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Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie RespiratorieInfantili (SIMRI)

Volume 13, n. 49 - Marzo 2013Spedizione in A.P. - 45%art. 2 comma 20/blegge 662/96 - N. 1047 del 12/07/2002 - PisaReg. Trib. PI n. 12 del 3 giugno 2002

Direttore scientificoRenato Cutrera (Roma)Codirettori scientificiFrancesca Santamaria (Napoli)Luigi Terracciano (Milano)Segreteria scientificaFrancesco Paolo Rossi (Roma)Comitato editorialeEugenio Baraldi (Padova)Angelo Barbato (Padova)Filippo Bernardi (Bologna)Alfredo Boccaccino (Benevento)Attilio Boner (Verona)Fabio Cardinale (Bari)Fernando Maria de Benedictis (Ancona)Fulvio Esposito (Napoli)Ahmad Kantar (Bergamo)Mario La Rosa (Catania)Fabio Midulla (Roma)Giorgio Piacentini (Verona)Giovanni A. Rossi (Genova)Marcello Verini (Chieti)Gruppo Allergologiacoord. Gianluigi Marseglia (Pavia)Gruppo Disturbi respiratori nel sonnocoord. Luigi Nespoli (Varese)Gruppo Educazionecoord. Stefania La Grutta (Palermo)Gruppo Endoscopia bronchiale e delle Urgenze respiratoriecoord. Fabio Midulla (Roma)Gruppo Fisiopatologia respiratoriacoord. Marcello Verini (Chieti)Gruppo Riabilitazione respiratoriacoord. Giancarlo Tancredi (Roma)Gruppo Infettivologiacoord. Mario Canciani (Udine)Direttore responsabileEugenio Baraldi (Padova)© Copyright 2013 by Primula MultimediaFinito di stampare nel mese di aprile 2013EditorePrimula Multimedia S.r.L.Via G. Ravizza, 22/b56121 Pisa - Loc. OspedalettoTel. 050 9656242; fax 050 3163810e-mail: [email protected] Massimo PiccioneRealizzazione EditorialePrimula Multimedia S.r.L.StampaLitografia VARO - San Giuliano Terme (PI)

Editoriale3

View point

Un caso di tosse cronica5

A case of chronic coughG. Abbati, C. Calogero, G. Fenu, C. Caparrelli, C. Beltrami,R. Lo Piccolo, A. Messineo, R. Baggi, L. Mirabile, E. Lombardi

...Non sempre asma...9

...Not always asthma...M. Cerasa, N. Consilvio, A. Scaparrotta, A. Cingolani, M. Attanasi,S. Di Pillo, F. Chiarelli

Trattamento mucolitico e fibrinolitico combinatonella bronchite plastica

15Combined mucolytic and fibrinolytic treatmentin plastic bronchitisM. Colaneri, A. Quarti, M. Pozzi, I. Carloni, F.M. de Benedictis

Un caso “atipico” di wheezing acuto19

A case of “atypical” acute wheezingP. Comberiati, F. Mazzei, A. Boner, D.G. Peroni

Un caso di asma difficile:ruolo dell’educazione terapeuticanella strategia di trattamento

23A case of difficult asthma:the role of therapeutic educationin its treatment strategyG. Ferrante, R. Antona, V. Malizia, L. Montalbano, S. La Grutta

Mycoplasma pneumoniae:dalla polmonite atipica primariaalle complicanze extrapolmonari

29Mycoplasma pneumoniae:from primary atypical pneumoniato extrapulmonary complicationsS. Leonardi, A. Castro, C. Franzonello, A. Gennaro,A. Lanzafame, A. Praticò, M. La Rosa

Polmonite eosinofila cronica:descrizione di un caso pediatrico

37Chronic pulmonary eosinophilia:description of a pediatric caseA. Licari, A. Marseglia, E. Labò, M.C. Leoni, D. CaimmiS. Caimmi, G.L. Marseglia

Una falsa asma difficile.Descrizione di un caso di stenosi trachealeda carcinoma mucoepidermoide

42A false difficult asthma.Report of a case of tracheal stenosisfrom a mucoepidermoid carcinomaA. Naclerio, F. Antonelli, P. Cavaliere, L. Masini, E. Melillo,M. Petagna, C. Orlando, R. Kosova, F. Esposito

Conferenze e meeting48

Conference and meeting

Articoli del prossimo numero56

Forthcoming articles

INDICE SUMMARY

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Il sottoscritto, CHIEDE AL PRESIDENTE della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili di essereammesso quale socio ordinario. Pertanto, riporta i seguenti dati personali:

DATI PERSONALI

Cognome Nome

Luogo e data di nascita

Domicilio (via/piazza)

CAP Città Prov. Regione

Sede di lavoro Reparto

Indirizzo

Recapiti telefonici: Casa Studio Fax

Ospedale Cellulare e-mail

Laurea in Medicina e Chirurgia - Anno di laurea

Specializzazioni

Altri titoli

CATEGORIA

Universitario Ospedaliero Pediatra di libera scelta

QUALIFICA UNIVERSITARIA

Professore Ordinario Professore Associato Ricercatore Altro

QUALIFICA OSPEDALIERA

Dirigente di 2º Livello Dirigente di 1º Livello Altro

Con la presente autorizzo la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili al trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.L. del 30giugno 2003 n. 196.

Data Firma del Richiedente

Soci presentatori (cognome e nome) Firma

1)

2)

Compilare in stampatello e spedire insieme con la copia dell’avvenuto versamento (quota sociale di euro 30,00. Specializzandi euro 10,00) a:

Biomedia srl - Segreteria Amministrativa SIP - Via Libero Temolo 4, 20126 Milanoc/c postale N. 67412643 intestato a: Società Italiana di Pediatria

È obbligatoria l’iscrizione anche alla SIP (quota sociale di euro 90,00), può essere fatto un unico versamento indicando chiaramente nella causale per quali società affiliate viene effettuato il versamento.

Per informazioni: Biomedia srl - tel. 02/45498282 - fax 02/45498199 e-mail: [email protected]

Domanda di ammissione per nuovi Soci

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Cari colleghi ed amici,di tanto in tanto la nostra rivista, “Pneumologia Pediatrica” giunta ormai al tre-

dicesimo anno di vita, esce con un numero dedicato esclusivamente ai casi clinici. Equesto avviene con un intento preciso. Riteniamo infatti che sia utile, dopo una seriedi numeri dedicati alle evidenze scientifiche consolidate ed alle novità in campo dia-gnostico, epidemiologico e terapeutico, rendere concreta, mediante l’esposizione dicasi clinici reali, l’integrazione nella pratica clinica di quanto presentato.

Questo è uno di quei numeri. Ben otto casi clinici che offrono uno spaccatodelle difficoltà diagnostiche e terapeutiche della nostra affascinante disciplina.Seguendo il percorso di questi otto pazienti ed il lavoro dei gruppi impegnati nellaloro gestione è possibile richiamare alla mente nozioni ed esperienze che nelladescrizione rigorosa e viva della vita reale ci possono aiutare nell’approccio allenostre casistiche, sempre ricche di insidie.

La tipologia dei casi descritti varia dalle alterazioni anatomiche congenite, ai qua-dri disfunzionali, alle presentazioni insolite di malattie note come la fibrosi cistica o lepolmoniti da Mycoplasma, fino ai quadri clinici di maggiore rarità e drammaticitàcome quelli neoplastici o relativi alla bronchite plastica.

Un caso di polmonite eosinofila e un interessante applicazione degli aspetti edu-cazionali per il controllo di un’asma altrimenti “difficile” completano la nostra rassegna.

Spero condividerete l’impostazione che sta alla base di questo numero e pos-siate tutti, come noi abbiamo fatto in anteprima, aggiungere questi casi clinici così bendescritti al repertorio di quelli vissuti personalmente, per affinare il nostro bagagliodiagnostico e terapeutico.

Buona lettura e, se ancora non l’avete fatto, annotate la data del nostro XVIICongresso Nazionale SIMRI a Bolzano il 19-21 settembre 2013.

Luigi [email protected]

EditorialeView point

Pneumologia Pediatrica 2012; 48: 3 3

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La Rivista pubblica contributi redatti in forma di edito-riali, articoli d’aggiornamento, articoli originali, articolioriginali brevi, casi clinici, lettere al Direttore, recensioni(da libri, lavori, congressi), relativi a problemi pneumolo-gici e allergologici del bambino.I contributi devono essere inediti, non sottoposti con-temporaneamente ad altra Rivista, ed il loro contenutoconforme alla legislazione vigente in materia di etica dellaricerca.Gli Autori sono gli unici responsabili delle affermazionicontenute nell’articolo e sono tenuti a dichiarare di averottenuto il consenso informato per la sperimentazionee per la riproduzione delle immagini.La redazione accoglie solo i testi conformi alle normeeditoriali generali e specifiche per le singole rubriche.La loro accettazione è subordinata alla revisione criticadi esperti, all’esecuzione di eventuali modifiche richiesteed al parere conclusivo del Direttore.

NORME GENERALITesto: in lingua italiana o inglese, materialmente digita-to, con ampio margine, con interlinea doppia, massimo25 righe per pagina, con numerazione delle pagine apartire dalla prima, e corredato di:1) titolo del lavoro in italiano, in inglese;2) parola chiave in italiano, in inglese;3) riassunto in italiano, (la somma delle battute, spaziinclusi, non deve superare le 1.500);4) titolo e didascalie delle tabelle e delle figure.Si prega di allegare al manoscritto anche il testo digita-le, purché scritto con programma Microsoft Word ver-sione 4 e succ. (per Mac OS e Win).Nella prima pagina devono comparire: il titolo (conci-so); i nomi degli Autori e l’istituto o Ente di appartenen-za; la rubrica cui si intende destinare il lavoro (decisioneche è comunque subordinata al giudizio del Direttore);il nome, l’indirizzo e l’e-mail dell’Autore cui sono destina-te la corrispondenza e le bozze.Il manoscritto va preparato secondo le norme inter-nazionali (Vancouver system) per garantire la unifor-mità di presentazione (BMJ 1991; 302: 338-341). Èdunque indispensabile dopo una introduzione, descri-vere i materiali e i metodi, indagine statistica utilizzata,risultati, e discussione con una conclusione finale. Glistessi punti vanno riportati nel riassunto.Nelle ultime pagine compariranno la bibliografia, le dida-scalie di tabelle e figure.Tabelle devono essere materialmente digitate in nume-ro contenuto (evitando di presentare lo stesso dato in piùforme), e numerate progressivamente.Figure vanno fornite su supporto digitale in uno deiseguenti formati: tif, jpg e con una risoluzione adeguataalla riproduzione in stampa (300 dpi); oppure immaginigenerate da applicazioni per grafica vettoriale(Macromedia Freehand, Adobe Illustrator per Macintosh).Sono riproducibili, benché con bassa resa qualitativa,anche documenti generati da Power Point. Al contrario,

non sono utilizzabili in alcun modo le immagini inserite indocumenti Word o generate da Corel Draw.La redazione si riserva di rifiutare il materiale ritenutotecnicamente non idoneo.Bibliografia: va limitata alle voci essenziali identificatenel testo con numeri arabi ed elencate al termine delmanoscritto nell’ordine in cui sono state citate. Se gliautori sono fino a tre si riportano tutti, se sono quattroo più si riportano solo i primi tre seguiti da “et al.”.Esempi di corretta citazione bibliografica per:articoli e riviste:Zonana J, Sarfarazi M, Thomas NST, et al. Improved defini-tion of carrier status in X-linked hypohydrotic ectodermaldysplasia by use of restriction fragment lenght polymor-phism-based linkage analysis. J Pediatr 1989; 114: 392-395.libri:Smith DW. Recognizable patterns of human malforma-tion.Third Edition. Philadelphia: WB Saunders Co. 1982.capitoli di libri o atti di Congressi:Krmpotic-Nemanic J, Kostovis I, Rudan P. Aging changes ofthe form and infrastructure of the external nose and its impor-tance in rhinoplasty. In: Conly J, Dickinson JT, (eds). “Plasticand reconstructive surgery of the face and neck”. NewYork, NY: Grune and Stratton 1972: 84-95.

Ringraziamenti, indicazioni di grants o borse di studio,vanno citati al termine della bibliografia.Le note, contraddistinte da asterischi o simboli equiva-lenti, compariranno nel testo a piè di pagina.Termini matematici, formule, abbreviazioni, unità e misu-re devono conformarsi agli standard riportati in Scienze1954; 120: 1078.I farmaci vanno indicati col nome chimico.

Per la corrispondenza scientifica:

Dott. Renato CutreraDirettore UOC BroncopneumologiaDipartimento di Medicina PediatricaOspedale Pediatrico Bambino Gesù - IRCCS Piazza Sant'Onofrio, 400165 [email protected]

RICHIESTA ESTRATTIL’Editore si impegna a fornire agli Autori che ne faccia-no richiesta un pdf del proprio Articolo.

ABBONAMENTIPneumologia Pediatrica è trimestrale. Viene inviata gratui-tamente a tutti i soci della Società Italiana per le MalattieRespiratorie Infantili; i prezzi di abbonamento annuo peri non soci sono i seguenti:Italia ed Estero: h 72,00; singolo fascicolo: h 20,00.Le richieste di abbonamento e ogni altra corrisponden-za relativa agli abbonamenti vanno indirizzate a:

Primula Multimedia S.r.L.Via G. Ravizza, 22/b56121 Pisa - Loc. Ospedaletto

Informazioni per gli autoricomprese le norme per la preparazione dei manoscritti

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Caso clinico

Una ragazza di 16 anni giungeva alla nostra atten-zione per storia di tosse cronica persistente.All’anamnesi emergeva: non esposizione a fumopassivo o attivo, non familiarità per asma o atopia,ma storia familiare positiva per reflusso gastro-eso-fageo. L’anamnesi fisiologica era nella norma, in par-ticolare normale decorso neonatale e normali svi-luppo e crescita. La paziente non riferiva difficoltàalimentari o disturbi del sonno. Non erano maistate eseguite prove allergologiche, non aveva sto-ria di dermatite atopica o di rinite; non riferiva segnio sintomi da sforzo. All’anamnesi patologica nonerano riferite patologie pregresse degne di nota.La tosse si presentava prevalentemente durante leore notturne, non accompagnata da altri sintomi

respiratori, quali dispnea a riposo o da sforzo,senso di costrizione toracica, dolore retro-sterna-le o sibili. Si associavano però sintomi quali vomitoe rigurgito frequenti e la madre riferiva di aver tro-vato residui alimentari non digeriti sul cuscino almattino. Non era presente pirosi epigastrica oretro-sternale.La ragazza aveva eseguito in altra sede una radio-grafia del torace, che era risultata nella norma. Peril persistere dei sintomi era stata anche sottopostaad una terapia ex-iuvantibus per reflusso gastro-esofageo e ad una terapia con cortisonici inalato-ri nel sospetto di asma senza alcun miglioramentoevidente. All’esame obiettivo la paziente non pre-sentava segni rilevanti eccetto un indice di massa

5Pneumologia Pediatrica 2013; 49: 5-8

Giulia Abbati1, Claudia Calogero1, Grazia Fenu1, Chiara Caparrelli1, Cristina Beltrami1,Roberto Lo Piccolo2, Antonio Messineo2, Roberto Baggi3, Lorenzo Mirabile3, Enrico Lombardi1

1 Struttura Operativa Dipartimentale Semplice di Broncopneumologia, Dipartimento AttivitàIntegrate Pediatria Internistica; 2 Dipartimento Attività Integrate di Chirurgia Pediatrica;3 Servizio di Endoscopia Respiratoria, Struttura Operativa Dipartimentale Complessadi Anestesia e Rianimazione, Azienda Ospedaliero-Universitaria “Anna Meyer”, Firenze

Un caso di tosse cronicaA case of chronic cough

Parole chiave: tosse cronica, acalasia esofagea, spirometria

Keywords: chronic cough, esophageal achalasia, spirometry

Riassunto. Una ragazza di 16 anni giungeva alla nostra attenzione per storia di tosse cronica persistente, quasi unicamente not-turna, non accompagnata da altri segni o sintomi respiratori rilevanti. La ragazza presentava vomito e rigurgito frequente, lamadre riferiva di aver trovato pezzi di cibo non digerito sul cuscino al mattino. Prima di giungere alla nostra struttura, la ragaz-za aveva eseguito una terapia anti-asma e una terapia anti-reflusso gastro-esofageo, che non avevano portato risultati. Una radio-grafia del torace era risultata nella norma. L’esame obiettivo respiratorio era normale. La spirometria di base mostrava decapi-tazione della porzione espiratoria della curva flusso-volume. Quest’alterazione ha posto il sospetto di una compressione abestrinseco delle vie aeree centrali ed ha indicato l’esecuzione di una broncoscopia con broncoscopio flessibile, che ha messo inevidenza un lume tracheale ovalizzato per tutta la sua lunghezza, con schiacciamento della trachea in senso postero-anteriore.Durante la stessa seduta anestesiologica è stata perciò eseguita anche un’esofago-gastro-duodenoscopia, che ha mostrato la pre-senza di ingesti alimentari e saliva in esofago, un lume esofageo estremamente dilatato e cardias ipertonico, non facilmente supe-rabile dallo strumento. Un esofagogramma con contrasto confermava un quadro caratteristico per acalasia, con difficoltà allaprogressione del mezzo di contrasto e suo accumulo nel corpo esofageo, megaesofago ed estremità distale stenotica.

Accettato per la pubblicazione il 19 marzo 2013.

Corrispondenza: Enrico Lombardi, Struttura Operativa Dipartimentale Semplice di Broncopneumologia,Dipartimento Attività Integrate Pediatria Internistica, Azienda Ospedaliero-Universitaria “Anna Meyer”,

Viale Pieraccini 24, 50139, Firenze;e-mail: [email protected]

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Abbati, et al. 6

corporea (Body Mass Index) di 17,1 kg/m2, al disotto del limite inferiore di normalità.Presso il nostro centro è stata effettuata una spi-rometria di base che mostrava una curva flusso-volume con decapitazione della componente espi-ratoria (Figura 1).Gli indici spirometrici risultavano ridotti (capacitàvitale forzata (FVC) 2,98 L, Z-score: -1,7; volumeespiratorio forzato nel primo secondo (FEV1) 2,50L, Z-score: -2,1; flusso espiratorio forzato fra il 25%e il 75% della FVC (FEF25-75%) 2,34 L/s; Z-score: -2,0), con normale rapporto FEV1/FVC (0,84, Z-score: -0,9). Nel sospetto di una compressione abestrinseco delle vie aeree è stata eseguita unabroncoscopia con broncoscopio flessibile conriscontro di un lume tracheale di aspetto ovalizza-to per tutta la sua lunghezza, per schiacciamento insenso postero-anteriore e compressione dellapars membranacea (Figura 2).Non sono state evidenziate altre alterazioni, ma siconfermava la presenza di una compressione tra-cheale ab estrinseco. Durante la stessa seduta ane-stesiologica è stata perciò eseguita anche esofago-gastro-duodenoscopia che mostrava la presenzadi ingesti alimentari e saliva in esofago, un lumeesofageo estremamente dilatato e cardias iperto-nico, serrato, non facilmente superabile dallo stru-mento se non con un tipico scatto (Figura 3).L’esofagogramma con contrasto ha poi conferma-to un quadro caratteristico di acalasia esofagea,con difficoltà alla progressione del mezzo di con-trasto e suo accumulo nel corpo esofageo, megae-sofago ed estremità distale stenotica.La paziente è stata in seguito sottoposta a dilata-zione pneumatica mediante dilatatori a pallonci-no ottenendo un miglioramento degli indici spi-rometrici (FVC: 3,26 L, FEV1: 2,95 L, FEV1/FVC:90%, FEF25-75%: 2,97 L/s) nonostante la curvaflusso-volume mantenesse una certa decapitazio-ne della componente espiratoria. La ragazza èstata poi seguita tramite follow-up endoscopico el’esofago-gastro-duodenoscopia, eseguita a dueanni di distanza dall’ultima dilatazione, ha mostra-to un esofago aumentato di calibro, ma senzaaltre alterazioni.

Discussione

La tosse viene riportata come uno dei motivi piùfrequenti di richiesta di una visita broncopneumo-logica. Una tosse che sia presente da almeno ottosettimane può essere definita cronica negli adulti.

Nei bambini la definizione varia da una durata ditre settimane [1] a dodici settimane. La tosse cro-nica è una manifestazione comune in età pediatri-ca e può essere necessario un approfondimentodiagnostico clinico e strumentale per riuscire adidentificarne la causa, data la complessità della dia-gnosi differenziale.L’acalasia esofagea è un disturbo motorio che inte-ressa il corpo esofageo distale e lo sfintere esofa-geo inferiore (SEI) e fa parte dei disordini con atti-vità contrattile esagerata e non coordinata.L’acalasia, dal greco�α-χάλασις “incapacità di rila-sciarsi”, è una patologia contraddistinta dal fatto cheil SEI non è in grado di rilasciarsi completamente

Figura 1 Curva flusso-volume con decapitazione dellacomponente espiratoria.

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6

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Volume (litri)

Figura 2 Lume tracheale di aspetto ovalizzato perschiacciamento in senso postero-anteriore e compres-sione della pars membranacea.

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Un caso di tosse cronica 7

con la deglutizione e la porzione tubulare dell’e-sofageo non riesce a creare onde peristalticheadeguate a permettere la prosecuzione del boloalimentare.Ad eccezione della forma secondaria ad una infe-zione da Trypanosoma cruzi (malattia di Chagas), lecause di acalasia sono ancora in gran parte sco-nosciute, per cui si parla di acalasia idiopatica [2].L’acalasia è una patologia rara, che interessaun’ampia fascia d’età ma ha una maggiore preva-lenza tra i 30 e i 60 anni. L’incidenza dell’acalasia inetà pediatrica nei bambini è da 0,4 a 1,1 su100.000 e la prevalenza è da 7,9 a 12,6 su 100.000[3-5]. Meno del 5% dei pazienti sintomatici haun’età inferiore ai 15 anni.Il sintomo più caratteristico è la disfagia, che è pre-sente in oltre il 90% dei pazienti; quasi sempre ladifficoltà alla deglutizione si presenta sia per i soli-di che per i liquidi e l’intensità del sintomo è varia-bile, di solito progressiva. La sensazione è spessoquella che il bolo alimentare si arresti a livelloretro-sternale per cui il paziente cerca di facilitarela sua progressione con un aumento dello sforzoimpiegato nella deglutizione effettuando talvoltaspecifiche manovre. Un altro sintomo molto fre-quente è il rigurgito di cibo non digerito o parzial-mente digerito, solitamente post-prandiale, facilita-to dalla posizione supina. Il rigurgito di materialeesofageo con conseguente aspirazione e la com-pressione da parte dell’esofago dilatato possonoessere responsabili di complicanze a carico del-l’apparato respiratorio quali tosse, polmonite abingestis o, più raramente, bronchiectasie ed ascessipolmonari. Alcuni pazienti riferiscono dolore tora-cico, tipicamente retro-sternale e, con il passaredel tempo, perdita di peso con conseguente arre-sto della crescita, nel bambino piccolo.

I sintomi dell’acalasia possono mimare patologiecomuni nei bambini e negli adolescenti e quindiritardare la diagnosi. Uno studio monocentricobrasiliano, retrospettivo per un periodo di 12 anni,conclude che l’acalasia è un patologia sotto-dia-gnosticata: in alcuni pazienti era stata etichettatacome anoressia nervosa, in altri era stato primaeffettuato un trattamento per reflusso gastro-eso-fageo e asma come nel nostro caso [6]. InLetteratura esistono diversi casi di ritardata dia-gnosi a causa di una presentazione atipica, con sin-tomi respiratori associati a quelli gastrointestinali[7-9]. Seppur l’acalasia è una patologia rara, è allostesso tempo scarsamente sospettata.Un’anamnesi mirata e completa, seguita da unattento esame obiettivo può già porre il sospettoclinico. Lo studio della funzionalità polmonare, gliesami di laboratorio, radiologici e endoscopici per-mettono la definizione diagnostica. In particolare,nella nostra paziente le prove spirometriche sisono dimostrate di fondamentale importanza perguidare il successivo iter diagnostico.

Figura 3 Ingesti alimentari e saliva in esofago, il lumeesofageo è estremamente dilatato.

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Abbati, et al. 8

BIBLIOGRAFIA1. Irwin RS, Boulet LP, Cloutier MM, et al.Managing

cough as a defense mechanism and as a symptom.A consensus panel report of the American College ofChest Physicians. Chest 1998; 114: 133S-181S.

2. Romano M, Penagini R. Disordini motori e diver-ticoli dell’esofago. In: Manuale di GastroenterologiaUnigastro. Roma: Editrice GastroenterologicaItaliana 2010: 132-135.

3. Pastor AC, Mills J, Marcon MA, et al. Single cen-tre 26-year experience with treatment of esopha-geal achalasia: Is there an optimal method? J PediatrSurg 2009; 44 (7): 1349-1354.

4. Zhang Y, Xu CD, Zaouche A, et al. Diagnosis andmanagement of esophageal achalasia in children:Analysis of 13 cases.World J Pediatr 2009; 5 (1):56-59.

5. Eckardt AJ, Eckardt VF. Current clinical approachto achalasia. World J Gastroenterol 2009; 15:3969-3975.

6. Hallal C, Kieling CO, Nunes DL, et al. Diagnosis,misdiagnosis, and associated diseases of achalasiain children and adolescents: a twelve-year single cen-ter experience. Pediatr Surg Int 2012; 28 (12);1211-1217.

7. Mehdi NF, Weinberger MM, Abu-Hasan MN.Achalasia: unusual cause of chronic cough in chil-dren. Cough 2008; 24: 4-6.

8. Al-Abdoulsalam TAnselmo MA, An 11-year-oldmale patient with refractory asthma and heartburn.Can Respir J 2011; 18: 81-83.

9. Fiocchi A, Beghi G, Ophorst M, et al. A 16-year-old boy with delayed growth and moderate persi-stent asthma. Ann Allergy Asthma Immunol 2007;99: 99-100.

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Caso clinico

P. è nato a termine dopo gravidanza normodecor-sa, da parto eutocico spontaneo con peso allanascita di 3,500 kg ed ha presentato un decorsoneonatale fisiologico. Non è stato esposto a fumopassivo né in utero né dopo la nascita ed è statoallattato artificialmente.All’anamnesi familiare è stata riscontrata una fami-liarità uniparentale per allergia respiratoria edasma. Il piccolo ha goduto di buona salute finoall’età di sei mesi, quando ha presentato il primoepisodio di wheezing accompagnato ad un quadrodi insufficienza respiratoria acuta, seguito da unastoria di wheezing ricorrente con una frequenza dicirca quattro episodi all’anno fino all’età di sei anni.All’età di circa due anni il bambino è stato sotto-posto a valutazione allergologica da cui è emersouno stato atopico caratterizzato dalla presenza di

livelli di immunoglobuline E (IgE) totali pari a 816kU/L senza alcuna sensibilizzazione verso gli aller-geni testati. La valutazione immunologica è risultatanella norma, tuttavia non è stato possibile eseguireil test del sudore per insufficiente sudorazione.Il piccolo paziente ha continuato a presentare epi-sodi ricorrenti di broncospasmo associati a riniteostruttiva persistente, pertanto sulla base dellostato di atopia e del quadro clinico è stata intra-presa terapia corticosteroidea inalatoria a bassodosaggio ed antistaminica, con scarso migliora-mento dei sintomi e della frequenza degli episodi.In considerazione dell’insorgenza di episodi diapnee notturne ricorrenti il bambino viene sotto-posto ad intervento di adenoidectomia, conmiglioramento della sintomatologia respiratorianasale.

9Pneumologia Pediatrica 2013; 49: 9-14

Marzia Cerasa, Nicola Consilvio, Alessandra Scaparrotta, Anna Cingolani, Marina Attanasi,Sabrina Di Pillo, Francesco Chiarelli

Clinica Pediatrica, Università di Chieti

…Non sempre asma…...Not always asthma...

Parole chiave: asma persistente, fibrosi cistica, test del sudore

Keywords: persistent asthma, cystic fibrosis, sweat test

Riassunto. P. dal primo anno di vita presenta wheezing ricorrente; all’età di circa due anni è stato sottoposto a valutazioneallergologica da cui è emerso uno stato atopico senza sensibilizzazione allergica. Il test del sudore non era eseguibile per insuf-ficiente sudorazione. Dalla età di sei anni gli episodi di asma si sono ridotti, pur tuttavia le prove di funzionalità respiratoriahanno iniziato a presentare un quadro persistentemente ostruttivo non responsivo al test di broncodilatazione.Successivamente il piccolo ha avuto due episodi di broncopolmonite. Giunge alla nostra osservazione per la comparsa di unterzo episodio di broncopolmonite da Legionella (BCP) esordita con insufficienza respiratoria acuta; in questa occasione è statoripetuto il test del sudore, risultato sempre negativo. Successivamente è stata eseguita un’HRTC (High Resolution ComputedTomography) del torace che ha evidenziato un ispessimento delle pareti bronchiali e bronchiectasie nei lobi polmonari inferio-ri. Pertanto è stato effettuato il test genetico per fibrosi cistica da cui è emersa una mutazione rara: doppia copia per3849+10kb C->T/ 3849+10kb C->T. Pertanto l’assenza di reversibilità dell’ostruzione bronchiale alla broncodilatazionepotrebbe indurre ad escludere la diagnosi di asma e ad anticipare l’approfondimento diagnostico prima della comparsa delleBCP. Una storia di broncospasmo ricorrente con una spirometria persistentemente ostruttiva non responsiva al test di bron-codilatazione e con test del sudore negativo non è sempre asma…

Accettato per la pubblicazione il 19 marzo 2013.

Corrispondenza: Marzia Cerasa, Clinica Pediatrica, Servizio di Allergologia e Fisiopatologia Respiratoria Pediatrica,Università di Chieti, via dei Vestini 5, 66013 Chieti;

e-mail: [email protected]

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Cerasa, et al. 10

Nel follow-up che seguiva presso il nostro Serviziole valutazioni allergologiche sono sempre risultatenegative, il test del sudore effettuato è risultatonormale così come la valutazione della funzionali-tà respiratoria nelle fasi intercritiche.Dalla età di 6 anni gli episodi di asma si sono ridot-ti, tuttavia nonostante la riduzione della ricorrenzadegli episodi asmatici le prove di funzionalità respi-ratoria hanno iniziato a mostrare un quadro diostruzione periferica persistente non responsiva altest di broncodilatazione, pertanto è stata intra-presa profilassi con corticosteroidi inalati (flutica-sone propionato 100 microgrammi per 2 /die) ecicli di terapia con farmaci beta2-agonisti a lungadurata d’azione (LABA).Successivamente P. ha avuto due episodi di bron-copolmonite, il primo all’età di 7 anni in cui laradiografia del torace documentava un doppioaddensamento polmonare, in sede postero-basalesinistra e medio-polmonare destra, trattati conantibioticoterapia, con successiva risoluzione clini-ca e radiologica. In tale occasione è stata effettua-ta valutazione sierologica per Mycoplasma,Chlamydia, Adenovirus e virus respiratorio sinciziale(VRS) risultata negativa.Nel follow-up clinico e funzionale il bambino conti-nuava a presentare un quadro clinico di asma per-sistente seppure di grado lieve, con una spirome-tria nelle fasi intercritiche di tipo ostruttivo / restrit-tivo, non responsiva al test di broncodilatazionenonostante la terapia con steroidi inalatori eLABA. A distanza di un anno P. ha presentato unulteriore episodio di broncopolmonite daLegionella (BCP, documentata sempre radiografi-camente); in tale occasione è stato ripetuto il testdel sudore risultato nuovamente negativo (38mmol/L). Il bambino prosegue profilassi continua-tiva con steroidi inalatori, viene aggiunta terapiacon antagonisti recettoriali dei leucotrieni e, cicli-camente, con LABA.All’età di 10 anni il bambino si ricovera in clinicapediatrica per la comparsa di insufficienza respira-toria acuta (saturazione d’ossigeno: 92%, frequen-za respiratoria 58 /min; frequenza cardiaca150 /min), dolore toracico e iperpiressia.All’auscultazione del torace il murmure vescicolarerisulta ridotto bilateralmente con presenza di soffiobronchiale, rantoli fini crepitanti diffusi su tuttol’ambito polmonare e sibili espiratori. I parametrivitali risultano alterati (saturazione transcutanea diossigeno: 92%, frequenza respiratoria 58 atti /min;

frequenza cardiaca 150 /min) e la radiografia deltorace evidenzia un versamento pleurico sinistrocon concomitante broncopolmonite basale bilate-rale. Gli esami ematici mostrano una leucocitosineutrofila (Tabella 1) una lieve iposodiemia ipoclo-remica, un notevole aumento degli indici di flogosied una negatività della sierologia TORCH, permicoplasma ed adenovirus. Il test di stimolazionelinfocitaria con micobatteri (QuantiFERON-TB®

Gold) risulta negativo mentre si riscontra unapositività per lo stafilococco aureo all’esame coltu-rale dell’espettorato. L’elastasi pancreatica ha valo-ri compresi nel range di normalità. Si intraprendeterapia antibiotica con amikacina e teicoplanina,sterodi per via parenterale, ossigenoterapia ebroncodilatatori inalatori con graduale migliora-mento del quadro clinico e radiologico, ottenendoanche la riduzione degli indici infiammatori.Dopo una terapia antibiotica di circa due settima-ne e risoluzione del quadro clinico-radiologicoacuto, si esegue un’HRCT (High ResolutionComputed Tomography) scan del torace che evi-denzia un ispessimento delle pareti bronchialiassociato a tree-in-bud e bronchiectasie localizzateprevalentemente nei lobi polmonari inferiori(Figura 1). Inoltre P. è stato sottoposto a test gene-tico per fibrosi cistica (FC) risultato positivo per doppia eterozigosi per la mutazione3849+10kbC->T.

Figura 1 Tomografia computerizzata del torace senzamezzo di contrasto.

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DiscussioneL’FC è una malattia autosomica recessiva con un’in-cidenza in Italia di circa uno su 4.000 nati vivi [1].Tale condizione, nella sua forma classica o tipica, simanifesta con un’infezione cronica delle vie aereecon la comparsa nel tempo di bronchiectasie ebronchiolectasie, da insufficienza pancreatica eso-crina e disturbi intestinali, da alterazioni urogenitalie del funzionamento delle ghiandole sudoripare. Ilgene responsabile della malattia si trova sul bracciolungo del cromosoma 7 e la proteina codificata èchiamata Cystic Fibrosis Transmembrane ConductanceRegulator (CFTR), la cui principale funzione riguar-da il trasporto trans-membrana del cloro [2-3].Il gold standard per la diagnosi è il test del sudore [4],in quanto, proprio per il ruolo svolto dal canale delcloro CFTR, gli individui affetti da FC tipica hannoelevate concentrazioni di cloro e sodio nel sudore.Il test del sudore produce una sudorazione loca-lizzata mediante un processo di iontoforesi di unfarmaco colinergico e dischi di gel contenenti pilo-carpina. Viene quindi applicata una corrente di 0,5mA che viene gradualmente aumentata fino ad unmassimo di 4 mA per non più di cinque minuti [5].Quando nel gene CFTR si verificano alterazionimolecolari che determinano una funzione parzialeo residua del gene stesso, si parla di FC non clas-sica o atipica (Tabella 2).I pazienti affetti da una forma atipica di FC gene-ralmente hanno una funzione pancreatica nellanorma, test del sudore borderline (40-60 mmol/L)o nella norma (<40 mmol/L) e spesso sono dia-gnosticati tardivamente, in quanto, nonostante i sin-tomi possano iniziare in età pediatrica, la malattiadiventa clinicamente evidente soltanto dopo i 10anni di età. In queste forme le manifestazioni clini-che possono coinvolgere più organi o un soloorgano [6].

Il nostro piccolo paziente infatti aveva l’elastasipancreatica fecale nella norma e ripetuti test delsudore sempre negativi ma un quadro funzionalepletismografico costantemente ostruttivo nonreversibile alla broncodilatazione e non responsivoalla terapia con LABA (Tabella 3).Di fronte ad un quadro funzionale persistente-mente ostruttivo ed alla presenza di bronchiecta-sie con storia di BCP ricorrenti è importanteprendere in considerazione l’FC [7] anche se iltest del sudore è negativo. Il nostro bambinoinfatti ha una doppia eterozigosi 3849+10kb C->T. La mutazione 3849+10kb C->T agisce conmeccanismo di splicing e probabilmente permet-te la produzione di una certa quota di proteinaCFTR normale.Per questa ragione l’FC si manifesta in forma atipi-ca quando presente nel genotipo di un soggetto indoppia copia (3849+10kb C->T/ 3849+10kb C->T) oppure in singola copia però accompagnatada un’altra mutazione anche severa come DF508(3849+10kb C->T/ DF508). L’eterozigosi per lamutazione 3849+10kb C->T/ 3849+10kb C->T siesprime con un quadro di FC con interessamento

Tabella 1 Esami ematici di rilievo. VES, velocità di eritrosedi-mentazione; PCR, proteina C reattiva.

Valori ematici

Leucociti 22,91 x 10^3/ul

Neutrofili 20,85 x 10^3/ul

Sodio 132,5 mmol/l

Cloro 94,4 mmol/l

VES 32 mm/h

PCR 34,9 mg/dl

Tabella 2 Mutazioni del gene CFTR e fenotipo. Modificata da [6].

Mutazioni causanti la fibrosi cistica F508del; N1303K; G542X; R1162X; 2183AA>G;1717-1G>A; R553X; 711+5G>A; G85E; I507del;W1282X; 621+1G>T; CFTRdele17a-18; G551D;Q552X; R347P; 2789+5G>A; G1244E;3849+10kbC>T; 1898+3A>G; T338I; 3272-26A>G;R334W; R1158X; R1066H; 1898+1G>A

Mutazioni causanti le patologie CFTR-correlate R117H; IVS8-(TG)12T5; D1152H; L997F; D110H

Polimorfismi e varianti alleliche senza conseguenze cliniche M470V; I148T; 125G/C; R31C; R75Q; R1162L;S1235R; 4002A/G; 4521G/A; 2694T/G; 4404C/T;2752-15G/C; 875+40A>G

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prevalentemente respiratorio e funzionalità pan-creatica e test del sudore negativi (Tabella 4).Sicuramente l’accettabile sensibilità e specificità deltest del sudore, oltre alla bassa percentuale di falsinegativi (Tabella 5) [8], ci ha indotto a ritardare l’e-secuzione dell’esame genetico per l’FC che è stataeseguita solo dopo il terzo episodio di BCP ed ilriscontro di bronchectasie alla tomografia assialecomputerizzata (TAC) del torace eseguita all’età di10 anni. Inoltre, anche se il wheezing ricorrente ela tosse persistente, che il bambino presentava neiprimi anni di vita, sono una indicazione alla esecu-zione del test del sudore (Tabella 6) [5], e fanno

Tabella 3 Pletismografia. FVC, capacità vitale forzata; FEV1,volume espiratorio forzato nel primo secondo; FEF25-75, flussoespiratorio forzato fra il 25% e il 75% della FVC; PEF, picco diflusso espiratorio; sRaw, resistenza specifica delle vie aeree;Post-BD, valori spirometrici dopo broncodilatatore.

Parametri Basale Post-BD

FVC (%-predetto) 78 69

FEV1 (%-predetto) 78 66

FEF25-75 (%-predetto) 82 53

PEF (%-predetto) 67 54

sRaw (kPa/L/sec) 136 103

Tabella 4 Manifestazioni cliniche della fibrosi cistica. Modificata da [5].

Caratteri fenotipici altamente suggestivi Caratteri fenotipici suggestivi ma meno specifici

Manifestazioni gastrointestinali Manifestazioni gastrointestinali

Ileo da meconio Ritardo di crescita, ipoproteinemia

Insufficienza del pancreas esocrino nel bambino Deficit delle vitamine liposolubili

Sindrome ostruttiva dell’intestino distale

Prolasso rettale

Cirrosi biliare

Ipertensione portale

Colelitiasi in bambini senza disordini emolitici

Colangite sclerosante primitiva

Insufficienza del pancreas esocrino nell’adulto

Pancreatiti ricorrenti

Manifestazioni seno-polmonari Manifestazioni seno-polmonari

Infezioni respiratorie persistenti Infezioni respiratorie persistenti da Pseudomonasda Pseudomonas aeruginosa aeruginosa, Staphylococcus aureus, Achromobacter

xylosoxidans o Haemophilus influenzae

Bronchiectasie ad entrambi i lobi superiori Evidenze radiografiche di bronchiectasie,atelectasie, iperinflazione o infiltrati persistenti

Infezioni respiratorie persistenti da Burkholderia cepacia Emottisi associate a malattia polmonare diffusadiversa da tubercolosi o vasculite

Poliposi nasale nei bambini Tosse cronica e/o produttiva

Aspergillosi broncopolmonare allergica

Poliposi nasale nell’adulto

Evidenze radiologiche di pan sinusite cronica

Altre manifestazioni Altre manifestazioni

Alcalosi ipocloremica senza vomito Clubbing digitalico

Assenza congenita bilaterale dei vasi deferenti Osteopenia /osteoporosi prima dei 40 anni di età

Diabete atipico

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parte delle manifestazioni cliniche atipiche dell’FC(cfr. Tabella 4) [6].Purtuttavia lo stato di atopia e l’assenza di BCPfino alla età di sette anni ci hanno orientato versouna diagnosi di asma. In questa situazione inveceha un ruolo importante la misurazione della fun-zionalità polmonare che fornisce una valutazionedella severità della limitazione dei flussi aerei, dellaloro reversibilità e variabilità, e infatti l’assenza direversibilità dell’ostruzione bronchiale alla bronco-dilatazione ci avrebbe potuto indurre ad esclude-re la diagnosi di asma (Linee Guida GINA 2012[10]) ed anticipare l’approfondimento diagnosticoprima della comparsa delle BCP.

ConclusioniIl nostro caso ci ha permesso di focalizzare l’at-tenzione su quadri polmonari apparentementeasmatici e persistenti che possono nascondereanomalie genetiche, seppur rare, ma clinicamente

rilevanti. Lo studio della funzionalità respiratoria nelbambino asmatico assume un ruolo particolar-mente importante nel percorso diagnostico, nel fol-low-up clinico-funzionale e nella valutazione pro-gnostica, ed una sua alterazione persistente puònascondere patologie diverse dall’asma. Una storiadi asma persistente con una spirometria persisten-temente ostruttiva non responsiva al test di bron-codilatazione anche se con test del sudore negati-vo non sempre è da considerarsi asma...

Tabella 5 Test del sudore. Modificata da [3].

Falsi positivi (15%) Falsi negativi (12%)

Ipotiroidismo Edema

Malattia di Addison Malnutrizione

Glicogenosi Mancata diluizionedel campione

Contaminazionedel campione (evaporazione)

Tabella 6 Indicazioni al test del sudore. Modificata da [9].

Indicazioni delle alte e basse Indicazioni gastrointestinali Altre indicazionivie respiratorie

Tosse cronica /pertussoide Ileo da meconio /peritonite Familiarità positiva per fibrosi cisticameconiale / atresia ileale anche in assenza di sintomi

Polmoniti croniche o ricorrenti Riscontro ecografico prenatale di anse Scarso accrescimentointestinali iperecogene

Wheezing persistente o ricorrente Sindrome da tappo da meconio Sudore salato

Iperinflazione persistente o ricorrente Ittero neonatale prolungato Cristalli di sale sulla pelle

Tachipnea persistente o ricorrente Steatorrea Sindrome da deplezione salina

Rientramenti (al giugulo, intercostali) Prolasso rettale Alcalosi metabolicapersistenti o ricorrenti

Atelectasie (specie del lobo Mucocele appendicolare Ipoprotrombinemia - Sindromesuperiore destro) emorragica da deficit di vitamina K

Bronchiectasie Sindrome da ostruzione distale Ipovitaminosi A e/o Eileale/stipsi ostinata

Emottisi Epatopatia di natura non definita Azoospermia - Oligospermia

Infezione da Pseudomonas aeruginosa Colestasi / ittero colestatico Assenza bilaterale (ma ancheneonatale protratto monolaterale) dei vasi deferenti

Polipi nasali/Mucocele Cirrosi Calcificazione scrotale

Pansinusite Ipertensione portale Ipoproteinemia

Ippocratismo digitale Pancreatiti ricorrenti Edema

Screening neonatale fibrosi cisticapositivo

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Cerasa, et al. 14

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Introduzione

La bronchite plastica (BP) è una rara condizioneclinica caratterizzata da stampi mucosi che occlu-dono parzialmente o in maniera completa i bron-chi di maggior calibro e che possono indurreinsufficienza cardiorespiratoria acuta potenzial-mente fatale [1].La BP è stata riscontrata in diverse malattie respi-ratorie quali asma, fibrosi cistica, aspergillosi bron-copolmonare allergica e drepanocitosi [2], marappresenta più comunemente un fenomenosecondario alla circolazione di Fontan in pazientioperati per cardiopatia congenita cianogena [3]. Ipazienti possono espettorare spontaneamente glistampi mucosi con la tosse, ma possono necessi-tare di endoscopia interventistica di urgenza incaso di grave ostruzione delle vie aeree conrischio di arresto respiratorio [4].Viene descritto un caso con sindrome diKartagener, pregresso intervento chirurgico per

cardiopatia congenita e sintomi ricorrenti di BP. Èinoltre discusso l’effetto in fase acuta ed a lungotermine della nebulizzazione combinata di DNasiumana ricombinante (rhDNasi) e di attivatore delplasminogeno tissutale (t-PA).

Caso clinico

AA, maschio, tredici anni, giunge alla nostra osser-vazione per una storia di dieci giorni di febbre, tossee progressiva dispnea nonostante terapia antibioti-ca iniziata da una settimana. All’anamnesi, riscontroalla nascita di isomerismo atriale destro, situs visce-rum inversus, asplenia e cardiopatia congenita com-plessa (ventricolo destro a doppia uscita, trasposi-zione dei grossi vasi, stenosi dell’arteria polmonare,difetto del setto interventricolare e valvola atrio-ventricolare comune).All’età di tre anni riceve una diagnosi di sindromedi Kartagener a seguito di una valutazione morfo-

15Pneumologia Pediatrica 2013; 49: 15-18

Massimo Colaneri1, Andrea Quarti1, Marco Pozzi1, Ines Carloni2, Fernando Maria de Benedictis2

1 Dipartimento di Medicina Cardiovascolare, 2 Dipartimento Materno-Infantile,Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti, Ancona

Trattamento mucolitico e fibrinoliticocombinato nella bronchite plastica

Combined mucolytic and fibrinolytictreatment in plastic bronchitis

Parole chiave: bronchite plastica, attivatore del plasminogeno tissutale

Keywords: plastic bronchitis, tissue plasminogen activator

Riassunto. La bronchite plastica è una rara complicanza di diverse patologie respiratorie e della chirurgia delle cardiopatiecongenite, in particolare la procedura di Fontan. Si caratterizza per la presenza di stampi bronchiali di consistenza gommosache si formano acutamente e possono causare episodi di distress respiratorio a rischio di vita. Il trattamento della bronchiteplastica non è ben definito. La nebulizzazione intermittente dell’attivatore tissutale del plasminogeno potrebbe rappresentareun passo in avanti nel prevenire il deterioramento dei sintomi respiratori. Studi collaborativi si rendono necessari per definireil corretto approccio terapeutico di questa rara condizione.

Accettato per la pubblicazione il 3 aprile 2013.

Corrispondenza: Fernando Maria de Benedictis, Dipartimento Materno-Infantile,Ospedale di Alta Specializzazione “G. Salesi”, Via Corridoni 11, 60123 Ancona;

e-mail: [email protected]

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funzionale dell’epitelio respiratorio ciliato. Vienesottoposto ad interventi chirurgici di Glenn all’etàdi tre anni e di Fontan con finestra extracardiacaall’età di sei anni.All’ingresso si evidenzia importante distress respi-ratorio (frequenza respiratoria di 43/min), subcia-nosi periferica e rumori aspri diffusi al torace; fre-quenza cardiaca 140/min; pressione arteriosa50/40; emogasanalisi: pH 6,9, PaO2 61 mmHg,SaO2 88% e pCO2 150 mmHg. Il paziente èimmediatamente trasferito presso l’Unità di CureIntensive, intubato e sottoposto a ventilazionemeccanica. La radiografia del torace evidenziaaddensamento nel lobo medio e modesto versa-mento pleurico consensuale.L’ecocardiografia documenta una frazione di eie-zione del 55% e una lieve dilatazione della venacava inferiore e superiore, con flusso normale e abassa velocità. Il paziente sviluppa rapidamenteuna sindrome da bassa gittata con insufficienzamultiorgano che richiede una ultrafiltrazione veno-venosa continua e un supporto farmacologico condopamina, epinefrina e enoximone. Il cateterismocardiaco mostra una funzione emodinamica soddi-sfacente ed esclude un’ostruzione al flusso nellacircolazione di Fontan. Le pressioni della vena cavainferiore e di quella superiore sono di 21 mmHg;le resistenze polmonari totali e quelle delle arte-riole polmonari sono rispettivamente di 3,8 U/m2

e 1,5 U/m2; il rapporto QP/QS è di 0,9. Non si evi-denziano stenosi a livello dell’anastomosi.La fibrobroncoscopia flessibile documenta la pre-senza di materiale mucoso a stampo, ostruenteparzialmente l’albero bronchiale, per la cui rimo-zione si rende necessaria la broncoscopia rigida(Figura 1). Segue un immediato aumento dell’ossi-genazione tessutale e un progressivo miglioramen-to clinico, mentre il paziente è mantenuto in tera-pia giornaliera con salbutamolo, N-acetilcisteina,

budesonide e rhDNasi per nebulizzazione e consildenafil per os. L’esame istologico del materialeevidenzia materiale mucoso con presenza di fibri-na e rare cellule infiammatorie.Nonostante la suddetta terapia, nei successivi diecigiorni il paziente presenta altri due episodi di riacu-tizzazione respiratoria che richiedono nuovamentela rimozione broncoscopica di stampi mucosi dal-l’albero bronchiale. A seguito dell’ultimo episodio, inaggiunta alla precedente terapia viene avviato untrattamento aerosol con t-PA (Actilyse®,Boehringer Ingelheim) tramite nebulizzatore PariTurboBoy S®, ampolla Pari LC Sprint® e mascheraPari GmbH® (Starnberg, Germany) alla dose di 5mg in 5 ml di soluzione fisiologica, ad intervalli di seiore.Nei giorni successivi il paziente espettora secrezionibronchiali progressivamente meno dense, si assistealla risoluzione radiologica delle aree atelectasiche esi evidenzia un graduale miglioramento clinico. Ilpaziente viene dimesso con l’indicazione di prose-guire a domicilio la terapia con budesonide (1mg/die), rhDNasi (2,5 mg/die) e t-PA (5 mg adintervalli di sei ore) per nebulizzazione, sildenafilper os e fisioterapia respiratoria.Al controllo clinico dopo un mese viene pro-grammata la sospensione graduale del trattamen-to aerosol. Alla famiglia vengono fornite preciseindicazioni su come reintrodurre la terapia con t-PA e rhDNasi in caso di comparsa di segni clinicievocativi di BP incipiente, quali tosse, espettora-zione ed oppressione toracica. Tale modalità pre-vede la somministrazione di una dose iniziale (5mg) di alteplase, seguita da altre due dosi dopo 15e 60 minuti e la somministrazione di DNasi (1,25mg ogni dodici ore). Il trattamento con i due far-maci viene proseguito in un’unica somministrazio-ne giornaliera (t-PA 5 mg, DNasi 2,5 mg) peralmeno sette giorni o fino alla scomparsa dei sin-tomi. I genitori vengono inoltre istruiti a ricovera-re immediatamente il paziente in caso di mancatarisposta clinica dopo la terza dose di farmaco e dicontattare comunque lo staff medico entro 24ore dall’avvio della terapia, al fine di riferire l’evo-luzione clinica e di concordare il piano di com-portamento.Nei successivi dodici mesi di follow-up il suddettoregime terapeutico si rende necessario in cinqueoccasioni per la presenza di sintomi ritenuti evo-cativi di deterioramento respiratorio incipiente. Intutti gli episodi la risposta clinica è immediata ecompleta. Non si presentano effetti collaterali e

Figura 1 Materiale mucoso a stampo nell’albero bron-chiale.

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Trattamento mucolitico e fibrinolitico combinato nella bronchite plastica 17

non si rende necessario ricorrere a cure urgenti inospedale.

Discussione

I pazienti con cardiopatia congenita trattati con lachirurgia di Fontan sono particolarmente inclini asviluppare episodi ricorrenti di BP e sono a piùelevato rischio di mortalità rispetto ad altri conmalattie differenti [5].Il trattamento ideale della BP non è conosciuto. Iltrattamento acuto prevede la stabilizzazione car-diopolmonare e l’immediata broncoscopia d’urgen-za per rimuovere gli stampi bronchiali. Nel corsodegli anni sono stati utilizzati diversi farmaci qualiantibiotici, steroidi, broncodilatatori, diuretici, epari-na, N-acetilcisteina, rhDNasi ed urochinasi [1], mal’evidenza scientifica sulla loro efficacia si basa esclu-sivamente sulla descrizione di singoli casi clinici.Il t-PA, una proteasi della serina che esercita la suaazione fibrinolitica catalizzando la conversione delplasminogeno in plasmina, è solitamente utilizzatoper via parenterale in condizioni acute quali l’infar-to miocardico o l’ictus ischemico cerebrale. Lasomministrazione di dosi ripetute di t-PA peraerosol è stata recentemente utilizzata con suc-cesso nel trattamento acuto della BP [1, 6].L’idea di combinare un agente mucolitico con unfibrinolitico per trattare la BP è stata a noi sugge-rita da un recente studio in cui la terapia intra-pleurica con rhDNasi e t-pA è risultata più effica-ce dei singoli farmaci in pazienti con empiema [7].Uno studio in vitro aveva comunque dimostratoche gli stampi bronchiali rimossi da un pazientecon BP non erano modificati dopo incubazionecon soluzione salina, ma divenivano più friabili seincubati con urokinasi ed erano completamentedissolti se successivamente incubati in una soluzio-ne di t-PA [8]. Inoltre si è ritenuto che la sommi-nistrazione dei farmaci combinati ai primi segni dideterioramento respiratorio in pazienti predispo-sti potesse prevenire la progressione dei sintomied evitare il potenziale peggioramento clinico.L’approccio terapeutico adottato nel caso descrit-to si è dimostrato molto efficace e sicuro. Non sipuò tuttavia escludere che un regime farmacologi-co così concepito possa risultare in un trattamen-to in eccesso, in quanto essenzialmente basato sul-l’interpretazione dei sintomi da parte del pazientee/o dei familiari. Alla luce dell’elevata morbidità emortalità della BP, il rapporto rischio/beneficiosembra tuttavia deporre a favore di tale pratica.

La dose ottimale, la frequenza di somministrazione ela durata del trattamento con t-PA in pazienti conBP non sono conosciute. La quantità di farmaco chepuò essere nebulizzata “con sicurezza” nelle vieaeree in assenza di stampi è stata calcolata solo sumodelli animali [9].In un recente studio ex vivo, la nebulizzazione didosi crescenti di t-PA non ha ridotto proporzio-nalmente il peso degli stampi bronchiali e nonc’era evidenza di un effetto dose/risposta [10]. Alfine di ottimizzare la dose da somministrare, si ren-dono necessari ulteriori studi atti a determinare ladiffusione del t-PA nelle vie aeree in presenza distampi. Anche la frequenza ottimale della nebuliz-zazione dovrebbe essere meglio definita, dalmomento che l’eliminazione del farmaco a livellopolmonare ha tempi più prolungati rispetto aquella sistemica [10].La fisiopatologia della BP rimane a tutt’oggi anco-ra poco chiara. È stato ipotizzato che le alte pres-sioni del circolo venoso polmonare possanoindurre una risposta sproporzionata dell’epiteliorespiratorio e/o un’alterazione del drenaggio linfa-tico, determinando un’eccessiva produzione dimuco con la conseguente formazione di stampibronchiali. È stata anche postulata una predisposi-zione genetica in grado di spiegare l’eccessivaipersecrezione di mucina, unitamente ad un triggerinfiammatorio [11]. Nel caso descritto è moltoverosimile che la disfunzione ciliare primitiva abbiapotuto costituire un importante fattore di rischioper lo sviluppo di stampi bronchiali ricorrenti [12].Tradizionalmente la BP è classificata sulla basedelle caratteristiche degli stampi. Nel tipo I sonopresenti stampi composti prevalentemente dafibrina e da cellule infiammatorie, tipici soprattut-to delle patologie bronchiali. Nel tipo II gli stampisono invece prevalentemente mucinosi e acellula-ri e vengono riscontrati soprattutto in pazientisottoposti a chirurgia palliativa per cardiopatiacongenita.Recentemente è stata proposta una classificazionebasata inizialmente sul tipo di patologia associatae poi sul reperto istologico degli stampi bronchia-li [11]. Nessuno studio ha finora valutato sepazienti con stampi caratterizzati da specificiaspetti istologici (per es. un alto contenuto di fibri-na) possano beneficare maggiormente di tratta-menti particolari.In conclusione, la somministrazione precoce di t-PAe rhDNasi per via aerosolica in presenza di sintomi

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Colaneri, et al. 18

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respiratori suggestivi di un episodio acuto di BP èrisultata in grado di prevenire la formazione di stam-pi bronchiali e il potenziale aggravamento clinico.Stante l’esperienza su un singolo caso, la scarsezza didati sull’uso prolungato del t-PA e il costo elevatodel trattamento, riteniamo che il regime terapeutico

adottato debba al momento essere proposto soloper pazienti con BP refrattaria ad altre terapie e percoloro con circolazione di Fontan, notoriamente adelevato rischio di mortalità. Studi collaborativi inter-nazionali si rendono necessari per definire il tratta-mento ottimale della BP.

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Caso clinico

M.E. è un bambino di un anno e due mesi conanamnesi fisiologica nella norma. Giungeva per laprima volta alla nostra osservazione all’età di unmese, per una reazione anafilattica di grado lieve(orticaria generalizzata e angioedema al viso e allepalpebre) comparsa pochi minuti dopo la primaassunzione di latte adattato, che ha richiesto tratta-mento con antistaminico e corticosteroide per os.Gli esami di laboratorio mostravano un aumentodelle immunoglobuline E (IgE) specifiche per illatte vaccino (sIgE per LV 8,6 kUA/L, IgE totali 149kU/L, ImmunoCAP®, Phadia AB, Uppsala,Sweden), e pertanto si consigliava di sospenderel’assunzione di latte adattato e di proseguire dietacon latte idrolisato spinto.Durante il follow-up presso il nostro ambulatorio diallergologia a 4 ed 8 mesi di età, la madre riferivaepisodi sporadici di wheezing, con buona rispostaai β2-agonisti short-acting per via inalatoria. All’etàdi 14 mesi giungeva in pronto soccorso per l’in-sorgenza acuta di dispnea e wheezing. All’ingresso

il bambino si presentava cosciente ma fortementeagitato, apiretico, senza impegno nasale, senza vomi-to, né dolore addominale. I parametri vitali erano iseguenti: FR (frequenza respiratoria) 40/min, FC (fre-quenza cardiaca) 140/min, PA (pressione arteriosa)normale e SO2 (saturazione di ossigeno nel sangue)96% in aria ambiente.All’auscultazione del torace si apprezzava una nettariduzione del murmure vescicolare a livello dell’e-mitorace sinistro. Si eseguiva quindi una radiografiadel torace in due proiezioni – antero-posteriore(Figura 1) e latero-laterale (Figura 2) – che mostra-va la presenza d’immagini bollose con carattere dianse intestinali nell’emitorace sinistro e la deviazio-ne del mediastino verso destra. Nel sospetto dia-gnostico di un’ernia diaframmatica sinistra, si ese-guiva una tomografia computerizzata (TC) deltorace che confermava la presenza di visceri addo-minali nell’emitorace sinistro (Figura 3).Il bambino veniva immediatamente sottoposto aintervento chirurgico, che ha evidenziato la presenza

19Pneumologia Pediatrica 2013; 49: 19-22

Pasquale Comberiati, Federica Mazzei, Attilio Boner, Diego G. Peroni

Dipartimento di Pediatria, Università di Verona

Un caso “atipico” di wheezing acutoA case of “atypical” acute wheezing

Parole chiave: ernia diaframmatica congenita; ernia di Bochdalek; wheezing

Keywords: congenital diaphragmatic hernia; Bochdalek hernia; wheezing

Riassunto. Ad oggi l’asma bronchiale rappresenta la principale causa di dispnea e wheezing nei bambini. Questi stessi sinto-mi possono essere dovuti anche ad altre condizioni morbose, sia di origine polmonare che extra-polmonare, che tuttavia ven-gono spesso misconosciute o diagnosticate con ritardo. L’ernia diaframmatica congenita a “presentazione tardiva” rientra traqueste condizioni. A differenza dell’ernia diaframmatica congenita “tipica”, che determina in genere un distress respiratorioacuto nell’immediato periodo neonatale, la variante ad esordio tardivo si manifesta durante la prima o la seconda infanzia conuna sintomatologia aspecifica di tipo respiratorio e/o addominale a carattere intermittente o ingravescente. Tale esordio ritar-dato associato all’ampia varietà del quadro clinico, rendono ancora oggi l’ernia diaframmatica congenita” a presentazione tar-diva” una vera e propria sfida diagnostica. Presentiamo il caso di un bambino di un anno e due mesi, con anamnesi fisiologicanella norma, giunto in pronto soccorso per un episodio acuto di dispnea e wheezing, poi rivelatosi essere espressione di un’ erniadiaframmatica congenita“ a presentazione tardiva”.

Accettato per la pubblicazione il 19 marzo 2013.

Corrispondenza: Diego G. Peroni, Clinica Pediatrica, Ospedale “G.B. Rossi”, 37134 Verona;e-mail: [email protected]

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di una breccia diaframmatica posteriore sinistra,attraverso cui tutto l’intestino digiuno-ileale e ilcolon trasverso erano migrati nell’emitorace sini-stro (ernia di Bochdalek). Le anse venivano ridot-te in cavo peritoneale senza complicanze e labreccia diaframmatica chiusa senza problemi.Il decorso postoperatorio è stato regolare, conricanalizzazione avvenuta in terza giornata e ripre-sa dell’alimentazione in quarta giornata. La radio-grafia del torace, eseguita in quarta giornata,mostrava una buona espansione di tutti i campipolmonari.Alla visita di controllo postoperatoria, effettuatadopo circa un mese, il bambino presentava buonicondizioni generali, una buona curva staturo-ponderale, ed una radiografia del torace nellanorma, con mediastino in sede e seni costo-fre-nici arrotondati.

Discussione

Sebbene l’asma bronchiale rappresenti la principa-le causa di dispnea e wheezing nella popolazionepediatrica, questi stessi sintomi possono essereassociati anche ad altre condizioni morbose, sia diorigine polmonare che extra-polmonare, che tut-tavia vengono spesso misconosciute o diagnosti-cate con ritardo [1].L’ernia diaframmatica congenita “a presentazionetardiva” o “postnatale” (EDT) è una condizionemorbosa che esordisce in prima o in secondainfanzia, con una sintomatologia di tipo respirato-rio e/o addominale, con carattere intermittentee/o ingravescente [2]. Rappresenta il 5-25% ditutti i casi di ernia diaframmatica congenita(EDC), che attualmente ha un’incidenza di circauno su 3.000 nati vivi [3].A differenza dell’EDC, che si manifesta in generecon un distress respiratorio acuto nell’immediatoperiodo neonatale ed è gravata da un alto tassodi mortalità, l’EDT si presenta invece con un qua-dro clinico meno severo ed una prognosi solita-mente favorevole. I sintomi di esordio più comu-ni dell’EDT comprendono tosse, dispnea, tachip-nea, wheezing, silenzio respiratorio uni- o bilate-rale, dolore addominale ed episodi intermittentidi vomito, diarrea o alvo chiuso.Tale sintomatologia può presentarsi in manieraacuta o recidivante in un bambino che fino a quelmomento è sempre stato bene. Altri sintomiriportati sono le infezioni respiratorie ricorrentie il ritardo di crescita staturo-ponderale [4-7].

Nonostante un quadro clinico in genere poco seve-ro, l’EDT rappresenta ancora oggi una vera e propriasfida diagnostica, in quanto l’esordio tardivo e l’ampia

Figura 1 Radiografia del torace in proiezione antero-posteriore.

Figura 2 Radiografia del torace in proiezione latero-laterale.

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varietà dei sintomi, fanno sì che sia spesso erronea-mente ricondotta ad altre patologie pediatriche piùcomuni, oppure diagnosticata con ritardo [8].Nella gestione di questi pazienti la radiografia e la TCdel torace rivestano pertanto un ruolo cruciale perla conferma diagnostica di EDT e per la successiva

scelta terapeutica [9]. L’esistenza di un precedenteradiogramma del torace normale non escludedifatti la diagnosi di EDT, in quanto sia la milza, masoprattutto il fegato possono fungere da “tappo”ed impedire per un certo tempo la risalita deivisceri intestinali.La possibilità di una “presentazione tardiva” diun’EDC dovrebbe pertanto essere sempre consi-derata nella diagnosi differenziale di sintomi respi-ratori e/o gastrointestinali aspecifici nei bambini,soprattutto se ricorrenti. La correzione chirurgicatempestiva del difetto congenito del diaframma èinfatti fondamentale per prevenire complicazionisevere che potrebbero metter in pericolo la vita,quali lo strozzamento delle anse intestinali e l’ar-resto cardio-respiratorio, garantendo una progno-si favorevole della malattia.

Conclusione

Questo caso sottolinea la necessità di considerarediagnosi alternative all’asma bronchiale nella valu-tazione di sintomi respiratori, e in particolare delwheezing, nei bambini, includendo l’EDT.Ciò risulta particolarmente indicato nei casi in cuila storia clinica o la presentazione dei sintomi nonsia correlabile con una diagnosi di asma e/o quan-do sono presenti riscontri patologici asimmetriciall’auscultazione del torace.

Figura 3 Tomografia computerizzata del torace persospetto diagnostico di un’ernia diaframmatica sinistra.

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Introduzione

Le Linee Guida internazionali raccomandano chelo scopo della gestione dell’asma sia acquisire emantenere il controllo dei sintomi ed una buonaqualità della vita del paziente [1]. Nella maggiorparte dei bambini asmatici, basse dosi di steroidiconsentono di raggiungere un buon controllodella malattia, mentre in una minoranza di casi èpresente elevata morbilità, nonostante l’uso di ste-roidi ad alte dosi. La condizione di inadeguato oassente controllo dell’asma è causa di un peggio-ramento della qualità della vita dei pazienti e delle

loro famiglie e di un rilevante impatto sui costisociosanitari [2].Recentemente sono state indagate le possibilicause dello scarso controllo dell’asma grave adispetto di un’adeguata terapia, definendo il con-cetto di “asma problematico grave”, inteso comeasma non controllato, che può comportare ilrischio di frequenti riacutizzazioni gravi (o morte)e/o reazioni avverse a farmaci e/o morbilità croni-ca, in termini di ridotta funzionalità e/o crescitapolmonare [3].

23Pneumologia Pediatrica 2013; 49: 23-28

Giuliana Ferrante1-2, Roberta Antona2, Velia Malizia2, Laura Montalbano2, Stefania La Grutta1-2

1 Dipartimento della Salute e Materno Infantile “G. D’Alessandro”, Università degli Studi di Palermo;2 Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare IBIM, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Palermo”

Un caso di asma difficile:ruolo dell’educazione terapeutica

nella strategia di trattamentoA case of difficult asthma:

the role of therapeutic educationin its treatment strategy

Parole chiave: asma difficile, asma grave, educazione terapeutica, approccio multidisciplinare, ambiente, comordità.

Keywords: uncontrolled asthma, severe asthma, therapeutic education, multidisciplinary approach, environment, comordity.

Riassunto. L’asma difficile da trattare è una categoria dell’asma grave caratterizzata da uno scarso controllo, nonostante laprescrizione di un trattamento di elevata intensità; richiede un approccio multidisciplinare in cui l’educazione del paziente edella famiglia alla terapia ed al controllo ambientale assume un ruolo fondamentale. L’approccio clinico diagnostico nei casi diasma difficile deve comprendere la valutazione del ruolo dei differenti fattori di rischio, ambientali e personali e la presenza dico-morbidità. Riportiamo il caso di Giulia, affetta da asma allergica grave persistente, scarsamente controllata. Nonostante laprescrizione di un’adeguata terapia inalatoria ai controlli programmati, Giulia riferiva frequenti riacutizzazioni e non mostrava ilmiglioramento atteso della funzionalità polmonare. Le procedure di presa in carico della paziente, attraverso la rivalutazioneclinico-strumentale e gli interventi di educazione terapeutica hanno permesso di individuare nella scarsa compliance dellapaziente e dei genitori la causa del mancato controllo della patologia. La realizzazione di un programma di intervento multidi-sciplinare garantisce al paziente con asma difficile il raggiungimento del controllo clinico ed il miglioramento della sua qualità divita. L’aderenza alla terapia può essere incrementata con strategie educazionali, migliorando la comunicazione e il rapporto difiducia tra il team assistenziale, il paziente e la sua famiglia.

Accettato per la pubblicazione il 25 marzo 2013.

Corrispondenza: Stefania La Grutta, Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare,Consiglio Nazionale delle Ricerche, Via U. La Malfa 153, 90146 Palermo;

e-mail: [email protected]

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Ferrante, et al. 24

Dal punto di vista terapeutico l’asma problematicograve può essere riconosciuto nei casi in cui nonsi ottiene un adeguato controllo della malattia,nonostante le alte dosi prescritte di steroidi inala-tori (fluticasone 500 mg/die o beclometasone 800mg/die), associate ad almeno un beta-agonista alunga durata d’azione (LABA) e/o anti-leucotrieni-ci e/o teofillina orale a basse dosi.L’asma problematico grave comprende tre diversecategorie più o meno sovrapponibili tra loro:• asma grave non trattato nel quale il motivo delnon trattamento può dipendere o da una manca-ta diagnosi o dalla mancata esecuzione della tera-pia per indisponibilità dei farmaci e/o dei dispositi-vi necessari, come si realizza più frequentementenei paesi in via di sviluppo e tra le classi sociali piùdisagiate;• asma grave difficile da trattare tipico dei paesi adelevato tenore di vita, nel quale il mancato con-trollo della patologia è imputabile ad una scarsacompliance del paziente e della famiglia al regimeterapeutico o all’uso inappropriato dei dispositiviper la somministrazione dei farmaci o a condizio-ni ambientali avverse;• asma grave resistente alla terapia o asma refrat-tario comprende i pazienti sintomatici nonostanteun adeguato trattamento e quelli che raggiungonoil controllo della malattia soltanto mediante ilricorso a dosaggi più elevati, con il conseguente edinaccettabile rischio di effetti collaterali.In tema di asma problematico grave, è necessarioprendere in considerazione anche le categorie di“erronea diagnosi” e “asma plus”, ovvero asmaassociato a co-morbilità, quali rinosinusite, obesità,reflusso gastroesofageo, allergie alimentari e pro-blemi psicologici (ansia, depressione, iperventila-zione e disfunzione delle corde vocali) [4].Presentiamo il caso di un’adolescente affetta daasma grave difficile da trattare.

Il caso di Giulia

Giulia, di tredici anni, giunge al nostro ambulatoriodi terzo livello di Pneumoallergologia Pediatricacon diagnosi di asma allergica intermittente dall’e-tà di otto anni e dermatite atopica di grado lieve-moderato dall’età di quattro anni.La richiesta del medico curante è di approfondi-mento del quadro funzionale respiratorio, per la per-sistenza di sintomi respiratori diurni e notturni, non-ostante la terapia posta in atto con broncodilatatori

al bisogno. In particolare, si pone il sospetto di unaprogressione della malattia asmatica, verso unmaggior grado di severità di malattia, conseguentead una recente riacutizzazione.L’anamnesi familiare rivela che il padre è affetto daeczema atopico, mentre quella patologica remotaevidenzia nella piccola paziente un wheezing ricor-rente dall’età di un anno, in occasione di infezionidelle alte vie aeree. L’anamnesi ambientale, voltaad indagare la presenza di fattori di rischio outdoored indoor, riporta che Giulia risiede in una zonaurbana ad intenso traffico veicolare, non è espostaal fumo passivo e/o attivo, né a muffa/umidità nel-l’abitazione e non ha mai posseduto animalidomestici.Giulia frequenta la terza media con scarso pro-fitto e recentemente ha ridotto l’attività sportiva(ginnastica ritmica), che da quattro anni pratica-va tre volte a settimana con regolarità, per lacomparsa di difficoltà respiratoria durante l’eser-cizio fisico. Durante il colloquio per la raccoltadei dati, emergono evidenti problematiche com-portamentali della ragazza, legate alla recenteseparazione dei genitori. Infatti, la condizionenella quale Giulia vive, a settimane alterne con ilpadre o con la madre, è causa della gestioneautonoma delle prescrizioni terapeutiche per l’a-sma e per la dermatite.L’anamnesi patologica prossima riporta un ricove-ro ospedaliero, avvenuto circa sei mesi prima dellanostra valutazione, causato da una riacutizzazionedi asma in corso di infezione delle vie respiratorie.All’arrivo in ospedale Giulia lamentava difficoltàrespiratoria, tosse produttiva, dolore retro-sterna-le e cefalea. All’esame obiettivo si rilevava apires-sia, aspetto sofferente, pallore cutaneo, occhi alo-nati, polipnea (frequenza respiratoria di 40atti/min) con saturazione di ossigeno (SatO2 99%)e tachicardia (frequenza cardiaca 120 bpm); all’au-scultazione del torace, una netta riduzione delmurmure vescicolare a sinistra con sibili e gemitidiffusi nei rimanenti campi polmonari. Per tale con-dizione Giulia ha eseguito una radiografia del tora-ce, che mostrava la presenza di un addensamentoa livello del lobo inferiore polmonare sinistro,accompagnata da un’evidente iperinsufflazionecontrolaterale e dislocazione del mediastino.Successivamente, per ulteriore definizione radio-grafica, Giulia è stata sottoposta ad una tomogra-fia computerizzata (TC) del torace ad alta risolu-zione, che ha evidenziato un addensamento

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Il successo dell’educazione terapeutica nella gestione di un caso di asma grave difficile da trattare 25

parenchimale omogeneo a banda trasversale acarico del lobo inferiore sinistro, da riferire adun’atelettasia del segmento postero-basale, conse-guente alla verosimile ostruzione bronchiale.Inoltre, la TC del torace mostrava lo sbandamen-to del mediastino a sinistra, con l’emidiaframmaomolaterale sopraelevato ed un ulteriore piccolofocolaio di addensamento parenchimale in sedeparacardiaca destra. La radiografia del torace dicontrollo, eseguita a distanza di circa dieci giornidalla prima, evidenziava un modico miglioramen-to, pur in considerazione della persistenza dell’a-telettasia e del lieve sbandamento del mediastinoomolaterale.Durante l’ospedalizzazione Giulia è stata trattatacon salbutamolo/ipratropiobromuro (150/30µg/kg/die) e beclometasone (320 µg/kg/die) pervia inalatoria; ceftriaxone endovena (1 g/die); clari-tromicina per os (15 mg/kg/die); betametasone peros (0,1 mg/kg/die); omeprazolo per os (20 mg/die).Dopo la dimissione avvenuta in ottava giornata diricovero ed il completamento domiciliare dellaterapia (salbutamolo/ipratropiobromuro e beclo-metasone per aerosol e claritromicina per os) pre-scritta per i successivi sette giorni, i controlli ese-guiti dal medico curante riportano che Giulia haprontamente recuperato uno stato di benessere,mantenuto per circa due mesi. Dalla relazione delmedico curante, emerge che negli ultimi tre mesivi è stata una presenza quasi costante di alcuni sin-tomi respiratori tipici di un mancato controllodella malattia (tosse produttiva al mattino, sibilisotto sforzo e frequenti risvegli notturni), associatiad un uso frequente (maggiore di due volte a set-timana) di broncodilatatori a breve durata di azio-ne (oltre a quello già prescritto per la prevenzio-ne del broncospasmo da esercizio fisico), per iquali è stato avviato un trattamento di fondo consteroidi a bassa dose per via aerosolica. Inoltre, igenitori segnalano un sensibile peggioramentodello stato dell’umore, con evidente tendenza all’i-solamento rispetto ai coetanei, accompagnato adun notevole peggioramento del suo rendimentoscolastico.All’esame obiettivo Giulia mostra condizioni gene-rali discrete, peso 41 kg (10° percentile), statura162 cm (79° percentile); al torace eupnea, sibiliespiratori diffusi su entrambi i campi polmonari;all’ispezione la cute si presenta secca, lichenificatacon croste ed escoriazioni da lesioni da gratta-mento, in assenza di segni da sovrainfezione attiva,

localizzate prevalentemente a livello delle piegheantecubitali e del cavo popliteo (punteggio SCO-RAD maggiore di 50). La spirometria mostra unvolume espiratorio massimo nel primo secondo(FEV1) minore del 60% del predetto ed un testpositivo di broncoreversibilità (�+21%), eseguitocon somministrazione di 400 µg di salbutamolo. Iprick test evidenziano la positività per dermatofa-goides pt (pomfo 5 x 5 mm con istamina 4 x 4mm), ed i valori di misurazione dell’ossido nitrico(FeNO) orale (sulla media di tre misurazioni)risultano pari a 45 ppb.Sulla base delle indicazioni delle Linee GuidaGINA per la classificazione di severità dell’asmaprima dell’inizio del trattamento, tenuto contodella storia clinica riferita e dei risultati della spiro-metria poniamo la diagnosi di “asma grave persi-stente in soggetto allergico con dermatite atopicasevera”, vengono contemporaneamente avviati idue piani di trattamento:• per la dermatite atopica di grado moderato-severo con la prescrizione di uno steroide topicodi elevata potenza (mometasone furoato 0,1%,unguento, una volta al giorno per tre giorni), asso-ciato ad un inibitore topico della calcineurina(pimecrolimus crema 1%, due volte al giorno perdue settimane) ed emollienti in crema (da applica-re 15 minuti prima dello steroide), per migliorarela secchezza cutanea e ridurre il prurito;• per l’asma persistente di grado severo con l’in-dicazione all’utilizzo dell’associazione (con disposi-tivo diskus due volte al giorno) di steroide inalato-rio ad alto dosaggio (fluticasone proprionato, 250mcg) e broncodilatatore a lunga durata di azione(LABA, salmeterolo xinafoato, 50 mcg), associatoad un breve ciclo (sette giorni) di steroide per viasistemica (prednisone per os, 1 mg al giorno percinque giorni, seguito da dosi scalari).A completamento della prima visita viene spiegatol’uso ed il significato del picco di flusso espiratorio(PEF) e Giulia viene addestrata all’esecuzione, con-sigliando la compilazione di un diario del picco diflusso per le successive tre settimane, fino al suc-cessivo controllo programmato. Inoltre, sono forni-te le indicazioni scritte per la gestione della crisiasmatica, per la premedicazione dell’asma da sforzo,da eseguire prima dell’esercizio fisico programmatoe per l’applicazione delle misure di profilassiambientale.Ai controlli programmati ogni mese per i successi-vi tre mesi, Giulia continua a manifestare ripetute

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riacutizzazioni delle lesioni cutanee e un ridottocontrollo dell’asma, con persistenza di sintomi not-turni e ridotta tolleranza allo sforzo, nonostante laprescrizione di un’adeguata terapia e la regolareverifica della corretta tecnica di inalazione.Inoltre, in accordo con l’andamento clinico, laperiodica rivalutazione della funzione polmonareconferma la persistente broncostruzione di gradomoderato, con scarsa broncoreversibilità, insiemecon dati del FeNO orale superiori (≥ 35 ppb) ailimiti di normalità; inoltre, i valori di punteggioACT© (Asthma Control Test) si mantengono al disotto dei limiti indicati per il buon controllo dellapatologia (≤ 19). L’esame pletismografico, attuatonel sospetto di un danno parenchimale, risultanella norma, così come la valutazione otorinolarin-goiatrica, eseguita nel sospetto di una concomitan-te patologia in fase attiva (sinusite, rinite allergicagrave, etc.) a carico delle vie aree superiori.Di fronte a questa condizione di persistente man-cato controllo dell’asma, in assenza di complicanzee/o comorbilità, consideriamo di essere di frontead un caso di asma difficile da trattare, nel quale lascarsa compliance del paziente e della famiglia alregime terapeutico, insieme alle condizioni dimanifesto disagio psicologico, derivanti dallo statodi tensione emotiva conseguente alla separazionedei genitori, siano da considerare i principali ele-menti causali.In quest’ottica, è stato avviato il percorso dell’edu-cazione terapeutica, comprendente anche nume-rosi colloqui con una psicologa dell’età evolutiva,che hanno permesso di instaurare un rapporto difiducia con Giulia ed i suoi genitori, coinvolgendoquest’ultimi nella gestione della malattia.Il processo di educazione terapeutica per Giulia e isuoi genitori è stato molto impegnativo e lungo, madurante i sei mesi di presa in carico da parte delnostro team multidisciplinare abbiamo osservato ilmiglioramento degli indicatori di funzione polmo-nare (FEV1 89%), d’infiammazione delle vie aeree(FeNO 9 ppb) e di controllo dell’asma (ACT 23),nonché il cambiamento favorevole degli indicatoridi benessere, con recupero ottimale del rendimen-to scolastico e il ritorno all’usuale attività fisica.

Discussione

L’asma grave è stata raramente studiata in etàpediatrica. Uno studio di coorte ha riportato undato di prevalenza dello 0,5% in una popolazionegenerale di bambini di dieci anni di età e del 4,5%tra i bambini con asma [4].

Solo recentemente la WHO (World HealthOrganization) ha definito l’asma problematicograve, pertanto, ad oggi, anche per l’età pediatricanon esistono registri internazionali, trial clinici estudi epidemiologici che possano documentarnel’esatta prevalenza e il reale impatto sociale edeconomico.La predisposizione genetica potrebbe giocare unruolo nel determinismo di un fenotipo “grave” diasma come riportato da alcuni studi, in cui sembraevidente un’associazione con alcuni geni (IL4Receptor, Tumor Necrosis Factor, PHD FingerProtein e Cortactin) [4].I bambini con asma grave, rispetto a quelli con unquadro lieve-moderato, presentano una più seve-ra ostruzione delle vie aeree, una maggiore iper-reattività bronchiale alla metacolina, un livellosuperiore di immunoglobuline E totali ed un mag-gior numero di cutipositività, elevati livelli di FeNOesalato, suggerendo un ruolo predominante dellarisposta Th2 nell’infiammazione delle vie aeree [5].Il quadro sintomatologico di questi pazienti puòessere molto vario, ma riconducibile essenzial-mente a quattro quadri clinici:• sintomi cronici persistenti (la maggior parte deigiorni per un periodo uguale o superiore a tremesi) da ostruzione delle vie aeree con ridottaqualità della vita;• riacutizzazioni acute, anche molto gravi da richie-dere almeno un ricovero in terapia intensiva e/odue ricoveri in ospedale, con ricorso a terapiaendovenosa e/o il ricorso per più di due volte aterapia corticosteroidea per os nell’anno prece-dente;• mancata risposta al test broncodinamico, dopoadeguata terapia inalatoria steroidea;• necessario ricorso a steroidi sistemici (quotidiana-mente o anche a giorni alterni) per raggiungere ilcontrollo.La diagnosi di asma problematico grave vieneposta quando il cattivo controllo della patologia èriconducibile ad uno o più fattori quali: comorbili-tà, scarsa aderenza alla terapia, condizioni ambien-tali avverse e fattori psicologici. Nel contesto deipazienti con asma grave è fondamentale ricono-scere quelli con asma resistente al trattamento,poiché sono gli unici candidabili a terapie innovati-ve (ad esempio, omalizumab, anti-interleuchina5 eciclosporina). Tali terapie non sono giustificabili neicasi di asma difficile da trattare, che, come abbiamogià detto, sono da imputare alla scarsa aderenza della

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famiglia e del paziente alla terapia convenzionale ealla presenza di avverse condizioni ambientali.Nei pazienti con asma difficile da trattare la scarsaaderenza alla terapia è spesso riconducibile all’in-sufficiente comunicazione da parte del medico, maanche alla cattiva comprensione da parte delpaziente delle procedure di somministrazione deifarmaci, in particolare quelle riguardanti la tecnicainalatoria [6].Poiché l’aderenza alla terapia è un evento dinami-co, che tende a modificarsi nel tempo, è impor-tante, da parte del medico che ha in carico ilpaziente, la verifica periodica della compliance inoccasione delle visite di controllo [7].La frequenza delle visite risulta essere associata,infatti, ad una migliore adesione al trattamento, inrelazione al miglioramento della percezione delpaziente sia del suo stato di controllo della malat-tia che della volontà del medico di ascoltarlo e didedicargli tempo [8].In Pediatria è necessario che, in occasione dellevisite di controllo, il medico indaghi su chi sia lapersona referente che assume la responsabilitàdella gestione terapeutica e, in caso di autonomiadel paziente, è opportuno valutare la capacità dicomprensione dei messaggi trasmessi e di corret-ta esecuzione delle procedure terapeutiche pre-scritte [9].In generale i genitori sono maggiormente coinvoltiin misura inversa rispetto all’età del bambino, men-tre tendono a delegare agli adolescenti la pienagestione terapeutica della malattia. La responsabilitàdel paziente aumenta, al contrario, in maniera linea-re rispetto all’età, ma subisce un lieve arresto in cor-rispondenza di momenti importanti dello sviluppo,quali l’adolescenza. La presentazione clinica variabi-le, la tendenza a negare i sintomi, l’attitudine a com-portamenti rischiosi, la bassa compliance e i proble-mi psicologici trovano in quest’età il momento dimassima espressione. Infatti, gli adolescenti risultanomaggiormente esposti alle riacutizzazioni più gravie/o fatali e quelli con asma grave, in particolare,

mostrano un declino della funzionalità respiratoria(FEV1, FEV1/FVC, FEF50) più marcato rispetto aibambini [10].Le condizioni ambientali giocano un ruolo diprimo piano nel mancato raggiungimento del con-trollo nell’asma difficile. Le azioni rivolte all’abbatti-mento e/o alla riduzione delle fonti outdoor edindoor di esposizione, quali smettere di fumare, l’al-lontanamento di un animale domestico e le misu-re di profilassi ambientale per l’acaro della polveree le muffe vanno incoraggiate. Infatti, l’esposizioneagli allergeni così come il fumo attivo e quello pas-sivo possono indurre una resistenza secondaria altrattamento steroideo.Anche lo stress dei genitori e del paziente puòindurre e mantenere un peggioramento dei sinto-mi, correlabile ad una scarsa compliance terapeuti-ca, oltre che ad un meccanismo neuroimmunolo-gico che induce steroidoresistenza [11].La prognosi dei bambini con asma problematicagrave non è ben conosciuta. Due studi longitudi-nali riportano che il rischio di asma grave in etàadulta è correlato alla presenza di asma graveallergica in età pediatrica. I più importanti fattori dirischio per asma grave in età adulta sono il sessomaschile, il riscontro di un quadro ostruttivo allaspirometria e la presenza di atopia [12].Il caso clinico di Giulia rappresenta il tipico esem-pio di asma problematico grave difficile da tratta-re, in cui il mancato controllo dei sintomi è ricon-ducibile alla scarsa aderenza terapeutica dellapaziente e della famiglia. La realizzazione di un pro-gramma di intervento multidisciplinare ha consen-tito alla nostra paziente di raggiungere un soddi-sfacente livello di controllo dell’asma, insieme adun sensibile miglioramento della sua qualità di vita.L’aderenza alla terapia può essere incrementatacon strategie educazionali e di empowerment,migliorando la comunicazione e il rapporto di fidu-cia tra il team degli operatori, il paziente e la suafamiglia.

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Introduzione

Il Mycoplasma pneumoniae (MP) è uno dei piùcomuni agenti eziologici di polmonite atipica pri-maria acquisita in comunità in bambini in età sco-lare e giovani adulti.Il quadro clinico è generalmente lieve e a decorsoautolimitante con sintomi non specifici come tossee febbre, associato ad un reperto radiografico diinfiltrati interstiziali polmonari. Tuttavia inLetteratura sono documentati numerosi casi dicomplicanze sia polmonari che extrapolmonari [1].Nonostante la complessità dei vari meccanismipatogenetici delle manifestazioni extrapolmonari,l’insorgenza di meccanismi autoimmunitari sembra

essere quello preponderante. Ciò può esserespiegato da più fattori: la capacità di penetrareall’interno delle cellule e la presenza di glicopro-teine di membrana cross-reagenti con strutturepresenti nelle membrane cellulari dell’ospite [2]. Ilcoinvolgimento del sistema immunitario dunquesembra assumere un ruolo determinante, datoche ad esso si riconducono i fenomeni trom-boembolici e il danno vascolare ischemico. Anchela presenza di emoagglutinine “a frigore” (autoan-ticorpi diretti contro gli antigeni di superficie deiglobuli rossi) è espressione di un’attivazioneimmunitaria [3].

29Pneumologia Pediatrica 2013; 49: 29-36

Salvatore Leonardi, Agnese Castro, Chiara Franzonello, Alessia Gennaro, Angela Lanzafame,Andrea Praticò, Mario La Rosa

Dipartimento di Scienze Mediche e Pediatriche, Università di Catania, Azienda Ospedaliera Policlinico“Vittorio Emanuele”

Mycoplasma pneumoniae:dalla polmonite atipica primaria

alle complicanze extrapolmonariMycoplasma pneumoniae:

from primary atypical pneumoniato extrapulmonary complications

Parole chiave: Mycoplasma pneumoniae, polmonite atipica primaria, complicanze extrapolmonari

Keywords: Mycoplasma pneumoniae, primary atypical pneumonia, extrapulmonary complications

Riassunto. Il Mycoplasma pneumoniae (MP) è il più comune agente eziologico responsabile di polmonite atipica primaria inbambini in età scolare e giovani adulti. Sebbene la sua prognosi sia benigna sono descritti, con una certa frequenza, casi chevanno incontro a complicanze in sede polmonare ed extrapolmonare. A tal proposito possono essere colpiti potenzialmentetutti gli apparati con complicanze: neurologiche, osteo-articolari, ematologiche, cutanee, oculari, gastrointestinali, renali, uroge-nitali e cardiache. Viene descritto un caso clinico di polmonite atipica primaria da MP e stroke emorragico, risultato poi fatale.Segue una revisione dei casi clinici documentati in Letteratura di infezione da MP con manifestazioni extrapolmonari, la mag-gior parte delle volte associate al primitivo quadro respiratorio. Gli Autori evidenziano quindi il ruolo primario svolto da que-sto agente eziologico nell’etiopatogenesi delle complicanze extrapolmonari sia in seguito ad una primitiva patologia polmona-re ma anche in assenza di quest’ultima.

Accettato per la pubblicazione il 19 marzo 2013.

Corrispondenza: Salvatore Leonardi, Dipartimento di Scienze Mediche e Pediatriche, Università di Catania,Azienda Ospedaliera Policlinico “Vittorio Emanuele”, via Santa Sofia 78, 95123 Catania;

e-mail: [email protected]

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Caso clinico

Un paziente di sei anni d’età è stato ricoveratopresso la nostra Unità di BroncopneumologiaPediatrica allo scopo di valutare e trattare un dis-tress respiratorio [4]. L’anamnesi personale risultavanegativa per affezioni cardiache o storia d’infezioniricorrenti; nel gentilizio non erano documentati némalattie vascolari né disordini della coagulazione.Tre giorni prima il paziente aveva sviluppato feb-bre, tosse, tachipnea e wheezing: tale sintomatolo-gia si era aggravata nonostante il trattamento conuna cefalosporina per due giorni. Al momento delricovero presentava una temperatura di 37,5 °C euna frequenza respiratoria di 45 atti al minuto;all’esame auscultatorio del torace si rilevavanosibili espiratori in entrambi i polmoni con presen-za di ronchi e rantoli in entrambi i lobi inferiori.La radiografia del torace presentava un infiltratointerstiziale in entrambi i polmoni. All’esame emo-cromocitometrico si rilevavano 7.900 globuli bian-chi / mm3 di cui il 70% neutrofili. Normali erano iseguenti reperti: ematocrito, conta piastrinica, glu-cosio, creatinina, urea plasmatica ed enzimi epatici.Test di rapida diagnostica virale per influenza, para-influenza e virus respiratorio sinciziale erano nega-tivi. Si sono invece rilevate positive sia l’emoagglu-tinine “a frigore”, sia gli anticorpi anti-MP nel sierovalutati con test rapido di agglutinazione con valo-ri anticorpali di 1 su 160.Il paziente venne trattato con eritromicina per os,e la febbre scomparve insieme ai sintomi respira-tori in due giorni. Nonostante il quadro clinicofosse apparentemente regredito, al terzo giorno ditrattamento comparvero cefalea, sonnolenza eletargia ingravescente con dispnea, rendendonecessario un trasferimento del paziente in Unitàdi Terapia Intensiva. Si presentarono tre crisi epi-lettiche generalizzate trattate con diazepam endo-vena; l’elettroencefalogramma mostrò attività dif-fusa ad onde lente; lo stato clinico neurologico erespiratorio precipitarono rapidamente.L’emogasanalisi del sangue arterioso rilevava pH di7,45, pCO2 di 30,1 mmHg e pO2 di 60 mmHg.L’elettrocardiogramma repertava una tachicardiasinusale con normale ripolarizzazione ventricolare.L’ecocardiogramma era normale.Si rese necessario ricorrere al Neuroimaging: latomografia computerizzata cerebrale presentavaun’area d’emorragia cerebrale, evidenziabile comeipodensità nel nucleo caudato e capsula internadestra; le scansioni di risonanza magnetica T2-pesate

mostravano edema cerebrale vasogenico diffusodella materia grigia associato a lesione ischemicadel talamo sinistro e dei nuclei lenticolare e cau-dato, nel territorio d’irrorazione dell’arteria cere-brale media sinistra.La lesione ischemica al livello del talamo sinistrovenne correlata con l’edema cerebrale diffuso el’erniazione transtentoriale del lobo temporale,con una compressione ipsilaterale. L’angio risonan-za magnetica rivelò una riduzione di flusso nell’ar-teria cerebrale media sinistra.Nonostante il quadro ischemico-emorragico emer-so, tempo di protrombina, tempo di tromboplasti-na parziale, fibrinogeno, D-dimero, proteina S, pro-teina C, fattore V e antitrombina III erano normali;ed erano assenti anticorpi come anticardiolipina,antifosfolipidi, anticitoplasma, antinucleo e anti-DNA.I campioni di siero sottoposti a screening per anti-corpi contro Herpes Simplex 1 e 2, morbillo, cito-megalovirus, influenza virus, parotite, Chlamydia eBorrelia Burgdorferi erano negativi. Il titolo anticor-pale contro MP nel siero aumentò fino a 1 su1.280. Il saggio immunoenzimatico sul siero rivelòpositive le immunoglobuline (Ig) A (100), le IgM(640) e le IgG (200) contro l’MP.L’esame del liquido cefalorachidiano rivelò checonta leucocitaria (2*106 cellule/L), glucosio (60g/L), proteine (25 g/L) e indice CFS-siero dell’albu-mina (4,8; valori normali 2.0-7.4) erano normali.Nel liquido cefalorachidiano non sono stati trova-ti antigeni batterici o virali. Il saggio immunoenzi-matico rivelò la presenza di IgA specifiche (10),IgG (40) e IgM (160) contro l’MP nel liquor.A seguito del peggioramento delle condizioni neu-rologiche, venne effettuata una seconda punturalombare tre giorni dopo che mostrò un aumentodi cinque volte di IgM specifiche (800) e unaumento di due volte di IgG specifiche (80) con-tro l’MP nel liquor. Campioni di siero mostraronoinoltre un incremento specifico di IgM (3200) e diIgG (800) contro l’MP. Venne somministrata unaterapia antibiotica (ceftriaxone endovena ed eri-tromicina endovena), diuretici e desametasone, mail paziente morì una settimana dopo (Figura 1).

Discussione

Introduzione

L’MP, causa del 50% di tutte le pneumopatie in etàpediatrica, è tra i più comuni patogeni responsabi-li delle polmoniti acquisite in comunità (CAP).

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Mycoplasma pneumoniae: dalla polmonite atipica primaria alle complicanze extrapolmonari 31

Le cellule bersaglio dell’MP sono tipicamente quel-le dell’apparato respiratorio ed, in oltre il 50% deipazienti, l’infezione può interessare anche il trattorespiratorio superiore manifestandosi con faringi-te, tracheobronchite e in rari casi può coinvolgerel’orecchio e determinare un’otite media acuta ouna miringite bollosa o danneggiare le cellule cilia-te portando ad una progressiva perdita dell’udito[1, 5-6]. Il decorso clinico è auto-limitante e gene-ralmente favorevole. Il recupero in seguito a talicomplicanze è graduale e le alterazioni evidenziatealla radiografia del torace spesso presentano unarisoluzione più lenta rispetto al quadro clinico [7].Tuttavia a questo microrganismo si lega uno spet-tro di complicanze cliniche sia polmonari cheextrapolmonari. I dati della Letteratura riportanoche solamente circa il 25% dei pazienti ospedaliz-zati presenta complicanze extrapolmonari anchein assenza di sintomi respiratori [1, 8-9]. Si suppo-ne che tali complicanze siano la conseguenza di undanno diretto da parte del microrganismo o dellarisposta immunologica da esso innescata [2].Si stima dunque che ben il 75% delle manifesta-zioni extrapolmonari dell’MP sia preceduta oaccompagnata da una prima manifestazione pol-monare. Questo dato è confermato da una recen-te review [3] in cui vennero descritti tredici soggetti(sette maschi e sei femmine) di età compresa tradue e tredici anni con diagnosi di infezione da MP.In questa casistica la maggior parte dei pazienti sipresentò con una sintomatologia respiratoria: ilsintomo d’esordio era la tosse in nove casi, farin-godinia in due, dispnea in due e wheezing in uncaso. Inoltre in dieci su tredici pazienti la tosse siaccompagnava a temperatura febbrile.

Manifestazioni neurologiche

Queste si riscontrano nel 7% dei pazienti ospeda-lizzati per infezione da MP. I sintomi respiratoripossono essere lievi e presentarsi come formaparainfettiva o perinfettiva. Nel caso qui descritto,l’emorragia cerebrale si è presentata come formaparainfettiva, in quanto i sintomi neurologici sonocomparsi dopo circa tre giorni dall’infezione respi-ratoria. Il coinvolgimento dell’arteria cerebralemedia è già noto in Letteratura, sebbene i casi d’i-schemia cerebrale descritti siano soltanto nove, esi manifestino soprattutto con emiparesi e paralisidi Bell [4, 10-18].Altre manifestazioni frequenti descritte inLetteratura comprendono encefalite, meningiteasettica, cerebellite, encefalo-mielite disseminata esindrome di Guillain-Barré [9, 19, 20-23]. Tra quel-le più rare riscontriamo: mielite acuta trasversa,paralisi isolata del nervo abducente, miastenia gra-vis e sindrome di Tourette [24-27]. Plausibile è lapossibilità di coinfezione con altri microrganismi,quali Cytomegalovirus o Herpes Simplex virus, chehanno portato a sindrome di Guillain-Barré edencefalite [28-30].La presenza di encefalite tuttavia non è esclusiva-mente legata alla presenza di una coinfezione, epuò sopraggiungere a complicare notevolmenteil decorso della patologia esitando in deficit psi-comotori cronici e debilitanti e convulsioni ricor-renti nel 25% dei casi. Risulta inoltre fatale nel10% dei casi, tra cui il nostro: si è verificato ildecesso in una settimana nonostante la terapiaantibiotica con ceftriaxone ed eritromicina endo-vena, diuretici e desametasone; trattamento che,secondo quanto riportato da altri Autori [3] hainvece portato ad una completa remissione dellasintomatologia con assenza di sequele a lungotermine.

Manifestazioni osteo-articolari

L’esperienza clinica suggerisce una relazione del-l’infezione con dolori muscolari, artralgie e poli-neuropatie, solitamente autolimitantesi soprat-tutto a seguito della terapia con claritromicina[3]. Singoli studi hanno messo in relazione l’infe-zione con quadri simili all’artrite idiopatica giova-nile e all’artrite reumatoide [31-32]. In più casi simette in evidenza la chiara relazione delle mani-festazioni poliartritiche con la polmonite atipicaprimaria [3, 33].

LP

RA

Figura 1 Risonanza magnetica all’encefalo, sequenzaDWI: ampia area ischemica a livello del talamo con inte-ressamento parziale dei nuclei lenticolare e caudato conedema peri-lesionale. Modificata da [3].

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Manifestazioni ematologiche

Il meccanismo patogenetico in causa è rappresen-tato dalla cross-reazione con le agglutinine a frigo-re [2-3]. Data l’implicazione di un’attivazione delsistema immunitario, l’uso di antibiotici non giovaall’evoluzione clinica. I quadri più frequenti com-prendono anemia emolitica, coagulazione intrava-scolare disseminata, porpora trombotica trombo-citopenia e sindrome di Raynaud [1, 34].

Manifestazioni cutanee

Colpiscono il 25% circa dei pazienti e presentanoun decorso autolimitante. L’MP è stato riconosciutocome l’agente infettivo più comune della sindromedi Stevens-Johnson (SJS) in cui solitamente il classi-co rash e il coinvolgimento della mucosa oraleaccompagnano i segni e i sintomi dell’infezionerespiratoria primitiva [35]. Altre manifestazioni com-prendono eritema nodoso, maculo-papulare, vesci-colare, orticarioide e multiforme, necrolisi epider-mica tossica e pitiriasi rosea [9, 36-38]. La vasculiteè un evento raro [3].

Manifestazioni oculari

Sono rare nei bambini e spesso non vengonoidentificate in quanto non associate al quadro pol-monare, bensì si presentano come forme postvirali, che comprendono manifestazioni come con-giuntivite, uveite anteriore, paralisi del nervo otti-co e abducente, retinite, irite, edema periorbitarioed essudati retinici secondari a vasculite [1-3].

Manifestazioni gastrointestinali

Sono presenti nel 25% dei casi e comprendono:nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, perditadi peso ed epatomegalia. Le patologie che più siassociano all’infezione respiratoria sono epatite epancreatite [1], e il correlato aumento di tempo diprotrombina (PT) e di tempo di protrombina par-ziale (PTT) potrebbe predisporre il paziente afenomeni emorragici. Inoltre sono stati documen-tati casi di infarto splenico associato ad anticorpiantifosfolipidi [39] ed è stata documentata esacer-bazione delle malattie infiammatorie cronicheintestinali [1, 40].

Manifestazioni renali e urogenitali

Raramente si riscontra glomerulonefrite mem-branoproliferativa, nefrite acuta interstiziale edematuria isolata [41]. Un solo caso di priapismo

è stato documentato ed è riconducibile allostato di ipercoagulabilità indotto dall’emoaggluti-nine a frigore [42].

Manifestazioni cardiache

Sono poco frequenti e soprattutto rappresentateda miocardite, pericardite, difetti di conduzione earitmie [43-46].

Complicanze polmonari

Si manifestano in presenza di polmonite atipicaprimaria, complicandone il quadro, e consistono in:fibrosi polmonare interstiziale, polmonite necrotiz-zante, ascesso polmonare, empiema polmonare,pleuriti, bronchiolite obliterante e sindrome diSwyer-James [3, 47-54].

Diagnosi e terapia

La diagnosi d’infezione da MP è particolarmentefacilitata dalla presenza della sua manifestazionepiù frequente, ovvero la polmonite atipica prima-ria. Solo nel 25% dei casi l’infezione, presentando-si sotto la veste delle manifestazioni extrapolmo-nari, presenta una maggiore difficoltà diagnosticain quanto i dati di laboratorio sono spesso aspe-cifici [55].Il criterio diagnostico di elezione è il movimentosierologico specifico di classe IgM e IgG in combi-nazione ad una proteina C-reattiva (PCR) positi-va eseguita sull’espettorato [56]. I principali esamiutilizzati per la diagnosi comprendono sierologia,emoagglutinine a frigore, biologia molecolare ecoltura.Tra gli esami sierologici vengono solitamenteimpiegati: fissazione del complemento (FC), immu-nofluorescenza indiretta (IFA), test rapido di agglu-tinazione e test immunoenzimatico (EIA).Essendoci la possibilità di repertare anticorpinegativi nel siero per i primi sette-dieci giorni, èopportuno utilizzare la tecnica del doppio cam-pione, cioè l’esame comparativo di due campionidi siero prelevati a distanza di due settimane. LeIgM si innalzano dopo due settimane dall’inizio deisintomi, raggiungono il picco in quattro-sei setti-mane e diminuiscono fino a non essere più dosa-bili nel siero dopo dodici-ventisei settimane. LeIgG si innalzano dopo poche settimane e possonopermanere per diversi mesi. Le IgA rappresentanoil miglior indicatore d’infezione recente [1, 57].

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Per quanto riguarda la ricerca delle emoagglutini-ne a frigore, queste sono presenti nel 60% dei casi,compaiono dopo due-tre settimane dall’inizio del-l’infezione e permangono per due-tre mesi. Il limi-te di tale metodica risiede nella possibilità di fatto-ri che influenzino il movimento anticorpale, comeinfezioni batteriche o virali, malattie autoimmuni,emolinfopatie, epatopatie e la stessa terapia anti-biotica [58-59]. La biologia molecolare, mediante tecnica PCR outilizzo di sonde a DNA, permette la ricerca dicomponenti del batterio stesso nei campioni bio-logici; tuttavia in tessuti come quello renale oliquido cefalorachidiano è difficile dimostrare lapresenza del batterio.La coltura non è consigliata per la bassa sensibili-tà, i lunghi tempi di esecuzione e per i costi. Il trat-tamento d’elezione prevede l’impiego di macroli-di, quali azitromicina ed eritromicina [1, 8-9], seb-bene molte forme regrediscano senza alcun trat-tamento [19].Tale classe di antibiotici sarebbe particolarmenteappropriata anche nelle forme neurologiche, invirtù di una documentata attività antinfiammatoriasulle citochine a livello del liquido cefalorachidia-no; in caso di encefalomielite disseminata è indi-cata terapia con immunoglobuline endovena oplasmaferesi eventualmente in associazione alcorticosteroide.

Conclusione

La maggior parte delle infezioni sostenute da MPsono associate al tipico quadro di polmonite atipi-ca primaria. Nel 75% dei casi le manifestazioniextrapolmonari si presentano associate al quadrorespiratorio, mentre nel restante 25% l’infezioneha una primaria localizzazione extrapolmonare inassenza di sintomi respiratori.È dunque necessario considerare la possibileimplicazione dell’MP in patologia in cui le manife-stazioni cliniche non sono precedute da infezionerespiratoria. Tale tipo di presentazione rende ladiagnosi difficoltosa e spesso ritardata. Occorrequindi sottolineare il ruolo subdolo che talvoltaquesto germe può giocare nell’etiologia di quadriclinici estremamente gravi, non sempre associatiad una primitiva malattia respiratoria (Figure 2-3).

Mycoplasma pneumoniae: dalla polmonite atipica primaria alle complicanze extrapolmonari 33

Figura 2 Radiografia al torace: area ovalare radiotraspa-rente in regione ilare-parailare destra. Modificata da [3].

DX

Figura 3 Tomografia assiale computerizzata al torace:cavità aerea, settata, con minute bolle aeree contigue(3a), circondata da uno strato di parenchima polmona-re atelettasico (3b). Modificata da [3].

3a

3b

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Caso clinico

Una bambina di sette anni è giunta alla nostraosservazione con una storia di tosse persistenteda circa tre anni, in assenza di febbre. In prece-denza, era stata seguita presso un altro Centro perbronchiti asmatiformi ricorrenti e trattata con ste-roidi inalatori, broncodilatatori e antileucotrienicon parziale beneficio.L’anamnesi patologica remota era negativa percoinvolgimento di altri organi o apparati; circa duemesi prima veniva riferita una polmonite diagno-sticata radiologicamente a livello del lobo superio-re destro e trattata con antibioticoterapia. Nonvenivano riferite allergie, né patologie degne dinota nell’anamnesi familiare; aveva eseguito le vac-cinazioni di legge, la crescita era regolare. Allaprima osservazione la bambina presentava condi-zioni generali discrete, cute roseo-pallida e muco-se normoidratate. Era tachipnoica (frequenzarespiratoria 30 atti /min) in assenza di importante

impegno dei muscoli respiratori e all’auscultazionedel torace erano presenti fischi e sibili diffusi e cre-pitii bilaterali; la restante obiettività clinica era neilimiti di normalità. La temperatura corporea era36,2 °C. È stata quindi effettuata una spirometria,che mostrava un quadro ostruttivo con FEV1 ridot-to (75%), capacità vitale nei limiti (87% del predet-to) e test di broncodilatazione significativo (FEV1+14%). Gli esami ematici eseguiti mostravano leu-cocitosi con ipereosinofilia (21%) e indici di flogosiaumentati. L’analisi del sangue periferico nonmostrava anomalie della componente cellulare.In considerazione della storia positiva per infezio-ni respiratorie ricorrenti, venivano eseguiti altriesami tra cui l’intradermoreazione secondoMantoux e il test del sudore, che erano negativi,ma anche il dosaggio delle immunoglobuline edelle sottoclassi IgG e la tipizzazione delle sotto-popolazioni linfocitarie, che erano nella norma.

37Pneumologia Pediatrica 2013; 49: 37-41

Amelia Licari, Alessia Marseglia, Elena Labò, Maria Chiara Leoni, Davide Caimmi, Silvia Caimmi,Gian Luigi Marseglia

Dipartimento di Scienze Clinico-Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche,Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo”

Polmonite eosinofila cronica:descrizione di un caso pediatrico

Chronic pulmonary eosinophilia:description of a pediatric case

Parole chiave: polmonite eosinofila cronica, malattie polmonari eosinofiliche, lavaggio bronco-alveolare

Keywords: chronic eosinophilic pneumonia, eosinophilic lung diseases, bronchoalveolar lavage

Riassunto. Le patologie eosinofile del polmone comprendono un gruppo eterogeneo di condizioni caratterizzate da eosi-nofilia nel sangue periferico e/o nel polmone. Le polmoniti eosinofile sono quadri patologici estremamente rari in età pedia-trica, soprattutto le forme primarie, caratterizzati dall’aumentato numero di eosinofili nel sangue periferico, nel tessuto pol-monare, nell’espettorato e nel liquido di lavaggio broncoalveolare. Queste forme si presentano con sintomatologia respirato-ria, evidenza di anomalie radiografiche e rischio di manifestazioni sistemiche. La presentazione clinica non è dirimente e, comenel caso clinico presentato, la diagnosi viene posta dopo l’esclusione delle forme secondarie, che sono comunque più frequenti.

Accettato per la pubblicazione il 19 marzo 2013.

Corrispondenza: Gian Luigi Marseglia, Dipartimento di Scienze Clinico-Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche,Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo”, viale Golgi 2, 27100 Pavia;

e-mail: [email protected]

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Per escludere le più comuni cause in età pediatri-ca di ipereosinofilia venivano effettuati: esamecoproparassitologico, scotch test risultati negativi; lavalutazione allergologica con skin prick test eranegativa, ma il dosaggio delle IgE totali risultavaperò aumentato rispetto ai valori di riferimentoper età (940 UI/L).La radiografia del torace metteva in evidenza un’o-pacità alveolare nel lobo superiore sinistro; talereperto è stato confermato dalla tomografia com-puterizzata ad alta risoluzione che mostrava, oltreall’opacità apicale a vetro smerigliato, anche unquadro di infiammazione alveolare bilaterale inassenza di linfoadenomegalie ilari (Figura 1).È stata quindi eseguita anche la valutazione bronco-scopica: le vie aeree presentavano infiammazionediffusa e tappi di muco ostruenti i segmenti inferio-ri; la valutazione microscopica dei campioni preleva-ti evidenziava una prevalenza della componente cel-lulare eosinofila (60%) con un numero significativodi cristalli di Charcot-Leyden (Figura 2). L’indaginemicrobiologica del liquido di lavaggio broncoalveo-lare (BAL) non ha evidenziato presenza di parassiti,batteri (o micobatteri), virus o miceti.Alla luce dei riscontri clinici e di laboratorio, abbia-mo quindi orientato la diagnosi verso le patologieeosinofile del polmone. È stata quindi esclusa l’a-spergillosi broncopolmonare allergica poiché iprick test e le IgE specifiche per Aspergillo fumiga-tus erano negativi. Sono stati poi valutati l’autoim-munità, in particolare, ANA, anti ds-DNA e ANCAche risultavano negativi. Alla luce di questi reperti,in considerazione del quadro clinico e per l’assen-za del coinvolgimento di altri organi, è stata esclu-sa anche la sindrome di Churg-Strauss.Per esclusione è quindi stata posta diagnosi di pol-monite eosinofila cronica idiopatica. La bambina èstata sottoposta a terapia steroidea ad alte dosi diprednisone 2 mg/kg/die per via orale. Tale dosaggioè stato poi scalato progressivamente dopo tremesi e sospeso ai sei mesi di terapia; al termine èstata introdotta terapia inalatoria con fluticasonepropionato per altri sei mesi con buon controllodei sintomi.I sintomi clinici sono regrediti completamentedopo la prima settimana di terapia steroidea; dopotre mesi è stata ripetuta la tomografia compute-rizzata del torace che non mostrava alterazioniparenchimali significative. È stata inoltre ripetuta laspirometria che mostrava recupero della funziona-lità respiratoria con aumento contestuale della

capacità vitale (95%) e del FEV1 (98%). Dopo lasospensione della terapia steroidea è stata esegui-ta una rivalutazione broncoscopica che ha per-messo di valutare direttamente la buona rispostaal trattamento (eosinofili nel BAL inferiore al 2%).

DiscussioneLe patologie eosinofile del polmone comprendo-no un gruppo eterogeneo di condizioni caratteriz-zate da eosinofilia nel sangue periferico e/o nelpolmone (Tabella 1). Le polmoniti eosinofile sicaratterizzano per l’aumentato numero di eosino-fili nel sangue periferico, nel tessuto polmonare,nell’espettorato e nel liquido di BAL. Si presenta-no con sintomatologia respiratoria, evidenza dianomalie radiografiche e rischio di manifestazionisistemiche.Sotto l’aspetto fisiopatologico, esse rappresentanoil risultato dell’infiltrazione del tessuto polmonare

Figura 1 Tomografia computerizzata ad alta risoluzioneprima del trattamento.

Figura 2 Eosinofili e cristalli di Charcot-Leyden nellavaggio bronco-alveolare.

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Polmonite eosinofila cronica: descrizione di un caso pediatrico 39

da parte degli eosinofili, che costituiscono menodel 2% della popolazione cellulare del BAL di sog-getti normali, mentre la percentuale può raggiun-gere il 5-25% delle cellule nel BAL in varie condi-zioni. Una popolazione di eosinofili superiore al25% nel BAL, invece, è indice sicuro di polmoniteeosinofila. A livello polmonare, gli eosinofili vengo-no reclutati ed attivati da parte dell’IL-5, che ne ini-bisce anche l’apoptosi; gli eosinofili reclutati degra-nulano nell’interstizio e a livello alveolare con rila-scio di mediatori come proteina basica maggiore,proteina cationica, neurotossine con conseguentedanno tissutale. Il successivo rilascio di leucotrieniporta a broncospasmo che, unitamente alle secre-zioni bronchiali presenti nelle vie respiratorie,determina un quadro ostruttivo.Le polmoniti eosinofile sono quadri estremamen-te rari in età pediatrica, soprattutto nelle formeprimarie. Spesso, come nel nostro caso, la diagno-si viene posta dopo l’esclusione delle formesecondarie, che sono comunque più frequenti(Tabella 2). La clinica, spesso, non è dirimente:tosse secca, non produttiva, febbre, dispnea; l’o-biettività toracica è caratterizzata da fischi, sibili ecrepitii ma anche ronchi.La polmonite eosinofila cronica può colpire sog-getti di ogni età, ma è più frequente negli adulti(età media pari a 45 anni). È più frequente nelsesso femminile (femmine :maschi=2 :1); l’asmasembra rappresentare un fattore di rischio, essen-do presente nel 50% dei soggetti affetti. I sintomipossono essere insidiosi, rendendosi completa-mente manifesti in un periodo di tempo che puòarrivare fino a sette-otto mesi; essi possono com-prendere febbre, sudorazione notturna, perdita dipeso, tosse tipicamente non produttiva e bronco-spasmo. Alcuni pazienti possono presentare linfoa-denopatie o epatomegalia.Il parametro costante è l’aumentata conta eosino-fila, spesso marcatamente aumentata. Gli indici diflogosi così come le IgE totali risultano aumentati.I parametri di funzionalità respiratoria valutati allaspirometria evidenziano più spesso un quadro ditipo ostruttivo, ma talvolta anche restrittivo omisto; la valutazione della capacità di diffusionealveolo-capillare del monossido di carbonio(DLCO, diffusion lung carbon monoxide) è di ulte-riore ausilio diagnostico, in quanto ridotta in quasitutti i casi.

L’indagine chiave per la diagnosi è l’esame del liquidodi BAL, che mostra una popolazione di eosinofilimaggiore del 25% in presenza di linfociti aumenta-ti. Le indagini radiologiche sono altresì essenzialiper la diagnosi ma anche per monitorare il pazien-te dopo la terapia; queste evidenziano infiltrati avetro smerigliato o aree di consolidamento piùfrequentemente bilaterali ma non solo, come nelnostro caso.La risposta alla terapia steroidea ad alte dosi avvie-ne, come descritto nei pochi casi presenti inLetteratura, puntualmente nei primi giorni di tratta-mento; la risoluzione dei reperti radiografici èdescritta invece dopo dieci-venti giorni dall’iniziodello stesso. La terapia steroidea va scalata gradual-mente dopo i primi sei mesi di terapia per preve-nire le ricadute, che avvengono in un terzo deipazienti, soprattutto in quelli affetti da asma; la dura-ta media del trattamento descritto in Letteratura èdi 19 mesi. In alcuni pazienti è stata descritta un’e-voluzione verso la sindrome di Churg-Strauss, ipo-tizzando un overlapping tra le due patologie.Ciononostante, la prognosi a lungo termine è favo-revole nella maggior parte dei pazienti.

Tabella 1 Malattie polmonari con eosinofilia.

Primitive

• Polmonite eosinofila acuta

• Polmonite eosinofila cronica

• Malattie sistemiche con eosinofilia ed interessamentopolmonare:

Vasculite di Churg-StraussSindromi ipereosinofiliche

Secondarie

• Aspergillosi broncopolmonare allergica (ABPA)

• Asma

• Malattie autoimmuni

• Bronchiolite obliterante

• Disordini del tessuto connettivo

• Reazioni a farmaci e/o tossici

• Bronchite eosinofila

• Polmonite da ipersensibilità

• Infezioni

• Neoplasie

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Licari, et al. 40

Tabella 2 Diagnosi differenziale delle patologie polmonari eosinofile secondarie. GM-CSF, fattore di crescita pergranulociti e macrofagi; IL, interleuchina; Ig, immunoglobulina.

Forme secondarie

Farmaci: ampicillina, aspirina, beclometasone dipropionato, bleomicina, captopril, carbamazepina, claritromicina,clofibrato, diflofenac, GM-CSF, ibuprofene, IL-2, IL-3, mezzi di contrasto iodati, metotrexate, minociclina,naprossene, nitrofurantoina, penicillamina, penicillina, pentamidina, fenitoina, sulfalazina, tamoxifene, tetracicline

Elmintiasi a localizzazione polmonare• Passaggio transpolmonare di larve elmintiche (sindrome di Loeffler): Ascaris lumbricoides, Ancylostoma duodenale,

Necator americanus, Strongyloides stercoralis• Disseminazione ematogena di larve elmintiche: Trichinella spiralis, Schistosoma, Toxocara canis, Strongyloides

disseminata• Invasione parenchimale diretta: Paragonimus westermani• Eosinofilia polmonare tropicale - Filaria

Aspergillosi broncopolmonare allergica (ABPA)

Criteri classici di diagnosi (stilati per i pazienti affetti da fibrosi cistica)• Deterioramento clinico acuto e subacuto non attribuibile ad altra causa• IgE totali maggiori di 1000 IU/ml, in assenza di terapia steroidea• Skin prick test positivi o presenza di IgE specifiche per Aspergillo fumigatus• IgG specifiche positive per Aspergillo fumigatus• Anomalie di nuova o recente insorgenza alla radiografia del torace o alla tomografia computerizzata del torace,

resistenti alla terapia antibiotica o alla fisioterapia respiratoria

Sindrome di Churg-Strauss• Storia di asma• Interessamento polmonare: infiltrati transitori irregolari; infiltrazione eosinofilica degli alveoli, dell’interstizio

e dei vasi; granulomi necrotizzanti e non; angite eosinofilica• Vasculite sistemica con interessamento di due o più organi extra-polmonari: arterie e vene di piccolo-medio

calibro, vasculite eosinofilica• Sintomi nasali: rinite allergica, pansinusite• Interessamento cutaneo: rash maculo-papulare, petecchie, porpora, ecchimosi, noduli cutanei e sottocutanei

alle estremità e al cuoio capelluto• Interessamento cardiaco: ipertensione, pericardite, insufficienza cardiaca• Interessamento gastrointestinale: dolore addominale, diarrea, sanguinamento, ostruzione• Neuropatia periferica• Interessamento del sistema nervoso centrale• Infarto cerebrale• Interessamento ematologico: eosinofili maggiore di 1.500/mcL• Interessamento radiologico: infiltrati polmonari transitori alla radiografia del torace, opacità a vetro smerigliato,

setti lineari e ispessimento della parete bronchiale alla tomografia computerizzata del torace

Sindromi ipereosinofiliche (Hypereosinophilia syndromes, HES)• Variante mieloproliferativa: eosinofilia clonale• Variante linfocitaria: popolazione linfocitaria clonale• Familiare• Non definita: benigna, episodica, complessa• Overlap: patologie gastroenteriche associate ad eosinofilia, • Associata a: sindrome di Churg-Strauss, mastocitosi sistemica, malattie infiammatorie croniche intestinali,

sarcoidosi, HIV

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Introduzione

Il carcinoma mucoepidermoide delle vie aereerappresenta una condizione molto rara in etàpediatrica. In Letteratura ne sono descritti solopochi casi. I sintomi d’esordio sono aspecifici epossono includere: tosse, dispnea, wheezing edinfezioni ricorrenti delle basse vie. Descriviamo ilcaso di una paziente di sei anni e mezzo, venutaalla nostra osservazione con la diagnosi di asmapoco responsiva al trattamento farmacologico.

Caso clinico

M., età cronologica sei anni e sette mesi, giunge allanostra osservazione per un quadro di asma scar-samente responsiva al trattamento con broncodi-latatori e cortisonici per via inalatoria. L’anamnesifamiliare risulta negativa sia per patologie respira-torie che per condizioni di atopia o allergia. Labambina, la cui anamnesi fisiologica e patologicaremota è completamente negativa, presenta dacirca sei mesi un quadro caratterizzato da episodi

Anna Naclerio1, Fabio Antonelli1, Paolo Cavaliere1, Luigi Masini1, Enrico Melillo1,Mariachiara Petagna1, Claudio Orlando2, Roberta Kosova3, Fulvio Esposito1

1 UOC Pneumologia Pediatrica, AORN “Santobono-Pausillipon-Annunziata”, Napoli;2 Servizio di EndoscopiaBronchiale. AORN “Santobono-Pausillipon-Annunziata”, Napoli; 3 Dipartimento di Pediatria. AOU “FedericoII”, Napoli

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Una falsa asma difficile.Descrizione di un caso

di stenosi trachealeda carcinoma mucoepidermoide

A false difficult asthma.Report of a case of tracheal stenosisfrom a mucoepidermoid carcinoma

Parole chiave: asma, trachea, carcinoma mucoepidermoide, spirometria

Keywords: asthma, trachea, mucoepidermoid carcinoma, spirometry

Riassunto. Il carcinoma mucoepidermoide delle vie aeree rappresenta una condizione molto rara in età pediatrica e si mani-festa con un quadro di sintomi respiratori aspecifici come tosse, dispnea, wheezing recidivanti e/o poco responsivi al tratta-mento. Per tale ragione la diagnosi spesso è tardiva. Presentiamo il caso di M., una bambina di sei anni e mezzo, giunta allanostra osservazione per un quadro di asma bronchiale scarsamente responsiva al trattamento con broncodilatatori e cortiso-nici per via inalatoria. La sintomatologia era caratterizzata anche da modica dispnea, prevalentemente notturna. Illuminante èstata la spirometria che mostrava una curva “mozzata” con bassi valori percentuali del PEF (Peak Expiratory Flow) e scarsa rispo-sta al test di reversibilità con broncodilatatore. In virtù di tale quadro veniva praticata broncoscopia, con riscontro di una massaplurilobata a 5 cm dal piano glottico, ostruente il lume tracheale per il 90% diagnosticata dall’esame bioptico come carcinomamucoepidermoide di basso grado. La tomografia computerizzata total body ha escluso la presenza d’infiltrazione della paretetracheale. La paziente ha subìto un intervento palliativo di rimozione broncoscopica mediante laser e un successivo interven-to chirurgico di resezione tracheale con anastomosi termino-terminale.

Accettato per la pubblicazione il 23 marzo 2013.

Corrispondenza: Fabio Antonelli, Via D. Fontana 135, 80131 Napoli;e-mail: [email protected]

Pneumologia Pediatrica 2013; 49: 42-47

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Una falsa asma difficile. Descrizione di un caso di stenosi tracheale da carcinoma mucoepidermoide 43

ricorrenti di tosse non produttiva, talora associataa febbricola con reperto auscultatorio di modera-ta broncostenosi. Il pediatra curante ha, alla lucedelle caratteristiche cliniche, diagnosticato un’asmabronchiale, e prescritto terapia con fluticasone emontelukast a dosi standard.Nonostante tale trattamento la paziente ha conti-nuato a presentare ricorrenza della sintomatologiarespiratoria. Nell’ultimo mese insorge una modicadispnea sia a riposo che sotto sforzo, prevalente-mente notturna. Si rende evidente inoltre unariduzione dell’appetito con conseguente perdita dipeso. Circa due settimane prima del ricoveropresso il nostro reparto, la paziente era stata rico-verata in un altro reparto della nostra Azienda, perun quadro di bronchite asmatiforme, caratterizza-to da tosse, febbricola (temperatura corporea37,5 °C) e dispnea a riposo. All’auscultazione tora-cica si rileva un reperto broncostenotico diffuso atutto l’ambito polmonare, con saturimetria nellanorma (saturazione di ossigeno (O2) 98% in ariaambiente).Gli esami praticati avevano evidenziato un lieveincremento degli indici di flogosi (velocità di eri-trosedimentazione (VES) 29 mm e proteina Creattiva (PCR) 16,5 mg/L), un emocromo con for-mula nella norma fatta eccezione per il riscontrodi neutrofilia (neutrofili 86%). La paziente avevainoltre praticato una radiografia (RX) del torace,con un’evidenza di accentuazione della trama pol-monare ilo-perilare bilaterale più evidente a destraed a sede basale paracardiaca omolaterale, inassenza di focolai parenchimali.Nel corso di tale ricovero erano state escluse altrecondizioni in grado di determinare una sintomato-logia respiratoria ricorrente e/o non responsiva altrattamento quali immunodeficienze (immunoglo-buline (IgE) totali e sottopopolazioni linfocitarienella norma), fibrosi cistica (test del sudore negati-vo) e tubercolosi (intradermoreazione secondoMantoux negativa). Erano state escluse, inoltre,infezioni delle vie respiratorie (RX del torace esierologia per Mycoplasma e Chlamydia) e condi-zioni di atopia/sensibilizzazione nei confronti diaero-allergeni (IgE totali nella norma e prick testper aero-allergeni negativi).La paziente aveva ricevuto nel corso di tale ricove-ro una terapia con macrolide per os, betametasoneper via orale e salbutamolo per via inalatoria, conparziale miglioramento del quadro clinico e delreperto auscultatorio. La paziente veniva dimessa

con una terapia di fondo con fluticasone più sal-meterolo in spray predosato (50/100 mcg/bid) emontelukast (5 mg/die) ed indirizzata al nostroambulatorio di Pneumologia pediatrica.Alla visita ambulatoriale, a distanza di circa due setti-mane da tale ricovero, la paziente si presenta in con-dizioni cliniche generali mediocri, con febbre da duegiorni, lieve dispnea con saturazione di O2 nellanorma e quadro auscultatorio toracico di bronco-stenosi diffusa, associata a rantoli a piccole bolle insede basale destra. Visto il quadro clinico si decide diricoverare la paziente nel nostro reparto. Una nuovaradiografia del torace mostra: “iperespansione pol-monare bilaterale; accentuazione della trama vasco-lobronchiale bilaterale con sfumato addensamentoparenchimale in basale destra” (Figura 1).Le indagini laboratoristiche di routine evidenzianouna leucocitosi neutrofila (globuli bianchi 27.780/�l,neutrofili 86%) e un incremento degli indici di flo-gosi (VES 32 mm, PCR 103 mg/L). La paziente vieneposta in terapia antibiotica con amoxicillina per os esalbutamolo per via inalatoria. Risolto rapidamentel’episodio febbrile, la paziente viene sottoposta adulteriori indagini per chiarire il quadro clinico diasma di lunga durata e resistente alla terapia con-venzionale. Viene praticata pH-impedenzometriadelle 24 ore, che risulta negativa. Nonostante lapaziente si dimostrasse poco collaborante all’esecu-zione delle indagini diagnostiche, è stata praticatauna spirometria con test di reversibilità (Figura 2).

Figura 1 Radiografia del torace: iperespansione polmo-nare bilaterale; accentuazione della trama vascolobron-chiale bilaterale con sfumato addensamento parenchima-le in basale destra.

DX

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Come è possibile osservare dalla Figura 2, siriscontra una curva espiratoria mozzata con mar-cata riduzione del picco di flusso espiratorio (20%del teorico), diminuzione del volume espiratorioforzato nel primo secondo (FEV1 58% del teorico)e del flusso espiratorio forzato fra il 25% e il 75%della capacità vitale forzata (FEF25-75% 69% delteorico). Al test di broncodilatazione con salbuta-molo abbiamo rilevato un netto incremento delFEV1 (88%) e del FEF25-75% (68%) ed un modicoincremento del PEF (39%), che rimaneva chiara-mente al di sotto dei valori normali con un inalte-rata morfologia della curva spirometrica.Alla luce di tali risultati si è ipotizzato che il qua-dro fosse attribuibile ad una patologia ostruttivaextra-polmonare intratoracica e abbiamo decisoper tale ragione di praticare un approfondimentodiagnostico mediante broncoscopia, nel sospettodi una malformazione vascolare o di una massatracheale endogena o esogena (corpo estraneo?).La broncoscopia rileva una massa tracheale pluri-lobata a 5 cm dal piano glottico aggettante nellume, ostruente per il 90% il lume tracheale(Figura 3).In corso di broncoscopia è stato praticato esamebioptico. Considerato il forte sospetto di neoplasiatracheale, per la stadiazione della patologia, abbia-mo praticato una tomografia computerizzata (TC)total-body con somministrazione di mezzo di con-trasto, risultata negativa per la presenza di meta-stasi linfonodali o sistemiche, confermando la pre-senza di una “neoformazione espansiva grossolana-mente rotondeggiante di aspetto polipoide-sessiledi densità solida, vascolarizzata, con ampia base di

impianto che interessa la parete laterale sinistrae posterolaterale sinistra della trachea. Tale neo-formazione è contenuta nella parete della tra-chea senza superarla” (Figura 4).L’esame istologico del prelievo bioptico pratica-to in corso di broncoscopia ha permesso diporre una diagnosi di carcinoma mucoepider-moide di basso grado. Considerata l’ingravescen-za del quadro clinico con importante dispnea, siè deciso, nell’attesa della pianificazione dell’inter-vento chirurgico, di praticare una rimozione pal-liativa in corso di broncoscopia mediante laserdel tumore tracheale, senza rimozione della based’impianto (Figura 5). La paziente è stata succes-sivamente inviata presso un’altra Struttura perl’intervento chirurgico di rimozione del tumorecon successiva ricostruzione della trachea.

Figura 2 Spirometria.

2

0

-2

21

Basale

Post BDI

Volume (litri)

Flus

so e

spira

torio

(litr

i/se

c)Fl

usso

insp

irato

rio(li

tri/s

ec)

Figura 3 Immagine broncoscopica: presenza di massaplurilobata ostruente per il 90% il lume della trachea.

Figura 4 Scansione di una tomografia computerizzata altorace. Si nota una neoformazione espansiva grossola-namente rotondeggiante di aspetto polipoide-sessile didensità solida, vascolarizzata, con ampia base di impian-to che interessa la parete laterale sinistra e posterolate-rale sinistra della trachea. Tale neoformazione è conte-nuta nella parete della trachea senza superarla.

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Discussione

Il quadro clinico descritto appare di particolareinteresse, oltre che per la rarità della patologia,anche perché pone l’accento sulla diagnosi diffe-renziale dell’asma bronchiale. L’asma bronchiale è,infatti, patologia ad alta frequenza, ma che rispon-de nella maggior parte dei casi al trattamento far-macologico convenzionale. Il mancato successoterapeutico, sopratutto in una paziente in età sco-lare non allergica, deve sempre fare pensare ad unipotesi diagnostica alternativa [1].Nel caso da noi descritto, la terapia iniziale con flu-ticasone per via inalatoria e montelukast a dosistandard, non ha migliorato la sintomatologia.Anche il successivo tentativo terapeutico con sal-meterolo in associazione al fluticasone non hamigliorato il quadro clinico. Inoltre il succedersi diflogosi delle basse vie aeree con indici di flogosielevati pone ulteriormente la necessità di valutarediagnosi differenziali rispetto all’asma bronchialenon atopica.Nel nostro caso il ricorso all’esame broncoscopi-co, dirimente per la diagnosi, è stato indotto dalparticolare quadro spirometrico. Infatti, pur in unsoggetto non particolarmente collaborante, l’ap-piattimento della curva espiratoria con una drasti-ca riduzione del PEF è quasi patognomonico diostruzione delle vie aeree extra-toraciche. Inoltreal miglioramento del FEV1 e del FEF25-75%, dopobroncodilatazione, non ha corrisposto una signifi-cativa variazione del PEF. Alla luce della diagnosi, leinfezioni respiratorie ricorrenti, frequenti negli ulti-mi mesi di malattia, possono essere ricondotte all’alterazione della clearance muco-ciliare dovutaall’ostruzione tracheale [2].I tumori della trachea sono molto rari in età pedia-trica. Insieme al tumore carcinoide, il carcinomamucoepidermoide rappresenta il tumore più fre-quente delle vie aeree nei bambini, ma costituisce

solo lo 0,2% di tutti i tumori dell’apparato respira-torio [3]. Si tratta di un tumore che origina dallecellule dei dotti escretori delle ghiandole siero-mucose delle vie aeree e si manifesta generalmen-te come una formazione polipoide ricoperta dalnormale epitelio delle vie respiratorie, localizzatopiù comunemente a livello bronchiale piuttostoche tracheale [4].La sede d’interessamento tipica di questo istotipotumorale è però costituita dalle ghiandole salivari.Il carcinoma mucoepidermoide si classifica cometumore di basso, intermedio o alto grado; sullabase del grado di atipia cellulare e del rapportotra cellule mucose ed epidermoidi [5]. In etàpediatrica si tratta generalmente di tumori dibasso grado, con conseguente basso rischio dimetastatizzazione linfonodale.Il quadro clinico di presentazione di tale tumore èpiuttosto aspecifico e rappresentato da segni esintomi indicativi di ostruzione delle vie aeree [6].I bambini manifestano in maniera variabile sintomiquali tosse, dispnea, wheezing, stridore e, più rara-mente, il quadro clinico si può complicare con lacomparsa di emottisi. Vi può essere inoltre unastoria di polmoniti recidivanti nella stessa sede,bronchite cronica o atelettasie, più tipicamente incaso di localizzazione bronchiale. Altri sintomidescritti sono rappresentati da febbre, doloretoracico e perdita di peso. Dai casi riportati inLetteratura, si può evincere che spesso si pone unadiagnosi erronea di asma bronchiale e i pazientivengono, quindi, trattati con broncodilatatori inala-tori e corticosteroidi per via sistemica, interpretan-do la persistenza della sintomatologia come un’a-sma “di difficile gestione”.Ad indirizzare verso la necessità di un approfondi-mento diagnostico è la scarsa risposta della sinto-matologia alla terapia specifica o l’ingravescenzadella stessa che, in alcuni casi, evolve fino ad unquadro d’insufficienza respiratoria da ostruzionesub-totale delle vie aeree. Pertanto, alla luce dell’a-specificità della sintomatologia, il ritardo diagnosti-co è comune [7], essendo in alcuni casi riportatoin una tempistica anche di due anni dalla compar-sa delle manifestazioni cliniche alla diagnosi. Taleritardo risulta essere aggravato dal comportamen-to di tali tumori, generalmente a lenta crescita, edal fatto che la sintomatologia si manifesta inmaniera più evidente con un’ostruzione del lumetracheale superiore al 50% [8].

Una falsa asma difficile. Descrizione di un caso di stenosi tracheale da carcinoma mucoepidermoide 45

Figura 5 Immagine broncoscopica dopo la rimozionepalliativa mediante laser della massa tracheale.

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Dal punto di vista diagnostico il gold standard èrappresentato dalla broncoscopia, che permette diporre una diagnosi istologica mediante la biopsiadella lesione. In alcuni rari casi descritti inLetteratura, per la tendenza al sanguinamento deltumore, non è possibile praticare l’esame bioptico.In tale situazione l’esame citologico del lavaggiobronco-alveolare non aiuta purtroppo nella dia-gnosi definitiva, essendo il tumore ricoperto dalnormale epitelio respiratorio.È prevalentemente la clinica a guidare nella valuta-zione dell’indicazione alla broncoscopia. La radio-grafia del torace non identifica, infatti, la presenzadi alterazioni caratteristiche dei tumori delle vieaeree; piuttosto talora è possibile evidenziare ano-malie aspecifiche, quali atelettasie o bronchiecta-sie, che pongono l’indicazione ad un maggiorapprofondimento diagnostico. La TC del torace èinvece utile in quanto permette sia di identificareche di localizzare la presenza di un tumore tra-cheo-bronchiale. Permette inoltre di valutare i rap-porti del tumore con la parete delle vie aeree, lapresenza di infiltrazione tumorale e di metastasilinfonodali.Risulta, pertanto, indispensabile per una correttastadiazione della neoplasia, anche se essa non rap-presenta un’indagine di primo livello. Le prove difunzionalità respiratoria sono altresì utili nell’iden-tificare la presenza di condizioni di ostruzione, che,poco caratteristiche dell’asma bronchiale, guidanonell’iter diagnostico verso l’esecuzione dell’esamebroncoscopico. Tuttavia, non sempre la presenzadel tumore comporta un’alterazione di tali indagi-ni, essendo riportati casi in cui la spirometria e lacurva flusso-volume risultavano nei limiti della

norma, nonostante la presenza di un’ostruzionesignificativa del lume tracheo-bronchiale [9].Per quanto riguarda la strategia terapeutica, trat-tandosi prevalentemente di tumori di basso grado,con conseguente basso rischio di metastasi adistanza, il trattamento è di tipo chirurgico, senzanecessità di ricorrere a una terapia adiuvante, senon in casi selezionati, peraltro rarissimi in etàpediatrica, di tumori di alto grado. È stato eviden-ziato un maggior rischio di ricorrenza nel caso diuna rimozione broncoscopica della lesione, per cuila strategia più adeguata è rappresentata dall’inter-vento chirurgico di rimozione della lesione in toto,con gli anelli cartilaginei corrispondenti e una suc-cessiva anastomosi termino-terminale della tra-chea. Nel caso di una localizzazione bronchialesono descritti interventi di segmentectomia e inalcuni casi di lobectomia [6]. La prognosi è buonain caso di riuscita dell’intervento, con un bassorischio di recidiva. In uno studio di Molina è ripor-tata una sopravvivenza dell’87% a cinque anni [3],mentre altri studi riportano una sopravvivenza del100%, per questo tipo di tumore [10].Tuttavia, tali pazienti vanno seguiti mediante unadeguato follow-up, che preveda l’esecuzione dibroncoscopie e TC di controllo. Essendo moltobasso il numero di casi riportati, ci sono poche evi-denze su quali siano i tempi e le modalità del fol-low-up. Tuttavia un gruppo di lavoro tedesco haproposto una strategia di follow-up che prevedacontrolli clinici ogni tre mesi per i primi due anni,ogni sei mesi per i due anni successivi e quindiannualmente, con esecuzione di TC e broncosco-pia due, sei e dodici mesi dopo l’intervento [11].

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Conferenze e meetingConferences and meetings

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APRILE 2013

Il neonato che non respira:rianimazione neonataleBolzano, 8-9 aprile 2013Segreteria organizzativaA.I.C.P. - BolzanoTel. 338.3679494Fax 0472.206358E-mail: [email protected]

15° Congressi Nazionale SIAIP(Società Italiana di Allergologiae Immunologia Pediatrica)Guardando al futuroNapoli, 11-13 aprile 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

Patologie Allergiche e Respiratorie8° Corso teorico Praticodi Pneumologia e AllergologiaAgrigento, 13 aprile 2013Omniacongress - AgrigentoTel. 0922 602911Fax 0922.1836320E-mail: [email protected]

Mi piace... PediatriaPiacenza, 13 aprile 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

Insubria Pneumologica 2013:Asma oggiVarese, 18-19 aprile 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

Incontri PneumologiciXIII edizioneScanno (L’Aquila), 18-21 aprile 2013Segreteria organizzativaFASI - RomaTel. 06.97605610Fax 06.97605650E-mail: [email protected]

III Congresso nazionale AIMAR7th International ConferenceScanno (L’Aquila), 18-21 aprile 2013Segreteria organizzativaDynamicon - MilanoTel. 02.89693784Fax 02.201176E-mail: [email protected]

Insubria Pneumologica 2013:Asma oggiDjerba (Tunisia), 23-26 aprile 2013Segreteria organizzativaMGM Congress - NapoliTel. 081.5454285Fax 081.5465507E-mail: [email protected]

Conferenze e meetingConferences and meetings

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49Conferenze e meetingConferences and meetings

Format 2013:Laboratorio di interattivitàtra livelli specialistici pediatriciVerona, 26-27 aprile 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

IX Congresso Nazionale SIAMSocietà Italiana per gli Aerosolin MedicinaI Congresso Internazionale,Nanotech MedicineRoma, 26-27 aprile 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

Pediatria a CefalùCefalù (Palermo), 27-30 aprile 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

Incontro nazionale di Neonatologiae PediatriaSorrento (Napoli), 29 aprile-1° maggio 2013Segreteria organizzativaMaliga Viaggi ed Organizzazione Eventi - NapoliTel. 081.7282538Fax 081.7663029E-mail: [email protected]

MAGGIO 2013

69° Congresso Nazionale SIPSocietà Italiana di Pediatria A misura di bambinoBologna, 8-10 maggio 2013Segreteria organizzativaBiomedia - MilanoTel. 02.45498282Fax 02.45498199www.biomedia.net

Problemi aperti in Medicina respiratoria:Confronto con gli esperti.Edizione speciale: Dalla diagnosial trattamentoCongresso Nazionale della Scuoladi Specializzazionein Malattie dell’Apparato RespiratorioUniversità di CataniaCannizzaro (Catania), 10-11 maggio 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

II Congresso nazionale SIAATIPSocietà Italiana di Anestesia, Analgesiae Terapia Intensiva PediatricaSquillace (Catanzaro), 23-25 maggio 2013Segreteria organizzativaChronos Organizzazione ed Eventi - CatanzaroTel. 0961.744565-707833Fax 0961.709250E-mail: [email protected]

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Conferenze e meetingConferences and meetings

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X Giornata nazionaledella prevenzione delle malattiecardiovascolari e respiratorieRoma, 24-25 maggio 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

Roma PediatriaQuarta edizioneRoma, 25-26 maggio 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

EFA AGM 2013Roma, 31 maggio 2013Segreteria organizzativaEFA European Federation of Allergy DieseasePatients’ Associations - Bruxelles (Belgio)Tel. +32.2.2272712Fax +32.2.2183141E-mail: [email protected]

Il bambino allergico ed i farmaciFirenze, 31 maggio-1° giugno 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

IV Congresso regionale SIPPSe I Congresso regionale SIMRICatania, 31 maggio-1° giugno 2013Segreteria organizzativaMEC Congress - CataniaTel. 095.533366E-mail: [email protected]

GIUGNO 2013

Congresso Regionale della SIAICSocietà di Allergologiaed Immunologia ClinicaCatania, 7-8 giugno 2013Segreteria organizzativaiDea congress - RomaTel. 06.36381573Fax 06.36307682E-mail: [email protected]

Lo specialista ORL e il pediatraNapoli, 8 giugno 2013Segreteria organizzativaElleci Convention&Planning - Pozzuoli (Napoli)Tel. 081.3031025E-mail: [email protected]

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19-21 settembre 2013

XVII Congresso Nazionaledella Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili

Bolzano - Bozen

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EDUCATIONAL AIMSThis course aims to provide participants with practical guidance for suspecting, screening anddiagnosing primary ciliary dyskinesia (PCD).

TOPICS• Epidemiology and burden of PCD• Screening tools and diagnostic procedures• PCD genetics• Major clinical presenting features• Diagnostic challenges in PCD (genetics, upper and lower airways disease with particular attention to the differential diagnosis of non-CF bronchiectasis in adults and in children)

• PCD treatment, including chest physiotherapy• Quality of life from physicians, patients and families perspectives• PCD in adult life with particular attention to fertility issues• Future of cilia research in Europe

TARGET AUDIENCE• General paediatricians• Paediatric and adult pulmonologists• Ear, nose and throat specialists• Paediatric and adult allergists• Pathologists

VENUEFederico II University Congress CentreVia Partenope 3680121 Naples, Italy

Per informazioni:

http://www.ersnet.org/education/courses/item/4499-primary-ciliary-dyskinesia-sharing-knowledge-and-experience-across-europe.html

21-23 November 2013 (Naples, Italy)

Primary ciliary dyskinesia: sharing knowledge and experience across Europe

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La tosse cronica

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Tosse cronica nel bambinoChronic cough in childrenA. Kantar, et al.

Asma e tosseCough and asthmaD.G. Peroni, et al.

Tosse e laringeCough: focusing on larynxE. Cunsolo, et al.

La bronchite batterica protrattaProtracted bacterial bronchitisV. Ragazzo, et al.

Le bronchiectasie delle vie aereenella tosse cronicaBronchiectasis in chronica coughS. Cazzato, et al.

La diagnostica per immagininella tosse cronicaImaging in children with chronic coughB. Tagliaferri, et al.

Allergia agli antibiotici nelle infezioni respiratorieAllergy to antibiotic for respiratory infectionsR. Bernardini, et al.

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