ov i 0 teatro alla scala - artisticovarese.edu.it fileanfili (1979) e la linea chestra aganini...
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Teatro alla Scala
Lunedì 11 aprile 2016, ore 20
Concerto sinfonico della
Filarmonica della Scala
Direttore
Fabio LuisiV
iolino Sergej K
rylov
Main Partner
Il concerto sarà trasmesso in diretta su Rai Radio3
e in streaming video gratuito su w
ww.filarm
onica.it
Riccardo Panfili
(1979)
Oltre la linea, per grande orchestra
Niccolò Paganini
(1782 - 1840)
Concerto n. 5 in la m
inore per violino e orchestraA
llegro maestoso
Andante, un poco sostenuto
Rondo - A
ndantino quasi Allegretto
Richard Strauss
(1864 - 1949)
Aus Italien, fantasia sinfonica in sol maggiore, op. 16
Auf der Cam
pagna - Andante
Rom
s Ruinen - A
llegro molto e con brio
Am
Strande von Sorrent - Andantino
Neapolitanisches Volksleben - A
llegro molto
Siamo lieti di offrire ai nostri abbonati e a tutti
gli spettatori del concerto questo programm
ainteram
ente realizzato dalla Filarmonica della Scala
7
Riccardo Panfili
Oltre la linea, per grande orchestra
Carlo Boccadoro
Il nome di Riccardo Panfili appare orm
ai da diverso tempo nei cartelloni delle stagioni concertistiche più
prestigiose, spesso eseguito da musicisti di fam
a internazionale. Il pubblico della Filarmonica della Scala
ha avuto modo di conoscere questo m
usicista grazie all’esecuzione che Antonio Pappano ha fatto l’anno scorso del suo vasto affresco sinfonico L’Aurora, probabilm
ente.Q
uesta volta a Panfili è stata affidata la com
missione che tutti gli anni la Filarm
onica riserva a un autore contem
poraneo (una tradizione iniziata diversi anni fa da Riccardo Muti).
Allievo tra gli altri di Ivan Vandor e Azio Corghi, Panfili si considera un discepolo spirituale di W
ans Wer-
ner Henze, di cui è stato per diversi anni l’assistente.
E proprio da Henze, uno dei grandissim
i del Novecento, Panfili ha acquisito sin dai prim
i lavori la stessa indipendenza di pensiero, che gli perm
ette di non seguire alcuna moda stilistica e di m
uoversi in un per-corso personale dove m
olti linguaggi differenti riescono a convivere con coerenza grazie a una sicurissima
tecnica di scrittura e a una capacità di virtuosismo orchestrale che ha pochi paragoni in Italia (e non solo).
La grande orchestra è il regno di Panfili: la possibilità di mescolare in m
odo sempre im
prevedibile le mi-
gliaia di colori diversi che la palette orchestrale offre oggi sembra essere per lui un’inesauribile fonte d’i-
spirazione. I suoi brani richiedono un grandissimo im
pegno sia al direttore che agli strumentisti, esplo-
rano le possibilità timbriche in m
aniera sempre diversa. M
olto importante nella produzione di Panfili (e
in generale in quella dei compositori delle ultim
e generazioni) è il recupero dell’idea di “figura musicale”
intesa in senso semiologico-linguistico. La chiarezza dei gesti m
usicali fornisce all’ascoltatore una mappa
sicura per orientarsi all’interno di un percorso variegato, spesso imprevedibile e sem
pre sorprendente. Q
uest’idea di riconoscibilità figurale, abbandonata da molti im
portanti autori dell’Avanguardia storica com
e Xenakis o Stockhausen, ma non da altri com
e Henze o Penderecki, viene rielaborata da Panfili
attraverso gesti di grande evidenza, che non temono di essere “espliciti” e caratterizzati da una grande
teatralità.O
ltre la linea, il brano presentato stasera, non fa eccezione e continua con sicurezza il percorso stilistico di Panfili, m
ettendo in campo un organico orchestrale di vastissim
e dimensioni che com
prende ben cinque W
illiam Turner
Rome from
Mount Aventine, 1836
Olio su tela
8 percussionisti oltre a una nutritissima serie di ottoni e legni. D
al punto di vista formale il lavoro si presenta
come un Tem
a cui seguono dieci Variazioni, per un totale di quindici minuti circa.
L’essenzialità di ciascuna Variazione conferisce un passo “spedito” all’andamento della partitura, che con-
centra una quantità notevolissima di invenzioni tem
atiche, armoniche e orchestrali in uno spazio relati-
vamente breve.
Rispetto alle atmosfere m
agiche e sognanti di L’Aurora, probabilmente qui ci troviam
o in una dimensione
molto più nervosa e com
patta fin dal brevissimo tem
a iniziale, che appare contrappuntato da figure stac-cate, rapide e nervose, di tutta l’orchestra.Appaiono subito interventi ritm
ici framm
entati di carattere cupo e minaccioso realizzati da controfagot-
to, clarinetto basso, timpani e contrabbassi sopra cui si m
uovono inquieti interventi cromatici di viole
e violoncelli. Tutto pare instabile, ci si muove su un terreno che sem
bra dover crollare da un mom
ento all’altro e di colpo ci si trova proiettati nella Prim
a Variazione, che rafforza l’elemento ritm
ico in sedicesimi
affidandolo anche ai fagotti, m
entre gli oboi stagliano figure di terzine in fortissimo dal sapore tagliente.
A questa estrema m
obilità dei legni (si notino anche le sventagliate rapidissime dei clarinetti) si sovrappone
un elemento più statico degli ottoni, che ora contrappuntano con secchi accordi om
oritmici, cui si unisce
anche la percussione.L’operazione di ‘consolidam
ento’ delle figure musicali prosegue anche nella Seconda Variazione, dove ar-
chi, nel registro medio grave, e ottoni sem
brano voler trattenere l’energia cinetica che Panfili ha dispiegato fin dalle prim
e battute, viole e violini cominciano a disegnare le prim
e figure di carattere melodico m
a in m
odo non invadente, pianissimo, quasi sussurrando. Su questa intelaiatura m
elodica, arpa e percussioni intonate disegnano figure rapidissim
e e ritmicam
ente indipendenti dagli altri, quasi piccoli fuochi che si accendono in questa atm
osfera ancora in divenire.Ben presto tutta l’orchestra si rim
ette in movim
ento, giungendo a una sezione denominata Più allegro: vor-
ticose scale di legni, accompagnate da glissandi di arpa spingono verso l’alto le figure di riferim
ento, mentre
appare ormai chiaro il dialogo continuo tra intere sezioni dell’orchestra. Le figure ritm
iche e scandite di archi e ottoni della Terza Variazione intrecciano una conversazione con le figurazioni liquide e sfuggenti
9
dei legni. Gli archi sem
brano accumulare sem
pre più tensione coinvolgendo progressivamente tutti gli altri
e giungendo a un massim
o che sembra esplodere proprio prim
a della Quarta Variazione, intitolata Corteo.
Dal carattere più solenne e cerim
oniale (non a caso), qui troviamo l’intera com
pagine orchestrale impegnata
in figure di carattere discendente che si muovono a velocità diversa, con un carattere decisam
ente malin-
conico e di forte espressività. Ma si tratta solo di un m
omento perchè figure rapide e staccatissim
e inizial-m
ente affidate ai soli clarinetti progressivam
ente si propagano in tutti il tessuto orchestrale, costringendo l’orchestra a una nuova serie di salti e contorsioni di grandissim
o virtuosismo, cui si aggiungono esplosioni
degli ottoni tanto improvvise quanto effi
caci. Imm
ediatamente veniam
o trasportati, con un montaggio di
materiali che non è azzardato definire cinem
atografico, nella Quinta Variazione intitolata In D
er Nacht.
Com
e il titolo spiega si tratta chiaramente di un m
isterioso Notturno, dove la precedente opulenza di
colori si stempera in un’atm
osfera da Klangfarbenm
elodie schönberghiana dalle sfumature delicatissim
e (ascoltate gli arm
onici dei primi violini con l’im
palpabile baluginare delle percussioni metalliche w
ind chim
es e i fruscii delle maracas). Sem
briamo tornati nelle m
isteriose, alchemiche atm
osfere del L’Aurora probabilm
ente ma Panfili ci dà appena il tem
po di assaporarne la dolcezza che subito tutto viene spazzato via dalla ripresa del Tem
a e delle sue figurazioni mordenti e ritm
iche. L’andamento scoppiettante di que-
sta Sesta Variazione è una corsa a rotta di collo, con figure guizzanti di legni e ottoni sopra un tappeto inesausto di percussioni che sem
brano voler mettere le ali all’orchestra scatenandola in un ballo sfrenato;
non a caso la Variazione che segue porta il sottotitolo Danzando.
La teatralità musicale di Panfili cui si accennava in precedenza trova in questa sezione della partitura un
perfetto compim
ento. Ogni sezione di strum
enti incarna un personaggio che a gran velocità fa il suo in-gresso sul palcoscenico e altrettanto rapidam
ente ne esce per lasciare il posto ad altri personaggi ancora. Siam
o ben lontani però da qualsiasi descrittivismo m
usicale. La musica di Panfili m
antiene sempre una
componente ben precisa di astrazione e com
plessità, senza quei facili amm
iccamenti oggi m
olto in voga tra diversi com
positori.Le variazioni Settim
a, Ottava e N
ona sono tutte unite fra loro da questo carattere di danza senza freno, che raggiunge sonorità quasi orgiastiche e continua ad accum
ulare, in modo quasi insostenibile, la tensione
10 musicale, culm
inando finalmente nella sezione intitolata G
randioso (Corale) dove le perorazioni solenni e
monum
entali di legni e ottoni vengono contrastate da scale rapidissime di tutti gli archi.
Solo nelle ultimissim
e battute l’orchestra raggiunge finalmente l’unitarietà ritm
ica, suonando figurazioni m
artellanti in omoritm
ia e portando a uno spettacolare crescendo finale, in grado di far risplendere tutta l’orchestra di una luce abbagliante.
Riccardo Panfili
Oltre la linea, per grande orchestra
Anno di com
posizione: 2016, comm
issione Filarmonica della Scala
Dedicatario: C
lemens W
olkenPrim
a esecuzione: 11 aprile 2016, Teatro alla Scala, Milano,
Filarmonica della Scala diretta da Fabio Luisi.
Organico: ottavino, tre flauti, due oboi, corno inglese, un clarinetto, clarinetto
piccolo, clarinetto basso, clarinetto contrabbasso, due fagotti, controfagotto; quattro corni, quattro trom
be, tre tromboni, una tuba; percussioni; tim
pani; arpa; archi D
urata: 15 minuti
11
Niccolò Paganini
Concerto n. 5 in la m
inore per violino e orchestra C
arlo Boccadoro
L’opera di Niccolò Paganini è di fondam
entale importanza dal punto di vista dello sviluppo della tecnica strum
entale del violino, di cui fu com
e sappiamo insuperato esecutore. La continua esplorazione di tecniche virtuosistiche assoluta -
mente inaudite per l’epoca (che ancora oggi danno parecchio filo da torcere agli esecutori) spingono lo strum
ento oltre i lim
iti di ciò che fino a quel mom
ento era considerato eseguibile, estendendone le capacità attraverso una scrittura m
obilissima che si proietta in registri acuti e non lesina passaggi di diffi
coltà sovrumana m
ediante l’uso delle corde dop -pie, con vorticosi m
ovimenti di terze, seste e ottave lungo tutta l’estensione dello strum
ento e mom
enti che richiedono alternanze di arco e pizzicato velocissim
i, senza dimenticare un uso avveniristico degli arm
onici, di tecniche inusuali dell’arco e m
olto altro ancora.A questa originalità d’im
pianto strumentale non corrisponde certam
ente un’equivalente novità dal punto di vista della sostanza m
usicale vera e propria. I lavori di Paganini si muovono in am
biti melodico/arm
onici del tutto convenzionali, dove è im
mediatam
ente percepibile l’influenza del linguaggio appartenente al melodram
ma di Bellini e D
onizetti (senza però averne la genialità tem
atica), abbracciando anche dal punto di vista formale le convenzioni tipiche della
sua epoca.In alcuni lavori, com
e il Quarto Concerto per violino e orchestra, sem
bra far capolino l’influenza di Beethoven, ma si
tratta di rare eccezioni; generalmente Paganini non esce m
ai dai binari del consueto. Pochissimo o nullo interesse è
dedicato dal compositore genovese alla parte orchestrale, che ha la sem
plice funzione di supporto alle stratosferiche esibizioni virtuosistiche del violino solista.Luciano Berio, nella sua celebre intervista con Rossana D
almonte del 1981, dichiara il suo am
ore per l’opera di Pagani -ni m
a allo stesso tempo m
ette bene in luce come nel caso di questo com
positore “le preoccupazioni tecniche e gli stereotipi esecutivi hanno spesso il sopravvento sull’idea”.N
on bisogna cercare dunque in questi lavori le bizzarrìe armoniche e di orchestrazione del suo am
ico Hector Berlioz
(che pure Paganini amm
irava) quanto concentrare la propria attenzione sulle meraviglie della parte strum
entale solista.N
el caso del Quinto Concerto per Violino in la m
inore la partitura originale, composta presum
ibilmente intorno al 1830,
è andata completam
ente perduta ed è rimasta unicam
ente quella del solista assieme a una riduzione pianistica (peraltro
incompleta anch’essa).
Questo ha fatto sì che il Concerto rim
anesse ineseguito per decenni dopo le sue prime apparizioni sulla scena: bisogna
aspettare la seconda metà del Ventesim
o secolo, precisamente il 1958, quando il com
positore Federico Mom
pellio ten -
12 tò una ricostruzione della partitura basandosi sui framm
enti incompiuti. Saggiam
ente Mom
pellio non tentò di “mi-
gliorare” o abbellire in alcun modo la spartana scrittura orchestrale di Paganini, lim
itandosi al minim
o indispensabile senza cercare m
ai di rivaleggiare con il violino solista il quale, dopo l’introduzione iniziale che ricorda in certi passaggi arm
onici l’ultimo Rossini del G
uglielmo Tell, prende possesso della scena e non lascia più la presa.
La tradizionale forma-sonata di questo m
ovimento divide i propri spunti tem
atici tra un primo m
otivo di carattere “eroico” e un secondo decisam
ente più cantabile dove lo spettro di Bellini fa più volte un’apparizione. Rispetto ad altri Concerti paganiniani, l’elaborazione tem
atica qui è decisamente più am
pia (così come la durata stessa del m
ovimento)
e Paganini sembra interessato a sviluppare il discorso m
usicale più ampio possibile a partire da nuclei m
elodici di pic -cole dim
ensioni. Il successivo Andante è decisamente il più banale dal punto di vista arm
onico, con progressioni assai prudenti e prevedibilissim
e che tuttavia non inficiano la bellezza del canto principale violinistico, sempre di grande
intensità e forza comunicativa. D
ifficile im
maginare com
e Paganini debba aver orchestrato originariamente questo
movim
ento, che rispetto ad altri suoi Adagi si segnala per l’essenzialità delle figure che ben si presterebbero a un dialo -go m
aggiormente contrappuntistico con l’orchestra. La versione di M
ompellio non fa alcun tentativo di sviluppare il
discorso in questo senso, accennando appena qualche “risposta” tra il solista e i fiati.Si term
ina con uno spensierato Rondò il cui tema popolareggiante, dal carattere ritm
ico e danzante, fornisce la rampa di
lancio per le instancabili piroette del solista, impegnato in passaggi di diffi
coltà micidiale, in particolare quelli a terzine
velocissime dopo pochi m
inuti dall’inizio e quelli in cui il violino esegue simultaneam
ente passaggi melodici e trem
oli (una tecnica che si ritrova anche nei celeberrim
i Capricci per violino solo). Il discorso fluisce senza particolari scossoni dram
matici concludendo su una serie di scale ascendenti velocissim
e che assicurano a questo Concerto un finale di sicuro effetto.
Niccolò Paganini
Concerto n. 5 in la m
inore per violino e orchestraA
nno di composizione: partitura originale 1830, orchestrazione di M
ompellio 1958
Organico: due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti; due corni, due trom
be, tre trom
boni; timpani; percussioni; archi
Durata: 30 m
inuti
15
Con questa com
posizione il ventiduenne Richard Strauss esordisce sul terreno della musica a program
ma e si
ricollega alla tradizione già seguita da Liszt e Berlioz, dopo aver scritto diverse composizioni da cam
era che, pur rispettose delle form
e tradizionali, hanno consentito al giovane autore di “farsi le ossa” per poi indirizzare le sue energie verso l’orizzonte sinfonico. Aus Italien viene preceduta dalla più nota Burleske per pianoforte e orchestra dove, nascosto tra rispettosi om
aggi a Brahms, salta fuori tutto il gusto paradossale e l’um
orismo di
Strauss.In questa vasta Aus Italien, frutto del prim
o viaggio in Italia che proprio Brahms gli consigliò di intraprendere,
il musicista porta nella m
usica qualche profumo della nostalgia rom
antica tedesca concedendo però ampio
spazio a una vena di natura illustrativa, almeno nelle intenzioni iniziali.
Con quest’opera strabordante di colori orchestrali, già segnata da una padronanza del m
ezzo orchestrale e da un virtuosism
o di scrittura incredibili per un compositore così giovane, Strauss si apre la via verso il poem
a sinfonico, di cui il D
on Giovanni costituirà qualche anno più tardi la tappa significativa.
L’intenzione poetica da cui il primo m
ovimento prende il titolo, La cam
pagna romana, induce il com
positore ad aprire la sinfonia con un Andante di carattere lirico.L’esordio, con il prolungarsi di arm
onie sospese tra tonalità maggiori e m
inori, e il continuo ripetersi di un accordo possono suggerire l’im
pressione di un paesaggio misterioso e disabitato. Più diffi
cile, invece, trovare una connessione diretta con il program
ma descrittivo fornito agli ascoltatori da Strauss in occasione della
prima esecuzione. N
onostante le buone intenzioni giovanili dell’autore, gli sviluppi dei temi hanno un valore
autosufficiente e non strettam
ente aderente alle parole. Il brano risulta costruito con numerose frasi m
elodiche e incipit tem
atici diversi, legati a stretto contatto tra loro e spesso sovrapposti in maniera assai com
plessa. In particolare la densità di articolazione e rielaborazione tem
atica del secondo movim
ento Tra le rovine di Roma,
dalla durata di vaste dimensioni, continua il proprio intrecciato discorso tem
atico/contrappuntistico in totale autonom
ia da qualsiasi suggestione di imm
agine.Per contrasto il terzo m
ovimento Sulla riviera di Sorrento è il brano più “pittorico” dell’intera partitura. Il m
o-tivo iniziale, ispirato al m
ovimento del m
are, dà vita a una musica dai contorni quasi inafferabili, dalle sottili
ondulazioni melodiche, che non esita a utilizzare tutti gli strum
enti coloristici a sua disposizione per ottenere il
Richard Strauss
Aus Italien, fantasia sinfonica in sol maggiore op. 16
Carlo Boccadoro
William
Collins
The Caves of U
lysses at Sorrento, N
aples, 1843O
lio su tela
16 massim
o effetto illustrativo, in certi mom
enti quasi da cartolina. Se da un lato in questa pagina Strauss sembra
anticipare gli arabeschi orchestrali che ritroveremo successivam
ente in molte altre sue partitura anche teatrali,
da un altro sembra rivisitare a suo m
odo suggestioni quasi derivate dall’impressionism
o, in particolare durante un m
ovimento di siciliana che vede protagonista la voce dell’oboe, im
pegnata a intonare un canto dalle figu-razioni m
elodiche maggiorm
ente scolpite. La parte conclusiva riporta elementi dell’esordio, oltre a presentare
una ricapitolazione di tutto il materiale.
Anche il finale Vita popolare napoletana cerca subito l’identificazione illustrativa attraverso un ritmo di ta-
rantella e l’utilizzo della canzoner Funiculì funiculà. Strauss credeva che questo fosse un brano popolare di dom
inio pubblico, mentre in realtà era stato com
posto nel 1880 dal musicista Luigi Zenda che, appena seppe
dell’inserimento del suo brano nella partitura di Strauss, gli fece subito causa (naturalm
ente vincendola).Accanto al celebre m
otivetto napoletano Strauss fa ballare altri motivi di sua invenzione, tutti caratterizzati da
un ritmo frenetico, scattante, che invita subito alla danza e attraverso un’orchestrazione che definire spettaco-
lare è poco, riesce a raggiungere un effetto finale di brillantezza e maestria assolute.
Giudicata negativam
ente dalla critica alla prima esecuzione (e anche da parte del pubblico), questa partitura
è relativamente trascurata rispetto ad altri capolavori orchestrali straussiani m
a con il passare degli anni molti
direttori d’orchestra l’hanno rivalutata aiutandola a prendere posto, seppur in ritardo rispetto a molte altre sue
consorelle, nel repertorio sinfonico.
Richard Strauss
Aus Italien, fantasia sinfonica in sol maggiore, op. 16
Anno di com
posizione: 1898Prim
a esecuzione: Francoforte, Saalbau, 3 Marzo 1899
Organico: ottavino, due flauti, due oboi, corno inglese, due clarinetti, tre
fagotti, controfagotto; quattro corni, due trombe, tre trom
boni; timpani;
percussioni; arpa, archiD
urata: 47 minuti
18 1979 N
asce a Buonacquisto, una piccola frazione in provincia di Terni, imm
ersa nell’Appennino umbro. Il padre è operaio nel
polo chimico ternano, la m
adre casalinga. 2006
Vince il Concorso Internazionale di com
posizione indetto dall’Accademia N
azionale di Santa Cecilia di Rom
a, con il brano per O
rchestra Danzario.
2008 Vince il Secondo Prem
io al Concorso Internazionale di C
omposizione “H
enry Dutilleux” (Tours, Francia), presidente della
giuria lo stesso Henry D
utilleux, con la composizione I Falsari di Velazquez; il Terzo Prem
io al Concorso Internazionale di
Com
posizione “Egidio Carella” (presidente di giuria Ivan Fedele) e il C
oncorso Internazionale di Com
posizione Taukay (presidente di giuria M
ichele dall’Ongaro).
2009 Il 7-9-10 febbraio l’O
rchestra dell’Accademia N
azionale di Santa Cecilia diretta da Sir Antonio Pappano esegue in prim
a m
ondiale il brano Danzario. A seguire la tournée nel Festival di m
usica delle Canarie, con esecuzioni a Tenerife e Las Palm
as.
L’incontro con Antonio Pappano rappresenta per Panfili un mom
ento cruciale del suo sviluppo artistico, divenendo nel corso degli anni un insostituibile punto di riferim
ento umano e m
usicale.2011
Vince il Concorso internazionale “A C
amillo Togni”, con il brano À bout de souffl
e per quartetto d’archi e clarinetto. Vince il Prem
io Play.it.
Nello stesso anno H
ans Werner H
enze lo sceglie come suo assistente m
usicale, ruolo che ricoprirà fino alla morte del M
ae-stro (ottobre 2012). Per il com
positore umbro rappresenta una delle esperienze um
ane più rilevanti e significative della sua vita e l’esperienza m
usicale di gran lunga più importante per gli sviluppi della sua attività com
positiva. 2012
A febbraio prima esecuzione, al Teatro O
limpico di Rom
a, di Frecciarotta, su libretto di Sandro Cappelletto, com
missione
dell’Accademia Filarm
onica Romana. Vince il Prem
io “Nino C
arloni”.2013
Su richiesta di Alessio Allegrini scrive Out... per corno e archi che viene eseguito dalla K
amm
erakademie Potsdam
diretta da Antonello M
anacorda, con Alessio Allegrini al corno. Inizia la collaborazione con il cornista e direttore d’orchestra e con la H
uman Rights O
rchestra, ideata e fondata dallo stesso Allegrini.
La “Hans W
erner Henze Stiftung” assegna a Panfili la prim
a borsa di studio della neonata Fondazione. La Decca pubblica
il cd Invenzioni con Alessandro Carbonare e Tetraktis Percussioni, contenente il brano F for fake.
2014 Ad Aprile, prim
a esecuzione de L’Aurora probabilmente, com
missione della Scala di M
ilano, con l’orchestra della Filarmoni-
ca della Scala diretta da Antonio Pappano, ripreso nell’aprile 2016 nella stagione dell’Accademia N
azionale di S. Cecilia.
Tra i prossim
i impegni: a settem
bre 2016 la prima a N
orimberga dell’opera da cam
era Antigone, su libretto del regista e dram
maturgo M
ichael Kerstan; un nuovo pezzo per orchestra, per la stagione 2017-2018, com
missione del M
aggio Musi-
cale Fiorentino.
Riccardo Panfili
19
1782 N
asce a Genova da una m
odesta famiglia. Il padre gli insegna le prim
e nozioni di musica sul m
andolino e, in seguito, lo indirizza allo studio del violino. Paganini è spesso considerato un autodidatta, poiché non si ricorda un particolare m
aestro responsabile della sua form
azione.1795
A 12 anni esegue alcune sue variazioni per chitarra e violino nel teatro di Sant’Agostino. 1796
A Parma si am
mala di polm
onite ed è costretto a un periodo di riposo nella casa paterna a Romairone, dove studia su un
violino costruito dal Guarneri. Seguono dei concerti nell’Italia settentrionale e in Toscana.
1801 A 19 anni interrom
pe la propria attività di concertista e si dedica per qualche tempo all’agricoltura e allo studio della chitarra.
1805 D
opo essere tornato a Genova per un breve periodo, accetta a Lucca il posto di prim
o violino solista alla corte della princi-pessa di Lucca Elisa Bonaparte Baciocchi.
1813 Viene particolarm
ente apprezzata la sua esibizione al Teatro Carcano, la sua fam
a cresce in tutt’Italia. 1816
Conosce G
ioachino Rossini e Louis Spohr. 1825
È a Palermo, dove nasce suo figlio Achille.
1828 Viene invitato a Vienna, dove l’im
peratore Francesco II lo nomina suo virtuoso di cam
era.1830
Conclude la com
posizione dei suoi sei concerti per violino e orchestra.1832
Ritornato a Genova, inizia la com
posizione dei famosi C
apricci per violino. 1834
Si manifestano i sintom
i della malattia polm
onare che gli sarà fatale. La malattia, che gli provocava violenti accessi di tosse,
ostacola progressivamente la sua carriera concertistica.
1840 Paganini m
uore il 27 maggio a N
izza. È sepolto nel cimitero della Villetta di Parm
a.
Niccolò Paganini
20 1864 Richard Strauss nasce a M
onaco di Baviera. E’ il primo figlio di Franz Joseph Strauss, prim
o corno alla Hofoper di M
onaco. A quattro anni prende lezioni di pianoforte da August Tom
bo e a otto studia il violino con Benno Walter, direttore dell’O
r-chestra di C
orte. 1880
Il suo Quartetto per archi in La è eseguito a M
onaco di Baviera.1881
Herm
ann Levi dirige la sua Sinfonia in Re minore.
1885 Incontra H
ans von Bülow, direttore dell’Orchestra di C
orte di Meiningeni: egli esegue a Berlino la Serenata per 13 strum
en-ti a fiato e lo nom
ina suo assistente. 1886
Assume l’incarico di terzo direttore dell’O
pera di Corte di M
onaco. Com
pone il suo primo poem
a sinfonico, Aus Italien, ispirato al suo prim
o viaggio in Italia.1888
Incontra, e se ne innamora, il soprano Pauline de Ahna.
1889 Viene nom
inato maestro di cappella presso il Teatro di C
orte di Weim
ar, incarico che conserverà fino al 1894. Sono gli anni dei più celebri poem
i sinfonici: Macbeth, D
on Juan, Tod und Verklärung, Till Eulenspiegels lustige Streiche.1892
Strauss si amm
ala e passa l’inverno al Cairo, dove com
pleta la musica per l’opera G
untram.
1894 La prim
a dell’opera viene diretta a Weim
ar, con Pauline nel ruolo della protagonista Freihild. Richard e Pauline si sposano lo stesso anno e per le nozze Richard regala alla sposa i quattro bellissim
i Lieder op.27: Morgen, Cäcilie, Ruhe, m
eine Seele e H
eimliche Aufforderung.
1895 Strauss è richiam
ato a Monaco com
e primo direttore e intraprende varie tournée in Europa. A questo periodo risalgono Also
sprach Zarathustra (1896), Don Q
uixote (1897) e Ein Heldenleben (1898)
1905 Salom
e, opera in un atto, eseguita a Dresda. Seguono Elektra (1909 e D
er Rosenkavalier (1911).1919
Strauss accetta l’incarico di direttore dello Staatsoper di Vienna, dove dirige la prima rappresentazione di D
ie Frau ohne Schatten.
1931 D
opo la morte di H
ofmannsthal, Strauss inizia a collaborare con il rom
anziere e biografo Stefan Zweig, che gli presenta un adattam
ento da Epicene o La donna silenziosa di Ben Jonson (Die schweigsam
e Frau). 1933
Durante il periodo nazista, subisce m
olte accuse a causa della sua collaborazione con l’ebreo Zweig e decide comunque di
rimanere in G
ermania.
1937 Ancora convalescente da una m
alattia, Strauss completa D
aphne a Taormina.
1944 Si svolgono a Vienna le celebrazioni per l’ottantesim
o compleanno del com
positore. A Salisburgo, Die Liebe der D
anae arriva solo alla prova generale, a causa della chiusura di tutti i teatri tedeschi dovuta alla precaria situazione bellica.
1945 N
ell’ottobre, Strauss si trasferisce con Pauline in esilio volontario in Svizzera, dove rimane fino al m
aggio 1949, quando viene assolto dalle accuse di collaborazionism
o con i nazisti. Metam
orphosen, studio per 23 archi, intenso canto funebre alla G
ermania distrutta, il C
oncerto per oboe, e soprattutto i Vier letzte Lieder sono gli ultimi im
portanti lavori. 1949
Richard Strauss si spegne a Garm
isch l’8 settembre.
Richard Strauss
23
Fabio Luisi
Fabio Luisi è Direttore Principale dell’O
pera di Zurigo e del Metropolitan O
pera. Dalla stagione 2017-2018 sarà D
irettore Principale della D
anish National Sym
phony Orchestra (D
NSO
) e dal 2018 direttore musicale dell’O
pera di Firenze.N
ella stagione 2015-2016 Luisi è impegnato al M
etropolitan in Cavalleria rusticana e Pagliacci con la regia di David M
cVicar e Ma-
non Lescaut e Le nozze di Figaro con la regia di Richard Eyre. All’opera di Zurigo ha diretto le nuove produzioni di Wozzeck e Falstaff, e
dirigerà Die Zauberflöte, I Puritani e Tosca. N
elle recenti stagioni ha collaborato con Filarmonica della Scala, O
péra National de Paris,
Danish N
ational Simphony O
rchestra, Malaysian Philharm
onic, Orchestra dell’Accadem
ia Nazionale di Santa C
ecilia, Accademia del
Teatro alla Scala, Teatro Regio di Torino, Juilliard Orchestra e Philadelphia O
rchestra.A seguito della sua carica di D
irettore Principale dei Wiener Sym
phoniker ha ricevuto la “Golden Bruckner M
edal” e il “Golden
Bruckner Ring”. Tra i ruoli assunti in precedenza ricordiam
o: General M
usic Director presso la Staatskapelle di D
resda e la Sächsischen Staatsoper, D
irettore Artistico del Lipsia Mitteldeutscher Rundfunk, G
eneral Music D
irector dell’Orchestre de la Suisse Rom
ande, Direttore
Principale della Tonkünstler Orchester di Vienna e D
irettore Artistico della Graz Sym
phony.Luisi ha ricevuto un G
ramm
y Award per la direzione di Der Ring des N
ibelungen, quando l’incisione del ciclo per Deutsche G
ram-
mophon in D
VD
e registrato dal vivo alla Metropolitan O
pera, è stata nominata Best O
pera Recording del 2012. La sua discografia com
prende opere di Verdi, Salieri e Bellini, sinfonie di Honegger, Respighi e Liszt, una prem
iata incisione della Nona Sinfonia di
Bruckner. Nel 2015, la Philharm
onia Zurich ha lanciato la sua etichetta discografica Philharmonia Records con sue incisioni di
Berlioz, Wagner e Rigoletto. C
on la Filarmonica della Scala ha registrato il D
VD
live del ciclo ‘900 Italiano con musiche di C
asella e Respighi per Sony.C
ome cittadino di G
enova, Luisi ha ricevuto il Grifo d’O
ro per il suo contributo al lascito culturale della città.
FOTO © SILVIA LELLI
25
Sergej Krilov
Affermatosi com
e uno dei maggiori talenti della sua generazione, Sergej K
rylov è ospite delle principali sale da concerto e orchestre quali Staatskapelle di D
resda, Filarmonica di San Pietroburgo, Royal Philharm
onic, Filarmonica della Scala, D
SO Berlin, Russian
National Sym
phony, Orchestra N
azionale dell’Accademia di Santa C
ecilia, London Philharmonic, English C
hamber O
rchestra, H
essischer Rundfunk Frankfurt, Budapest Festival Orchestra, N
HK
Symphony Tokyo, Atlanta Sym
phony Orchestra, Filarm
onica Toscanini e C
openhagen Philharmonic.
Tra le personalità artistiche che hanno maggiorm
ente influenzato la sua formazione artistica spicca M
stislav Rostropovich, per il rap-porto di am
icizia e stima professionale creatosi negli anni. K
rylov collabora abitualmente con direttori quali Andrey Boreyko, D
mitri
Kitajenko, M
ikhail Pletnev, Om
er M. W
ellber, Valery Gergiev, Yuri Tem
irkanov, Vladim
ir Ashkenazy, Fabio Luisi, Asher Fisch, Vasily Petrenko, N
icola Luisotti, Vladim
ir Jurowski, Julian Kovatchev, Saulius Sondeckis, Zoltan Kocsis e Yuri Bashmet.
Della stagione 2015-2016 si segnalano i concerti con St. Petersburg Philharm
onic, Russian National O
rchestra, London Philharmo-
nic, Berlin Konzerthaus Orchestra, Filarm
onica della Scala, Atlanta Symphony O
rchestra, Helsinki Philharm
onic, Orchestra Sinfo-
nica Nazionale della Rai, C
openhagen Philharmonic, C
incinnati Symphony, O
RF Symphony O
rchestra Vienna, Taipei Symphony e
Tokyo New C
ity Orchestra. C
ompletano il suo calendario num
erosi recital solistici e in duo con pianoforte.K
rylov dedica molto spazio alla m
usica da camera, collaborando con partner quali Yuri Bashm
et, Bruno Canino, D
enis Matsuev,
Itamar G
olan, Lilya Zilberstein, Michail Lifits, Aleksandar M
adzar, Stefania Morm
one, Maxim
Rysanov, Nobuko Im
ai, il Belcea Q
uartet ed Elīna Garanča.
Nel 2008 è stato nom
inato Direttore M
usicale della Lithuanian Cham
ber Orchestra. L’intensa attività concertistica lo vedrà im
pegna-to a breve anche in una tournée in Europa, nel doppio ruolo di direttore e solista.N
ato a Mosca in una fam
iglia di musicisti, ha iniziato lo studio del violino a cinque anni e ha com
pletato gli studi alla Scuola Centrale
di Musica di M
osca. Giovanissim
o ha vinto tre importanti concorsi internazionali: Prim
o Premio al C
oncorso Lipizer, Primo Prem
io al C
oncorso Stradivari e Primo Prem
io al Concorso F. K
reisler di Vienna. La sua discografia include registrazioni per EM
I e Melodya.
FOTO © M. SLEPKOVA
26 Violini Prim
iSalvatore Q
uaranta (Spalla)G
ianluca Turconi*Fulvio Liviabella*Alessandro FerrariAlois H
ubnerEnkeleida SheshajD
ino SossaiEvguenia StanevaFrancesco BoraliV
incenzo Città
Elitza Dem
irovaElena Em
elianovaFrancesca M
onegoEnrico PicciniM
agdalena ValchevaLucia Zanoni
Violini Secondi
Giorgio D
i Crosta*
Anna SalvatoriD
amiano C
ottalassoStefano D
alleraSilvia G
uarinoRoberta M
iseferiG
abriele PorfidioD
aniele Cabassi
Valerio D’Ercole
Federica FersiniRita M
ascagnaSusanna N
agyM
arta Nahon
Andrea Pellegrini
Viole
Danilo Rossi*
Matteo Am
adasiG
iorgio BaioccoM
addalena Calderoni
Joel Imperial
Giuseppe Russo Rossi
Luciano SangalliFederica M
azzantiFilippo M
ilaniM
arcello SchiaviEugenio SilvestriAdriana Tataru
Violoncelli
Alfredo Persichilli*M
artina LopezJakob Ludw
igAlice C
appagliG
abriele Garofano
Simone G
roppoM
arco RadaelliIlaria SarchiniAndrea ScacchiSara Spirito
Contrabbassi
Alessandro Serra*Attilio C
orradiniO
mar Lonati
Emanuele Pedrani
Claudio Pinferetti
Gaetano Siragusa
Yen Chi Liang
Chiara M
olentC
laudio Nicotra
FlautiFlavio Alziati*C
hiara ScuccesSerena Zanette
Ottavino
Roberto Baiocco
Oboi
Fabien Thouand*
Augusto Mianiti
Corno inglese
Renato Duca
Clarinetti
Fabrizio Meloni*
Denis Zanchetta
Clarinetto B
assoIrene M
arracciniM
irko Ghirardini
FagottiG
abriele Screpis*N
icola Meneghetti
Controfagotto
Marion Reinhard
Corni
Danilo Stagni*
Angelo Borroni*Stefano AlessandriC
laudio Martini
Piero Mangano
Trombe
Francesco Tamiati*
Mauro Edantippe
Nicola M
artelliC
esare Maffi
oletti
Tromboni
Torsten Edvar*Riccardo BernasconiG
iuseppe Grandi
TubaEarl Brian
Tim
paniFilippo G
ianfriddo*
PercussioniG
iuseppe Cacciola
Antonello Cancelli
Gerardo C
apaldoFrancesco M
uracaAndrea D
’Intino
Arpe
Luisa Prandina*Silvia V
icario
* prima parte
Orchestra