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P A R T E G E N E R A L E

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P A R T E G E N E R A L E

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CAPITOLO I INTRODUZIONE

1.1. Il regime di responsabilità amministrativa previsto a carico delle persone giuridiche, società ed associazioni dal D.L.vo 231/2001. In data 8 giugno 2001 è stato emanato – in esecuzione della delega di cui all’art. 11 della legge 29 settembre 2000 n. 300 – il D.L.vo. 231/2001, entrato in vigore il 4 luglio successivo, che ha inteso adeguare la normativa interna in materia di responsabilità delle persone giuridiche ad alcune Convenzioni internazionali a cui l’Italia aveva già da tempo aderito, quali la Convenzione di Bruxelles del 26 luglio 1995 sulla tutela degli interessi finanziari delle Comunità Europee, la Convenzione anch’essa firmata a Bruxelles il 26 maggio 1997 sulla lotta alla corruzione nella quale sono coinvolti funzionari della Comunità Europea o degli Stati membri e la Convenzione OCSE del 17 dicembre 1997 sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche ed internazionali. Con tale decreto - rubricato “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica”- è stata introdotta per la prima volta nel nostro ordinamento la responsabilità delle persone giuridiche come conseguenza di taluni reati commessi nel loro interesse dai soggetti legati da un rapporto funzionale con l’ente. Le norme ivi contenute identificano come soggetti attivi del reato persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso e, infine, persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati. Tale responsabilità si aggiunge a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto. Si tratta di una responsabilità cosiddetta amministrativa-penale poiché, pur comportando sanzioni di natura amministrativa, sorge per connessione con la realizzazione di un reato e può essere accertata e sanzionata esclusivamente attraverso le garanzie proprie del processo penale. I reati da cui può conseguire detta responsabilità sono: i reati contro la Pubblica Amministrazione (art. 25) e contro il suo patrimonio (art. 24), i reati informatici e di trattamento illecito di dati (art. 24 bis), i delitti di criminalità organizzata (art. 24 ter), i reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo (art. 25 bis), i reati contro l’in dustria e il commercio (art. 25 bis1), i reati societari (art. 25 ter), i reati con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico (art. 25 quater), le pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili (art. 25 quater1), i delitti contro la personalità individuale (art. 25 quinquies), gli abusi di mercato (art. 25 sexies), i reati di omicidio e lesione personale commessi in materia di salute e sicurezza sul lavoro (art. 25 septies); i reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita (art. 25 octies), delitti in materia di violazione del diritto d'autore (art. 25 novies) Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 25 decies) Reati ambientali (art. 25-undecies), Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (art. 25 duodecies), i reati transnazionali (v. L. 146/2006). Presupposto fondamentale perché una persona giuridica possa essere imputata ex D.L.vo 231/01 è che il reato sia stato commesso nell’interesse dell’ente; la medesima responsabilità è del pari ascrivibile ogniqualvolta lo stesso ente abbia tratto un vantaggio (economico e non) di tipo indiretto. Al contrario, il vantaggio esclusivo dell’agente (o di un terzo) esclude la responsabilità della persona giuridica, versandosi in una situazione di totale estraneità.

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Il sistema sanzionatorio è tratteggiato nel capo I sezione II del decreto legislativo: sono previste sanzioni pecuniarie e sanzioni interdittive. Le prime possono variare da un minimo di €. 25.000,00 ad un massimo di €.1.500.000,00 a seconda della gravità del fatto, del grado di responsabilità dell’ente, dell’attività svolta per eliminare o attenuare le conseguenze del fatto e per prevenire la commissione di ulteriori illeciti ed infine delle condizioni economiche e patrimoniali dell’ente. Il legislatore ha inoltre disciplinato alcune ipotesi di riduzione della sanzione: nei casi di particolare tenuità del fatto e di particolare tenuità del danno patrimoniale; nei casi in cui l’ente, prima dell’apertura del dibattimento, dimostri di aver risarcito il danno e di aver eliminato le conseguenze dannose o pericolose del reato o che comunque di essersi efficacemente adoperato in entrambe le direzioni; nei casi in cui l’ente, prima del giudizio, abbia adottato e reso operativi i modelli organizzativi di prevenzione del reato. In tutte queste ipotesi la sanzione pecuniaria da infliggere a seguito delle riduzioni previste (che variano da un mezzo a due terzi) non può comunque essere inferiore ad €. 10.000,00. Le sanzioni interdittive vengono applicate congiuntamente alla pena pecuniaria e sono: l’interdizione dall’esercizio dell’attività; la sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito; il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio; l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l’eventuale revoca di quelli già concessi; il divieto di pubblicizzare beni o servizi. Dette sanzioni - che hanno una durata non inferiore a tre mesi e non superiore a due anni - possono essere applicate solo per determinate ipotesi delittuose e soltanto nei casi di reiterazione dell’illecito o qualora l’ente abbia tratto dal reato un profitto di rilevante entità e il reato sia stato commesso da soggetti in posizione apicale. In ogni caso, le sanzioni interdittive non possono essere applicate qualora prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, concorrano le seguenti condizioni:

1. l’ente abbia risarcito il danno ed abbia eliminato le conseguenze dannose o comunque si sia adoperato per farlo;

2. l’ente abbia provveduto ad eliminare le carenze organizzative che hanno determinato il reato mediante l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli organizzativi;

3. l’ente abbia messo a disposizione per la confisca il profitto conseguito. Le sanzioni interdittive possono essere applicate anche in via cautelare, qualora il Pubblico Ministero lo richieda e sussistano gravi indizi di colpevolezza a carico dell’ente. Oltre alle sanzioni pecuniarie ed interdittive, il legislatore delegato ha altresì previsto la confisca (del profitto derivante da reato o di un importo equivalente) e la pubblicazione della sentenza di condanna.

1.2. L’adozione del ‘Modello di organizzazione e di gestione’ quale possibile esimente della responsabilità amministrativa. L’art. 6 del Decreto prevede l’esonero dalla responsabilità amministrativa-penale nel caso di reato commesso da soggetti in posizione apicale qualora si provi:

a. che l’ente ha provveduto a predisporre ed attuare, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire la commissione di reati;

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b. che il compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza dei Modelli, nonché di curarne l’aggiornamento, è stato affidato ad un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo;

c. che il reato è stato commesso eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e gestione.

In particolare, secondo le disposizioni del Decreto, i modelli organizzativi devono avere i seguenti contenuti minimi:

1. individuare le aree aziendali nel cui ambito sia possibile realizzare i reati previsti dal D.L.gs 231/01 (cd mappatura dei rischi);

2. prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente nelle aree a rischio, seguendo i principi di verificabilità, documentabilità, coerenza e congruenza di ogni operazione;

3. individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati di cui al Decreto;

4. prevedere un adeguato sistema sanzionatorio per la violazione delle procedure previste dal modello;

5. istituire un organismo di vigilanza dotato dei requisiti dell’autonomia, della professionalità e della continuità d’azione.

Lo stesso Decreto prevede che i Modelli possono essere adottati, garantendo le esigenze di cui sopra, sulla base di codici di comportamento redatti da associazioni rappresentative di categoria, comunicati al Ministero della Giustizia che, di concerto con i Ministeri competenti, può formulare entro 30 giorni, osservazioni sulla idoneità dei Modelli a prevenire gli illeciti.

Si precisa che nella predisposizione del presente Modello, BOLDROCCHI si è ispirata alle Linee Guida di Confindustria.

Resta inteso che la scelta di non adeguare il Modello ad alcune indicazioni di cui alle Linee Guida di Confindustria, non inficia la validità dello stesso. Il singolo Modello, infatti, dovendo essere redatto con riferimento alla realtà concreta della società, ben può discostarsi dalle Linee Guida di Confindustria che, per loro natura, hanno carattere generale.

Si rinvia alla più ampia trattazione delle disposizioni di cui al D.L.vo 8 aprile 2001 n.231 e alle Linee Guida di Confindustria riportati negli Allegati A e B del presente Modello.

1.3. Modello e Codice Etico

Al fine di assicurare le condizioni di correttezza e trasparenza richieste dal Decreto de quo, BOLDROCCHI, con delibera del CdA del 27 Maggio 2014, ha adottato il presente "Modello di organizzazione, gestione e controllo". Il Modello organizzativo detta regole (Principi di Comportamento) e prevede procedure (Protocolli) che devono essere rispettate da tutto il personale aziendale e dagli altri soggetti con cui l'azienda interagisce (clienti, fornitori, collaboratori, partners, ecc.), onde prevenire la commissione dei reati contemplati dal Decreto. Nella stessa seduta, il CdA di BOLDROCCHI ha altresì deliberato l'adozione del "Codice Etico", introdotto al fine di descrivere i principi etici e di "deontologia aziendale" che BOLDROCCHI riconosce come propri e in base ai quali intende dunque improntare, nel rispetto delle leggi vigenti, lo svolgimento dell'attività ed il perseguimento dello scopo sociale.

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L'azienda esige, dunque, l'osservanza dei principi espressi dal Codice Etico da parte degli organi societari, dei propri dipendenti e di tutti coloro che cooperano a qualunque titolo al perseguimento dei fini aziendali. Poiché il Codice Etico richiama principi di comportamento idonei anche a prevenire i comportamenti illeciti di cui al D.L.vo. 231/2001, esso costituisce parte integrante del Modello Organizzativo. Resta tuttavia fermo che:

il Codice Etico rappresenta uno strumento adottato in via autonoma e suscettibile di applicazione sul piano generale da parte della Società;

il Modello detta le regole e prevede le procedure specifiche che devono essere rispettate al fine di costituire l’esimente per la Società ai fini della responsabilità di cui al D.L.vo. 231/2001.

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CAPITOLO II

LA COSTRUZIONE DEL MODELLO E LA SUA FUNZIONE

2.1. Premessa BOLDROCCHI opera, dal 1909, nel settore della produzione e commercializzazione di impianti di ventilazione, scambio termico, di controllo dell'inquinamento dell'aria e di protezione dal rumore industriale. La Società impiega 450 persone, di cui 150 ingegneri ed oltre 200 addetti alla produzione. La produzione - dislocata in tre stabilimenti, di cui uno ad Arcore e due a Biassono - è ripartita in cinque divisioni: BOLDROCCHI fans and heat exchangers, BOLDROCCHI Aeroto, BOLDROCCHI T.E. cooling towers, BOLDROCCHI Ecologia e De Cardenas Ventilazione. Fin dal 1993 la Società ha ottenuto la certificazione del sistema di qualità ISO 9001. Dagli anni novanta BOLDROCCHI ha inoltre sviluppato la propria presenza all’estero grazie ad una serie di joint venture con società in Francia, Germania, U.S.A., India, Brasile e Messico.

2.2. La costruzione del Modello BOLDROCCHI

BOLDROCCHI, da sempre sensibile all’esigenza di assicurare condizioni di correttezza e di trasparenza nella conduzione delle attività aziendali, a tutela della propria immagine e del proprio patrimonio, ha ritenuto conforme alle proprie politiche sociali procedere altresì all’adozione del Modello 231. Tale iniziativa, che coincide con l’emanazione del Codice Etico, è stata assunta nella convinzione che tale Modello – al di là delle prescrizioni del Decreto, che indicano il Modello stesso come elemento facoltativo e non obbligatorio – possa costituire un valido strumento di sensibilizzazione nei confronti di tutti coloro che operano in nome e per conto della Società, affinché seguano, nell’espletamento delle proprie funzioni, dei comportamenti corretti e lineari, tali da prevenire il rischio di commissione dei Reati e degli Illeciti.

La predisposizione del presente Modello è stata preceduta da una serie di attività preparatorie suddivise in differenti fasi e dirette tutte alla costruzione di un sistema di prevenzione e gestione dei rischi efficace, specifico ed attuale, in linea con le disposizioni del D.L.vo. 231/2001 e le Linee Guida di Confindustria.

Si descrivono qui di seguito brevemente le fasi in cui si è articolato il lavoro di individuazione delle aree a rischio, sulle cui basi si è poi dato luogo alla predisposizione e adozione del presente Modello.

A. Identificazione dei Processi Sensibili

Obiettivo di questa fase è stata l’analisi del contesto aziendale, al fine di identificare quali fossero i settori dell’attività in cui è ravvisabile un rischio di commissione dei Reati e le modalità con cui questi possono realizzarsi.

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Si è proceduto, in particolare, ad:

esaminare la documentazione aziendale (organigramma, attività svolte, processi principali, verbali consigli di amministrazione, procure, disposizioni organizzative, documento di valutazione dei rischi, ecc.);

intervistare i soggetti chiave nell’ambito della struttura aziendale (Presidente, Direttore Generale, Direttore Amministrativo, Responsabile della Sicurezza, ecc.) con domande mirate all’approfondimento dei Processi Sensibili e del controllo sugli stessi (procedure esistenti, verificabilità, documentabilità, congruenza e coerenza delle operazioni, separazione delle funzioni, documentabilità dei controlli, ecc.).

E’ stata, inoltre, portata a termine una ricognizione sulla passata attività della società allo scopo di verificare se si fossero create situazioni di rischio e le relative cause.

B. “Gap analysis”

In questa fase si è proceduto ad analizzare la situazione aziendale con riferimento ai controlli e alle procedure esistenti in relazione ai Processi Sensibili, al fine di rilevare i gap rispetto al modello di funzionamento definito. Tale valutazione è risultata decisiva per l’individuazione delle azioni di implementazione del Sistema di Controllo Interno e dei requisiti organizzativi essenziali per la definizione di un modello specifico di organizzazione, gestione e monitoraggio ai sensi del D.L.vo. 231/01. C. Predisposizione del Modello. Il Modello è stato suddiviso in una Parte Generale contenente i principi, la disciplina dell’OdV, le regole di diffusione e il sistema disciplinare, e in singole ‘Parti Speciali’ predisposte per le diverse tipologie di Reati e di illeciti per le quali è stato ravvisato un rischio da prevenire. Ciascuna parte speciale contiene le Regole di comportamento e le Procedure di cui la Società si impegna a garantire l’applicazione in attuazione del Modello. Si precisa che nella predisposizione del Modello si è tenuto conto delle procedure e dei sistemi di controllo esistenti e già operanti all’interno di BOLDROCCHI, anche nell’ambito del manuale del sistema di gestione per la qualità.

2.3. Funzione e principi del Modello

Scopo del Modello è la predisposizione di un sistema strutturato ed organico di procedure ed attività di controllo che abbia come obiettivo la riduzione del rischio di commissione dei Reati mediante l’individuazione dei Processi Sensibili e la loro conseguente proceduralizzazione.

I principi contenuti nel presente Modello devono condurre, da un lato, a determinare una piena consapevolezza nel potenziale autore del Reato di commettere un illecito (la cui commissione è fortemente condannata e contraria agli interessi di BOLDROCCHI anche quando apparentemente essa potrebbe trarne un vantaggio), dall’altro, grazie ad un monitoraggio costante dell’attività, a consentire alla Società di reagire tempestivamente nel prevenire od impedire la commissione del Reato stesso. Tra le finalità del Modello vi è, quindi, quella di sviluppare la consapevolezza nei Dipendenti,

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Organi Sociali, Collaboratori, Agenti, Società di Sevizi, Consulenti e Partner (di seguito i Destinatari) che operino per conto o nell’interesse della Società nell’ambito dei Processi Sensibili, di poter incorrere - in caso di comportamenti non conformi alle prescrizioni del Codice Etico, del Modello e alle altre norme e procedure aziendali (oltre che alla legge) - in illeciti passibili di conseguenze penalmente rilevanti non solo per sé stessi, ma anche per la Società. Inoltre, s’intende censurare fattivamente ogni comportamento illecito attraverso la costante attività dell’Organismo di Vigilanza sull’operato delle persone rispetto ai Processi Sensibili e la comminazione di sanzioni disciplinari o contrattuali.

Principi cardine a cui il Modello si ispira sono:

a. le Linee Guida di Confindustria, in base alle quali è stata predisposta la mappatura dei Processi Sensibili di BOLDROCCHI;

b. i requisiti indicati dal D.L.vo. 231/2001 ed in particolare:

- l’individuazione di meccanismi di decisione e di controllo preventivo e successivo tali da eliminare – o quantomeno ridurre significativamente – le aree di rischio, idonei ad identificare le operazioni che possiedono caratteristiche anomale, tali da segnalare condotte rientranti nelle aree di rischio e strumenti di tempestivo intervento nel caso di individuazione di siffatte anomalie;

- l’attribuzione ad un Organismo di Vigilanza del compito di controllare e segnalare l’efficace e corretta attuazione del Modello anche attraverso il monitoraggio dei comportamenti aziendali ed il diritto ad una informazione costante da parte dei soggetti aventi compiti direttivi e organizzativi sulle attività rilevanti ai fini del D.L.vo. 231/2001;

- l’impegno da parte della Dir. dell’Ente a farsi carico dei suggerimenti dell’OdV per prevenire e/o risolvere la commissione di reati previsti nel D.Lvo. 231/2001;

- la verifica del funzionamento del Modello con conseguente aggiornamento periodico nonché l’eventuale modifica dello stesso allorquando siano scoperte eventuali violazioni oppure intervengano modifiche nell’attività o nella struttura organizzativa della società o, ancora, nella normativa o nella prassi giurisprudenziale;

- l’attività di sensibilizzazione e diffusione a tutti i livelli aziendali delle regole comportamentali e delle procedure istituite;

c. i principi generali di un adeguato sistema di controllo interno ed in particolare:

- la verificabilità e documentabilità di ogni operazione rilevante ai fini del D.L.vo. 231/2001;

- il rispetto del principio della separazione delle funzioni;

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- la definizione di poteri autorizzativi coerenti con le responsabilità assegnate;

- la comunicazione all’Organismo di Vigilanza delle informazioni rilevanti;

- infine, nell’attuazione del sistema di controllo, pur nella doverosa opera di verifica generale dell’attività sociale, si deve dare priorità alle aree in cui vi è una significativa probabilità di commissione dei Reati ed un alto valore/rilevanza delle Operazioni Sensibili.

2.4. Approvazione, modifiche ed integrazione del Modello.

Come anticipato, BOLDROCCHI ha proceduto all’adozione del presente Modello con delibera del Consiglio di Amministrazione.

Ciascun membro del Consiglio di Amministrazione, così come il Collegio Sindacale di BOLDROCCHI, si è impegnato al rispetto del presente Modello.

Essendo il presente Modello un atto di emanazione dell’organo dirigente (in conformità alle prescrizioni dell’art. 6, comma I, lettera a) del D.L.vo. 231/2001) le modifiche e integrazioni sono rimesse alla competenza del Consiglio di Amministrazione di BOLDROCCHI.

Il Consiglio di Amministrazione può delegare specifiche modifiche all’Amministratore Delegato o al Direttore Generale, fermo restando che annualmente ratificherà le modifiche eventualmente apportate da quest’ultimo.

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CAPITOLO III

ORGANISMO DI VIGILANZA

3.1. Identificazione dell’Organismo di Vigilanza: nomina e revoca

Il D.L.vo. 231/2001 precisa come l’organismo, cui affidare il compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Modello, nonché di verificarne l’aggiornamento, deve essere un organismo della società (art. 6. 1, b) del D.L.vo. 231/2001) dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo.

Le Linee Guida di Confindustria suggeriscono che si tratti di un organismo dell’ente diverso dal Consiglio di Amministrazione, caratterizzato da autonomia, indipendenza, professionalità e continuità di azione, nonché da onorabilità e assenza di conflitti di interesse.

Un tale livello di autonomia presuppone che l’Organismo di Vigilanza risponda, nello svolgimento di questa sua funzione, solo al massimo vertice gerarchico (Amministratore Delegato, Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale). Al fine di meglio garantire gli obiettivi del Modello Boldrocchi si avvarrà di un Organismo di Vigilanza composto di un membro. Tale composizione appare adeguata rispetto alla realtà sociale e consente, inoltre, una maggiore efficienza nella gestione e nel coordinamento delle risorse necessarie allo svolgimento del compito assegnatogli, nonché una maggiore flessibilità e rapidità d’azione. La nomina e la revoca dell’Organismo di Vigilanza è deliberata dal Consiglio di Amministrazione, cui spetta la valutazione sul possesso dei requisiti previsti dalle disposizioni del D.L.vo. 231/2001, dalle Linee Guida e dalla giurisprudenza:

- autonomia e indipendenza. Tali requisiti vanno intesi in relazione alla funzionalità dell’Organismo di Vigilanza e, in particolare, ai compiti che la legge assegna allo stesso. La posizione dell’Organismo di Vigilanza nell’ambito dell’ente deve garantire l’autonomia dell’iniziativa di controllo da ogni forma di interferenza e/o condizionamento da parte del componente dell’ente. La soluzione più consona al raggiungimento di tale fine appare la previsione dell’attività di riporto verso il massimo vertice operativo aziendale. Per assicurare la necessaria autonomia di iniziativa e l’indipendenza è fondamentale che il membro rappresentativo dell’Organismo di Vigilanza non possegga compiti operativi, ossia non sia direttamente coinvolto nelle attività gestionali che costituiscono l’oggetto dell’attività di controllo;

- onorabilità. In particolare, non possono rivestire la carica di OdV coloro che abbiano riportato sentenze penali, anche non definitive, di condanna o di patteggiamento per Reati che comportino l’interdizione dai pubblici uffici o che siano tra quelli richiamati dal D.L.vo. 231/01;

- comprovata professionalità. I membri dell’OdV devono possedere le necessarie competenze tecnico-professionali, intese come quel bagaglio di strumenti e competenze tecniche necessari per poter svolgere le funzioni assegnate. Tali caratteristiche, unite all’indipendenza, garantiscono l’obiettività di giudizio;

- continuità d’azione. I membri dell’OdV devono essere soggetti idonei a garantire in modo continuativo lo svolgimento delle attività necessarie per la vigilanza del Modello;

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- disponibilità dei mezzi organizzativi necessari per lo svolgimento delle proprie funzioni. Il CdA delibera i provvedimenti necessari affinché l’OdV disponga di adeguati mezzi organizzativi per il controllo effettivo sul Modello.

3.2. Funzioni e poteri dell’Organismo di Vigilanza

All’Organismo di Vigilanza è affidato il compito di vigilare:

sull’osservanza del Modello da parte dei Dipendenti, degli Organi Sociali, dei Collaboratori, delle Società di Servizi, degli Agenti, dei Consulenti e dei Partner;

sull’efficacia e adeguatezza del Modello in relazione alla struttura aziendale ed alla effettiva capacità di prevenire la commissione dei Reati;

sull’opportunità di aggiornamento del Modello, laddove si riscontrino esigenze di adeguamento dello stesso in relazione a mutate condizioni aziendali e/o normative; in questo caso ne darà informazioni per iscritto alla Direzione.

A tal fine, l’Organismo di Vigilanza:

verifica il rispetto delle modalità e delle procedure previste dal Modello e rileva gli eventuali scostamenti comportamentali che dovessero emergere dall’analisi dei flussi informativi e dalle segnalazioni alle quali sono tenuti i responsabili delle varie funzioni;

conduce ricognizioni sull’attività aziendale ai fini dell’aggiornamento della mappatura dei Processi Sensibili;

formula proposte all’organo dirigente per gli eventuali aggiornamenti ed adeguamenti del Modello organizzativo adottato, da realizzarsi mediante le modifiche e/o le integrazioni che si dovessero rendere necessarie in conseguenza di significative violazioni delle prescrizioni del Modello, significative modificazioni dell’assetto interno della Società e/o delle modalità di svolgimento delle attività d’impresa e modifiche normative;

effettua periodicamente verifiche mirate su determinate operazioni o specifiche attività poste in essere da BOLDROCCHI, soprattutto nell’ambito dei Processi Sensibili, i cui risultati devono essere riassunti in un apposito rapporto da esporsi in sede di reporting agli Organi Sociali deputati;

segnala all’organo dirigente, per gli opportuni provvedimenti, le violazioni accertate del Modello organizzativo che possano comportare l’insorgere di una responsabilità in capo alla Società;

si coordina con l’organo dirigente per valutare l’adozione di eventuali sanzioni disciplinari, ferma restando la competenza di quest’ultimo per l’irrogazione della sanzione e il relativo procedimento disciplinare (si rinvia in merito a questo punto al successivo cap. V);

si coordina con il responsabile della funzione deputata a gestire le Risorse Umane per la definizione dei programmi di formazione per il personale e del contenuto delle comunicazioni periodiche da farsi ai Dipendenti e agli Organi Sociali, finalizzate a fornire agli stessi la necessaria sensibilizzazione e le conoscenze di base della normativa di cui al D.L.vo. 231/2001;

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monitora le iniziative per la diffusione della conoscenza e della comprensione del Modello;

raccoglie, elabora e conserva le informazioni rilevanti in ordine al rispetto del Modello, nonché aggiorna la lista di informazioni che devono essere a lui trasmesse o tenute a sua disposizione;

si coordina con le funzioni aziendali (anche attraverso apposite riunioni) per il miglior monitoraggio delle attività in relazione alle procedure stabilite nel Modello. A tal fine, l’Organismo di Vigilanza ha libero accesso a tutta la documentazione aziendale che ritiene rilevante e deve essere costantemente informato dal management: a) sugli aspetti dell’attività aziendale che possono esporre BOLDROCCHI al rischio di commissione di uno dei Reati; b) sui rapporti con i Collaboratori, le Società di Servizi, gli Agenti, i Consulenti e con i Partner che operano per conto della società nell’ambito di Operazioni Sensibili; c) sulle operazioni straordinarie della società;

interpreta la normativa rilevante (anche avvalendosi di consulenti legali esterni) e verifica l’adeguatezza del Modello a tali prescrizioni normative;

si coordina con le funzioni aziendali (anche attraverso apposite riunioni) per valutare l’adeguatezza e le esigenze di aggiornamento del Modello;

attiva e svolge le inchieste interne, raccordandosi di volta in volta con le funzioni aziendali interessate, per acquisire ulteriori elementi di indagine;

L’Organismo ha libero accesso presso tutte le funzioni della Società – senza necessità di alcun consenso preventivo – onde ottenere ogni informazione o dato ritenuto necessario per lo svolgimento dei compiti previsti. Peraltro, tenuto conto della peculiarità delle attribuzioni di OdV e dei contenuti professionali specifici da esse richieste, nello svolgimento dei compiti di vigilanza e controllo, l’OdV potrà farsi supportare da personale competente (utilizzato, anche a tempo parziale, per tali compiti specifici e prescelto di norma nell’ambito delle risorse presenti all’interno dell’ente). A questo riguardo, per quanto concerne le tematiche di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, l’Organismo di Vigilanza dovrà avvalersi di tutte le risorse attivate per la gestione dei relativi aspetti (RSPP –Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, ASPP –Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione, RLS –Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, MC –Medico Competente, addetti di primo soccorso, addetto emergenze in caso d’incendio). Inoltre, nei casi in cui si richiedano attività che necessitano di specializzazioni non presenti all’interno della Società, l’OdV potrà avvalersi di consulenti esterni ai quali delegare circoscritti ambiti di indagine. Si precisa che, relativamente alla prevenzione dei Reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose commessi con violazione delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sussiste una distinzione tra le attività dei soggetti responsabili dei controlli ed Organismo di Vigilanza. L’autonomia di funzioni proprie di tali organi comporta che i diversi soggetti deputati al controllo svolgano i propri incarichi su piani differenti, all’interno di un sistema integrato di controllo tra gli stessi. Il ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e quello di Organismo di Vigilanza sono conferiti a due soggetti diversi, i quali svolgono, rispettivamente, il primo un controllo tecnico-operativo (controllo di 1°grado), ed il secondo un controllo sull’efficienza ed efficacia delle procedure rilevanti ai sensi del Decreto 231 (controllo di 2° grado).

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L’autonomia, l’indipendenza e tutti i requisiti richiesti, che connotano le attività dell’Organismo di Vigilanza, rappresentano forme di tutela, al fine di garantire l’efficacia del Modello e di evitare che la sua attività di controllo possa ingenerare forme di pressione. Le attività poste in essere dall’Organismo di Vigilanza non possono essere sindacate da alcun altro organismo o struttura aziendale, fermo restando però che l’organo dirigente è in ogni caso chiamato a svolgere un’attività di vigilanza sull’adeguatezza del suo intervento, in quanto all’organo dirigente rimonta la responsabilità ultima del funzionamento del modello organizzativo. La definizione degli aspetti attinenti alla continuità dell’azione dell’Organismo di Vigilanza, quali la calendarizzazione dell’attività, la verbalizzazione delle riunioni e la disciplina dei flussi informativi da parte delle strutture aziendali, è rimessa allo stesso Organismo di Vigilanza, il quale potrà disciplinare il proprio funzionamento interno mediante un apposito regolamento delle proprie attività (determinazione delle cadenze temporali dei controlli, individuazione dei criteri e delle procedure di analisi, ecc.).

3.3. Reporting dell’Organismo di Vigilanza verso il vertice aziendale.

L’Organismo di Vigilanza riferisce in merito all’attuazione del Modello ed all’emersione di eventuali criticità attraverso due linee di reporting:

1. su base continuativa, direttamente verso l’Amministratore Delegato;

2. la seconda, almeno semestrale, nei confronti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale.

Almeno semestralmente l’Organismo di Vigilanza predispone un rapporto scritto per il Consiglio di Amministrazione e per il Collegio Sindacale sulla sua attività svolta (indicando in particolare i controlli effettuati e l’esito degli stessi, le verifiche specifiche di cui al successivo punto 3 e l’esito delle stesse, l’eventuale aggiornamento della mappatura dei Processi Sensibili, ecc.) e, annualmente, un piano di attività previste per l’anno successivo.

Qualora l’Organismo di Vigilanza rilevi criticità riferibili a qualcuno dei membri del Consiglio di Amministrazione o del Collegio Sindacale, la corrispondente segnalazione è da destinarsi prontamente a uno degli altri soggetti non coinvolti.

Il reporting ha ad oggetto:

- l’attività svolta dall’ufficio dell’Organismo di Vigilanza;

- le eventuali criticità (e spunti per il miglioramento) emerse sia in termini di comportamenti o eventi interni a BOLDROCCHI, sia in termini di efficacia del Modello.

Gli incontri con gli organi cui l’Organismo di Vigilanza riferisce devono essere verbalizzati e copie dei verbali devono essere custodite dall’Organismo di Vigilanza e dagli organi di volta in volta coinvolti.

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Il Collegio Sindacale, il Consiglio di Amministrazione e l’Amministratore Delegato hanno la facoltà di convocare in qualsiasi momento l’Organismo di Vigilanza il quale, a sua volta, ha la facoltà di richiedere, attraverso le funzioni o i soggetti competenti, la convocazione dei predetti organi per motivi urgenti.

3.4. Flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza: informazioni di carattere generale ed informazioni specifiche obbligatorie

L’organismo di Vigilanza deve essere informato, mediante apposite segnalazioni da parte dei Dipendenti, dei Collaboratori, degli Organi Sociali, delle Società di Servizi, degli Agenti, dei Consulenti e dei Partner in merito ad eventi che potrebbero ingenerare responsabilità di BOLDROCCHI ai sensi del D.L.vo. 231/2001

L’obbligo di informazione all’Organismo è concepito quale ulteriore strumento per agevolare l’attività di vigilanza sull’efficacia del Modello e di accertamento a posteriori delle cause che hanno reso possibile il verificarsi del reato.

Valgono al riguardo le seguenti prescrizioni di carattere generale.

Devono essere raccolte eventuali segnalazioni relative:

- alla commissione di Reati;

- alla ragionevole convinzione di commissione di Reati o di comportamenti in generale non in linea con le Regole di comportamento e i Protocolli di cui al presente Modello.

Se un dipendente desidera segnalare una violazione (o presunta violazione) del Modello, lo stesso deve contattare il suo diretto superiore. Qualora la segnalazione non dia esito, o il dipendente si senta a disagio nel rivolgersi al suo diretto superiore per la presentazione della segnalazione, il dipendente ne riferisce direttamente all’Organismo di Vigilanza.

I Collaboratori, gli Agenti, le Società di Servizi, i Consulenti e i Partner, per quanto riguarda la loro attività svolta nei confronti di BOLDROCCHI, effettuano la segnalazione direttamente all’Organismo di Vigilanza; l’Organismo di Vigilanza valuta le segnalazioni ricevute; gli eventuali provvedimenti conseguenti sono applicati in conformità a quanto previsto al successivo Capitolo dedicato al Sistema Disciplinare.

I segnalanti in buona fede saranno garantiti contro qualsiasi forma di ritorsione, discriminazione o penalizzazione ed in ogni caso sarà assicurata la riservatezza dell’identità del segnalante, fatti salvi gli obblighi di legge e la tutela dei diritti della Società o delle persone accusate in mala fede.

Oltre alle segnalazioni relative a violazioni di carattere generale sopra descritte, devono essere obbligatoriamente ed immediatamente trasmesse all’Organismo di Vigilanza le informazioni concernenti:

- i provvedimenti e/o notizie provenienti da organi di polizia giudiziaria, o da qualsiasi altra autorità, dai quali si evinca lo svolgimento di indagini, anche nei confronti di ignoti, per i

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Reati;

- le decisioni relative alla richiesta, erogazione ed utilizzo di finanziamenti pubblici;

- le richieste di assistenza legale inoltrate dai Dirigenti e/o dai Dipendenti nei confronti dei quali la Magistratura procede per i Reati previsti dalla normativa;

- i rapporti preparati dai responsabili di altre funzioni aziendali nell’ambito della loro attività di controllo e dai quali potrebbero emergere fatti, atti, eventi od omissioni con profili di criticità rispetto all’osservanza delle norme del D.L.vo. 231/2001;

- le notizie relative ai procedimenti disciplinari svolti e alle eventuali sanzioni irrogate ai sensi del Modello (ivi compresi i provvedimenti verso i Dipendenti) ovvero dei provvedimenti di archiviazione di tali procedimenti con le relative motivazioni;

- copia della reportistica periodica in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

3.5. Raccolta e conservazione delle informazioni

Le informazioni, le segnalazioni ed i report previsti nel presente Modello sono conservati dall’Organismo di Vigilanza in un apposito data base (informatico o cartaceo) per un periodo di 10 anni.

L’accesso al data base è consentito esclusivamente ai membri del Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale, e/o a persone da questi delegate.

3.6. Verifiche sull’adeguatezza del Modello

L’Organismo di Vigilanza svolge oltre all’attività di controllo sull’effettività del Modello (e che si concreta nella verifica della coerenza tra i comportamenti concreti dei destinatari ed il Modello stesso), periodiche verifiche sulla reale capacità del Modello alla prevenzione dei Reati (eventualmente, qualora lo ritenga opportuno, coadiuvandosi con soggetti terzi).

Tale attività si concretizza in una verifica a campione dei principali atti societari e dei contratti di maggior rilevanza conclusi da BOLDROCCHI in relazione ai Processi Sensibili e alla conformità degli stessi alle regole di cui al presente Modello.

Inoltre, viene svolta una review di tutte le segnalazioni ricevute nel corso dell’anno, delle azioni intraprese dall’Organismo di Vigilanza, degli eventi considerati rischiosi e della consapevolezza dei Dipendenti e degli Organi Sociali rispetto alla problematica della responsabilità penale dell’impresa con verifiche a campione.

Le verifiche sono condotte dall’Organismo di Vigilanza che si può avvalere del supporto di altre funzioni interne che, di volta in volta, si rendano a tal fine necessarie. Le verifiche e il loro esito sono oggetto di report al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale. In particolare, in caso di criticità, l’Organismo di Vigilanza esporrà, nel piano relativo all’anno, i miglioramenti da attuare.

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CAPITOLO IV

LA DIFFUSIONE DEL MODELLO

4.1. Premessa

È data ampia divulgazione, all’interno e all’esterno della struttura di BOLDROCCHI dei principi e dei contenuti del Modello anche attraverso la pubblicazione dello stesso e sul sito web della Società. L’Organismo di Vigilanza monitora le iniziative per la diffusione del Modello, nonché per la formazione delle risorse.

4.2. Destinatari del Modello

I principi e i contenuti del Modello sono destinati agli Organi Sociali, ai dipendenti, ai collaboratori nonché a tutti coloro che operano in Italia e all’estero per il conseguimento degli obiettivi di BOLDROCCHI. In particolare, il Modello deve conformare l’attività di chiunque, compresi i consulenti, gli agenti, le società di servizi e i partner, agisca in nome e per conto della Società.

4.3. Informative e Formazione dei Dirigenti e dei Responsabili delle divisioni Il Modello 231 è comunicato formalmente dall’Organismo di Vigilanza a tutti i dirigenti e ai Responsabili delle diverse divisioni. Ciascuno sottoscrive una dichiarazione di conoscenza e adesione ai principi e ai contenuti del Modello, che viene archiviata e conservata dall’Organismo di Vigilanza. I principi e i contenuti del D.L.vo. n. 231 del 2001 e del Modello sono, inoltre, divulgati mediante corsi di formazione. La partecipazione ai corsi è obbligatoria il controllo circa l'effettiva frequenza è demandata all'Organismo di Vigilanza.

4.4. Informative e Formazione dei Dipendenti

Ai fini dell’efficacia del presente Modello, è obiettivo di BOLDROCCHI garantire una corretta conoscenza, sia alle risorse già presenti in azienda sia a quelle da inserire, delle regole di condotta ivi contenute, con differente grado di approfondimento in relazione al diverso livello di coinvolgimento delle risorse medesime nei Processi Sensibili.

Il sistema di informazione è supervisionato dall’attività realizzata in questo campo dall’Organismo di Vigilanza in collaborazione con i responsabili delle altre funzioni di volta in volta coinvolte nella applicazione del Modello.

L’adozione del presente Modello è comunicata a tutte le risorse presenti in azienda al momento dell’adozione stessa.

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Il Codice Etico e il Codice disciplinare saranno comunque affissi sulla bacheca presso la sede di BOLDROCCHI.

Tutte le modifiche apportate al Modello saranno comunicate per iscritto al personale mediante affissione, con necessità della firma per presa visione.

I principi e i contenuti del D.L.vo. n. 231 del 2001 e del Modello 231 sono, inoltre, divulgati mediante corsi di formazione. La struttura dei corsi di formazione è approvata dall’Organismo di Vigilanza su proposta delle funzioni aziendali competenti.

Tutti i programmi di formazione avranno un contenuto minimo comune consistente nell'illustrazione dei principi del D.L.vo. 231/01, degli elementi costitutivi il Modello, delle singole fattispecie di reato previste dal D.L.vo. 231/01 e dei comportamenti considerati sensibili in relazione al compimento dei sopracitati Reati.

In aggiunta a questa matrice comune ogni programma di formazione sarà modulato al fine di fornire ai suoi fruitori gli strumenti necessari per il pieno rispetto del dettato del D.L.vo. 231/2001 in relazione all'ambito di operatività e alle mansioni dei soggetti destinatari del programma stesso.

La partecipazione ai programmi di formazione sopra descritti è obbligatoria e il controllo circa l'effettiva frequenza è demandata all'Organismo di Vigilanza, che raccoglierà e archivierà l’evidenza di detti programmi una volta terminati.

4.5. Informative ai Collaboratori Dovranno essere fornite a tutti i collaboratori di BOLDROCCHI apposite informative sulle politiche e le procedure adottate dalla Società sulla base del presente Modello. Inoltre, potranno essere inserite apposite clausole contrattuali volte a garantire l’osservanza del Modello da parte dei collaboratori applicati a determinati progetti che presentino profili di rischio di commissione di reati.

4.7. Informative a terzi I principi e i contenuti del Modello sono portati a conoscenza di tutti coloro con i quali BOLDROCCHI intrattiene relazioni contrattuali. L’impegno all’osservanza della legge e dei principi di riferimento del Modello 231 da parte dei terzi aventi rapporti contrattuali con BOLDROCCHI è previsto da apposita clausola del relativo contratto ed è oggetto di espressa accettazione da parte del terzo contraente. Al riguardo, con strumento normativo aziendale sono standardizzate clausole che prevedono l’applicabilità del Modello in tutto o in parte a seconda dell’attività regolamentata dal contratto e, inoltre, la facoltà di risoluzione del contratto e/o il pagamento di penali e/o altri strumenti e rimedi a tutela di BOLDROCCHI.

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CAPITOLO V IL SISTEMA DISCIPLINARE

5.1. Principi generali e funzione del sistema disciplinare Boldrocchi al fine di contribuire alla efficace attuazione del Modello 231 e di assicurare l’efficacia della azione di controllo svolta dall’Organo di Vigilanza, ha ritenuto di prevedere l’irrogazione di sanzioni commisurate ed applicabili in caso di violazione del Modello 231 medesimo. A tale fine, quindi, la Società ha predisposto un sistema disciplinare corredato di adeguato apparato sanzionatorio da applicarsi, nel pieno rispetto della normativa vigente, al caso di violazione ovvero al caso di mancato rispetto delle prescrizioni tutte contenute nel Modello organizzativo adottato, nella sua interezza e compreso il Codice Etico, sia in relazione ai soggetti in posizione apicale/dirigenziale, sia in relazione ai soggetti sottoposti a direzione altrui; mentre le sanzioni eventualmente applicabili a soggetti non dipendenti dalla Società sono diversificate a seconda del rapporto tra il soggetto cui è imputata la violazione e la Società, oltre che dal rilievo e gravità della violazione e del ruolo e grado di responsabilità. Il sistema disciplinare predisposto regolamenta la procedura di accertamento delle violazioni e la procedura di applicazione della conseguenti sanzioni; l’applicazione del sistema disciplinare previsto, inoltre, è autonoma rispetto all’instaurazione, svolgimento ed esito di eventuale procedimento avviato avanti la competente Autorità Giudiziaria competente. L’Organismo di Vigilanza segnala alla Direzione generale competente per l’accertamento delle violazioni e per l’irrogazione di eventuali sanzioni disciplinari, la notizia della intervenuta violazione del Modello D.L.vo. 231/2001 e vigila sulla applicazione puntuale delle sanzioni disciplinari, di concerto con la stessa.

5.2. Violazione del Modello ex D.L.vo. n. 231/2001 In linea generale le violazioni del Modello ex D.L.vo. n. 231/2001 sono da suddividersi nei seguenti comportamenti:

a) comportamenti non conformi alle prescrizioni e/o omissione di comportamenti o azioni prescritti nel Modello D.L.vo. 231/2001, nella sua interezza e compreso il Codice Etico, nonché le direttive, le procedure, le istruzioni e indicazioni aziendali, di natura colposa;

b) comportamenti non conformi alle prescrizioni e/o omissione di comportamenti o azioni prescritti nel Modello D.L.vo. 231/2001, nella sua interezza, e del Codice Etico, comprese le direttive, le procedure, le istruzioni e indicazioni aziendali, di natura dolosa, in quanto preordinati in modo univoco a commettere il reato;

tali da: - esporre la Società ad una situazione oggettiva di rischio di commissione di uno dei

reati individuati nel Modello D.L.vo. 231/2001 e comunque contemplati dal D.L.vo. 231/2001

e/o - risultare diretti in modo univoco al compimento di uno o più dei reati individuati nel

Modello D.L.vo. 231/2001 e/o

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determinare l’applicazione a carico della Società di sanzioni previste dal D.L.vo 231/2001

Nella valutazione della violazione e nella conseguente applicazione della sanzione comminata si dovrà tenere conto dei seguenti elementi:

gravità della violazione commessa mansione, ruolo e autonomia dell’autore della violazione prevedibilità dell’evento intenzionalità del comportamento o grado di negligenza, imprudenza, imperizia comportamento complessivo ed eventuali precedenti disciplinari e/o recidive

dell’autore della violazione tutte le circostanze peculiari che caratterizzino l’evento in esame.

5.3. Misure sanzionatorie nei confronti dei dipendenti con qualifica di operaio, impiegato quadro In conseguenza del ricevimento di notizia di violazione del Modello D.L.vo. 231/2001 e del Codice Etico, attribuito a dipendenti della Società con qualifica di operaio, impiegato e quadro, L’Organo di Vigilanza ne darà segnalazione al Direttore Generale, che darà corso al procedimento di verifica e accertamento della supposta violazione ed eventuale successiva erogazione della corrispettiva sanzione. Il procedimento di verifica del supposto illecito, nel caso in cui esiti con intervenuto accertamento della violazione, darà luogo alla irrogazione, a cura della Direzione Generale, della corrispettiva sanzione tra quelle previste dal CCNL vigente di riferimento (CCNL Metalmeccanici industria) e nel presente sistema disciplinare. La sanzione irrogata sarà proporzionata alla violazione. Si terrà conto nella valutazione dei seguenti elementi: a) intenzionalità del comportamento e grado di negligenza, imperizia e imprudenza; b) comportamento complessivo del dipendente responsabile della violazione, anche in relazione alla sussistenza o meno di precedenti disciplinari; c) mansione, ruolo, livello di responsabilità e grado di autonomia del dipendente responsabile della violazione; d) gravità e rilevanza degli effetti della violazione e potenziale rischio e conseguenze cui la Società risulta esposta in conseguenza della violazione; e) tutte le circostanze peculiari che caratterizzano l’evento in esame. Le sanzioni disciplinari previste dal CCNL (CCNL metalmeccanici industria) applicato sono le seguenti:

- richiamo verbale - ammonizione scritta - multa non superiore a tre ore di retribuzione oraria calcolata sul minimo tabellare - sospensione dal lavoro e dalla retribuzione fino ad un massimo di tre giorni - licenziamento per mancanze con preavviso - licenziamento per mancanze senza preavviso

Il Direttore Generale comunicherà all’Organo di Vigilanza l’irrogazione della sanzione comminata, oppure il provvedimento di archiviazione disposto, con le relative motivazioni. Nella procedura e nella irrogazione della sanzione sono rispettati tutti gli adempimenti di legge e contratto (CCNL Metalmeccanici industria) vigente, previsti per il caso di sanzione disciplinare.

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5.4. Misure sanzionatorie nei confronti dei Dirigenti In conseguenza del ricevimento da parte dell’Organo di Vigilanza di notizia di violazione del Modello D.L.vo. 231/2001 e del Codice Etico, attribuita ad uno o più dirigenti dipendenti dell’Azienda, questo ne darà segnalazione alla Direzione Generale, che darà corso al procedimento di verifica e accertamento della supposta violazione ed eventuale successiva erogazione della corrispettiva sanzione. Il procedimento di verifica del supposto illecito, nel caso in cui esiti con intervenuto accertamento della violazione, darà luogo alla irrogazione, a cura del Direttore generale, della corrispettiva sanzione tra quelle previste nel CCNL vigente applicabile e riportate nel presente sistema disciplinare. La sanzione irrogata dovrà tenere conto dei seguenti elementi e criteri di valutazione: a) intenzionalità del comportamento e grado di negligenza, imperizia e imprudenza; b) comportamento complessivo del dirigente responsabile della violazione, anche in relazione alla sussistenza o meno di precedenti disciplinari; c) gravità e rilevanza degli effetti della violazione e potenziale rischio e conseguenze cui la Società risulta esposta in conseguenza della violazione; d) tutte le circostanze peculiari che caratterizzano l’evento in esame. Le sanzioni adottate saranno quelle previste per legge e contratto applicabile, tenuto conto dei criteri di cui sopra; nel caso in cui la violazione delle prescrizioni di cui al Modello D.L.vo. 231/2001 di cui si sia reso responsabile il dirigente è di tenore tale da far venire meno il rapporto fiduciario con il dirigente, la sanzione è individuata nel licenziamento per giusta causa. Il Direttore Generale, comunicherà all’Organo di Vigilanza l’irrogazione della sanzione comminata, oppure il provvedimento di archiviazione disposto, con le relative motivazioni Nella procedura e nella irrogazione della sanzione sono rispettati tutti gli adempimenti di legge e contratto (CCNL Metalmeccanici industria) vigente, previsti per il caso di sanzione disciplinare

5.5. Misure sanzionatorie nei confronti degli amministratori In conseguenza del ricevimento da parte dell’Organo di Vigilanza di notizia di violazione del Modello D.L.vo. 231/2001 e del Codice Etico, attribuita ad un componente del Consiglio di Amministrazione, questo ne dà comunicazione al Collegio Sindacale, al Presidente del Consiglio di Amministrazione e dell’Amministratore Delegato. Il Consiglio di Amministrazione, con l’astensione del componente imputato della violazione, procede agli accertamenti del caso ed assume, sentito il Collegio Sindacale, i provvedimenti che ritiene opportuni e proporzionati al caso. Tra i provvedimenti che possono esser assunti è inclusa altresì la revoca in via cautelare dei poteri attribuiti al componente imputato della violazione e conseguente convocazione dell’Assemblea dei soci per irrogazione definitiva della sanzione di revoca parziale o totale dei poteri, ovvero di revoca dalla carica ed eventuale sostituzione.

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5.6. Misure nei confronti dei Sindaci In conseguenza del ricevimento da parte dell’Organo di Vigilanza di notizia di violazione del Modello D.L.vo. 231/2001 e del Codice Etico, attribuita ad un componente del Collegio Sindacale, questo ne dà comunicazione al Collegio Sindacale ed al Consiglio di Amministrazione, nella persona del Presidente. Il Collegio Sindacale, con l’astensione del componente imputato della violazione, procede agli accertamenti del caso ed assume, sentito il Consiglio di Amministrazione, i provvedimenti che ritiene opportuni e proporzionati al caso.

5.7. Misure nei confronti dei soggetti terzi In conseguenza del ricevimento da parte dell’Organo di Vigilanza di notizia di violazione del Modello D.L.vo. 231/2001 e del Codice Etico, attribuita ad un soggetto terzo che abbia rapporti contrattuali con la Società, questo ne dà comunicazione al Direttore Generale che, accertata la violazione e la sua riconducibilità al soggetto terzo, adotterà tutti i provvedimenti che ritiene più opportuni in tutela della Società, compresa la risoluzione del contratto per giusta causa ex art. 1453 c.c., con tutte le conseguenze di legge, salvo il diritto di agire verso il terzo responsabile della violazione per il risarcimento degli eventuali danni. I contratti con i soggetti terzi conterranno una clausola nella quale il terzo contraente si impegna a rispettare i principi e le prescrizioni di cui al Codice Etico.