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Presidente Galileo COSTANZOVice Presidente Angelo NICOTRAPast President Giorgio LODDOPresidente Eletto Francesco ACUTOTesoriere Giancarlo SCALAPrefetto Giuseppe GISOTTIConsiglieri Domenico GRANDE Enzo MAIO Paola IANNACCONE Liviana PICCIONISegretario Gianluca CASSONIAddetto Stampa Ivan SIMEONE

Sito intemet: www.rotarylatina.itPosta elettronica: [email protected]

4 Dal Presidente

5 Noi e le istituzioni di Pasquale Bossa

7 Un pezzo di cuore di Angelo Nicotra

8 Diritto e giustizia fino ad Eduardo di Bruno Frattasi

11 Aprile, mese della stampa e della comunicazione di Galileo Costanzo

Visti... da lontano

12 I giorni dell'antipolitica di Pasquale Bossa

13 Andare in visita ed imparare di Galileo Costanzo

14 19 Aprile 2008 Inaugurazione del Parco Giochi "Paul Harris"

15 Ma lui, loro avevano un sogno di Pasquale Bossa

16 Il "nostro" Rotaract di La Redazione

17 Nuovi soci

18 Programmi dei mesi di marzo e aprile 2007

Wilfred J. WilkinsonPresidente R.I. 2007-2008

Franco ArzanoGovernatore 2007-2008Distretto 2080

Comitato di RedazioneFranco BORRETTI (Direttore Responsabile)Angelo Nicotra (Coordinatore Editoriale)Pasquale BOSSAGalileo COSTANZOFernando PETRONESilvio PICCIONI

Registrazione Tribunale di Latinan. 364 del 22‑1‑1983Editore: Rotary Club LatinaRedazione: Via Pontinia, 62 ‑ 04100 LatinaPoste Italiane S.p.A.Spedizione Abbonamento postale 70%Tassa pagata ‑ DCB Latina

Composizione, impaginazione e stampa:CIPES ‑ Via Sabaudia, 63 LatinaTel. e Fax 0773/692708efiorlet‑[email protected]

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Italia Sommario del n. 9/10 - marzo/aprile 2008

Presidenti delle CommissioniEffettivo Giancarlo SCALAProgetti Luigi Maria MASTROIANNIFondazione Rotary Luciano DE SIMONEPubbliche relazioni Angelo NICOTRAAmministrazione del Club Francesco ACUTO

* * *Club Contatto: ALMADA (Portogallo)SASSARI NORD

* * *Riunioni Rotariane: Ristorante "CasaBlanca"Via dei Monti Lepini Km. 52,900 ‑ LatinaOgni Giovedì alle ore 20.30Segreteria: Via Adige, 2 ‑ 04100 LatinaCas. Postale 115 ‑ LatinaTel. 0773/268793 e 0773/697062

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4 - La Ruota

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Sviluppo e stampa in giornataStampe digitali

Esame della vistaCentro lenti a contatto

dal Presidente“Un Rotary attivo … e coinvolgente”. Dice così il tema del Congresso distret-tuale di quest’anno (16-17-18 maggio)

e debbo dire che in esso tema mi sembra di ritrovarmi appieno perché, alla stessa

maniera, dall’inizio dell’annata, ho pensato al nostro Club: che fosse coinvolgente, anche se con qualche piccola provocazione e pure un po’ al di fuori dai soliti modi e schemi. Quindi, coinvolgente perché attivo! Certo, un sogno che non si realizzerà in un anno ma che almeno lasci qualche segno, qualche testimo-nianza, qualche piccolo riferimento per il futuro.Come il riferimento ai e per i giovani: che ne avessimo tanti in nuovi soci ed in relatori delle nostre conviviali, quali testimoni della società d’oggi; una importante iniziativa quale contributo alla società d’oggi (Basilea 2), anch’essa fuori dai soliti schemi socio-assistenziali ma che fosse il contributo alla comunità delle nostre cono-scenze, competenze e professionalità; un’altra prossima ad un tema principe del Rotary International come quello dell’acqua, con appunto “le vie dell’acqua non sono infinite”; LA RUOTA che fosse più nuova (anche grafi-camente) e più partecipata: i dieci ultimi Past President con le loro testimonianze, le socie e consorti nel numero “e stavolta donna” (grazie, siete state bravissime!); un prossimo numero agli ultimi soci che si sono aggrega-ti al Club; la cura di un pur non troppo visitato www.rotarylatina.it per esser pronti quando questo sistema sarà l’unico per comunicare, come già avviene un po’ dappertutto, Distretto e club Rotary compresi. Poi, quel Concerto degli Ambasciatori, bello in assoluto, ma manifesto ROTARY perchè la città ci conoscesse, come del resto con BASILEA 2. Continueremo con un ulteriore contributo alla Lega contro i Tumori, organizzando un Concerto dei pianisti che furono vincitori del premio “Lia Tortora”, cogestito con il RC Castelli Romani; ed ancora con il ROTARYDAY, con il RYLA sulla “comunicazione” per studenti dell’ultimo anno dei licei classici assieme al Club di Terracina Fondi. E nel tentativo della migliore aggregazione, le visite a Paul Gauguin al Vittoriano, a Mozart all’Auditorium a Roma e quelle che vorremo fare ancora per mostre e musica (Sebastiano del Piombo e la 9° di Beethoven all’Auditorium). Poi, per la raccolta di pur piccoli fondi per “fare del bene”, i tornei di burraco. Iniziative, queste ultime, nelle idee e nelle mani di socie e consorti.

Attendiamo noti-zie dal Madagascar per l’avvio di un matching grant. Poniamo le basi per la migliore conoscenza del “microcredito” e l’avvio o la possi-bile collaborazione in iniziative in questo “innovativo” campo. Vorremmo poter fare formazione rotariana. Sì, proprio per fare un “Rotary attivo e … coinvolgente”, pensando di creare un momento di formazione perchè convinti che la militanza basata sulla “conoscenza” risponde certo più concretamente e quindi efficacemente alla creazione di iniziative, di progetti, di concreto “fare del bene”, com’è anche detto – e non a caso – nel logo della Fondazione Rotary. Insomma, cercare di contribuire, pur con le nostre modeste forze alla missione del nostro Rotary.Poi, marzo-aprile, la Pasqua, la primavera, questa stagio-ne di mille speranze, di mille pazzi colori com’è marzo, dell’ottimismo, del cercare di fare attività che coinvolga, ma che coinvolga tutti, per cui tutti che vogliano sape-re, tutti che vogliano dare qualcosa, anche un pensiero per il futuro! E Galileo, ricordate?, è stato finalmente e concretamente in pace tra due Eminentissimi rappresen-tanti della Chiesa (grazie Gianni per la felice battuta!), quella sera quando abbiamo ricordato Mons. Ubaldo Calabresi, Nunzio Apostolico ed appreso qualcosa in più della Diplomazia Vaticana da Mons. Bertello, Nunzio Apostolico in Italia. Ed infine, pensare all’effetto che fa quando diciamo “ti voglio bene con tutto il cuore” dopo la straordinaria serata con l’amico socio prof. Federico Bizzarri. Peraltro, sta cominciando il missaggio della pros-sima presidenza: dai Franco. Poi, faranno Silvio Piccioni Governatore? Sarebbe proprio una buona scelta: speria-mo che i grandi elettori siano illuminati. Ed infine, dai, andiamo in tanti al Congresso a sentire cosa ci dicono il Governatore, il top del Distretto e come Gigi Mastroianni racconterà dalla tribuna il nostro progetto “le vie dell’ac-qua non sono infinite”…..Certo, per i prezzi di partecipazione prefissati dovranno essere cose interessanti e motivanti. Io comunque andrò e vi riferirò. Prometto. Ciao, galileo

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La Ruota - 5

Noi e le istituzioniQueste righe di cronaca rotariana, sono state scritte, come ci accade di dover fare in redazione, subito dopo la convi-viale del 21 febbraio, quando il Club ha presentato ufficialmente il suo ben-venuto al nuovo Prefetto della nostra Provincia. E questo senza immaginarne il seguito lusinghiero e quasi immediato. Eravamo tutti molto lieti dell’avvenimen-to, che consentiva di confermare e di rinsaldare gli stretti rapporti che il Club ha sempre ritenuto di dover mantenere con la nostra massima istituzione locale. Ma il dovere di cronaca impone di dire, senza la minima ombra di un compiaci-mento di occasione, che l’incontro con S. E. Bruno Frattasi si è levato molto più in alto del suo già rilevante significato protocollare.“È una vera e propria “lectio magi-stralis”, è stato il primo e spontaneo commento, che si è sentito esprimere da tutti i presenti, alla chiusura dell’in-tervento dell’illustre ospite, seguito con intensa attenzione dall’intero uditorio. Contenere tutti gli elementi di una “lec-tio magistralis” su di un argomento qua-le le fondamenta del diritto, nei margini, certo inadeguati, di una conversazione rotariana, individuarli con sintesi precisa, comporli in un quadro armonico di pen-siero, che trova le sue radici nei secoli di cultura giuridica della nostra civiltà, ca-larli opportunamente nella realtà attuale, difficile, complessa e spesso conflittuale, ha costituito già un momento di grande

interesse. Per noi tutti, cittadini, avere in materia punti di riferimento non ambigui ci aiuta a tenere, nella collettività, una posizione più responsabile e consape-vole, che proprio alle istituzioni spetta di indicare, con quella autorevolezza che assolutamente le compete. Ma poi, sempre nel brevissimo spazio di questo intervento, trasporre le severe linee di conoscenza giuridica e civile in una di-mensione umana e poetica, quale quella della Napoli di Eduardo, che si prolunga nel dramma oscuro della Napoli di oggi, ci ha portato a cogliere, con una sensi-bilità diversa, più partecipe e dolente, la

intima essenza dei valori civili e morali di un corpo dottrinario millenario e costru-ito dalla sapienza dell’uomo, con l’uomo e per l’uomo.Molti di noi hanno percorso, in epoche e situazioni diverse, la vie della Università di Federico II, hanno salito gli scaloni del Rettifilo e l’erta di Mezzocannone, che l’oratore ha evocato con una commo-zione trasmessa agli ascoltatori, senza enfasi, ma con intima passione. Ap-prendere, dopo questo incontro, denso e vibrante, che Bruno Frattasi viene a far parte del Club ha costituito certo un motivo di grande compiacimento per

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6 - La Ruota

noi tutti, ma ci è sembrato anche un fatto più semplice e naturale di quanto si sarebbe potuto prima pensare. Avere nel Rotary personalità che testimoniano con il loro peso istituzionale, professionale e culturale l’importanza dei principi in cui vogliamo credere, fortemente credere, ci conforta nella fiducia che si abbia non l’improvviso miracolo di un salto di qua-lità della società, ma una sua lenta, si-cura, progressiva e maturata evoluzione verso qualcosa di meglio. E che ciascuno di noi, con il suo comportamento, possa presumere di recarvi un suo piccolo ma concreto contributo.La presentazione rituale del nuovo socio al Club, fatta da un socio che certo nuovo non è, ma che, da molti decenni illustra la nostra associazione, con una presenza attiva e autorevole, il prefetto emerito Angelo Barbato, ha ancor di più confermato il legame del Club con le no-stre istituzioni. Del resto, anche il tema della conviviale del 13 marzo è stata in linea coerente con questa tematica. La commemorazione di mons. Ubaldo Ca-labresi, fratello del nostro socio Vincen-zo, più che richiamare il nostro ricordo, che è sempre spontaneamente vivo, su questa eccezionale personalità della nostra terra, ce ne ha rivelato ancora tanti altri aspetti meno noti, ma tutti in perfetta coerenza con quanto già se ne sapeva. Le parole di Mons. Bertello, che opera nella stessa sfera dell’alta diplomazia vaticana dello Scomparso, profondo conoscitore di questo mondo e diretto testimone delle attività di Mons. Calabresi, hanno illustrato la complessità e la delicatezza di un’opera, che rientra certo nella sfera abituale della diploma-zia, ma si caratterizza per valori aggiunti di altissima nobiltà, che sono propri della sua essenza cristiana. In ambienti e in momenti diversi, sempre disagiati, pericolosi, dilaniati da conflitti sangui-nosi, queste attività sono state svolte al meglio di una efficienza non comune e, insieme, in una semplicità esemplare e in un’ umiltà personale, mai venute meno.Mons. Calabresi declinò l’onore della porpora cardinalizia perché ritenne che le sue condizioni di salute non gli avrebbero consentito di corrispondere adeguatamente all’onere del “Servizio” che essa comporta. Coerenza assoluta e intransigente di una intera vita, che oggi viene ad arricchire la dotazione di storia, di cultura, di civiltà di tutta la nostra terra. P. B.

L'interesse dell'intervento di Mons. Bertello, Nunzio Apostolico in Italia, è sta-to di indubbio valore ed interesse, avendo ricordato un illustre uomo di chiesa dei nostri posti e la sua opera nel quadro degli impegni diplomatici della Santa Sede nel mondo.Sono stati presenti: il vescovo della Diocesi di Latina, Mons. Giuseppe Petrocchi, che nel suo saluto ha sottolineato l'impegno apostolico di Mons. Calabresi, riportandolo come esempio ad oggi; il Prefetto della Provincia di La-tina, dott. Bruno Frattasi, che è stato presentato dal neo socio onorario dott. Angelo Barbato come nuovo socio del Club di Latina e che ha porto un suo simpatico ed interessante saluto; il Consigliere Regionale Titta Giorgi, Andrea Campoli, giovane Sindaco di Sezze Romano, l'arch. Patrizia Fanti, Assessore al Comune di Latina, Claudio De Felice, Rappresentante del Governatore Arzano, Silvio Piccioni, Coordinatore Distrettuale della Fondazione Rotary, sacerdoti setini della zona.A Mons. Bertello ed a Mons. Petrocchi, il Presidente Galileo Costanzo ha do-nato la sempre più preziosa incisione del Centenario di Massimiliano Drisaldi. E tutto, in una atmosfera particolarmente simpatica, peraltro in un posto per davvero bello, con più più di 100 partecipanti.

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La Ruota - 7

Un pezzo di cuoreFederico Bizzarri ci ha aperto il cuore…non il suo, beninteso, ma quello più segreto che, ne siamo certi, come nessuno ha imparato a conoscere.Non so se in cuor nostro (eccolo ancora in mezzo…) eravamo sufficientemente preparati ad assistere ad una così parti-colare conferenza.Il caminetto – entrato ormai a pieno titolo tra le occasioni più interessanti d’incontro del nostro Club – l’altra sera ha significato emozione. Forte emozione, almeno

per chi non è avvezzo a certi argomenti.E dire che il titolo della conversazione del nostro socio non avrebbe dovuto lasciare dubbi circa le argomentazioni che via via si sarebbero succedute. Mah. Forse sarà colpa della mia inguari-bile vena romantica, certo è che il primo approccio con le immagini – crude, se vogliamo, ma estremamente “belle” per quanto di bello ci può essere nel nostro corpo – non è stato indolore.Il primo impulso mi conduceva verso luoghi lontani, distaccati, da quel ritmare continuo ed incessante di masse musco-lari racchiuse tra sonde, cateteri, cannule e che so altro; invece, credo che proprio l’immagine di quel corpo fremente che continuava incessante il suo lavorio a dispetto di tutti i martìri che gli si stavano procurando mi ha, ad un tratto, affascinato.Mi sono trovato rapito a tanta perfe-zione; non erano più le immagini crude che si susseguivano; al contrario, erano sensazioni bellissime, tastabili, palpabili; era la consapevolezza di una perfetta organizzazione che regola la vita di ciascun individuo e di cui, forse per la prima volta, eravamo partecipi in prima persona.L’amico Bizzarri ci ha regalato questo,

ritengo: la consapevolezza di parlare del cuore come di qualcosa che ci appartie-ne e del quale dobbiamo avere la giusta cura.Stupito. Ecco, sì, all’inizio era stupore. Meraviglia, sentirsi impotenti davanti ad un miracolo che l’uomo coinvolge. Poi sempre più interesse. Voglia di sapere, desiderio di conoscere. Ma poi, il nostro cuore, lo conosciamo davvero?Strano. Ci

aspettavamo consigli, forse briciole di prevenzione.E invece ecco l’amico Cardiochirurgo che parla con una semplicità che ti fa quasi rabbia, di “interventi a cuore aperto, di Circolazione Extra Corpo-rea”, quasi fosse il più semplice dei puzzle.Ricomporre un cuore malato. Svegliarlo dal torpore artificiale – perché certo, lui vorrebbe continuare a battere, a fare il suo dovere, a pompare linfa vitale, ma non può, deve fermarsi, almeno per un po’, il tempo necessario a che dita

splendide per precisione ed abilità, lo rimettano in condizione di svolgere il suo compito instancabile.Le mani..le dita.. quale stupore assiste-re a movimenti infinitesimi ma sicuri. Tagliare, allargare, suturare, adattare.. come si può parlare di “tecnica chirur-gica” quando si ha nelle mani la vita di un essere umano? Nessuna tecnica.. ma un miracolo di bravura. La conoscenza perfetta

di gesti e sequenze che salvano la vita…Forse avremmo preferito che qualcuno ci avesse parlato del cuore e dei sentimenti che per esso passano.Ma è lo stesso. Nulla di meno. Il centro della vita non è forse il centro delle nostre emozioni? E le emozioni si sommano diventano passione, come quella che, sicuramente, il Prof. Bizzarri mette ogni volta che, in-dossati il camice ed i guanti, si appresta a ridonare la vita a qualcuno.Grazie di cuore! amico. Angelo Nicotra

un pezzo di cuore

Dire di un film qua su LA RUOTA non è solito, anzi,non credo si sia mai fatto. Ricorre stavolta la cir-costanza d'aver visto un bel film sui giovani pro-prio quando noi dei giovani in questa annataabbiamo tentato di trattare e parlare. Ma il film è davedere perché affastella un po' tutte le variabilidell'attuale mondo del lavoro e del non lavoro chedebbono vivere i nostri giovani. Particolarmentelà dove è evidenziata la "precarietà". E quindi ilfilm che si apre in maniera ironica, passando perfasi quasi iper realistiche, là dove è ben rappre-sentata la realtà del profitto cinico e crudele adogni costo, con altre fasi grottesche, sentimentali,si conclude tra la tragedia e la favola di una vec-chia mamma consolatrice che prepara pasta ececi, pollo e patate al forno, portandoti però nelcuore la certezza che la tragedia non finirà, chechissà quando non sarà più dolorosamente senzasperanza di fine. gc

PARLIAMO OGGI DEIGIOVANI

PARLIAMO OGGI DEI GIOVANI

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8 - La Ruota

Diritto e giustizia fino ad EduardoIn verità, confessiamo che abbiamo tentato di riassumere questo inte-ressantissimo intervento del Dott. Frattasi, imbattendoci però nella difficoltà di non sapere cosa e come riassumere o tagliare qualcosa alla "giustizia", cosaltro al "diritto" e non ti dico se qualcosa a "Eduardo". Da un angolo della stanza, un componente della “redazione” che fino ad allo-ra era stato zitto, ci dice: “scusate, ma non è meglio se lo pubblichiamo per intero? Una pagina in più, come benvenuto al Signor Prefetto, nuovo socio del Club, certo si può dedicare, no?”. Ed allora, e con piacere, eccola per intero l’interessante conoscenza che abbiamo fatto con il Dott. Fratta-si, ringraziandolo con entusiasmo!

Diritto e giustizia: riflessioni, con finale divagazione eduardiana, a margine del libro “La virtù del dubbio”, di Gustavo Zagrebelsky.Sono stato molto colpito da ciò che ho letto, qualche tempo fa, in un libro intervista di uno dei più noti e apprezzati studiosi del diritto pubblico, Gustavo Zagrebelsky, comae vi è noto, già presi-dente della Corte Costituzionale.Questo grande maestro ricordava che un suo studente aveva fatto questa constatazione: ho studiato quattro anni diritto e non ho mai incontrato nessu-no che parlasse di giustizia. In effetti chiunque abbia frequentato una facoltà

di studi giuridici troverà difficoltà a dire quale sia il concetto di giustizia che abbia appreso per averne fatto diretta conoscenza sui libri di testo. Da questa constatazione- che ci mette brutalmente di fronte ad un’inaspettata mancan-za- muove la domanda: i discorsi sulla giustizia rappresentano davvero qual-cosa di separato ed estraneo rispetto a quelli sul diritto? Appertengono a due distinti mondi?Kelsen, massimo autore del positivi-smo giuridico, teorizzava che la legge posta all’uomo dal legislatore esterno (parlamento o tiranno ha poca impor-tanza), fosse innanzitutto e propria-mente espressione e manifestazione dell’ auctoritas da cui proveniva. Per cui potremmo con lui concludere che l’unica ricerca che abbia senso compiere è soltanto quella che si pone il compito di verificare la legittimità della fonte del precetto e, dunque la sua forza cogente presso gli uomini; forza che la giustifica e la rende perciò veritiera. Ma di una verità, si potrebbe dire, tutta esteriore al contenuto del precetto, una verità “a priori”, cioè che non solo prescinde dalla ricerca di una presunta verità interiore, ma che tale ricerca ritiene inutile e forse dannosa, in quanto produttiva di un fastidioso inganno romantico.Non bisogna credere, cari amici, che questa autosufficienza del nomos, ossia la sua autogiustificazione che è impo-sta da una sorta di divinizzazione della legge, la quale reca in se un “sigillo incontestabile di giustizia”, abbia del tutto abbandonato la scena del dibattito con l’eclissi dello spirito positivista.Tutt’altro. Siccome essa attiene ad un tema universale, certamente uno dei più dibattuti del diritto, vale a dire se esista una relazione e quale questa sia

tra diritto e giustizia, il concetto che i due termini siano destinati a rimanere inevitabilmente separati si è più vol-te affacciato nella storia del pensiero giuridico, di recente, anche nella teoria critica del nichilismo giuridico.Alcuni hanno osservato che la legge in quanto espressione della volontà transeunte del legislatore è destinata a regolare rapporti sulla base di principi che non sono ormai affatto più di una qualità immutabile e meno che mai universale ed eterna. Essi stessi sono invece destinati ad essere soppiantati da altri principi e criteri regolatori, nel breve volgere di una legislatura o magari anche meno.Questa peculiarità- che rende il diritto non meno effimero di una qualunque altra realtà umana- è un dato ineliminabile della modernità, la quale è un concentrato di spinte e controspinte, di fenomeni diversi che coesistono e che, quando sono di segno opposto, non determinano affatto una lotta per l’esclusione, nel senso che il sopravvento dell’uno decreti, in via definitiva, la scomparsa o la soccombenza dell’altro, ma un continuo rimescolamen-to, un alternarsi di vittorie e sconfitte, da accogliere in “serena fraternità con il divenire”.Questo particolare approccio tende a tenere insieme tutto: le istanze di glo-balizzazione e il localismo espresso dai nazionalismi ancora fiorenti nel mondo, la spinta verso il religioso ed il suo con-traltare, rappresentato non dal laicismo, piuttosto dalla affermazione del relati-vismo, come nuova forma di dittatura del pensiero. Alla sua base, tuttavia, non vi è certo uno spirito conciliativo, che tenda, cioè, a minimizzare la portata dello scontro e l’esistenza delle differen-ze ideologiche e culturali.

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La Ruota - 9

Alla sua base vi è, invece, l’amara con-sapevolezza del declino dell’Occidente e la perdita o l’erosione di ogni bastione di certezza che accompagna tale declino, per cui anche il diritto si consegna ad una dimensione di limitata temporanei-tà, e rimpicciolisce, per così dire, le sue ambizioni.In questa costruzione il nichilismo giu-ridico non è percepito come una deriva fatalista, con quel tanto di morboso compiacimento che in genere si insinua nella visione del tramonto di un’epoca.Per alcuni, infatti, questa forma di nichi-lismo prende vita dalla precisa coscienza secondo la quale ragioni complesse di carattere storico-culturale rendono inutile il tentativo di ristabilire una tensione di tipo etico tra diritto e giustizia. Ciò, tuttavia, non deve essere vissuto come un’amputazione ingiustificabile, un dato problematico, perché è, a suo modo, un segno adattativo dei tempi. Dà forma alla necessità di riconoscere l’esistenza di una norma ridotta ormai ad una sola dimen-sione, espressione soltanto del potere civile, non più costretta a misurarsi con la dimensione etica o del trascendente.Una sola dimensione, un solo giudice, un solo foro, quello del diritto positivo.Si torna così al positivismo giuridico che ha rappresentato il nostro punto di partenza.Ma torniamoci per porre di nuovo la domanda cruciale: è possibile conciliare diritto e giustizia ? oppure dobbiamo davvero concludere che il diritto vive in condizioni di grave precarietà e che, dunque, non possiamo illuderci che pos-sa anche esprimere istanze che vadano più in la di un passabile equilibrio degli interessi in gioco ? La risposta che a me pare accettabile è quella che viene, ancora una volta, da Zagrebelsky. Risposta realista, ma non volgarmente pragmatica. Lucida, ma non espressione di un’accorata rassegnazione.In realtà, non è possibile - secondo Zagrebelsky- concepire la giustizia in termini di un’idealità assoluta, che vada bene per ogni epoca e per ogni indi-viduo. La storia stessa dimostra che i tentativi di imporre un’idea astratta di giustizia, quando hanno potuto contare sulla forza costrittiva del diritto, hanno partorito aberrazioni letali per l’umanità.E’ stato così per la Rivoluzione francese, è stato così per il nazional-socialismo e per le altre esperienze totalitarie del Novecento.La ragione è che l’idea di una giustizia assoluta è puramente illusoria, attinge

alla sfera del mito. Non è certamente una cosa cattiva che l’uomo coltivi questa antica aspirazione, ma è bene avere co-scienza che la ricerca potrà solo esprimere uno stato di tensione e mai raggiungere un’ acquisizione incontestabile. Anche colui che abbia o ritenga di avere le più genuine e sincere intenzioni e il perfetto convincimento di servire la vera giustizia, sarà comunque portatore della sua idea di giustizia. Nemmeno il principio più ampio e distributivo di giustizia, quello dell’“a ciascuno il suo”, sfugge a questa regola. Perché, a ben guardare, è un principio formale, privo di contenuto. La sua ge-nerale accettazione è proprio dovuta al fatto che non specifica cosa sia il “suo”, cioè quel che ognuno si merita. Natural-mente, se dovesse farlo non potrebbe che formulare una regola secondo un certo punto di vista; ma scegliere tra possibili opzioni aperte, significa stabilire la prevalenza di una di questa opzioni, e di qui sancire la relatività del criterio, che è l’esatto contrario della sua pretesa assolutezzaDel resto- aggiunge Zagrebelsky, ricor-dandoci di quali nequizie sia lastricata la strada della ricerca umana di formule assolute di giustizia- gli ebrei, gli oppo-sitori politici, i perseguitati dal regime, giungendo al campo di Buchenwald sull’insegna che ne sormontava l’ingres-so potevano leggere la seguente scritta “Jedem das seine”, che in tedesco signi-fica “ a ciascuno il suo”.Coltivare la virtù del dubbio, sorvegliare

sulle pretese di assolutezza, è l’unica ragionevole speranza di non rovescia-re nell’uso della forza la nostra idea di giustizia, di non ammantare col diritto la prepotenza, di non fare della legge la copertura del nostro arbitrio.Dobbiamo allora rinfoderare ogni nostra ambizione? La risposta non è, purtroppo, affidata alla liberatoria forza di un monosillabo, non è racchiusa né in un “sì”, né in un “no”. Come si usa dire, è una rispo-sta complessa, almeno quanto lo è la domanda.Se è vero, come è vero, che è fuori della misura dell’uomo un’idea di giustizia assoluta, dobbiamo avere cognizione di questo limite; esso deve funzionare per noi come un monito, deve aprirci gli occhi su ogni falso profeta, deve essere l’anti-doto contro il torpore delle coscienze.È anche vero, tuttavia, che non deside-riamo che la produzione delle leggi si riduca, come pessimisticamente osserva Natalino Irti, ad un vuoto esercizio di potere che dispensa e affastella norme, una macchina priva di anima che ha perso ogni rapporto con la sostanzialità dei suoi riferimenti valoriali.Non vi è allora che accedere all’idea di giustizia come tensione etica dell’eserci-zio legislativo. Questa idea di giustizia è sì impregnata di relativismo, ma non appare viziata da supponenza intellettuale. Non è, insomma, il rifiuto aprioristico di una misura più alta di ricerca, che si appaga della autosufficienza del proprio metro di pensiero.Questa idea di giustizia- che rifiuta la dimensione lontana e irraggiungibile del mito- si proietta in quella, umile ed umana, di perenne ricerca, quasi l’inverazione del Discorso delle beatitu-dini, che santifica l’uomo che ha sete di giustizia; e ne ha perché in fondo non l’ha ancora raggiunta.In questa chiave si rivela veramente come universale il tema della giustizia nella maniera in cui venne trattato dal nostro più grande uomo di teatro del secolo scorso.Eduardo concepì appunto la giustizia come una ricerca, una ricerca negata nei confronti degli strati più deboli e indifesi della società. Filumena ha fame di giustizia, come sappiamo ha atteso inutilmente per anni. Il piccolo mariuolo- Vincenzo De Preto-re- è in credito con la società e attende che gli sia data giustizia. Purtroppo la sua ricerca verrà interrotta, sul più bello, >

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10 - La Ruota

da un colpo di pistola. Continuerà a reclamarla nell’aldilà, e forse la sua sup-plica sarà finalmente ascoltata. Antonio Barracano è dispensatore nel suo quartiere di una minuta giustizia ed esercita questa sua prerogativa in nome di un’umanità esclusa ed umilia-ta, di cui egli è il riscattato campione. Il suo ostinato e folle progetto rimarrà incompiuto.Carlo Saporito, perseguitato dai suoi so-gni inquieti, cerca giustizia per un amico che suppone vittima dei suoi perfidi vicini. Si arrenderà di fronte allo spetta-colo dell’indifferenza e dello squallore morale.Anche l’invasato Ferdinando, accanito dissipatore delle proprie fortune inse-guendo il sogno di un’impossibile vincita al lotto, invoca giustizia, una beffarda giustizia risarcitoria, sembrando quasi ottenerla per strane e divinatorie vie.Coerente nella vita e nella scena, anche quando fu senatore a vita, vecchio e stanco, questo grande e schivo compa-triota continuò a vagheggiare un mondo più giusto e si occupò fattivamente dei ragazzi napoletani meno fortunati, rinchiusi nel carcere minorile di Nisida, sperando di sottrarli a un destino di malavita.Forse questo desiderio ardente di giustizia si nutrì lungamente del senso di ribellione che Eduardo un giorno provò nel vedere un giovane recluso percuotersi il viso, per disperazione, con i ferri delle manette, fino a far sgorgare sangue a fiotti dalle ferite. Era il modo di questo sventurato uomo di protestare contro una sentenza troppo pesante, una condanna ingiusta.Eduardo dichiarò che tutta la sua produ-zione teatrale nasceva da un sentimento di protesta civile, da uno scatto d’indi-gnazione verso la sopraffazione, il raggi-ro, l’abuso sistematico della buonafede, l’ipocrisia gaglioffa dei potenti. L’ansia per una società più giusta e so-lidale, “più quadrata e meno rotonda”, fu il timbro morale del suo teatro, una lezione in cui si fondono la potenza cre-atrice del genio e un incoercibile rigore, temperato da un umanissimo senso di pietas.

ROTARY CLUB LATINA - ROTARY CLUB TERRACINA FONDIDISTRETTO 2080

.RYLA.ROTARY YOUTH LEADERSHIP AWARDS

è il programma rotariano di formazione rivolto ai giovani dai 14 ai 30 anni che si prefigge di sviluppare le qualità di leadership, il senso di responsabilità civica e la crescita personale:

dimostrando l’interesse del Rotary per le giovani generazioni, offrendo un programma efficace di formazione

a coloro che abbiano dimostrato una predisposizione di leadership;incoraggiando i giovani a svolgere un ruolo di guida tra i loro coetanei,

riconoscendo il loro contributo alla comunità.

latina - 31 maggio 2008

commissione RYLArotary club latina: [email protected] - [email protected]

rotary terracina fondi: [email protected]

COMUNICAZIONELA

IN COLLABORAZIONE CON

RYLA(ROTARY YOUTH LEADERSHIP AWARDS)

ROTARY CLUB LATINA - ROTARY CLUB TERRACINA-FONDI

.... LA COMUNICAZIONE...

P R O G R A M M A D I M A S S I M A

LUOGO DI SVOLGIMENTO: LATINA 31 maggio 2008 presso la Sede di LAZIO TVVia Coletta, 22T. O773 240632 - 0773 683023

- quota di partecipazione: gratuita- numero dei partecipanti 16/20 max- iscrizione a Rotary Club Latina: modulo in www.rotarylatina.it -

e-mail: [email protected] - [email protected] e [email protected] Rotary Club Terracina Fondi - e-mail: [email protected]

- sono compresi nella partecipazione: meteriale didattico; frequenza del RYLA, coffee freak, buffet- inizio dei lavori ore 9,30 del 31 MAGGIO 2008

si vogliono informare gli studenti dell’ultimo anno dei licei classiciche stanno maturando la decisione dei corsi universitari

da intraprendere sulle caratteristiche del lavoro di giornalista o comunque di addetto alla comunicazione

Dopo la presentazione del Corso da parte dei rappresentanti dei Club Rotary organizzatori, i partecipanti saranno intrattenuti da:

Egidio Fia della Direzione della TV ospitante Raffaella Cesaroni, giornalista e conduttrice SKY TG24Gianluca Rosselli, corrispondente parlamentare del quotidiano LIBERO Fabio D’Achille, grafico.

Ai partecipanti sarà consegnato un attestato di partecipazione.

2008

Articoli da regaloListe di nozze

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Tel. 0773 487666www.riflessidargento.it

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La Ruota - 11

Aprile, mese della stampa e della comunicazioneNel calendario del Rotary Interna-tional, il mese di Aprile è dedicato alla informazione ed alla nostra stampa rotariana, da quella del “The Rotarian” a quella della “Voce del Rotary”, per arrivare alla nostra “La Ruota”, ormai presente fra di noi da “una vita” e che un po’ tutti desiderano continuare ad avere e che, comunque, raggiunge or-mai oltre un migliaio di nominativi nelle forme cartolari e virtuali. A tutto ciò si uniscono le mille voci che si incrociano nel web, con la miriade di “www” istituzionali del Rotary e poi quelli dei club, delle manifestazioni che realizzano, delle iniziative che progetta-no e che realizzano.Insomma, forse anche tanto, un tanto che gira fra di noi anche in una “abitu-dine” ormai consolidata che dovrebbe ogni tanto essere anche “provocata e smossa” se non si vuole che tutto quan-to si profonde ed il denaro che spendia-mo non sia impiegato invano o quasi. “Abitudine” (a quel che porta appunto l’abitudine: alla non lettura, alla lettura veloce, all’ignoranza) che, purtroppo, fa esistere una enormità di soci che non sanno bene cosa sia il Rotary e cosa siano alcune sue specificità che in fondo ci rendono diversi, soci che protestano le richieste di contributi alla (quanto conosciuta?) Fondazione, anche quando passassero attraverso iniziative lodevo-li, come uno spettacolo, un concerto, un’ottima pubblicazione o incisione, altri che non vogliono “impicciarsi” in opera-zioni col nome strano come “matching grant”. Ma anche, nelle riunioni, che si parli sì di Rotary ma non più di tanto.Altro che “Rotary shares” o “è condivi-sione” da perseguire!Comunque la nostra stampa e tutti i no-stri mezzi di comunicazione devono ser-vire perché il mondo ci conosca, sappia chi siamo e cosa facciamo; sappia che il nostro è un impegno serio e credibile per cui possono sentire di collaborare: tutti, dai singoli ad aziende che possano sponsorizzare nostre iniziative.Quest’anno abbiamo “intensamente” cercato di smuovere un po’ il modo di costruire il nostro giornale: ed allora la rivisitazione grafica, l’intervento degli ultimi dieci Presidenti, quello bellissi-

mo delle socie e delle consorti, quello prossimo dei soci di “giovane mili-tanza”. Eppoi abbiamo voluto che le nostre iniziative (che dovevano e sono state “importanti”) avessero la migliore pubblicità in manifesti, locandine, inviti, apparizioni sulla stampa ed in TV (la scelta di un “addetto stampa del Club” è stata indovinata) e la città s’è accorta di noi, ci ha chiesto di dire, ha voluto saperne di più, provocando simpatia, un buon aumento di nuovi soci, potendo quindi far giungere ad eventuali sosteni-tori la nostra legittima richiesta di aiuto, di sponsorizzazione.Mi piace pensare che si sia ormai consi-

derato che non è sufficiente raccontarci tutto al nostro interno, anche autoce-lebrandoci, e che si sia compreso che il nostro compito, se deve essere efficace e proficuo (in termini rotariani) deve essere aperto all’esterno.E come prossima tappa, vorrei che LA RUOTA arrivasse dappertutto, partico-larmente nelle scuole, nelle Università, laddove si creano le prime, più impor-tanti convinzioni di vita. Ma con calma, ricercando innanzitutto chi, credendo in noi, può aiutarci con le sponsorizzazioni, cercando di sfruttare tutti i mezzi tecnici possibili. Galileo

perchè’ il nostro giornale sia piu’ di tutti, piu’ partecipato,

piu’ giovane, piu’ vivo,abbiamo indirizzato ai soci di “piu’giovane militanza” questa lettera:

Caro Amico,le nostre iniziative possono rivenire da notizie, avvenimenti, provo-

cazioni, circostanze più o meno significative che rileviamo nella società attor-no a noi; possono altresì essere intraprese da idee, proposte dei soci edanche dalla conoscenza che si ha dei soci stessi, particolarmente quelli di piùgiovane militanza.

Questa conoscenza, che si auspica possa poi diventare amicizia, sirealizza negli incontri che siamo soliti fare ma anche, ad esempio, esprimen-do un pensiero sul Rotary o sulla recente conoscenza e frequentazione delRotary stesso su LA RUOTA, attraverso il quale giornale ci si può infatti cono-scere e riconoscere, anche scambiando idee ed opinioni.

In questa annata LA RUOTA è stata proficuamente "partecipata" dagliultimi "dieci presidenti", dalle "socie e le consorti dei soci" e vorrei, con gliamici della "redazione", che lo fosse stavolta dai soci di più giovane militan-za.

Ti sarei quindi grato, amico socio di "giovane militanza", se volessi,con poche righe, dirci cosa ti sembra questo nostro Rotary oppure cosa tiaspetti da esso o anche cosa ti piacerebbe che il Club possa realizzare per ilconseguimento dei fini, degli obiettivi del Rotary stesso che hai colto o intra-visto nel tempo della tua frequentazione del Club.

La tua partecipazione nei termini suddetti sarà certo un contributo pre-zioso per il Club ma anche -sono convinto- per te stesso: già ti vedo inte-ressato ed impegnato a cosa fare, a cosa eventualmente scrivere, forseanche a dire … ed è già un piccolo successo!

Ti ringrazio sin d'ora per quanto vorrai fare.

galileo

dai, facciamo LA RUOTA sempre più bella!

La Ruota

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12 - La Ruota

I giorni dell'antipolitica

04100 LATINA - Via A. Diaz, 5Tel. e Fax 0773 694396

TOMMY HILFIGER

Visti...dalontano Rubrica di "opinioni" su avvenimenti e personaggi del nostro tempodi PASQUALE BOSSA

Alla vigilia di una consultazione elettorale politica anticipata, e quindi già segno di un disagio, e per questo importante, forse decisiva per il nostro assetto futuro, traversiamo una stagio-ne di disaffezione verso la politica, fino ai limiti di qualche manifestazione di vera e propria antipolitica.Il fatto è almeno inquietante. Tanto più che non è privo di moativazio-ni. Il Paese sente il peso, sempre più soffocante, di un sistema politico-amministrativo fortemente datato, che non si è rinnovato né adeguato nel tempo e che ha prodotto la incrosta-zione e la stratificazione, dai vertici sino alla più diffusa periferia, di una rete di posizioni di potere parassitarie, onerosissime e sempre in lotta tra di loro. Per il suo peso e la sua comples-sità, questo apparato non è in grado di esprimere una linea politica efficace, ma assorbe risorse a grado tale da impedire di fatto lo sviluppo necessario per mantenere quella posizione nel mondo, che pure siamo stati in grado di raggiungere. Un apparato che si è ormai consolidato, elaborando mec-canismi di auto-mantenimento e di auto promozione che rendono difficile ogni pur urgente rinnovamento.Eppure, questa deprecabile situazione non ci deve far dimenticare che la politica è la componente fondamen-

tale di ogni società umana civile e libera, per quanto libera sia possibile per l’uomo.La convivenza, in seno ad essa, è frut-to di quella mediazione continua tra i vari e singoli interessi, che costituisce appunto la “politica”. Essa si riduce e scompare quando la società perde la sua libertà. “Qui non si fa politica, si lavora” è una imposizione che noi abbiamo già sperimentato nella nostra storia e che si ritrova costantemente laddove manchi la libertà.La politica è perciò, per una società libera, essenziale come l’aria che tiene in vita. E come l’aria, però, è dannosa e può uccidere se è cattiva. Dunque, il nostro Paese ha bisogno non di liberarsi della politica, ma di affrancarsi della cattiva politica, che, purtroppo, si è ormai largamente diffusa e radicata.Questa, forse, è la vera sfida che ci attende: rompere il circolo vizioso che si è instaurato tra le varie componenti di questo sistema di potere centrale e periferico, volto a creare e mantene-re una nomenclatura paralizzante e parassitaria.Se la prossima scadenza elettorale non produrrà un governo in grado di governare veramente, sarà ancora più difficile uscire dalla crisi attuale, che, in Europa e nel mondo, ci fa scadere sempre più in basso. La formazione,

che in questa circostanza si va pro-filando, di due grandi forze eletto-rali contrapposte, tendenzialmente maggioritarie, potrebbe costituire una condizione favorevole a questa possibilità, qualora si realizzi una vera maggioranza e una opposizione non paralizzante, senza più la presenza di formazioni politiche minime, ma necessarie a maggioranze artificiose, come quelle che finora hanno pesan-temente condizionato ogni capacità effettiva di governo.Questo, però, non deve escludere dall’agone politico nessuno, cosa non compatibile con la democrazia, ma solo impedire a chi non riesce ad avere una sufficiente consistenza di aderenti di assumere, con percentuali esigue di consensi elettorali, lo strapotere di condizionare e paralizzare la vita politi-ca di tutta la nazione.Solo una maggioranza solida, anche con il sostanziale consenso di una seria e consapevole opposizione, può intra-prendere le riforme necessarie a mo-dificare un sistema politico, nel quale sinora, e con un andamento progres-sivo, si sono tutelati interessi del tutto diversi da quelli veri del Paese.

Giuseppe ROVACCHI 19 marzoCarlo Amedeo ASCARI 23 marzoCarlo Frascone 23 marzo

Alfredo LOFFREDO 3 aprileEdy GOVETTO 3 aprileSusanna BUSCO 3 aprileLuciano DE SIMONE 14 aprileHamid Reza RAHIMI 14 aprileFrancesco DE BIASE 15 aprileLidano GRASSUCCI 17 aprileGiorgio LODDO 23 aprilePasquale TARRICONE 23 aprile

Buon compleanno a:

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La Ruota - 13

IL CLUB DI LATINA DEL PANATHLON INTERNATIONAL

FESTEGGIA I SUOI 50 ANNI

CON UN PREMIO LETTERARIO

PER LA SOLIDARIETA’IL FAIR PLAY

E L’ETICA SPORTIVA

CON QUESTO CALENDARIO:

4 AGOSTO 2008TERMINE PRESENTAZIONE OPERE

25 AGOSTO 2008RIUNIONE DELLA GIURIA

SETTEMBRE 2008CERIMONIA DI PREMIAZIONE

DEI VINCITORI

PER INGORMAZIONi:

ANDREA GIANSANTIVIA S.MARINO,9 - 04100 latinae-mail: [email protected]

Andare in visita ed imparare

da IL TERRITORIO dell’11 marzo 2008

siamo felici che l’eccellenza sia fra di noi!complimenti Gianni, veramente tanti!

Ieri sera, 28 marzo, sono stato ospite del Club Latina Circeo che ri-ceveva il Governatore Franco Arzano. Ovviamente, e come sempre, quando arriva il Governatore a far visita, è sempre una festa; poi, quando av-viene con l’entusiasmo e con i modi autenticamente napoletani di Gianni Baiano, è festa particolare e per dav-vero bella.E lui, il Governatore, si è piacevolmen-te sintonizzato con Gianni, dimostran-do quanto questo suo lavoro lo fa sì con impegno professionale ma anche con passione, perché anche un po’ si commuove di fronte a quella bellissima schiera di giovani dell’Interact e del Rotaract.Ma i giovani sono una costante negli intereventi di Franco: i giovani perché sono giovani (ed in questo assun-to si sottolineano mille e più “punti di forza” del loro esserci), perché sono migliori di noi quando eravamo giovani, perché senza i giovani non c’è futuro, perché dai giovani meglio conosciamo questa società e quindi me-glio facciamo questo nostro Rotary. Ed io, quando sento che anche il Go-vernatore parla a questa maniera e con tanta convinzio-ne dei giovani, sono tanto orgoglioso e mi ritrovo in sintonia con quel che dice: la linea strategica dell’annata del Club basa, infatti, sui giovani, che sono stati i titolari e

relatori delle nostre conviviali, che in buon numero sono stati i nuovi soci del Club.Belle, bellissime le iniziative del Club “figlioccio”, particolarmente quella per la lotta alla malaria, dalla quale mi sono da sempre sentito “attratto”, attendendo l’avvio di un programma di lavoro comune che ancora non c’è. L’argomento è tanto “serio” che meriterebbe un’adeguata, concreta organizzazione, anche con il supporto del Distretto, perché possa diventare -e l’ha detto iersera anche il Gover-natore- importante come la “polio-plus”, nata, sappiamo tutti, proprio in Italia.Comunque, complimenti Gianni & consorte, complimenti a tutti gli amici che gli vogliono essere vicini, grazie di avermi fatto partecipare alla vostra bella e “corroborante” festa, peraltro presente il Governatore! Galileo

IL CLUB DI LATINA DEL PANATHLON INTERNATIONAL

FESTEGGIA I SUOI 50 ANNI

CON UN PREMIO LETTERARIO

PER LA SOLIDARIETA’IL FAIR PLAY

E L’ETICA SPORTIVA

CON QUESTO CALENDARIO:

4 AGOSTO 2008TERMINE PRESENTAZIONE OPERE

25 AGOSTO 2008RIUNIONE DELLA GIURIA

SETTEMBRE 2008CERIMONIA DI PREMIAZIONE

DEI VINCITORI

PER INGORMAZIONi:

ANDREA GIANSANTIVIA S.MARINO,9 - 04100 latinae-mail: [email protected]

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14 - La Ruota

giardini pubblici “arnaldo mussolini”

gc

E siamo giunti all’inaugurazione del Parco Giochi Paul Harris, per unprogetto nato quanto era Presidente del Club Giorgio Loddo e realizzato

da noi rotariani, con l’aiuto di amici, tra cui Guglielmo Saurini, alloraConsigliere Comunale, l’Assessore arch. Maurizio Guercio e la com-

prensione determimante del Sindaco di Latina, on. Vincenzo Zaccheo.Ringraziamo tutti e vogliamo sperare che questo importante segno

“rotariano” nella città sia di buon auspicio per continuare in un impegno di “condivisione”!

"Boutique Guidi"Piazza della Libertà, 52 - 04100 LatinaTel. e Fax 0773 480669 - E-mail: [email protected]

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19 Aprile 2008 - Ore 11,30

Inaugurazione del Parco Giochi "Paul Harris"

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La Ruota - 15

Spesso gli uomini si odiano perché hanno paura l'uno dell'altro; hanno paura l'unodell'altro perché non si conoscono; non si conoscono perché non possono comunicare;

non possono comunicare perché sono separati.

ma lui, loro avevano un sognoRicorre quest’anno il quarantesimo anniversario del sacrificio di Martin Luther King, l’uomo che è divenuto il simbolo di una delle conquiste più importanti della storia moderna, insieme a personaggi della statura di Gandhi e di Mandela.Sono trascorsi appena quarant’anni, un soffio per la storia, da quell’even-to luttuoso e criminale. Da poco si era levata la voce solenne e corag-giosa del futuro martire: “Io ho un sogno” aveva proclamato all’Ame-rica e al mondo. Il suo non era un sogno fragile, vacuo, romantico e irreale. Era la espressione di una convinzione profonda su un inevi-tabile tragitto della evoluzione della società umana, da sostenere con fermezza, anche a costo della vita, come difatti poi accadde. Oggi la cronaca, e con essa le rappresenta-zioni più dirette del costume, costi-tuite dai massmedia e dalla video-filmografia corrente, ci mostra una società americana sempre più naturalmente e fisiolo-gicamente multirazziale, in cui i ruoli più comuni e quelli più rappresentativi

del tessuto sociale sono ricoperti da soggetti di razze diverse. Anche se il cammino non è certo completo, il punto di non ritorno è stato abbon-dantemente sorpassato. Nei telefilm di oltreoceano vediamo sempre più spesso giudici e poliziotti, medici e avvocati, rapinatori e politici, scien-ziati e manager di razze diverse e la cronaca vera ci conferma in que-sta realtà. Dopo Colin Powell, che bianco non è, attualmente il ruolo di Segretario di Stato del governo degli USA, che è quello investito forse del potere maggiore al mondo dopo il Presidente, è ricoperto da una donna di colore e tra i più accreditati concorrenti alle prossime elezioni presidenziali figura il giovane sena-tore afro americano Obama.Il continente nuovo e, in particolare, gli USA hanno assunto, negli ultimi secoli della storia moderna, il ruolo di grande crogiuolo sperimentale di incontro e di fusione delle diverse

razze umane, che popolano il pianeta e che inevitabilmente

il progresso dei mezzi di

comunicazione e di trasferimento mescolano, nell’inarrestabile proces-so della globalizzazione. Sul piano biologico, la nuova umanità, che ne deriverà nel corso dei secoli futuri, dovrebbe essere migliore, in quanto l’incontro di geni diversi è un mec-canismo di evoluzione positivo. Ma a noi, oggi, più che queste riflessioni sul futuro, che non è di facile previ-sione, viene da farne altre sulla storia recente.Nel secolo ventesimo si sono con-frontate e scontrate due concezioni e due proposte di organizzazione sociale e politica antitetiche, non compatibili, irriducibilmente contrap-poste. Lo stato attuale dello scena-rio complessivo del pianeta mostra la sopravvivenza all’impatto con la realtà e, anzi, la decisa superiorità del modello in cui il sogno di un Luther King si può concretamente avverare. E in cui per tutti gli uo-mini di buona volontà sia lecito e consentito, anzi giusto e opportuno, “avere un sogno”, come l’uomo che nel 1968 il suo sogno di libertà e di giustizia promosse con il sacrificio della vita. Pasquale Bossa

Spesso gli uomini si odiano perché hanno paura l'uno dell'altro; hanno paura l'uno dell'altro perché non si conoscono; non si conoscono perché non possono comunicare;

non possono comunicare perché sono separati.ma lui, loro avevano un sogno

io ho unsogno!

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16 - La Ruota

Il "nostro" RotaractFinalmente! Era ora che i ragazzi del Rotaract cifacessero partecipi di ciò che combinano.Abbiamo sempre cercato di vivere con i giovani unrapporto di disponibilità e collaborazione che andas-se oltre quelle che sono le regole non scritte delpatrocinio.Ci siamo sempre adoperati perché i nostri giovanipotessero riferirsi al Rotary come ad un sicuroapprodo nel quale trovare sostegno e comprensioneagli entusiasmi giovanili che la loro giovane etàforse non era in grado di plasmare al meglio.Ci ritroviamo, invece, ad ascoltare in silenzio, chi leloro attività descrive e captiamo, al di là della giusti-ficata emozione di chi parla ai "Grandi Del Rotary",non solo una personale soddisfazione per ben averoperato, ma l'orgoglio di chi racconta per racconta-re, non per averne un consenso o un plauso, masolo perché quel rapporto indelebile tra noi e loroesiste e si perpetua proprio se ciascuno opera nellaconsapevolezza di aver applicato i principi dellarotarianità.Ed allora ci fa piacere sentire di iniziative - note aipiù, peraltro - che hanno coinvolto la collettività eche sono state condotte con il solo scopo dimostrare alla comunità che i ragazzi del Rotaracthanno il senso della memoria e del rispetto di essaben ancorato nel cuore.Non solo, perché il Rotaract è anche amicizia. E sipuò vivere il principio del "servire" anche conallegria e spensieratezza, così come hannofatto e continuano a fare i soci del Rotaract ClubLatina. I nostri ragazzi

La redazione.

le socie, le consorti, in una di quelle sere del “burraco”, per costruire qualcosa come le formichine!

G R A Z I E!G R A Z I E !

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La Ruota - 17

GIUSEPPE RASILEClass. Credito e finanza

Banca Popolare

FIORELLA RICCIARDIClass. Istruzione e Ricerca

Insegnamento Liceo scientifico

FEDERICO BIZZARRIClass. Insegnamento universitario

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Aeronautica - Comandi operativi in quiescienza

MARIA LUIGIA FERDINANDIClass. Attività libere e professioniVeterinario

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GIANLUCA CARFAGNAClass. Attività libere e professioniAvvocati - Diritto amministrativo

BRUNO FRATTASIClass. Amministrazione PubblicaMinistero dell'Interno - Prefettura

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18 - La Ruota

3 GiovedìSede di Via Adige"Ore 19.30 - Riunione congiunta del Consiglio Direttivo 2007/2008 e 2008/2009.

conosciamo la società di oggi dai giovani per fare sempre meglio rotary

10 GiovedìRistorante "Casablanca"Ore 20.30 - Riunione conviviale con familiari. Relatore della serata sarà Farhad Pezeshki, giornalista iraniano in Italia.

conosciamoci di più per essere amici e fare sempre meglio rotary

17 GiovedìRistorante "Casablanca"Ore 20.30 - Caminetto.Relatore della serata sarà il socio Francesco Maneschi, primario di ginecologia e ostetricia dell'ospedale S. M. Goretti di Latina che ci par-lerà della "donazione del sangue del cordone ombelicale".

19 SabatoGiardini pubblici "Arnaldo Mussolini"Ore 11.30 - Inaugurazione parco giochi "Paul Harris".

conosciamoci di più e apprendiamo importanti occasioni per cercare di essere utili ed efficaci

24 GiovedìRistorante "Casablanca"Ore 19.30 - Riunione congiunta del Consiglio Direttivo 2007/2008 e 2008/2009.Ore 20.30 - CaminettoRelatori della serata saranno i soci Ivan Sime-one e Giancarlo Scala che ci parleranno del "Microcredito".

Si prega vivamente di confermare la propria par-tecipazione alla Signora Bianca (T. 0773 697062) entro il martedì precedente la riunione. È ovvia-mente confermato che le Consorti sono gradite ospiti anche ai “Caminetti”

6 GiovedìRistorante "Casablanca"Ore 18.00 - Riunione del Consiglio Direttivo.

13 GiovedìRistorante "Casablanca"Ore 19.00 - Assemblea dei soci.

20 GiovedìRistorante "Casablanca"Ore 20.30 - Riunione conviviale con familiari.

Programma Marzo 2008

Programma Aprile 2008

Il Past Governor Marco ClaudioRandone ha telefonato per compli-mentarsi con la redazione de LARUOTA per l'ultimo numero "e stavol-ta Rotary donna".Ci incoraggia a continuare, ancheraccomandandoci, con il suo simpati-cissimo stile, di stare attenti a quelche scriviamo, “perché Lui sempre cilegge con attenzione”!Comunque, grazie a Te ClaudioRandone, grazie per l'attenzione, peri complimenti e per l'incoraggiamen-to.

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