SANTI: TRA LEGGENDA E REALTÀcuriosità storiche in chirurgia

Alla domanda qual è il santo protettore deimedici, voi mi rispondereste sicuramente SanLuca.Questo in parte è vero, ma è un santoprotettore in condominio con i pittori, in quanto èstato il primo a raffigurare l’effige dellaMadonna.Il vero protettore dei chirurghi e diquelli vascolari in particolare sono i santi Cosmae Damiano. Vi sono tre coppie di santi conquesto nome:i martiri romani lapidati sotto ilregno di Carino(293c.), commemorati il 1°luglio,i martiri arabi decapitati e commemorati il 27settembre e i medici dell’Asia Minore ricordati il1° novembre.L’ipotesi più verosimile è quella deigemelli arabi che dopo aver compiuto gli studi inSiria, si stabiliscono a Egea, nella baia diAlessandretta in Cilicia (attuale Turchia)il padredi nome Niceforo, si convertì al Cristianesimo,subito dopo la loro nascita e morì nel corso di unpersecuzione.La madre di nome Teodora sioccupò della loro educazione.Lisia, governatoredella Cilicia, sotto il regno di Diocleziano(284-305), nel corso delle persecuzioni religiosecontro i cristiani, li fa imprigionare, sottol’influenza degli altri medici, li obbliga adabiurare la loro fede, insieme con gli altri trefratelli:Antimo,Leonzio, Euprepio.Essi furonoprima tormentati mani e piedi e non avendoavuto alcun risultato furono legati e buttati in

mare, ma un angelo li salvò.Allora Lisia li fecegettare nel fuoco ma essi non furono lambitidalle fiamme; furono flagellati ma senza alcundanno.Allora furono crocifissi e lapidati ma lepietre tornavano indietro, allora furono trafittidalle frecce ma i dardi si rivolgevano contro glistessi soldati.A quel punto Lisia, la mattina dopo,li fece decapitare.I due medici santi venivanodetti Anargiri (dal greco anargiroy = senzadenaro) perché rifiutavano qualsiasi compensoper le loro prestazioni mediche Operavanogratuitamente la loro professione nel rispetto delprecetto evangelico: gratis accepistis gratisdate).Si narra che una donna di nome Palladia,dopo aver sperperato tutto il suo patrimonio inconsulti e cure per la sua malattia, disperata sirivolse ai santi ottenendone la guarigione.Ladonna per ringraziamento, offre a Damiano treuova ed egli dopo vari rifiuti, si decise adaccettarle.Cosma, venuto a sapere dell’accaduto,si infuriò e decise che alla loro morte, fosseroseppelliti separatamente.Al momento dellasepoltura, arrivò un cammello parlante cheordinò di seppellirli insieme.Tutta questaleggenda è narrata da Jacopo da Varagine, ilmonaco famoso ne”Il nome della Rosa”e dipintadal Beato Angelico, il quadro è conservato nellaNational gallery di Washington.La collocazionenella schiera dei santi avviene a Roma con papaSimmaco/498-514) che dedica a loro un oratorionella Basilica di Santa Maria Maggiore, mentrepapa Felice IV(526-530) dedica ai santi Cosma eDamiano una vera basilica, fondendo due templipagani dedicati a Castore e Polluce, sul sitodell’antico templum romuli e della BibliothecaPacis . La basilica è visitabile all’inizio del ForoRomano e nell’abside vi è un mosaicoraffigurante gli apostoli Pietro e Paolo nell’attodi presentare a Cristo i due martiri.E’ proprio inquesta chiesa che avviene il miracolo descrittosempre da Jacopo da Varagine e che ha resofamosi i due santi.Dovete sapere che essi sonodue santi moderni perché hanno eseguito consuccesso il primo trapianto.Essi curavano unpaziente con una gangrena ad un arto edarrivarono alla conclusione che la cosa miglioreda farsi fosse quella di amputare e decisero disostituire l’arto mancante con quello prelevato adun etiope morto il giorno prima e sepolto nel

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cimitero di San Pietro in Vincoli. Passando dallaleggenda alla storia, la prima comparsa dellafigura dei santi Cosma e Damiano nel mondochirurgico, avviene nel secolo XI°, nel manualedi chirurgia di Guido Lanfranchi. Questi duesanti sono stati oggetto di una intensarappresentazione pittorica durante ilRinascimento grazie anche alla famigliaMedici.Fra Filippo Lippi (1406-1469)haraffigurato in una tavola conservata alla NationalGallery di Londra, Giovanni Bicci, capostipitedella famiglia Medici, sotto le sembianze diGiovanni Battista, attorniato dai figli e nipotinelle vesti dei santi Cosma Damiano,Sant’Antonio, San Pietro, San Francesco e SanLorenzo.Se voi notate i santi medici portanosempre il copricapo rosso anche al cospetto diCristo e della Madonna, a dimostrazione chesono considerati santi di rango. Nel MedioEvo,la scienza medica era appannaggio della chiesa:il medico era un pensatore, infarcito di nozionimediche, galeniche, con influssi di teologia,alchimia, astrologia.I docenti universitari eranosempre degli ecclesiastici votati alla castità ed alcelibato.Bisogna aspettare papa Martino V nel1453 per abolire questa ordinanza.Nella facoltàdi Montpellier nel 1220 la medicina e lachirurgia venivano insegnate separatamente nelrispetto dell’editto del concilio lateranense”ecclesia abhorret a sanguine”. I lavori manualivenivano demandati ai chirurghi e ai barbieri incontinua lotta fra loro per motivi esclusivamenteeconomici.Nel XIII° secolo le autorità francesiobbligano i barbieri a rispettare le leggi:dovevano limitarsi al taglio dei capelli e dellabarba,alle coppetta ture, ai salassi consanguisughe e all’incisione degli ascessi, mentrei chirurghi ad opera di Jean Pitard, chirurgopersonale del re Luigi IX (San Luigi), siriuniscono nella confraternita di Cosma eDamiano con obiettivi culturali ed organizzativi.Imembri della confraternita hanno l’obbligo divisitare gratuitamente i poveri il lunedi, nelrispetto della figura dei santi protettori ed ibarbieri di rimando, per protesta tengono chiusele loro botteghe proprio il lunedi e tale usanzapermane ancora oggi.I barbieri portano la vestecorta ed hanno sulla porta della loro bottega unavaschetta in peltro mentre i chirurghi portano la

veste lunga e la vaschetta è in ottone.Talevaschetta serviva a raccogliere il sangue dopo ilsalasso:atto terapeutico ben codificato.I barbieriinfischiandosene delle leggi vigenti esponevanoun emblema a testimoniare la loro attività disalassatori:una colonnina bianca con due strisceelicoidali di cui una blu raffigurante il laccio el’altra rossa per il getto sanguigno.Fino ad alcunianni fa questo simbolo era ancora presente suogni bottega di barbiere. Sotto Carlo V vieneistituita la Compagnia dei barbieri che nel 1500si alleano con gli accademici, accettando lasovranità dei membri della facoltà chepresiedono le commissioni di ammissione ericevono la tassa societaria annuale.I chirurghi aquesto punto nel 1544 su decreto di Francesco I,ottengono l’autorizzazione a tenere lezioni dichirurgia in latino , ad istituire un vero e propriocorso di laurea in chirurgia, ottengono cadaveridall’Hotel Dieu ( prima espressione di ospedalecittadino) per eseguire esercitazioni didissezione.La facoltà comunque continua aprivilegiare la compagnia dei barbieri il piùfamoso dei quali è certamente Ambois Parè(1510-1590) definito il chirurgo di quattro Re diFrancia (EnricoII, FrancescoII, CarloIX,EnricoIII). Egli chiede ed ottiene l’ammissionealla confraternita e tiene le prime lezioni infrancese. Ha scritto un trattato di chirurgia, diostetricia, sulle ernie, vaiolo, peste, morbillooltre a 17 libri di chirurgia (primo esempio dimedicina forense). Fu il primo a disegnareprotesi per amputati, e ad eseguire l’emostasi deimonconi con la legatura dei vasi. Il 7 gennaio1608, il preside della facoltà Maitre Perrevive,sanziona l’ingresso dell’insegnamento dellachirurgia nei corsi della facoltà e nel 1656, sottoil re Sole ( Luigi XIV°), avviene la fusione dellaconfraternita di Cosma e Damiano e dellacompagnia dei barbieri in una unica struttura:laComunità di Cosma e Damiano, grazie ad unevento fortuito:il Re Sole soffriva da tempo diuna fistola perianale e la favorita del re , madamedi Maintenon, sponsorizza il protomedico Fagonche diventa l’archiatra del re.Deve stilare ilgiornale di salute del re nel quale vengonoannotate tutte le funzioni dell’augustapersona:numero e caratteristiche delleevacuazioni, le prestazioni sessuali ecc.il dottor

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Fagon non è in grado di risolvere il problema equindi viene chiamato Charles Felix De Tassydella comunità dei chirurghi che opera consuccesso il sovrano. La malattia di moda diventaquindi la fistola perianale. Alcuni anni dopo,il reSole ha un ascesso nucale con febbreelevata.Fagon chiama nuovamente De Tassy cheperò non può più operare in quanto affetto dalmorbo di Parkinson.Viene proposto GeorgeMarechal che opera con successo il re che dopodue settimane torna nelle stanze private diMadame Maintenon. A questo punto Fagon siarrende alla potenza di Marechal e si fa operaredi calcoli vescicali, mentre De Tassy superbo, siopera da solo e muore dopo aver fatto una falsastrada.Marechal diventa il capo della Comunitàdei Chirurghi di Cosma e Damiano ed ilriconoscimento ufficiale della categoria vieneottenuto nel 1724 sotto il regno di Luigi XV°:vengono create cinque cattedre per i membridella comunità in seno alla facoltà di medicina,per arrivare al 1731 quando la Comunità diCosma e Damiano diventa l’Accademie royalede chirurgie, da cui trae origine l’attualeAccademie. Per tornare al titolo di testo: in unmondo teso ad una esasperata globalizzazione,con una richiesta sempre più pressante di dirittoalla sanità piuttosto che alla salute, con unagrande incertezza per il futuro dei giovani,oppressi da un sempre crescente contenziosogiudiziario, in un mondo dove latita unadeontologia professionale, vi sono sempre menogiovani che hanno l’ardire di affrontare questadisciplina.Ecco perché bisogna raccomandarsisempre più ad un santo protettore a tempo pienoin paradiso.

GIOVEDI 19 NOVEMBRE 2015RELAZIONE DI PAOLO TORRICO

Spendere meno, spendere meglio. Servizio sanitario tra spending review e nuovibisogni di salute: gli acquisti di beni e servizi

In questi ultimi anni lo sforzo dei vari governiche si sono succeduti alla guida del Paese si èincentrato sul contenimento del debito pubblico,che oggi rappresenta per l’Italia la più graveipoteca sulla capacità di mantenere anche per il

futuro gli attuali livelli di benessere e, dunque, diwelfare diffuso.La crisi economica mondiale, dal 2008 ad oggi,ha reso ancor più ineludibile l’adozione dimisure strutturali di riforma della spesa pubblicain tutti i principali settori di intervento. Gliobblighi imposti all’Italia dalla c.d. Troikaeuropea, mirati al rientro pressochè immediatoall’interno di stretti parametri economico-finanziari, tuttavia, hanno portato in molti casiall’adozione di interventi finalizzati alsoddisfacimento di esigenze di cassa più che allarealizzazione di riforme organiche dei varicomparti di spesa pubblica, tenuto anche contodel fatto che la tassazione ha ormai raggiunto inItalia un livello così alto che è assai arduo poterpensare ad ulteriori inasprimenti fiscali.In occasione dell’emanazione delle numerosenorme strutturali in materia di “spending review”a cui abbiamo assistito in quest’ultimo periodostorico, particolare attenzione è stata quindirivolta al settore degli appalti pubblici,giustamente considerato tra i driver di spesapubblica più importanti. Gli appalti pubblici,infatti, nei Paesi UE assorbono circa il 20% delPIL e l’Italia non fa certo eccezione.L’assunto del legislatore è che, attraverso unmiglior governo degli appalti pubblici, ispirato acriteri di efficienza, efficacia ed economicità, maanche di legalità e trasparenza, si possa ottenereun miglior controllo della spesa pubblica,indirizzandola verso obiettivi di maggioreappropriatezza. Il tema dell’appropriatezza è un concetto centralesoprattutto nella sanità pubblica, dove ladomanda di prestazioni è costantemente increscita (per motivi socio-demografici,epidemiologici e culturali) mentre le risorseeffettivamente disponibili non crescono di paripasso e dunque l’appropriatezza può essereintesa quale “risultato di una capacitàdecisionale che assicura il massimo beneficionetto per la salute nell’ambito delle risorse chela società rende disponibili”. L’appropriatezzainoltre è condizione imprescindibile per l’equitàe la sostenibilità del sistema.Lungo quali direttrici si è dunque mosso illegislatore nazionale e buona parte di quelliregionali? Innanzitutto sulla centralizzazione

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degli acquisti e l’aggregazione della domanda.Come conseguenza abbiamo assistito negli ultimiquindici anni all’istituzione di Consip, che è lacentrale di acquisto principalmente dedicata agliAmministrazioni statali e ad alcuni settori dispesa sanitaria, ed alla attivazione di numerosealtre centrali regionali, la maggior parte dellequali dedicate (esclusivamente o principalmente)agli acquisti in Sanità (ESTAV, poi ESTAR inToscana, SoReSa in Campania, InterCenter inEmilia Romagna, ARCA in Lombardia, SCR inPiemonte, solo per citare le principali). A taliEnti è stato affidato da parte delle Regioni,secondo varie formule istituzionali edorganizzative, il compito di governare la spesapubblica cercando di ottenere, grazie allaconcentrazione dei volumi di acquisto ,all’adozione di modelli di procurementinnovativi, uniti alla specializzazioneprofessionale del management, prezzi di acquistomigliori a parità di livello qualitativo. Ilcompimento di questo disegno si è avuto con ilDL 66/2014 che ha istituito un elenco di c.d.Soggetti Aggregatori (attualmente 35 in tuttaItalia) i quali, progressivamente, saranno gliunici enti abilitati all’espletamento di gare diappalto in tutta una serie di settori strategici dispesa pubblica (ad oggi 19, di cui 14 in ambitosanitario). Parallelamente si sta lavorando alladefinizione di “prezzi di riferimento”, per unaserie di beni e servizi, in modo da ridurre i casi diingiustificata differenza di prezzi di acquisto traRegione e Regione.

03 DICEMBRE 2015RELAZIONE DI ROBERTO BARALE

Gli alimenti, il gusto e la salute

"Tutti i gusti sono gusti”, dice l’antica saggezzapopolare. E che la frase contenga una qualcheverità, lo conferma oggi anche la “genetica deisensi”. “Tutti conosciamo il daltonismo cioèl’incapacità di percepire o meno i colori, ma solodi recente ci si è resi conto che lo stessofenomeno vale anche per il gusto; e da questedifferenze, che influiscono sulle abitudinialimentari, dipende anche il nostro stato disalute. Una recentissima ricerca dell’Ateneopisano, ancora in itinere, ha scoperto che nei

centenari è più frequente una particolare variantedi un ricettore dell’amaro. La sensibilità ai saporiè controllata da diversi geni che determinano ilnumero delle papille e la loro capacità sensoriale.“Noi possiamo percepire cinque saporifondamentali, il dolce, il salato, l’acido, l’umami(glutammato) e l’amaro, ma in realtà – spiegaBarale - la maggior parte dei geni umanicoinvolti nel gusto è specializzata nellapercezione dei sapori amari, prevalentementepresenti nei vegetali”. Sono 25 le classi disostanze amare che riusciamo a percepire graziead altrettanti geni che sono presenti in varieforme con diverse sensibilità, alcune moltofrequenti altre meno. Il risultato è che ognuno dinoi sente i sapori in modo diverso e può capitareche ciò che per alcuni è insopportabilmenteamaro per altri non lo è affatto. Il primo adaccorgersi di questo fenomeno fu un chimicoamericano, Arthur Fox, nel 1931. Travasando lafenilitiocarbammide (PTC) scoprì che alcunepersone la percepivano come molto amara,mentre altre no. Portò quindi questa sostanza acasa per farla assaggiare ai suoi familiari e chieseai suoi collaboratori di fare lo stesso. E fu inquesto modo che intuì che le diverse percezionidell’amaro erano ereditabili. Da allora sono statisviluppati dei semplici test di sensibilità rispettoad alcune sostanze chimiche per classificare isoggetti in “gustatori”, “super gustatori” e “nongustatori”. La frequenza di “non gustatori” perl’amaro del PTC è ad esempio del 30% tra glieuropei, ma può calare fino al 10% negli africanie salire oltre il 50% tra gli indiani. La nostrapredisposizione genetica al gusto influenza leabitudini alimentari che, a loro volta, influisconoin modo negativo o positivo su molti indicatori dibenessere come il colesterolo, il peso corporeo oanche la longevità. Si è sempre pensato che lanostra capacità di percepire le sostanze amareservisse per evitare di ingerire sostanze tossiche.In realtà, recentemente si è scoperto che i genidell’amaro si esprimono anche nell’intestino enel pancreas e regolano importanti funzionifisiologiche, come la peristalsi, o metaboliche,come ad esempio il livello di insulina nel sangue.E così l’ultima frontiera della ricerca in questocampo riguarda proprio il rapporto fra il modo incui le persone percepiscono l’amaro e il loro

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stato di salute complessivo. Alcuni studidimostrano l’associazione fra alcune varianti digeni per la percezione dell’amaro e l’obesità.Un’altra ricerca che stiamo portando avantiriguarda circa 600 anziani calabresi nei qualiabbiamo riscontrato che una particolare variantedi un ricettore dell’amaro è più frequente neicentenari. Lo studio è ancora in corso, ma se irisultati venissero confermati, ampliando lapopolazione, il passo successivo sarebbe quellodi analizzare il meccanismo virtuoso checombina predisposizione genetica e abitudinialimentari a base di vegetali contenenti questespecifiche sostanze amare con l’obiettivo diindividuarle: “l’elisir di lunga vita è un… amaro?

GIOVEDI 17 DICEMBRE 2015CENA DEGLI AUGURI

Come di consueto, la seconda conviviale didicembre è stata l'occasione per festeggiare ilNatale, insieme ad ospiti, amici e autorità. Nelcorso della serata , è stato consegnato a duerappresentanti della Caritas un assegno, al fine disostenere la mensa per i poveri delle parrocchiedi San Francesco e di Santo Stefano.

Il Presidente Paolo Corsini, il Presidente2017/2018 Giuseppina Di Lauro, il PastPresident Roberto Gianfaldoni e il PresidenteIncoming Federico Papineschi

Il Rotary Club Pisa Galilei ha altresì offerto unpresente a Bob, lo storico barman dell'hotelDuomo, da fine 2015 in pensione.

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GIOVEDI 21 GENNAIO 2016CONFERENZA DI ENRICO TOZZI

STORIA DELL’ORTOPEDIA PISANA DAL‘700 A CALAMBRONE

E’ bene che lo studio della medicina moderna sispecchi nelle memorie del passato, perapprendere l’umiltà, la pazienza, il senso dellacritica, il rispetto delle altrui opinioni e gli errorinostri come quelli degli altri. La medicina inizianel IV secolo a.C. con IPPOCRATE di Coo,medico, fisico,matematico, filosofo esoterico,discendente da Asclepio, Dio della Medicina, neicui testi si trovano pagine dedicate alle fratture ealle patologie ortopediche. Bisogna saltare poicirca 2000 anni, per giungere ad Ambrogio Paré,vissuto nel 1500, medico di Re Carlo IX,fondatore della Chirurgia Francese e iniziatoredell’ortopedia con l’utilizzo di strumenti eapparecchi ortopedici per la cura di fratture elussazioni. Il termine ORTOPEDIA è coniato daNicolas Andry nel 1741, quando scrive chel’Ortopedia (Orthos diritto – Pais Bambino) èl’arte della prevenzione delle deformitàdell’infanzia. Subito dopo il valore etimologicosi amplia in “Correzione anche funzionale erimedio delle anomalie anche nell’adulto”. Nel

700 c’è la svolta; il secolo illuminato affossaciarlatani ed empirici, non più maghi o barbieri osciamani o stregoni, bensì chirurghi generali chesi impegnano nelle patologie ortopediche etraumatologiche. Cominciano a fiorire nomicome Scarpa, Malgaigne, Langenbeck, Albert,che scoprono nuove malattie ortopediche epropongono interventi originali. A PadovaVanzetti nel 1846 inventa l’immobilizzazionerigida delle fratture con bende intrise di colladissecata; in Danimarca Mathijsen inventa labenda gessata nel 1852. A Pisa Andrea VaccàBerlinghieri (1772-1826) Clinico Chirurgo,descrive le amputazioni degli arti, tra i suoi studidi matematica, fisica, chimica, astronomia inpratiche intrise di esoterismo. Tenta trapianti diorgano da cadaveri. Mary Shelley si ispira aVaccà per descrivere il suo famoso personaggio:Frankenstein. Nell’800 numerosi sono i chirurghiitaliani che si mettono in luce con scoperte einvenzioni in campo ortopedico etraumatologico: Larghi, Gritti, Panzeri, che fondanel 1891 la Società Ortopedica Italiana.Nell’Ospedale di Pisa emerge il ChirurgoAgostino Paci (1845-1902) che studia a fondo ladisplasia congenita dell’anca. Ma è a Bolognache nasce la prima vera scuola di Ortopedia.Francesco Rizzoli (1809-1880), professore diChirurgia, alla morte lascia il suo patrimonio allacittà per la costruzione di un OspedaleOrtopedico. E’ scelto il Monastero di SanMichele in Bosco, che ristrutturato diventa I.O.R.(Istituto Ortopedico Rizzoli), inaugurato nel1896. Il primo Direttore è il prof. AlessandroCodivilla (1860-1912) ideatore di modernetecniche ortopediche, che apre la schiera deigrandi nomi dell’Ortopedia Italiana. Il suosuccessore è Vittorio Putti (1880-1940), grandeumanista e chirurgo, ideatore di importantitecniche chirurgiche. Suoi allievi i più grandiortopedici del 900: Zanoli, Vacchelli, Casuccio,Filippi, Bonola, Pasquali, Delitala, masoprattutto Scaglietti e Paltrinieri. OscarScaglietti Direttore della Clinica Ortopedica diFirenze dal 1956 al 1977; Mario PaltrinieriDirettore della Clinica Ortopedica di Pisa dal1943 al 68 e dello IOR dal 1968 al 1977.Come originano le STRUTTURE Sanitarieortopediche nel territorio pisano? Dagli Istituti

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di talassoterapia (cure marine) per scrofolosi,tubercolotici, reumatici.Un medico pisano, il Prof. Luigi Morelli,diffonde in Italia la Talassoterapia (1839).Barellai (1813-1884) crea il primo Ospedale almare per la cura della scrofola e rachitismo. AViareggio Re Umberto, nel 1961, inaugural’Ospizio Marino nell’attuale Palazzo delleMuse (ora Piazza Mazzini). Nello stesso periodoa Marina di Pisa è aperto l’Ospizio Marino diBoccadarno (dove ora è il Bagno Gorgona). Inpoco tempo diventa un vero OspedaleOrtopedico e di convalescenza di malattiereumatiche e tubercolari. Durante la prima guerramondiale diventa una Sezione dell’OspedaleMilitare di Santa Chiara, per poi essere restituitoai civili dopo la fine della guerra. Arriva a gestirecirca 80-90 posti letto in sezioni mediche echirurgiche. Dagli anni ’30 spariscono leCongregazioni di Carità e nascono gli ECA,presenti a Pisa dal 1937 al 1977, cui è deputatauna parte della Sanità pubblica. La secondaguerra mondiale distrugge l’Ospizio diBoccadarno. Finita la guerra si sviluppano treindirizzi: la sistemazione dell’Ospizio distrutto;la necessità di aprire una Reparto Ospedaliero;l’apertura di una Scuola Universitaria diOrtopedia. A Pisa è chiamato il professorPaltrinieri a creare la Scuola di Ortopedia e adirigere la Divisione Ortopedica, nonché laCattedra Universitaria. Nasce la struttura di ViaRisorgimento nella città di Pisa, mentre sul marea Calambrone è costruito un nuovo Istituto convarie funzioni: dapprima di Riabilitazione post-ortopedica, poi Chirurgica ortopedica di altaspecialità e riabilitativa. L’insieme è nominatoIstituto di Cure Marine di Tirrenia. Per un certoperiodo darà ospitalità alla Divisione di Medicinadel Prof. Baschieri, poi all’Endocrinologia delProf. Pinchera. L’Ortopedia di Calambrone èprima diretta dal Prof. Mario Cesari dal 1967 al1993, poi dal Dott. Enrico Tozzi, che trasforma laStruttura in Centro Regionale di Eccellenza diChirurgia Protesica, con una serie di innovazioniscientifiche e ambientali, a partire dal 1974. Lostaff di Calambrone sviluppa il brevetto dellaprotesi modulare di anca, a colli mobili, grandeinnovazione di interesse extra-nazionale. Per unbreve periodo, dal 1998, a Calambrone è

presente anche la IV U.O. di Ortopedia direttadal Prof. G. Guido, poi trasferitosi a Pisa. A Pisa,dopo il trasferimento a Bologna di MarioPaltrinieri (1968), giungono come DirettoriUniversitari i professori Piergiorgio Marchetti eAlessandro Faldini. Si susseguono altri illustridocenti, come Nicolino Marchetti e E. Consoli.La Scuola ortopedica pisana è tra le prime inItalia. Tutti gli allievi di Paltrinieri e PiergiorgioMarchetti diventano Primari o Direttori di IstitutiOrtopedici in Toscana o in altre importanti sediitaliane. Nel 1998 a Pisa sono presenti quattroUnità Primariali dirette da Faldini, Tozzi,N.Marchetti, Guido, ridotte ad oggi a duecattedre universitarie: una diretta dal Prof. GiulioGuido (prossimo a pensionamento e sostituito daRodolfo Capanna, proveniente da Firenze),l’altra diretta dal Prof. Michele Lisanti. I dueDirettori gestiscono tutta l’attività impegnativa diPronto Soccorso Traumatologico nonché inumerosi settori di chirurgia ortopedica di altaspecializzazione. Nel 2007 il Dott. E. Tozzi va inpensione; contemporaneamente il Centro diChirurgia Protesica di Calambrone chiude, il suoaiuto Dott. M. Benifei è nominato Dirigente diStruttura Semplice di chirurgia Protesica, aCisanello. Il Dott. E. Tozzi continua l’attivitàlibero-professionale in Casa di Cura privata e inincarichi medicolegali.

GIOVEDI 04 FEBBRAIO 2016RELAZIONE DI GIAMBIAGIO CONTE

VERO E FALSOFilologia e critica dell’autenticità

Le opere della letteratura greca e latina che noileggiamo, le leggiamo grazie al lavoropreliminare dei filologi classici. Il filologodiventa ogni volta responsabile in prima personadi ciò che viene presentato al lettore. Il suocompito è di accertare l’attendibilità di testi cheprovengono da distanze temporali enormi, e chehanno conosciuto una travagliata trafila ditrasmissione. Il filologo è insomma lo studiosocapace di distinguere le lezioni autentiche nellagrande massa di lezioni corrotte che i manoscrittiantichi ci conservano, quelle lezioni che sonotramandare da frammenti papiracei, da codici

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medioevali mal-ricopiati per mano di personaggisemidotti che lavoravano in condizioni spessosfavorevoli, quelle lezioni conservate dalle primeedizioni a stampa le quali spesso, con faciloneria,preferivano riprodurre i manoscritti piùfacilmente leggibili, senza curarsi troppo dellaloro autorevolezza. Il lavoro del filologo è lostesso che svolge un controllore di autenticità, unsorvegliante vigile e refrattario alle faciliapparenze.

Molti errori, molte corruttele (è inevitabile)nascono fin da quando i testi vengono copiati perla prima volta; in séguito tali corrutteletrasmigrano in una seconda e poi in una terzacopiatura, mentre intanto avviene che, ad ognifase di trascrizione, una nuova serie di errorivenga a prodursi. Sono tutte corruttele, queste,involontarie da cui i nostri testi devono esserenecessariamente risanati. Ma a parte le corruttelemeccaniche e quelle non immediatamente visibili(le cosiddette criptocorruttele) – a parte lebanalizzazioni e i travisamenti di parole dovuti adistrazioni dei copisti o a loro letture illusorie – aparte le omissioni di gruppi verbali – a parte irabberciamenti improvvisati dagli stessi copisti,ingenuamente desiderosi di aggiustare ciò chenon capivano – a parte, dicevo, questicomunissimi incidenti di trasmissione, i nostrimanoscritti antichi e medioevali soffrono tutti diuno stesso malanno insidioso: l’interpolazione.Nella critica filologica, si indica coninterpolazione qualunque modifica consapevoledel testo, qualsiasi aggiunta (non autentica)inserita intenzionalmente nel testo dal copistache mira a semplificare e chiarire il dettato.

Spesso l’amanuense – il copista voglio dire –banalizza il lessico di un autore quando gli paretroppo difficile o introduce nel corpo del testoelementi originariamente estranei, per es.spiegazioni o note – insomma dei sovrappiù chevengono apposti in margine alla pagina onell’interlineo – tutti complementi arbitrari omiglioramenti illegittimi, che sono di fattoalterazioni del testo autentico. Una voltaintrodotte nel testo, anche tali interpolazioni sitrasmettono perché in una fase di successivacopiatura vengono assorbite nel testo originariocome ne fossero parti autentiche. E tocca alloraal filologo stanarle, riconoscerle, ripudiarle,dichiararle false – insomma accusarle di essere,come si usa dire, apocrife – e perciò tocca a lui diespungerle, espellerle dal testo. Al delicatocompito di espurgare i testi dalle interpolazioniogni filologo-editore è chiamato frequentemente,assai più frequentemente di quel che si potrebbecredere, dato che le inserzioni abusive sono unmalanno diffuso. Molto varie sono le ragioni chepossono averle causate: prima fra tutte l’ingenuaemulazione di lettori che si sentivano autorizzatia lasciare nei testi un segno del loro passaggio.Costoro infatti non temevano di essereconsiderati profanatori di opere inviolabili, eranoanzi convinti di essere operosi collaboratori.Mentre in pratica mancavano di rispetto agliautori che stavano leggendo, agivanonell’illusione di migliorarli, quegli autori, oalmeno di integrarli. È ben noto che moltetragedie greche furono soggette in età ellenisticaad aggiunte o alterazioni, per lo più dovute alettori che non esitavano a perfezionare lecomposizioni dei grande drammaturghi, o chesemplicemente volevano rendere più esplicito ciòche a loro pareva solo accennato. In questo caso icolpevoli più indiziati saranno stati soprattuttoattori di teatro o direttori artistici pronti aritoccare e a infiorettare i testi ogniqualvoltavenissero rimessi in scena. Ovviamente gli autoripiù letti (Virgilio, Orazio, Ovidio, Petronio,Marziale, Giovenale) erano anche i più esposti.Ma tra di voi, stasera, non tutti hanno presenti leopere di quegli autori classici; gli esempiche potrei fare, più che interessarvi, finirebberoper risultarvi peregrini e dunque anche noiosi.Sceglierò dunque di parlarvi di un testo di

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altissimo valore letterario che però ciascuno divoi, chi più chi meno, conosce abbastanza bene:e mi riferisco ai Vangeli, o meglio ai quattroVangeli canonici (i tre sinottici secondo Marco,Matteo e Luca, nonché quello abbastanza diversoche è il Vangelo di Giovanni). La maggioranza dinoi presume di leggere nel Nuovo Testamento, senon proprio le parole esatte pronunciate da Gesù,almeno quelle scritte nel primo secolo dopoCristo dai vari autori dei testi che locompongono. La verità invece è che di nessunvangelo possediamo il manoscritto originale, eper quasi millecinquecento anni, finoall’invenzione della stampa, le copie chetramandavano la tradizione cristiana subironoinfinite vicissitudini. Tali copie furonoripetutamente trascritte a mano da copisti talvoltadistratti o stanchi, talatra incolti, semprecomunque profondamente influenzati dallecontroversie culturali, teologiche e politiche dellaloro epoca. Tutte queste controversie,naturalmente, produssero qua e là importantimodifiche. Se volete capire come si è giunti astabilire il testo che viene stampato ai nostrigiorni, dovete far credito ai filologi del Vangelo,quei critici testuali che, simili a pazientiinvestigatori, hanno per lungo tempo cercato eancora cercano di riconoscere – nelle versioniantiche e manipolate – le parole originali deivangeli canonici. La storia di una filologiascientifica dei Vangeli nasce con il grandeumanista Erasmo da Rotterdam e con l’edizionecritica del Nuovo Testamento in greco – contraduzione latina e annotazioni – che eglipubblicò nel 1516 a Basilea – e che per quasi 250anni fu il textus receptus, ‘il testo accolto’, comedire il testo di riferimento delle Chiese cristiane(sia della cattolica che delle riformate). Perquest’edizione critica Erasmo si era valso di unesame sistematico dei manoscritti greci delNuovo Testamento, anche quelli che erano statiscoperti di recente o quelli che, proprio in quelperiodo, stavano giungendo dalla Grecia dopo lacaduta di Costantinopoli (1453) e la conseguentefine dell’Impero greco-bizantino. Sentite ora ilprimo guaio che il problema delle interpolazioniscatenò. Riguarda il cosiddetto ‘commaJoanneum’ che è contenuto nell’epistola prima diGiovanni (5, 7-8), e che (fate benattenzione!) è

l’unico – dico l’unico – passo, contenuto in tuttequante le Sacre Scritture, in cui si parli dellaTrinità: “Poiché tre sono quelli che rendonotestimonianza nel cielo: il Padre, il Verbo e loSpirito Santo; e questi sono una stessa cosa”.Sta di fatto che non si può accogliere questapostilla perché essa manca in tutti manoscritti piùantichi. Il grande Erasmo, più animato da rigorefilologico che intimorito dalle prevedibiliconseguenze teologiche, stabilì che quel brevecomma, unica testimonianza a garanzia delladottrina trinitaria, era un’interpolazione sortaprobabilmente nella Spagna del IV secolo: erastata introdotta a bella posta per combatterel’eresia dell’arianesimo, l’eresia che era statasconfitta – con l’imposizione di un dogma – nelconcilio di Nicea del 325 (l’imperatoreCostantino infatti non voleva dispute cheindebolissero la solidità dell’Impero staccando laChiesa d’Oriente – Ario era un vescovo orientale– dalla Chiesa d’Occidente).Fondandosi sull’espunzione che Erasmo avevasuggerito per quel passo cruciale – da luicondannato in quanto apocrifo, spurio, nonautentico – Michele Serveto, umanista spagnolo,ma anche medico, matematico e astronomo,scrisse nel 1531 il ‘De Trinitatis erroribus’.Condannato dall’inquisizione spagnola, Servetosi rifugiò a Ginevra presso Calvino, sperando ditrovare rifugio, ma Calvino non apprezzò la suascelta antidogmatica e lo condannò ad esserearso vivo come eretico. Ecco una storia chemostra come ripulire dalle interpolazioni i testisia un lavoro che va fatto con la massimaprudenza, quella prudenza che paradossalmente,ricordiamolo, è virtù principe per i filologi, iquali di solito non sono né troppo ironici nétroppo coraggiosi. È vero peraltro che leinterpolazioni nel Nuovo Testamento sono uncaso a parte nel panorama della letteratura antica.Nelle Sacre Scritture aggiunte e rimaneggiamentiavevano infatti un’origine per così direideologica, rispondevano cioè a interessiapologetici o polemici nati nell’ambito di disputedottrinarie, e all’inizio erano favoriti dalla naturaancora ‘aperta’, ancora fluida, del corpusscritturale. (La produzione di vangeli –nutritissima – durò per qualche tempo, finché,fissato il canone dei quattro, secondo Marco

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Matteo Luca e Giovanni, tutti gli altri furonodichiarati apocrifi; tra gli apocrifi anchel’importante vangelo di Tommaso). Il veropericolo sorse quando, a partire dai secoli IV e V,gli scribi cristiani emersero come classeprofessionale all’interno della Chiesa. Proprio leloro capacità accresciute rispetto alla passivitàdegli scribi semidotti del primo periodo, proprioqueste loro maggiori capacità culturali lispingevano ad aggiustare secondo il propriogiudizio il testo. Lo modificavano perchépensavano che dovesse essere modificato, perchévolevano eliminarne quelli che sembravanodifetti. Quando gli scribi alteravano di propositoil testo, i loro motivi erano per lo più puri comela neve: secondo loro infatti bisognava rimediarea presunte omissioni, chiarire oscurità, esplicitareciò che pareva essere rimasto inespresso,completare ciò che a loro pareva fosse statolasciato incompiuto. Vi farò un esempio tratto dalVangelo di Marco: si tratta proprio della suaconclusione: gli ultimi dodici versetti, cheseguono la risurrezione di Gesù e raccontano trecose: 1) l’appari- zione di Gesù a MariaMaddalena, 2) le sue ultime parole rivolte agliApostoli perché andassero come missionari apredicare il Vangelo, e infine 3) la sua ascensioneal cielo. Il passo (e c’è unanimità fra gli studiosineotestamentari) certamente non figurava nelVangelo di Marco: fu aggiunto in séguito da unoscriba, che non accettava il modo brusco erepentino in cui si concludeva il racconto dellaResurrezione di Gesù. Di fatto – ed è un fattorilevante – questi 12 versetti (da 16, 9 a 16, 20)non figurano nei nostri due più antichi e piùautorevoli manoscritti del Vangelo di Marco. Perdi più il loro stile di scrittura è decisamentediverso da quello che troviamo altrove in Marco:nel brano compaiono una quantità di parole edespressioni altrimenti assenti in tutto il resto delVangelo di Marco. Il passaggio fra questaaggiunta di 12 versetti e la parte precedente(quella conservata da tutti i manoscritti) èpiuttosto stentato, e anche evidentementemalconnesso: per es. Maria di Magdala,nonostante sia appena stata nominata nella partedel testo che immediatamente precede i dodiciversetti aggiunti, viene presentata come nonfosse mai stata menzionata prima, quasi entrasse

in scena ora per la prima volta, quasi che di leinulla fosse stato ancora detto: ‘Gesù apparvesùbito a Maria Maddalena, una donna dalla qualeaveva scacciato sette demòni’. Evidentementel’interpolatore inserì il suo pezzo nuovo senzatenere conto del racconto precedente. Ancora piùinquietante il caso dell’episodio dell’adultera. Èprobabilmente la storia più nota su Gesù.Malgrado la sua popolarità, il racconto si trovasoltanto in un brano del Nuovo Testamento,Giovanni 8, 1-11, e neppure qui pare originale. Ilcontenuto è ben noto. Gesù sta insegnando nelTempio e un gruppo di scribi e farisei, suoinemici giurati, lo avvicina spingendo avanti unadonna ‘che era stata sorpresa in flagranteadulterio’. La conducono davanti a Gesù perchévogliono metterlo alla prova. La legge di Mosé,essi affermano, vuole che una persona similevenga giustiziata mediante lapidazione, madesiderano sapere quale sia il suo parere.Dovrebbero lapidarla o mostrarle pietà? È ovvioche si tratta di un tranello. Se li inviterà alasciare andare la donna, Gesù sarà accusato diviolare la legge di Dio, se dirà di lapidarla, saràaccusato di venire meno ai propri insegnamentidi amore, compassione e perdono. Gesù nonrisponde sùbito, si china invece a scrivere coldito per terra. Poiché continuano a interrogarlo,dice “Chi di voi è senza peccato, scagli per primola pietra”. E di nuovo curvatosi scrive per terra,mentre coloro che hanno scortato la donna manoa mano abbandonano la scena, senza dubbiosentendosi condannati per i propri peccati, finchénon rimane nessuno fuorché l’adultera. Alzandogli occhi, Gesù dice: “Donna, dove sono?Nessuno ti ha condannata?”. Lei risponde:“Nessuno, Signore””. Gesù allora: “Neanch’io ticondanno: va’ e d’ora in poi non peccare più.”È una storia magnifica, piena di pathos potente eanimata da un ingegnoso colpo di scena. Mamalgrado la storia sia suggestiva e quanto maiaffascinante, essa pone un enorme problema: sidà il caso che in origine non rientrasse nelVangelo di Giovanni. Anzi non faceva parte dinessuno dei vangeli. Fu aggiunta da scribi diepoca successiva. Come facciamo a saperlo? Glistudiosi che lavorano sulla tradizione manoscrittanon hanno dubbi che l’episodio sia da dichiararsispurio. Bellissimo ma spurio. L’episodio infatti

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manca nei nostri migliori e più antichimanoscritti del Vangelo di Giovanni. Per di piùlo stile in cui è scritto è molto diverso da quelloche troviamo nel testo giovanneo (inclusi gliepisodi che lo precedono e lo seguono) e poi –circostanza rilevante – contiene un gran numerodi parole ed espressioni altrimenti estranee esconosciute a questo vangelo. L’inevitabilededuzione è che il brano, in origine, non nefacesse parte. Si può forse ipotizzare che sitrattasse di un aneddoto diffuso nella tradizioneorale su Gesù, aggiunto un giorno nel margine diun manoscritto. Da quel margine qualcuno loavrebbe ricopiato incorporandolo nel testo. Altricopisti inserirono il brano in posizioni diversenel corpo del Nuovo Testamento – uno, strano adirsi, addirittura in un altro vangelo, quello diLuca. In ogni caso, chiunque lo abbia scritto,non era l’evangelista Giovanni. Vorreiconcludere ricordando che conoscere le paroledelle scritture non è importante solo per coloroche le considerano ispirate da Dio, ma lo è perchiunque pensi al Nuovo Testamento come a unlibro di assoluto rilievo per la nostra cultura. IVangeli sono anche una colossale opera umana,un libro venerato da milioni di persone. Dioavrà anche ispirato i suoi quattro Evangelisti.Ma tutta la trasmissione lungo due millenni èintervenuta lasciando sopra i testi i suoi segni –segni umani. La filologia è scienza umana,conosce gli umani errori e prova a porvi rimedio.Con rigore e umiltà. A chi di voi non si siaannoiato troppo questa sera e voglia ancorainteressarsi a problemi di critica dell’autenticitànei Vangeli sinottici, posso consigliare di leggereun libro per niente pedante, di facile accesso,scritto da un grande filologo neotestamentario,amico e collaboratore del Cardinal Carlo MariaMartini – il quasi papa che fu uno dei maggioribiblisti ed esegeti delle ultime generazioni.L’autore del libro è Bart D. EHRMAN, il titoloinglese suona ‘Misquoting Jesus’ (Citarescorrettamente Gesù) : del libro esiste un’ottimaversione italiana pubblicata negli OscarMondadori nel 2008 (costa solo 10 euro), il titoloitaliano è ‘Gesù non l’ha mai detto’Millecinquecento anni di errori e manipolazioninella traduzione dei vangeli. Sarà per voi unalettura interessante.

GIOVEDI 18 FEBBRAIO 2016QUESTA SERA ALL'OPERETTA

Franco Bonsignori e Carla Giometti

Die lustige Witwe (titolo italiano: La vedovaallegra) è un'operetta in tre parti di Franz Lehár,su libretto di VictorLéon e Leo Stein, dallacommedia L'Attaché d'ambassade di HenriMeillhac (1861). Debuttò con enorme successoal Theater an der Wien a Vienna il 30 dicembre1905 con la boema Mizzi Günther, soprano dioperetta, ed il tenore viennese Louis Treumann,sotto la direzione del compositore. L'operetta èstata scritta per un'orchestra di grandi dimensionicomprendente l'arpa ed il glockenspiel. Dopoduecento rappresentazioni (arriveranno ad oltrequattrocento) la direzione del teatro donò a Leháruna medaglia di riconoscimento. In Italia debuttòil 27 aprile 1907 al Teatro Dal Verme di Milanonella traduzione di Ferdinando Fontana conAdrienne Telma, in arte Emma Vecla. Dopocinquecento repliche Lehar venne in Italiaappositamente a complimentarsi con lei.L'operetta, ambientata a Parigi, parla deltentativo dell'ambasciata Pontevedrina di farsposare la ricca vedova Hanna Glavari con ilconte Danilo, sua antica fiamma. Nel frattemposi sviluppa il triangolo amoroso tra il BaroneMirko, sua moglie Valencienne e Camille deRossillon. Hanna Glavari è rimasta prestovedova del ricchissimo banchiere di corte delpiccolo stato di Pontevedro; un suo matrimoniocon uno straniero provocherebbe la fuoriuscitadei milioni di dote della signora e il collassodelle casse statali. La vedova è ora a Parigi e ilsovrano di Pontevedro, preoccupatissimo,incarica il proprio ambasciatore a Parigi, baroneZeta, di trovarle un marito pontevedrino.L'ambasciatore Zeta e il suo cancelliere Niegus,cercano un candidato e lo individuano nel conteDanilo Danilovich che in passato ha interrottouna storia d'amore con Hanna su pressione dellafamiglia, a causa delle umili origini di lei.Cogliendo l'occasione del compleanno delsovrano, il barone Zeta organizza una festaall'ambasciata, durante la quale, con Niegus,cerca di convincere Danilo a sposare la vedova.Hanna ama ancora Danilo, tuttavia non lo vuoledimostrare e anzi cerca di ingelosirlo. Frattanto

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si intreccia la storia d'amore della moglie delbarone Zeta, Valencienne, con il diplomaticofrancese Camille de Rossillon; durante un balloin casa Glavari, i due si appartano nel padiglione;stanno quasi per essere scoperti dal barone Zeta,quando Niegus, meno sbadato di quel chesembra, riesce a far uscire per tempo Valenciennee a sostituirla con Hanna. Quando Hanna escedal padiglione con Rossillon, sembra chiara lascelta del futuro marito: un parigino... Tuttosembra compromesso; Danilo è furioso e lasciala festa; Zeta non capisce se la moglie lo hatradito o no. Ha luogo una nuova festa in casaGlavari con tema le atmosfere e i balli di ChezMaxim's; Danilo si consola bevendo champagnee con le famose ballerine grisettes; Hanna glispiega però che è stato Niegus a effettuare loscambio di persona nel padiglione per salvareValencienne. Dopo tante schermaglie esofferenze, Danilo dichiara il proprio amore aHanna, che annuncia il suo matrimonio conDanilo. Tra i brani più celebri, si ricordano: "voda Maxim allor"; la "romanza della Vilja"; ilvalzer dell'atto III e il duetto "tace il labbro".

NUOVO STATUTO DEL ROTARY CLUBPISA GALILEI

Art. 1 Definizioni Nel presente statuto i seguenti termini hanno ilsignificato indicato a lato, a meno che il contestonon indichi altrimenti: 1. Consiglio: il consiglio direttivo del club. 2. Regolamento: il regolamento del club. 3. Consigliere: un membro del consigliodirettivo. 4. Socio: un socio attivo del club. 5. RI: il Rotary International. 6. Anno: l’anno rotariano che inizia il 1º luglio etermina il 30 giugno successivo.

Art. 2 Nome Il nome di questa associazione è Rotary ClubPisa-Galilei (Membro del Rotary International).

Art. 3 Limiti territoriali I limiti territoriali del club sono i seguenti:Comuni di Pisa, San Giuliano Terme, Calci,Vecchiano e Vicopisano.

Art. 4 Scopo dell’Associazione Lo scopo del Rotary è di diffondere il valore del

servire, motore e propulsore ideale di ogniattività. In particolare, esso si propone di: Primo. Promuovere e sviluppare relazioniamichevoli fra i propri soci per renderli meglioatti a servire l’interesse generale; Secondo. Informare ai principi della più altarettitudine l’attività professionale eimprenditoriale, riconoscendo la dignità di ognioccupazione utile e facendo sì che vengaesercitata nella maniera più nobile, quale mezzoper servire la collettività; Terzo. Orientare l’attività privata, professionale epubblica di ogni socio del club secondo l’idealedel servire; Quarto. Propagare la comprensione reciproca, lacooperazione e la pace a livello internazionalemediante il diffondersi nel mondo di relazioniamichevoli fra persone esercitanti diverse attivitàeconomiche e professionali, unite nel comuneproposito e nella volontà di servire.

Art. 5 Cinque vie d’azione Le Cinque vie d’azione rappresentano ilfondamento teorico e pratico della vita di questoclub. 1. L’Azione interna, prima via d’azione rotariana,riguarda le attività che ogni socio deveintraprendere nell’ambito del club perassicurarne il buon funzionamento. 2. L’Azione professionale, seconda via d’azionerotariana, ha lo scopo di promuoverel’osservanza di elevati principi moralinell’esercizio di ogni professione, riconoscere ladignità di ogni occupazione utile e diffondere ilvalore del servire, propulsore ideale di ogniattività. I soci sono chiamati a operare, sul pianopersonale e professionale, in conformità con iprincipi del Rotary. 3. L’Azione di interesse pubblico, terza viad’azione rotariana, riguarda le iniziativeintraprese dai soci, talvolta in collaborazione conaltri, per migliorare la qualità della vita nelcomune o nella località in cui si trova il club. 4. L’Azione internazionale, quarta via d’azionerotariana, comprende le attività svolte dai sociper promuovere l’intesa, la tolleranza e la pacetra i popoli, favorendo l’incontro con persone dialtri Paesi, con la loro cultura, le loro tradizioni, iloro problemi e le loro speranze, attraversoletture e scambi di corrispondenza, come pure

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tramite la cooperazione alle iniziative e aiprogetti promossi dai club a favore di abitanti dialtri Paesi. 5. L’Azione giovanile, quinta via d’azionerotariana, riconosce l’impronta positiva lasciatanella vita dei ragazzi e dei giovani adulti dalleattività di sviluppo della leadership, dallapartecipazione a progetti di servizio locali einternazionali, e dagli scambi volti a promuoverela pace nel mondo e la comprensione tra leculture.

Art. 6 Riunioni 1. Riunioni ordinarie. (a) Giorno e ora. Il club si riunisce una volta allasettimana nel giorno e all’ora indicati nel suoregolamento. (b) Cambiamenti. Per validi motivi il consigliopuò rimandare la riunione ad altra data(comunque antecedente a quella della riunionesuccessiva), oppure può spostarla a un’oradiversa dello stesso giorno o in un luogo diversoda quello usuale. (c) Cancellazioni. Il consiglio può cancellare unariunione ordinaria se essa cade in un giorno difesta, comprese le festività comunementeosservate, o in caso di decesso di un socio o incaso di eventi eccezionali (es. epidemie, disastri,eventi bellici). Il consiglio può cancellare almassimo quattro riunioni all’anno per causediverse da quelle sopra indicate, con un limitemassimo di tre cancellazioni consecutive.

2. Assemblea annuale. Il regolamento stabilisce che l’assemblea annualeper l’elezione dei dirigenti avvenga non oltre il31 dicembre.

Art. 7 Compagine dei soci 1. Requisiti generali. Il club si compone dipersone adulte di buona volontà e reputazioneprofessionale. 2. Tipi di affiliazione. Il club ha due tipi di soci:attivi e onorari. 3. Soci attivi. Può essere ammesso come socioattivo del club chiunque sia in possesso deirequisiti indicati all’articolo 5, comma 2, dellostatuto del Rotary International. 4. Trasferimento di soci ed ex rotariani. (a) Soci potenziali. Un socio può proporre comesocio attivo del club un ex rotariano o un socio

proveniente da un altro club. Il socio, o ex socio,può essere anche presentato dal club diprovenienza. La categoria professionale diappartenenza di un membro che si trasferisce nonne impedisce l’ammissione a socio attivo, anchese tale ammissione viola temporaneamente ilimiti numerici di categoria. Non possonodiventare soci del club i rotariani o ex rotarianiche abbiano debiti nei confronti di un altro club.Il club deve richiedere al club precedente unadichiarazione scritta nella quale si confermi cheil candidato ha ottemperato a tutti gli obblighifinanziari nei confronti dell’associazione.L’ammissione, inoltre, è subordinataall’ottenimento di un certificato, rilasciato dalconsiglio direttivo del club precedente, checonfermi che il candidato è stato socio di quelclub. I soci ed ex soci che si trasferiscono sonoinvitati a presentare al club una lettera direferenze favorevole sottoscritta dal club diprovenienza. (b) Ex soci. Il club si impegna a fornire, a unaltro Rotary club che chieda referenze su uncandidato, una dichiarazione di non sussistenzadi debiti nei confronti del club. 5. Doppia affiliazione. La doppia affiliazione adue Rotary club, a un Rotary club e a un clubRotaract, o come socio attivo e onorario di unostesso club non è consentita. 6. Soci onorari (a) Requisiti. Possono essere ammessi come socionorari del club, per un periodo stabilito dalconsiglio, persone che si siano distinte al serviziodegli ideali rotariani. Si può essere soci onoraridi più di un club. (b) Diritti e privilegi. I soci onorari sono esentidal pagamento della quota d’ammissione e dellequote sociali, non hanno diritto di voto, nonpossono ricoprire cariche all’interno del club enon rappresentano alcuna categoria, ma hanno ildiritto di partecipare a tutte le riunioni e digodere di ogni altro privilegio. L’unico privilegiodi cui i soci onorari godono presso un altro club èquello di poterlo visitare senza essere ospiti di unrotariano. 7. Titolari di cariche pubbliche. I soci cheassumano una carica pubblica per un periodolimitato di tempo continueranno a rappresentarela categoria originale anziché quella della carica

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temporanea. Fanno eccezione alla regola lecariche giudiziarie e quelle presso istituzioniscolastiche di vario livello. 8. Impiego presso il Rotary International.Possono essere soci del club anche i dipendentidel RI.

Art. 8 Categorie professionali 1. Provvedimenti generali. (a) Attività principale. Ogni socio attivoappartiene a una categoria in base alla sua attivitàprofessionale, imprenditoriale o di serviziosociale. La categoria è quella che descrivel’attività principale del socio o dell’impresa,società o ente di cui fa parte. (b) Rettifiche. Se le circostanze lo richiedono, ilconsiglio direttivo può rettificare o adattare lacategoria di appartenenza di un socio. In tal caso,il socio deve essere consultato della modifica eha diritto a esprimere il proprio parere inproposito. 2. Restrizioni. Il club non può ammettere unnuovo socio attivo in una categoria che sia giàrappresentata da cinque o più soci, a meno che ilclub non abbia più di 50 soci, nel qual caso puòammettere un nuovo socio attivo in unacategoria, purché il numero dei suoirappresentanti non superi il 10% dei soci attividel club. Il numero complessivo deirappresentanti di una categoria non include i socipensionati. La categoria di appartenenza di unsocio che si trasferisce o di un ex borsista dellaFondazione Rotary, secondo la definizioneapprovata dal Consiglio centrale, non impediscel’ammissione a socio attivo, anche se taleammissione viola temporaneamente i limitinumerici di categoria. Il socio che cambicategoria può mantenere la propria affiliazione alclub nella nuova categoria indipendentemente daqueste restrizioni.

Art. 9 Assiduità 1. Provvedimenti generali. Ogni socio è tenuto apartecipare alle riunioni ordinarie del club; deveinoltre impegnarsi nei progetti di servizio e inaltri eventi ed attività promossi dal club. Unsocio è considerato presente a una riunioneordinaria se vi partecipa per almeno il 60% dellasua durata o se, dovendo assentarsiimprovvisamente dalla riunione, in seguitodimostra in maniera soddisfacente che l’assenza

è dovuta a motivi validi, o ancora se recupera inuno dei modi seguenti: (a) Se entro quattordici (14) giorni prima o dopola riunione cui non può partecipare, il socio: (1) partecipa alla riunione ordinaria di un altroclub o di un club provvisorio per almeno il 60%della durata della riunione; (2) partecipa alla riunione ordinaria di un clubRotaract, di un club Interact o di un Grupporotariano comunitario, siano essi già stabiliti oprovvisori; (3) partecipa al congresso internazionale del RI,al Consiglio di Legislazione, a un’assembleainternazionale, a un Istituto del Rotary indettoper i dirigenti in carica, emeriti ed entranti delRI, o a qualsiasi altra riunione convocata conl’approvazione del Consiglio centrale o delpresidente del RI che agisca per conto delConsiglio centrale; a un congresso multizona delRotary, alla riunione di una commissione del RI,a un congresso o a un’assemblea di formazionedistrettuale, a una qualsiasi riunione distrettualeconvocata dal Consiglio centrale del RI, allariunione di una commissione distrettualeconvocata dal governatore o a una riunioneintracittadina dei Rotary club regolarmenteannunciata; (4) si presenta all’ora e nel luogo in cuiavvengono di consueto le riunioni di un altroclub, con l’intenzione di parteciparvi, ma nonpuò perché la riunione non ha luogo; (5) partecipa a un progetto di servizio del club oa un evento o incontro sponsorizzato dal club eautorizzato dal suo consiglio; (6) partecipa a una riunione del consiglio o, seautorizzato dal medesimo, alla riunione di unacommissione di cui faccia parte; (7) partecipa, tramite un sito web del club, aun’attività interattiva che richieda almeno 30minuti di partecipazione. Qualora un socio si trovi al di fuori del Paese incui risiede per più di quattordici (14) giorni, ilimiti di tempo non sono imposti, così dapermettere al socio di prendere parte, in qualsiasimomento, alle riunioni ordinarie di un club nelPaese in cui si trova, che saranno considerate unvalido recupero di quelle cui non ha potutoprender parte durante il soggiorno all’estero. (b) Se al momento della riunione, il socio si

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trova: (1) in viaggio verso o da una delle riunioniindicate alla lettera (a) (3) del presente comma; (2) in servizio come dirigente, membro di unacommissione del RI o amministratore dellaFondazione Rotary; (3) in servizio come rappresentante speciale delgovernatore distrettuale in occasione dellaformazione di un nuovo club; (4) in viaggio per affari rotariani inrappresentanza del RI; (5) direttamente e attivamente impegnato in unprogetto di servizio sponsorizzato dal distretto,dal RI o dalla Fondazione Rotary, in una zonaremota in cui non esista la possibilità dicompensare l’assenza; (6) impegnato in attività rotariane debitamenteautorizzate dal consiglio, che non consentano lapartecipazione alla riunione 2. Assenze prolungate per trasferte di lavoro. Ilsocio che si trovi in trasferta dal Paese in cuirisiede per un periodo di tempo prolungato puòpartecipare alle riunioni di un club locale, aseguito di accordo fra quest’ultimo e il proprioclub. 3. Assenze giustificate. L’assenza di un socio siconsidera giustificata se: (a) tale assenza si verifica in conformità con lecondizioni e le circostanze approvate dalconsiglio. Il consiglio può giustificare l’assenzadi un socio per motivi che considera legittimi. Leassenze giustificate non devono protrarsi per piùdi dodici mesi; tuttavia tale periodo potrà essereprolungato per ragioni mediche dal consigliodirettivo del club; (b) il socio ha compiuto 65 anni di età e i suoianni di affiliazione a uno o più club, combinatiinsieme, equivalgono a un minimo di 85 anni; intal caso il socio deve comunicare per iscritto alsegretario del club il proprio desiderio di essereesentato ed ottenere dispensa dalla frequenza. 4. Assenze dei dirigenti del RI. L’assenza di unsocio è giustificata se il socio è dirigente del RI oconiuge o compagno/a di un dirigente del RI. 5. Registri delle presenze. Se il socio le cuiassenze siano giustificate in base a quantoindicato al comma 3 (a) del presente articolo nonfrequenta una riunione, né il socio né la suaassenza sono considerati ai fini del computo

delle presenze del club. Se il socio le cui assenzesiano giustificate in base a quanto indicato aicommi 3 (b) e 4 del presente articolo frequentauna riunione di club, sia il socio sia la suapresenza sono considerati ai fini del computodelle presenze del club.

Art. 10 Consiglieri e dirigenti 1. Organo direttivo. L’organo direttivo del club èil consiglio direttivo, costituito e composto inconformità al regolamento del club. 2. Autorità. Il consiglio ha autorità su tutti idirigenti e sulle commissioni e, per giustificatomotivo, può dichiarare vacante una carica. 3. Decisioni del consiglio. Le decisioni delconsiglio in merito a qualsiasi aspettodell’attività del club sono soggette ad appellosolo al club. In caso di appello, una decisionepuò essere annullata solo dal voto dei due terzidei soci presenti a una riunione ordinaria in cuisia presente il numero legale dei partecipanti,purché l’appello sia stato comunicato dalsegretario a ogni socio del club almeno cinque(5) giorni prima della riunione. All’esitodell’appello, la decisione del club ha valoredefinitivo. Nel caso in cui il consiglio abbiadeciso di revocare l’affiliazione di un socio, siapplica quanto disposto dall’articolo 12, comma6. 4. Dirigenti. Sono dirigenti del club e membri delconsiglio direttivo il presidente, il presidenteuscente, il presidente eletto e il segretario, edeventualmente uno o più vicepresidenti. Sonoconsiderati dirigenti del club anche il tesoriere edeventualmente il prefetto, i quali possono farparte del consiglio direttivo se il regolamento delclub lo prevede. 5. Elezione dei dirigenti. (a) Mandato presidenziale. Il presidente è elettoin base a quanto stabilito dal regolamento delclub, non più di due (2) anni e non meno didiciotto (18) mesi prima del giorno in cui entra incarica. Il presidente designato assume l’incaricodi presidente eletto il 1° luglio dell’annoimmediatamente precedente a quello per cui èstato eletto presidente. Il mandato presidenzialeha inizio il 1° luglio e dura un anno oppure finoall’elezione e all’insediamento di un successore. (b) Mandato dei dirigenti. I dirigenti sono elettiin base a quanto stabilito dal regolamento del

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club ed entrano in carica il 1° luglioimmediatamente successivo alla loro elezione erestano in carica per il periodo previsto per lastessa, o fino all’elezione e all’insediamento deiloro successori. (c) Requisiti. Tutti i dirigenti e i membri delconsiglio devono essere soci in regola del club. Ilcandidato alla presidenza deve essere stato sociodel club per almeno un anno prima della nominaa tale incarico, a meno che il governatore nonritenga giustificato un periodo inferiore. Ilpresidente entrante deve partecipare al seminariod’istruzione dei presidenti eletti e all’assembleadi formazione distrettuale, a meno che non ne siadispensato dal governatore entrante. In tal caso,il presidente entrante deve inviare in sua vece unrappresentante del club incaricato di informarlosui lavori. Qualora non venga rispettata nessunadelle summenzionate procedure, il presidenteentrante non può assumere la carica. In questocaso, il presidente uscente rimane in carica sinoall’elezione di un successore che abbiapartecipato al seminario d’istruzione deipresidenti eletti e all’assemblea di formazionedistrettuale o che abbia ricevuto una formazioneritenuta sufficiente dal governatore eletto.

Art. 11 Quote sociali Ogni socio è tenuto a pagare una quota diammissione e quote sociali annuali, comestabilito dal regolamento; i soci provenienti daaltri club e gli ex soci del club che ottengano dinuovo l’affiliazione non devono pagare unaseconda quota di ammissione. I rotaractiani cheabbiano cessato di essere soci di un club Rotaractnei due anni precedenti e che vengano accettatiquali soci di questo club saranno esentati dalversamento della quota d’ammissione.

Art. 12 Durata dell’affiliazione 1. Durata. L’affiliazione al club dura fintanto cheesiste il club, salvo cessazione secondo ledisposizioni che seguono. 2. Cessazione. (a) Perdita dei requisiti. Un socio cessa di farparte del club quando non soddisfa più i requisitidi appartenenza. In caso di trasferimento del socio in luogodiverso dalla sede del club, il consiglio: (1) può concedergli un permesso speciale nonsuperiore a un (1) anno, per consentirgli di

visitare un club nella località in cui si trasferiscee farsi conoscere, purché egli continui asoddisfare tutti i requisiti di appartenenza al club;(2) può consentirgli di mantenere l’affiliazione,purché egli continui a soddisfare tutti i requisitidi appartenenza al club.Un socio la cui affiliazione cessi per uno deimotivi sopra esposti può presentare domanda diriammissione, mantenendo la categoriaprecedente o richiedendone una nuova, senzadover pagare una seconda quota di ammissione. (b) Cessazione dell’affiliazione come socioonorario. Un socio onorario cessaautomaticamente di essere tale al termine delperiodo stabilito dal consiglio per taleaffiliazione. Il consiglio può tuttavia estenderedetto periodo, come può anche revocarel’affiliazione onoraria in qualsiasi momento. 3. Cessazione per morosità. Un socio che non abbia pagato le quote dovuteentro i 30 giorni successivi alla scadenza èinvitato a versarle dal segretario mediante unsollecito scritto, inviato all’ultimo indirizzo noto.Se il pagamento non avviene entro 10 giornidalla data del sollecito, il consiglio può, a propriadiscrezione, revocare l’affiliazione del socio. Il consiglio può riammettere un socio che abbiaperso per morosità l’affiliazione al club, previadomanda e pagamento di tutte le somme dovute.Nessun socio, tuttavia, può essere riammessocome socio attivo se la sua categoria è stata nelfrattempo occupata (art. 8, comma 2). 4. Cessazione per assenza abituale. (a) Percentuali di assiduità. Un socio deve: (1) partecipare ad almeno il 50% delle riunioniordinarie del club; (2) partecipare ad almeno il 30% delle riunioniordinarie del club o impegnarsi in progetti,attività ed eventi promossi dal club per unminimo di 12 ore in ciascun semestre oraggiungere una combinazione equilibrata diqueste due forme di partecipazione. I soci che non soddisfano questi requisitipossono perdere l’affiliazione al club a meno chenon siano dispensati dal consiglio per validimotivi. Gli assistenti del governatore sono esoneratidall’obbligo di frequenza. (b) Assenze consecutive. Un socio che risulti

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assente a quattro riunioni consecutive e che nonsia dispensato dal consiglio per validi motivi o inbase a quanto stabilito all’articolo 9, commi 3 o4, deve essere informato dal consiglio che la suaassenza può essere interpretata come rinunciaall’affiliazione al club. Dopodiché il consigliopuò, a maggioranza, revocare l’affiliazione. 5. Cessazione per altri motivi. (a) Giusta causa. Il consiglio può revocarel’affiliazione di qualsiasi socio che non soddisfipiù i requisiti richiesti per l’appartenenza al club,o per giusta causa, con delibera approvata con ilvoto di almeno due terzi dei suoi membripresenti e votanti, in una riunione appositamenteconvocata. Il consiglio delibera sulla base deiprincipi guida del Rotary international, con lafinalità di mantenere gli elevati standard eticirichiesti ai soci dei Rotary club. (b) Preavviso. Prima dell’intervento indicato alpunto (a) del presente comma, il consiglio deveinformare il socio delle proprie intenzioni, conun preavviso scritto di almeno dieci (10) giorni,dandogli la possibilità di rispondere per iscritto.Il preavviso va recapitato di persona o medianteraccomandata all’ultimo indirizzo noto del socio.Il socio ha inoltre diritto ad esporre di persona leproprie ragioni davanti al consiglio. (c) Sospensione della categoria. Una volta che ilconsiglio ha revocato l’affiliazione di un socioper i motivi esposti nel presente comma, il clubnon può ammettere un altro socio nella stessacategoria fintanto che non sia scaduto il termineper proporre appello e non sia stata annunciata ladecisione del club o degli arbitri. Questadisposizione non si applica se, dopol’ammissione del nuovo socio eindipendentemente dall’esito dell’appello, ilnumero di soci appartenenti a tale categoriarientra comunque nei limiti consentiti. 6. Mediazione, arbitrato, appello. (a) Preavviso. Entro sette (7) giorni dalladecisione del consiglio di revocare l’affiliazione,il segretario deve inviare al socio lacomunicazione scritta della decisione. Il socio haquindi quattordici (14) giorni per comunicare periscritto al segretario la propria intenzione diappellarsi al club o di richiedere una mediazioneo arbitrato, come stabilito dall’articolo 16. (b) Mediazione non riuscita. Nel caso in cui la

mediazione non abbia successo, il socio puòproporre appello al club o richiedere l’arbitratosecondo quanto indicato al punto (a). (c) Decisione del consiglio. La decisione delconsiglio diventa definitiva in mancanza dirichiesta di mediazione o di arbitrato o di appelloal club (d) Decisione arbitrale. In caso di arbitrato, ladecisione degli arbitri o, se gli arbitri nonraggiungono un accordo, del presidente delcollegio arbitrale, ha carattere definitivo per tuttele parti e non è soggetta ad appello. (e) Riunione per la discussione sull’appello. Incaso di appello, il consiglio decide la data dellariunione ordinaria del club in cui questo vadiscusso, riunione che deve tenersi entro ventuno(21) giorni dalla ricezione dell’appello. Ognisocio deve essere informato dell’argomentospecifico della riunione con almeno cinque (5)giorni di anticipo. A tale riunione sono ammessisolo i soci del club. (f) Decisione sull’appello. In caso di appello, ladecisione del club ha carattere definitivo per tuttele parti e non è soggetta ad arbitrato. 7. Dimissioni. Le dimissioni di un socio dal clubdevono essere comunicate per iscritto alpresidente o al segretario, e sono accettate dalconsiglio a condizione che il socio sia in regolacon il pagamento delle somme spettanti al club. 8. Perdita dei diritti relativi al patrimoniosociale. Un socio che cessi, per qualsiasi motivo,di appartenere al club, perde ogni diritto suifondi o altri beni appartenenti al club qualora, inconformità con le leggi locali, l’affiliazione alclub comporti per i soci l’acquisizione di dirittisui fondi o su altri beni appartenenti al club. 9. Sospensione dal club. Indipendentemente daogni altra disposizione prevista in questo statuto,se il consiglio ritiene che: (a) al socio siano state rivolte accuse fondate diviolazione delle disposizioni dello statuto o dicomportamento scorretto o tale da nuocere agliinteressi del club; (b) le accuse, se comprovate, costituiscano giustacausa di revoca dell’affiliazione; (c) sia auspicabile comunque attendere laconclusione di un procedimento o eventogiudicato indispensabile dal consiglio prima chesi possa deliberare in merito alla revoca

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dell’affiliazione; (d) sia nell’interesse del club che il socio vengasospeso temporaneamente, senza alcunavotazione in merito alla sua affiliazione, dalleriunioni e altre attività del club e da eventualiincarichi direttivi all’interno del club; il consiglio può, mediante il voto di almeno dueterzi dei suoi membri, sospendere il socio per ilperiodo e alle condizioni che il consiglio stessoritiene necessari, pur - ché rispondenti a criteri diragionevolezza. Il socio sospeso è esoneratotemporaneamente dall’obbligo di frequenza alleriunioni. Art. 13 Affari locali, nazionali e internazionali1. Argomenti appropriati. Il benessere generaledella comunità locale, della nazione e del mondointeressa naturalmente i soci del club; ogniquestione pubblica che abbia a che fare con talebenessere può essere oggetto di analisi ediscussione alle riunioni del club, in modo che isoci possano farsene un’opinione personale. Ciònonostante, il club non deve esprimere opinioniin merito a questioni pubbliche controverse. 2. Neutralità. Il club non appoggia o raccomandacandidati a cariche pubbliche, né discute durantele sue riunioni i meriti o i demeriti di talicandidati. 3. Apoliticità. (a) Risoluzioni e giudizi. Il club non può adottarené diffondere risoluzioni o giudizi, né prenderedecisioni in merito a questioni o problemiinternazionali di natura politica. (b) Appelli. Il club non può rivolgere appelli aclub, popoli o governi, né diffondere lettere,discorsi o programmi per la risoluzione diproblemi internazionali specifici di naturapolitica. 4. Celebrazione delle origini del Rotary. Lasettimana in cui ricorre l’anniversario dellafondazione del Rotary (23 febbraio) è statadesignata Settimana della pace e dellacomprensione mondiale. Durante questasettimana, il club festeggia il servizio reso dalRotary, riflette sui risultati conseguiti in passato esi concentra sui programmi intesi a promuoverela pace, la comprensione e la buona volontà nellacomunità e nel resto del mondo.

Art. 14 Riviste rotariane 1. Abbonamento obbligatorio. A meno che il club

non sia stato dispensato dal Consiglio centraledall’osservare gli obblighi stabiliti nel presentearticolo in conformità con il regolamento del RI,ogni socio deve abbonarsi, per l’intera duratadell’affiliazione, alla rivista ufficiale del RotaryInternational o a una rivista rotariana approvata eprescritta per il club dal Consiglio centrale. Duerotariani residenti allo stesso indirizzo possonorichiedere un unico abbona - mento.L’abbonamento è pagato ogni sei (6) mesi,fintanto che dura l’affiliazione del socio al club efino al termine del semestre in cui il socio cessidi far parte del club. 2. Riscossione. Il club ha il compito di riscuoteregli importi relativi agli abbona - menti dei sociper semestri anticipati e di trasmetterli allasegreteria generale del RI o all’ufficio dellapubblicazione rotariana prescritta, in base aquanto stabilito dal Consiglio centrale. Art. 15 Accettazione dello scopo e osservanza

dello statuto e del regolamento Con il pagamento della quota di ammissione edelle quote sociali, il socio accetta i principi delRotary, quali sono espressi nel suo scopo, e siimpegna a osservare lo statuto e il regolamentodi questo club e a esserne vincolato, e soltanto atali con - dizioni ha diritto ai privilegi del club.

Art. 16 Arbitrato e mediazione 1. Controversie. In caso di controversia tra unsocio o un ex socio e il club, un suo dirigente o ilconsiglio, riguardo a una questione che non siauna decisione del consiglio e che non possaessere risolta mediante la procedura prevista inquesti casi, la controversia sarà deferita,mediante richiesta inoltrata al segretario da unadelle parti, a un mediatore o a un collegioarbitrale. 2. Data. Il consiglio, dopo aver sentito le partiinteressate, deve fissare la data della mediazioneo dell’arbitrato entro e non oltre ventuno (21)giorni dalla richiesta. 3. Mediazione. La mediazione si svolge secondola procedura riconosciuta da un ente competenteo raccomandata da un organo di mediazione chevanti esperienza in mediazione di controversieovvero che sia raccomandata dalle linee guidadel Consiglio centrale del RI o del Consiglio diamministrazione della Fondazione Rotary.Solamente un socio di un club può essere

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nominato come mediatore. Il club può richiedereche sia il governatore del distretto o un suorappresentante a nominare un mediatore, sempresocio di un club, che abbia le capacità el’esperienza necessarie. 4. Esiti della mediazione. Le decisioni convenutedalle parti durante la mediazione sono trascrittein un documento, che deve essere consegnatoalle parti, al mediatore e al consiglio, il qualedepositerà la propria copia presso il segretario.Se il conflitto non viene chiarito, una delle partipuò richiedere ulteriori incontri di mediazione. 5. Fallimento della mediazione. Se la mediazionenon riesce, una delle parti può richiedere ilricorso all’arbitrato ai sensi del comma 1 delpresente articolo. 6. Arbitrato. In caso di arbitrato, ognuna delleparti nomina un arbitro e gli arbitri nominano ilpresidente del collegio arbitrale. Arbitri epresidente devono essere soci di un Rotary club. 7. Decisione arbitrale. La decisione presa dagliarbitri o, in caso questi giungano a soluzionidiverse, dal presidente del collegio arbitrale, èdefinitiva, vincolante e incontestabile.

Art. 17 Regolamento Questo club deve adottare un regolamento chenon sia in contrasto con lo statuto o ilregolamento del RI, con le norme specifiche diuna zona nel caso siano state determinate dal RIe con il presente statuto. Detto regolamento puòincorporare provvedimenti supplementari e puòessere emendato secondo le disposizioni in essocontenute. Art. 18 Interpretazione L’uso del termine “posta”, in qualsiasi forma,derivazione e combinazione appaia nel presentestatuto, implica l’uso sia della posta tradizionaleche di quella elettronica (e-mail), quest’ultimaintesa come mezzo per ridurre i costi eottimizzare i tempi di risposta. Art. 19 Emendamenti 1. Modalità. Salvo per quanto stabilito al comma2 di questo articolo, il presente statuto può essereemendato solo dal consiglio di legislazione nelmodo stabilito dal regolamento del RI perl’emendamento del medesimo. 2. Emendamento degli articoli 2 e 3. Gli articoli2 (Nome) e 3 (Limiti territoriali) del presentestatuto possono essere emendati in qualunque

riunione ordinaria del club alla quale sia presenteil numero legale, mediante voto dei due terzi deisoci presenti e votanti, purché la proposta diemendamento sia stata comunicata per iscritto atutti i soci e al governatore almeno dieci (10)giorni prima della riunione, e purché taleemendamento sia sottoposto all’approvazione delConsiglio centrale del RI ed entri in vigore solodopo tale approvazione. Il governatore puòpresentare al Consiglio centrale del RI la propriaopinione in merito alla modifica proposta.

NUOVO REGOLAMENTO DEL ROTARY CLUB PISA GALILEI

Articolo 1 Definizioni

1. Consiglio: il consiglio direttivo del club 2. Consigliere: un membro del consiglio direttivo3. Socio: un socio attivo del club 4. Numero legale: un terzo dei soci (salvi i casidiversamente regolati dallo Statuto); per ilconsiglio direttivo, la maggioranza dei membri 5. Anno: l’anno rotariano che inizia il 1° luglio

Articolo 2 Consiglio direttivo L’organo amministrativo di questo club è ilconsiglio direttivo, composto dal presidente, dalpresidente uscente, dal presidente entrante, dalvice-presidente, dal segretario, dal prefetto e daltesoriere.

Articolo 3 Elezione dei consiglieri e deidirigenti

1. Almeno un mese prima della data fissata per leelezioni, ciascun socio può proporre il nome dicandidati per l’elezione dei membri del consigliodirettivo dell’annata successiva e del Presidentedel consiglio direttivo dell’annata ancorasuccessiva. 2. I candidati che abbiano raccolto lamaggioranza dei voti sono dichiarati eletti allerispettive cariche. 3. Se vengono a mancare membri nel consigliodirettivo o in qualsiasi altro ufficio, i consiglieriresidui provvedono alla sostituzione. 4. Se vengono a mancare membri nel consigliodirettivo entrante o in qualsiasi altro ufficiodesignato, il consiglio entrante provvede allasostituzione. 5. La durata del mandato delle varie cariche è diun anno. Il presidente ed il vice-presidente non

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possono essere eletti nella stessa carica per dueanni consecutivi. Il segretario, il tesoriere ed ilprefetto sono sempre rieleggibili.

Articolo 4 Compiti dei dirigenti 1. Presidente. Ha il compito di presiedere leriunioni del club e del consiglio direttivo. 2. Presidente uscente. Ricopre l’incarico diconsigliere. 3. Presidente eletto. Partecipa al consigliodirettivo del club e si prepara ad assumere ilmandato. 4. Vice-presidente. Presiede le riunioni del club edel consiglio direttivo in assenza del presidente. 5. Consigliere. Partecipa alle riunioni del club edel consiglio direttivo. 6. Segretario. Ha il compito di tenere aggiornatol’albo dei soci e registrare le presenze alleriunioni. 7. Tesoriere. Custodisce i fondi e ne presenta alclub un rendiconto annuale. 8. Prefetto. Coopera con il Segretarionell’organizzazione della vita del club. 9. I consiglieri possono svolgere altre mansioninormalmente connesse al loro incarico.

Articolo 5 Riunioni 1. Assemblea elettiva annuale. Si tiene entro il 31dicembre di ogni anno. In tale occasione sonoeletti i dirigenti e i consiglieri per l’annosuccessivo, nonché il presidente per l’annoancora successivo. 2. La riunione settimanale del club si tiene ilgiovedì alle ore 19,30 (riunione non conviviale)o alle 20,30 (riunione conviviale). In caso dicambiamenti o di cancellazione, i soci vannoinformati con un ragionevole anticipo. 3. Le riunioni ordinarie del consiglio direttivo sisvolgono di norma una volta al mese. Riunionistraordinarie possono essere convocate concongruo preavviso dal presidente ovvero surichiesta di due consiglieri. Articolo 6 Quote d’ammissione e quote sociali 1. Ogni socio del club deve versare la quotad’ammissione stabilita dal Rotary Internationale/o dal club. 2. La quota sociale annua comprende le quotesemestrali destinate al Rotary International e aldistretto, l’abbonamento annuale a The Rotarianoo alla rivista regionale del Rotary International,la quota sociale annua del club e altri eventuali

contributi richiesti dal Rotary International o daldistretto. 3. La quota di ammissione e la quota socialeannua sono versate nell’ammontare e secondo lemodalità stabiliti dal consiglio direttivo del club.

Articolo 7 Sistema di votazione Tutte le votazioni, ad eccezioni di quelle relativeall’elezione di dirigenti e consiglieri, devonoessere effettuate in modo palese. Il consiglio puòtuttavia disporre che determinate decisioni sianoprese a scrutinio segreto.

Articolo 8 Commissioni e altri incarichi 1. Le commissioni coordinano le proprie attivitàal fine di portare a termine gli obiettivi annuali ea lungo termine del club. Le commissioniordinarie sono le seguenti: • Amministrazione • Effettivo • Pubbliche relazioni • Fondazione Rotary • Progetti Il club può istituire anche altre commissioniritenute necessarie. 2. Il presidente entrante compone lecommissioni, nominandone i presidenti. Puòaltresì conferire ad un socio attivo del clubincarichi speciali, quali quello di IstruttoreRotariano e di Informatico. 3. Il presidente è membro di diritto di tutte lecommissioni e, come tale, gode di tutti i dirittiderivanti da tale partecipazione. Può delegare unmembro del consiglio a partecipare in sua vecealle riunioni delle commissioni. 4. A meno che non siano investite di particolaripoteri dal consiglio, le commissioni non possonoprendere iniziative prima di aver presentato inmerito una relazione al consiglio e di avernericevuta l’approvazione. Ogni commissione puòsvolgere mansioni supplementari eventualmenteassegnatele dal presidente. 5. Il presidente della commissione è responsabiledelle attività della commissione e del regolareandamento, deve controllarne e coordinarne ilavori e deve comunicare al consiglio le attivitàsvolte.

Articolo 9 Finanze 1. Prima dell’inizio di ogni anno sociale, ilconsiglio deve predisporre un bilancioprevisionale delle entrate e delle spese previste

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per l’anno in questione. 2. Il tesoriere deve depositare tutti i fondi delclub nella banca o nelle banche designate dalconsiglio. I fondi devono essere divisi in dueparti: una riguardante la gestione del club e unariguardante i progetti di servizio. 3. Tutte le fatture devono essere pagate daltesoriere o da altri dirigenti autorizzati dalconsiglio con l’approvazione del Presidente. 4. Una volta all’anno la contabilità del club deveessere sottoposta a verifica da parte dellaCommissione Amministrazione. 5. Il bilancio consuntivo del club deve esserepresentato entra il 30 settembre ai soci. 6. L’anno sociale del club va dal 1° luglio al 30giugno. Articolo 10 Procedure di ammissione al club

1. Ogni socio attivo può proporre, concomunicazione scritta al consiglio, la candidaturadi un potenziale nuovo socio, corredata daadeguata documentazione. La candidatura di unsocio di altro club deve essere corredata da unadichiarazione di non sussistenza di debiti neiconfronti del Club di provenienza. 2. Il consiglio deve assicurarsi che la proposta siaricevibile e che la candidatura soddisfi tutti irequisiti stabiliti per l’ammissione al RotaryInternational, avvalendosi del parere, nonvincolante, della Commissione Effettivo. 3. Il consiglio approva o respinge la propostaentro 30 giorni dalla sua presentazione e informail proponente della decisione. La proposta siintende accolta ove consegua la maggioranza deidue terzi dei componenti del consiglio. 4. Se la decisione del consiglio è favorevole, ilcandidato viene informato degli obiettivi delRotary, dei privilegi e delle responsabilitàderivanti dall’appartenenza al club e dellaprocedura di ammissione. Se il candidatomanifesta la propria disponibilità, viene invitatoa presentare domanda di iscrizione, corredata delconsenso al trattamento dei suoi dati personali. 5. Il Presidente informa i soci della candidatura edella presentazione della domanda; ogni sociopuò formulare per iscritto le proprie obiezionientro sette giorni dalla comunicazione. Inassenza di obiezioni, la candidatura si intendeapprovata; in caso contrario, il consiglio approvao rigetta la candidatura nel corso della prima

riunione successiva. Il candidato è ammesso alclub dietro il pagamento della quotad’ammissione. 6. Il club può ammettere membri onorari propostidal consiglio. 7. Ogni procedura di ammissione al club devesvolgersi con la necessaria riservatezza.

Articolo 11 Risoluzioni Nessuna risoluzione o mozione può essere presain esame senza previo esame del consiglio. Lerisoluzioni o mozioni presentate a una riunionedel club sono deferite senza discussione alconsiglio.

Articolo 12 Deliberazioni ed emendamenti 1. Le deliberazioni sono adottate a maggioranzasemplice in una riunione ordinaria alla quale siapresente almeno un terzo dei soci. 2. Gli emendamenti al presente regolamentosono adottati con voto favorevole di un terzo deisoci, purché ogni socio abbia ricevutocomunicazione dell’emendamento propostoalmeno dieci (10) giorni prima della riunione. 3. Ciascun socio può farsi rappresentare da unaltro socio, con delega scritta. Ai soci delegatinon potrà essere attribuita più di una delega. 4. Il regolamento non può essere modificatoda emendamenti che siano in conflitto con lostatuto tipo del club, con lo statuto e ilregolamento del Rotary International e con ilRotary Code of Policies.

NEWS ED EVENTI

LA NAZIONE (PISA) – 19/11/2015

Il comitato degli amici che da tempo sostiene ilprogetto di adozione a distanza «AgataSmeralda», a tutela della vita e della dignitàumana, organizza come ogni anno, al ristorante`L'Ippodromo', situato al centro delle piste e delprato di San Rossore, una cena di beneficenza afavore dei bambini del Sud del mondo.L'incontro conviviale avrà luogo domani alle20,30 (al ristorante si accede parcheggiandodavanti all'ingresso del bar dell'ippodromo e poiattraversando il sottopasso). Come sempre,l'iniziativa sta raccogliendo numerosi consensi evedrà certamente la presenza di molti amicipisani e di studenti che daranno vita a momenti

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divertenti e coinvolgenti. Sarà, questo, oltre auna cena come sempre all'altezza dell'ottimafama del ristorante gestito dai fratelli Gorini, unmomento atteso e certamente molto gradito. Ilcomitato che persegue queste finalità benefiche eche organizza l'incontro di domani sera desideraringraziare in modo particolare il Rotary Club«Pisa Galilei» nella persona del suo presidente,professor Paolo Corsini, e dei soci tutti per avercontribuito, con una somma di 1500 euro, allarealizzazione di un progetto in Tanzania .Un'altra dimostrazione della bontà dell'azione disolidarietà che viene portata avanti coniniziative come questa.

Donazione alla biblioteca comunale SMS diPisa di apparecchiature di ausilio alla lettura

di persone ipovedenti

Il giorno 14 novembre 2015 presso la BibliotecaComunale SMS Biblio di Pisa, alla presenzadell’Assessore alla Cultura del Comune di PisaAndrea Ferrante, della Responsabile dellaBiblioteca Antonella Riacci e della Sig.raGiovanna Colombini, il Presidente del RotaryClub Pisa Galilei Paolo Corsini, accompagnatodal vice presidente Alfonso Bonadio e dai sociVittorio Prescimone e Giuseppina Di Lauro, haufficialmente consegnato un ingranditore datavolo e due ingranditori portatili per l’ausilioalla lettura di persone ipovedenti.Questo progetto, proposto e condotto fino alla

conclusione dalla socia Giuseppina Di Lauro,trae origine dal concetto che la lettura è un dirittodi tutti, essenziale per lo sviluppo delle capacitàcritiche dell'individuo. La biblioteca ComunaleSMS Biblio di Pisa è, a sua volta, uno strumentodel territorio, concepito proprio per raggiungeretale finalità. L’obiettivo del progetto è, inoltre, inlinea con le disposizioni internazionali enazionali in materia di accessibilità, chespingono nella direzione della massima fruibilitàdelle biblioteche. L’accessibilità, secondo questedisposizioni, si declina in due modi: il primo èl’abbattimento delle barriere fisiche,architettoniche e di impianti, il secondo èl’utilizzo di strumenti tecnologici per permettereo aumentare la fruizione del libro da parte di tuttie, in particolare, di persone con problemi didisabilità. Il primo punto, quindi l’abbattimentodelle barriere architettoniche, viene sempreconseguito nella realizzazione di strutturepubbliche perché è normato, il secondo, cheriguarda l’adozione di strumenti di ausilio, èlasciato spesso alla volontà dei singoli e allaconoscenza dell’esistenza sul mercato di ausiliinnovativi per l’accessibilità funzionale.L’obiettivo del progetto si focalizza pertanto suquesto secondo punto.

TARTUFO, ASTA BENEFICA PERAIUTARE I BAMBINI

LA NAZIONE (Pisa) – 16 novembre 2015

Il tartufo di San Miniato arriva all'asta, comeun'opera d'arte, per un'iniziativa a scopobenefico. Sabato sera si è tenuta infatti a VillaSonnino la prima "Rotarytartufo", l'asta deltartufo organizzata dal Distretto Rotary2071insieme ai Rotary dell'Area Tirrenica 2 conil patrocinio di San Miniato Promozione. Unaserata che ha visto la partecipazione di circa200 persone tra l'asta e la cena nella suggestivacornice di Villa Sonnino. Ad allietare i presentila mostra fotografica di Aurelio Cupelli "Lacerca del tartufo". Presente il Governatore delDistretto 2071 Muro Lubrani insieme alGovernatore incoming Giampaolo Ladu.All'evento hanno preso parte anche altri club, inparticolare il Rotary di Cascina, Castelfranco diSotto, Pisa, Pisa Galilei, Pisa Pacinotti,

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Pontedera e Volterra. Tutto si è svolto come inuna vera asta, grazie anche alla presenza delbattitore Roberto Milani che lavora da circa 30anni ne campo dell'arte. Milani ha presentato alpubblico i cinque tartufi della Savitar, tutti dipezzature diverse, alla ricerca della miglioreofferta. In totale sono stati raccolti quasi 2500euro. La somma raccolta verrà devoluta alDynamo Camp, una realtà importante perbambini affetti da gravi patologie e minori nelperiodo post ospedalizzazione.

SOLDI ALLE MENSE DELLA CARITAS EALLE PARROCCHIE, La Nazione – Pisa, 30dicembre 2015

Un clima tipicamente natalizio, un'atmosferacalda e - nel vero spirito rotariano – alll'insegnadel servizio e della solidarietà. I soci del RotaryClub Pisa Galilei, unitamente al loro PresidentePaolo Corsini, hanno salutato il Natale e la finedel 2015 durante una conviviale animata epartecipata nella bella location dell'hotelDuomo a Pisa . Il tutto all'insegna di uno spiritodi amicizia che si è riverberato per tutta laserata anche nei contenuti: "da sempre, infatti, ilRotary Galilei – è stato spiegato durantel'iniziativa – è attento alle domande delterritorio n termini di aiuto ai più bisognosi eanche nei confronti della crescita artistica,formativa e culturale della provincia pisana. E'stato lo stesso presidente Corsini a consegnaresimbolicamente alle mense della Caritas delle

parrocchie di San Francesco e Santo Stefano unsostegno finanziario alla loro importante attivitàverso i più umili. Un momento decisamentesignificativo, considerata l'attenzione del clubverso le fasce più deboli ed emarginate dellasocietà. Nel contesto della conviviale a tutte lesignore è stata donata una stella di Natale invetro soffiato, realizzata dagli allievi-studenti delliceo artistico Russoli. "Si tratta – ha affermatoil presidente Paolo Corsini – di un'operazionepreziosa che testimonia quale sia il livelloformativo dell'istituto. Tra l'altroil forno fusoriodel vetro all'interno del quale sono state lavoratele stelle di Natale è tornato a essere operativograzie a una accurata riparazione finanziata dalnostro club, aspetto che ci inorgoglisce nonpoco". Al termine della serata c'è stato iltradizionale brindisi augurale, seguito daldoveroso ringraziamento a tutto il personaledell'hotel Duomo.

CONSEGNA DEL PAUL HARRIS AL PASTPRESIDENT ROBERTO GIANFALDONI

In occasione della conviviale del 05 novembre,Paolo Corsini ha consegnato il Paul Harris alPast President, Roberto Gianfaldoni.

IMPORTANTEPER AGEVOLARE L'ORGANIZZAZIONEDELLE CONVIVIALI, TUTTI I SOCISONO INVITATI A COMUNICARE CONANTICIPO LA LORO PRESENZA,NONCHE' E DI EVENTUALI OSPITI.

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