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SCENARI_MONDO 42 Panorama | 12 novembre 2014 L a paladina dei più deboli massacrata dagli integralisti islamici in Libia, le ragazze sfregiate con acido in Iran per- ché non portano un velo adeguato, le spose bambine nello Yemen e le mogli schiave che si danno fuoco in Afghani- stan perché hanno perso ogni speranza. Sono solo alcuni esempi delle vessazioni di cui sono vittime le donne in molti paesi. Una lunga lista di Stati, tra i quali rientra anche l’India, la più grande democrazia del mondo, dove si registra lo stupro di una don- na ogni 22 minuti. La Cina, invece, chiude un occhio sulla tratta delle vietnamite vendute come mogli o schiave del sesso. Sono almeno 603 milioni le donne che vivono in un paese nel quale le violenze domestiche non vengono considerate un crimine. L’Iran, la Somalia e il Sudan non hanno firmato la Convenzione dell’Onu per eliminare tutte le discriminazioni nei confron- ti delle donne. Ma neanche gli avanzati Stati Uniti, d’altro canto, l’hanno ancora ratificata. La discriminazione femminile è ancora più grave quando si mescola a quella reli- giosa, come nel caso della cristiana Asia Bibi condannata a morte in Pakistan per blasfe- mia. Tragicomici i di- vieti arcaici in vigore in Paesi come l’Arabia Saudita, che continua a vietare alle donne la possibilità di guidare l’automobile. Allar- mante, invece, la violenza dei movimenti terroristici come Isis e Boko Haram, intenti a costruire il Califfato dalla Siria all’Iraq fino alla Nigeria, condannando le donne a un eterno Medioevo. Fausto Biloslavo © RIPRODUZIONE RISERVATA Matrimoni forzati, violenze domestiche, stupri, ma anche analfabetismo e imposizioni arcaiche: è la mappa del Medioevo Paesi che odiano le d REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO Questo è il paese degli stupri di guerra, ma fra i violentatori non sono mancati i caschi blu delle Nazioni Unite. Nei momenti più feroci della guerra civile almeno 420 mila donne all’anno subi- vano abusi. Secondo fonti congolesi, le vittime sono in media 40 al giorno. NIGERIA Le 200 liceali cristiane rapite lo scorso aprile da Boko Haram, che vuole impiantare il Califfato nell’Africa nera, hanno dovuto convertirsi all’Islam. Nonostante la mobilitazione internazionale, il primo novembre il capo di Boko Haram, Abubakar Shekau, ha annuncia- to che le studentesse «sono state date in moglie» ai suoi tagliagole. Altre 60 ragazze del Nord della Nigeria sono state rapite dalla setta integralista a ottobre. SUDAN Dal 1991 le donne in Sudan rischiano 40 frustate per l’articolo 152 del codice penale, che punisce qualsiasi comportamento o abito contrario alla pubblica decenza. Amira Osman Hamed, un’at- tivista sudanese, continua a essere accusata di «indecenza» perché non vuole coprirsi la testa con il velo. Lo scorso luglio, grazie all’intervento italiano, è stata liberata Meriam Yahia Ibrahim Isha, condannata a morte perché cristiana. LIBIA Dopo il crollo del regime di Gheddafi, le donne libiche sono finite nel mirino degli integralisti. Il 25 giugno è stata massacrata a pugnalate, e poi finita con un colpo di pistola alla testa, l’avvocato Salwa Bugaighis, paladina dei diritti delle donne e dei più deboli. L’hanno ammazzata a Bengasi, dove sventola la bandiera nera del Califfato. ARABIA SAUDITA Il primo novembre Souad al Sha- marry, una delle più note attiviste per i diritti delle donne in Arabia Saudita, è stata arrestata con l’ac- cusa di «aver insultato l’Islam». L’avvocato ha difeso le donne che sfidano il divieto di guidare e ri- schiano carcere e frustate. La campagna per le donne al volan- te ha ripreso vigore il 20 ottobre con un tweet: #IWillDriveMyself (io guiderò da sola). Bw 42-43_Pa46_Sc_MondoMappa_d.indd 42 04/11/14 15.34

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42 Panorama | 12 novembre 2014

La paladina dei più deboli massacrata dagli integralisti islamici in Libia, le ragazze sfregiate con acido in Iran per-ché non portano un velo adeguato, le spose bambine nello Yemen e le mogli schiave che si danno fuoco in Afghani-stan perché hanno perso ogni speranza.

Sono solo alcuni esempi delle vessazioni di cui sono vittime le donne in molti paesi. Una lunga lista di Stati, tra i quali rientra anche l’India, la più grande democrazia del mondo, dove si registra lo stupro di una don-na ogni 22 minuti. La Cina, invece, chiude un occhio sulla tratta delle vietnamite vendute come mogli o schiave del sesso.

Sono almeno 603 milioni le donne che vivono in un paese nel quale le violenze domestiche non vengono considerate un crimine. L’Iran, la Somalia e il Sudan non hanno firmato la Convenzione dell’Onu per eliminare tutte le discriminazioni nei confron-ti delle donne. Ma neanche gli avanzati Stati Uniti, d’altro canto, l’hanno ancora ratificata.

La discriminazione femminile è ancora più grave quando si mescola a quella reli-giosa, come nel caso della cristiana Asia Bibi condannata a morte in Pakistan per blasfe-mia. Tragicomici i di-vieti arcaici in vigore in Paesi come l’Arabia Saudita, che continua a vietare alle donne la possibilità di guidare l’automobile. Allar-mante, invece, la violenza dei movimenti terroristici come Isis e Boko Haram, intenti a costruire il Califfato dalla Siria all’Iraq fino alla Nigeria, condannando le donne a un eterno Medioevo. Fausto Biloslavo

© riproduzione riservata

Matrimoni forzati, violenze domestiche, stupri, ma anche analfabetismo e imposizioni arcaiche: è la mappa del Medioevo femminile.

Paesi che odiano le donne

repubblica democratica del congoQuesto è il paese degli stupri di guerra, ma fra i violentatori non sono mancati i caschi blu delle nazioni unite. nei momenti più feroci della guerra civile almeno 420 mila donne all’anno subi-vano abusi. secondo fonti congolesi, le vittime sono in media 40 al giorno.

nigeriaLe 200 liceali cristiane rapite lo scorso aprile da Boko Haram, che vuole impiantare il Califfato nell’africa nera, hanno dovuto convertirsi all’islam. nonostante la mobilitazione internazionale, il primo novembre il capo di Boko Haram, abubakar shekau, ha annuncia-to che le studentesse «sono state date in moglie» ai suoi tagliagole. altre 60 ragazze del nord della nigeria sono state rapite dalla setta integralista a ottobre.

sudandal 1991 le donne in sudan rischiano 40 frustate per l’articolo 152 del codice penale, che punisce qualsiasi comportamento o abito contrario alla pubblica decenza. amira osman Hamed, un’at-tivista sudanese, continua a essere accusata di «indecenza» perché non vuole coprirsi la testa con il velo. Lo scorso luglio, grazie all’intervento italiano, è stata liberata Meriam Yahia ibrahim isha, condannata a morte perché cristiana.

libiadopo il crollo del regime di Gheddafi, le donne libiche sono finite nel mirino degli integralisti. il 25 giugno è stata massacrata a pugnalate, e poi finita con un colpo di pistola alla testa, l’avvocato salwa Bugaighis, paladina dei diritti delle donne e dei più deboli. L’hanno ammazzata a Bengasi, dove sventola la bandiera nera del Califfato.

arabia sauditail primo novembre souad al sha-marry, una delle più note attiviste per i diritti delle donne in arabia saudita, è stata arrestata con l’ac-cusa di «aver insultato l’islam». L’avvocato ha difeso le donne che sfidano il divieto di guidare e ri-schiano carcere e frustate. La campagna per le donne al volan-te ha ripreso vigore il 20 ottobre con un tweet: #iWilldriveMyself (io guiderò da sola).

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4312 novembre 2014 | Panorama

Matrimoni forzati, violenze domestiche, stupri, ma anche analfabetismo e imposizioni arcaiche: è la mappa del Medioevo femminile.

Paesi che odiano le donne

AFGHANISTANCirca l’85 per cento delle afghane sono analfabete, anche se dal crollo del regime talebano (nel 2001) oltre 3 milioni di bam­bine sono andate a scuola. Dal 70 all’80 per cento delle donne sono costrette a matrimoni forzati. Il risultato è che ogni anno centinaia si danno fuoco per dispe­razione. Il volto simbolo è Bibi Aisha, data in moglie a 12 anni e riempita di bot­te. Fuggita, è stata scovata dal marito che le ha tagliato naso, orecchie e capelli.

SomAlIAÈ al quinto posto nella clas­sifica dei paesi dove la vita per le donne è più difficile. Oltre il 90 per cento delle bambine dai quattro agli 11 anni subiscono mutilazioni genitali. Solo nove donne su 100 partoriscono in con­dizioni sanitarie sicure. Inol­tre, 30 anni di guerra hanno favorito l’uso dello stupro come arma.

YemeNIl 48 per cento delle yemenite si sposano prima della maggio­re età, molte sono mogli a soli otto anni. Per viaggiare e avere un passaporto devono ottene­re il via libera dal marito o dal padre. Un’altra orribile pratica è quella dello stupro delle vitti­me poi reclamate come mogli. Non a caso il tasso di alfabetiz­zazione fra le donne è di appe­na il 35 per cento.

pAkISTANMalala Yousafzai, 17 anni, so­pravvissuta a un attentato dei talebani, ha ricevuto il premio Nobel per la pace grazie alle sue denunce contro l’integra­lismo. Il 90 per cento delle pa­kistane subiscono violenze domestiche e circa un migliaio all’anno sono vittime di omici­di d’onore. Dal 2000 è in car­cere la cristiana Asia Bibi, con­dannata a morte per blasfemia.

INdIANella più grande democrazia al mondo 100 milioni di persone, soprattutto donne e ragazzine, sono vittime del traffico di esseri umani. Ancora oggi si registrano casi di padri che uccidono le figlie alla nascita perché considera­te troppo costose. Nel 2012 sono stati registrati quasi 30 mila stupri. Lo scor­so maggio sette uomini, inclusi un pa­io di poliziotti, hanno violentato e poi impiccato due sorelle di 14 e 15 anni.

cINAMigliaia di donne di Viet­nam e Corea del Nord ven­gono vendute come mogli ai cinesi o come schiave nei bordelli. Per Human rights watch possono valere fino a 5 mila dollari (circa 4 mila euro) a testa. Le stime uffi­ciali (per difetto) riconosco­no che il 25 per cento delle donne in Cina subisce vio­lenze. I giornali cominciano a denunciare lo scandalo e le proteste, come la marcia di 3 mila chilometri, da Pe­chino a Canton, della fem­minista Xiao Meili contro gli abusi sessuali.

IrANIn ottobre almeno sei donne sono state sfregiate con l’acido a Isfahan, perché andavano in giro non abba­stanza coperte. I «moralizzatori» in motocicletta sono stati condanna­ti anche da una parte del clero sci­ita al potere. L’Iran è il paese che ha appena condannato a un anno di carcere Ghoncheh Ghavami, rea di voler assistere a una partita maschi­le di pallavolo.

Nel califfato, il 21 ottobre è stato diffuso il video dell’ulti-

ma giovane lapidata per adulterio dal padre, in Siria. Almeno 500 donne yazide

catturate in Iraq vengono tenute in ostaggio o sono già state vendute come schiave. le volontarie jihadiste giunte dall’europa vengono spesso

arruolate nella polizia religiosa dello Stato islamico per far

rispettare la Sharia.

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