osce annual report 2005 (it)

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Rapporto annuale sulle ATTIVITÀ DELL’OSCE nel 2005 Il Segretario generale Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa

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The year 2005 was a pivotal one for the OSCE, in which the Organization recalled the historic 30th anniversary of the signing of the Helsinki Final Act, and the 15th anniversary of the Charter of Paris for a New Europe. During the year, the OSCE further broadened the range of its activities to better address contemporary challenges like organized crime, migration and intolerance. With Slovenia holding the OSCE Chairmanship in 2005, the Ministerial Council in Ljubljana was conducted in a constructive spirit and took a number of decisions aimed at enabling the Organization to tackle new threats and challenges to security, and at strengthening its effectiveness for the future.

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Rapporto annuale sulle

ATTIVITÀ DELL’OSCE

nel 2005

Il Segretario generale

Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa

Page 2: OSCE Annual Report 2005 (it)

05preallarme

prevenzione dei conflitti

gestione delle crisi

ricostruzione post-conflittuale

diritti umani

democratizzazione

misure di rafforzamento della fiducia

controllo degli armamenti

diplomazia preventiva

misure di rafforzamento della

sicurezza

monitoraggio delle elezioni

formazione della polizia

libertà dei mezzi di informazione

attività antitratta

tutela delle minoranze nazionali

sicurezza economica e ambientale

lotta al terrorismo

rafforzamento delle istituzioni

monitoraggio dei confini

rafforzamento della società civile

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Page 3: OSCE Annual Report 2005 (it)

STATI PARTECIPANTI ALL’OSCE

Albania | Andorra | Armenia | Austria | Azerbaigian | Belarus | Belgio

Bosnia-Erzegovina | Bulgaria | Canada | Cipro | Croazia | Danimarca

Estonia | Finlandia | Francia | Georgia | Germania | Grecia | Irlanda | Islanda

Italia | Kazakistan | Kirghizistan | l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia

Lettonia | Liechtenstein | Lituania | Lussemburgo | Malta | Moldova | Monaco

Norvegia | Paesi Bassi | Polonia | Portogallo | Regno Unito | Repubblica Ceca

Romania | Federazione Russa | San Marino | Santa Sede | Serbia e

Montenegro | Slovacchia | Slovenia | Spagna | Stati Uniti d’America | Svezia

Svizzera | Tagikistan | Turchia | Turkmenistan | Ucraina | Ungheria

Uzbekistan

PARTNER PER LA COOPERAZIONE

Afganistan | Giappone | Repubblica di Corea | Mongolia | Tailandia

PARTNER MEDITERRANEI PER LA COOPERAZIONE

Algeria | Egitto | Giordania | Israele | Marocco | Tunisia

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Sommario 6 Messaggio delSegretario generale

8 Uno sguardo all’OSCE

10 PRESIDENZA11 Rapporto del Presidente

in esercizio28 Consiglio permanente29 Rappresentanti

personali del Presidentein esercizio

33 Presidenti dei Gruppi dicontatto con i Partnerasiatici e mediterraneiper la cooperazione

36 FORO DICOOPERAZIONE PERLA SICUREZZA

39 ASSEMBLEAPARLAMENTAREDELL’OSCE

44 OPERAZIONIDELL’OSCE SULTERRENO

45 Europa sudorientale46 Presenza in Albania50 Missione in

Bosnia-Erzegovina55 Missione in Croazia59 Missione in Kosovo64 Missione in Serbia e

Montenegro68 Missione di

monitoraggio a Skopjeincaricata di prevenirel’allargamento delconflitto

72 Europa orientale73 Ufficio di Minsk76 Missione in Moldova79 Coordinatore dei

progetti in Ucraina81 Caucaso82 Ufficio di Baku85 Missione in Georgia89 Ufficio di Erevan92 Asia centrale93 Centro di Almaty96 Centro di Ashgabad99 Centro di Bishkek102 Centro di Dushanbe105 Centro di Tashkent

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108 Assistenza perl’attuazione di accordibilaterali e multilaterali

108 Rappresentante OSCEpresso la Commissionedel Governo estone suipensionati militari

109 Rappresentante OSCEpresso la Commissionecongiunta lettone-russasui pensionati militari

110 ISTITUZIONIDELL’OSCE

111 Ufficio per le istituzionidemocratiche e i dirittidell’uomo

117 Alto Commissario per leminoranze nazionali

121 Rappresentante per lalibertà dei mezzid’informazione

125 SEGRETARIATO126 Consigliere principale

per le questioni inerentialle pari opportunità

126 Unità di assistenzacontro la tratta di esseriumani

127 Unità per le questionistrategiche di polizia

128 Unità di azione contro ilterrorismo

129 Coordinatore delleattività economiche eambientali dell’OSCE

130 Rapporto del Direttoredel Centro per laprevenzione dei conflitti

133 Sezione per le risorseumane

136 Partenariati per lasicurezza e lacooperazione

145 Interazione con iPartner mediterranei easiatici per lacooperazione e con leorganizzazioni e leistituzioni al di fuoridell’area dell’OSCE

148 ANNESSO148 Statistiche sul personale

dell’OSCE151 Bilancio riveduto

152 CONTATTI

153 ABBREVIAZIONI

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Messaggio del Segretar io generale,Marc Perrin de Brichambaut

Il 2005 è stato un anno determinante per l’OSCE. Abbiamo celebrato lo storico

anniversario dell’Atto finale di Helsinki del 1975 e il 15° anniversario della Carta di

Parigi per una nuova Europa. Abbiamo ampliato la gamma delle nostre attività per

poter meglio affrontare le sfide attuali, come la criminalità organizzata, la migrazione

e l’intolleranza, e sono state inoltre adottate decisioni volte a rafforzare l’efficienza

dell’OSCE negli anni a venire.

Questo è il primo Rapporto annuale dell’OSCE che ho il piacere di presentare come

Segretario generale. Lo considero un’importante rassegna del lavoro svolto

dall’OSCE nonché un utile strumento per esaminare e valutare le nostre attività. Il

Rapporto offre al lettore l’opportunità di farsi un’idea abbastanza precisa della

portata globale delle attività dell’OSCE dal punto di vista politico, tematico e

operativo.

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Page 7: OSCE Annual Report 2005 (it)

Oltre alla varietà del lavoro dell’Organizzazione, il

Rapporto illustra anche le interrelazioni tra le sue

attività principali nel campo della sicurezza, dei diritti

dell’uomo e dello sviluppo. In una qualunque giornata,

gli esperti dell’OSCE possono essere impegnati, ad

esempio, nello smaltimento di carburante tossico per

missili in Armenia, in attività di cooperazione con le

autorità per prevenire la tratta di esseri umani, in corsi

di formazione della polizia o in attività di mediazione

del dialogo politico in delicate situazioni di crisi. Come

illustrato dal presente Rapporto, l’OSCE opera in una

vasta area geografica, assistendo gli Stati nell’attua-

zione di impegni che mirano a rendere l’Europa più

sicura.

Uno dei maggiori punti di forza dell’OSCE è il suo

costruttivo impegno nei confronti degli Stati parteci-

panti. L’Organizzazione è in grado di intervenire

tempestivamente nel momento in cui si verificano

sviluppi improvvisi nella sua regione. Un chiaro esem-

pio si è avuto nel 2005 in Kirghizistan, dove l’OSCE

ha svolto un ruolo fondamentale nel ridurre la ten-

sione e nella ricerca di soluzioni cooperative.

Un’altra risorsa dell’Organizzazione è la sua rete di

contatti. Nel corso dell’anno è stata rafforzata la

partnership con il Consiglio d’Europa e con il Tribu-

nale penale internazionale per l’ex Jugoslavia ed è

stato intensificato il dialogo con i Partner dell’OSCE

per la cooperazione.

La flessibilità operativa e la partnership costruttiva

sono essenziali in un mondo che richiede un reale

multilateralismo. Sono state proposte iniziative per

migliorare ulteriormente l’efficacia dell’azione

dell’OSCE, e tale obiettivo costituirà una delle

maggiori sfide nel 2006.

L’OSCE è una comunità di valori. L’evolversi delle

sfide esige un richiamo costante a principi fondamen-

tali, un esame dell’attuazione degli impegni ed un

dialogo aperto. Il terrorismo, l’estremismo, l’intolle-

ranza e l’isolamento minacciano la sicurezza inter-

nazionale e la coesione sociale. L’OSCE si trova in

una buona posizione per far fronte ad alcune delle

maggiori sfide del nostro tempo, come il rapporto tra

la lotta al terrorismo e i diritti umani, l’integrazione

nelle diverse società e la promozione di un dialogo fra

le civiltà. Dobbiamo contribuire allo scambio di idee

su tali questioni fondamentali al fine di rafforzare la

sicurezza e la cooperazione nella regione dell’OSCE.

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Uno sguardo all’OSCEDa Vancouver a Vladivostok, l’Orga-nizzazione per la sicurezza e la coo-perazione in Europa e i suoi 3.500membri del personale in 18 opera-zioni sul terreno e in tre istituzionispecializzate sono impegnati a pro-muovere la sicurezza nella regioneper conto dei 55 Stati partecipanti edegli 11 Partner per la cooperazione.

Il mandato dell’OSCEL’OSCE, un’organizzazione regionalebasata su una serie di valori ai sensidello Statuto delle Nazioni Unite, svolgeun ruolo guida nel promuovere la sicu-rezza e la democratizzazione tra gli Statidella regione euroatlantica ed eurasia-tica. In particolare, l’Organizzazionecontribuisce al preallarme, alla preven-zione dei conflitti, alla gestione delle crisie alla ricostruzione post-conflittuale.

Essa adempie a tale mandato nel qua-dro della sicurezza in modo cooperativoe globale.

Cooperativo: tutti i 55 Stati parteci-panti godono di uno status paritario. Leloro procedure decisionali ed operativesono definite dal dialogo, dai negoziati edalle attività comuni, basati sul con-senso.

Globale: l’OSCE riconosce che la sicu-rezza può essere conseguita concen-trandosi sui fattori: 1) politico-militare, 2)economico e ambientale, 3) umano. Lacooperazione nelle “dimensioni” econo-mico-ambientale ed umana contribuiscealla pace, alla prosperità e alla sicu-rezza, in quanto le questioni irrisolte intali settori possono accrescere la ten-sione fra gli Stati o l’interno di essi.

1) Aspetto politico-militare. L’OSCE èimpegnata nel quadro di misure perrafforzare la fiducia e la sicurezza, ininiziative volte al controllo degli arma-menti, quali la lotta al commercio illecitodi armi di piccolo calibro e leggere, inprogetti per la distruzione o la custodiain condizioni di sicurezza di armi e mu-nizioni convenzionali, nonché nella lottaal terrorismo.

La responsabilità in questo ambitospetta al Foro di cooperazione per lasicurezza (aspetto militare), al Consigliopermanente, ai Consigli e ai Vertici deiministri (aspetto politico), nonché alSegretariato e alle attività sul terreno.

2) Aspetto economico e ambientale.L’OSCE promuove l’imprenditorialità, lepiccole e medie imprese e gli investi-menti, nonché la tutela dell’ambiente ela sicurezza e la sensibilizzazione incampo ambientale.

La responsabilità in questo ambitospetta al Consiglio permanente, alSegretariato, in particolare all’Ufficio del

Coordinatore delle attività economiche eambientali dell’OSCE, nonché alle atti-vità sul terreno.

3) Aspetto umano. L’OSCE promuove idiritti dell’uomo, lo stato di diritto, la lottaalla tratta di esseri umani, il buongo-verno e i processi democratici.

La responsabilità in questo ambitospetta all’Ufficio per le istituzioni demo-cratiche e i diritti dell’uomo, al Rappre-sentante per la libertà dei mezzi d’ infor-mazione, al Segretariato e alle attivitàsul terreno.

La storia dell’OSCELe origini dell’OSCE risalgono al periododi distensione dei primi anni ‘70, quandofu creata la Conferenza sulla sicurezza ela cooperazione in Europa (CSCE), chedoveva fungere da foro multilaterale peril dialogo e i negoziati tra Est e Ovest.Dopo oltre due anni di riunioni a Helsinkie a Ginevra, la CSCE raggiunse unaccordo sull’Atto finale di Helsinki, fir-mato l’1 agosto 1975 da 35 Stati. L’Attofinale ha stabilito i principi fondamentaliche regolano la condotta degli Stati neiconfronti dei loro cittadini e fra di loro.Dopo la fine della guerra fredda laCSCE ha fornito assistenza agli Statipost-comunisti nella transizione verso lademocrazia e l’economia di mercato e,successivamente, ha contribuito aglisforzi di tutti gli Stati partecipanti nel farfronte alle nuove minacce e alle nuovesfide alla sicurezza.

Oggi l’OSCE conta 55 Stati partecipantinonché 11 Partner per la cooperazionenelle regioni del Mediterraneo edell’Asia. Benché l’OSCE non sia basatasu un trattato internazionale, tutte le suedecisioni sono politicamente, anche senon giuridicamente, vincolanti.

Com’è amministrata l’OSCELa presidenza dell’OSCE spetta a turnoa uno degli Stati partecipanti, con rota-zione annuale. Nel 2005 la presidenza èstata esercitata dalla Slovenia. Insiemealla Bulgaria (presidenza 2004) e alBelgio (presidenza 2006), la Sloveniapartecipa alla Troika dell’OSCE, cheoffre la sua consulenza al Presidente inesercizio nel corso del processo deci-sionale. Il Presidente in esercizio puòanche nominare Rappresentanti perso-nali o speciali per trattare questioni osituazioni specifiche.

Periodicamente si tengono Vertici deiCapi di Stato e di Governo dei Paesidell’OSCE. Nei periodi che intercorronotra i Vertici, il Consiglio dei ministri degliesteri si riunisce annualmente per esa-minare le attività svolte dall’OSCE e perfornire linee guida e orientamenti. Il Foroeconomico si riunisce a Praga una voltaall’anno per discutere specifici temi in

campo economico e ambientale. LaConferenza annuale di riesame sullasicurezza e la Riunione sull’attuazionedegli impegni nel quadro della dimen-sione umana trattano, rispettivamente,questioni fondamentali nell’ambito delladimensione politico-militare e della di-mensione umana.

Il Consiglio permanente è il principaleorgano ordinario dell’OSCE prepostoalle consultazioni politiche e al processodecisionale. Composto dai capi delega-zione degli Stati partecipanti, si riuniscesettimanalmente a Vienna per discuteretutte le questioni pertinenti all’Organiz-zazione e per adottare decisioni appro-priate in merito. Anche il Foro dicooperazione per la sicurezza, cheesercita la supervisione sulla dimen-sione politico-militare dell’OSCE, si riu-nisce con cadenza settimanale pressol’Hofburg di Vienna.

L’Assemblea parlamentare dell’OSCE,con sede a Copenaghen, è composta daoltre 300 parlamentari di tutti gli Statipartecipanti. Fondata nel 1991, il suocompito primario è sostenere il dialogointerparlamentare, un aspetto importantedello sforzo complessivo per affrontarele sfide della democrazia nell’intera re-gione dell’OSCE. La sua principale ses-sione annuale si svolge nel periodoestivo. I parlamentari dell’OSCE svol-gono altresì un ruolo importante nelleattività di monitoraggio delle elezioni.

Il Segretariato dell’OSCE ha sede aVienna ed è diretto dal Segretario gene-rale Marc Perrin de Brichambaut, Fran-cia, che è stato nominato nel giugno2005 con mandato triennale. In qualità diCapo dell’amministrazione dell’OSCE, ilSig. Perrin de Brichambaut è responsa-bile della gestione delle strutture e delleoperazioni dell’OSCE e presta supportoalla Presidenza dell’OSCE.

Al fine di assistere gli Stati nell’adem-pimento dei principi e degli impegniOSCE, l’Organizzazione ha costituito leseguenti istituzioni specializzate: l’Ufficioper le istituzioni democratiche e i dirittidell’uomo (istituito nel 1990 co.meUfficio per le libere elezioni), l’AltoCommissario per le minoranze nazionali(1992) e il Rappresentante per la libertàdei mezzi d’informazione (1997).L’OSCE dispone attualmente di 18missioni sul terreno in 16 Stati. Sul totaledei fondi previsti dal Bilancio unificatoOSCE riveduto, relativo al 2005 e pari a159,4 milioni di Euro, il settanta percento è stato assegnato alle operazionisul terreno, il 20 per cento al Segreta-riato e il 10 per cento alle Istituzioni

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Presidenza

Presidente in esercizio | Consiglio permanente

Rappresentanti personali del Presidente in esercizio

Presidenti del Gruppo di contatto con i Partner

mediterranei e asiatici per la cooperazione

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Il Presidente in esercizio

Introduzione

La Slovenia ha assunto la presidenza dell’OSCE in unmomento difficile. Un dibattito ad alto livello sull’impor-tanza e sulla correttezza dell’operato dell’Organizza-zione aveva dato vita ad un senso di profonda crisipolitica. La situazione era ulteriormente complicatadalla mancanza di consenso sulle scale di ripartizionedei contributi degli Stati partecipanti all’OSCE, dall’in-capacità di giungere ad un’intesa sul Bilancio unificatoper il 2005 e da una prolungata ricerca di un succes-sore del Segretario generale uscente.

La sfida principale per la Slovenia era pertanto resti-tuire stabilità all’Organizzazione, ritrovare un intentocomune e adottare misure per rafforzare l’efficienzadell’OSCE. Tutto ciò doveva essere realizzato assicu-rando nel contempo l’attuazione delle decisioni adot-tate dal Consiglio dei ministri di Sofia, nonché lagestione politica giornaliera dell’Organizzazione.

Uno degli aspetti positivi del 2005 è stato la celebra-zione di alcuni anniversari: il 30° anniversario dell’Attofinale di Helsinki e il 15° anniversario della Carta diParigi. Ciò ha contribuito a porre in una prospettivastorica il significato dell’OSCE e ha indotto gli Stati ariflettere sul futuro dell’Organizzazione.

Come di consueto, la Presidenza ha dovuto far frontea continui imprevisti. Nel 2005 l’OSCE ha dovuto rea-gire tempestivamente agli eventi verificatisi in Kirghizi-stan e in Uzbekistan. La Slovenia ha inoltre cercato diportare avanti i processi di risoluzione dei conflitticongelati. La Presidenza ha accolto con soddisfazionela dichiarazione congiunta della Georgia e dellaFederazione Russa sulla chiusura delle basi e delleinstallazioni militari russe in Georgia entro il 2008.

Molto è stato fatto nel 2005 anche in relazione alconflitto oggetto della Conferenza di Minsk: le cosid-dette riunioni di Praga dei Ministri degli affari esteridell’Armenia e dell’Azerbaigian hanno avuto esitipositivi, consentendo ai presidenti dei due Paesi diincontrarsi a Varsavia e a Kazan, il che ha dato nuovoimpulso al processo di risoluzione del conflitto nelNagorno-Karabakh.

Alla fine dell’anno si è raggiunta un’intesa sulle scaledi ripartizione dei contributi al Bilancio unificato ed èstato nominato un nuovo Segretario generale. Sonostati inoltre compiuti passi avanti ai fini del rafforza-mento dell’efficienza dell’OSCE, grazie ad un rapportodi un Comitato di personalità eminenti, a consultazioniad alto livello e ad un accordo su una “roadmap” per lariforma, concordato in occasione della Riunione delConsiglio dei ministri di Lubiana.

Pur in assenza di un’intesa su una Dichiarazione deiministri, il Consiglio ha contribuito a ristabilire unospirito costruttivo e ha adottato una serie di decisionivolte a rafforzare la capacità dell’OSCE di far frontealle nuove sfide e minacce alla sicurezza, tra le qualifigurano la criminalità organizzata transnazionale, i

traffici illeciti, il narcotraffico e il terrorismo, nonché adampliare l’azione dell’Organizzazione nei settoridell’educazione ai diritti dell’uomo, della migrazione,della tolleranza e della non discriminazione. È statainoltre adottata una decisione sul rafforzamentodell’efficienza dell’OSCE.

A conclusione di un anno positivo e per la prima voltain cinque anni il bilancio è stato adottato entro i terminiprevisti.

La Slovenia è orgogliosa di poter affidare al Belgio laPresidenza di un’organizzazione in buona forma –fiera del suo passato, ben equipaggiata per far frontealle attuali sfide e rivolta in modo costruttivo einnovativo al futuro.

Riforma dell’OSCE

La riforma è stata una delle maggiori prioritàdell’OSCE nel 2005. Negli anni più recenti gli Statipartecipanti all’OSCE hanno avvertito la necessità diriformare l’Organizzazione e diverse Presidenze han-no attribuito alta priorità a tale questione. In occasionedel Consiglio dei ministri di Sofia è stata adottata unadecisione sulla creazione di un Comitato di personalitàeminenti sul rafforzamento dell’efficacia dell’OSCE,aprendo la strada ad un approfondito dibattito sul ruoloe sulla riforma dell’Organizzazione. Il Comitato haricevuto il mandato di imprimere nuovo impulso aldialogo politico e di fornire all’OSCE una visionestrategica per il ventunesimo secolo.

La Decisione del Consiglio dei ministri N.16/04 incari-cava inoltre il Presidente in esercizio di nominare imembri del Comitato previa consultazione di tutti gliStati partecipanti. Tenendo conto della diversità dellacomunità OSCE e degli Stati partecipanti che ospitanopresenze sul terreno, in febbraio 2005 sono statenominate sette personalità eminenti espertedell’OSCE. I membri del Comitato erano: l’Ambascia-tore Nikolay Afanasievsky (sostituito nell’ultima riu-nione dall’Ambasciatore Vladimir Shustov, entrambidella Federazione Russa), l’Ambasciatore Hans vanden Broek (Paesi Bassi), l’Ambasciatore WilhelmHoynck (Germania), l’Ambasciatore Kuanysh Sultanov(Kazakistan), l’Ambasciatore Knut Vollebaek, che hapresieduto le riunioni del Comitato (Norvegia), l’Amba-sciatore Richard Williamson (Stati Uniti d’America) el’Ambasciatore Miomir Zuzul (Croazia). Il Segretariatodell’OSCE ha offerto il suo attivo sostegno al Comi-tato, mentre il Presidente in esercizio ha agito dapunto di riferimento. L’Ambasciatore Afanasievsky èmestamente deceduto prima della presentazione delrapporto.

Tra febbraio e giugno il Comitato si è riunito cinquevolte ed ha incontrato più di 30 esperti di organizza-zioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite (ONU),l’Unione europea (UE), l’Organizzazione del Trattatodell’Atlantico del nord (NATO) e il Consiglio d’Europa(CdE), nonché istituti di ricerca e organizzazioni nongovernative (ONG). Alla fine di giugno, per il tramitedel Presidente in esercizio, il Comitato ha presentato il

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suo rapporto contenente una serie di raccomandazioniagli Stati partecipanti.

Nel medesimo tempo altre personalità e istituzioni, tracui l’Assemblea parlamentare dell’OSCE (in coopera-zione con la Swiss Foundation for World Affairs), ilCentro per la ricerca sull’OSCE (CORE) e l’HelsinkiMonitor, hanno pubblicato documenti sulla riforma.

La Decisione di Sofia sollecitava la convocazione diconsultazioni ad alto livello successivamente al rap-porto del Comitato, al fine di formulare raccomanda-zioni sull’adozione di misure appropriate da parte delConsiglio dei ministri di dicembre. Gli esiti di taliconsultazioni, svoltesi in settembre, sono statiapprofonditi da un Gruppo di lavoro sul rafforzamentodell’efficienza dell’OSCE, presieduto dalla Slovenia.

Durante la riunione del Consiglio dei ministri diLubiana è stata adottata un’importante decisione sulrafforzamento dell’efficienza dell’OSCE con cui sistabilisce una “roadmap” per la riforma e si incarica ilConsiglio permanente di occuparsi di questioni specifi-che connesse alla riforma (tra cui le norme procedu-rali, il processo di consultazione, la pianificazione el’efficienza delle conferenze dell’OSCE, l’efficacia,l’efficienza e la trasparenza delle attività dell’Organiz-zazione, compresi i relativi finanziamenti di bilancio efuori bilancio, il ruolo del Segretario generale, lamodernizzazione del Segretariato, la pianificazione deiprogrammi, la professionalità del personale dell’OSCEe le missioni tematiche) e di riferire a tale riguardo alConsiglio dei ministri del 2006. La decisione incaricainoltre l’ODIHR di sottoporre all’esame del prossimoConsiglio dei ministri un rapporto sull’attuazione degliimpegni esistenti, su eventuali impegni supplementarie sui metodi per potenziare e promuovere le attivitàdell’OSCE in materia di elezioni, nonché per migliorarel’efficacia dell’assistenza offerta agli Stati partecipanti.

Un anno da celebrare

Nel 1975, la prima Conferenza sulla sicurezza e lacooperazione in Europa si concluse con la firmadell’Atto finale di Helsinki. Il processo CSCE e lo“spirito di Helsinki” aiutarono a ridurre le tensioni inEuropa e contribuirono a far cessare la guerra fredda.

Ciò fu riconosciuto dal secondo Vertice dei Capi diStato e di Governo, che si tenne a Parigi nel 1990 eche diede luogo alla Carta di Parigi per una nuovaEuropa.

Nel 2005, la comunità dell’OSCE ha celebrato talipietre miliari della storia moderna europea attraversonumerosi eventi e pubblicazioni.

Il Presidente in esercizio ha preso parte alle celebra-zioni svoltesi a Vienna il 20 luglio, a Helsinki l’1 agostoe a Washington l’1 luglio, in occasione della sessioneannuale dell’Assemblea parlamentare. Il tema dellariunione dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE era“30 anni dopo Helsinki: le sfide che ci attendono”.

Dal punto di vista politico, gli anniversari hannocontribuito a ricordare agli Stati il significato storicodella CSCE e il valido lavoro svolto dall’OSCE. Ilrichiamo alla coscienza di una storia e di impegnicomuni ha contributo a ridurre il senso di crisi e lospirito critico e ha ispirato gli Stati a cogliere taleopportunità per dare all’OSCE un indirizzo per il futuro.Tali sentimenti hanno trovato espressione nella parteintroduttiva della Dichiarazione del Presidente inesercizio al Consiglio dei ministri di Lubiana, nelpreambolo del rapporto del Comitato di personalitàeminenti e nella decisione del Consiglio dei ministri sulrafforzamento dell’efficienza dell’OSCE.

Un approccio transdimensionale

Per tradizione, l’OSCE affronta le questioni in terminidi “dimensioni”: la dimensione politico-militare, ladimensione economica e ambientale e la dimensioneumana, sottolineando sempre, al tempo stesso, il suoapproccio globale alla sicurezza.

Nel 2005 una recente tendenza verso un approcciopiù transdimensionale è stata corroborata dalle rac-comandazioni del Comitato di personalità eminenti edall’adozione di un approccio più olistico a questioniquali la migrazione, la lotta alla criminalità organizzatatransnazionale, ai traffici illeciti e al terrorismo. IlConsiglio dei ministri di Lubiana ha adottato decisioniimportanti a tale riguardo.

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Gestione dei problemi connessi alle scorte dei componenti tossicidel carburante per missili

Le missioni OSCE sul terreno, ilForo di cooperazione per la sicu-rezza e l’Ufficio del Coordinatoredelle attività economiche e ambien-tali dell’OSCE dedicano sempremaggiore attenzione al crescenteproblema delle vecchie scorte dicarburante liquido per missili, utiliz-zato in passato nella regionedell’OSCE per i razzi e i missili gui-dati. I pericoli inerenti in tale ambito,che comprende aspetti di naturapolitica, umana e socio-economica,dimostrano la “globalità” dell’ap-proccio alla sicurezza dell’OSCE.

Nel periodo 2004-2005, cinque Statipartecipanti dell’Europa orientale,dell’Asia centrale e del Caucasohanno chiesto assistenza all’OSCEper la distruzione di tali scorte, com-poste da Melange e Samine, poichénon dispongono delle necessarierisorse tecniche, materiali e finan-ziarie per gestire tale problema.

Il Melange è di norma conservato incontenitori di acciaio o di alluminio,che sono tuttavia soggetti, con ilpassare del tempo, a corrosione. Incaso di fuoriuscite questa sostanzachimica altamente tossica, volatileed esplosiva può rappresentare unpericolo per la salute di interecomunità e un fattore inquinante perl’ambiente. La contaminazione delterreno può persistere per quasi unsecolo.

Il problema è di vaste proporzioni.Le scorte ammontano a 872 tonnel-late in Armenia, 1.000 in Uzbeki-stan, 17.000 in Ucraina, 1.000 inAzerbaigian e 1.500 in Kazakistan.

Date le proporzioni e l’estensionegeografica del problema, l’OSCE haorganizzato un gruppo di studio aKyiv, nel mese di luglio, durante ilquale sono stati discussi i metodipiù efficaci per distruggere o rici-clare tali scorte. In tale occasionesono stati riconfermati i rischi postidal Melange e l’urgente necessità diprocedere al suo smaltimento incondizioni di sicurezza, prevenendoin tal modo gravi conseguenze perl’ambiente e per l’uomo.

Già entro il 2005 l’OSCE ha provve-

duto a valutare la situazione relativaal componente del carburante permissili in tutti i Paesi che avevanorichiesto assistenza, ad eccezionedell’Uzbekistan, creando così unasolida base per elaborare e dareattuazione ai progetti che sarannoavviati nel 2006.

Nel corso dell’anno l’OSCE ha com-piuto notevoli progressi in Armenia.Il metodo selezionato per neutraliz-zare il componente del carburantedà origine ad un valido sottopro-dotto, un fertilizzante liquido mine-rale per uso agricolo, utile perridurre l’elevata acidità del suolonella regione. È stato seguitol’esem pio di un progetto pilotaavviato nel 2002, durante il qualesono state convertite con successo450 tonnellate di Melange infertilizzante da utilizzare nelle zoneagricole della Georgia occidentale.

Nel mese di settembre è iniziata lafase decisiva e finale del progetto inArmenia, con la firma di un accordotra l’Ufficio dell’OSCE e il Ministerodella difesa per l’avvio delle opera-zioni di riciclaggio. L’impianto diconversione inizierà ad operare nelmarzo 2006. L’iniziativa è finanziatadalla Finlandia, dalla Germania,dagli Stati Uniti e dal Canada.

L’Ucraina deve far fronte ad enormiquantità di Melange. In termini dicosti e di tempo il progetto sarà ilpiù vasto tra quelli avviati dall’OSCEnel Paese. Per finanziarlo, il Segre-tariato e il Coordinatore dei progettiin Ucraina dovranno reperire fondipari a 10 milioni di Euro nei prossimiquattro anni.

Nel 2005 un nucleo di esperti inter-nazionali, accompagnato da autoritàucraine, ha effettuato due visite divalutazione presso otto depositimilitari di Melange. Gli espertihanno inoltre svolto un’analisi dellecapacità dell’industria ucraina diprovvedere alla trasformazionedella sostanza tossica. Il nucleo haindividuato i mezzi più appropriatiper distruggere e riciclare ilMelange, nonché le esigenze intermini tecnologici e finanziari. Lafase successiva, già avviata, con-

centra l’attenzione sulla raccolta difondi, sulla messa a punto di unbilancio e sull’individuazione di unasocietà appaltatrice per la realizza-zione del progetto.

In novembre, esperti dell’OSCEhanno effettuato analoghe visite inKazakistan per determinare lequantità e le caratteristiche deidepositi di carburante liquido, indivi-duare le tecnologie di trasformazio-ne disponibili nella regione e alivello internazionale e fornire unquadro finanziario e temporale perla trasformazione o la distruzionedel carburante. Come nel casodell’Ucraina, il Segretariato e laMissione dell’OSCE sono oraimpegnati nella fase successiva cheprevede la raccolta di fondi, lamessa a punto di un bilancio el’individuazione di una societàappaltatrice per la realizzazione delprogetto. Il presumibile fabbisognofinanziario per l’operazione dismaltimento, prevista nel periodo2006-2007, è pari a 1 milione diEuro.

I depositi dell’Uzbekistan sono loca-lizzati a Oqtosh, nella regione diSamarcanda. L’avvio del relativoprogetto è previsto nel 2006, suc-cessivamente ad una visita in locodella Missione OSCE ed alla parte-cipazione dell’Uzbekistan al gruppodi lavoro di Kyiv.

In Azerbaigian l’OSCE ha dato ilsuo supporto all’avvio di un progettofinalizzato a fornire assistenzatecnica e finanziaria per la ristrut-turazione di due siti obsoleti distoccaggio di carburante liquido permissili. Un gruppo di esperti inter-nazionali ha visitato l’Azerbaigian alfine di individuare i mezzi idonei pereffettuare la ristrutturazione dei sitie le necessarie esigenze in terminitecnici e finanziari. Sono necessarieulteriori informazioni e un’analisiapprofondita per stabilire l’esattaportata delle attività di risanamento,che dovrebbero far seguito al pro-getto di smaltimento guidatodall’Organizzazione del Trattatodell’Atlantico del nord.

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Consiglio dei ministri di Lubiana

I Ministri degli esteri degli Stati partecipanti all’OSCE si sono riuniti a Lubiana il 5 e 6 dicembre

per il tredicesimo Consiglio dei ministri dell’OSCE. I Ministri hanno adottato 19 decisioni su

una serie di questioni, tra cui la lotta al crimine organizzato, l’educazione in materia di diritti

umani, la lotta contro la tratta di esseri umani e il ruolo delle donne nella prevenzione dei

conflitti. I documenti adottati dal Consiglio dei ministri di Lubiana sono i seguenti:

• Dichiarazione del Consiglio dei ministri in occasione del 20° anniversario del disastro presso la centrale

nucleare di Cernobyl

• Dichiarazione del Consiglio dei ministri sulla Convenzione internazionale per la repressione degli atti di

terrorismo nucleare

• Dichiarazione del Consiglio dei ministri sulla Georgia

• Dichiarazione del Consiglio dei ministri sul conflitto trattato dal Gruppo OSCE di Minsk

• Decisione N.1 sulla nomina del Segretario generale dell’OSCE

• Decisione N.2 sulla migrazione

• Decisione N.3 sulla lotta contro la criminalità organizzata transnazionale

• Decisione N.4 sul rafforzamento della cooperazione in materia giudiziaria per contrastare il terrorismo

• Decisione N.5 sulla lotta alla minaccia rappresentata dalla droga

• Decisione N.6 su misure supplementari per il rafforzamento della sicurezza dei container

• Decisione N.7 sul sostegno all’efficace attuazione della Risoluzione 1540 (2004) del Consiglio di sicurezza

delle Nazioni Unite

• Decisione N.8 su ulteriori iniziative per l’attuazione dei Documenti OSCE sulle armi di piccolo calibro e

leggere e sulle scorte di munizioni convenzionali

• Decisione N.9 sul Seminario OSCE sulle dottrine militari

• Decisione N.10 sulla tolleranza e non discriminazione: promuovere il rispetto e la comprensione reciproca

• Decisione N.11 sulla promozione dell’educazione e della formazione in materia di diritti umani nell’area

dell’OSCE

• Decisione N.12 sulla tutela dei diritti umani e dello stato di diritto nei sistemi di giustizia penale

• Decisione N.13 sulla lotta alla tratta di esseri umani

• Decisione N.14 sul ruolo delle donne nella prevenzione dei conflitti, nella gestione delle crisi e nella

ricostruzione post conflittuale

• Decisione N.15 sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne

• Decisione N.16: garantire i più elevati standard di condotta e di responsabilità del personale in servizio presso

le missioni e le forze internazionali

• Decisione N.17 sul rafforzamento dell’efficienza dell’OSCE

• Decisione N.18 sulla Presidenza dell’OSCE nel 2008

• Decisione N.19 sulla data e luogo della prossima Riunione del Consiglio dei ministri dell’OSCE

www.osce.org/conferences/mc_2005.html

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Attività nel quadro della dimensionepolitico-militare

L’attuazione della Strategia dell’OSCE per far frontealle minacce alla sicurezza e alla stabilità nel ventu-nesimo secolo ha rappresentato la base per le attivitàsvolte nell’ambito della dimensione politico-militare eper il loro ulteriore consolidamento. Nel corso dellaConferenza annuale di riesame sulla sicurezza, tenu-tasi in giugno, è stata ribadita la persistente impor-tanza della “prima dimensione” e sono state formulatenumerose proposte e raccomandazioni miranti apotenziare ulteriormente le capacità dell’OSCE dirispondere efficacemente all’evolversi delle minacce edelle sfide. La riunione del Consiglio dei ministri diLubiana ha approvato una parte di tali iniziative.

La prevenzione e la lotta al terrorismo hanno conti-nuato a figurare tra le priorità del programmadell’Organizzazione, poiché gli attacchi terroristici nellaregione dell’OSCE hanno dimostrato ulteriormente cheper far fronte a tale minaccia è necessaria una colla-borazione fra gli Stati. Nel 2005, l’OSCE ha esaminatole relazioni che intercorrono tra il terrorismo e i dirittidell’uomo. Il Consiglio dei ministri di Lubiana ha adot-tato decisioni che esortano a una più intensa collabo-razione in materia penale per contrastare il terrorismoe la minaccia rappresentata dalla droga. È stata inoltrerivolta particolare attenzione al problema della sicu-rezza dei container, in merito al quale il Consiglio deiministri ha adottato una decisione volta a rafforzare lemisure esistenti.

Speciale attenzione è stata dedicata alla lotta contro laminaccia derivante dai materiali chimici, biologici,radioattivi e nucleari. Nel corso della riunione del Con-siglio dei ministri è stata adottata una decisione sulsostegno all’efficace attuazione della Risoluzione 1540(2004) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite inmateria di non proliferazione: un’ulteriore indicazionedel ruolo dell’OSCE quale tramite per l’attuazioneregionale di strumenti globali.

Con una decisione del Consiglio dei ministri gli Statipartecipanti sono stati altresì incoraggiati a compiereulteriori sforzi nel quadro dell’attuazione dei documentiOSCE sulle armi di piccolo calibro e leggere e sullescorte di munizioni convenzionali.

Facendo seguito ad una decisione del Consiglio deiministri di Maastricht del 2003 e con l’obiettivo di con-seguire frontiere aperte e sicure, nonché di affrontarequestioni inerenti ai rapporti transfrontalieri, gli Statipartecipanti hanno elaborato un Concetto per lagestione e la sicurezza delle frontiere, che è statoultimato nel corso della riunione del Consiglio deiministri di Lubiana.

Le attività dell’OSCE relative alle forze di polizia sisono rivelate importanti per migliorare la capacità degliStati partecipanti di far fronte alle nuove minacce allasicurezza. Tali attività, che hanno interessato l’Asiacentrale, il Caucaso meridionale e l’Europa sudorien-tale, pongono l’accento sul potenziamento delle capa-cità, ivi compresa la polizia di prossimità, la forma-

zione della polizia, la gestione delle risorse umane e ilrafforzamento dello stato di diritto, nonché attività spe-cializzate quali la lotta alla tratta di esseri umani e ilpotenziamento delle capacità dei funzionari di poliziadi perseguire i colpevoli e prevenire e combattere icrimini ispirati dall’odio.

La Presidenza ha intensificato la cooperazione con ilConsiglio permanente e con il Foro di cooperazioneper la sicurezza e ha promosso attivamente il pro-gramma del Foro. Ha sostenuto la piena attuazionedegli esistenti accordi sul controllo degli armamenti,sulla non proliferazione e sulle misure per rafforzare lafiducia e la sicurezza, il loro tempestivo adeguamentoe, ove necessario, la loro ulteriore elaborazione. Intale ambito sono state potenziate le attività connesseall’attuazione degli impegni concernenti le armi di pic-colo calibro e leggere, le scorte di munizioni conven-zionali e la distruzione di carburante liquido per missili.Nel 2005 l’OSCE ha compiuto un significativo passo inavanti nella realizzazione dei relativi impegni (attua-zione in Tagikistan del progetto sulle armi leggere esulle scorte nonché di un progetto per il carburante permissili in Armenia). Lo scambio di informazioni e lacooperazione con l’ONU, l’UE e la NATO è stato unaspetto importante degli sforzi intrapresi in tale campo.

La Slovenia ha promosso attivamente la proposta ditenere un Seminario OSCE sulle dottrine militari.Conformemente alle decisioni adottate dal Foro e dalConsiglio dei ministri, il 14 e 15 febbraio 2006 si ètenuta a Vienna una riunione per esaminare i cam-biamenti intervenuti nelle dottrine militari a seguitodell’evolversi delle minacce, del mutamento delleforme di conflitto e dell’esistenza di nuove tecnologie.

Attività nel quadro della dimensione eco-nomica e ambientale

La Slovenia sostiene che è necessario elevare il pro-filo della dimensione economica e ambientale e collo-carla adeguatamente nel campo d’azione transdimen-sionale delle attività dell’OSCE. Come punto di par-tenza, la Presidenza slovena ha sollecitato la pienaattuazione del Documento sulla strategia dell’OSCEper la dimensione economica e ambientale al fine dipotenziare la cooperazione, l’amministrazione effi-cace, lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente.

Conformemente al Documento del Consiglio dei mini-stri di Maastricht sulla strategia per la dimensioneeconomica e ambientale, si è dedicata particolareattenzione alla elaborazione del rapporto del Sottoco-mitato economico e ambientale del Consiglio perma-nente che aveva per oggetto l’ulteriore miglioramentodell’efficienza e dell’efficacia del Foro economico. Il16 giugno la Presidenza del Sottocomitato ha pre-sentato al Consiglio permanente un rapporto elaboratodal Gruppo informale di amici della Presidenza sulrafforzamento della dimensione economica eambientale dell’OSCE, istituito dalla Presidenza ingennaio.

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Lotta alla tratta di esseri umani in Ucraina

L’Ucraina è considerata ormai daparecchi anni come il principalePaese di origine e di transito dellatratta di esseri umani. Uno studioeffettuato nel 2005 da alcune orga-nizzazioni internazionali, tra cui ilFondo delle Nazioni Unite perl’infanzia e l’OSCE, ha accertatoche gli orfani costituiscono uno deigruppi a maggior rischio di caderevittima della tratta di esseri umani.

Per contribuire a far fronte a taleproblema l’Ufficio del Coordinatoredei progetti OSCE in Ucraina, incooperazione con l’Ufficio del Coor-dinatore delle attività economiche eambientali dell’OSCE, ha avviato unprogetto pilota che si propone dioffrire agli orfani ucraini programmidi stage, assistenza all’impiego enozioni utili per la vita. Il progetto èrivolto agli orfani che vivono nellacapitale Kyiv e nella regione diKharkiv, centri industriali cheoffrono numerose opportunità diimpiego.

La maggior parte degli orfani fre-quenta istituti di formazione profes-sionale per apprendere un mestiere.Alla fine del corso di studi gli vienegarantito, in teoria, un impiego: inpratica, tuttavia, la scelta dei posti dilavoro è generalmente limitata. Gliorfani giungono spesso al diplomanutrendo aspettative irrealistiche sulloro futuro lavoro e sul salario, sen-za che gli siano offerti programmispeciali per prepararli al primoimpiego o ad un’esistenza indipen-dente. Di conseguenza, moltilasciano il posto di lavoro pocodopo averlo assunto e diventanocosì facile preda dei trafficanti.

Dal suo avvio nel 2005, il progettoha aiutato 60 giovani in entrambe leregioni. Ventuno di loro hanno tro-vato un posto di lavoro e un alloggioindipendente, avviandosi con suc-cesso verso l’età adulta. Si ripor-tano qui di seguito due esperienze:

Eugene Diduk, un orfano diciot-tenne, ha colto subito l’occasionequando gli è stato offerto, nell’am-bito del progetto, un lavoro in provacome stuccatore presso una nota

impresa di costruzioni di Kharkiv, lasua città natale.

Fino ad allora aveva lavorato comeoperaio non specializzato a orarioridotto. Pur diplomatosi come stuc-catore e piastrellista nel 2005, il suoprimo posto di lavoro in una fab-brica, ottenuto attraverso un’agen-zia per il lavoro governativa, non gliforniva l’esperienza e la formazionenecessarie per fare progressi.Licenziatosi, aveva trovato lavorocome operaio non specializzato,con uno stipendio pagato irregolar-mente, consegnato in buste e insuf-ficiente persino per arrivare alla finedel mese.

“Vivo insieme alla nonna, che ègravemente malata. Voglio lavoraremolto e guadagnare abbastanza perpagare le medicine di cui ha biso-gno”, ha detto Eugene.

Dopo essersi iscritto al programmadell’OSCE, Eugene ha superato indicembre il periodo di prova pressol’impresa di costruzioni Delta Group,dove ora lavora a tempo pieno econ un buon stipendio. Eugenericeve inoltre l’assistenza di untutore che lo istruisce su diversealtre tecniche nel campo dellecostruzioni.

“Ora, alla Delta, sto imparandomolto e ricevo un buon stipendiodopo i tre mesi di prova. So che lanonna ed io staremo bene d’ora inpoi”, ha detto.

Al fine di accrescere le sue compe-tenze generali, Eugene si incontradue volte alla settimana con unassistente sociale, che rappresentai suoi interessi, lo assiste nella ela-borazione di un bilancio e gli inse-gna ad utilizzare in modo efficace lerisorse messe a disposizione dallacomunità.

Per Olga Kanistratenko, un’altraorfana, il Progetto è venuto in aiutoal momento giusto. Diplomatasi nel2005 presso l’Istituto commercialeper la tecnologia alimentare diKharkiv, la giovane capo pasticcieraviveva insieme alla famiglia della zia

in una camera singola di un ostello.Lo spazio era assai limitato e lei erascontenta.

La sua scuola le aveva trovato unposto di lavoro presso una mensaaziendale, ma al momento di pre-sentarsi aveva scoperto che, inrealtà, non vi erano posti liberi. Ledissero che avrebbe dovuto atten-dere finché un posto si fosse libe-rato e le fu suggerito di rassegnarele dimissioni per iscritto, il che leavrebbe consentito di trovare lavoroaltrove.

Sfortunatamente, ciò significavaanche perdere i preziosi diritti abita-tivi concessi agli orfani che assu-mono il primo posto di lavoro messoa disposizione dall’amministrazionescolastica. Se avesse mantenutotale posto, il suo nome sarebbestato inserito in una graduatoriaseparata e privilegiata per l’asse-gnazione di un alloggio.

“Non ero a conoscenza di tutti i mieidiritti come orfana, e mi sono tro-vata in una situazione difficile. Nonsapevo come tutelarmi”, ha dettoOlga.

Attraverso il progetto dell’OSCEOlga ha trovato un nuovo lavoropresso un grande supermercatochiamato Big Pocket, e, grazieall’aiuto della sua assistentesociale, ha potuto ripristinare la suaposizione privilegiata nella listad’attesa per un alloggio. Durante ilperiodo di prova Olga percepisce unsalario minimo dal supermercato eduno stipendio previsto nell’ambitodel progetto.

“Ora vi sono persone a cui possorivolgermi per affrontare i miei pro-blemi e per ottenere un vero aiuto.Sono molto grata a queste per-sone”, ha affermato Olga.

(Per maggiori informazionisull’argomento, consultare il sitoweb dell’OSCE www.osce.org/eea.)

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La priorità della Presidenza slovena nel quadro delladimensione economica e ambientale è stata la que-stione della migrazione e dell’integrazione. A taleriguardo, la Presidenza ha lavorato a stretto contattocon l’Ufficio del Coordinatore delle attività economichee ambientali dell’OSCE (OCEEA), con l’Alto Commis-sario per le minoranze nazionali (ACMN) e con partneresterni, tra cui l’Organizzazione internazionale per lemigrazioni (OIM) e il Centro internazionale per lo svi-luppo delle politiche migratorie (ICMPD).

Il ciclo di riunioni preparatorie della tredicesima riu-nione del Foro economico dell’OSCE è stato aperto daun esame delle sfide economiche e delle sfide allasicurezza poste dagli sviluppi demografici, svoltosi inoccasione del primo seminario preparatorio tenuto aTrieste, Italia, l’8 e il 9 novembre 2004. Nel corso delseminario sono stati avanzati utili suggerimenti alriguardo.

Durante il secondo Seminario preparatorio, svoltosi adAlmaty, Kazakistan, il 24 e 25 gennaio, sono emerseimportanti proposte nel campo della gestione dellamigrazione economica e delle sue implicazioni per lasicurezza. Nel corso del terzo ed ultimo seminariopreparatorio, svoltosi a Kyiv, Ucraina, il 10 e 11 marzo,i partecipanti hanno esaminato gli aspetti economici esociali dell’integrazione di persone appartenenti aminoranze nazionali, la promozione dell’integrazione ela prevenzione della discriminazione, le politicheeducative a favore dell’integrazione e l’importanza diun’efficiente amministrazione pubblica per la gestionedell’integrazione.

Il tredicesimo Foro economico, tenuto a Praga dal 23al 27 maggio, ha avuto per oggetto il tema “Tendenzedemografiche, migrazione e integrazione delle per-sone appartenenti a minoranze nazionali: garanzie disicurezza e di sviluppo sostenibile nell’areadell’OSCE”. L’evento ha riunito oltre 450 persone, tracui rappresentanti degli Stati partecipanti all’OSCE,dei Partner asiatici e mediterranei per la cooperazione,del Segretariato e delle presenze sul terrenodell’OSCE, di organizzazioni internazionali e ONG,nonché accademici e rappresentanti della comunitàimprenditoriale. I temi della demografia, della migra-zione e dell’integrazione continuano a figurare tra lepiù importanti sfide per gli Stati partecipanti all’OSCE,nonché una delle loro principali preoccupazioni.

La Presidenza ha attribuito grande importanza aiseguiti del Foro economico: in cooperazione conl’OCEEA, l’OIM e l’ICMPD, ha elaborato in settembreun documento di riflessione sulla gestione della migra-zione e, insieme all’Alto Commissario per le minoranzenazionali, ha redatto un progetto di Dichiarazione suiprincipi di integrazione nel rispetto delle diversità. LaDecisione del Consiglio dei ministri di Lubiana sullamigrazione ha aperto la strada ad un’intensificazionedelle attività dell’OSCE in tale ambito. Il documentodal titolo “Cooperazione a favore di migliori politiche inmateria di migrazione economica – Proposta di uncontributo dell’OSCE” offre elementi di riflessione perproseguire nel 2006 le attività afferenti a tale settore.La Presidenza ha offerto assistenza all’organizzazionedel seminario sulla migrazione in Asia centrale, cheera oggetto di una delle raccomandazioni concrete del

Foro economico, e parteciperà al gruppo di studiocongiunto OSCE-ICMPD sui lavoratori migranti in Asiacentrale, previsto dal 31 gennaio all’1 febbraio 2006ad Almaty. La Presidenza ha offerto il suo appoggioalla redazione del Manuale OSCE-OIM sull’adozionedi efficaci politiche per i lavoratori migranti nei Paesi diorigine e di destinazione, che sarà presentato alla finedi maggio 2006 a Praga, in occasione della quattordi-cesima riunione del Foro economico dell’OSCE.

Attività nel quadro della dimensioneumana

Le attività del Presidente in esercizio nel quadro delladimensione umana sono molteplici. Un certo numerodi attività hanno seguito l’abituale calendario deglieventi annuali organizzati in cooperazione conl’ODIHR: la Riunione sull’attuazione degli impegni nelquadro della dimensione umana (il seminario annualedell’ODIHR) e le tre Riunioni supplementari nel quadrodella dimensione umana. Altre importanti attivitàhanno riguardato l’organizzazione della Conferenzasull’antisemitismo e altre forme di intolleranza, l’elabo-razione di un addendum al Piano d’azione dell’OSCEper la lotta alla tratta di esseri umani: affrontare leesigenze specifiche di tutela e assistenza dei minorivittime della tratta, nonché il lavoro svolto nel campodelle elezioni democratiche. La Presidenza slovena haavviato un progetto pilota di educazione ai dirittidell’uomo per i giovani della regione OSCE al fine dimettere in atto quanto previsto nella Strategia per farfronte alle minacce alla sicurezza e alla stabilità nelventunesimo secolo. La dimensione umana continua asvolgere un ruolo importante nelle attività del Presi-dente in esercizio a livello regionale.

La prima Riunione supplementare nel quadro delladimensione umana si è tenuta a Vienna il 21 e 22aprile. Il tema della riunione, “Sfide poste dalle tecno-logie e dalle procedure elettorali” è stato scelto perconsentire a tutte le parti coinvolte, ivi incluse le orga-nizzazioni internazionali e le ONG, di fornire contributiai lavori in tre settori di interesse: le nuove tecnologieelettorali (sfide al processo elettorale), gli impegnidell’OSCE in campo elettorale (attuali sfide nell’ambitodell’attuazione – impegni supplementari (“CopenaghenPlus”) come possibile mezzo per migliorare l’ottempe-ranza) e l’osservazione elettorale (sfide al migliora-mento dell’integrità delle elezioni).

La seconda Riunione supplementare nel quadro delladimensione umana è stata dedicata al tema dei Dirittiumani e della lotta al terrorismo. La riunione, svoltasi aVienna il 14 e 15 luglio, ha evidenziato progressi intale settore. Esistono tuttavia aree e situazioni in cui sipotrebbe migliorare il rispetto della libertà di religione odi credo, rafforzare la lotta contro la tortura e promuo-vere ulteriormente il ruolo della società civile. Aseguito di un dibattito assai dinamico, i governi e leorganizzazioni internazionali e non governative hannoformulato raccomandazioni sul tema oggetto dellariunione. Gli Stati partecipanti hanno ribadito la lorodeterminazione a combattere il terrorismo in tutte lesue forme e manifestazioni, come un crimine che nonha giustificazioni, qualunque sia la motivazione ol’origine, e di condurre tale lotta nel rispetto dello stato

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di diritto e conformemente ai loro obblighi ai sensi deldiritto internazionale, in particolare i diritti umani inter-nazionali, i diritti dei rifugiati e il diritto umanitario.

La terza Riunione supplementare nel quadro delladimensione umana ha esaminato il Ruolo degli avvo-cati della difesa quali garanti di un giusto processo. Lariunione, tenutasi a Tbilisi, Georgia, il 3 e 4 novembre,è stata la prima svoltasi fuori Vienna e la prima adaffrontare tale tema. In tale occasione sono stateesaminate questioni quali la possibilità di servirsi dellaconsulenza legale, l’ammissione alla professioneforense e la sua regolamentazione, nonché l’ugua-glianza delle parti nei procedimenti penali. I parteci-panti hanno formulato numerose raccomandazioni agliStati partecipanti e all’OSCE e hanno offerto suggeri-menti riguardo a ulteriori iniziative in tale settore.

Il Seminario 2005 nel quadro della dimensione umanasi è svolto a Varsavia dall’11 al 13 maggio ed è statodedicato al tema Migrazione e integrazione. L’incontroha rappresentato un’ottima opportunità per porre inrilievo il lavoro compiuto dall’OSCE e dall’ODIHR intale ambito. Le raccomandazioni formulate nel corsodella riunione contemplavano la necessità di unapproccio transdimensionale nell’elaborazione di unastrategia per la gestione delle questioni migratorie,nonché una dichiarazione di principi sull’integrazione.

Come sollecitato dalla riunione del Consiglio dei mini-stri di Sofia, la Presidenza ha convocato una confe-renza speciale sui temi oggetto di una decisione sullatolleranza e la non discriminazione. La Conferenzadell’OSCE sull’antisemitismo e su altre forme di intolle-ranza, che si è tenuta a Cordova, Spagna, l’8 e 9 giu-gno, ha delineato e riepilogato il lavoro svolto nel2004. Il messaggio principale della Conferenza èriportato nella Dichiarazione di Cordova del Presidentein esercizio. La Conferenza ha trattato da un lato i variaspetti della lotta all’antisemitismo e dall’altro ha esa-minato i metodi per contrastare altre forme di intolle-ranza e di discriminazione, tra cui il razzismo e laxenofobia. Per la prima volta nel contesto dell’OSCE itemi dell’intolleranza e della discriminazione nei con-fronti dei cristiani, dei musulmani e di membri di altrereligioni sono stati discussi durante due sessioni dilavoro formali. I dibattiti hanno evidenziato il ruolo deimezzi d’informazione, dell’istruzione, delle forze dipolizia e della legislazione e hanno posto l’accentosulla crescente necessità di affrontare le questioniconnesse alla tolleranza e alla non discriminazionepromovendo il rispetto e la comprensione reciproci,nonché la necessità di una piena attuazione degliimpegni dell’OSCE in tale settore.

La Riunione sull’attuazione degli impegni nel quadrodella dimensione umana ha avuto luogo a Varsaviadal 19 al 30 settembre. Contrariamente al passato, lariunione ha avuto per oggetto la ricerca di legamitematici fra tre argomenti specificatamente selezionati:la tolleranza e la non discriminazione, la situazione deimezzi d’informazione nella regione dell’OSCE e ilruolo degli attori statali e non statali nella promozionedella libertà dei mezzi d’informazione, nonché i metodiper prevenire e combattere la tortura.

Come richiesto dal Consiglio dei ministri di Sofia, il

Consiglio permanente, attraverso il Gruppo di lavoroinformale sulle pari opportunità e la lotta alla tratta diesseri umani e con l’assistenza del Rappresentantespeciale per la lotta alla tratta di esseri umani e di altrepertinenti strutture dell’OSCE, ha elaborato un Adden-dum al Piano d’azione dell’OSCE per la lotta alla trattadi esseri umani, che riguarda le esigenze specifiche ditutela e assistenza dei minori vittime della tratta.L’Addendum è stato adottato il 7 luglio dal Consigliopermanente ed è stato approvato dalla riunione delConsiglio dei ministri di Lubiana.

La Presidenza, in cooperazione con il Rappresentantespeciale dell’OSCE per la lotta alla tratta di esseriumani, ha consolidato le attuali relazioni di partena-riato con altre organizzazioni internazionali, intergo-vernative e non governative nell’ambito dell’Alleanzacontro la tratta di persone, creata al fine di sviluppareulteriormente valide ed efficaci strategie comuni e dioffrire agli Stati partecipanti e ai Partner per la coope-razione risposte concertate e contributi al processodecisionale. In tale contesto sono stati organizzati aVienna tre importanti eventi: una riunione di espertinazionali sull’assistenza alle vittime della tratta e larelativa tutela, svoltasi il 28 febbraio, la Conferenzaannuale dell’OSCE sulla lotta alla tratta di esseriumani, con particolare riguardo alla tratta di minori,che ha avuto luogo il 18 marzo, e la Conferenzadell’OSCE sul tema dello sfruttamento economicoforzato, svoltasi il 7 e l’8 novembre.

Facendo seguito alla Riunione supplementare sullesfide poste dalle nuove tecnologie e procedure eletto-rali, svoltasi in aprile, la Presidenza ha presentato undocumento non ufficiale sulle elezioni, in cui vienesuggerito un triplice approccio. In tale contesto la Pre-sidenza ha proposto all’ODIHR di convocare tre riu-nioni di esperti tecnici sui seguenti temi: eventualiimpegni supplementari in materia di elezioni demo-cratiche, osservazione elettorale, nuove tecnologieapplicabili alle elezioni. Una prima riunione suglieventuali impegni supplementari in materia di elezionidemocratiche ha avuto luogo a Varsavia in settembre.Gli esperti che vi hanno preso parte hanno propostol’elaborazione di impegni supplementari (“CopenaghenPlus”), come illustrato nella Nota esplicativa OSCE /ODIHR su eventuali impegni supplementari per leelezioni democratiche. La questione è stata discussa aVarsavia durante la Riunione principale sull’attuazionedegli impegni nel quadro della dimensione umana e ungenerale sostegno a tale idea è stato espresso nelcorso di una riunione informativa per le delegazioni sultema “Copenaghen Plus”, svoltasi in ottobre a Vienna.Alla fine di novembre l’ODIHR ha organizzato a Moscauna riunione per discutere le questioni concernentil’osservazione elettorale. La Presidenza ha propostoun progetto di decisione del Consiglio dei ministri sulmiglioramento delle elezioni democratiche attraversoimpegni supplementari (documento “ Copenaghen –plus ”), che pone l’accento su tre impegni supplemen-tari: la trasparenza, la responsabilità e la fiduciapubblica.

A seguito dell’adozione del Piano d’azione 2004dell’OSCE per la promozione della parità fra i sessi, laPresidenza ha co-organizzato un Seminario di espertisulla violenza contro le donne, svoltosi a Parigi il 28 e

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29 aprile, cui hanno partecipato i principali espertidelle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa, dell’UE edell’OSCE, nonché altre organizzazioni internazionali.Il seminario si è concentrato su tre aspetti della vio-lenza contro le donne: la violenza familiare e dome-stica, la violenza derivante da circostanze sociali edeconomiche e la violenza sessuale nel contesto diconflitti armati.

La Presidenza, congiuntamente all’ODIHR, al Consi-glio d’Europa e all’Osservatorio europeo dei fenomenidi razzismo e xenofobia (EUMC), ha organizzato unaconferenza internazionale intesa a promuovere l’agen-da del Piano d’azione dell’OSCE per migliorare lasituazione dei Rom e dei Sinti, adottato nel 2003. Laconferenza, che si è svolta a Varsavia in ottobre, si èfocalizzata sulla ricerca di misure concrete per attuarepolitiche e piani d’azione a favore dei Rom, dei Sinti edei nomadi, nonché di misure per contrastare il feno-meno dell’ostilità nei confronti degli zingari in Europa. Ipartecipanti hanno proposto di dare seguito nel 2006alle raccomandazioni formulate nel corso della confe-renza.

In linea con gli sforzi compiuti dall’OSCE per pro-muovere la tolleranza e la lotta alla discriminazione, ilPresidente in esercizio ha rinnovato l’incarico diAnastasia Crickley quale Rappresentante personaleper la lotta al razzismo, alla xenofobia e alla discrimi-nazione, con particolare riguardo anche all’intolleranzae alla discriminazione contro i cristiani e i membri dialtre religioni e gli incarichi di Gert Weisskirchen qualeRappresentante personale per la lotta all’antisemiti-smo e dell’Ambasciatore Omur Orhun quale Rappre-sentante personale per la lotta all’intolleranza e alladiscriminazione nei confronti dei musulmani.

La Presidenza ha proposto un progetto pilota dieducazione ai diritti umani al fine di contribuire arafforzare l’attuazione della Strategia dell’OSCE perfar fronte alle minacce alla sicurezza e alla stabilità nelventunesimo secolo e di altri pertinenti impegni OSCE.Il progetto è stato messo a disposizione di tutti gli Statipartecipanti. I testi didattici sono stati tradotti in 16lingue parlate negli Stati partecipanti all’OSCE, ivi in-clusa la lingua rom. Il progetto pilota è stato avviatoall’inizio dell’anno scolastico per gli scolari di: Albania,Azerbaigian, Belgio, Bulgaria, Croazia, Germania,Irlanda, Federazione Russa, Serbia e Montenegro,Slovenia, l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia,Turchia e Ucraina. Il materiale didattico, dal titolo “Inostri diritti”, si basa sulla Convenzione delle NazioniUnite sui diritti del bambino ed è stato elaborato incooperazione con il Consiglio d’Europa e con lepertinenti ONG. Esso può integrare le metodologie egli strumenti esistenti o offrire un approccio innovativoal di fuori dei programmi scolastici tradizionali.

Nello svolgimento di tutte le attività e di tutti gli eventiconcernenti la dimensione umana la Presidenza hadedicato particolare attenzione all’importante ruolodella società civile e delle ONG. All’inizio del suomandato, il 13 gennaio, il Presidente in esercizio haincontrato a Vienna i rappresentanti di ONG e dellasocietà civile che svolgono un ruolo attivo nella re-gione dell’OSCE. Alla vigilia della Conferenza di Cor-dova egli ha inoltre rivolto un’allocuzione al Foro delle

ONG tenutosi a Siviglia.

In dicembre il Presidente in esercizio ha espresso alSegretario generale delle Nazioni Unite l’interessedell’OSCE a sostenere l’iniziativa per un’Alleanza delleciviltà, conformemente a quanto richiesto dal Consigliodei ministri di Lubiana.

Questioni amministrative

Una delle fondamentali priorità della Presidenza slo-vena era assicurare l’adozione del Bilancio unificatoOSCE per il 2005. L’assenza di un bilancio approvato,protrattasi per diversi mesi, si è sommata al generalesenso di instabilità e ha minacciato l’efficace gestionedelle operazioni dell’OSCE. Il 12 maggio è stato rag-giunto un consenso sull’adozione di un bilancio di168,8 milioni di Euro.

Un’altra importante sfida per la Presidenza è stata laricerca di un successore del Segretario generale JanKubis, il cui mandato scadeva in giugno. Sotto la guidadella Slovenia è stato raggiunto un consenso sullanomina di Marc Perrin de Brichambaut, che il21 giugno è divenuto il quarto Segretario generaledell’OSCE.

Il perdurare della mancanza di un accordo sulla scaladi ripartizione dei contributi degli Stati partecipanti albilancio dell’OSCE ha minacciato di ostacolare seria-mente il lavoro dell’Organizzazione. Fortunatamente,dopo una lunga serie di negoziati, è stato raggiunto unaccordo il 25 novembre, a seguito del quale è statoadottato, il 20 dicembre, il Bilancio unificato 2006, perla prima volta in cinque anni entro la scadenza stabilitadai Regolamenti finanziari e dalle pertinenti decisionidel Consiglio permanente.

Questioni regionali

Europa sudorientaleLa prospettiva di entrare nell’UE e nella NATO ha rap-presentato per i Paesi dell’Europa sudorientale il piùimportante incentivo a portare avanti i processi di ri-forma. Al fine di sostenere e integrare i loro sforzil’OSCE si è concentrata sul rafforzamento delle capa-cità e delle istituzioni in vari settori. La Presidenza harichiesto alle missioni OSCE di prevedere in qualemisura tali attività supplementari potevano rientrarenei loro mandati, incidere sui loro attuali programmi econsentire l’adempimento dei loro compiti senza mo-dificare mandati o programmi.

La promozione della cooperazione regionale nelcampo del ritorno dei rifugiati, della cooperazione in-terstatale nei procedimenti giudiziari per crimini diguerra e della riconciliazione è stata una delle prioritàall’ordine del giorno. La Presidenza ha organizzatouna riunione ministeriale a Brioni, Croazia, sui proce-dimenti giudiziari per crimini di guerra al fine di metterein evidenza la necessità di proseguire la coopera-zione. A tale iniziativa ha fatto seguito una riunione alivello di esperti. La Presidenza ha inoltre appoggiato ilprocesso di riconciliazione (“Iniziativa Igman”), che hariunito i Capi di Stato della Croazia, della Bo-snia-Erzegovina e della Serbia e Montenegro.

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La Presidenza ha sostenuto l’importante ruolo svoltodall’OSCE in Kosovo attraverso la sua più ampia mis-sione e ha partecipato attivamente ai lavori del Comi-tato direttivo (insieme alle Nazioni Unite e all’UE),sotto la direzione del Rappresentante Speciale delSegretario generale delle Nazioni Unite, SorenJessen-Petersen. Nella situazione attuale non appareancora necessario apportare modifiche sostanziali almandato della Missione. Nel corso dell’anno la Mis-sione ha proseguito le sue attività nel campo delmonitoraggio attivo e del rafforzamento delle capacità,lasciando sufficiente flessibilità per proseguire i lavoriin una nuova struttura dopo la conclusione dei colloquirelativi allo status. Il ruolo degli uffici distaccati dellaMissione OSCE sarà presto rafforzato a seguito delgraduale ritiro della Missione delle Nazioni Unite inKosovo, ed essi si troveranno in una posizione parti-colarmente idonea per trattare questioni relative alrafforzamento delle capacità e per monitorare il fun-zionamento delle istituzioni locali e l’operato delleforze di polizia. Durante le sue frequenti visite nellaregione il Presidente in esercizio ha ripetutamentesottolineato la necessità da parte di Pristina e Bel-grado di comprendere che, nell’ambito dei futurinegoziati sullo status, sarà essenziale giungere a deicompromessi e che entrambe le parti dovranno fareimportanti concessioni.

Relativamente alla Bosnia-Erzegovina, il Presidente inesercizio ha preso parte alla cerimonia di commemo-razione dei fatti di Srebrenica, un evento estrema-mente importante per il processo di riconciliazione nelPaese e nell’intera Europa sudorientale. Nel corsodella sua visita a settembre egli ha ribadito l’appoggiopieno e duraturo dell’OSCE alla stabilizzazione politicae alle riforme in corso. Ha discusso la situazione poli-tica in Bosnia-Erzegovina, tenendo conto in particolaredella situazione di stallo intervenuta nel processo diriforma della polizia e delle relative implicazioni per ilprocesso di integrazione europea, nonché la futurastruttura della comunità internazionale nel Paese. Egliha trattato inoltre temi quali le iniziative di riforma delladifesa, la cooperazione con il Tribunale penale inter-nazionale per l’ex Jugoslavia e i procedimenti penalinazionali per crimini di guerra, la democratizzazione el’efficiente amministrazione pubblica nonché altre ini-ziative dell’OSCE. Sotto gli auspici della Presidenza inesercizio è stata organizzata a Sarajevo una confe-renza internazionale per celebrare il decimo anniver-sario della firma degli Accordi di pace di Dayton.Obiettivo di tale evento era esaminare il quadro storicoe discutere eventuali possibilità di cooperazione futurain un più ampio contesto europeo e globale.

In occasione di una visita a Tirana, il Presidente inesercizio ha affermato che le elezioni parlamentari diluglio hanno rappresentato un importante banco diprova per l’integrazione Euro-atlantica perseguitadall’Albania, nonché un indicatore della stabilità poli-tica e dello sviluppo democratico del Paese. Nel corsodell’intero processo l’OSCE ha offerto assistenza alivello politico e tecnico alle procedure elettorali e hainoltre inviato una missione di osservazione elettoraledell’ODIHR incaricata di valutare la conformità delleprocedure elettorali agli impegni e agli standard previ-sti dall’OSCE per le elezioni democratiche. Il ruolo

svolto dall’OSCE è stato puramente tecnico e politi-camente neutrale, finalizzato ad assicurare elezionieque e corrette.

A settembre il Presidente in esercizio si è recato aSkopje, dove ha incontrato alcuni leader dell’exRepubblica jugoslava di Macedonia. Egli ha espressoil fermo sostegno della Slovenia agli encomiabili sforzidella Missione OSCE nei settori dello stato di diritto edella riforma giudiziaria e ha affermato che la strutturadella Missione dovrebbe rimanere inalterata almenofino alla conclusione delle elezioni parlamentari del2006.

Europa orientale

Nel 2005 l’OSCE ha continuato ad adoperarsi per tro-vare una soluzione politica pacifica alla questionedella Transnistria, che rispetti pienamente l’indipen-denza, la sovranità e l’integrità territoriale della Re-pubblica di Moldova, pur garantendo uno status parti-colare alla regione transnistriana della Moldova. Amarzo e ottobre il Presidente in esercizio si è recato invisita nella Repubblica di Moldova e ha incontrato rap-presentanti di Chisinau e Tiraspol, con i quali hadiscusso tutti gli aspetti relativi alla soluzione dellaquestione Transnistriana.

Oltre a sostenere gli sforzi volti a dare nuovo impulsoalla ricerca di una soluzione politica alla questionedella Transnistria e accogliendo con soddisfazionel’inclusione dell’UE e degli USA nel processo, in qua-lità di osservatori, la Presidenza ha altresì incoraggiatoi contatti e il dialogo tra Chisinau e Tiraspol e si è ado-perata per ristabilire un quadro stabile e duraturo, chesia accettabile da entrambe le parti.

La soluzione del problema transnistriano ha ricevutonuovo impulso dal progetto del Presidente ucrainoViktor Yushchenko, Verso una risoluzione – attraversola democratizzazione, e da una “roadmap/progetto,che ha posto anche le basi per l’invio di una missioneUE di monitoraggio delle frontiere sul confinemoldovo-ucraino.

Il pacchetto di misure per rafforzare la fiducia e la sicu-rezza, presentato in luglio alle parti Moldova eTransnistriana dalla Federazione Russa, dall’Ucrainae dall’OSCE, mira a rafforzare la sicurezza e la fiduciae a pervenire ad una stabile smilitarizzazione.

Nel 2005 non ha avuto luogo alcun ritiro di armamentied equipaggiamenti della Federazione Russa dallaRepubblica di Moldova.

Le prime due visite regionali del Presidente in eserci-zio hanno avuto per meta l’Ucraina, successivamenteagli eventi degli ultimi mesi del 2004. In tale occasio-ne, infatti, ha avuto luogo la maggiore operazione dimonitoraggio elettorale della storia dell’Organizza-zione, cui hanno preso parte più di 1.000 osservatorielettorali. Il Presidente in esercizio si è recato unaterza volta in Ucraina a ottobre per discutere, tral’altro, l’attuale ruolo dell’OSCE e le sue attività dicooperazione con l’Ucraina.

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Prosegue la pressione sulle scuole moldove della Transnistria

La maggior parte degli studenti nell’areadell’OSCE considera come una cosanaturale iniziare un nuovo anno scola-stico nelle loro scuole e conformementeal calendario previsto. Non è così per i4.200 alunni delle sei scuole moldoveche utilizzano l’alfabeto latino nella re-gione separatista della Transnistria.

La controversa questione delle scuolemoldove nella Transnistria è un perdu-rante retaggio del conflitto armato del1992 tra le forze della Transnistria edella Moldova.

Le autorità separatiste della Transnistriahanno reintrodotto l’uso dell’alfabetocirillico, in linea con la passata politicasovietica. Scritta in caratteri cirillici, lalingua moldova, che è essenzialmente lalingua romanza rumena, era consideratadai sovietici come una lingua diversa dalrumeno, che utilizza i caratteri latini. Seiscuole della regione hanno tuttavia con-tinuato ad impiegare l’alfabeto latino neiloro corsi di insegnamento, articolatisulla base dei programmi di studio delMinistero dell’educazione moldovo. In-differenti alle costanti intimidazioni daparte delle autorità locali, gli insegnantihanno continuato ad educare oltre 4.000scolari utilizzando la loro scrittura nativa,quell’alfabeto latino che la Moldova haripristinato nel 1989.

“Vorrei conservare la mia lingua rumena,le tradizioni rumene, anche se è diffi-cile”, ha affermato Natalia, che frequentail Liceo Erica di Ribnita.

E le difficoltà non mancano. I genitoriche iscrivono i loro figli presso una dellescuole che offrono programmi di studiomoldovi basati sull’alfabeto latino pos-sono perdere il loro posto di lavoro.

Le 33 scuole della Transnistria che uti-lizzano l’alfabeto cirillico non costitui-scono un’alternativa allettante: le scuoleseguono un corso di studi obsoleto, conlibri di testo che risalgono al periodosovietico.

Non vi sono inoltre Istituti di istruzionesuperiore in qualsiasi altra parte delmondo – neppure in Transnistria – cheimpartiscano l’insegnamento del rumenoutilizzando l’alfabeto cirillico. L’insistenzadelle autorità sull’uso del cirillico priva gliscolari moldovi in Transnistria del dirittodi proseguire gli studi superiori nella lorolingua materna.

Molti genitori, in una situazione cheappare senza via d’uscita, scelgono diiscrivere i loro figli in un istituto di inse-gnamento russo, dove gli standard edu-cativi sono relativamente aggiornati.Alcuni adottano misure ancora più dra-stiche, lasciando la loro terra d’origine etrasferendosi sulla riva destra, in Mol-dova.

Ogni estate, sin dal 1994, sorgono con-trasti con le autorità della Transnistriasull’autorizzazione alla riapertura dellescuole per il successivo anno scolastico.Ogni anno, la Missione dell’OSCE, con ilsostegno dell’Alto Commissario OSCEper le minoranze nazionali, intensifica isuoi sforzi di mediazione.

Nel 2003, l’Ufficio dell’Alto Commissarioe la Missione OSCE in Moldova hannoconcordato un’intesa generale, mal’euforia si è dimostrata di breve durata.

Il 15 luglio 2004 le milizie della Transni-stria hanno fatto irruzione nella scuolamoldova di Tiraspol, distruggendo partedell’edificio e confiscando beni e altreproprietà dell’istituto scolastico. Le auto-rità della Transnistria hanno inoltre mi-nacciato le scuole di Bender e Ribnita,che utilizzano l’alfabeto latino, togliendoloro l’elettricità, l’acqua e il gas. Gli stu-denti, i genitori e gli insegnanti si sonoassunti il compito di vigilare giorno enotte sugli edifici scolastici. Al fine didisinnescare una situazione potenzial-mente esplosiva, membri della Missionedell’OSCE e i colleghi del Segretariatohanno monitorato le scuole di Bender eRibnita dall’alba al tramonto, per settegiorni alla settimana.

La Missione ha tenuto inoltre colloquicon le autorità locali, che non hannopurtroppo dimostrato disponibilità ad uncompromesso. Il 29 luglio la milizia dellaTransnistria ha fatto irruzione nellascuola di Ribnita.

Le tensioni aumentavano, ma la comu-nità internazionale ha mostrato fermezzainsistendo sulla necessità che le autoritàdella Transnistria giungessero ad uncompromesso. Alla fine di agosto è statafinalmente autorizzata la registrazionedelle scuole quali istituti di insegna-mento privato, per la durata di un anno,consentendo l’impiego di programmi distudio moldovi e l’utilizzo dell’alfabetolatino. Quattro delle sei scuole hannoiniziato l’anno scolastico 2004 nei ter-mini previsti.

Il liceo Evrica di Ribnita, tuttavia, eraancora privo di una scuola poiché leautorità locali rifiutavano la restituzionedell’edificio posto sotto sequestro.L’insegnamento è ripreso “in esilio”presso l’asilo infantile di una fabbricalocale, nel mese di ottobre.

A Tiraspol la scuola era in fase di re-stauro. Fino alla sua riapertura, il 7 feb-braio 2005, i suoi 500 scolari hannodovuto percorrere lunghi tragitti per fre-quentare le scuole in villaggi vicini.

Nell’estate 2005 gli alunni, i genitori e gliinsegnanti temevano una ripetizionedell’incubo vissuto nel 2004. Tuttavia,grazie agli sforzi di mediazione dellaMissione OSCE, di concerto con ico-mediatori delle ambasciatedell’Ucraina e della Federazione Russa,l’anno scolastico è iniziato nei terminiprevisti.

A partire dal 28 febbraio 2005, la Mis-sione dell’OSCE ha ospitato nove riu-nioni negoziali di esperti di Tiraspol eChisinau in materia di istruzione. L’1luglio i negoziati hanno portato ad unaccordo su una serie di statuti scolasticie sulla registrazione permanente dellequattro scuole moldove registrate in viatemporanea nel 2004.

“L’auspicio è che ciò porti ad una solu-zione da tempo attesa della controversiasull’esistenza delle scuole moldove nellaTransnistria”, ha affermato KristinFranklin, funzionario responsabile per ladimensione umana della Missionedell’OSCE.

“La registrazione permanente comportache le autorità locali della Transnistriaconsiderano ora tali istituti come entitàgiuridiche.”

Nonostante l’accordo raggiunto riman-gono irrisolte alcune questioni, la piùevidente delle quali riguarda l’edificioscolastico sotto sequestro del liceoEvrica di Ribnita.

Il Capo della Missione OSCE in Mol-dova, Ambasciatore William Hill, haaffermato che: “Le autorità locali di Rib-nita si sono di fatto appropriatedell’edificio. Esse devono restituirlo allascuola senza ulteriore indugio e senzaporre alcuna condizione.

L’Ucraina collabora con il Coordinatore dei progettiOSCE in Ucraina e con altre organizzazioni interna-zionali nell’attuazione di attività volte a rafforzare e aconsolidare i progressi democratici realizzati dalPaese. Il Coordinatore dei progetti si è adoperato alfine di migliorare la legislazione e le procedure eletto-

rali, anche creando sistemi di preallarme per le immi-nenti elezioni parlamentari del 2006, promuovere losviluppo economico e sociale, tutelare e promuoverela libertà dei mezzi di informazione, instaurare leggi atutela delle minoranze nazionali e rafforzare la sicu-rezza interna e delle frontiere.

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Relativamente alla Belarus l’OSCE ha espresso le suepreoccupazioni in merito alla situazione della societàcivile, dello stato di diritto e dei diritti umani. L’Organiz-zazione continua a monitorare la situazione dellasocietà civile e a collaborare con le autorità belaruse,conformemente al mandato dell’Ufficio di Minsk, al finedi assicurare l’ottemperanza agli impegni OSCE.

Caucaso

Nel Caucaso meridionale l’OSCE ha svolto un ruologuida, collaborando con le parti per la soluzione delconflitto in Ossezia meridionale, Georgia, e del con-flitto oggetto della Conferenza OSCE di Minsk nelNagorno-Karabakh. Nell’intera regione l’Organizza-zione si è concentrata sulla riforma costituzionale,sull’amministrazione locale e sui sistemi elettorali, e sista adoperando per consolidare i principi della libertàdi riunione e della libertà dei mezzi di informazione.

Il Presidente in esercizio si è recato in visita nei Paesidel Caucaso meridionale dal 30 marzo al 2 aprile e haeffettuato una seconda visita in Armenia e in Azerbai-gian tra il 4 e il 6 settembre. Egli ha nominato MirceaGeoana, ex Ministro degli esteri della Romania e Pre-sidente in esercizio dell’OSCE nel 2001, quale suoRappresentante personale per la Georgia. Geoana siè recato in visita a Tbilisi e a Tskhinvali il 6 e 7 ottobre.

Durante le visite effettuate in Georgia il Presidente inesercizio e il suo Rappresentante personale si sonofelicitati dei lavori svolti sugli emendamenti alla Costi-tuzione del Paese e hanno giudicato incoraggianti leriforme intraprese dalla Georgia lo scorso anno.

Nel quadro del conflitto in Ossezia meridionale, Geor-gia, l’OSCE ha facilitato il processo politico e haappoggiato la smilitarizzazione concordata dalle parti.La Presidenza slovena ha accolto con favore l’assi-stenza prestata alle autorità georgiane dalla Com-missione di Venezia per l’elaborazione di proposteconcrete sullo status dell’Ossezia meridionale. Il raf-forzamento della fiducia e la ristrutturazione econo-mica dovrebbero far parte di un approccio concertatovolto ad assicurare una pace sostenibile a questaregione della Georgia da tempo instabile.

La prima riunione di esperti nel quadro del progettoper il Dialogo georgiano-osseto si è tenuta a Brdo priKranju, Slovenia, dal 15 al 18 marzo, sotto gli auspicidella Presidenza slovena e dell’Istituto internazionaledi studi strategici con sede a Londra. Obiettivo dellariunione era fornire l’opportunità di uno scambio infor-male di opinioni su un’ampia gamma di questioni con-nesse alla risoluzione del conflitto. Vi hanno parteci-pato rappresentanti dei parlamenti della Georgia edell’Ossezia meridionale, del governo e di ONG, non-ché un rappresentante dell’Ossezia settentrionale. Ilmodello della riunione prevedeva che i partecipantiintervenissero a titolo personale e che non esprimes-sero le posizioni ufficiali delle loro organizzazioni.

La Presidenza slovena ha ospitato inoltre la riunionedella Commissione congiunta di controllo sul conflittogeorgiano-osseto, che si è svolta tra il 15 e il 17novembre a Brdo pri Kranju, Slovenia. In tale occa-sione il Presidente in esercizio ha invitato i rappre-

sentanti della Georgia, della Federazione Russa edell’Ossezia settentrionale e meridionale a procedereverso una risoluzione pacifica del conflitto e li haesortati a creare le condizioni per instaurare al piùpresto un dialogo al più alto livello. L’incontro non èriuscito purtroppo a far superare le divergenze tra leparti; è stato tuttavia espresso il sostegno comune aun programma di ricostruzione economica nella zonadel conflitto, finanziato dalla Commissione europea, eallo studio di valutazione delle necessità avviato direcente.

In merito all’Abkhazia, sotto la Presidenza slovenal’OSCE ha continuato a sostenere il processo di riso-luzione guidato dalle Nazioni Unite e a promuovere lacreazione nella regione di Gali di un Ufficio congiuntoONU-OSCE per i diritti umani, che potrebbe contri-buire ulteriormente al ritorno delle popolazioni sfollate.

Dopo la conclusione nel 2004 del mandato dell’opera-zione di monitoraggio dei confini, la Georgia ha chie-sto l’assistenza dell’OSCE per la gestione e la sicu-rezza delle sue frontiere. In giugno l’OSCE ha avviatoun programma di assistenza alla formazione, che il21 dicembre è stato prorogato per un periodo di seimesi, al fine di completare il programma di formazionecontenuto nella proposta originaria.

La Presidenza ha accolto con soddisfazione la dichia-razione congiunta dei Ministri degli esteri della Geor-gia e della Federazione Russa sulla chiusura dellebasi russe di Batumi e Akhalkalaki, nonché di altreinstallazioni militari in Georgia entro il 2008. Il Consi-glio dei ministri dell’OSCE di Lubiana ha adottato unadichiarazione sulla Georgia, la prima dopo il Consigliodei ministri di Porto del 2002.

In Armenia e Azerbaigian il Presidente in esercizio harafforzato ulteriormente le iniziative dell’OSCE pergiungere a una soluzione duratura del conflitto nelNagorno-Karabakh. Durante le visite effettuate nei duePaesi egli ha rivolto un invito a stabilizzare la situa-zione sulla linea del fronte. Ha ribadito la necessità diesplorare a fondo tutte le possibilità esistenti peraccelerare il processo di pace e ha affermato chel’impegno personale dei Presidenti dell’Azerbaigian edell’Armenia alla vigilia dell’incontro dei ministri degliesteri ha costituito un’importante pietra miliare che hadato ulteriore impulso al processo di pace.

A febbraio una missione d’inchiesta sotto gli auspicidel Gruppo di Minsk si è recata nei territori dell’Azer-baigian intorno al Nagorno-Karabakh per esaminaredirettamente la situazione nei territori occupati. ICopresidenti del gruppo di Minsk hanno incontrato ilPresidente in esercizio due volte durante l’anno, amarzo e a settembre. In dicembre il Gruppo di piani-ficazione ad alto livello dell’OSCE ha effettuato la suaprima missione di accertamento in Armenia e Azer-baigian dal 1997. Il Presidente in esercizio ha inoltreofferto il suo appoggio al lavoro svolto dal suo rappre-sentante personale, Ambasciatore Andrzej Kasprzyk.

Molto è stato fatto nel corso dell’anno passato: lecosiddette Riunioni di Praga dei Ministri degli esteridell’Armenia e dell’Azerbaigian hanno avuto esiti posi-tivi e hanno dato luogo agli incontri dei presidenti dei

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due Paesi a Varsavia e a Kazan, imprimendo pertantonuovo impulso al processo di risoluzione del conflitto.Il Consiglio dei ministri di Lubiana ha adottato unadichiarazione in cui si afferma che è giunto il momentodi compiere la transizione dalla fase negoziale allafase decisionale.

In Armenia il Presidente in esercizio ha incoraggiato leautorità a intraprendere importanti riforme, tra cuil’introduzione di emendamenti al codice elettorale, alfine di rafforzare l’imparzialità, la professionalità e latrasparenza dell’amministrazione elettorale. Egli haofferto l’assistenza dell’OSCE nei settori della riformacostituzionale ed elettorale, della libertà dei mezzi diinformazione e della lotta alla corruzione.

In Azerbaigian il Presidente in esercizio ha ribaditoche l’OSCE è pronta a proseguire la sua assistenzanell’attuazione di diverse riforme, in particolare nelcampo elettorale, della lotta alla corruzione e al rici-claggio di denaro, della diversificazione dell’economiae dei programmi per la promozione e la tutela dei dirittiumani.

Sotto gli auspici della presidenza slovena si è riunita aLubiana dal 18 al 20 gennaio la terza Assemblea ple-naria dell’Iniziativa parlamentare del Caucaso meri-dionale. L’Iniziativa rappresenta un quadro per ildialogo e i contatti, lo scambio di opinioni e l’analisicomune tra i parlamenti dell’Armenia, dell’Azerbaigiane della Georgia, basato sul Memorandum d’intesafirmato dalle tre parti il 13 maggio 2003.

Asia centrale

Il Presidente in esercizio si è recato tre volte in Asiacentrale. Preoccupato per lo stato dei diritti umani edelle libertà fondamentali, nel corso di tali visite egli haposto l’accento sulla necessità di preservare la stabi-lità e di promuovere riforme democratiche nellaregione. La pressione da parte della popolazione stacrescendo, come hanno dimostrato il cambiamento dileadership in Kirghizistan o i violenti avvenimenti inUzbekistan.

Il Presidente in esercizio ha visitato il Kazakistan el’Uzbekistan a febbraio, presentando ufficialmente intale occasione il suo Rappresentante personale perl’Asia centrale, Alojz Peterle. Egli si è recato in Kirghi-zistan immediatamente dopo gli avvenimenti di marzo,e in aprile ha visitato l’intera regione, incontrando rap-presentanti del Kirghizistan, del Tagikistan e del Tur-kmenistan.

In Kirghizistan l’OSCE si è attivata immediatamenteper contribuire a ridurre le tensioni ed ha mantenutoun posto di primo piano nell’ambito delle iniziativeinternazionali volte ad assicurare la stabilità nelPaese. La Presidenza, gli Stati partecipanti, le istitu-zioni dell’OSCE e il suo Centro di Bishkek si sonoimpegnati attivamente al fine di elaborare un pro-gramma di assistenza al Governo kirghizo per farfronte alle conseguenze degli avvenimenti di marzo(Per ulteriori informazioni a tale riguardo vedere pag.24).

L’ODIHR, con il sostegno dell’Assemblea parlamen-

tare, ha monitorato le elezioni presidenziali del 10luglio in Kirghizistan. Nel suo rapporto preliminarel’ODIHR ha dichiarato che la consultazione elettoraleaveva fatto registrare progressi tangibili nell’adempi-mento degli impegni OSCE e di altri impegni interna-zionali in materia di elezioni democratiche, benché lospoglio delle schede sia risultato problematico. Nellesue conclusioni l’ODIHR ha inoltre affermato che ifondamentali diritti civili e politici erano stati rispettati eche il clima dei mezzi di informazione era migliorato.

La sicurezza in Asia centrale, in particolare in Uzbeki-stan, continua a destare preoccupazioni e pertantorichiede soluzioni cooperative. Si auspica che ilGoverno dell’Uzbekistan, in quanto membro di orga-nizzazioni internazionali, collabori con la comunitàinternazionale nello svolgimento di un’indagine indi-pendente sugli avvenimenti verificatisi ad Andijan nelmese di maggio.

Su invito del Ministro degli affari esteri della Repub-blica del Kazakistan l’ODIHR ha monitorato le elezionipresidenziali del 4 dicembre 2005 in Kazakistan.

Su richiesta della Presidenza slovena il Segretariogenerale si è recato in Uzbekistan nel mese di luglio,dove ha incontrato rappresentati del Governo e dellasocietà civile. Uno dei risultati della visita è statol’assenso da parte uzbeka alla presenza di osservatoridell’ODIHR durante i procedimenti giudiziari per i fattidi Andijan. Tuttavia, durante il secondo ciclo di pro-cessi a novembre, la presenza di tali osservatori non èstata più consentita, nonostante le assicurazioni rice-vute al riguardo. La visita ha ristabilito un dialogoautentico e ha contribuito a mantenere le relazioni dilavoro tra l’OSCE e l’Uzbekistan. Essa dovrebbe inol-tre contribuire a rafforzare il ruolo del Capo del CentroOSCE di Tashkent e la sua posizione in loco, nel con-testo di circostanze che appaiono sempre più difficili.

Il Presidente in esercizio dell’OSCE e rappresentantidi altre organizzazioni hanno accolto con favorel’insediamento in Romania di 440 richiedenti asilo /rifugiati dell’Uzbekistan, realizzato ad opera dell’AltoCommissario delle Nazioni Unite per i rifugiati(UNHCR). La Presidenza ha sottolineato in varieoccasioni che le autorità kirghize, con l’assistenzadell’UNHCR, devono assicurare la sicurezza e ilbenessere dei richiedenti asilo che hanno cercatoscampo dai tumulti di Andijan.

Cooperazione con altre organizzazioniinternazionali

Il Presidente in esercizio si è adoperato attivamenteper migliorare le relazioni tra l’OSCE e altre organiz-zazioni internazionali.

Il 4 marzo ha rivolto un discorso al Consiglio di sicu-rezza delle Nazioni Unite e ha incontrato il Segretariogenerale dell’ONU Kofi Annan. La Presidenza ha inol-tre preso parte alla Sesta Riunione ad alto livello tra leNazioni Unite ed altre organizzazioni regionali e inter-governative, svoltasi a New York il 25 e il 26 luglio. Il21 settembre il Presidente in esercizio ha rivolto

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La risposta dell’OSCE agli eventi di marzo in Kirghizistan

Il malcontento da tempo trattenutoin Kirghizistan è esploso improvvi-samente dopo le elezioni parlamen-tari di febbraio e marzo 2005. Lesporadiche proteste levatesi nel suddel Paese successivamente alleelezioni si erano trasformate in piùampie manifestazioni pubbliche.

L’OSCE si è attivata immediata-mente per contribuire a contenere lacrisi, agendo con rapidità per evi-tare che le autorità ricorressero allaforza delle armi per porre sottocontrollo i dimostranti. Al tempostesso, l’Organizzazione si èadoperata in iniziative volte aincoraggiare il dialogo politico tra ilPresidente Askar Akaev e i suoioppositori.

Il 24 marzo, non appena ricevutol’assenso del Governo e dei leaderdell’opposizione a svolgere il ruolodi mediatore, l’OSCE ha inviatoAlojz Peterle a Bishkek in veste diRappresentante personale del Pre-sidente in esercizio con l’incarico dicontribuire ad attenuare le tensioninel Paese. È stata la prima di moltevisite svoltesi nelle settimane suc-cessive.

“Mi trovavo nel bel mezzo di unariunione con il Ministro degli esteriAskar Aitmatov quando ci hannoimprovvisamente interrotti con lanotizia che i dimostranti avevanofatto irruzione nella ‘Casa bianca’ diBishkek, la sede del governo. Inseguito, siamo stati informati che ilPresidente aveva abbandonato ilPaese”, ha riferito il Rappresentantepersonale Peterle.

“Tali sviluppi inaspettati hannoinciso profondamente sul corsodella mia missione, dato che unadelle parti coinvolte nel negoziato siera resa irreperibile. La situazionedi sicurezza era inoltre fuori con-

trollo. Con il ritiro delle forze di sicu-rezza e di polizia il mantenimentodell’ordine pubblico nella capitaleera ormai compromesso e nel corsodella notte del 24 marzo e dellamaggior parte del giorno successivosi sono verificati diffusi e indisturbatiepisodi di saccheggio di esercizicommerciali.

“Era a dir poco una situazione inso-lita: in quel momento il Paese dispo-neva, di fatto, di due parlamenti e divari gruppi di dimostranti.”

Dopo il vuoto politico e di sicurezzadurato un’intera giornata, l’OSCE haavviato rapidamente relazioni dilavoro con il governo transitorio delPaese, fungendo al tempo stessoda piattaforma neutrale per il dia-logo con la nuova leadership eassumendo il ruolo di punto di rife-rimento per azioni coordinate.

L’OSCE ha sollecitato in via priorita-ria il ripristino dell’ordine e dellalegalità.

In cooperazione con l’Unione euro-pea, con l’ONU e, a livello bilatera-le, con le rappresentanze diploma-tiche presenti a Bishkek che ricono-scevano il ruolo guida dell’OSCE intale processo, l’Organizzazione hastabilito un programma di lavorocontenente iniziative urgenti e alungo termine, modificando le suepriorità alla luce dei drammaticimutamenti politici intervenuti nelPaese. Il programma di lavoro èstato elaborato su richiesta delGoverno kirghizo e in stretta colla-borazione con esso.

Nell’elenco dei compiti urgentirisaltava la necessità di offrire assi-stenza pratica per il ripristinodell’ordine e della legalità. È statapresa la decisione di rafforzare il giàben avviato Programma di assi-

stenza alla polizia dell’Ufficio diBishkek, il cui obiettivo generale èdi prestare assistenza nella crea-zione di un servizio nazionale dipolizia entro il 2010. L’Ufficio haintegrato tale programma con unaserie di iniziative di rapido impattointese a rafforzare l’efficienza dellapolizia nel far fronte a questioniquali la prevenzione della crescentecriminalità e il ripristino dell’ordinepubblico.

Il programma di lavoro si concen-trava inoltre sul ruolo diretto e fon-damentale dell’OSCE quale piatta-forma per il dialogo politico tra leparti interessate, ponendo l’accentosu un approfondimento del dialogofra le autorità e la società civile e suquestioni inerenti alle elezioni.

Altre iniziative immediate eranodirette a incoraggiare il Governo ariconfermare le garanzie agli ope-ratori economici locali e internazio-nali, in considerazione del probabiledanno arrecato alla crescita eco-nomica dagli avvenimenti di marzo.La libertà di parola, di espressione edi accesso alle informazioni sonostate riconosciute quali condizioniimprescindibili per l’edificazione diuna società aperta, in particolarenel periodo di transizione.

Pur ritenendo indispensabili le ini-ziative a breve termine l’OSCE èaltresì consapevole che solo unapproccio globale e a lungo terminecreerà una stabilità sostenibile. Nellungo termine l’OSCE concentreràl’attenzione sull’assistenza eletto-rale, sullo stato di diritto, sullariforma della polizia e sul supportolegislativo e giudiziario, sullo svi-luppo di mezzi d’informazione liberie sul sostegno alle attività dellasocietà civile.

un’allocuzione all’Assemblea generale dell’ONU e haincontrato nuovamente il Segretario generale. In taleoccasione egli ha espresso il suo appoggio all’inizia-tiva delle Nazioni Unite per un’Alleanza delle civiltà edha esortato a potenziare la cooperazione tra l’OSCE ele Nazioni Unite in tale campo. Il Consiglio dei ministridi Lubiana ha inoltre delineato il ruolo che l’OSCE puòsvolgere nella promozione del dialogo tra le civiltà eha deciso di offrire un contributo adeguato all’iniziativadell’ONU per un’Alleanza delle civiltà, promuovendo ildialogo interculturale e interreligioso, la comprensionee il rispetto reciproci nonché i diritti umani nell’intera

area dell’OSCE.

Tra gli sviluppi principali figura anche un accordo dicooperazione tra l’OSCE e il Tribunale penale inter-nazionale per l’ex Jugoslavia. Conformemente a unadecisione del Consiglio permanente adottata a mag-gio, le Missioni OSCE in Bosnia-Erzegovina, Croazia eSerbia Montenegro monitoreranno i procedimenti giu-diziari per crimini di guerra per conto dell’Ufficio delpubblico ministero del Tribunale.

In febbraio la Presidenza ha inviato rappresentanti a

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Strasburgo in occasione delle riunioni annuali tripartitee mirate tra l’Ufficio dell’ONU di Ginevra, l’OSCE e ilConsiglio d’Europa, con la partecipazione dell’UE, delComitato internazionale della croce rossa e dell’Orga-nizzazione internazionale per le migrazioni.

La Presidenza ha rinnovato i suoi sforzi per migliorareulteriormente le relazioni tra l’OSCE e l’Unione euro-pea. Il Presidente in esercizio ha preso parte a dueriunioni dell’UE con la Troika dell’OSCE e si è avvalsodella posizione della Slovenia quale membro dell’UEper incoraggiare l’Unione europea a servirsi in modoefficace dell’Organizzazione. L’incontro a livello mini-steriale è stato integrato da due riunioni a livellodiplomatico tra le rispettive Troike dell’OSCE e delComitato per la politica e la sicurezza dell’UE.

Nel 2005 la cooperazione tra l’OSCE e il Consigliod’Europa (CdE) è stata intensificata in modo sostan-ziale. Il Presidente in esercizio ha partecipato al terzoVertice dei Capi di Stato e di Governo del Consigliod’Europa, tenutosi a Varsavia il 16 e il 17 maggio, nelcorso del quale è stata portata all’attenzione dei capidi Stato e di Governo la dichiarazione sulla coopera-zione tra il CdE e l’OSCE.

In febbraio il Presidente in esercizio ha incontrato ilPresidente del Comitato dei ministri del CdE e iSegretari generali di entrambe le organizzazioni. Intale occasione egli ha anche illustrato le prioritàdell’OSCE nel 2005 in un discorso rivolto ai Vice-ministri del CdE. Il 18 aprile si è tenuta inoltre unariunione congiunta del Consiglio permanente e deiViceministri del CdE, al fine di discutere la Dichia-razione sulla cooperazione tra l’OSCE e il Consigliod’Europa. Il Gruppo di coordinamento OSCE-CdE hainiziato i suoi lavori, riunendosi due volte nel 2005. Nelcorso dell’anno la Presidenza ha altresì continuato apartecipare alle riunioni periodiche ad alto livello e alleriunioni di lavoro tra l’OSCE e il Consiglio d’Europa.

La sede centrale della NATO è stata la meta di unodei primi viaggi del Presidente in esercizio (26gennaio). In tale occasione egli ha rivolto un’allocu-zione al Consiglio del Nord Atlantico e ha incontrato ilSegretario generale Jaap de Hoop Scheffer. In no-vembre egli ha inoltre rivolto un discorso al Consigliodella Partnership atlantica a Bruxelles e in maggio alsuo Foro di Aare, Svezia. La Presidenza ha parte-cipato alle riunioni periodiche tra i funzionari delSegretariato OSCE e della NATO, che si sono svoltedurante l’anno.

La Presidenza ha altresì mantenuto le relazioni con leorganizzazioni regionali e subregionali. Il Presidente inesercizio ha preso parte, ad esempio, al Verticedell’Ini ziativa centroeuropea a Piestany, Slovacchia, il25 novembre e ha reso visita all’Organizzazione degliStati americani.

Il Presidente in esercizio si è inoltre avvalso di ogniopportunità per promuovere il dialogo interculturaletramite l’OSCE incontrando, ad esempio, i leader dellaLega degli Stati arabi e dell’Organizzazione dellaConferenza islamica. Le organizzazioni e le iniziativepartner regionali e subregionali sono state regolar-mente invitate a tutti i principali eventi dell’OSCE nel

2005, inclusa la Riunione del Consiglio dei ministri diLubiana, con la possibilità di presentare interventi, oveappropriato. I rappresentanti di pertinenti organizza-zioni sono stati altresì invitati a presentare interventialle riunioni del Consiglio permanente nel corsodell’anno.

Partner asiatici e mediterranei per lacooperazione

La Slovenia ha compiuto importanti sforzi per coinvol-gere maggiormente i Partner asiatici e mediterraneidell’OSCE per la cooperazione nel dialogo e nelleattività in corso. Il Presidente del Consiglio perma-nente è spesso intervenuto alle riunioni del Gruppo dicontatto con i Partner asiatici e mediterranei al fine diaggiornare gli Stati partner su pertinenti questioni,comprese quelle che li riguardano direttamente. GliStati partner sono stati inoltre invitati regolarmente alleriunioni del Consiglio permanente, anche – per laprima volta – a una riunione congiunta svoltasi a mar-gine della Conferenza annuale di riesame sulla sicu-rezza e alla sessione di chiusura delle consultazioniad alto livello sul rafforzamento dell’OSCE.

I temi della migrazione e dell’integrazione, che rappre-sentavano una priorità per la Presidenza slovena,sono stati l’argomento centrale del seminario mediter-raneo dell’OSCE, svoltosi a Rabat l’8 e il 9 settembre.In tale occasione il Presidente in esercizio ha affer-mato che il processo di partenariato dell’OSCE rap-presenta un ponte che collega l’Europa, l’Africa delnord e il Medio oriente e si è rallegrato del fatto chetale partenariato stia diventando più pragmatico. Egliha dichiarato che la migrazione presenta delle sfideper i Paesi di origine e per i Paesi di destinazione,influendo sulla sicurezza, sulla coesione sociale, suidiritti umani e sullo sviluppo economico. Egli ha rile-vato che l’OSCE ha molto da offrire, in termini di espe-rienza, nei settori delle attività di polizia, della lotta allatratta di esseri umani e al terrorismo, delle misure perrafforzare la fiducia e la sicurezza, dell’edificazionedella pace, della democratizzazione, nonché dellaprevenzione dei conflitti etnici. Egli ha affermato inoltreche tale esperienza dovrebbe essere messa al servi-zio dei partner dell’Organizzazione e di altri che condi-vidono i valori dell’OSCE. Sono state incoraggiateefficaci azioni successive al Seminario.

Il Presidente in esercizio ha partecipato alla riunioneannuale dell’OSCE con i Partner asiatici, vale a dire laConferenza OSCE-Corea sulle nuove minacce allasicurezza e un nuovo modello di sicurezza, che si ètenuta a Seul il 25 e il 26 aprile. In occasione di taleevento egli ha affermato che “L’OSCE offre unmodello di cooperazione multilaterale per la sicurezzache potrebbe essere adottato anche nell’Asia nordo-rientale.”

Durante la riunione sono state discusse le sfide postedalle minacce non tradizionali e multidimensionali allasicurezza e alla stabilità nel mondo che, per la lorostessa natura, richiedono una cooperazione multila-terale sempre più approfondita, anche tra l’Europa el’Asia nordorientale. I partecipanti hanno discusso lenuove minacce alla sicurezza e le misure per

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Sostegno alle elezioni in Afganistan

“Le elezioni del 2005 sono daconsiderarsi come un importantepasso in avanti nella promozionedella democrazia, della stabilità edei diritti dell’uomo in Afgani-stan.”

Dal rapporto del Gruppo OSCE disupporto elettorale

In settembre l’OSCE ha inviato perla seconda volta un Gruppo di sup-porto elettorale in Afganistan, unodei suoi Partner per la coopera-zione. Il Gruppo, composto da 32persone, era incaricato di contri-buire alle elezioni dell’Assembleanazionale e dei Consigli provincialisvoltesi il 18 settembre, per la primavolta dopo tre decenni. Come giàper le elezioni presidenziali del2004, il mandato del gruppo pre-vedeva compiti inerenti all’analisidel processo elettorale piuttosto cheall’esercizio delle funzioni più tradi-zionali di osservazione elettorale.

Prima dello svolgimento delle ele-zioni il Gruppo si è riunito puntual-mente con gli organi responsabilidell’amministrazione elettorale, concandidati e partiti politici, con orga-nizzazioni della società civile e conrappresentanti della comunità inter-nazionale. Nel corso della giornataelettorale il gruppo ha visitato circa250 dei 26.500 seggi elettorali. Ilgruppo si è recato anche presso 32centri provinciali di conteggio al finedi analizzare il processo di spogliodelle schede e di elaborazione deitabulati.

“Le forze di sicurezza afgane einternazionali hanno contribuito amantenere un clima elettorale rela-tivamente stabile, nonostante lecontinue minacce alla sicurezza. Adifferenza del 2004, le operazioni di

voto hanno avuto luogo in tutti idistretti. Anche se l’affluenza deglielettori sembra essere inferiorerispetto al 2004, il popolo afgano hadimostrato nuovamente un enco-miabile impegno e spesso, in parti-colare nel caso delle donne, uncoraggio e una risolutezza notevoli.”

Il Rapporto del Gruppo OSCEdi supporto elettorale

Al fine di migliorare le future con-sultazioni elettorali, il gruppo haavanzato alcuni suggerimenti, tracui cinque raccomandazioni prin-cipali:

1) Le spese per lo svolgimentodelle future elezioni devonoessere più sostenibili, mante-nendo al tempo stesso la fiducianel processo. Le spese direttesostenute dalla comunità inter-nazionale per gli ultimi due ciclielettorali, incluse le spese rela-tive alla registrazione dei votanti,sono ammontate a circa 300milioni di dollari, pari a circa 250milioni di Euro.

2) Per ragioni tecniche è preferibileche, prima delle elezioni gene-rali previste per il 2009, si svolgail minor numero possibile di con-sultazioni elettorali. Il grupporaccomanda di avvalersi di taleintervallo al fine di: consolidare esostenere il Parlamento e i con-sigli provinciali; rafforzarel’ammi nistrazione elettoraleafgana; realizzare unaregistrazione dei votantisostenibile in termini di costi,che preveda la divisione indistretti, la registrazione anagra-fica e il censimento; dare vita a

partiti politici; procedere adampie campagne di educazionecivica, da svolgere in particolaretra le donne, i giovani e lepopolazioni rurali, nonché nelleregioni meridionali e sudorientalidel Paese.

3) L’Afganistan deve compiereprogressi in materia di giustizia.33 candidati sono stati dichiaratiineleggibili conformemente aduna legge elettorale che vieta lacandidatura di persone ricono-sciute colpevoli di reati, iviinclusi i crimini contro l’umanità,o che sono legate a gruppiarmati illegali. Tuttavia, moltiattivisti e sostenitori dei dirittiumani in Afganistan hannoespresso disappunto per la pre-senza nelle liste elettorali di unsignificativo numero di “signoridella guerra” o “ex-comandanti”coinvolti nel violento passatodell’Afganistan. Il vaglio dellecandidature, pur essendo unostrumento importante, ha creatoaspettative irrealistiche. Il siste-ma elettorale non può sostituirsia tribunali funzionanti o a “com-missioni di verità”.

4) L’educazione civica e la com-prensione dei processi demo-cratici deve essere rafforzata, inparticolare nelle zone rurali enelle regioni meridionali e sudo-rientali del Paese.

5) Si deve continuare a fornire unforte supporto alle donne cheaspirano a partecipare piena-mente ai processi politicidell’Afganistan

affrontarle, nonché la necessità di un nuovo modello disicurezza, concentrando l’attenzione sulla ricerca di unmodello di sicurezza per l’Asia nordorientale.

In giugno un rappresentante della Presidenza hapreso inoltre parte ad un seminario OSCE tenutosi aBangkok sulla lotta alla tratta di esseri umani.

Nel 2005 la Cina ha manifestato notevole interesse neiconfronti dell’OSCE. Alcuni Stati partecipanti hannoappoggiato la creazione di una partnership formaleOSCE-Cina, ma nel 2005 le condizioni non eranoancora mature.

Per il secondo anno consecutivo l’OSCE ha inviato in

Afganistan un gruppo di supporto elettorale, questavolta per prestare assistenza alle elezioni legislative eprovinciali svoltesi il 18 settembre. Il gruppo era incari-cato di analizzare il processo elettorale e di elaborareuna serie di raccomandazioni rivolte al governoafgano, in vista del miglioramento delle future consul-tazioni elettorali, nonché del quadro giuridico e delleprocedure elettorali in Afganistan. La decisione delConsiglio permanente relativa al Gruppo di supportoelettorale sottolinea l’importanza di elezioni democra-tiche per promuovere la democrazia e i diritti umani efavorire la stabilità in Afganistan, assistendo al tempostesso il governo democratico afgano a compiere que-sto passo importante che ha segnato la conclusionedei compiti stabiliti alla Conferenza di Bonn. (Per ulte-

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riori informazioni a tale riguardo vedere pag. 26.)

A gennaio, su invito dell’Autorità palestinese e aseguito di consultazioni con gli Stati partecipanti, laPresidenza ha chiesto al Segretariato OSCE eall’ODIHR di inviare nei territori palestinesi un gruppodi esperti per valutare le necessità di formazione. In unrapporto al Consiglio permanente il Gruppo ha indivi-duato i settori in cui l’OSCE e le sue istituzioni pos-sono offrire le loro competenze alle Autorità palesti-nesi e alla società civile palestinese in relazione alleelezioni del Consiglio legislativo palestinese. È stata laseconda volta che l’OSCE ha offerto la sua assisten-za, in collaborazione con altri attori internazionali, aseguito di una richiesta di un Paese al di fuori dell’areadell’OSCE. A conclusione della missione del gruppo diesperti l’Autorità palestinese ha presentato al Presi-dente in esercizio la richiesta di diventare un Partnerper la cooperazione dell’OSCE. Tale richiesta non hatuttavia trovato un consenso tra gli Stati partecipanti.

Alla vigilia del Consiglio dei ministri di Lubiana, il Pre-sidente in esercizio ha presieduto due riunioni dellaTroika ministeriale con le controparti dei Partnermediterranei e asiatici per la cooperazione. In talioccasioni è stato esaminato l’attuale dialogo con iPartner asiatici e mediterranei ed è stata concentratal’attenzione su prospettive e proposte per una futuracollaborazione. I rappresentanti dei partner hannoaccolto con soddisfazione le positive iniziative intra-prese nel corso dell’anno, in particolare il loro mag-giore coinvolgimento e le più regolari consultazioni suquestioni di interesse comune.

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Consiglio permanente

Il Consiglio permanente si è impegnato attivamentenel quadro di una serie di questioni prioritarie nel pro-gramma dell’OSCE per il 2005.

Nel corso delle riunioni del Consiglio e di consultazioniriservate si è raggiunto il consenso sulla nomina delnuovo Segretario generale, sull’adozione di un Bilan-cio unificato per il 2005 (con un ritardo di parecchimesi) e per il 2006 (entro i termini previsti), nonché suun’intesa sulle scale di ripartizione dei contributi degliStati partecipanti all’OSCE per il periodo 2005-2007.Sono stati inoltre apportati emendamenti allo Statuto eRegolamento del personale ed è stato concordato unSistema comune di regolamentazione della gestione.

Alla fine di giugno il Comitato di personalità eminenti,incaricato di proporre misure intese a riformare l’Orga-nizzazione, ha presentato al Consiglio permanente ilsuo rapporto dal titolo Rafforzamento dell’efficienzadell’OSCE, cui hanno fatto seguito, in settembre,consultazioni ad alto livello sul tema della riforma.

Il Consiglio ha adottato due importanti decisioni sulrafforzamento della cooperazione con partner strate-gici, vale a dire il Consiglio d’Europa e il Tribunalepenale internazionale per l’ex Jugoslavia.

Il Consiglio permanente ha disposto inoltre la realizza-zione di due importanti operazioni: un Programma diassistenza alla formazione delle guardie di frontiera

georgiane e un Nucleo di supporto elettorale in Afga-nistan.

Sono state adottate un certo numero di decisioni voltea rafforzare la capacità dell’OSCE di far fronte allenuove minacce e alle nuove sfide alla sicurezza, adesempio nel settore della lotta contro il terrorismo e itraffici illeciti.

Particolarmente vivaci sono stati i dibattiti nell’ambitodelle “Questioni correnti”, il che dimostra l’utilità delConsiglio permanente quale foro per il dialogo suavvenimenti contingenti e per l’esame pariteticodell’attuazione degli impegni.

Come ogni anno, sono state adottate decisioni sullemodalità delle riunioni dell’OSCE e sulla proroga deimandati delle missioni. I Capi istituzione e i Capi mis-sione hanno presentato rapporti periodici al Consigliopermanente.

Il Consiglio permanente ha accolto alcuni ospiti illustri,tra cui il Presidente ad interim del KirghizistanKurmanbek Bakiev, il Primo ministro della GeorgiaZurab Nogaideli, nove Ministri degli esteri e i Segretarigenerali della NATO e del Consiglio d’Europa.

www.osce.org/pc

ORATORI OSPITI DEL CONSIGLIO PERMANENTE NEL 2005

13 gennaio: Dimitrij Rupel, Presidente in esercizio, Ministro degli affari esteri della Slovenia27 gennaio: Jean Asselborn, Vice Primo ministro e Ministro degli affari esteri del Lussemburgo, sulle priorità

della Presidenza dell’UE3 febbraio: Giorgi Gomiashvili, Vice Ministro degli affari esteri della Georgia10 febbraio: Soren Jessen-Petersen, Rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU per il Kosovo3 marzo: Solomon Passy, Ministro degli affari esteri della Bulgaria10 marzo: Giorgi Gomiashvili, Vice Ministro degli affari esteri della Georgia7 aprile: Nebojsa Covic, Presidente del Centro di coordinamento della Serbia e Montenegro e della Repubblica

di Serbia per il Kosovo e la Metohija21 aprile: Mladen Ivanic, Ministro degli affari esteri della Bosnia-Erzegovina19 maggio: Carla Del Ponte, Procuratore Capo del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia30 maggio (Riunione speciale del PC): Kurmanbek Bakiev, Presidente ad interim del Kirghizistan16 giugno: Erhard Busek, Coordinatore speciale del Patto di stabilità per l’Europa sudorientale14 luglio: Terry Davis, Segretario generale del Consiglio d’Europa21 luglio: Ursula Plassnik, Ministro degli affari esteri dell’Austria1 settembre: Heikki Talvitie, Rappresentante speciale dell’UE per il Caucaso meridionale6 settembre (Riunione speciale del PC): Vuk Draskovic, Ministro degli affari esteri della Serbia e Montenegro6 settembre (Riunione speciale del PC): Elmar Mammadyarov, Ministro degli affari esteri dell’Azerbaigian13 ottobre: Ambasciatore Cesar Mayoral, Presidente del Comitato del Consiglio di sicurezza dell’ONU per le

sanzioni nei confronti di Al-Qaida e dei talebani13 ottobre: Ambasciatore Heidi Tagliavini, Rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU in

Georgia e Capo della Missione di osservazione dell’ONU in Georgia27 ottobre: Antanas Valionis, Ministro degli affari esteri della Lituania27 ottobre (Riunione speciale del PC): Zurab Nogaideli, Primo ministro della Georgia3 novembre:Jaap de Hoop Scheffer, Segretario generale della NATO14 novembre (Riunione speciale del PC): Ekmeleddin Ihsanoglu, Segretario generale dell’Organizzazione della

Conferenza islamica15 novembre (Riunione speciale del PC): Kolinda Grabar-Kitarovi_, Ministro degli affari esteri della Croazia15 dicembre: Lord Paddy Ashdown, Alto Rappresentante e Rappresentante speciale dell’UE in

Bosnia-Erzegovina22 dicembre: Manfred Nowak, Relatore speciale dell’ONU sulla tortura

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Rappresentanti personali del Presidente in esercizio

Gruppo di pianificazione ad alto livello

Il Gruppo di pianificazione ad alto livello (GPAL) èstato istituito nel 1994 in occasione del vertice diBudapest dei Capi di Stato e di Governo degli Statipartecipanti all’OSCE (allora CSCE) al fine di formu-lare raccomandazioni sulla pianificazione di una forzamultinazionale OSCE di mantenimento della pacenell’area del conflitto oggetto della Conferenza OSCEdi Minsk. Tale compito include programmi sulla costi-tuzione di tale forza, sulla sua struttura, sulle sue ope-razioni, nonché sulla sua consistenza e sulle suecaratteristiche. Il GPAL tiene i contatti con i Copresi-denti del Gruppo di Minsk, nonché con il Rappresen-tante personale del Presidente in esercizio per ilconflitto oggetto della Conferenza di Minsk e con gliStati donatori.

In giugno il Presidente in esercizio ha pubblicato unadirettiva che richiede al GPAL, con il consenso delleparti del conflitto, di programmare, preparare ed effet-tuare nella seconda metà del 2005 una missione diaccertamento nella zona, al fine di ottenere informa-zioni sugli aspetti operativi, logistici e finanziaridell’attuale pianificazione di emergenza.

Il GPAL ha effettuato missioni di accertamento inArmenia tra l’11 e il 15 dicembre e in Azerbaigian (conesclusione del Nagorno-Karabakh) tra il 15 e il 22dicembre. È prevista una missione di accertamentonel Nagorno-Karabakh per i primi mesi del 2006.

Il GPAL è inoltre incaricato di: rivedere e aggiornare idocumenti di pianificazione, completare l’esame dellepiù recenti opzioni di operazioni di mantenimento dellapace, collaborare con le pertinenti sezioni del Segreta-riato OSCE, allineare gli attuali programmi alle esi-genze del nuovo sistema integrato di gestione dellerisorse e mantenere i contatti, ove appropriato, conorganizzazioni internazionali, impegnate nelle attivitàdi mantenimento della pace.

Il GPAL ha riveduto altresì la descrizione delle man-sioni del suo personale, allo scopo di migliorare l’effi-cienza del Gruppo e ha riesaminato la composizionedel suo nucleo di pianificazione.

Il GPAL ha partecipato a una serie di missioni dimonitoraggio sulla Linea di contatto, come aveva fattoin passato a partire dal settembre 1998.

Ufficio del Rappresentante personale delPresidente in esercizio per il conflittooggetto della Conferenza OSCE di Minsk

I negoziati per la risoluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh hanno acquisito nuovo slancio nel 2005 ehanno dato luogo a due incontri tra i Presidentidell’Azerbaigian e dell’Armenia, nonché agli incontritra i rispettivi Ministri degli esteri nel quadro delcosiddetto Processo di Praga. L’incremento delleattività ha comportato un maggiore impegno per ilRappresentante personale, Ambasciatore Andrzej

Kasprzyk, che ha tenuto al corrente sugli sviluppi laPresidenza e il Gruppo di Minsk, inclusi i suoi Copresi-denti. L’opera del Rappresentante personale è statadeterminante per organizzare l’incontro tra i Presidentia Varsavia in maggio a margine del vertice delConsiglio d’Europa.

Il Rappresentante personale e il suo Ufficio, comeprevisto dal loro mandato, hanno continuato a monito-rare la linea del fronte per valutare la situazione mili-tare e contribuire a ridurre la tensione. Tale attività si èrivelata particolarmente importante in primavera, allor-ché è stato registrato un numero crescente di viola-zioni del cessate il fuoco. I resoconti del Rappresen-tante personale hanno lanciato il preallarme riguardoalle crescenti tensioni e sono state adottate misure alfine di normalizzare la situazione. In seguito anche lasituazione militare sul fronte è sembrata stabilizzarsi.

Il Rappresentante personale ha inoltre fornito assi-stenza al Gruppo di pianificazione ad alto livellonell’adempimento dei suoi compiti. Sono stati man-tenuti i contatti con l’Unione europea e con organiz-zazioni quali il Consiglio d’Europa, l’Alto Commissariodelle Nazioni Unite per i rifugiati, il Comitato interna-zionale della Croce Rossa e varie organizzazioni nongovernative internazionali, relativamente ai principaliproblemi degli sfollati e dei rifugiati, dei prigionieri diguerra, delle persone disperse e detenute, nonchédello sminamento.

Le misure per rafforzare la fiducia promosse dall’Uffi-cio tra le due parti sono state, in larga misura, ridotteal necessario per effettuare le attività di monitoraggioe le attività di assistenza al ritorno dei prigionieri diguerra detenuti dalle parti. Sono inoltre proseguiti glisforzi per incoraggiare i contatti tra le parti a livellolocale.

Successivamente ad un accordo tra le parti, raggiuntonel 2004, ha avuto luogo dal 31 gennaio al 5 febbraio,una Missione di accertamento del Gruppo OSCE diMinsk presso i territori occupati intorno al Nagorno-Karabakh, con il supporto e l’assistenza dell’Ufficio delRappresentante personale.

Rappresentante personale del Presidentein esercizio per l’Articolo IV

Il Rappresentante personale del Presidente inesercizio promuove l’adempimento degli aspetti prin-cipali degli Accordi di pace di Dayton, che nel 1995hanno segnato la fine di tre anni di guerra in Bosnia-Erzegovina. Gli Accordi avevano lasciato la Bosnia-Erzegovina in una singolare situazione militare: loStato non disponeva di proprie forze militari né avevaalcun controllo sulle forze armate, costituite durante laguerra da due entità relativamente forti – la Federazio-ne della Bosnia-Erzegovina (bosniaca-croata) e laRepubblica Srpska (serba).

Nel 2004 la Bosnia-Erzegovina e le sue due entitàhanno raggiunto una pietra miliare importante per lanormalizzazione della regione, convenendo che

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l’Annesso 1 B dell’Articolo II degli Accordi sulle misuremiranti a rafforzare la fiducia e la sicurezza tra le partiaveva raggiunto con successo il suo obiettivo e nonera più necessario.

Ai sensi dell’Annesso 1 B l’OSCE ha il compito diassistere le parti nell’attuazione e nella verifica dellemisure concordate. Da un punto di vista generale ilruolo del Rappresentante personale è mediare il con-senso politico, assicurare lo svolgimento del processoe superare gli ostacoli che impediscono l’attuazionedell’Accordo.

Lo scorso anno il Rappresentante personale hacontinuato ad adoperarsi a favore del controllo degliarmamenti nella regione, ai sensi dell’Annesso 1 Bdell’Articolo IV, firmato nel 1999 con l’obiettivo di bilan-ciare i quantitativi di armi consentiti per la Bosnia-Erzegovina e le sue due entità, nonché per la Repub-blica di Croazia e l’allora Repubblica federale diJugoslavia, oggi Serbia e Montenegro.

Accordo sul controllo subregionale degliarmamenti (Articolo IV, Annesso 1 B, Accordi dipace di Dayton)

Nel 2005 i cinque firmatari dell’Articolo IV hannoadottato importanti misure legislative nel quadro dellariforma della difesa, che possono costituire una baseper portare a termine gli aspetti militari degli Accordi dipace di Dayton. Essi hanno inoltre distrutto circa 500pezzi di armamenti pesanti che rientrano negli arma-menti limitati dall’Accordo e hanno concluso i lavori diriesame dell’Accordo con la distruzione di circa 100pezzi di armamenti pesanti esentati.

Il Rappresentante personale ha riferito che nel 2005 ifirmatari hanno conseguito maggiore stabilità e sicu-rezza nella regione. Come previsto le Parti hannoeffettuato 18 ispezioni con la partecipazione di espertiprovenienti da 26 Paesi dell’OSCE.

In consultazione con le Parti il Rappresentante perso-nale ha prestato assistenza alle attività di attuazione edi verifica nel modo seguente:

• coordinando il programma delle ispezioni,• richiedendo agli Stati dell’OSCE di inviare assistenti

e• coordinando le offerte di formazione.

Il Rappresentante personale ha riferito che il regimedelle ispezioni ha funzionato in modo soddisfacente inun clima di fiducia, apertura e trasparenza. Le Partihanno effettuato accuratamente scambi di informa-zioni e notifiche, che rispecchiano il continuo processodi ristrutturazione delle forze armate nella regione. Nelcorso dell’anno la riduzione degli armamenti pesanti èproseguita, come previsto, con la distruzione di circa500 pezzi di armamenti limitati dall’Accordo sul con-trollo subregionale degli armamenti.

Dopo l’entrata in vigore dell’Articolo IV le Parti, conl’assistenza del Rappresentante personale, hannomodificato tale articolo eliminando alcune scappatoiecome quella relativa agli equipaggiamenti esentati checonsentiva alle Parti di disporre di grandi quantitativi diequipaggiamenti eccedenti rispetto ai tetti concordati.Questo lungo processo di revisione si è concluso

quest’anno con la distruzione di circa 100 pezzi diarmamenti pesanti esentati. Le Parti hanno ridottoinoltre gli armamenti in dotazione per le forze di sicu-rezza interna (polizia).

Nel 2005 la Commissione consultiva subregionale,che sovrintende all’applicazione dell’Articolo IV, si èincontrata cinque volte e ha risolto due questioni insospeso. Le Parti hanno chiarito lo status di tutti i tipi,versioni e modelli esistenti di veicoli corazzati da tra-sporto truppa BTR-50 e hanno incluso la categoria dei“look-alike” nel Protocollo dei tipi di armamenti esi-stenti.

Per assicurare la rilevanza statistica, data la costantediminuzione di oggetti di ispezione, la Commissioneconsultiva ha deciso di mantenere un numero minimodi quote passive di ispezione per ciascuna delle parti.

Il Rappresentante personale ha riferito che il climastrategico generale nella regione interessata dal con-trollo degli armamenti post-Dayton è migliorato note-volmente e non può essere paragonato alla situazionedi dieci anni fa, quando i mandati delle diverse intesefurono definiti in base all’Annesso 1 B degli Accordi. IlRappresentante personale ha pertanto proseguito leconsultazioni con le delegazioni dell’OSCE e in parti-colare con gli Stati del gruppo di contatto, al fine distudiare una strategia a lungo termine coerente con lapolitica generale all’interno della regione. A tal finel’OSCE ha organizzato, nel novembre 2005 aZagabria, un seminario per tutte le parti su “Controllosubregionale degli armamenti e la mutevole situazionedi sicurezza nella regione”.

Riforma della difesa

Gli organi legislativi della Bosnia-Erzegovinahanno approvato un importante pacchetto di normelegislative per la riforma della difesa, che finalmenteunificheranno l’architettura della difesa del Paese inuna singola struttura statale. L’approvazione dellaLegge sulla difesa della Bosnia-Erzegovina e dellaLegge sul servizio nelle forze armate della Bosnia-Erzegovina avrà conseguenze di vasta portata. Essaconsentirà al Paese di partecipare al programmaNATO di Partnership per la pace, che si basa sullacooperazione nel settore della difesa con l’obiettivo dimigliorare la stabilità e la sicurezza in tutta l’Europa, ein seguito di divenire membro a pieno titolo dellaNATO. Dieci anni dopo Dayton, l’adozione definitivadelle riforme della difesa significa anche che laBosnia-Erzegovina ha posto le basi necessarie perportare a termine gli aspetti militari degli Accordi dipace di Dayton.

Le norme legislative sulla difesa sono entrate invigore l’1 gennaio 2006 e influiranno sull’Articolo IVdell’Accordo. Tutte le Parti dell’Articolo IV hanno fir-mato un emendamento all’Accordo che stabilisce chela Bosnia-Erzegovina assumerà la responsabilità dirappresentare le entità nella Commissione consultivasubregionale ed eserciterà i loro precedenti diritti aisensi dell’Articolo IV dell’Accordo. Il Rappresentantepersonale dell’OSCE ha messo a punto tale emenda-mento, che è stato firmato nel marzo 2006.

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Entro i limiti dell’Articolo IV dell’Accordo l’obiettivo diautonomia è stato raggiunto e potrebbe essere ulte-riormente esteso. Il Rappresentante personale conti-nuerà a fornire alle parti assistenza e supporto tecnicoper l’attuazione di un regime di ispezione relativo a treParti soltanto, e fornirà inoltre analisi e consulenze perla gestione degli scambi annuali di informazioni non-ché per mettere a punto, in consultazione con le Parti,i necessari emendamenti all’Accordo sul controllosubregionale degli armamenti.

Rappresentante speciale per la lotta allatratta di esseri umani

Nel 2005 il Rappresentante speciale, Helga Konrad, siè occupata principalmente della lotta alla tratta diminori per sfruttamento lavorativo e lavoro forzato ovincolato.

Il Rappresentante speciale ha trattato tali questioninell’ambito di due conferenze ad alto livello organiz-zate in marzo e in novembre nel quadro della Alleanzacontro la tratta di persone. Tali eventi hanno stimolatouna profonda riflessione ed hanno instaurato un dia-logo con gli Stati partecipanti e tra loro in merito aimezzi per affrontare due questioni: in primo luogo leparticolari necessità di assistenza e di tutela dei bam-bini e in secondo luogo lo smantellamento di struttureche consentono la tratta ai fini del lavoro forzato ovincolato. Le conferenze miravano inoltre a fornire aigoverni importanti e fondamentali informazioni prati-che quale supporto decisionale nella formulazione distrategie contro la tratta. Le conferenze sulla tratta dibambini hanno contribuito a preparare il terreno per laformulazione dell’Addendum sulla Lotta alla tratta diminori che sarà aggiunto al Piano d’azione dell’OSCEper la lotta alla tratta di esseri umani relativo alle esi-genze specifiche di tutela e assistenza dei minori vit-time di tratta adottato dal Consiglio dei ministri diLubiana del 5 e 6 dicembre.

Nonostante la maggiore attenzione a livello politicodedicata a tale problema e alcuni miglioramenti locali,le vittime di tratta sono ancora spesso considerateresponsabili e accusate. Invece di essere condotte inappositi centri di accoglienza, esse sono spesso arre-state nei Paesi di destinazione e/o immediatamenterispedite nei Paesi di origine. Le misure di tutela eassistenza offerte non tengono conto dei diritti umani.

Seminari e incontri di esperti locali e internazionalihanno affrontato tali problemi al fine di armonizzare gliapprocci, le misure e le attività esistenti, potenziarnel’impatto e renderle maggiormente sostenibili. Unesempio significativo in tal senso è stata la riunione diesperti in materia di assistenza alle vittime, svoltasi infebbraio. Tutte le pertinenti strutture e istituzionidell’OSCE (ODIHR, SPMU, OCEEA, Consigliere prin-cipale sulle pari opportunità e missioni sul terreno)hanno messo a disposizione di tali incontri la loroesperienza e le loro abilità tecniche.

Il Rappresentante speciale ha scelto il motto Alleanzacontro la tratta di persone per definire gli sforzi nellalotta alla tratta di esseri umani intrapresi congiunta-mente ai principali attori internazionali, intergovernativi

e non governativi. L’Alleanza tiene conto della com-plessità del problema e integra le esistenti iniziative dicoordinamento tra l’OSCE e altri partner internazionali.Il Nucleo di coordinamento degli esperti dell’Alleanza,che rappresenta un foro per discutere e ottimizzareappropriate misure per trattare i singoli anelli dellacatena della tratta di esseri umani e il problema ingenerale, si è riunito tre volte nel 2005 sotto la presi-denza del Rappresentante speciale. Grazie agli esiti ditali incontri l’OSCE ha potuto svolgere un ruolo fon-damentale nella redazione del Piano d’azionedell’Unione europea per la lotta contro la tratta diesseri umani, che esplicitamente fa riferimento alPiano d’azione dell’OSCE.

In linea con il suo mandato il Rappresentante specialeha effettuato 24 visite ufficiali negli Stati partecipantiall’OSCE (15 in Paesi dell’UE, tra cui quattro nuoviStati membri dell’UE, quattro negli stati dell’Europasudorientale, cinque negli Stati della Comunità di Statiindipendenti), dove ha esaminato la situazione sulterreno e ha discusso strategie e concrete iniziativeper il futuro con i leader politici e amministrativi. Talimissioni esplorative hanno facilitato l’interazione tra lateoria e la prassi e si sono dimostrate assai efficaciper valutare se la tratta di esseri umani è percepita perciò che realmente è: un grave crimine e un’orrendaviolazione dei diritti umani.

Oltre ad avere preso parte alle conferenze e agliincontri dell’OSCE svoltesi sotto l’egida dell’Alleanzacontro la tratta di persone il Rappresentante specialeha risposto all’invito di presentare discorsi program-matici in occasione di oltre 50 conferenze, riunioni,seminari, tavole rotonde e dibattiti nazionali, regionalie internazionali. Ciò ha potenziato ulteriormente lacooperazione su tutti gli aspetti della lotta alla tratta diesseri umani e ha aumentato la visibilità del generaleimpegno dell’OSCE di contrastare energicamente talepiaga e di rafforzare il suo ruolo guida in tale settore.

Allo scopo di fornire una visione generale della situa-zione relativa alla tratta nella regione dell’OSCE e dipresentare un resoconto delle iniziative per contra-starla, il Rappresentante speciale ha dato le direttiveper l’elaborazione di un rapporto che fornirà informa-zioni su esempi di prassi positive e sui fattori cheostacolano un’efficace lotta contro la tratta di esseriumani. Il rapporto sarà pubblicato nel 2006.

Rappresentante personale del Presidentein esercizio per l’Asia centrale

Il Presidente in esercizio ha nominato Alojz Peterle,membro del Parlamento europeo, quale suo Rappre-sentante personale per l’Asia centrale nel 2005.

Nel corso dell’anno il Rappresentante personale perl’Asia centrale ha svolto un ruolo dinamico nellaregione, visitando regolarmente i diversi Paesi pereffettuare consultazioni ad alto livello su importantiquestioni di interesse regionale.

Il suo lavoro si è concentrato in particolare sulla situa-zione in Kirghizistan, dopo gli eventi di marzo, e suisuccessivi sviluppi. Successivamente alle elezioni

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parlamentari svoltesi in febbraio e marzo il Rappre-sentante personale si è recato per la prima volta aBishkek il 24 marzo al fine di incoraggiare un dialogopolitico tra il Presidente e l’opposizione. Quello stessogiorno una folla di manifestanti ha occupato la sededel governo e il Presidente è fuggito, il che ha alteratola natura della missione del Rappresentante perso-nale. Da quel momento l’OSCE ha agito da piatta-forma neutrale per il dialogo con la nuova leadership eda punto di coordinamento delle iniziative dei Rappre-sentanti di Ambasciata, di organizzazioni internazionalie di organizzazioni non governative. Il Rappresentantepersonale ha fornito un contributo essenziale all’elaborazione del programma di lavoro dell’OSCE per il Kir-ghizistan, inteso ad assicurare la stabilità e la sicu-rezza nella regione. (Per ulteriori informazioni a taleriguardo vedere pag. 24.)

Le elezioni sono rimaste uno dei temi principali degliincontri del Sig. Peterle con le autorità. Il Rappresen-tante personale si è recato a Bishkek in giugno perproporre ai candidati alla Presidenza un codice dicondotta politicamente vincolante sulla correttezzadella campagna elettorale, che è stato accettato efirmato dalla maggioranza dei candidati.

Nel corso della sua visita in Kazakistan, all’inizio dinovembre, e degli incontri avuti con i leader politici, tracui i Presidenti della Commissione elettorale centralee i rappresentanti della società civile, il Rappresen-tante personale ha ricordato l’importanza delle elezionipresidenziali del dicembre 2005 e dell’attuazione delleraccomandazioni dell’ODIHR sulle procedure eletto-rali.

Durante la sua visita in Kirghizistan alla fine di novem-bre, il Rappresentante personale ha rivolto un discorsoalla Conferenza sulla riforma costituzionale nellaRepubblica kirghiza: riesame internazionale. Ha inoltreincontrato il Presidente e importanti esponenti delGoverno kirghizo con i quali ha discusso gli sviluppipolitici e ha sollevato altre importanti questioni, quali lalotta alla corruzione. Egli ha evidenziato la necessità dicontinuare un dibattito costruttivo sulla riforma costitu-zionale, che rappresenta un presupposto per la stabi-lità politica e lo sviluppo economico del Paese. Hamesso in rilievo altresì l’eccellente cooperazione tra leautorità kirghize e l’OSCE, sottolineando in particolareil programma di assistenza alla polizia.

Nell’adempimento del suo mandato, il Rappresentantepersonale ha dimostrato l’importanza che l’Organizza-zione continua ad attribuire alla sicurezza in Asia cen-trale e nella più ampia regione dell’OSCE, nonché ilsuo risoluto impegno in tal senso.

Dal 1990 al 1992 Alojz Peterle è stato Primo ministrodel primo Governo sloveno eletto democraticamente.Egli ha inoltre ricoperto la carica di Ministro degliesteri.

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Rapporti dei Presidenti dei Gruppi di contatto con i Partnermediterranei e asiatici per la cooperazione

I Partner mediterranei per la cooperazione sono: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Marocco e Tunisia.Presidenza del Gruppo di contatto mediterraneo nel 2005: Belgio

I Partner asiatici per la cooperazione sono: Afganistan, Giappone, Repubblica di Corea, Mongolia e Tailandia.Presidenza del Gruppo di contatto asiatico nel 2005: Bulgaria

La Presidenza bulgara del Gruppo di contatto asiaticoe la Presidenza belga del Gruppo di contatto mediter-raneo, con l’assistenza della Sezione per la coopera-zione esterna del Segretariato, hanno ulteriormentepotenziato il dialogo tra l’OSCE e gli Stati partner.L’anno è stato caratterizzato da iniziative comuni voltead assicurare adeguati seguiti alle raccomandazionicontenute nel Rapporto sull’attuazione della DecisionePC.DEC/571/Corr.1 sull’OSCE e i suoi Partner per lacooperazione.

Come negli anni precedenti l’OSCE ha consentito aiPartner di accedere più regolarmente alle sedute delConsiglio permanente. I contributi dei Partner ai dibat-titi del Consiglio permanente si sono rivelati validi einteressanti, così come i loro interventi durante laprima seduta congiunta con il Foro di cooperazioneper la sicurezza. Le riunioni regolari dei Gruppi dicontatto asiatico e mediterraneo hanno integrato laloro partecipazione dei Partner a tali dibattiti. Nel corsodell’anno i Partner hanno partecipato attivamente aiprincipali eventi dell’OSCE, quali la Riunione annualedi valutazione dell’applicazione, la Conferenzaannuale di riesame sulla sicurezza, il Foro economicoe la Riunione di attuazione nel quadro della dimen-sione umana. Essi hanno inoltre preso parte allaConferenza OSCE di Cordova sull’antisemitismo ealtre forme di intolleranza, tenutasi in Spagna l’8 e il 9giugno e hanno inviato delegazioni di parlamentari allepertinenti sessioni dell’Assemblea parlamentaredell’OSCE.

Il 2005 ha visto inoltre una maggiore interazione tra iPartner asiatici e mediterranei. Per la prima volta il 23novembre, su iniziativa delle Presidenze belga ebulgara, ha avuto luogo una riunione congiunta traPartner mediterranei e asiatici e il Foro di coopera-zione per la sicurezza su tema delle armi di piccolocalibro e leggere. Oltre ad essere stata un’importantepietra miliare tale riunione ha fornito un valido contri-buto ai preparativi della Conferenza ONU 2006 di rie-same sulle armi di piccolo calibro e leggere. IlManuale OSCE sulle armi di piccolo calibro e leggereè stato tradotto in arabo grazie ad un progetto finan-ziato dalla Germania, dalla Svizzera e dal Belgio.

Su iniziativa dei Presidenti dei Gruppi di contatto e incoordinamento con la Presidenza slovena dell’OSCEsi è tenuto, anche in questo caso per la prima volta, unparticolare evento collaterale a margine della Confe-renza annuale di riesame sulla sicurezza. Tale incon-tro ha promosso il dialogo e la cooperazione tra i Par-tner dell’OSCE e gli Stati partecipanti nel quadro delladimensione politico-militare, in particolare nell’ambitodella valutazione e di possibilità per una maggioreinterazione e una migliore attuazione. L’importanza

dell’approccio globale dell’OSCE alla sicurezza e lalotta al terrorismo hanno costituito il principale oggettodiscussione. È stata messa in rilievo la necessità diattuare norme internazionali e di potenziare la coope-razione con altre organizzazioni regionali, in partico-lare l’Associazione delle Nazioni dell’Asia sudorientale(ASEAN). I partecipanti si sono espressi a favoredell’organizzazione da parte dell’OSCE e dell’Ufficiodelle Nazioni Unite contro la droga e il crimine di unevento congiunto nella regione mediterranea. L’eventoha rappresentato un altro importante elemento nelprocesso di positiva attuazione, nel 2005, di alcunedelle raccomandazioni contenute nel rapporto su“L’OSCE e i suoi Partner per la cooperazione”. I Par-tner hanno partecipato altresì alla sessione di chiusuradelle consultazioni ad alto livello sul rafforzamentodell’efficienza dell’OSCE, svoltasi il 13 settembre aVienna.

Gruppo di contatto mediterraneo. Le nove riunionidel gruppo di contatto mediterraneo, riguardanti le tredimensioni della sicurezza dell’OSCE, si sono rivelateessenziali per mantenere aperto il canale del dialogo edelle consultazioni tra gli Stati partecipanti e i Partnermediterranei per la cooperazione.

Al fine di assicurare il tempestivo contributo dei Par-tner mediterranei, essi sono stati incoraggiati a pre-sentare commenti e i suggerimenti durante le discus-sioni del Gruppo di contatto svoltesi prima del Foroeconomico, della Conferenza sull’antisemitismo e altreforme di intolleranza e della Riunione di attuazione nelquadro della dimensione umana. In giugno e innovembre i Partner mediterranei, a seguito di unarichiesta da loro presentata, hanno avuto incontriinformali con i tre Rappresentanti speciali sulla tolle-ranza e la non discriminazione.

Nello spirito di sinergia e di possibile cooperazionecon altre organizzazioni e istituzioni internazionali cheportano avanti un dialogo euro-mediterraneo, il Presi-dente ha invitato alle riunioni del Gruppo prominentioratori provenienti dalla Direzione generale per lerelazioni esterne della Commissione europea e dallaDivisione affari politici della NATO per uno scambio diopinioni. L’attenzione del Gruppo si è rivolta principal-mente ai dibattiti sulla riforma dell’OSCE in corso neivari Gruppi di lavoro dell’Organizzazione: migliorare ilfunzionamento e l’efficienza delle operazioni sul ter-reno, frontiere, lotta al terrorismo, parità fra i sessi elotta alla tratta di esseri umani. Successivamente aun’informativa, tenuta da un Rappresentante dellaBelarus che deteneva la Presidenza del Foro di coo-perazione per la sicurezza, si è svolto un dibattito sulladimensione politico-militare e i lavori del Foro di coo-perazione per la sicurezza. Il Rappresentante speciale

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dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE ha informatoil Gruppo di contatto in merito alle attività svoltedall’Assemblea nel quadro della dimensione mediter-ranea dell’OSCE, quali il Foro mediterraneo annualecon i rappresentanti parlamentari dei Partner mediter-ranei, che si è tenuto in ottobre a Sveti Stefan, Serbiae Montenegro.

Trattato sui Cieli aperti – una dimostrazione diapertura e di trasparenza nelle questioni militari.Esperti dei Partner mediterranei sono stati invitati adun evento svoltosi il 4 e 5 luglio a Bruxelles allo scopodi dimostrare il contributo del regime del Trattato suiCieli aperti al miglioramento dell’apertura e della tra-sparenza tra gli Stati. Il Trattato, la cui fondamentalefilosofia di apertura e trasparenza coincide con quellache ispira le misure per rafforzare la fiducia e la sicu-rezza, contiene disposizione per effettuare voli diosservazione non armati sui territori degli Stati parte.Esperti dell’Agenzia di verifica delle forze armate bel-ghe hanno accolto alcuni rappresentanti dei Partnermediterranei presso la base aerea di Melsbroek perdiscutere vari aspetti del Trattato, il sistema Pod Cieliaperti per i velivoli C-130 H, le tecnologie utilizzate peri velivoli che effettuano voli di osservazione, nonché lacooperazione tra i Paesi del Benelux e il gruppo Podche comprende il Benelux, il Canada, la Francia, laGrecia, l’Italia, la Norvegia, il Portogallo e la Spagna. Ipartecipanti hanno avuto modo di esaminare diretta-mente le specifiche tecnologie nonché esempi concretidel tipo di informazioni ottenute attraverso i voli diosservazione.

Tale visita ha reso possibile effettuare un’esercita-zione di simulazione organizzata nell’anno passatodalla Slovenia e ha contribuito a chiarire ulteriormentel’importanza delle misure per il rafforzamento dellafiducia. I Partner mediterranei, rappresentati da espertiin parte provenienti dalle capitali, erano accompagnatida rappresentanti del Belgio, della Presidenzadell’OSCE e del Segretariato. Erano presenti ancherappresentanti del Lussemburgo e dei Paesi Bassi.

Consultazioni ad alto livello sulla riformadell’OSCE. I Partner mediterranei hanno altresì con-tribuito al dialogo sul rafforzamento dell’OSCE. Inluglio il Presidente del Gruppo di contatto ha tra-smesso una posizione comune dei Partner mediterra-nei ai membri del Comitato di personalità eminenti sulrafforzamento dell’efficienza dell’OSCE. Successiva-mente alla presentazione del rapporto del Comitato, gliStati partner sono stati invitati alla seduta conclusivadelle consultazioni ad alto livello sulla riformadell’OSCE. I Partner mediterranei hanno presentatouna dichiarazione congiunta che ha trasmesso unforte segnale politico agli Stati partecipanti all’OSCE.L’Ambasciatore dell’Algeria ha presentato una dichia-razione con numerose proposte per il rafforzamentodella dimensione mediterranea dell’OSCE.

Evento collaterale con i Partner mediterranei –Foro economico. Per il secondo anno consecutivo siè svolto un evento collaterale con i Partner mediterra-nei a margine del Foro economico. Tale incontrofaceva parte anche dei preparativi per il Seminariomediterraneo dell’OSCE. I partecipanti, compresi irappresentanti degli Stati partecipanti e degli

Stati partner, sono stati invitati ad affrontare pertinentiquestioni connesse alla migrazione, alle condizioni pergarantire il contributo dei migranti allo sviluppo delleeconomie nei Paesi di origine e di destinazione, allavalorizzazione della relazione tra migrazione e svi-luppo, alle sfide poste dalla migrazione nei Paesi diorigine e di destinazione, alla gestione della migra-zione in una situazione favorevole sia per gli stessimigranti che per le società di origine e di destinazione.Gli argomenti trattati hanno contribuito a creare unabase per il programma del Seminario mediterraneo eun’opportunità per allargare il dibattito al fine di pre-sentare le principali proposte per successive iniziative.

Seminario mediterraneo dell’OSCE sulla migra-zione e le politiche di integrazione. L’8 e il 9 set-tembre il Marocco ha ospitato per la prima voltal’annuale Seminario mediterraneo. All’evento, che si ètenuto a Rabat, hanno partecipato le delegazioni di33 Stati partecipanti, di tutti i sei Partner mediterranei,di tre Partner asiatici, di varie organizzazioni interna-zionali e non governative. Le sfide della migrazione edell’integrazione, che confrontano attualmente le duerive del Mediterraneo, sono state al centro del dibattitotra rappresentanti ed esperti ad alto livello.

“È necessario uno sforzo concertato per porre fine alflusso di traffico illegale, ma anche al fine di sviluppareun approccio comune per affrontare le cause dellamigrazione. Tuttavia una migrazione ben gestita rap-presenta una fonte di progresso economico, sociale eculturale”, ha affermato Karel De Gucht, Ministro degliaffari esteri del Belgio in occasione del seminario.

I partecipanti hanno convenuto che la lotta contro lamigrazione illegale e la tratta di esseri umani necessitauna più profonda interazione tra i Paesi di origine, ditransito e di destinazione. Sono state presentatediverse proposte e nuove idee per rispondere alle pre-occupazioni comuni in tale campo, tra cui l’organizza-zione di corsi di formazione precedenti alla migra-zione, la creazione di istituti di accoglienza che facili-tino l’adattamento dei migranti e l’introduzione di“contratti di integrazione” tra i migranti e le autorità delPaese ospitante. È stato suggerito di tenere incontrisuccessivi ai lavori di Rabat, con la partecipazione diesperti e funzionari. Al fine di sviluppare ulteriormenteil dialogo mediterraneo dell’OSCE, i partecipantihanno appoggiato la creazione di un Fondo per lapartnership, finanziato dai contributi volontari degliStati partecipanti e degli Stati partner.

Gruppo di contatto asiatico. Sotto la Presidenzabulgara i Partner asiatici hanno intensificato i lorolavori, portando il numero delle riunioni annuali daquattro a cinque. È stata inoltre instaurata la prassiordinaria di far precedere le riunioni del Gruppo dicontatto asiatico da riunioni preparatorie a livello deirispettivi uffici di collegamento. La Presidenza bulgaraha inoltre riesaminato l’agenda delle riunioni delGruppo e ha introdotto un punto relativo alle questionicorrenti. In tale contesto il Presidente del Consigliopermanente ha informato i Partner asiatici in merito airecenti sviluppi in seno all’Organizzazione, mentre iPartner hanno avuto l’opportunità di mettere al cor-rente gli Stati partecipanti dei temi di attualità nellaregione, nonché di sollevare questioni di comune

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interesse. Tra gli ulteriori temi discussi dal Gruppofigurano la Conferenza OSCE-Corea su Nuoveminacce alla sicurezza e un nuovo modello di sicu-rezza, un Seminario sulla tratta di esseri umani ospi-tato dalla Tailandia in giugno, questioni concernenti lalotta al terrorismo, la Conferenza OSCE di Cordovasull’antisemitismo e altre forme di intolleranza, nonchéquestioni connesse alla riforma dell’OSCE.

Conferenza OSCE-Corea. In aprile circa 140 rappre-sentanti degli Stati partecipanti all’OSCE, degli Statipartner asiatici e mediterranei, di organizzazioni inter-nazionali, di istituzioni accademiche e di ONG asiati-che ed europee, con gli Stati membri del Foro regio-nale dell’ASEAN quali osservatori, si sono riuniti neilocali del Ministero degli affari esteri e del commerciodella Repubblica di Corea a Seoul. Nel quadro dellaConferenza OSCE-Corea su Nuove minacce alla sicu-rezza e un nuovo modello di sicurezza, essi hannodiscusso questioni relative alle nuove minacce allasicurezza e alla stabilità, nonché un nuovo paradigmadi sicurezza per l’Asia nordorientale.

I partecipanti hanno analizzato dettagliatamente lasituazione di sicurezza nell’Asia nordorientale in rela-zione agli accordi europei di sicurezza e alla loro rile-vanza per la regione. Essi hanno presentato diverseinteressanti proposte, che sono state riportate dalSegretariato OSCE nel riepilogo della Conferenza, tracui proposte per intensificare e migliorare le relazionitra l’OSCE e il Foro regionale dell’ASEAN sulle que-stioni di sicurezza, quali la tenuta di una conferenzacongiunta, suggerimenti per la creazione di un quadrodi sicurezza più efficace nella regione e una culturadel dialogo tra i Paesi dell’Asia nordorientale. I parte-cipanti hanno inoltre espresso il loro appoggio alleraccomandazioni contenute nel rapporto del Presi-dente del Gruppo informale di amici sull’attuazionedella Decisione N.571 del Consiglio permanente, qualila partecipazione dei Partner asiatici alle missioni diosservazione elettorale dell’ODIHR, il distacco diesperti presso le operazioni OSCE sul terreno e lapartecipazione al programma di stage dell’OSCE.Alcune delle proposte avanzate in occasione dellaconferenza sono state realizzate nel 2005.

Conferenza in Tailandia sulla lotta alla tratta diesseri umani. La Tailandia ha ospitato a Bangkok, il16 e 17 giugno, una conferenza sullo Scambio diesperienze nella lotta alla tratta di esseri umani.All’evento hanno preso parte più di 75 persone prove-nienti dagli Stati partecipanti all’OSCE e dagli Statipartner, nonché rappresentanti di Stati membri delForo regionale dell’Associazione delle Nazionidell’Asia sudorientale e di organizzazioni internazio-nali. Il dibattito si è concentrato sulla tratta di esseriumani in Asia e in Europa, sul ruolo fondamentaledelle misure legislative e delle misure di polizia nellalotta alla tratta, nonché su soluzioni e modelli regionalidi cooperazione. I partecipanti hanno proposto che sitenga conto delle conclusioni del Foro di Bangkok neipreparativi della Conferenza 2006 OSCE-Tailandia.

Nucleo di supporto elettorale dell’OSCE in Afgani-stan. Dopo i risultati positivi ottenuti dal primo Nucleo

di supporto elettorale dislocato in Afganistan per leelezioni presidenziali del 2004, il Consiglio perma-nente ha deciso il 7 luglio di dislocare un nucleo ana-logo a supporto delle elezioni legislative e provincialidel 18 settembre in Afganistan. La decisione è stataadottata in risposta a due inviti separati presentatiall’OSCE dal Ministro degli esteri afgano AbdullahAbdullah, e dal Presidente dell’organo congiunto digestione elettorale Bismillah Bissmil. Il nucleo eraguidato dall’Ambasciatore canadese Craig Jenness.(Per ulteriori informazioni a tale riguardo vedere pag.26.)

L’ininterrotto sostegno offerto dall’OSCE all’Afganistanha rappresentato un tributo e un importante contributoall’importanza delle elezioni democratiche e della sta-bilità nel Paese, in particolare considerazione del fattoche le elezioni legislative hanno concluso il ciclo ini-ziato dalle raccomandazioni di Bonn.

Riunioni della Troika ministeriale con i rappresen-tanti degli Stati partner. Come di consueto, alla vigi-lia della Tredicesima riunione del Consiglio dei ministridi Lubiana, i ministri della Troika dell’OSCE hannoincontrato i Partner asiatici e mediterranei. Il vivacedibattito nel corso delle due riunioni ha avuto peroggetto l’esame dei lavori svolti dai rispettivi Gruppi dicontatto, nonché uno scambio di idee sull’ulterioremiglioramento del dialogo alla luce delle conferenze diSeoul e di Bangkok e del Seminario di Rabat. È degnodi nota il fatto che per la prima volta i Partner asiaticihanno concordato una dichiarazione congiunta conte-nente una serie di proposte comuni sul potenziamentodel dialogo tra l’OSCE e i suoi Partner asiatici nel2006. La dichiarazione ha messo in evidenza la sod-disfazione dei Partner asiatici per gli importanti svi-luppi delle attività del Gruppo di contatto nel 2005 e haespresso l’auspicio che tale tendenza continui nel2006.

La dichiarazione ha suggerito misure quali il potenzia-mento dell’assistenza dell’OSCE ai Partner asiatici nelmonitoraggio elettorale, nel controllo delle frontiere enella formazione della polizia, il rafforzamento delGruppo di contatto asiatico e la trattazione di questionitematiche quali la sicurezza umana. In relazione alForo regionale dell’ASEAN, i Partner asiatici hannoproposto di esaminare possibili meccanismi che con-sentano di raggiungere tali obiettivi, tra cui un even-tuale scambio di visite con l’OSCE e un dialogo subase regolare. Nel corso della riunione con i Partnermediterranei il Ministro degli esteri belga ha espressosoddisfazione per le proposte presentate dai Partnersui temi e le sedi di futuri seminari, conferenze egruppi di studio mediterranei per giovani diplomaticidei Paesi partner, nonché sulle riunioni di esperti rela-tive ai temi della sicurezza delle frontiere, della piani-ficazione di emergenza civile e della lotta al terrori-smo. È stato posto l’accento sulla necessità di dareappropriato seguito al Seminario mediterraneo diRabat creando, tra l’altro, una task force incaricata diriesaminare le raccomandazioni e i suggerimenti con-cernenti la migrazione e creando un fondo volontarioper il finanziamento delle attività di partenariato.

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Foro di cooperazioneper la sicurezza

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Foro di cooperazione per la sicurezza

Istituito in occasione del Vertice di Helsinki nel 1992, ilForo di cooperazione per la sicurezza si occupa delladimensione militare dell’OSCE. Le finalità principali delForo sono:• la negoziazione e l’adozione di decisioni politica-

mente vincolanti sul controllo degli armamenti, suldisarmo e sulle misure per rafforzare la fiducia e lasicurezza (CSBM);

• consultazioni regolari e intensa cooperazione suquestioni relative alla sicurezza;

• l’ulteriore riduzione del rischio di minacce e conflitti;• l’attuazione e la relativa verifica delle CSBM e degli

impegni concordati.La presidenza del Foro è assunta a rotazione ogniquattro mesi dagli Stati partecipanti all’OSCE, seguen-do l’ordine alfabetico francese. Nel 2005 il Foro è statopresieduto dall’Azerbaigian, dalla Belarus e dal Belgio.

Le tre Presidenze hanno stabilito che una delle princi-pali priorità dell’anno doveva essere l’attuazione deiDocumenti OSCE sulle scorte di armi di piccolo calibroe leggere e sulle scorte di munizioni convenzionali.Essi hanno inoltre attribuito priorità al tema della nonproliferazione delle armi di distruzione di massa ehanno deciso di organizzare un Seminario sulle dot-trine militari, svoltosi nel febbraio 2006. Infine hannoesaminato la possibilità di tenere una conferenza suiseguiti del Codice di condotta relativo agli aspetti poli-tico-militari della sicurezza.

Gestione delle scorte di munizioni e di armi di pic-colo calibro e leggere. Le scorte di munizioni e diarmi di piccolo calibro e leggere eccedenti, ereditàdella guerra fredda, rappresentano una grave minac-cia per la popolazione, per le infrastrutture e perl’ambiente di numerosi Paesi dell’OSCE. Custoditespesso in modo inadeguato, tali scorte potrebberoinoltre divenire una minaccia generale per la sicurezzase entrassero in possesso di terroristi.

I Documenti OSCE sulle scorte di munizioni conven-zionali e sulle armi di piccolo calibro e leggere forni-scono agli Stati partecipanti un quadro di riferimentoper richiedere o offrire assistenza al fine di assicurarela sicurezza o la distruzione di tali scorte.

Dall’iniziale scambio di informazioni effettuato succes-sivamente dall’adozione dei Documenti nel 2000 e nel2003, i lavori del Foro in questo ambito sono procedutigradualmente verso azioni e iniziative concrete.L’OSCE risponde a richieste di assistenza presentatedagli Stati partecipanti in merito alla distruzione dellearmi di piccolo calibro e leggere, alla sicurezza e allagestione delle scorte. Diversi Stati partecipanti hannoespresso il proprio interesse e la propria disponibilitàad offrire assistenza agli Stati richiedenti.

Nel 2005 il Foro ha risposto alle richieste di assistenzarelative alle armi di piccolo calibro e leggere presen-tate dalla Belarus, dal Tagikistan e dal Kazakistan.

In giugno il Foro ha avviato la fase pratica del pro-gramma per il Tagikistan. Il Regno Unito, la Svizzera,la Spagna e il Centro per la prevenzione dei conflitti

del Segretariato OSCE hanno presentato una propo-sta per migliorare la sicurezza delle scorte di armi dipiccolo calibro e leggere in Belarus da sottoporre apotenziali donatori. Il Foro ha inoltre iniziato il suo pro-cesso di valutazione in Kazakistan.

Il Foro ha svolto un ruolo di primo piano nella prepara-zione del contributo dell’OSCE alla seconda Riunionebiennale degli Stati intesa a esaminare l’attuazione delprogramma d’azione per la prevenzione, la lotta el’eliminazione del traffico illecito di armi di piccolo cali-bro e leggere in tutti i suoi aspetti, svoltasi presso leNazioni Unite a New York in luglio. Èstato inoltre pre-parato il materiale relativo alle armi di piccolo calibro eleggere per l’agenda 2006 del Foro di cooperazioneper la sicurezza, tenendo conto ed evidenziando glisviluppi internazionali, in particolare nell’ambitodell’ONU.

Un ulteriore aspetto del lavoro svolto riguardal’elaborazione di un inventario delle decisioni esistentie un riesame del Documento OSCE sulle armi di pic-colo calibro e leggere, che potrà in seguito dare luogoa una revisione del Documento stesso e costituire ilfondamento del contributo dell’OSCE alle iniziativedelle Nazioni Unite volte ad affrontare il problema alivello globale.

Riguardo alle munizioni convenzionali il Foro sta met-tendo a punto un rapporto su ulteriori iniziative perl’attuazione del Documento OSCE in tale materia,conformemente a una decisione adottata dal Consigliodei ministri di Sofia.

Distruzione di componenti tossiche del carburanteper missili. Nel 2005 il Foro e l’Ufficio del Coordina-tore delle attività economiche e ambientali dell’OSCEhanno iniziato ad occuparsi del problema delle scortedi componenti tossiche del carburante per missili.L’Armenia, l’Uzbekistan, l’Ucraina, L’Azerbaigian e ilKazakistan hanno presentato richieste di assistenzaper la distruzione di tali componenti al Foro e alle ope-razioni sul terreno. (Per ulteriori informazioni a taleriguardo vedere pag. 13,.)

Non proliferazione delle armi di distruzione dimassa. Il Foro ha intensificato il dibattito sul ruolo chel’OSCE può svolgere nel contrastare la minaccia dellaproliferazione di armi di distruzione di massa. In giu-gno ha tenuto una seduta speciale sulla non prolifera-zione, incaricata di esaminare i possibili compiti chel’OSCE può assumere in tale settore.

Le delegazioni hanno suggerito un aggiornamento deiPrincipi OSCE che regolano la non proliferazione con-cordati nel 1994 e hanno esaminato la possibilità dipubblicare una dichiarazione politica generale sullanon proliferazione.

Dal dibattito è emerso che l’OSCE potrebbe integrareil ruolo di altre organizzazioni internazionali a livelloregionale attraverso: lo scambio di informazioni,l’assistenza nell’attuazione di regimi di non prolife-razione e di meccanismi, come ad esempio la

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Risoluzione 1540 del Consiglio di Sicurezza delleNazioni Unite, che affronta la proliferazione delle armidi distruzione di massa. Il Foro ha adottato una deci-sione al fine di incoraggiare il dialogo sui metodi persostenere l’attuazione di tale risoluzione.

Valutazione delle attività dell’OSCE relative allequestioni di sicurezza. La terza Conferenza annualedi Riesame sulla sicurezza svoltasi a giugno, si èoccupata della prevenzione e della lotta al terrorismo,della sicurezza globale, nonché del potenziamentodella cooperazione e delle sinergie con altre organiz-zazioni e istituzioni internazionali. Il Foro ha contribuitonotevolmente alla preparazione di tale evento, che hadato luogo alla presentazione di oltre 100 proposte, 25delle quali direttamente connesse alla dimensionepolitico militare, tra cui proposte relative alle armi leg-gere e alle munizioni convenzionali, all’adattamentodel regime di controllo degli armamenti, ai mutamentiverificatisi nella situazione politico-militare europea eal ruolo dell’OSCE nella non proliferazione di armi didistruzione di massa.

Uno dei compiti essenziali del Foro è valutare l’attua-zione negli Stati partecipanti dei numerosi impegnisulle CSBM contenuti nel Documento di Vienna del1999 e in altre pertinenti decisioni del Foro. La quindi-cesima Riunione annuale di valutazione dell’applica-zione (AIAM) svoltasi l’8 e il 9 marzo, ha esaminato lemisure di attuazione e successivamente, durante leriunioni del Gruppo di lavoro “A”, è stata esaminatal’ulteriore attuazione dei documenti OSCE relativi allearmi leggere e alle munizioni convenzionali.

Il Foro ha emanato una Dichiarazione sulla notificapreventiva di importanti attività militari, che ha rappre-sentato un modesto ma importante passo in avantiverso il miglioramento dell’apertura e della traspa-renza nel contesto delle CSBM. L’attuazione di talemisura volontaria sarà valutata durante le riunioniannuali di valutazione dell’applicazione.

Seminario sulle Dottrine militari. Il Foro ha deciso ditenere un Seminario ad alto livello sulle dottrine militariil 14 e il 15 febbraio 2006, durante il quale sono statediscusse una gamma di questioni riguardanti i muta-menti intervenuti nelle dottrine militari degli Stati parte-cipanti in relazione alle nuove minacce e sfide allasicurezza.

Mantenere un dialogo sulle questioni di sicurezza.Il Dialogo sulla sicurezza è uno strumento essenzialee dinamico del Foro. Costantemente presenteall’ordine del giorno delle sedute, esso offre a tutti ipartecipanti l’opportunità di sollevare questioni dinatura più generale connesse alla sicurezza. Ciòappare particolarmente importante, poiché i mutamentidel clima di sicurezza potrebbero successivamente

condurre alla riforma delle forze armate e alla trasfor-mazione delle dottrine militari negli Stati partecipanti.Gli Stati dell’OSCE ed esperti internazionali hannotrattato una serie di importanti questioni in tale conte-sto, tra cui la pianificazione nazionale della difesadella Belarus, del Canada, dell’Ucraina e degli StatiUniti d’America, la non proliferazione di armi di distru-zione di massa, i controlli delle esportazioni, le armileggere e le munizioni convenzionali.

Potenziamento della cooperazione con altri organiinternazionali. Nel 2005, il Foro ha invitato numerosiesperti di altre organizzazioni internazionali, regionalie subregionali a trattare specifiche questioni in materiadi sicurezza. Esperti dell’ONU, dell’UE, della NATO edell’Organizzazione del Trattato per la sicurezza col-lettiva hanno presentato relazioni su problemi di sicu-rezza. Il Foro ha inoltre dedicato diverso tempoall’esa me delle prospettive di cooperazione con laNATO nel campo delle armi leggere, delle munizioniconvenzionali e delle componenti del carburante permissili.

Miglioramento della cooperazione interna. Nel 2005il Foro ha collaborato più strettamente con la Troikadel Consiglio permanente, mantenendo contatti rego-lari a livello operativo per facilitare i preparativi dellaRiunione annuale di valutazione dell’applicazione el’elaborazione del suo contributo alla Conferenzaannuale di riesame sulla sicurezza. Il Foro ha presen-tato alla Riunione annuale di valutazione dell’applica-zione il lavoro svolto nel corso dell’ultimo anno inmerito all’attuazione del Documento di Vienna 1999.

Il Foro ha inoltre contribuito alla stesura del ConcettoOSCE per la gestione e la sicurezza delle frontiere, haascoltato le relazioni su attività politico-militari presen-tate dai rappresentanti di due operazioni sul terreno,ha tenuto l’abituale riunione congiunta con il Consigliopermanente prima del Consiglio dei ministri di dicem-bre e ha tenuto una relazione sulle proprie attività inoccasione della sessione invernale dell’Assembleaparlamentare dell’OSCE tenutasi il 28 gennaio.

Il Foro ha partecipato al Seminario sul decimo anni-versario del Codice di condotta dell’OSCE relativo agliaspetti politico-militari della sicurezza, organizzato dalCentro di Ginevra per il controllo democratico delleforze armate.

Il Foro ha incontrato per la prima volta i Partner dicooperazione in occasione di una tavola rotonda sultema del traffico illecito di armi di piccolo calibro eleggere, a cui hanno partecipato 66 Paesi.

www.osce.org/fsc

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Assemblea parlamentare

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Assemblea parlamentare

L’Assemblea parlamentare dell’OSCE (AP) rappre-senta la dimensione parlamentare dell’Organizza-zione. Essa si compone di 317 parlamentari e ha ilcompito fondamentale di sostenere il dialogo interpar-lamentare, che costituisce un aspetto importante dellosforzo complessivo per far fronte alle sfide dellademocrazia nell’intera regione dell’OSCE. Le dichia-razioni approvate ogni anno dall’Assemblea, che sonotrasmesse ai governi e alle istituzioni dell’OSCE, rap-presentano la voce comune dei parlamenti degli Statipartecipanti all’OSCE.

Istituita originariamente dal Vertice di Parigi del1990 per promuovere un maggiore coinvolgimento deiparlamenti nazionali nelle attività dell’Organizzazione,l’Assemblea è divenuta un membro molto attivo dellafamiglia dell’OSCE. Essa riunisce più volte l’anno imembri dei parlamenti degli Stati partecipanti perdiscutere questioni inerenti all’OSCE e per formulareraccomandazioni. Attraverso periodiche conferenze sutemi specifici, i parlamentari hanno inoltre l’opportunitàdi scambiare opinioni, discutere sulle migliori prassi eavvalersi di esperti internazionali per affrontare que-stioni di rilevanza per l’OSCE. Servendosi della lorospecifica competenza quali rappresentanti diretta-mente eletti, i parlamentari svolgono un ruolo guidanelle attività di monitoraggio elettorale attraverso unattivo programma di osservazione elettorale.

Ogni anno l’Assemblea elegge con voto a maggio-ranza un presidente che funge da alto rappresentante,presiede le riunioni principali e partecipa periodica-mente ai lavori svolti dall’OSCE al livello ministeriale,ivi incluse le riunioni della Troika e del Consiglio deiministri.

Il Segretariato internazionale dell’Assemblea hasede a Copenaghen ed è ospitato dal Parlamentodanese. È diretto dal Segretario generale R. SpencerOliver, il cui mandato è stato prorogato in luglio peraltri cinque anni. Con un organico permanente di 14persone, l’Assemblea dispone inoltre di un piccoloUfficio di collegamento a Vienna.

Dialogo interparlamentare

Quattordicesima Sessione annuale a Washington,D.C., in luglio. La riunione principale dell’Assembleasi svolge ogni anno nel mese di luglio, su invito delparlamento di uno Stato partecipante. Nel 2005 i par-lamentari di 51 Stati dell’OSCE, affiancati da rappre-sentanti dei Paesi partner, si sono riuniti a Washin-gton, D.C. per esaminare recenti questioni interna-zionali connesse alla sicurezza, alla situazione econo-mica, all’ambiente e ai diritti umani e hanno successi-vamente approvato la Dichiarazione di Washingtoncontenente raccomandazioni a tale riguardo. Per cele-brare il 30° anniversario della firma dell’Atto finale diHelsinki, il tema centrale della sessione è stato “30anni dopo Helsinki: le sfide che ci attendono”.

Nella Dichiarazione di Washington vengono sollevatequestioni che interessano le popolazioni di tutta laregione. La Dichiarazione include, fra l’altro, racco-

mandazioni circa i programmi di sensibilizzazionedell’OSCE nei confronti dei Paesi vicini, invita a fornireassistenza allo sviluppo della piccola imprenditoria esollecita tutti gli Stati partecipanti al pieno rispetto delleConvenzioni di Ginevra verso tutti i prigionieri diguerra. Su proposta dei parlamentari, l’Assemblea hainoltre adottato alcune risoluzioni concernenti que-stioni specifiche come il miglioramento della situazionerelativa alla parità fra i sessi, la riforma dell’OSCE e lalotta all’antisemitismo e alla tratta di esseri umani,nonché questioni regionali, tra cui l’Abkhazia (Geor-gia), la Moldova e il Mediterraneo.

Conformemente alla prassi tradizionale, il Presidentein esercizio dell’OSCE, Ministro degli affari esteri slo-veno Dimitrij Rupel, e il Segretario generale dell’OSCEMarc Perrin de Brichambaut, sono intervenuti nelcorso della sessione e hanno risposto alle domandedei parlamentari su una vasta gamma di questioni dipertinenza dell’OSCE.

L’Assemblea ha rieletto all’unanimità quale suo Presi-dente Alcee L. Hastings, membro del Congresso USA,conferendogli un mandato che scade nel luglio 2006.Sono stati inoltre eletti tre nuovi Vicepresidenti per farparte dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea, che èora composto dal Presidente Alcee L. Hastings, daiVicepresidenti Nino Burjanadze (Georgia), ToneTingsgaard (Svezia), Nevzat Yalcintas (Turchia),Panayiotis Kammenos (Grecia), Giovanni Kessler(Italia), Nebahat Albayrak (Paesi Bassi), PiaChristmas-Moeller (Danimarca), Barbara Haering(Svizzera), Oleh Bilorus (Ucraina), dal TesoriereJerry Grafstein (Canada) e dal Presidente emeritoBruce George (Regno Unito).

Riunione invernale, Vienna, febbraio. In febbraiol’Assemblea si è riunita per la sua quarta Sessioneinvernale a Vienna. Durante la riunione, seconda inordine d’importanza nel calendario dell’Assemblea, iparlamentari sono stati informati sugli sviluppi in corsoda funzionari di alto livello dell’OSCE. I parlamentarihanno potuto inoltre dare seguito ai lavori correntidell’Assemblea, avviare preparativi per gli eventiimminenti e discutere temi attuali con i colleghi parla-mentari di altri Paesi.

Impulso parlamentare alla riforma

L’Assemblea esamina “Il futuro dell’OSCE”. Nellasua sessione annuale di Washington nel mese diluglio l’Assemblea parlamentare ha adottato una riso-luzione che invita all’effettiva attuazione delle racco-mandazioni relative alla riforma dell’OSCE.

Contributi dei Ministri alla Sessione annualedell’Assemblea sul tema della riforma dell’OSCE

“Il vostro contributo può stimolare gli Stati parteci-panti a pensare “fuori dagli schemi” e a sollevare que-stioni che gli organismi basati sul consenso tendonoforse ad evitare.”

Dimitrij Rupel,Presidente in esercizio dell’OSCE

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“Ora che il Presidente in esercizio e l’Assembleaparlamentare si apprestano a guardare al programmadell’OSCE da una nuova angolazione e a procederead una valutazione delle questioni ivi contenute, cosìcome di altre questioni, preservare l’integrità dei prin-cipi di Helsinki e assicurare che l’OSCE continui adessere un motore di trasformazione pacifica e demo-cratica dovrebbero essere considerati obiettivi fonda-mentali. Non si possono introdurre nuove procedure ascapito dei principi e le riforme istituzionali dovrebberoessere orientate ad un rafforzamento della capacitàdell’OSCE di produrre risultati concreti sul campo, inparticolare attraverso le sue missioni sul terreno.”

Condoleezza Rice,Segretario di Stato USA

Prima della sessione annuale l’Assemblea avevasvolto un programma di supporto ai lavori del Comitatodi personalità eminenti dell’OSCE che era stato incari-cato dal Presidente in esercizio Dimitrij Rupel di impri-mere nuovo impulso al dialogo politico e di conseguireuna visione strategica per l’Organizzazione negli annia venire. Su invito del Presidente dell’Assembleadell’OSCE e del Capo della “Swiss Foundation forWorld Affairs”, 17 esperti in questioni attinenti l’OSCE,tra cui ministri, ambasciatori e membri dell’Assemblea,hanno presentato contributi scritti che sono statisuccessivamente oggetto di dibattito in seno ad uncolloquio svoltosi in giugno sul Futuro dell’OSCE. IlPresidente dell’Assemblea Hastings ha trasmesso ilrapporto sugli esiti del colloquio al Presidente inesercizio e al Consiglio permanente dell’OSCE.

I partecipanti e gli autori dei contributi presenti al col-loquio hanno convenuto all’unanimità che l’OSCE ètuttora un’organizzazione internazionale valida erilevante che dovrebbe continuare a svolgere un ruolocruciale nella promozione della stabilità e della sicu-rezza in Europa. Gli impegni politici assunti nell’Attofinale di Helsinki, nella Carta di Parigi e in altri docu-menti CSCE/OSCE sono assai importanti e dovreb-bero essere preservati e rispettati. È stato inoltre rico-nosciuto che l’OSCE si trova di fronte a problemi chesono in primo luogo politici – una riforma strutturalenon risolverà di per sé le sfide politiche a cui solo gliStati partecipanti possono far fronte. I governi dei 55Stati dell’OSCE sono stati sollecitati a riconfermare illoro impegno nei confronti di un’Organizzazione utile,credibile e professionale, al servizio degli interessi ditutti. I partecipanti hanno sottolineato la necessità chei governi si impegnino inoltre al più alto livello politico afavore della piena attuazione di tutti gli impegni da loroassunti nell’ambito dell’OSCE, nonché rispetto ai futurimiglioramenti delle strutture e delle proceduredell’Organizzazione.

L’Assemblea si adopera da tempo a favore dellariforma di taluni meccanismi dell’OSCE allo scopo diassicurare il buon funzionamento dell’Organizzazionenonché l’efficacia della sua azione. In particolare,l’Assemblea ha criticato l’uso restrittivo del principiodel consenso nel processo decisionale dell’Organiz-zazione. A tale riguardo, l’Assemblea ha istituito nel2001 una Commissione ad hoc sulla trasparenza e laresponsabilità nell’OSCE il cui compito è promuoverele iniziative dell’Assemblea. Sotto la direzione di StenyHoyer, membro del Congresso USA, la Commissione

ha migliorato l’interazione tra gli organi direttividell’OSCE e dell’Assemblea e continua a perseguirealtri importanti obiettivi.

Osservazione delle elezioni

Durante l’anno l’Assemblea ha proseguito il suo attivoprogramma di osservazione elettorale inviando 186parlamentari a monitorare le elezioni svoltesi in Kirghi-zistan, in Moldova, in Albania, in Azerbaigian e inKazakistan. In qualità di rappresentanti direttamenteeletti, i parlamentari mettono a frutto la loro particolareconoscenza dei processi elettorali per valutare lo svol-gimento delle consultazioni elettorali alla luce degliimpegni OSCE assunti dagli Stati partecipanti. I par-lamentari, dopo riunioni informative con autorevoliesperti elettorali dell’ODIHR e dell’OSCE, sono asse-gnati ai seggi per monitorare la sigillatura delle urneelettorali al mattino, le operazioni di voto durante lagiornata elettorale e lo spoglio delle schede alla sera.

Ogniqualvolta l’Assemblea svolge un ruolo guida nelmonitoraggio delle elezioni, il Presidente in eserciziodell’OSCE nomina un membro autorevoledell’Assemblea in qualità di Coordinatore speciale, conil compito di guidare gli osservatori a breve termine epresentare le conclusioni della missione di osserva-zione di concerto con altri funzionari competenti.

Decimo Premio OSCE per il giornalismoIl 1° luglio è stato assegnato il Premio OSCE per il

giornalismo e la democrazia all’emittente televisivaucraina Canale Cinque per il ruolo cruciale svolto nelcorso degli eventi di ottobre-dicembre 2004 che hannofavorito la transizione pacifica dell’Ucraina verso unsistema di governo di orientamento più democratico elegittimamente eletto.

Durante una speciale cerimonia svoltasi conte-stualmente alla sessione annuale dell’Assemblea, ilPresidente Hastings ha consegnato il Premio aRoman Skrypin, redattore capo di Canale Cinque.

L’Assemblea dell’OSCE ha deciso di assegnare ildecimo Premio annuale a Canale Cinque dell’Ucrainaper rendere onore al grande coraggio dimostrato nelriportare in modo indipendente le notizie sugli eventi inun periodo in cui il Governo imponeva rigidi controllisui servizi realizzati dai mezzi d’informazione, ignoravail vasto malcontento popolare e cercava di manipolarei processi elettorali.

Consegnando il premio al Sig. Skrypin, il Presi-dente Hastings ha detto: “Tali eventi di importanzastorica hanno attratto l’attenzione del mondo intero.Senza il lavoro svolto da Canale Cinque molti cittadiniucraini non avrebbero inizialmente saputo che nellapiazza centrale della loro capitale era in corso unarivoluzione pacifica.”

Il Premio OSCE per il giornalismo e la democraziaè stato istituito dall’Assemblea nel 1996 ed è divenutouno strumento importante di sensibilizzazione a livellointernazionale su questioni concernenti la libertà deimezzi d’informazione. Il Premio di 20.000 dollari USA,pari a circa 17.000 Euro, è assegnato annualmente agiornalisti e a organizzazioni il cui operato promuove iprincipi dell’OSCE nell’ambito dei diritti umani e dellademocrazia.

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Nel 2005 il Presidente in esercizio Dimitrij Rupel hanominato i seguenti membri dell’Assemblea dell’OSCEquali suoi Cordinatori speciali:

• Kimmo Kiljunen (Finlandia) per le elezioni parla-mentari e le elezioni presidenziali in Kirghizistan,svoltesi rispettivamente in febbraio e luglio, nonchéper le elezioni parlamentari in Moldova nel mese dimarzo;

• il Presidente Hastings (USA) per le elezioni parla-mentari in Azerbaigian svoltesi in novembre;

• Bruce George, ex Presidente dell’Assemblea(Regno Unito), per le elezioni presidenziali svoltesiin Kazakistan in dicembre.

Nel corso dell’osservazione elettorale, l’Assembleadell’OSCE opera in stretta collaborazione con l’ODIHRe con altre assemblee parlamentari della regionedell’OSCE. Dall’avvio del programma di osservazioneelettorale dell’Assemblea oltre 2.000 parlamentarihanno partecipato a missioni di monitoraggio elettoralenella regione dell’OSCE e al di fuori di essa.

Temi di particolare interesse

L’Assemblea ha istituito Commissioni ad hoc e Gruppidi lavoro ristretti per affrontare in modo più incisivotaluni temi che rivestono particolare interesse. Il Presi-dente dell’Assemblea può inoltre nominare Rappre-sentanti speciali che agiscano a suo nome in settorispecifici. Nel 2005, tali organismi e soggetti hannotrattato le seguenti questioni:

Commissione ad hoc sull’Abkhazia (Georgia). LaCommissione ad hoc ha proseguito le sue attivitàintese a promuovere la creazione di un quadro politicoche possa agevolare la riconciliazione e la composi-zione del conflitto in Abkhazia (Georgia), anche attra-verso contatti diretti tra la Commissione e rappresen-tanti dell’Abkhazia. A seguito dell’adozione da partedell’Assemblea di una risoluzione sulla “Situazione inAbkhazia, Georgia” in occasione della Sessioneannuale di Washington, la Commissione ha rinnovato isuoi sforzi e le sue attività, che hanno incluso unavisita in Georgia del Capo della Commissione, il Vice-presidente Tone Tingsgaard (Svezia).

Gruppo di lavoro ad hoc sulla Belarus. Nel corsodel 2005 il Gruppo di lavoro presieduto da Uta Zapf(Germania) ha continuato ad adoperarsi a favore di undialogo aperto con il Parlamento e il Governo dellaBelarus, nonché con i rappresentanti dell’opposizionee con altre parti interessate. Il Gruppo ha compiutopassi in avanti nelle iniziative volte ad organizzare unaserie di seminari in cooperazione con la delegazionedella Belarus presso l’Assemblea dell’OSCE nonché aconsentire l’inclusione di un’ampia gamma di forzepolitiche nella Belarus.

Rappresentante speciale per le questioni attinentialla parità fra i sessi. Nella sessione annuale di lugliol’Assemblea ha adottato all’unanimità una risoluzionesul Miglioramento della parità fra i sessi nell’OSCE,presentata dal Vicepresidente Tone Tingsgaard, Rap-presentante speciale per le questioni attinenti allaparità fra i sessi. Insieme a tale risoluzione, il Rappre-sentante speciale ha presentato il Rapporto annuale

dell’Assemblea sulla parità fra i sessi, in cui si giungealla scoraggiante conclusione che permane tuttorauna “barriera invisibile” che impedisce alle donne diaccedere ai livelli dirigenziali dell’OSCE. Il Rappre-sentante speciale ha continuato a favorire il dialogo inmateria di uguaglianza tra uomo e donna e ha creatouna rete informale di parlamentari dell’OSCE interes-sati a promuovere tale tema.

Rappresentante speciale per Guantanamo. In feb-braio, il Presidente del Senato belga Anne-Marie Lizinè stata nominata Rappresentante speciale incaricatodi seguire la situazione dei cittadini degli Stati parte-cipanti all’OSCE detenuti presso la base USA diGuantanamo, Cuba, e di riferire all’Assemblea a taleriguardo. Le principali raccomandazioni del Rappre-sentante speciale, contenute nel suo rapporto pre-sentato in luglio, includono l’invito al Governo USA distabilire un calendario per la chiusura del centro didetenzione, nonché di adoperarsi per stabilire piùampi scambi a livello di intelligence con altri Paesi, alfine di assicurare il più vasto utilizzo delle informazioninell’ambito della lotta al terrorismo. Il rapporto si con-clude con la raccomandazione alla comunità interna-zionale di continuare ad esercitare pressioni sulGoverno USA per la chiusura del centro di detenzione.

Nucleo parlamentare ad hoc sulla Moldova. Aseguito degli incontri avuti dal Nucleo parlamentaresulla Moldova con funzionari a Mosca e a Chisinau,l’Assemblea ha adottato in luglio una risoluzione sullaMoldova, in occasione della sessione di Washington.La risoluzione sottolinea che qualsiasi soluzione delconflitto nella Transnistria deve risultare accettabileper l’intera popolazione della Moldova e, a tal fine,sottolinea anche l’importanza di un rafforzamento dellademocratizzazione. Il Nucleo, guidato da KimmoKiljunen (Finlandia), ha raccomandato di valutare lapossibilità di affidare all’OSCE l’organizzazione delleelezioni in Transnistria. Dal 2000, il Nucleo parlamen-tare sulla Moldova si adopera in iniziative volte allasoluzione dello status della Transnistria attraverso lapromozione del dialogo tra le parti e tra le organizza-zioni che rappresentano diversi settori della popola-zione della Moldova.

Rappresentante speciale sul conflitto nel Nagorno-Karabakh. Presentando il suo rapporto intitolato “AGolden Opportunity” alla Sessione annualedell’Assemblea di luglio, il Rappresentante specialeGoran Lennmarker (Svezia) ha rilevato che esistonopotenzialità per una soluzione proficua di cui entrambele parti, l’Armenia e l’Azerbaigian, potrebbero benefi-ciare. Il Rappresentante speciale ha suggerito dibasare tale soluzione sulle esperienze dell’Europa,dove la democrazia e l’integrazione costituisconocomponenti fondamentali per assicurare una paceduratura. Dopo essersi recato in visita in Armenia, inAzerbaigian e nella regione del Nagorno-Karabakh, ilSig. Lennmarker ha organizzato una visita congiunta aBruxelles di rappresentanti delle delegazionidell’Azerbaigian e dell’Armenia presso l’Assembleaparlamentare dell’OSCE, allo scopo di discutere sulfuturo dei due Paesi nel contesto delle istituzioni euro-pee e transatlantiche. Sin dalla sua nomina nel luglio2002, egli ha continuato a promuovere la

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riconciliazione e la riabilitazione nella regione attra-verso il dialogo parlamentare.

Conferenze tematiche

Le regioni del nord – Ambiente, sicurezza e coope-razione, Tromso, Norvegia. Parlamentari di tuttal’area OSCE si sono riuniti il 12 e 13 maggio aTromso, Norvegia, per la prima conferenzadell’Assem blea incentrata specificamente su questioniconcernenti le regioni del nord. La conferenza,intitolata “Le regioni del nord – Ambiente, sicurezza ecooperazione” è stata organizzata per evidenziare ilegami che esistono tra la dimensione ambientale e lesfide alla sicurezza nella regione artica. Le relazionipresentate e i dibattiti svolti nel corso della conferenzahanno esaminato i potenziali pericoli per la stabilitàlocale e internazionale derivanti dallo stressambientale, nonché i migliori rapporti che possonoderivare dalla cooperazione in materia ambientale.

Democrazia e buongoverno nelle società multiet-niche quali basi per la stabilità e la sicurezza, SvetiStefan, Serbia e Montenegro. In ottobre, la Confe-renza annuale autunnale dell’Assemblea parlamentaredell’OSCE ha riunito oltre 300 partecipanti per esami-nare e dibattere questioni concernenti il buongovernonelle società multietniche. Nel corso di quattro ses-sioni tematiche sono state presentate relazioni daparte di esperti del settore, tra cui numerosi Capi delleoperazioni OSCE sul terreno, nonché di importantidirigenti politici della Serbia e Montenegro. I parla-

mentari si sono avvalsi di tale opportunità per scam-biare esperienze ed esaminare le prassi di governonelle società multietniche.

Attività della Presidenza

Quale massimo rappresentante dell’Assemblea, ilPresidente Hastings, membro del Congresso USA inrappresentanza della Florida, ha svolto un programmamolto impegnativo per conto dell’Assemblea. Nel2005, oltre a presiedere tutte le principali riunionidell’Assemblea, egli ha guidato la Missione OSCE diosservazione elettorale in Azerbaigian, si è recato invisita ufficiale in numerosi Stati partecipanti e ha rap-presentato l’Assemblea alle riunioni di altre organiz-zazioni, nonché delle istituzioni dell’OSCE.

Durante la sua presidenza Hastings ha posto partico-lare accento sul dialogo parlamentare, adoperandosiaffinché l’Assemblea sia un partner affidabiledell’OSCE e contribuisca al suo costante successo. Atal fine, il Presidente ha favorito il dibattito in senoall’Assemblea sulla riforma dell’OSCE e si è impe-gnato in iniziative di osservazione elettorale quali atti-vità fondamentali nel quadro degli sforzi dell’ Assem-blea volti a rafforzare la democrazia nella regionedell’OSCE.

www.oscepa.org

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Operazioni sul terreno

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Europa sudorientale

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Presenza in Albania

La Presenza OSCEconcorre al consolida-mento delle istituzionidemocratiche dell’Albaniapromuovendo lo stato didiritto e i diritti dell’uomo.Le attività previste nel suomandato includono inizia-tive nel campo della rifor-ma legislativa e giudiziaria–comprendendo i diritti diproprietà, l’amministra-zione regionale e la rifor-ma elettorale –del raffor-zamento delle capacitàparlamentari, della lotta aitraffici illeciti e alla corru-zione, del sostegno aimezzi d’informazione indi-pendenti, del buongoverno

e di progetti per il raffor-zamento della societàcivile, nonchédell’assistenza alla polizia.Fin dalla sua istituzione nel1997 la Presenza ha con-tribuito in modo considere-vole alla stabilizzazione ealla democratizzazione delPaese.

La Presenza disponeinoltre di una rete di ufficisecondari per promuoveregli obiettivi dell’OSCE intutto il Paese. I quattrouffici distaccati e l’Ufficio dicollegamento di Tirana,responsabile per la re-gione che include la capi-tale, sono impegnati nello

sviluppo e nella gestione diprogetti locali nel quadrodelle attività contemplatedal mandato della Pre-senza.

Un aspetto importantedel lavoro svolto dalla Pre-senza nel corso dell’annoè stato l’assistenza offertaai preparativi e al monito-raggio delle elezioni par-lamentari, svoltesi il 3luglio, favorendo in parti-colare l’accordo politicosulle nuove circoscrizionielettorali e appoggiando imiglioramenti apportati airegistri dei votanti. Altriimportanti settori di inter-vento hanno riguardato

l’avvio di un progetto diregistrazione dei diritti diproprietà, il sostegno anuovi ambiti di riforma nelquadro della neoelettaAssemblea, il costanteimpegno verso standardpiù elevati nella magistra-tura, l’avvio del processoche mira a rendere indi-pendenti i Centri per losviluppo della societàcivile, lo svolgimento diattività di osservazioneprocessuale, nonchél’assistenza in materia dilegislazione sui mezzid’informazione.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Rafforzamento della coopera-zione transfrontaliera. Adem-piendo ai compiti assegnatigli nelDocumento “The Way Forward”,concordato in seno alla Conferenzadi Ohrid sulla sicurezza e la ge-stione delle frontiere nel maggio2003, la Presenza ha continuato asostenere il processo di coopera-zione transfrontaliera tra le autoritàdi frontiera albanesi e dei paesiconfinanti. Nel quadro delle riunionidi cooperazione transfrontalieracongiunta, i funzionari della poliziadi frontiera e delle dogane albanesisi sono incontrati con i colleghi delServizio di polizia del Kosovo, dellaMissione delle Nazioni Unite inKosovo (UNMIK) e della ForzaNATO in Kosovo (KFOR). Le riu-nioni hanno consentito di scambiareinformazioni sull’andamento deirapporti transfrontalieri al fine dimigliorare la gestione delle frontieree combattere la minaccia postadalla criminalità organizzata tran-sfrontaliera. La Presenza promuovetali riunioni a livello locale, regionalee nazionale.

Assistenza alla polizia di fron-tiera. La Presenza ha offertodiverse forme di assistenza allapolizia di frontiera per contribuire almiglioramento della gestione dellefrontiere albanesi. Dopo aver trasfe-rito alla polizia di frontiera l’infra-struttura per le radiocomunicazioni

nel 2004, la Presenza ha procedutoal trasferimento, tramite donazioni,di apparecchiature radio portatili,stazioni base e apparecchiatureradio mobili. Ciò amplierà e poten-zierà in misura considerevole la retedi comunicazioni a livello nazionale.Date le difficoltà incontratedall’Alba nia nella fornitura regolaree costante di elettricità, inparticolare nelle regioni periferichedel Paese, la Presenza ha donatootto generatori di corrente adenergia solare come sistema diriserva per i principali valichi difrontiera, in modo da consentirel’impiego senza interruzioni dicomputer, telefax, apparecchiaturedi comunicazione e lettori ottici perpassaporti. Di concerto con il BritishCouncil la Presenza ha inoltreavviato un secondo Progetto diformazione linguistica (inglese)finalizzato a migliorare la cono-scenza delle lingue straniere daparte della polizia di frontiera.

Attività economiche eambientali

Sostegno all’integrazione nellavita economica di gruppi margi-nalizzati. Dopo la positiva conclu-sione del terzo Seminario per gio-vani imprenditori del gennaio 2005,la Presenza, in cooperazione conl’agenzia tedesca per lo sviluppoGTZ, ha lanciato un programma disovvenzioni per l’avviamento diimprese da parte di giovani disoc-cupati nella impoverita regione set-tentrionale dell’Albania. Sono statiapprovati 44 progetti aziendali nei

settori dei servizi elettromeccanici,della formazione in campo informa-tico, dell’acconciatura, dell’artigia-nato, della produzione agricola e deiservizi veterinari.

Rafforzamento delle impreselocali. In cooperazione con consu-lenti albanesi e con la Camera dicommercio e dell’industria dell’Alba-nia, la Presenza ha organizzatoseminari in tutte le 12 regioni delPaese per informare le impreseimpegnate nel settore delle importa-zioni e delle esportazioni sugli effettie sugli obblighi derivanti dall’acces-sione dell’Albania all’Organizza-zione mondiale del commercio(WTO).

Lindita Dashi avvia un’attivitàcommerciale

Lindita Dashi, una giovane di 20anni del villaggio di Shtoj nellaregione di Scutari, semplicementenon disponeva del denaro peracquistare le attrezzature neces-sarie ad avviare la sua attivitàcommerciale nel settore della car-toleria e dei servizi informatici. Poi,ascoltando una trasmissione televi-siva locale, è venuta a conoscenzadi un concorso che offriva un sup-porto finanziario di quasi 800 Europer le migliori idee nel settore com-merciale. Lindita Dashi è risultatauna dei 44 vincitori, di cui 32 eranodonne, del progetto sostenutodall’OSCE volto a promuovere losviluppo economico mediante lacreazione di maggiori posti di lavoronella zona rurale settentrionale, la

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regione più povera del Paese. “Ciòche mi ha spinto a decidere diavviare un’attività commerciale, piùdi qualsiasi altra cosa, è stato ildesiderio di sfuggire all’isolamentodi casa mia” ha affermato. “Graziealla formazione ricevuta dalla GTZ edall’OSCE su come gestire un’atti-vità commerciale credo che il mionegozio avrà successo.”

Il progetto ha beneficiato delsostegno del Programma di svi-luppo economico della GTZ e delProgramma Diber Vision.

Promozione dell’autoregolamen-tazione dell’industria del turismo.La Presenza ha collaborato conl’industria del turismo albanese, conle associazioni del settore viaggi,turismo e soggiorno albanesi, non-ché con il Ministero del turismo,cultura, gioventù e sport, al fine diadottare un Codice etico in lineacon il Codice etico globale delWTO. Nel quadro di un’iniziativainternazionale dell’OSCE,dell’UNICEF e della GTZ, il Codiceetico include il Codice di condottacontro lo sfruttamento a fini sessualidei minori nel settore turistico.

Attuazione della legislazione inmateria ambientale. Di concertocon il Centro regionale per l’am-biente, la Presenza ha offertosostegno al Ministero dell’ambientenelle sue iniziative volte a sensi-bilizzare gli enti locali di base sullequestioni ambientali e sull’attualeordinamento giuridico in materiaambientale. Si sono tenuti seminariin dieci municipalità che hanno riu-nito oltre 300 partecipanti.

Promozione della sensibilizza-zione in materia ambientale.Nell’intento di promuovere un atteg-giamento pubblico più responsabilein materia ambientale, la Presenzae il Ministero per l’ambiente, le fore-ste e l’amministrazione delle acquehanno organizzato una Giornata-europa senza automobili in sei prin-cipali città dell’Albania. Le iniziativehanno incluso il divieto al trafficoveicolare nei centri urbani, la puliziadegli spazi pubblici, una campagnad’informazione sui rischi derivantidai rifiuti ospedalieri smaltiti in modonon adeguato, nonché l’organizza-zione di gite in bicicletta e di dibattititelevisivi. Alle iniziative hanno par-tecipato oltre 20 organizzazioni nongovernative (ONG) del settoreambientale nonché un gran numerodi studenti delle scuole secondariee superiori.

Promozione della trasparenza allivello locale. La Presenza ha ela-borato un programma pluriennale disostegno alle municipalità centratosul buongoverno e sull’accesso alleinformazioni da parte dei cittadini. Ilprimo di una serie di progetti in taleambito è stato avviato con la muni-cipalità di Tirana per contribuire aduna valutazione delle informazionidisponibili al pubblico e delle opi-nioni dei cittadini riguardo al lavorosvolto dalle autorità municipali.

Attività nel quadro delladimensione umana

RIFORMA ELETTORALE EDEMOCRATIZZAZIONE

Miglioramenti in campo eletto-rale. L’Assemblea albanese, con ilsostegno della Presenza, ha appro-vato in gennaio alcuni emendamential Codice elettorale in preparazionedelle elezioni parlamentari del3 luglio, portando a termine un pro-cesso di riforma elettorale iniziatonel luglio 2004 in cui si è procedutoad un sostanziale miglioramentodelle disposizioni relative alla costi-tuzione e al funzionamento dell’am-ministrazione elettorale, al finanzia-mento delle campagne elettorali ealla compilazione dei registri deivotanti. È stato creato un nuovosistema centralizzato di conteggiodelle schede. La Presenza ha age-volato inoltre un’intesa politica sullasuddivisione delle circoscrizionielettorali.

L’accuratezza dei registri dei votantiè stata una delle questioni più con-troverse in Albania. Con il sostegnofinanziario dell’Unione europea laPresenza ha offerto ampia assi-stenza tecnica, formazione e attrez-zature al Ministero per le autonomielocali e la decentralizzazione, non-ché alla Commissione elettoralecentrale, nell’intento di perfezionaretali registri in linea con le racco-mandazioni dell’ODIHR. I registridei votanti sono quindi risultatimolto più accurati rispetto alle pas-sate consultazioni e la questione haassunto di conseguenza un carat-tere meno controverso a livello poli-tico. Grazie ad un altro progetto, laPresenza ha contribuito alla parte-cipazione alle elezioni, per la primavolta, di 8.000 elettori non vedenti.

Rafforzamento dell’Assembleaalbanese. Grazie al suo progetto di

rafforzamento delle capacità parla-mentari, iniziato nel 2001, la Pre-senza ha offerto sostegno all’As-semblea albanese nel quadrodell’attuazione delle nuove Normeprocedurali. La Presenza ha coa-diuvato inoltre l’Assemblea nellamessa a punto di ulteriori pro-grammi di riforma intesi a migliorarel’efficienza delle sue commissioni,del personale di supporto e dei ser-vizi. Con l’aiuto della Presenza,l’Assemblea ha potuto ridurre itempi necessari per preparare epubblicare le trascrizioni delle sueriunioni plenarie, tempi che si sonoridotti da svariati anni ad una solagiornata. Nel quadro della nuovalegislatura sono state avviate inizia-tive importanti per rendere l’Assem-blea accessibile al pubblico in gene-rale e per accrescere la quantità diinformazioni disponibili al pubblico.

Rafforzamento della societàcivile. Nel corso del 2005 la rete diCentri per lo sviluppo della societàcivile, creata dalla Presenza nel2001, ha continuato a dare impulsoalla società civile e a stimolare lapartecipazione dei cittadini al pro-cesso decisionale locale. I Centrihanno offerto corsi di formazione eservizi di consulenza a oltre 4.150persone, il 30 per cento in piùrispetto al 2004. Nel quadro di unastrategia di trasferimento delleresponsabilità, finanziata dallaCommissione europea, la Presenzaha iniziato ad assumere un ruoloconsultivo trasferendo gradual-mente a livello locale i compiti con-nessi alla supervisione della rete.La piena competenza e gestionealbanese è prevista entro la fine del2006.

Promozione della partecipazionedella società civile al processodecisionale. In stretta collabora-zione con il Governo e con le ONGalbanesi che si occupano di que-stioni inerenti alle disabilità, la Pre-senza ha fornito assistenza all’ela-borazione di una Strategia nazio-nale per le persone disabili e di unPiano d’azione nazionale. Unaconferenza di donatori ha dato perla prima volta l’opportunità a istitu-zioni governative e non governativedi presentare un pacchetto di pro-getti comuni che rispecchia le prio-rità della Strategia.

Iniziative a favore della parità fra isessi e dei diritti delle donne. LaPresenza e l’UNDP hanno conti-nuato a promuovere l’uguaglianza

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fra i sessi in Albania, attribuendoresponsabilità e fornendo assi-stenza alla Commissione nazionaleper la parità fra i sessi. La Presenzaha prestato consulenza nel quadrodel processo di riesame dell’attualeLegge sulla parità fra i sessi e hacontinuato a sostenere il Centro diconsulenza per le donne vittimedella violenza domestica, inaugu-rato nel 2004 nella città nordorien-tale di Kukes. Nel corso del 2005 ilCentro ha offerto consulenze e ser-vizi a oltre 350 donne di questaimpoverita e sottosviluppata regionedel Paese. La Presenza ha appog-giato inoltre il Citizens’AdvocacyOffice, una ONG albanese, nei suoisforzi volti all’adozione di una leggeper la prevenzione della violenzadomestica.

STATO DI DIRITTO E RIFORMAGIURIDICA

Progressi nella soluzione di con-troversie relative ai diritti di pro-prietà. Le controversie in materia diproprietà fondiaria e di diritti di pro-prietà in Albania continuano a osta-colare lo sviluppo economico, rap-presentano il 50 per cento dellecontroversie giudiziarie e portanotalvolta ad atti di violenza. Dopoaver fornito assistenza alla stesuradi una legge sulla restituzione delleproprietà nel 2004, la Presenza haofferto sostegno alle attività quoti-diane del Comitato statale per larestituzione e l’indennizzo delleproprietà e delle sue commissioni alivello locale, organizzando corsi diformazione per il personale, contri-buendo alla redazione degli atti didiritto derivato e sensibilizzandol’opinione pubblica attraverso lapubblicazione e la distribuzione dimateriale divulgativo in tutto ilPaese. La Presenza ha avviatoinoltre la fase attuativa della primaiscrizione dei beni immobili neicomuni di Vallona e di Burrel, unpasso necessario per realizzare unsistema che garantisca i diritti diproprietà.

Maggiore trasparenza dei proce-dimenti giudiziari e migliora-mento degli standard proces-suali. In febbraio, la Presenza hapubblicato il suo Rapporto provvi-sorio sul Progetto per lo svolgi-mento di processi equi, che riguar-da principalmente il Tribunale deldistretto di Tirana e il Tribunale diprimo grado per reati gravi. L’AltoConsiglio di giustizia ha invitato itribunali albanesi a tenere conto di

tale rapporto. Nella parte restantedell’anno la Presenza ha proseguitol’analisi dei procedimenti giudiziari eha esteso al di fuori della capitale lerelative attività di osservazione.Oltre a seguire i processi penali, laPresenza ha concentrato l’atten-zione sui diritti procedurali nel corsodelle indagini preliminari, con parti-colare riferimento alla detenzionedegli indagati. La Presenza hacontinuato ad assistere i Tribunaliper reati gravi tramite donazioni einiziative volte al rafforzamentodelle capacità.

Sostegno alla riforma giuridica.La Presenza ha sostenuto varieiniziative nel campo della riformagiuridica. Dopo l’adozione nel 2004della Legge a tutela dei testimoni edei collaboratori di giustizia, la Pre-senza ha continuato a sostenere leautorità albanesi nell’ambito dellatutela dei testimoni fornendo assi-stenza tecnica per la redazione deldiritto derivato e degli emendamentida apportare al Codice di procedurapenale. La Presenza ha inoltrevarato un progetto sulla trasparenzanella redazione degli atti legislativiche mira ad apportare maggioricontributi e controlli pubblici al pro-cesso redazionale.

Rafforzamento delle misure ditutela nella pubblica ammini-strazione. La Presenza ha finan-ziato la prima articolata pubblica-zione della Commissione per lapubblica amministrazione, un’istitu-zione statale indipendente. Lapubblicazione include le decisioniadottate dalla Commissione nel2004 e rappresenta un’utile fonte diinformazioni per il personale impie-gato presso le istituzioni statali alivello centrale e locale. Essa serveanche da guida per gli impiegatistatali in caso di abusi esercitati dafunzionari superiori.

Documentazione sulla storiacostituzionale. La Presenza hafinanziato la trascrizione e la pubbli-cazione dei dibattiti svoltisi in senoalla commissione parlamentare adhoc incaricata della redazione dellaCostituzione del 1998. La pubblica-zione costituisce un’importantetestimonianza della storia legislativae migliorerà la comprensione e lacorretta attuazione della Costitu-zione.

DIRITTI DELL’UOMO

Lotta alla tratta di esseri umani ealla migrazione clandestina.Insieme all’UNHCR, all’OIM e alMinistero dell’interno, la Presenzaha proseguito un progetto discreening preliminare avviato nel2004 e finanziato dall’Unione euro-pea. L’iniziativa si propone di assi-curare che i richiedenti asilo, le vit-time della tratta di esseri umani e imigranti irregolari siano trattaticonformemente agli standard inter-nazionali e che l’Albania mantengaun appropriato sistema di segnala-zione e di riferimento. Nel quadrodel progetto è stata offerta forma-zione ad un totale di 940 guardie difrontiera. La Presenza ha nominatosei funzionari con competenze nelloscreening preliminare incaricati dicollaborare con le amministrazionidi polizia nell’ambito di tutte le que-stioni concernenti le frontiere. Èstato inoltre organizzata un’impor-tante visita di studio presso valichidi frontiera dell’Unione europea e dialtri Stati membri non appartenentiall’UE durante la quale funzionarisuperiori di polizia del servizioconfinario e di migrazione hannoappreso diverse procedure e tecni-che aggiornate della cooperazionetransfrontaliera

Educazione ai diritti umani. LaPresenza ha aiutato 26 insegnantiche operano in tutta l’Albania,incluse le zone remote, a integrarel’educazione ai diritti umani nel lorolavoro quotidiano. Il progetto,avviato per iniziativa del Presidentein esercizio sloveno in cooperazionecon il Ministero dell’istruzione, sipropone l’insegnamento dei dirittiumani agli scolari di 10–12 anni ditutto il Paese.

Sostegno al Difensore delpopolo. Sulla scorta di relazioniormai consolidate, la Presenza hacontinuato a fornire sostegnoall’Ufficio del Difensore del popolo,ha organizzato una visita di studiopresso l’Ufficio del Difensore civicopolacco e ha finanziato una pubbli-cazione sui diritti dei lavoratori, aseguito della positiva conclusionedella Conferenza nazionale sui dirittidei lavoratori organizzata nel 2004dalla Presenza e dal Difensore delpopolo.

Miglioramenti in materia di giu-stizia minorile. In stretta coopera-zione con la Scuola per magistratidell’Albania, la Presenza ha orga-nizzato una serie di corsi di forma-zione rivolti a giudici, pubblici mini-

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steri, avvocati difensori, assistentisociali, psicologi e funzionari di poli-zia giudiziaria preposti a trattarecasi attinenti alla giustizia minorile.Al seminario hanno partecipato oltre150 professionisti.

Promozione dei diritti dei Rom.La Presenza ha guidato un gruppodi coordinamento di donatori inter-nazionali per le questioni attinenti aiRom al fine di sostenere e monito-rare l’attuazione della Strategianazionale per il miglioramento dellecondizioni di vita dei Rom. Inoltre, laPresenza ha partecipato all’inizia-tiva dell’ODIHR intitolata “Rom,usate saggiamente il vostro voto”finalizzata ad apportare migliora-menti alla registrazione degli elettoridi etnia rom.

SVILUPPO DEI MEZZID’INFORMAZIONE

Miglioramento della legislazionesui mezzi d’informazione. Aseguito di una richiesta formulatadalla Commissione parlamentareper l’educazione e i media la Pre-senza ha fornito assistenza tecnicaper l’elaborazione di diversi atti legi-slativi, tra cui i progetti di legge suimezzi d’informazione a mezzostampa e sulla diffamazione. Nelquadro di un gruppo di lavoro legi-slativo, la Presenza ha contribuitoall’elaborazione di una leggesull’introduzione di trasmissionidigitali sperimentali, in coopera-zione con il Consiglio d’Europa, ilConsiglio nazionale per la radio-televisione dell’Albania, il Rappre-sentante OSCE per la libertà deimezzi d’informazione, la Commis-sione europea e l’Ufficio europo perle radiocomunicazioni.

Rafforzamento delle istituzioninazionali nel settore dei mezzid’informazione. La Presenza hacontinuato a prestare sostegno alConsiglio nazionale per la radio-televisione nell’elaborazione delpiano di ripartizione delle frequenzeradiotelevisive per le trasmissionidigitali terrestri, che sarà presentatoall’esame dell’Ufficio europo per leradiocomunicazioni.

Promozione di meccanismi diautoregolamentazione. Di con-certo con le organizzazioni attivenel settore dei mezzi d’informazionee in cooperazione con USAID, laPresenza ha continuato ad adope-rarsi per la creazione di un Consi-glio per l’etica nei mass media.

Attraverso tavole rotonde e riunionicon le principali componentiinteressate del Paese, la Presenzaha promosso l’aggiornamento degliesistenti codici deontologici in mate-ria di mezzi d’informazione.

Promozione di standard profes-sionali. Nel quadro di un progetto diFormazione dei mezzi d’informa-zione locali in materia di standardprofessionali e promozione dellatrasparenza tramite la Leggesull’accesso alle informazioni, laPresenza ha organizzato corsi diformazione a favore di 12 emittentitelevisive locali. L’iniziativa è statafinanziata dall’organizzazione olan-dese Press Now. La Presenza haprestato inoltre assistenza allaScuola di giornalismo di Tirananell’elaborazione dei corsi di studioe nell’ambito di una strategia alungo termine.

Capo della Presenza:Ambasciatore Pavel VacekBilancio riveduto: 3.658.300 Eurohttps://www.osce.org/albania

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Missione in Bosnia-Erzegovina

Nel 2005 il processo diriforma in Bosnia-Erzegovina è proceduto aritmo più spedito e la Mis-sione ha continuato adadoperarsi per il consoli-damento della pace, dellademocrazia e della stabi-lità nel Paese. La Bosnia-Erzegovina ha compiutopassi significativi nell’am-

bito della riforma delladifesa unificando la ge-stione delle Forze armatee il Ministero della difesa inun quadro statale unico.

Per quanto riguarda leattività nel quadro delladimensione politico-militare, la Missione OSCEin Bosnia-Erzegovina haprestato sostegno attivo e

consulenza perl’attuazione della primamoratoria regionale sulleesportazioni di armi di pic-colo calibro e leggere.Nella sfera economica eambientale ha fornito assi-stenza ai comuni per lariforma della loro ammini-strazione, potenziandonel’efficienza, la trasparenza

e la capacità di risposta.Infine, nel quadro delladimensione umana, laMissione si è adoperataper assicurare il diritto deirifugiati ad un rientro so-stenibile nella regione e adalloggi sociali, nonchénell’ambito della promo-zione della protezionesociale.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Sostegno al processo di riformadella difesa. Verso la fine del 2005,le autorità della Bosnia-Erzegovinahanno intrapreso il passo più signi-ficativo di riforma della difesa adot-tando una normativa fondamentaleper il positivo completamento delprocesso di riforma delle strutture didifesa del Paese.

La Missione, affiancata dalla NATO,ha partecipato attivamente a gruppidi lavoro e a consultazioni conesperti nazionali al fine di sosteneretali riforme, che dovrebbero con-durre all’istituzione di un’unica forzamilitare professionale guidata dalloStato della Bosnia-Erzegovina, adabolire il Ministero della difesa edelle forze armate delle due entità ea porre fine al servizio di leva obbli-gatorio – tutti risultati notevoli adieci anni dalla fine del conflittoarmato interno del Paese. Di con-certo con i deputati parlamentari e idirigenti del settore della difesa, laMissione ha assicurato che la nor-mativa e le pertinenti procedureoperative standard prevedano unadeguato controllo democraticocivile delle Forze armate dellaBosnia-Erzegovina.

Controllo democratico delleForze armate. Insieme al Centro diGinevra per il controllo democraticodelle Forze armate e al Programmadi cooperazione ad hoc della NATO,la Missione ha preparato un pro-gramma di visite bilaterali di parla-mentari della Bosnia-Erzegovina edei Paesi che dispongono di esercitidi analoghe dimensioni e cheaffrontano sfide comparabili in ter-mini di riforma e stabilizzazione.Scopo delle visite era trarre inse-gnamenti dalle esperienze di tali

Paesi nella creazione di un efficacemeccanismo di monitoraggio parla-mentare a tutela sia dei civili che deimilitari del Paese.

Sostegno costante per l’adem-pimento degli impegni politico-militari dell’OSCE. Avvalendosi delsostegno tecnico ed operativo for-nito dalla Missione, la Bosnia-Erzegovina è stata in grado di pro-gredire nell’adempimento degliobblighi politico-militari dell’OSCE,incluse la redazione e la firma delDocumento di scambio annuale diinformazioni, e di proseguire la coo-perazione con il Rappresentantepersonale del Presidente in eser-cizio per l’Articolo IV voltaall’attuazione delle disposizionidell’Articolo IV degli Accordi di pacedi Dayton. La Bosnia-Erzegovina hainoltre istituito un dipartimento per ilcontrollo degli armamenti in seno alMinistero della difesa e ha creato unorgano di coordinamento che riuni-sce enti militari e agenzie statali diintelligence.

Un risultato importante, cui la Mis-sione ha contribuito fornendosostegno attivo e consulenza, èstato la prima Moratoria regionalesulle esportazioni di armi di piccolocalibro e leggere, firmata nel lugliodel 2004. L’attuazione della morato-ria è stata completata nel luglio del2005 e ha contribuito a porre finealle esportazioni legali di armi mili-tari dal Paese.

In collaborazione con EUFOR inBosnia-Erzegovina e con il Pro-gramma di sviluppo delle NazioniUnite, la Missione ha continuato afornire sostegno alla distruzione diarmi di piccolo calibro e leggere.Nel 2005 sono state distrutte oltre30.000 armi di piccolo calibro e leg-gere che appartenevano a scorte ineccedenza delle forze armate delledue entità, la Bosnia-Erzegovina e

la Repubblica Srpska, risultantidalle misure di riduzione del perso-nale e di ammodernamento degliequipaggiamenti. Entro la fine del2005 le scorte in eccedenza di armidi piccolo calibro e leggeredell’eser cito della RepubblicaSrpska, pari a 26.690 pezzisecondo una stima realizzataall’inizio dell’anno, sono stateinteramente distrutte. Le scorte ineccedenza – circa 45.000 armi –appartenenti alle forze amate dellaFederazione sono in attesa didistruzione.

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

Promozione dell’economia e dellebuone prassi ambientali. Nel qua-dro delle sue più ampie attività afavore della società civile, la Mis-sione ha fornito sostegno ai parte-nariati di gruppi giovanili, ammini-strazioni comunali, agenzie per losviluppo, associazioni di imprendi-tori e istituzioni per l’occupazioneimpegnate nella promozionedell’imprenditoria. Oltre 500 giovanihanno partecipato ad iniziative diformazione imprenditoriale, visite discambio e fiere del lavoro volte apromuovere migliori opportunità dioccupazione tra i giovani. Inoltre, in20 comuni rurali e sottosviluppati, laMissione ha aiutato gruppi di citta-dini a migliorare il dialogo con leautorità e ad avviare attività con-giunte su progetti per l’occupazionee le infrastrutture attraverso il suoprogetto di sviluppo della comunità.Al fine di promuovere migliori prassiambientali, la Missione ha fornito ilsuo sostegno ad una serie di pro-getti in tale campo. A Banovici, neipressi di Tuzla, i cittadini hannopiantato 200 alberi nell’ambito di unprogetto chiamato Polmoni verdidella città. Tale attività è stata il

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frutto di una partnership di gruppilocali di cittadini, tra cui un gruppodi giovani, istituti scolastici, forze dipolizia, una società forestale el’amministrazione comunale.

Riforma della pubblica ammini-strazione. Nel quadro delle sueattività di promozione del governodemocratico e della partecipazionedei cittadini alla vita democratica delPaese, la Missione ha rivolto parti-colare attenzione all’assistenzaprestata ai comuni per la riformadelle loro amministrazioni, al fine direnderle più efficienti, trasparenti epiù reattive nei confronti di coloroche ne usufruiscono.

Migliore gestione delle risorseumane. Per soddisfare la necessitàdi disporre di sistemi avanzati digestione delle risorse umane e diaffrontare i problemi relativi alleeccessive dimensioni delle ammi-nistrazioni e alla scarsa prepara-zione del personale, la Missione haprestato consulenza ai comuni fina-lizzata ad una verifica organizzativadi base atta ad individuare le dimen-sioni ottimali delle strutture e delledotazioni di personale. L’elabora-zione di procedure di assunzionebasate sulla meritocrazia ha inoltreconsentito ai comuni di migliorare illivello qualitativo del proprio perso-nale. A seguito di tali iniziative, nel2005 molti comuni sono stati ingrado di ridurre le spese ammini-strative fino al 35 per cento del lorobilancio complessivo, incremen-tando al contempo la loro efficienza.La Missione ha elaborato unaManuale di gestione delle risorseumane volto a sostenere tale pro-cesso e a coadiuvare i comuninell’introduzione di nuove prassi digestione del personale. Affiancatada una serie di comuni partner, laMissione ha realizzato un pacchettosoftware di base in sostituzione delsistema di registri del personale susupporto cartaceo. Nel 2005, talesoftware è stato distribuito a 20comuni pilota.

Miglioramento della gestionefinanziaria. La Missione ha pre-stato assistenza alle autorità comu-nali per l’attuazione di una pianifi-cazione di bilancio tempestiva erealistica con meccanismi traspa-renti di rendiconto fondati su unapproccio pluriennale. Anche se leelezioni municipali dell’ottobre del2004 hanno provocato un ritardonell’adozione del bilancio del 2005,il 60 per cento dei comuni in cui

opera la Missione ha adottato ilproprio bilancio entro il termine pre-visto dalla legge. Al fine di prestareulteriore sostegno alla gestione delbilancio, la Missione si è associataad USAID e a Sida (Agenzia sve-dese per lo sviluppo internazionale):le due organizzazioni hanno finan-ziato un progetto per un Governoresponsabile volto all’elaborazionedi una guida finanziaria e di bilancioche servirà da documento di riferi-mento per i funzionari comunali, iconsiglieri e i cittadini e che saràdistribuito a tutti i comuni del Paese.La Missione ha inoltre fornito assi-stenza a 30 comuni per la riduzionedelle loro situazioni debitorie, con-sentendo il consolidamento di pas-sività insolute per un importo pari aoltre 4,5 milioni di Euro.

Al fine di rafforzare il controllointerno, la Missione ha collaboratocon 20 comuni per l’elaborazione diuna Guida per il controllo interno.Tale documento di riferimento illu-stra come procedere ad una valu-tazione del rischio ed elaborareprocedure di controllo atte a ridurnel’incidenza. Nel corso del 2005,numerosi comuni hanno adottatoregolamenti volti a potenziare ilcontrollo e la supervisione in ambitiquali la gestione delle liquidità dicassa e il controllo sui beni munici-pali.

Attività nel quadro delladimensione umana

DIRITTI DELL’UOMO

Sostegno al processo di rimpa-trio regionale. In stretta collabora-zione con la Commissione europea,con l’Alto Commissario per i rifugiatidelle Nazioni Unite (UNHCR) e conle Missioni OSCE in Croazia e Ser-bia e Montenegro, la Missione hacontinuato a sostenere l’interventoattivo dello Stato per garantire ildiritto dei rifugiati al rientro sosteni-bile nella regione. A tal fine, la Mis-sione ha lavorato a stretto contattocon le pertinenti autorità dellaBosnia-Erzegovina per il comple-tamento del “percorso definito”nazionale per i rientri. Tale pianopone l’accento sulla sostenibilità delprocesso e prevede altresì unaccesso concreto ai diritti di pro-prietà, all’assistenza sanitaria,all’assistenza sociale, alle informa-zioni e ai servizi.

Dalla restituzione delle proprietàalle garanzie di un alloggiosociale. Il 93 per cento delle abita-zioni di proprietà rivendicate è statorestituito a coloro cui appartenevaprima del conflitto e pertanto il pro-cesso di attuazione della legge sullaproprietà privata in Bosnia-Erzegovina è in procinto di conclu-dersi. Rispecchiando tale transi-zione, la Missione ha incentrato lasua attenzione sull’esame del dirittoad un alloggio adeguato, in partico-lare per le fasce sociali più vulnera-bili. In tale ambito, essa si è adope-rata affinché le autorità governativecompetenti di tutto il Paese stabili-scano una politica abitativa socialeche sia armonizzata e fondata suidiritti.

Promozione della protezionesociale. La Missione ha incentratosempre più la sua attenzione suidiritti alla protezione sociale e ad unalloggio adeguato al fine di assicu-rare che le riforme sociali ed eco-nomiche attuate nel quadro deldocumento strategico per la ridu-zione della povertà siano conformiai diritti dell’uomo. In dicembre, laMissione ha completato un rapportodestinato a funzionari governativi incui viene valutata la situazione rela-tiva alla realizzazione del dirittoall’assistenza sociale. La Missioneha inoltre elaborato un piano cheprevede la collaborazione con leautorità di governo a tutti i livelli econ i membri della società civile alfine di attuare le raccomandazionicontenute nel rapporto.

In una di tali raccomandazioni siafferma che, ad esempio, le leggisulla protezione sociale dovrebberoessere emendate per garantire cheil processo decisionale relativoall’assegnazione di assistenzasociale garantisca de facto parità intermini di accesso a tale diritto non-ché di godimento dello stesso, evieti forme di discriminazione direttee indirette.

Regolarizzazione degli inse-diamenti informali dei Rom.

La comunità rom lotta per supe-rare i pregiudizi e per l’integrazionenella società. Uno dei maggioriostacoli è la regolarizzazione deldiritto di proprietà sul territorio in cuila comunità rom si è tradizional-mente insediata.

“Oggi il nostro più grande pro-blema e la nostra più grande sfida èl’abitazione” ha detto Dervo Sejdic,

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Presidente dell’Associazione rom diGorica. “Siamo lieti di poter affer-mare che ora disponiamo di un in-sediamento permanente con alloggiadeguati per la nostra comunità diGorica.”

L’insediamento rom di Gorica,che conta 30 famiglie residenti nellostesso territorio da decenni, èattualmente l’unico insediamentorom regolarizzato in Bosnia e Erze-govina. Nel 2000 la comunità romha richiesto al comune di Sarajevo ilriconoscimento del possesso delterritorio, di proprietà del comune edi un’impresa statale. Grazieall’assistenza prestata dall’OSCEper risolvere numerosi problemilegali, politici e finanziari, nel 2002 ildiritto di proprietà è stato trasferitoai residenti Rom.

Nel 2005 l’OSCE ha individuatoi problemi relativi al sistema di regi-strazione civile che impediscono aiRom di formalizzare il loro statusgiuridico, presentandoli in due rap-porti finalizzati ad aiutare le autoritàgovernative locali e i patrocinatoridella comunità rom a risolvere taliproblemi all’interno delle rispettivecomunità.

Un’altra raccomandazione prevedeche le leggi in materia di assistenzasociale citino espressamente chetale assistenza sarà erogata sullabase di riscontri che ne attestino lanecessità e che tra gli aventi dirittola priorità spetterà a coloro cheappartengono ai gruppi più disa-giati.

Le autorità locali hanno inoltre be-neficiato della consulenza e delsupporto tecnico fornito dalla Mis-sione per la preparazione delle poli-tiche e per le riforme legislative e dibilancio volte a migliorare l’accessoai servizi sociali. Tali misure sonoincentrate sulla promozione di unariforma che rispetti i diritti dell’uomo,garantendo in tal modo la propriasostenibilità.

Ristrutturazione delle istituzionidel Difensore civico. Nel 2005 laMissione si è concentrata sul con-solidamento e sulla trasformazionedelle esistenti istituzioni del difen-sore civico in un unico, nuovo isti-tuto a livello statale. Sulla basedegli standard previsti dalla Com-missione di Venezia del Consigliod’Europa, le autorità di governosono state oggetto di riforme legi-slative che hanno portato alla crea-zione di un organo guida unificatoed efficace, nominato mediante

procedure aperte e trasparenti. Talisforzi sono stati compiuti nel quadrodell’obiettivo della Missione digarantire che le istituzioni nazionalipreposte all’esame dei casi di viola-zione dei diritti dell’uomo siano adisposizione dei comuni cittadini. LaMissione verifica inoltre fino a chepunto le autorità della Bosnia-Erzegovina si conformano alle deci-sioni di tali organi.

Diritti umani dei Rom. In collabo-razione con le agenzie internazio-nali partner e con le organizzazioninon governative rom, la Missione hapromosso l’eguaglianza e l’integra-zione delle comunità rom fornendosostegno alla preparazione da partedel governo di una strategia nazio-nale in tale ambito. Avvalendosidella sua presenza sul terreno, laMissione ha incentrato le sue atti-vità a sostegno del mantenimentodei territori su cui sorgono gli inse-diamenti informali dei Rom.

STATO DI DIRITTO

Monitoraggio della riforma deldiritto penale. Attraverso le sueattività di monitoraggio dei processiin tutto lo Stato e l’organizzazione,insieme al Centro per la Preven-zione dei conflitti e alle Missioni inCroazia e Serbia e Montenegro, diriunioni regionali per giudici, pubbliciministeri e avvocati, la Missione haindividuato numerose questioni eproblemi pratici che i tribunali sitrovano ad affrontare. Per fare chia-rezza su tali questioni, un gruppo diconsulenti legali ha proposto alleistituzioni statali competenti diapportare quaranta emendamentiall’attuale Codice di procedurapenale, tra cui emendamenti sulledisposizioni in materia di detenzionee sulle misure atte a garantire lapresenza dell’imputato durante ilprocedimento penale. Inoltre, i rap-porti resi pubblici su questioni spe-cifiche in materia di diritti dell’uomoconcernenti i patteggiamenti e leinformazioni sui diritti degli imputatifungeranno da strumento di promo-zione per un maggiore rispetto deidiritti umani in sede di procedimentopenale e forniranno un’ulterioreguida per i professionisti.

Monitoraggio dei procedimentinazionali per crimini di guerra.Dopo circa un decennio di monito-raggio dei processi per crimini diguerra in Bosnia e Erzegovina, afebbraio la Missione ha pubblicatoun rapporto sui procedimenti nazio-

nali per crimini di guerra. Il rapportopone in evidenza il numero, lanatura e l’importanza dei casi dicrimini di guerra trattati dai tribunalinazionali. Esso ha rilevato lacuneprocedurali e altri impedimenti cheostacolano il pronunciamento equoed efficace di una sentenza in talicasi. In conformità al consensoespresso dal Consiglio permanentedell’OSCE, la Missione ha ampliatoil proprio programma di monitorag-gio dei processi al fine di copriretutti i casi trasferiti dal Tribunalepenale internazionale per l’ex Jugo-slavia ai tribunali nazionali in Bosniae Erzegovina. Inoltre, sostenendo eincoraggiando il dialogo regionaletra i professionisti e a livello politico,è stato possibile affrontare gli osta-coli posti all’effettivo rinvio a giudiziodei criminali di guerra e al rispettodegli standard del giusto processo.

Lotta alla tratta di esseri umani.La Missione ha continuato a pre-stare sostegno al Coordinatorenazionale per la lotta alla tratta diesseri umani attraverso il distaccodi un membro del personale e tra-mite attività di consulenza. Talesupporto tecnico ha previsto inoltreassistenza alla creazione del mec-canismo nazionale di riferimentoche consente procedure univocheper il trattamento e la gestione dellevittime della tratta. Al fine di fornireulteriore supporto alle attività di lottaalla tratta, il personale delle Missionipreposto all’osservazione di proce-dimenti penali ha contribuito adindividuare le lacune proceduraliche impediscono l’efficace applica-zione degli standard internazionalidurante i procedimenti a carico ditrafficanti in Bosnia e Erzegovina.

DEMOCRATIZZAZIONE

Promozione di un governo tra-sparente e responsabile. In marzola Missione ha avviato il suo Pro-getto UGOVOR, che si fonda sulprincipio secondo cui un governolocale valido ed efficiente richiedeche cittadini e amministrazionicomunali si impegnino a collabo-rare. Tale impegno è rappresentatoda un “contratto”, o “ugovor” redattoin ciascuna delle tre lingue ufficialidella Bosnia Erzegovina, in cui leamministrazioni comunali assu-mono l’obbligo di lavorare con e peri cittadini al fine di conseguire obiet-tivi comuni. Oltre 80 delle 140amministrazioni comunali dellaBosnia Erzegovina partecipanoattualmente al Progetto UGOVOR.

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Sono di competenza dei comuniquestioni quali l’attuazione dellaLegge sulla libertà di accesso alleinformazioni, la riforma di taluniquadri normativi e lo sviluppo delpartenariato con i cittadini.

Zenica affronta la sfida: l’impe-gno UGOVOR. La sensibilizzazionedell’opinione pubblica rappresentala maggiore sfida per l’attuazionedella Legge sulla libertà di informa-zione a Zenica, nel quadro del Pro-getto UGOVOR. Un’indagine realiz-zata congiuntamente dall’ammini-strazione comunale e dalla societàcivile ha rivelato che il 65 per centodella popolazione di Zenica non eraa conoscenza della legge, chegarantisce ai cittadini libero accessoalle informazioni in possesso delleistituzioni pubbliche. Zenica haaffrontato tale sfida creando mec-canismi per l’attuazione della legge,organizzando corsi di formazioneper i responsabili e diffondendoinformazioni in merito alla leggeattraverso incontri pubblici e tra-smissioni radiofoniche. L’ammini-strazione comunale ha inoltre intro-dotto la figura del funzionario ad-detto alle informazioni, ha creato unefficiente centro informazioni apertoal pubblico, un Ufficio presso cui icontribuenti possono richiedereinformazioni e ottenere documenti,ha pubblicato una guida che chiari-sce al pubblico come accedere alleinformazioni e un registro conte-nente fatti, cifre e dati relativi alleistituzioni pubbliche. Tali iniziativesono integrate dal continuo impe-gno ad informare la società civiledella possibilità di utilizzare talediritto. Di conseguenza Zenica èattualmente uno dei comuni dellaBosnia-Erzegovina più all’avan-guardia per quanto riguarda l’attua-zione di tale legge, e rappresental’esempio riuscito di un’ammini-strazione comunale che prendel’iniziativa di creare partenariati,provvedere alla formazione e allasensibilizzazione dell’opinione pub-blica e, in generale, a migliorare lerelazioni con i cittadini.

Al fine di integrare il ProgettoUGOVOR, la Missione ha lanciatoun Beacon Scheme, un’iniziativadestinata ad elevare gli standarddelle amministrazioni municipaliriconoscendo e premiandol’eccellenza. I temi principali delprogramma, lanciato in settembre,sono: un’efficace pianificazionestrategica, il rapporto con i cittadinie la promozione dello sviluppo eco-

nomico locale. È necessario che leamministrazioni comunali dimo-strino la volontà di condividere lemigliori prassi con altri al fine diraggiungere lo status di Beacon,ricevere piccoli incentivi in denaro epartecipare a una visita di scambiopresso un comune Beacon nelRegno Unito.

Nel quadro del suo programma disupporto parlamentare, la Missioneha aiutato il Parlamento statale aristrutturare il suo Segretariato, acreare un servizio legale, a meglioapprezzare le cronache dei servizimediatici in merito ai suoi lavori e acreare una serie di regole comuniper l’elaborazione delle leggi. Inol-tre, con il supporto di USAID, laMissione attuerà un programmaglobale di due anni per il rafforza-mento della legislazione, volto apotenziare la capacità istituzionaledel Parlamento statale.

La Missione ha tenuto quattroconferenze sul tema Sollecitare ildialogo – un sistema educativovalido per tutti, per favorire il coin-volgimento dei cittadini nello svi-luppo delle politiche educative.

Miglioramento del quadro legisla-tivo e regolamentare. La Missioneha continuato a collaborare stretta-mente con i partner internazionali,tra cui il Consiglio d’Europa, el’Ufficio dell’Alto rappresentante(OHR), nonché i Governi delle dueentità, fornendo assistenza giuridicae tecnica per l’elaborazione dinuove leggi sull’autogoverno locale.Nella Repubblica Srpska, successi-vamente all’adozione di una leggedi questo tipo, la Missione ha offertoconsulenza alla maggior parte deicomuni sul modo di armonizzare leloro norme municipali con le dispo-sizioni della nuova legislazione.Nella Federazione, il processo perl’adozione era ancora in corso allafine del 2005 e la Missione ha par-tecipato attivamente all’elabora-zione del disegno di legge, che èstato sottoposto alle fasi preliminaridella procedura parlamentare versola fine del 2005. Inoltre più di 40comuni nei dieci cantoni della fede-razione della Bosnia-Erzegovinahanno ricevuto assistenza nellarevisione delle loro Norme proce-durali, per poterle armonizzare conil generale quadro legislativo ecostituzionale della Bosnia-Erzegovina.

Promozione di una migliorecomunicazione e di una migliorepartnership. La Missione collaboracon le amministrazioni comunali alfine di migliorare la comunicazioneinterna, nonché la comunicazione ela cooperazione tra le amministra-zioni stesse e i cittadini. Attraverso ilsuo Media Governance Program-me, la Missione ha inteso miglioraretale relazione, servendosi delsostegno offerto dai mezzi di infor-mazione. Con un’iniziativa di sensi-bilizzazione pubblica, rivolto a tre-dici comuni, la Missione ha contri-buito a sviluppare la capacità delleamministrazioni comunali di servirsidei mass media per diffondereinformazioni di interesse pubblico.

La Missione ha organizzato unseminario di tre giorni per il Consi-glio degli studenti croati e bosniacidella scuola superiore di Stolac nelquadro delle iniziative per il raffor-zamento della fiducia nella que-stione “due scuole sotto lo stessotetto”. Gli studenti, che hanno con-fermato il fatto di non aver maicomunicato tra loro in passato,hanno concordato di collaborare percercare di risolvere alcuni problemicomuni e di promuovere la riconci-liazione.

Rafforzamento della societàcivile. La diffusa apatia pubblica,unita alla percettibile riluttanza dellaautorità ad ascoltare e a risponderealle richieste dei cittadini, ha conti-nuato a rappresentare una delleprincipali sfide per lo sviluppo dellasocietà civile in Bosnia-Erzegovina.La Missione si è adoperata per darevita ad una cittadinanza informata eattiva, capace di stabilire un dialogocon le autorità su questioni di pub-blico interesse. Attraverso l’Inizia-tiva per l’informazione e la parte-cipazione dei cittadini, finanziata dalGoverno britannico, sono stateelaborate ed attuate 60 propostepresentate dai cittadini e dalleamministrazioni municipali. Al fine diaccrescere il livello di consultazionitra i cittadini e il governo la Missioneha curato la formazione di 100rappresentanti di organizzazionidella società civile e dell’ammini-strazione municipale nelle tecnichedi sondaggio dell’opinione pubblicain merito alle politiche di sviluppo eha offerto assistenza nell’attuazionedi 30 sondaggi a livello municipalesulla qualità dei servizi esistenti esu proposte per politiche migliori.

ISTRUZIONE

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Sostegno politico a favore diriforme sostenibili. Il Programmadella Missione nel campo dell’istru-zione si proponeva innanzi tutto diassistere le autorità a tutti i livelli atener fede agli obblighi e agli impe-gni nazionali e internazionali, non-ché di incoraggiare i cittadini a svol-gere un ruolo attivo nella riformadell’istruzione. In primavera la Mis-sione ha organizzato una serie diincontri regionali sull’istruzione,Raising Debate, cui hanno presoparte più di 1000 persone in tutto ilPaese. I partecipanti hanno messoin evidenza la necessità di miglio-rare gli standard e le strutture statalie hanno esortato i ministeri ad eli-minare la politica dalle aule scola-stiche, nonché ad affrontare leriforme in modo attivo.

Il Comitato direttivo Consiglio perl’attuazione della pace, preoccupatoper la mancanza di progressi inquesto settore vitale, ha sottolineatola necessità di un’autentica riformadell’istruzione e ha presentato, nelcorso di un incontro svoltosi aSarajevo il 6 e 7 ottobre, un’incisivadichiarazione che si oppone allasegregazione e alla discriminazionenelle scuole. Ha inoltre esortato leautorità a istituire un potente mec-canismo a livello statale per coordi-nare le priorità della riforma e assi-curare che la Bosnia-Erzegovinaonori gli impegni internazionali inmateria di istruzione.

Promozione dell’impegno civiconel processo di riformadell’istruzione. La Missione hasostenuto la creazione di gruppicivili nella scuola, quali consigli digenitori, insegnanti e studenti, non-

ché comitati di studenti, al fine diaccrescere la loro capacità diinfluenzare la riforma e la gestioneresponsabile della scuola e dell’uni-versità. In diversi casi tali iniziativehanno favorito un maggiore acces-so dei giovani alla scuola e hannomigliorato la cooperazione in zonedifficili quali i cantoni della Bosniacentrale e dell’Erzegovina-Neretva.La Missione ha inoltre incoraggiato icittadini ad assumere maggioreresponsabilità nello sforzo di supe-rare le barriere più difficili ad unareale riforma dell’istruzione, checomprende questioni delicate comead esempio “due scuole sotto lostesso tetto” – vale a dire scuolesituate nello stesso edificio in cui glistudenti sono separati per etnia – eil gruppo nazionale delle materieprincipali – vale a dire diverse ver-sioni della storia, della geografia edella letteratura insegnate separa-tamente a seconda dell’etnia,all’interno dello stesso Paese.

Monitoraggio della riforma legi-slativa. La Missione ha continuatoa monitorare l’applicazione delleleggi e dei regolamenti. Il personaledella Missione addetto all’istruzioneha principalmente monitoratol’attuazione delle leggi e dei rego-lamenti in materia di istruzione pri-maria e secondaria, con particolareattenzione alle elezioni dei membridei consigli scolastici e al funzio-namento dei consigli stessi. La Mis-sione ha inoltre costituito meccani-smi di riferimento e Gruppi di lavororegionali sull’istruzione, nell’intentodi contribuire al conseguimentodell’autogestione locale, e meccani-smi nazionali in grado di occuparsidelle violazioni delle norme e deldiritto all’istruzione.

RIFORMA ELETTORALE

Ritiro dalla Commissione eletto-rale. Nel 2005 la Bosnia-Erzegovinaha completato un’importantissimatransizione nella sua amministra-zione elettorale. Essa ha dato vitaad una Commissione elettorale inte-ramente su base nazionale. Il 30giugno, come logica conclusione diun sostanziale e lungo impegno daparte della Missione e dell’OHRnella creazione di strutture e proce-dure elettorali del dopoguerra, ilcapo e il Vice Capo della Missione,insieme al vice Alto rappresentantesi sono ritirati dalla Commissioneelettorale. Tuttavia, su richiesta deimembri della commissione, i rap-presentanti della Missione edell’OHR manterranno un ruoloconsultivo fino alle elezioni generalidel 2006, conformemente al man-dato della Missione.

La Missione ha continuato a soste-nere i lavori della Commissioneelettorale concentrandosi principal-mente sull’attuazione della Leggesul finanziamento dei partiti politici,sulle modifiche della legislazioneelettorale e sul miglioramento delsistema di registrazione dei votanti.La Missione monitorerà la verificadei conti dei principali partiti politicidella Bosnia-Erzegovina effettuatadalla Commissione elettorale invista delle elezioni del 2006.

Capo della Missione:Ambasciatore Douglas DavidsonBilancio riveduto: 17.583.300www.oscebih.org

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Missione in Croazia

Nel 2005 la Missioneha sviluppato e approfon-dito il dialogo avviato con ilGoverno negli anni prece-denti. La visita del Primoministro Ivo Sanaderpresso la sede della Mis-sione in giugno ha datonuovo impulso a tali rap-porti di partenariato, raffor-zati anche dalla partecipa-zione dei Ministri degliaffari esteri e dell’integra-zione europa, della culturae della giustizia alle riu-

nioni mattutine della Mis-sione, in cui si discutono lesue attività giornaliere.

I rafforzati contatti conle autorità hanno accre-sciuto il profilo e la com-prensione del lavoro dellaMissione tra gli organi digoverno e i cittadini croatie hanno contribuito a fareaccettare al Governo ilruolo svolto dalla Missionequale utile strumento perla necessaria trasforma-zione del Paese.

La decisione del Con-siglio dei ministri dell’Unio-ne europea del 3 ottobre diavviare con la Croazia icolloqui per l’adesione harappresentato un’impor-tante pietra miliare per ilPaese. Nel corso dellastessa giornata il Procu-ratore capo del Tribunalepenale internazionale perl’ex Jugoslavia (ICTY) hariferito che la Croazia,nelle settimane precedenti,aveva cooperato piena-

mente con il Tribunale. Unprimo caso processuale èstato pertanto trasferito dalTribunale alla piena com-petenza degli organi giudi-ziari nazionali, un’impor-tate passo in avanti nelprocesso di normalizza-zione del Paese. Nelcommentare tale decisioneil Primo ministro Sanaderha detto che “la maturitàdella democrazia in Cro-azia è stata pienamentericonosciuta.”

Attività nel quadro delladimensione umana

RIMPATRIO DEI RIFUGIATI

Il rimpatrio dei rifugiati ha continuatoa rappresentare un’importante sfidaper il Governo nel 2005 ed è rima-sto al centro delle attività della Mis-sione. La Missione ha collaboratocon il Governo per offrire condizioniadeguate al rimpatrio dei rifugiatiche desideravano rientrare in Cro-azia. Alla fine dell’anno le autoritàcroate avevano registrato il rientrodi circa 118.000 dei 300.000 serbidella Croazia costretti all’esodo dalconflitto armato del 1991–1995.

Al fine di agevolare tali rientri, laCommissione europea, l’Alto Com-missario delle Nazioni Unite per irifugiati (UNHCR) e la Missionehanno organizzato una Conferenzaministeriale trilaterale, che ha riunitoautorità della Croazia, della Bosnia-Erzegovina e della Serbia e Monte-negro. La conferenza, svoltasi aSarajevo in gennaio, ha posto lebasi per un approccio regionalecoordinato volto a dare soluzionealle questioni attinenti ai rifugiatientro la fine del 2006. Tale pro-cesso parte dal presupposto chesolo la volontà politica e l’intesa deitre Governi potrà risolvere il pro-blema dei rifugiati. Durante la con-ferenza i tre Governi hanno firmatouna dichiarazione che prevedel’adozione di percorsi definiti conparametri di riferimento e impegnifinanziari da ottemperare a livellonazionale. La Missione e i suoipartner internazionali hanno pre-stato assistenza al Governonell’elaborazione di un elenco dicompiti previsti nel “percorso defi-nito” della Croazia.

Il Governo ha proseguito e portato aquasi totale compimento i suoisforzi volti a riprendere possessodelle proprietà dei croati di etniaserba occupate durante il conflitto enelle fasi successive. Alla fine del2005 risultavano occupate solo 300delle 19.500 proprietà di ediliziaprivata, rispetto ai 1.500 casi regi-strati alla fine del 2004. Due terzidelle proprietà tuttora occupate sitrovano in Dalmazia, concentrate inmaggioranza nei comuni di Knin,Benkovac e Obrovac.

Il Governo ha fatto passi in avantianche nella ricostruzione di alloggi.Si è impegnato a provvedereall’esame delle oltre 6.500 richiesterimanenti entro la prima metà del2006. Entro la fine del 2006 si pro-pone di dare soluzione agli oltre12.000 ricorsi presentati dopo unaprima bocciatura delle richieste. Iprincipali beneficiari del programmadi ricostruzione statale sono stati icittadini croati di etnia serba, a cuisono stati assegnati circa il 70 percento degli oltre 8.200 alloggi eappartamenti ricostruiti nel 2005.

Nonostante gli sforzi messi in attodalla Missione, una categoria dirifugiati e di profughi rimane in granparte esclusa dall’accesso ad allog-gi adeguati: coloro che vivevano inprecedenza in abitazioni di proprietàsociale nei centri urbani e chehanno perso i diritti di occupazione /locazione. Il Parlamento e ilGoverno croato hanno adottato dueprogetti di edilizia privata nel 2000 /2002 e nel 2003, ma l’attuazione ditali progetti è risultata estrema-mente lenta. Alla fine del 2005erano state assegnate a tale grupposolo poche decine di appartamenti.

Campagna di sensibilizzazionepubblica sui rimpatri e la riconci-liazione

“…dove c’è un posto per tutti…la Croazia è la casa di tutti i suoicittadini”

Insieme al Governo croato,all’UNHCR e alla Delegazione dellaCommissione europea, la Missioneha avviato in dicembre una campa-gna di sensibilizzazione pubblica suirimpatri e la riconciliazione. L’inizia-tiva si rivolge ai rifugiati e ai profu-ghi serbi che si trovano nei paesivicini nonché ai rifugiati serbi rien-trati in Croazia. Essa è intesa adincoraggiare i rifugiati e i profughi aprendere in considerazionel’opportunità di ritornare nel loroPaese d’origine e si propone inoltredi promuovere la tolleranza e lariconciliazione tra la popolazionemaggioritaria nonché la creazione diun clima favorevole tramite unmaggiore impegno del Governo edelle comunità locali a favore deirientri e dell’integrazione.

Tra l’1 e il 15 dicembre le princi-pali emittenti pubbliche e privatehanno trasmesso spot televisivi etemi musicali radiofonici che hannopromosso la campagna di sensibi-lizzazione in Croazia, Bosnia-Erzegovina e Serbia e Montenegro.Negli stessi tre Paesi sono statiaffissi oltre 450 manifesti che ripor-tavano lo slogan citato più sopra.(Per ulteriori informazioni su talecampagna consultare il sitowww.povratak.hr.)

Ruzica Bjedov rientra in pos-sesso del suo appartamento

Nell’agosto 1995, al tempodell’“Operazione tempesta”, Ruzica

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Bjedov viveva in un appartamentodi Knin per il quale beneficiava di undiritto di occupazione/locazione.Poco tempo dopo membri dellamilizia la costrinsero ad abbando-nare il suo alloggio. In settembrefuggì dal Paese e il suo apparta-mento venne occupato.

Al suo ritorno a Knin, nel 2001,non riuscì a rientrare in possessodell’appartamento e fu costretta avivere in un alloggio inadeguato einsoddisfacente. Nel gennaio 2004fece richiesta di assistenza per re-cuperare l’appartamento basandosisulla Legge croata per le zone diparticolare interesse dello Stato.

Nel luglio 2005 il Capo dellaMissione OSCE, AmbasciatoreJorge Fuentes, ha fatto visita allaSig.ra Bjedov per essere messo alcorrente del suo caso. Per accele-rarne la soluzione egli ha poi inviatouna lettera al Sindaco di Knin econtattato l’Ufficio del Governo per iproblemi dei rifugiati.

In novembre, sulla base dellaLegge per le zone di particolareinteresse dello Stato, la Sig.raBjedov ha ricevuto un nuovo allog-gio nello stesso edificio in cui sitrova l’appartamento che avevadovuto abbandonare.

“Sono molto contenta del mionuovo appartamento: è persino piùbello di quello in cui vivevo”, hadetto.

STATO DI DIRITTO

La Missione e il Ministero della giu-stizia si sono adoperati per miglio-rare l’efficienza della magistratura,considerata dai cittadini croati comeuna delle istituzioni statali menoreattive del Paese. Il problema prin-cipale che affligge tale organismo èil consistente numero di casi giudi-ziari pendenti a tutti i livelli di giudi-zio. Nel 2005 sono state elaboratenumerose proposte legislative diriforma della magistratura, la cuiadozione è prevista nel corso del2006.

In settembre, il Ministero della giu-stizia ha presentato una strategia diriforma della magistratura che pre-vede misure per ridurre i ritardi nellosvolgimento dei processi. Sottoline-ando l’importanza e l’urgenza delleiniziative di riforma, la Corte europaper i diritti dell’uomo ha emesso inautunno una serie di sentenze in cuisi rileva la violazione da parte dellaCroazia del diritto ad un equo pro-cesso in tempi ragionevoli eall’accesso in giudizio.

La Missione ha proseguito nel 2005il monitoraggio dei procedimentipenali per crimini di guerra, chehanno visto un’accelerazione nellaseconda parte dell’anno. Nel corsodel 2005 si sono tenuti alcuni pro-cessi in contumacia, mettendo inluce la necessità di rafforzare lacooperazione interstatale tra leautorità giudiziarie della Bosnia-Erzegovina, della Croazia e dellaSerbia e Montenegro. Tenendoconto di tale necessità, la Missioneha organizzato in giugno una confe-renza ministeriale a Brioni per dareimpulso alla cooperazione regio-nale. I Ministri della giustizia dei treStati, insieme a magistrati e pubbliciministeri, hanno individuato gli osta-coli legali posti al trasferimento neirispettivi Paesi degli imputati delletre nazionalità e dei procedimentipenali a loro carico.

I partecipanti alla Conferenza hannoconvenuto che, tenuto contodell’attuale legislazione dei tre Stati,l’unica possibilità di cooperazioneconsiste nella condivisione degli attiprocessuali e degli elementi diprova mediante un’assistenza giu-diziaria reciproca. A livello pratico,la cooperazione giudiziaria inter-statale tra la Bosnia-Erzegovina, laCroazia e la Serbia e Montenegroha continuato a registrare miglio-ramenti in casi specifici. A taleriguardo, un esempio degno di notariguarda la deposizione resa danumerosi testimoni della Serbia eMontenegro presso il tribunale cro-ato di Spalato, durante la ripetizionedel processo per il caso Lora che havisto imputate le Forze armate dellaCroazia per aver commesso criminidi guerra contro detenuti serbi nellaprigione militare di Lora. Al lororientro in Serbia e Montenegro talitestimoni hanno espresso agliorgani di stampa opinioni positivesull’esperienza vissuta presso iltribunale croato e hanno incorag-giato altri testimoni a farsi avanti.

Trasferimento alla Croazia delprimo caso processuale dell’ICTY

A metà settembre il Collegio dideferimento del Tribunale ha trasfe-rito alla Croazia il procedimentopenale contro Mirko Norac e RahimAdemi, nel quadro di una strategiavolta al completamento dei lavori eall’eventuale chiusura del Tribunale.I due imputati sono stati rinviati agiudizio per crimini di guerra com-messi nel 1993 contro civili e soldatiserbi non combattenti durante

un’operazione militare nella Croaziameridionale. Essi sono accusati diresponsabilità individuali e diresponsabilità per gli atti compiutidai loro subordinati.

Il deferimento da parte del Tri-bunale al Procuratore generale diStato della Croazia si è conclusoformalmente a novembre. Il Collegiodi deferimento ha acconsentito atrasferire il procedimento dopo averconstatato la capacità della magi-stratura croata di condurre il pro-cesso con equità. I fattori che hannocontribuito a tale decisione sonostati l’adeguatezza del quadro giuri-dico, le misure di tutela dei testi-moni, la cooperazione interstatale, ilnon ricorso alla pena di morte non-ché la presenza di un meccanismodi monitoraggio dell’OSCE. Comerilevato dal Ministero della giustizia,il procedimento contro Norac/Ademirappresenta il primo caso di trasfe-rimento ad un organo giudiziarionazionale. Il procedimento è statoassegnato al Tribunale distrettualedi Zagabria, uno dei quattro “tribu-nali speciali per crimini di guerra”della Croazia.

All’inizio del 2005 il Procuratoregenerale dell’ICTY e il Presidente inesercizio dell’OSCE hanno firmatoun accordo che prevede il monito-raggio dei procedimenti per criminidi guerra trasferiti alla Bosnia-Erzegovina, alla Croazia e allaSerbia e Montenegro, in consi-derazione della vasta esperienzaacquisita dalle Missioni dell’OSCEnel monitoraggio di tali procedimentia livello nazionale. Nel quadro delsuo mandato la Missione in Croaziaha monitorato lo svolgimento diquasi tutti i processi nazionali percrimini di guerra, acquisendo cosìuna competenza specifica alriguardo.

Promozione dei diritti delle mino-ranze. La Missione ha continuato acollaborare con il Governo per dareattuazione ad alcuni meccanismiprevisti dalla Legge costituzionalesulle minoranze nazionali, entrata invigore nel 2002. Le minoranze sonotuttora rappresentate in modo ina-deguato nell’ambito dell’ammini-strazione statale, della magistratura,degli organi esecutivi e delle unitàamministrative di autogoverno.Passi in avanti sono stati compiutinella seconda metà dell’anno conl’adozione da parte del Parlamentodi una nuova Legge sul serviziocivile e di emendamenti alla Leggesulle autonomie locali e regionali.

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La Missione ha altresì concentratol’attenzione sul rafforzamento dellecapacità dei Consigli delle mino-ranze nazionali. Di concerto conl’Ufficio governativo per le mino-ranze nazionali, la Missione haorganizzato una serie di confe-renze, svoltesi a Fiume, Osijek eSpalato, sul funzionamento di taliconsigli e prevede di organizzareuna conferenza conclusiva a livellonazionale nella primavera del 2006.La Missione ha inoltre organizzatocorsi di formazione sulle minoranzee i mezzi d’informazione a Knin,Spalato e Zara, miranti a rafforzarele capacità dei Consigli nell’ambitodelle pubbliche relazioni al fine dichiarire meglio le loro funzioni eruoli al pubblico.

Riforma della legislazione eletto-rale. La Missione ha continuato asostenere la necessità di unariforma globale della legislazioneelettorale. Negli anni passati la Mis-sione e l’ODIHR avevano racco-mandato la creazione di un organi-smo permanente incaricato di pre-parare e condurre le elezioni,migliorare la trasparenza del finan-ziamento delle campagne elettoralie dei registri dei votanti, nonché dirazionalizzare lo svolgimento dellevotazioni all’estero. Le elezionilocali del mese di maggio hannoevidenziato problemi di funziona-mento degli organi governativilocali, nonché intese politiche nontrasparenti e manipolazioni. Unadelle difficoltà maggiori è consistitanel calcolo percentuale della rap-presentanza delle minoranze nelleassemblee delle comunità di auto-governo locali e regionali sulla basedei registri dei votanti aggiornati odel censimento del 2001. Tali pro-blemi hanno attirato l’attenzionedelle autorità e dell’opinione pub-blica sulla necessità di una riformaelettorale.

I primi passi concreti nell’ambito ditale riforma hanno incluso la pre-sentazione al Parlamento di dueprogetti di legge, uno sull’elezionediretta dei sindaci e dei prefetti el’altro sulla creazione di una Com-missione elettorale statale perma-nente. Tale Commissione, una voltaposta in essere, alleggerirà il lavorodella magistratura a cui sono affi-dati, oltre ai compiti ordinari,responsabilità nella supervisionedelle elezioni. La Commissione saràinoltre incaricata di esaminare laregolarità del mantenimento edell’aggiornamento dei registri dei

votanti.

Libertà dei mezzi d’informazione.Lo sviluppo dei mezzi d’informa-zione della Croazia è rimasto alcentro delle attività svolte dalla Mis-sione, che ha ripetutamente sottoli-neato l’importanza di trovare solu-zioni adeguate per tutelare i mezzid’informazione pubblica dalle pres-sioni politiche. Le sanzioni punitivecomminate nel 2005 a giornalistiche lavorano per l’emittente pub-blica possono essere interpretatecome un segnale di tali pressioni. IlGoverno non è stato in grado dirispettare l’impegno di modificare laLegge sulla radiotelevisione croata(HRT) entro la fine dell’anno. LaMissione continuerà a collaborarecon il Governo per una revisione ditale normativa alla luce delle propo-ste avanzate dal Consiglio d’Euro-pa, dalla Delegazione della Com-missione europea e dalla Missionestessa, che sollecitano l’adozione dimeccanismi più efficaci per evitarele interferenze politiche nel lavorosvolto dall’emittente pubblica.

La denuncia per oltraggio alla corteda parte dell’ICTY nei confronti digiornalisti che avevano rivelatol’identità e la deposizione di untestimone sotto protezione ha datovita ad un dibattito pubblico sullanecessità di trovare un equilibrio trala libertà dei mezzi d’informazione,la loro responsabilità e l’osservanzadello stato di diritto.

Nel 2005 si sono registrati positivisviluppi nell’ambito della legisla-zione sulla diffamazione. In novem-bre il Ministero della giustizia haelaborato emendamenti al codice diprocedura penale volti alla depena-lizzazione completa del reato didiffamazione, sostenuta dalla Mis-sione e dal Rappresentantedell’OSCE per i mezzi d’informa-zione. Gli emendamenti sarannopresentati all’approvazione delParlamento.

DEMOCRATIZZAZIONE

Nel 2005, la Missione ha concen-trato le sue attività in questo campocontribuendo al consolidamento delquadro legislativo per il settore dellasocietà civile. Un’importante attivitàsvolta in tale contesto ha riguardatoil sostegno e la consulenza offertaalle principali istituzioni nazionalidella Croazia che trattano questioniattinenti alle organizzazioni nongovernative (ONG) e alla società

civile, vale a dire la Fondazionenazionale per lo sviluppo dellasocietà civile e l’Ufficio governativoper le associazioni. La Missione haaiutato tali istituzioni a elaborare leloro strategie e ha offerto assi-stenza allo sviluppo dei programmie al rafforzamento delle capacitàinterne di ottemperare ai loro man-dati. Insieme ad altri partner inter-nazionali, la Missione ha inoltresvolto un ruolo di “ponte” tra le isti-tuzioni governative centrali e leONG locali.

Nei settori del buongoverno e dellasocietà civile la Missione ha elabo-rato numerosi progetti sul rimpatrioe la reintegrazione, lo stato di diritto,i mezzi d’informazione e le forze dipolizia. Sono stati sviluppati eavviati un totale di 87 progetti perun valore pari a circa 1,15 milioni diEuro.

Sviluppo della polizia. Conforme-mente al percorso definito per il2004 del Ministero dell’interno, laMissione ha continuato a cooperarecon il Ministero nel settore dellariforma della polizia. Uno degli ele-menti più importanti di tale riforma èl’elaborazione di un sistema piena-mente trasparente di gestione dellerisorse umane per il personale civilee per i funzionari di polizia. La Mis-sione, insieme ad esperti delle forzedi polizia tedesche, ha offerto soste-gno ad un seminario sulle risorseumane svoltosi in giugno.

Un altro settore di interesse hariguardato l’assistenza alla Poliziacroata nel campo della polizia diprossimità. La Missione ha fornitoformazione e consulenza di espertiper il programma di addestramentodei cosiddetti “funzionari di contatto”della polizia di prossimità, una parteessenziale della riforma della poli-zia. Nel 2005 sono entrati in serviziooltre 400 funzionari di polizia e siprevede che il numero di funzionariaddestrati raggiungerà le 700 unitàentro il mese di marzo 2006. Insettembre la Missione ha avviatoinoltre un progetto con cui si intendeinformare i giovani scolari sul lavorosvolto dalla polizia nella zona diZara, allo scopo di accrescerel’accettazione del nuovo concetto dipolizia di prossimità.

Questioni attinenti alla parità fra isessi. La Missione ha indetto inottobre una conferenza sulla trattadi esseri umani, a sostegno dellavoro svolto dal pertinente Ufficio

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del Governo croato per i dirittiumani. Alla conferenza, che si pro-poneva di presentare meccanismiper combattere la tratta di personee di delineare un percorso definitodi interventi futuri, ha partecipatoanche il Rappresentante specialedell’OSCE per la lotta alla tratta diesseri umani.

La Missione ha elaborato inoltrenumerosi progetti che pongonol’accento sulla parità fra i sessi. Unodi tali progetti, finanziato da contri-buti extra bilancio del Ministerodegli affari esteri italiano, si è svoltoall’insegna dello slogan “Le donnepossono farcela”, e concentral’attenzione su misure per incorag-giare la partecipazione delle donnealla vita politica e civile della Croa-zia.

Capo della Missione:fino al 30/04/2005,Ambasciatore Peter Semneby,successivamente:Ambasciatore Jorge FuentesMonzonis VillalongaBilancio riveduto: 9.218.800 Eurowww.osce.org/croatia

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Missione in Kosovo

Il 2005 ha vistol’accele razione deltrasferimento delleresponsabilità ammi-nistrative alle istituzioniprovvisorie di autogoverno(PISG) e l’inizio dei collo-qui sul futuro status delPaese.

La Missione OSCE inKosovo si adopera, quale

distinta componente dellaMissione ONU in Kosovo(UNMIK) e in cooperazionecon i suoi partner, per fa-vorire il consolidamentodello sviluppo democraticoe di istituzioni politica-mente mature. È obiettivodella Missione far fronte atali necessità, come stabi-lito negli Standard per il

Kosovo, nonché rispon-dere a nuove opportunità.

La Missione si è impe-gnata nella promozionedello stato di diritto e diriforme democratiche, inparticolare nell’ambito delgoverno locale, e a soste-nere i diritti umani e lelibertà fondamentali. Lacollaborazione con i par-

tner internazionali e lePISG è essenziale perrealizzare tale programma,che si propone di aiutare ilKosovo a progredire versoun futuro stabile, basatosulla pace e la tolleranzafra le diverse comunità.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

FORMAZIONE E SVILUPPODELLA POLIZIA

Nel 2005 il Servizio di polizia delKosovo (KPS) ha assunto le re-sponsabilità di polizia operativa aritmo accelerato. La maggior partedelle funzioni nelle stazioni di poliziae nei comandi regionali sono statetrasferite ai nuovi ufficiali del KPS. Aseguito di questi positivi sviluppiverso una maggiore autonomialocale la Missione ha rivolto la suaattenzione al processo di transi-zione nella Scuola del servizio dipolizia del Kosovo, amministratadalla Missione stessa, e alla messaa punto di un quadro giuridico per ilKPS.

Nel corso dell’anno la Scuola haprovveduto alla formazione di altri673 nuovi ufficiali del KPS, portandoil numero complessivo di recluteche ha completato con successo leattività di formazione a 7.600, di cuiil 15 per cento è costituito da donnee il 16 per cento da rappresentantidelle comunità minoritarie.

Creazione di un quadro giuridicoper i servizi di polizia kosovari.Un servizio di polizia democraticodeve fondarsi su un solido quadrogiuridico, basato interamente suiprincipi della responsabilità e dellatrasparenza e sul rapporto direttocon la popolazione. Benché si stiapreparando ad assumere l’autoritàesecutiva di polizia in Kosovo, ilKPS non dispone ancora di un talequadro. Nel 2005 la Missione,insieme a esperti dell’UNMIK, allePISG e ad altre organizzazioni, hacontribuito a elaborare una leggesulla polizia del Kosovo.

Sostegno all’educazione e allosviluppo in materia di pubblicasicurezza. Un importante aspettodel regolamento del KPS, adottato il20 dicembre e concepito qualequadro giuridico e deontologico peril servizio di polizia, è la previstacreazione nel 2006 dell’Accademiakosovara di pubblica sicurezza,educazione e sviluppo. Tale istitu-zione sarà costituita come un’entitàindipendente nell’ambito dellePISG, e posta sotto la supervisionedi un Consiglio che assicurerà ilrispetto dei minimi standard inmateria di educazione e sviluppo.Nel 2005 più di 14.000 studenti divari gruppi responsabili della pub-blica sicurezza (ufficiali di polizia,funzionari del servizio correzionale,funzionari doganali e personale digestione dei servizi di emergenza)hanno usufruito di servizi di forma-zione e addestramento presso laScuola.

In risposta alle agitazioni del marzo2004 in Kosovo la Scuola ha orga-nizzato corsi di intervento in caso didisordini civili. Il programma si basasulle tattiche della “forza mobile”danese, che aiutano la polizia amigliorare la capacità di affrontaretali situazioni, anche estromettendoindividui violenti dalle proteste, pre-venendo aggressioni contro terzi ela distruzione della proprietà. Nel2005 più di 1.200 ufficiali hannopreso parte a tali corsi.

Creazione di un ispettorato dipolizia. La Missione ha posto lebasi per la creazione di un ispetto-rato di polizia, un meccanismo indi-pendente di supervisione che verifi-cherà l’efficacia e l’efficienza deiposti e dei dipartimenti di polizia eavrà l’autorità di compiere indaginisu tutti i presunti casi di gravi scor-rettezze da parte degli ufficiali diqualsiasi grado delle KPS. Taleistituzione, basata sui principi di

responsabilità e trasparenza checaratterizzano una polizia democra-tica, sarà una peculiarità neiBalcani. Nel 2005 la Missione hamesso a punto la prima fase delprogetto, un programma generale dirafforzamento delle capacità nelleprocedure di ispezione e di investi-gazione.

Polizia di prossimitàUn’importante iniziativa della

Scuola di polizia mira a promuoverela partecipazione delle comunitànelle attività di polizia. La Missione,insieme a partner internazionali elocali, ha creato il Gruppo direttivodella polizia di prossimità delKosovo, un organo di supervisione,di coordinamento e di supporto perla polizia di prossimità, per la pre-venzione della criminalità e per leoperazioni di sicurezza a favoredelle comunità. Il Gruppo ha redattola Strategia per la sicurezza dellecomunità del Kosovo, al fine di faci-litare la piena partecipazione di tuttii membri della società all’edifica-zione di un Kosovo più sicuro pertutti.

A livello più locale la Missionecontinua, attraverso il Programmadei nuclei d’azione per la sicurezzadelle comunità, a organizzareincontri che forniscono opportunitàper una vivace interazione e unattivo coinvolgimento. Le iniziativeper la sicurezza delle comunitàsono attualmente promosse in 16comuni del Kosovo. Il programmarisponde alle preoccupazioni dellecomunità contribuendo a ridurre lacriminalità e migliorando al tempostesso la sicurezza e l’incolumitàdei cittadini. La Missione ha collabo-rato con ufficiali del KPS, con rap-presentanti dei governi locali, conmembri delle comunità e con for-matori della polizia di prossimità, alfine di allargare e intensificare lacollaborazione nelle comunità.

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Iniziative contro la criminalitàorganizzata. Nel quadro delle ini-ziative a favore della Rete di forma-zione contro la criminalità organiz-zata del Patto di stabilità perl’Europa sudorientale, la Missioneha organizzato, insieme ad espertidell’Interpol e dell’Europol, il primodi tre programmi di formazione perla lotta alla criminalità organizzata ealla droga nell’Europa sudorientale.I responsabili della Rete insegne-ranno ai funzionari che si occupanodella criminalità organizzata miglioritecniche basate sugli standard e lenorme europe e internazionali. Ilprogramma faciliterà inoltre le rela-zioni tra gli agenti investigativi dellapolizia della regione e li metterà incollegamento con altri partner inter-nazionali impegnati nella lotta allacriminalità organizzata.

Corsi di formazione specializzatiper ufficiali della KPS

Sebbene la formazione di basedella polizia abbia costituito la prio-rità fondamentale della scuola, lesue attività si sono concentratesempre più sui corsi di formazioneper manager e dirigenti nonché perspecialisti ed esperti nel settoredelle indagini, della sorveglianza,dell’eloquenza forense e della lottaalla criminalità organizzata. Gli uffi-ciali delle KPS sono stati addestratiad utilizzare tecniche moderne perfar fronte alla violenza domestica ealla tratta di esseri umani e persvolgere funzioni di polizia di pros-simità.

Attività nel quadro delladimensione umana

DIRITTI UMANI

Potenziamento delle capacità. Gliesperti dell’OSCE in materia di dirittiumani sono stati assegnatiall’Ufficio del Primo ministro dellePISG in qualità di consiglieri al finedi elaborare meccanismi istituzionaliche assicurino la parità dei sessi, latutela delle minoranze e dei dirittiumani in generale. Tale iniziativa èculminata in una decisione delPrimo ministro di istituire un dipar-timento incaricato dei diritti umani inciascun ministero.

La Missione ha inoltre proseguito ilsuo programma di esperti in materiadi diritti umani in 17 comuni delKosovo/Serbia e Montenegro. Ilprincipale obiettivo del programmaè creare una serie di capacità auto-

sufficienti e a lungo termine in mate-ria di diritti umani nelle amministra-zioni comunali, fornendo ai funzio-nari municipali una consulenza euna formazione continua. Attual-mente si sta trasferendo la respon-sabilità di tale programma alle auto-rità municipali. La Missione hamesso a disposizione dell’Istitutoper la pubblica amministrazionekosovara un consulente che contri-buirà ad inserire le questioni relativeai diritti umani nella formazione deifunzionari pubblici, assicurandol’autogestione della formazione suidiritti umani in seno alla funzionepubblica kosovara.

Il programma di rafforzamento dellecapacità della Missione si è servitodi gruppi di studio e seminari perfornire ai funzionari pubblici unaformazione in materia di diritti umanie per aiutarli a integrare una meto-dologia conforme ai diritti umani nelloro lavoro quotidiano. La Missioneha lavorato con i club giovanili per idiritti umani degli studenti dellascuola secondaria, consentendoloro di sviluppare una comprensionecritica dei diritti umani attraverso undibattito informale. Essa ha intro-dotto in Kosovo un progetto di edu-cazione ai diritti umani in tutte lelezioni di educazione civica dellastessa classe, in consultazione conil Ministero della scienza,dell’educazione e della tecnologiadelle PISG.

Monitoraggio del sistema giudi-ziario. La Missione ha continuato amonitorare il sistema giudiziario delKosovo. Nell’ambito del dirittopenale è stato pubblicato neldicembre 2005 un rapporto gene-rale sulla risposta della magistraturaai disordini del marzo 2004. Il rap-porto ha individuato una serie diproblemi, quali la difficoltà di repe-rire prove a causa dello sfollamentodelle parti lese o dell’intimidazionedei testimoni, ritardi nelle proce-dure, accuse insufficienti e la ten-denza a emettere sentenze miti.

Nell’ambito del diritto civile la Mis-sione ha monitorato un’ampiagamma di procedimenti concernentiil diritto di famiglia, del lavoro equestioni di diritto contrattuale,dedicando particolare attenzionealle controversie sul diritto di pro-prietà. In tale contesto la Missioneha messo in evidenza una que-stione specifica riguardante lanomina di rappresentanti tempora-nei per le controversie sul diritto di

proprietà, in cui le minoranze eranole parti citate in giudizio. Pocotempo dopo alcuni magistrati hannoiniziato a correggere tali procedureconformemente allo stato di diritto.

Tutela del diritto di proprietà. Lequestioni riguardanti il diritto di pro-prietà sono spesso al centro delletensioni nelle società post-conflit-tuali come il Kosovo. Tenendoconto di ciò, la Missione ha colla-borato con le autorità locali e inter-nazionali al fine di stabilire unsistema funzionale del diritto di pro-prietà. Le attività della Missione atale riguardo hanno avuto un tripliceorientamento. In primo luogo laMissione ha coordinato con le PISGle attività sul diritto di proprietà delProcesso di attuazione degli stan-dard. In secondo luogo ha monito-rato le autorità amministrative egiudiziarie in relazione al diritto diproprietà, con particolare riguardoalla creazione di effettivi mecca-nismi per risolvere le controversiependenti connesse alle contro-versie. Infine la Missione ha fornitoal Governo la consulenza di espertiper la riforma giuridica nel campodella proprietà privata e ha contri-buito alla messa a punto di unastrategia globale sui diritti di pro-prietà e sulle restituzioni.

Occupazione illegale – non è unasoluzione

La Missione e il Ministerodell’ambiente e della pianificazionedel territorio delle PISG hannoorganizzato una campagna multi-mediale di sensibilizzazione percontrastare l’occupazione illegaledella proprietà residenziale. Richia-mando al rispetto del diritto di pro-prietà, la campagna ha sottolineatoche l’occupazione illegale, un pro-blema diffuso in tutto il Kosovo, nonè una soluzione attuabile o legittimaalle necessità abitative. La campa-gna aveva per oggetto l’impattodell’occupazione illegale sui principidei diritti umani e dello stato didiritto, compresa la necessità dirafforzare la legislazione e di risol-vere le controversie sul diritto diproprietà, nonché di eseguire lerelative sentenze giudiziarie.

Lotta alla tratta di esseri umani. IlPiano d’azione contro la tratta diesseri umani in Kosovo, redatto conl’assistenza della Missione, è statolanciato dalle PISG in agosto.Insieme alle organizzazioni localinon governative, che ne hannocurato l’attuazione, la Missione ha

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concentrato le sue attività sulle vit-time della tratta.

La Missione ha organizzato in tuttoil Kosovo programmi di sensibilizza-zione su questioni relative alla trattae alla violenza su base sessuale. Èstata fornita assistenza tecnica for-nendo consulenza alle PISG e alleONG per facilitare il coordinamentotra i diversi partner e rafforzare lacooperazione relativa alla preven-zione della tratta, all’assistenza allevittime e all’attuazione di un mecca-nismo di riferimento.

La Missione ha contribuito alla for-mazione delle pertinenti ONG par-tner in merito ai quadri e ai mecca-nismi esistenti di assistenza allevittime della violenza domestica, almodo di affrontare la situazioneparticolare delle vittime della vio-lenza su base sessuale o dellatratta e alle appropriate tecnichepsicologiche e/o mediche per iltrattamento delle vittime. La Mis-sione ha inoltre continuato a pre-stare assistenza ai centri di acco-glienza per le vittime, compresiquelli che accolgono bambini biso-gnosi di alloggi sicuri per breviperiodi. Ha contribuito altresì adelaborare programmi di formazionecontro la violenza nelle relazioni traragazzi e ragazze e contro la vio-lenza domestica, allo scopo di pre-venire tali manifestazioni special-mente tra i giovani.

Consulenza all’Ufficio del Primoministro delle PISG su questionirelative alla parità fra i sessi

Una delle principali attività nelquadro del programma della Mis-sione per una buona governance èl’appoggio che essa offre all’Ufficiodi consulenza per la buona gover-nance, i diritti umani, le pari oppor-tunità e all’Ufficio per la parità fra isessi nell’Ufficio del Primo ministrodelle PISG. Tali uffici, che rappre-sentano un importante punto diaccesso alle istituzioni centrali perle attività di rafforzamento istituzio-nale della Missione, assistono ilPrimo ministro nel trasferimento deipoteri dell’UNMIK per le questionirelative ai diritti umani, alle mino-ranze etniche e alle pari opportu-nità. È stata inoltre fornita assisten-za all’Ufficio del Primo ministro inmerito a un’ampia serie di altri temiconcernenti i diritti umani, qualil’attuazione delle leggi, la strategiae la politica governativa, la parteci-pazione pubblica, l’attuazione deglistandard e l’antidiscriminazione.

DEMOCRATIZZAZIONE

Sostegno alle istituzioni centralidi amministrazione pubblica.L’Iniziativa di supporto all’Assem-blea, il principale strumento disostegno alle istituzioni governativecentrali creato nel 2001 dalla Mis-sione e dai partner internazionali,basandosi sui risultati ottenuti inpassato, ha accelerato i suoi sforzivolti ad integrare l’Assemblea dellePISG del Kosovo in un meccanismoregionale di cooperazione parla-mentare. In giugno la Missione haco-organizzato un incontro – ilprimo di questo genere – tra i par-lamentari dell’Europa sudorientale,che si è svolto a Prishtine/ Pristina enel corso del quale si è discusso inmerito alla supervisione parlamen-tare della pubblica amministrazione.

La Missione ha inoltre fornito unpacchetto di assistenza ad hoc alPrimo ministro delle PISG e ai prin-cipali membri del suo gabinetto.Tale “menù esecutivo” compren-deva riunioni tecniche informativesulle questioni di bilancio e sullastrategia di sviluppo, nonché visitedi lavoro a Vienna e a Bruxelles.

Assistenza per migliorare lecapacità negoziali dei funzionaripubblici

Al fine di incoraggiare un dia-logo costruttivo, la Missione hacontribuito a realizzare un pro-gramma globale di assistenzafinalizzato ad accrescere le capacitànegoziali dei dirigenti e dei funzio-nari pubblici attraverso corsi di for-mazione nel campo della comuni-cazione, della leadership e dellavoro di gruppo. Una delle sessionidi formazione era destinata aimembri dei gruppi di lavoro tecnicodel dialogo Pristine/Pristina-Belgrado. Altre sessioni eranodestinate ai leader politici kosovarialbanesi e kosovari serbi, in vistadei colloqui sul futuro status delPaese. Durante i corsi è stata stu-diata la teoria dei negoziati, sonostate svolte esercitazioni praticheper migliorare le tecniche negozialied è stato prodotto un manuale perl’elaborazione degli elementi neces-sari per raggiungere a un compro-messo sullo status.

Sostegno alla partecipazione deicittadini e al dialogo. Al fine dipromuovere lo sviluppo e il consoli-damento di una società civile attivae vigilante, la Missione si è adope-rata per rafforzare le reti di comuni-

cazione civili e per migliorare nellecomunità la capacità di mobilitarsi afavore dei propri interessi e a parte-cipare costruttivamente ai processidecisionali e politici. Attraverso unapartecipazione attiva, i gruppi civicihanno imparato a influenzare glisviluppi politici e a rappresentare inmodo efficace gli interessi dei citta-dini.

La Missione si interessa particolar-mente ai giovani e si è adoperataaffinché essi comprendano meglio iprincipi di una moderna societàdemocratica, in particolar modo latolleranza e il rispetto per la diver-sità. In cooperazione con il Mini-stero per la cultura, la gioventù e losport delle PISG e con la Rete gio-vanile del Kosovo, la Missione haorganizzato dibattiti e fora politici alfine di mettere a punto raccoman-dazioni e ottenere contributi afavore del Piano d’azione per i gio-vani del Kosovo.

Promuovere l’interazione tra lasocietà civile e i governi locali

Nella regione di Peje/Pec, laMissione ha sostenuto la creazionedi un Ponte civico per contribuire adinstaurare relazioni di lavoro tral’amministrazione municipale e lapopolazione. Sono stati istituitigruppi direttivi del Ponte civico conil compito di individuare e affrontareimportanti questioni a livello munici-pale, come la qualità dell’assistenzasanitaria, l’istruzione primaria esecondaria o la riscossione delletasse patrimoniali. Giovani attivistihanno aiutato i gruppi direttivi aesaminare l’aderenza di tali que-stioni alla legislazione municipale, laqualità dei servizi forniti e la traspa-renza del processo decisionale edesecutivo.

“Obiettivo del ponte civico ècreare un meccanismo che assicuril’applicazione di principi democraticie consenta ai cittadini di influire suiprocessi decisionali municipali”, haaffermato Adem Lushajdell’Associazione degli intellettualiindipendenti di Decan/Decani, unaONG locale impegnata nell’iniziativadel Ponte civico.

Per effetto di tale iniziativa i fun-zionari comunali hanno compreso ivantaggi di un processo decisionalepartecipativo e i cittadini hannoacquisito la capacità di monitorare edi consigliare l’amministrazione.

Rafforzamento dell’amministraz-ione locale. La Missione ha poten-ziato l’assistenza fornita ai processi

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di riforma sia a livello centrale che alivello locale, ha fornito consulenzaal Consiglio direttivo per la riformadell’amministrazione locale nonchéal gruppo di lavoro sulla legisla-zione, e ha co-presieduto il gruppodi lavoro sul rafforzamento dellecapacità.

In giugno la Missione e il Ministeroper l’amministrazione locale dellePISG hanno organizzato una confe-renza internazionale sulla riformadell’amministrazione locale, avva-lendosi dell’esperienza di professio-nisti e di esperti delle amministra-zioni locali dei Paesi dell’Europasudorientale. Nel corso di taleincontro è stato discusso il funzio-namento democratico delle istitu-zioni municipali, le comunità e leesperienze multietniche siaall’interno che all’esterno delKosovo e la sostenibilità in terminieconomici.

Nel quadro del programma diriforma sono state costituite in set-tembre tre unità municipali pilota. Instretta collaborazione con i membridesignati dell’Assemblea provviso-ria, la Missione ha tenuto corsi diformazione per i membridell’Assem blea, finalizzati adapprofondire la conoscenza dellenorme applicabili e dei principidemocratici. Tali iniziative miravanoad assicurare una facile transizionea un modello decentralizzato diamministrazione locale e a favorireil costituirsi di un organo piùefficiente e rappresentativo.

STATO DI DIRITTO

Appoggio alla comunità forensedel Kosovo. La Missione ha realiz-zato con successo diversi progetti dirafforzamento delle capacità,incluso un programma di prepara-zione all’esame di abilitazione allaprofessione di magistrato/avvocato,un corso di formazione perle ONGche offrono assistenza giudiziariaEssa ha inoltre proseguito i corsi diformazione giuridica per i membridella Camera degli avvocati delKosovo e ha organizzato specificiincontri per professionisti legali.Quasi tutti i magistrati e i procuratoridel Kosovo hanno preso partealmeno a una delle oltre 50 sessionidel Programma di formazione giuri-dica permanente organizzato dallaMissione. La Missione ha inoltreofferto assistenza all’Istituto giudi-ziario del Kosovo nel realizzare unProgramma pilota di formazione

giuridica preliminare di tre mesi percirca 60 persone provenienti datutto il Kosovo, candidate a impieghinel settore giudiziario.

Sostegno all’elaborazione di unalegislazione conforme ai dirittidell’uomo. La Missione nel 2005ha esaminato la conformità ai dirittidell’uomo e ai principi dello stato didiritto di oltre 40 progetti di legge edi regolamento. Nel quadro di taleiniziativa sono stati esaminati il pro-getto di regolamento sull’assistenzagiudiziaria, la legge relativa al servi-zio civile nel Kosovo, la legge suitribunali, la legge che istituiscel’Istituto giudiziario del Kosovo, lalegge sulle lingue, il progetto diregolamento sull’istituzione deldifensore civico, la legge sull’assi-stenza in caso di emergenza e lalegge sulle commissioni parlamen-tari d’inchiesta. La Missione hainoltre pubblicato un rapporto sullarisoluzione alternativa delle contesenelle controversie civili e penali, esta collaborando con l’Ufficio delPrimo ministro all’elaborazione diuna legge sulla mediazione.

A seguito del maggiore trasferi-mento di autorità e di responsabilitàalle istituzioni locali la Missione si èoccupata di esaminare l’attuazioneda parte delle PISG delle leggiapprovate dall’Assemblea delKosovo. Tale esame ha dimostratoche la legislazione ausiliaria, cheavrebbe dovuto rendere esecutivetali leggi, non era stata elaborata.Le raccomandazioni della Missione,volte ad assicurare che non venis-sero violati i diritti, prevedevano unsupplementare controllo parlamen-tare sull’esecutivo.

SVILUPPO DEI MEZZI DI INFOR-MAZIONE

Creare mezzi di informazione so-stenibili. Le iniziative della Mis-sione in tale campo hanno datoluogo a miglioramenti significativinel quadro istituzionale e legislativoche regola l’operato dei mezzid’informazione. La Missione hafavorito la creazione del Consigliodella stampa kosovara, un organodi autoregolamentazione dellastampa. L’Istituto per i mezzi diinformazione del Kosovo, un centrodi formazione per professionistidell’informazione, dovrebbe iniziaread operare nel gennaio 2006. LaMissione ha inoltre offerto assi-stenza alle PISG del Kosovonell’elaborazione della legislazione

sulla diffamazione.

Due istituzioni create dalla Missionehanno compiuto ulteriori progressiverso una stabilità e una sostenibi-lità a lungo termine: la Radiotelevi-sione del Kosovo (RTK) dovrà pre-sto ottenere l’attribuzione di unostatus giuridico da parte dell’Assem-blea del Kosovo e l’istituzione delCommissario provvisorio per i mezzidi comunicazione ha già iniziato latransizione per diventare la Com-missione indipendente dei mezzi dicomunicazione.

Al fine di promuovere i diritti e leresponsabilità della polizia e deigiornalisti e di migliorare le lororelazioni professionali, la Missioneha messo a punto linee guida checonsentono a ciascuna delle parti ditrattare con l’altra. Tale strumento diriferimento chiarisce alla polizia idiritti dei giornalisti e il modo ditrattarli correttamente, e chiarisce aigiornalisti le loro responsabilità neiconfronti della polizia.

Programma radiofonico per lacomunità dei Rom

La Missione ha fornito sostegnofinanziario a una serie di programmitrasmessi da Radio Prizren in linguaRom, che si proponevano di trattarequestioni che interessano la comu-nità Rom. I programmi hanno inco-raggiato la partecipazione dei Romalla vita civica e hanno promossol’integrazione della comunità nellasocietà.

“Attraverso gli ospiti intervenutial programma sono state affrontatele principali questioni che interes-sano la comunità dei Rom, quali lamancanza di istruzione, le barrieresociali, l’uso in pubblica sede dellalingua rom e la promozionedell’equi tà. La comunità dei Rom ele istituzioni locali hanno potutocomprendere meglio tali questioni eil modo di affrontarle a vantaggiodella nostra comunità e dellasocietà in generale”, ha dettoNexhip Menkshe, curatore egiornalista del programma per iRom trasmesso da Radio Prizren.

Linguaggio mimico gestuale per inon udenti del Kosovo

In Kosovo vivono approssimati-vamente 15.000 persone nonudenti, la metà delle quali in etàscolastica. Nel 2005, RTK ha ini-ziato a trasmettere i notiziari in lin-guaggio mimico gestuale, unimportante passo avanti realizzatocon l’assistenza della Missione e

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dell’Associazione kosovara dei muti.L’iniziativa si proponeva di consen-tire a un gruppo spesso dimenti-cato, di partecipare maggiormentealla vita pubblica. Tali programmihanno inoltre contribuito a rendere ilpubblico consapevole dell’esistenzadi questo gruppo di persone vulne-rabili e, hanno favorito in modoinatteso la standardizzazione.

ELEZIONI

Nel corso dell’anno la Missione haconcentrato la sua attenzione sudue sfide principali: rafforzare lecapacità elettorali e accrescerel’autonomia locale e la fiducia nelquadro elettorale.

Al fine di consentire un’agevoletransizione dell’autorità elettoralelocale alla Commissione elettoralecentrale (CEC) e al SegretariatoCEC, il suo organo operativo, laMissione ha continuato a trasferirea tali istituzioni le sue conoscenzein materia elettorale e le sueresponsabilità operative. L’autoge-stione locale è decisiva in quanto laCEC dovrà diventare l’organoresponsabile della gestione di tuttigli aspetti operativi e tecnici dellefuture elezioni in Kosovo. Per assi-curare efficienti operazioni e risultatielettorali credibili, la Missione hafornito assistenza e consulenza intutti i settori elettorali operativi,compresi quelli posti sotto la suaresponsabilità durante le ultimeelezioni. Inoltre la Missione si èadoperata per potenziare nelSegretariato CEC la capacità digestire compiti quali la compilazionedei registri elettorali, le votazioni aldi fuori del Paese e la gestione delcentro per il conteggio dei voti e peri risultati elettorali.

La CEC e la Missione hanno altresìcreato un Foro elettorale per trattaregli eventuali mutamenti del quadro

elettorale in relazione alle elezionimunicipali previste per la fine del2006. Il Foro, costituito da rappre-sentanti dei partiti politici, dellecomunità minoritarie e della societàcivile, ha discusso questioni fonda-mentali quali l’introduzione di unsistema elettorale a lista aperta e lagaranzia di una rappresentanzaequa dei due sessi nelle liste deicandidati e nelle assemblee muni-cipali. I partecipanti hanno ancheesaminato la possibilità di suddivi-dere il Paese in distretti, dividendole zone elettorali in aree più esigue.

ISTRUZIONE E GIOVENTU’

Nel 2005 le attività della Missionenel quadro dell’Iniziativa a favoredella gioventù si sono incentratesull’assistenza alle iniziative diriforma dell’Università di Pristine /Pristina e sul supporto istituzionaleal miglioramento dei sistemi di istru-zione e di formazione del Kosovo.La Missione si è inoltre adoperataper accrescere la partecipazione deigiovani al processo decisionale.

La Missione guida le iniziative dellaComunità internazionale finalizzatea modernizzare la struttura direttivadell’Università di Prishtine/Pristina ea rendere più efficiente il suo siste-ma di gestione. La Missione fa partedella commissione di esperti incari-cata di monitorare e di fornire con-sulenza al funzionario responsabiledell’Università fino a quando nonsarà eletto un nuovo rettore.L’assistenza fornita a tale livellocomprende attività che favorisconola depoliticizzazione degli organiesecutivi universitari e l’introduzionedi un pluralismo politico nelle asso-ciazioni studentesche, per contri-buire a organizzare elezioni traspa-renti e democratiche di tali organi.La Missione ha inoltre rafforzato lecapacità amministrative dell’Univer-sità ed ha effettuato una valutazione

delle necessità al fine di individuarei potenziali settori in cui sia possibilemigliorare il processo di bilancio eassicurare l’autonomia finanziariadell’Università.

La Missione ha fornito il suo appog-gio alle PISG nel rafforzamentodella risposta istituzionale allenecessità dei giovani. La Commis-sione per l’istruzione dell’Assem-blea delle PISG del Kosovo ha usu-fruito dell’assistenza di un esperto,che ha contribuito ad elaborare unastrategia per l’istruzione e la forma-zione finalizzata al raggiungimentodi un futuro sviluppo economicosostenibile. Il Ministero dell’educa-zione, della scienza e della tecno-logia delle PISG ha approvato que-sta “Visione e itinerario definito”quale fonte principale di una strate-gia di istruzione pre-universitaria.

La Missione ha offerto il suo soste-gno al primo festival di istruzionepermanente, un concetto che incor-pora l’istruzione formale, non for-male e informale. L’evento, organiz-zato da un gruppo di lavoro inter-ministeriale, ha riunito istituti diistruzione e di formazione privati epubblici che hanno presentatol’ampia gamma di opportunitàdisponibili in Kosovo. Attraverso taleiniziativa la Missione intendevaincoraggiare le PISG e l’Assembleadel Kosovo a sviluppare efficacistrategie e politiche pubblico-privatedi istruzione permanente, che con-tribuiscano a colmare il vuoto esi-stente tra l’istruzione formale e ilmercato del lavoro.

Capo della Missione:Ambasciatore Werner WrendtBilancio riveduto: 34.147.300www.osce.org/kosovo

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Missione in Serbia e Montenegro

La Missione ha conse-guito un certo numero disuccessi nel 2005 in settoriche rappresentano impor-tanti sfide per il Paese eper le due repubbliche chelo compongono. Nel corsodi tutto l’anno il personaledella sede principale dellaMissione a Belgrado, inSerbia (Serbia e Monte-negro), dell’Ufficio diPodogorica, in Montenegro

(Serbia e Montenegro),della sua presenza nellaSerbia meridionale e deicentri di formazione per leforze di polizia in entrambele repubbliche ha conti-nuato a fornire sostegnoalla riforma democratica.

Buona parte delle atti-vità quotidiane della Mis-sione si concentra sulsostegno alle riforme incorso, tra cui la promo-

zione dei diritti umani edelle minoranze, i dirittidelle persone appartenentialle minoranze nazionali,la lotta alla corruzione ealla criminalità organizzatanonché il rafforzamentodelle capacità del perso-nale giudiziario della Ser-bia di gestire i procedi-menti penali nazionali percrimini di guerra confor-memente agli standard

internazionali.L’UE e l’Unione dei due

Stati hanno avviato nego-ziati su un Accordo di sta-bilizzazione e associa-zione, dando un positivoimpulso alle ulterioririforme nel 2006 che con-sentiranno alla Serbia eMontenegro di aderire infuturo alle istituzioni Euro-atlantiche.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Prevenzione dei conflitti nellaSerbia meridionale. Le attivitàdella Missione di prevenzione deiconflitti si sono concentrate sullecomunità di etnia serba e albanesedella Serbia meridionale. Esseintendono offrire alla comunitàetnica albanese un ruolo nel lavorosvolto dalle loro autorità locali, raf-forzando la fiducia tra le variecomunità etniche e creando strut-ture giudiziarie e di sicurezza localial servizio di tutti i cittadini dellemunicipalità.

La Missione ha continuato ad assi-stere le autorità nell’ambito dell’at-tuazione dell’accordo di pace del2001 inteso a reintegrare la comu-nità etnica albanese. Al fine dimigliorare il lavoro dell’Organo dicoordinamento per la Serbia meri-dionale, nominato dal Governo, laMissione ha dato il suo apporto allacreazione di otto gruppi di lavoro.Ciascuno di tali gruppi affronta que-stioni specifiche quali la sicurezza,l’istruzione, la sanità e lo sviluppoeconomico. Essi riuniscono rappre-sentanti dei pertinenti ministeri delgoverno centrale, dirigenti politici edelle comunità locali nonché rap-presentanti dell’amministrazionelocale. Il Presidente Boris Tadic e ilPrimo ministro Vojislav Kostunicahanno partecipato al rilancio dell’Or-gano di coordinamento, riaffer-mando il loro impegno a ridurre latensione e a promuovere lo svilupposocio-economico della regione.

Per informare in modo più appro-fondito l’opinione pubblica a taleriguardo, la Missione ha fornito for-mazione e assistenza tecnica a

emittenti televisive locali che hannorealizzato programmi multilingue.Studenti delle comunità minoritariehanno beneficiato di corsi speciali-stici di formazione che gli hannoconsentito di lavorare per le autoritàlocali, la magistratura e le assem-blee municipali.

Riforma delle forze di polizia. Nelmese di aprile è stata adottata inMontenegro una nuova Legge sulleforze di polizia, avviando un pro-cesso di modernizzazione. LaLegge sulle forze di polizia dellaSerbia è stata adottata in novembredopo che la Missione e il Consigliod’Europa avevano espresso i loropareri sul progetto di legge. La for-mazione della polizia e i programmidi sviluppo hanno introdotto aggior-nati corsi di studio rivolti a funzionariin servizio di diverso grado. I corsiper lo sviluppo di formatori sonostati trasferiti a formatori locali, chehanno assunto maggiori responsa-bilità nella formazione e nella cre-scita professionale delle forze dipolizia in entrambe le repubbliche.La Missione ha offerto sostegno allatrasformazione della Scuola supe-riore di polizia di SremskaKamenica in un centro di forma-zione di base e a livello iniziale peril personale di polizia. La forma-zione professionale della polizia èconsiderata di cruciale importanzaper la riforma sostenibile delle forzedi polizia di entrambe le repubbli-che. Il centro di interesse di tali atti-vità è l’osservanza di standard rico-nosciuti a livello internazionale, inspecial modo per quanto riguardauna maggiore tutela dei diritti deicittadini.

La Missione ha continuato a coordi-nare il sostegno internazionale adieci progetti pilota per la polizia diprossimità in Serbia e ha fornito

assistenza diretta nello stessoambito a tre progetti nella Serbiameridionale. In cooperazione con ilMinistero dell’interno e con altreorganizzazioni internazionali la Mis-sione ha altresì coordinato la prepa-razione di programmi nazionali dipolizia di prossimità in entrambe lerepubbliche e ha contribuito adorganizzare in tutta la Serbia tavolerotonde che hanno portato all’elaborazione di linee guida per una mag-giore cooperazione e comunica-zione tra le forze di polizia e i mezzid’informazione.

Al fine di potenziare le capacitàdella polizia di frontiera di combat-tere la tratta di esseri umani e lacriminalità organizzata transnazio-nale, la Missione ha organizzatoseminari di formazione specializzati,ha fornito attrezzature tecniche e haprestato assistenza all’elaborazionedella strategia integrata di gestionedelle frontiere.

Proseguimento della lotta allacorruzione. L’introduzione diriforme atte a combattere la corru-zione risulta di importanza crucialenel quadro delle iniziative messe inatto dalla Serbia e Montenegro perattrarre l’interesse di imprenditori edinvestitori stranieri verso il Paese.La Missione ha prestato sostegno alprocesso di elaborazione ed attua-zione della normativa anticorruzionenel settore degli appalti pubblici,della prevenzione del conflitto diinteressi e del finanziamento deipartiti politici, nonché alla creazionedi un organismo superiore di revi-sione dei conti e di un organo indi-pendente e specializzato per la lottaalla corruzione. La Missione hainoltre continuato a prestare soste-gno ai compiti istituzionali del Con-siglio anticorruzione del Governoserbo e ha sollecitato i Governi

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della Serbia e del Montenegro arecepire nella loro legislazione glistandard internazionali previsti dallaConvenzione delle Nazioni Unitecontro la corruzione.

Lotta alla criminalità organizzata.La Missione ha monitorato unaserie di procedimenti giudiziari dialto profilo in Serbia e Montenegro.L’assassinio del Vice Capo dellaDirezione investigativa criminaleSlavoljub Scekic a Podgorica haricordato tragicamente la necessitàdi potenziare le iniziative di lotta allacriminalità organizzata.

Un esempio di efficace coopera-zione internazionale nella lotta allacriminalità organizzata è rappre-sentato dalle relazioni instaurate trail Servizio della procura serba e laDirezione italiana antimafia, le cuiattività includono l’organizzazione inItalia di seminari di formazione perpubblici ministeri e investigatori cheoperano in tale settore.

La cooperazione è stata potenziataa livello regionale prestando sup-porto alla rete dei Pubblici ministeridell’Europa sudorientale e a livellointernazionale attraverso il lavorosvolto con l’Associazione inter-nazionale dei Pubblici ministeri. LaMissione ha assunto un ruolo guidanel sostegno offerto allo sviluppolegislativo e all’utilizzo della norma-tiva vigente ai fini del sequestro edella confisca di capitali, nonchéalla promozione della lotta contro icrimini informatici.

La Missione ha offerto assistenza diesperti per la redazione e l’attua-zione delle normative sulla tuteladei testimoni in Serbia e Monte-negro. In Serbia, si è provveduto adun miglioramento dell’ordinamentogiuridico con l’adozione di unCodice penale che prevede nuovitipi di reato come il finanziamentodel terrorismo e il contrabbando diesseri umani.

Crimini di guerra. La Missione si èadoperata per rafforzare le capacitàdella magistratura di perseguire eprocessare i criminali di guerra for-nendo competenze per la redazionedi atti legislativi e prestando soste-gno ad una campagna nazionale disensibilizzazione. La Missione hamonitorato numerosi procedimentigiudiziari in Serbia per valutarne laconformità agli standard internazio-nali e ha favorito e agevolato lacooperazione giudiziaria interstatale

nell’ambito dei procedimenti percrimini di guerra insieme alla Mis-sione in Bosnia-Erzegovina, allaMissione in Croazia e al Centro perla prevenzione dei conflitti delSegretariato.

L’obbligo internazionale della Serbiae Montenegro di collaborare con ilTribunale penale internazionale perl’ex Jugoslavia è stato un temaricorrente della strategia di informa-zione messa in atto dalla Missionenel Paese. Senza la piena collabo-razione con l’ICTY, l’Unione degliStati non può avanzare nel suocammino verso l’integrazione nelleistituzioni Euroatlantiche. Un certonumero di funzionari della polizia edelle forze armate posti in statod’accusa si sono consegnati volon-tariamente al tribunale dell’Aja, ilche ha rappresentato un passo inavanti.

Il futuro della Serbia dipenderà dalmodo in cui essa farà fronteall’orrore delle azioni commessenell’ex Jugoslavia durante gli anni‘90. Nell’intento di stimolare undibattito franco tra gli studenti, laMissione si è associata alla ONGserba Movimento europeo eall’Unione degli studenti per orga-nizzare sei dibattiti di gruppo neimaggiori centri urbani della Serbiaalla fine del 2005 e nei primi mesidel 2006.

Controllo civile sulle Forzearmate. Il controllo democratico eun quadro giuridico chiaro nell’am-bito delle forze armate, della poliziae delle agenzie per la sicurezzasono presupposti per rafforzare lademocrazia e lo stato di diritto inSerbia e Montenegro. La Missioneha organizzato attività intese a raf-forzare i principi democratici inerential funzionamento del settore dellasicurezza. Tali attività hanno inclusola promozione di modifiche legisla-tive, sostenendo il Parlamento e leForze armate nella redazione dipertinenti atti legislativi.

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

Miglioramento del clima impren-ditoriale. La Missione ha favoritoun più solido partenariato tra leautorità locali, la comunità impren-ditoriale e diversi rappresentantilocali della comunità internazionale

nell’intento di promuovere lo svi-luppo economico e imprenditoriale.

Per favorire le piccole e medieimprese, la Missione ha prestatosostegno ad un numero di seminaridi formazione imprenditoriale pergruppi sociali vulnerabili, come lacomunità rom. Di concerto con altreorganizzazioni internazionali la Mis-sione ha inoltre contribuito alla cre-azione di un incubatore di imprese aKnjazevac. Sono in corso di realiz-zazione altri sei centri analoghi, tracui uno destinato alla comunità romdi Valjevo. Tali centri, ubicati pressomunicipalità in cui il tasso di disoc-cupazione è relativamente alto,forniscono spazi per attività, corsi diformazione e servizi di sostegnoalle imprese in fase di avviamento.

Quale contributo al settore dellasicurezza energetica, la Missioneha avviato il suo Programma 3E(Energy, Economy, Environment)per l’energia, l’economia e l’am-biente, che si propone di promuo-vere l’utilizzo di fonti energeticherinnovabili e l’efficienza energetica,nonché di contribuire alla creazionedi un mercato energetico regionale.

In Montenegro la Missione ha par-tecipato ad un numero di iniziativevolte a sensibilizzare i giovani inmateria ambientale e a promuoverel’ecoturismo come attività econo-mica che genera posti di lavoro.

Attività nel quadro delladimensione umana

Assistenza al rimpatrio dei rifu-giati. Alti funzionari della Serbia eMontenegro, della Bosnia-Erzegovina e della Croazia e rap-presentati dell’UNHCR, delle dele-gazioni presso la Commissioneeuropea e delle Missioni OSCE neitre Paesi hanno partecipato ad unaconferenza ministeriale regionalesui rifugiati, tenutasi a Sarajevo ingennaio. L’evento ha stimolato ildialogo intergovernativo regionalesu questioni irrisolte concernenti irifugiati. In tale occasione i tre Paesihanno adottato una Dichiarazione diprincipi a cui aderire nel corsodell’elaborazione di un elenco dicompiti. Insieme ad una serie diparametri verificabili dei successiottenuti essi faranno parte di “per-corsi definiti” intesi a dare soluzionealle rimanenti questioni entro la finedel 2006. Insieme ad ONG locali laMissione si adopera inoltre

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nell’ambito di un progetto che miraa fornire consulenza e supportolegale ai rifugiati che vivono attual-mente in Serbia.

Sostegno all’indipendenza dellamagistratura. Al fine di promuovereun sistema giudiziario indipendentein linea con gli standard internazio-nali, la Missione offre sostegno aduna maggiore autonomia funzionaledei pubblici ministeri. La riformastrutturale in Serbia e Montenegroresta un punto essenziale. Le Leggisui magistrati e sull’Ufficio del pub-blico ministero devono essere con-formate al diritto internazionale.

In Serbia, la Missione ha prestatosostegno all’Associazione dei giu-dici, all’Associazione dei pubbliciministeri e al Centro di formazionegiudiziaria. L’assistenza ha inclusola formazione dei giudici in materieattinenti ai crimini di guerra e allacriminalità organizzata, nonché pro-grammi di scambio con altre asso-ciazioni europee.

Assistenza alla riforma peniten-ziaria. Nell’ambito della riforma delsistema penitenziario la Missionepresta sostegno alle autorità dientrambe le repubbliche finalizzatoal rispetto dell’impegno dell’Unionedi Stati nei riguardi delle conven-zioni internazionali sul trattamentodei detenuti e alla conformità aglistandard internazionali sui dirittidell’uomo.

In Serbia, la Missione ha contribuitoalla stesura della legislazione sullesanzioni penali. La nuova legge,che rappresenta un grande passoavanti nella riforma carceraria, haintrodotto pene alterative e ha for-malizzato la creazione in Serbia delprimo centro di addestramento perguardie carcerarie.

“Se fossi il Primo ministro dellaSerbia…”

La Missione ha organizzato peril secondo anno consecutivo unconcorso di composizione per stu-denti delle scuole superiori sul tema“Se fossi il Primo ministro della Ser-bia…” Il concorso, svoltosi in mag-gio, si iscrive nelle iniziative dellaMissione volte a favorire unacoscienza politica tra i giovani. Lagiuria, composta da noti giornalisti eattivisti per i diritti umani della Ser-bia e Montenegro, ha assegnato ipremi a tre studenti i cui saggihanno meglio espresso i loro pen-

sieri e le loro idee originali sullaguida politica e la democrazia.

Uno dei vincitori, NikolaJovanovic di Nis, ha scritto: “Laguerra sul territoriodell’ex Jugoslavia, cui la Serbiaprese parte attiva, ha provocatodistruzioni materiali, uccisioni e cri-mini di cui sono responsabili singolepersone, spesso al vertice della vitapolitica e pubblica del nostro Paese.Ora è il momento di cambiare, lagenerazione attuale deve affrontaretale pesante retaggio e fare tutto ilpossibile per integrare il Paese nellafamiglia europea.”

Un’altra vincitrice, LjubisaBojanic di Kraljevo, ha scritto:“Come nazione, abbiamo sprecato ilventesimo secolo in inutili esperi-menti politici e pesanti conflitti.Questo secolo ci offre l’opportunitàdi fare qualcosa di positivo… Sefossi a capo del Governo serbodimostrerei che è possibile realiz-zare il sogno di una Serbia euro-pea.”

Al concorso hanno preso parteoltre 1.000 studenti di 100 scuolesuperiori. I premi prevedevano lapubblicazione dei saggi risultativincitori sul quotidiano nazionaleDanas, una visita di studio presso ilSegretariato OSCE a Vienna e ungeneroso contributo alle bibliotechescolastiche.

DIRITTI DELL’UOMO

Avvalendosi dell’esperienza tecnicadella Missione, la Serbia ha adot-tato la legge sul Protettore dei citta-dini (Difensore civico). La nuovaistituzione, analoga all’Ufficio deldifensore civico nella Repubblicadel Montenegro, può svolgere inda-gini a seguito di denunce presentatedai cittadini contro l’amministrazionepubblica per casi di cattiva ammini-strazione, discriminazione o peraltre violazioni dei diritti umani.

In Montenegro, il difensore civico haricevuto assistenza per il lancio diuna vasta campagna di informa-zione pubblica.

Attraverso le sue attività di monito-raggio dei diritti umani e di gestionedelle informazioni la Missione hainoltre fatto fronte alle regolaririchieste da parte di autorità, orga-nizzazioni e singoli cittadini di valu-tare e commentare le politiche e leprassi in materia di diritti umanimesse in atto dai governi e da altriorganismi o enti pubblici.

Sostegno parlamentare eall’autogoverno locale. La Mis-sione ha continuato ad organizzareseminari di formazione per perso-nale municipale locale relativa-mente alle disposizioni della Leggeserba sull’autogoverno locale. Ilprogramma ha anche incluso attivitàdi formazione su efficaci strategie digestione e su capacità di negozia-zione, nonché sulla promozionedella parità fra i sessi a tutti i livellidi governo. L’Ufficio di Podgorica haappoggiato l’attuazione delle nuoveLeggi sull’autogoverno locale inMontenegro, promuovendo in parti-colare la partecipazione dei cittadiniattraverso le attività e i seminari deiCentri di informazione e formazioneper i cittadini.

Tutela dei diritti delle personeappartenenti a minoranze nazio-nali. La Missione ha concentratol’attenzione sulla formazione deimembri dei Consigli per le mino-ranze nazionali su temi quali patro-cinio pubblico, processi di consulta-zione, gestione di gruppi e capacitàdi leadership.

Beneficiaria specifica è risultata lacomunità rom, che deve far fronte aproblemi socioeconomici partico-larmente gravi, fra cui alti tassi dianalfabetismo, disoccupazione epovertà. Il governo serbo ha sotto-scritto l’iniziativa Decennio perl’inclusione sociale dei Rom, impe-gnandosi a migliorare la situazionesocioeconomica dei Rom in Serbia.La Strategia per l’integrazione deiRom, appoggiata dalla Missione eadottata dal Consiglio nazionale deiRom in aprile, deve essere ancorarecepita dal Governo. L’assistenzaha incluso un programma globale diformazione per membri di gruppi dilavoro su tale tema, che si propon-gono di tradurre la strategia in pro-grammi d’azione concreta e in pro-poste progettuali.

In Montenegro la Missione ha con-tribuito alla creazione della “RomaScholarship Foundation” che offreborse di studio a studenti rom uni-versitari e delle scuole secondarie.

Lotta alla tratta di esseri umani.La Missione ha introdotto in Serbiae Montenegro il concetto relativo aiMeccanismi nazionali di riferimento,a cui ha dato attuazione, consen-tendo allo Stato di ottemperare aisuoi impegni internazionali e ditutelare i diritti umani delle vittimequale elemento fondamentale di

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una lotta efficace contro la tratta diesseri umani.

La Missione ha inoltre dedicato par-ticolare attenzione allo svolgimentodi gruppi di studio a livello locale inentrambe le repubbliche per funzio-nari di polizia, pubblici ministeri,giudici inquirenti e magistrati, riu-nendo partecipanti di tutte le istitu-zioni a cui spetta l’esercizio diun’efficace azione penale.

Al fine di mantenere un’adeguatavisione d’insieme della situazionesul terreno e di affinare i suoi pro-grammi, la Missione ha inoltremonitorato circa una decina di pro-cedimenti giudiziari per tratta diesseri umani.

Sostegno allo sviluppo dei mezzid’informazione. La Missione hacontribuito a rafforzare le operazionidelle autorità per le comunicazioniradiotelevisive di entrambe lerepubbliche. Gli sviluppi registrati inSerbia hanno incluso la nomina daparte del Parlamento dei membridel Consiglio dell’agenzia radiotele-visiva, l’adozione della Strategia perlo sviluppo radiotelevisivo, l’annulla-mento delle pene detentive previsteper i reati di diffamazione e ingiuriedal Codice di procedura penalerecentemente adottato, nonché unimpegno ad affrontare la questionedella trasparenza nella proprietà enella concentrazione dei massmedia.

La Missione ha seguito con atten-zione gli sviluppi nel settore dellaprivatizzazione a livello municipaledei mezzi d’informazione radiotele-visiva e a mezzo stampa e forniràassistenza al Consiglio radiotelevi-sivo della Serbia nell’ambito dellaprossima procedura di licitazione eautorizzazione ai mezzid’informazione radiotelevisiva. LaMissione ha continuato a svolgereun ruolo attivo nell’ulteriore trasfor-mazione di Radio TV Serbia e diRadio TV Crne Gore (Montenegro)in autentiche emittenti del serviziopubblico, fornendo consulenze sullaloro sistematizzazione e trasforma-zione organizzativa interna.

Contatti con le comunità localiDurante l’anno la Missione ha

proseguito il suo efficace “pro-gramma di contatti esterni” checonsiste in visite regolari da partedei Capi Missione e del loro perso-nale a varie comunità della Serbia eMontenegro. Le visite offrono

l’opportunità di incontrare funzionaridelle amministrazioni locali e rap-presentanti dei mezzi d’informa-zione, della società civile, di gruppireligiosi e della polizia. Esse aiutanoinoltre i membri della Missione adacquisire familiarità con la situa-zione sul terreno e a definire i pro-getti in corso di esecuzione.

Nel 2005 tali visite hanno avutoluogo a Kladovo, Novi Pazar eKnjazevac.

Nell’intento di assicurare la pienaattuazione della Legge sul liberoaccesso all’informazione, la Mis-sione ha prestato supporto ad unacampagna d’informazione pubblicae ha organizzato seminari sulledisposizioni e sui meccanismi di talelegislazione. L’esperienza acquisitaha consentito alla Missione di for-nire assistenza nella stesura dellaLegge sulla libertà d’informazionedel Montenegro.

Inoltre, la Missione ha fornito soste-gno alla formazione di giornalisti perla realizzazione di reportage in set-tori cruciali quali la corruzione, lacriminalità organizzata, la magi-stratura, le forze di polizia, il parla-mento e l’ambiente.

Capo della Missione:Ambasciatore Maurizio MassariBilancio riveduto: 9.324.000 EuroSito web: www.osce.org/sam

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Missione di monitoraggio a Skopje incaricata di prevenirel’allargamento del conflitto

Nel 2005 la Missione dimonitoraggio a Skopjeincaricata di prevenirel’allargamento del conflittoha assistito a due impor-tanti progressi del Paeseospitante, ciascuno deiquali ha comportato unprogramma completo diiniziative future. Il primo èstato l’adempimento di tuttii requisiti legislativi stabilitidall’accordo quadro diOhrid, che ha posto fine alviolento conflitto del 2001.Tali requisiti prevedevano,tra l’altro, la promulgazionedi una legge intesa a rego-lamentare l’uso di bandieree simboli delle comunità edella legge conclusivasull’organizzazione territo-riale, che ha stabilito nuovi

confini municipali e halanciato il processo didecentralizzazione. LaMissione ha fornito assi-stenza nell’attuazione ditali riforme legislative.

Forse il passo più si-gnificativo del programmadi attuazione è stato il tra-sferimento di poteri e dicompetenze alle ammini-strazioni municipali avve-nuto l’1 luglio 2005. LaMissione ha collaboratocon le amministrazionimunicipali e con il governocentrale al fine di facilitaretale processo, promuo-vendo iniziative per il raf-forzamento delle capacitàe campagne di sensibiliz-zazione. La prima fasedella decentralizzazione è

iniziata poco dopo le ele-zioni locali del 27 marzo,che si sono svolte in baseai nuovi confini e con laconsapevolezza che i fun-zionari locali eletti avreb-bero posseduto maggioricompetenze. Le votazioni,per quanto valutate criti-camente dall’ODIHR,hanno di fatto dato il via altrasferimento delle com-petenze alle Unità locali diautogoverno. La Missioneha offerto la sua assisten-za al Governo per metterea punto un codice eletto-rale unificato che incorporile raccomandazionidell’ODIHR.

Il secondo importanteprogresso del 2005 è statoil parere positivo espresso

dalla Commissione euro-pea in merito all’ingressodel Paese nell’UE. Anchequesto ha comportato unimpegno a introdurre ulte-riori riforme, in particolarenell’ambito della magistra-tura, del servizio di polizia,dell’amministrazione pub-blica e del sistema eletto-rale.

Le raccomandazionirelative alle riforme daattuare in tali settori hannocoinciso con le prioritàdella Missione e con il suoobiettivo generale di raf-forzare lo stato di diritto intutti gli aspetti dellasocietà.

Rappresentanza equaUno degli impegni principali

dell’OSCE ai sensi dell’Accordoquadro di Ohrid era assistere ilPaese nello sforzo di raggiungereun’equa rappresentanza etnica nelservizio di polizia.

Quando nel 2001 la Missione hainiziato le sue attività a sostegnodell’Accademia di polizia e dellaformazione di nuove reclute, solo il3,8 per cento degli appartenenti alservizio di polizia era di etnia alba-nese e le altre minoranze eranorappresentate in modo trascurabile.Nel settembre 2005 l’etnia albaneserappresentava poco più del 15 percento e le altre minoranze circa il4,5 per cento.

In cooperazione con l’Alto Com-missario dell’OSCE per le mino-ranze nazionali, la Missione haanche fornito assistenza per leriforme legislative volte a migliorareil livello di equa rappresentanzaetnica in altre istituzioni pubbliche.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Avvicinare il servizio di polizia aicittadini. Grazie alla specifica for-mazione offerta dall’Accademia dipolizia con l’assistenza della Mis-sione, la Polizia di frontiera, recen-temente addestrata, ha completatoil suo trasferimento dal Ministero

della difesa al Ministero dell’interno.Questo passo importante indica chetutto il territorio si trova ora sottol’amministrazione della polizia,come in altri Paesi europei. L’eser-cito non svolge più compiti di sicu-rezza all’interno del Paese. Per laprima volta la polizia di frontiera haricevuto un’ampia formazione inmateria di gestione e comunica-zione. L’estensione del mandato deifunzionari di polizia consente loro distabilire contatti e di comunicarecon i residenti delle zone di fron-tiera, assicurando una maggiorecooperazione con tali cittadini e unpiù efficace controllo delle frontiere.

Accrescere la cooperazione tra lapolizia e i cittadini è stato sempreuno degli obiettivi della collabora-zione tra la Missione e il Ministerodegli interni. Quest’anno tali sforzi sisono concentrati in particolare suigiovani cittadini. La Missione harealizzato due attività su larga scalache hanno portato gli ufficiali di poli-zia nelle classi dei bambini dellascuola elementare per presentarequestioni di pubblica sicurezza e farcomprendere il ruolo della polizia.Come per tutte le attività della Mis-sione relative alla polizia, l’accentoè stato posto sul rafforzamentodelle capacità dei servizi di polizia aproseguire i programmi o a realiz-zare attività analoghe in futuro.

Le attività di formazione essenzialiall’attuazione della riforma dellapolizia sono proseguite anche inaltri settori, quali la gestione, lacapacità decisionale, i diritti umani el’etica professionale. La gran partedella formazione specializzatariguardava le capacità necessarie acombattere la criminalità organiz-zata. I corsi trattavano temi quali lasorveglianza tecnica, la tutela deitestimoni e le tecniche per indivi-duare e prevenire la tratta di esseriumani. La maggior parte dei corsi diformazione si è svolta pressol’Accademia di polizia di Idrizovo, incui istruttori locali hanno assunto laresponsabilità di tutta la formazionedi base. La Missione ha continuatoa fornire assistenza per l’elabora-zione dei programmi di formazionee per la formazione specializzata esuperiore.

Convergenza tra il rafforzamentodella fiducia e la polizia di pros-simità

Gruppi consultivi dei cittadinisono nati come un meccanismofinalizzato a incoraggiare le comu-nità a collaborare con la polizialocale e come un metodo per gliistruttori della polizia di prossimità didimostrare le tecniche per svolgerele attività di polizia nelle comunità.Tuttavia, in breve è apparso evi-dente che tali Gruppi avevanoanche il potenziale di diventare

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meccanismi per il rafforzamentodella fiducia nelle rispettive comu-nità.

La Missione ha attualmente datoil via a più di 70 Gruppi consultivi indiverse comunità, dai villaggi dimontagna ai quartieri intorno allacapitale. Ognuno di essi funge daforo per la discussione delle que-stioni locali, lo scambio di informa-zioni e lo sviluppo della comunica-zione con le autorità e la polizialocale. Alcuni si sono spinti finoall’attuazione di progetti comel’installazione di segnali stradali,l’avvio di una campagna contro ilfurto dei segnali stradali metallici edei guardrail e la realizzazione diprogetti intesi a risolvere il problemadell’eliminazione dei rifiuti e dei canirandagi.

“I Gruppi consultivi dei cittadininon solo accrescono la fiducia euna migliore comunicazione tra icittadini e la polizia, ma incorag-giano anche la cooperazione tra icittadini stessi”, ha detto il Capodella Missione, AmbasciatoreCarlos Pais.

La Missione ha visto con soddi-sfazione una maggiore partecipa-zione dei funzionari governativilocali nei Gruppi consultivi, siaattraverso la frequente consulta-zione dei gruppi, sia attraverso ladiretta partecipazione. I membri deiGruppi hanno constatato personal-mente che è possibile avere unimpatto sulle proprie comunità tra-mite questo tipo di partecipazionecivica.

Coinvolgimento delle comunitànel rafforzamento della fiducia.Uno dei principali punti di forza diquesta Missione è la sua presenzasul terreno e i suoi contatti a livellodi base con le comunità. Questocoinvolgimento nella società haconsentito di realizzare efficaci ini-ziative di preallarme e di rafforza-mento della fiducia. Ciò è risultatoparticolarmente utile nel risolvere unincidente di sicurezza verificatosinel Kondovo, un quartiere perifericodella capitale, e in una serie di iso-lati incidenti in aree remote in cui èstata coinvolta la polizia. Gli osser-vatori della Missione incaricati delrafforzamento della fiducia e gliistruttori della polizia di prossimitàhanno reso visite regolari, hannocomunicato con i cittadini interessatie si sono tenuti in contatto con leautorità locali nei periodi di mag-giore tensione. Tali contatti hannoattenuato i timori dei cittadini ehanno contribuito a moderare le

reazioni a tutti i livelli. Con il norma-lizzarsi della situazione la Missioneha ripreso a lavorare con il governolocale e con la polizia locale al finedi coinvolgere la popolazione neiGruppi consultivi dei cittadini permigliorare le relazioni all’internodella comunità.

Ismailaki Asani aiuta ad arrestarela deforestazione abusiva nel suovillaggio

Ismailaki Asani è in piedi in uncampo coperto di ceppi di alberivicino al suo villaggio, Merovo.Poco tempo fa l’intera campagnaera coperta di boschi. “La gente delnostro villaggio ha sempre tagliato illegno, ma appena il necessario perriscaldare le proprie case durantel’inverno… ma poi ha cominciato avenire gente da altre regioni, nonavevano licenze e hanno comin-ciato a tagliare tutto, gli alberi gio-vani, gli alberi più vecchi… e poi lihanno portati via per venderli”, cispiega.

Molti villaggi subiscono undisbo scamento non regolato.Tuttavia gli abitanti di Merovo sonoriusciti ad arrestare la distruzionedei loro boschi, collaborando con lapolizia locale in uno spiritocomunitario.

“Abbiamo cercato di parlare agliuomini che venivano, ma essihanno continuato a tagliare tutto ciòche potevano. Abbiamo provato ascavare fossati per fermare i lorotrattori e i loro camion, ma il terrenoqui è troppo roccioso. Poi abbiamoorganizzato un Gruppo consultivocittadino e insieme alla collocale eall’OSCE abbiamo organizzato unnuovo sistema di pattugliamento.Questo li ha fermati”, ha dettoIsmailaki Asani.

Ora Ismailaki Asani e i suoivicini stanno cercando il modo dicooperare con la Compagnia fore-stale pubblica al fine di ripiantarealberi nella primavera del 2006 perrimediare a una parte dei danni.Dice che l’intero villaggio collabo-rerà.

La Missione ha integrato le sueattività di monitoraggio con unaserie di progetti finalizzati ad accre-scere la cooperazione delle comu-nità con le istituzioni governative e amigliorare le relazioni tra le comu-nità etniche. Diversi incidenti verifi-catisi nelle scuole e nelle vicinanzedelle scuole hanno messo in rilievola necessità di adoperarsi in modospecifico per ridurre la tensioneinteretnica tra i giovani e impegnarli

in attività costruttive. Molteplici atti-vità nel settore educativo, svolte incooperazione con le autorità locali econ partner della società civilehanno ridotto la diffidenza interet-nica nelle scuole miste. Sono statiorganizzati 74 diversi seminari,campi e corsi per i giovani, alloscopo di incoraggiare i contatti e lafiducia tra i partecipanti e di svilup-pare abilità quali le capacità diret-tive, la comunicazione e capacitàimprenditoriale.

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

Iniziative per aiutare il governolocale ad assumere nuoveresponsabilità. Considerando chela decentralizzazione è un processointrodotto di recente nel Paese, ènecessario assicurarel’informazione, la comunicazione ela trasparenza a tutti i livelli. In coin-cidenza con il trasferimento ufficialedelle competenze al governo locale,la Missione ha pubblicato unManuale per i funzionari comunali,concepito per assisterli in ciascunaspetto dei loro nuovi ruoli. Ilmanuale, prodotto in cooperazionecon l’Associazione delle Unità localidi autogoverno, è stato distribuito atutti gli 85 comuni. Per dare mag-giore efficacia al contenuto delmanuale, la Missione ha offertoassistenza a diverse campagne diinformazione destinate ai cittadini eai funzionari comunali. Per leamministrazioni comunali la partepiù difficile del processo di decen-tralizzazione è stata l’assunzione diresponsabilità finanziarie supple-mentari, tra cui la riscossione delletasse e di altre imposte, la gestionedei servizi comunali e lo sviluppoeconomico. La Missione ha orga-nizzato corsi di formazione intensiviin gestione finanziaria per i funzio-nari municipali, cui hanno presoparte più di 250 funzionari o ammi-nistratori locali dei dipartimentifinanziari. Oltre a fornire formazionetecnica nel settore finanziario laMissione ha sostenuto le iniziativevolte a migliorare in generale leprocedure finanziarie e il potenzialedelle amministrazioni municipali.

Una delle prassi positive che laMissione ha continuato a promuo-vere è quella delle Commissionimunicipali per la parità dei sessi,che erano state avviate in coopera-zione con il Ministero del lavoro e

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della politica sociale e con l’Unionedelle organizzazioni femminili. Ilprocesso di decentralizzazione haconsolidato il ruolo delle commis-sioni in seno alle amministrazionimunicipali. Esse assicurano che ledonne possano esprimere il loropunto di vista in tutte le principaliquestioni, quali lo sviluppo econo-mico, le priorità finanziarie e lo svi-luppo delle infrastrutture. Attual-mente all’interno del Paese operanoe attuano iniziative dieci commis-sioni. A Veles, ad esempio, laCommissione ha individuato lanecessità di disporre di case diaccoglienza per donne maltrattate,e il comune ha finanziato la crea-zione di quattro istituti di questotipo.

Tutela dell’ambiente e garanziadel futuro. Per diverse comunitànella parte nordoccidentale delPaese, la tutela ambientale èdiventata una questione di soprav-vivenza. Il disboscamento illegale,che è aumentato costantemente dal2001, è divenuto un problema gravequest’anno, in particolare nellemontagne di Shar, ai confini conl’Albania e con il Kosovo/Serbia eMontenegro, e nelle montagne diCrna Gora a nord di Skopje. Comehanno segnalato gli osservatoridella Missione incaricati del raffor-zamento della fiducia e della sicu-rezza, il problema ha superato illimite del rispetto dello stato didiritto e dell’ambiente. Gli effetti alungo termine del disboscamentopongono una grave minaccia per ivillaggi di montagna. Il problema èinoltre motivo di tensione tra lecomunità interessate e le comunitàche tagliano i boschi. La Missioneha incoraggiato la cooperazione trale autorità centrali e locali, la poliziaforestale, gli agenti locali in uni-forme e i cittadini. La Presenza sulterreno a Tetovo ha organizzatouna serie di incontri sul tema al finedi facilitare la comunicazione tratutti i responsabili e creare sistemiper lo scambio di informazioni sulterreno. All’incontro sono stati invi-tati anche magistrati e pubblici mini-steri locali.

Per evitare che le questioni ambien-tali divengano motivo di divisione infuturo, la Missione ha collaboratocon la Prima Ambasciata dei bam-bini al fine di incoraggiare i giovania partecipare attivamente allo svi-luppo economico, preservando altempo stesso l’ambiente. Tale ini-ziativa è stata appoggiata dal Coor-

dinatore delle attività economiche eambientali dell’OSCE. Sessantastudenti delle scuole superiorihanno partecipato a un corso estivodi formazione durato una settimana,durante il quale hanno appreso letecniche imprenditoriali, dello svi-luppo aziendale e della tutelaambientale. È stata la prima inizia-tiva di questo tipo. Per il 2006 nesono previste altre, al fine di prepa-rare i giovani a contribuire alla cre-scita economica del Paese senzadanneggiare il suo patrimonio eco-logico.

Attività nel quadro delladimensione umana

Migliorare la trasparenza el’efficienza del potere giudiziario.La riforma giudiziaria ha costituitouna delle maggiori priorità dellaMissione, che si è adoperata peroffrire assistenza ai cambiamentigiuridici e strutturali messi in attodal governo. La più importante ditali riforme è stata l’elaborazione diuna serie di emendamenti costitu-zionali proposti dal Ministero dellagiustizia, quale primo e principalepasso della Strategia nazionale diriforma del potere giudiziario. Surichiesta del Ministero, la Missioneha fatto pervenire commenti diesperti sugli emendamenti propostie, in cooperazione con l’Associa-zione dei magistrati, ha organizzatouna serie di pubblici dibattiti. Pro-fessionisti provenienti da tutti i set-tori della professione legale sonostati incoraggiati a esprimere il loroparere in merito alle proposte.

Mentre venivano introdotte leriforme legislative la Missione hainiziato a sostenere un’attivitàavviata da un gruppo locale, ilConsiglio per la prevenzione delladelinquenza giovanile, finalizzata apromuovere la trasparenza el’accesso alle informazioni nei tribu-nali. Il progetto è stato condotto indiverse località, e il suo prototipopiù riuscito è stato realizzato nelTribunale di Kavadarci Basic. Essoha messo in funzione una bancadati online contenente elenchi dicasi, calendari dei processi, brevibiografie dei magistrati e informa-zioni per il pubblico sulle procedurepratiche. I tribunali di Tetovo, Sko-pje, Stip e Strumica hanno redattorapporti annuali sul lavoro compiutoe hanno organizzato conferenzepubbliche per informare i cittadini inmerito alle proprie attività.

La Missione ha inoltre tenuto diversicorsi di formazione specifici permagistrati, pubblici ministeri e avvo-cati su questioni quali il diritto inter-nazionale sui diritti umani, la crimi-nalità organizzata e le procedureper la tutela dei testimoni.

Istituzionalizzazione dei mecca-nismi per combattere la tratta.Conformemente alle raccomanda-zioni del Piano d’azione dell’OSCEper la lotta alla tratta di esseriumani, la Missione ha aiutato ilGoverno a creare un meccanismonazionale di riferimento sotto gliauspici del Ministero del Lavoro edella politica sociale. Tale iniziativaviene messa in atto attraverso unUfficio di coordinamento nazionaleche coordinerà l’assistenza allevittime della tratta, migliorerà i mec-canismi di individuazione dellepotenziali vittime e lancerà campa-gne a favore di riforme legislativeper accrescere la tutela delle vit-time. La Missione ha prestato assi-stenza effettuando una valutazionepreliminare e l’adattamento allenecessità locali del Manuale per ilmeccanismo nazionale di riferi-mento, nonché fornendo altre formedi assistenza tecnica al Ministerodurante la fase iniziale. Da ora inpoi il meccanismo aiuterà il Paesead adempiere i suoi obblighi con-cernenti la tutela dei diritti umanidelle vittime della tratta.

Promozione e tutela dei dirittiumani. L’istituzione del difensorecivico è stata creata nel 1997 pertutelare i diritti dei cittadini. Al fine disoddisfare i requisiti stabilitidall’Accordo quadro di Ohrid, laLegge sul difensore civico è statamodificata in modo da includere gliuffici regionali dei vice difensoricivici, ampliando in tal modo lacapacità dell’istituzione di trattarecasi provenienti dall’intero Paese. Ivice difensori civici per gli ufficiregionali sono stati nominatiquest’anno. Con il contributo addi-zionale dell’Agenzia canadese perlo sviluppo internazionale e delGoverno italiano, la Missione hasvolto un ruolo fondamentale nellacreazione degli uffici regionali enell’informare la popolazione inmerito al loro funzionamento. Seb-bene le istituzioni del difensorecivico offrano ai cittadini un mecca-nismo attraverso cui essi possonodifendere le loro libertà civili, ènecessario informare meglio lapopolazione, in modo particolare i

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giovani, circa i diritti dei cittadini e iservizi delle istituzioni statali. Nelquadro del progetto avviato dallaPresidenza per introdurre un’edu-cazione sui diritti umani nelle scuoleelementari di tutti gli Stati membridell’OSCE, la Missione ha lanciatoun progetto pilota in collaborazionecon il Ministero dell’istruzione, inti-tolato I nostri diritti. Dodici scuole dicittà situate in tutto il Paese hannopartecipato a questo programma.Gli insegnanti hanno ricevuto unaformazione per insegnare un pro-gramma interattivo sui diritti umaniai bambini del quinto e sesto anno equest’anno hanno iniziato ad intro-durlo nelle classi scolastiche.

Sostegno all’autonomia, alladiversità e alla responsabilità nelmercato dei mass media.L’approvazione quest’anno di unanuova Legge sulle trasmissioniradiotelevisive ha rappresentato unimportante passo per assicurare unmercato privato autonomo dei massmedia e un ente radiotelevisivopubblico indipendente. La Missioneha svolto un ruolo fondamentalenell’elaborazione di questa legge,collaborando a stretto contatto conla Commissione europea, il Consi-glio d’Europa e il Patto di stabilità, alfine di fornire e consulenza e chia-rimenti interpretativi sulle pertinentidirettive europee. La Missione hafacilitato il dibattito tra i legislatori e irappresentanti delle organizzazionilocali dei mass media. Basandosisull’esperienza del RappresentanteOSCE per la libertà dei mezzi diinformazione la Missione ha inoltrefornito commenti e suggerimentisugli emendamenti proposti. Lanuova legge garantisce maggioreindipendenza e potere all’autorità divigilanza, consentendole di fareapplicare sul mercato radiotelevi-sivo le leggi vigenti. Essa inoltreliberalizza il regime delle licenzeconsentendo alle emittenti private diutilizzare più facilmente le nuovetecnologie e raggiungere un pub-blico più vasto. Infine la legge stabi-lisce un sistema di gestione real-mente indipendente per l’ente pub-blico radiotelevisivo, che già tra-smette programmi in tutte le sei

lingue costituzionali.

La società dell’informazioneattraversa tutte le barriere

La “E-society”, conosciutaanche come società dell’informa-zione, consiste nell’integrazionedella tecnologia informatica, comeInternet, la comunicazione via radioed altri tipi di comunicazione, in tuttigli aspetti della vita sociale epolitica.

Data l’ampiezza del settore, ilprogetto per la società dell’informa-zione avviato dalla Missione riguar-da tutti gli aspetti dell’attività dellaMissione stessa. È stato attuato conl’organizzazione locale Metamor-phosis e l’appoggio dell’Ufficio delRappresentante OSCE per la libertàdei mezzi di informazione.

Durante la conferenza interna-zionale che ha lanciato il progetto aSkopje, un consigliere del Rappre-sentante OSCE per la libertà deimezzi di informazione ha sottoli-neato che la nuova tecnologiainformatica offre vaste opportunitàper una comunicazione libera etrasparente e una collaborazione trai vari attori della società, inclusi igoverni, le imprese e i cittadini.

Sono state organizzate quattroconferenze di minore portata in tuttoil Paese. La prima sul tema dei reatiinformatici ha riunito funzionari dipolizia, pubblici ministeri e rappre-sentanti di altri settori per discuterecome far fronte ai reati commessitramite Internet. Le conferenzededicate all’istruzione informatica eai mezzi di informazione elettronicihanno trattato temi quali la promo-zione del pluralismo culturale e ilsuperamento delle barriere tramitela comunicazione online. Un altroevento in tale contesto destinato aisindaci e ad altri funzionari delleamministrazioni municipali ha chia-rito il modo di utilizzare Internet permigliorare la trasparenza e coinvol-gere i cittadini nel processo decisio-nale.

A causa del suo carattere multilin-guistico e multietnico, l’ente pub-blico radiotelevisivo svolge un ruolofondamentale nel promuovere ladiversità e l’identità. La Missione ha

pertanto continuato a contribuirealla sua modernizzazione e al suomiglioramento professionale attra-verso attività di formazione e sup-porto tecnico. Quest’anno le attivitàdi formazione si sono concentratesulla gestione della produzioneradiofonica e televisiva, al fine diassicurare che tali capacità sianodisponibili prima della ristruttura-zione prevista dalla nuova Leggesull’attività radiotelevisiva.

La Missione ha inoltre offerto il suoappoggio alla formazione dei futuriprofessionisti dei mass media,offrendo un contributo finanziarioall’Istituto macedone per i massmedia, che offre un corso di unanno per il diploma in giornalismo.Questo programma intensivo per ildiploma è riconosciuto internazio-nalmente e stabilisce nuovi stan-dard per il giornalismo e per la for-mazione sul terreno. È stata dedi-cata particolare attenzione ad assi-curare la partecipazione di ungruppo diversificato di studenti chesarà in grado, in futuro, di effettuareservizi nelle lingue delle minoranze.

Considerando che il giornalismoprofessionale richiede fonti ufficialiaffidabili, la Missione ha continuatoaltresì a fare pressione perl’approvazione di una Legge sullalibertà di accesso all’informazione,un progetto di legge che è stato giàelaborato dal Ministero della giusti-zia. In collaborazione con la Dele-gazione della Commissione euro-pea, la Missione ha appoggiatoun’iniziativa di un’organizzazionelocale, ProMedia, volta ad avviareun pubblico dibattito sull’urgentenecessità della legge e a prepararele istituzioni pubbliche, attraversocorsi di formazione, ad assumere lenuove responsabilità che dovrannoassumere una volta approvata lanuova legge.

Capo della Missione:Ambasciatore Carlos PaisBilancio riveduto: 11.061.500www.osce.org/skopje

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Europa orientale

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Ufficio di Minsk

L’Ufficio di Minsk hafornito assistenza al Go-verno belaruso in iniziativevolte a rafforzare ulterior-mente le istituzioni, conso-lidare lo stato di diritto,

promuovere le relazionicon la società civile e af-frontare questioni econo-miche e ambientali.

Conformemente al suomandato l’Ufficio si è ado-

perato in particolarenell’ambito di due principalisettori d’intervento: il mo-nitoraggio e la redazione dirapporti sull’osservanzadegli impegni assunti dal

Paese ospitante nei con-fronti dell’Organizzazionee l’attuazione di progettisul terreno nel quadrodelle dimensioni econo-mico-ambientale e umana.

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

Miglioramento della legislazione.Per migliorare il clima generaledegli investimenti in Belarus l’Ufficioha collaborato con il Centro nazio-nale di elaborazione dei testi legi-slativi allo scopo di promuovere lariforma legislativa nel campo dellepiccole e medie imprese (PMI). Innovembre, l’Ufficio ha contribuito adorganizzare una seduta di lavorodedicata alle attività artigianali, unnuovo tipo di PMI in Belarus, invi-tando esperti sulle PMI dell’Unioneeuropea ed esperti del settore arti-gianale della Polonia e del Belgio acondividere le loro esperienze. Ildibattito ha dato luogo a racco-mandazioni sull’organizzazione, latassazione e il sostegno stataleall’artigianato.

Sviluppo dell’agriturismo. Al finedi promuovere e sviluppare il turi-smo rurale in Belarus, l’Ufficio hafornito supporto ad un progetto diun’organizzazione non governativa,Agro&Eco Tourism, che opera per ilrafforzamento della rete esistente diaziende agricole. I “Sentieri verdi”sono percorsi che promuovono unostile di vita sano e un turismo nonmotorizzato rispettosodell’ambiente. Dopo una specialeformazione in Polonia, gli agricoltorihanno sviluppato nuovi percorsinelle vicinanze delle loro aziendecoinvolgendo la popolazione delluogo e impiegando risorse locali.Nell’ambito del progetto è statapubblicata una guida di tutti i per-corsi dal titolo Sentieri verdi dellaBelarus che è stata distribuita inBelarus e all’estero.

Accesso alle informazioni inmateria ambientale. A seguito diconsultazioni tra l’Ufficio e il Mini-stero delle risorse naturali e dellatutela ambientale il Governo bela-ruso ha approvato e registrato nel2005 un progetto che istituisce unCentro Aarhus a Minsk, destinato

ad accrescere la consapevolezzaambientale e ad incoraggiare lapartecipazione dei cittadini al pro-cesso decisionale.

Il Centro Aarhus ha aperto le porteai primi visitatori nel mese di dicem-bre. I Centri promuovono la Con-venzione di Aarhus, che si proponedi migliorare l’accesso alle informa-zioni in materia ambientale, favorirela partecipazione al relativo pro-cesso decisionale e assicurare che icittadini possano presentare ricorsocontro decisioni assunte in taleambito.

Educazione ambientale per unosviluppo sostenibile. L’Ufficio hasponsorizzato uno studio sull’intro-duzione nel sistema educativo dimateriali didattico-ambientali,cosiddetti “Green Pack”. Dueesperti della Commissione regio-nale per l’ambiente hanno valutatola fattibilità di tale iniziativa e le partihanno concordato di elaborare unaproposta di progetto. I materialididattici multimediali, sviluppati dalCentro regionale per l’ambiente diBudapest sotto l’egida dell’ONU,intendono dare vita a un nuovomodello di comportamento anzichélimitarsi ad impartire nozioni su par-ticolari tematiche ambientali. In talecontesto, gli studenti si associanoagli insegnanti in varie attività checomprendono la simulazione dicompiti da assolvere, l’adozione didecisioni e lo svolgimento di dibat-titi.

Riabilitazione delle zone colpitedal disastro di Cernobyl. L’Ufficioha dato attuazione a cinque progettidi piccole dimensioni selezionati nel2004 nel quadro del programmaCORE, un programma di riabilita-zione inteso a migliorare le condi-zioni di vita nei territori della Belaruscolpiti dal disastro di Cernobyl. Unprogetto a Stolin offre sostegno abambini disabili con un piccoloesercizio commerciale per la ven-dita dei prodotti artigianali realizzatidai bambini stessi. Un secondoprogetto a Stolin contribuisce a for-

nire attrezzature mediche e sanita-rie alla scuola del luogo. Un pro-getto a Bragin ha prestato sostegnoal lancio del sito web del museolocale (http://bragin-museum.org).Nella regione di Chechersk il quartoprogetto ha aiutato una scuola acreare una coltivazione di alberi dafrutta e ortaggi i cui prodotti sarannocommercializzati nei prossimi anni.L’ultimo progetto, realizzato aSlavgorod, ha offerto corsi di sarto-ria a giovani di famiglie in difficoltàper aiutarli ad acquisire competenzeprofessionali.

Nel quadro del programma COREl’Ufficio ha altresì presentato treprogetti su scala più ridotta al fine diuna loro registrazione.

Ambiente e sicurezza. Di concertocon l’UNEP e con l’UNDP, l’Ufficioha preso parte a riunioni volte apromuovere l’Iniziativa regionale perl’ambiente e la sicurezza in Europaorientale, un progetto che mira aindividuare e affrontare le minacceambientali alla sicurezza. In ottobrel’Ufficio ha contribuito allo svolgi-mento di consultazioni tra le perti-nenti strutture governative e leorganizzazioni internazionali consede a Minsk nel corso della visitadi un esperto dell’UNEP, che hapresentato il concetto e la metodo-logia di una valutazione dei progettida tenersi nel prossimo anno.

Attività nel quadro delladimensione umana

Rafforzamento dello stato didiritto e della libertà di circola-zione. L’Ufficio ha fornito assi-stenza all’ODIHR per l’attuazione diun progetto denominato Formealternative di azione penale chemira a prospettare ai responsabilidelle politiche in materia giudiziariadella Belarus approcci non detentiviai casi di rilevanza penale. Il pro-getto, attuato in collaborazione conil Centro nazionale di elaborazionedei testi legislativi (NLDC) e conl’Istituto per la formazione perma-nente di giudici, pubblici ministeri e

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personale del sistema giudiziario,concentra l’attenzione sulla media-zione e su iniziative giudiziarie riabi-litative. Tali iniziative pongonol’accento sul ripristino dei legamicon la comunità di appartenenzapiuttosto che su misure punitive. Ilprogetto, finanziato dalla Commis-sione europea, fa seguito a quelloattuato nel 2003 e 2004 sulle Sen-tenze alternative che ha fornitoassistenza al Governo belarusofinalizzata ad ampliare il ricorso apene alternative alla detenzione e inultima analisi a ridurre l’elevatonumero di detenuti negli istituti dipena belarusi.

L’Unità libertà di movimento /migrazioni dell’ODIHR e l’NLDChanno prestato inoltre sostegno allacreazione di un registro statale uni-ficato della popolazione. Nell’ambitodi tale progetto sono state messe inatto numerose iniziative, tra cuitavole rotonde, viaggi di studio euna conferenza regionale svoltasiad Almaty, Kazakistan. Le iniziativemiravano ad aiutare le autorità dellaBelarus ad elaborare le basi con-cettuali e giuridiche per mettere apunto un sistema di registrazionedella popolazione in linea con glistandard internazionali.

Supporto legislativo e buon-governo. In cooperazione conl’NLDC l’Ufficio ha dato attuazione aun progetto che si propone di raffor-zare la tutela giuridica delle vittimedi reati. Nell’ambito del progettocinque esperti della Belarus si sonorecati in agosto nel Regno Unito peracquisire informazioni sulle attivitàsvolte dall’Organo di indennizzo perle vittime di reati (CICA) e dal Col-legio di appello per l’indennizzodelle vittime di reati di Londra e diGlasgow. Presso il CICA gli espertisono stati informati sul ruolo dellasocietà civile nell’assistenza allevittime e sul sistema di indennizzoadottato, che prevede un concretorisarcimento per i danni fisici o psi-cologici patiti.

Il Direttore del CICA ha preso partein ottobre ad un seminario nel qua-dro dei seguiti per esaminare solu-zioni alle attuali sfide nel contestodel Paese e prestare supporto alleautorità nella stesura di atti legisla-tivi che mirano ad una maggioretutela delle vittime di reati.

Insieme all’NLDC l’Ufficio ha inoltrefornito sostegno a un progetto cheintende migliorare il processo legi-

slativo introducendo valutazioni acarattere criminologico. I due semi-nari e il viaggio di studio in Italiaprevisti nell’ambito di tale progettohanno contribuito a stabilire unaserie di linee guida per l’esamedelle proposte di atti legislativi. Lelinee guida si concentrano sull’indi-viduazione di effetti collaterali inde-siderati della legislazione, quali unaumento della corruzione o altreazioni di rilevanza penale.

Promozione della tolleranza edella non discriminazione

Nel corso del 2005 l’Ufficio, incollaborazione con la Commissionesulle religioni e le nazionalità delConsiglio dei ministri, ha completatola stesura di due pubblicazioni chemirano a rafforzare i contatti tra leminoranze nazionali e le comunitàreligiose e a migliorare le loro rela-zioni con le autorità della Belarus.

Nel saluto congiunto di benve-nuto al lettore di Multinational Bela-rus il Capo della Commissione sullereligioni e le nazionalità StanislavBuko e il Capo dell’Ufficiodell’OSCE Ambasciatore EberhardHeyken si sono espressi nei terminiseguenti: “Siamo persuasi che tuttitrarranno beneficio da questo “viag-gio” nella diversità multinazionaledella Belarus e che questo opuscolostimolerà un dialogo proficuo tra leautorità e le diverse nazionalitàdella Belarus, nonché tra le comu-nità minoritarie stesse.”

La seconda pubblicazione, SullaLibertà di coscienza e le organizza-zioni religiose in Belarus, è unaraccolta di articoli sulla situazioneattuale e sulle prospettive di svi-luppo della comunità multiconfes-sionale in Belarus.

Il Vicepresidente dell’Unionedelle associazioni pubbliche ebrai-che della Belarus ha affermato che:“Questa raccolta … promuoveràsenza dubbio una più approfonditaconoscenza delle diverse comunitàreligiose e il dialogo interconfessio-nale in Belarus. Come tale, essaservirà a consolidare ulteriormentela società belarusa.”

Monitoraggio dei diritti umani.L’Ufficio ha favorito l’attuazionedegli impegni OSCE nell’ambitodella dimensione umana attraversodiverse attività di monitoraggio. Levisite regolari sul terreno hannoconsentito al personale dell’Ufficiodi acquisire un quadro aggiornatodella situazione per quanto riguardale sfide e le condizioni di lavoro cuile parti interessate della società

civile e i funzionari locali devono farfronte. L’Ufficio ha partecipato audienze giudiziarie con implicazioniper gli impegni centrali dell’OSCE eper le libertà fondamentali. Unesempio, concernente il diritto allalibertà d’associazione, è stato ilprocedimento giudiziario a carico diun noto istituto di ricerca, l’Istitutoindipendente di studi sociali, eco-nomici e politici, che è stato chiusoin aprile dopo una decisione in talsenso della Corte suprema dellaBelarus.

L’Ufficio ha inoltre seguito la situa-zione di diverse personalità di rilievoin stato di detenzione, quali l’exMinistro per le relazioni economichecon l’estero Mikhail Marinich, il Pre-sidente e il Vicepresidente di uncomitato d’azione di commerciantiValery Levonevsky e AlexanderVasilyev, l’ex parlamentare SergeySkrebets, il leader social-democra-tico Nikolai Statkevich, nonché ilProfessor Yuri Bandazhevsky.L’Ufficio ha visitato in carcere moltedelle persone citate e ha espressopubblicamente le sue preoccupa-zioni su tali casi. In luglio e agosto,rispettivamente, i Sigg. Vasilyev eBandazhevsky sono stati rilasciatisulla base di una recente legge diamnistia.

Monitoraggio dei mezzid’informa zione. Agli inizi difebbraio il Rappresentante OSCEper la libertà dei mezzid’informazione, Miklos Haraszti, si èrecato in visita a Minsk dove haraccolto informazioni di prima manosulla situazione dei mezzid’informazione in Belarus. In unrapporto conclusivo il Rappre-sentante ha formulato raccoman-dazioni, in particolare, sulla depe-nalizzazione del reato di diffama-zione.

Nelle sue attività l’Ufficio si è con-centrato sull’attento monitoraggiodella situazione dei mezzi d’infor-mazione in Belarus. Rappresentantidell’Ufficio hanno seguito e monito-rato i processi intentati contro quo-tidiani e giornalisti. Particolare pre-occupazione hanno suscitato i pro-cedimenti giudiziari per diffama-zione a carico dei quotidianiNarodnaya Volya, BDG. DelovayaGazeta e Z’hoda.

Denunce individuali. L’Ufficio haricevuto circa 150 denunce indivi-duali di presunte violazioni dei dirittiumani, connesse principalmente

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all’azione delle forze di polizia. Ledenunce comprendevano casi didiritto civile e penale e un numerorilevante riguardava presunte viola-zioni del diritto a un giusto processoe dell’equo trattamento dei detenuti.I dati raccolti dall’Ufficio e le preoc-cupazioni da esso espresse sonostati regolarmente portati all’atten-zione delle autorità belaruse chehanno risposto generalmente consollecitudine. In diversi casi, aseguito dell’intervento dell’Ufficio,l’organo pertinente ha intrapresoazioni correttive.

Capo dell’Ufficiofino al 31 luglioAmbasciatore Eberhard Heykendal 29 agostoAmbasciatore Ake PetersonBilancio riveduto: 858.500 Eurowww.osce.org/belarus

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Missione in Moldova

Nel 2005 la Missione inMoldova ha concentrato lesue attività sulla ripresadei negoziati per una solu-zione politica del problemadella Transnistria e hafatto fronte ad una serie dicrisi destabilizzanti.L’iniziativa presentatadall’Ucraina, Verso unarisoluzione attraverso lademocratizzazione ha datonuovo impulso al processodi soluzione politica. I ne-goziati ufficiali sono rimasti

tuttavia bloccati fino almese di ottobre, quandosono ripresi con la parte-cipazione degli Stati Uniti edell’Unione europea inqualità di osservatori.

Le iniziative della Mis-sione di prevenzione dellecrisi hanno conseguito illoro maggior successo nelquadro degli sforzi di me-diazione per risolvere ilproblema delle scuolemoldove sulla riva sinistradel fiume Dniestr/Nistru

che utilizzano l’alfabetolatino. (Per ulteriori infor-mazioni a tale riguardo,vedere pag. 21.) Unarafforzata presenza delpersonale della Missione,tra cui il regolare svolgi-mento di pattugliamenti, hacontribuito ad attenuare letensioni e ad evitare inci-denti tra gli ex combattentinella Zona di sicurezza.

Le elezioni politiche delmese di marzo e la riele-zione in aprile del Presi-

dente Vladimir Voroninhanno dato luogo a unnuovo consenso e a unnuovo impegno in Moldovaper le riforme democrati-che. La Missione ha dedi-cato tempo ed attenzioneconsiderevoli a sostegnodi tali iniziative, in partico-lare nel campo dello statodi diritto, della libertà deimezzi d’informazione edella riforma elettorale.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Negoziati per una soluzione poli-tica. La Missione ha concentrato isuo sforzi sulla ripresa dei negoziatiper una soluzione politica, interrottisin dall’estate 2004. I mediatoridella Federazione Russa,dell’Ucraina e dell’OSCE hannotenuto consultazioni con rappre-sentanti di Chisinau e di Tiraspol neimesi di gennaio, maggio e settem-bre. Nel corso della riunione dimaggio l’Ucraina ha presentato ilpiano per una soluzione politicaelaborato dal Presidente VictorYushchenko, Verso una risoluzioneattraverso la democratizzazione. Ilpiano prevede la democratizzazionedella regione della Transnistriaattraverso l’elezione dell’organolegislativo regionale condotta sotto ilcontrollo e con il sostegno interna-zionali, nonché iniziative atte apromuovere la smilitarizzazione, latrasparenza e il rafforzamento dellafiducia.

Nel mese di luglio il Parlamentomoldovo, facendo riferimento alPiano ucraino, ha adottato unalegge sui Principi di base di unostatus giuridico speciale della Tran-snistria. Durante le consultazionisvoltesi ad Odessa in settembre,Chisinau e Tiraspol hanno conve-nuto di invitare l’UE e gli Stati Unitia partecipare ai negoziati in qualitàdi osservatori. Nel mese di ottobre inegoziati ufficiali sono ripresi informa allargata dopo un’interruzionedi 15 mesi e sono proseguiti indicembre successivamente allaRiunione del Consiglio dei ministri diLubiana. Il 15 dicembre i Presidenti

dell’Ucraina e della FederazioneRussa, Victor Yushchenko eVladimir Putin, hanno rilasciato unadichiarazione congiunta in cui siaccoglie con compiacimento laripresa dei negoziati per la risolu-zione del conflitto nella Transnistria.

In settembre i Presidenti Voronin eYushchenko hanno chiesto al Pre-sidente in esercizio dell’OSCE diconsiderare l’invio di una Missioneinternazionale di valutazione (IAM)per esaminare la situazione dellademocrazia in Transnistria nonché ipassi necessari per svolgere con-sultazioni elettorali democratichenella regione. Parallelamente, laMissione OSCE ha avviato consul-tazioni e analisi tecniche sui requi-siti fondamentali per lo svolgimentodi elezioni democratiche nellaregione della Transnistria, comeproposto dal piano del PresidenteYushchenko. Nel corso del ciclo dinegoziati di ottobre è stato chiestoalla Presidenza dell’OSCE di pro-seguire le consultazioni sulla possi-bilità di inviare una missione inter-nazionale di valutazione nellaregione.

Insieme a esperti militari della Fede-razione Russa e dell’Ucraina laMissione OSCE ha completatol’elaborazione di un pacchetto diproposte per rafforzare la fiducia ela sicurezza, che è stato presentatodai tre mediatori in luglio. La Mis-sione ha successivamente avviatoconsultazioni su tali proposte conrappresentanti di Chisinau e Tira-spol. Durante il ciclo di negoziati diottobre sono stati accolti con favorei possibili progressi nel rafforza-mento della trasparenza attraversolo scambio di dati militari, comecontemplato in alcune parti del pac-

chetto di proposte.

Commissione congiunta di con-trollo. Le attività della Commissionecongiunta di controllo (JCC), l’orga-nismo responsabile per l’attuazionedell’Accordo sul cessate il fuoco delluglio 1992 e la supervisione delleForze congiunte di mantenimentodella pace nella zona di sicurezza,si sono interrotte nel 2005 a causadi una irrisolta controversia su unposto di blocco al confine con laTransnistria e sull’accesso allevicine zone agricole. Gli agricoltorimoldovi che coltivano i terreni nellezone sotto l’effettivo controllo delleautorità della Transnistria conti-nuano ad essere vittime di vessa-zioni e intimidazioni da parte dellamilizia e dei funzionari doganalidella Transnistria. La maggior partedei terreni sono rimasti incolti nel2005, determinando la perdita quasitotale di raccolti e crescenti tensioni.La Missione ha monitorato attenta-mente tali sviluppi e si è adoperataper giungere ad una soluzioneattraverso la JCC e i canali diplo-matici. La situazione rimane tuttaviairrisolta.

Ritiro di armamenti ed equipag-giamenti della FederazioneRussa. Nel 2005 non hanno avutoluogo ritiri di armamenti ed equi-paggiamenti della FederazioneRussa dalla regione della Transni-stria. Restano da rimuovere circa20.000 tonnellate di munizioni. Nelmese di maggio il comandante delGruppo operativo delle Forze ar-mate russe ha riferito della distru-zione di 40.000 armi di piccolo cali-bro e leggere in eccedenza cherientravano nelle scorte della Fede-razione Russa in Transnistria. Nonè stato consentito all’OSCE di veri-

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ficare tali affermazioni.

Rafforzamento della fiducia edella sicurezza e riduzione delleminacce. Oltre a dedicare atten-zione alle CSBM, la Missione haesaminato modalità operative peraiutare il Ministero della difesa mol-dovo a ridurre le scorte di munizioniobsolete e in eccedenza, a distrug-gere equipaggiamenti militari e adammodernare i depositi di muni-zioni. Membri della Missione hannoeffettuato visite di valutazionepresso installazioni militari moldovee hanno presentato raccomanda-zioni volte a dare sostegno a pro-getti di smilitarizzazione e ad altreiniziative.

Attività nel quadro delladimensione umana

ELEZIONI E RIFORMA ELETTO-RALE

La Missione ha prestato sostegnoalla Missione internazionale diosservazione delle elezioni parla-mentari del marzo 2005 e ha moni-torato le elezioni del sindaco diChisinau nei mesi di luglio enovembre. In cooperazione conl’ODIHR la Missione ha inoltreseguito da vicino il processo diriforma elettorale.

Tutela dei diritti linguistici. LaMissione è riuscita ad evitare ilripetersi della crisi scoppiata nel2004 a seguito della chiusura for-zata da parte delle autorità dellaTransnistria di alcune scuole mol-dove della regione che utilizzanol’alfabeto latino per l’insegnamentodella lingua moldova/rumena.L’opera di mediazione della Mis-sione ha consentito di giungere adun’intesa tra le autorità competentidella Moldova e della Transnistriasu una serie di statuti grazie ai qualile scuole hanno ricevuto la registra-zione permanente delle autoritàregionali e hanno potuto avviarel’anno scolastico in tempo utile.Tuttavia, un edificio scolasticorimane ancora sotto sequestro e550 alunni sono costretti a seguirele lezioni in strutture temporanee.La Missione ha continuato a eser-citare pressioni sulle autorità dellaTransnistria per ottenere il disse-questro dell’edificio. (Per ulterioriinformazioni a tale riguardo, vederepag. 21.)

Monitoraggio dei diritti umani. LaMissione ha continuato a ricevere ea rispondere a numerosissime de-nunce individuali di violazione deidiritti umani, provenienti da en-trambi i lati del fiume Dniestr/Nistru.Presentate nella maggioranza deicasi da detenuti o da persone con-dannate in via definitiva, le denuncesi riferiscono principalmente a viola-zioni dei diritti procedurali durante ilperiodo di detenzione preventiva.Molti dei reclusi denunciano inoltrele precarie condizioni di detenzionee l’assenza di un’adeguata assi-stenza sanitaria.

La Missione ha seguito da vicinonumerosi casi giudiziari individuali,compresi procedimenti di una certarilevanza per le possibili implicazionipolitiche, concernenti il diritto a unprocesso equo, la tortura, i mezzid’informazione e la libertà di reli-gione. Una particolare attenzionecontinua a essere dedicata ai duemembri rimanenti del gruppo Ilascu,condannati dalle autorità dellaTransnistria per presunti criminicommessi durante il conflitto del1992.

Rafforzamento delle capacitàattraverso la promozione deidiritti umani. Attingendo al fondoprevisto per la dimensione umana laMissione ha fatto fronte a numeroserichieste di finanziamento di orga-nizzazioni non governative (ONG)per progetti di piccole dimensionimiranti a promuovere i dirittidell’uomo e la tolleranza tra le duesponde del fiume Dniestr/Nistrunonché tra le minoranze nazionali.Tramite il fondo è stato inoltre pos-sibile assicurare la partecipazione difunzionari dell’amministrazionecivile e di rappresentanti di ONG dientrambi i lati del fiume a seminaridell’OSCE e ad altri seminari inter-nazionali.

Lotta alla tratta di esseriumani e promozione diun’equilibrata rappresen-tanza dei sessi

La Missione ha continuato a svol-gere un ruolo guida di coordina-mento delle parti impegnate nellalotta alla tratta di esseri umani. Haorganizzato riunioni tecniche dicoordinamento mensili a Chisinau esei riunioni nelle diverse regioni. Hainoltre pubblicato semestralmenteuno Schema delle attività antitratta,che è stato ampliato includendo

informazioni relative alle attivitàdelle ONG e del governo nelleregioni. È in fase di elaborazione unnuovo sito web che riporta informa-zioni sugli attori, sulle attività e sullerisorse disponibili in Moldova nelcampo della lotta alla tratta di esseriumani.

La Missione ha continuato a pre-stare supporto al Comitato nazio-nale per la lotta alla tratta di esseriumani e ai numerosi Comitati didistretto. Ha copresieduto il sotto-gruppo di lavoro sulla legislazione eha fornito sostegno tecnico alla ste-sura del Piano nazionale d’azionerecentemente riveduto (in vigore dasettembre 2005). In coordinamentocon l’ODIHR, la Missione ha fornitoassistenza tecnica e supporto alprogetto di Legge per la preven-zione e la lotta contro la tratta diesseri umani, adottato dal Parla-mento il 20 ottobre.

Con l’obiettivo di rafforzare le capa-cità delle autorità nazionali, la Mis-sione e l’ODIHR hanno offertosostegno a una serie di programmidi formazione per giudici e pubbliciministeri. In cooperazione conl’Unità per le questioni strategiche dipolizia la Missione ha svolto unintenso programma di formazioneper funzionari di polizia sulle tecni-che attive d’indagine nell’ambitodella lotta alla tratta di esseri umani.

La Missione ha continuato a forniresostegno alla ONG La Strada voltoa formalizzare un Meccanismonazionale di riferimento e in parti-colare a mantenere una banca datisull’assistenza sociale per le vittimedella tratta di esseri umani e per lepersone vulnerabili. Ha offertoborse di studio universitarie e pro-fessionali alle vittime della tratta alfine di favorirne la reintegrazione.Insieme ad altri partner internazio-nali la Missione ha cofinanziato ilprogetto Lotta alla tratta di bambini,messo in atto da Terre des Hom-mes, e contribuisce inoltre a unacampagna di sensibilizzazionesociale avviata dalla ONG LaStrada per promuovere un atteg-giamento più tollerante nei confrontidelle vittime della tratta.

Promozione della libertà deimezzi d’informazione. La promo-zione della libertà dei mezzi d’infor-mazione sulle due rive del fiumeDniestr/Nistru ha occupato un postocentrale nelle attività della Missione,che ha seguito con attenzione il

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lavoro dell’emittente pubblicanazionale Teleradio Moldova. Incooperazione con l’ODIHR la Mis-sione ha inoltre monitorato i servizigiornalistici dei mezzi d’informa-zione radiotelevisiva concernenti lecampagne elettorali per le elezioniparlamentari e locali del 2005. LaMissione ha offerto sostegno aglisforzi diretti a un’essenziale riformadella legislazione moldova in mate-ria di informazione radiotelevisiva.

Altri settori che hanno attiratol’attenzione della Missione sonostati la trasparenza nell’assegna-zione delle frequenze radiotelevi-sive, la trasformazione dei servizi distampa statali in organismi privatinonché l’attuazione della legisla-zione della Moldova in materia didiffamazione e di accesso alleinformazioni.

In febbraio la Missione ha fornitosupporto alla visita di valutazioneeffettuata nella regione della Tran-snistria dal Consulente principaledel Rappresentante OSCE per lalibertà dei mezzi d’informazione. Ilrapporto successivo alla visita defi-nisce come restrittivo il clima deimedia nella regione e raccomandadi intrattenere un costante dialogocon le autorità locali nonché di for-nire sostegno all’esiguo numero dimezzi di comunicazione indipen-denti presenti nella regione.

Capo della Missione:Ambasciatore William H. HillBilancio riveduto: 1.485.700 Eurowww.osce.org/moldova

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Coordinatore dei progetti in Ucraina

Il mandato del Coordi-natore dei progetti inUcraina è pianificare, at-tuare e monitorare progettinell’ambito delle tre dimen-sioni dell’OSCE, in coope-razione con le competentiautorità ucraine e conl’OSCE e le sue istituzioni.

Il Coordinatore dei pro-getti ha intensificato so-stanzialmente le sue atti-

vità nel 2005, in particolarenel settore del buongo-verno, concentrandol’attenzione su programmidi cooperazione in vistadelle elezioni parlamentariucraine del 2006. Il pro-getto prevede formazioneper giornalisti e funzionarielettorali, attività relative aimass media ed educa-zione al voto.

Altre importanti attivitàhanno incluso iniziativevolte ad assistere l’Ucrainanella lotta alla tratta di es-seri umani e nella distru-zione di componenti tossicidi carburante per missili.Tali progetti integravanoquelli intesi a facilitare ilreinserimento nella vitacivile del personale militarerecentemente smobilitato.

L’Ufficio ha attuatoinoltre ampi programmi nelquadro dello stato di dirittoe della dimensione eco-nomico-ambientale intesi astimolare la crescita eco-nomica sostenendo inizia-tive di sviluppo locale e diassistenza alle regionidell’Ucraina finalizzata adattrarre investimenti.

Attività nel quadro delladimensione politico- militare

Assistenza ai militari smobilitati.L’OSCE ha collaborato con il Mini-stero della difesa e con l’ex Centronazionale di coordinamento per ilReinserimento del personale mili-tare e la Conversione delle strutturemilitari dismesse al fine di sostenereil reinserimento nella vita civile deimilitari congedati a seguito del ridi-mensionamento delle forze armatedel Paese. I corsi di formazionespecialistici in settori come la ge-stione d’impresa, l’economia, lacommercializzazione e le venditesono stati affiancati da iniziative diassistenza all’impiego e seminari diinformazione per facilitare la transi-zione alla vita civile del personalemilitare congedato o in attesa dicongedo. Nel 2005 oltre 500 exmilitari hanno preso parte a tali ini-ziative, ottanta per cento dei qualihanno trovato un impiego entro tremesi dal completamento delle atti-vità di formazione.

Sempre in cooperazione con il Mini-stero della difesa ucraino, il Coordi-natore dei progetti ha offerto soste-gno alla creazione di un Centrorisorse e avanzamento professio-nale (RCC) nell’ambito del Mini-stero. Una volta costituito, il Centrooffrirà ai militari congedati assi-stenza in materia previdenziale,abitativa e occupazionale, e ospi-terà una biblioteca su temi attinential reinserimento sociale.

Smaltimento di pericolose scortedi carburante per missili. L’Ufficiodel Coordinatore dei progetti, diconcerto con il Foro di coopera-zione per la sicurezza, ha avviato direcente una nuova iniziativa il cuiobiettivo è smaltire oltre 16.000tonnellate di una componente alta-mente instabile e tossica del carbu-

rante per missili. (Per ulteriori infor-mazioni a tale riguardo vedere pag.13.)

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

Sostegno allo sviluppo diimprese locali. L’Ufficio del Coor-dinatore dei progetti ha concentratol’attenzione sul miglioramento dellecondizioni per gli imprenditori esull’assistenza allo sviluppo dellepiccole imprese a livello regionale.Dal suo avvio nel 2004 il progettoprincipale dell’Ufficio, attuato incollaborazione con la FondazioneEurasia e con agenzie di colloca-mento statali in nove regionidell’Ucraina, ha contribuito a creareoltre 800 nuove imprese e 1.100posti di lavoro. Nel 2006 il progettosarà esteso ad altre tre regioni delPaese.

Moderni modelli di sviluppo perstimolare l’economia. La concen-trazione di industrie, in cui nume-rose aziende avviano le loro attivitànella stessa zona, e l’ecoturismo,un settore in forte espansionedell’industria turistica, possonostimolare la crescita economicaaumentando le possibilità occupa-zionali e migliorando la competitivitàdel mercato. Riconoscendo l’impor-tanza di tali modelli di progressivosviluppo l’OSCE e la Fondazioneucraina per il sostegno al mercatointernazionale hanno commissio-nato e finanziato un’indagine sullepotenzialità economiche di dieciregioni dell’Ucraina. Lo studio haevidenziato settori con un fortepotenziale di crescita e ha indivi-duato vantaggi comparativi.

Basandosi sui risultati dell’indaginee sul successo di un programmafinanziato dalla Fondazione Eurasia

volto a creare una concentrazionedi industrie per la lavorazione dellegno nella regione ucraina diRivne, l’OSCE ha messo a punto unpiano strategico di sviluppo per taleinsieme industriale, contribuendo adiversificarlo e ad ampliarne i canalidistributivi.

L’indagine ha individuato inoltrenell’ecoturismo un potenziale set-tore di crescita per la regione danu-biana meridionale dell’Ucraina.Situato nella regione di Odessa, illussureggiante delta è una delle piùfamose riserva naturali d’Europa. Incooperazione con il Centro d’infor-mazione turistica con sede aVylkovo oltre 50 nuclei familiarisaranno formati quali operatori di“bed and breakfast”.

Sviluppo economico regionale. Inmaggio il Coordinatore dei progetti,la città di Rivne, l’Amministrazionestatale della regione di Rivne e lalocale Camera di commercio edell’industria hanno istituito con-giuntamente l’Agenzia di promo-zione e assistenza agli investimentidi Rivne. L’Agenzia, inaugurataufficialmente in maggio, offre laconsulenza di esperti e promuove inmodo attivo la regione. Ha fornitoconsulenze ad oltre una decina dipotenziali investitori dell’Europaoccidentale e centrale sulle poten-zialità d’investimento, sulla situa-zione economica regionale e suquestioni legislative.

La Camera di commercio edell’industria di Rivne ha messo adisposizione a titolo gratuito i localidell’Agenzia mentre l’amministra-zione cittadina ha prestato sostegnofinanziario. Il Coordinatore dei pro-getti sta attualmente considerandola possibilità di estendere il progettoad altre regioni.

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Attività nel quadro delladimensione umana

Buongoverno e rafforzamentodelle istituzioni democratiche. Inrisposta alle richieste di molti organigovernativi ucraini, l’Ufficio delCoordinatore dei progetti ha intensi-ficato in modo sostanziale le sueattività in tali settori, concentrandosisu progetti di cooperazione volti adassistere le autorità ucraine in vistadelle elezioni parlamentari del 2006.

Basandosi sulle raccomandazionidell’ODIHR, l’Ufficio del Coordina-tore dei progetti ha fornito assi-stenza ad un gruppo di lavoro diesperti incaricato della stesura dellanuova legge elettorale ucraina.Dopo l’approvazione della legge,l’Ufficio ha partecipato ad un gruppodi lavoro interdipartimentale sotto gliauspici del Gabinetto dei ministriche ha formulato le prime misureper creare un registro centrale deivotanti e ha fornito alla Commis-sione elettorale centrale ucrainaattrezzature e programmi informaticiutili per compilare elenchi deivotanti aggiornati a livello nazionale.

Prevenzione e lotta contro latratta di esseri umani. Il Coordi-natore dei progetti ha avviato nume-rosi progetti antitratta, ha accen-tuato la sua attenzione a livello poli-tico e ha continuato ad assistere ilGoverno ucraino nella messa apunto di un programma nazionaleglobale di lotta alla tratta di esseriumani. Il programma include inizia-tive di assistenza al personale delleforze di polizia e alle autorità giudi-ziarie del Paese per consentirel’azione penale nei confronti deicriminali e promuovere la preven-zione tramite la diffusione di infor-mazioni. L’Ufficio ha continuatoinoltre a prestare sostegno alleorganizzazioni non governativeimpegnate in iniziative antitratta cheforniscono servizi di assistenzatelefonica in tutto il Paese e orga-nizzano campagne informative.Circa 14.000 persone si sonoavvalse di tali servizi nel 2005.

Su richiesta del Ministero per lafamiglia, la gioventù e lo sport e diconcerto con l’Unità di assistenzaantitratta dell’OSCE nonché con ilRappresentante speciale del Presi-dente in esercizio per la lotta alla

tratta di esseri umani, il Coordina-tore dei progetti fornisce assistenzaall’Ucraina volta a istituire a livelloministeriale la carica di Coordina-tore nazionale antitratta. L’Ufficio halavorato inoltre a stretto contattocon l’Unità di supporto legislativodell’ODIHR per un esame da partedi esperti giuridici della nuova pro-posta legislativa antitratta e hacompletato una valutazione delleprocedure di approvazionedell’Ucraina. Nell’ambito di talevalutazione, commissionata dalMinistero per la famiglia, la gioventùe lo sport, sono state analizzate leprocedure correnti, individuatelacune e formulate raccomandazioniper le previste iniziative di riforma.

L’OSCE ha avviato numerosi pro-getti che si propongono di conferirecapacità di sostentamento econo-mico ai gruppi a rischio di tratta. Unprima misura è consistita nell’analisidel mercato del lavoro nelle dieciregioni ucraine maggiormente col-pite dalla tratta di esseri umani. Lavalutazione, condotta insiemeall’OIM, ha dato luogo a raccoman-dazioni a sostegno dello sviluppo dipiccole e medie imprese. L’Ufficiodel Coordinatore dei progetti hacollaborato inoltre con l’Ufficio delCoordinatore delle attività economi-che e ambientali dell’OSCE nell’am-bito di un progetto pilota che pre-vede l’offerta agli orfani ucraini diprogrammi di stage, assistenzaall’impiego e nozioni utili per la vita.(Per ulteriori informazioni a taleriguardo vedere pag. 16.)

Sostegno all’introduzione delnuovo sistema di amministra-zione giudiziaria in Ucraina.A questo riguardo, il programma delCoordinatore dei progetti si è con-centrato in modo particolare su pro-getti per lo stato di diritto a sostegnodell’introduzione del nuovo sistemadi amministrazione giudiziaria. Surichiesta dell’Accademia giuridicadell’amministrazione giudiziaria diStato, il Coordinatore ha appoggiatol’elaborazione di nuovi strumenti pervalutare le qualifiche, le conoscenzee le competenze dei giudici che sicandidano nell’ambito della strutturadi tribunali amministrativi di nuovacreazione dell’Ucraina. L’Ufficio delCoordinatore, insieme alla Accade-mia nazionale delle scienze, hainoltre elaborato e pubblicato un

manuale per la formazione e lariqualificazione dei giudici dei tribu-nali amministrativi. Ha organizzatosessioni di formazione per oltre 200giudici dell’Alta Corte e dei tribunaliamministrativi e ha elaborato unaserie di osservazioni sul Codice diprocedura per i tribunali ammini-strativi che sarà utilizzato da giudicie pubblici ministeri perl’applicazione del Codice stesso.Infine, l’Ufficio del Coordinatore haprestato sostegno alle autoritànell’elaborare e introdurre i primicorsi di studio sullo stato di dirittopresso le facoltà di giurisprudenza.

Attività in ambito legislativo. Surichiesta della Corte supremadell’Ucraina l’Ufficio del Coordina-tore dei progetti ha contribuito allarettifica di lacune e sovrapposizionidel codice civile e del codice com-merciale del Paese, entrati in vigorenel gennaio 2004. L’Ufficio ha pub-blicato una guida che evidenziaincongruenze nelle disposizionigiuridiche e contiene orientamentipratici, e ha assistito la Cortesuprema in una riformula-zioneintesa a contribuire ad una correttaapplicazione dei nuovi codici daparte della magistratura. In setteregioni dell’Ucraina si sono svolticorsi di formazione sull’applicazionedei codici a favore di giudici di cortidi appello. Il Coordinatore dei pro-getti ha inoltre organizzato corsi sutecniche di redazione legislativa perrappresentanti del Parlamentoucraino e organi di autogovernolocale. Su richiesta dei legislatoriucraini il Coordinatore ha fornito allaCommissione per l’integrazioneeuropea del Parlamento ucraino 68valutazioni indipendenti di esperti inmerito a progetti di legge. Il gruppodi esperti giuridici ha valutato laconformità di ciascun progetto dilegge ai diritti umani internazionali,agli standard del Consigliod’Europa, alla giurisprudenza dellaCorte europea dei diritti dell’uomo,ai principi dell’OSCE, ai requisitigiuridici del secondo e terzo pilastrodell’Unione europea e ai criteri diCopenaghen per l’adesione all’UE.

Capo della Missione:Ambasciatore James F. SchumakerBilancio riveduto: 1.650.100 Eurohttp://www.osce.org/ukraine

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Caucaso

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Ufficio di Baku

Nel 2005 l’Ufficio diBaku ha operato princi-palmente nell’ambito diiniziative dirette a raffor-zare lo sviluppo della so-cietà civile, dello stato didiritto e dei diritti umani, a

combattere la tratta diesseri umani, a fornireassistenza alla polizia, acombattere la corruzionenonché a sensibilizzarel’opinione pubblica suquestioni ambientali. Nel

suo programma l’Ufficioha continuato a riservareun posto di rilievo al so-stegno della riforma elet-torale e alla promozionedella libertà di riunione inAzerbaigian. Ha adottato

inoltre le prime misure peril riciclaggio e lo smalti-mento delle scorte dicomponenti tossici di car-burante per missili.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Programma di assistenza alleforze di polizia. Nel 2005 l’Ufficioha compiuto notevoli progressi perquanto riguarda le attrezzature e ilprogramma di formazione dellascuola di polizia. Tutti i locali dellascuola sono ora ammobiliati e lelezioni possono essere svolte inun’atmosfera più favorevoleall’apprendimento. Tuttavia, lasistemazione dei dormitori e ladisponibilità di attrezzature specia-listiche risultano ancora carenti.

Gli insegnanti della scuola hannofrequentato il primo corso formale diaddestramento gestito dalle acca-demie nazionali di polizia dellaRepubblica Ceca e diretto ad alli-neare la formazione della polizia inAzerbaigian agli standard interna-zionali in materia. Gli schemi dellelezioni per il nuovo corso introdut-tivo di formazione sono stati elabo-rati sulla base del programma pre-cedentemente concordato tra ilGoverno e l’Ufficio.

Formazione sulla libertà di riu-nione. L’Ufficio ha avviato due pro-getti di formazione per le forze disicurezza del Ministero dell’internoe per la polizia che hanno inclusoun programma di formazione praticadella durata di cinque giorni sullavigilanza in caso di manifestazionipubbliche. Le iniziative sono culmi-nate con una dimostrazione dellecapacità di contenimento, risultatein linea con gli standard internazio-nali.

Distruzione di componenti tossicidi carburante per missili. L’Ufficioha prestato sostegno a un progettodiretto a fornire assistenza tecnica efinanziaria all’Azerbaigian per ladistruzione o la conversione dellegiacenze obsolete di componentichimici tossici di carburante permissili in due siti di deposito. (Per

ulteriori informazioni a tale riguardovedere pag. 13.)

Formazione in materia di dirittiumani e lotta al terrorismo. Nelquadro dell’assistenza all’Azerbai-gian in materia di lotta al terrorismo,l’Ufficio ha organizzato corsi di for-mazione sui diritti umani per membridel personale del Dipartimentomilitare per la protezione degli oleo-dotti, esponendo i loro diritti e le lororesponsabilità ai sensi del dirittointernazionale.

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

Sviluppo delle piccole e medieimprese. I principali fattori cheimpediscono lo sviluppo delle pic-cole e medie imprese in Azerbai-gian sono lo scarso accesso allaformazione imprenditoriale e lacarenza di microfinanziamenti. Ledonne, in particolare, devono farfronte a significativi ostacoli perottenere formazione, capitali emicrocrediti, il che si traduce inridotte capacità di avviare e svilup-pare attività imprenditoriali. L’Ufficioha concentrato pertanto l’attenzionesulla formazione imprenditorialedelle donne nelle regioni rurali. Oltre200 donne di cinque distrettidell’Azerbaigian hanno beneficiatodella formazione offerta dall’Ufficioa partire dal mese di gennaio. Taliiniziative sono culminate con unconcorso per la selezione deimigliori progetti aziendali che pre-vedeva un supporto finanziario diavviamento a favore dei vincitori.

Buongoverno e lotta alla corru-zione. La corruzione rappresentaun ostacolo fondamentale alla libe-ralizzazione delle economie di mer-cato e allo sviluppo economicoregionale, in particolare quandosussistono consistenti profitti nelsettore del petrolio e del gas.Insieme all’Unione dei Giovani giu-risti l’Ufficio ha organizzato tavole

rotonde per promuovere le nuoveleggi anticorruzione. L’Ufficio hainoltre pubblicato e distribuito inazerbaigiano il Manuale OSCE dellemigliori prassi per combattere lacorruzione.

Attività di sensibilizzazione inmateria ambientale. Con la suabiblioteca, che ha accolto in media75 visitatori alla settimana, il CentroAarhus ha rappresentato il fulcrodelle attività delle ONG operanti nelsettore ambientale, fungendo inoltreda sede per oltre 50 riunioni pubbli-che.

L’Ufficio ha avviato un progettoannuale che mira a elaborare unprogramma di educazione ambien-tale nelle scuole. Il programma con-sentirà agli insegnanti e ai leaderdelle comunità locali di integrare iprogrammi scolastici con i cosiddetti“Green Packs”, che contengonomateriali per l’educazione ambien-tale.

L’Ufficio ha inoltre continuato adappoggiare il Progetto OSCE-NATOdi monitoraggio dei fiumi del Cau-caso, giunto al quarto anno dellesue attività di monitoraggio e di rac-colta dati, e ha fornito ulteriore assi-stenza all’Iniziativa OSCE-UNDP-UNEP per l’ambiente e la sicurezza.

L’Ufficio e i suoi partner opera-tivi hanno appoggiato l’iniziativadenominata “Energy Bus”: un pro-getto di sensibilizzazione rivolto allecomunità rurali sulla conservazionedell’energia e su concrete soluzionienergetiche alternative. Nonostantele consistenti riserve di petrolio e digas attualmente sfruttate nel Paese,le regioni rurali dell’Azerbaigiansoffrono ancora di un deficit ener-getico cronico che ostacola unacrescita economica sostenibile econtribuisce alla deforestazione.L’“Energy Bus”, un autoarticolato incui sono esposti modelli e sonofornite informazioni sulla conserva-zione energetica e su soluzionienergetiche alternative a basso

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costo e rinnovabili per le comunitàrurali, si è rivelato utile per soste-nere l’obiettivo del Governo di pro-muovere il ricorso a fonti energeti-che rinnovabili al fine di risponderealle necessità in materia di sicu-rezza energetica. Nel 2005l’“Energy Bus” ha portato il suomessaggio a circa 150 villaggi delPaese.

Attività nel quadro delladimensione umana

Osservazione dei processi. Nelmese di febbraio, di concerto conl’ODIHR, l’Ufficio ha presentato alGoverno dell’Azerbaigian un rap-porto congiunto sul Progetto diosservazione dei processi2003–2004. A seguito di colloquicon l’ODIHR, svoltisi a Varsavia, ilGoverno si è impegnato in un dia-logo per l’attuazione delle racco-mandazioni formulate nel rapporto.Nel mese di novembre si sonotenuti dibattiti di gruppi di esperti sultema della detenzione preventiva.Prima delle elezioni parlamentaridel 6 novembre sono stati rilasciatisette dirigenti di primo pianodell’opposizione a seguito di unprovvedimento presidenziale digrazia ed è stata cancellata la regi-strazione al casellario giudiziariodelle persone condannate per reatiattinenti alle dimostrazioni pubblichesuccessive alle elezioni presiden-ziali del 2003. In virtù di tali provve-dimenti i sette dirigenti politici, i cuiprocessi erano stati monitoratidall’OSCE, hanno potuto candidarsialle elezioni parlamentari.

Programma di educazione pub-blica per i ricorsi da presentarealla Corte costituzionale. L’Ufficio,la Corte costituzionale e una ONGlocale hanno avviato un programmache si propone di conferire al pub-blico la capacità di presentarericorsi individuali. Sono stati orga-nizzati incontri e lezioni in tutte leregioni del Paese. L’Ufficio ha inca-ricato giuristi locali di elaborare unopuscolo che delinea i criteri dibase a cui i ricorsi costituzionalidevono uniformarsi.

Monitoraggio delle attivitàdell’Associazione forense direcente istituzione. L’Ufficio havigilato sulle attività della nuovaAssociazione forense e ha eserci-tato pressioni per consentire agliavvocati che ne erano stati esclusidi aderirvi. L’Ufficio ha distribuito un

rapporto sulla Situazione dell’avvo-catura in Azerbaigian, dove si ponein evidenza la situazione critica incui versa la professione forense, sisottolinea l’importanza della materiae si chiede al Governo di affrontar-ne le problematiche.

Programma di formazione per unruolo attivo delle ONG. Al fine diaiutare le ONG a rafforzare le capa-cità di difesa dei diritti e le abilitànegoziali, l’Ufficio ha elaborato unnuovo programma di formazione eha fornito sostegno a corsi di for-mazione organizzati da ONG. Taliiniziative mirano a instaurare undialogo duraturo tra i rappresentantidei partiti politici, delle municipalitàe delle organizzazioni delle comu-nità nonché a migliorare le lorocapacità di rafforzare il consenso edi gestire le conflittualità.

Indagine sulla giustizia minorile.L’Ufficio ha incaricato l’ONG Alle-anza per i diritti dei minori di ela-borare un rapporto sulla giustiziaminorile in Azerbaigian. Le racco-mandazioni formulate nel rapporto,il primo nel suo genere, fornisconouna base che consentirà alle auto-rità di affrontare le carenze delsistema giudiziario relativamente altrattamento dei minori. Il Governoha affermato che terrà conto delleconclusioni del rapporto per indivi-duare modalità atte a migliorare lasituazione dei minori in stato didetenzione.

Sostegno alla creazione diun’anagrafe civile. L’Ufficio haincaricato un esperto internazionaledi valutare le iniziative necessarieper creare un’anagrafe civile alivello nazionale e di individuarne leimplicazioni finanziarie e tecnicheper il bilancio 2006. L’Ufficio hadelineato i requisiti di base delsistema e i principali compiti che leagenzie statali dovranno assumereper realizzarlo. L’anagrafe civileregistrerà i dati demografici a finiquali la determinazione dell’identitàpersonale o la compilazione delleliste elettorali.

Iniziative di lotta alla tratta diesseri umani. L’Ufficio ha elaboratoe finanziato un programma di for-mazione per le donne a rischio ditratta nella città settentrionale diGuba, dove le opportunità di svi-luppo sono scarse. Con l’apportodell’amministrazione municipale ilprogramma mira ad addestrare legiovani donne nell’ambito dei servizi

di segreteria e le aiuta a trovare unimpiego produttivo, contrastando intal modo la minaccia di cadere vit-tima di trafficanti.

L’attuazione del Piano d’azionenazionale per la lotta alla tratta diesseri umani, adottato nel 2004, haricevuto impulso dall’adozione dellanuova Legge sulla tratta di esseriumani e dagli emendamenti appor-tati al Codice penale. L’Ufficio e ilMinistero dell’interno hanno provve-duto a ristrutturare un edificio cheoffre per la prima volta nel Paese unrifugio sicuro alle vittime e ai sog-getti a rischio di tratta.

Sostegno al dialogo politico. Ilsostegno a favore del dialogo tra leautorità e l’opposizione è stato unadelle principali priorità dell’Ufficio,che ha riunito le due parti in maggioper discutere sui valori democratici,avviando il primo di una serie di“dialoghi” sulla democrazia. Tutti ipartecipanti hanno convenuto su unquadro per la condotta dei partitipolitici articolato in nove punti.

In settembre, un secondo “dialogo”ha riunito dirigenti di partiti politici edi comitati esecutivi regionali non-ché rappresentanti ad alto livellodelle forze di polizia e di sicurezzaper dibattere tra l’altro questioniquali le zone per lo svolgimento didimostrazioni pubbliche e di pic-chetti. Nel corso della riunione ipartecipanti sono stati sollecitati aintrattenere un dialogo tra tutte leparti interessate e a elaborare,prima di qualsiasi manifestazione opicchetto, un accordo che ne disci-plini la partecipazione, il luogo disvolgimento e il modo in cui saran-no gestiti.

Elezioni parlamentari. L’Ufficio haprestato sostegno all’attuazionedella revisione e delle raccomanda-zioni relative al Codice elettorale eall’ulteriore riforma del quadro giuri-dico per le elezioni parlamentari. Hafinanziato i messaggi radiotelevisiviprodotti dalla ONG Centro di moni-toraggio elettorale e ha fornito con-sulenze sui principi da tenere inconsiderazione relativamente alcontenuto di tali messaggi. Il pro-getto si iscriveva nelle iniziativedell’Ufficio volte a informare glielettori sull’iscrizione al voto e aincoraggiare la partecipazione alleelezioni.

Il personale dell’Ufficio ha seguito leoperazioni di voto durante le ele-

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zioni parlamentari del 6 novembre,che sono state monitoratedall’ODIHR. L’Ufficio ha seguito conattenzione i raduni politici e le mani-festazioni pubbliche, monitorandogli eventi in caso di eventuali arresti.

Questioni attinenti alla parità fra isessi. L’Ufficio ha posto al centrodelle sue iniziative il rafforzamentodella partecipazione delle donnealle elezioni parlamentari in qualitàdi elettrici, attiviste, scrutatrici ecandidate. In cooperazione con laONG locale Internews, che operanell’ambito dei mezzi di informa-zione, l’Ufficio ha prodotto una seriedi servizi speciali e di dibattiti daltitolo Le donne e le elezioni, chesono stati trasmessi a livello nazio-nale fino al giorno delle votazioni.Nel corso dell’anno l’Ufficio haospitato numerose tavole rotondesu questioni attinenti alla parità fra isessi, a cui hanno partecipato orga-nizzazioni internazionali, donatori erappresentanti delle ambasciate.

Capo dell’Ufficio:Ambasciatore Maurizio PavesiBilancio riveduto: 1.593.500 Eurowww.osce.org/baku

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Missione in Georgia

Nel 2005, il programmadi riforme democratiche delGoverno georgiano e leimpegnative sfide poste alprocesso di soluzionepacifica del conflitto geor-giano-osseto hanno resonecessaria l’adozione diun approccio intenso etransdimensionale daparte della Missione.

La situazione nellazona del conflitto geor-giano-osseto è rimastainstabile e tesa come loera stata alla conclusionedell’accordo di cessate ilfuoco dell’agosto 2004.

Nel corso dell’anno si sonoverificati violenti incidentiche hanno incluso conflittia fuoco, rapimenti, assas-sini, pestaggi e un attaccoa colpi di mortaio pressouna zona abitata.Le viola-zioni degli accordi, tra cuiuna parata militare il 20settembre, hanno aggra-vato la tensione.

La Missione ha contri-buito alla stabilizzazioneattraverso un attento moni-toraggio e una attiva par-tecipazione ai lavori dellaCommissione congiunta dicontrollo e ha concentrato

le sue attività in settorisuscettibili di creare uncontesto più favorevole aldialogo politico.

Ulteriori sfide chehanno richiesto l’impegnodella Missione sono statela conclusione all’iniziodell’anno dell’Operazionedi monitoraggio delle fron-tiere e la rapida elabora-zione e attuazione delProgramma di assistenzaalla formazione volto atrasferire al Servizio dipolizia di frontiera geor-giano gli insegnamentiappresi e le esperienze

dell’Operazione di monito-raggio.

La Missione ha inoltrefornito assistenza al nuovogoverno in relazione adiversi aspetti del suo pro-gramma di riforma demo-cratica, impegnando il per-sonale che opera nell’am-bito delle dimensioni eco-nomico-ambientale eumana in ulteriori, impor-tanti iniziative di collabora-zione con le controparti delGoverno e della societàcivile.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

SOLUZIONE PACIFICA DEI CON-FLITTI

Il conflitto georgiano-osseto. Intutte le dimensioni la Missione haassegnato la massima priorità alleiniziative volte a contribuire ad unasoluzione pacifica del conflittogeorgiano-osseto. Ha partecipatoattivamente alle sei sessioni dellaCommissione congiunta di controllo(JCC), tra cui una sessione specialesvoltasi in novembre a Lubiana suinvito del Presidente in eserciziodell’OSCE. La JCC è copresiedutadalla Georgia, dall’Ossezia setten-trionale, dall’Ossezia meridionale edalla Russia e si propone di dareslancio al processo politico per unacomposizione pacifica del conflitto.

La Missione ha sollecitato le partiad adottare iniziative di ordine pra-tico per migliorare la situazionedella sicurezza. In particolare, laMissione ha presentato proposteper far avanzare il processo di smi-litarizzazione nella zona del conflittoe per promuovere la cooperazionetra le forze di polizia delle parti.

La Missione ha intensificato le con-sultazioni con i partecipanti alla JCCe con funzionari ad alto livello dellaGeorgia e delle rappresentanzediplomatiche al fine di assicurareche le parti mantengano un dialogoe ricerchino soluzioni per garantirela stabilità. Ha continuato inoltre adassolvere agli importanti compiti

affidatigli in relazione al monitorag-gio della situazione militare nellazona del conflitto e alla tempestivapresentazione di rapporti agli Statipartecipanti all’OSCE.

Al fine di contribuire alla stabilizza-zione della situazione di sicurezza ecreare un contesto più favorevole aldialogo politico la Missione ha intra-preso numerose iniziative per raf-forzare la fiducia tra le parti, tra cuiprogrammi di riabilitazione econo-mica e infrastrutturale, sviluppodella società civile e dei dirittiumani, formazione dei giornalisti aifini dell’elaborazione di resocontiimparziali sugli eventi, nonché assi-stenza alla pubblicazione del noti-ziario della JCC.

Attività nell’ambito dei dirittiumani e della società civile nellazona del conflitto georgiano-osseto. La Missione ha fornitosostegno a progetti che hanno inte-ressato le comunità dell’Ossezia edella Georgia e che si propongonodi promuovere i diritti dell’uomo e dirafforzare la fiducia nelle capacitàdella società civile di contribuire arisolvere i conflitti.

Attraverso il Centro per i dirittidell’uomo di Tskhinvali la Missioneha organizzato attività di formazioneper il personale carcerario, sessionisettimanali sul tema dei dirittidell’uomo nonché corsi di linguainglese per insegnanti e scolarigeorgiani e osseti. La Missione si èanche impegnata in attività di raffor-zamento della società civile e disensibilizzazione ai diritti umani neivillaggi amministrati dalle diverse

parti in conflitto. Ha fornito sostegnoa iniziative di formazione a favoredegli studenti dell’Ossezia e dellaGeorgia sul diritto internazionale inmateria di diritti dell’uomo e sullastoria del Caucaso e ha altresìsostenuto finanziariamente 14 pro-getti per le comunità e due centri diformazione linguistica volti adampliare le opportunità professionalidelle popolazioni nella zona delconflitto.

Progetti di ricostruzione in corsoLa Missione ha continuato a

coordinare l’attuazione di un pro-gramma di ricostruzione delle infra-strutture nella zona del conflitto,finanziato dalla Commissione euro-pea con uno stanziamento di 2,5milioni di Euro. Il programma haincluso iniziative per migliorare leforniture di elettricità, gas e acquaalle comunità. Nell’ambito di unComitato direttivo la Missione hatenuto consultazioni regolari tra ledue parti, la Commissione europeae i partner esecutivi UNDP eUNHCR.

Monitoraggio della situazione sulterreno. I funzionari della Missioneaddetti al monitoraggio hanno con-tinuato a pattugliare la zona delconflitto e a recarsi presso posti diblocco e punti di osservazione. Essihanno inoltre accompagnato i nucleidi monitoraggio delle Forze con-giunte di mantenimento della pace(JPKF) e hanno scambiato informa-zioni con i comandanti dei posti diosservazione oggetto di visita. Sonostate effettuate ispezioni delle armial fine di verificare che le postazionidelle JPKF siano equipaggiate in

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conformità a quanto previsto dairelativi inventari e regolamenti.

Attività di formazione per ventigiornalisti georgiani e osseti cor-rispondenti dalla zona del con-flitto.

Per la prima volta dall’acuirsidelle tensioni nel 2004, giornalistidella Georgia e dell’Ossezia meri-dionale hanno partecipato a un pro-gramma di formazione specializzatavolto a conferire competenze pro-fessionali nell’ambito del giornali-smo di guerra. L’iniziativa ha com-preso numerose sessioni di forma-zione a Tskhinvali nonché un viag-gio di studio nel Regno Unito. Ilcorso, organizzato congiuntamentedalla Missione e dall’Ambasciatabritannica di Tbilisi, ha esaminato lesfide poste alla redazione di servizigiornalistici imparziali su questioniconcernenti il conflitto nell’Irlandadel Nord e ha contribuito a promuo-vere il dialogo e i contatti di lavorotra professionisti dei mezzi dicomunicazione.

Studio di valutazione dellenecessità per la ricostruzione e losviluppo economico nella zonadel conflitto

Nel mese di novembre la Mis-sione ha avviato uno Studio divalutazione delle necessità nellazona del conflitto georgiano-osseto,svolto da 18 esperti internazionali elocali. Scopo dello studio è elabo-rare un certo numero di proposte diprogetti nell’ambito della ricostru-zione delle infrastrutture e dellosviluppo economico, che sarannopresentate ai potenziali donatori.

Il conflitto georgiano-abkhazo. Ilprocesso di pace è ripreso in prima-vera nel quadro dei negoziati diGinevra guidati dalle Nazioni Unitee dello “Schema di gruppi di lavorodi Sochi”, a cui i Presidenti dellaRussia e della Georgia hanno datovita nel 2003. La Missione ha parte-cipato a due riunioni tra le parti sultema delle garanzie di sicurezza.

In assenza di un accordo della parteabkhaza non si sono registrati pro-gressi nel 2005 in relazione all’aper-tura a Gali di un Ufficio distaccatodell’Ufficio congiunto ONU-OSCEper i diritti dell’uomo in Abkhazia,Georgia.

Nel quadro delle attività svoltedall’Ufficio per i diritti dell’uomo inAbkhazia, Georgia, la Missione hapromosso un’iniziativa di educa-

zione ai diritti umani per 3.000alunni delle scuole del distretto diOchamchira, avvalendosi di mate-riali didattici sui diritti dell’uomo delConsiglio d’Europa. Ha incaricatoun’emittente televisiva commercialedi Sukhumi di produrre programmilocali di sensibilizzazione su diversiaspetti dei diritti umani e ha fornitoformazione e borse di studio aorganizzazioni della società civiledel distretto di Gali al fine di miglio-rare le loro competenze e profes-sionalità in materia gestionale.

ALTRE ATTIVITÀ NEL QUADRODELLA DIMENSIONE POLITICO-MILITARE

Distruzione di scorte militari ineccedenza. In ottobre, il Ministrodegli affari esteri della Georgia hafirmato un’intesa sull’avvio dellaterza fase di un progetto OSCEfinalizzato a smantellare e riciclaremunizionamenti obsoleti sul territo-rio della Georgia. Nel mese dinovembre sono stati avviati a talfine lavori di manutenzione, recin-zione e altri preparativi presso labase di Dedoplistskaro.

Lotta al terrorismo. Al fine di pre-parare il terreno per l’adozione delleultime tre delle 12 convenzioni uni-versali e protocolli sulla lotta al ter-rorismo, la Missione e il Ministerodegli affari esteri hanno avviato unprogetto che mira a uniformare lapertinente legislazione della Geor-gia agli standard internazionali.

La Missione ha aiutato le struttureantiterrorismo della Georgia a raf-forzare la cooperazione con le lorocontroparti in Europa attraversoun’ampia gamma di progetti mirati,che hanno incluso visite di studiononché una serie di seminari sullalotta al terrorismo e alla criminalitàorganizzata volti ad accrescere inmodo sostanziale la professionalitàdi tali strutture.

La Missione ha lavorato inoltre astretto contatto con il Ministero alfine di creare un centro di gestionedelle crisi, elaborare un sistemacomune di informazioni su terroristie criminali presunti o condannati,adottare un documento sulle miglioriprassi e favorire la partecipazione difunzionari a conferenze sulla lotta alterrorismo in Georgia e all’estero.

Riforma della polizia. Conforme-mente al programma di riforma delMinistero dell’interno la Missione ha

portato a termine in febbraio un’ap-profondita valutazione delle neces-sità cui hanno partecipato espertiinternazionali di polizia. Le racco-mandazioni formulate hanno postole basi per il progetto OSCE di assi-stenza a breve termine, attualmentein corso, che si propone di contri-buire alle iniziative del Ministerovolte a elaborare un sistema globaledi gestione del personale, creareun’Unità per lo sviluppo della poliziadi prossimità e includere nel corsodi studi dell’Accademia di polizia uncorso di formazione di base messorecentemente a punto. Nell’ambitodel progetto è stato previsto inoltreun contributo finanziario per lavori diriadattamento della bibliotecadell’Accademia e per l’acquisto dinuove attrezzature.

Programma di assistenza allaformazione. La Missione ha elabo-rato un programma di assistenzaalla formazione a seguito di unarichiesta formulata dal Governogeorgiano all’inizio del 2005 di so-stenere le guardie di frontiera geor-giane nell’ambito della gestione deiconfini. L’iniziativa si propone ditrasferire le competenze acquisitedalla Missione nei suoi cinque annidi attività di monitoraggio in taleambito.

I partecipanti al programma eranofunzionari di grado intermedio esottufficiali, alcuni dei quali sonostati indicati quali potenziali istruttoriin future attività.

Le sessioni pratiche e teorichehanno incluso le seguenti compe-tenze:

• operazioni di salvataggio enorme di sicurezza nelle zonemontane particolarmente peri-colose;

• pianificazione e gestione diurnae notturna delle unità di pattu-gliamento;

• pattugliamenti, vigilanza e pre-sentazione di rapporti;

• manutenzione di attrezzaturespeciali;

• lettura delle carte geografiche;• comunicazioni;• pronto soccorso.

Il programma è svolto da un gruppodi 50 persone, tra cui 30 espertiinternazionali, della sede centraledella Missione OSCE a Tbilisi e dialtri quattro centri di formazioneregionali (Lilo, Kazbegi, Lagodekhie Omalo).

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Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Sicurezza economica. La Missioneha continuato a concentrare la pro-pria attenzione su iniziative volte asviluppare le piccole e medieimprese, a sostenere la lotta allacorruzione e a fornire al governoorientamenti nell’ambito della poli-tica economica. La Missione haprestato inoltre attivo sostegno alleiniziative per il buongoverno nellediverse regioni fuori Tbilisi. Le atti-vità hanno incluso:

• la valutazione delle capacitàdegli impianti di produzione dicarrozzine per disabili in Geor-gia e in Abkhazia: gli impianti,una volta messi in grado di ope-rare, offriranno lavoro a personedisabili.

• L’organizzazione di un campoestivo giovanile sull’impren-ditorialità: giovani provenienti datutta la Georgia hanno benefi-ciato di attività di formazionesulle capacità imprenditoriali dibase.

• L’organizzazione di un semina-rio sul riciclaggio di denaro perfunzionari governativi: la Mis-sione ha fornito sostegno alleiniziative intraprese da ONGvolte all’attuazione delle racco-mandazioni della Rete anticor-ruzione dell’OCSE.

• L’analisi del programma di priva-tizzazioni del Paese: si è trattatodi un ampio esame condottodalla Missione in cooperazionecon il Consiglio nazionale disicurezza e incentrato sulla cre-scita economica e su una solidapianificazione delle politica eco-nomica.

• La creazione di centri di infor-mazione sul buongoverno aGardabani e Marneuli: i centri sipropongono di assistere leamministrazioni locali nell’ela-borazione e attuazione dei lorobilanci nonché di diffondereinformazioni nei villaggi e nelleregioni in cui sono presenti con-sistenti minoranze nazionali.

Sicurezza ambientale. In coopera-zione con il Ministero per l’ambientedella Georgia, la Missione ha apertoil 19 dicembre un Centro Aahrus aTbilisi. Il Centro si propone di pro-muovere i principi della Conven-zione di Aarhus, firmata dalla Geor-

gia nel 2003, nonché di contribuirea rafforzare la fiducia tra il Governoe i settori della società civile cheoperano in campo ambientale.

La Missione si è adoperata per indi-viduare i problemi ambientali chepossono dar luogo a instabilità e apotenziali conflitti. Con l’assistenzadell’Ufficio del Coordinatore delleattività economiche e ambientalidell’OSCE, la Missione ha fornitosostegno all’iniziativa OSCE-ONUper l’ambiente e la sicurezzanell’ela borazione di progetti cheaffrontano questioni di rilevanzaambientale.

La Missione ha inoltre finanziato uncampo estivo giovanile per educarei giovani georgiani al rispettodell’ambiente.

Attività nel quadro delladimensione umana

Rafforzamento delle istituzionidemocratiche. La Missione si èadoperata per rafforzare le capacitàdella società e delle istituzioni geor-giane nel loro cammino verso lademocratizzazione. Ciò ha incluso ilfunzionamento della democrazialocale e la capacità di svolgere ele-zioni libere ed eque. La Missione hainoltre promosso l’indipendenza e laprofessionalità dei mezzi di comuni-cazione georgiani.

Il processo elettorale. La nuovaCommissione elettorale centrale habeneficiato di assistenza nelle sueiniziative che mirano ad accrescerela trasparenza e la responsabilitànel reclutamento dei funzionarielettorali. La Missione continua apromuovere le capacità delle ONGlocali di monitorare le elezioni epartecipa al processo di elabora-zione di una legislazione che assi-curi lo svolgimento delle elezioni inmodo adeguato ed equo.

Autogoverno locale. In tale set-tore, le attività della Missione hannoincluso il sostegno alla formazionedei funzionari delle amministrazionilocali, la promozione della parteci-pazione dei cittadini al governolocale e il monitoraggio del pro-cesso di elaborazione dei bilancicomunali in tutta la Georgia. LaMissione ha sostenuto il dibattitopubblico sulle modifiche legislativenel settore dell’autogoverno in vistadelle elezioni locali del 2006.

Libertà dei mezzi d’informazione.Al fine di accrescere la capacità deimezzi d’informazione di informare inmodo equilibrato e obiettivo i citta-dini, la Missione ha sostenuto losviluppo delle capacità professionalidei mezzi d’informazione radiotele-visivi regionali e indipendenti attra-verso sessioni di formazione pergiornalisti dell’Ossezia meridionale,dell’Ajara e di altre regioni dellaGeorgia occidentale. La Missioneha fornito inoltre sostegno al moni-toraggio e all’attuazione della Leggesulla libertà dei mezzi d’informa-zione nelle regioni e nella capitalestessa.

DIRITTI DELL’UOMO E LIBERTÀFONDAMENTALI

La Missione ha continuato a coope-rare con organismi statali e ONG alfine di promuovere gli standardrelativi ai diritti internazionalidell’uomo, con particolare atten-zione alle regioni rurali, adottandoun duplice approccio: ha dato attua-zione a progetti che promuovono idiritti dell’uomo e ha operatonell’ambito di casi connessi ai dirittiumani. In quest’ultimo campo sonostate svolte attività di monitoraggiodei processi, è stata fornita assi-stenza legale e sono stati sollevatepreoccupazioni relative a presunteviolazioni dei diritti dell’uomo.

Il Governo ha beneficiato di assi-stenza per l’attuazione del Pianod’azione nazionale contro la tortura2003–2005 attraverso il rafforza-mento della cooperazione tra ilConsiglio per la sicurezza nazio-nale, l’Ufficio del Difensore civico,l’Ufficio del Procuratore generale e ilMinistero dell’interno. Tali attivitàhanno incluso:

• visite non preannunciate a luo-ghi di detenzione;

• reazioni alle violazioni;• elaborazione di strategie volte a

migliorare le condizioni didetenzione.

La Missione ha contribuito a raffor-zare i meccanismi per la tutela deidiritti umani nelle zone rurali soprat-tutto fornendo consulenze all’Ufficiodel difensore civico, fornendo con-sulenze legali gratuite e organiz-zando seminari per funzionari,avvocati e patrocinatori dei dirittiumani.

Sono state avviate e finanziate atti-vità di educazione ai diritti dell’uomo

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in quattro distretti della Georgia:Kvemo Kartli, Samtskhe-Javakheti,Samegrelo e Ajara.

Inoltre, la Missione ha prestato so-stegno all’integrazione delle mino-ranze nazionali creando centri perle comunità a Kvemo Kartli. I centrisvolgono regolari sessioni di forma-zione in lingua georgiana e inglese,informatica e diritti dell’uomo. Vi siorganizzano inoltre gruppi di discus-sione su temi attinenti alla societàmultietnica.

Rafforzamento della lotta allatratta di esseri umanni. Una delleprincipali priorità è stata l’attuazionedel Piano d’azione nazionale2005–2006 contro la tratta di esseriumani elaborato nel 2004 dalGoverno e da rappresentanti deiONG con l’apporto della Missione.In settembre è stata pubblicata conil sostegno della Missione unavalutazione sul meccanismonazionale di segna lazione. LaMissione ha inoltre fornitoassistenza a un progetto pilota nellaregione di Ajara che mira apotenziare la cooperazione tra leautorità locali e le ONGnell’individuare e segnalare allecompetenti strutture le vittime ditratta.

Uguaglianza fra i sessi. La Mis-sione ha aiutato il Governo e leorganizzazioni femminili a elaborareun piano d’azione nazionale per lapromozione dell’uguaglianza fra isessi il cui progetto è stato presen-tato all’approvazione del governoprima della fine dell’anno.

PROMOZIONE DELLE RIFORMEGIURIDICHE IN GEORGIA

La Missione ha promosso le riformegiuridiche in corso in Georgia. Nel2005 tali attività di promozionehanno incluso:

• l’assistenza al Ministero dellagiustizia per l’attuazione dellariforma del registro civile;

• attività volte ad agevolare losviluppo in Georgia di una magi-stratura indipendente, profes-sionale ed equa; la Missione hafornito assistenza finanziariaall’Associazione dei magistratidella Georgia volta a elaborarelinee guida per l’adozione disentenze penali e amministra-tive nonché in taluni casi didiritto civile. La Missione hainoltre prestato sostegno alla

Associazione per l’organizza-zione tra i mesi di giugno e set-tembre di una serie di sessionidi formazione per magistrati intutto il Paese;

• la promozione della sicurezzainterna ed esterna delle carceri;l’assistenza ha incluso la forma-zione dei nuovi membri del per-sonale carcerario su compe-tenze professionali di base;

• attività volte ad agevolare il dia-logo fra la comunità forense; laMissione ha agevolato il dialogofra la comunità forense, in parti-colare promovendo uno scam-bio di opinioni sulle riforme giu-ridiche in corso in Georgia.

Capo della Missione:Ambasciatore Roy ReeveBilancio riveduto: 12.324.800Eurowww.osce.org/georgia

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Ufficio di Erevan

Nel corso del 2005l’Ufficio si è impegnato innumerose iniziative di as-sistenza alle autorità ar-mene intese a migliorare lalegislazione sui dirittiumani e il funzionamentodel ramo legislativo. Talisforzi si sono dimostratiparticolarmente tempestivialla luce delle modifichecostituzionali, adottate conun referendum nel mese dinovembre, che hanno am-pliato i poteri dell’Assem-blea nazionale. L’Ufficio ha

contribuito alla nuova legi-slazione sulle elezioni esulla libertà di riunione eha continuato ad adope-rarsi per migliorare le leggisulla libertà di religione esulla lotta ai traffici illeciti.Ha inoltre dato attuazionea due progetti di ampiorespiro concernenti il rici-claggio della componentedel carburante per missili(Melange) pericolosa perl’ambiente e l’assistenzaalla formazione della poli-zia e alla promozione della

polizia di prossimità.L’Ufficio ha attribuito

crescente importanza aiterritori al di fuori di Ere-van, istituendo due centrilocali di informazionisull’ambiente nella provin-cia di Syunik e organiz-zando tavole rotonde suquestioni concernentil’economia, l’ambiente, idiritti dell’uomo e la demo-cratizzazione in diverseregioni. Altri settori di atti-vità hanno riguardato latutela dei diritti dell’uomo,

la libertà dei mezzi d’infor-mazione, lo sviluppo dellepiccole e medie imprese(PMI), i lavoratori migrantinonché iniziative per com-battere la corruzione, i traf-fici illeciti e il riciclaggio didenaro.

In occasione del suoquinto anniversario, l’Uffi-cio ha utilizzato le celebra-zioni per promuovere ivalori, gli impegni e i prin-cipi dell’OSCE e per ac-crescere le sue attività disensibilizzazione.

Riforma legislativa. L’Ufficio hacompiuto passi avanti nella promo-zione della riforma legislativa. Ilpotere legislativo ha approvatoemendamenti al codice elettorale ealla Legge sullo svolgimento di riu-nioni, raduni, marce e dimostrazioniche hanno dato luogo a migliora-menti di tali legislazioni dal punto divista degli standard internazionali.L’Ufficio si adoperava da tempo perpromuovere la riforma legislativa intali settori e, in entrambi in casi, leleggi sono state adottate basandosisu raccomandazioni formulatedall’ODIHR e dalla Commissione diVenezia.

L’Ufficio ha prestato sostegno alprocesso di riforma costituzionale.L’ODIHR ha fornito alle autorità lesue osservazioni sulle disposizioniin materia di diritti umani incluse nelpacchetto di emendamenti. Primadel referendum costituzionale del 27novembre l’Ufficio ha organizzatouna campagna a mezzo stampaintesa a promuovere la partecipa-zione al voto.

Lavorando a contatto con organi digoverno e della società civile l’Uffi-cio ha continuato a fornire assi-stenza a progetti legislativi sullalibertà di religione e sui lavoratorimigranti.

Sostegno all’Assemblea nazio-nale. Al fine di rafforzare le capacitàprofessionali del personale parla-mentare, l’Ufficio, con l’assistenzadell’Assemblea parlamentare, haorganizzato un corso di formazioneavanzato di tre settimane peresperti del personale di tre Com-missioni permanenti e di due dipar-timenti, a cui ha fatto seguito una

visita di lavoro di una settimanapresso le Assemblee nazionalidell’Austria e della Slovenia. Aseguito di tale positiva esperienza,l’Ufficio, su richiesta del Ministerodegli affari esteri, ha organizzato unanalogo corso di una settimanavolto a migliorare gli strumenti diricerca e analisi e i metodi di lavorodel personale del Ministero.

Lotta alla corruzione. Il Consiglioper la lotta alla corruzione, istituitodal Primo ministro per mettere inatto la Strategia nazionale anticor-ruzione del 2003, ha fornito il conte-sto per il costante lavoro svoltodall’Ufficio in tale campo. Di con-certo con la Commissione di moni-toraggio anticorruzione, l’Ufficio haorganizzato una conferenza inter-nazionale nel corso della qualeesperti internazionali hanno di-scusso le migliori prassi di lotta allacorruzione. L’Ufficio ha inoltre con-tinuato a presiedere un gruppo dilavoro di missioni internazionali ebilaterali interessate a fornire assi-stenza a tali iniziative.

L’Ufficio ha prestato sostegno aimembri di una coalizione di ONGper la lotta alla corruzione in inizia-tive volte a sensibilizzare l’opinionepubblica sulla corruzione in settoriimportanti quali le forze di poliziastradale, l’assistenza sanitaria,l’istruzione superiore e l’ammini-strazione pubblica. Congiuntamenteall’Ufficio del Procuratore generale,ha tradotto e fatto stampare unaversione in lingua armena dellapubblicazione Migliori prassi nellalotta alla corruzione, elaboratadall’Ufficio del Coordinatore delleattività economiche e ambientalidell’OSCE.

Eliminazione delle scorte di unacomponente di carburante permissili

L’Ufficio ha proseguito il suoprogetto per lo smaltimento di unacomponente del carburante permissili, avviato nel 2004 su richiestadel Governo armeno. Il Melange èuna sostanza pericolosa che, acausa del deterioramento dei con-tenitori usati per lo stoccaggio, rap-presenta un rischio per la popola-zione e per l’ambiente. Con la firmadi un Memorandum d’intesa con ilMinistero della difesa, avvenuta il30 settembre, si è dato avvio allafase decisiva e finale di attuazionedel progetto che prevede la trasfor-mazione, mediante un processoecologicamente corretto, di 872tonnellate di Melange in un fertiliz-zante liquido minerale che saràutilizzato per ridurre l’elevata aciditàdel suolo nella regione. (Per ulterioriinformazioni a tale riguardo vederepag. 13.)

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Assistenza alla polizia. Nel quadrodel Programma dell’OSCE di assi-stenza alla polizia l’Ufficio ha pro-mosso attività di polizia orientatealla comunità in un distretto diErevan per migliorare lo scambio diinformazioni tra la polizia e i cittadinied accrescere la fiducia pubblicanelle forze di polizia.

L’Ufficio ha inoltre prestato soste-gno al rinnovo del centro nazionaledi formazione per sottufficiali di poli-zia e sta esaminando integrazionida apportare nel 2006 al corso di

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studi del Centro, allo scopo di uni-formarlo agli standard internazio-nali.

Sicurezza informatica. L’Ufficio haassunto un ruolo guida nelle inizia-tive volte ad affrontare questa que-stione di crescente rilevanza. Ilsettore dei servizi IT dell’Armenia, inrapido sviluppo, è vulnerabile agliattacchi informatici. In cooperazionecon le autorità, l’Ufficio ha svolto unruolo fondamentale nella creazionedi una Task force nazionale incari-cata di elaborare un Piano d’azionenazionale sulla sicurezza informa-tica. Il progetto delinea i metodi perpotenziare gli aspetti legislativi etecnici della sicurezza in questocampo e per rafforzare le capacitàdel Governo di combattere la crimi-nalità informatica.

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

L’Ufficio ha prestato sostegno allacreazione di quattro Centri Aarhusin tre regioni. L’obiettivo dei centri èsensibilizzare l’opinione pubblica suquestioni ambientali e incoraggiarela partecipazione pubblica al pro-cesso decisionale in materiaambientale.

L’Ufficio ha continuato a sostenerel’attuazione della componentearmena del Progetto di monito-raggio dei fiumi del Caucaso meri-dionale che, nel corso del 2005, hariguardato in particolare il ripristinodi un sistema regionale di monito-raggio delle acque, il potenziamentodelle capacità tecniche locali e lacreazione di un modello di condi-visione accessibile tramite Internet.Il progetto OSCE-NATO, giunto alquarto anno di attuazione, riguardail monitoraggio della qualità e dellaquantità delle acque del bacino flu-viale dei fiumi Kura e Araks.

L’Ufficio ha assistito l’amministra-zione provinciale di Syunik in inizia-tive volte allo sviluppo economico esociale di tale remota e particolareregione. Le attività hanno incluso larealizzazione di una guida che sipropone di attrarre i turisti e i poten-ziali investitori, nonché una valuta-zione di impatto ambientaledell’industria mineraria nella città diKajaran, un compito intrapreso surichiesta della comunità locale.Insieme all’UNDP, l’Ufficio ha com-missionato uno studio di fattibilità

sulla creazione di un incubatored’imprese nella città di Goris, chemira a promuovere le PMI.

Quale contributo alla lotta al rici-claggio di denaro e alla soppres-sione dei finanziamenti al terrorismol’Ufficio, su richiesta delle autoritàarmene, ha sostenuto l’adozione diun quadro normativo e la creazionedi un’Unità di intelligence finanziariafacente capo alla Banca centraledell’Armenia. L’Ufficio ha organiz-zato conferenze e favorito pro-grammi di formazione volti a soste-nere l’integrazione dell’Armenianelle organizzazioni internazionaliimpegnate nella lotta alla crimina-lità.

Nel quadro della promozione delsettore commerciale l’Ufficio, diconcerto con la Fondazione Eura-sia, ha lanciato un progetto plurien-nale che si propone di avviare undialogo nella regione del Caucasomeridionale sulla possibile armoniz-zazione delle politiche e delle nor-mative doganali. L’Ufficio ha contri-buito a organizzare un seminario suiproblemi incontrati dalle riformegiuridiche e strutturali in ambitocommerciale e sulla promozione deldialogo tra la comunità imprendito-riale e i pertinenti funzionari stataliin tutta la regione.

Su richiesta del Ministero del com-mercio e dello sviluppo economicoe nell’intento di favorire la riformadella legislazione economical’Ufficio ha condotto una serie ditavole rotonde incentrate su inizia-tive volte a ridurre le barriere ammi-nistrative e migliorare il contestoimprenditoriale per le PMI. Le rac-comandazioni in materia di riformamesse a punto durante tali dibattitisono state recepite nel Programmastatale 2006 per lo sviluppo dellePMI.

Attività nel quadro delladimensione umana

L’Ufficio ha presieduto il gruppo dilavoro internazionale sulle questioniattinenti al difensore civico. Unita-mente all’ODIHR, l’Ufficio ha contri-buito a rafforzare l’Ufficio del difen-sore civico armeno attraverso loscambio di visite con le istituzionidel difensore civico della Polonia edella Lituania.

Promozione della tolleranzaattraverso la cultura

Nello spirito della Dichiarazioneadottata dalla riunione OSCE diCordova in giugno, l’Ufficio e il Mini-stero degli esteri hanno organizzatoil 29 settembre un concerto perpromuovere la cultura della tolle-ranza in Armenia. Solisti armeni dispicco e la Sympho-Jazz Orchestradella radiotelevisione pubblicahanno eseguito brani dell’impor-tante compositore armeno WilliWeiner, la cui musica trae originedalle tradizioni culturali di diversenazioni. Nel corso dell’evento èstato pubblicato è distribuito agliospiti un opuscolo trilingue appo-sitamente elaborato sugli impegnidell’OSCE conformemente all’Attofinale di Helsinki, al Documento diCopenaghen del 1990, alla Carta diParigi per una nuova Europa del1990 e alla Dichiarazione di Cor-dova.

“L’importanza di tale evento èenorme”, ha affermato ArmenArnautov-Sargysan, Vicepresidentedel Centro culturale Menora, che haco-organizzato il concerto. “(Stiamo)realizzando le basi per una com-prensione reciproca e una conver-genza attraverso la storia, la cul-tura, le tradizioni e l’arte, il rispetto,l’accettazione e l’apprezzamentodella ricca diversità delle culture delmondo intero.”

Su iniziativa dell’Ufficio e del Mini-stero della giustizia è stato recen-temente rinnovato un centro di for-mazione che provvederà ad adde-strare annualmente circa 300dipendenti dell’amministrazionepenitenziaria.

Basandosi sul suo progetto dimonitoraggio dei diritti umani nelleforze armate armene l’Ufficio haelaborato e presentato al Ministerodella difesa e delle forze armateuna serie di raccomandazioni, tracui la creazione di un canale indi-pendente per accogliere le denuncedei militari in servizio nonché unamaggiore sistematicità della forma-zione sui diritti umani.

L’Ufficio si è altresì consultato con ilMinistero del lavoro e delle que-stioni sociali e con il Ministero dellasalute sui modi per migliorare lealternative al servizio militare inArmenia. L’Ufficio ha organizzatouna tavola rotonda cui hanno parte-cipato le principali parti interessateal fine di discutere i diversi punti divista sulle prassi del servizio alter-

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nativo e trovare un denominatorecomune a tale riguardo.

Circa 150 bambini affetti da disabi-lità hanno usufruito dei servizi delCentro per la comunità della re-gione di Noyemberyan, che è statocreato con il supporto dell’Ufficio. IlCentro promuove la socializzazionee l’inclusione dei bambini disabili efornisce sostegno alle loro famiglie.Esso svolge opera di sensibilizza-zione sui problemi da loro incontratipresso le autorità e i leader dellecomunità locali.

L’Ufficio ha continuato ad operare astretto contatto con le pertinentiautorità armene, con il Difensore deidiritti umani e con la società civile inmerito alle denunce individuali diviolazione dei diritti umani. Il tratta-mento delle denunce da parte di taliautorità consente di valutare inmodo migliore la situazione deidiritti umani nel Paese e rafforza idiritti dell’uomo. L’Ufficio ha pro-mosso inoltre la sua campagna disensibilizzazione pubblica che af-fronta le problematiche relative alleminoranze religiose e alle alterna-tive al servizio militare.

L’Ufficio ha assistito il Governo nellosviluppo di misure legislative per lalotta alla tratta di esseri umani e diefficaci meccanismi basati sui dirittidell’uomo atti a proteggere e assi-stere le vittime di tratta (Meccani-smo nazionale di riferimento). L’Uffi-cio ha organizzato una serie ditavole rotonde e di seminari per leautorità armene e le ONG attive intale settore. Verso la metà del 2005ha intensificato la sua cooperazionecon l’Ufficio del Procuratore gene-rale volta a dare applicazione allemisure legislative in vigore.

L’Ufficio ha cooperato con il Go-verno e con altri partner interna-zionali nell’attuazione del Pianod’azione nazionale per la promo-zione della donna, adottato nel2004. Ha messo in atto un progettorivolto a giovani studenti che si pro-pone di accrescere la consapevo-lezza del ruolo delle donne nellasocietà e, insieme all’UNDP, haappoggiato la partecipazione delledonne alle elezioni locali tenutesi inautunno.

L’Ufficio ha inoltre continuato a se-guire da vicino gli sviluppi nelcampo della libertà dei mezzid’informazione. Il Gruppo di lavorosulla legislazione relativa ai media,

presieduto dall’Ufficio, ha continuatoa fungere da foro aperto per scam-biare informazioni e dibattere i pro-blemi nonché le azioni comuni attea migliorare la situazione.

Capo dell’Ufficio:Ambasciatore Vladimir PryakhinBilancio riveduto: 1.460.900 Eurowww.osce.org/yerevan

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Asia centrale

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Centro di Almaty

Nel 2005 il Kazakistanha affrontato nuove sfidenei settori della sicurezza,della riforma legislativa edelle elezioni. Prestandoattenzione alle preoccupa-zioni del Paese ospitante ilCentro OSCE di Almaty haofferto il suo sostegno perconseguire un equilibrio trasicurezza e dirittidell’uomo, stabilità e ri-forme, diritti e responsabi-

lità. Il Centro e i legislatorikazaki hanno facilitatoattivamente la partecipa-zione di esperti internazio-nali nei dibattiti e nelleanalisi dei progetti di leggee delle strategie e progettinei settori della sicurezza,dell’estremismo, delle or-ganizzazioni non governa-tive (ONG), dei traffici ille-citi, della magistratura,della lotta alla corruzione e

dei mezzi d’informazione.Il Centro di Almaty ha

continuato a occuparsidelle specifiche esigenzedelle regioni e ha trasferitoparte delle sue attivitànella nuova capitaleAstana. Ha dedicato parti-colare attenzione allo svi-luppo della cooperazione edella fiducia reciproca trale istituzioni governative edemocratiche da un lato e

la società civile e il vastopubblico dall’altro. Allaluce del ruolo fondamen-tale che i giovani svolgononel sostenere i processidemocratici del Paese, ilCentro si è rivolto allenuove generazioni e aigiovani professionisti intutti i settori di attività.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Modalità alternative per preser-vare la sicurezza. Di concerto conl’Unità di lotta al terrorismo delSegretariato OSCE e con l’ODIHR,il Centro ha favorito lo studio, levisite, le tavole rotonde e i seminaridedicati all’analisi dei fattori dirischio e alla ricerca di adeguatealternative non legislative atte aprevenire e combattere le nuoveminacce alla sicurezza, come il ter-rorismo e l’estremismo violento. Nelquadro di tale continua attenzioneper le misure preventive il Centro hapromosso il dialogo interetnico einterreligioso e ha impartito forma-zione a giornalisti che si occupanodi questioni attinenti al terrorismo eall’estremismo. Ha inoltre monito-rato gli sviluppi della legislazione inmateria di sicurezza e agevolatol’analisi e la discussione dei nuoviatti legislativi e di quelli oggetto diemendamenti. Offrendo sostegno ainiziative di formazione sulle tecni-che di mediazione, il Centro hapromosso il rafforzamento dellecapacità di prevenzione e risolu-zione dei conflitti tra esperti di ONGdi tutte le regioni del Kazakistan.

Il Centro ha offerto alla poliziakazaka la consulenza di espertiinternazionali sulle moderne tecni-che di polizia e ha prestato la suaassistenza, in particolare, nel qua-dro dell’addestramento delle forzedi polizia e della polizia di prossi-mità.

“Voto per la prima volta!”Evgeni Miasnikov, insegnante

presso la Scuola N.1 della città diKaraganda, nel Kazakistan centrale,ha chiesto ai suoi studenti della

decima classe quali erano le loroaspettative circa la lezione succes-siva, parte del programma “Voto perla prima volta!” organizzato daElections-2000 e finanziato dalCentro OSCE con il supporto dellaCommissione elettorale centrale edel Ministero dell’istruzione.

“Sapere quanto è importantepartecipare alle elezioni”, ha rispo-sto uno studente.

“Essere in grado di capire leresponsabilità che assumo per lascelta che faccio”, ha risposto unaltro.

Oleg Balanetskiy, insegnantepresso il Ginnasio N.38 ha chiestoai suoi studenti della decima classese la partecipazione alle elezionifosse volontaria. “È volontaria”, harisposto uno studente, “ma ènecessario andare a votare perchéda ciò dipende il futuro del proprioPaese.”

Quelli citati sono solo alcuni dei7.000 alunni delle scuole superioridi dieci regioni del Kazakistan chehanno preso parte al programma,rivolto agli studenti che sarannopresto chiamati a votare. Gli elettoriin età universitaria costituisconoalmeno il 35 per centodell’elettorato.

Educazione civica e partecipa-zione al voto. Nel periodo che hapreceduto le elezioni presidenzialidel dicembre 2005 il Centro haofferto sostegno a due campagnenazionali di mobilitazione e di edu-cazione al voto rivolte ai giovani e aifuturi elettori.

Distruzione di armi e munizioni.In risposta alle preoccupazioni delleautorità del Kazakistan in materiaambientale e di sicurezza il Centroha facilitato lo svolgimento di mis-sioni di valutazione delle necessità,lo scambio di informazioni e

l’elaborazione di concetti per la cu-stodia e la distruzione in condizionidi sicurezza di armi e munizionipericolose e in eccedenza. Partico-lare importanza è stata attribuita airischi posti alla sicurezza dai com-ponenti tossici del carburante permissili. (Per ulteriori informazioni atale riguardo vedere pag. 13.)

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

In linea con gli impegni dell’OSCE, ilCentro ha attribuito crescenteimportanza alla lotta contro la cor-ruzione, il riciclaggio di denaro e ilfinanziamento del terrorismo. Nel2005 ha continuato inoltre ad ado-perarsi a sostegno delle piccole emedie imprese e del turismo non-ché nell’ambito di attività di sensibi-lizzazione su questioni ambientali edell’accesso alle relative informa-zioni.

ATTIVITÀ ECONOMICHE

Lotta contro il riciclaggio didenaro e il finanziamento del ter-rorismo. Il Centro ha promossoattivamente la cooperazione inter-nazionale nella lotta contro il rici-claggio di denaro e ha offerto assi-stenza per creare un quadro giuri-dico e istituire un’agenzia nazionalecentrale responsabile della raccolta,dell’analisi e della diffusione di infor-mazioni sulla lotta contro il riciclag-gio di denaro e il finanziamento delterrorismo. Ha organizzato seminarie viaggi di studio per aiutare ilKazakistan ad acquisireun’esperienza internazionale checonsenta al Paese di adottare leggie strumenti amministrativi opportuni.Le riunioni di esperti, svoltesi conregolarità, si sono concentrate su

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un concetto giuridico e istituzionalein linea con gli standard internazio-nali. Il Centro ha dato seguito a taliriunioni avviando iniziative di sensi-bilizzazione tra i parlamentari e ilpersonale dei ministeri.

Attività di lotta alla corruzione. Leautorità del Kazakistan hanno invi-tato il Centro ad assisterle nei lorosforzi volti ad aderire ai pertinentiaccordi internazionali e ad adottareuna strategia nazionale e un pianod’azione anticorruzione. Il Centro hapertanto agevolato la partecipa-zione di funzionari del Kazakistan alPiano d’azione di Istanbul dell’Orga-nizzazione per la cooperazione e losviluppo economico e ha organiz-zato corsi di formazione per procu-ratori distrettuali nonché occasioniper scambiare informazioni conorganismi anticorruzione di altriStati partecipanti all’OSCE.

ATTIVITÀ AMBIENTALI

Convenzione di Aarhus. Il Centroha concentrato le sue attivitàambientali sulla promozione dellaConvenzione di Aarhus, finalizzataalla disponibilità delle informazioni,alla partecipazione pubblica eall’accesso alla giustizia in materiaambientale. Attraverso una serie didibattiti pubblici tenuti in sette cittàdel Paese, attivisti della societàcivile e funzionari governativi hannovalutato e commentato il Rapportonazionale sull’attuazione della Con-venzione di Aarhus. Nel quadro deiseguiti di tali iniziative il Centro haorganizzato consultazioni tra leONG e i ministeri competenti, non-ché riunioni del Consiglio pubblicoper l’ecologia, dirette a elaborare unCodice ambientale e un contestoper la creazione di Centri Aarhus inKazakistan. Il Centro ha inoltreassistito le autorità kazake compe-tenti in materia ambientale nelvalutare il grado di preparazionetecnica e legislativa del Paese invista dell’adesione al Protocollo suiregistri delle emissioni e dei trasfe-rimenti di sostanze inquinanti,adottato a Kyiv nel 1993.

Attività nel quadro delladimensione umana

Le principali priorità del Centro nel2005 hanno riguardato lo stato didiritto, il sostegno al rafforzamentodelle capacità e alla società civile, leattività antitratta e le questioni atti-nenti alla parità fra i sessi. A seguito

dei numerosi progetti di legge pre-sentati e adottati durante l’inverno eall’inizio dell’estate, il Centro hafacilitato lo svolgimento di una seriedi eventi finalizzati a incoraggiare ildibattito pubblico e ha continuato apromuovere la libertà dei mezzid’informazione e le competenze inambito giornalistico attraverso corsidi formazione avanzati rivolti in par-ticolare ai giovani giornalisti dellediverse regioni.

Attività antitratta. Il Centro ha pre-stato sostegno al Kazakistan nellalotta contro la tratta di esseri umani.Per contribuire alle iniziative volte aelaborare un nuovo Piano d’azionenazionale per la lotta alla tratta diesseri umani il Centro, in strettacooperazione con l’ODIHR, hacommissionato una ricerca sullatratta di esseri umani, con partico-lare riguardo allo sfruttamento eco-nomico forzato in Kazakistan e aimeccanismi nazionali di segnala-zione. Insieme al Ministero dellagiustizia ha organizzato un semina-rio per esaminare i risultati di talericerca e formulare raccomanda-zioni sui miglioramenti da apportarealle misure di tutela delle vittime ditratta. Le conclusioni raggiunte dallaricerca sono state anche utilizzateper attività di formazione delle ONGsui Meccanismi nazionali di segna-lazione in modo da rafforzare lacooperazione tra le ONG e le auto-rità in materia di tutela dei dirittidelle vittime di tratta.

Diritti dell’uomo. Il Centro ha ap-poggiato la Commissione presiden-ziale per i diritti dell’uomo, incaricatadi coordinare il processo di elabora-zione di un Piano d’azione nazio-nale sui diritti dell’uomo. Ha fornitoa tale Commissione la consulenzadi esperti internazionali e ha parte-cipato alle sue riunioni.

Nel 2005 il Centro ha inoltre inco-raggiato e appoggiato la tempestivaratifica di due convenzioni delleNazioni Unite: il Patto internazionalerelativo ai diritti civili e politici(ICCPR), senza riserve, e il Pattointernazionale relativo ai diritti eco-nomici, sociali e culturali, firmati dalKazakistan nel 2003. Al fine di faci-litare tale processo, il Centro haorganizzato una conferenzasull’attuazione degli accordi inter-nazionali nonché numerose altreoccasioni di sensibilizzazione edibattito.

Stato di diritto. Il Centro ha attuatouna stretta cooperazione conesperti dell’ODIHR per offrire alKazakistan una valutazione sunumerosi progetti di legge, come laLegge sull’estremismo e gli emen-damenti alla legislazione sulla sicu-rezza nazionale e sulle organizza-zioni senza finalità di lucro. Le atti-vità relative allo stato di dirittohanno riguardato un’ampia gammadi questioni come l’autorizzazionegiudiziaria all’arresto, lo svolgimentodi indagini supplementari, il monito-raggio dei processi e la libertà diriunione.

Attività di educazione ai dirittiumani. Il Centro ha organizzato unaserie di attività educative, come laformazione in materia di dirittidell’uomo degli insegnanti ed edu-catori delle scuole secondarie dilingua kazaka, nonché corsi suidiritti umani per studenti di giuri-sprudenza e per il personale degliistituti di pena. Ha inoltre favorito ilcoordinamento tra le ONG e gliorganismi governativi impegnati intale ambito.

Questioni attinenti alla parità fra isessi. Le questioni attinenti allaparità fra i sessi sono state unadelle priorità del Centro, con parti-colare riguardo alla promozionedella partecipazione delle donnealla vita pubblica. Il Centro ha lavo-rato a stretto contatto con le autoritàkazake e con le pertinenti agenziedell’ONU e ha incoraggiato l’elabo-razione di una Strategia per l’ugua-glianza fra i sessi in Kakakistan nelperiodo 2006–2016, che è stataadottata il 29 novembre. Tali attivitàsono state svolte in stretto coordi-namento con organizzazioni nongovernative partner per la promo-zione delle pari opportunità perl’uomo e la donna in politica, non-ché con organizzazioni internazio-nali, in particolare con il Fondo delleNazioni Unite per lo sviluppo delladonna.

Nell’ambito di attività collegate, ilCentro ha cercato di raggiungere igruppi più vulnerabili, come le vit-time della violenza domestica. Haorganizzato corsi di formazione per28 avvocati di ONG partner cheforniscono consulenza giuridica atali vittime e le rappresentano insede giudiziaria e, insieme allaONG canadese Equitas, ha coor-ganizzato consultazioni tra ONG e ilRelatore speciale delle Nazioni

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Unite sulla violenza nei confrontidelle donne.

Professionalità e libertà dei mezzid’informazione. Il Centro ha pro-mosso attivamente lo sviluppo pro-fessionale dei giornalisti locali e hamigliorato l’accesso alle informa-zioni per i mass media e il pubblico.Dando seguito al programma diformazione avanzata del 2004, haorganizzato una serie di attività for-mative specifiche per 150 giornalistisu temi attinenti all’economia, alleelezioni, alla sicurezza, ai dirittidell’uomo e alla società civile. Hainoltre concentrato l’attenzione sullosviluppo del giornalismo investiga-tivo nonché sui suoi presuppostietici e sul pertinente quadro giuri-dico. Per favorire un maggioreaccesso alle informazioni, il Centroha contribuito a creare altri dueInternet caffè a Kostanay e Astanae a istruire giornalisti locali sull’uti-lizzo di Internet. Speciale attenzioneè stata dedicata alla formazionegiuridica dei giornalisti, con parti-colare riguardo alla difesa contro leaccuse di diffamazione nonché airapporti e alla cooperazione tra igiornalisti e i servizi governativi diinformazione al pubblico. Il Centroha ospitato ad Almaty la settimaConferenza sui mezzi d’informa-zione in Asia centrale, che haconcentrato i suoi lavori sul temadel pluralismo dei mezzi d’informa-zione e su Internet e ha conferitoimportanza regionale al lavorosvolto dal Centro in questo ambito.

Capo del Centro:Ambasciatore Ivar VikkiBilancio riveduto: 1.683.900 Eurowww.osce.org/almaty

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Centro di Ashgabad

Nel 2005 il Turkmeni-stan ha compiuto progressiverso l’ulteriore sviluppodel Paese. È entrata invigore una nuova leggeche vieta il lavoro minorile.Il Paese ha presentato ilsuo primo rapporto al Co-mitato delle Nazioni Unitesui diritti del fanciullo ed hapromosso il processo diregistrazione di alcunigruppi religiosi.

Il Turkmenistan haconcesso la cittadinanza aoltre 13.000 ex cittadini delTagikistan, in gran parte dietnia turkmena, deportatidurante la guerra civile inTagikistan ed ha concessoloro rifugio e la residenzain Turkmenistan.

Le priorità del Centronel 2005 hanno incluso ilrafforzamento della sicu-

rezza delle frontiere e lalotta al traffico di droga, lapromozione dello sviluppodi un’economia di mercato,il sostegno ai programmi ditutela ambientale del Pa-ese e l’assistenza alPaese nel processo didemocratizzazione e nellariforma giudiziaria.

Il Centro ha proseguitoi suoi sforzi volti ad inten-sificare la cooperazionecon le autorità e la societàcivile del Paese, ad espan-dere la sua collaborazionecon organizzazioni interna-zionali e a rivolgere parti-colare attenzione alla pro-mozione della partecipa-zione del Turkmenistanalle attività dell’OSCE.

Nel 2005 la partecipa-zione di funzionari e singolicittadini del Turkmenistan

alle attività dell’OSCE èaumentata. Funzionarihanno partecipato allariunione dell’Assembleaparlamentare dell’OSCEtenutasi a Washington inluglio, alla Riunione diattuazione degli impegninel quadro della dimen-sione umana a Varsavia insettembre e ad eventiOSCE aventi per temaquestioni di sicurezza, illavoro delle agenzie pre-poste all’applicazione dellalegge nonché questionigiudiziarie e umanitarie.

Il Centro ha rafforzatola sua cooperazione con lacomunità internazionale. Incollaborazione con il Pro-gramma di assistenza tec-nica dell’Unione europeaper la Comunità di Statiindipendenti (TACIS), ha

continuato ad attuarenumerosi progetti a lungotermine, come un progettodi microcredito per leAsso ciazione volontarie diagricoltori e corsi diinformatica e di linguainglese per dipendenti dienti statali. Nuoveiniziative congiunte hannoprevisto progetti intrapresiin cooperazione con leambasciate del RegnoUnito e degli Stati Uniti,l’Alto Commissario delleNazioni Unite per i rifugiati,l’Ufficio delle Nazioni Unitecontro la droga e lacriminalità (UNODC), ilFondo delle Nazioni Uniteper l’infanzia (UNICEF), iCorpi statunitensi per lapace e l’Agenzia statuni-tense per lo sviluppo inter-nazionale.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Rafforzamento delle capacità perfunzionari di frontiera e doganali.Una delle attività principali del Cen-tro nel quadro di questa dimensioneè rafforzare la professionalità e lecapacità operative dei servizi difrontiera e doganali del Turkme-nistan.

In aprile sei membri dei servizi difrontiera e doganali del Paesehanno partecipato ad un corso diformazione di una settimana nellaGermania meridionale, organizzatodal Centro di Ashgabad con il soste-gno del Governo del Turkmenistane del Ministero delle finanze tede-sco. Il corso è stato tenuto pressovalichi di frontiera fra Germania,Francia e Svizzera ed ha previstovisite ad un centro doganale regio-nale e ad un ufficio doganale diindagini criminali. I partecipantihanno potuto verificare come altriPaesi fanno fronte a grandi volumidi traffico frontaliero e hannoappreso le tecniche più moderneper prevenire e condurre indaginisul traffico di droga e di armi, sullatratta di esseri umani e sul trasferi-mento illegale di denaro.

Tavola rotonda sulla coopera-zione transfrontaliera. In settem-bre il Centro ha organizzato unatavola rotonda di due giorni sullacooperazione transfrontalieraincentrata sul tema del correttoequilibrio fra requisiti legittimi dellasicurezza delle frontiere e il princi-pio della libera circolazione dellemerci e delle persone attraverso lefrontiere. La tavola rotonda ha riu-nito rappresentanti dei servizi difrontiera e doganali di Stato, i Ser-vizi di registrazione dei cittadinistranieri, l’Ufficio del procuratoregenerale, i Ministeri della difesa,della giustizia e della sicurezzanazionale, esperti provenienti daGermania, Russia e Turkmenistan,nonché della NATO, del CentroMarshall e della Commissioneeuropea.

“Una frontiera è ben più di una lineageopolitica di divisione. È il puntodove i Paesi devono cooperare conla massima efficienza per la sicu-rezza e la prosperità di tutti.”

Ambasciatore Ibrahim DjikicCapo del Centro di Ashgabad

Corso di formazione pratico sulcontrollo delle armi. Un corso diformazione di due settimane perfunzionari addetti al controllo dellearmi ha avuto come tema principale

l’attuazione delle misure OSCE peril rafforzamento della fiducia e dellasicurezza. Il corso, tenuto in novem-bre e dicembre presso il Centro diverifica delle Forze armate tede-sche di Geilenkirchen, ha previstoanche la partecipazione ad unaispezione di verifica sul campo inSvizzera.

Progetto UN-OSCE sui metodiavanzati di riconoscimento eanalisi delle droghe. In coopera-zione con l’Ufficio distaccatodell’UNODC in Turkmenistan, ilCentro ha organizzato due corsi diformazione pratici di una settimanasul potenziamento delle capacità diindagine e di interdizione del perso-nale delle forze di polizia del Tur-kmenistan nella lotta al traffico didroga. I corsi di formazione, tenutiin ottobre e novembre, hannoriguardato i metodi di riconosci-mento e di analisi delle droghe edhanno consentito ai corsisti disvolgere corsi di formazione perfunzionari di polizia responsabili diattività di lotta al traffico di droga aiposti di controllo di frontiera.

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

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Sostegno allo sviluppo econo-mico. Il Centro ha ultimato un pro-getto in cooperazione con il Servizionazionale per le imposte del Tur-kmenistan al fine di promuovere ilmeccanismo fiscale con l’introdu-zione di moderne tecnologie infor-matiche e procedure di contabilità.Ciò consentirà la riscossione el’individuazione efficace e affidabiledelle imposte e aiuterà a ridurre lacorruzione nel sistema.

Quale parte dell’iniziativa di coope-razione con il programma TACISdell’UE, il Centro ha continuato aprestare sostegno ad un piccolofondo di microcredito rotativo aquattro Associazioni volontarie diagricoltori in due regioni del Tur-kmenistan. Il Centro, in coopera-zione con l’Ambasciata britannica,ha dato sostegno al progetto perl’Impiego delle giovani generazioni,che è stato realizzato sulla costa delMar Caspio e ha interessato nume-rosi distretti rurali. Lo scopo delprogetto era fornire ai giovani cono-scenze relative al lavoro autonomoe migliorare l’accesso alla forma-zione professionale attraversoseminari e centri di risorse. In colla-borazione con l’Ambasciata Britan-nica e il Winrock International Insti-tute for Agricultural Development, ilCentro ha lanciato un progettointeso a sostenere un centro dirisorse e un programma di forma-zione per una cooperativa agricolanella regione di Dashoguz nel Tur-kmenistan settentrionale. Il progettososterrà lo sviluppo delle tecnologieagricole locali e faciliterà inoltre ilrafforzamento delle capacità nelleprassi aziendali e di marketing.

Promozione della coscienzaambientale. Il Centro ha proseguitola sua cooperazione con il Ministerodella protezione ambientale delTurkmenistan, in particolarenell’attuazione del Piano di azionenazionale per l’ambiente. Oltre acontribuire alla pubblicazione di2.500 copie del primo manuale diecologia in lingua turkmena, il Cen-tro ha anche prestato appoggio aduna conferenza organizzata dalMinistero della protezione ambien-tale volta discutere l’attuazione delPiano di azione, cui hanno parteci-pato oltre 80 rappresentanti didiversi ministeri, istituti di ricerca,associazioni pubbliche e organiz-zazioni internazionali di tutto ilPaese. In cooperazione con l’Amba-sciata statunitense il Centro hafinanziato la creazione di centri di

risorsa in diverse regioni al fine dimigliorare la capacità della Societàper la conservazione dell’ambientedel Tukmenistan, un’organizzazioneambientale pubblica registrata checonta diverse migliaia di membri.

Agricoltori a scuola di businessIn ottobre il Centro OSCE, in

cooperazione con il programmaTACIS, ha ampliato il suo riuscitoprogetto di microcredito per Asso-ciazioni volontarie di agricoltori(VFA), dopo che tutte quattro leVFA partecipanti hanno ripagato ilcredito emesso loro nel 2004, chehanno investito in bestiame, semen-ti e attrezzature di base per espan-dere le loro attività. Nel quadro delprogramma allargato, i partnerhanno messo a disposizione com-puter e formazione relativa alla pro-grammazione aziendale per rappre-sentanti di ciascuna VFA.

“Questo corso di formazione hafornito alleVFA le capacità necessa-rie per elevare la loro attività al li-vello successivo, usufruire al mas-simo del programma di microcreditoe avviare autonomamente progettidi cooperazione più complessi”, haaffermato Farhat Orunov, coordi-natore locale del progetto. “Tuttiincominciano ora a capire di nonessere solo agricoltori, ma ancheuomini di affari.”

Lotta al finanziamento del terrori-smo. Un seminario di due giornitenuto a dicembre ha avuto pertema principale gli strumenti ammi-nistrativi e legali per contrastare ilriciclaggio di denaro e il finanzia-mento del terrorismo. Diciotto fun-zionari rappresentanti la Bancacentrale, la Corte suprema, i Mini-steri degli esteri e della difesa e leforze di polizia del Turkmenistanhanno partecipato a tale evento cheè stato organizzato dall’Ufficio delCoordinatore delle attività economi-che e ambientali dell’OSCE,dall’UNODC, dal Governo del Tur-kmenistan e dal Centro OSCE.Esperti internazionali hanno illu-strato gli strumenti e le istituzioniinternazionali principali impegnatinella lotta al riciclaggio di denaro eal finanziamento del terrorismo edhanno aiutato i partecipanti ad indi-viduare le necessità per sviluppareulteriormente la legislazione delTurkmenistan.

Attività nel quadro delladimensione umana

Sostegno alla riforma legislativa.Il Centro ha continuato a fornireperizia e consulenza legaledell’OSCE sulle migliori prassi perla riforma legislativa del Paese.

Democratizzazione e societàcivile. In tale settore, il Centro hasostenuto la partecipazione di rap-presentanti della società civile aseminari all’estero, ha offertoopportunità di studio a studenti edha finanziato le attività di varieONG. Esso ha inoltre prestatosostegno ad un campo estivo pergiovani incentrato su questioni disicurezza e salute e, insiemeall’UNICEF, ha cosponsorizzato unconcorso di disegno per bambini inoccasione della Giornata interna-zionale della tutela del fanciullo. IlCentro ha fornito a ONG locali con-sulenza su come orientarsi nell’am-bito della legislazione di organizza-zioni pubbliche. Esso ha inoltrecontinuato a finanziare un centrolegale che ha fornito oltre 200 con-sulenze legali gratuite a cittadini delTurkmenistan su questioni che spa-ziavano dalla cittadinanza ai diritti diproprietà.

Promozione dell’istruzioneIl Centro ha sostenuto la pubbli-

cazione di un Dizionario della salutetrilingue (turkmeno, russo e inglese)realizzato e pubblicato da volontaridei Corpi statunitensi di pace incooperazione con operatori sanitarilocali e insegnanti. Il Centro hapromosso il Programma di master inscienze politiche dell’AccademiaOSCE di Bishkek ed ha presentatoun modulo sul Turkmenistan aglistudenti dell’Accademia.

Il Centro ha selezionato studentidel Turkmenistan e ha finanziato laloro partecipazione alla Rete giova-nile OSCE dell’Asia centrale, unprogetto lanciato nel 2004 e incen-trato sul rafforzamento della tolle-ranza e della comprensione regio-nali.

In stretta cooperazione con ilProgramma TACIS dell’UE, il Cen-tro ha continuato a fornire il suosostegno alla formazione informa-tica e di lingua inglese per funzio-nari doganali e dipendenti dellasanità e istituzioni scolastiche intutto il Paese.

Promozione dei diritti dell’uomo.In giugno il Centro, in cooperazionecon l’Istituto nazionale per la demo-crazia e i diritti dell’uomo del Tur-kmenistan, hanno organizzato dueseminari sulla legislazione interna-

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zionale dei diritti dell’uomo. I corsi,tenuti a Mary e Turkmenbashi,hanno riunito rappresentanti delparlamento, l’Ufficio del Procuratoregenerale, le forze di polizia, l’Asso-ciazione degli avvocati e la Poliziaconfinaria di Stato. Sono statetrattate questioni che spaziavanodallo sviluppo storico dei dirittidell’uomo, lo stato di diritto,l’attuazione di norme di dirittointernazionale, alle procedure inter-nazionali per la stesura di rapporti.

Monitoraggio. Per tutto l’anno ilCentro ha continuato a ricevere unnotevole numero di denuncie dicittadini riguardanti la mancanza didebite procedure di legge, la man-cata considerazione di diritti di pro-prietà, nonché la restrizione dellalibertà di movimento. Il Centro hafornito consulenza legale a cittadinied ha portato con regolarità talunicasi all’attenzione delle autorità.

A quattro giornalisti del Turkme-nistan sono stati assegnati premi inoccasione del quinto Festivaldell’Asia centrale del giornalismoambientale svoltosi ad Almaty innovembre. Il concorso ha mirato adindividuare i migliori articoli di gior-nale, documentari e programmiradiotelevisivi su questioni ambien-tali presentati da giornalisti di tuttal’Asia centrale. Il Centro OSCE diAshgabad ha facilitato la partecipa-zione di otto giornalisti del Turkme-nistan all’evento.

Capo del Centro:Ambasciatore Ibrahim DjikicBilancio riveduto: 1.050.600 Eurowww.osce.org/ashgabad

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Centro di Bishkek

Il 2005 è stato un annomolto intenso per il CentroOSCE di Bishkek. I cam-biamenti repentini nel qua-dro politico e ambientalehanno posto il Kirghizistanal centro dell’attenzioneper gran parte dell’anno ehanno richiesto risposterapide da parte dell’OSCE.All’indomani delle elezionipolitiche in febbraio emarzo 2005, i cittadini sisono riversati nelle strade,

costringendo il Presidentead abbandonare il Paese ea rassegnare successiva-mente le dimissioni. Sisono succedute nuoveelezioni presidenziali. Inrisposta a tali cambia-menti, il Centro ha svilup-pato un piano di interventoper aiutare il Paese adaffrontare le necessitàimmediate e di più lungotermine. (Per ulteriori in-formazioni al riguardo ve-

dere pag. 24.)Nonostante le agita-

zioni, il Centro è riuscitoanche a svolgere le attivitàprogrammate preceden-temente per quest’anno,volte a potenziare la stabi-lità politica e la riformagiudiziaria, a migliorare lasituazione dei dirittidell’uomo e ad assistere losviluppo dei mezzi di co-municazione, la sicurezzaecologica, lo sviluppo

dell’economia e il buongo-verno. L’OSCE continua amantenere i propri impegnidi lungo termine nel Paeseverso la riforma della poli-zia e l’Accademia OSCE diBishkek. Nel 2005 ha cre-ato una rete di coordinatoridi progetto nelle regioni delKirghizistan al fine diesten dere il suo campo diazione.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Elezioni. Il ritmo delle riforme èaccelerato dopo gli eventi di marzo.Il Centro ha avviato e sostenutodiverse attività sia durante le primeelezioni politiche del 27 febbraio siadelle elezioni presidenziali del 10luglio. Esse sono state incentratesull’assistenza legale e tecnica allaCommissione elettorale centrale,sull’educazione elettorale, sullaformazione di osservatori nazionalie sullo sviluppo di meccanismi dipreallarme contro potenziali vio-lenze connesse alle elezioni. Ilmeccanismo di coordinamentoelettorale del Centro, lanciato nel2004, ha convogliato l’assistenzainternazionale in modo efficiente.Dopo le elezioni il Centro ha colla-borato con diversi gruppi per pro-muovere la riforma elettorale.

Istruzione: l’Accademia OSCE diBishkek. Attraverso la sua Acca-demia, l’OSCE investe nei futuriresponsabili delle politiche dell’Asiacentrale. Fondata nel 2002,l’Accademia è un istituto di studi edi ricerca che offre programmi diformazione per esperti e ricercascientifica su questioni di sicurezzaregionale avendo per oggetto diinteresse l’Asia centrale. Essa offrecorsi di laurea in scienze politiche(Asia centrale) per studenti selezio-nati. La prima classe di 36 studentidel programma di Master of arts(MA) del 2004/2005 si è laureata l’1luglio 2005. Nell’ambito di un con-corso, nel 2005 l’Accademia haselezionato una nuova classe di27 candidati per l’MA di tutti cinque iPaesi dell’Asia centrale.L’Accademia fornisce agli studenti

esperienza in un ambiente lavora-tivo professionale.

Forze di polizia multietniche.L’introduzione di forze di poliziamultietniche può aiutare a rafforzarela stabilità interetnica e l’integritàsociale. L’OSCE e l’Accademiastatale di management kirghizahanno organizzato una serie di pro-getti per funzionari di polizia di altogrado, nonché per insegnanti ecadetti di scuole di polizia. Tali pro-getti mirano inoltre a facilitare l’ac-cesso di rappresentanti di mino-ranze nazionali alle strutture di poli-zia.

Attività delle forze di poliziaIl Programma OSCE di assi-

stenza alle forze di polizia e ilMinistero degli interni kirghizo col-laborano congiuntamente in unainiziativa di lungo periodo per tra-sformare la milizia kirghiza in unmoderno servizio di polizia.

Gli eventi politici in marzo hannocausato un disfacimento pressochétotale della legge e dell’ordine nelPaese. Per far fronte alla situazionel’OSCE ha elaborato un programmamirato di sostegno provvisorio delladurata di un anno.

Mezzi di informazione. Gli attualisforzi dell’OSCE mirano a forniresostegno giuridico a giornalisti, adassistere la trasformazione deimezzi di comunicazione di stato e laformazione dei giornalisti per i ser-vizi di stampa dello stato, a pro-muovere centri regionali di sostegnoai media e l’accesso a Internet intutto il Kirghizistan. L’Istituto delCommissario per i mass media, conil parziale appoggio dell’OSCE, for-nisce sostegno legale. Il Pro-gramma di sostegno ai media delCentro si è concentrato sul moni-

toraggio dei media durante le ele-zioni politiche e presidenziali.

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

Sviluppo economico. Nel 2005 ilCentro si è impegnato a stimolare losviluppo delle piccole e medie im-prese (PMI) e delle associazioniimprenditoriali, attirando investi-menti diretti stranieri e creandomaggiori opportunità di occupazioneper i giovani. Il Centro ha inoltresostenuto iniziative volte a promuo-vere il turismo, il quadro giuridico enormativo delle PMI, a rafforzarel’istituto dell’arbitrato di terzi e arafforzare la capacità delle donnedelle zone rurali di migliorare leattitudini imprenditoriali. In coope-razione con un’organizzazione nongovernativa, il Centro ha organiz-zato programmi di formazione performatori al fine di rafforzare lecapacità delle comunità locali e delsettore governativo di attuare unospeciale programma occupazionaleper gruppi socialmente vulnerabili.

Dato l’alto tasso di occupazionegiovanile, il Centro e la fondazioneCentro per la carriera e l’occupa-zione hanno realizzato un progettosul conferimento di poteri ai giovani.Studenti universitari hanno frequen-tato corsi curricolari supplementaridi imprenditoria applicata ed hannoricevuto una formazione pre-profes-sionale presso datori di lavorolocali. Il Centro ha inoltre cooperatocon il Segretariato del Consiglionazionale per le donne, la famiglia elo sviluppo della parità tra i sessidella Repubblica kirghiza sulla que-stione essenziale dell’eliminazionedella latente discriminazione delle

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donne in materia di opportunitàoccupazionali e ha migliorato l’ac-cesso alle risorse economiche perle donne delle zone rurali.

Sicurezza ambientale. Il Centro hasostenuto lo sviluppo istituzionale eil rafforzamento delle capacità sullasicurezza ambientale a livello nazio-nale e regionale. Ha espressoapprezzamento per numerose ini-ziative volte ad attuare convenzioniambientali internazionali. Esso hainoltre promosso il giornalismo sutemi ambientali, sensibilizzandol’opinione pubblica su leggi e rego-lamenti di tutela ambientale esull’utilizzo dell’acqua per le comu-nità lungo il confine kirghizo-tagiko.In cooperazione con il Ministerodell’ecologia e delle emergenzeambientali e un’ONG locale, il Cen-tro ha organizzato dibattiti in meritoal Rapporto nazionale sull’attua-zione della Convenzione di Aarhus.

Buongoverno, lotta alla corru-zione e al riciclaggio di denaro. IlGoverno riconosce la dilagante cor-ruzione quale principale ostacoloalla crescita e minaccia allo statosociale. Il Centro ha pertanto dedi-cato particolare attenzione alle que-stioni relative alla lotta alla corru-zione. Esso ha appoggiato le auto-rità che individuano le priorità in unaStrategia nazionale anticorruzione enel suo Piano di azione, inclusa lacreazione di un’Agenzia indipen-dente per la lotta alla corruzione.

Attività nel quadro delladimensione umana

Riforma costituzionale e giuri-dica. Nel 2005 il Centro ha soste-nuto la riforma costituzionale assi-stendo l’ODIHR e la Commissionedi Venezia nel presentare unavalutazione di esperti di un progettodi emendamento che aiuterà a por-tare il quadro giuridico del Paese inconformità con i suoi obblighi inter-nazionali. Congiuntamente conl’ODIHR, esso ha inoltre fornito unavalutazione di esperti di altri nume-rosi progetti di legge, ad esempiosull’avvocatura e l’Associazionedegli avvocati. Il Centro ha inco-raggiato le autorità ad abolire lapena capitale e ad ammorbidireulteriormente la legislazione penalesecondo principi umanitari.

Promozione dell’equilibrio digenere e lotta alla tratta di esseriumani. L’OSCE si è adoperato per

sostenere la leadership e l’equilibriodi genere delle donne nel campodel processo decisionale. Al fine diinstaurare un dialogo con le donneche hanno svolto quest’anno unruolo fondamentale nella vita poli-tica e pubblica del Paese, il Centroha appoggiato una serie di riunioniper aiutare a sensibilizzare le donnesui mezzi pacifici e costruttivi dimanifestare i propri interessi e diesercitare pressione per la loropromozione. Il Centro e il Consiglionazionale kirghizo sulla lotta allatratta hanno iniziato ad elaborare unnuovo Piano di azione nazionalesulla lotta alla tratta per il2006–2008.

Ufficio distaccato di Osh

Nel 2005 l’Ufficio distaccato di Oshsi è concentrato sui processi eletto-rali, sul monitoraggio degli sviluppidegli eventi di marzo nelle provincemeridionali di Jalalabat e Osh.L’Ufficio distaccato ha contribuito adorganizzare e facilitare attività dirafforzamento della fiducia perorgani di polizia e esponenti dicomunità al fine di attenuare letensioni emerse durante gli eventi dimarzo. Tali sessioni hanno con-sentito a entrambe le parti di indivi-duare le fonti principali di tensione edi programmare congiuntamenteinterazioni future al fine di preveniresituazioni di conflitto. In seguito alleviolenze occorse in Andijan nelconfinante Uzbekistan, sono giuntiprofughi nelle province di Osh eJalalabat. L’Ufficio distaccato hamonitorato il campo profughi di Oshcongiuntamente con altri partnerinternazionali ed ha organizzatonumerosi eventi di rafforzamentodella fiducia per ridurre le tensionicausate dalla presenza di oltre 400profughi. L’Ufficio distaccato hainoltre monitorato le procedure dirichiesta di asilo gestite dal Diparti-mento delle migrazioni del Ministerodegli esteri kirghizo e dal Sistemagiudiziario al fine di assicurare unprocesso trasparente ed equo. Lamaggioranza dei richiedenti asilo haottenuto lo stato di rifugiato ed èstata trasferita in paesi terzi. Quat-tro sono stati trasferiti ai centri didetenzione preventiva dove sono inattesa di processo.

Attività nel quadro della dimen-sione politico-militare

L’Ufficio distaccato ha lavoratostrettamente con organizzazioni dimedia locali per istituire un Centro

di risorse per i media per giornalistinella provincia meridionale diBatken. Il Centro ha ospitato nume-rose attività volte a rafforzare lacapacità dei giornalisti di redigererapporti, di stendere e pubblicarearticoli e a promuovere l’interazionefra la stampa governativa e giornali-sti indipendenti. Le attività relativeallo sviluppo dei media hanno inol-tre incluso il supporto tecnico adun’emittente radiofonica di KyzzylKia, consentendole di continuare atrasmettere e a coprire aree remote.Il Centro per i media ha assistito latelevisione di Osh nel realizzare etrasmettere documentari sulla situa-zione in aree remote.

Sviluppo economico. L’Ufficiodistaccato ha concentrato i suoisforzi sul miglioramentodell’ambiente imprenditoriale nelsud del Kirghizistan consentendo adimprese locali di esercitare pres-sione sulle autorità locali e centralinel loro interesse economico. Taliiniziative hanno mirato ad aumen-tare la partecipazione delle societàimprenditoriali del Kirghizistan meri-dionale al processo decisionalesulla politica e la legislazione eco-nomiche. Un’altra priorità ha riguar-dato il problema della disoccupa-zione e delle sue conseguenze sullosviluppo dell’economia locale.L’Ufficio ha sostenuto strutturescolastiche locali e l’organizzazionedi formazione professionale speci-fica per giovani e disoccupati.L’Ufficio distaccato ha collaborato astretto contatto con il Ministero dellavoro e della previdenza sociale alfine di far fronte alle necessità deigruppi più vulnerabili attraverso unaserie di eventi partecipativi sociali diprogrammazione.

Attività relative ai diritti dell’uomoe di antitratta. L’Ufficio distaccatoha creato un Centro per la promo-zione e la propugnazione dei dirittidell’uomo che funge da punto diincontro per la maggior parte delleONG per i diritti dell’uomo nel Kir-ghizistan meridionale dove svol-gono campagne di sensibilizzazionee attività di lobbismo su questioni diprimaria importanza. Anche la trattadi esseri umani ha figurato fra lepriorità del Centro nel 2005. Con-giuntamente con ONG locali l’Ufficiodistaccato ha lanciato numeroseiniziative di sensibilizzazionedell’opinione pubblica che hannospiegato il fenomeno della tratta apotenziali vittime come ad esempio

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persone attive nel settore del sessocommerciale e lavoratori migranti.

Nuripa supera la persecuzionedella tratta

Qui all’OSCE abbiamo cono-sciuto una vittima della tratta tramiteuna donna di nome Gulbara deldistretto di Uzgen nella provincia diOsh.

La giovane donna e suo maritoavevano accettato un lavoro per unbuon stipendio nel Kazakistan. Alloro arrivo la donna ha scoperto chequesto lavoro a lungo promessonon era più disponibile ed è statainvece istruita a lavorare in unapiantagione di tabacco. Ha lavoratoduramente ma senza mai essereretribuita.

“Siamo rimasti senza denaro perlungo tempo. Continuavano a pro-mettercelo. Non ci assicuravanonemmeno assistenza sanitaria” hadetto Nuripa, una giovane donna di22 anni di Uzgen.

Lei e il marito hanno decisoallora di andarsene, ma non ave-vano abbastanza denaro per ritor-nare in Kirghizistan. A questo puntoè intervenuta l’OSCE.

“Abbiamo valutato i suoi bisognie le abbiamo offerto corsi di infor-matica previsti dal nostro progettoantitratta nel Kirghizistan meridio-nale. Dopo aver completato consuccesso il corso, Nuripa ha rice-vuto un lavoro alla scuola localequale amministratore di sistema”,ha detto Jerome Bouyjou, Capodell’Ufficio distaccato di Osh.

“Volitiva e determinata, Nuripaha deciso che questo non eraancora quello che voleva e hachiesto all’OSCE e ai suoi partner dipoter frequentare altri corsi disponi-bili, come taglio e cucito. Attual-mente sta frequentando questicorsi.”

Capo della Missione:Ambasciatore Markus MuellerBilancio riveduto: 2.454.800 Eurowww.osce.org/bishkek

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Centro di Dushanbe

Nel 2005 il Centro diDushanbe ha lanciato unprogetto militare e di sicu-rezza finalizzato alla distru-zione di armi di piccolocalibro e leggere e di mu-nizioni convenzionali ed haproseguito il lavoro di bo-nifica delle mine terrestri.Le sue attività politichesono state incentrate sulmiglioramento della legge

elettorale e sulla sensibi-lizzazione dei giovani ri-guardo ai loro diritti civili epolitici.

Il Centro ha assistito ilGoverno tagiko nella stra-tegia di riduzione dellapovertà e nello sviluppo diuna strategia nazionaleper l’ambiente, e si è ado-perato per ridurre il degra-do di ecosistemi e per far

fronte ai pericoli delle sco-rie radioattive.

Il Centro ha aiutato ilGoverno a compiere pro-gressi nella riforma giudi-ziaria e a adempiere adaltri obblighi inerenti aidiritti dell’uomo. Ha con-tribuito allo sviluppo dimedia regionali ed hasostenuto la formazione digiovani giornalisti. Il Centro

ha svolto attività di sensi-bilizzazione dell’opinionepubblica e di rafforza-mento delle capacità diorganizzazioni non gover-native e delle autorità, fral’altro in materia di que-stioni di genere e di anti-tratta.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Armi leggere, munizioni conven-zionali e sminamento. Il Centro halanciato un Programma per distrug-gere 21 tonnellate di munizionieccedenti e di 26.000 di armi dipiccolo calibro e leggere. In giugnoil Governo norvegese ha inviato unconsulente tecnico per sostenere larealizzazione di questa iniziativa. LaFinlandia, i Paesi Bassi, la Norve-gia, la Slovenia, la Svezia e gli StatiUniti si sono impegnati a stanziarefondi. Il Programma mira in primoluogo a rafforzare la capacità nazio-nale di distruggere armi convenzio-nali. A tal fine in novembre sonostati aperti a Lohur, a 30 chilometrida Dushanbe, un Centro di adde-stramento per la bonifica di ordigniesplosivi e un Sito di eliminazione.Una squadra francese ha adde-strato sul campo 13 apprendisti deiMinisteri della difesa e dell’interno,distruggendo 8,5 tonnellate di muni-zioni. Altri obiettivi prevedono il raf-forzamento della capacità di distrug-gere armi di piccolo calibro e leg-gere, il potenziamento della sicu-rezza delle scorte di tali armi, lacostruzione di un deposito di muni-zioni per il Consiglio di Stato tagikoper la protezione delle frontiere.

Il Centro ha assistito il Ministerodella difesa a ricollegare il suoCentro di verifica alla Rete di comu-nicazioni dell’OSCE, creato persostenere l’attuazione del Docu-mento di Vienna del 1999 che pre-vede procedure per lo scambio diinformazioni, cooperazione, visite eattività di osservazione nel campomilitare fra gli Stati partecipanti.Ispettori tagiki hanno frequentatocorsi di formazione concernentil’attuazione del Documento di

Vienna, in vista di diverse ispezioniai sensi del Documento program-mate dal Centro nel 2006.

Il Centro ha stanziato 360.000 Europer il suo Programma di smina-mento. La ONG Fondation Suissede Déminage, partner per l’attua-zione, ha bonificato 125.000 metriquadrati di terreno ed ha distrutto4.546 tonnellate di ordigni inesplosi,1.032 mine antiuomo e una minaanticarro. Per rafforzare la capacitànazionale, il Centro ha organizzatocorsi di formazione in settori quali iltrauma, lo sminamento di base e ilrilevamento.

Elezioni e dialogo politico. Attra-verso riunioni del Consiglio pubblicotagiko, il Centro ha promosso undialogo aperto fra Governo e so-cietà civile. Il Consiglio riunisce70 rappresentanti di organismi sta-tali, partiti politici e società civile perdiscutere e trovare un consenso suquestioni sociali urgenti. È statotenuto un ciclo di seminari per sen-sibilizzare l’opinione pubblica sullarelazione tra legge e religione epromuovere la tolleranza nel Tagi-kistan meridionale. Corsi estivihanno previsto programmi di edu-cazione civica per i giovani.

Alcuni seminari, cui hanno parteci-pato commissioni elettorali e circa1.600 rappresentanti dello Stato,hanno contribuito a migliorare lecapacità di presentazione dei pro-grammi per partiti politici prima delleelezioni politiche del 27 febbraio.

Antiterrorismo. Conferenze e cam-pagne di sensibilizzazione nonchéla pubblicazione di opuscoli infor-mativi hanno contribuito a prevenirela diffusione di ideologie estreme eterroristiche, prendendo in conside-razione le cause e gli obiettivi delterrorismo internazionale. Tali ini-

ziative hanno anche insegnato aipartecipanti come difendersi indivi-dualmente dal terrorismo.

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

Rafforzamento delle capacità perpiccole imprese. Al fine di soste-nere il Programma del Governo diriduzione della povertà, il Centro hafinanziato numerosi progetti di svi-luppo di piccole imprese nelleregioni, consentendo ai beneficiaridi avviare una propria impresa.Molti progetti erano rivolti allepovere regioni orientali e meridionalidel Paese e prevedevano corsi diformazione di cucito e panificazioneper consentire alle donne, i cuimariti sono emigrati in cerca dilavoro, di sostenere se stesse e leloro famiglie.

Corsi estivi, due dei quali compren-denti studenti kirghizi e afgani,hanno fornito formazione sullecapacità imprenditoriali di base agiovani che intendono avviare unapropria attività.

Diritti dei lavoratori migranti.Centinaia di migliaia di cittadinitagiki, in maggior parte uomini, sirecano ogni anno all’estero per cer-care lavoro, soprattutto in Russia.Molti di loro non sono consapevolidei requisiti necessari perl’immigrazione e la registrazione ediventano migranti clandestini. Dal2004 il Centro e l’Organizzazioneinternazionale per le migrazionihanno finanziato un centro dirisorse di informativo a Dushanbeper potenziali migranti.

Sostegno alla riforma agraria. Dal1996 il Tagikistan ha riorganizzatograndi aziende agricole di stato e

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collettive in cooperative. Nel 2004 ilCentro ha lanciato un progetto perfacilitare la riforma agraria fornendoformazione ad agricoltori affinchésiano consapevoli dei loro diritti dipossesso della terra. Nel 2005l’ONG partner Agence d’aide à laCoopération Technique et le Déve-loppement, ha tenuto corsi di for-mazione sulle aziende agricole infase di riorganizzazione.

Commercio transfrontaliero. IlCentro ha promosso lo sviluppo delcommercio fra Tagikistan e Afgani-stan dal 2004. In ottobre è statatenuta una conferenza internazio-nale a Khorog, il centro amministra-tivo della regione di Badakhshon,sullo sviluppo del mercato nei Paesiconfinanti con la regione del Pamir.La conferenza ha promosso diversiscambi commerciali transfrontalieri.

Strategia ambientale ed educa-zione ambientale. Il Centro haassistito il Tagikistan ad elaborareuna strategia nazionale per l’am-biente per il periodo 2005–2020.Tale strategia mira a migliorare lalegislazione, la capacità istituzionalee a definire priorità per risolvere iproblemi ecologici. Dopo corsi for-mazione e campagne di sensibiliz-zazione tenuti nel 2004, gli abitantidella Valle di Rasht del Tagikistansudorientale hanno piantato500.000 alberi di loro spontaneainiziativa, ben più dei 12.500 previstidal progetto. Gli alberi arresterannoil degrado e l’erosione del terreno.

Seminari di sensibilizzazionedell’opinione pubblica sull’inquina-mento da scorie radioattive hannopromosso l’utilizzo corretto dellerisorse idriche ed hanno potenziatole capacità delle comunità locali digestire le calamità naturali.

Convenzione di Aarhus. Il CentroAarhus di Dushanbe, istituitodall’OSCE nel 2003, ha contribuitoa elaborare una legge sulla tuteladell’ambiente, ha pubblicato mate-riali informativi ed ha realizzato unsito web (www.aarhus.land.ru) sullaConvenzione di Aarhus, che enu-mera i diritti ambientali dei cittadini.Esso ha organizzato seminari eincontri pubblici coinvolgendocomunità e autorità locali al fine disensibilizzare l’opinione pubblicasulla Convenzione. L’OSCE haaperto un secondo Centro aKhujand nel Tagikistan setten-trionale nel quadro del Programmacongiunto delle Nazioni Unite per

l’ambiente, del Programma di svi-luppo dell’ONU, dell’Iniziativa perl’ambiente e la sicurezza ONU,OSCE e NATO.

“Pattuglie Verdi” e campi estiviambientalisti hanno addestrato1000 studenti di tutto il Tagikistansu questioni ambientali. Nellaregione meridionale di Kurgon-Teppa, 2.100 persone hanno rice-vuto una formazione sulle conse-guenze del degrado degli ecosi-stemi per la sicurezza umana.

Attività nel quadro delladimensione umana

Sensibilizzazione sui dirittidell’uomo. La scarsa sensibilizza-zione sui diritti dell’uomo in Tagi-kistan ha stimolato il Centro a for-mare e a informare i cittadini suidiritti dell’uomo e sullo stato didiritto. I Corsi estivi dell’OSCE suidiritti dell’uomo hanno impartitoformazione a futuri esponenti suglistandard e gli obblighi in materia didiritti dell’uomo.

Di concerto con l’Ufficio ONUdell’Alto Commissario per i dirittidell’uomo, il Centro ha contribuito atrasformare un modesto progettoeducativo sui diritti dell’uomo per lescuole secondarie nel primo vastoprogramma a livello nazionale delTagikistan. La maggioranza dellescuole potrà partecipare presto atale programma.

Riforma legale, giudiziaria e car-ceraria. Il Centro ha assistito ilgoverno a individuare le lacune nelsistema giudiziario e ha addestratoosservatori di ONG a monitorare eanalizzare i processi giudiziarisecondo gli standard internazionalidel giusto processo. La presenzastessa dei monitori nazionali, unanovità per il Tagikistan, si è rivelataessenziale per sensibilizzare moltitribunali sugli standard per il giustoprocesso.

Una cultura dello stato di diritto pre-vede anche che i cittadini comuniabbiano accesso alla giustizia. Nelquadro del progetto relativo alledenuncie individuali di violazionedei diritti dell’uomo, il Centro hafinanziato corsi di formazione peravvocati di tutte le regioni per pre-stare maggiore aiuto alle personevittime di violazioni.

Una tavola rotonda ha sottolineato

la necessità di rendere più umano ilCodice penale del Tagikistan, lealternative alla carcerazione e glisforzi comuni fra governo e societàcivile per definire pene alternative.

Diritti delle minoranze.Un’inchiesta sulle minoranze e unsito web realizzati nel 2005 inten-dono gettare uno sguardo alla situa-zione delle minoranze nazionali eoffrire al governo un quadro piùefficace per le sue politiche in talesettore.

Sviluppo dei mezzi di informa-zione. Il Centro ha ampliato le atti-vità del Centro di risorse per i mediaistituito nel 2004 tramite corsi diformazione per giornalisti sullecapacità giornalistiche e le tecno-logie informatiche. Il Corso intensivodi Master di giornalismo televisivodella durata di un mese ha inse-gnato a 13 giovani le cognizioni dibase del giornalismo televisivo, apartire da come maneggiare unatelecamera a come realizzare noti-ziari. Al fine di migliorare la qualitàdella copertura giornalistica diInternet nella Valle di Ferghana,sono stati condotti ulteriori corsi diformazione e il rinnovamentodell’agenzia di stampa onlineVarorud (www.varorud.org).

Il Centro di Dushanbe ha continuatoad assistere i quotidiani localiKulyabskaya Pravda (in russo etagiko) e Bomdod (in tagiko) nelTagikistan meridionale, nonché larivista in lingua uzbeka Nafosat perla minoranza uzbeka.

Sensibilizzazione sulle questionidi genere. Il Centro ha organizzatocicli di seminari sulle questioni digenere per personale dell’Istituto diformazione per dipendenti statalitagiki. Tale progetto, che proseguirànel 2006, ha incluso una valuta-zione generale sulla sensibilizza-zione e sulla conoscenza da partedei dipendenti statali della parità trai sessi e sarà utilizzato per elabo-rare moduli educativi per diversiministeri tagiki.

Violenza domestica: un nuovoinizio per Nargis e suo marito

Grazie a finanziamenti degliStati Uniti, in luglio il Centro OSCEha aperto in Tagikistan la primastruttura di accoglienza per vittimedella violenza domestica.

In agosto struttura di acco-glienza ha offerto sistemazione econsulenza ad una giovane donna

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di 33 anni che chiameremo Nargis,vittima di ripetute percosse e abusisessuali e psicologici da parte delmarito. Alla presenza di un avvo-cato quest’ultimo ha in seguito fir-mato una dichiarazione in cui siimpegnava a non usare più violenzasu Nargis e che in caso contrariosarebbe stato processato. Egli haanche chiesto che gli fosse con-cessa un’altra possibilità per rico-struire la famiglia.

“Nargis di recente ha fatto ri-torno a casa e insieme al marito staricevendo assistenza psicotera-peutica presso la struttura di acco-glienza”, ha affermato MavzonaKhakimbayeva, coordinatore dellastruttura di accoglienza. “Sembrache stiano conducendo una vita piùarmoniosa e considero ciò un suc-cesso.”

Dalla sua apertura, la strutturadi accoglienza, situata a Khujandnel Tagikistan settentrionale, haprestato consulenza psicologica aoltre 160 persone presso la suasede e 580 tramite il servizio diaiuto telefonico. Sono circa 20 ledonne che hanno ricevuto assi-stenza presso la struttura di acco-glienza del Centro.

Centri di risorse per le donne.L’OSCE ha finanziato nove centri dirisorse per le donne nelle regioni. Icentri sensibilizzano le donne suidiritti umani, offrono consulenzalegale e psicologica gratuita ehanno aiutato le donne a svilupparecapacità professionali. Gruppi inca-ricati di combattere l’analfabetismohanno aiutato giovani ragazze dellezone rurali a colmare le lacune dellaloro istruzione causate dalla povertàe dalla guerra civile.

Seminari e programmi televisivisulla parità tra i sessi hanno messoa confronto la legge secolare con lalegge tradizionale e della Shariah,proseguendo il progetto OSCE del2004, Diritti delle donne nell’Islam. Itre seminari conclusivi sono statitenuti per studenti delle scuoleislamiche nel Tagikistan meridio-nale.

Antitratta. Il Centro ha finanziato lacompilazione del rapporto inizialedel Tagikistan sull’attuazione delProtocollo di Palermo per la pre-venzione, la soppressione e lapunizione della tratta di esseriumani, specialmente di donne ebambini, aggiuntivo alla Conven-zione ONU contro la criminalitàorganizzata transnazionale. Ciò ha

aiutato a individuare le lacune nellalegislazione e nelle prassi nazionalie a sviluppare un piano di azionenazionale contro la tratta.

Capo del Centro:Ambasciatore Alain CouanonBilancio riveduto: 3.728.900 Eurowww.osce.org/tajikistan

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Centro di Tashkent

Il Centro ha concen-trato il suo lavoro politico-militare del 2005 sulla lottaal terrorismo, sulla distru-zione di componenti nonutilizzati del carburante permissili, sulla lotta al trafficodi armi di piccolo calibro eleggere e sul rafforza-mento della sicurezza

delle frontiere, tutte que-stioni di sicurezza solle-vate dalle autorità uzbeke.

Nel campo economico,il Centro ha collaboratocon agricoltori uzbeki alfine di potenziare la lorotutela giuridica e ha tenutocorsi di formazionesull’imprenditoria per

donne e giovani. Esso hacontribuito a sensibilizzarel’opinione pubblica sullequestioni ambientali e haprestato assistenzanell’elaborazione di unprogramma di studi dellascuola secondaria su que-stioni relative alla conser-vazione dell’acqua, data la

scarsità di risorse nel Pa-ese.

Nel quadro della di-mensione umana il Centroha lanciato un progetto perpromuovere lo scambioculturale fra studenti e haproseguito il suo lavororelativo alla riforma carce-raria e all’istruzione legale.

Attività nel quadro delladimensione politico-militare

Prevenzione e lotta al terrorismo.Il Centro ha elaborato un pro-gramma a lungo termine per assi-stere l’Uzbekistan nella prevenzionee nella lotta al terrorismo. Nel qua-dro dei seguiti di un seminariosvoltosi a Tashkent nel dicembre2004, il Centro ha tenuto colloquicon il Governo su di un possibileprogetto volto a potenziare ilsistema nazionale di rilascio deipassaporti.

Il Centro ha facilitato la partecipa-zione di funzionari uzbeki a nume-rosi seminari di esperti organizzatidall’Unità antiterrorismo del Segre-tariato dell’OSCE, concernenti, fral’altro, la Sicurezza dei container(febbraio), la Cooperazione in casipenali relativi al terrorismo (aprile), ilTerrorismo suicida (maggio) e laLotta all’utilizzo di Internet a scopiterroristici (ottobre).

Promozione della sicurezza dellefrontiere. Il Centro ha reso possi-bile la partecipazione di cinqueesperti afgani del servizio frontalieroe doganale ad un corso di forma-zione regionale per istruttori espertidi cani in Asia centrale, tenuto aTashkent nel quadro del Pro-gramma UNDP/UE per la gestionedelle frontiere in Asia centrale. Atale evento hanno partecipatoanche cinque corsisti provenientidal Kazakistan, Tagikistan, Kirghi-zistan e Uzbekistan. L’obiettivo deicorsi di formazione era:• migliorare le capacità pratiche e

teoriche degli addestratori /istruttori di cani;

• addestrare i cani alla ricerca didroga ed esplosivi;

• rafforzare la cooperazione regio-nale fra i rappresentanti deicentri di addestramento di cani e

degli addestratori di canidell’Asia centrale.

Distruzione del componente tos-sico del carburante per missili. Ingennaio il Centro ha ricevuto unarichiesta di aiuto ufficiale da partedel Ministero della difesa per di-struggere le scorte di un compo-nente tossico del carburante permissili. Circa 1.000 tonnellateliquide di carburante sono situate aOqtosh, nella regione di Samar-canda. (Per ulteriori informazioni alriguardo, vedere pag. 13.)

Attività nel quadro delladimensione economica eambientale

Il Centro ha facilitato la partecipa-zione di una delegazione uzbeka aun seminario di preparazione per iltredicesimo Foro economicodell’OSCE avente per tema laMigrazione da una prospettivaeconomica, ambientale e dellasicurezza, tenuto ad Almaty. Ladelegazione era composta di rap-presentanti del Ministero degliinterni, del Centro per politiche eco-nomiche efficaci che fa capo alMinistero dell’economia, del Mini-stero del lavoro e della tutelasociale della popolazione e delCentro per ricerche sociali e di mer-cato.

Sostegno allo sviluppo agricolo.In cooperazione con l’Associazionedegli agricoltori dell’Uzbekistan, ilCentro ha organizzato programmi diformazione al fine di sviluppare ilsettore agricolo. Il progetto haofferto a circa 520 agricoltoril’opportunità di discutere questionipratiche, come ad esempio i rap-porti contrattuali, la tassazione el’assicurazione, nonché l’irrigazione,lo sfruttamento della terra e la pro-duttività del suolo. Il Centro ha ela-borato una serie di raccomanda-

zioni tenendo conto degli ostacoliche i partecipanti hanno detto diaver affrontato come imprenditori. IlCentro ha sostenuto anchel’arbitrato. Tenutidall’organizzazione non governativaLegal Problems Research Centre, icorsi di formazione della durata didue giorni erano intesi a facilitare losviluppo dell’arbitrato nelle provincee a promuovere la tutela giuridicadegli agricoltori, istruendo avvocatilocali a gestire la composizionedelle controversie e a prestareappropriate consulenze legali.

Bakhtyor Toshpulatov elabora unpiano imprenditoriale

La promozione di iniziative im-prenditoriali è di fondamentaleimportanza per la transizionedell’Uzbekistan ad un’economia dimercato. La disoccupazione è ele-vata, specialmente nelle zone rurali.Molti giovani hanno difficoltà a tro-vare lavoro a causa delle limitateopportunità e della mancanza dicapacità pratiche imprenditoriali.

Il Centro di Tashkent si adoperaper aumentare le opportunità occu-pazionali per i giovani affinché nonabbandonino l’Uzbekistan, per atte-nuare le tensioni sociali e stimolarel’economia del Paese. Con l’aiutodel Movimento sociale repubblicanogiovanile, Kamolot, il Centro haorganizzato una serie di seminari diformazione al fine di aiutare i gio-vani uzbeki a sviluppare i loro pianiimprenditoriali e ad imparare atutelare i propri interessi.

Bakhtyor Toshpulatov pro-duce e vende palloni. Egli ha presoparte ad un progetto imprenditorialegiovanile sponsorizzato dall’OSCEnella sua provincia di provenienza,Ferghana. Un gruppo di esperti hascelto di finanziare il suo piano perespandere la sua impresa e pro-durre più tipi di palloni.

“La formazione dell’OSCEha allargato le mie conoscenze diimprenditoria privata e delle que-

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stioni legali”, ha detto. “Mi ha con-sentito di definire l’orientamento e lepossibilità del mio piano imprendito-riale.” Interpellato sui suoi pro-grammi futuri, Toshpulatov ha dettoche intende pubblicizzare i suoiprodotti a livello nazionale ed inter-nazionale, un progetto ambiziosoper il giovane imprenditore. Ma conil sostegno del suo Paese e delCentro OSCE, potrebbe realizzarlodavvero.

Imprenditoria femminile. Il Centroha proseguito il suo progetto sull’im-prenditoria femminile, fornendoinformazioni sugli aspetti legali epratici dell’imprenditoria a circa 125donne. Su richiesta del Comitatodelle donne dell’Uzbekistan, il Cen-tro ha svolto seminari nelle cinqueprovince che non erano state inte-ressate dal programma del 2004. IlComitato delle donne prevede dimantenere contatti con questeimprenditrici e di facilitare l’accessoa crediti finanziari che consenti-ranno loro di avviare la propria atti-vità. Per tutto l’anno il Comitatodelle donne/il Centro di informazionidell’OSCE ha prestato consulenzagratuita su questioni attinenti all’im-prenditoria a donne che intendonodiventare imprenditrici.

Lotta alla corruzione. Il Centro hadistribuito copie supplementaridell’edizione in lingua uzbeka delsuo manuale Migliori prassi nellalotta alla corruzione, fra gli altri,all’Ufficio del Procuratore generalee alla Corte economica suprema.

Turismo. Il Centro ha dato seguitoad un’iniziativa dell’OSCE volta apromuovere lo sviluppo delle pic-cole imprese nel settore del turismo.Nella prima fase il progetto ha va-lutato le condizioni e le prospettivedello sviluppo del turismo nelle pro-vince di Surkhandarya eKashkadarya.

Partecipazione pubblica al pro-cesso decisionale in materiaambientale. Il Centro ha sostenutoil Centro per il patrocinio pubblicoambientale Armon, promuovendouna serie di tavole rotonde indiverse province sulla sicurezzaambientale e l’iniziativa civile. Ipartecipanti hanno discusso sulproblema dei rifiuti industriali peri-colosi e i loro effetti sullo statodell’ambiente e il benessere sociale.Il progetto ha prestato consulenzalegale gratuita ai cittadini su argo-menti ambientali.

Lotta al traffico di droga. Il Centroha facilitato la pubblicazione di1.000 copie di un bollettino di infor-mazioni che espone in dettaglio lasituazione del traffico di droganell’Asia centrale nel 2004. Questapubblicazione annuale viene redattada un partner locale, il Centro na-zionale per il controllo della droga,sotto gli auspici del Gabinetto deiministri dell’Uzbekistan. Il bollettinoattinge le informazioni dai centrinazionali per il controllo della drogain Kazakistan, Kirghizistan e Tagiki-stan, e viene distribuito gratuita-mente alle agenzie internazionali enazionali pertinenti.

Promozione dell’imprenditoria edella tutela ambientale nelleMahallas. Il Centro e la Fondazionenazionale Mahalla delle organizza-zioni delle comunità locali hannoorganizzato seminari in diverse pro-vince dell’Uzbekistan nel quadro delciclo dal titolo Mahallas: promozionedell’imprenditoria e della tutelaambientale. In tali seminari dirigentidelle Mahalla sono stati informatisulle leggi in materia d’imprenditoriae ambientale, sullo sfruttamentorazionale delle risorse naturali, sullatrasformazione dei rifiuti nazionali esull’imprenditoria.

Educazione ambientale peralunni. In cooperazione con il Cen-tro di informazione scientifica dellaCommissione di coordinamentointerstatale sull’acqua per l’Asiacentrale, il Centro OSCE diTashkent ha appoggiato l’elabora-zione di un progetto per un corso distudi per le scuole secondarie suquestioni inerenti alla conserva-zione delle acque. Il Centro diinformazione scientifica ha pre-sentato un programma di studi ainsegnanti delle scuole secondariee ha organizzato un corso estivo didieci giorni per alunni delle provinceal fine di promuovere la sensibiliz-zazione dei giovani sulle questioniambientali.

Attività nel quadro delladimensione umana

Prevenzione e lotta alla tratta diesseri umani. Il Centro ha organiz-zato un viaggio di studio per ungruppo di lavoro interagenzia perfunzionari di polizia e membri dellasocietà civile nell’ex RepubblicaJugoslava di Macedonia e in Italia,Paesi di transito e destinazione. Ilviaggio di studio e periodiche riu-

nioni congiunte hanno contribuito amigliorare la cooperazione fraGoverno e società civile e il coordi-namento nella lotta alla tratta. IlCentro ha inoltre sostenuto piccoliprogetti sul campo volti a sensibi-lizzare e educare gruppi a rischio aTermez, Samarkanda e Ferghana. IlCentro, in sostegno ad un’iniziativadi una ONG con sede a Navoyi, hapubblicato un opuscolo dal titoloMake your own choice. Il Centro hainoltre addestrato circa 1.500 inve-stigatori sui metodi di individuazionee investigazione di crimini connessialla tratta di esseri umani.

Conferimento di poteri alledonne. Il Centro si è concentratosul potenziamento delle capacitàdelle organizzazioni di donne nellapropugnazione, nel monitoraggio enel portare all’attenzione dell’opi-nione pubblica i diritti delle donne.Ha dedicato particolare attenzione aun’iniziativa congiunta del Difensorecivico e della società civile sullaformazione di esperti nazionali rela-tivamente all’attuazione, al monito-raggio e alla redazione di rapportinel quadro della Convenzione perl’eliminazione di tutte le forme didiscriminazione contro le donne(CEDAW).

Riforma carceraria. Il Centro si èdedicato all’ulteriore umanizzazionee liberalizzazione del sistema peni-tenziario. Esso ha assistito le auto-rità e ONG fornendo documenta-zione, sviluppando iniziative diriforma e rafforzando le capacità.Ha prestato sostegno alle ONGuzbeke che svolgono il monitorag-gio dei penitenziari. Il Centro haformato rappresentanti di ONG didifferenti regioni sul monitoraggiodei diritti dell’uomo, rafforzandoquesta capacità al fine di ampliarela portata del monitoraggio delleprigioni. Esso ha contribuito a cre-are un’Unità di risorse presso ilCentro di formazione penitenziarioche consiste di una biblioteca spe-cializzata e di una sala computercon accesso permanente a Internet.

Programma di sostegno alla for-mazione giuridica. Il Centro, l’Am-basciata USA, l’Associazione foren-se Americana e l’Istituto di dirittodell’Europa centrale e dell’Eurasia,hanno lanciato un programma diformazione per formatori per inte-grare la formazione delle capacitàpratiche nell’educazione giuridica incorso dei procuratori. I primi corsi diformazione hanno concentrato

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l’attenzione sulla tutela dei dirittidegli imputati durante gli interro-gatori preliminari nonché sugli stan-dard professionali dei pubblici mini-steri.

Attività per i giovani. In collabora-zione con tre ONG locali, il Centroha lanciato il progetto Giovani delXXI secolo. Esso mira a coinvolgerei giovani nello sviluppo della societàe a promuovere il dialogo fra glistudenti, il dibattito e lo scambiointerculturali. Parte del progettoprevede la partecipazione di giovania seminari, corsi estivi dedicati atemi quali la tolleranza e il multicul-turalismo, la prevenzione dei con-flitti e il ruolo dei giovani nellasocietà.

Capo del Centro:Ambasciatore Miroslav JencaBilancio riveduto: 1.275.900 Eurowww.osce.org/tashkent

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Rappresentante dell’OSCE presso la Commissione estonedi esperti sui pensionati militari

Il compito principale del Rappre-sentante è quello di partecipare ailavori della Commissione estone diesperti sui pensionati militari chepresenta raccomandazioni algoverno sulla concessione di per-messi di soggiorno in Estonia amembri del personale militare russoin pensione rimasti in Estonia dopoche la maggior parte delle forzearmate russe è stata ritirata nel1994.

Attività e sviluppi

Esame delle domande di per-messo di soggiorno temporaneo.Nel corso di sei sessioni, nel 2005la Commissione è riuscita a ridurrea solo 27 il numero dei permessi disoggiorno a breve termine (da unoa tre anni) concessi a pensionati ealle loro famiglie: nel 2004 erano300 e nel 2003 450. Quale frutto dellavoro della Commissione, 5.665

persone su di un totale di 5.692sono ora in possesso di un per-messo di soggiorno temporaneo alungo termine (da quattro a cinqueanni).

Permessi di soggiorno perma-nenti. La Legge sugli stranieriesclude il rilascio di permessi disoggiorno permanenti a pensionatimilitari a partire dall’1 gennaio 2004.Dopo la pertinente sentenza dellaCorte di Stato del 2005, le autoritàestoni hanno infine approvato ilriesame di circa 250 casi registratiprima dell’annuncio degli emenda-menti.

Circa 5.500 persone non si sonoregistrate, per qualche ragione, per ipermessi di soggiorno permanentiprima che la Legge sugli stranierifosse emendata. Essi non possonoora fare ricorso per ottenere il per-messo di soggiorno permanente.

Il lavoro dell’OSCE per la Com-missione. La Commissione suipensionati militari disbriga domandedi permesso di soggiorno tempora-neo e permanente per pensionati ele loro famiglie i cui casi ricadonoentro l’Accordo bilaterale estone-russo sulla sicurezza sociale del1994. Il Rappresentante OSCE hacontinuato a prestare assistenzanella risoluzione di numerosi casiproblematici nell’ambito dei ricorsi econtinuerà a fornire appoggio allavoro della Commissione estonesui pensionati militari.

Rappresentante OSCE:Uwe MahrenholtzBilancio revisionato:105.000 Euro

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Rappresentante OSCE presso la Commissione congiuntalettone-russa sui pensionati militari

Come negli anni precedenti, il Rap-presentante OSCE ha continuato afornire assistenza per l’attuazionedell’Accordo del 1994 tra i Governilettone e russo sulle garanzie socialiai pensionati militari della Federa-zione Russa e alle loro famiglieresidenti nella Repubblica diLettonia.

Conformemente all’Articolo 2 di taleAccordo, i compiti del Rappresen-tante OSCE sono:

• esaminare, unitamente ai rap-presentanti delle parti lettone erussa, appelli su questioni relative aidiritti dei pensionati militari;• partecipare all’adozione di rac-comandazioni e di decisioni su baseconsensuale;• esaminare, su richiesta di unadelle parti, le questioni relativeall’applicazione delle disposizionidell’Accordo.

Nel 2005, gli aventi diritto ai sensidell’Accordo sono stati comples-siva-mente 17.202, vale a dire 674in meno rispetto al 2004. Alla datadell’entrata in vigore dell’Accordonel 1994 il numero compless-ivodelle persone aventi diritto era di22.320.

Attività e sviluppi

Attenuazione di situazioni poten-zialmente difficili. Gli appellirecenti dei pensionati militari relativia questioni sociali sono stati in granparte risolti dai rispettivi organismiamministrativi locali lettoni in coope-razione con le competenti autoritàrusse. Come nel 2004, le questionidegli alloggi nelle sistemazionicosiddette “denazionalizzate” hannoacquisito importanza in quanto esseriguardavano sempre più i pensio-nati e le loro famiglie. La Lettonia haadottato nel 1991 una legge chedisciplina la restituzione delle pro-prietà nazionalizzate ai loro legittimi

proprietari o ai loro discendenti. Ladenazionalizzazione è iniziata nel1993/94 e prevede un periodo disette anni di tutela speciale perlocatari residenti in queste case oappartamenti. Le autorità lettonihanno offerto condizioni finanziarievantaggiose ai pensionati interes-sati ed ha definito dei limiti degliaffitti delle case “denazionalizzate”entro la fine dell’anno 2007.

Sostegno al reinsediamento. Leautorità lettoni hanno esaminato laquestione dei pensionati che desi-derano trasferirsi dalla Lettonia inRussia. L’1 gennaio 2006 il pro-gramma di aiuti finanziari dellaLettonia per la questione del rein-sediamento è entrato in vigore.

Rappresentante dell’OSCE:Helmut NapiontekBilancio riveduto: 8.300 Euro

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Istituzioni

Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo

Alto Commissario per le minoranze nazionali

Rappresentante per la libertà dei mezzi di informazione

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Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo

L’Ufficio per le istituzioni democratiche e i dirittidell’uomo (ODIHR) è la principale istituzionedell’OSCE nel campo della dimensione umana: unampio concetto che comprende la tutela dei dirittiumani, lo sviluppo delle società democratiche (conparticolare riguardo alle elezioni, al rafforzamentodelle istituzioni e all’amministrazione pubblica), il raf-forzamento dello stato di diritto e la promozione di unautentico rispetto e di una comprensione reciproca tragli individui e tra le nazioni.

L’Ambasciatore Christian Strohal, un diplomaticoaustriaco, è a capo dell’ODIHR dal marzo del 2003.L’Ufficio conta 125 impiegati provenienti da 27 dei 55Stati partecipanti all’OSCE.

L’ODIHR, che ha sede a Varsavia, Polonia, opera intutta la regione dell’OSCE, svolgendo attività volte afavorire la democrazia e lo stato di diritto, a promuo-vere e a tutelare i diritti umani, a far fronte alle relativecarenze e ad assistere gli Stati partecipanti nell’attua-zione degli impegni assunti. L’Ufficio si è inoltre ado-perato in misura sempre maggiore per fornire al Presi-dente in esercizio informazioni sugli sviluppi in talisettori, anche nel caso di gravi violazioni dei dirittiumani, contribuendo in tal modo all’espletamento dellafunzione di preallarme dell’OSCE.

In qualità di organismo principale nel campodell’osservazione elettorale, l’ODIHR ha, negli ultimianni, monitorato elezioni in tutta l’area dell’OSCE:dagli Stati Uniti d’America in occidente alla parte piùorientale della Russia, e in diversi altri luoghi compresitra questi due Paesi. Nel 2005 l’ODIHR ha effettuato intotale dieci missioni di osservazione o di valutazione,sia nelle nuove democrazie, che negli stati di lungatradizione democratica, si è adoperata per diversifi-care la nazionalità degli osservatori elettorali prove-

nienti dalla regione dell’OSCE e per rafforzare lecapacità degli osservatori governativi e non governa-tivi.

Nel quadro del suo nuovo Programma sulla tolleranzae la non discriminazione, l’Ufficio ha lanciato iniziativeintese a rafforzare la capacità degli Stati di combattereil razzismo, l’antisemitismo e la discriminazione in tuttala regione. Sono stati avviati progetti per raccoglieredati sulla frequenza e la tipologia dei crimini ispiratidall’odio commessi, per promuovere le migliori prassinella lotta contro tali crimini e per fornire una forma-zione specifica ai funzionari delle forze dell’ordine cherappresentano la prima linea di difesa contro ogniforma di odio e di discriminazione.

Elezioni

Riconoscendo che un processo elettorale demo-cratico costituisce il fondamento di una buona ammi-nistrazione democratica, l’ODIHR si adopera permigliorare l’integrità dei processi elettorali, nonché ilquadro legislativo e amministrativo delle elezioni.

Per le otto missioni di osservazione elettorale e per ledue missioni di valutazione effettuate nel 2005 sonostati dislocati più di 3000 osservatori. Inoltre 113osservatori a breve termine e 19 osservatori a lungotermine sono stati finanziati attraverso il Fondo volon-tario dell’ODIHR per la diversificazione delle missionidi osservazione, che è stato istituito per assicurareuna maggiore partecipazione dei cittadini provenientidai 19 Stati partecipanti che non possono distaccareregolarmente personale per le missioni di osserva-zione dell’ODIHR.

Programma delle Missioni di osservazione e di valutazione elettorale dell’ODIHR nel 2005Paese Tipo di elezioni DataKirgizistan Parlamentari 27 febbraio / 13 marzoTagikistan Parlamentari 27 febbraio / 13 marzoMoldova Parlamentari 6 marzoL’ex Repubblica Jugoslava diMacedonia

Municipali 13 marzo / 27 marzo / 10 aprile

Regno Unito Generali 5 maggioBulgaria Parlamentari 25 giugnoAlbania Parlamentari 3 luglio/21 agostoKirgizistan Primarie presidenziali 10 luglioAzerbaigian Parlamentari 6 novembreKazakistan Presidenziali 4 dicembre

In due casi, in cui non era stata dislocata una missionedi osservazione, l’ODIHR ha inviato sul terreno piccolinuclei di esperti al fine di aiutare le missioni OSCE sulterreno ad effettuare la valutazione delle elezioni: inoccasione delle elezioni parlamentari supplettive inGeorgia e delle elezioni municipali in Moldova.

Nel 2005 l’ODIHR e il Segretariato OSCE hannosvolto congiuntamente due attività al di fuori dellaregione: l’invio di un Nucleo di valutazione dellenecessità di formazione nei territori palestinesi durante

le elezioni presidenziali di gennaio e l’invio di unNucleo di supporto elettorale in Afganistan durante leelezioni parlamentari svoltesi a settembre. (Per mag-giori informazioni su tale tema si prega di vedere pag.26.)

Esame e riforma della legislazione elettorale. Unquadro giuridico che non rispecchi in modo sufficientegli impegni dell’OSCE non contribuisce allo svolgi-mento di elezioni democratiche autentiche e significa-tive. Per far fronte alle lacune legislative presenti in

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molti paesi, l’ODIHR si serve di un fondo volontarioche consente di fornire consulenze di esperti nell’am-bito della riforma della legislazione elettorale. Nel 2005l’ODIHR ha formulato, insieme alla Commissione diVenezia del Consiglio d’Europa, diverse raccomanda-zioni nelle seguenti materie: emendamenti del Codiceelettorale dell’Azerbaigian, Codice elettorale emendatodella Moldova, legge emendata dell’Ucraina sull’ele-zione dei membri del parlamento, disegno di leggerelativo alla Commissione elettorale statale dellaCroazia ed emendamenti del Codice elettoraledell’Armenia. L’ODIHR ha inoltre pubblicato un esameindipendente della legge dell’Uzbekistan relativa alleelezioni parlamentari.

Seguiti e attuazione delle raccomandazioni.L’ODIHR sta sviluppando la sua capacità di dare unseguito alle raccomandazioni contenute nei suoi rap-porti di osservazione, offrendo assistenza alla relativaattuazione, ove necessario. Nel 2005 l’Ufficio ha svoltospecifiche visite nel quadro dei seguiti in Albania,Ucraina, Stati Uniti d’America e nell’ex RepubblicaJugoslava di Macedonia.

Sfide emergenti e nuovi impegni. Le attività diosservazione dell’ODIHR hanno continuato a indivi-duare sfide emergenti allo svolgimento di elezionidemocratiche, incluse quelle derivanti dall’introduzionedi nuove tecnologie e procedure elettorali. È statoquesto uno dei principali temi di dibattito durante laRiunione supplementare nel quadro della Dimensioneumana sulle sfide poste dalle tecnologie e dalle pro-cedure elettorali, tenuta in aprile. Gli Stati partecipantisono stati esortati ad assicurare un’ampia fiduciapopolare nelle nuove tecnologie elettorali introdotte.

Gli Stati hanno intavolato un dibattito sull’introduzionedi impegni supplementari allo scopo di far fronte a talisfide emergenti. L’ODIHR ha organizzato una riunionedi esperti in settembre per valutare la necessità diintrodurre impegni supplementari, che ha dato luogoall’elaborazione di una Nota esplicativa relativa aeventuali impegni supplementari per le elezioni demo-cratiche, successivamente distribuita tra gli Stati par-tecipanti all’OSCE. Secondo l’ODIHR tre principi fon-damentali, che costituiscono parte integrante delleelezioni democratiche, potrebbero costituire la base diimpegni supplementari: la trasparenza, la responsa-bilità e la fiducia pubblica,

Metodologia. Benché la metodologia di basedell’ODIHR non sia stata fondamentalmente alteratadopo la pubblicazione nel 1996 del primo Manuale diosservazione elettorale, essa viene periodicamenteaggiornata per tener conto delle nuove sfide edell’esperienza maturata nel corso di oltre un decenniodi osservazione. Negli ultimi anni, ad esempio,l’ODIHR si è dedicata in misura sempre maggiore almonitoraggio della partecipazione delle donne e delleminoranze nazionali al processo elettorale.

Nel 2005 l’Ufficio ha aggiornato e pubblicato unaquinta edizione del Manuale. Esso è disponibile ininglese, francese, russo e ucraino e sarà presto pub-blicato in diverse altre lingue. Oltre a mettere la meto-dologia dell’ODIHR a disposizione di un’ampia gammadi persone interessate al monitoraggio elettorale, letraduzioni del Manuale contribuiscono agli sforzi

dell’ODIHR intesi a sostenere il ruolo degli osservatorielettorali nazionali, quale attività distinta, ma comple-mentare.

Osservazione nazionale. L’ODIHR è riuscita a riunirele organizzazioni di osservatori nazionali per unoscambio di esperienze e delle migliori prassi. In set-tembre l’Ufficio ha organizzato una riunione dedicataai quindici anni di osservazione nazionale nella re-gione dell’OSCE. I partecipanti hanno riconosciuto ilruolo importante che i gruppi di osservatori nazionalipossono svolgere nell’assicurare l’integrità dei pro-cessi elettorali nel proprio Paese.

Democratizzazione[L’obiettivo delle attività di democratizzazione

dell’ODIHR è consolidare la cultura democratica. Essecreano un contesto per azioni concertate che avvici-nano governi e società civile, e affrontano questioniche sono spesso motivo di divisione in un ambito dilavoro.

Nell’elaborazione di un programma su una qual-siasi tema, due sono i fattori cruciali per il successo:l’autogestione locale e l’impiego di consulenze di altriStati partecipanti all’OSCE che hanno affrontato situa-zioni analoghe. Ciò si traduce in un impegno metodo-logico a servirsi di consulenti provenienti dalle perti-nenti regioni e a sviluppare meccanismi basati sugliinsegnamenti appresi, nonché a condividere le espe-rienze dell’Europa sudorientale con l’intera OSCE.

Nel 2005 la metodologia del programma di democra-tizzazione dell’Ufficio ha continuato a svilupparsi, inseguito alla razionalizzazione delle attività progettualieffettuata l’anno precedente. È stata, ad esempio,introdotta una misura per massimizzare le risorsedell’Organizzazione: l’invio di missioni di valutazionestrutturate prima di intraprendere qualsiasi attivitàrelativa alla democratizzazione.

Le cinque principali riunioni nel quadro della dimen-sione umana del 2005 hanno registrato un incrementodella partecipazione delle ONG rispetto all’anno pre-cedente. In occasione della Riunione di attuazione nelquadro della dimensione umana si è registrato ilnumero record di 433 rappresentanti di 315 ONG.

Stato di diritto e supporto legislativo

Riforma della giustizia penale. L’ODIHR contribuisceagli sforzi relativi alla riforma della giustizia penale indiversi Paesi, in particolare in merito alla prevenzionedella tortura e al monitoraggio dei luoghi di deten-zione.

La tortura è un problema reale e diffuso nella regionedell’OSCE. In troppi Paesi la tortura e altre forme ditrattamenti degradanti e inumani fanno parte dellequotidiane attività di polizia. In taluni Stati un caso siconsidera risolto solo nel momento in cui si è ottenutauna confessione, il che incoraggia il ricorso alla torturaper ottenere le confessioni. Giudici e procuratorispesso contribuiscono al protrarsi di questa situa-zione, poiché continuano a utilizzare tali dichiarazionicome prove in giudizio.

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L’ODIHR ha affrontato la questione del potere delpubblico ministero di sanzionare gli arresti e ha inco-raggiato il trasferimento di tale potere alla magistra-tura. In Kazakistan l’ODIHR, in cooperazione conl’Ufficio del Procuratore generale, la Corte suprema eil Centro OSCE di Almaty, ha organizzato una tavolarotonda per avviare un dialogo su tale questione.

L’ODIHR incoraggia il monitoraggio pubblico dei luoghidi detenzione. L’Ufficio ha organizzato o aiutato aorga nizzare tavole rotonde sul monitoraggio deiluoghi di detenzione in Kirghizistan e in Kazakistan,che hanno contribuito alla creazione in Kazakistan diun comitato di monitoraggio pubblico. I comitatirappresentano un prezioso aiuto nella prevenzionedella tortura e nel miglioramento delle condizioni negliistituti di pena, in quanto aprono le prigioni allavalutazione del mondo esterno, prevenendol’isolamento e gli abusi che possono verificarsi dietrole sbarre.

Giusto processo. Gli avvocati rappresentano unadelle priorità dell’ODIHR nelle iniziative volte a garan-tire lo svolgimento di processi giusti. L’Ufficio pro-muove una riforma sistematica dell’avvocatura e ilmiglioramento delle capacità degli individui tramite icorsi di formazione.

La comunità internazionale ha in larga misura trascu-rato l’importanza dell’avvocatura, che è una parteintegrante di qualunque sistema legale. Per portareall’attenzione generale tale tema, una delle Riunionisupplementari dell’OSCE nel quadro della dimensioneumana del 2005 ha avuto come argomento centrale ilruolo degli avvocati della difesa nel giusto processo.All’incontro hanno preso parte professionisti legaliprovenienti dall’intera regione dell’OSCE per discuterei problemi che incontrano gli avvocati della difesa eper raccomandare i mezzi con cui l’OSCE può fornireuna valida assistenza.

Supporto legislativo. In risposta alle richieste degliStati partecipanti l’ODIHR fornisce consulenza e assi-stenza nell’elaborazione di una legislazione conformeagli impegni dell’OSCE. Nel 2005 l’ODIHR ha pre-sentato i suoi commenti in merito agli emendamenticostituzionali della Georgia e del Kirghizistan, nonchésu una serie di provvedimenti legislativi adottati dadiversi Stati partecipanti nell’ambito della tratta diesseri umani, dell’antiterrorismo, del giusto processo,della riforma della polizia, delle pari opportunità, dellalibertà di riunione e in materia elettorale.

L’approccio dell’ODIHR è incentrato su iniziative chemirano a favorire l’autogestione locale e la continuità ea promuovere processi esaurienti e trasparenti. InArmenia, ad esempio, l’ODIHR e la Commissione diVenezia del Consiglio d’Europa hanno prestato assi-stenza a un’iniziativa locale che si proponeva di ela-borare emendamenti alla legge del 2004 sulle riunionie le assemblee. Tali emendamenti hanno miglioratosignificativamente il quadro giuridico che regola lalibertà di assemblea.

L’ODIHR cura anche un database legislativo(www.legislationline.org) per legislatori ed espertidell’ODIHR, che offre l’opportunità di osservare le ten-denze dell’attività legislativa nella regione dell’OSCE e

aiuta a individuare le prassi positive. Si sta proce-dendo all’ampliamento di tale database al fine di inclu-dere il materiale concernente i processi legislativi el’elaborazione delle leggi.

Pubblica amministrazione democratica

Processi legislativi. Per dare un seguito al Seminario2004 nel quadro della dimensione umana sulla pub-blica amministrazione democratica, l’ODIHR nel 2005ha elaborato una nuova metodologia che ha peroggetto il processo legislativo nel suo insieme. Erasorta la necessità di integrare le attività volte a miglio-rare la qualità dei singoli provvedimenti legislativi conun lavoro sulle prassi e procedure attraverso cui lalegislazione viene elaborata, redatta, adottata, pro-mulgata, pubblicata e valutata. Punto di partenza diquesto lavoro è un esame del quadro legislativo,incluse le questioni relative alla trasparenza e allacompletezza. Su tale base vengono analizzate e pro-poste delle opzioni per ovviare ai rischi e alle lacuneindividuati.

In Georgia gli esperti dell’ODIHR hanno svolto unostudio tra i membri del governo e del parlamento, non-ché tra personalità di rilievo, che ha dato luogo adun’analisi globale delle procedure legislative delPaese. Questa analisi costituirà la base per sostenerele iniziative nazionali volte a migliorare la qualità el’efficacia della legislazione attraverso seminari cuiinterverranno esperti nazionali e internazionali.

Supporto ai partiti politici. Al fine di assicurare lasostenibilità delle riforme politiche messe in atto dalledemocrazie in transizione è necessario, in alcunipaesi, trasformare le relazioni tra chi governa e chi ègovernato. L’obiettivo è un governo trasparente,acces sibile e responsabile. Tenendo conto di talefinalità, nel 2005 l’ODIHR ha elaborato e messo in attouna metodologia di autovalutazione critica in meritoalla formazione dei partiti politici e alla riformaparlamentare.

La Georgia è stato il Paese pilota in cui l’ODIHR hacoinvolto i sei principali partiti politici, un importantecentro di ricerca – l’Istituto per la pace, lo sviluppo e lademocrazia del Caucaso – e l’Istituto olandese per lademocrazia multipartitica in un progetto comune divalutazione. I partiti hanno risposto a quesiti sulla lororagione di essere e la loro collocazione nella società, ehanno fornito informazioni sul loro programma politicononché sulle relazioni tra i loro membri e la strutturadel partito.

I partiti contribuiranno alla redazione di un rapporto dapubblicare entro il gennaio 2006, che costituirà unpiano d’azione per l’ulteriore sviluppo dei partiti politiciin Georgia.

In un nuovo sforzo per assicurare la sostenibilità delleriforme democratiche in Georgia, L’ODIHR, con lacreazione di un Centro per la riforma parlamentare, haaiutato il parlamento a rafforzare la sua capacità diaffrontare efficacemente il proprio processo di riforma.

Partecipazione delle donne ai processi democra-tici. L’ODIHR ha realizzato programmi specifici per isingoli paesi nel Caucaso meridionale e in Asia cen-

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trale, finalizzati ad accrescere la partecipazione delledonne ai processi democratici. Nel 2005 tra le prioritàdell’Ufficio figuravano la promozione della coopera-zione tra governo e società civile a livello nazionale elocale, il rafforzamento delle capacità e delle compe-tenze della società civile e delle strutture governative,la promozione della leadership femminile, l’integra-zione della parità dei sessi nella programmazione poli-tica e la prevenzione e la lotta alla violenza domestica.

A seguito degli sforzi compiuti in passato, reti di gruppifemminili create con l’aiuto dell’ODIHR sono riuscitead ottenere cambiamenti positivi. In Kirghistan, adesempio, è stata istituita la carica di rappresentantepresidenziale presso il Parlamento per la parità trauomini e donne. Tale successo è stato il risultato dellepressioni esercitate da un’associazione femminiledopo le elezioni parlamentari del 2005, in cui non erastata eletta neanche una delle candidate femminili.

In Georgia la coalizione delle ONG femminili ha svoltoun ruolo fondamentale nella creazione di un Comitatostatale per la parità tra i sessi, che è stato incaricato dielaborare un’esauriente politica nazionale e un pianodi attuazione della parità tra i sessi.

Migrazione e libertà di movimento. La Presidenzaslovena ha aperto la strada ai lavori dell’ODIHR nelcampo della libertà di movimento, attribuendo mag-giore importanza alle questioni connesse alla migra-zione.

In maggio il Seminario nel quadro della dimensioneumana sulla migrazione e l’integrazione ha ricono-sciuto l’importanza della gestione migratoria e dellosviluppo di processi di integrazione, esortando a unamaggiore cooperazione tra gli Stati partecipanti inquesto campo. È stato inoltre sottolineato che lamigrazione comporta vantaggi sia per il Paese da cuiprovengono gli emigranti, sia per il Paese che li riceve.

Le attività dell’ODIHR nell’ambito della migrazionehanno sempre rispecchiato la priorità del Dipartimentoper la democratizzazione di condividere le compe-tenze e le esperienze in un contesto regionale, come èavvenuto, ad esempio, in occasione della conferenzaregionale organizzata dall’ODIHR per i rappresentantidei Paesi della CSI e degli Stati baltici sul tema dellariforma del registro della popolazione.

Diritti umani

L’ODIHR presta assistenza agli Stati partecipantinell’adempimento dei loro obblighi concernenti latutela e la promozione dei diritti umani stabiliti negliimpegni OSCE e in altre pertinenti norme internazio-nali. Essa controlla l’osservanza degli impegni OSCErelativamente ai diritti umani e alle libertà fondamentalie fornisce consulenza e assistenza. In pratica tutto ciòcomporta il monitoraggio di un’ampia gamma di que-stioni, dalle fondamentali libertà di riunione, di asso-ciazione e di parola, a questioni delicate e attuali comela pena capitale e il rispetto dei diritti umani nella lottaal terrorismo.

In termini più ampi, il monitoraggio fornisce indi-catori per le attività di rafforzamento istituzionaledell’ODIHR, rivelando i settori in cui miglioramentidella legislazione o del funzionamento degli organi

statali potrebbero garantire una maggiore tutela deidiritti umani per ciascun individuo. Secondo una pro-spettiva ancora più estesa, le attività dell’ODIHRcontribuiscono al preallarme e alla prevenzione deiconflitti e sono parte integrante dell’approccio globalealla sicurezza dell’Organizzazione.

Pena capitale. L’ODIHR effettua il monitoraggio delricorso alla pena capitale in 55 Stati partecipanti alloscopo di migliorare la trasparenza e l’osservanza dellesalvaguardie internazionali, facilitando al tempo stessolo scambio di informazioni sull’abolizione della pena dimorte. La rassegna annuale dell’Ufficio, La pena dimorte nell’area dell’OSCE, è stata presentata in occa-sione della Riunione di attuazione nel quadro delladimensione umana svoltasi a settembre.

A novembre si è tenuta ad Almaty una Conferenzaregionale sulle alternative alla pena capitale in Asiacentrale. All’evento hanno partecipato governi, orga-nizzazioni non governative e altre parti interessate,che hanno scambiato opinioni e informazioni sullealternative alla pena di morte ed hanno potuto appren-dere dalle esperienze di altri Stati in cui sono stati giàintrodotti provvedimenti alternativi.

Monitoraggio dei processi. Il monitoraggio dei pro-cessi viene effettuato al fine di valutare l’equità deiprocedimenti giudiziari, la loro conformità agli impegniOSCE e ad altre norme internazionali. Tale attivitàconcerne unicamente l’equità di un processo e non haa che fare con la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato. Le informazioni raccolte attraverso il monitorag-gio dei processi possono costituire la base per attivitàdi riforma e possono inoltre fornire elementi per iprogetti di consolidamento istituzionale attuatidall’ODIHR e da altre organizzazioni internazionali.

Lo scorso anno l’ODIHR ha lanciato un progetto dimonitoraggio dei processi in cooperazione con il Cen-tro OSCE di Almaty, con il Centro OSCE di Bishkek econ le Corti supreme del Kazakistan e del Kirghizistan.Un gruppo di osservatori di varie ONG, che erano statiaddestrati dall’ODIHR nel 2004, hanno nel 2005 effet-tuato il monitoraggio di processi penali in diverseregioni dei due paesi. Le conclusioni degli osservatori,che saranno pubblicate nel marzo 2006, costituirannola base per un dialogo con le pertinenti autorità stataliin merito alle potenziali riforme.

In febbraio l’ODIHR ha pubblicato un rapporto sul pro-getto di monitoraggio dei processi attuato in Azerbai-gian nel 2003 e nel 2004. Il rapporto conteneva unaserie di raccomandazioni di carattere generale perinterventi immediati, e specifiche raccomandazioniconcernenti particolari garanzie per il giusto processo.

Su invito del Governo uzbeko, esperti dell’ODIHRhanno monitorato il processo contro quindici uominiaccusati di presunti crimini commessi a Andijan nelmese di maggio. L’ODIHR informerà il Presidente inesercizio dell’OSCE in merito agli esiti di tale monito-raggio.

Diritti umani e lotta al terrorismo. La lotta globalecontro il terrorismo ha messo in pericolo la tutela dinumerosi diritti e libertà fondamentali. È importanteassicurare che considerazioni relative alla sicurezza

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non pregiudichino gli stessi diritti che intendono tute-lare. Tenendo conto di ciò l’OSCE nel 2005 ha dedi-cato una delle sue Riunioni supplementari nel quadrodella dimensione umana a tale questione, stimolandoil dibattito su tre temi essenziali collegati ai diritti umanie alla lotta al terrorismo: la libertà di religione, la proi-bizione della tortura e il ruolo delle ONG nella lotta alterrorismo.

L’Ufficio ha inoltre organizzato un corso di formazioneper funzionari di grado superiore e uomini politici chelavorano nel campo della lotta al terrorismo. Un corsodi formazione a livello nazionale in Kirghizistan e uncorso regionale tenuto in Austria hanno chiarito ai fun-zionari i metodi per conformare le proprie politiche allenorme internazionali sui diritti umani.

Formazione e educazione in materia di dirittiumani. Le prove indicano che in alcune parti dellaregione dell’OSCE i luoghi di detenzione sono teatro didiffuse violazioni dei diritti umani. Al riguardo, destanoparticolare preoccupazione i luoghi di detenzione pre-ventiva, in cui a volte si ricorre all’uso della forza perottenere una confessione e pertanto assicurare unacondanna. Il monitoraggio della situazione in questeistituzioni può scoraggiare tali violazioni e consentirealle organizzazioni interessate, come l’ODIHR e leONG nazionali, di mettere a punto strategie di riforma.

In quattro Stati dell’Asia centrale, il Kazakistan, il Kir-ghizistan, il Tagikistan e l’Uzbekistan, l’ODIHR hatenuto corsi di formazione per i rappresentanti dellasocietà civile sul monitoraggio della situazione relativaai diritti umani nelle prigioni e nei centri di detenzionepreventiva. In Armenia e in Tagikistan l’ODIHR hacontribuito all’addestramento delle ONG sul monito-raggio della situazione generale relativa ai dirittiumani.

Diritti umani, donne e sicurezza. Nel 2005 l’ODIHRha elaborato un nuovo programma su “Diritti umani,donne e sicurezza”. Durante il primo anno di attua-zione il programma ha avuto per oggetto il monito-raggio della situazione dei diritti delle donne in Uzbe-kistan e ha realizzato al tempo stesso corsi di sensibi-lizzazione sulla parità dei sessi per la Rete giovaniledell’Asia centrale in Kirghizistan. Una tavola rotondasvoltasi in Moldova ha riunito rappresentanti governa-tivi e non governativi per discutere la riduzione dellaviolenza nei confronti delle donne quale mezzo effi-cace per prevenire la tratta di donne. Nel corso dellariunione è stato analizzato il progetto di legge dellaMoldova sulla prevenzione e la lotta alla violenzadomestica e sono state elaborate raccomandazioniper una serie di emendamenti. Nell’intento di intensifi-care i lavori sull’aspetto della sicurezza in relazione aidiritti delle donne, l’ODIHR ha organizzato una riu-nione consultiva internazionale sul tema: “Indicatori dipreallarme relativi ai conflitti e i diritti delle donne”. Allariunione hanno partecipato, tra l’altro, organizzazioniquali l’UNIFEM e l’Ufficio dell’Alto Commissario delleNazioni Unite per i rifugiati, nonché le ONG Kvinna tillKvinna e International Alert.

Lotta alla tratta di esseri umani. Con la nomina nel2004 del Rappresentante speciale dell’OSCE per lalotta alla tratta di esseri umani, l’organizzazione hacreato un punto di riferimento per tutte le sue attività

anti-tratta, in una prospettiva interdimensionale.L’ODIHR ha pertanto adeguato le sue attività in talecampo al fine di assicurare il coordinamento con ilRappresentante speciale. Ciò ha comportatol’elaborazione di una serie di priorità comuni, l’invio disostanziali informazioni e di esperti alle conferenzeorganizzate dal Rappresentante, e attività volte adassicurare che i progetti dell’ODIHR traggano vantag-gio dall’elevato profilo politico attribuito alla lotta controla tratta dalle visite in vari paesi del Rappresentantespeciale.

Tolleranza e non discriminazione

Nel 2005 il settore “tolleranza e non discrimina-zione”, che anteriormente costituiva una delle areetematiche di competenza del Dipartimento per i dirittiumani, è stato esteso e trasformato in un programmadistinto. Con le nuove risorse e un ampio mandatoderivante dai risultati delle principali conferenze OSCEsulla lotta all’antisemitismo, al razzismo e alla discri-minazione,nel primo anno di attuazione il programmaha realizzato un’ampia gamma di attività finalizzate apromuovere un rispetto e una comprensione autentici,nonché ad assicurare la tutela della fondamentalelibertà di pensiero, coscienza, religione o credo.

Lotta ai crimini ispirati dall’odio. In molti stati, unodei principali ostacoli alla lotta contro i crimini ispiratidall’odio è l’assenza di accurate statistiche. Poiché lamaggior parte dei paesi non ha stabilito meccanismiper individuare gli autori o le vittime dei crimini ispiratidall’odio, è difficile determinare l’ampiezza del pro-blema o dove reperire le risorse per combatterlo.L’ODIHR ha iniziato nel 2004 a raccogliere testi legi-slativi, statistiche ed esempi di prassi positive negliStati dell’OSCE, che ha utilizzato per elaborare unesteso rapporto sulla Lotta ai crimini ispirati dall’odionella regione OSCE: panorama delle statistiche, dellalegislazione e delle iniziative nazionali. Servendosi ditali informazioni l’ODIHR ha individuato le lacune nellaraccolta dei dati e ha messo a punto una serie distrumenti, inclusa la definizione del lavoro e un for-mulario per i rapporti della polizia, al fine di aiutare gliStati a migliorare la raccolta dei dati e la legislazione.

L’Ufficio ha elaborato un programma finalizzato adaccrescere la capacità dei funzionari di polizia di indi-viduare e rispondere efficacemente ai crimini ispiratidall’odio e di collaborare con le comunità interessate,che è stato lanciato a titolo sperimentale in Spagna ein Ungheria nel mese di maggio. Uno dei risultatiimmediati è stata una maggiore consapevolezza daparte dei due paesi della necessità di far fronte ai cri-mini ispirati dall’odio e di collaborare da vicino con lecomunità interessate. Ciò è risultato evidente attra-verso la valutazione dei corsi di formazione presentatadai partecipanti, nonché attraverso le conseguentimisure adottate dalle autorità dei due paesi al fine diincorporare alcuni elementi del programma di forma-zione sui crimini ispirati dall’odio nei loro esistenti corsidi formazione della polizia. Si prevede di realizzare lostesso programma in Croazia e in Ucraina.

Insegnamento della storia dell’Olocausto, lottaall’antisemitismo e promozione della tolleranza.Per contrastare l’antisemitismo presente nella regionedell’OSCE, che spesso trova espressione in attività

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neonaziste, nella negazione dell’Olocausto e in attac-chi violenti nei confronti degli ebrei e delle istituzioniebraiche, gli Stati partecipanti all’OSCE si sono impe-gnati a promuovere programmi educativi finalizzati acombattere l’antisemitismo e a promuovere il ricordo el’insegnamento della storia dell’Olocausto.

Al fine di valutare i programmi esistenti, porre in rilievole prassi positive intraprese dagli Stati dell’OSCE eindividuare le lacune nel campo dell’insegnamentodella storia dell’Olocausto, l’ODIHR ha realizzato nel2005 uno studio intitolato Insegnamento relativoall’Olocausto e all’Antisemitismo: un panorama eun’analisi degli approcci educativi.

Per dare seguito ai risultati di tale studio, l’ODIHR, incooperazione con altri partner, tra cui la Task Force dicooperazione internazionale per l’istruzione la com-memorazione e la ricerca relativa all’Olocausto; YadVashem di Israele e la casa di Anna Frank di Amster-dam, nonché con esperti della regione dell’OSCE, staelaborando linee guida e materiale didattico per edu-catori al fine di aiutarli a migliorare l’insegnamentorelativo all’Olocausto ed ad affrontare l’antisemitismocontemporaneo.

L’Ufficio ha inoltre tenuto in Polonia la prima di unaserie di tavole rotonde di esperti con le autoritàresponsabili dell’istruzione e i rappresentanti delleorganizzazioni non governative, al fine di discutereiniziative per assistere e incoraggiare le autoritànazionali nell’attuazione di programmi di istruzionesull’Olocausto e l’antisemitismo.

In un più ampio contesto di educazione alla tolleranza,nella seconda metà del 2005 è stato messo a puntoun programma educativo finalizzato a promuovere ilrispetto della diversità. Il programma, che sarà attuatonel 2006, darà luogo a una valutazione e a un apprez-zamento delle esistenti strategie educative e delleiniziative in atto nella regione dell’OSCE.

Promozione della libertà di religione o di credo. I57 membri della Commissione di esperti dell’ODIHRsulla libertà di religione o di credo (che funge daorgano consultivo degli Stati partecipanti per la pro-mozione della la libertà di religione), forniscono assi-stenza legislativa e pareri su casi specifici. In rispostaalle richieste degli Stati partecipanti e basandosi sulnuovo testo, Linee guida per l’esame della legislazioneconcernente la libertà di religione o di credo, la Com-missione ha esaminato diverse leggi. Le linee guidasono state anche tradotte in russo al fine di facilitare illoro impiego sempre maggiore nella regionedell’OSCE.

Rafforzamento della capacità della società civile.L’Ufficio ha avviato attività volte ad assistere le orga-nizzazioni non governative nel monitoraggio e nellaredazione dei rapporti sui crimini ispirati dall’odio e lemanifestazioni violente di intolleranza. In giugno èstato organizzato un primo corso di formazione perONG sul monitoraggio dei crimini e degli incidenti ispi-rati dall’odio. L’ODIHR ha inoltre prestato assistenzaalla Rete internazionale contro l’istigazione all’odio inInternet, organizzando un seminario su tale tema. Una

valutazione di questo corso pilota è stata utilizzata perelaborare un vasto programma di formazione che saràattuato nel 2006.

In cooperazione con il Rappresentante personale delPresidente in esercizio, l’ODIHR ha anche organizzatotre incontri con rappresentanti di ONG allo scopo dipromuovere una maggiore cooperazione tra le orga-nizzazioni non governative, uno scambio delle prassipositive e l’elaborazione di raccomandazioni su que-stioni tematiche.

Punto di contatto per i Rom i Sinti

I Rom, i Sinti e le popolazioni analoghe si trovano difronte a molteplici forme di razzismo e discriminazionein quasi tutti gli aspetti della vita, il che impedisce lorodi integrarsi pienamente nelle società in cui vivono.

L’OSCE ha riconosciuto tale realtà in numerosi suoiimpegni e specialmente nel Piano d’azione del 2003per migliorare la situazione dei Rom e dei Sintinell’area dell’OSCE, che invita gli Stati partecipanti adadottare misure per sradicare dalle loro società ogniforma di pregiudizio contro i Rom.

Diversi Stati hanno adottato misure in tal senso, inprimo luogo promulgando le leggi necessarie a com-battere la discriminazione e in secondo luogo creandoistituzioni che impongono il rispetto di tali leggi. Alcunipaesi hanno anche messo a punto strategie nazionalivolte a migliorare la situazione dei Rom e delle popo-lazioni analoghe.

Uno dei più importanti compiti dell’ODIHR a taleriguardo è esortare la comunità dell’OSCE a riesami-nare e valutare costantemente l’attuazione del Pianod’azione. Il punto di contatto dell’Ufficio per le que-stioni relative ai Rom e ai Sinti è stato particolarmenteattivo in questo campo e si è servito delle principaliconferenze dell’OSCE e di altri eventi per promuovereil dibattito sui problemi riguardanti i Rom, distribuireuna documentazione sulla situazione dei Rom nellaregione dell’OSCE e facilitare la partecipazione deiRom e di gruppi analoghi a tali eventi.

La Riunione di attuazione nel quadro della dimensioneumana è risultata particolarmente utile a tale riguardo,in quanto l’ODIHR ha organizzato una serie di eventicollaterali incentrati su diverse questioni riguardanti iRom, tra cui la partecipazione dei Rom e dei Sinti neiprocessi elettorali, la situazione dei Rom del Kosovo(che rappresentano una minoranza nel Kosovo stessoe dei quali molti sono sfollati in altre zone), il monito-raggio delle politiche nazionali sui Rom, particolar-mente nei settori della riduzione della povertà e delmiglioramento delle pari opportunità. L’ODIHR hainoltre esortato a garantire il pari accesso dei Rom allasicurezza residenziale e a un’istruzione qualitativa.

Bilancio riveduto: 11.963.700 Eurowww.osce.org/odihr

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Alto Commissario per le minoranze nazionali

La maggior parte dei recenti conflitti nella regionedell’OSCE sono stati provocati da tensioni e attritiderivanti da differenze etniche, religiose e linguistichetra diversi gruppi all’interno degli Stati. Per risponderea tale sfida l’OSCE ha istituito nel 1992 la carica diAlto Commissario per le minoranze nazionali (ACMN).

Compito dell’Alto commissario è individuare le ten-sioni etniche che possono costituire una minaccia perla pace, la stabilità o le relazioni amichevoli tra gli Statipartecipanti all’OSCE. Nel suo mandato egli è descrit-to come uno “strumento per prevenire i conflitti perquanto più possibile nella fase iniziale.”

L’incarico di Alto Commissario per le minoranzenazionali è stato assunto l’1 luglio 2001 dallo svedeseRolf Ekeus.

Conformemente al suo mandato, l’Alto Commissarioha continuato a vigilare e a adottare iniziative per pre-venire che le tensioni interetniche possano degene-rare in scontri aperti e per stabilizzare situazioni dipotenziale conflitto. Egli ha prestato sostegno a pro-getti specifici diretti ad affrontare localmente le causeprofonde dei conflitti e a contenere e disinnescare letensioni legate a problematiche concernenti le mino-ranze nazionali.

Nel quadro del lavoro svolto su questioni tematiche,egli ha dedicato particolare attenzione alle attività dipolizia in contesti multietnici, poiché le prassi utilizzatedalla polizia esercitano una notevole influenza sullerelazioni interetniche. In stretta cooperazione conl’Unità per le questioni strategiche di polizia delSegretariato OSCE, con le organizzazioni interna-zionali che hanno una responsabilità diretta in taleambito e con altri esperti, l’Alto Commissario ha av-viato un’analisi degli standard e delle prassi interna-zionali pertinenti nel campo delle attività di polizia alfine di elaborare orientamenti pratici sul lavoro dellapolizia in società che ospitano una pluralità di gruppietnici.

Nel 2005 l’Alto Commissario si è impegnato in parti-colare ad elaborare i principi di base di una politica diintegrazione rispettosa della diversità, in considera-zione del particolare accento posto dalla Presidenzasui temi della migrazione e dell’integrazione.

Facendo riferimento alle recenti tensioni e, in alcunicasi, al malcontento sociale negli Stati partecipanti,l’Alto Commissario ha messo in evidenza la com-plessità e il potenziale impatto sulla società dellanascita di nuove minoranze e la necessità di affron-tare tempestivamente tali situazioni al fine di preve-nire lo sviluppo di gravi conflitti sociali. Egli ha inoltrerichiamato l’attenzione sulla pertinenza dei metodi edelle prassi adottate dall’Alto Commissario per leminoranze nazionali rispetto a tali nuove situazioniconcernenti le minoranze.

Rapporti sui singoli Paesi

Belarus. Nel 2005 l’Alto Commissario ha prestatoparticolare attenzione alla situazione dell’Unione deipolacchi in Belarus, la più grande organizzazione dellacomunità minoritaria polacca.

Croazia. Nel corso di una visita in Croazia svoltasi infebbraio l’Alto Commissario ha intrattenuto colloquicon rappresentanti del Governo e delle minoranze inmerito a diversi aspetti del rimpatrio dei rifugiati, comeil ripristino dei diritti di proprietà e l’assistenza allaricostruzione, nonché in merito alla riforma della magi-stratura. In tale occasione ha anche discusso la Leggecostituzionale sui diritti delle minoranze nazionali, inparticolare le disposizioni in materia di istruzione e dirappresentanza proporzionale delle minoranzenell’amministrazione pubblica e nella magistratura. Purcongratulandosi con le autorità per i progressi compiutinel contesto del rimpatrio dei rifugiati, l’Alto Commis-sario ha sottolineato l’importanza di promuoverel’integrazione nel campo dell’istruzione e di dareattuazione alle disposizioni di legge concernenti larappresentanza delle minoranze nella magistratura enella pubblica amministrazione.

Estonia. Durante una visita in Estonia svoltasi il24–26 ottobre, l’Alto Commissario ha rilevato migliora-menti nelle relazioni interetniche, una circostanzaconfermata anche dalle elezioni locali tenute il 16ottobre. A determinare principalmente l’atteggiamentodegli elettori apolidi e russofoni sono stati più i pro-grammi economici delle parti in competizione che lepolitiche su questioni connesse alle diverse etnie ealle minoranze.

L’Alto Commissario ha rilevato un miglioramentosignificativo nella situazione socio-economica dellaregione di Narva e ha riscontrato un atteggiamento piùpositivo da parte degli studenti, dei genitori e degliinsegnanti delle scuole russe all’avvio della riformadell’istruzione. Pur esprimendo compiacimento per ildibattito in corso nella società su tale tema, l’AltoCommissario ha anche sottolineato la necessità di unamigliore formazione degli insegnanti che includa corsidi lingua estone e di metodologia didattica.

L’Alto Commissario ha apprezzato le iniziative legisla-tive e amministrative adottate dal Governo estone peragevolare la naturalizzazione. Egli ha tuttavia segna-lato la necessità di adottare ulteriori misure positiveper accelerare il processo, in particolare per quantoriguarda i richiedenti più anziani.

Georgia. In Georgia, l’Alto Commissario ha concen-trato le sue attività sul Programma di prevenzione deiconflitti e di integrazione per il Samtskhe-Javakheti.Avviato nel 2003, il Programma mira a promuoverel’integrazione della minoranza armena nella vita poli-tica, sociale e culturale della Georgia, contribuendo adaccrescere la conoscenza della lingua georgiana tra ilpersonale dell’amministrazione regionale; migliorandol’efficacia dell’insegnamento della lingua georgianarivolto agli studenti delle minoranze; promuovendo ilflusso di informazioni dalle regioni in cui vivono mino-ranze verso il centro del Paese e viceversa; accre-scendo infine l’accesso alle informazioni radiotelevi-sive nazionali. Una delle iniziative incluse nel Pro-gramma, il Progetto di formazione linguistica per idipendenti pubblici, ha previsto corsi di lingua geor-giana per oltre 500 dipendenti pubblici del Paese.In Abkhazia, l’Alto Commissario ha proseguito il suo

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lavoro con le autorità de facto di Sukhumi al fine digarantire agli studenti georgiani del distretto di Gali ildiritto all’istruzione nella loro lingua madre. Nel 2005l’Ufficio dell’Alto Commissario ha organizzato seiseminari di formazione per insegnanti nell’ambito delprogetto Insegnanti per una comprensione migliore,che mira a rafforzare le competenze degli insegnantidi lingua georgiana e abkhaza nei distretti di Gali,Tkvarcheli e Ochamchira. Il progetto, avviatonell’agosto 2004, si propone anche di contribuire arafforzare la fiducia fra le due comunità.

Ungheria. L’Alto Commissario ha seguito da vicino leiniziative dell’Ungheria a sostegno delle minoranzeungheresi negli Stati confinanti. Dopo l’insuccesso delreferendum del 2004 sulla doppia cittadinanza, ilGoverno ungherese ha elaborato nuove iniziative. Inmaggio l’Alto Commissario ha visitato Budapest al finedi prendere conoscenza in prima persona di tali inizia-tive e per discutere i loro aspetti controversi. Egli haesortato il governo ungherese ad avviare consultazionidirette con gli Stati confinanti che sono interessati daqueste iniziative, al fine di evitare di mettere a duraprova le relazioni bilaterali. Il governo ungherese ha asua volta rivolto l’attenzione dell’ACMN sulla situa-zione delle minoranze ungheresi nella provincia serbadella Vojvodina. L’ACMN ha ribadito che continuerà aseguire gli sviluppi nella Vojvodina ed ha rilevato chel’evoluzione della composizione etnica della regionenonché le difficoltà sociali e le condizioni economichepotrebbero nuocere alle armoniose relazioni interetni-che che hanno caratterizzato la Vojvodina nel passato.

Kazakistan. Nell’ambito delle discussioni tenute confunzionari e rappresentanti delle minoranze nazionaliin Kazakistan, l’Alto Commissario ha rivolto particolareattenzione alla questione della lingua. Egli ha incorag-giato il governo del Paese a adottare un approccioequilibrato e graduale al rafforzamento della lingua diStato, a concentrare particolarmente la propria atten-zione sull’istruzione nonché a promuovere con mag-giore intensità la lingua ufficiale e le lingue delle mino-ranze nazionali.

L’ACMN ha continuato a sostenere un progetto pilotavolto a promuovere l’educazione multilinguistica nellaregione meridionale del Kazakistan. Il progetto, elabo-rato di concerto con il Dipartimento regionale dell’istruzione, intende aiutare gli alunni che frequentanol’ultimo anno di scuole di lingua uzbeka a potenziare leloro capacità o nella lingua di Stato, il kazako, o nellalingua ufficiale, il russo, al fine di migliorare il loro risul-tato degli esami di ammissione a istituti di istruzionesuperiore in Kazakistan. A due anni dall’attuazione delprogetto in due scuole, la percentuale delle domandedi iscrizione all’università e i risultati ottenuti agli esamidi ammissione di Stato sono notevolmente incremen-tati. Considerato tale successo l’Alto Commissario hadiscusso con le autorità la possibilità di estendere taleiniziativa ad altre scuole ed ha offerto la sua espe-rienza e sostegno.

Kirghizistan. La pressione economica, sociale e poli-tica derivante dagli sviluppi avvenuti in Kirghizistannella primavera del 2005 hanno interessato le relazioniinteretniche. Molti membri delle comunità minoritarienazionali del Kirghizistan hanno espresso i loro timoriin merito al loro futuro e alla loro incolumità personale

ed hanno deciso di lasciare il Paese.

L’Alto Commissario ha visitato tre volte il Kirghizistannel 2005. In due occasioni egli si è recato nelle regionimeridionali di Osh e Jalalabat per tenere discussionicon funzionari e rappresentanti locali delle minoranzenazionali. Sebbene le elezioni presidenziali e la for-mazione di un nuovo gabinetto abbiano favorito uncerto senso di stabilità fra le minoranze nazionali,l’Alto Commissario ha invitato la nuova dirigenza delPaese a adoperarsi per rafforzare l’integrazionesociale e a concentrare la propria attenzione sullequestioni interetniche attraverso lo sviluppo di unapolitica coerente di integrazione nazionale e di coe-sione sociale nel Paese.

Lettonia. L’Alto Commissario si è recato in visita inLettonia all’inizio di giugno, pochi giorni dopo che ilparlamento lettone ratificasse la Convenzione quadrosulle minoranze nazionali. Le sue discussioni con leautorità lettoni sono state incentrate sulla ratifica e laformulazione della Dichiarazione del parlamento cheha accompagnato la ratifica.

L’ACMN ha fatto presente alle autorità lettoni l’impor-tanza di assicurare che l’attuazione della Convenzionesia globale, conformemente al suo obiettivo e finalità,e che non contenga alcuna discriminazione fra diffe-renti gruppi di cittadini.

Dato che il numero di non cittadini rimane alto, l’ACMNha esortato il governo lettone ad accelerare il pro-cesso di naturalizzazione. Egli ha sottolineato lanecessità che il Governo fornisca risorse e fondisupplementari al fine di rafforzare la capacità delConsiglio di naturalizzazione di sbrigare il numerocrescente di domande in modo ordinato e tempestivo.Egli ha inoltre raccomandato di concedere automati-camente la cittadinanza a tutti i bambini nati in Letto-nia dopo il 1991, quale immediato passo concreto. Ciòdimostrerebbe anche la volontà del governo di accele-rare il processo di naturalizzazione nel Paese.

L’ACMN ha esortato le autorità lettoni a dar prova diflessibilità in relazione all’attuazione della riforma sco-lastica, che prevede che almeno il 60 per cento dellelezioni sia svolto in lingua lettone. Egli ha sottolineatoche il governo dovrebbe considerare la situazionespecifica di ciascuna scuola affinché non sia compro-messa la qualità dell’istruzione. Egli ha ribadito che sidovrebbero mettere a disposizione tutto il materiale ela formazione necessari e che si dovrebbero svolgeredei controlli di qualità periodici.

L’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. L’AltoCommissario ha rivolto particolare attenzione agli svi-luppi avvenuti presso l’università dell’Europa sudo-rientale istituita per fornire a studenti albanesiun’istruzione accademica di alta qualità. Nel 2005 sisono iscritti oltre 5.000 studenti, il 25 per cento deiquali di etnia non albanese. In un breve periodo,l’università ha migliorato sensibilmente la situazione disottorappresentanza etnica nel settore dell’istruzionesuperiore nel Paese. L’università è stata inoltre elo-giata per i suoi standard accademici e per il suo ruolodi modello di integrazione e cooperazione interetnica.

L’ACMN ha inoltre ampliato uno dei suoi più grandi

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progetti, il Transition Year Project. Tale iniziativa,giunta al suo ottavo anno, continua a operare perché ilnumero di studenti di etnia albanese ammessiall’università di Stato a Skopje e Bitola incrementi. Atal fine, sono stati offerti corsi intensivi di preparazioneper gli esami in diverse materie in lingua macedoneper studenti di lingua albanese che frequentano ilquarto anno della scuola secondaria. A tale progettohanno partecipato sette scuole secondarie albanesi ditutto il Paese. Nel 2004 si sono iscritti al progetto1.066 studenti e in alcune scuole la partecipazione haraggiunto l’88 per cento del corpo studentesco.

Il Ministro dell’istruzione ha invitato un espertodell’ACMN a far parte della Commissione di fonda-zione della nuova università di Tetovo, la terza Univer-sità di Stato fondata dal Parlamento. La finalità di taleprogetto è istituire un’università che soddisfi gli stan-dard internazionali moderni, che offra un insegna-mento multietnico e multilinguistico e che collabori conl’Università dell’Europa sudorientale e la integri.

L’Alto Commissario ha concentrato la sua attenzioneanche sull’equa rappresentanza nell’ex RepubblicaJugoslava di Macedonia dato che ciò rappresenta unpresupposto per aderire alla NATO e anche l’UE con-sidera tale punto come un elemento fondamentale deicriteri di Copenaghen del 1993 per l’accessioneall’Unione.

Avendo acquisito notevole esperienza in materia negliultimi anni, l’ACMN ha prestato consulenza alle auto-rità sul disegno di legge relativo all’uso delle bandieredelle comunità. Tale regolamentazione è di notevoleimportanza per ridurre al minimo il rischio che le ban-diere contribuiscano a tensioni interetniche. L’ACMNha proposto un approccio equilibrato sull’uso dellebandiere nella sfera pubblica ed ha raccomandato chel’uso di bandiere da parte di cittadini privati sia consi-derato come un motivo di libertà di espressione chedeve essere esercitata entro limiti ragionevoli. Il Par-lamento ha emendato ufficialmente la legislazionesull’uso delle bandiere il 15 luglio contribuendo in talmodo all’attuazione dell’Accordo quadro di Ohrid, cheha posto fine al violento conflitto del 2001.

Moldova. L’Alto Commissario ha continuato a pro-muovere il diritto all’insegnamento con l’utilizzodell’alfabeto latino nelle scuole della Transnistria.Considerando che una buona conoscenza della linguadi Stato è fondamentale per una politica di integra-zione coronata da successo, egli ha esaminato leopportunità di diversi progetti di istruzione in Moldova,particolarmente nel campo dell’insegnamento dellalingua di Stato (moldovo/romeno) a dipendenti statalidi Gagauz e di origine bulgara nella Moldova meridio-nale. La popolazione di Gagauz in generale e i suoidipendenti statali in particolare non possiedono unaconoscenza professionale della lingua di Stato e ciòostacola gravemente le relazioni tra le autorità diGagauz e il governo centrale. Ciò impedisce una rap-presentanza adeguata degli interessi della popola-zione di Gagauz e isola la comunità di Gagauzall’interno della Moldova.

Romania. Su richiesta del Ministro degli esterirumeno, l’Alto Commissario si è recato a Bucarest insettembre per discutere il disegno di legge elaborato

dal governo rumeno relativo allo statuto delle mino-ranze nazionali. Prima della sua visita, l’ACMN hainviato al governo un documento contenente i suoicommenti dettagliati sui punti forti e deboli di tale dise-gno di legge. Con questa legislazione di ampia portataè stato introdotto un concetto di autonomia culturale. ABucarest, l’ACMN ha precisato che se da una parte ildisegno di legge soffre di qualche carenza politica egiuridica, dall’altra esso stabilisce anche un ampioquadro di tutela delle minoranze che rafforza la posi-zione della Romania quale Stato democratico.

Serbia e Montenegro. In febbraio l’Alto Commissarioha visitato la Serbia e il Montenegro compresa laVojvodina e la Serbia meridionale. Fra gli argomentiprincipali nella sua agenda figuravano la situazionedella sicurezza in questa regione e gli effetti delKosovo sulla situazione nei Balcani occidentali.L’ACMN ha inoltre discusso l’attuazione della Leggedell’Unione degli Stati sulle minoranze nazionali che èstata stesa con l’aiuto del suo Ufficio. I dirigenti politicia Belgrado hanno invitato l’Alto Commissario a impe-gnarsi per la questione del Kosovo.

L’ACMN si è impegnato con maggiore intensità peresaminare le modalità con cui egli potrebbe incorag-giare e sostenere la riconciliazione fra le comunità inKosovo. Durante un suo soggiorno in Kosovo in mag-gio, nel corso del quale ha visitato anche Pristina,Mitrovica e un’“enclave” serba, l’Alto Commissario haconsiderato le possibilità attraverso le quali egli po-trebbe prestare assistenza alla luce della situazionedei negoziati previsti per l’inizio del 2006.

In Montenegro l’ACMN ha continuato a prestare il suoappoggio alla stesura della Legge dell’Unione degliStati sulle minoranze nazionali. La finalità di questodisegno di legge è armonizzare la legislazione monte-negrina con la legislazione dell’Unione degli Stati, inparticolare con la Carta costituzionale, nonché con glistandard internazionali e nazionali in materia di tuteladei diritti delle minoranze. Le opinioni e le raccoman-dazioni sul disegno di legge sono state ampiamenteelaborate in cooperazione con il Consiglio d’Europa.

Di concerto con rappresentanti del Ministero serbodell’istruzione e della comunità albanese locale, l’AltoCommissario ha avviato un progetto educativo per laminoranza nazionale albanese che ha lo scopo diredigere un manuale di storia in lingua albanese pergli alunni delle scuole primarie di sesto grado nellaregione. La commissione ha ultimato il progetto delprogramma di studi di storia nell’estate del 2005 e lapubblicazione del manuale è prevista per il 2006.

Tagikistan. In marzo l’Alto Commissario si è recato inTagikistan per prendere maggiore conoscenza degliattuali problemi che colpiscono il Paese delle relazioniinteretniche. Grazie a discussioni con funzionari, rap-presentanti di minoranze nazionali e ONG, egli haindividuato l’urgente necessità di migliorare e ammo-dernare la legislazione in materia di istruzione nelPaese. Tutti i partecipanti hanno individuato nell’istru-zione una priorità che contribuirebbe alla riappacifi-cazione del Paese dopo il conflitto civile negli annipassati.

L’Alto Commissario e il Ministro dell’istruzione hanno

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organizzato una conferenza sull’istruzione qualemezzo di integrazione in Tagikistan. La conferenza haesaminato nuovi approcci alla stesura dei programmidi studio, alla formazione degli insegnanti, all’insegna-mento delle lingue che potrebbero rafforzare il ruolodell’istruzione promuovendo relazioni più pacifiche frale differenti comunità etniche. Si sono inoltre conside-rate le modalità attraverso cui la cooperazione fra staticonfinanti su questioni attinenti all’istruzione delleminoranze potrebbero promuovere l’integrazionenazionale e potenziare la stabilità della regione.

Come risultato della conferenza l’Alto Commissario haintensificato la sua cooperazione con le autorità delTagikistan, offrendo di contribuire ad organizzare laformazione degli insegnanti e incoraggiarel’elaborazione di manuali, il che è appropriato per unasocietà multietnica.

Turchia. Dopo la sua prima visita di gennaio del 2003,intesa a instaurare un dialogo con le autorità turche,previsto dal suo mandato, l’Alto Commissario si èrecato nuovamente ad Ankara nel febbraio 2005.

Turkmenistan. Durante gli ultimi anni il dialogodell’Alto Commissario con le autorità turkmene si èimpegnato a trovare un equilibrio adeguato fra le legit-time rivendicazioni educative e linguistiche della mag-gioranza e i diritti delle persone appartenenti a mino-ranze nazionali. In maggio egli si è recato in Turkme-nistan per tenere colloqui con il Presidente e altri fun-zionari. Durante tale visita egli si è recato nella regione

di Dashoguz dove ha avuto colloqui con i funzionarilocali. In tale occasione egli si è impegnato ad intensi-ficare il suo impegno in Turkmenistan.

Ucraina. Quale parte dei suoi sforzi intesi a facilitarel’integrazione degli ex deportati dall’Ucraina, partico-larmente quelle residenti in Crimea, l’Alto Commissa-rio ha visitato Kyiv e Simferopol in giugno, riprendendoun dialogo con la nuova dirigenza ucraina e della Cri-mea e con rappresentanti delle comunità minoritarie.Riguardo all’integrazione dei Tatari di Crimea, lediscussioni si sono concentrate in particolare su unacontroversa questione territoriale nonché sul disegnodi legge relativo alla restituzione dei diritti di exdeportati. L’ACMN sta esaminando ora la possibilità dielaborare un programma che promuova la compren-sione reciproca fra le comunità residenti nella penisoladi Crimea.

L’Alto Commissario ha inoltre sollevato presso ilGoverno ucraino la questione della legislazione sulleminoranze. Egli ha espresso apprezzamento per iprogressi relativi ai più importanti disegni di legge sullalingua e le minoranze e ha prospettato possibilitàattraverso le quali attraverso le quali egli potrebbecontribuire agli sforzi del governo per armonizzare talelegislazione con gli standard europei.

Bilancio riveduto: 2.697.600 Eurowww.osce.org/hcnm

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Rappresentante per la libertà dei mezzi di informazione

La più giovane delle tre istituzioni specializzatedell’OSCE, il Rappresentante per la libertà dei mezzidi informazione, è stata formalmente istituita nel 1997a seguito di una decisione adottata al Vertice diLisbona del 1996. Riconoscendo la libertà di espres-sione come diritto umano fondamentale, il mandatodel Rappresentante consiste nel garantire la libertà,l’indipendenza e il pluralismo dei mezzi di informa-zione negli Stati partecipanti.

I suoi compiti principali sono:• osservare gli sviluppi pertinenti dei mezzi di infor-

mazione negli Stati partecipanti all’OSCE al fine dilanciare il preallarme in merito a violazioni dellalibertà di espressione;

• assistere gli Stati partecipanti in stretta coopera-zione con il Presidente in esercizio, difendendo epromuovendo il pieno rispetto dei principi e degliimpegni OSCE inerenti alla libertà di espressione edei mezzi di informazione.

Il secondo Rappresentante OSCE per la libertà deimezzi di informazione, Miklós Haraszti, ha assuntolacarica nel marzo 2004. Scrittore ed ex dissidente, ilSig. Haraszti è stato uno dei fondatori del Movimentoungherese di opposizione democratica.

L’Ufficio del Rappresentante ha sede a Vienna edè composto di 13 membri del personale internazio-nale.

Nel 2005 il Rappresentante per i mezzi d’informazioneha operato attivamente in due campi principali del suomandato: il monitoraggio della situazione dei mezzid’informazione in tutti i 55 Stati partecipanti all’OSCE el’assistenza ai governi nell’adempimento dei principi edegli impegni OSCE relativi alla libertà dei mezzid’informazione.

Interventi. Il Rappresentante è intervenuto in nume-rosi casi in tutta la regione dell’OSCE, sia a ovest chea est di Vienna, ove tali impegni sono stati messi arischio o violati. Tali interventi hanno avuto luogo inoltre 20 Stati partecipanti all’OSCE. Il Rappresentanteha inoltre continuato le sue visite ai Paesi.

Rapporti relativi ai singoli Paesi

Belarus. In febbraio, su invito del Ministero degli esteridella Belarus, il Rappresentante ha visitato per laprima volta Minsk, dove ha intrattenuto colloqui confunzionari di governo, parlamentari, giornalisti ecomunità di ONG, ed ha distribuito un rapporto su talevisita.

Il rapporto rileva che durante gli anni passati la situa-zione dei mezzi d’informazione in Belarus è deterio-rata. In ragione di tale situazione, il Rappresentanteper la libertà dei mezzi d’informazione ha offerto assi-stenza a breve e a lungo termine al Governo al fine diindividuare i settori in cui sarebbero auspicabili deimiglioramenti. Oltre alle necessarie riforme giuridicheper la liberalizzazione della situazione generale deimezzi d’informazione, egli ha anche sottolineato che ilGoverno dovrebbe sospendere alcune prassi restrit-

tive che ai sensi dell’attuale regolamento sono autoriz-zate, ma non obbligatorie.

La regione transnistriana della Moldova. In gennaiouno dei Consiglieri principali del Rappresentante havisitato la regione transnistriana della Moldova. Il Rap-presentante aveva tentato di recarsi personalmentenella regione durante la sua visita di valutazione inMoldova l’anno precedente, ma era stato scoraggiatodalle autorità regionali di Tiraspol.

La situazione dei media indipendenti è molto difficile. Ipochi giornalisti che non si adeguano alle linee ufficialisono esposti a vari metodi di pressione.L’amministrazione politica locale è sembrata tuttaviadisposta a un dialogo con l’OSCE, il che è essenzialeper attenuare il clima restrittivo in cui operano i mediaindipendenti.

Italia: la legge Gasparri sul sistema radiotelevi-sivo. Durante una visita in Italia in marzo-aprile, ilRappresentante ha perseguito un doppio obiettivo.Egli ha in primo luogo valutato la situazione del settoreradiotelevisivo un anno dopo l’adozione della LeggeGasparri del 2004. Tale Legge, che rappresenta laprima regolamentazione generale del Paese dell’interosistema radiotelevisivo, era stata promulgata doporipetuti inviti a correggere la situazione di alta concen-trazione di proprietà mediatica nel Paese da partedella Corte Costituzionale italiana e di organismi poli-tici europei. Un rapporto contenente raccomandazioniconcrete ha posto in evidenza il fatto che la nuovalegge generale italiana sui media dell’era digitalenecessita un attento riesame legislativo per risolverel’attuale “duopolio” di RAI e Mediaset.

In secondo luogo il Sig. Haraszti ha valutato la LeggeFrattini, concludendo che essa non risolve ancorapienamente il conflitto fra interessi di privati di funzio-nari pubblici e loro influenza politica sulla televisioneitaliana.

Azerbaigian. L’assassinio del noto editore e giornali-sta Elmar Huseynov poco prima di una visita di valuta-zione del Rappresentante in Azerbaigian in aprile èdivenuto inevitabilmente uno dei temi principali deisuoi colloqui. Il caso ha richiamato l’attenzione inter-nazionale ponendo le questioni dei mezzi d’informa-zione al centro di un esame approfondito.

La molteplicità di pareri espressi nella stampa e l’altogrado di politicizzazione ha testimoniato che il plurali-smo ha messo radici. Esso si riduce tuttavia sola-mente ai media stampati che non godono di ampiadiffusione e sono finanziariamente e professional-mente deboli. Il rapporto del Rappresentante contieneuna vasta gamma di raccomandazioni alle autorità sucome correggere la situazione.

In consultazione con ufficiali del Governo azerbai-giano, il Rappresentante ha lanciato un progetto pilotadi assistenza e formazione sulle relazioni tra governoe mezzi d’informazione, originariamente proposto dalMinistro degli esteri. Il primo seminario, che ha visto lapartecipazione di funzionari per le comunicazioni e

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addetti stampa governativi e di giornalisti, è statotenuto il 18-20 luglio a Baku.

Trattamento dei mezzi di comunicazione durante lacrisi di Andijan in Uzbekistan. Il Rappresentante haanche diffuso un rapporto sulla copertura mediaticadegli eventi e sulle misure restrittive del governo neiconfronti della stampa durante la crisi di Andijan inUzbekistan in maggio. Questo è il terzo rapporto delRappresentante concernente la copertura mediatica dieventi relativi a situazioni di crisi. I rapporti precedentiavevano avuto per oggetto gli eventi del Kosovo nelmarzo 2004 e la tragedia di Beslan nell’ottobre 2004.

Il rapporto contiene raccomandazioni dettagliate esottolinea che la collaborazione con la stampa inmomenti di crisi rappresenta un processo di appren-dimento. La stampa fornisce anche un contributoimportante per la soluzione pacifica delle crisi, poichédivulga informazioni cui la società ha diritto.

L’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. Il Rap-presentante ha visitato l’ex Repubblica Jugoslava diMacedonia in ottobre al fine di valutare l’attuale situa-zione della libertà dei mezzi d’informazione nel Paese,specialmente nel quadro di una nuova legge trasmis-sioni radiotelevisive in discussione al Parlamentoall’epoca della visita.

Nel complesso il grado di pluralismo dei media nelPaese è elevato, sia in termini di quantità di impresemedianiche sia di rappresentanza delle diverse opi-nioni. Il quadro legale per mezzi d’informazione liberi ègeneralmente conforme agli impegni OSCE e ilGoverno sta lavorando con altre parti interessate allerimanenti disposizioni. Il Rappresentante ha ricono-sciuto che il Governo rispetta le leggi, ma ha rilevatoche occasionalmente viene ancora esercitata pres-sione su singoli giornalisti o vengono applicate restri-zioni economiche che impediscono ai giornalisti diesercitare liberamente la loro professione.

Egli ha accolto con compiacimento l’introduzione diuna nuova legge sulle trasmissioni radiotelevisive daparte del Ministero delle comunicazioni e dei trasportinonché la sua approvazione da parte del Parlamento.Questa legge avvicina ulteriormente il Paese aglistandard europei.

In novembre due giornalisti sono stati condannati apene detentive per diffamazione. Tali sentenze con-traddicono la giurisprudenza della Corte europea deidiritti dell’uomo in materia di libertà di espressione.

La situazione dei mezzi di informazione in Kosovo.Facendo seguito al suo rapporto sul ruolo dei mediadurante e dopo i tragici eventi di marzo 2004, il Rap-presentante ha nominato un Rappresentante specialetemporaneo per il Kosovo per un periodo di sei mesi. Ilcompito principale del Rappresentante speciale eraassistere l’attuazione delle raccomandazioni del rap-porto.

I progressi compiuti in Kosovo nel periodo menzionatosono stabili e promettenti. Il Rappresentante ha rile-vato che essi non sono stati il risultato di pressioni daparte della comunità internazionale sui media delKosovo, ma che in ciascuna fase le rispettive asso-

ciazioni di media e i media stessi sono stati coinvoltieconsultati.

Il Commissario temporaneo per i media in Kosovo, laMissione OSCE in Kosovo e il Rappresentante per lalibertà dei mezzi d’informazione hanno avviato esostenuto tale processo e prestato consulenza. Ana-logamente, un gruppo etnicamente misto di giornalistidel Kosovo ha elaborato un Codice etico, un processofacilitato dalla comunità internazionale.

Esame legislativo. Il Rappresentante ha proseguitol’esame della legislazione sui media negli Stati parte-cipanti.

Egli ha esaminato il progetto di legge sui media e ilregolamento sull’assegnazione di spazi domini web inKazakistan.

In Kirghizistan egli ha esaminato la legge sui media, lalegge sull’attività professionale dei giornalisti, la diffa-mazione civile e penale, la legge di tutela dei segreti distato e il nuovo disegno di legge sulla libertà e lagaranzia di accesso all’informazione.

Il Rappresentante si è occupato del progetto di leggesulle trasmissioni e sul servizio pubblico radiotelevi-sivo della Lettonia; ha prestato consulenza al Governodell’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia su di unalegge sulle trasmissioni radiotelevisive, che è stata oraadottata.

In Moldova ha fornito indicazioni in merito ai progetti dilegge sulle informazioni e sui segreti di stato.

In maggio il Rappresentante ha svolto un esame com-plessivo del progetto di Codice penale turco. Egli haindividuato diverse disposizioni che potrebbero impe-dire il libero dibattito su questioni pubbliche e chepotrebbero costituire una minaccia per la libertà distampa. Mentre alcune di esse sono state successi-vamente corrette nella versione finale del Codice, altresono state ancora utilizzate per perseguire cittadini acausa delle loro opinioni.

Progetti

Il Modello: tendenze contrarie alle leggi sulla dif-famazione penale. Facendo seguito ad un progettoavviato nel 2004, il Rappresentante ha pubblicato laprima versione di un database unico relativo alle leggisulla diffamazione civile e penale e sulle prassi giudi-ziarie nell’area dell’OSCE. Il database Leggi sulla dif-famazione e il vilipendio: un modello sulla situazioneattuale e sugli obiettivi che vorremmo conseguire èuno strumento utile per legislatori, ricercatori, ONGspecializzate in media e giornalisti che intendono pro-muovere la depenalizzazione della diffamazione neiloro Paesi. Finora sette Stati partecipanti all’OSCEhanno depenalizzato la diffamazione e il vilipendio.

Tutela della libertà dei media in Internet. Il progettoGuaranteeing Media Freedom on the Internet è prose-guito nel 2005. Il Media Internet Freedom Cookbook èstato tradotto in russo e la libertà dei media in Internetè stato un argomento predominante in diverse confe-renze organizzate dall’Ufficio del Rappresentante.L’Ufficio si è inoltre adoperato attivamente per orga-

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nizzare numerosi seminari e conferenze di espertiOSCE aventi tra l’altro per tema l’utilizzo e l’abuso diInternet per scopi terroristici.

Assistenza agli Stati partecipanti attraverso laformazione. Quest’anno il Rappresentante ha avviatoun progetto di assistenza a lungo termine riguardantele relazioni fra governo e media e l’accessoall’informazione.

Il Rappresentante ha tenuto due corsi di formazioneper addetti stampa governativi e per professionisti deimezzi di informazione in Azerbaigian e in Kirghizistan.Gli argomenti trattati includevano i diritti dei giornalistiall’accesso all’informazione, il corretto funzionamentodegli uffici stampa e il professionalismo nelle relazionisia da parte del governo che dei media. Il Rappresen-tante prevede di tenere analoghi corsi di formazionenel prossimo anno in Kazakistan, Tagikistan, in di-verse regioni dell’Ucraina e nuovamente in Kirghizi-stan, questa volta per giornalisti regionali. Egli ha pre-stato assistenza ai Governi dell’Uzbekistan e del Tur-kmenistan dai quali prevede di ottenere presto unconsenso.

Il prossimo anno il Rappresentante intende esaminarepossibilità per nuovi progetti di formazione nel campodella democratizzazione e della professionalizzazionedei media.

In Georgia il Rappresentante ha organizzato insiemealla Missione OSCE un corso di formazione per spe-cialisti delle leggi sui media.

Conferenze internazionali

Terza Conferenza su Internet di Amsterdam. Laterza Conferenza su Internet di Amsterdam si è tenutanel municipio di Amsterdam il 17 e18 giugno. La con-ferenza ha riunito importanti esperti internazionali suidiritti dell’uomo e di Internet dell’Europa occidentale eorientale, del Caucaso, dell’Asia centrale e del Nor-damerica.

Il Rappresentante e la ONG con sede a Parigi Repor-ters sans frontières hanno rilasciato una dichiarazionecongiunta su Tutela della libertà dei media in Internet.La dichiarazione elenca sei principi fondamentali perla tutela della libertà dei media online. In essa è statosottolineato che in una società democratica e aperta icittadini dovrebbero decidere a cosa vorrebbero avereaccesso e cosa vorrebbero visionare in Internet. Filtrio valutazione dei contenuti online da parte dei governiè inaccettabile e i siti web non dovrebbero essereregistrati presso le autorità governative.

I risultati della conferenza sono stati condivisi conquelli di conferenze sui media tenute successivamentenell’anno in Caucaso e in Asia centrale.

Conferenza sui media in Asia centrale ad Almaty. Il13 e 14 ottobre si è tenuta ad Almaty, Kazakistan, laConferenza annuale sui media dell’Asia centrale,organizzata sotto gli auspici del rappresentante e delCentro OSCE di Almaty.

Per il settimo anno consecutivo 150 partecipanti di tuttii cinque Paesi dell’Asia centrale, Kazakistan, Kirghizi-

stan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan, si sonoriuniti per discutere sugli sviluppi nel settore dei mediadella regione. Tra i partecipanti figuravano giornalisti erappresentanti di ONG operanti nel settore dei media,nonché funzionari, esperti e ospiti stranieri. Come ne-gli anni precedenti la Conferenza ha fornitoun’opportunità unica per uno scambio di pareri fra ipartecipanti e per instaurare nuove relazioni.

I due argomenti principali di quest’anno vertevano sulpluralismo nei media e Internet. Dalle discussioni suciascun tema è emerso con chiarezza che i due argo-menti sono strettamente correlati. Negli ultimi anni inAsia centrale Internet è diventato l’ultima fonte di plu-ralismo e di informazioni alternative alla televisione eall’informazione stampata.

I partecipanti hanno adottato la Dichiarazione diAlmaty sul pluralismo nei media e in Internet che rac-comanda alle organizzazioni internazionali comel’OSCE di considerare maggiormente la tutela dellalibertà di Internet ed ha ribadito il principio che laregolamentazione a Internet deva essere applicatasolamente a casi in cui ciò sia assolutamente inevita-bile.

Conferenza sui media in Caucaso a Tbilisi. LaConferenza annuale sui media in Caucaso si è svoltaa Tbilisi, Georgia, il 17 e 18 novembre. Essa è stataorganizzata dall’Ufficio del Rappresentante per lalibertà dei mezzi di informazione e dalla MissioneOSCE in Georgia.

Per la seconda volta 70 partecipanti di tutti i tre Paesidel Caucaso meridionale, Armenia, Azerbaigian eGeorgia, hanno discusso degli sviluppi recenti concer-nenti i media all’interno della regione. Fra i partecipantifiguravano giornalisti, rappresentanti di organizzazionidel settore dei media, funzionari statali, esperti edospiti stranieri. Quale seguito della prima Conferenzasui media nel Caucaso meridionale del 2004, l’eventoha fornito una piattaforma eccellente per uno scambioreciproco di vedute su importanti temi relativi ai mediadi interesse per tutti tre i Paesi della regione.

Le discussioni a Tbilisi sono state incentrate sulla qua-lità del servizio radiotelevisivo pubblico e sulla libertàdi Internet. La Conferenza ha adottato una dichiara-zione relativa a tali temi, invitando i Governi nel Cau-caso meridionale a riaffermare il loro impegno a man-tenere un servizio radiotelevisivo pubblico forte e indi-pendente e a rinunciare a interferire con l’indipen-denza editoriale e l’autonomia istituzionale delleemittenti pubbliche.

I partecipanti hanno inoltre rilevato che gli argomentitrattati alla Conferenza dell’ultimo anno, la diffama-zione e la libertà di informazione, sono rimasti centralie che le raccomandazioni adottate nell’ottobre 2004sono ancora valide.

Tavola rotonda OSCE sulle licenze radiofoniche inAzerbaigian. L’ulteriore sviluppo necessario di unquadro normativo per l’assegnazione di licenze radio-televisive, i poteri degli organi disciplinari e una garan-zia di pari trattamento degli operatori sono gli argo-menti discussi ad una tavola rotonda organizzata inaprile dall’Ufficio OSCE di Baku.

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Il Rappresentante ha affermato che le emittenti privatenecessitano di regole chiare e non discriminatorie perl’assegnazione delle frequenze e l’ottenimento dellelicenze.

L’evento ha inteso offrire un’opportunità per unadiscussione approfondita e uno scambio di opinioni fraesperti e tutti gli attori coinvolti nel processo di rilasciodelle licenze e delle frequenze per compagnie radio-televisive azerbaigiane.

Tale tavola rotonda è stata la prima di una serie diattività promosse dall’Ufficio di Baku destinate aaffron tare le questioni più urgenti nel campo deimedia in Azerbaigian.

Oltre 60 esperti, rappresentanti di istituzioni nazionalidell’Azerbaigian, inclusa l’amministrazione presiden-ziale, i ministri governativi, ONG ed esperti interna-zionali hanno partecipato all’evento.

Varie

I media alla Riunione di attuazione nel quadro delladimensione umana dell’OSCE. La Riunione di attua-zione nel quadro della dimensione umana tenuta aVarsavia in settembre è stata incentrata sui media. IlRappresentante per i mezzi d’informazione ha contri-buito ai preparativi dell’evento ed ha ospitato unevento a margine su Segreti di Stato e libertà di gior-nalismo: dagli USA alla CSI.

Un comitato di esperti internazionali ha discussosull’incarcerazione negli Stati Uniti della reporterJudith Miller del New York Times nonché delle riper-

cussioni sulla pubblicazione dei segreti di Stato nellaComunità di Stati indipendenti.

Dichiarazione congiunta di relatori speciali sullalibertà di espressione al Press Freedom Day. Inoccasione del World Press Freedom Day, il 3 maggio,i quattro relatori speciali sulla libertà di espressionedella comunità internazionale hanno rilasciato unadichiarazione congiunta che rende omaggio al corag-gio e alla professionalità di numerosi giornalisti e altriprofessionisti dei media uccisi o feriti in connessionecon l’esercizio delle loro attività professionali.

Essi hanno inoltre affrontato questioni quali la depena-lizzazione della diffamazione, l’importanza dell’acces-so all’informazione e della molteplicità dei media nellasocietà.

Il Rappresentante OSCE per la libertà dei mezzi diinformazione, Miklos Haraszti, il Relatore specialedella Commissione delle Nazioni Unite sui dirittidell’uomo sulla promozione e la tutela del diritto allalibertà di opinione e di espressione, Ambeyi Ligabo, eil Relatore speciale per la libertà di espressionedell’Organizzazione degli Stati americani, EduardoBertoni, si sono riuniti per la prima volta tramite ilRelatore speciale per la libertà di espressione dellaCommissione africana sui diritti dell’uomo e dei popoli,Andrei Chigovera.

Bilancio riveduto: 1.095.800 Eurowww.osce.org/fom

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Segretariato

Attività del Segretariato

Partnenariati per la sicurezza e la cooperazione

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Consigliere principale per le pari opportunità

Nel 2005 l’OSCE ha ampliato il suo programma perle pari opportunità. Il Segretariato ha elaborato unastrategia per promuovere l’integrazione di genereal fine di attuare il Piano d’azione 2004 dell’OSCEper la promozione della parità fra i sessi e haaumentato il numero di membri del personale cheopera in tale campo. Sono stati inoltre intrapresisforzi continui per migliorare le capacità del per-sonale in tale ambito.

Al fine di promuovere la prassi delle pari opportunità edell’integrazione di genere, quali elementi essenzialidella sicurezza globale, il Consiglio dei ministri ha datoun nuovo orientamento al programma sulle pariopportunità e ha adottato il Piano d’azione 2004 per lapromozione della parità fra i sessi. Il Piano stabiliscel’integrazione di una prospettiva di parità fra i sessinelle attività, nelle politiche, nei programmi e nei pro-getti dell’OSCE. Esso prevede inoltre l’elaborazione diun processo di parità nelle procedure di reclutamento,nell’ambiente di lavoro e all’interno delle strutture. Alfine di stabilire la strategia interna per il processo diintegrazione di genere, il Consigliere principale per lepari opportunità ha organizzato dei gruppi di studiocon i funzionari di coordinamento per le questioni rela-tive alle pari opportunità delle missioni e con l’Unitàper le pari opportunità dell’ODIHR. I funzionari dicoordinamento che sono stati nominati dai dipartimentie dalle unità del Segretariato, hanno ricevuto istruzionida parte del Consigliere principale sui requisiti delPiano d’azione e sugli elementi di base della parità frai sessi. È stata elaborata una documentazione speci-fica per le esigenze di ciascun dipartimento, al fine diaiutare i funzionari di coordinamento per le pari op-portunità ad analizzare le rispettive attività e strutturenella prospettiva dell’integrazione della parità fra isessi.

Il Piano d’azione 2004 stabilisce che il Segretariato ele istituzioni elaborino dei piani d’attuazione che pre-vedono misure concrete volte per il raggiungimentodegli obiettivi generali in esso contenuti. Il Consigliereprincipale, affiancato da settembre da un funzionarioper le pari opportunità, assiste le pertinenti strutturenell’adempimento di tale obbligo. In Consigliere prin-cipale ha elaborato e introdotto una sintesi generaledella strategia per l’integrazione di genere nonché unaraccolta di indicatori per valutare lo statodell’attuazione.

Due seminari organizzati dagli Stati partecipanti e cuiha contribuito il Consigliere principale hanno postol’accento sulla parità fra i sessi quale elemento indi-spensabile della sicurezza globale. Uno dei due semi-nari si è incentrato sulla violenza contro le donne,mentre l’altro ha avuto per tema le donne nella pre-venzione dei conflitti e nella gestione delle crisi.

Entrambi i temi sono stati ulteriormente discussi inseno al Gruppo di lavoro informale sulle pari opportu-nità e la lotta alla tratta di esseri umani, composto dairappresentanti delle delegazioni OSCE. Tale foro haulteriormente delineato il futuro ruolo dell’OSCE nellalotta alla violenza contro le donne e nella promozionedella partecipazione femminile alla prevenzione deiconflitti attraverso l’elaborazione di due decisioni delConsiglio dei ministri che sono state adottate aLubiana in dicembre. Il Consigliere principale e il fun-zionario per le pari opportunità hanno contribuito so-stanzialmente a tale lavoro.

In marzo si è proceduto all’esame e alla valutazionedell’attuazione della Piattaforma d’azione di Pechino,adottata in occasione della quarta Conferenza mon-diale sulle donne (Pechino 1995). Il Consigliere princi-pale ha rivolto un’allocuzione alla 49a Sessione dellaCommissione delle Nazioni Unite sullo status delledonne, durante la seduta di un gruppo ad alto livellosul ruolo delle organizzazioni regionali nella promo-zione dell’uguaglianza fra i sessi.

Al fine di promuovere ulteriormente una culturagestionale e un ambiente di lavoro sensibili alle que-stioni della parità, il Consigliere principale ha conti-nuato a monitorare l’attuazione delle norme pertinentie ha prestato assistenza alle missioni perl’applicazione delle politiche contro le molestie e ladiscriminazione. Si è inoltre adoperato per rafforzarela cooperazione con la rete di consulenti per le pariopportunità di altre organizzazioni e istituzioni, la Reteorganizzativa e istituzionale di informazione sulle pariopportunità (ORIGIN). Tale gruppo rappresenta unavalida fonte di esperienze e di migliori prassinell’integrazione di politiche orientate alla parità fra isessi nelle strutture organizzative ed è uno strumentoessenziale per i funzionari di coordinamento delSegretariato e delle missioni ai fini dell’attuazione delPiano d’azione.

Allo scopo di rafforzare le capacità e il grado di sensi-bilizzazione in merito all’integrazione degli aspettirelativi alla parità nelle attività delle operazioni sul ter-reno, il Consigliere principale ha continuato ad assi-stere la sezione per la formazione nell’attuazione deicorsi introduttivi per il personale del Segretariato edelle missioni. Ha partecipato inoltre a diverse tavolerotonde tematiche per garantire che tutti i membri delpersonale siano a conoscenza dei requisiti del Pianod’azione 2004 e comincino a partecipare al processodi integrazione della parità. Moduli specificisull’integrazione della parità e sul ruolo delle donnenella prevenzione dei conflitti sono stati elaborati esuccessivamente utilizzati nei programmi di forma-zione del personale di diverse missioni.

Unità di assistenza contro la tratta di esseri umani

Grazie al sostegno che offre al Rappresentante spe-ciale sulla lotta alla tratta di esseri umani, al Presi-dente in esercizio e al Segretario generale, l’Unità di

assistenza contro la tratta di esseri umani (ATAU)svolge una funzione di coordinamento tra le strutture ele istituzioni dell’OSCE impegnate nella lotta alla tratta

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di esseri umani, con particolare attenzione alleseguenti attività: accrescimento della consapevolezzae della comprensione del problema della tratta diesseri umani nella regione OSCE; elaborazione dipolitiche, pianificazione e patrocinio in particolare perquanto concerne le tendenze emergenti nella tratta diesseri umani e le strategie efficaci di lotta a tale feno-meno; assistenza diretta in aree pratiche e tecnicheagli Stati partecipanti che ne fanno richiesta.

Nel 2005 l’Unità si è adoperata per sottolinearel’esigenza di una strategia di lotta alla tratta di esseriumani incentrata sulle vittime, in particolare nelle areedella tutela e dell’assistenza alle vittime. Ha inoltreattirato l’attenzione sulle esigenze speciali dei minorivittime della tratta. Nel mese di luglio gli Stati parteci-panti all’OSCE hanno approvato l’Addendum al pianodi azione dell’OSCE per la lotta alla tratta degli esseriumani, relativo alle esigenze specifiche di tutela e diassistenza dei minori vittime della tratta.

In particolare il lavoro dell’ATAU comprende:

Accrescimento della consapevolezza e della com-prensione del problema della tratta di esseri umaninella regione dell’OSCE. L’ATAU ha programmato econtribuito all’organizzazione delle seguenti confe-renze e riunioni di esperti ad alto livello nel quadrodell’Alleanza contro la lotta di esseri umani. Tra taliconferenze figuravano:• Prendere posizione: assistenza e tutela efficaci alle

vittime della tratta, tenutasi a febbraio;• Lotta alla tratta dei minori, svoltasi a marzo;• consultazione di esperti dell’OSCE e dell’Ufficio

dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per idiritti umani (OHCHR) su Elaborazione di un qua-dro giuridico per il perseguimento dello sfrutta-mento delle vittime della tratta, tenutasi a luglio;

• Tratta di esseri umani a fini di sfruttamento dellavoro e lavoro forzato: individuazione, preven-zione, perseguimento, tenutasi a novembre.

Elaborazione di politiche, programmazione epatrocinio. Attraverso le sue costanti attività di ricercae analisi, l’ATAU ha aggiornato le informazioni globalisulle attività di lotta alla tratta nella regione dell’OSCE.

L’Unità di è avvalsa di tali informazioni per accrescerela conoscenza delle tendenze emergenti e delle stra-tegie di lotta alla tratta di esseri umani attraverso:• il sostegno al Rappresentante speciale per il moni-

toraggio delle attività di lotta alla tratta intrapresedagli Stati partecipanti nell’ambito di visite in taluniPaesi;

• la cooperazione con il Consiglio d’Europa nellalotta alla tratta degli esseri umani;

• la consulenza agli Stati dell’Unione europea inmerito al progetto del piano d’azione, in coopera-zione con il Rappresentante speciale e il Gruppo dicoordinamento di esperti dell’Alleanza.

Assistenza diretta e sostegno agli Stati parteci-panti. In cooperazione con le pertinenti strutturedell’OSCE, l’ATAU ha continuato ad assistere gli Statipartecipanti, su loro richiesta, nell’adempimento degliimpegni espressi nel Piano d’azione dell’OSCE di lottaalla tratta di esseri umani nei seguenti campi:• elaborazione di Piani d’azione nazionali;• creazione di meccanismi nazionali di coordina-

mento;• riesame e riforma della legislazione in materia di

lotta alla tratta di esseri umani;• promozione dell’elaborazione di meccanismi nazio-

nali di riferimento.

Priorità per il 2006. Lavorando a stretto contatto conla Presidenza belga del 2006, nel quadro del suomandato di lotta alla criminalità organizzata, l’ATAU siconcentrerà sulle seguenti aree:• sensibilizzazione su tutte le forme di tratta di esseri

umani, con particolare attenzione allo sfruttamentodel lavoro, al lavoro forzato o obbligatorio nonchéalla tratta di minori;

• promozione di un approccio multidimensionale dilotta alla tratta con particolare enfasi sulla tutela el’assistenza alle vittime della tratta;

• elaborazione e rafforzamento di meccanismi nazio-nali di coordinamento;

• rafforzamento del coordinamento delle attività dilotta alla tratta tra le strutture e le istituzionidell’OSCE e tra organizzazioni non governativepertinenti.

Unità per le questioni strategiche di polizia

L’Unità per le questioni strategiche di polizia (SPMU)mira a rafforzare la capacità degli Stati partecipanti difar fronte alle minacce poste dalle attività criminali ead assistere gli Stati nella tutela dello stato di diritto.Nel 2005 tali attività hanno interessato principalmenteil Kirghizistan, il Kazakistan e la Georgia. L’Unità si èinoltre impegnata nella lotta contro la tratta di esseriumani rafforzando la capacità delle agenzie preposteall’applicazione della legge di assicurare i colpevolialla giustizia. L’SPMU ha affrontato il problema deicrimini legati all’odio e elaborato un sistema di data-base volto a consentire l’attuazione delle miglioriprassi nell’applicazione della legge.

A seguito degli sconvolgimenti politici in Kirghizistan dimarzo, il Programma di assistenza alle forze di poliziadell’OSCE ha concentrato la sua attenzione su tale

regione. Il programma, avviato a seguito dell’uccisionedi cinque dimostranti per mano dell’esercito kirghizodurante una dimostrazione di minore entità nei pressidi Aksy nel marzo del 2002, si è concentrato sulrafforzamento della capacità da parte delle forze dipolizia di prevenire i conflitti e gestire i disordinipubblici. Tale programma ha consentito l’addestra-mento e la dotazione di equipaggiamenti di due nucleidi gestione dell’ordine pubblico a Bishkek e Osh.

Il primo vero momento di verifica del programma ègiunto il 24 marzo allorquando un alto numero didimostranti dell’opposizione si sono raccolti davantiall’Ufficio del Presidente del Kirghizistan a Bishkek perchiedere le dimissioni immediate del PresidenteAskar Akaev e del suo governo. Gli interventidell’esercito kirghizo hanno dimostrato fino a che

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punto il programma abbia inciso positivamente sulleattività di polizia. L’esercito ha dimostrato di non volercontravvenire alle prassi di polizia professionali, gene-ralmente riconosciute dagli Stati democratici, perdifendere il regime di governo.

Il 7 aprile l’SPMU ha risposto a tali sviluppi distac-cando il primo di tre funzionari per le questioni di poli-zia presso il Centro OSCE di Bishkek affinché lo assi-stesse. Il personale dell’SPMU ha contribuito al pianodi lavoro generale dell’OSCE e ha istituito un pro-gramma ad interim di assistenza alle forze di polizia,della durata di un anno, per far fronte ai problemi piùurgenti, di breve e medio termine, inerenti alla sicu-rezza nel Paese. Tale programma ad interim ha con-sentito all’esercito kirghizo di garantire che il periodo ditransizione politica trascorresse pacificamente e haassicurato il generale mantenimento dello stato didiritto e dell’ordine pubblico. Il programma ha inoltreassistito la Commissione di Stato per la riforma dellapolizia affinché riprendesse l’elaborazione di un pianodi riforma concreto e dettagliato.

Al fine di assistere ulteriormente tale processo, sonostati distaccati tre consulenti internazionali per le que-stioni di polizia che hanno affiancato il Ministro degliinterni a Bishkek, nonché funzionari di polizia dislocatia Jalalabat e Osh. Questa è stata la prima volta chel’OSCE ha distaccato un consulente direttamentepresso un Ministero degli Interni. (Per maggiori infor-mazioni a tale riguardo vedere pagina 24.)

In collaborazione con l’Ufficio per le istituzioni demo-cratiche e i diritti dell’uomo, l’SPMU ha offerto adde-stramento in materia di Diritti dell’uomo e attività dipolizia all’esercito kazako. Tale attività ha condottoalla nomina ad interim di un consulente per le que-stioni di polizia distaccato presso il Centro OSCE diAlmaty in settembre. Il Kazakistan ha inoltre ospitato ilprimo seminario regionale dell’OSCE sulle attività diindagine sui reati sessuali, tenutosi dall’8 al 10novembre cui hanno partecipato esperti di polizia pro-venienti dalla Russia, dal Kirghisiztan, dal Turkmeni-stan e dal Kazakistan.

In Georgia, entro marzo 2006, l’SPMU e la MissioneOSCE in Georgia avranno completato un Progetto diassistenza a breve termine che presta sostegnodiretto nei seguenti settori: attività della polizia di pros-simità, addestramento delle forze di polizia e elabora-zione di un nuovo sistema di gestione delle risorseumane. Sia in Armenia che in Azerbaigian, l’SPMU ha

prestato sostegno alle operazioni sul terrenodell’OSCE nell’attuazione delle componenti del pro-gramma di addestramento della polizia dei rispettiviprogrammi di assistenza alle forze di polizia.

Per integrare il lavoro svolto dall’OSCE nella lotta allatratta di esseri umani, l’SPMU si è adoperata per laraccolta di prove contro i responsabili di reati cui farriferimento in alternativa alle prove testimoniali fornitedalle vittime. Una simulazione in tempo reale delladurata di 12 giorni rivolta a investigatori, magistrati,giudici e membri delle organizzazioni non governativeimpegnati nell’applicazione della legge, si è svolta aChisinau per dimostrare come sia possibile raccoglieresufficienti prove, avvalendosi delle risorse esistenti, alfine di assicurare alla giustizia i responsabili di reatisenza doversi affidare esclusivamente alle provetestimoniali. Tale formazione ha migliorato le tecnichedi interrogatorio e rafforzato la cooperazione in tutto ilsettore della giustizia penale in Moldova. Altre tre ope-razioni sul terreno dell’OSCE hanno richiesto tale for-mazione proattiva a nome dei rispettivi Stati ospitanti.

A settembre l’SPMU ha organizzato una riunione didue giorni a Vienna per esperti di polizia sulla que-stione della prevenzione e della lotta contro i criminilegati all’odio. A tale incontro hanno partecipato oltre60 investigatori di polizia di 27 paesi europei edell’Asia centrale, nonché un comitato di autorevoliesperti. Il seminario ha fornito la preziosa opportunitàdi condividere le conoscenze acquisite nell’ambito deicrimini legati all’odio e di esporre il lavoro condotto nelquadro del programma di formazione per funzionari dipolizia sui crimini legati all’odio dell’ODIHR.

Nel 2005 l’SPMU ha ideato e testato una versionepilota del Sistema di informazione online per le attivitàdi polizia dell’OSCE (POLIS). I tre database raccol-gono tutti gli aspetti delle correnti questioni riguardantile attività di polizia, le lezioni tratte e le migliori prassiattuate dall’OSCE. POLIS consente ai professionistiche operano nel quadro delle attività di polizia edell’applicazione della legge di accedere alle infor-mazioni di cui hanno bisogno in maniera puntuale, inqualunque parte del mondo essi si trovino. Le lezionitratte e le migliori prassi sono in tal modo più che sal-vaguardate e l’accessibilità di tali informazioni con-sente a coloro che svolgono attività operativa di avva-lersene.

www.osce.org/policing

Unità di azione contro il terrorismo

L’Unità di azione contro il terrorismo (ATU) è il puntofocale delle attività e del coordinamento della lotta alterrorismo dell’OSCE. Istituita nel 2002, l’Unità operain stretto contatto con la Commissione anti-terrorismodelle Nazioni Unite (UNODC), con la direzione esecu-tiva del comitato anti-terrorismo delle Nazioni Unite(CTED) con l’Ufficio ONU contro la droga e il crimine(UNODC) e con altre organizzazioni internazionali.

L’ATU collabora con il Gruppo informale di amici dellapresidenza per la lotta al terrorismo dell’OSCE, che è

divenuto un mezzo eccellente di interazione tra il Se-gretariato e gli Stati partecipanti nonché un importanteforo per il riesame dell’attuazione degli impegni di lottaal terrorismo e l’elaborazione di una rispostadell’OSCE alle emergenti minacce terroristiche.

Il sostegno alla ratifica e all’attuazione dei 12 strumentidi lotta al terrorismo delle Nazioni Unite resta una delleprincipali funzioni dell’Unità. La collaborazionedell’ATU con le Nazioni Unite e con l’ODIHR nel qua-dro di seminari e consultazioni bilaterali ha contribuito

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a far accrescere del quattro percento il tasso di ratificanella regione nel corso dell’ultimo anno, portandolodunque all’attuale 92 percento.

Un’altra delle funzioni principali dell’ATU è fornire as-sistenza al rafforzamento delle capacità degli Statipartecipanti in materia di lotta al terrorismo. Nel 2005l’ATU ha organizzato quattro importanti seminari diesperti in tutta la regione OSCE su:

• Sicurezza dei container, finanziato da Stati Unitid’America, Slovenia e Svezia;

• Rafforzamento della cooperazione legale in que-stioni penali connesse al terrorismo, finanziato daGermania, Stati Uniti d’America, Liechtenstein eSvezia;

• Terrorismo suicida, finanziato daStati Uniti d’America; e

• Lotta all’uso di Internet a fini terroristici, finanziatoattraverso il bilancio unificato dell’OSCE.

Tra i partecipanti a tali eventi figuravano i rappresen-tanti di quasi tutti gli Stati partecipanti, di Stati e diorganizzazioni internazionali pertinenti. Sono stateavviate azioni successive tra cui seminari nazionali diformazione e una più stretta cooperazione con leorganizzazioni internazionali specializzate.

Proseguendo gli sforzi intrapresi per rafforzare la sicu-rezza dei documenti di viaggio nella regione OSCE,l’ATU ha lanciato una serie di seminari sulle normedell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile(ICAO) per il trattamento e il rilascio di passaporti, inparticolare un seminario per l’Europa sudorientaletenutosi a Sofia, finanziato dagli Stati Uniti d’America eun altro seminario per l’Asia centrale svoltosi ad

Almaty, Kazakistan. Tali seminari sono volti ad assi-stere gli Stati partecipanti nell’attuazione dei loroimpegni per prevenire il movimento di singoli terroristio gruppi terroristici attraverso un monitoraggio efficacedelle frontiere e controlli inerenti il rilascio di documentidi identità e di viaggio.

Al fine di promuovere uno scambio tempestivo diinformazioni fra gli esperti di antiterrorismo, l’ATUprovvede all’aggiornamento di una rete Internet anti-terrorismo realizzata al fine di agevolare lo scambio diinformazioni tra Stati partecipanti, funzionari antiterro-rismo presso le capitali e l’ATU. L’Unità pubblica inol-tre un bollettino elettronico mensile che offre forma-zione pratica e informazioni relative al rafforzamentodelle capacità.

Al fine di evitare la duplicazione delle iniziative, l’ATUtiene regolarmente un archivio di tutti i programmidell’OSCE e di altre organizzazioni relativi all’antiter-rorismo, alla sicurezza delle frontiere e alle forze dipolizia nella regione. L’ATU fornisce tali informazioni airesponsabili della pianificazione dei programmidell’OSCE e organizza seminari su attività in materiadi lotta contro il terrorismo nella regione dell’OSCE.

L’ATU dispone di un sito web che contiene informa-zioni su programmi e attività correnti di lotta al terrori-smo intrapresi dall’OSCE e collegamenti diretti aorganizzazioni e partner principali che operano nellalotta contro il terrorismo.

www.osce.org/atu

Coordinatore delle attività economiche e ambientalidell’OSCE

La gamma di attività nel quadro della dimensione eco-nomica e ambientale dell’OSCE si è ulteriormenteampliata nel 2005, in particolare per quanto riguarda leattività ambientali, la lotta al riciclaggio del denarosporco e al finanziamento del terrorismo, la lotta allacorruzione e alla tratta di esseri umani. Tale poten-ziamento delle attività si basa sul Documento di stra-tegia per la dimensione economica e ambientale del2003, sulle priorità individuate dalla Presidenza slo-vena, sul tredicesimo Foro economico nonché sulleazioni successive di precedenti sedute del Foro.

Fora economici. L’Ufficio del Coordinatore delle atti-vità economiche e ambientali dell’OSCE (OCEEA) havalutato le raccomandazioni espresse dal tredicesimoForo economico tenutosi a maggio del 2005, il cuitema è stato “Tendenze demografiche, migrazione eintegrazione di persone appartenenti a minoranzenazionali: garantire la sicurezza e lo sviluppo soste-nibile nell’area OSCE”, e ha suggerito concrete azionisuccessive nei tre campi specificati, ad esempio attra-verso l’elaborazione di un manuale sull’adozione diefficaci politiche per i lavoratori migranti nei Paesi diorigine e di destinazione, in cooperazione conl’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

In coordinamento con la Presidenza belga del 2006,sono stati avviati i preparativi per il quattordicesimoForo economico il cui tema sarà Trasporti nell’areadell’OSCE: reti di trasporto sicure e sviluppo dei tra-sporti per potenziare la cooperazione e la stabilitàeconomiche regionali. La prima parte del Foro si èsvolta a Vienna il 23 e 24 gennaio, la seconda parte siterrà a Praga da 22 al 24 maggio 2006. La primaconferenza di preparazione al quattordicesimo Foro siè svolta a Dushanbe, Tagikistan, il 7 e 8 novembre.

Attività ambientali

Progressi relativi all’Iniziativa ambiente e sicu-rezza. L’Iniziativa ambiente e sicurezza ha continuatoad attuare il suo programma per l’Europa sudorientale,il Caucaso meridionale e l’Asia centrale. La valuta-zione approfondita della situazione ambientale nellavalle di Ferghana è stata portata a termine. (Per mag-giori informazioni su tale iniziativa consultare il sitowww.envsec.org.)

Smaltimento dei rifiuti pericolosi e della compo-nente del carburante per missili. Un seminario tec-

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nico congiunto OSCE-NATO è stato organizzato aKyiv dal 6 all’8 luglio e ha avuto come tema l’elimina-zione della componente del carburante per missili. Incoordinazione con la NATO, si sono svolte numerosemissioni di valutazione delle necessità in Ucraina,Azerbaigian e Kazakistan, mentre in Armenia è pro-seguito il progetto di eliminazione del melange è pro-seguito in Armenia. (Per maggiori informazioni a talmerito vedere pag. 13.)

Sensibilizzazione. L’OCEEA ha fornito il suo soste-gno alla creazione di centri di informazione ambientale(centri Aarhus). Nel 2005 sono stati creati centriAarhus a Erevan, Baku, Dushanbe, Osh (Kirghizistan)e Khudjand (Tagikistan). Sono attualmente in corsoprogetti per la creazione di ulteriori centri a Ganja(Azerbaigian), a Tbilisi e in Ossezia meridionale(Georgia), Bishkek, Tashkent e Minsk. Un programmadi educazione ambientale (cosiddetto Green Pack) èattualmente in corso in Azerbaigian e Belarus.

Progetti di gestione dell’acqua. L’OCEEA e laCommissione economica delle Nazioni Unite perl’Europa (UNECE) hanno continuato a sostenere unprogetto volto a favorire la conclusione di un accordodi cooperazione tra i due Stati rivieraschi del fiumeDniestr, Ucraina e Moldova, inclusa la regione dellaTransnistria, relativo alla gestione integrata dellerisorse idriche del bacino del fiume Dniestr. Altre atti-vità di monitoraggio dei fiumi sono proseguite e hannointeressato i fiumi Chu e Talas tra il Kazakistan e ilKirghizistan e il fiume Sava che attraversa la Slovenia,la Croazia, la Bosnia-Erzegovina e la Serbia e Monte-negro.

Attività economiche. Lavorando a stretto contattocon le operazioni sul terreno dell’OSCE, l’OCEEA hapromosso lo sviluppo del buongoverno, le opportunitàcommerciali e l’imprenditoria all’interno della regioneOSCE. In tale contesto l’Ufficio ha fornito assistenzaallo sviluppo di progetti e finanziamenti fuori bilancio alfine di sostenere programmi di formazione tecnica perle piccole e medie imprese, seminari di informazioneimprenditoriale rivolti a giovani, a donne e ad altrigruppi demografici vulnerabili nonché campi estivi diformazione economica per i giovani.

Lotta al riciclaggio del denaro e al finanziamentodel terrorismo. Nel quadro de programma globalecontro il riciclaggio del denaro, l’OCEEA e l’UNODC

hanno continuato a fornire sostegno agli Stati parte-cipanti nelle loro attività di lotta al riciclaggio deldenaro e al finanziamento del terrorismo, in particolareattraverso una conferenza ad alto livello sulla lotta alfinanziamento del terrorismo tenutasi a Vienna dal 9all’11 novembre, un seminario per i funzionari addettial controllo del settore finanziario, tenutosi a Vienna agiugno e altri seminari nazionali. L’Ufficio ha inoltrecontinuato a collaborare al fine di istituire e prestaresostegno a nuclei di intelligence finanziaria inArmenia, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Romaniae Uzbekistan. Per nucleo di intelligence finanziaria siintende un’agenzia nazionale centrale incaricata diricevere, analizzare e trasmettere alle autorità com-petenti le informazioni finanziarie riguardanti presuntiproventi di attività criminali e potenziali fonti di finan-ziamento del terrorismo, al fine di combattere il rici-claggio del denaro e il finanziamento delle attivitàterroristiche.

Programma di lotta alla tratta. In linea con il Pianod’Azione contro la tratta di esseri umani, l’OCEEA haattuato il suo Programma di lotta alla tratta per lacooperazione pubblica e privata nella prevenzionedella tratta di esseri umani al fine di concentrarel’attenzione sulle principali cause economiche e sulfattore della domanda nella tratta di esseri umani non-ché al fine di coinvolgere il settore privato nelle attivitàdi lotta alla tratta. Tale Programma è un’iniziativa adampia portata della durata di tre anni che comprendeattualmente 13 progetti attuati in otto Stati partecipantidell’OSCE, tra cui un progetto a favore degli orfani inUcraina. (Per maggiori informazioni su questo tema,vedi riquadro a pag. 16.) Tra le altre attività del 2005figurano un progetto sulla Cooperazione pubblica eprivata volta a conferire autonomia economica apotenziali vittime della tratta attraverso formazioneprofessionale in Romania in cooperazione conl’Iniziativa per le carriere giovanili condotta dal Forointernazionale dei capi d’impresa e un progetto suImprenditoria femminile e concorso per i progettiimprenditoriali, condotto in Azerbaigian.

Istruzione. L’OCEEA ha continuato a sostenerel’iniziativa pluriannuale di Rete per la ricerca applicatain Asia centrale condotta dalla Fondazione Eurasia. Loscopo di tale iniziativa è rafforzare le capacità istitu-zionali e umane nella ricerca economica applicata trale università e gli istituti di ricerca regionale in Asiacentrale.

Rapporto del Direttore del Centro per la prevenzione deiconflitti

“Nel 2005 il CPC ha continuato a svolgere un ruolochiave nel promuovere il coordinamento tra le diversestrutture operative dell’OSCE. I capi delle operazionisul terreno, delle istituzioni e delle unità tematiche delSegretariato ora collaborano sempre più strettamentea sostegno dell’attuazione dei programmi tematici eregionali volti a promuovere la sicurezza e la stabilitànell’area OSCE.”

Ambasciatore Lamberto ZannierDirettore del Centro per la prevenzione dei conflitti

Il Centro per la prevenzione dei conflitti (CPC) coor-

dina le attività delle operazioni OSCE sul terreno e leassiste nell’adempimento dei loro mandati. Esso rap-presenta anche il punto focale in seno al Segretariatoper lo sviluppo del ruolo dell’OSCE nel quadro delladimensione politico-militare. In particolare il CPC ha ilcompito di sostenere la Presidenza, il Segretariogenerale e gli organi decisionali nello svolgimento deicompiti dell’OSCE nei settori del preallarme, della pre-venzione dei conflitti, della gestione delle crisi e delrisanamento post-conflittuale.

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Il CPC comprende:

• la Sezione per i programmi delle missioni, chefunge da punto principale di coordinamento e dicollegamento con le operazioni OSCE sul terreno;

• l’Unità di coordinamento dei progetti, che prestaappoggio alle operazioni sul terreno in materia dipianificazione, sviluppo e valutazione di progettifuori bilancio;

• l’Unità di pianificazione delle operazioni, che piani-fica le operazioni future, individua potenziali aree dicrisi tramite l’analisi e il preallarme e funge dapunto di coordinamento per le questioni inerenti lasicurezza delle frontiere e la gestione;

• la Sala situazioni/comunicazioni, che segue glisviluppi nelle regioni dell’OSCE e funge da unità dicrisi per le emergenze;

• l’Unità di sostegno per il Foro di cooperazione perla sicurezza, che presta la propria consulenza ecompetenza nel quadro della dimensione politico-militare della sicurezza.

Sezione per i programmi delle missioni. La Sezioneper i programmi delle missioni si compone di quattrouffici regionali che coprono l’Europa sudorientale,l’Europa orientale, il Caucaso e l’Asia centrale. I fun-zionari addetti ai programmi delle missioni responsabilidi tali regioni prestano supporto e consulenza allerelative operazioni sul terreno su questioni politiche equestioni programmatiche e di gestione, incluse que-stioni di bilancio. Essi condividono e analizzano con lapresidenza i segnali di preallarme che giungono dalterreno e forniscono consulenza in merito alle proce-dure più appropriate. Nel contempo contribuiscono apredisporre le visite del presidente in esercizio, delSegretario generale e di altri funzionari OSCE sul ter-reno, coordinano la preparazione dei documenti ine-renti le visite del Presidente in esercizio, fornisconoconsulenza strategica, redigono i rapporti sulle visite egarantiscono adeguate azioni successive.

Nel 2005 l’Ufficio per l’Europa sudorientale ha for-nito sostegno attivo alla Presidenza in esercizio nelcoordinamento del lavoro delle sei operazioni OSCEsul terreno in tale regione. Ciò non solo ha garantitoall’OSCE di mantenere il suo impegno efficace inEuropa sudorientale, una delle principali priorità dellaPresidenza slovena dell’OSCE, ma ha anche contri-buito in modo significativo a consolidare i progressigenerali compiuti da quando l’OSCE ha iniziato a ope-rare nella regione.

L’Ufficio ha continuato a coordinare gli sforzi congiuntidelle operazioni sul terreno OSCE e della Presidenzanella pianificazione e nell’organizzazione di due riu-nioni sui seguiti nel quadro del processo di coopera-zione interstatale promosso dall’OSCE nei procedi-menti per crimini di guerra, avviato a novembre 2004 aPalic, Serbia. La prima riunione di esperti si è svolta aBrijuni, Croazia, a giugno, la seconda si è tenuta adottobre 2005 a Mostar, in Bosnia Erzegovina. La riu-nione di esperti di Brijuni è stata preceduta da unaconferenza ministeriale trilaterale. Lo scambio costrut-tivo di opinioni ha impartito un nuovo slancio al lavorocongiunto degli esperti, grazie anche ai ministri chehanno espresso il loro pieno appoggio al lavoro svoltonel quadro di tale processo. L’OSCE è pronta a pro-muovere ulteriori dibattiti a livello politico al fine di

sostenere il lavoro svolto a livello di esperti.

L’Ufficio ha dedicato particolare attenzione alla que-stione del Kosovo contribuendo a elaborare una poli-tica coerente e globale volta a guidare il futuro lavorodell’OSCE in Kosovo e in Serbia e Montenegro, instretta interazione con i Partner per la cooperazione.

L’Ufficio dell’Europa orientale ha potenziato ilsostegno generale a favore delle operazioni sul ter-reno in questa regione, cui i diversi fora dell’OSCEdedicano oggi maggiore attenzione. Tra i cambiamentipiù importanti figura la nomina di due nuovi capi delleoperazioni sul terreno, nell’Ufficio OSCE di Minsk e delCoordinatore dei progetti OSCE in Ucraina, quest’ulti-mo nominato a seguito della morte dell’AmbasciatoreDavid Nicholas.

L’Ufficio ha inoltre assistito la Presidenza nei suoisforzi volti a promuovere i negoziati per una composi-zione pacifica dei conflitti in corso in Transnistria. Laripresa del processo negoziale in Transnistria e ilPiano Yushchenko hanno impartito a tale processo unnuovo slancio. L’Ufficio ha continuato ad assistere ilCoordinatore dei progetti OSCE in Ucraina nel soddi-sfare la maggiore richiesta di progetti da parte delleautorità statali.

Nel 2005 l’Ufficio per il Caucaso si è concentratosull’assistenza alle operazioni sul terreno nella regioneoggetto del suo mandato, in particolare nelle attivitàinerenti alla risoluzione dei conflitti in corso. Ad esem-pio l’Ufficio ha sostenuto i Copresidenti del Gruppo diMinsk e il Rappresentante personale del Presidente inesercizio per il conflitto oggetto della ConferenzaOSCE di Minsk durante i preparativi e lo svolgimentodi una missione d’inchiesta nei territori occupatiintorno alla regione nel Nagorno-Karabakh. All’iniziodell’anno l’Ufficio ha prestato assistenza alla Missionein Georgia per lo sviluppo e l’attuazione di piani per lachiusura della sua operazione di monitoraggio dellefrontiere e ha contribuito all’individuazione dellenecessità per l’istituzione di un programma di assi-stenza alla formazione per guardie confinarie geor-giane. Infine ha svolto una funzione di collegamentotra il Segretariato dell’OSCE, la Missione di osserva-zione elettorale internazionale e l’Ufficio OSCE diBaku durante le elezioni parlamentari in Azerbaigiantenutesi a novembre.

A seguito di importanti sviluppi politici nella regione,l’Ufficio per l’Asia centrale ha assunto un ruolo attivonella preparazione delle visite ad alto livello del Presi-dente in esercizio, del Segretario generale e del Rap-presentante personale del Presidente in esercizio neiPaesi della regione. In aprile il CPC ha aiutato la pre-sidenza a reagire in modo rapido ed efficace aglisviluppi negativi in Kirghizistan. Il Direttore del CPC hacollaborato con il Rappresentante personale del Pre-sidente in esercizio per l’Asia centrale al fine dipromuovere un processo di dialogo e di negoziatopolitico e di individuare, insieme alle autorità kirghize,le aree principali di assistenza da parte dell’OSCE. Laloro visita a Bishkek ha consentito di elaborare unpiano di lavoro concreto con cui sono state individuatele principali priorità della presenza OSCE in Kirghizi-stan a breve e lungo termine. Tale piano ha compresoanche una lista di progetti individuali. Le attività indivi-

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duate nel piano di lavoro hanno riguardato i preparativiper le elezioni presidenziali del 10 luglio e il sostegnoalle agenzie preposte all’applicazione della legge. (Perulteriori informazioni a tale proposito, vedi pag. 24.)

Nucleo per il coordinamento dei progetti. Le opera-zioni sul terreno dell’OSCE attuano in misure semprepiù crescente progetti complessi e di ampia portata,finanziati mediante dotazioni di bilancio e risorse fuoribilancio. Operando a stretto contatto con la Sezioneper i programmi delle missioni, il Nucleo per il coordi-namento dei progetti contribuisce al coordinamentodelle attività delle operazioni sul terreno, finanziateattraverso risorse fuori bilancio, con le attività svoltedalle istituzioni e dal Segretariato. Il Nucleo rappre-senta un canale efficace di condivisione delle opinionie delle conoscenze tecniche tra le operazioni sul ter-reno, le istituzioni e il Segretariato. Nel 2005 il Nucleoha coordinato la valutazione di 115 progetti fuori bilan-cio previsti dalle operazioni sul terreno per un valoretotale di oltre 31,2 milioni di Euro.

Il Nucleo inoltre fornisce sostegno ai responsabili delprogramma nelle operazioni sul terreno nella pianifica-zione, l’elaborazione e la valutazione dei loro progettie programmi. Sulla base del manuale delle risorseelaborato insieme al Dipartimento per le risorseumane nel 2003, il Nucleo continua ad aggiornare e adivulgare attivamente strumenti per la gestione deiprogetti nel quadro di una strategia consolidata in talecampo. In linea con il Piano d’azione OSCE per lapromozione delle pari opportunità, il Nucleo ha avviatoun processo di integrazione delle questioni inerenti lepari opportunità nell’elaborazione e nella pianifica-zione dei progetti per le operazioni sul terreno.

Pianificazione operativa, collegamento e analisi.L’Unità di pianificazione delle operazioni ha continuatoa rappresentare uno strumento chiave nel sostegnoalla Presidenza e agli Stati partecipanti nella pianifi-cazione operativa. Sono state organizzate riunioniinformative e presentazioni per i rappresentanti e ivisitatori di alto livello degli Stati partecipanti e ilgruppo analitico dell’Unità ha assistito il Segretariogenerale, la Presidenza e le delegazioni degli Statipartecipanti nella redazione di documenti informativi,analisi e discorsi. Essa ha svolto un ruolo fondamen-tale nell’assistere la Presidenza nella preparazione,nello svolgimento della Conferenza annuale di rie-same della sicurezza svoltasi in giugno e nelle perti-nenti azioni successive. I dibattiti svoltisi all’internodelle quattro sessioni della Conferenza hanno con-dotto a un prezioso scambio di opinioni e di informa-zioni sui temi principali inerenti alla sicurezza, in parti-colare la lotta al terrorismo, la sicurezza delle frontieree la gestione della sicurezza globale nonché le ideevolte a determinare le strategie e a definire le prioritàper l’anno futuro.

Al fine di sviluppare e rafforzare legami operativi conle organizzazioni partner, l’Unità ha partecipato all’esercizio di gestione delle crisi della NATO in gennaioe al primo esercizio di studio congiunto UE-ONU sullacooperazione nella gestione delle crisi, sia in ambitocivile che militare, svoltosi in aprile. L’Unità ha inoltrepartecipato a una serie di eventi tenutisi a Londra e aGinevra, dove sono state preparate le raccomanda-zioni per la sesta Riunione ad alto livello ONU-

Organizzazioni regionali di New York. L’Unità ha con-diviso le lezioni tratte e le valutazioni delle situazioni eha scambiato informazioni sulle attività in corso sulterreno durante regolari riunioni del personale con leorganizzazioni partner.

Sicurezza e gestione delle frontiere. Il gruppo diesperti, istituito presso l’Unità di pianificazione delleoperazioni con il compito di trattare le questioni ine-renti alla sicurezza e alla gestione delle frontiere, hacondotto la seconda fase del Programma OSCE dicooperazione transfrontaliera nell’Europa sudorientale.Tale fase del programma biennale ha previsto lo svol-gimento di cinque seminari, di cui quattro nel quadrodel programma e uno presso un consorzio istituito nelquadro del Programma regionale di Assistenza comu-nitaria per la ricostruzione, lo sviluppo e la stabilizza-zione (CARDS). Tale consorzio ha promossol’attuazione, a livello operativo, di una serie di accorditransfrontalieri lungo i confini terrestri e marittimi edella cooperazione tra agenzie, nonché misure volte acontrastare l’immigrazione illegale. Una volta comple-tata la seconda fase del programma, il Centro per laprevenzione dei conflitti valuterà l’importanza, l’effica-cia, la validità e la sostenibilità di tale programma alfine di trarre lezioni da applicare in altre regionidell’OSCE.

Facendo seguito alle richieste di taluni Stati parteci-panti, il gruppo ha condotto visite di valutazione inAsia centrale, Georgia e Belarus al fine di prestareassistenza tecnica per il rafforzamento della sicurezzae della gestione delle frontiere.

L’Unità di pianificazione delle operazioni ha inoltreassistito il Gruppo di lavoro informale incaricato diredigere il Concetto OSCE per la sicurezza e lagestione delle frontiere, che è stato adottato dal Con-siglio dei Ministri dell’OSCE, riunito a Lubiana indicembre.

Sala situazioni/comunicazioni. La Sala situazioni /comunicazioni (Sit Room) fornisce un servizio di infor-mazioni per l’OSCE 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ilgruppo di funzionari in servizio nella Sit Room resta unpunto centrale di contatto per l’Organizzazione, in par-ticolare al di fuori del normale orario di lavoro. Tra inumerosi servizi svolti, la Sala situazioni garantisceuna costante analisi della copertura mediatica diavvenimenti di rilievo, la divulgazione tempestiva diinformazioni durante i periodi di crisi e l’assistenzaall’evacuazione sanitaria di membri del personale insituazioni di difficoltà. Attraverso il suo lavoro continuodi monitoraggio delle fonti di informazione, la SalaSituazioni svolge una funzione di preallarme per ilSegretario generale. Nel 2005, il personale della Salasituazioni ha partecipato a riunioni con i rappresentantidelle sale situazioni di altre organizzazioni internazio-nali a New York e Bruxelles al fine di consentire unmiglior scambio di informazioni.

Unità di sostegno al Foro di cooperazione per lasicurezza. L’Unità di sostegno al Foro di coopera-zione per la sicurezza fornisce sostegno e consulenzaalla Troika dell’FSC e alle delegazioni OSCE attra-verso la presentazione di rapporti dettagliati mensili etrimestrali in merito all’attuazione delle misure di raf-forzamento della fiducia e della sicurezza da parte

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degli Stati partecipanti. Nel 2005, l’Unità ha svolto unruolo fondamentale nell’assistere la Presidenza nellefasi di preparazione, di svolgimento della Riunioneannuale di valutazione dell’attuazione di marzo e dellaConferenza annuale di riesame della sicurezza di giu-gno, e delle relative azioni successive.

Quest’anno l’Unità ha prestato sostegno agli Statipartecipanti relativamente a nove visite di valutazionee all’elaborazione di progetti sulle Armi di piccolo cali-bro e leggere (SALW), munizioni convenzionali e sullacomponente di combustibile per missili (Melange). Traattività di tale tipo figurano: la positiva attuazione diprogetti in Tagikistan, l’elaborazione di piani di pro-getto sulle SALW in Belarus e su munizioni pericolosein Ucraina e Kazakistan e la valutazione della que-stione Melange in taluni Stati OSCE. Tali attività sonostate svolte in stretta cooperazione con le operazionisul terreno dell’OSCE. L’Unità offre alle operazioni sulterreno la consulenza di esperti su questioni inerentiallo sviluppo e all’attuazione di progetti. (Per maggioriinformazioni a tal merito, vedi pag. 13.)

L’Unità ha contribuito alla Riunione biennale degli Statiper l’esame dell’attuazione del Programma di azioneper la prevenzione, la lotta e l’eliminazione del com-mercio illecito di armi di piccolo calibro e leggere intutti i suoi aspetti, tenutasi a New York dall’11 al15 luglio. Con il sostegno delle delegazioni degli Statipartecipanti presso l’FSC, ha organizzato e condotto,a margine della riunione, un Evento dedicato alle atti-vità dell’OSCE volte ad assistere gli Stati partecipantinelle aree relative alle SALW. L’Unità ha inoltre parte-cipato ad una serie di eventi preparatori nella fase cheha preceduto la Riunione biennale degli Stati 2005, inparticolare le conferenze di Pechino (della regioneasiatica, comprese le repubbliche dell’Asia centrale) e

di Algeri (della Lega degli Stati arabi), nonché allaconferenza sul controllo delle forze armate a Praga(Paesi della CSI) e alla conferenza sul sostegno aiPartner OSCE per la cooperazione.

L’Unità ha inoltre promosso il coordinamento con laNATO in merito all’attuazione di una serie di progetti.Al fine di accrescere l’efficienza delle visite di valuta-zione, l’Unità ha organizzato un seminario in Kazaki-stan l’1 e il 2 giugno volto da esplorare i problemi rela-tivi alla sicurezza delle scorte e alla distruzione dellearmi di piccolo calibro e delle munizioni convenzionali.Il Seminario tecnico congiunto OSCE-NATO sullacomponente di carburante per missili (Melange),svoltosi dal 6 all’8 luglio in Ucraina, ha facilitatol’individuazione di possibili strategie per far fronte atale problema.

La Rete di comunicazione dell’OSCE, che forniscecollegamenti diretti tra le capitali degli Stati parteci-panti per lo scambio di informazioni militari, è stataulteriormente potenziata nel 2005. Un nuovo sistemaoperativo e un’architettura di rete semplificata hannoincrementato l’efficienza, l’affidabilità e la sicurezza ditale rete. Il Nucleo dell’Unità addetto alla rete di comu-nicazione gestisce la rete e presiede il Gruppo OSCEper le Comunicazioni, attraverso il quale le delegazioniforniscono il necessario contributo e controllo. I miglio-ramenti tecnici apportati alla rete la rendono ancorapiù semplice ed economica per tutti gli Stati parteci-panti che se ne avvalgono per adempiere ai loroobblighi inerenti la presentazione di rapporti nel qua-dro della dimensione politico-militare.

www.osce.org/cpc

Dipartimento per le risorse umane

Il Dipartimento per le risorse umane del Segretariatodell’OSCE ha completato l’applicazione del nuovosistema di gestione delle risorse umane attraversol’introduzione, in gennaio, del sistema di moduli delruolo degli stipendi e di distribuzione del lavoro delProgramma integrato di gestione delle risorse (IRMA)in tutte le istituzioni e le operazioni sul terrenodell’OSCE. Il completamento di tale attuazione haconsentito lo snellimento e l’integrazione in un’unicapiattaforma di tutte le principali funzioni delle risorseumane, comprese il reclutamento, la formazione el’amministrazione dei salari e di titoli. Ciò ha miglioratoanche le strutture di riferimento e il controllo della ge-stione. Il sistema tuttavia richiede ancora un miglio-ramento in termini di utilizzabilità e di funzionalità. Dalmomento dell’introduzione del nuovo sistema, il Dipar-timento ha offerto continuo sostegno e corsi di forma-zione relativi a IRMA.

Nel primo trimestre dell’anno il Dipartimento non hapotuto pubblicare nuovi posti a causa dell’adozionetardiva del Bilancio e della Tabella degli effettivi per il2005. Tuttavia grazie a procedure nuove e più efficaci,che hanno ridotto il periodo di tempo richiesto per laselezione e il reclutamento del personale, si è potutoovviare a tale problema. Il Dipartimento ha pubblicato

99 annunci di posti vacanti per posti a contratto, percui sono state ricevute 8.878 candidature. Nel corsodell’anno si sono tenute 88 sessioni di selezione delpersonale e circa 440 candidati sono stati sottoposti acolloquio. Il Dipartimento ha elaborato 2.700 nomineper posti a contratto, che hanno portato al disloca-mento di 278 candidati presso operazioni sul terreno eistituzioni.

La Sezione del Personale ha assistito le operazioni sulterreno e le istituzioni in tutte le aree relative all’ammi-nistrazione delle risorse umane, concentrandosiessenzialmente sull’orientamento politico e sull’attua-zione accurata e coerente dello Statuto e del regola-mento del personale. Le consultazioni con il Comitatoconsultivo per la gestione e per le finanze sull’emen-damento dello Statuto e del regolamento del perso-nale, iniziate nel 2004, sono proseguite e hanno por-tato a una serie di cambiamenti approvati nei mesi dimarzo, luglio e settembre. Tra tali cambiamenti, incen-trati sulle questioni inerenti alla sicurezza sociale,figura un accordo secondo cui i contributi individualidel personale possono essere trasferiti dal Fondopensione delle Nazioni Unite al Fondo di previdenzadell’OSCE, nonché un accordo in merito all’attuazionedi una nuova disposizione inerente all’assicurazione

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sanitaria per l’incapacità temporanea che offre dellecondizioni di tutela migliori per i membri del personaledell’OSCE e per l’Organizzazione stessa.

La Sezione per la formazione si è adoperata al fine diintegrare in modo efficiente i nuovi membri del perso-nale nell’Organizzazione. Nel 2005 oltre 300 nuovifunzionari dell’OSCE hanno partecipato a 19 pro-grammi di orientamento generale “GO”, organizzati dalSegretariato, prima di giungere presso le istituzioni ole operazioni sul terreno cui erano stati assegnati. LaSezione per la formazione, che gestisce direttamentele esigenze di formazione del Segretariato, ha orga-nizzato 28 seminari su temi di rilevanza destinati a 220membri del personale. Conformemente alla strategiadi formazione dell’OSCE, la Sezione ha fornito semprepiù sostegno alle attività di formazione che precedonole missioni negli Stati partecipanti. La Sezione stimache la domanda per questo tipo di sostegno prose-guirà nel futuro, in particolare nei settori specializzaticome l’osservazione elettorale. Ad ottobre si è tenutala seconda riunione dell’OSCE sulla formazione e ilreclutamento, svoltasi a Vienna, cui hanno partecipatooltre 60 esperti di formazione e reclutamento dallecapitali, nonché rappresentanti del Segretariato, delleistituzioni e delle operazioni sul terreno.

La Sezione per la gestione e per le finanze. La Se-zione per la gestione e per le finanze (DMF) è il dipar-timento dell’OSCE incaricato di fornire servizi e assi-stenza di tipo gestionale, finanziario e amministrativo.Essa comprende i servizi di conferenza, i servizi finan-ziari, il servizio di assistenza alle missioni, i serviziinformatici e di tecnologia di comunicazione, la ge-stione dell’archivio centrale e dei documenti (CRDM) el’Ufficio di Praga.

IRMA e le riforme gestionali. Il DMF è stato allaguida delle riforme gestionali dell’OSCE. Tali riforme,avviate nel 2001 in risposta alla rapida espansionedell’OSCE sono volte a potenziare la capacitàdell’Organizzazione di tradurre le decisioni politiche inazioni concrete in modo rapido e flessibile, incremen-tando al contempo l’efficienza dei costi, la trasparenzae la responsabilità degli Stati partecipanti.

L’elemento centrale delle riforme è il processo diBilancio unificato, uno strumento chiave del Consigliopermanente per la gestione del lavoro dell’OSCE. Aseguito dell’adozione da parte del Consiglio perma-nente del principio del bilancio per programmi, laSezione DMF ha migliorato il formato, collegando gliobiettivi di ciascun programma alle relative risorse.

Nel 2005 le riforme gestionali sono giunte ad unafase decisiva e le attività operative dell’OSCE sonoora gestite attraverso un sistema di gestione infor-matico comune, moderno e integrato chiamato IRMA.Tale sistema prevede l’assegnazione di chiare respon-sabilità, l’individuazione delle competenti autorità echiare responsabilità. Il quadro normativo è stato con-seguentemente adeguato al fine di riflettere gli stan-dard operativi più snelli e i processi di lavoro sempli-ficati.

Il quadro normativo comprende ora 29 istruzioni, dicui 12 istruzioni provvisorie finanziarie e amministra-tive e 17 istruzioni per il personale. Le ultime cinqueistruzioni sono state pubblicate nel corso del 2005 e

hanno riguardato il bilancio unificato, la gestione degliarchivi e dei documenti, la gestione delle sedi, la ge-stione delle visite e dei viaggi ufficiali e la politica inmateria di uso delle risorse informatiche.

Un altro aspetto importante delle riforme gestionali è ilDoc.In. Avviato nel 2003 al fine di migliorare il modo incui l’OSCE gestisce le proprie conoscenze e informa-zioni, Doc.In sarà interamente attuato presso tutte lesedi dell’OSCE entro gennaio 2006.

Al fine di fornire alle delegazioni OSCE accesso adinformazioni affidabili ed aggiornate sulle attività ope-rative, il Sito Web dei Delegati contiene un link ad una“Dashbord” elaborata appositamente per fornire unaccesso facilitato ad informazioni quali i calendaridelle riunioni, i documenti ufficiali dell’OSCE nonchédei rapporti IRMA aggiornati e online sulle attività ope-rative dell’OSCE.

Sostegno elettorale in Afganistan. L’OSCE hainviato un gruppo di supporto elettorale in Afganistan,proprio come nel 2004 in occasione delle elezioni pre-sidenziali. I compiti operativi e amministrativi dellaMissione sono stati affidati ad un gruppo di volontaridel DMF dislocati presso il quartiere generale delGruppo a Kabul. La Missione è stata inviata al fine disostenere le prime elezioni parlamentari nel Paesedegli ultimi 30 anni. Nonostante le enormi difficoltàincontrate nell’oprare a tale distanza in un ambienterelativamente ostile, è stato possibile organizzare,condurre con breve preavviso e completare con suc-cesso tale missione.

Nuova sede del Segretariato nella Wallnerstrasse.Alla fine del 2007 il Segretariato dell’OSCE e il rappre-sentante per la libertà dei mezzi di informazione an-dranno ad occupare le nuove sedi nell’edificio storicodel Palais Pallfy nella Wallnerstrasse N.6. Tale sede,messa a disposizione dal Governo austriaco, è attual-mente in fase di ristrutturazione. Il DMF ha seguitoattivamente i progressi dei lavori di ristrutturazione. Lanuova sede fornirà all’OSCE una migliore visibilitàconsolidando la presenza degli uffici di Vienna in unedificio rappresentativo nel cuore della città.

Supporto alle riunioni e alle conferenze. Il Serviziodi conferenza fornisce sostengo alle presidenze e agliStati partecipanti dell’OSCE, al Gruppo consultivocongiunto e alla Commissione consultiva Cieli aperti,nonché al Segretariato dell’OSCE nella preparazionee nello svolgimento di riunioni e conferenze.

Nel 2005 i Servizi di conferenza hanno inoltre co-organizzato una serie di eventi al di fuori di Viennaquali la Riunione del Foro economico a Praga, laConferenza di Cordoba sulla lotta all’antisemitismo edad altre forme di intolleranza, la Riunione del Consigliodei Ministri dell’OSCE a Lubiana e la Riunione supple-mentare nel quadro della dimensione umana a Tbilisi.

Ufficio di Praga. Quale sede iniziale del Segretariatodella CSCE (1991), l’Ufficio di Praga ha ereditato laraccolta dei testi e dei documenti delle conferenzedella CSCE/OSCE ed è oggi l’Unità e l’istituzione piùantica dell’Organizzazione. Il compito principaledell’Ufficio di Praga, noto anche come Centro di docu-mentazione e di ricerca, è custodire in modo efficace

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gli archivi storici dell’OSCE e metterli a disposizionedegli Stati partecipanti e dei ricercatori accademici. Amarzo l’Ufficio si è spostato presso una nuova sedenel quartiere delle ambasciate, messa a disposizionedal Paese ospitante.

Nel corso del 2005, l’Ufficio ha cooperato strettamentecon i Servizi di conferenza e con il CRDM nell’elabo-razione del Database Doc.In inviando circa oltre 3.500file. L’Ufficio di Praga ha inoltre accolto 11 candidatiper un corso di master e un dottorato di ricerca nelquadro del suo Programma di ricercatori interni e hapresentato dei rapporti sulle attività dell’OSCE a circa380 visitatoti. L’Ufficio ha fornito sostegno al lancio diun nuovo sito pubblico e alla gestione della bibliotecadi documenti online nonché alla mailing list ufficiale.L’Ufficio ha continuato a fornire ampia assistenza aglieventi organizzati a Praga, compreso il Foro econo-mico dell’OSCE e le riunioni del Gruppo OSCE diMinsk.

Sguardo al futuro. Nel 2006 il DMF continuerà a con-solidare le informazioni, le procedure, le strutture disupporto e le attività di riferimento attraverso le“Dashboards”, al fine di garantire che i benefici dellariforma vengano pienamente realizzati e che la nuovafilosofia di gestione acquisti terreno. La Sezione dedi-cherà particolare attenzione alla formazione e al sup-porto offerto ai membri del personale amministrativo edi programma, e nel far fronte alle questioni inerentialla gestione e ai sistemi derivanti dall’attuazione diIRMA. Il DMF svolgerà inoltre un ruolo chiave nelsostenere il mandato del Segretario generale incre-mentando ulteriormente la trasparenza e la respon-sabilità nel processo di bilancio, attraverso la deter-minazione di chiari obiettivi strategici fortemente con-nessi alle attività di programma, nonché contribuendoin maniera sempre più mirata e valutabile.

Bilancio totale riveduto del Segretariato:27.319.300 Euro

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Partenariati per la sicurezza e la cooperazione

Interazione fra organizzazioni e istituzioninell’area dell’OSCE

Nel 2005 l’OSCE ha rafforzato le sue relazioni conorganizzazioni e istituzioni partner come le NazioniUnite, l’Unione europea, il Consiglio d’Europa el’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del nord,nonché con altre organizzazioni regionali e subregio-nali impegnate nella promozione della sicurezza edella stabilità nell’area dell’OSCE. Una più strettacooperazione e un migliore coordinamento con orga-nizzazioni partner sono stati il risultato di decisionidegli Stati partecipanti, in particolare la Piattaformaper la sicurezza cooperativa adottata al Vertice diIstanbul nel 1999, la Strategia dell’OSCE per far frontealle minacce alla sicurezza e alla stabilità nel XXIsecolo, adottata al Consiglio dei ministri di Maastrichtnel 2003, ed altre pertinenti decisioni del Consiglio deiministri.

Le discussioni sulla riforma dell’OSCE hanno sottoli-neato l’importanza di stretti partenariati. Nel suo rap-porto finale il Comitato di personalità eminenti ha rile-vato che “la cooperazione e il coordinamento con altriattori rafforzano la sicurezza comune e globaleall’interno dell’area dell’OSCE”. Il rapporto incoraggiaulteriori sviluppi nelle relazioni con le Nazioni Unite econ il CdE, nonché il potenziamento di una coopera-zione pragmatica e obiettiva con altre organizzazioniregionali e subregionali. Nel quadro delle consultazioniad alto livello che sono seguite tenute in settembre aVienna, molte delegazioni hanno rilevato che l’OSCEdeve individuare i mezzi per migliorare ulteriormente lacooperazione e il coordinamento con altre organizza-zioni.

Tale cooperazione è stata anche discussa in seno allaConferenza annuale di riesame sulla sicurezzadell’OSCE tenuta in giugno a Vienna, nel corso dellaquale gli Stati partecipanti hanno manifestato un largoconsenso sull’importanza di una stretta cooperazionee sinergia dei vari attori internazionali. Diverse orga-nizzazioni e istituzioni investite di mandati relativi alsettore della sicurezza hanno partecipato a questoevento della durata di due giorni, incluse l’Organiz-zazione del Trattato per la sicurezza collettiva, laComunità di Stati indipendenti, il CdE, la GUAM(Georgia, Ucraina, Azerbaigian, Moldova), la NATO, ilPatto di stabilità per l’Europa sudorientale, il Comitatoantiterrorismo delle Nazioni Unite, il Programma disviluppo delle Nazioni Unite e l’Ufficio delle NazioniUnite contro la droga e la criminalità.

Alla fine dell’anno la tredicesima Riunione del Consi-glio dei ministri di Lubiana ha adottato una serie didecisioni che hanno sottolineato l’importanza di man-tenere e di rafforzare le relazioni con organizzazionipartner quale aspetto essenziale per l’attuazione di talidecisioni e per la promozione della sicurezza globalenell’area dell’OSCE.

Di conseguenza il Segretariato dell’OSCE, le istituzionie le operazioni sul terreno hanno mantenuto contatti euna cooperazione attivi con le loro controparti di altreorganizzazioni internazionali, regionali e subregionali.

La Sezione per la cooperazione esterna del Segreta-riato ha servito da centro di coordinamento per lapromozione delle relazioni con organizzazioni ed isti-tuzioni partner nonché con gli Stati partner dell’OSCE.

Nel 2005 lo sviluppo delle relazioni dell’OSCE, in par-ticolare con l’ONU e il Consiglio d’Europa, sono statecaratterizzate da nuove dinamiche. Con l’ONU,l’OSCE ha partecipato e ha contribuito a diverse riu-nioni nel quadro della cooperazione dell’ONU conorganizzazioni regionali che sono culminate nell’ado-zione della Risoluzione 1631 del Consiglio di sicu-rezza dell’ONU nella quale il Consiglio ha espresso lasua determinazione a sviluppare ulteriormente lacooperazione tra l’ONU e le organizzazioni regionali alfine di mantenere la pace e la sicurezza internazionali.

Il partenariato con il CdE è stato potenziato in aprileattraverso l’adozione di una dichiarazione sulla coope-razione tra le due organizzazioni e il lancio di ungruppo di coordinamento OSCE-CdE.

L’OSCE ha partecipato alla tradizionale Riunione tri-partita annuale ad alto livello che ha riunito l’OSCE,l’ONU e il CdE a Strasburgo in febbraio. Le discussionisono state incentrate sullo stato di diritto quale pre-supposto fondamentale per la promozione della sicu-rezza, della stabilità e di uno sviluppo sostenibile intutto il continente. I rappresentanti delle istituzionidell’Unione europea (la Commissione e il Segretariatodel Consiglio), il Comitato internazionale della CroceRossa (CICR) e l’Organizzazione internazionale per lemigrazioni (OIM) hanno partecipato alla riunione che èstata preceduta da una riunione mirata a livello di la-voro incentrata sulla libertà di espressione.

L’OSCE ha inoltre partecipato al Gruppo direttivo suifuturi accordi in Kosovo insieme all’ONU, all’UE e allaNATO.

La Conferenza OSCE sull’antisemitismo e su altreforme di intolleranza, tenutasi a Cordova, Spagna, ingiugno, ha riunito numerose organizzazioni e istitu-zioni internazionali e regionali quali il CdE, la Legadegli Stati arabi, l’Alto Commissario delle NazioniUnite per i rifugiati e l’Alto Commissario delle NazioniUnite per i diritti dell’uomo. A tale evento hanno parte-cipato anche il Centro europeo di monitoraggio sulrazzismo e la xenofobia nonché la Task force per lacooperazione internazionale nel campo dell’educa-zione, della memoria e della ricerca sull’olocausto.

Nella lotta al terrorismo il Segretario generaledell’OSCE è intervenuto per la prima volta al Comitatoantiterrorismo delle Nazioni Unite. Diversi seminaridell’Unità di azione contro il terrorismo (ATU) hannocontribuito a intensificare la collaborazione con variorgani delle Nazioni Unite, con l’Unione europea, ilConsiglio d’Europa, la NATO, la CSI, l’Organizzazionedel Trattato per la sicurezza collettiva (CSTO), il G8 el’Interpol. L’ATU ha inoltre lavorato a stretto contattocon l’Organizzazione internazionale dell’aviazionecivile, con l’OIM e l’UE al fine di rafforzare la sicurezzadei documenti di viaggio nella regione dell’OSCE.

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L’Ufficio del Coordinatore delle attività economiche eambientali dell’OSCE ha collaborato con istituzioni eorganizzazioni partner finanziarie internazionali neisettori del riciclaggio del denaro, del finanziamento delterrorismo, dello sviluppo delle attività economiche,delle piccole e medie imprese, del buongoverno, delrafforzamento delle capacità umane e dei problemiambientali. In relazione al tredicesimo Foro economicoche ha discusso delle tendenze demografiche, lamigrazione e l’integrazione, l’Ufficio ha inoltre lavoratoa stretto contatto con l’OIM e il Centro internazionaleper lo sviluppo delle politiche migratorie.

Nel 2005 si è tenuta la prima riunione fra il Consigliereprincipale per le questioni di polizia dell’OSCE, il Capodella Sezione della polizia presso il Dipartimento delleNazioni Unite per le operazioni di mantenimento dellapace e il Capo dell’Unità di polizia del Segretariato delConsiglio dell’UE.

Il Rappresentante speciale per la lotta alla tratta diesseri umani e l’Unità di assistenza contro la trattahanno convocato tre conferenze OSCE ad alto livelloin materia di assistenza e tutela alle vittime, di lottaalla tratta dei fanciulli e di lotta allo sfruttamento dellavoro forzato. Tali conferenze si sono tenute nelquadro dell’Alleanza contro la tratta di esseri umani,un foro aperto di organizzazioni internazionali e ONG.Un Gruppo di coordinamento di esperti dell’Alleanza èstato istituito a livello di lavoro per potenziare la coo-perazione tramite lo scambio di informazioni, le strate-gie congiunte antitratta e il coordinamento dei dona-tori. Nel 2005 l’ATAU ha organizzato tre riunioni chehanno ricevuto il contributo diretto dell’OSCE al Pianodi azione dell’UE per la lotta alla tratta di esseri umani.

Quale parte di un processo di scambio di informazioniin corso sulle iniziative internazionali relative ai Rom,l’ODIHR ha organizzato tre riunioni del Gruppo dicontatto informale sui Rom con la partecipazione dinumerose organizzazioni internazionali, incluso il Foroeuropeo per i Rom e i nomadi istituito recentemente.

Il Rappresentante OSCE per la libertà dei mezzi diinformazione ha proseguito la sua stretta coopera-zione con altre organizzazioni internazionali quali ilCdE, in particolare su questioni giuridiche, e conl’UNESCO, i cui rappresentanti hanno partecipato ariunioni organizzate dal Rappresentante, mentrequest’ultimo ha preso parte a riunioni organizzate dalCdE e dall’UNESCO. Il Rappresentante ha inoltrecollaborato con ONG che hanno fornito rassegne giu-ridiche, informazioni sulla libertà dei media in Interneted hanno monitorato gli sviluppi dei media. In dicem-bre i tre relatori speciali per la libertà di espressionedell’OSCE, dell’ONU e dell’Organizzazione degli Statiamericani hanno diffuso una dichiarazione congiuntaconcernente Internet e la libertà di espressione, non-ché la necessità di tutelare le libertà civili nella lotta alterrorismo.

L’Assemblea parlamentare dell’OSCE ha proseguito lasua stretta cooperazione con altre istituzioni parlamen-tari come il Parlamento europeo, l’Assemblea parla-mentare del CdE e della NATO, l’Assembleadell’Unione europea occidentale e l’Assemblea inter-parlamentare della CSI. Il Presidente dell’Assembleaparlamentare dell’OSCE ha partecipato alla seconda

Conferenza mondiale dei presidenti di parlamentoorganizzata dall’Unione interparlamentare cui hannopartecipato oltre 100 presidenti di tutto il mondo.

Sul campo, l’OSCE ha rinnovato la sua tradizione diinvitare rappresentanti di organizzazioni internazionalia riunioni dei Capi di missione al fine di scambiareinformazioni sulle attività in corso e per discutere sullacooperazione.

Il Rappresentante personale del Presidente in eserci-zio per il conflitto oggetto della Conferenza OSCE diMinsk ha assistito il Gruppo di pianificazione ad altolivello a adempiere ai suoi compiti. Sono proseguiti icontatti con organizzazioni quali l’UE, il CdE,l’UNHCR, il CICR e varie ONG internazionali su que-stioni relative ai prigionieri di guerra, alle personescomparse e ai detenuti, sulla situazione degli sfollatiinterni e dei rifugiati nonché sulle questioni dello smi-namento.

Organizzazione delle Nazioni Unite

L’ONU e l’OSCE hanno rafforzato considerevolmentele loro relazioni. L’OSCE ha partecipato ad una seriedi eventi che sono culminati nell’adozione di una riso-luzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla coo-perazione fra l’ONU e le organizzazioni regionali.

Il 25 e 26 luglio si è tenuta a New York la sesta Riu-nione ad alto livello fra ONU, organizzazioni regionalied intergovernative con la partecipazione di venti or-ganizzazioni. Il Segretario generale ha rappresentatol’OSCE. La riunione ha affrontato questioni quali ildialogo fra le civiltà, la cooperazione nel manteni-mento della pace, la tutela dei civili nei conflitti armati,il disarmo e la tutela dei diritti dell’uomo nella lotta alterrorismo. Il Segretariato OSCE e l’ODIHR hannopartecipato ai preparativi contribuendo a tre riunioni(tenute in marzo, aprile e giugno). La Riunione ad altolivello ha adottato una dichiarazione congiunta che hariconosciuto la necessità di una relazione più struttu-rata fra l’ONU e le organizzazioni regionali ed altreorganizzazioni intergovernative, nonché una dichia-razione congiunta sul partenariato fra le civiltà.

“Il compito che ci attende è assicurare che i nostrimeccanismi di cooperazione funzionino al meglio. Essidevono essere efficaci, efficienti e rafforzarsi recipro-camente. Essi devono essere flessibili e fornire rispo-ste a un mondo in costante evoluzione ed integra-zione, ed essere altresì conformi alla Carta e perse-guire i suoi principi e le sue finalità.”

Segretario generale dell’ONU Kofi Annan alla Riunionedel Consiglio di sicurezza sulla cooperazione dell’ONU

con le organizzazioni regionali

In ottobre il Consiglio di sicurezza ha tenuto una riu-nione sulla cooperazione dell’ONU con le organizza-zioni regionali per il mantenimento della pace e dellasicurezza internazionali. Il Segretario generaledell’OSCE ha sottolineato che con 55 Stati parteci-panti e 18 missioni sul territorio l’Organizzazione è inuna buona posizione per assistere il Consiglio di sicu-rezza dell’ONU nell’affrontare i conflitti regionali, nellaprevenzione dei conflitti, nella trasmissione di dati eanalisi e nell’attuazione delle decisioni e delle risolu-

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zioni pertinenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Lariunione si è conclusa con l’adozione di una risolu-zione del Consiglio di sicurezza nella quale il Consiglioha espresso la sua determinazione a sviluppare ulte-riormente la cooperazione fra l’ONU e le organizza-zioni regionali e subregionali nel mantenimento dellapace e della sicurezza internazionali.

L’OSCE ha continuato promuovere la ratifica dei 12Strumenti universali di lotta al terrorismo nonchél’elaborazione di una legislazione antiterrorismo.L’ATU ha organizzato due seminari di esperti sull’anti-terrorismo, su Potenziamento della cooperazionegiuridica in materia penale relativa al terrorismo incollaborazione con il Direttorato esecutivo del CTCdell’ONU e sul Terrorismo suicida con l’Istituto inter-regionale di ricerca delle Nazioni Unite sulla criminalitàe la giustizia. I rappresentanti dell’ONU hanno presoparte a seminari dell’OSCE sulla sicurezza dei contai-ner e sulla lotta all’uso di Internet per scopi terroristici.

L’OSCE ha aperto un nuovo capitolo nelle sue rela-zioni con le Nazioni Unite allorché il 19 maggio il Con-siglio permanente ha deciso di assumere una mag-giore responsabilità attraverso il monitoraggio dei casidi crimini di guerra in Bosnia-Erzegovina, in Croazia ein Serbia e Montenegro. La Sezione dei servizi legalidel Segretariato dell’OSCE ha risposto alle richiestedel Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia(ICTY) concernenti la revoca dell’immunità a ex edattuali dipendenti chiamati a deporre presso l’ICTY edha fornito documentazione pertinente all’ICTY.

Il Consigliere principale dell’OSCE per le pari opportu-nità ha rivolto un’allocuzione alla quarantanovesimaSessione della Commissione delle Nazioni Unite sullacondizione delle donne sul ruolo delle organizzazioniregionali nella promozione della parità tra i sessi. IlConsigliere ha partecipato a numerose riunioni diesperti regionali dell’ONU al fine di preparare lo studiodel Segretario generale dell’ONU sulla violenza controle donne.

L’Ufficio del Coordinatore delle attività economiche eambientali dell’OSCE, in cooperazione con il Pro-gramma globale UNODC contro il riciclaggio deldenaro e con la Banca mondiale, ha tenuto seminariper Stati partecipanti interessati sulla lotta al riciclag-gio del denaro e l’eliminazione del finanziamento delterrorismo. È proseguita la cooperazione con l’UNDP,il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente(UNEP) e la NATO sull’Iniziativa per l’ambiente e lasicurezza. La Commissione economica delle NazioniUnite per l’Europa (UNECE) ha inoltre contribuito adalcuni progetti riguardanti tra l’altro lo sviluppo soste-nibile del fiume Dniestr tra Ucraina e Moldova.L’UNECE aderirà all’ENVSEC quale partner principalenel 2006.

Riguardo alla dimensione politico-militare, il Centro perla prevenzione dei conflitti dell’OSCE ha contribuitoalla Riunione biennale degli Stati membri per l’attua-zione del Programma di azione per la prevenzione, lalotta e l’eliminazione del commercio illecito di armi dipiccolo calibro e leggere in tutti i suoi aspetti (SALW)in tutti i suoi aspetti, tenuta in luglio a New York.Soste nuto dalle delegazioni del Foro di cooperazioneper la sicurezza, il Centro per la prevenzione dei

conflitti ha organizzato un evento a margine sulleAttività dell’OSCE per assistere gli Stati partecipantinel settore relativo alle SALW. Nel periodo precedentela Riunione biennale il Centro ha partecipato anumerosi eventi preparatori, in particolare aconferenze tenute a Pechino, Algeri e Praga. Esso hainoltre contribuito alla stesura di un rapportodell’Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca suldisarmo concernente il Rafforzamento dell’azioneeuropea in materia di SALW e di residuati belliciesplosivi, completata in novembre.

Il Centro ha inoltre partecipato alla terza riunione delForo sulla prevenzione dei conflitti per l’Asia centraleorganizzata dal Dipartimento delle Nazioni Unite pergli affari politici e ospitata dal governo tagiko aDushanbe in dicembre. I partecipanti hanno discussodei problemi e delle interrelazioni fra terrorismo, traf-fico di droga e criminalità organizzata in Asia centrale.La riunione si è conclusa con la proposta di istituire uncentro regionale di analisi sulla prevenzione deiconflitti in Asia centrale.

L’ODIHR ha operato con l’UNHCHR, l’UNHCR e conl’UNODC per avviare attività congiunte relative allatutela dei diritti dell’uomo, specificamente il non-refoulement delle persone vittime di tratta e l’analisi didocumenti sull’attuazione del Protocollo di Palermodelle Nazioni Unite. L’ODIHR ha contribuito a riunionipertinenti dell’ONU sull’estradizione e la tutela deidiritti dell’uomo nell’antiterrorismo, la tolleranza e lanon discriminazione nonché sulla promozione dellaparità fra i sessi.

L’UNHCR ha contribuito regolarmente all’attività digruppi di lavoro informali dell’OSCE e a riunioni a variolivello. L’Unità di collegamento dell’UNHCR a Viennaha mantenuto frequenti contatti e consultazioni con laPresidenza dell’OSCE, gli Stati partecipanti, il Segre-tariato e con altre istituzioni su questioni quali la situa-zione dei rifugiati uzbeki in Kirghizistan.

Le relazioni fra le operazioni sul terreno dell’OSCE el’ONU sono state particolarmente strette nell’Europasudorientale. La Missione OSCE in Kosovo costitui-sce una componente distinta della Missione di ammi-nistrazione interinale delle Nazioni Unite in Kosovo, ilcosiddetto Pilastro III. Essa svolge un ruolo guida nelrafforzamento delle istituzioni e della democrazia non-ché nella promozione dei diritti dell’uomo e dello statodi diritto. La Missione collabora con diverse entitàdell’ONU nel monitoraggio generale dei dirittidell’uomo e del rafforzamento delle capacità. La Mis-sione OSCE rafforzerà la cooperazione con il Diparti-mento dell’amministrazione civile della Missionedell’ONU (ex Pilastro II), a livello municipale al fine diun passaggio graduale delle funzioni e delle respon-sabilità all’OSCE. È proseguita la cooperazione suirimpatri dei rifugiati, i diritti dell’uomo, lo stato di diritto,la democratizzazione e la scuola di polizia del Kosovo.

Congiuntamente con varie entità dell’ONU, sono statiportati a termine numerosi progetti in Albania, inBosnia-Erzegovina, nell’ex Repubblica Jugoslava diMacedonia e in Serbia e Montenegro, concernenti irifugiati, le minoranze nazionali e la parità fra i sessi.Le Missioni in Bosnia-Erzegovina e in Serbia e Monte-negro hanno collaborato con l’UNDP, l’EUFOR e il

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Patto di stabilità per l’Europa sudorientale sulla distru-zione delle armi di piccolo calibro e leggere.

Caucaso meridionale. La Missione in Georgia hasostenuto il processo di pace guidato dall’ONU inAbkhazia, in Georgia e, come in passato, ha distac-cato un membro del personale presso l’Ufficiodell’ONU per i diritti dell’uomo. Nella zona del conflittogeorgiano-osseto, la Missione ha cooperato stretta-mente con l’UNDP e l’UNHCR su un vasto programmadi ricostruzione finanziato dalla Commissione europea.L’Ufficio di Erevan e l’UNDP hanno collaborato suquestioni relative alla dimensione umana quali l’anti-corruzione, l’antitratta, le elezioni, le questioni digenere e l’istituzione del Difensore civico. A Bakul’Ufficio, l’UNHCR e la OIM hanno promosso misureantitraffico ed hanno equilibrato la copertura dei mezzidi informazione rispetto alla pluralità di opinioni.

In Europa sudorientale la Missione OSCE in Mol-dova ha operato con varie agenzie dell’ONU, conattori nazionali e ONG al fine di contrastare la tratta diminori e di migliorare le condizioni dei minori e delledonne nella Transnistria. Il Coordinatore dei progettiOSCE in Ucraina ha svolto un programma di sensi-bilizzazione e educazione ai diritti dell’uomo in coope-razione con entità dell’ONU ed altre organizzazioniquali l’USAID, il British Council e Transparency Inter-national.

In Asia centrale le operazioni sul terreno hanno inte-ragito con agenzie dell’ONU per sostenere i cinqueStati partecipanti in materia di rafforzamento delleistituzioni, sviluppo economico, lotta alla criminalitàorganizzata, questioni di parità tra i sessi, sensibiliz-zazione sulle questioni generali relative ai dirittidell’uomo. La cooperazione ha incluso progetti regio-nali connessi all’antiterrorismo e all’iniziativa ENVSEC.Il Centro OSCE di Tashkent, congiuntamente conl’UNODC e l’Organizzazione della cooperazione diShangai, ha organizzato ad esempio un seminarioregionale sull’attuazione degli strumenti universali dilotta al terrorismo. Il Centro OSCE di Dushanbe hacooperato con l’Ufficio delle Nazioni Unite in Tagiki-stan per il rafforzamento della pace ed altri attori inter-nazionali aiutando la Commissione centrale tagika perle elezioni e i referendum a organizzare le elezioniparlamentari di febbraio.

Unione europea

L’allargamento dell’Unione europea, l’adozione dellapolitica europea di vicinato e la nomina del rappre-sentante speciale dell’UE per la Moldova e l’Asiacentrale hanno ulteriormente promosso le relazioniOSCE-UE.

In gennaio il Ministro degli esteri del Lussemburgorappresentando la presidenza dell’UE ha preso laparola al Consiglio permanente. Egli ha sottolineatol’importanza di una maggiore cooperazione UE-OSCEnonché la rilevanza del contributo dell’OSCE alla pro-mozione del buon governo, alla prevenzione dei con-flitti, alla gestione della crisi e alla ricostruzionepost-conflittuale.

Il Presidente in esercizio e il Segretario generalehanno partecipato a due riunioni della Troika ministe-

riale UE-OSCE, una durante ciascuna presidenza. Sisono tenute inoltre due riunioni con la Troika a livellodi ambasciatori del Comitato politico e di sicurezzadell’Unione europea e dell’OSCE.

In ottobre il Segretario generale dell’OSCE è interve-nuto al Comitato politico e di sicurezza dell’UE a Bru-xelles. Egli ha invitato gli Stati membri dell’UE a conti-nuare ad impegnarsi in favore di un ulteriore sviluppoe modernizzazione dell’OSCE e affinché l’UE el’OSCE migliorino i loro ruoli complementari. Il Segre-tario generale ha tenuto riunioni bilaterali con l’AltoRappresentante per la politica estera e di sicurezzacomune, con il Segretario generale del Consigliodell’Unione europea e con il Commissario europeo perle relazioni esterne e la politica europea di vicinato.

L’Alto rappresentante e il Rappresentante specialedell’UE per la Bosnia-Erzegovina nonché il Rappre-sentante speciale dell’UE per il Caucaso meridionalehanno riferito al Consiglio permanente dell’OSCE inmerito agli sviluppi delle loro aree di responsabilità. Alivello di lavoro l’OSCE ha ospitato in luglio la terzariunione dell’UE-OSCE. La Commissione europea hapartecipato al lavoro degli organi dell’OSCE attraversola sua delegazione presso le organizzazioni interna-zionali a Vienna.

In aprile il CPC ha partecipato al primo studio teoricoUE-ONU sulla cooperazione nella gestione delle crisicivili e militari. I funzionari dell’ODIHR hanno illustratola dimensione umana dell’OSCE in seno a riunionidell’UE connesse con le misure di formazione relativeagli aspetti civili della gestione delle crisi e delle que-stioni dei diritti dell’uomo nella lotta al terrorismo. Incampo elettorale, il Parlamento europeo ha parteci-pato a missioni di osservazione dell’ODIHR delle ele-zioni parlamentari in Kirghizistan, Moldova, Albania eAzerbaigian, e delle elezioni presidenziali nel Kirghizi-stan e in Kazakistan. In giugno l’ODIHR ha partecipatoad una riunione informativa a Bruxelles per parlamen-tari europei riguardante le sue missioni di osserva-zione elettorale.

In materia di tolleranza e non discriminazione l’ODIHRha incrementato la cooperazione con l’Osservatorioeuropeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia(EUMC), partecipando fra l’altro a riunioni inter-agenzia ad alto livello e di lavoro, come la Riunione diesperti dell’ODIHR tenutasi in marzo sulla raccolta didati relativi ai crimini ispirati dall’odio, e all’aggiorna-mento dei database dell’EUMC.

In Europa sudorientale le missioni OSCE hannolavorato a stretto contatto con rappresentanti dell’UEsu questioni quali il rimpatrio dei rifugiati, i diritti delleminoranze nazionali, lo sviluppo della polizia e lariforma giudiziaria ed elettorale.

La Presenza OSCE in Albania e l’UE hanno tenutoconsultazioni al fine di promuovere tra l’altro la riformaelettorale e giudiziaria, i diritti dell’uomo, la riformadella proprietà e un disegno di legge antimonopolisticosulle trasmissioni digitali.

In Bosnia-Erzegovina, Croazia e Serbia e Montenegro,le missioni OSCE hanno svolto un ruolo guida nel pro-cesso regionale di rimpatrio “3x3” per la risoluzione

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delle questioni regionali relative ai rimpatri prima dellafine del 2006. Con l’assistenza dell’OSCE, dellaComunità europea e dell’UNHCR, l’iniziativa mira adattuare la Dichiarazione di Sarajevo sul rimpatrio fir-mata in gennaio grazie a contatti interstatali efficaci eregolari fra i tre paesi.

In Serbia e in Montenegro è stato avviato un partena-riato complementare con l’Agenzia europea per laricostruzione (EAR) sulla riforma giudiziaria, incluse leattività relative allo sviluppo dei media e all’applica-zione della legge. Le due organizzazioni hannocooperato in particolare per sostenere l’attuazione delPiano di azione per i Rom del Governo serbo e per lariforma dell’amministrazione pubblica in Montenegro.

La Missione OSCE in Kosovo ha attuato il progetto diformazione per la preparazione all’esame di Stato perl’esercizio della professione forense nonché un pro-getto finanziato dalla EAR volto a istituire un sistemadi assistenza giuridico globale per il Kosovo. Rispettoal Piano di azione strategico dell’UE sul meccanismodi verifica del rafforzamento delle capacità per ilKosovo, la Missione OSCE ha fornito un ampio contri-buto su questioni quali la governance, le elezioni e ireferendum. La Missione ha cooperato strettamentecon l’Ufficio della Commissione europea in Kosovosulla legislazione che stabilisce la Commissione indi-pendente per i media.

La Missione OSCE di monitoraggio a Skopje incari-cata di prevenire l’allargamento del conflitto ha parte-cipato a riunioni settimanali convocate dall’Ufficio delRappresentante speciale dell’UE per coordinare leattività della comunità internazionale nel Paese. LaMissione ha attuato regolarmente uno scambio diinformazioni su questioni di sicurezza con rappre-sentanti di EUPOL Proxima e della Missione di moni-toraggio dell’UE. In collaborazione con EUPOL Pro-xima e il Ministero, la Missione ha monitorato le inda-gini sulla condotta della polizia.

In Croazia la Missione ha cooperato strettamente conla delegazione della Commissione europea (CE) sulrimpatrio dei rifugiati e ha promosso un quadro giuri-dico per lo sviluppo della società civile e una strategiaper la società civile.

In Europa orientale la Missione in Moldova ha coope-rato con il rappresentante speciale dell’UE per la Mol-dova su questioni relative alla composizione del con-flitto nella Transnistria. Essi hanno concentratol’attenzione sul processo di negoziazione politica, sulmonitoraggio del confine moldovo-ucraino, sullademocratizzazione della regione della Transnistria esul monitoraggio delle imprese militari-industriali dellaTransnistria. A Minsk, si sono tenute riunioni ad hoccon rappresentanti della delegazione della CE a Kyiv.

In Ucraina, il Coordinatore dei progetti dell’OSCE haoperato con la delegazione della CE sui progetti rela-tivi ai confini ed ha partecipato a riunioni periodicheorganizzate dalla delegazione sull’assistenza allariforma giudiziaria. Con il sostegno finanziariodell’Unione europea, l’Ufficio ha assistito la Commis-sione centrale elettorale ucraina nei suoi sforzi volti acreare un registro degli elettori.

Caucaso meridionale. In Armenia, la Commissioneeuropea ha partecipato al Gruppo di lavoro sull’anti-corruzione presieduto dall’Ufficio OSCE di Erevan. InGeorgia la Missione ha coordinato l’assistenza alleattività di polizia con la delegazione della CE. L’OSCEe la CE hanno attuato uno scambio regolare diinformazioni relative ai conflitti georgiano-abkhazo egeorgiano-osseto. La Commissione europea haincaricato la Missione di gestire un vasto programmadi ricostruzione nel quadro del conflitto georgiano-osseto ed ha prestato sostegno allo studio di valuta-zione delle necessità economiche dell’OSCE. L’UE hastanziato fondi alla Missione a sostegno delle attivitàdelle parti georgiana e dell’Ossezia meridionale inseno alla Commissione congiunta di controllo sullacomposizione del conflitto georgiano-osseto.

Asia centrale. Il Centro di Almaty ha co-organizzatoriunioni con la delegazione della CE su questioni legi-slative concernenti l’estremismo, la sicurezza nazio-nale e le organizzazioni non lucrative. Il Centro diAshgabad ha allargato la cooperazione con il TACIS(Programma di assistenza tecnica dell’Unione europeaalla Comunità di Stati Indipendenti), specialmente nelcampo del rafforzamento e delle capacità dei funzio-nari doganali, della formazione all’informatica e allalingua inglese e dell’assistenza all’Associazionevolontaria degli agricoltori. Il Centro di Bishkek haricevuto sostegno dall’UE per il suo Programma diassistenza alla polizia ed ha intrattenuto relazioni dilavoro con il Programma dell’UE di gestione dei con-flitti per l’Asia centrale e con il Programma di azionecontro la droga dell’Asia centrale. L’OSCE in Kirghizi-stan ha cooperato con il TACIS su questioni relativeallo sviluppo delle piccole imprese e sull’attrazione diinvestimenti diretti stranieri, mentre il Centro diTashkent ha cooperato con il progetto di programmadell’Unione europea Europe Aid per sostenere il Par-lamento bicamerale dell’Uzbekistan insediatosirecentemente.

Consiglio d’Europa

Le relazioni tra l’OSCE e il CdE sono state rafforzateda una serie di eventi importanti conclusisi con unaDichiarazione sulla cooperazione fra il Consigliod’Europa e l’OSCE. Adottata in aprile (PC.DEC 670),tale dichiarazione incoraggiare le due organizzazioni acooperare ed individuare diversi mezzi per potenziarela loro cooperazione. La Dichiarazione è stata accoltacon compiacimento dai Capi di Stato e di Governo alterzo Vertice del CdE (Varsavia, 16-17 maggio). Unariunione congiunta fra il Consiglio permanentedell’OSCE e il Comitato dei ministri del CdE si è tenutail 18 aprile a Strasburgo il cui compito principale era laredazione della Dichiarazione. La prima Riunione delGruppo di coordinamento OSCE-CdE in marzo, con-vocata per promuovere maggiori sinergie e comple-mentarità fra le due organizzazioni, ha rappresentatoun altro passo importante. Il Gruppo di coordinamentoha deciso di concentrare l’attenzione su quattro settoriper una maggiore cooperazione: la lotta al terrorismo,la lotta alla tratta di esseri umani, la promozione dellatolleranza e della non discriminazione e la tutela deidiritti delle persone appartenenti a minoranze nazio-nali. La seconda Riunione del Gruppo di coordina-mento tenutasi il 30 settembre a Strasburgo ha esa-minato i progressi compiuti.

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Si sono tenute anche riunioni regolari ad alto livello e alivello di esperti incentrate su diverse questioni regio-nali e tematiche di reciproco interesse. In febbraio aStrasburgo si è tenuta la quattordicesima Riunione adalto livello “2+2” fra l’OSCE e il CdE con la partecipa-zione del Presidente in esercizio dell’OSCE, il Presi-dente del Comitato dei ministri del CdE e dei dueSegretari generali. Dopo la riunione è stata diffusa unadichiarazione congiunta che sottolineava i ruoli impor-tanti delle due organizzazioni nella promozione dellasicurezza e della cooperazione, della pace e dellastabilità nel continente e nella creazione di un’Europasenza linee divisorie basata sui valori fondamentali deidiritti dell’uomo, della democrazia e dello stato didiritto.

In luglio sempre a Strasburgo si è tenuta l’ottava Riu-nione “3+3” a livello di funzionari principali fra il CdE el’OSCE. I partecipanti hanno rivolto l’attenzione aglisviluppi specifici del Paese e della regione e a variequestioni tematiche inclusi esempi di buone prassi elezioni apprese sul campo.

Nelle loro rispettive allocuzioni alle riunioni del Consi-glio permanente dell’OSCE e del Consiglio ministerialee alla Sessione annuale del Comitato dei ministri delConsiglio d’Europa, i due Segretari generali si sonoconcentrati sugli approcci pragmatici della coopera-zione.

“Cooperiamo insieme perché il Consiglio d’Europae l’OSCE condividono le stesse preoccupazioni circa ilfuturo dell’Europa e perseguono l’obiettivo comune direndere il nostro continente un luogo migliore piùsicuro e più giusto.”

Terry Davis, Segretario generale del CdE alla tredicesimaRiunione del Consiglio dei ministri di Lubiana.

Il 17 novembre a Strasburgo i Segretari generali dientrambe le organizzazioni hanno firmato un Accordodi cooperazione OSCE-CdE sull’assistenza ai governilocali nell’Europa sudorientale. Basato su una prolun-gata e stretta cooperazione sul terreno fra CdE eOSCE, l’Accordo mira ad assistere i paesi interessatiaffinché essi possano beneficiare più efficacementedell’esperienza dell’OSCE nell’attuazione dei pro-grammi di assistenza ai governi locali e li incoraggia aconformarsi agli standard internazionali sulla gover-nance locale.

Un ulteriore esempio di accresciuta cooperazione èstata l’organizzazione di una Riunione inter-agenziasulla lotta al razzismo, la discriminazione razziale, laxenofobia e l’intolleranza ad esse connessa in settem-bre a Parigi, alla quale hanno partecipato rappresen-tanti dell’ONU, dell’ODIHR, della Commissione euro-pea contro il razzismo e l’intolleranza del CdE edell’EUMC.

L’ODIHR ha continuato a collaborare con il CdE sullariforma giuridica degli Stati partecipanti all’OSCE, laparità tra i sessi e la partecipazione delle donne aiprocessi democratici, la governance locale, le elezioni,i diritti dell’uomo, la tolleranza e la non discriminazionenonché sulle questioni relative ai Rom e ai Sinti.L’ODIHR e la Commissione di Venezia hanno riesa-

minato congiuntamente progetti di costituzione eemendamenti costituzionali in vari Stati partecipanti,nonché il progetto di legislazione primaria su specificidiritti costituzionali e sulla legislazione antitratta.

L’ODIHR ha cooperato strettamente con l’Assembleaparlamentare del CdE e con il suo Congresso di Auto-rità locali e regionali le cui delegazioni hanno presoparte alle missioni di osservazione dell’ODIHR delleelezioni presidenziali in Kirghizistan e in Kazakistan,alle elezioni parlamentari in Moldova, in Albania e inAzerbaigian, alle elezioni municipali nell’ex RepubblicaJugoslava di Macedonia. L’ODIHR ha coordinatol’analisi della legislazione relativa alle elezioni con laCommissione di Venezia ed ha pubblicato raccoman-dazioni congiunte sulla legislazione in Armenia ed inAzerbaigian.

L’Alto Commissario per le minoranze nazionali hapartecipato attivamente alle riunioni del Gruppo dicoordinamento ed ha presentato proposte perl’ulteriore sviluppo della cooperazione in materia diminoranze nazionali.

In Europa sudorientale la presenza OSCE in Albaniaha cooperato ampiamente con il CdE sulla riformaelettorale, lo sviluppo dei media e l’attuazione di unProgramma di migliori prassi per le unità del governolocale albanese. La presenza ha inoltre proseguito lasua cooperazione in corso sulla riforma giudiziaria.

In Bosnia-Erzegovina la Missione OSCE e il CdEhanno comprato sulla attuazione dello BeaconScheme, un’iniziativa che mira ad elevare gli standardnell’amministrazione municipale, a sviluppare leggi alivello di entità sull’autogoverno e a redigere il rapportosulle sistemazioni informali dei Rom.

In Serbia e in Montenegro la Missione OSCE e il CdEhanno prestato consulenza su questioni giuridichequali la riforma giudiziaria e della polizia, la legisla-zione sui media, le questioni della società civile e latutela giuridica dei rifugiati. Essi hanno inoltre coope-rato nel campo del rafforzamento delle capacità, inparticolare sullo sviluppo di una strategia di forma-zione nazionale per funzionari di amministrazionilocali.

La Missione OSCE in Kosovo ha operato congiunta-mente con il CdE al fine di elaborare un quadro per lariforma dell’amministrazione locale e per assicurareuna governance effettiva e democratica a livello localee regionale. La loro cooperazione ha inoltre mirato aformare i membri del Comitato dei media dell’Assem-blea del Kosovo e a migliorare la conformità deiGoverni centrale e municipale con la Convenzionequadro del CdE per la tutela delle minoranze nazio-nali.

La Missione OSCE di monitoraggio a Skopje incari-cata di prevenire l’allargamento del conflitto ha coope-rato con il CdE sullo stato di diritto, la riforma dellapolizia, l’attenuazione delle tensioni etniche e il liberoaccesso all’informazione. La Missione e il CdE hannoinoltre tenuto seminari per avvocati liberi professioni-sti. Essi hanno collaborato con la Commissione euro-pea e la task Force del Patto di stabilità nell’elabora-zione della Legge sulle trasmissioni radiotelevisive ed

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hanno sostenuto il Ministero degli interni nella stesuradi un Codice di etica.

In Croazia la recente firma dell’Accordo di coopera-zione OSCE-CdE sull’assistenza ai Governi localinell’Europa sudorientale ha rafforzato il lavoro intra-preso dai progetti di buongoverno. Riguardo alla mino-ranza nazionale Rom, la cooperazione ha avuto luogonel settore della riforma elettorale. In cooperazionecon l’ODIHR e la Commissione di Venezia, la Com-missione ha organizzato una tavola rotonda sul Dise-gno di legge relativo alla Commissione elettorale diStato.

In Europa orientale la Missione OSCE in Moldova hacooperato strettamente con il CdE nella promozionedella libertà dei mezzi di informazione e delle riformedemocratiche. La Missione ha intrattenuto contattipressoché quotidiani con l’Ufficio del Rappresentantespeciale del Segretario generale del CdE ed ha inco-raggiato le autorità preposte all’istruzione di entrambele rive del fiume Nistru a continuare i negoziati sulfunzionamento delle scuole moldove in Transnistria.

Nel Caucaso meridionale l’Ufficio OSCE di Erevanha cooperato strettamente con il CdE in materia didiritti dell’uomo, monitorando in particolare il processolegislativo. Iniziative congiunte hanno riguardato ilCodice elettorale, la Legge sullo svolgimento di raduni,assemblee, dimostrazioni e marce pubbliche e sullalotta alla corruzione. L’Ufficio OSCE di Baku e il CdEhanno sostenuto l’attuazione del diritto alla libertà diriunione svolgendo corsi di formazione per la polizia ele forze di sicurezza.

I diritti dell’uomo, la riforma strutturale e il riciclaggiodel denaro sono stati i settori principali di coopera-zione fra il CdE e la Missione OSCE in Georgia. Inoltrela Missione ha diffuso manuali sui diritti dell’uomo delCdE, si è coordinata con il CdE in casi di violazioniindividuali di diritti dell’uomo ed ha condotto consulta-zioni nel settore della lotta alla tratta e alla tortura. Essihanno collaborato nella creazione di una Scuola supe-riore di giustizia ed hanno fornito alle autorità geor-giane l’assistenza tecnica nell’elaborazione di unalegislazione relativa alla restituzione dei diritti di pro-prietà per le vittime del conflitto georgiano-osseto.

NATO

L’OSCE e la NATO hanno migliorato e approfondito lacooperazione al fine di affrontare le nuove sfide in unquadro di sicurezza in evoluzione. Contatti regolarihanno avuto luogo ad alto livello politico e di esperti.

In gennaio il Presidente in esercizio dell’OSCE è inter-venuto al Consiglio dell’Atlantico del Nord sottoline-ando l’importanza di diverse attività svolte congiunta-mente in tutte le tre dimensioni. In novembre il Presi-dente in esercizio dell’OSCE ha inoltre preso la parolaal Consiglio del partenariato euro-atlantico. Egli hamesso in luce i settori principali di cooperazione qualil’attività congiunta nell’Europa sudorientale,l’eliminazione delle armi di piccolo calibro e leggere ela lotta al terrorismo. Il Segretario generale dellaNATO è intervenuto al Consiglio permanentedell’OSCE il 3 novembre ed ha avuto un incontrobilaterale con il Segretario generale dell’OSCE.

Regolari riunioni del personale OSCE-NATO tenute alivello delle rispettive sedi hanno fornito il quadronecessario per un dialogo su una vasta serie di que-stioni, incluse la lotta al terrorismo, le attività econo-miche ed ambientali, la gestione dei confini, le armi dipiccolo calibro e leggere, le questioni regionali e ildialogo mediterraneo. Al fine di sviluppare e poten-ziare i legami operativi con la NATO, il Centro per laprevenzione dei conflitti del Segretariato dell’OSCE hapartecipato in gennaio ad un esercitazione di gestionedelle crisi della NATO. Il CPC ha intensificato il coor-dinamento con la NATO nell’attuazione di diversi pro-getti, incluso il Seminario tecnico congiunto OSCE-NATO sulla componente del carburante dei missilitenuto a Kyiv in Ucraina in luglio.

“L’OSCE troverà nella NATO un partner forte ecooperativo. La NATO ha ampliato la sua agendatenendo conto degli obiettivi condivisi con l’OSCE (…)Durante gli ultimi 10–15 anni, l’Europa ha compiutograndi passi, ma essa rimane ancora un’opera incom-piuta. L’OSCE dovrà continuare a svolgere un ruolofondamentale affinché si possa realizzare il nostroobiettivo comune di un continente integro, libero esicuro.”

Dall’allocuzione del Segretario generale della NATO Jaapde Hoop Scheffer al Consiglio permanente il 3 novembre.

La cooperazione fra OSCE e NATO nella dimensioneeconomica e ambientale è rimasta produttiva, por-tando a termine progetti congiunti sull’eliminazione dicomponenti di carburante per i missili, nel settore diriciclaggio di denaro e del finanziamento del terrori-smo, in particolare organizzando una conferenza adalto livello sulla lotta al finanziamento del terrorismotenuta Vienna in novembre, ma anche in senoall’iniziativa ENVSEC.

L’OSCE e la NATO hanno instaurato una stretta coo-perazione in Afganistan, dove le due organizzazionisvolgono un ruolo complementare. Il Gruppo di sup-porto elettorale dell’OSCE è stato dispiegato in Afga-nistan per il periodo dal 21 agosto al 2 ottobre, duranteil quale la NATO, tramite la Forza di stabilizzazioneinternazionale (ISAF) ha concesso in extremis di pre-stare sostegno al personale dell’OSCE.Rappresentanti dell’Assemblea parlamentaredell’OSCE hanno partecipato a novembre alla Ses-sione annuale dell’Assemblea parlamentare dellaNATO.

In Europa sudorientale la Missione OSCE in Albaniaha mantenuto stretti contatti consultivi con il Comandosubregionale della NATO su temi di interesse comune.Al fine di creare un meccanismo efficace di controlloparlamentare, la Missione OSCE in Bosnia-Erzegovina, il Programma di cooperazione ad hocdella NATO e il Centro di Ginevra per il controllodemocratico delle forze armate hanno organizzatovisite bilaterali fra Bosnia-Erzegovina e paesi chedispongono di forze armate di analoga entità e chehanno dovuto affrontare sfide analoghe rispetto alleriforme e alla stabilizzazione.

In Serbia e Montenegro la Missione OSCE e la NATOhanno sostenuto le riforme della difesa e il rafforza-

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mento del controllo democratico del settore delladifesa e della sicurezza in aree quali il controllo parla-mentare e le questioni della sicurezza dei confini. LaMissione OSCE di monitoraggio a Skopje incaricata diprevenire l’allargamento del conflitto ha coordinato leiniziative di monitoraggio della situazione politica e disicurezza in collaborazione con la sede della NATO aSkopje. La Missione ha inoltre partecipato a riunioniquindicinali sulla sicurezza presiedute a rotazione daEUPOL Proxima, OSCE e NATO.

La Missione OSCE in Kosovo ha mantenuto stretticontatti con la Forza di stabilizzazione della NATO inKosovo (KFOR) che ha provveduto ad assicurare unambiente sicuro per le attività della Missione inKosovo. La KFOR ha nominato un funzionario di col-legamento presso l’OSCE, mentre gli uffici OSCE sulterreno hanno interagito regolarmente con la KFORscambiando informazioni e fornendo raccomandazionioperative. La Missione ha cooperato con la KFOR suquestioni relative al sistema giudiziario, il rispetto e latutela dei diritti di proprietà. La cooperazionedell’OMIK con la KFOR si è tradotta in uno sforzocongiunto per il rafforzamento delle capacità finaliz-zato ad elevare gli standard qualitativi delle stazioniradiotelevisive locali.

In Europa orientale, tramite lo scambio di informa-zioni, la Missione OSCE in Moldova ha sostenuto ilprogetto l’eliminazione di pesticidi e di prodotti chimicipericolosi dell’Agenzia NATO per la manutenzione el’approvvigionamento. Il Coordinatore di progettiOSCE in Ucraina ha cooperato con l’Ufficio NATO diKyiv in merito all’inserimento sociale di ex personalemilitare. Congiuntamente con il Programma NATO dirisistemazione, il Coordinatore dei progetti ha inoltreassicurato la continuazione di un efficace programmadi riqualificazione per ufficiali in pensione.

Nel Caucaso meridionale le missioni hanno coope-rato con la NATO nel quadro del Progetto di monito-raggio dei fiumi del Caucaso meridionale. La Missionein Georgia ha scambiato informazioni con la NATOsulle loro rispettive attività relative all’eliminazione diarmi obsolete. L’Ufficio OSCE di Erevan ha attuato unprogetto per neutralizzare 872 tonnellate di compo-nente del carburante per missili. In coordinazione conla NATO e in seguito alla richiesta del Governo azer-baigiano, l’OSCE ha svolto una missione di valuta-zione delle necessità per verificare i bisogni relativialla bonifica del suolo in Azerbaigian e all’eliminazionedi altri prodotti chimici pericolosi.

In Asia centrale la NATO ha messo a disposizione unesperto di pianificazione di emergenza civile per latavola rotonda del Centro OSCE di Ashgabad sullacooperazione transfrontaliera. La cooperazione è inol-tre proseguita nel quadro dell’iniziativa ENVSEC. IlFunzionario di collegamento per l’Asia centrale dellaNATO recentemente nominato ha stabilito contatti conil Centro OSCE per la prevenzione dei conflitti e con lepresenze sul terreno.

Patto di stabilità per l’Europasudorientale

L’OSCE e il Patto di stabilità per l’Europa sudorientale

hanno cooperato in tutte tre le dimensioni a livello disede e sul terreno su questioni quali il controllo dellearmi di piccolo calibro, la conversione della difesa,l’integrazione del settore dell’energia regionale, il rim-patrio dei rifugiati, il rafforzamento delle capacità delParlamento, le questioni attinenti i Rom e i Sinti el’antitratta.

Il Segretario generale dell’OSCE e il Coordinatorespeciale per il Patto di stabilità per l’Europa sudorien-tale hanno discusso sulla cooperazione nel coso diuna riunione bilaterale. Il Coordinatore speciale èintervenuto in giugno al Consiglio permanente met-tendo in luce l’attività congiunta delle organizzazioni,particolarmente in questo campo. L’Assemblea parla-mentare dell’OSCE ha proseguito la cooperazione nelquadro della Troika parlamentare del Patto di stabilitàcongiuntamente con l’AP del CdE e il Parlamentoeuropeo.

Il Centro per la prevenzione dei conflitti dell’OSCE hacontinuato ad attuare il Documento di Ohrid sulle pro-spettive relative alla sicurezza e alla gestione dellefrontiere in stretta cooperazione con l’UE, la NATO e ilPatto di stabilità, in particolare elaborando la secondafase del programma dell’OSCE di Cooperazione tran-sfrontaliera per l’Europa sudorientale. Tale Program-ma comprendeva una serie di cinque seminari tenutinella regione al fine di sviluppare gli aspetti operatividegli accordi relativi alla gestione transfrontaliera suquestioni quali il passaggio ad attività di polizia confi-naria, esercitazioni di formazione congiunte, la coope-razione delle agenzie preposte all’applicazione dellalegge e questioni dei “confini blu”. (mari, fiumi e laghi).

Il Funzionario degli Affari di polizia dell’SPMU respon-sabile delle questioni della criminalità ha mantenutocontatti regolari con le controparti dell’Iniziativa delPatto di stabilità per contrastare la criminalità organiz-zata, partecipando tra l’altro anche a riunioni a livellopolitico. Un’altra importante area di cooperazione fra ledue organizzazioni è stata l’attuazione del processo diOhrid per la gestione e la sicurezza delle frontiere.Inoltre l’attività su territorio dell’OSCE su questionirelative alla lotta alla criminalità organizzata, alla cor-ruzione e ai media è stata collegata all’attività delPatto di stabilità in tali aree.

Organizzazione internazionale per lemigrazioni

La cooperazione fra l’OSCE e l’OIM è continuata alivello di quartieri generali e sul terreno. L’OIM hapartecipato a riunioni tripartite ad alto livello e miratefra l’ONU, il CdE e l’OSCE in febbraio a Strasburgo, alConsiglio dei Ministri di Lubiana, nonché a numerosealtre conferenze e riunioni dell’OSCE incluso il Foroeconomico dell’OSCE e i suoi seminari preparatori.

Entrambe le organizzazioni hanno cooperato stretta-mente nel campo della lotta alla tratta e della migra-zione nell’Europa sudorientale, nel Caucaso enell’Asia centrale. La Presenza OSCE in Albania hacollaborato con l’OIM e l’UNHCR per attuare un pro-getto finanziato dall’UE relativo al monitoraggio preli-minare dei richiedenti asilo e dei migranti. La MissioneOSCE a Skopje incaricata di prevenire l’allargamento

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del conflitto congiuntamente con l’UNICEF, l’OIM edaltre organizzazioni ha redatto un Piano d’azione con-tro la tratta di minori. La Missione in Serbia e Monte-negro ha cooperato con la Missione OIM nel quadrodel meccanismo di riferimento nazionale. La Missionein Croazia e l’OIM hanno sostenuto l’Ufficio delgoverno croato per i diritti dell’uomonell’organizzazione di una conferenza internazionalecontro la tratta di esseri umani tenuta in ottobre.L’OIM, in collaborazione con il Coordinatore dei pro-getti OSCE, ha attuato un progetto per la lotta allatratta in Ucraina finanziato dal TACIS dell’UE. Il CentroOSCE di Almaty ha interagito con l’OIM e con il Centrointernazionale per lo sviluppo delle politiche dellemigrazioni in merito all’elaborazione di un Pianonazionale antitratta. Il Centro OSCE di Dushanbehanno finanziato un Centro di risorse di informazionirivolte a potenziali emigranti.

In cooperazione con l’OIM, l’ODIHR ha lanciato unnuovo progetto nella Federazione Russa relativo alProgramma statale per la regolarizzazione dei lavora-tori migranti. L’ODIHR e l’OIM hanno inoltre intrapresosforzi comuni nell’elaborazione di un meccanismo perla raccolta di dati e lo scambio di informazioni su que-stioni relative alla migrazione, al fine di fornire agliStati partecipanti dati attendibili relativi alla migra-zione.

Comitato internazionale della Crocerossa

A livello di sede il CICR ha partecipato a riunioni tri-partite ad alto livello e mirate e a conferenze e riunioniOSCE pertinenti, fra cui al Consiglio dei Ministri diLubiana. Una delegazione del CICR ha visitato ingennaio il Segretariato dell’OSCE per tenere consul-tazioni con rappresentanti di vari dipartimenti e unità alfine di conoscere maggiormente le loro attività, condi-videre informazioni e discutere sulla cooperazione.

Sul terreno, la Missione OSCE di monitoraggio aSkopje incaricata di prevenire l’allargamento del con-flitto ha cooperato con il CICR in merito all’accessoalle carceri. In Moldova le due organizzazioni hannomonitorato la detenzione di due membri del gruppoIliascu in Transnistria e le condizioni detentive in Mol-dova e in Transnistria. Il CICR e l’OSCE hanno scam-biato informazioni sul monitoraggio dei centri di deten-

zione e di custodia di polizia in Kirghizistan.

Cooperazione con altre organizzazioni einiziative regionali e subregionali

In aprile il Segretario generale dell’OSCE ha parteci-pato alla nona Riunione del Consiglio dei ministri degliaffari esteri del GUAM e al Vertice dei capi di Stato delGUAM a Chisinau in Moldova. In maggio egli ha rap-presentato l’OSCE all’ottavo Vertice dei capi di Stato edi Governo del processo di cooperazione per l’Europasudorientale a Bucarest in Romania. In maggio hainoltre partecipato alla riunione dei Ministri degli affariesteri dell’Iniziativa dell’Europa centrale (CEI) che haavuto luogo sotto la Presidenza slovacca della CEI aTatranska Lomnica, mentre in novembre il Presidentein esercizio e il Segretario generale hanno partecipatoal Vertice della CEI dei Capi di governo a Piestany inSlovacchia. In agosto il Presidente e l’AP dell’OSCEhanno partecipato e preso la parola alla quattordice-sima sessione della Conferenza parlamentare del MarBaltico. In dicembre il Segretario generale è interve-nuto al Forum della comunità della scelta democraticaa Kyiv in Ucraina.

In luglio il Segretario esecutivo della CSI ha visitato ilSegretariato dell’OSCE. In gennaio i rappresentantidel Segretariato OSCE hanno preso parte ad unaconferenza organizzata dalla CSTO a Mosca. In aprileil Rappresentante speciale per la lotta alla tratta diesseri umani ha partecipato alla Riunione ministerialedella CSI dei Ministri degli interni a Minsk, in Belarus.La SPMU ha mantenuto contatti con iniziative di coo-perazione per l’Europa sudorientale a Bucarest. LaMissione OSCE in Croazia ha tenuto consultazioni conl’Iniziativa per il ritorno dei migranti e dei richiedentiasilo e dei rifugiati quale parte del processo di coope-razione per l’Europa sudorientale, il cui Segretariatoha sede a Skopje.

Numerosi rappresentanti di organizzazioni e iniziativeregionali e subregionali tra cui l’Iniziativa adriatico-ionica, il Consiglio Euro-artico di Barents, la CEI, laCSI, la CSTO, il GUAM e l’Organizzazione della coo-perazione economica per il Mar Nero hanno parteci-pato al Consiglio dei ministri a Lubiana il 5 e 6 dicem-bre. Organizzazioni regionali e subregionali sono stateregolarmente invitate ad altri eventi OSCE pertinenti.

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Interazione con i Partner mediterranei e asiatici per lacooperazione e con le organizzazioni e istituzioni al di fuoridell’area OSCE

Nel 2005, il Segretariato, insieme alla Troikadell’OSCE, ha continuato a rafforzare le relazioni con iPartner mediterranei e asiatici per la cooperazione.L’elemento centrale è stato l’attuazione delle racco-mandazioni contenute nel rapporto Harkönën che hafatto seguito a una decisione del Consiglio dei ministriadottata a Sofia sull’OSCE e sui suoi Partner per lacooperazione.1

Nel 2005 è stata ulteriormente sviluppata la coopera-zione con organizzazioni e istituzioni al di fuori dellaregione dell’OSCE, in particolare nel contesto dellasesta Riunione ad alto livello tra le Nazioni Unite e leorganizzazioni regionali e altre organizzazioni inter-governative (New York, 25 – 26 luglio). Le relazionisono state caratterizzate da un incremento della par-tecipazione incrociata alle pertinenti attività, nonché dauna maggiore condivisione di informazioni, di espe-rienze e di lezioni tratte.

Cooperazione tra l’OSCE e i Partner mediterranei easiatici per la cooperazione. Una serie di recentidocumenti del Consiglio dei ministri, quali la Strategiadi Maastricht per far fronte alle minacce alla sicurezzae alla stabilità nel Ventunesimo secolo, nonché ladecisione di Sofia, hanno sottolineato l’importanza diun dialogo approfondito con gli Stati partnerdell’OSCE, nel riconoscimento della natura transfron-taliera e transregionale delle moderne minacce allasicurezza. Il rapporto Harkönën ha fornito un impor-tante orientamento nel perseguimento di tale obiettivo.Nell’ambito di tale processo, la Sezione per la coope-razione esterna ha fornito costante sostegno e con-sulenza alle Presidenze belga e bulgara dei Gruppi dicontatto con i Partner mediterranei e asiatici.

Oltre al regolare lavoro intrapreso dai Gruppi di con-tatto, nel 2005 si sono svolti tre eventi centrali. Il 25 e il26 aprile si è tenuta a Seul la Conferenza OSCE-Corea su “Le nuove minacce alla sicurezza e unnuovo modello di sicurezza” che ha riunito partecipantidell’OSCE e degli Stati asiatici. Nel suo discorso diapertura, il Segretario generale dell’OSCE ha sottoli-neato l’importanza della conferenza alla luce dellarilevanza delle nuove minacce alla sicurezza e allamaggiore interdipendenza nelle questioni inerenti allasicurezza in un mondo globalizzato.

Il Capo della Sezione per la cooperazione esterna hapresentato la strategia dell’OSCE volta a far fronte allenuove minacce per la sicurezza. A seguito degli atten-tati dell’11 settembre, l’OSCE ha riveduto le sue prio-rità e i suoi strumenti e si è dotata di nuove capacità.L’OSCE ha cooperato con altre organizzazioni e Stati

1 Vedere il Rapporto del Presidente in esercizio e i rapportidei Presidenti dei relativi Gruppi di contatto con i Partnermediterranei per la cooperazione e i Partner asiatici per lacooperazione

partner e ha preso atto del pericolo che le minaccealla sicurezza si allarghino alle regioni adiacenti.

Nelle loro conclusioni, i Copresidenti (rappresentati dalPaese ospitante dalla Presidenza dell’OSCE) hannodichiarato che la Conferenza ha consentito uno scam-bio interessante di idee sulla definizione delle nuoveminacce alla sicurezza e il loro manifestarsi. Il raffor-zamento delle relazioni tra l’OSCE e il Foro regionaleASEAN è stato inoltre posto in evidenza quale princi-pale raccomandazione della Conferenza.

Il Segretario generale è stato invitato a rivolgereun’allocuzione alla Conferenza in Tailandia sulla Con-divisione di esperienze di lotta alla tratta di esseriumani: opportunità di cooperazione (Bangkok 16 e 17giugno). Egli ha sottolineato la puntualità della Confe-renza che ha fatto seguito a una delle conclusionidella Conferenza OSCE Tailandia del 2002, in cui erastato lanciato un appello per il rafforzamento dellacooperazione tra le regioni dell’OSCE e dell’Asia alfine di affrontare in modo efficace problemi quali latratta di esseri umani. Il Segretario generale ha rile-vato che la lotta alla tratta di esseri umani è stata unadelle priorità dell’OSCE, come dimostra la nomina, nel2004, di un Rappresentante speciale del Presidente inesercizio per la lotta alla tratta di esseri umani, nonchéla creazione di un’Unità di assistenza alla lotta controla tratta presso il Segretariato dell’OSCE. I partecipantialla Conferenza hanno discusso in merito alla tratta diesseri umani in Asia e in Europa, al ruolo fondamen-tale delle misure giuridiche e di applicazione dellalegge e alle soluzioni e ai modelli regionali di coope-razione. Nel riepilogo, la Presidenza ha suggerito dirafforzare le relazioni tra l’OSCE e il processo di Bali.

L’8 e il 9 settembre si è svolto a Rabat, in Marocco, ilSeminario mediterraneo annuale dell’OSCE, in cui si ètrattato il tema del Ruolo dell’OSCE e dei Partnermediterranei per la cooperazione nelle politiche dimigrazione e integrazione. Il Segretario generale hasottolineato che tale evento è stato l’esempio di uncrescente consenso transmediterraneo in merito ainteressi e preoccupazioni comuni inerenti alla sicu-rezza, nonché l’esempio di una base sempre piùampia di valori e principi comuni. Il terrorismo, lamigrazione, l’interazione sociale e culturale e i metodiper mantenere la sicurezza rispettando i dirittidell’uomo sono stati i principali temi politici nellaregione del Mediterraneo, nell’area dell’OSCE e nelresto del mondo.

È stato sottolineato il carattere transdimensionale dellamigrazione, che era il tema principale del Seminario.Nel trattare il tema della migrazione occorre tenerconto degli aspetti economici, ambientali, culturali einerenti alla sicurezza e a tal fine i partecipanti hannoesortato al dialogo continuo nel quadro dell’OSCE tra iPaesi di origine, di transito e di destinazione. Daidibattiti sono emerse proposte che comprendono tral’altro misure volte a facilitare l’integrazione dei

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migranti e speciali contratti tra il migrante e il Paeseospitante.

L’Assemblea parlamentare dell’OSCE ha tenuto il suoterzo Foro parlamentare sul Mediterraneo (SvetiStefan, 9 ottobre) al fine di proseguire il suo dialogoapprofondito con Stati partner dell’OSCE. Nel suodiscorso di apertura, il Presidente dell’Assembleaparlamentare dell’OSCE ha ribadito la determinazionedell’Assemblea a migliorare il dialogo sul mediterraneonel quadro dell’OSCE, come evidenziato nella Dichia-razione di Washington resa dall’Assemblea parla-mentare dell’OSCE a luglio. Nel suo discorso pro-grammatico, il Segretario generale dell’OSCE haincentrato la sua attenzione sulle prospettive dopo laConferenza di Rabat e ha posto l’accento sulla coope-razione dell’OSCE con altre organizzazioni per lapromozione del dialogo tra le civiltà.

Un rappresentante della Sezione per la cooperazioneesterna ha partecipato a un seminario sulle Espe-rienze dell’OSCE nella promozione della democrazia edella sicurezza cooperativa: possibile ispirazione per iPartner del Mediterraneo e oltre, tenuto a Istanbul il 3e il 5 marzo. Tale evento, cui hanno partecipato 35esperti e rappresentanti dei governi e della societàcivile del Mediterraneo, è stato organizzato dall’Istitutodanese di studi internazionali, dalla FondazioneHeinrich Böll e dalla Fondazione turca di studi econo-mici e sociali. I partecipanti hanno dibattuto su inizia-tive volte ad includere le esperienze e le lezioni trattedall’OSCE in settori quali l’osservazione elettorale, ilruolo della donna e la possibile creazione di un istitutoregionale per la ricerca sulla prevenzione dei conflittinel Mediterraneo.

Facendo seguito all’invito dell’autorità palestinese, laPresidenza dell’OSCE ha incaricato il Segretariato el’ODIHR di inviare un Gruppo di valutazione delle esi-genze in materia di formazione in una breve visitapresso i territori palestinesi, al fine di osservare le ele-zioni presidenziali del 9 gennaio. Il gruppo è rimastonei territori palestinesi dal 7 al 13 gennaio al fine diindividuare aree in cui l’OSCE potrebbe offrire consu-lenza alle autorità palestinesi e alla società civile pale-stinese, e ha presentato un rapporto al Consigliopermanente.

Il secondo Gruppo di supporto elettorale dell’OSCE èstato inviato in Afganistan in occasione delle elezionidell’Assemblea nazionale e delle elezioni provincialidel 18 settembre. (Per ulteriori informazioni a talemerito, vedere pag. 26.)

La Troika ministeriale dell’OSCE e i suoi omologhi deiPartner mediterranei e asiatici per la cooperazione sisono riuniti prima del Consiglio dei ministri di Lubiana.I partecipanti hanno accolto con favore le consulta-zioni più regolari su temi di interesse reciproco, tenu-tesi nel 2005. Il Segretario generale ha espresso fortesostegno per un ulteriore rafforzamento del dialogo tral’OSCE e i suoi partner.

Cooperazione con organizzazioni e istituzioni al difuori dell’area OSCE. La sesta Riunione ad altolivello tra le Nazioni Unite e le organizzazioni regionalie intergovernative (New York, 25 e 26 luglio) e la riu-nione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

sulla cooperazione dell’ONU con le organizzazioniregionali per il mantenimento della sicurezza e dellapace internazionali (New York, 17 ottobre) hannoofferto alle organizzazioni regionali l’opportunità diampliare le relazioni reciproche e approfondire leconoscenze sui rispettivi ruoli e mandati. In tale conte-sto, a margine della Sesta Riunione ad alto livello, ilSegretario generale dell’OSCE ha tenuto colloquibilaterali con i suoi omologhi, compresa la Lega degliStati arabi, l’Organizzazione degli Stati americani,l’Organizzazione della Conferenza islamica e l’Unioneafricana.

Il 14 novembre, per la prima volta, il Segretario gene-rale dell’Organizzazione della Conferenza islamica harivolto un’allocuzione al Consiglio permanente in cuiha ricordato l’importanza della promozione, della tutelae del rafforzamento dei valori comuni delle culturediverse, nonché l’importanza della tolleranza, del dia-logo e della cooperazione all’interno e tra le nazioni e ipopoli. I Segretari generali delle due organizzazioni sisono incontrati per un colloquio bilaterale.

L’interesse reciproco per lo scambio di prassi in mate-ria di antiterrorismo, anche attraverso contatti bilateralie la condivisione di migliori prassi, ha continuato arivestire un’importanza fondamentale nella coopera-zione dell’Unità di azione contro il terrorismo delSegretariato dell’OSCE e le organizzazioni regionali,quali quelle summenzionate, e l’Organizzazione per lacooperazione di Shangai. Il Capo dell’ATU ha pre-sentato un rapporto informativo alla Conferenza diAlgeri su Rafforzamento delle capacità di lotta al ter-rorismo nelle Organizzazioni africane e subregionali,organizzata dalla National Defense University ameri-cana e dal Centro per gli studi strategici dell’Unioneafricana. Il Capo dell’ATU ha inoltre incontrato rappre-sentanti dell’Unione africana e del personale del Cen-tro di lotta al terrorismo dell’Unione, con sede adAlgeri, con cui ha discusso della partnership conl’OSCE.

L’Unità di azione contro il terrorismo ha riferito inmerito alla sua esperienza di lotta al terrorismo inoccasione di un seminario regionale sulla lotta al ter-rorismo (Cairo, 17 e 18 febbraio), organizzato dallaLega degli Stati arabi, che a sua volta ha partecipato adue seminari OSCE sull’antiterrorismo.

Su richiesta del Segretario generale della Lega degliStati Arabi, il Manuale delle migliori prassi relative allearmi di piccolo calibro e leggere è stato tradotto inarabo e presentato in aprile come modello di coope-razione per lo scambio di esperienze tra organizza-zioni regionali. La traduzione è stata sponsorizzatadalla Germania.

A seguito dell’istituzione dell’Unità elettorale e delFondo elettorale dell’Unione africana, l’ODIHR hacondiviso con tale organizzazione le sue conoscenzee informazioni su questioni relative alle elezioni. Ingiugno, un funzionario dell’Unione si è recato in visitaufficiale presso l’ODIHR per discutere di metodi diosservazione elettorale nel quadro di un dialogo conti-nuo tra le due organizzazioni.

Come in passato, le attività dei Partner asiaticidell’OSCE e il Seminario mediterraneo dell’OSCE

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hanno fornito un’opportunità di interazione tra l’OSCEe le organizzazioni regionali. undici Stati membri delForo regionale ASEAN hanno partecipato in veste diosservatori alla Conferenza OSCE-Corea, mentresette Stati ASEAN hanno presenziato la Conferenza inTailandia. La Lega degli Stati arabi e l’Organizzazioneper la conferenza di Shanghai hanno partecipato alSeminario mediterraneo di Rabat. La Lega degli Statiarabi e l’Organizzazione della Conferenza islamicahanno presenziato alla Conferenza OSCE sull’anti-semitismo e altre forme di intolleranza. Rappresentantidel Foro regionale ASEAN, Lega degli Stati arabi el’Organizzazione per la cooperazione di Shanghaihanno inoltre partecipato al Consiglio dei ministridell’OSCE di Lubiana.

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Sez ione s tampa e pubb lica informa zioneSegretariato dell’OSCEKärntner Ring 5–7A-1010 Vienna, Austria

Tel.: +43 1 514 36 180Fax: +43 1 514 36 [email protected]

www.osce.orgIST ITUZIO NI OSC E

Assemblea parlamentareRadhusstraede 11466 Copenaghen K, DanimarcaTel.: +45 33 37 80 40Fax: +45 33 37 80 30E-mail: [email protected]

Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo19 Aleje Ujazdowskie,00-557 Varsavia, PoloniaTel.: +48 22 520 06 00Fax: +48 22 520 06 05E-mail: [email protected]

Alto commissario OSCEper le minoranze nazionaliPrinsessegracht 222514 AP L’Aia, Paesi BassiTel.: +31 70 312 55 00Fax: +31 70 363 59 10E-mail: [email protected]

Rappresentante OSCE per lalibertà dei mezzi di informazioneKärntner Ring 5-7A-1010 Vienna, AustriaTel.: +43 1 512 21 45-0Fax: +43 1 512 21 45-9E-mail: [email protected]

OPE RAZION I OSCE SULTER RENO

EUROPA SUDORIENTALE

Presenza OSCE in AlbaniaRruga Donika Kastrioti, Vila 6Tirana, AlbaniaTel.: +355 4 235 993Fax: +355 4 235 994E-mail: [email protected]

Missione OSCE in Bosnia-ErzegovinaFra Andjela Zvizdovica 171000 Sarajevo, Bosnia-ErzegovinaTel.: +387 33 752 100Fax: +387 33 442 479E-mail: [email protected]

Missione OSCE in CroaziaFlorijana Andraseca 1410000 Zagabria, CroaziaTel.: +385 1 309 66 20Fax: +385 1 309 66 21E-mail: [email protected]

Missione OSCE in KosovoBeogradska 3238000 PristinaKosovo, Serbia e MontenegroTel.: +381 38 500 162Fax: +381 38 500 188E-mail: [email protected]

Missione OSCE in Serbia eMontenegroCakorska 11100 Belgrado, Serbia e MontenegroTel.: +381 11 367 24 25Fax: +381 11 367 24 [email protected]

Missione OSCE di monitoraggio aSkopje incaricata di prevenirel’allargamento del conflittoQBE Makedonija Building11 Oktomvri Str. 25,MK-1000, Skopje, l’ex RepubblicaJugoslava di MacedoniaTel.: +389 2 3234 000Fax: +389 2 3234 234E-mail: [email protected]

EUROPA ORIENTALE

Ufficio OSCE di MinskProspekt Gasety Pravda 11Minsk 220116, BelarusTel.: +375 17 272 34 97Fax: +375 17 272 34 98E-mail: [email protected]

Missione OSCE in MoldovaStr Mitropolit Dosoftei 1082012 Chisinau, MoldovaTel.: +373 22 22 34 95Fax: +373 22 22 34 96E-mail: [email protected]

Coordinatore dei progetti in Ucraina16 Striletska St.01054 Kyiv, UcrainaTel.: +380 44 492 03 82Fax: +380 44 492 03 83E-mail: [email protected]

Rappresentante OSCE presso lacommissione congiunta lettone-russasui pensionati militariSegretariato OSCEKärtner Ring 5-7, 2° pianoA-1010 Vienna, AustriaTel.: +43 1 514 36 560Fax: +43 1 514 36 96E-mail: [email protected]

Rappresentante OSCE presso lacommissione estone sui pensionatimilitariPärnu mnt. 15, 7° pianoKawe Plaza10141 Tallinn, EstoniaTel.: +372 665 1762Fax: +372 665 1763E-mail: [email protected]

CAUCASO

Ufficio OSCE di Baku4, M. Magomayev lane, 2° pianoIcheri SheherBaku AZ1004, Azerbaigian

Tel.: +994 12 497 23 73Fax: +994 12 497 23 77E-mail: [email protected]

Missione OSCE in GeorgiaKrtsanisi Datcha N.5,0114 Tbilisi, GeorgiaTel.: +995 32 24 42 01Fax: +995 32 77 96 15E-mail: [email protected]

Rappresentante personale delPresidente in esercizio dell’OSCE sulconflitto oggetto della ConferenzaOSCE di Minsk4 Freedom SquareGMT Plaza, 1° piano,Tbilisi, 0105 GeorgiaTel.: +995 32 99 87 32Fax: +995 32 98 85 66E-mail: [email protected]

Ufficio OSCE di Erevan89 Teryan St.Erevan 375009, ArmeniaTel.: +374 1 54 1 65Fax: +374 10 54 10 61E-mail: [email protected]

ASIA CENTRALE

Centro OSCE di Almaty67 Tole Bi Street, 2° pianoAlmaty, 480091, KazakistanTel.: +7 3272 79 37 62Fax: +7 3272 79 43 88E-mail: [email protected]

Centro OSCE di AshgabadTurkmenbashy Shayoly 15744005 Ashgabad, TurkmenistanTel.: +993 12 35 30 92Fax: +993 12 35 30 41E-mail: [email protected]

Centro OSCE di Bishkek139 St. Toktogula, Bishkek720001, KirghizistanTel.: +996 312 66 50 15Fax: +996 312 66 31 69E-mail: [email protected]

Centro OSCE di Dushanbe12, Zikrullo Khojaev Str.,734017 Dushanbe, TagikistanTel.:, +992 372 24 58 79, +992 372 2433 38Fax: +992 372 24 91 59E-mail: [email protected]

Centro OSCE di TashkentAfrosiyob Street 12 B, 4° piano,700015 Tashkent, Repubblica diUzbekistanTel.: +998 71 120 44 70Fax: +998 71 120 61 25E-mail: [email protected]

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Page 153: OSCE Annual Report 2005 (it)

Abbreviazioni

ACMN Alto Commissario per le minoranze nazionaliAER Agenzia europea per la ricostruzioneAIEA Agenzia internazionale per l’energia atomicaAP Assemblea parlamentareARF Foro regionale ASEANASEAN Associazione delle Nazioni dell’Asia sudorientaleASRC Conferenza annuale di riesame sulla sicurezzaATAU Unità di assistenza contro la tratta di esseri umaniATU Unità di azione contro il terrorismoBiH Bosnia-ErzegovinaBMO Operazione di monitoraggio delle frontiereBSEC Cooperazione economica del Mar NeroCACO Organizzazione di cooperazione centro asiaticaCAYN Rete giovanile dell’Asia centraleCBSS Consiglio degli Stati del Mar BalticoCE Commissione europeaCEC Commissione elettorale centraleCECS Segretariato della Commissione elettorale

centraleCEDAW Convenzione ONU per l’eliminazione di ogni

forma di discriminazione nei confronti della donnaCEDU Corte europea dei diritti dell’uomoCEI Iniziativa centroeuropeaCICR Comitato internazionale della Croce rossaCSI Comunità di Stati indipendentiCdE Consiglio d’EuropaCPC Centro per la prevenzione dei conflittiCSBM Misure miranti a rafforzare la fiducia e la

sicurezzaCSCE Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in

EuropaCSTO Organizzazione del trattato per la sicurezza

collettivaENVSEC Iniziativa OSCE/ONU per l’ambiente e la

sicurezzaFSC Foro di cooperazione per la sicurezzaGUUAM Georgia, Ucraina, Azerbaigian e MoldovaHLPG Gruppo di pianificazione ad alto livelloICAO Organizzazione internazionale dell’aviazione

civileICTY Tribunale penale internazionale per l’ex

JugoslaviaIDPs SfollatiIFES Fondazione internazionale per i sistemi elettoraliIRMA Sistema di gestione integrata delle risorseJCC Commissione congiunta di controlloJPKF Forze congiunte di mantenimento della paceKFOR Forza NATO in KosovoKPS Servizio di polizia del KosovoMANPADS Sistemi di difesa antiaerea portatiliMP Membro del ParlamentoNATO Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del nordNRM Meccanismi di segnalazione nazionaleOAS Organizzazione degli Stati AmericaniOCEEA Ufficio del Coordinatore delle attività economiche

e ambientali dell’OSCEODIHR Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti

dell’uomo

OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppoeconomico

OIC Organizzazione della Conferenza islamicaOIM Organizzazione internazionale per le migrazioniONG Organizzazioni non governativeONU Nazioni UnitePACE Assemblea parlamentare del Consiglio d’EuropaPC Consiglio permanentePCES Processo di cooperazione per l’Europa

sudorientalePCU Unità incaricata del coordinamento dei progettiPie Presidente in esercizioPISG Istituzioni provvisorie di autogoverno del KosovoPMI Piccole e medie impreseRACVIAC Centro regionale di assistenza alla verifica e

all’attuazione del controllo degli armamentiREACT Nuclei di esperti di pronta assistenza e di

cooperazioneRSUE Rappresentante speciale dell’Unione europeaSALW Armi di piccolo calibro e leggereSCO Organizzazione per la cooperazione di ShanghaiSECI Iniziativa di cooperazione per l’Europa

sudorientaleSEE RIGHTS Iniziativa regionale dell’Europa

sudorientale contro la tratta di esseri umaniSFOR Forza di stabilizzazione guidata dalla NATO in

Bosnia-ErzegovinaSHDM Riunioni supplementari nel quadro della

dimensione umanaSPMU Unità per le questioni strategiche di poliziaSPTF Task force contro la tratta di esseri umani del

Patto di stabilità per l’Europa sudorientaleSRCC Commissione consultiva subregionaleTACIS Programma di assistenza tecnica per la Comunità

di Stati indipendentiTrattato CFE Trattato sulle forze armate convenzionali

in EuropaUE Unione europeaUNCTC Commissione antiterrorismo delle Nazioni UniteUNDP Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppoUNECE Commissione economica delle Nazioni Unite per

l’EuropaUNEP Programma delle Nazioni Unite per l’ambienteUNHCHR Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti

umaniUNHCR Alto Commissario delle Nazioni Unite per i

rifugiatiUNICEF Fondo delle Nazioni Unite per l’infanziaUNIFEM Fondo delle Nazioni Unite di sviluppo per le

donneUNMIK Missione delle Nazioni Unite in KosovoUNODC Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il

crimineUNOHCHR Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite

per i diritti umaniUSAID Agenzia statunitense per lo sviluppo

internazionaleYES Programma di seminari per giovani imprenditori

REDATTORE | Sharman EsareyREDATTORE DI PRODUZIONE | Alexander NitzscheDESIGN E COMPOSIZIONE TIPOGRAFICA | red hot ‘n’coolDIRETTORE ARTISTICO | Damir Kri_mani_

Sezione stampa e pubblica informazioneSegretariato OSCE

Il presente Rapporto non è un documento concordato

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