pagine da scienza e movimento n°10

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PREPARAZIONE ATLETICA 5 Scienza e Movimento - N.10 Aprile-Giugno 2017 Il cambiamento di alcuni paradigmi nell’ambito della metodologia dell’allenamento sta orientan- do gli staff tecnici verso la strutturazione di alle- namenti definiti funzionali, attenti cioè alla mul- tiplanarità ed alla sollecitazione della sensibilità cinestesica e propriocettiva, della stabilità dinami- ca del complesso Hip/Core/Scapula, del controllo pre-programmato (feedforward) e reattivo (fee- dback) delle risposte motorie, dell’integrazione delle risposte in schemi motori finalizzati; il tutto per consentire un’esplorazione controllata dei pattern di vulnerabilità, nonché dell’integrazione senso-percettiva tra afferenze visive ed afferenze propriocettive e vestibolari (1,2) . Tale percorso di ricerca sta progressivamente trasformando ed integrando dal punto di vi- sta metodologico le proposte di allenamento soprattutto nell’ambito degli sport di squadra, sempre più attente agli aspetti preventivi e non solo prestativi. Accanto a questa opportunità metodologica, ne scaturisce una seconda, altrettanto rilevante per la tipologia di prestazione richiesta durante i vari modelli prestativi. di Italo Sannicandro Allenamento unilaterale o bilaterale negli sport di squadra? NOTE SULL’AUTORE Dott. Italo Sannicandro Ricercatore Università di Foggia, preparatore atletico professionista Preparatore Atletico Professionista FIGC INTRODUZIONE >>

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5Scienza e Movimento - N.10 Aprile-Giugno 2017

Il cambiamento di alcuni paradigmi nell’ambito della metodologia dell’allenamento sta orientan-do gli staff tecnici verso la strutturazione di alle-namenti defi niti funzionali, attenti cioè alla mul-tiplanarità ed alla sollecitazione della sensibilità cinestesica e propriocettiva, della stabilità dinami-ca del complesso Hip/Core/Scapula, del controllo pre-programmato (feedforward) e reattivo (fee-dback) delle risposte motorie, dell’integrazione delle risposte in schemi motori fi nalizzati; il tutto per consentire un’esplorazione controllata dei pattern di vulnerabilità, nonché dell’integrazione

senso-percettiva tra aff erenze visive ed aff erenze propriocettive e vestibolari (1,2).Tale percorso di ricerca sta progressivamente trasformando ed integrando dal punto di vi-sta metodologico le proposte di allenamento soprattutto nell’ambito degli sport di squadra, sempre più attente agli aspetti preventivi e non solo prestativi. Accanto a questa opportunità metodologica, ne scaturisce una seconda, altrettanto rilevante per la tipologia di prestazione richiesta durante i vari modelli prestativi.

di Italo Sannicandro

Allenamento unilaterale o bilaterale negli sport di squadra?

NOTE SULL’AUTORE

Dott. Italo SannicandroRicercatore Università di Foggia, preparatore atletico professionistaPreparatore Atletico Professionista FIGC

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11Scienza e Movimento - N.10 Aprile-Giugno 2017

Dallo studio dei meccanismi cellulari che, in seguito all’esercizio con sovraccarico, portano all’ipertro� a, risulta ormai chiaro il ruolo predo-minante dello stimolo meccanico.1

Il sovraccarico meccanico, infatti, induce tensio-ni intracellulari e microtraumi, che attivano un complesso di segnali di trasduzione sia intra-cellulari sia extracellulari, che danno inizio alla risposta compensativa.

Osservando atleti di specialità diverse con grossi volumi muscolari si può notare, tuttavia, come pur allenandosi con obiettivi e metodiche

completamente diverse, che questi ottengano comunque livelli di ipertro� a muscolare simili. I powerlifters, ad esempio, ottengono grossi volumi muscolari allenandosi con grossi carichi, un basso numero di ripetizioni e tempi di recu-pero completi tra le serie, in perfetto accordo con il principio che il sovraccarico meccanico porti all’ipertro� a. I bodybuilders, invece, ot-tengono lo stesso risultato in maniera diame-tralmente opposta, dedicando una maggior quantità di tempo al lavoro con carichi medi, un numero di ripetizioni relativamente alto e mantenendo bassi i tempi di recupero.

di Diego CampaciStress metabolico ed ipertrofi a

NOTE SULL’AUTORE

Dott. Diego CampaciLaureato in Scienze e Tecnologie del Fitness e dei Prodotti della Salute presso l’Università di Camerino, è docente per i corsi di formazione di NonSoloFitness.diego.campaci@nonsolofi tness.it

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27Scienza e Movimento - N.10 Aprile-Giugno 2017

Analisi biomeccanica e funzionale degli aff on-di: muscoli coinvolti e corretta esecuzione delle numerose varianti (aff ondi frontali, aff ondi con bilanciere, aff ondi in progressione, aff ondo bul-garo, Overhead Lunge, ecc.)

L’esecuzione degli aff ondi, in tutte le varie mo-dalità, è una pratica particolarmente diff usa per quanto concerne l’allenamento degli arti infe-riori. È possibile proporre un numero davvero

elevato di varianti che incidono sul sovraccarico utilizzato, sugli attrezzi impiegati, e sulla com-plessità generale del gesto.

Nel lungo elenco di opzioni si possono indivi-duare gli aff ondi frontali sul posto e in progres-sione, in avanti (o per caduta), indietro (o per ceduta), con manubri, bilanciere o a corpo libe-ro, aff ondi bulgari, al multipower o su superfi ci instabili, aff ondi laterali e aff ondi combinati.

NOTE SULL’AUTORE

Dott. Pierluigi De Pascalis Laureato in Scienze Motorie, è responsabile della formazione e divulgazione scientifi ca di NonSoloFitness e professore a contratto presso l’Università degli studi di Foggia ([email protected], www.depascalis.net).

DAL WEBTRATTO DA WWW.NONSOLOFITNESS.IT

Affondi: analisi biomeccanica e funzionaledi Pierluigi De Pascalis

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33Scienza e Movimento - N.10 Aprile-Giugno 2017

Ci descriva i suoi primi approcci alla Posturologia.

Tutto è nato da un incontro con il Prof. Bernard Bricot. La mia ex moglie so� riva nella zona lom-bare e cervicale e non avevo tempo per curarla. Ho pensato a Bricot che avevo incontrato in un Convegno. Il suo approccio globale alla per-sona mi era piaciuto. All’epoca ero un giovane Fisioterapista (Kinesitherapeute DE in Francia) e studiavo già Osteopatia. Avevamo una visio-ne comune della Salute. Alla � ne della visita Bernard mi ha proposto di collaborare nel suo centro, il “Centre de Biotherapie”. Era il 1981, a Marsiglia (Francia).

Posturologia e osteopatia, come si integrano queste due discipline?

L’osteopatia si interessa alla mobilità e alla mo-tilità (memoria embriologica). La posturologia studia il sistema tonico posturale e le sue inte-razioni con gli altri sistemi del corpo e princi-palmente il sistema neuro-osteo-mio-fascio-ar-ticolare… nelle quattro dimensioni. La quarta dimensione è il tempo, come diceva Einstein. Nel 1981 praticavo quotidianamente � siotera-pia, posturologia e osteopatia.Dal 1985 ho iniziato ad insegnare Posturologia con il Collège International d’étude de la statique (CIES), creato con Bricot, Cardone e Ceccaldi (ri-spettivamente due medici e due osteopati), pri-

di Fabio Marino

INTERVISTA AL D.O. PHILIPPE CAIAZZOOsteopata D.O. e Posturologo, membro del consiglio direttivo dell’accademia A.I.T.O.P. e coordinatore didattico del master di I livello in Posturologia Clinica dell’Università di Pisa.

NOTE SULL’AUTORE

Fabio MarinoDottore in Podologia (con lode). Dottore in Scienze Motorie (con lode).Docente Nonsolofi tness.Autore dei volumi “Postura e attività motoria” e “A scuola di salute”. Website: www.podoposturale.itEmail: [email protected]

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37Scienza e Movimento - N.10 Aprile-Giugno 2017

Lo specialista nell’allenamento della forza e condizionamento fi sico (SAFCF) è una fi gura professionale che utilizza la prescrizione dell’e-sercizio fi sico in maniera specifi ca, migliorando la prestazione degli atleti nella fase di compe-tizione [1]. Aiuta anche gli atleti nella prevenzione delle le-sioni muscolari e nella meccanica di esecuzione dei movimenti tipici della disciplina.

Come personal trainers o istruttori di gruppo, gli SAFCFs aiutano a migliorare la condizione di fi -tness. Si diff erenziano dagli altri per un aspetto molto importante, ossia, i soggetti che lavora-no con SAFCFs sono focalizzati nell’affi nare una specifi ca abilità in modo da migliorare la per-formance di gara. Per questo motivo, gli SAFCFs lavorano principalmente con atleti, amatori o professionisti.

di Francesco Mastrapasqua

Strength and Conditioning Coach: evoluzione e gestione di una carriera professionale

NOTE SULL’AUTORE

Dott. Francesco MastrapasquaLaureato triennale con lode in Scienze delle Attività Motorie e Sportive (SAMS) presso l’Università degli Studi di Foggia. Chinesiologo e laureando magistrale (mestrando) nel 2° Ciclo em Treino de Alto Rendimento Desportivo (2CTARD) presso la Faculdade de Desporto da Universidade do Porto (FADEUP - Porto, Portogallo).Email: [email protected]

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45Scienza e Movimento - N.10 Aprile-Giugno 2017

La forza nella preparazione atletica del danzatore

La forza, in ambito motorio, è una delle capaci-tà defi nite condizionali insieme alla resistenza e alla rapidità. Nel campo delle attività sportive con il termine forza s’intende, generalmente, la capacità dei muscoli di vincere una notevole re-sistenza o di opporsi ad essa; in pratica un mu-scolo viene considerato tanto più forte quanto più elevata è la tensione che è in grado di pro-durre con uno sforzo massimale unico1.

La forza può essere classifi cata in maniera diver-sa a seconda del parametro preso in considera-zione. In letteratura si va da una classifi cazione secondo la contrazione muscolare (isometri-ca-concentrica-eccentrica) passando per una classifi cazione secondo il tipo di tensione (iso-tonica-isocinetica-auxotonica) fi no ad una clas-sifi cazione secondo la capacità (massimale-ve-loce-resistente). Queste sono solo tre tipologie di classifi cazione rintracciabili nella letteratura scientifi ca.

di Romeo Cuturi, Omar De Bartolomeo, Sara Benedetti e Eva Fasolo

NOTE SULL’AUTORE

Dott. Romeo CuturiDott. in Fisioterapia, dott. in Scienze Motorie e Sport, fi sioterapista della scuola di ballo del Teatro Alla Scala. Fisioterapista presso studio Anconeo, Milano. [email protected]

INTRODUZIONE

NOTE SULL’AUTORE

Dott. Omar De Bartolomeomedico chirurgo specialista in Ortopedia e Traumatologia, PhD in Scienze morfologiche Università degli Studi di Milano. Ortopedico Teatro Alla Scala e medico Scuola di Ballo Teatro Alla Scala. [email protected]

NOTE SULL’AUTORE

Dott. ssa Sara Benedettidott. ssa in Fisioterapia, fi sioterapista del corpo di ballo e della scuola di ballo del Teatro Alla Scala. Fisioterapista presso lo studio Anconeo, Milano. [email protected]

NOTE SULL’AUTORE

Dott. ssa Eva Fasolodott.ssa in Fisioterapia, fi sioterapista della scuola di ballo del Teatro Alla Scala. Fisioterapista presso studio Anconeo, Milano.

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LA CLASSIFICAZIONE DELLA FORZA

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21Scienza e Movimento - N.10 Aprile-Giugno 2017

Alla base del raggiungimento di qualsiasi obiet-tivo a lunga scadenza vi è la motivazione, e questo vale in tutti i campi della vita, dal lavoro, alla scuola, alla dieta. Mi permetto di fare una premessa doverosa: in questo articolo vengo-no considerate le persone che necessitano re-almente perdere peso e che si trovano in una evidente condizione di sovrappeso o peggio ancora di obesità. Tutti i soggetti che ne fanno un discorso prettamente estetico e che partono con un peso assolutamente fi siologico o addi-rittura in leggero sottopeso, non devono segui-re nessuna dieta specifi ca; prestare solamente un po’ di attenzione a ciò che si mangia, abbi-nando attività fi sica e movimento con continu-ità durante la settimana, è già un grosso passo avanti per il mantenimento del peso corporeo.

Dare, come spesso accade, la colpa del grasso in eccesso al metabolismo lento è una delle scuse più antiche in questo campo: che il metaboli-smo nel trascorrere degli anni della vita tenda a diminuire questo vale per tutti, ma possiamo intervenire su questo attraverso uno stile di vita molto più attivo.

Al contempo, ridurre il quantitativo delle calo-rie ingerite se prima era in eccesso, è la seconda strategia che va di pari passo con la precedente. Sulla carta, tutto facile, nella pratica, molto più complesso e tale complessità non passa dalla diffi coltà di recepire il messaggio, quanto piut-tosto di modifi care quelle cattive abitudini che hanno portato la persona ad avere quei (parec-chi) chili in eccesso.

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di Davide SerpePERCHÈ (QUASI TUTTE) LE DIETE FALLISCONO

NOTE SULL’AUTORE

Davide SerpeLaureato con lode in specialisticadi Scienze e Tecniche delleAttività Motorie Preventive eAdattate nel 2009, e in Scienze della NutrizioneUmana. Ha completatonel 2011 il corso CONI-FIGC el’anno seguente ha conseguitoil patentino UEFA B in ambitocalcistico. Docente NonSoloFitnessdal maggio del 2012.davide.serpe@nonsolofi tness.it

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