paralleli storici dell'eurosistema

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dott. Radu Golban Imprenditore; docente incaricato presso la Uni Vest di Timisoara, Romania. Luogo di residenza: San Gallo, contatto: [email protected] L'ultimo presidente della Rei- chsbank, nonché ministro dell'eco- nomia del Reich durante il regime nazista, Walther Funk, in diverse occasioni espose le proprie idee su una cooperazione valutaria in Eu- ropa, che non si discostano molto dall'attuale sistema: la discussione che portò avanti ricorrendo a locu- zioni del tipo «nuovo ordinamento economico dell'Europa» o «rico- struzione dell'economia europea» rende stantio il dibattito attualmen- te in corso sull'euro. Un precursore del sistema dei cambi fissi A fronte dei paralleli tra l'euro e i modelli di cooperazione mo- netaria proposti dal nazismo, si deve ammettere che l'euro appor- ta dei vantaggi all'economia tede- sca. Innanzitutto l'ancoraggio su base duratura dei cambi nell'ambi- to dell'Eurosistema ha prodotto la garanzia che anche Funk aveva in mente cinquant'anni prima. A det- ta di Funk, un sistema di compen- sazione ben funzionante, con tas- si di conversione fissi per periodi di tempo quanto più lunghi possi- bili, aveva un'importanza centrale per garantire un mercato di sbocco europeo e il progetto di un grande spazio economico euro-tedesco. In entrambi i sistemi ci si prefigge di garantire consapevolmente sia la stabilità dei prezzi che il mercato di sbocco, sebbene ciò non rappre- senti una classica unione moneta- ria. I conti di compensazione gestiti a livello centrale tramite la cassa di compensazione di Berlino sarebbe- ro stati il fondamento per una suc- cessiva compensazione nell'ambi- to di un'unione valutaria con tassi di cambio fissi. Oggi prevale l'im- pressione che non pochi dei suoi approcci siano sopravvissuti fino ai nostri giorni, anche se ciò non costituisce l'oggetto di un dibattito pubblico, il che, di nuovo, non sor- prende. Tuttavia queste condizioni quadro hanno palesemente contri- buito in misura non trascurabile a far sì che l'Area Euro divenisse ciò che è oggi: ossia uno spazio eco- nomico plasmato in modo determi- nante dall'economia e dalla politi- ca tedesca, edulcorato grazie alla parola unità e alle pretese di soli- darietà. L'idea della banca europea Di particolare attualità appare oggi un memorandum di Herbert Mar- tini, a capo della sezione crediti- zia, divisione principale IV, pres- so il ministero dell'economia del Reich, in cui venivano discusse di- verse questioni relative alla coope- razione monetaria. Mentre egli pre- vedeva, per uno stato unito, una moneta unica, auspicava per una confederazione di stati un'unione monetaria e la fissazione dei tas- si di cambio. Pertanto i rappresen- tanti tedeschi avrebbero potuto co- stringere gli stati alla disciplina di bilancio presso le rispettive banche centrali tramite delle condizioni di copertura più rigide. Per il funzio- namento di questa unione mone- taria l'esperto propose la costitu- zione di una banca europea con sede a Vienna. Le banche centra- li degli stati interessati avrebbero dovuto essere collegate a questa PARALLELI STORICI DELL'EUROSISTEMA banca europea in virtù di accor- di e a fronte di una compensazio- ne di tutti i crediti degli stati mem- bri. La banca europea aveva lo scopo di fungere da cassa di com- pensazione centrale, una volta fis- sati i tassi di cambio delle valute. Il memorandum di Martini è il pri- mo documento dell'epoca nazista che ricorre all'espressione «banca europea» e che è servito a struttu- rare lo statuto della BCE. Martini il- lustrava come vantaggio particola- re il fatto che un'unione monetaria avrebbe dimostrato sul piano del- la politica estera l'autonomia dei diversi paesi, ma all'interno del- lo spazio monetario le nazioni sa- rebbero stata così strettamente vin- colate alla Germania, che, di fatto, una successiva uscita non sareb- be stata più possibile. L'esperto te- desco, dopo il 1945, fu il sostituto del consulente tedesco per il piano Marshall, nonché membro del con- siglio d'amministrazione del Kredi- tanstalt für Wiederaufbau, del con- siglio di vigilanza della Lufthansa, e del consiglio d'amministrazione della Banca Europea degli Inve- stimenti. Il modello della struttura nell'ambito dell'Eurosistema appa- re simile: analogamente, il sistema decentralizzato di rifinanziamento delle banche commerciali naziona- li tramite le diciassette BCN (ban- che centrali che dipendono dalla Banca centrale europea) sembra essere conforme a questo orienta- mento economico decentralizzato. Così si possono anche spiegare fa- cilmente i diversi prezzi e interessi reali nell'Area Euro. 8

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Page 1: PARALLELI STORICI DELL'EUROSISTEMA

dott. Radu Golban Imprenditore; docente incaricato presso la

Uni Vest di Timisoara, Romania.Luogo di residenza: San Gallo,

contatto: [email protected]

L'ultimo presidente della Rei-chsbank, nonché ministro dell'eco-nomia del Reich durante il regime nazista, Walther Funk, in diverse occasioni espose le proprie idee su una cooperazione valutaria in Eu-ropa, che non si discostano molto dall'attuale sistema: la discussione che portò avanti ricorrendo a locu-zioni del tipo «nuovo ordinamento economico dell'Europa» o «rico-struzione dell'economia europea» rende stantio il dibattito attualmen-te in corso sull'euro.

Un precursore del sistema dei cambi fi ssiA fronte dei paralleli tra l'euro e i modelli di cooperazione mo-netaria proposti dal nazismo, si deve ammettere che l'euro appor-ta dei vantaggi all'economia tede-sca. Innanzitutto l'ancoraggio su base duratura dei cambi nell'ambi-to dell'Eurosistema ha prodotto la garanzia che anche Funk aveva in mente cinquant'anni prima. A det-ta di Funk, un sistema di compen-sazione ben funzionante, con tas-si di conversione fi ssi per periodi di tempo quanto più lunghi possi-bili, aveva un'importanza centrale per garantire un mercato di sbocco europeo e il progetto di un grande spazio economico euro-tedesco. In entrambi i sistemi ci si prefi gge di garantire consapevolmente sia la stabilità dei prezzi che il mercato di sbocco, sebbene ciò non rappre-senti una classica unione moneta-ria. I conti di compensazione gestiti a livello centrale tramite la cassa di compensazione di Berlino sarebbe-ro stati il fondamento per una suc-

cessiva compensazione nell'ambi-to di un'unione valutaria con tassi di cambio fi ssi. Oggi prevale l'im-pressione che non pochi dei suoi approcci siano sopravvissuti fi no ai nostri giorni, anche se ciò non costituisce l'oggetto di un dibattito pubblico, il che, di nuovo, non sor-prende. Tuttavia queste condizioni quadro hanno palesemente contri-buito in misura non trascurabile a far sì che l'Area Euro divenisse ciò che è oggi: ossia uno spazio eco-nomico plasmato in modo determi-nante dall'economia e dalla politi-ca tedesca, edulcorato grazie alla parola unità e alle pretese di soli-darietà.

L'idea della banca europeaDi particolare attualità appare oggi un memorandum di Herbert Mar-tini, a capo della sezione crediti-zia, divisione principale IV, pres-so il ministero dell'economia del Reich, in cui venivano discusse di-verse questioni relative alla coope-razione monetaria. Mentre egli pre-vedeva, per uno stato unito, una moneta unica, auspicava per una confederazione di stati un'unione monetaria e la fi ssazione dei tas-si di cambio. Pertanto i rappresen-tanti tedeschi avrebbero potuto co-stringere gli stati alla disciplina di bilancio presso le rispettive banche centrali tramite delle condizioni di copertura più rigide. Per il funzio-namento di questa unione mone-taria l'esperto propose la costitu-zione di una banca europea con sede a Vienna. Le banche centra-li degli stati interessati avrebbero dovuto essere collegate a questa

PARALLELI

STORICI DELL'EUROSISTEMA

banca europea in virtù di accor-di e a fronte di una compensazio-ne di tutti i crediti degli stati mem-bri. La banca europea aveva lo scopo di fungere da cassa di com-pensazione centrale, una volta fi s-sati i tassi di cambio delle valute. Il memorandum di Martini è il pri-mo documento dell'epoca nazista che ricorre all'espressione «banca europea» e che è servito a struttu-rare lo statuto della BCE. Martini il-lustrava come vantaggio particola-re il fatto che un'unione monetaria avrebbe dimostrato sul piano del-la politica estera l'autonomia dei diversi paesi, ma all'interno del-lo spazio monetario le nazioni sa-rebbero stata così strettamente vin-colate alla Germania, che, di fatto, una successiva uscita non sareb-be stata più possibile. L'esperto te-desco, dopo il 1945, fu il sostituto del consulente tedesco per il piano Marshall, nonché membro del con-siglio d'amministrazione del Kredi-tanstalt für Wiederaufbau, del con-siglio di vigilanza della Lufthansa, e del consiglio d'amministrazione della Banca Europea degli Inve-stimenti. Il modello della struttura nell'ambito dell'Eurosistema appa-re simile: analogamente, il sistema decentralizzato di rifi nanziamento delle banche commerciali naziona-li tramite le diciassette BCN (ban-che centrali che dipendono dalla Banca centrale europea) sembra essere conforme a questo orienta-mento economico decentralizzato. Così si possono anche spiegare fa-cilmente i diversi prezzi e interessi reali nell'Area Euro.

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