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Anno LI - Numero Unico 2012 Partita Tripla Colpire una scuola è colpire l’Italia intera, perché lì si forma il suo futuro. Siete la parte più importante di una grande comunità. Sulla forza e sulla saldezza di questa comunità che ha in voi il suo futuro potrete fare affidamento per lasciare il posto alla speranza e alla fiducia. Speranza che il Paese nel quale vivete diventi sempre più a vostra misura e sempre meno ceda spazio a illegalità e violenza. (dalla Lettera del Ministro Francesco Profumo alle studentesse e agli studenti della scuola italiana) Il giornalino dell’ITC Oberdan di Treviglio dal 1961

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giornale della scuola

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Page 1: partita tripla

Anno LI - Numero Unico 2012

Partita Tripla

Colpire una scuola è colpire l’Italia intera,

perché lì si forma il suo futuro.

Siete la parte più importante di una grande comunità.

Sulla forza e sulla saldezza di questa comunità

che ha in voi il suo futuro potrete fare affidamento

per lasciare il posto alla speranza e alla fiducia.

Speranza che il Paese nel quale vivete diventi sempre più

a vostra misura e sempre meno ceda spazio a illegalità e violenza.

(dalla Lettera del Ministro Francesco Profumo alle studentesse e agli studenti della scuola italiana)

Il giornalino dell’ITC Oberdan di Treviglio dal 1961

Page 2: partita tripla

A noi ragazzi del gruppo H piace frequentare l’I.T.C. Oberdan

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aerei che la trasportano, dalle rifles-sioni sulle vittime che ha provocato l’uso dell’amianto e le possibili solu-

zioni da adottare alla moda del mo-mento dei fruttivendoli in casa con gli orti sul balcone, dal metano im-

messo nell’atmosfera dalle mucche all’inversione della tendenza per quanto riguarda gli sprechi di cibo, dai consigli su cosa mangiare per

rispettare maggiormente l’ambiente, all’utilizzo di auto elettriche e alla costruzione di edifici ecosostenibili.

In ultimo un articolo che premia il progetto di legge redatto dai ragazzi “Un pannello su ogni tetto” che vi

lasceranno scoprire leggendo la loro

Intr

oduzi

on

e

A noi ragazzi del gruppo H piace frequentare l’I.T.C. Oberdan

eventi e i progetti dell’istituto: dallo

sport (pg. 36 e 37) alla musica (pg. 19), dall’arte (pg. 38) ai lavori del comitato studentesco (pg. 18). Ma

c’è spazio anche per la riflessione e l’attualità, da pg. 32 leggerete della crisi e di come risolverla. E siccome

l’Oberdan è una scuola poliglotta, abbiamo i racconti (anche) in lingua

straniera dello stage a

Canterbury (pg. 22 e 23), del gemellaggio con Friburgo (da pg.

24 a 27) e un fumet-to in inglese (da pg. 39 a 41).

Ciao Guglielmini,

il secondo mezzo secolo di vita di Partita Tripla inizia con due grandi soddisfazioni, due importanti premi

nazionali che ci hanno riempito di soddisfazione (pg. 16 e 17). E per questo dobbiamo ringraziare tutti

quelli che partecipano al giornalino, scrivendo articoli, scattando foto, riportando le battute.

Grazie! Ma questo non è un numero autocelebrativo: a parte i tradizionali saluti delle

quinte (da pg. 4), nelle prossime pagine troverete un sacco di sorpre-se. La cronaca completa di tutti gli

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sui limiti alle emissioni delle automo-

bili. Lo spettatore del futuro, questa la testata del giornale, numero unico

del febbraio 2020, redatto da Colom-bi Cristian (direttore responsabile), Baffi Marta e Carolei Giulia, con

all’interno la guida su come coltivare l’orto in balcone con il calendario della semina e della raccolta, uno

speciale sugli orti sociali, piccoli ap-pezzamenti di terreno altrimenti inu-tili affidati a chi vuole crearsi un orto

proprio tra anonimi edifici, strade pluricorsia, mastodontici centri com-merciali, che forniscono un nuovo polmone verde per le metropoli indu-

strializzate, e un altro sui ristoranti a Kilometro Zero, cosa sono e che be-nefici portano all’ambiente, tutto da

scoprire all’interno della rivista. Ventotto pagine contenenti articoli che variano da decreti che sancisco-

no lo zero consumo del territorio attraverso dei piani di riqualificazione allo stop delle importazioni di frutta

esot ica per la sa lvaguard ia dell ’ambiente e la riduzione dell’inquinamento atmosferico degli

Lo spettatore del futuro:

l’Oberdan già nel 2020 Cristian Colombi ► 4ªM

I l corso mercurio, da sempre all'avanguardia dell’infor-mazione

ecologica, quest’anno ha deciso di trattare il modulo di ecologia, per iniziativa della professoressa di diritto

e economia politica Maria Grazia Lanzafame, collegandolo con la costi-tuzione. Dopo i numerosi lavori sul

tema realizzati dai loro predecessori, anche la 4ªM si cimenta sull'argo-mento, proiettandosi in un futuro nel

quale tutti i problemi che affliggono oggi la nostra terra siano finalmente risolti. L’idea è partita da un gruppo

ristretto di tre ragazzi, che prenden-do spunto da quanto affrontato nel modulo hanno immaginato una rivi-

sta scritta nel 2020. Data non scelta a caso, infatti il 2020 è il limite mas-simo che l'UE ha posto ai paesi membri entro il quale devono rag-

giungere gli obiettivi prefissati, ridu-cendo del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portando al 20% il

risparmio energetico, inoltre con il Libro verde sull'efficienza energetica la Commissione ha avviato un dibat-

tito su modi efficienti di utilizzare l'energia, riconoscendo il potenziale di risparmio, all'insegna dell'efficacia

dei costi, del 20% di consumo di energia primaria (fonti rinnovabili) entro il 2020. Il pacchetto compren-

de anche provvedimenti sul sistema di scambio di quote di emissione e

15 ◄ Come nasce una canzone

16 ◄ Oggi ho incontrato un libro 17 ◄ Gite: perché non se ne fanno 17 ◄ Sentite in classe 18 ◄ Stage a Canterbury 20 ◄ Gemellaggio Treviglio-Friburgo 22 ◄ Temi sul gemellaggio 24 ◄ Perché donare gli organi 24 ◄ No smoking be happy 25 ◄ La vita non dipende dallo

spread 26 ◄ A scuola di psicologia

2 ◄ Aule H

3 ◄ Presentazione 4 ◄ I nuovi rappresentanti d’istituto 5 ◄ Rappresentare la scuola è un simbolo di solidarietà 6-10◄ Una mostra da interpretare 11 ◄ I bergamaschi nel mondo 12 ◄ Premiati a Benevento 13 ◄ Premiati a Modena 13 ◄ Testimonianza sul volontariato

14 ◄ La voce degli studenti si fa sentire sempre più

26 ◄ Un viaggio nel tempo

27 ◄ Alla scoperta delle neuroscienze 28 ◄ Temi sulla crisi 32 ◄ Arte in terza d 34 ◄ We are immigrati (fumetto) 36 ◄ Bar sport Oberdan 38 ◄ Informatica all’Oberdan 39 ◄ Aule H Quarta di copertina ◄ La redazione del giornalino sotto l’Arco di Traiano a

Benevento

(in ordine alfabetico)

Stefania Andreolli ► 3ªE Federica Bonissoni ► 3ªE Giulia Carolei ► 4ªM

Davide Coita ► 2ªA Cristian Colombi ► 4ªM Elena Danelli ► 5ªE

Fabio Fontana ► 5ªE Sebastian Jimenez ► 5ªE Mateusz Luczkowiak ► 5ªE

Sandra Luketić ► 5ªE Domenico Mercuri ► 3ªF Michela Molendi ► 3ªF

Federica Moriggi ► 3ªE Fulvio Nossa ► 5ªE Antonella Pavon ► 4ªI Federica Rota ► 2ªA

Chiara Sparro ► 3ªE Arnela Suhopoljac ► 3ªF Filippo Testa ► 3ªM

Elena Uccheddu ► 3ªF Paola Viola ► 3ªF

◄ 3 Partita Tripla

L’Istituto Tecnico Commerciale Statale “G. Oberdan” esprime vivo sdegno per l’attentato all’Istituto Professionale “Morvillo-Falcone” di Brindisi che

ha causato la morte di una studentessa e il ferimento di altre. Gli studenti, la Dirigente, gli insegnanti e tutto il personale dell’Oberdan, nel condannare senza appello questo atto di stampo terroristico-mafioso,

porgono la loro piena solidarietà alle famiglie delle vittime, all’Istituto Morvillo-Falcone e alla città di Brindisi rinnovando e rafforzando l’impegno nel promuovere la cultura della legalità e della lotta contro tutte le forme

di violenza di qualsiasi matrice.

Page 4: partita tripla

L’ISTITUTO

4 ► Partita Tripla

Conosciamo i nuovi rappresentanti degli studenti

► Cristian Perfetti

.

Nel Consiglio d’Istituto e... ...nella CPS

Quest’anno ho deciso di candidarmi rap-

presentante d’istituto della mia scuola per poter provare a portare a termine degli obiettivi che la possano migliorare,

sperando di affiancare all’attività scolasti-ca altre attività che possano rendere più piacevole questa esperienza. Inoltre è

molto importante cercare di promuovere dei progetti quali ad esempio l’adozione di pannelli fotovoltaici o il miglioramento

delle nostre attrezzature facendoci spon-sorizzare da società alle quali faremo pubblicità, avendo un ritorno sia noi che

loro. Per la mia lista, composta da me e Cristian Perfetti, abbiamo scelto il motto “LISTA UOVA CI SBATTIAMO PER VOI”

per dire in modo simpatico che faremo

tutto il possibile per migliorare l’Oberdan

Sono Cristian Perfetti e mi sono

candidato come rappresentante d’istituto per cercare di migliorare l’ambiente scolastico dove noi

studenti passiamo la maggior parte della nostra giornata. Cer-cherò di migliorare i rapporti che

ci sono tra studenti e dirigenza, informando e cercando di inte-grare i maggior numero di stu-

denti possibili in quelle che sono le attività scolastiche ed extrasco-lastiche.

► Emanuele Camisana

Buongiorno, quest’anno per la prima volta ho deciso di candidarmi a

rappresentante d’istituto fondamentalmente per due motivi: il primo è per il fatto che da tre anni a questa parte non c’è stata una ragazza in consiglio d’stituto a rappresentare la nostra scuola ed era giusto che

quest’anno ci fosse, anche per la tanto discussa questione sulla parità dei sessi. Il secondo motivo che mi ha spinto a candidarmi è che è sempre facile giudicare gli altri dicendo che non sono riusciti a far

nulla per cambiare la nostra vita a scuola, fin che però non ci si trova nella condizione di dover essere tu a cambiare qualcosa. Quindi ho deciso di impegnarmi io stessa per cambiare qualcosa

Saluti, Veronica Baffi

Buongiorno a tutti, è ormai il terzo anno che mi candido come rap-

presentante d’istituto, spinto da un desiderio costante di migliorare l’ambiente scolastico e i rapporti tra noi studenti. Mi piace confron-tarmi con gli altri e mettermi alla prova. Penso che la carica di rap-

presentante sia un’ottima opportunità per migliorare le proprie abili-tà e le capacità di lavorare in gruppo e che tutti gli studenti debbano provare, mettersi in gioco per arrivare ad essere i portavoce di

un’intera scuola. Infine penso sia un’esperienza importante da inse-rire nel proprio bagaglio culturale, un ottimo esempio che la scuola non è solamente libri e lezioni in classe.

► Saluti, Jacopo Amadei

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5 Partita Tripla

Conosciamo i nuovi rappresentanti degli studenti

Nel Consiglio d’Istituto e... ...nella CPS

C andidarsi come rappresentante della Consulta Pro-vinciale Studentesca significa rappresentare la scuola stessa, cercando di perseguire finalità di

coordinamento, informazione e sostegno delle attività studentesche in ambito scolastico provinciale. Per questo mi sono proposta per costituire la commissio-

ne “bassa bergamasca”, che sia in grado di:

Partecipare e sviluppare i progetti in modo attivo

stipulare accordi con gli Enti Locali, la

Regione, le organizzazioni del mondo

del lavoro

affrontare tematiche in campo socia-

le

(es. attività di volontariato, Croce Ros sa)

realizzare attività e iniziative di pro-

mo zione e utilizzo dei nuovi linguaggi e delle nuove tecnologie (es l’utilizzo

dei Tablet in sostituzione dei testi)

Nella prima riunione della consulta pro-vinciale, svoltasi il giorno 12 novembre presso l'Istituto Tecnico Commerciale

Statale V. Emanuele a Bergamo, si è elet-to il presidente della consulta provinciale di Bergamo, Federico Crotti, il quale ha

assicurato di battersi per il perseguimen-to dei progetti già iniziati l'anno prece-dente. Purtroppo, per mancanza di fondi,

verranno organizzati solo piccoli eventi all'interno di ogni istituto. In seguito sono state fornite le nuove direttive concer-

nenti la riformulazione della consulta, quali l'eliminazione delle commissioni per finalità ( es Sport, Arte e spettacolo,..) ed istituzione di commisioni con competenza

generale, suddivise per ambito territoria-le. La Candidatura alla consulta provincia-le, a mio avviso, è un'esperienza molto

significativa, in quanto permette di soste-nere ogni attività, soprattutto extracurri-colari e progetti di qualsiasi Carattere,

cercando di integrare un più ampio nu-mero di istituti.

Questo è simbolo di solidarietà, ovvero il poter confron-tarsi l'uno con l'altro, prendendo spunti innovativi nella realizzazione delle iniziative. Spero di riuscire ad essere

soddisfacente in tutte le esigenze che mi verranno richie-ste.

► Giulia Carolei 5^F

Rappresentare la scuola è un

simbolo di SOLIDARIETA’

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TREVIGLIO.,29 settembre 2012

L a classe 5E dell’Istituto Tecnico Commerciale G. Oberdan di Treviglio, ha fatto visita ad una interessantissima mostra svolta

presso la BCC di Treviglio; dedicata alle opere d’arte del commemorato artista Franco Colonetti. La mostra è stata gestita da Virginia King, nata in Birmania, la quale ha avuto un forte legame affettivo con il nostro artista e con cui ha conosciuto molteplici viaggi per il mondo.

La mostra è iniziata con un’introduzione breve della vita di Franco, per dare un senso alle sue creazioni che, come ha sostenuto la signora Virginia, sono tutte opere collegate fra loro. L’argomento trattato maggiormente nei quadri era la donna, dalla quale il nostro artista era affascinato. La mostra si è presentata

in modo interessante ed originale sia dal punto di vista culturale che estetico. Dal punto di vista estetico è stato affascinante, soprattutto nel momento in cui, c’è stato presentato un quadro con il quale Franco ha cercato di rappresentare il suo paradiso ideale, ovvero con una visione paradisiaca della natura, in cui come tema centrale, era

inserita una bellissima cascata circondata da una foresta armoniosa. Insomma un’immagine che scuote l’interiorità dei una persona che la vede per la prima volta: stupore, questo è esattamente quello che abbiamo provato. Dal punto di vista culturale, invece, ha mostrato con le sue opere, come due cose simili esteticamente, possono avere un significato

diverso tra di loro, per esempio alcuni quadri che rappresentano due donne, che egli stesso aveva frequentato che esteticamente erano molto simili ma il cui vero scopo era quello di mettere a confronto la bellezza e l’ eleganza della donna. La mostra si è conclusa con dei quesiti a noi rivolti da parte della signora Virginia, la quale ha voluto stuzzicare la nostra creatività, facendoci immaginare e poi esporre il nostro paradiso ideale, diverso per ognuno di noi e dimostrando perciò come le menti umane

abbiano diverse immaginazioni.

► Lesme Gabriel Parraga Villacis

FRANCO COLONETTI ARTE

6 ► Partita Tripla

Page 7: partita tripla

◄ 7 Partita Tripla

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8 ► Partita Tripla

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◄ 9 Partita Tripla

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Partita Tripla ► 10

V irginia King is a Birman woman engaged with Franco Colonetti, the italian artist who died on the 24th July 2011.

Franco Colonetti was a painter and a clothes designer, in the '70 and '80 he was quite famous. He used his shills to wake costumes and he started

teaching have science. He was an expert and a really generous man, he de-signed and gave his clothes to the developing countries.

Where Virginia started talking about the exhibition she said that the pictures one all connected. Franco was fas-cinated by women and sci-fi world, most of his pictures

represents one of there topics. Women are represented in many different ways. One of the ladies is painted with two leaves on the front, she represents a doctor woman, leaves are, in some tribes,

symbols for medicines and shamans. A doctor woman is like a mother who takes care of her family.

In another paint theres an egyptian woman that looks up at the universe, she represents an egyptian warrior. In Myanmar, people think that nothing is permanent,

and they accept this condition, since the civilization be-gan, all the people built houses in wood, because they one perishable. Only religious buildings were made in

cement because they were permanent. In one of the paint there was something about love,

there was a woman and a man at the opposite side. Differently from what most people think, Franco thought that he had to be beautiful to attract his woman, in the

paint there was a bird like peacock with beautiful colours to get noticed by the female. Franco was born in pavia, he traveled a lot and in one of

his paints, he drew the fields and the countryside near the Po rivers because he missed his land much. The painter was fascinated by Giorgio De Chirico, an

italian artist who was one of the most important meta-physical painters; Franco was inspired by De Chirico when he paints a picture that really looks like a meta-

physical paint with Pavia's buildings in the back-

ground I think that two of the most beautiful pictures of the exhibition represented two women they were almost

naked, Virginia Told us that there ladies were impor-tant for Franco; he was dating with both of the them and he loved both the two of them.

Like Elisabeth Barret Browing, Virginia King wrote poems to Franco and he painted for her.

► Nausicaa Piensi

LA MOSTRA E LO STUDIO

FRANCO COLONETTI’S WOMEN

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► Partita Tripla

I bergamaschi nel mondo

L’EMIGRAZIONE

I l settembre presso l’Auditorium della Cassa Rurale di Treviglio si è svolto un importante incontro organizzato

dall’Associazione Culturale Clementina Borghi sul tema “ Il lavoro dei Bergamaschi nel Mondo”

All’incontro sono intervenuti il Dott. Massi-mo Fabretti, direttore di “Ente Bergamaschi nel Mondo”, il Dott. Radames Bonaccorsi Ravelli, presidente della sede di Londra, ed

infini la Sig.ra Gabriella Quaini, della com-missione cultura del Decanato di Treviglio. Il nostro istituto è stato invitato a partecipa-

re dal Dott. Elio Massimino e dalla presiden-te Maria Palchetti Mazza e per noi è stata un’occasione unica per ripercorrere un po’

la storia della nostra terra ma anche e so-prattutto per capire dove e perché i giovani si trasferiscono e quali problemi incontrano.

Tornando indietro nel tempo ci rendiamo conto di come la nostra terra abbia alimen-

tato flussi migratori. Negli anni ‘20, periodo del primo dopo guerra, ci fu una forte crisi economica che

dapprima portò all’espropriazione dei terreni per molti contadini costretti quindi ad emi-grare con la famiglia verso altri paesi, so-prattutto la Francia.

Sappiamo, dai documenti di quel periodo, che nel marzo del 1922 Agostino Vismara contattò le autorità francesi e le convinse a

concedere ai nostri emigranti importanti agevolazioni. Grazie al suo impegno intere famiglie si

trasferirono così in Francia, spesso clande-stinamente, dove formarono delle vere e proprie comunità di lavoratori.

Ricordiamo la storia di una donna molto forte: Maria Bochi Rivoltella la quale sposa nel 1924 un Calvenzanese, il Signor Rivol-

tella. I due inizialmente vivono al Roccolo, ma a causa della crisi sono costretti a tra-sferirsi anche loro in Francia. Hanno sei

figli, di cui il sesto viene definito “a coman-do”, poiché è stato concepito per far si che il marito non fosse chiamato a difesa del fronte. Maria è una donna molto forte, im-

para il francese aiutando i suoi figli a fare i compiti, mantiene però vive le sue origini e in casa continua a parlare il dialetto berga-

masco. L’ultimo figlio decide di raccogliere

le memorie della mamma e raccontarle in un libro. “Erano poveri, non avevano niente ed erano felici”, questa donna ha dedicato

tutta la propria vita alla famiglia, muore a cento anni lasciando una bellissima testimo-nianza di come si può essere felici pur non

avendo né oro né argento. Un altro fatto storico è la cosiddetta “emigrazione della valigia di cartone” avve-

nuta negli anni sessanta. Il motivo che indusse i contadini ad emigra-re fu più o meno lo stesso: la crisi economi-

ca. Gli orizzonti invece si ampliano e gli emi-granti si spingono alla volta della Svizzera, del Belgio, della Gran Bretagna e della

Francia. È proprio alla fine degli anni sessanta, nel 1967 che nasce l’Associazione Bergamaschi

nel mondo, di cui in questo anno si celebra il quarantacinquesimo anniversario. L’associazione conta ormai circa cinquanta-

quattro mila associati e tra le 52 associazio-ni simili a questa che sono presenti in Italia, tutte facenti parte dell’AIRE (che ha sede a

Roma), “Bergamaschi nel mondo” in gra-duatoria si trova nelle prime cinque associa-zioni.

L’associazione ha 34 sedi all’estero che co-stituiscono dei veri e propri punti di riferi-mento per chiunque decida di spostarsi

all’estero per svariati motivi. La seconda fase migratoria invece si svolge oggi, i protagonisti però sono ragazzi laure-ati o giovani in cerca lavoro; le mete sono

molteplici e si spingono anche oltre oceano: Australia, Brasile, Canada, Londra e la cau-sa di questa emigrazione è sempre la stessa

della precedente: la crisi che sta mettendo in ginocchio il nostro paese. Durante l’incontro si è parlato

molto di Londra, capitale inglese, città multiculturale e meta oggi molto ambita.

Londra offre infinite possibi-lità lavorative per i giovani, queste variano: lavapiatti,

baristi, camerieri o imprendi-tori. I requisiti fondamentali sono due: sapere l’inglese e

aver voglia di mettersi in gioco, in questa città tutto è possibile per i giovani, che vengono anche agevolati

nell’istruzione ad esempio con borse di studio per pa-garsi gli studi o favorendo

coloro che studiano e lavorano nello stesso

momento, ma tutto ciò solo se si dimostra ciò che si vale. Il titolo di studio invece non è di rilevante importanza.

Oggi i titoli di studi sono equiparati a livello europeo. Durante questo incontro ci è stato anche

permesso di porre delle domande agli e-sperti che hanno saputo risponderci e darci maggiori informazioni. Volevamo inoltre

conoscere il numero degli emigrati berga-maschi oggi nel mondo. Nella provincia di Bergamo sono circa

600/700 i giovani di età compresa tra i 20 e i 35 anni che decidono di trasferirsi all’estero, di questi il 70% è costituito da laureati.

Eravamo anche interessate a sapere quali difficoltà di adattamento si possono incon-trare in un nuovo Stato.

E’ chiaro che all’inizio ci si trovi un po’ sotto shock perchè si passa da una realtà di pic-coli paesi di provincia con circa 14mila abi-

tanti a paesi di 200mila abitanti. Questo però viene considerato un shock divertente se affrontato con un po’ di spirito

d’avventura e “open mind”. Questo incontro ci ha colpite molto e nono-

stante l’imbarazzo iniziale, ci siamo poi tro-vate a nostro agio. Lo consigliamo vivamen-te a tutti i ragazzi perché è un’esperienza

molto interessante, ben organizzato e con una partecipazione di tutti, sia da parte degli esperti che da noi e dalle altre perso-ne che hanno assistito all’incontro.

Belloni Tamarai ► 4ªF

Caputo Ilaria ► 4ªF Cattelani Sofia ► 4ªF Marku Monica ► 4ªF

Baffi Veronica ► 4ªF

11

Page 12: partita tripla

momento in cui è stato colpito dall’infarto. Giusto il tempo di cenare e riposare pres-

so un hotel di Benevento ed era già il mattino successivo. Alle 11 è iniziata la cerimonia di premiazione all’interno del cinema della città. Centinaia e centinaia di

studenti con i loro docenti, presidi, genito-ri erano accorsi da tutta Italia per assiste-re all’evento. Oltre 400 i giornalini parteci-

panti, 40 quelli premiati (dieci per ogni categoria: scuole elementari, medie, su-periori e giornali sul web). La cerimonia è

stata preceduta dal saluto della giuria esaminatrice e del segretario nazionale dell’Ordine, Giancarlo Ghirra. In particola-

re, quest’ultimo ha fatto una riflessione sulla libertà di stampa, vero e proprio pilastro della professione del giornalista, e

ha ricordato che la libertà di espressione determina la democrazia di un paese. Finita la premiazione, ci siamo subito

messi sulla via del ritorno. Non capita tutti i giorni di ricevere un riconoscimento di tale prestigio, quindi vorremmo ringraziare la scuola che ci ha

permesso di attraversare la penisola per ritirarlo ma soprattutto gli studenti che hanno collaborato lo scorso anno e anche

in questo alla realizzazione di questo pro-getto perché, senza chi scrive, nessun giornale potrebbe esistere.

to con il web, il giornalista della carta stampata deve offrire qualcosa di più dei

suoi concorrenti, la riflessione e l’analisi. In seguito, il discorso si è allargato ai grandi temi dell’informazione (la libertà di

stampa e di critica, il rapporto con gli edi-tori, quello dei giornalisti con le persone di cui devono parlare), sempre riferendosi al

mondo dello sport che, nel suo piccolo, presenta le stesse caratteristiche e le stesse anomalie dell’informazione politica

ed economica. Successivamente, dal pub-blico sono giunte domande per il palco inerenti anche a fatti recenti di cronaca sul mondo sportivo come la morte di Mo-

rosini e la pubblicazione delle foto del

Fabio Fontana ► 5ªE

È stato un vero e proprio tour de force il viaggio della redazione del

giornalino Partita Tripla a Beneven-to, l’8 e il 9 maggio 2012, per ritirare il premio ideato dall’Ordine dei Giornalisti

“Fare il giornale nelle scuole”, vinto con altre nove pubblicazioni nella categoria “giornali online”.

Il nucleo storico della redazione (formato da Elena Danelli, Fabio Fontana, Mateusz Luczkowiak, Sandra Luketić e Fulvio Nos-

sa, tutti di 5ªE) con le docenti Andreina Pasini e Clemenza Gazzola ha preso a Treviglio il treno delle 7.02 per Milano Centrale, dove è salito sul Frecciarossa

con direzione Napoli ed infine su un regio-nale per Benevento. Un itinerario tortuoso ma necessario per

giungere puntuali al primo evento della due giorni: una tavola rotonda sull’informazione nel mondo dello sport

con Fabrizio Bocca, inviato sportivo de La Repubblica, Francesco Colonnese, ex cal-ciatore e attuale opinionista, Giancarlo

Ghirra, segretario nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e Guido D’Ubaldo, capo servizio del Corriere dello Sport. I parteci-

panti al dibattito hanno raccontato i cam-biamenti del giornalismo sportivo negli ultimi anni, durante i quali il giro affaristi-

co legato soprattutto al calcio è aumenta-to enormemente e ha corrotto i valori sportivi. L’evoluzione dei media in genera-le ha influito anche sull’informazione dello

sport. Oggi con la televisione e soprattut-

Cinque ragazzi della redazione ritirano il premio nazionale al giornalino

Premiati a Benevento PREMI0 1

Grazie a tutti quelli che

hanno scritto, senza di

loro non ci sarebbe

nessun giornalino

Sotto, Fulvio Nossa e Mateusz Luczkowiak (5ªE) con Francesco Colonnese.

12 ► Partita Tripla

Page 13: partita tripla

Il punto sui tornei di calcetto maschile e femminile

Premiati a Modena PREMI0 2

Roma ci siamo concessi una cena all’aperto in un tipico locale del centro. In verità abbiamo anche preso parte alla movida della città, passeggiando per le

vie affollate da giovani e godendoci i colo-ri del tramonto e…, ebbene sì, abbiamo anche ceduto alla tentazione dello

shopping. Arrivata la sera, alle 21.30 circa siamo finalmente giunti a destinazione:

l'Auditorium della Chiesa San Carlo dove si è svolta la cerimonia di premiazione del premio di giornalismo scolastico “Prima

pagina”, condotta da Raffaella Cesaroni, giornalista di SkyTg24. Agli studenti della Redazione di "Partita

Tripla" è stata consegnata una “Menzione Speciale” per i cinquant'anni di storia del nostro giornale.

alato della fede, con esso sposo la SPERANZA che resta. Nel pomeriggio il

prof. Pino Ligabue, scrittore e docente universitario in pen-

sione, ci ha portati alla scoperta di Modena.

Con straordi-naria elo-quenza e simpatia ci

ha mostrato angoli nasco-sti della città

e fatto cono-scere curiosi-tà culturali

ed artistiche che da soli non avrem-

mo mai potuto scoprire, la chiesa di Sant’Agostino, il Duomo, la Casa Medieva-le, la Sinagoga, mescolando le sue spiega-

zioni con spiritosi aneddoti in lingua loca-le. Dopo la visita e un ottimo gelato in Piazza

Stefania Andreolli ► 3ªE

Federica Bonissoni ► 3ªE Federica Moriggi ► 3ªE

Chiara Sparro ► 3ªE

N on sempre il sabato si conclude tra i banchi di scuola con il suono della

campanella, capita anche che si parta con un mini-pulmino con meta Mo-dena, una città tutta da scoprire.

Questo è quanto ci è accaduto sabato 3 marzo 2012, quando la Redazione del Giornalino d’Istituto, “Partita Tripla”, si è

trasferita armi e bagagli e con le prof.sse Clemenza Gazzola e Andreina Pasini in quella città per ricevere un importante riconoscimento nell’ambito del Concorso

Nazionale di Giornalismo Scolastico “Prima Pagina”. La prima tappa era prevista presso il Foro

Boario, dove siamo stati accolti, intervista-ti e fotografati e dove un curioso e pur-troppo ignoto poeta di nome Iago ci ha

coinvolto in un gioco di parole: da tre nostre parole pronunciate casualmente ha composto una poesia in nostro onore.

Eccola: Nel SILENZIO, che è d’oro per comune assensi vedo correre il CAVALLO

ne all’interno dell’Istituto stesso e, l’anno

scorso, anche in altri Istituti. Tutto ciò che abbiamo imparato non verrà dimenticato, anzi, lo stiamo già mettendo in pratica

nelle diverse attività di volontariato che ciascuna di noi svolge. Io stessa, per e-sempio, aiuto i ragazzi della Scuola media

“T. Grossi” ad eseguire i compiti presso l’oratorio S. Pietro e, una volta al mese, insieme agli altri volontari, festeggio i loro

compleanni. Dunque vorrei ringraziare la Cassa Rurale, il Dirigente Scolastico Maria Gloria Bertolini e la docente Antonella

Barazzetti per averci concesso questa opportunità. Grazie davvero!” Mi auguro che questo incontro abbia fatto riflettere tutti i presenti e che in futuro il

numero di volontari possa aumentare.

riato svolte da me e da altri alunni della

nostra scuola. Sono intervenuta, visibil-mente emozionata, subito dopo Irina, una coetanea dell’Istituto Zenale. Ho esordito

con queste parole: “Buonasera a tutti! Io sono Angela e la mia esperienza è molto simile a quella di Irina, ma desidero co-

munque raccontarvela. Io rappresento le circa 40 ragazze dell’Istituto Tecnico Com-merciale G. Oberdan che in questi due

anni hanno partecipato ai corsi pomeridia-ni di animazione sociale. L’anno scorso, durante gli incontri, si è cercato di appro-

fondire la conoscenza di se stessi, mentre quest’anno ci siamo dedicate alla pratica mediante una messa in gioco personale. È stata un’esperienza positiva, nonché

un’occasione per conoscere nuove perso-

Angela Iannaccone ► 4ªI

L unedì 5 dicembre 2011, Giornata Internazionale del Volontariato, alcu-

ni responsabili delle associazioni umanitarie senza scopo di lucro presenti a Treviglio e dintorni si sono riuniti verso le

17 nell’auditorio della Cassa Rurale per ricevere un riconoscimento e per avere la possibilità di far conoscere le proprie ini-

ziative ad un pubblico più vasto. Sono intervenuti, per raccontare le proprie im-pressioni, anche alcuni ragazzi di Istituti

superiori e Università. Come rappresentante dell’ITC “G. Ober-dan” c’ero io, Angela Iannaccone, di 4ªI. Mi è stato chiesto di esprimere

un’opinione riguardo le attività di volonta-

Una ragazza dell’Oberdan racconta la sua esperienza nel sociale

Testimonianza sul volontariato VOLONTARIATO

Il prof. Pino Ligabue

◄ 13 Partita Tripla

Page 14: partita tripla

riato e commissione web team e commis-

sione marketing. Adesso entriamo un po’ più nello specifico vedendo quali sono le funzioni degli orga-

ni direttivi: il Presidente (Alessandro Ron-danini della 4ªB eletto con 41 voti) ha svariati compiti che sono principalmente:

convocare l’assemblea e garantirne lo svolgimento democratico e regolare, con-trollare ed eventualmente provvedere che

le attività delle Commissioni e del Comita-to siano adeguatamente pubblicizzate nell'Istituto, monitorare l’attività delle

commissioni; il vicepresidente (Giulia Ca-rolei della 4ªM eletta con 37 voti) deve coordinare il lavoro delle commissioni, affiancare e supportare il presidente in

tutti i suoi incarichi; infine il segretario (Cristian Colombi della 4ªM, nominato dal Presidente) ha il compito di redigere il

verbale di ogni seduta, curare le procedu-re di voto e di scrutinio, controllare le presenze ed inviare copia del verbale agli

assenti e al Dirigente scolastico. Nonostante le attività proposte dal comi-tato e i progetti delle commissioni non

siano stati tutti realizzati, il bilancio dell’attività di questo nuovo organismo è senz’altro positivo in quanto ha dato a

tutti i componenti la possibilità di mettersi in gioco, confrontando idee ed elaborando progetti, ha stimolato una maggiore con-

sapevolezza dei propri diritti e doveri, ha spinto verso una maggiore responsabilità e senso di appartenenza.

Viganò 4ªC e Annachiara Ferrandi 5ªC).

Il comitato così formato nomina un presi-dente ed un vicepresidente con votazione segreta. Non sono eleggibili i rappresen-

tanti d’istituto e della consulta; a sua volta poi il presidente nomina un segretario. Le funzioni di carattere organizzativo sono

delegate alle commissioni, composte da un massimo di 7 alunni, ma almeno da un membro del comitato studentesco che assumerà il ruolo di referente.

Le commissioni formate quest’anno sono 6: commissione eventi e feste, commissio-ne sport e tornei, commissione uscite

didattiche e viaggi, commissione volonta-

Giulia Carolei ► 4ªM

Cristian Colombi ► 4ªM

Q uest’anno il nostro istituto ha deciso

di introdurre una nuova istituzione, chiamata Comitato Studentesco, per

permettere agli studenti di partecipare

attivamente a tutte le decisioni che li ri-guardano inerenti alla gestione della scuo-la. Questo nuovo organismo è competen-te a trattare ogni questione che interessi

la vita degli studenti all'interno dell’istituto; inoltre esprime pareri e for-mula proposte che possono essere comu-

nicati ai consigli di classe o al consiglio d'istituto. Fanno parte di tale comitato tutti i 74

rappresentanti di classe, i rappresentanti d’istituto (Luca De Bellis 5ªA, Jacopo A-madei 4ªE, Nino Grizzuti 5ªC e Marco

Palomba 4ª Sirio) e i rappresentanti della consulta provinciale studentesca (Enrico

sentire sempre

piu!

Un nuovo organismo per

consentire agli

studenti di partecipare al-

la gestione della scuola

Gli studenti si esprimono con una nuova istituzione: il Comitato Studentesco

La voce degli studenti si fa L’ISTITUTO

Commissione marketing

Organizzazione delle foto di istituto. Commissione uscite didattiche e viaggi

Raccolta di proposte per i viaggi d’istruzione del prossimo anno e successiva organizzazione, monito-

raggio dei viaggi d’istruzione e delle uscite didattiche dell’anno scolastico. Commissione eventi e feste

Organizzazione della festa di fine

anno.

Commissione sport e tornei Organizzazione dei tornei sportivi d’istituto e monitoraggio di tutte le

partite. Commissione volontariato Organizzazione e monitoraggio di

tutte le attività di volontariato. Commissione web team Realizzazione del logo dell’I.T.C. G.

Oberdan.

L’attività ha avuto un esi-

to positivo: ci siamo mes-

si in gioco,

condiviso idee,

proposto iniziative

14 ► Partita Tripla

Page 15: partita tripla

qualcosa”, era speciale. Era felice perché

viveva in un mondo migliore dove l'erba era verde, il cielo blu, il vento leggero, al contrario del mondo reale dove tutto ap-

pare più cupo e nero. Trascorreva belle giornate perché affrontava la vita con il sorriso.

Siccome io e Paolo abbiamo svolto i nostri compiti contemporaneamente abbiamo

dovuto lavorare in maniera inusuale, poi-ché è stato necessario adattare il testo

alla musica e non il contrario. Così abbia-mo iniziato ad incontrarci a scuola di po-meriggio per apportare le eventuali corre-

zioni. Abbiamo cambiato diverse parole e accorciato alcune frasi, per poi iniziare a cercare la giusta intonazione. Questa è

stata una delle parti più difficili ma, una volta decisa e imparata, abbiamo provato un senso di soddisfazione enorme.

Giorno per giorno abbiamo provato la canzone più volte, fino a stabilire la ver-sione definitiva e il primo aprile ci siamo

trovati a casa di Paolo per registrarla. Non avendo a disposizione un vero e proprio studio abbiamo utilizzato il computer e

abbiamo messo il microfono nell'armadio nel quale avevamo precedentemente po-sizionato un grande cuscino nella speran-

za che ci garantisse un'acustica migliore. Infine abbiamo chiesto al fratello di Paolo di suonare il saxofono e abbiamo aggiunto

questo strumento alla nostra prima canzo-ne. Felici e realizzati, dovevamo ormai decide-

re il titolo e un nome per il gruppo. Per il primo è stato abbastanza facile, poiché non abbiamo fatto altro che cerca-

re nei versi del testo le parole-chiave, così è nato: “Il Mistero del Sorriso”. Per il se-condo, invece, siamo rimasti senza trovar-ne uno fino ad oggi, ammutolendoci ogni

volta che ci veniva chiesto qualcosa a riguardo. Proprio per questo motivo abbiamo deciso

di chiamarci i “Menonome”, convinti che la nostra musica e i nostri sogni sopperisca-no a questa mancanza…

accordo. Abbiamo stabilito quanti e quali

strumenti avremmo usato e abbiamo deci-so quale tra le diverse bozze che avevo preparato si sarebbe trasformata nel testo

definitivo. A questo punto Paolo ha iniziato a provare diversi accordi in cerca del “nostro AC-

CORDO”, quello che avrebbe colpito mag-giormente il nostro ipotetico pubblico. Anche il momento della registrazione non

è stato semplice, poiché bastava poco per perdere il tempo e Paolo ha dovuto chie-dere ad un amico di contargli le battute e

i quarti per riuscire nell'intento. Ci sono voluti tre giorni e numerosi tentativi. Intanto che Paolo si occupava della musi-

ca, io elaboravo le parole della canzone cercando di rendere più chiaro possibile il messaggio che volevo trasmettere. L'idea

era creare una metafora per indi-care i due diversi mondi che, a mio parere, esi-

stono, o v v e r o

quello in cui viviamo e quel-lo in cui vorremmo vivere. Nel mondo che desideriamo

non esistono problemi, ma solo pace e gioia. Questo mondo migliore esisterebbe

se tutti si aprissero agli altri evitando di pensare solo a se stessi. Così ho immagina-

to che alla protagonista, nella quale mi rispecchio, ma che non ha niente di

diverso da qualunque altro ragazzo di oggi, apparisse un “piccolo amico”… All’inizio era poco visibile, lei

ci prestò poca attenzione, visto che “sembrava uno dei tanti che incontri per strada,

poi te lo scordi” finché, fi-nalmente, quando aprì gli occhi si accorse “che c'era

Angela Iannaccone ► 4ªI

I primi giorni di marzo, io (Angela Ian-naccone, 18 anni, frequentante la

classe 4ªI dell'ITC “G. Oberdan”) e un mio compagno (Paolo Ferri, 16 anni, fre-quentante la classe 2ªE del medesimo

istituto) siamo venuti a conoscenza del concorso “1° Trofeo della Nuova Musica Italiana. 7 Note dalla scuola” da un'inse-

gnante in comune, la quale ci ha presen-tati. Inutile dire che la proposta allettava al-

quanto entrambi, così ci siamo divisi i compiti: io avrei scritto il testo della can-zone e l'avrei cantato, mentre Paolo a-vrebbe pensato agli arrangiamenti e a-

vrebbe suonato la sua chitarra. Nei giorni seguenti ci siamo scambiati diversi sugge-rimenti e idee via mail fino a trovare un

Due studenti partecipano con il proprio pezzo ad un concorso nazionale

Come nasce una canzone MUSICA

Una metafora del mondo

in cui

viviamo e quello in

cui vorremmo vivere

Era felice perché

viveva in un mondo do-

ve l’erba era verde,

il cielo blu, il vento leg-

gero

◄ 15 Partita Tripla

Page 16: partita tripla

l’hanno. È un rischio che si corre, affidarsi all’altro è rischioso, per questo fa paura,

ma guardando quelli che dopo aver ri-schiato sono arrivati a passare tutta la vita insieme, beh, si può dire che ne vale la pena!

“… e tentare di avere care le doman-de stesse come stanze serrate e libri

in una lingua molto straniera. Non cercare ora risposte che non possono venire da te perché non le potresti

vivere. E di questo si tratta: di vivere tutto. Vivi ora le domande. Forse ti avvicinerai così, a poco a poco, senza

avvertirlo, a vivere un giorno lonta-no, la risposta.”

Poniamoci tutte le domande che voglia-mo, continuiamo a porcele per tutta la vita, e viviamo aspettando, prima o poi le

risposte giuste le troveremo, anzi arrive-ranno da sole, si tratterà solo di coglierle. Solo quando avremo risposto a tutte le domande che ci saremo posti potremo

dire di aver vissuto, di aver capito la VITA e cosa significa VIVERE. Ma a certe domande credo che non possa

esserci una risposta, alcune cose sono così e basta, nessuno ha mai trovato una spiegazione, sono “cose che nessuno sa”.

“viaggiano in parallelo”; questa trama mi portava a immaginare un possibile punto d’incontro ed

ero curiosa di sapere quale fosse, dovevo sapere cosa avevano in comune quelle vite. Probabilmen-te mi incuriosiva anche uno dei

personaggi, un professore delle superiori, di cui venivano raccon-tate anche le vicende personali.

In effetti capita che uno studente si chieda come sia la vita di un professore fuori dalla scuola ed è

difficile per uno studente immagi-narlo. Riflettendo su questo libro mi sono accorta che in fondo la

vita di un professore non è poi molto diversa dalla vita di una qualsiasi altra persona, solo che è

difficile da immaginare. Continuando a leggere mi piaceva anche entrare nelle vite di questi personaggi,

entrare singolarmente in ognuno di loro: mi immaginavo la storia come se io fossi una di quelle persone; la storia era mia, stava parlando di me, ero io che la rac-

contavo. E in ogni personaggio trovavo un dettaglio, un particolare, un modo di fare molto simile a ciò che io sono.

In Giulio ritrovavo il mio modo di osserva-re, la mia attenzione ai dettagli, la ricerca delle emozioni delle persone guardando le

loro mani; il personaggio di Margherita richiamava molti aspetti della mia vita: i contrasti con la madre, il suo modo di

cercare di dare una spiegazione a tutto ciò che accade (anche quando sai che è impossibile avere una risposta), il suo

coraggio che la porta a partire alla ricerca del padre, senza sapere dove e con chi sia, un coraggio che cerco di avere, ma

che forse non ho. Tante volte vorrei ri-schiare per qualcosa, ma la paura mi im-pedisce di farlo e quindi credo probabil-mente di avere un po’ di invidia per il suo

coraggio. Ed infine il prof, con quella paura che Stella, la sua fidanzata, gli legge sul volto,

la paura di affrontare la realtà, di mettersi in gioco, la paura di amare. Ma chi non l’ha? Chi non ha paura di amare? Tutti ce

Federica Bonissoni ► 3ªE

S to davvero iniziando a credere che i libri parlino! Raccontano storie che a

volte sembra che non significhino niente, che siano senza senso, ma in real-tà dentro di noi quelle storie lasciano un

segno. Mi capitava spesso di prendere un libro, iniziare a leggere i primi capitoli e poi di

non leggerlo più, non perché non lo tro-vassi interessante, ma perché mi stancavo molto in fretta di leggere e quindi abban-

donavo i libri così, lasciandoli sul mio co-modino per mesi, finché non dovevo ri-portarli in biblioteca oppure fino a che mia mamma non li riponeva nella libreria.

Era successo anche con il libro “Bianca come il latte, rossa come il sangue”; l’avevo preso in biblioteca, ho letto i primi

capitoli, e poi l’ho “dimenticato” sul como-dino fino a quando non è arrivato il mo-mento di restituirlo in biblioteca. Quando

l’ho riletto, e questa volta l’ho finito, an-che perché mi serviva per la scuola, mi sono resa conto che in realtà è uno dei

libri che più mi ha interessato. Da allora ho iniziato a finire la lettura dei libri, perché ho scoperto che in realtà,

dietro la storia narrata, si nascondono tante altre storie, alcune forse sono solo frutto della mia immaginazione, altre inve-

ce sono insegnamenti che potrebbero essermi, in qualche modo, anche utili. Non so come sia possibile, ma l’ultimo libro che ho letto, “Cose che nessuno sa”,

l’ho terminato in soli quattro giorni. Non avevo mai letto prima d’ora un libro in così poco tempo e con così tanto interes-

se. Non so perché, ma la voglia di cono-scere lo sviluppo della storia mi portava a riempire ogni singolo momento libero con

la lettura. Inizialmente ero curiosa di sapere, vedere le vite di tre persone normali, che

L’ultimo romanzo di A. D’Avenia: riflessioni sul senso della lettura

Oggi ho incontrato un libro LA LETTURA

Ho scoperto che

dietro ogni libro

ci sono storie e

insegnamenti

utili

16 ► Partita Tripla

Page 17: partita tripla

sempre ci sarà) della

buona condotta della classe tutta. Secondo le previsioni,

l’austerità sarà prota-gonista dei prossimi anni ed il pacchetto

delle opportunità che l’apparato scolastico potrà offrire sarà sem-

pre più magro. E sono convinto dovremo p a z i e n t a r e e

“accontentarci” delle uscite scolastiche. Concludo con un ap-pello rivolto alla classe

dirigente di questo magnifico, sciagurato, variegato e brillan-te paese: è essenziale investire nella ricer-

ca e nella formazione dei futuri cittadini per ritornare a crescere e per innovarci diventando finalmente una nazione che

può competere con l’Europa e con il Mon-do.

se una lezione di cinque ore in 1ªA e do-vesse accompagnare la 2ªA a Venezia, la

scuola dovrà pagare sia il supplente che sta in 1ªA sia quello che, non per un mat-tino bensì per una giornata, visita il capo-

luogo Veneto. Vi è poi il vincolo (che ci è sempre stato e

Davide Coita ► 2ªA

Q uest’anno, come pure per i prece-denti, nell’agenda scolastica si sono

annotate solo uscite didattiche e non di più. Sto parlando di quelle “pseudo-gite” che terminano con il suonare della

campanella, per intenderci senza troppi tecnicismi. Tuttavia è crescente la richie-sta di un viaggio degno della “V” maiusco-

la che possa coniugare due valori quali l’istruzione e la socializzazione vedendo e toccando con mano le realtà, purtroppo,

conosciute solo sui libri.

La formazione di noi giovani, quindi l’acquisizione di competenze professionali da spendere nel mercato del lavoro è in-

dubbiamente di fondamentale importanza per la tanto agognata crescita economica. Penso che le gite contribuiscano al conse-

guimento degli obiettivi appena enunciati. Ma allora per quale motivo non abbiamo effettuato niente di tutto ciò?

In primis perché, quella di approvare e

deliberare i viaggi d’istruzione, scegliere il docente accompagnatore nonché la meta, è una scelta che compete al Consiglio di

Classe. In secondo luogo possiamo attribuire la responsabilità alla devastante, lacerante e

impetuosa crisi economico-finanziaria che si è abbattuta agli inizi del 2008 sull’Occidente e sull’Eurozona mettendo in

difficoltà lo Stato Italiano. Ai ministeri sono stati tagliati i fondi e, più nello speci-fico, sono venuti a mancare 8 miliardi a quello dell’Istruzione.

Togliendo finanziamenti alla scuola, prima destinatoci, è ovvio che dobbiamo dare la priorità ai servizi essenziali e necessari.

Non possiamo elargire risorse per i viaggi d’istruzione, un tempo consuetudinari. Se, paradossalmente, un professore aves-

Dopo un’interessante conversazione con la preside cercherò di spiegarvelo

Gite: perche non se ne fanno L’ISTITUTO

Da qualche anno,

solo gite che

finiscono col suono

della campanella

I viaggi d’istruzione sono

un punto

imprescindibile della no-

stra formazione

SENTITE IN 5ªA

Prof. Figlioli (entrando in classe): «Ragazzi, evitate di spruzzare profu-mi o deodoranti perché sono allergi-

ca»… «Oggi chiamiamo Legraman-di» Legramandi: «Prof, la avviso che

sono pieno di profumo»

SENTITE IN 5ªB Nicola a Marco: «Mi sa che ho per-

so una lente, ti vedo bello!»

Rini durante l’interrogazione: «La

figura dell’estetista di D’Annunzio…»

Prof. Consonni: «Bisogna fare la traduzione simultanea delle frasi!»

Sonia: «Come simultanea? Ci dia almeno un minuto per pensare!» Prof. Consonni: «Un minuto?! In

un minuto si può fare anche un fi-glio!»

Prof. Paramatti: «Cos’è per gli

italiani la Palma?» Nicola: «La Palmas?» Mara: «La domenica delle Palme!»

Nicola: «Fì, vado tutte le domeni-che a messa se c’è la domenica della Palmas!»

Prof. Sangalli a Degra: «Il lupo perde il pelo ma non il vizio!» Sabrina: «Infatti Degra è pelato!»

Piana: «Sento un velo di ironia in questa frase!» Prof. Benvenuto: «Un velo?! Ma

c’è una coperta!»

Nicola a Valeria: «Cosa ridi Rini?! Tu hai trovato il cervello nelle

Wacko’s!»

SENTITE IN 5ªE

(Jacopo sta leggendo un articolo di giornale) Prof. Gazzola: «Ma ce la fai a leg-

gere?» Apo: «Non riesco così, va troppo a capo!»

Prof. Gazzola: «Dove era imprigio-nato Mussolini?» Luzzo: «Ad Azkaban!»

Prof. Gazzola: «Manuel, tu sai commentare questa strofa?»

Diversi secondi dopo... Manuel: «Quale strofa?»

◄ 17 Partita Tripla

Page 18: partita tripla

the streets to interview some people. For example, I learnt that the most English

people create their fashion styles and appreciate all the others. We also went sightseeing in Canterbury: the Museum,

the Cathedral, the Weavers’ House, the Great Stour River. When I entered Canterbury Cathedral, it

took my breath away: it was full of art and it reminded me of what I had studied at school about Gothic Art. I was fasci-

nated by Leeds’ Castle too even if the weather was horrible. It rained cats and dogs! Nevertheless the gardens, the land-

scape and the rooms inside the building were amazing. Most people believe British food is dis-

gusting, well, my English “mum” wasn’t a bed cook at all! My family was also nice and polite; I was very happy for them! Their home was a comfortable enough

and quite nicely decorated. On Saturday we were very sad as we had to leave.

I thank the teachers who gave us this

10th March together with 74 students from my school and five teachers. There were a lot of my friends who have

never travelled by plane, so it was an enjoyable experience. On Sunday we took of from Bergamo at and landed in Stan-

stead Airport (London) after two hours. A cute boy was waiting for our group to take us from London to Canterbury. After

a very long but nice trip, we arrived in a Medieval Town where our host families were waiting for us. Our adventure had started!

The following day we had our first lesson at Concorde International School and, after a well-structuredtest, we were di-

vided into different level classes. Luckily I made a lot of new friends and we had a

lot of fun

t o g e t h e r . During the lessons I

learnt a lot about Canter-bury’s his-

tory and I d i s c o ve r e d d i f f e r e n t

ways of living in England. On our last d a y , a t

school, we had the op-portunity to

go around

Back to

Italy Anna Biffi ► 4ªH

A week with an English family, five days in a new school and an unfor-

gettable journey to Canterbury. This is how I can describe my first experi-ence on a language stage in the UK.

It all took place in England, from 4th to

Le cronache delle ragazze e dei ragazzi delle quarte Erica dalla cittadina britannica

VIAGGIO D’ISTRUZIONE

When I entered

Canterbury Cathedral, it

took my breath

away: it was full

of art

Sopra, l’entrata della cattedrale, questo il suo interno.

A week with an English

family, five days in a new

school and an

unforgettable journey to

Canterbury

18 ► Partita Tripla

Page 19: partita tripla

What a wonder-

ful week

Le cronache delle ragazze e dei ragazzi delle quarte Erica dalla cittadina britannica

last but not least: London!”.

Ultima e più attesa, la visita a Londra. Un piccolo assaggio dell’atmosfera londinese, dei suoi immensi grattacieli, dei caratteris-

tici taxi, delle inimitabili cabine telefoniche e della sua multietnicità che girovaga in ogni angolo della città.

Primo ad accoglierci, il British Museum. Sessanta minuti per ammirare gli ines-timabili tesori della storia qui racchiusi;

una scelta accurata su cosa visitare è stata inevitabile. Una breve pausa per pranzare e per un

po’ di sano shopping tra i negozi di Covent Garden e poi subito in marcia verso l’affollatissima Trafalguar Square. Questo è stato il nostro punto di partenza

per una lunga passeggiata “no stop” tra i principali monumenti, tra i quali Backing-ham Palace, St. James Park, Big Ben,

Westmister Abbey e il London Eye. Non c’è dubbio che ci vorrebbe molto di più che un assaggio per gustare a pieno

tutte le meraviglie che questa città può offrire, a noi giovani per primi. Lo stesso discorso vale per tutti gli altri

posti visitati che, a causa del poco e del maltempo, non siamo riusciti a vivere nella loro interezza, come sicuramente

faremo in un futuro molto prossimo. Tutto sommato quest’esperienza ha matu-rato in noi la consapevolezza che, grazie

alle competenze linguistiche apprese e la voglia di migliorare, possiamo riten-

erci in grado di affrontare una quotidianità tanto diversa

dalla nostra come quella inglese.

Le nostre giornate erano organizzate dalla “Concorde Interna-tional”, la scuola presso la

quale seguivamo dei corsi mattutini. Nel pomeriggio invece, accompagnati da

guide competenti, ab-biamo potuto visitare le più importanti attrazioni

della città e non solo. Tra queste l’imponente cattedrale, il cuore pul-sante della storia di Can-

terbury, famosa per l’omi-cidio dell’arcivescovo Tho-mas Becket, avvenuto nel

1170 a causa di un equivoco tra il re e i suoi cavalieri.

Ci è rimasto particolar-mente impresso anche il castello di Leeds, dimora

di innumerevoli sovrani inglesi, tra i quali il cele-bre Enrico VIII. Il suo

maestoso giardino, la sua vegetazione rigogliosa e la curiosa presenza di col-

oratissimi pavoni che, vanitosi, posavano per le nostre foto, hanno fatto sì che questo luogo rien-

trasse nella nostra lista dei posti assolutamente da rivedere.

“Ladies and Gentlemen,

Sara Dognini ► 4ªI

Maddalena Lanzini ► 4ªI

Eva Legramandi ► 4ªI Gian Marco Manenti ► 4ªI

Antonella Pavon ► 4ªI

Sofia Sassi ► 4ªI Iulia Trana ► 4ªI

P ioggia e vento, ma tante emozioni:

this is England! Salutata la nostra soleggiata Italia,

noi ragazzi di 4ªI, accompagnati dalla

professoressa S. Mandelli, insieme ad altre classi dell’Istituto “Oberdan”, siamo atterrati nel grigio pomeriggio del 4 marzo

alle 18.15 (ora inglese) all’aeroporto londinese di Stanstead. Provvisti di ba-gagli, zainetto e un pizzico di curiosità,

eravamo pronti ad affrontare una nuova esperienza di studio della lingua inglese, nell’antica cittadina di Canterbury.

Per consentire un migliore approccio con la cultura locale, siamo stati ospitati dalle famiglie inglesi per una breve, ma in-

tensa, settimana.

Pioggia e vento,

ma tante emozioni:

this is England!

◄ 19 Partita Tripla

Page 20: partita tripla

mania fino ai giorni nostri. Le colleghe tedesche hanno mostrato la

cittadina Staufen cin cui si dice sia vissuto il Faust di cui narra lo scrittore e poeta tedesco Goethe.

La visita di Freiburg è stata molto interes-sante soprattutto in compagnia dei com-pagni tedeschi. La città di Konstanz sul

lago di Costanza è stata molto interessan-te come anche l'esperienza di un pernot-tamento in ostello, inventato nel 1912

proprio da un tedesco, Richard Schir-rmann. Il museo del design a Lörrach è stato inte-

ressante e divertente, pieno di colorati oggetti d'arredamento moderni che hanno suscitato molto entusiasmo.

Infine la visita della cascata del Reno a Schaffausen, la più grande d'Europa, con la forza dell'acqua e della natura, ha coro-nato queste quattro bellissime giornate,

ricche di emozioni. I compagni tedeschi sono già pronti per venire a trovare i loro compagni della

classe 5ªH a Treviglio, nel mese di mag-gio!

schi una divertente partita di palla prigio-

niera italiani-tedeschi ha contribuito a rompere il ghiaccio. Ogni singolo alunno è stato quindi ospita-

to dalla famiglia degli alunni tedeschi e ciò è stata l'occasione per conoscere anche i genitori degli stessi, vivere nella casa con

loro, apprezzarne gli spazi, la particolare architettura, i ritmi, l'ottimo rapporto che hanno con la natura, ecc. Anche il cibo è stato in parte una scoper-

ta. Nonostante i timori iniziali, ha riscon-trato grande successo gli Spätzle, che è una pasta tipica di questa regione del sud

della Germania, condita con cipolle dorate o salsa dell'arrosto e con contorno di ca-volo rosso con mele.

Nella mattinata del 6 marzo la classe, in gruppo, ha seguito anche una lezione di italiano che gli amici tedeschi studiano da

4 anni per 4 ore a settimana e avendo perciò raggiunto un buon livello. La lezio-ne riguardava l'architettura istituzionale

italiana, la politica che la caratterizza, chi governa, chi è all'opposizione, ecc. La mattina successiva ogni singolo alunno

ha seguito il suo compagno “gemello” a lezione di musica (canti di Mozart accom-pagnati dalla docente al pianoforte in classe), storia, chimica, inglese, tedesco.

Anche le docenti accompagnatrici hanno seguito con piacere le lezioni per esempio di tedesco in cui gli alunni hanno tenuto

due relazioni sulle poesie di Else Lasker Schüler e sulla storia degli zingari in Ger-

I l tanto atteso viaggio a Friburgo da

parte degli alunni della classe 5ªH dell'Istituto Oberdan di Treviglio, per

l'incontro dei loro coetanei tedeschi in

lingua straniera, è finalmente giunto in data 5 marzo ed ha permesso agli stessi, accompagnati dall'insegnante di lingua

tedesca e dalla lettrice, di poter completa-re un percorso per una più approfondita e completa conoscenza non solo della lin-

gua tedesca ma di tutto ciò che caratteriz-za e rende unico un intero paese.

La programmazione del viaggio, sin dall'i-nizio dell'anno scolastico, presso quella che da molti è definita come la Toscana

della Germania, il Markgräfler Land, pieno di vigneti, e terra di produzione del vino Gutedel è stata sicuramente un'ottima

leva motivazionale che ha portato l'intera scolaresca coinvolta nel progetto a presta-re molto più impegno nello studio della

lingua tedesca ed un maggiore interesse per la conoscenza della Germania. Altro fattore che sicuramente ha contribui-

to al successo, anche e soprattutto sotto l'aspetto didattico e di apprendimento, era la consapevolezza da parte degli alunni

che, una volta arrivati in Germania, salvo le iniziative a carattere collettivo, una non marginale parte del tempo gli stessi l'a-vrebbero trascorsa, singolarmente, nelle

famiglie tedesche ospitanti e ciò sicura-mente ha favorito lo sforzo da parte di ognuno di un corretto e intenso uso della

lingua tedesca. La realizzazione, con successo, del viaggio è nata possibile anche grazie al sostegno

della Preside M. G. Bertolini, che ha pro-mosso con entusiasmo questa iniziativa così come il suo Collega tedesco del Mar-

kgräfler Gymnasium che ha sostenuto questo progetto con fervore ritenendolo estremamente utile per gli alunni e per

tutti. Il gruppo è partito dalla scuola Oberdan alle ore 6 di lunedì 5 marzo con l'autobus

e dopo circa 5 ore e mezza di viaggio è arrivato alla scuola MGM a Müllheim, a sud della Germania, dove alunni e inse-gnanti avevano preparato un ricco buffet

con specialità tipiche tedesche come i Brezel, che originariamente ricordavano le braccia di un bambino incrociate a mo' di

preghiera, e dolci locali. Dopo le prime conoscenze dei compagni “gemelli” tede-

La classe 5ªH alla scoperta di Friburgo, cittadina tedesca nel cuore della “Toscania della Germania”

GEMELLAGGIO 1

Il viaggio nella Toscana

della Germania

Una partita a palla

battaglia ha

contribuito a rompere

il ghiaccio.

20 ► Partita Tripla

Page 21: partita tripla

La classe 5ªH alla scoperta di Friburgo, cittadina tedesca nel cuore della “Toscania della Germania”

den mit dem Bus, sind wir im Design-

Museum angekommen. Wir haben viel Spaß gehabt. Am Abend haben wir in Konstanz gegessen und danach haben wir

in einer Jugendherberge geschlafen. Am letzten Tag haben wir Konstanz be-sucht. Der Rhein durchfliesst die Stadt.

Konstanz ist die Stadt, die uns am meis-ten gefallen hat. Wir sind ein bisschen unglücklich gewe-

sen, weil es kalt war. Deshalb sind wir in ein Cafe gegangen, um einen Tee zu trin-ken. Am Nachmittag sind wir nach Schaf-

fausen gefahren, um den Rheinfall zu bewundern. Es war eindrucksvoll aber wir dachten, dass er größer war. Am Abend sind wir nach Hause zurückge-

fahren. Wir waren müde aber froh für unsere Erfahrung. Wir hoffen, dass unsere deutschen Freunde und Freundinnen bald

nach Treviglio kommen werden!

und die Schulglocke klingelt nur für die

große Pause. Die Unterrichtsstunden dau-ern nur 45 Minuten. Der Schulleiter spricht mit den Schülern durch den Laut-

sprecher. Es gibt eine Schulkantine wo jeder essen kann. Wir finden, dass dies sehr motivierend ist. Am Nachmittag sind

wir nach Freiburg gefahren. Das ist eine große aber ruhige Stadt. Es gibt viele Geschäfte und Gasthäuser. Wir haben

einige Andenken gekauft und Käsespätzle, Brägele und Schwarzwälder Schweinspeck gegessen. Am Abend sind wir zum Re-

staurant nach Mülheim gefahren und ha-ben alle zusammen gegessen. Wir haben Billard gespielt. Am dritten Tag sind wir noch zur Schule

gegangen aber nach dem Mittagessen haben wir unsere Freunde verabschiedet. Wir waren etwas traurig aber auch froh,

sie kennengelernt zu haben. Nach 3 Stun-

Vittorio Barone ► 5ªH

Erika De Filippo ► 5ªH

U nsere Erfahrung in Deutschland ist

wunderbar gewesen. Der Bus hat auf uns um 6 Uhr gewartet. Trotz

der Müdigkeit, waren wir froh.

Nach 7 Stunden sind wir in Müllheim an-gekommen. Die deutschen Schülerinnen haben uns herzlich aufgenommen aber

wir waren in Verlegenheit. Es gab einen Imbiss mit deutschen Spezialitäten zum Beispiel Brezel und Schwarzem Tee. Alles

war lecker! Das Völkerball Spiel hat uns geholfen, dass Eis zu brechen. Wir sind um 18 Uhr zu unseren Familien gefahren. Am Abend haben wir uns in einer Kneipe

getroffen. Wir haben Spätzle und Waier probiert. Einige deutsche Gewohnheiten waren für uns komisch zum Beispiel Spe-

zi: ein Getränk mit Coca und Fanta. Am nächsten Tag sind wir früh aufgestan-den, weil die Schule in dieser deutschen

Schule um 7:50 Uhr beginnt. Die Erfah-rung der Schule hat uns am meisten ge-wundert. Wir haben mehrere Unterricht-

stunden gehört. Die Methode des Unter-richts ist ganz anders in Bezug auf die italienische Schule gewesen. Es gibt viele

Dialoge zwischen Lehrern und Schülern. Die Klassenzimmer waren mit moderner Technologie ausgestattet. Die Schüler

bekommen die Bücher von der Schule, wählen die Schulfächer und jedes Schul-fach hat ein Klassenzimmer so wechseln die Schüler jedes Mal Mitschülerinnen und

Klassenzimmer. Die Regeln werden immer respektiert. Die Pünktlichkeit ist wichtig

◄ 21 Partita Tripla

Page 22: partita tripla

di aver trascorso due giorni in un nuovo

ambiente, l'aver conosciuto Deniz ed es-sere entrata in contatto con la sua vita, aver parlato con lei e i suoi genitori nella

loro lingua madre e l'aver riso di qualche errore linguistico e di qualche incompren-sione.

Nei mesi successivi a questo primo viag-gio, io e Deniz abbiamo mantenuto salda la comunicazione, tra telefono e internet

le sue notizie non sono mai mancate. Ad aprile ci viene comunicato che il Ge-mellaggio può completarsi nel modo mi-

gliore: siamo pronti a ricambiare l'ospitali-tà dei ragazzi tedeschi. Il 2 maggio ci scopriamo tutti accalcati all'ingresso della scuola ad attendere un

pullman bianco con il logo rigorosamente in tedesco. Appena Deniz scende dal pullman, corro

ad abbracciarla, sono contenta che sia qui e di aver la possibilità di renderla parteci-pe di quello che è il mio mondo.

Le cedo con molto piacere la mia camera, le faccio conoscere i miei genitori ed alcu-ni amici, le racconto un po' di aneddoti

riguardanti la vita qui in Italia e la porto a conoscenza degli ambienti che spesso frequento.

Stavolta è lei a non capire e a chiedermi chiarimenti o spiegazioni su alcune parole italiane che proprio non le entrano in te-

sta. Scatta un meccanismo sorprendente, quello di voler aiutare l'altro a capire, sco-prendoti a dialogare un po' nella tua lin-

gua e un po' nella sua, trovandosi in due ad avere lo stesso, medesimo obiettivo: comprendersi.

Quando arriviamo al congedo finale, Deniz

mi propone di tornare a trovarla in Ger-mania quest'estate. “Con molto piacere”, le rispondo.

Se si è in grado di costruire un legame, quella del Gemellaggio, non è un'espe-rienza fine a se stessa, anzi, getta le basi per un rapporto futuro.

Avendo vissuto tutto questo in prima per-sona, ho motivi per credere che sia una delle esperienze che ti arricchiscono mag-

giormente sia sul piano culturale, che umano e relazionale.

Maria Chiara Maffi ► 5ªH

“I l gemellaggio è un legame simbo-lico stabilito per sviluppare strette

relazioni politiche, economiche e culturali. Queste unioni vengono costituite per fa-

vorire relazioni umane e culturali tra i due soggetti o enti che effettuano lo scambio.” Quest'esperienza per noi è stata molto,

ma molto di più. Una gita che si discosta dalle precedenti, in quanto il contatto e la comunicazione

vengono notevolmente valorizzati. Il quotidiano e le abitudini si fondono, trovando punti in comune e notando diffe-renze tra le due culture, quella tedesca e

quella italiana.

Inizialmente domina la diffidenza, aleggia

il pensiero di dover trascorrere due giorni a stretto contatto con persone sconosciu-te, frequentare la stessa scuola e fare i

conti con una lingua nuova, della quale non hai troppa padronanza. Questa sorta di “ansia” si dissolve istanta-

neamente quando arriviamo a Müllheim, la cittadina non lontana da Friburgo, che la nostra scuola ha scelto per il Gemellag-gio.

Iniziamo a scorgere un gruppo di ragazzi all'interno di un moderno edificio assai variopinto e in breve tempo riconosciamo

i volti di coloro che ci ospiteranno nei giorni seguenti. Scrivo “riconosciamo” perché non appena

ci sono stati comunicati i nomi dei compa-gni tedeschi, è partita una sfrenata ricerca su Facebook per poter dare volto a quel

nome affidatoci. Per rompere il ghiaccio viene indetta una partita a palla battaglia che si svolge in

una palestra della quale notiamo subito l'ampiezza, la pulizia e la modernità. Il primo scontro è tra italiani e tedeschi

che termina con la vittoria di quest'ultimi, nel secondo round le squadre si mischiano e ti ritrovi a "battere il cinque" ad un te-desco.

Assistiamo alla spiegazione di diverse materie di studio, le quali, secondo la loro organizzazione scolastica, vengono scelte

dagli studenti stessi. Questa specie di “autogestione” ci ha la-sciati molto attoniti e nel contempo ci ha

riportato al fatto che in Italia è concessa solo la scelta del corso di studio e non delle materie specifiche.

Inevitabile è risultato il confronto schiac-ciante fra le aule in Germania e quelle della nostra scuola trevigliese, là tutto è

moderno: sedie, lavagne, banchi e la pre-senza di proiettori in diverse aule. Sono tornata da questa prima esperienza

con qualcosa in più nella valigia: il piacere

Due ragazzi di 5ªH raccontano il loro viaggio a Friburgo e ciò che hanno imparato

Temi sul Gemellaggio GEMELLAGGIO 2

Con il gemellaggio,

il quotidiano e le

abitudini si fondono

Vittorio Barone ► 5ªH

Q uest’anno, l’ultimo per noi, siamo

stati messi di fronte ad una scelta: la classica gita-stage in Inghilterra o

un gemellaggio con una scuola tedesca?

Anche se la scelta è stata piuttosto obbli-gata, abbiamo deciso, alla fine, di effettu-are questo scambio con una classe di

alunni tedeschi. La decisione, all’inizio, non è stata accolta con gioia da parte di tutti, ma col tempo è

stata accettata. Era gennaio, ma ben pre-sto è arrivato il giorno della partenza: eravamo tutti eccitati, chi più chi meno,

all’idea di incontrare gli alunni tedeschi. Il viaggio è andato bene, e dopo sette ore siamo giunti al piccolo paesino di Mul-lheim. Il panico regnava sul pullman: nes-

suno voleva più scendere! Avevano tutti vergogna di incontrare i rispettivi ospitan-ti! Ma quasi immediatamente, la nostra

apparente timidezza è scomparsa; siamo scesi dal pullman e siamo entrati nella scuola.

Non mi sembrava una scuola: l’atrio era accogliente e molto ampio, con una gradi-nata sulla destra e una vetrata sulla sini-

stra che dava su un grande cortile, dove gli alunni brulicavano. Lì ci hanno accolto i “nostri” tedeschi: ognuno cercava il ri-

spettivo compagno ed è lì che io ho trova-to Caroline, la ragazza che mi ha ospitato. Dopo un banchetto a base di specialità

tedesche, abbiamo fatto un giro per il piccolo centro abitato con un ex professo-re del “Gymnasium” che ci spiegava un po’ la storia del paese, ma non eravamo

molto interessati, forse un po’ per la stan-chezza. Dopo questa specie di escursione cittadina, ognuno è andato presso la ri-

spettiva casa dove avrebbe soggiornato per tre giorni.

L'esperienza del gemellaggio con

gli studenti di Friburgo: impres-sioni, giudizi, confronti, cosa ti resta di questa esperienza?

Considerate il confronto tra i due sistemi scolastici, l'incremento della motivazione all'apprendi-

mento del tedesco, se c'è stata, l'arricchimento non solo dal punto di vista prettamente scolastico,

ma anche umano e relazionale.

Dialogare in 2 lingue, con

l’unico obiettivo

di comprendersi

22 ► Partita Tripla

Page 23: partita tripla

Davanti alla scuola ci aspettava la madre di Caroline che ci avrebbe portato in mac-china a casa; la mia compagna viveva in

un piccolo comune a qualche chilometro da Müllheim. La madre si mostrò subito molto disponibile con me. Io non sapevo

come relazionarmi visto che il mio tedesco non è proprio dei migliori. Mi esprimevo un po’ a gesti, in inglese e in francese più

che in tedesco. Fortunatamente la mam-ma di Caro parlava anche l’inglese e il francese per cui ci capivamo in maniera

abbastanza chiara. Mi piaceva il paesaggio che vedevo attraverso il finestrino della vettura; era un paesaggio rurale ai piedi della Schwarzwald, la nota “Foresta Nera”

tedesca. I campi che costeggiavano la strada variavano da un bel colore verde fino ad un giallo spento. In circa dieci

minuti siamo arrivati a casa. L’abitazione non era niente di caratteristico come mi ero immaginato: era una normale villetta

con un giardino sul retro, dal quale, mi spiegava la madre di Caroline, si poteva

vedere la Francia.

Quella sera stessa avrei mangiato in fami-glia. Ho mangiato piatti tipici ma soprat-tutto dolci del posto! Ricordo solo che

erano molto zuccherati, quasi da fare venire la nausea a chi non ne fosse abitu-ato, tipo me. Però erano squisiti. Mi a-

spettavo che il cibo tedesco non fosse molto buono, ma ho dovuto ricredermi! È sicuramente diverso da quello italiano,

che io considero insuperabile, ma direi che non ho mangiato male in questi 4 giorni in Germania. Ho cercato di assag-

giare più piatti possibili del posto. Tra quelli che ho assaporato avevano tutti la peculiarità di avere un gusto deciso, dovu-

to, penso, all’uso di spezie. La sera stessa sono uscito con Caro e ci siamo incontrati con tutti gli altri presso un pub dove ho finalmente assaggiato la

tanto acclamata birra tedesca che ha rotto il ghiaccio. Abbiamo passato una bella serata con i nostri nuovi amici ma, pur-

troppo, dovevamo rientrare prima possibi-le poiché la sveglia era la mattina presto:

Due ragazzi di 5ªH raccontano il loro viaggio a Friburgo e ciò che hanno imparato

Temi sul Gemellaggio libro dando opinioni e giudizi su di esso

solo in lingua inglese, altro che seguire un libro facendo esercizi e solo esercizi! Quel giorno ci sarebbe stata un’altra

bella serata: sempre allo stesso pub siamo stati invitati a mangiare una pizza dai nostri compagni: non pensavo che

questi tedeschi sapessero fare una piz-za così buona! Il giorno seguente ci aspettava un’intera giornata scolastica,

ognuno con lezioni diverse. Io ho segui-to quella di musica e quella di inglese. Gli alunni tedeschi hanno la possibilità

di scegliere in quale materie diplomarsi, avendo però l’obbligo di seguirne alcu-ne standard per tutti; purtroppo anche in Germania matematica è obbligatoria!

Caroline seguiva il corso di musica. La lezione è stata molto piacevole. L’aula era dotata di un pianoforte! La giovane

prof suonava le melodie che spiegava agli alunni in un primo tempo e nella seconda parte gli alunni cantavano

mentre l’insegnante suonava al piano la base della canzone. Il tempo è volato, forse anche perché le ore scolastiche

durano solamente 45 minuti e dopo ogni ora c’è una pausa di 5 minuti: que-sta sì che è vita rispetto alle estenuanti

ore piene della nostra scuola! Sono arrivato alla conclusione che il sistema scolastico tedesco secondo me

è molto più avanzato rispetto al nostro: a parte le tecnologie dell’edificio, ma soprattutto il metodo d’insegnamento basato sulla conversazione e poco lega-

to ai libri di testo. Penso che la scuola italiana, una delle meno finanziate in Europa, dovrebbe prendere esempio

dalla scuola tedesca. Penso che quando Caroline è venuta in Italia sia rimasta

un po’ scioccata dalla nostra scuola! All’inizio ero uno di quelli che faceva parte del gruppo di persone che di-sprezzava il gemellaggio, definendolo

una gita di seconda categoria ma mi sono ricreduto. Penso che grazie a que-sto tipo di viaggio, anche se brevissimo,

le mie vedute si siano allargate: ho conosciuto un Paese nuovo e ho potuto assaporare le usanze e le abitudini di

gente che abita nel Paese più avanzato d’Europa, dal quale dovremmo spesso prendere esempio. Inoltre il fatto di

trovarmi solo in una famiglia straniera senza un mio compagno mi ha spinto a relazionarmi con i miei ospitanti, sfor-

zandomi ad usare ciò che ho imparato a scuola, anche se ho constatato che si

la scuola iniziava alle 7.50 e per raggiun-

gerla dovevamo prendere il bus. La mattina seguente ho seguito la prima lezione a scuola. A parte l’aula che era

molto più tecnologica delle nostre, con aria condizionata, lavagne scorrevoli e proiettore, anche il metodo di svolgimento

era diverso: l’insegnante dialogava con gli alunni per spiegare l’argomento del giorno e visto che si trattava di una lezione di

italiano tutti si sforzavano di parlare in italiano, quasi come se si fossero dimenti-cati di parlare la loro lingua! Non vedevo

nessuno mangiare in classe, ogni persona alzava la mano e aspettava il suo turno per parlare e il brusio era quasi nullo. Mi ha colpito il rapporto di rispetto tra alunno

e professore. La nostra mattinata a scuola però è stata breve: siamo partiti prima per una cittadina caratteristica nelle vicinanze

di Müllheim. Lì abbiamo potuto ammirare l’architettura locale, distintiva dei paesi nordici. La cosa strana è che in ogni città

che abbiamo girato, da Friburgo a Costan-za, c’erano ruscelli che costeggiavano le strade. La gente in giro era molto civile:

non ho mai assistito a nulla di strano se non alla diligenza e all’educazione delle persone, abbastanza rara in Italia. La cosa

che più mi ha lasciato di stucco è la cor-rettezza: ad esempio le automobili in Italia alle strisce pedonali è difficile che si fermi-

no ma lì in Germania guai a chi non lo fa. Mi ha fatto ridere quando Caroline, quan-do è venuta qui in Italia, mi ha fatto nota-re questo particolare!

In giro per i bar ho cercato di assaggiare ogni tipo di tè possibile: sono una vera specialità in Germania le diverse varietà di

questa bevanda. Nel pomeriggio, i nostri compagni tedeschi ci hanno raggiunto a Friburgo. Abbiamo fatto un giro turistico

della città e ci siamo relazionati molto anche in tedesco. Difatti, questo gemel-laggio, ha incentivato la mia voglia di im-

parare il tedesco che era quasi sparita. Cercavo di capire i discorsi che facevano i compagni tedeschi ma con molte difficol-

tà. Mi son reso conto che loro sono molto più preparati rispetto a noi nell’uso della lingua straniera: parlano molto meglio loro

l’italiano che noi il tedesco. Questo secon-do me è dovuto al metodo d’insegnamento: le loro lezioni sono basa-te soprattutto sul dialogo e la conversazio-

ne piuttosto che gli esercizi di grammatica, come succede in Italia. Ho avuto la fortu-na di seguire una loro lezione di inglese e

sono rimasto allibito: discutevano di un

Parlavano molto

meglio loro l’italiano

che noi il tedesco,

grazie alla

conversazione

All’inizio consideravo

il gemellaggio una

gita di seconda

categoria, poi mi sono

◄ 23 Partita Tripla

Page 24: partita tripla

nome e cognome, la data e il luogo di

nascita ed infine la firma del dichiarante. I medici tengono anche conto delle dichia-razioni verbali espresse in vita e riportate

dai parenti e sulla base di queste si com-portano di conseguenza. I donatori di organi possono essere perso-

ne di ogni età e gli organi prelevabili so-no: i reni, il fegato, il cuore, il pancreas, i polmoni e l’intestino, mentre i tessuti sono

le cornee, il tessuto osseo, le cartilagini, i tendini, la cute, le valvole cardiache, i vasi sanguigni.

L’operazione dell’estrazione degli organi e del successivo trapianto viene effettuata nelle sale operatorie degli ospedali accre-ditati dalla Regione o dal Ministero della

Sanità e non comporta alcun costo sia per il ricevente che per il donatore. La domanda più gettonata, ci confessa il

professore, che gli viene posta dai ragazzi è: “Perché donare?” e la sua risposta è semplice e diretta: “Per dar la possibilità

ad un'altra persona di vivere!”. Credo che donare sia un gesto semplice, che non comporta nessun costo e nessu-

na perdita di tempo, ma che per altre persone può essere una speranza per vivere una vita più serena.

Infatti lo stato di morte viene accertato da

tre equipe di medici, ciascuna con funzioni diverse, e non prima delle 6 ore in cui il paziente è stato dichiarato defunto.

Perché queste premesse? Per rispondere ai dubbi che tutti noi abbiamo quando decidiamo di compiere quell’atto di estre-

ma generosità qual è “donare” gli organi. Il prof. Borelli ci ha innanzitutto illustrato che, nonostante nel nostro paese sia in

vigore dal 1999 la cosiddetta legge del “silenzio assenso”, nella pratica viene ancora applicato il principio del consenso

o dissenso esplicito alla donazione di or-gani e tessuti. Secondo questo principio a

chiunque è data la possibilità di dichiarare

validamente la propria volontà attraverso una apposita registrazione

presso gli sportelli competenti delle A-ziende Sanitarie Locali

e dei comuni. Può bastare anche una dichiarazione della

nostra volontà scritta su un comune foglio bianco che riporti il

Elena Danelli ► 5ªE

I l 17 marzo 2012 nel nostro istituto, com’è consuetudine da alcuni anni, il

prof. Massimo Borelli, primario del Reparto di Rianimazione e Coordinatore e Responsabile per i Trapianti d'Organo

presso l'Azienda Ospedaliera di Treviglio, ha incontrato le classi quinte per parlare della donazione di organi.

Con competenza il professore ci ha spie-gato il protocollo seguito dai medici per accertare che la morte cerebrale di un

paziente sia ormai uno stato definitivo e irreversibile.

Un appuntamento per capire cos’è la donazione degli organi

Perche donare gli organi INCONTRI

(il fumo causa righe sulla cute); enfisema

(quando gli alveoli polmonari si uniscono provocando la formazione di un tumore e mutazioni del dna). Quindi perché fumare

quando si sanno tutti i rischi che esso provoca, lo so siamo persone e ci piace rischiare ma io vi dico: vi serve davvero

quel fumo per essere felici? La vita è mol-to più di una sigaretta con un tuo amico.

tabacco tutt’oggi si riconoscono solo, e

vorrei sottolineare solo, 4.000 sostanze su 12.000 presenti, delle quali 400 dannose per l’uomo e 40 cancerogene. Senza trala-

sciare inoltre per il fumo si spendono tanti soldi che potrebbero essere utilizzati per scopi migliori. I giovani in media iniziano a

fumare in un età precoce procurando un grave danno al proprio organismo facen-dosi male e facendo male alla gente

che sta loro vicino, non per questo si dice che il fumo crea dipendenza e se comunque qualcuno decidesse

di smettere di fumare, la percentua-le di problemi sarebbe elevata. Oltre a questa esistono ben 27 malattie legate al fumo come: paradontite (il

fumo corrode le gengive procurando un male insopportabile così le radice rimane scoperta e di conseguenza si

possono perdere i denti); eucoplatia

Federica Rota ► 2ªA

“L a bionda” Bridget Jones nel film “Il diario di Bridget Jones” se ne

sta pensierosa con in bocca una sigaretta e perfino Hugh Grant nel film “Un ragazzo” si accende 12 sigarette.

Questo potrebbe influenzare tanti giovani vedendo un mito della televisione con una sigaretta, ma bisogna sapere che solo un

attore su tre fuma realmente. Nei film lo si fa per pubblicità: le aziende di tabacco pagano gli attori circa 10.000 euro solo

per reclamizzare marche come Malboro, Camel se non Wiston Blue, perché le grandi aziende di tabacco non potrebbero farsi pubblicità in altro modo. Sarebbe

ovviamente un controsenso dato che sui pacchetti che vengono giornalmente ven-duti c’è scritto che sarebbe meglio non

fumare dato l’alto rischio di tumore. Nel

Gli studenti di 2ªA ad un incontro sul fumo. Ecco cosa hanno scoperto

No smoking be happy USCITE

24 ► Partita Tripla

Page 25: partita tripla

guardano l'introdu-

zione della Tobin Tax (la tassa sulle rendite finanziarie),

lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro ai consumi, la

creazione del reddito minimo garantito, un maggiore impegno

nel risparmio ener-getico e la redistri-buzione del reddito

all'interno dei paesi sviluppati (negli ulti-mi 20-25 anni le entrate dell'1% più

ricco della popolazio-ne sono aumentate del 275%, quelle del

restante 99% solo del 18). Ai due relatori è

stato poi chiesto cosa può fare, dal canto suo, il singolo individuo. Deve aspettare direttive dall'al-

to o può mettere in pratica delle azioni concrete già da subito? Di Stefano ha risposto che l'iniziativa migliore che una

persona può intraprendere è quella di esercitare pressioni sulle amministrazioni locali affinché comincino ad adottare poli-

tiche virtuose nei campi della gestione dei rifiuti, dello sfruttamento della risorsa idrica, della mobilità e della ristrutturazio-ne degli edifici pubblici per renderli più

efficienti sotto il profilo energetico. Pallan-te ha aggiunto anche che è necessario prestare un'attenzione particolare alla

propria abitazione, installando piccoli im-pianti di fonti rinnovabili e potenziando l'isolamento termico (punto debole degli

edifici italiani, se paragonati a quelli tede-schi). Molti di coloro che hanno preso parte a

questo appuntamento, hanno realizzato di vivere in un mondo sull'orlo del baratro, drogato da decenni di energia a prezzo di

saldo (ora in esaurimento) che, oltre ad averci abituato al consumismo più sfrena-to, ha inquinato l'ambiente fino a farci

giungere quasi al punto di non ritorno. Allo stesso tempo gli astanti hanno sco-perto che una soluzione esiste e risiede nel mettere di nuovo al centro di tutto la

persona umana e i suoi veri bisogni, ridi-mensionando i numeri di questa economia fine a se stessa. Perché, per dirla con le

parole di Pallante, «la vita non dipende dallo spread, ma dalla fotosintesi clorofil-liana».

malati e così si comprassero più medicina-li, il Pil crescerebbe, dimostrando di non essere un'unità di misura affidabile del

benessere di un popolo. Detto ciò, i due esperti hanno suggerito le loro soluzioni all'attuale sistema economi-

co fallimentare. Pallante ha illustrato le fondamenta su cui si basa il suo Movi-mento per la Decrescita Felice: lo sviluppo

di tecnologie per abbattere gli sprechi (per capire l'entità del problema, basti pensare che il 3% del Pil italiano è costi-

tuito da cibo che viene buttato via), la sensibilizzazione delle istituzioni verso queste tematiche e il cambiamento degli

stili di vita. A tal riguardo, la discussione si è spostata quasi su un piano filosofico: decrescere nei consumi e nella dipenden-

za dai mercati internazionali, rimettere al centro il territorio e puntare sull'autopro-duzione ci permetterebbe di avere più tempo a disposizione per le relazioni uma-

ne e per la nostra sfera sociale. Insomma, consumare meno per vivere meglio. Secondo Di Stefano, invece, la soluzione

sta nel mettere un freno alla “finanza Frankenstein”, che oggi vale trenta volte di più del Pil del mondo. Altre misure ri-

Fabio Fontana ► 5ªE

È possibile crescere all'infinito? Dal punto di vista biologico, tutti noi

sappiamo che la risposta è 'no': conclusa l'adolescenza, l'altezza che ab-biamo raggiunto rimarrà la stessa per

tutta la nostra vita. Sotto il profilo econo-mico, se ci riflettiamo un momento, la risposta è altrettanto scontata: no. Com'è

possibile pensare che la produzione possa crescere per sempre? Eppure tutti i media ci propinano la crescita come la panacea

di tutti i mali dell'economia, dalla disoccu-pazione al debito pubblico. Una diversa visione delle cose ci è stata offerta durante l'incontro sul tema “Come

affrontare la crisi?”, organizzato dalla Co-operativa Famiglie Lavoratori presso l'Auditorium della Cassa Rurale di Trevi-

glio il 26 gennaio 2012 dove sono interve-nuti Maurizio Pallante, che si occupa da anni di ambiente ed energia ed è leader

del Movimento per la Decrescita Felice, e Andrea Di Stefano, esperto di finanza e direttore della rivista “Valori”, mensile di

economia sociale e sostenibilità edito da Banca Etica. Nella prima parte della serata si è parlato

delle cause della crisi che ha sconvolto il mondo nel 2008. La principale è stata trovata nel debito, sia quello degli stati sia

quello dei privati cittadini. Secondo i due relatori la crisi è stata fin dal principio di tipo produttivo, con un eccesso di offerta di beni rispetto alla domanda. E se, fino

ad allora, si era riusciti a mantenere il mercato in precario equilibrio con un alto debito che, facendo costare di più le mer-

ci, aveva permesso di sostenere l'equazio-ne "offerta uguale domanda", all'improvvi-so il sistema è crollato su se stesso perché

la maggior parte dei debiti non veniva più restituita (partendo dai mutui subprime negli Stati Uniti).

Nei paesi occidentali la crisi ha determina-to un alto tasso di disoccupazione, per contenere il quale, a detta degli economi-

sti ortodossi, «è necessario tornare a cre-scere». Ma Pallante ha fatto notare che in Italia, dal 1960 al 1999, a fronte di un Pil

aumentato del 360%, gli occupati sono cresciuti solo di 400 mila unità. A proposito del Pil, durante la conferenza, è stata ravvisata la necessità di sostituire

questo misuratore di tipo quantitativo con uno di tipo qualitativo. Al Pil, infatti, sfug-gono fenomeni come l'autoproduzione (il

classico orto di casa, per esempio) o il lavoro delle casalinghe e porta al parados-so che se quest'anno ci fossero più am-

Consumare meno per vivere meglio

La vita non dipende dallo spread

INCONTRI

Decrescere nei

consumi e nel lavoro

per avere più tempo

per se stessi

◄ 25 Partita Tripla

Page 26: partita tripla

l’argomento del rapporto tra figli e genito-

ri, la classe non ha mostrato lo stesso grado di partecipazione e non è riuscita a collaborare in modo costruttivo con le due

dottoresse, forse perché si trattava di un tema troppo personale su cui non erava-mo pronti a pronunciarci apertamente in

mezzo ai compagni. Un argomento che ci ha molto coinvolto e sul quale tutti abbiamo esposto opinioni

spesso condivise, è stato quello delle co-siddette dipendenze. Abbiamo affrontato questa questione sotto tutti i punti di vista

arricchendo l’incontro col racconto di e-sperienze personali o di nostri conoscenti. La classe ha trattato anche il tema del rapporto con il cibo attraverso la visione

di un estratto del film Briciole e l’ascolto della canzone Mai nata di Tiziano Ferro. Questa esperienza nel complesso è stata

positiva perché ci ha fatto crescere come classe, ha migliorato le relazioni tra noi ragazzi e ci ha permesso di conoscere

meglio tutti i compagni.

Durante la prima seduta abbiamo svolto

un gioco di ruolo per conoscerci meglio e per parlare delle relazioni con i nostri coe-tanei. Ci siamo dimostrati partecipi e col-

laborativi in quanto abbiamo affrontato temi e problemi che ci riguardano come classe, analizzando anche tutte le figure

che possono nascere all’interno di un gruppo come una classe scolastica: il bul-lo, il timido, la crocerossina, il comico,

l’asociale, il leader, il boss. Nella lezione successiva abbiamo affronta-to l’argomento della sessualità anche ana-

lizzando immagini e frasi spesso utilizzate nella realtà contemporanea. La classe si è approcciata all’argomento evidenziando non solo gli aspetti fisici legati alla sessua-

lità, ma collegandola al tema più vasto e complesso delle relazioni sentimentali. Abbiamo analizzato così le possibili diffi-

coltà che si incontrano nei rapporti tra persone di sesso diverso e le conseguenze che possono derivare, come gravidanze,

aborti, malattie. Quando si è trattato invece di affrontare

Stefania Andreolli ► 3ªE

Federica Bonissoni ► 3ªE Federica Moriggi ► 3ªE

Chiara Sparro ► 3ªE

D urante quest’anno scolastico la classe 3ªE del nostro istituto ha

partecipato ad un progetto piutto-sto ambizioso che ha coinvolto diverse scuole del nostro territorio. Il tema di

questa iniziativa era il seguente: La psico-logia nella scuola: prevenzione e ricerca sul disagio adolescenziale. Nella nostra

scuola l’attività è stata condotta da due psicologhe, la dott.ssa Eleonora Sasso e la dott.ssa Caterina Laini. Questo progetto ha interessato tre diverse

categorie: alunni, docenti e genitori. I primi incontri si sono svolti tra alunni e psicologhe e da queste cinque sedute le

dottoresse hanno tratto spunto per discu-tere con le altre categorie. Noi ora, facendoci portavoce della classe

3ªE, cercheremo di raccontare questa esperienza.

O meglio, quando la psicologia fa scuola!

A scuola di psicologia INCONTRI

che offrono pomeriggi di shopping, delizie

per il palato e un panorama unico, visibile dalla cinta delle mura venete, ma è una città ricca di storia e con un passato flori-

do. È stata una lezione di storia diversa dal solito, molto più interessante e favorita da

una splendida giornata di sole (l’unica di tutta la settimana).

1561 a scopo difensivo.

Passando attraverso la Cittadella, la parte più antica della città, siamo arrivati in Piazza centrale che accoglie numerosi

edifici storici. Tra questi troviamo la chiesa di Santa Maria Maggiore, la cappella dedicata a

Bartolomeo Colleoni, famoso condottiero quattrocentesco, il Palazzo della Ragione, un tempo sede del comune della Bergamo

medievale e che oggi ospita importanti mostre. Abbiamo appreso che Bergamo non è

posta su due livelli come si pensa bensì su tre: il colle di San Virgilio, Bergamo Alta e Bergamo Bassa. Siamo rimasti sorpresi nello scoprire che

Bergamo ha una delle biblioteche più fa-mose d’Italia, infatti nella biblioteca Ange-lo Mai che, con la sua imponente struttura

delimita un lato di Piazza Vecchia, possia-mo trovare alcuni importanti manoscritti risalenti al Quattrocento e molti affreschi.

Abbiamo visto che Città Alta è tutta da scoprire, che non si limita alle belle vie

Stefania Andreolli ► 3ªE

Federica Moriggi ► 3ªE Chiara Sparro ► 3ªE

G iovedì 12 aprile è iniziata la nostra avventura attraverso le vie di Ber-gamo Alta, accompagnati dai pro-

fessori Clemenza Gazzola e Alessandro Marchetti. Eravamo attesi, noi studenti di 3ªE e di

3ªF, da una giovane e preparata guida che ci ha condotto a ritroso nel tempo. Il nostro viaggio nella storia è iniziato

migliaia di anni fa con l’insediamento del primo popolo, gli Orobi, di cui abbiamo perso le tracce. I primi resti che troviamo sono quelli di

epoca romana: l’Arena circolare, il Cardo e il Decumano, le vie principali della pian-tina di città alta che sono rimaste intatte

nel corso della storia e le Mura Romane. Oltre a queste mura nella città troviamo anche quelle medievali, le muraine che

comprendevano alcuni borghi di città bas-sa e quelle venete costruite a partire dal

Gli studenti di 3ªE e di 3ªF alla scoperta delle mura di Bergamo

Un viaggio nel tempo GITE

26 ► Partita Tripla

Page 27: partita tripla

do l’argomento riguardante le apparec-

chiature per la diagnostica di imma-gine. Ha spiegato che lo studio del cervello

viene fatto con diverse indagini strumen-tali che comprendono :

l’ecografia, che è un’indagine diagno-

stica che utilizza gli ultrasuoni e viene impiegata sui neonati;

la radiografia convenzionale (RX);

la tomografia assiale computerizzata

(TC), che negli anni ’70 ha dato una spin-ta alla neurologia clinica, grazie alla visua-lizzazione delle strutture nervose del cra-

nio e della colonna vertebrale, oggi viene usata nelle emergenze cerebrali, come traumi, ischemie ed emorragie;

la risonanza magnetica (RM);

la gammacamera (SPECT);

la tomografia a emissione di positroni

(PET).

Ha concluso l’incontro il dott. Massimo Borelli, direttore della Struttura Comples-sa di Anestesia e Rianimazione, con un

interessante intervento riguardante il trauma cranico, che è tra le principali cause di mortalità e di disabilità nella po-

polazione al di sotto dei trent’anni. Molto si può fare per migliorare l’outcome di questa patologia a partire dalla prevenzio-

ne fino ad arrivare alla rapidità del soccor-so e all’adeguatezza dei trattamenti. La nostra regione è una delle aree di ec-cellenza sotto il profilo sanitario: l’Istituto

San Raffaele di Milano è uno dei più rino-mati centri di ricerca d’Italia, all’interno del quale vi è una divisione delle neuro-

scienze. L’enorme progresso relativo alla conoscenza della struttura e del funziona-mento del sistema nervoso ed ai promet-

tenti sviluppi nel trattamento delle malat-tie neurologiche e psichiatriche hanno fatto sì che le neuroscienze siano, attual-

mente, una delle discipline di maggior interesse nel campo biologico e medico.

Partecipare al convegno è stato molto positivo, soprattutto ha riscontrato suc-cesso l’ultima esposizione del dott. Borelli,

poiché riteniamo sia importante trattare le conseguenze dovute a incidenti stradali, soprattutto per noi giovani, spesso impru-denti nella guida dei nostri ciclomotori.

Nel suo intervento il dott. Borelli si è av-valso di immagini e dati molto forti riguar-danti i traumi cranici e le conseguenze

pericolose derivanti dall’utilizzo di stupefa-centi e di alcool. Si è differenziato dai suoi colleghi per il

linguaggio colloquiale e divulgativo, più vicino a noi giovani.

livello di integrazione tanto che attual-mente sono compresi nel termine

“sistema neuroendocrino”. A questo com-plesso meccanismo di comunicazione in-terna se ne aggiunge un altro, finalizzato alla comunicazione con l’ambiente ester-

no, che si realizza grazie agli organi di senso. Il prof. Franco Tonolini, presidente

della Fondazione Livia Tonolini per la Di-dattica e la Divulgazione delle Discipline Scientifiche, ha avviato l’argomento dei

processi dell’apprendimento e della memoria elencando dapprima tutte le neuroscienze esistenti e di seguito le parti

di cui è composto il nostro sistema nervo-so e le rispettive funzioni: esso è costitui-to da due emisferi (quello destro e quello

sinistro) e da quattro lobi (parietale, occi-pitale, frontale e temporale). Dopo di che ha constatato il fatto che la memoria,

ossia la capacità dell'animo di conservare e rievocare esperienze e conoscenze pas-sate, può essere episodica quando contie-ne le informazioni relative agli eventi della

vita trascorsa, oppure semantica quando contiene conoscenze generali acquisite nel tempo come una lingua o una teoria o

altro ancora. Ha continuato la conferenza il dott. Edo-ardo Facchi, direttore della Struttura

Complessa di Medicina Nucleare, trattan-

Michela Molendi ► 3ªF

Arnela Suhopoljac ► 3ªF Elena Uccheddu ► 3ªF

Paola Viola ► 3ªF

S abato, 24 marzo 2012 gli studenti delle classi 3ªF e 3ªE hanno parteci-

pato al Convegno “Frontiere delle neuroscienze del cervello” che si è tenuto presso l’ITIS A.Righi di Treviglio.

L’iniziativa è stata promossa dalla Fonda-zione Livia Tonolini per la didattica e la divulgazione delle discipline scientifiche,

l’Azienda Ospedaliera di Treviglio-Caravaggio e il Club UNESCO “il Caravag-gio” di Treviglio-Bergamo per creare una collaborazione tra scuola, sanità e cultura.

Il convegno ha offerto ai numerosi stu-denti presenti l’opportunità di penetrare nei meccanismi di funzionamento del cer-

vello umano, di esplorare i processi che sovrintendono all’apprendimento e alla memoria per scoprire infine l’importanza

della diagnostica per immagini, scienza quest’ultima che consente di esplorare il cervello e di individuare le cause di gravi

malattie, permettendo così interventi effi-caci e spesso risolutivi. Molto apprezzato è stato anche

l’intervento del dott. Massimo Borelli che ha parlato del trauma cranico, richiaman-do la nostra attenzione ad un comporta-

mento più attento e responsabile nella guida dei ciclomotori e sulla strada in ge-nerale.

La dott.ssa Samantha Bodrato, diri-gente medico Struttura Complessa di Me-dicina Nucleare, ha introdotto gli ele-

menti anatomici del cervello, spiegan-do che il corpo umano è costituito da mi-lioni di “componenti” diversi che svolgono

tra loro compiti distinti e complementari, finalizzati alla sopravvivenza dell’organi-smo.

Gli impulsi nervosi e le sostanze chimiche costituiscono i due tipi di comunicazione che si verificano all’interno del corpo uma-

no. Per esempio, il sistema nervoso e il sistema endocrino presentano un elevato

Scienza e tecnologia al servizio della salute della mente

Alla scoperta delle neuroscienze SCIENZA

È importante trattare

le conseguenze dovute

agli incidenti stradali, so-

prattutto per noi

giovani

◄ 27 Partita Tripla

Page 28: partita tripla

le idee di Latouche che riguardano l’occupazione, basti pensare che l’Italia è uno dei paesi con la più alta percentuale

di disoccupati d’Europa. Seguendo il pen-siero del filosofo si potrebbero creare nuovi posti di lavoro. La soluzione si può trovare nell’edilizia,

infatti la maggior parte degli edifici italia-ni, soprattutto pubblici, sono obsoleti e non rispettano neanche le basilari norme

comunitarie europee di sicurezza. Se si intervenisse su questi edifici recupe-randoli e ristrutturandoli, molti giovani,

ma non solo, potrebbero trovare un lavo-ro e di conseguenza, gli edifici riportati a norma, consumerebbero meno energia,

abbattendo quindi l’inquinamento grazie a moderni e più efficienti impianti elettrici e di riscaldamento.

Un’altra soluzione per uscire dalla crisi secondo me si può trovare incentivando il settore delle energie rinnovabili, già in

continua crescita in questi ultimi anni. Con lo sviluppo del settore, nuova manodope-ra verrebbe impiegata nell’ambito delle ricerca, progettazione e costruzione

d’impianti fotovoltaici, eolici e simili, con-tribuendo anche alla diminuzione dell’inquinamento con la sostituzione,

graduale e lenta, di fonti energetiche non rinnovabili quali gas e petrolio, che tra

Davide De Marco ► 5ªE

C risi, spread, borse, fallimento, de-classamento, ormai queste fatidiche

parole vengono citate ogni giorno una miriade di volte da politici, esperti, professori, giornalisti. Si parla di ciò a tal

punto che oramai noi “poveri” cittadini non diamo più importanza alla sua tragici-tà e a ciò che comporta questa crisi eco-

nomico-finanziaria che ci fa compagnia da quasi cinque anni. Dopo mesi e mesi e addirittura anni, pas-

sati a studiare ed a elaborare le cause della crisi, oggi si sta cercando in tutti i modi di trovare una soluzione, una via d’uscita dall’infinito tunnel.

La parola d’ordine per molti esperti è sta-ta ed è tutt’ora crescita: la crescita e la ripresa dell’ economia secondo loro per-

metterà all’Italia e a tutti i paesi dell’Europa e del mondo di “riemergere”. Crescita significa aumento della produzio-

ne, l’aumento della produzione comporta nuova occupazione, nuova occupazione è possibile con l’ampliamento delle imprese

e l’apertura di nuove, queste possono aprire grazie a nuovi investimenti o gra-zie a incentivi dello Stato. Ma se si pensa che le imprese sono quasi

tutte in crisi, le casse dello Stato sono vuote, soprattutto in Italia, Paese in cui abbiamo un debito pubblico alle stelle,

che graverà anche sulle spalle delle gene-razioni future e dei nostri figli, la soluzione non sembra così semplice né a portata di

mano.

La crescita del Paese comporterebbe di

conseguenza un aumento del P.I.L., pro-prio questo indice è messo in discussione e considerato inappropriato da una

“corrente” opposta ai sostenitore della crescita, ovvero coloro che condividono le idee di Latouche, l’ideatore della

“decrescita felice”. Secondo me, la soluzione per uscire dalla crisi si può trovare nelle parole di Latou-

che, filosofo e intellettuale francese che da diversi anni, già prima dello scoppio della crisi, aveva pensato ad una soluzio-

ne per risollevare il mondo, cambiando radicalmente la mentalità capitalistica e consumistica che caratterizza quasi tutti

gli uomini oggigiorno. Sono d’accordo con

Quattro alunni dell’Oberdan si interrogano sulla crisi e sulle sue possibili soluzioni

RIFLESSIONI

La parola d’ordine per

molti esperti è crescita

poche decine di

anni si esauri-ranno.

Anche la risco-

perta di valori legati alla natura e all’ambiente può favo-rire una possibile via d’uscita dalla crisi.

Questi valori, invece, si stanno perdendo, a causa della continua e incessante urba-nizzazione che sta avvenendo sia in Italia

come nel resto d’Europa e del mondo; immensi campi e terreni sono sottratti all’agricoltura mentre potrebbero essere

bonificati per la creazione di parchi, per la coltivazione di cereali, frutta e verdura destinata a consumatori adiacenti a quei terreni così da abbattere i costi di traspor-

to e ovviamente creare nuovi posti di la-voro, però questo settore viene molto “snobbato” da chi è alla ricerca di un lavo-

ro. Molte altre sono le possibili soluzioni da trovare per riuscire a riemergere da que-

sta crisi anche se è difficile attuarle, ormai ci troviamo in un mondo corrotto, dove le multinazionali schiacciano le piccole im-

prese, dove il cemento e l’inquinamento stanno distruggendo a poco a poco il pia-neta.

Se devo essere sincero sono poco ottimi-sta, non so come riusciremo e se uscire-mo da questa crisi, se Monti risolleverà

l’Italia, se la Merkel e Sarkozy risolleve-ranno l’Europa. Credo solo che non sia possibile andare avanti con questa menta-lità che ormai ci appartiene dalla rivoluzio-

ne industriale, e che l’unica soluzione sia cambiare radicalmente il proprio stile di vita e le proprie abitudini; convincerei che

la crescita del P.I.L. non è l’unico indicato-re del “benessere”.

Nuovi posti di lavoro

si troverebbero con le

ristrutturazioni

energetiche e le

fonti rinnovabili

Le multinazionali schiac-

ciano le piccole imprese,

il cemento e

l’inquinamento

distruggono il pianeta

28 ► Partita Tripla

Page 29: partita tripla

Fabio Fontana ► 5ªE

N asdaq. Ftse Mib. Default. Pil. Spre-ad! Oggigiorno i media ci bombar-dano con parole che non hanno

alcun significato se non per banchieri e speculatori; ma le nostre vite sono legate con fili invisibili a quei numeri che salgono

e scendono. L’operaio, il muratore, il con-tadino, l’insegnante si mettono le mani nei capelli davanti allo spread che si alza e al

Pil che si abbassa. Con la globalizzazione ci era stato pro-messo un mondo nuovo, ci era stato assi-

curato più benessere per tutti, un mondo più equo, la sconfitta della povertà. Poi è arrivata la crisi a sparigliare i giochi; come

schede di un domino tutti i paesi occiden-tali ci sono caduti uno dopo l’altro, sotto il peso dei mercati finanziari crollati su se

stessi come castelli di sabbia.

Quattro alunni dell’Oberdan si interrogano sulla crisi e sulle sue possibili soluzioni

Svolta da De Marco, Fontana e

Lucchi: «L'economia è in crisi, in partico-lare in Europa e nel nostro Paese.

Svanisce dunque la prospettiva di un mondo globalizzato, produttivo ed equo verso tutti. Facendo rife-

rimento alle tue conoscenze e alla esperienza, ipotizza una via d'u-scita.»

Svolta da Galletta: «Crisi, recessione, default, tagli: queste parole bombardano la

nostra giornata ormai da tempo. Quale significato hanno per te nel contesto in cui vivi (amici, scuola, famiglia) e pensando al tuo futu-

ro?»

si, l’esasperazione dei sentimenti che fa

crescere l’odio nei confronti del diverso, il sovrasfruttamento e l’inquinamento dell’ambiente.

Dinnanzi a tutto ciò, oggi si sta sempre più diffondendo la proposta di un radicale ripensamento dello stile di vita del piane-

ta, partendo dall’attuale sistema economi-co. Alcune soluzioni possono sembrare utopistiche ma non sapremo mai se pos-

sono funzionare se non cominciamo da subito a dirigere la nostra rotta verso di esse.

Dal punto di vista economico, urge sep-pellire definitivamente il consumismo sfre-nato che ha reso lo spreco un’abitudine nefasta ed è stato attuato grazie ai bassi

costi di produzione che si traducono in salari da fame e diritti ridotti all’osso per i lavoratori dei paesi in via di sviluppo. Ri-

durre dunque la produzione, eliminando i beni inutili e aumentando la qualità di quelli necessari.

Abbassare il Pil, per quanto possa sem-brare una follia agli economisti mainstre-am, è l’unico modo per tornare a vivere

come persone e non più come automi del “produrre, consumare, crepare”. Del resto l’odierno regime energetico occidentale,

che ha consentito questo ritmo produtti-vo, è basato su fonti fossili – petrolio, carbone, uranio – che non dureranno per

sempre. Occorre pertanto ridurre gli spre-chi energetici, migliorando l’efficienza delle reti di distribuzione e iniziando a costruire gli edifici con tecnologie di que-

sto secolo, e puntare sulle fonti rinnovabili (solare, eolico, termico e biomasse). Dob-biamo riservare un’attenzione particolare

all’ambiente, che l’inquinamento sta di-struggendo con la crescita della tempera-tura globale. Si prospettano due gradi di

aumento che se davvero si realizzeranno daranno il via a una serie di catastrofi: l’innalzamento del livello del mare, una

maggiore frequenza dei fenomeni climatici estremi (di cui l’Italia negli ultimi mesi ha avuto degli assaggi), una desertificazione

più spinta. Dato ciò, è fondamentale una presa di coscienza globale immediata, poiché

l’attuale sistema economico ci può portare solo al collasso. Dobbiamo rimettere al centro di tutto la persona e suoi reali biso-gni.

Il dolce sogno della globalizzazione si è

infranto nel 2007, quando negli Stati Uniti il sistema dei mutui subprime è precipita-to. Nel paese di Ronald Reagan e della

deregulation, da anni si elargivano prestiti a soggetti che non potevano vantare alcu-na garanzia di restituirli. Le banche e gli istituti di finanziamento scaricavano questi

prestiti “spazzatura” sui piccoli investitori, con operazioni al limite della legalità. Ma ad un certo punto il castello di carte non

ha potuto fare altro che crollare: alcune banche sono fallite, altre sono state salva-te in extremis da copiosi aiuti pubblici. La

recessione, però, era già cominciata. E dagli USA aveva raggiunto l’Europa, il Giappone e poi anche i paesi in via di

sviluppo. Dopo qualche anno, mentre si iniziavano a intravedere i primi barlumi della ripresa,

nel Vecchio Continente è scoppiata la crisi dei debiti degli stati, che imperversa tutt’ora sull’Eurozona. La Grecia è stato il

primo paese a vedere i tassi di interesse sul proprio debito pubblico arrivare alle stelle, avviandosi sulla strada del fallimen-to. La troika (UE, BCE e FMI) ha concesso

aiuti economici miliardari alla finanza elle-nica, ma anche a quelle di Irlanda e Por-togallo. All’appello dei Piigs (“maiali” in

inglese), mancano l’Italia e la Spagna, oggi sorvegliati speciali. Fin qui la cronaca economica degli ultimi

mesi, ma gli effetti più pesanti della crisi si sono abbattuti sugli strati più deboli delle popolazioni coin-

volte. Sono aumenta-te le disuguaglianze, calati gli stipendi, la

disoccupazione ha raggiunto livelli astro-nomici (in Italia quella

giovanile è al 31 per cento). Questi problemi con-tingenti si aggiungono

a quelli strutturali: la sperequazione fra ricchi e poveri, sia

all’interno delle nazio-ni che fra paesi diver-

I temi che trovate in queste

pagine e nelle prossime due sono risultati vincitori del concorso indetto da Cisl e

Anteas in memoria di Elio Colleoni.

Le banche scaricavano i

titoli tossici sui

piccoli risparmiatori

Dobbiamo smettere di vi-

vere come automi del

“produrre, consumare,

crepare”

◄ 29 Partita Tripla

Page 30: partita tripla

commerciale “Luigi Bocconi” ed economi-sta acclamato a tutte le latitudini.

Un Governo costituito da persone compe-tenti e soprattutto incensurate. Possiamo quindi auspicare provvedimenti cogenti nei confronti dei numerosi nababbi che

esportano i loro capitali all'estero, favoriti da condoni e soglie di evasione. Il serbatoio di denaro sporco accumulato

dal nostro Paese ammonta a circa cinque-cento miliardi, equamente ripartiti tra autoriciclaggio, finanziamenti pubblici per

i partiti, ecomafie, corruzione, concussio-ne e capitali scudati. Una risorsa pressoché inesauribile sinora

inutilizzata, un terzo della quale garanti-rebbe la copertura di un provvedimento risolutivo che ponga fine alla drammatica

situazione del nostro debito pubblico. Tuttavia il governo tecnico sembra stia lavorando con calma, con perizia, nel ten-

tativo di tutelare gli interessi di chi le tas-se non le ha mai pagate, ovvero il Vatica-no, Mediaset, la casta, gli evasori ed i grandi istituti di credito.

Ad oggi il Governo si è semplicemente limitato ad un leggero dimagrimento delle province, peraltro solo annunciato.

Un risparmio sobrio, visto che potremo incassare solamente sessantacinque milio-ni di euro sui due miliardi e mezzo impie-

gati annualmente solo per retribuire as-sessori, consiglieri e personale. Non sa-rebbe il caso di tagliare quei vergognosi

sussidi con i quali si assicura ai tesorieri delle

formazioni poli-tiche la possibi-lità di intascare

milioni di euro e destinare tali fondi alle impre-se sull'orlo del

fallimento? Monti si è poi affrettato a di-

chiarare che gli evasori prima o

Simone Lucchi ► 4ªH

D opo il terremoto finanziario che ha investito gli Stati Uniti a causa del

crollo dei mutui subprime, lo spet-tro del fallimento si staglia ora minaccioso sulla strada del vecchio continente. De-

classamenti, spread ai massimi storici, misure drastiche per evitare la bancarotta e manifestazioni di dissenso da parte degli

statali sono ormai all'ordine del giorno. Una recessione di portata internazionale che ha originato autentiche voragini nei

conti di numerosi paesi, ormai sull'orlo del baratro. Secondo le ultime stime di “Standard And Poors”, autorevole agenzia di rating, le misure adottate dai governi

europei per arginare la crisi sono insuffi-cienti. L'outlook di quattordici paesi appa-re negativo: note dolenti per Francia ed

Austria, che devono rinunciare alla loro tripla A, mentre sembrano arrancare or-mai definitivamente Spagna, Portogallo,

Cipro, Malta, Slovacchia e Slovenia che raggiungono Italia e Grecia, ormai degenti di lungo corso.

La speculazione finanziaria punta quindi apertamente sul default di Italia, Grecia e Spagna, vittime illustri dei meccanismi

propiziati dalla globalizzazione. Il loro impoverimento si riflette sulla produzione e sui consumi, poiché Atene, Roma e Ma-

drid non possono più permettersi di finan-ziare il proprio debito pubblico e le loro economie rischiano di avvitarsi su se stes-se in una sorta di circolo vizioso.

La globalizzazione ha indubbiamente favo-rito il contagio tra gli stati dell'Unione, attraverso la stretta interdipendenza di

tutti i mercati. Prima di addentrarci in un'analisi appro-fondita delle numerose piaghe che afflig-

gono il nostro Paese, urge una rapida riflessione sull'attuale situazione politica. Dopo l'ennesimo esecutivo guidato da

Silvio Berlusconi, l'incarico è stato affidato a Mario Monti, già rettore dell'università

Quattro alunni dell’Oberdan si interrogano sulla crisi e sulle sue possibili soluzioni

RIFLESSIONI

poi saranno costretti a contribuire. Pecca-

to siano protetti dalla famigerata norma sulle soglie di evasione, introdotta nel lontano 2000 dall'esecutivo allora guidato

da Massimo D'Alema. Il provvedimento permette agli evasori di nascondere da settanta a centomila euro

di reddito rimanendo impuniti. Un metodo certamente singolare per so-stenere l'Agenzia delle Entrate. Un espe-

diente più efficace per porre fine a questa pantomima sarebbe quello di raddoppiare le pene ed abolire le soglie, deterrente

evidentemente sconosciuto ai tecnici. In questo periodo di crisi, infatti, è oppor-tuno porre la lotta alla criminalità econo-mica tra le priorità della legislatura.

Eppure luminari ed esperti continuano a fare retorica o si limitano ad ipotizzare utopiche soluzioni ad un'economia ormai

stagnante. Il direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni, ad esempio, si lancia in in-

terpretazioni della crisi piuttosto personali. Oltre a rimproverare l'Unione Europea per non avere un sistema di governance co-

mune per fronteggiare il tracollo finanzia-rio, Saccomanni pone le infrastrutture tra le priorità del suo piano di crescita, so-

prattutto per il nostro Paese. Scelta in-dubbiamente azzeccata, date le numerose infiltrazioni mafiose già nell'assegnazione

degli appalti relativi all'EXPO milanese del 2015 e per l'abusivismo edilizio, fenomeno oscuro ed in sensibile aumento. Mentre dai turiboli dei rotocalchi si scate-

na la caccia agli evasori di Cortina e San-remo, la corruzione dilaga. L'ultimo rap-porto di Trasparency ci colloca infatti al

sessantanovesimo posto nella graduatoria dedicata ai paesi meno corrotti. Un dato allarmante se consideriamo che paesi

come Ruanda e Samoa hanno una perce-zione della corruzione inferiore alla nostra. Il Belpaese si contraddistingue per la pro-

pensione a delinquere della sua classe dirigente, patologica e reiterata. Sarebbe doveroso un impegno istituzionale serio

che non si limiti alla sola ratifica della convenzione di Strasburgo, ma che punti a sgominare sul nascere le nuove forme di

illecito tributario e a contrastare gli episo-di di tangenti tra privati, fenomeno in vertiginosa crescita. Forse dovremmo interrogarci su un antico

sillogismo platonico: “La politica, nella comune accezione del termine, non è altro che corruzione”. Magari potremmo

scoprire una nuova connotazione del ter-mine “recessione”.

Occorrono misure

contro chi esporta

capitali all’estero,

favorito dai condoni

L’Italia si

contraddistingue per

la propensione a

delinquere della sua clas-

se dirigente

30 ► Partita Tripla

Page 31: partita tripla

Quattro alunni dell’Oberdan si interrogano sulla crisi e sulle sue possibili soluzioni

Orazio Galletta ► 2ªE

G ià da tempo ogni volta che sento il telegiornale, le parole come crisi,

recessione, default e spread riem-piono la bocca dei giornalisti e non fanno altro che spaventare tutti coloro che, co-

me me, e forse la maggior parte della gente “normale”, non riusciamo a capire cosa significhino.

So solo che uomini e donne sono incollati al televisore, guardano numeri scorrere sul video… ascoltano economisti che par-

lano, cercano di spiegare alla gente quello che sta accadendo creando ancor più con-fusione… anch'io e mia mamma che di

Borsa non capiamo nulla e che viviamo con la pensione di papà ed il poco lavoro della mamma stiamo lì a guardare… ad

ascoltare ed alla fine di tutto ci chiediamo: cosa sta accadendo? che vuol dire fare sacrifici? a cosa dobbiamo rinunciare?

cosa dobbiamo pagare? per chi e per che cosa dobbiamo pagare?

Quello che ho potuto capire è che il no-

stro futuro è in mano alla Germania e alla Francia che dobbiamo stare alle loro rego-le, che questi due capi di stato governano

anche in Italia, o per meglio dire hanno il potere di giudicare se le nostre leggi van-no bene per loro, se non vogliamo uscire

dall'Euro perché se lo facessimo sarebbe una tragedia! Il motivo non l'ho ancora capito, anzi: la

nonna ripete sempre “come si stava bene con la lira!”... Comunque siamo in Europa e l'Euro è ora la nostra moneta!

Questo è un dato di fatto, come è certo che l'Italia è messa molto male (così come la Grecia, che forse sta peggio di noi)!

Per sistemare questa “catastrofe” è stato nominato un governo di tecnici, si sono

dovuto rinunciare a qualcosa… insomma

ognuno ha il suo bagaglio di “sacrifici”! Quest'ultima è la parola che sento sempre in televisione, però chi parla di questi

fantomatici sacrifici ha “macchinoni”, ville lussuose e fa vacanze in paesi esotici… Perché chiedono sacrifici a me, a quelli

come me, alle famiglie normali che già prima non vivevano nel lusso? Non mi intendo di economia e in modo

particolare non capisco tante parole usate in conferenza stampa da chi ci governa; quello che sono riuscito a capire, nella

mia ignoranza è che bisogna pagare que-sto maledetto debito, forse per far con-tenta la Germania e la Francia, più proba-bilmente l'Europa intera, visto che l'even-

tuale default di uno Stato produrrebbe un pericolosissimo effetto domino. Ossia cadiamo noi e ci tiriamo dietro l'Eu-

ropa intera! Penso anche che tutti quei tecnici non hanno poi pensato molto per sistemare le

cose… hanno aumentato tutto quello che era più facile colpire: benzina, luce, gas, alimentari… cioè tutto quello che ogni

normale famiglia consuma abitualmente… tutto sommato non è che hanno spremuto poi tanto le loro meningi!

Un'ultima cosa, si parla tanto di noi giova-ni, del nostro futuro, del lavoro che non c'è e forse non ci sarà, ora non devo più

neppure augurarmi di poter lavorare a lungo in un posto perché è monotono… ed io che avrei voluto un posticino in ban-

ca? Mi toccherà lavorare per tre mesi e per altrettanti restare disoccupato? Se potessi vorrei porre una domanda

all'on. Monti: perché siete partiti dal basso coi sacrifici e non dall'alto? Chi è straricco di certo potrà darvi più danaro!

Perché quando decidete qualcosa traccia-te una linea orizzontale, senza una piccola curva, voi tagliate, aumentate, ma non sapete se tagliate a chi fa fatica ad arriva-

re a fine mese, a chi non ha più un papà che lavora, ai vecchi che hanno lavorato una vita ed ora non possono neppure

permettersi di riscaldare per bene le loro case, ma è tanto difficile, è così impossibi-le valutare chi penalizzare e chi no?

Forse la risposta già ce l'ho: siamo noi, “gente comune e onesta”, la vera garanzi-a di salvezza per lo Stato Italia!

Concludo dicendo che ogni tanto la zia mi compra un gratta e vinci da 2 euro e pri-ma di grattare sogno di vincere 100.000

euro… sogno… e nel sogno faccio tante cose… perché come dice la nonna: “l'unica cosa che non ci possono tassare

sono i nostri sogni!”.

presentati, Monti ha sostituito Berlusconi

ed in un'intervista si è impegnato a siste-mare tutto. Il suo è un governo “tecnico” (da quanto

posso capire, non si occupa di partiti, non sta né a destra né a sinistra, insomma si occupa di questioni pratiche, a mio vede-re…), spetta a noi italiani pagare miliardi

euro di debiti che l'Italia ha contratto (per quel che mi riguarda l'unico debito con-tratto dalla mia famiglia è il mutuo sulla

casa e l'abbiamo quasi pagato!) l'on. Mon-ti ha parlato di sacrifici per tutti… ci ha raccomandato di stringere i denti ed af-

frontare questo brutto periodo… come ho già detto, in casa nostra entra una piccola pensione e arrotondiamo col lavoro part

time della mamma, nel nostro caso parti-colare risolvere la crisi italiana significa non uscire più a mangiare la pizza ed an-

dare al cinema con gli amici una volta al mese, già… con tutti gli aumenti la pen-sione se ne va per il mutuo ed il resto

nella benzina, nelle bollette e nella spe-sa… quindi in sostanza il sacrificio chiesto alla mia famiglia riguarda tutto quello che ogni persona normale che lavora ha il

sacrosanto diritto di poter godere… un cinema? una pizza? Forse per alcuni sono piccolezze, ma per

me significano un pochino di svago, lo stare con gli amici, togliermi anche un capriccio…

Non siamo una famiglia pretenziosa, già la morte di papà ci ha costretti a parecchie rinunce… però trovo profondamente in-

giusto chiedere a noi dei sacrifici (che per altri sono piccolezze, ma non lo sono per me!), per debiti che non abbiamo mai

chiesto e neppure riesco a capire perché non li paga chi li ha contratti questi debiti! Guardando la televisione a volte provo

una rabbia tremenda, pubblicità, spetta-coli televisivi hollywoodiani, donne, uomini e ragazzi vestiti all'ultima moda, pubblicità di ogni specie di superfluo esistente sul

mercato, oggetti che non ci possiamo permettere più! Alcuni miei amici sono nella nostra situa-

zione, qualcuno è più fortunato, altri me-no, però mi accorgo che quasi tutti hanno

Il nostro futuro è in mano

a Francia e

Germania

Chiederci sacrifici è chie-

derci di non

andare più al cinema o a

mangiare una pizza

Vorrei fare una

domanda a Monti:

perché siete partiti dal

basso con i sacrifici?

Come dice mia nonna:

l’unica cosa che non ci

possono tassare sono i

nostri sogni!

◄ 31 Partita Tripla

Page 32: partita tripla

gio is singing, the man is reading the

score while the angel, Eros, is listening to music and he is picking up a bunch of grapes from the ground. According to

the second interpretation Caravaggio has portraied himself in three different poses. This painting represents one of the many

examples of the cultural environment of the cardinal’s court, where music and art were topics of discussion along with

science. It is the first time that the painter has made a self-portrait as a horn musi-cian. Are also present subjects of dead

nature and musical instruments. You can see the sad essence of Caravaggio’s pain-ting looking at the subject on the background of the painting. In particular

the characters are wearing traditional classical Greek robes. From these it is evident the contrast of dark and light co-

lours, which is typical of Caravaggio; in

fact the background is very dark brown while the youths are clearer, as if they are illuminated by an artificial light. Caravag-

gio used a lot of light and lively colours like red, white, green and brown. The subject of this painting is everyday life

and it seems that the place is a Roman inn. Finally we can say that Caravaggio with his painting was reached perfection

in imperfection, in fact he didn’t change the faces to make them more aestheti-cally beautiful and this was one of his innovations with the extreme realism in

every detail. For example the clothes are very detailed almost as if they were real and if we look with attention we can see

that with them Caravaggio has created a line that crossing the whole picture, symbol of continuity and fluidity.

Medusa’s head was

given by Perseo to Athena, who had given him the

mirror through which he could confront Me-

dusa without looking directly into her eyes

and without being petrified.

Medusa wasn’t

always a horrible woman. Medusa was

attracted into a temple dedicated to Athena by

Zeus, who courted Medusa. Athena was jealous of her beauty and her hair, so she transformed them in vipers.

The look of the monstrous Gorgone had kept the power to transform in

stone whoever crossed her eyes even after

b e i n g b e -headed. According to the

legend, the clotted blood would turn into

coral, which explains the compactness of the coagulated

and very little fluid strokes of C a r a v a g g i o .

According to another legend, as the poison of

snakes, Medusa’s blood had the power to give death or heal.

Musica di alcu-

ni giovani

T his painting probably is the first work that Michelangelo Merisi pain-

ted at Palazzo Madama, in the house of cardinal Del Monte, his protec-tor. In this painting there are four young

boys and probably they are preparing for an upcoming concert. About these young boys there are two interpretations. The first interpretation states that

Mario Minniti is playing the lute, Caravag-

Medusa INTRODUCTION

“L a Me-dusa” is the 13th

work of Caravag-

gio. It is 60 x 55. It was ordered by Cardinal del Monte

who gave it as a present to duke Ferdi-nando I De Medici. It is

an oil on canvas painting mounted on a wooden shield convex. “La Medusa” was under-

gone to restoration in 2002, after a bomb attack in 1993. Now the painting is situ-ated in Florence, in Galleria degli Uffizi.

La Medusa wasn’t chosen occasionally but it was dear to the Medicis in Florence. In this painting there is a strong contrast

between the background and the subject in the foreground. In fact the background is black, while Medusa’s face is very bright and vivid.

The subject of medusa represents the face and also the pain of a woman. Te eyes convey terror and her open mouth

expresses an inhuman suffering. We were attracted by this painting be-cause it is very expressive and full of hid-

den meaning to discover. One of these meaning is represented by vipers for hair; we have noticed that these animals are

depicted in some of the paintings by Caravaggio. Another very expressive par-ticular are her eyes that convey wicked

terror; her neck is marked by strokes of blood. Another particular that we were attracted is the contrast of colours used

for the background and the foreground. MYTHOLOGY

T he Subject in this painting is mytho-

logical. The mythology says that the Medusa was transformed by

Athena into an old woman with long,

sharp teeth, with vipers for hair. Athena also made the mouth of Medusa still. For this reason shows her with the mouth

open wide. Then Athena made Medusa a statue, in fact there are sculptures that representing the bust of medusa.

Medusa was killed by Perseo who cut off her head, looking of her reflection a his shield polished like a mirror given to him

by Athena. Moreover, her head continued to make stone anyone who looked even after being detached from the boy. Finally

L’inglese e l’arte si fondono in dei cartelloni sul Caravaggio

Arte in terza d CULTURA

32 ► Partita Tripla

Page 33: partita tripla

sconvolgente, li emozionava. Eccoli sfiniti,

scioccati per ciò che avevano dovuto sop-portare durante il viaggio, dover fare l'ulti-mo sforzo, rispondere alle domande degli

ispettori statunitensi. Si doveva dire tutto, generalità, fingere di stare bene, di avere soldi, di saper da chi

andare, cosa fare, dichiarare di non esse-re anarchici, di non costituire problema insomma per il governo degli Stati Uniti. E

poi non rimaneva che sperare di non es-sere rimpatriati, di essere accolti e di po-ter essere anche loro parte dell'American

Dream. Il fumetto, il pezzo “i pensieri di un bam-bino”, il dialogo sono in inglese perché il lavoro fatto dalla classe 2ªD, nell'ambito

della riflessione su Cittadinanza e Costitu-zione è stato avviato dall'insegnante di inglese; il dialogo è stato elaborato sulla

base di un documento tratto dagli archivi di Ellis Island, la lista dei passeggeri di cui sopra; sarebbe dovuto essere in dialetto,

ma l'inglese è la nostra lingua franca.

Breaking News!!!!!! Our friend Juanung Phromphinan has

won a scholarship with Intercultura. He's going to go to China in September

and he'll be there for a year. We will miss you Bob!!!

Auguroni dalla classe II D

Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e igno-ranti, ma disposti più di altri a lavorare. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal Sud Italia. Vi invito a controllare i documenti di pro-venienza e a rimpatriare i più” Gli americani disprezzavano gli italiani, non li volevano; e sebbene contribuissero

alla crescita economica del paese, rimane-vano cittadini di serie B. In effetti le sofferenze degli emigranti di

inizio secolo, cominciavano dal momento in cui decidevano di lasciare i loro paesi con i mezzi che avevano, treni se fortuna-ti, carri, muli, a piedi per raggiungere il

porto da cui sperare di potersi imbarcare. Genova per il Nord, Napoli per il Sud erano i punti di raccolta.

Non era scontato e facile l'imbarco. Visite, vaccinazioni, accertamenti venivano rego-larmente effettuati sui passeggeri della

terza classe; se andavano a buon fine si poteva salire a bordo, e si preparavano all'incubo della terza classe.

La steerage accomodation, la terza classe appunto, era affollatissima, si era costret-ti a stare in spazi ristretti, sporchi e affol-

lati, con poco cibo e solo acqua salata a disposizione. Intanto l'America si avvicina-va…, era grande la speranza di una vita

migliore, più forte però la paura di essere respinti e quindi bisognava provare e pro-vare a parlare in un linguaggio incom-prensibile, a dire le cose che servivano

nella nuova lingua. Ellis Island si avvicinava,… la vista della Statua della Libertà era

Ricordarsi di essere emigrati per comprendere gli immigrati

We are immigrati SOCIETÀ

Il fumetto è nelle pagine seguenti

Classe Seconda D

L' emigrazione che ha caratterizzato la storia degli italiani a partire dall'i-

nizio del secolo scorso, ha portato moltissimi verso gli Stati Uniti d'America. Oggi l'Italia è terra di immigrazione.

In classe sono presenti diversi alunni stra-nieri, vogliamo raccontare loro e ricorda-re a noi stessi ciò che è stato... non per-

dere la memoria ci aiuta a scegliere, a decidere quello che è giusto e quello che non lo è.

Il punto di arrivo è la considerazione della necessità di integrazione. Siamo partiti dall'analisi di documenti (fotocopia di una lista di passeggeri a-

bruzzesi che dal porto di Napoli partono per gli Stati Uniti nel 1919, fornita dall'in-segnante), estratti di testimonianze di

ufficiali americani che attestavano le sof-ferenze che gli emigranti dovevano sop-portare durante le circa due settimane di

viaggio, riportati dal testo di civiltà: Explo-ring English. È impressionante quanto si dice in un

estratto della relazione sul fenomeno della migrazione degli italiani negli Stati Uniti, presentata da l l ’ I spettorato per

l’Immigrazione al Congresso americano tenutosi nell’Ottobre 1912. “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Tra loro par-lano lingue a noi incomprensibili, probabil-mente antichi dialetti. Molti bambini ven-gono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petu-lanti. Dicono che sono dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tor-nano dal lavoro.

Il rapporto Usa sugli e-

migrati italiani:

«Sono bassi, scuri e non

si lavano.

Girano voci di stupri»

What's on a child's mind........!!!!

I can’t even think of my uncertain future, what do I have to expect…?

Difficulties will be with me on this ship, during the journey and... at

the end of it... No.. I have to hope, it’s not a game to win,.... it’s a bet.

I’ll arrive safe and sound at the U.S.A… the promised land for the

people like me. My dreams, my projects, my ambitions will be with me for days and

days..

I hope they won’t be scattered or thrown in the mud. God!!! God help me.. If you help me, if you are by my side, I’ll overcome the

troubles and pain I have to face during the journey..

and then there in America I’m afraid I won’t make it, ..maybe I won’t be up to it! Oh God!

America I’m here to come!!

Astrid Rossoni ► 2ªD

◄ 33 Partita Tripla

Page 34: partita tripla

34 ► Partita Tripla

Page 35: partita tripla

◄ 35 Partita Tripla

Page 36: partita tripla

Il punto sui tornei di calcetto maschile e femminile e i risultati di quello di calcetto

SPORT

panti e, quindi, della vincitrice.

Calcetto

femminile Mateusz Luczkowiak ► 5ªE

Fulvio Nossa ► 5ªE

L unedì 2 aprile, dieci ragazze del no-stro istituto hanno partecipato al torneo del progetto “A tutto Sport”

di calcetto femminile. Il torneo che si è svolto ai campi di via Bergamo, ha visto 5 scuole protagoniste: Zenale e Butinone di

Treviglio, Galileo Galilei di Caravaggio, Einaudi di Dalmine, Simon Weil di Trevi-glio e, ovviamente, il nostro istituto I.T.C. Oberdan.

Le ragazze del nostro istituto, ovvero: Sessantini Aurora di 1ªA, Scarpello Marti-na e Possenti Anna Chiara di 1ªC, De Pon-

ti Giorgia e Bonzani Chiara di 3ªC, Ama-tulli Arianna di 3ªH, Pellegrini Giulia di 4ªC, Ammoni Sara, Iannaccone Angela e

Baronchelli Eleonora di 4ªI, selezionate dal mitico mister Monaco Francesco, si sono classificate prime, portando a

“casa” la coppa battendo in finale le ra-gazze del Galileo Galilei. Noi della Partita Tripla abbiamo fatto una

breve intervista al mister/selezionatore

Calcetto

maschile Mateusz Luczkowiak ► 5ªE

Fulvio Nossa ► 5ªE

Q uest’anno ha ripreso lo svolgimento

del torneo di calcetto maschile per tutte le squadre delle classi del no-

stro istituto (dalle prime alle quinte).

Contrariamente alle ultime edizioni, il tor-neo si è svolto sul campo dell’oratorio “Conventino”, un campo in brutte condi-

zioni (non ce ne voglia il parroco) che lasciava molto a desiderare e che ha an-che influito negativamente sullo spettaco-lo delle partite; se ci aggiungiamo le con-

dizioni meteorologiche invernali, potete intuire che, nonostante la buona volontà degli organizzatori e dei partecipanti, non

sia stato proprio facile giocare.

Malgrado questo, hanno partecipato al torneo 19 squadre, suddivise in 4 gironi, dai quali accedevano ai turni successivi le squadre con maggior numero dei punti

dei vari gironi. Del girone A, sono passate ben 3 squadre al turno successivo, in quanto hanno ac-

cumulato 8 punti ciascuna. Del girone B, sono passate 2 squadre, che hanno accu-mulato rispettivamente 12 e 7 punti,

d’altronde come del girone C, con la diffe-renza che la prima classificata del girone ha accumulato 10 punti invece dei 12

elencati poco prima. Del girone D è passa-ta una squadra soltanto, che ha racimola-to 7 punti.

Le fasi finali si svolgeranno successiva-mente (dopo la pubblicazione del giornali-no) in cui assisteremo a diverse sfide inte-

ressanti. Concludendo, ci auguriamo che questa fase finale del torneo ci regali molte emo-zioni e auspichiamo che lo si ritorni a gio-

care in palestra, che ha sempre ospitato questo torneo e nella quale si son sempre disputate belle partite che hanno rispec-

chiato il vero valore delle squadre parteci-

Monaco Francesco chiedendogli una opi-

nione in merito allo svolgimento del torne-o stesso: Le ragazze quante partite hanno do-

vuto giocare nel torneo “A tutto Sport” per aggiudicarsi la coppa? Le ragazze hanno giocato 3 partite elimi-

natorie a girone e una finalissima. Nella fase a gironi hanno vinto due volte e pa-reggiato una. Nella finalissima si sono

imposte battendo il Liceo Galilei, conqui-stando il trofeo. Il risultato ottenuto rispecchia le sue

aspettative? Certamente, sia dal punto di vista educati-vo che quello sportivo. Qual è la cosa bella di allenare la

squadra femminile? Più che allenatore sono un selezionatore perché ho l’occasione di stare con loro

solo una volta all’anno e, comunque, le ragazze del calcio mostrano di giocare per puro svago, si divertono un mondo con un

sano agonismo che è fine a se stesso e non “contaminato” da altri fattori come quello che purtroppo possiamo osservare

nel mondo calcistico dei “maschietti”, troppo intasato di interessi. È difficile dirigere una squadra fem-

minile? Assolutamente no! (Altrimenti mi esonera-no e perdo l’opportunità di stare “bene” e

PUNTI GOL FATTI

GOL SUBITI

5E 8 15 6

1F(a) 8 18 11

2G 8 11 8

3E 3 17 17

1D 0 2 26

PUNTI GOL FATTI

GOL SUBITI

3D 12 30 6

4D 7 19 12

1F(b) 6 10 20

1G 3 13 21

2B 1 4 18

PUNTI GOL FATTI

GOL SUBITI

3M 10 29 12

4A 7 13 5

1B 6 19 12

1E 4 11 6

2F 0 0 22

PUNTI GOL FATTI

GOL SUBITI

4C 7 ND ND

1C 6 ND ND

3C 1 ND ND

5D 0 ND ND

La location ha influito

sullo spettacolo ma il tor-

neo non si è fermato

GIRONE A

GIRONE B

GIRONE C

GIRONE D

Le prossime sfide

36 ► Partita Tripla

Page 37: partita tripla

Il punto sui tornei di calcetto maschile e femminile e i risultati di quello di calcetto

5D-3C 1C-4C

0-6 4-6

3C- 1C 4C- 5D

7-9 6-0

5D- 1C 3C- 4C

0-6 2-4

GIRONE A

5D - 4C - 2D - 1C

4D-3D 2B-1G

RIPOSO 1F(b)

2-8 0-6

3D-1G 2B-1F(b)

RIPOSO 4D

10-1 1-2

1G-1F(b) 4D-2B

RIPOSO 3D

5-6 2-2

1F(b)- 4D 3D- 2B

RIPOSO 1G

5-2 8-2

4D- 1G 3D- 1F(b)

RIPOSO 2B

10-2 8-2

GIRONE B

4D - 3D - 2B - 1G - 1F(b)

4A- 3M 2F- 1B

RIPOSO 1E

2-2 0-6

3M- 1B 2F- 1E

RIPOSO 4A

12-10 0-6

1B- 1E 4A- 2F

RIPOSO 3M

4-5 5-0

1E- 4A 3M- 2F

RIPOSO 1B

3-3 6-0

4A- 1B 3M- 1E

RIPOSO 2F

3-0 10-0

GIRONE C

4A - 3M - 2F - 1B - 1E

5E- 3E 2G- 1F(a)

RIPOSO 1D

5-2 2-2

3E- 1F(a) 2G- 1D

RIPOSO 5E

6-7 8-2

1F(a)- 1D 5E- 2G

RIPOSO 3E

7-3 5-5

1D- 5E 3E- 2G

RIPOSO 1F(a)

0-6 2-8

5E- 1F(a) 3E- 1D

RIPOSO 2G

2-2 6-0

GIRONE D

5E - 3E - 2G - 1F(a) - 1D

Bilancio nostro, che sei nel 2423

sia pareggiato il tuo conto venga il 31/12

sia fatto il tuo assestamento così in dare così in avere.

Dacci oggi il nostro credito quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri fornitori

e non c’indurre in minusvalenze ma liberaci dalla perdita

d’esercizio. Amen.

◄ 37 Partita Tripla

Page 38: partita tripla

che speriamo di ripetere negli anni suc-

cessivi.

Internet in salsa

rosa

S i è tenuto presso il nostro istituto un corso di informatica di base gratuito dedicato esclusivamente alle cittadi-

ne di Treviglio e dintorni. L’esigenza si è manifestata dopo aver osservato che spesso, quando si parla di nuove tecnolo-

gie informatiche e della comunicazione,

sono le donne le più attente e curiose rispetto ad una platea maschile sempre più frequentemente scettica e rinunciata-

ria. “Internet in salsa rosa” è il nome dato al corso che ha permesso a una quindicina

di signore della Bassa di misurarsi con l’utilizzo del computer e la navigazione in internet.

Quattro lezioni da due ore, dove dopo una breve spiegazione dei contenuti si è pas-sati all’azione pura con tutte le allieve

poste sotto il tutoring di Andreea Agafitei, Giulia Leo, Linda Mazzoleni, Giulia Pelle-grini, Claudia Pilenga, Diletta Rossigni,

Elena Zumerle, studentesse del corso Mercurio. I risultati non si sono fatti atten-dere se è vero che al termine del corso

tutte le allieve sono state in grado di navi-gare in internet, utilizzando browser e motore di ricerca; selezionare e stampare le aree delle pagine web di interesse, di

creare e utilizzare una casella di posta elettronica con qualcuna si è spinta sino

zione di un’e-mail, che ha avuto grande

successo poiché essi si divertivano a man-darle ai loro amici. L’utilizzo di internet è stata una cosa basilare sin dal primo in-

contro, perché con esso potevano trovare ogni cosa che gli interessasse, infatti gli abbiamo insegnato a visitare una libreria

online e anche a prenotare un viaggio aereo. Le donne erano molto interessate alle ricette e le stampavano mentre la

maggior parte degli uomini leggeva la Gazzetta dello Sport o altre novità sul calcio. Quello che ci ha più colpito è il

fatto che loro avevano un grande spirito di iniziativa nello sperimentare l'informati-ca. Ora siamo in un’era dove la conoscen-za del computer è alla base quasi di tutti i

lavori, quindi era giusto come per noi, anche per loro imparare l’utilizzo del com-puter. Questo ci ha aiutato a capire come

sia difficile ma anche divertente insegnare agli altri qualcosa di nuovo. Per noi è sta-ta un’esperienza molto bella e educativa

Anche gli over 55

si cimentano con

le

nuove tecnologie Giulia Carolei ► 4ªM

Francesca Casirati ► 4ªM Jennifer Vargas ► 4ªM

N oi giovani dell’ITC G. Oberdan ab-b i a m o t e nu t o un c o r s o d’informatica agli anziani di Trevi-

glio. Il corso si è svolto nell’aula di infor-

matica, dove noi ragazzi della 4ªM e 3ªC eravamo coadiuvati dai professori Dome-nico Deluso e Battista Regonesi, respon-

sabile dell'Università Anteas (università della terza età). Il nome del corso era “Argento vivo in

rete” che rappresentava proprio il fatto che fosse dedicato agli anziani. Gli iscritti erano 26 e gli incontri 4, ciascuno da 2

ore. Alcuni di loro avevano già delle basi informatiche, ma la maggior parte doveva partire da zero. Gli anziani erano molto

partecipi nelle varie attività svolte nel cor-so, anche se si sono trovati davanti ad alcune difficoltà se la sono cavata molto

bene. Durante la prima lezione hanno imparato i compiti essenziali per il funzio-namento del computer ovvero accenderlo e spegnerlo. Mano a mano che andavano

avanti gli incontri, “i nostri studenti” han-no imparato nuove nozioni come la crea-

I corsi di informatica dell’istituto per la cittadinanza

Informatica all’oberdan TERRITORIO

38 ► Partita Tripla

Page 39: partita tripla

Noi ragazzi del gruppo H ci divertiamo a realizzare le attività dei laboratori

Page 40: partita tripla

Con la libertà d'informazione si misura la civiltà di un popolo.

Giancarlo Ghirra, segretario nazionale dell’Ordine dei Giornalisti