peppe papa a pagina 3 city week - cityweeknapoli.it · pizza e mandolino. certo, con una spruzzata...

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City week free press n a p o l i Anno I Numero 1 - 25 febbraio 2017 Giornale periodico, supplemento di Urbis in distribuzione gratuita nella città di Napoli Registrazione al Tribunale di Napoli n° 43 del 22-06-2005 Direttore responsabile, Peppe Papa Edizioni Quorum 80145 - Napoli, Galleria Umberto, 50 tel. 081 0145337 - [email protected] Stampa - Arti Grafiche Boccia Via Tiberio Claudio Felice, 7, 84131 Salerno Cosa succede... Malasanità I furbetti del cartellino Blitz al Loreto Mare 55 arresti e 94 indagati Cronaca nera Fatti a pezzi con la motosega, ma non è una pulp fiction a pag. 10 a pag. 6 Speciale D Do op po o a an nn ni i d di i a ab bb ba an nd do on no o o or ra a t tu ut t t ti i v vo og gl li io on no o l lo o s st ta ad di i o oC C o ol ll la an na a inserto da pag. 11 Comune di Napoli Il sindaco visionario e l’ombra del fratello marpione a pag. 4 Una corona per due Ad entrambi non mancano le qualità di arruffapopolo, uno smisu- rato ego e l’ambizione al comando senza mediazioni. Vincenzo De Luca e Luigi De Magisitris, vivono la stessa certezza, cioè quella di essere predestinati a governare il mondo. E poco male se que- sto sia circoscritto, ahinoi, alla capitale del sud. Peppe Papa a pagina 3 C C O O N N D D A A N N N N A A T T I I A A V V I I N N C C E E R R E E ! ! La stesa di Valencia del “Boss” Zaza Fronte Champions Crisi a Madrid, Ronaldo accusa! S St t a ad di io o S Sa an n P Pa ao ol lo o O Or re e 1 1 8 8, ,0 00 0 NAPOLI - ATALANTA Martedì 28 febbraio - andata di Coppa Italia Juventus - Napoli Sabato 4 marzo - Campionato di Serie A Roma - Napoli

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Cityweekfree press n a p o l i

Anno I Numero 1 - 25 febbraio 2017

Giornale periodico, supplemento di Urbisin distribuzione gratuita nella città di NapoliRegistrazione al Tribunale di Napolin° 43 del 22-06-2005Direttore responsabile, Peppe PapaEdizioni Quorum80145 - Napoli, Galleria Umberto, 50tel. 081 0145337 - [email protected] - Arti Grafiche BocciaVia Tiberio Claudio Felice, 7, 84131 Salerno

CCoossaa ssuucccceeddee......

MalasanitàII ffuurrbbeettttii ddeell ccaarrtteelllliinnooBBlliittzz aall LLoorreettoo MMaarree5555 aarrrreessttii ee 9944 iinnddaaggaattii

Cronaca neraFFaattttii aa ppeezzzzii ccoonn llaa mmoottoosseeggaa,, mmaa

nnoonn èè uunnaa ppuullpp ffiiccttiioonn

a pag. 10

a pag. 6

SpecialeDDooppoo aannnnii ddii aabbbbaannddoonnoooorraa ttuuttttii vvoogglliioonnoo lloo ssttaaddiiooCC oollllaannaa

inserto da pag. 11

Comune di NapoliIIll ssiinnddaaccoo vviissiioonnaarriiooee ll’’oommbbrraa ddeell

ffrraatteelllloo mmaarrppiioonnee

a pag. 4

UUnnaa ccoorroonnaa ppeerr dduueeAd entrambi non mancano le qualità di arruffapopolo, uno smisu-rato ego e l’ambizione al comando senza mediazioni. Vincenzo DeLuca e Luigi De Magisitris, vivono la stessa certezza, cioè quelladi essere predestinati a governare il mondo. E poco male se que-sto sia circoscritto, ahinoi, alla capitale del sud.

Peppe Papa a pagina 3

CCOONNDDAANNNNAATTII AA VVIINNCCEERREE!!

LLaa sstteessaa ddii VVaalleenncciiaa ddeell ““BBoossss”” ZZaazzaa

FFrroonnttee CChhaammppiioonnssCCrriissii aa MMaaddrriidd,, RRoonnaallddoo aaccccuussaa!!

SSttaaddiioo SSaann PPaaoollooOOrree 1188,,0000NNAAPPOOLLII -- AATTAALLAANNTTAAMMaarrtteeddìì 2288 ffeebbbbrraaiioo -- aannddaattaa ddii CCooppppaa IIttaalliiaa

JJuuvveennttuuss -- NNaappoollii

SSaabbaattoo 44 mmaarrzzoo -- CCaammppiioonnaattoo ddii SSeerriiee AA

RRoommaa -- NNaappoollii

Cityweek2 Interni sabato 25 febbraio 2017

Per inserzioni e pianificazioni pubblicitarie, comunicati stampa, comunicazione di eventi telefonare allo 081 0145337 oppure scrivere a pubblicità@cityweeknapoli.it

di Iolanda Carrino

Alla fine l’hanno spuntata. Nelpaese dove è tutto fermo, l’economiaarranca e ognuno – interi settori pro-duttivi, categorie professionali e cor-porazioni varie – difende il suo ‘orti-cello’ impaurito dalla incertezza delfuturo in un mondo che corre veloce,i tassisti sono riusciti a bloccare perl’ennesima volta la riforma sul tra-sporto pubblico attesa dal 2009. Da quando cioè la legge 27/02/2009

n.14 intervenne a modificare la vec-chia legge, la 21/92, con “durissime”norme sul noleggio con conducente:obbligo di stazionamento solo all'in-terno delle rimesse o "presso i pontilidi attracco", all'interno dello stessoComune che ha emesso la licenza, consanzioni molto severe fino alla so-spensione della licenza. L’emenda-mento contestatissimo della senatriceLinda Lanzillotta teso a sospenderel’efficacia di queste norme che limi-tano l’operatvità degli Ncc e di Uber-Pop, dopo la battaglia campale per levie della Capitale e in altre città ita-liane, ha subito lo stop. L’ennesimo. Nuova proroga dun-

que, come assicurato dal ministro deiTrasporti Graziano Delrio, costretto a

fare marcia indietro anche se, ha assi-curato, per l’ultima volta. Intanto hapromesso ai tassisti un decreto entro30 giorni nel quale sarà confermata lalicenza territoriale per Uber e i noleg-giatori, ma sparirà l'obbligo di rien-trare nella rimessa ogni volta che siconclude un servizio, lotta agli autistiabusivi e conferma del divieto perUberPop, maggiore regolamentazionedelle piattaforme online. Tanto è ba-stato per calmare gli autisti delle“white car” che hanno scatenato laviolenta protesta di piazza, ma che

hanno comunque dovuto ingoiare lavolontà del governo a promulgare alpiù presto una legge di riassetto delsettore. Che prevederà, è stato chiaroil Ministro, norme per l’attività liberadi noleggiatori e di Uber. Come è notoUberPop è al momento vietato in Ita-lia, a differenza di altri Paesi dove iprivati sono liberi di improvvisarsi tas-sisti. Il divieto per UberPop rimarrà,ma è chiaro che sarebbe anacronisticoimpedire agli autisti di Uber e di Nccdi rientrare in rimessa sernza poteresostare ovunque.Quindi quest'obbligo cadrà defini-

tivamente, anche se ci sarà un vincoloterritoriale, più ampio però, magari dicarattere regionale: è possibile chedunque il potere di rilasciare le auto-rizzazioni passi dai Comuni alle Re-gioni. Ed è possibile che il governo in-tervenga anche sulle piattaforme,imponendo maggiore trasparenza sulletariffe. A questo punto resta da vedere come

veràà messo a punto il decreto chenon potrà più essere legato al disegnodi Legge sulla Concorrenza, fermo inparlamento da due anni. Sull’argo-mento Delrio è stato vago e generico.Tutto grasso che cola per gli insoffe-renti tassisti.

II ttaassssiissttii llaa ssppuunnttaannoo,, DDeellrriioo ccoonnffeerrmmaa iill ddiivviieettoo aaii pprriivvaattiiLe violente proteste di piazza andate in scena nei giorni scorsi hanno convinto il

governo a fare marcia indietro e sospendere l’emendamento Lanzillotta inserito nelMilleproroghe. Entro 30 giorni un decreto di riordino del settore gradito agli autisti

Cityweek 3 Politicasabato 25 febbraio 2017

Ad entrambi non mancano le qualitàdi arruffapopolo, uno smisurato ego el’ambizione al comando senza media-zioni. Vincenzo De Luca e Luigi DeMagsitris, vivono la stessa certezza,cioè quella di essere predestinati a go-vernare il mondo. E poco male se que-sto sia circoscritto, ahinoi, alla capitaledel sud. Napoli è il mondo - non sonoi primi a pensarlo - pertanto battaglianoper conquistare lo scettro del comando,la corona di vicerè, forzatamente la-sciata in eredità da Antonio Bassolino.Che è poi l’unico modo per avere unanon secondaria voce in capitolo nelgioco politico nazionale e nelle logichedi potere tradizionale. Poco importa sene hanno le qualità, loro ne sono con-vinti ovviamente, quel che conta è cen-trare l’obiettivo mettendo in campoognuno le proprie capacità cercandodi prevalere sull’avversario. Lo scontroè cruento, nelle ultime settimane è tra-sceso a livello di imboscate, ai limitidel “vaffa’” reciproco. Mai prima d’orac’era stato un grumo di tensione tantointenso tra le due principali istituzionidi governo locale. Mai Palazzo santaLucia e Palazzo San Giacomo si eranoguardati così tanto in cagnesco. D’ac-cordo su niente e accuse reciprochesulle principali questioni che riguar-dano la vita dei cittadini da loro am-ministrati: la gestione dei fondi europei,quella dei rifiuti, delle risorse idriche,delle Universiadi e degli impianti spor-tivi, della riqualificazione di Bagnoli,della sanità e della sicurezza urbana;fino alla più banale querelle sulla maiandata in onda diretta Rai di Capo-danno , o in ultimo il museo dedicato alprincipe De Curtis, in arte Totò. A

nulla sono serviti i pontieri, il fratelloClaudio per il sindaco e Fulvio Bona-vitacola, vice presidente della giuntaregionale, per il governatore, le scher-maglie sono proseguite senza sosta enon sembra sia possibile una ricompo-sizione. E’ nella natura stessa della con-

tesa che prevede un solo vincitore enessun pareggio. La posta è alta, que-stione di vita o di morte (politica si in-tende), ne va del proprio futuro. Per DeLuca sarebbe la consacrazione, dopoun trentennio di ‘umiliazioni’ all’ombradi Bassolino - amministrando con effi-

cienza e mano ferma la sua Salerno(praticamente grande quanto un quar-tiere cittadino del capoluogo) - dellesue doti di indefesso condottiero per ilriscatto del “popolo oppresso”. Per DeMagistris, che condivide la stessa pa-ranoia, la certezza di non im

plodere nell’anonimato più totale etrovarsi nella condizione di dover ri-scrivere il proprio percorso umano inun alveo di indeterminatezza identita-ria. Intanto, sia l’uno che l’altro, de-vono fare i conti con una borghesia na-poletana, indolente, spesso un po’cialtrona, che è l’ago della bilanciadelle loro fortune postume e poco pro-pensa a fare sconti, soprattutto agli‘estranei’ ai loro interessi. I segnali discontento non sono mancati. “Il temadel rapporto con Napoli – ha scrittoqualche giorno fa su Fb l’ex senatricePd, Graziella Pagano in un accoratomessaggio al governatore e una delleprincipali teste di ponte della città checonta - quella che ti ha fatto vincere leelezioni regionali è lì sul tavolo. LaGiunta è insufficiente…ma non per in-capacità, solo che manca la poli-tica…no Enzo, la politica politicante,ma quella straordinaria missione civileche tu ed altri, fra cui la sottoscritta,hanno imparato ad amare in quella me-ravigliosa comunità che era il Pci. Ri-fletti”. Un avvertimento che non è mancato

neanche per il sindaco che, tra una po-lemica e l’altra con Saviano, la ge-stione di ‘Nalbero alla rotonda Diaz ,quella della irrispettosa movida nel sa-lotto buono cittadino a Chiaia e le di-scutibili scelte in materia di sicurezza,ha incassato gli strali di intellettuali epezzi organizzati di quella società civilea lui più cara. Come andrà a finire nes-suno può saperlo, di sicuro ci sentiamodi dire che “…Parthenope, la vergine,la donna, non muore, non ha tomba, èimmortale ...è l'amore (cit. Matilde Se-rao)”. Speriamo.

UUnnaa ccoorroonnaa ppeerr dduuee Si accende il confronto tra il governatore e il sindaco per la conquista dello scettro di vicerè della Campania

di Peppe Papa

La sfida

Comune pieno di debiti, la città ago-nizzante sempre più sprofondata neisuoi drammatici problemi e lui, “Gig-gino” De Magistris gioca a fare ilpoeta visionario, il comunicatore disogni, senza che nessuno sia in gradodi farlo rinsavire. Un vero delirio ipost che regolarmente pubblica sul suoprofilo Facebook sul quale si intrat-tiene presumiamo di notte con un ro-busto bicchiere di cognac tra le mani(ammesso che gli piaccia; e questo sa-rebbe un titolo a suo onore), a propo-sito di Napoli e del suo futuro. Vale lapena di riportarla integralmente unadelle sue esternazioni di qualche set-timana fa giusto per rendere l’idea:“Napoli va conosciuta, amata. Venite aNapoli, tornate a Napoli. Visitatela,vivetela. Napoli, oggi, ha voglia di es-sere capitale. Aiutiamoci tutti. Napolires publica, agorà, polis. Napoli cuoredel mediterraneo. Città di mare, oltreogni confine. Superamento di pro-prietà, verso la comunione. Napoli in-ferno e paradiso. Quindi vita, con tuttele sue complessità e contraddizioni.Napoli avere ed essere, amore ed odio.Passione contro indifferenza. Napoliassetata di giustizia, con profonda vo-glia di riscatto. Orgoglio partenopeo.Immergetevi nelle strade e raccontate.Cogliete il profondo volto umano dellaCittà. Napoli oggi vive, non soprav-vive. La potenza vulcanica vince con-tro rassegnazione e lamento. Percepi-sco la forza di Napoli. Avanti tutta,senza sosta, nella costruzione della co-munità popolare napoletana”. Nienteda dire, belle parole, chiacchiere dasalotto, una cascata di luoghi comunicapace di affascinare un ristretto nu-mero di gagà della borghesia parteno-pea poco avvezza a confrontarsi con idisagi di una città dagli eterni cantieriaperti, strade dissestate, trasporti daterzo mondo, illegalità diffuse e chipiù ne ha ne metta, tanto da esseresprofondata agli ultimi posti nelle clas-sifiche di vivibilità e qualità della vitadelle metropoli occidentali. Quello delsindaco è in sostanza il solito refrain -anche se in versione 2.0 - di sole, mare,pizza e mandolino. Certo, con una

spruzzata di vecchio spirito ‘comu-nardo’ che non guasta mai, giusto percoinvolgere nel suo furore rivoluzio-nario frotte di giovani studenti anti-si-stema, pseudo artisti in cerca di spazie visibilità, centri sociali, comitati ci-vici e outsider di ogni specie e prove-

nienza. Con l’impegno, al culmine diuna crisi di isteria narcisistica, a fare diNapoli il “paradiso in terra” per l’uma-nità tutta. Un vaneggiamento che,come dicevamo, nessuno sembra ingrado di fermare, neanche il fratelloClaudio, la vera ‘mente’ della famiglia.

E’ lui il vero dominus del fenomenoDe Magistris destinato, nelle inten-zioni, a proporsi come dinastia vice-reale del Vesuvio, di Partenope, dellaCampania e di tutto il Mezzogiornotuttora sotto occupazione del “Pie-monte invasore”. Il Richelieu che lu-

cidamente sta pianificando il futurosuo e del fratello, cominciando conl’intestarsi il ruolo di segretario poli-tico (in attesa di una investitura uffi-ciale di là da venire) di Dema il movi-mento a loro nome che si propone diconquistare uno spazio di rappresen-tanza nazionale a sinistra della sinistradel Pd e ancora oltre. Per il momento,in attesa della verifica alle urne,l’obiettivo minimo, sembra di capire,è quello di puntare a Palazzo SantaLucia con Giggino e il prosieguo del-l’esperienza a San Giacomo con lui alposto del ‘germano’. Emblematica intal senso la dichiarazione affidata,forse improvvidamente senza l’ok diClaudio, alle agenzie da parte delprimo cittadino in occasione della pre-sentazione del partito: “La volontà èquella di fare il sindaco a tempo pienofino al 2021. Ci stiamo organizzandoper un movimento nuovo rispetto aipartiti e al Movimento 5 Stelle, che fi-nora ha deluso le aspettative; vogliamoandare oltre la città di Napoli e pro-porci anche alla guida della RegioneCampania. Non sarò io il candidatoma in politica mai dire mai”. Appunto,mai dire mai. Una promessa, o forseuna minaccia. Nel dubbio, meglio or-ganizzarsi a resistere

P.P.

Cityweek4 Politica sabato 25 febbraio 2017

IIll ddeelliirriioo ddeell ssiinnddaaccoo ee ‘‘ll’’oommbbrraa’’ ddeell ffrraatteelllloo mmaarrppiioonnee

C’è chi dice che punti a un posto in parlamentoalle prossime politiche, chi è sicuro che stia pre-parando un nuovo assalto a Palazzo San Giacomoe chi giura invece che abbia chiuso definitiva-mente con la politica. Sta di fatto che Gianni Let-tieri, candidato sindaco del centrodestra, sconfittoper ben due volte da De Magistris, dopo un lungosilenzio seguito alla sconfitta elettorale è ritornatoa parlare. Lo ha fatto in una lunga intervista con-cessa al Corriere del Mezzogiorno, nella quale haconfermato che lascerà il consiglio comunale perla gioia di Vincenzo Moretto, maratoneta di ViaVerdi, primo dei non eletti in una delle liste civicheche lo hanno affiancato nel tentativo di conquistadella poltrona di primo cittadino a giugno scorso,l’intenzione di tornare ad occuparsi di Confindu-stria di cui è stato presidente napoletano e, infine,la vicinanza al governatore Vincenzo De Luca “sti-mato amico da più di 25 anni”. Insomma, da quel

che si capisce, resta con un piede mezzo dentro emezzo fuori dall’agone, tanto per non farsi ‘inter-cettare’ e potere operare sotto traccia tenendosi lemani libere da legacci e preparare la ‘sorpresa’ delsuo ritorno in pista. Su quale fronte si vedrà. Intantoha detto ai suoi (gli eletti delle tre liste civiche chelo hanno sostenuto) in un incontro convocato aVilla Domi la settimana scorsa, che non sarannoabbandonati, ma che loro intanto dovranno conti-nuare a dare battaglia al sindaco e poi, chi vivrà ve-drà.

IIll ffiinnttoo aaddddiioo ddii LLeettttiieerriiL’ex candidato alla poltrona di primo cittadino ha annunciato di lasciare la politica attiva per tornare a farel’imprenditore: ma nessuno ci crede

di Sergio D’Angelo *

Un welfare sempre piùpovero ma che resiste. Èquesto, a nemmeno duemesi dall’inizio dell’anno,il primo bilancio che si

può fare sulla situazione delle politiche sociali aNapoli e in Campania. Mentre è di qualche giornofa la notizia di ulteriori tagli al già esiguo FondoNazionale per le Politiche Sociali, non possiamonon registrare, di contro, qualche elemento posi-tivo tutto locale. Positivo è ad esempio il riscon-tro di alcuni servizi che, nonostante le difficoltà dibudget, funzionano. Basti pensare a quelli per lasalute mentale, che sul territorio napoletano nel-l’anno appena trascorso ha visto avviate numeroseborse lavoro di persone già in carico ai servizi sa-nitari con problemi seri di sofferenza psichica, e unprogramma di assistenza domiciliare che permettedi assistere il paziente nel suo luogo di vita. In que-sto campo è stato avviato anche il programmasperimentale di assistenza nelle carceri, a partireda quello di Poggioreale che la mattina del primomarzo ospiterà anche una sessione del Premio Ci-nematografico Fausto Rossano per il pieno dirittoalla salute (che si batte contro lo stigma e i pre-giudizi legati alla sofferenza psichica), con un di-battito e la proiezione di un cortometraggio cui as-sisteranno anche alcuni detenuti. Infine, sempre inquesto settore, funzionano in tutti i distretti sani-tari napoletani i nuclei di neuropsichiatria infantile,il che dimostra un grande investimento sull'ado-lescenza e l'infanzia, pur essendo le criticità sem-pre le stesse, vale a dire una spesa che è meno dellametà di quanto previsto per legge. Sempre difficile invece la lotta alla povertà, che

in Campania riguarda le famiglie più che le per-sone singole, gli italiani più degli stranieri (sudieci poveri, sette sono italiani e tre migranti) e inmisura rilevante le donne, secondo i più recentidati Caritas, che registra circa 40mila persone instato di bisogno e una fortissima disoccupazione(su dieci persone in età lavorativa neanche quattrolavorano). I poveri di oggi sono i cinquantenni di-soccupati, le casalinghe, i pensionati che hanno un

reddito insufficiente rispetto ai loro bisogni quo-tidiani. I tassi ufficiali di occupazione a questoproposito evidenziano un’Italia divisa a metà, conun Mezzogiorno (42,5%) che presenta valori in-feriori rispetto al Centro-Nord (63,8%) di oltre 20punti percentuali, dove la Campania è fanalino dicoda con il 39,6 per cento e un’incidenza del tassodi occupazione totale inferiore di 3 punti, con untasso di occupazione femminile del 27,4%, il piùbasso in assoluto a livello nazionale. E per quanto riguarda i senza dimora, per quelli

napoletani è un inverno orribile, con servizi distrada fermi da oltre due mesi, nonostante le ras-sicurazioni dell’assessore al ramo: se non fossestato per l’aiuto volontario di cooperative e asso-ciazioni, il freddo avrebbe fatto già diverse vittime. Come pure, purtroppo, dobbiamo registrare che

è un momento ancora molto difficile per quanto ri-

guarda la disabilità: ancora oggi è negato a mol-tissimi ragazzini il diritto alla scuola, dall’accom-pagnamento all’assistenza, a causa dei pesantis-simi tagli in questo settore. Registriamo tuttavia,senza alcuna illusione, l’accenno di un rinnovatointeresse da parte della Regione Campania a rin-saldare la collaborazione con il terzo settore e coni soggetti (università, Chiesa, volontariato) che, avario titolo, sono impegnati nella costruzione delwelfare locale. Insieme a tutti noi sta organiz-zando gli Stati generali del welfare che il 20 e il 21marzo tratteranno diversi aspetti delle politiche so-ciali, in una prospettiva che non si limiterà adanalizzare bisogni ma si spingerà ad avanzare pro-poste concrete e condivise.

* Presidente delle Cooperative socialiGesco

Cityweek 5 Attualitàsabato 25 febbraio 2017

NAPOLI – E’ stato inaugurato il 28dicembre scorso il nuovo centro di so-cializzazione per anziani “Casa deltempo” ospitato all’interno della sta-zione Gianturco della Metropolitana 2di Napoli e aperto dal gruppo di im-prese sociali Gesco con la cooperativasociale Accaparlante in locali della Fon-dazione di Comunità del Centro Sto-rico. Il centro offre la possibilità a donne

e uomini anziani di trascorrere qual-che ora in compagnia, coinvolgendoliin attività organizzate da personalespecializzato. Rivolto a persone over65 autosufficienti, affiancherà le fami-glie nel compito di caregiving negliorari di lavoro: è aperto dal lunedì alvenerdì dalle ore 9 alle 18 nei localidella Stazione della Metropolitana diGianturco a Napoli.Si tratta dell’unico centro del genere

nella zona industriale di Napoli, tra iservizi, oltre alle attività di animazionee di socializzazione, anche quelli di tra-sporto da e per l’abitazione (in zona oin altri quartieri di Napoli), la consu-lenza alla famiglia e il sostegno psico-logico all’anziano, la colazione e ilpranzo. Gli ampi locali del centro sono stati

adattati in modo da rispettare le esi-genze fisiche degli ospiti e non presen-tano perciò alcun tipo di barriera ar-chitettonica, presentandosi come spazidi socializzazione dove le persone pos-sono incontrarsi, svolgere attività di di-verso tipo (dalla scrittura creativa ai ci-neforum tematici) e godere,all’occorrenza, anche di servizi di este-tista, parrucchiere e barbiere.

WWeellffaarree sseemmpprree ppiiùù ppoovveerroo,, mmaa cchhee rreessiissttee AAll vviiaa ggllii SSttaattii ggeenneerraallii ddeell sseettttoorree

AAnnzziiaannii:: AApprree aa GGiiaannttuurrccoo llaa ““CCaassaa ddeell tteemmppoo””

È il primo centro diurno di socializza-zione per anziani nell’area industrialedi Napoli ospitato all’interno della stazione della Metro 2 di Gianturco

Cityweek6 Cronaca sabato 25 febbraio 2017

di Mimmo Di Pace

Due cadaveri trovati nella zona delrione Salicelle ad Afragola all’internodi sacchi di plastica sotto un albero dimimose profumate, come su un set dafilm horror: solo che è tutto veroRoba da film. Lo hanno pensato in

tanti quando due cadaveri fatti a pezzisono stati ritrovati in Contrada Ferra-rese, nella zona del famigerato rioneSalicelle di Afragola, proprio allespalle del cantiere della stazione del-l’Alta Velocità. Roba da film, ma hor-ror. Man mano che i rilievi su queicorpi straziati e sistemati all’interno disacchi di plastica andavano avanti. Ta-gli compatibili con una motosega chepotrebbe averli fatti a pezzi quandoerano ancora vivi. Macabri dettagli daperizia medico legale. Quei corpihanno un nome e un volto. Luigi Fer-rara, 43 anni di Casoria, e Luigi Ru-sciano 53 anni di Mugnano. Eranostati notati a bordo di una Fiat Idea nonlontano da dove sarebbero stati uccisi.Era il pomeriggio del 31 gennaio. Diloro si era persa traccia, ma già pocheore dopo la dichiarazione di scom-parsa un particolare, macabro, feceipotizzare che i due fossero stati am-mazzati. Questioni di segnali e di mes-saggi. Sì, perché la macchina sullaquale erano stati visti, la Fiat Idea, futrovata poco lontano. Sui sedili tracce

di sangue e un dettaglio che aveva ilsapore di un segnale chiaro: i due do-cumenti di riconoscimento di Ferrarae Rusciano appoggiati sui sedili. Nellefasi concitate di una colluttazione

avrebbero potuto perdere il portafogli,ma che ci fossero solo le carte d’iden-tità significava che qualcuno le avevasfilate intenzionalmente e sistemate lì.Qualcuno, ma chi? Sono gli agenti del

commissariato di Afragola a occuparsidel caso e, fin dalle prime battute del-l’indagine, hanno puntato la loro lentesugli ambienti che frequentavano i dueuomini. Sullo sfondo ci sarebbe il con-

trabbando di sigarette. Affari non me-glio precisati potrebbero costituire ilmovente di questo duplice omicidiosplatter. Poi è stata la volta delle pisteinvestigative, una delle quali porte-rebbe verso la mala di Melito. Ma sel’ordine è partito dall’area norddell’hinterland partenopeo, chi ha ese-guito materialmente un omicidio tantocruento? “Gli stranieri fanno così” sisussurra in ambienti investigativi. Maè un sussurro, un bisbiglio. Chi li hauccisi li avrebbe dapprima sequestrati,poi potrebbe averli interrogati e tortu-rati in qualche luogo ‘tranquillo’ delSalicelle, un garage o una rimessa.Quindi li avrebbe uccisi e potrebbeaver affidato a qualche specialista di‘pulizie’ lo smaltimento dei corpi. Col-legamenti logici ma, finora, nulla diconcreto. Si parte da quello che c’è.Due cadaveri rimasti per chissà quantigiorni in una zona di campagna nonlontana dal rione Salicelle di Afragola,adagiati proprio sotto un albero di mi-mose profumate. Un profumo che èriuscito a coprire il penetrante odoredei cadaveri. A scoperchiare il vaso diPandora è stata una telefonata ano-nima di qualcuno che si è imbattuto inquei sacchi neri, o di qualcuno che sa-peva. Pelle chiara, sangue molto rossoe braccia e gambe confusi e messi in-sieme alla rinfusa. Roba da Medioevo.Roba da film.

FFaattttii aa ppeezzzzii aannccoorraa vviivvii ccoonn llaa mmoottoosseeggaa,, ee nnoonn èè uunnaa ‘‘ppuullpp ffiiccttiioonn’’

Malanapoli

Cityweek 7 Cronacasabato 25 febbraio 2017

di Biagio Lovato

“Che vuoi fare da grande?”.“Quello che fa papà”. In tanti hannosentito frasi del genere. Ma ci sono al-cuni bambini che sono costretti a cre-

scere in fretta, troppo in fretta. E così cominciano a “fare quello

che fa papà” poco dopo aver tolto ipannolini. Accade. E’ accaduto al Pal-lonetto di Santa Lucia, dove sei bam-bini, tra i 3 e i 14 anni, che non vive-

vano una realtà da bambini, sono statitolti alle famiglie e trasferiti in altreregioni. Per poterli “salvare” toglien-doli da un contesto troppo compro-mettente, troppo deviato. Sogni pochio nessuno, perché bisognava lavo-rare, “ fare quello che fa papà”. Ma sepapà si occupa di droga, allora quelloè il comparto in cui si deve lavorare.Lo scoprirono i carabinieri di Napoliindagando sul clan Elia. Sei bambinierano utilizzati nel comparto droga,dal confezionamento allo spaccio. Ora quel lavoro non lo fanno più

per un provvedimento di sospensionedell'esercizio della responsabilità ge-nitoriale, con collocazione in una casafamiglia fuori regione. Una decisione,quella del tribunale dei minori di Na-poli in linea con le parole del procu-ratore Giovanni Colangelo subitodopo il blitz di gennaio che si con-cluse con 45 arresti. “I minori sono ri-sultati inseriti, in un contesto fami-liare, territoriale e sociale,gravemente pregiudizievole al puntoda compromettere la possibilità di unequilibrato sviluppo della personalitàcon conseguente rischio di devianza”si legge nella motivazione. Una presa di posizione dura che ha

suscitato polemiche anche nell’am-biente della magistratura. “Restomolto perplesso rispetto a questo tipodi alternativa e credo che questi espe-rimenti siano la prova del fallimentodello Stato, delle istituzioni, che uti-lizzano come al solito delle scorcia-toie perché non sanno come interve-nire sull'ambiente”. Così Raffaele Cantone, presidente

dell'Anac, nel corso di un’incontrodei ragazzi del Liceo Genovesi. “Lo

Stato - affermò Cantone - utilizza unascorciatoia per non fare la sua parte,cioè lo Stato interviene sulla partepiù debole, il bambino, perché am-mette di non essere in grado di farenulla sull'ambiente”. Non la pensacosì Federico Cafiero De Raho, at-tuale procuratore di Reggio Calabriae tra i papabili per la poltrona di pro-curatore a Napoli. Cafiero De Rahoha infatti raccontato che in un am-biente malavitoso, se possibile, an-cora più arroccato, quello calabrese,sono gli stessi genitori dal carcere odal contesto degradato in cui vivonoche chiedono che ai loro figli “venga

data una possibilità”. Questioni diprospettive. Ma se appena due giornifa, sempre al Pallonetto di Santa Lu-cia è stata arrestata dai carabinieriuna 17enne che consegnava droga peril clan Elia, accompagnata dalla so-rellina di 7 anni, vuol dire che il con-testo potrebbe condizionare la cre-scita, la formazione. Il futuro. “Chevuoi fare da grande?”. “Vorrei avereuna possibilità”. Certo, non è ipotiz-zabile che un bambino di sei o setteanni possa rispondere così. Ma quellapossibilità è giusto che ce l’abbiaugualmente.

““CCaattttiivvii ggeenniittoorrii””,, ffiiggllii ttoollttii aaii bboossss ee ssii ssccaatteennaa llaa ppoolleemmiiccaaSei bambini del Pallonetto di Santa Lucia, tra i 3 e i 14 anni sottratti alle famiglie e trasferiti in altre regioni per poterli salvare (forse)

““CCaattttiivvii ggeenniittoorrii””,, ffiiggllii ttoollttii aaii bboossss ee ssii ssccaatteennaa llaa ppoolleemmiiccaaSei bambini del Pallonetto di Santa Lucia, tra i 3 e i 14 anni sottratti alle famiglie e trasferiti in altre regioni per poterli salvare (forse)

Il tribunale dei Minori di Brescia ha tolto i figli a una donna di 46 anniche aveva preso parte a un film hard girato in casa sua e pubblicato poiin rete. Un porno amatoriale realizzato in un paese della provincia, e che

aveva scatenato polemiche, soprattutto per la prima scena, in cui si vedeuna donna che esce da una scuola materna pubblica del paese. Lo ha ri-ferito nei giorni scorsi il Giornale di Brescia."L'uso della casa coniugale per girare filmati pornografici - hanno sta-

bilito i giudici che hanno disposto l'allontanamento dei figli dalla ma-dre - rappresenta un pregiudiziogravissimo alla dignità morale dei ragazzi". Lei si è difesa disperata

squarciando il velo di una condizione economica al limite dell’indi-genza: "Ho sbagliato, ma l'ho fatto perché avevo bisogno di soldi"."Avevo troppe spese da sostenere – ha spiegato ancora la donna - e il

mio ex marito non contribuiva. Ho preso i soldi e pagato bollette e cartelle di Equitalia, è tutto docu-

mentato". "Chiederemo la revoca del provvedimento" ha assicura l'av-vocato del Foro di Brescia Carlo Beltrani, legale della mamma.

MMaammmmaa ddiissppeerraattaa,, ggiirraa ffiillmmiinnii hhaarrdd iinn ccaassaa ppeerr ppaaggaarree EEqquuiittaalliiaa:: iill TTrriibbuunnaallee llee ttoogglliiee ii ffiiggllii

Cityweek8 Attualità sabato 25 febbraio 2017

Costerà un po' di più muoversi, maanche fare la spesa. Qualche beneficioarriverà dal canone Rai, ma di controi prezzi per il carburante e le tariffedell'assicurazione per l'auto appesan-tiranno il portafoglio delle famiglieitaliane. Nel complesso per l'anno incorso gli italiani dovranno mettere inconto una "stangata" pari a circa 986euro a famiglia per gli aumenti deiprezzi e delle tariffe. A lanciare l’al-larme è il Codacons, secondo il qualenel 2017 si assisterà alla ripresa deiprezzi al dettaglio, rimasti sostanzial-mente fermi nel corso dell'intero 2016.

La crescita dei listini determinerà, una maggiore spesa pari a 302 euro a fa-miglia, mentre per gli alimentari occorrerà mettere in conto 193 euro in più.Aumenti che si ripercuoteranno anche nel settore della ristorazione (+28euro). Per i trasporti (aerei, treni, taxi, mezzi pubblici, traghetti, ecc.) un nu-cleo familiare tipo - sottolineano i consumatori - dovrà affrontare una mag-giore spesa pari a 64 euro, mentre viaggiare sulle autostrade comporterà unaggravio medio di 35 euro a seguito delle richieste di aumento delle tariffepresentati dai gestori al ministero dei Trasporti per il 2017. Per i servizi ban-cari spenderemo 16 euro in più rispetto allo scorso anno (oltre ai 7 euro ag-giuntivi per i servizi postali). Torneranno a crescere anche le tariffe Rc auto,e assicurare una automobile costerà mediamente 10 euro in più. Il Codaconsha previsto rincari anche nel settore energetico: il 2016 si è chiuso infatti conuna raffica di rialzi del petrolio, che dovrebbero proseguire anche nel corsodi tutto il 2017, determinando effetti sulle bollette (luce e gas +29 euro) e suirifornimenti di carburante(+175 euro). Costerà meno il canone Rai, che scende da 100 euro a 90 euro,

mentre per scuole, mense, libri ed istruzione in generale la spesa media di unnucleo familiare salirà di 45 euro. Leggeri incrementi sono previsti anche perle spese sanitarie con 37 euro in più.

di Mario Esposito

Arriva l’ok dell'Aula della Cameraalla disciplina dell'attività di ristora-zione nelle abitazioni private. Unprovvedimento atteso da tempo che èpassato a Montecitorio con 326 voti afavore, 23 contrari (i gruppi Lega eCor) e 27 astenuti, e che adesso ap-proda al Senato. In base alla nuovalegge, l'attività di ' home restaurant'non potrà superare il limite di 500 co-perti all'anno, come prevede un emen-damento del Pd approvato dall'Aula.Inoltre il cuoco non potrà percepireper la sua attività di cucina in casa perterzi più di 5mila euro. Le norme della legge non si appli-

cheranno se il cuoco organizzerà menodi cinque eventi culinari nella struttura:in quel caso si tratterà solo di “socialeating”. Gli Home Restaurant non dovranno

avere la certificazione Haccp, l'atte-stato dell'analisi dei rischi e controllodei punti critici richiesto per le strut-ture dove si producono e vendono cibi.In base al testo approvato, un decretodel ministero della Salute dovrà deter-minare le “buone pratiche di lavora-zione e di igiene determinate nonché lemisure dirette” al contrasto dell'alcoli-smo. “Quella sui ‘Ristoranti in casa’ èuna legge necessaria che mira a rego-lamentare un settore che si sta svilup-

pando in modo esponenziale sulla sciadella più ampia legge sulla sharingeconomy - ha commentato Angelo Se-

naldi, deputato Pd e relatore - Mira atutelare sia l'esercente che il consu-matore ed è stata scritta rispettando la

massima trasparenza, poiché i paga-menti del servizio saranno effettuatiin modo elettronico e quindi traccia-

bile attraverso la piattaforma web cheunisce l'esercente che fornisce il ser-vizio di ristorazione al cliente finale. Èuna normativa innovativa, prima inEuropa – ha aggiunto il relatore - chetende a dare impulso alla sharing eco-nomy, in linea con la direttiva europeache mira proprio ad incentivare e in-coraggiare la sharing economy”. La proposta di legge, secondo le in-

tenzioni del parlamento, vuole essereun punto di equilibrio fra l'attività de-gli homr restaurant e la ristorazionetradizionale; non vuole fermare il fe-nomeno degli home restaurant manemmeno renderlo concorrente dellaristorazione tradizionale, fiore all'oc-chiello del Paese. Il tetto dell'attivitàè di 500 coperti l'anno con un introitodi 5 mila euro l'anno, numeri che ri-specchiano questo intento di equili-brio. “ La nostra proposta di legge – haconcluso Senaldi - vuole regolamen-tare un settore in profonda crescitaprima che la situazione possa divenireincontrollata e incontrollabile”.La normativa, prevede che i pasti

dovranno rispettare i criteri igienicosanitari , in modo da tutelare la salutedei cittadini. No dunque a concor-renza sleale, no a pagamenti in nero enessuna attività professionale. Solo unpiccolo arrotondamento del redditoper chi ama l'attività della ristorazionefai da te e ha la passione per la cucina.

Quanto costa ai napoletani fare funzionare la mac-china amministrativa della loro città? A questa domandaha risposto Openpolis che ha stilato una classifica dellespese sostenute nei vari comuni italiani per l’attività de-gli organi istituzionali e il loro personale dipendente. ENapoli, anche in questo particolare ambito, si è piazzataal primo posto (in negativo) tra le città sopra i 200milaabitanti nell’anno dell’ultima rilevazione relativa al 2014,e chissà se nel frattempo la situazione sia migliorata.Ogni partenopeo, secondo lo studio, ha speso oltre 670euro, poco più Venezia, piazzatasi al secondo posto, con664 euro pro capite e Padova con 527 euro.Roma e Milano, contrariamente a quanto si poteva

pensare date le rispettive dimensioni, si sono attestate ametà classifica, all'ottavo e nono posto; la Capitale conpoco più di 397 euro pro-capite, Milano con 373. Palermosi è piazzata al quarto posto con 483 euro procapite se-guita da Catania con 465 euro e Genova con 444 euro. Ametà classifica sopra a Roma si è ritrovata Bologna conuna spesa amministrativa procapite di 418 euro. Sotto Mi-lano, Trieste che ha speso per la sua la macchina dellapubblica amministrazione a 371 euro per ogni abitante se-

guita da Torino con 340 euro e Verona con 308. Hannochiuso la classifica Firenze con 281 euro e Bari con 241euro, quasi la metà dunque di quanto spendono Napoli eVenezia. “Tra i costi che ogni comune deve sostenere –ha spiegato spie Openpolis nella sua relazione - ci sonole spese per le strutture che svolgono le funzioni ammi-nistrative dell'ente. Le loro attività principali non sonotanto i servizi all'utenza, quanto organizzare e far fun-zionare l'ente stesso. Vi rientrano i costi degli uffici chesi occupano di attività interne, come la segreteria gene-rale, l'ufficio risorse umane, il servizio statistico e l'ana-grafe comunale”. Anche tutti gli uffici impiegati nella ge-stione e nella programmazione economico-finanziariasono stati conteggiati all'interno delle spese di ammini-strazione. Per esempio il servizio di tesoreria e quelli re-lativi al controllo di gestione, il coordinamento delle en-trate tributarie e dei servizi fiscali, la gestione dei benidemaniali e patrimoniali. Inoltre ci sono gli uffici per gliorgani politici, ovvero tutte le spese che un Comune so-stiene per il funzionamento del consiglio e della giuntacomunale, tra cui le indennità e i gettoni di presenza pergli amministratori.

RRiissttoorraannttii iinn ccaassaa,, aallllaa CCaammeerraa aarrrriivvaa ll’’ookk aallllaa lleeggggeeFinalmente sancita l’approvazione tanto attesa dagli operatori del settore della normativa che disciplina l’attività di ristorazione nelle abitazioni private

MMoolloocc aammmmiinniissttrraattiivvoo:: NNaappoollii iill CCoommuunnee ppiiùù ccaarrooStudio di Openpolis: i partenopei hanno speso nel 2014 oltre 670 euro

procapite per far funzionare la macchina burocratica della loro città

LL’’IIttaalliiaa ddeeii ttaarrttaassssaattii:: nneell 22001177 rriinnccaarrii ppeerr 998866 eeuurroo aa ffaammiigglliiaa

Uno studio del Codacons ha previsto per il nuovo anno incrementi sul fronte prezzi e tariffe: 64 euro per i mezzi di trasporto, 193 euro gli alimentari

Cityweek 9 Attualitàsabato 25 febbraio 2017

Phantasya deriva dal verbo grecopháino, letteralmente presentare allavista, manifestare. La parola fantasianasce dalla stessa fonte e descrive unapotenza immaginativa espressione diinvenzioni, idee e pensieri. È da quiche l’essenza di Phantasya, società diimmagine e comunicazione, prendeforma.Sita al Centro Direzionale di Na-

poli, nella nuovissima sede all’isolaF3, la società si presenta come un la-boratorio sperimentale di nuove formedi comunicazione, capace di interpre-tare le diverse esigenze del mercato, eprimeggiare nelle sue principali aree di

competenza.Fra queste, i campi del graphic e

web design, con la creazione di sitiweb, loghi, e interfacce online, tuttimezzi indispensabili in un mondo chesente il bisogno di esprimere grafica-mente la propria identità. Phantasyasviluppa ogni aspetto del web e socialmedia marketing, curando le compo-nenti della rintracciabilità in rete e ga-rantendo ai clienti visibilità online. Ul-teriori prospettive vengono esploratetramite l’applicazione di ogni mezzodella comunicazione aziendale, dallacreazione di news e newsletter, fino al-l’accurato lavoro di monitoraggio

delle notizie che viene attuato tramitemezzi di comunicazione tradizionali,con i servizi di rassegna e ufficiostampa. Ma ciò che maggiormente ca-ratterizza l’espressione creativa dellasocietà è l’impegno nello sviluppo enell’implementazione delle nuove tec-nologie e concept grafici negli ambitidel 3D e della realtà aumentata, del 3Dmodelling, delle tecniche di motiondesign e utilizzo di ologrammi, tecni-che per le quali Phantasya vantaun’esperienza ventennale. Questi mo-derni strumenti tecnologici permet-tono la creazione di esperienze multi-sensoriali, percorsi interattiviall’interno di mostre ed esposizioni, ilrestauro e la digitalizzazione di opered’arte, in un percorso che coniuga lacura dell’antico e uno sguardo sempreteso al futuro. Phantasya ha infatti rea-lizzato il restauro digitale di repertiquali l’Ercole Farnese, opera scultoreadel III secolo d.C., il Satiro Danzante,del quale ha ricostruito con anima-zioni tridimensionali le parti mancanti,la Villa di Poppea, della quale è statacurata una ricostruzione virtuale per latrasmissione Rai Superquark. Le ap-plicazioni della grafica 3D spazianodal campo tecnologico, a quello scien-tifico, medicale, cinematografico, mi-litare, ingegneristico; le possibilitàsono innumerevoli, gli sviluppi mol-teplici. Forte di quest’esperienza, eguidata dall’interesse per la sperimen-

tazione e l’evoluzione, Phantasya hadestinato un settore d’azienda alla for-mazione, adibendo all’interno dellapropria struttura aule multimediali

volte all’interattività delle lezioni, egrazie alle quali saranno possibili wor-kshop e corsi sui temi della comuni-cazione, del giornalismo, della graficae così via. Ma non solo Napoli: con lasede di Roma, la società mantiene uncontatto diretto con i poli politici, in-dustriali e culturali della capitale, e a

Londra, metropoli europea all’avan-guardia per quanto riguarda lo svi-luppo tecnologico e la diffusione diidee, si impegna nella creazione distrutture di supporto per aziende: conquesto assetto viene fornito un soste-gno per l’internazionalizzazione di so-cietà che hanno bisogno di uno sboccosul mercato estero e la conseguentemessa a punto di strategie di comuni-cazione e marketing.Questi gli elementi di una società di-

namica, che volge alla valorizzazionedelle idee, una fucina dove si fondonocreatività e competenza, composta daun team affiatato sempre pronto ad ac-cogliere ogni sfida e a interpretare conentusiasmo l’essenza di ogni cliente.

G. M.

Parte da Napoli la nuova sfida dell’agenzia di stampa na-zionale DIRE. Con uno staff di oltre 50 giornalisti in tuttaItalia, sempre sui fatti e prima di tutti, la DIRE consolidala sua presenza al Sud con l’apertura di una redazione nelcentro direzionale di Napoli.Anche qui, a Napoli, in un Mezzogiorno che vuole ri-

scattarsi e che punta a diven-tare il vero motore di sviluppodel nostro Paese, la DIREvuole esserci. Raccogliamo lasfida del Sud, cruciale perlanciare nuovi progetti perrealizzare nuove e moderneinfrastrutture e, soprattutto,creare nuovo lavoro per i tantigiovani disoccupati.La nostra scommessa è rac-

contare quest’avventura, scru-tandola con occhio critico ma stando sempre dalla parte deinostri lettori, dei cittadini. Faremo intervenire i protagoni-sti, e quando ci saranno richieste che arriveranno dalla so-cietà civile, proposte innovative, concrete, incalzeremo lapolitica perché risponda nel merito e non si nasconda die-tro chiacchiere senza costrutto. Crediamo che il rilanciodell’informazione passi dal multimediale e dai new media,che il futuro del giornalismo sia quello immersivo, cucitosu misura per smartphone e tablet. E siamo convinti chel'informazione importante, quella che fa notizia, che rac-conta cose nuove, che scopre i nuovi protagonisti, possa ar-rivare dai territori regionali, dalle nostre città. A livello nazionale c'è saturazione, le informazioni sono

sempre le stesse, ridondanti e il più delle volte lontane dallavita quotidiana, dai problemi che i cittadini vivono sullaloro pelle. Dobbiamo cambiare registro, angolo visuale: tor-nare a fare cronaca nelle strade e non soltanto nei palazziimportanti. E' la sfida che sta davanti al giornalismo del fu-

turo, che potrà vivere ed essere utile soltanto se saprà tro-vare nuovo pubblico, nuovi lettori. Questa è la sfida dellaDIRE, che con la nostra esperienza pensiamo di poter vin-cere. La DIRE è una agenzia giovane, i 50 giornalistihanno un’età media di 33 anni. Sono cronisti che vivono ditecnologia, padroni dei nuovi mezzi, capaci di realizzare

servizi giornalistici completi: ar-ticoli con foto e video.Siamo contenti di aver trovato

un partner importante comePhantasya, impresa che punta auna comunicazione che guardaal futuro e che si avvale delle piùmoderne tecnologie. Con lorocostruiremo un nuovo modo diraccontare quello che accade aNapoli, in Campania, nel Sud ein Italia. E insieme cercheremo

di costruire un nuovo modo di fare giornalismo, che magaripotrà diventare modello da seguire nel resto del Paese. Peruna volta qualcuno arriverà a Napoli e non se ne andrà acercare il nuovo altrove. Al fianco della DIRE ci sarà il portale www.diregio-

vani.it, dedicato ai giovani e al mondo della scuola. Su di-regiovani.it in questi giorni abbiamo lanciato il progetto "Lascuola fa notizia", sottoscritto dal Ministero della Pub-blica Istruzione. Già sono nate più di 200 redazioni nellescuole di tutta Italia, e contiamo quest'anno di averne piùdi 400. Saranno giovani cronisti in formazione, scrive-ranno di quello che accade attorno a loro e la DIRE daràspazio agli articoli più belli, significativi. Anche questo ser-virà a trovare nuovi lettori, a far crescere una generazionedi cittadini più informati, pronti quindi a partecipare allavita pubblica, a far contare il proprio pensiero.

Nico Perrone, Direttore Agenzia di Stampa DIRE

'La scuola fa notizia. Se i giovani la scrivono, i giovani la leggono' è ilnuovo progetto che diregiovani.it e l'Agenzia di stampa Dire stanno por-tando avanti insieme a 200 scuole di tutto il territorio nazionale per darevoce ai ragazzi. "Il progetto ha alla base delle esigenze e delle constatazioni: Il mondo

degli adulti crede di conoscere quello che pensano o fanno i ragazzi, manon è assolutamente vero. D'altro canto i giovani hanno bisogno di ap-poggiarsi agli adulti ma, non avendo questa possibilità, sono obbligati arivolgersi ai propri coetanei per affrontare le situazioni di difficolta'vera. L'unica forma di contrasto dei comportamenti devianti, dal bulli-smo al consumo di alcol e di sostanze stupefacenti, dal cutting ai disturbidel comportamento alimentare, è l'informazione". A dirlo è FedericoBianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'età evolutiva e direttoredell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, che conosce molto bene ilmondo della scuola. "La voce degli esperti arriva alle orecchie dei ragazzi se questi adulti

sanno come trasmettere loro pareri e consigli - avvisa Castelbianco -. I ra-gazzi, se hanno la possibilità di informarsi tra loro, riescono a raggiun-gere meglio i propri coetanei e a contribuire così alla riduzione dei com-portamenti sbagliati". L'obiettivo de 'La scuola fa notizia' è offrire quindi agli studenti la pos-

sibilità di pubblicare su un giornale online non solo testi, ma anche dise-gni, foto, audio e video. "È un'opportunità anche per gli adulti di cono-scere meglio il fantastico mondo dei giovani". L'iniziativa è aperta a tuttele scuole, dalle primarie alle superiori, e per partecipare basta un clic sulascuolafanotizia.diregiovani.it dove sarà possibile compilare il formatd'iscrizione. Successivamente le redazioni scolastiche dovranno arricchiremensilmente le pagine del giornale online con le loro produzioni per rac-contare il mondo che ci circonda. "Vogliamo coinvolgere almeno 500 isti-tuti", conclude il direttore dell'IdO.

Federico Bianchi di CastelbiancoPsicoterapeuta dell'eta' evolutiva

Direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma

PPhhaannttaassyyaa:: qquuaannddoo llaa tteeccnnoollooggiiaaddiivveennttaa CCoommuunniiccaazziioonnee

IInnaauugguurraattaa aall CCeennttrroo ddiirreezziioonnaallee ddii NNaappoollii llaa nnuuoovvaa sseeddee ddeellllaa ssoocciieettàà

LL’’aaggeennzziiaa DDiirree aapprree llaa ssuuaa sseeddee iinn CCaammppaanniiaa,, ppeerr iill rriillaanncciioo ddeell SSuudd ee ddeellll''iinnffoorrmmaazziioonnee

Cityweek10 Attualità sabato 25 febbraio 2017

Blitz anti assenteismo dei carabinieri del Nasnell'ospedale Loreto Mare di Napoli: 55 persone- un neurologo, un ginecologo, 9 tecnici di radio-logia, 18 infermieri professionali, 6 impiegati am-ministrativi, 9 tecnici manutentori e 11 operatorisociosanitari - sono stati raggiunti da un'ordinanzadi custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gipdi Napoli su richiesta della locale Procura dellaRepubblica. Complessivamente sono 94 le per-sone indagate. Sono stati i carabinieri del Gruppotutela salute e del Nas di Napoli ad eseguire l’or-dinanza della Procura . Gli stessi militari hannofatto sapere di avere piazzato nel nosocomio tele-camere immortalando gli episodi di assenteismoche hanno portato ai provvedimenti restrittivi pertruffa ai danni di Ente pubblico e falsa attestazionedi presenza. Oltre alla cosiddetta "strisciata plu-rima" dei badge, per far risultare presenti dipen-denti che, invece, erano assenti, le telecamere deicarabinieri hanno documentato l'assenza dei di-pendenti dell'ufficio rilevazioni presenze e as-senze, ovvero coloro incaricati di eseguire i con-trolli finalizzati al rispetto delle clausolecontrattuali; uno dei dipendenti, è emerso, du-rante l'orario di servizio andava a fare lo chef inuna struttura alberghiera del Nolano. Documentatoanche il caso di un medico, indagato, il qualementre era in servizio prendeva il taxi e andava agiocare a tennis oppure a sbrigare faccende per-sonali, come fare compere in gioielleria. In dueanni sono state registrate ore e ore di filmati e diintercettazioni, eseguiti oltre 500 servizi di osser-vazione e pedinamento: accertati migliaia di epi-sodi di assenteismo. Tra gli indagati anche due

operatori socio sanitari che, quotidianamente, dopoessere stati avvertiti telefonicamente o via sms,"strisciavano" 20 badge, a seconda dei turni di ser-vizio dei colleghi da "coprire". Sono continuati,dopo la notifica della misura cautelare, i capillaricontrolli dei carabinieri nell'ambito dell'inchiesta.Perquisizioni, acquisizione di atti e altre verifichesono in corso. Secondo quanto si è appreso, sa-rebbe spuntato un altro filone, legato alla fabbri-cazione di schede "taroccate" di una pay tv. Sulcaso è prontamente intervenuto il presidente dellaRegione Campania Vincenzo De Luca."Saremoinflessibili contro chi nonfa il proprio dovere.Dellavicenda ho già parlato con il direttore generale del-l'Asl". "I furbetti del cartellino sono una vera e pro-pria piaga per la sanità e per la Pubblica ammini-strazione". È stata la denuncia del presidente delCodacons Carlo Rienzi. "Mentre i dipendenti in-fedeli vanno a giocare a tennis o a sbrigare fac-cende personali, i cittadini subiscono le conse-guenze di una sanità pubblica allo stremo -prosegue Rienzi - basti ricordare il caso di pochigiorni fa dei pazienti curati sul pavimento in unospedale pubblico. L'assenteismo dal lavoro ha in-fatti ripercussioni dirette per gli utenti, perché ri-duce le prestazioni erogate dalla Pubblica ammi-nistrazione e peggiora i servizi resi allacittadinanza che, ricordiamo, attraverso le tassepaga gli stipendi ai furbetti del cartellino".

BBlliittzz aall LLoorreettoo MMaarree,, 5555 aarrrreessttii ee 9944 iinnddaaggaattiiAi domiciliari medici, tecnici, infermieri eoperatori socio-sanitari. Un medico du-rante l'orario di servizio prendeva il taxi e

andava a giocare a tennis e un dipen-dente dell'ufficio controlli, invece, facevalo chef nel Nolano.

II ffuurrbbeettttii ddeell ccaarrtteelllliinnooII ffuurrbbeettttii ddeell ccaarrtteelllliinnoo

LLaa SSaaccrraa RRoottaa ‘‘ccaammbbiiaa’’:: ttrraa ccaavviillllii ee ddooccuummeennttii eeccccoo ccoommee sscciioogglliieerree uunn mmaattrriimmoonniioo ccaattttoolliiccoo

La riforma di Papa Francesco ha reso praticamente gratuita la pratica per l'annullamento del matrimonio religioso. E sempre più coppie si rivolgono ai Tribunali ecclesiastici

E’ Vincenzo Di Michelenel suo ultimo libro 'Comesciogliere un matrimonioalla Sacra Rota' a spiegarequali sono le novità e comemuoversi tra cavilli e docu-menti, dopo la riforma intro-dotta da Bergoglio, per an-nullare il vincolomatrimoniale contratto inchiesa. "Sempre più coppieallorché in crisi coniugale,per sciogliere il proprio ma-trimonio preferiscono intra-prendere la procedura dell’annulla-mento religioso anziché optare perla separazione civile", racconta DiMichele. Con la recente riforma in-trodotta da Papa Francesco, il vincolodi matrimonio è diventato un proce-dimento gratuito e più semplice dasciogliere nei casi in cui la nullità è'evidente'. “È una scelta di tipo reli-gioso oppure è una scelta di carattereeconomico visto che le sentenze dinullità ecclesiastiche comportano lacessazione di qualsiasi onere econo-mico nei confronti dell’ex coniuge,tra cui appunto l’assegno di mante-nimento?", si è chiesto lo studioso."Sempre più coppie si rivolgono ai

Tribunali ecclesiastici – ha aggiunto– e il dato statistico indica inequivo-cabilmente come a fronte di un au-mento delle cause religiose, si è an-che riscontrato un aumento dellesentenze affermative di nullità matri-moniale. Addirittura alcune coppie, hanno

fatto richiesta di annullamento dellaloro unione dopo solo tre mesi dalloro matrimonio – ha ricordato DiMichele - adducendo richieste di an-nullamento matrimoniale in cui si ri-scontravano dei vizi, tra cui: l’im-maturità, la simulazione, l’egoismo,la timidezza, l’incapacità, la malattia,il maschilismo, l’infedeltà, la gelosia,

l’infertilità, la violenza, l’esclu-sione della prole, l’impotenza,l’omosessualità, la ninfomania,la frigidità, le relazioni sessualidei coniugi con rapporti in modonon naturale ovverosia protetticon il profilattico e alcuni com-portamenti sessuali trasgressivicome il voyeurismo e il sadoma-sochismo”. "Il processo canonicoè diventato più breve, però dovràessere provata la mancanza difede, la brevità della convivenza,l’occultamento della sterilità o di

una grave malattia contagiosa, o –viene sottolineato nel libro - di figlinati da una precedente relazione o diuna carcerazione o persino se ci si èsposati per una gravidanza imprevi-sta. Con tale riforma finisce il periodo

in cui l’annullamento dei matrimonial Tribunale della Rota Romana erauna procedura riservata ai soli 'Vip'.È prevista infatti una forma di patro-cinio gratuito e anche un patrono sta-bile – ha concluso l’autore - il cosid-detto avvocato d’ufficio. Ciò cheinvece lascia qualche perplessitàsono proprio le motivazioni della se-parazione".

di Davide Nunziante

La squadra di calcio del-l'Ordine dei Giornalisti dellaCampania ha preso parte altorneo "Diamo un calcio al-l'indifferenza", Un appun-tamento sportivo, ma anchesociale e solidaristico tenutopresso la Casa Circondarialedi Napoli Secondigliano.All'evento, promosso dal-l'associazione La Mansarda,sono iscritte anche otto for-mazioni di detenuti del re-parto Mediterraneo, due delliceo Mazzini e una capita-nata da Antonio Insigne, fra-tello di Lorenzo calciatoredel Napoli.I premi messi in palio per

i vincitori sono le magliettedel Napoli offerte dallo store Robe di Kappa. Il torneo di calcetto si è svi-luppato con un triangolare cui hanno partecipato due squadre formate da de-tenuti e quella dei giornalisti. La prima partita tra i giornalisti e detenuti èterminata 0-0 con la successiva vittoria di questi ultimi ai rigori. Nel secondomatch disputato contro la seconda selezione di carcerati i giornalisti si sonoriscattati con un netto 5-0. Ma il risultato sul campo in giornate del genereconta poco. La cosa più bella si è vista in un inedito terzo tempo calcisticoorganizzato all'interno del teatro della casa circondariale. In questo spaziodetenuti, giornalisti, guardie penitenziarie e i volontari de La Mansarda,hanno avuto modo di partecipare ad un buffet, di chiacchierare e ridere in-sieme. Così riecheggiava nella stanza, ad un certo punto, un coro molto co-nosciuto dai tifosi del Napoli ma giustamente contestualizzato dai detenuti:"...di tempo ne è passato ma sono ancora qua, e aret sti cancelle aspetto àlibertà".

AAll ccaarrcceerree ddii SSeeccoonnddiigglliiaannoo ttrraa ddeetteennuuttii,,ssttuuddeennttii ee ggiioorrnnaalliissttii vviinnccee llaa ssoolliiddaarriieettàà

Cityweek 11 Speciale sabato 25 febbraio 2017

di Pippo Trio

Sono passati più di treanni da quando l’ex Go-vernatore della RegioneCampania, Stefano Cal-

doro, di fatto estromette il Comune di Na-poli e il sindaco Luigi De Magistris dallagestione in comodato d’uso del Collana,aprendo una gara per la concessione alle fe-derazioni del Coni, ai privati, alle associa-zioni sportive, grazie alla Legge regionalesullo sport n.18 decretata il 25 novembre2013. E’ da questo momento che si è sca-tenato l’interesse pubblico e privato su unimpianto come quello del Collana, peranni abbandonato a se stesso. E’ bastato cheNapoli fosse candidata alle Universiadi perstimolare gli appetiti clientelari delle Istitu-zioni cittadine, perchè come sempre, que-sti grandi eventi significano finanziamentia pioggia che fanno gola a tutti soprattuttoa chi avrà il potere di gestirli, in questocaso, Regione e Comune di Napoli, non dicerto i partecipanti al bando di gara, al-l’epoca ignari dell’assegnazione delle Uni-versiadi. In questi lunghi anni, fra valuta-zione dei progetti, e assegnazione definitiva,ne è passata di acqua sotto i ponti, fino allagrande notizia delle Universiadi che ha sca-

tenato il rinnovato interesse del SindacoDe Magistris a riprendersi il “maltolto”,quello stadio Collana di cui non si è mai in-teressato, se non per ricavarne quei pochisoldi dai canoni di affitto e per la gestioneordinaria dei dipendenti comunali, che cu-stodivano l’impianto. Ora, fra pastoie burocratiche, ricorsi al

Tar, al Consiglio di Stato più volte, si chiudequasi definitivamente la vicenda cheavrebbe cambiato la storia della gestione delCollana. Tutto da rifare e come sempre inquesti casi, fra i litiganti c’è sempre unterzo che gode perchè alla Regione Cam-pania e De Luca, al Comune di Napoli conil sindaco De Magistris, alle Associazionisportive della Cesport e Giano srl, che mi-ravano alla gestione in proprio dell’im-pianto, si aggiunge una nuova figura nean-che tanto occulta, quella del Presidente delNapoli, il vulcanico e visionario Aurelio DeLaurentiis, che coglie al balzo l’opportu-nità, che gli offre l’ingarbugliata situazione,così come da tempo ha fatto per lo stadioSan Paolo. Supponiamo con fondate ra-gioni, che le ultime dichiarazioni di DeLaurentiis non lasciano spazio a dubbi sulsuo interessamento sul Collana, perchè nona caso tempo fa ne parlò con lo stesso DeLuca, non a caso in questo giorni parla di

nuovo stadio per il Napoli fatto da 20.000posti, o in alternativa di uno stadietto per legiovanili del Napoli con relativo centrosportivo polifunzionale, magari rispar-miando sui lavori di ristrutturazione, chetroverà in gran parte già realizzati dai fondidestinati all’impianto, qualora andasse inporto il finanziamento delle Universiadi.Un pò come sta accadendo per il San Paolo,dove De Laurentiis non ha mai versato unsolo euro e quelli anticipati a suo tempo peri tornelli e per rifarsi la Tribuna Vip pre-tende che fossero stornati dai canoni di af-fitto che per 10 anni non ha mai pagato, senon fosse stato costretto a pagarli su inti-mazione e sequestro dei fondi societari adopera della Corte dei Conti. Oggi “co-stringe” De Magistris, che a sua volta, perconto dei napoletani indebita il Comuneper ristrutturargli lo stadio anche in lavoriche spettano al Comune. Potrebbe accadereanalogamente anche per il Collana perchèè pressocchè chiaro che De Laurentiis puntialla gestione dell’ impianto ristrutturato gra-zie a fondi pubblici. Vedremo. Intanto ilCollana resta chiuso, malgrado che le atti-vità regolarmente pagate con le rette degliutenti alle Associazioni sportive. E’ tristeconstatare ancora una volta che come sem-pre, a pagare sono solo i cittadini...

AA ppaaggaarree ssoonnoo sseemmpprree ii cciittttaaddiinniiAAddeessssoo,, ffuuoorrii llee vveerree rreessppoonnssaabbiilliittàà

SSccaannddaalloo CCoollllaannaa

CCiinnqquuee ddoommaannddee aall SSiinnddaaccoo ddii NNaappoolliiLa prima è ...se ritenesse giusto comunicare con i cittadini soprattutto attraverso i So-cial, oppure utilizzando ormai da ben 5 anni una radio napoletana, chepuntualmente ogni settimana gli fa da megafono propagandistico, senzaalcun tipo di contradditorio. Credevamo che la radio in questione, fossela Radio ufficiale del Calcio Napoli a cui paga i diritti radiofonici. Forseche anche il Comune ha una sua radio ufficiale?

La seconda è...come mai questo ritrovato interesse per lo stadio Collana, quando peranni lo si è quasi abbandonato a se stesso?

La terza è...ma è mai possibile che a Napoli malgrado tasse, contributi, multe,(certo, di chi le paga), non si riesce mai ad avere un euro in cassa nem-meno per coprire le buche stradali e ci si risveglia solo quando arrivanofinanziamenti, come nel caso delle Universiadi?

La quarta è...a Milano una struttura importante come lo stadio di San Siro, è affidatain concessione ad una Società di serviz, partecipata da Milan ed Interche comunque pagano almeno 5 milioni l’anno per l’uso domenicaledello stadio . Perchè se la stessa cosa avviene a Napoli, nel caso del Col-lana e del consorzio delle Associazioni sportive assegnatarie, il Sindacosi oppone? Non sarebbbe meglio far gestire gli impianti sportivi a co-loro che li utilizzano? E soprattutto, perchè non lo si fa anche con il Na-poli invece che di queste convenzioni “regalo” ?

Quinta e ultima...anche se ce ne sarebbero altre, ma ci ci chiediamo se fosse giusto cheil Comune si indebiti per conto dei cittadini napoletani, con il creditosportivo del Coni, per ben 25 milioni di euro per ristrutturare lo stadioa chi vi produce mediamente un fatturato di almeno un milione a setti-mana, che potrebbe tranquillamente gestirlo e ristrutturarsi lo stadio inproprio, e magari destinare quel credito agli altri impianti sportivi chenon producono quanto il San Paolo? *

Cityweek12 Scandalo Collana sabato 25 febbraio 2017 sabato 25 febbraio 2017

Novembre 2013 – Viene approvata la Legge regio-nale dello sport n. 18/2013.Aprile 2014 - Scade il comodato d’uso gratuito(anni 6+6) tra Regione Campania (proprietario del-l’immobile) e Comune di Napoli (gestore dell’im-pianto). Che successivamente viene prorogato finoall’aggiudicazione della gara.Luglio 2014 - La Regione Campania con bando n.338 del 24/7/2014 apre una gara pubblica riservataal Coni, Cip, Federazioni, associazioni sportive ogruppi di associazioni sportive, ai sensi della Leggeregionale sullo sport n.18 del 25 novembre 2013.Ottobre 2014 - Stefano Caldoro, presidente dellaRegione Campania, sospende il bando per motivitecnici; poi, dietro pressioni dell’intera giunta regio-nale, sollecitata da diverse manifestazioni di cittadinie un flash mob che coinvolge oltre 1000 persone inpiazza Quattro Giornate, il bando viene riaperto. Afine ottobre era prevista la prima data per la chiusuradel bando. Dicembre 2014 - Cadono alcuni calcinacci in piazzaQuattro Giornate e la Regione chiude l’impianto perinagibilità (resterà chiuso per circa 45 giorni).Gennaio 2015 - La Regione Campania stanziacirca 200.000 euro per lavori straordinari, e a fine la-vori, riapre parzialmente la struttura. Il giorno 7 vienechiuso definitivamente il bando, dopo la riaperturadella procedura. Dicembre 2015 - Dopo aver concluso l’esame deifascicoli dei tre partecipanti alla gara (un concorrentebocciato in sede preliminare), dopo avere valutato leproposte, e dopo il giudizio definitivo della Commis-sione, con decreto dirigenziale n.110 la RegioneCampania dispone l’affidamento e la concessionedell’impianto a favore dell’Ati Collana Sport Centerche si aggiudica la gara col massimo del punteggio(100/100). Il secondo classificato (la società GianoS.r.l.) presenta ricorso al Tar.Aprile 2016 - Il Tar respinge il ricorso della GianoS.r.l.Maggio 2016 - La Regione Campania, dopo averpreso atto della sentenza del Tar, conferma l’aggiudi-cazione definitiva all’Ati Collana Sport Center. A finemese la Regione Campania comunica al Comune,che al fine di evitare interruzioni delle attività sportivee per consentire un ordinato avvicendamento verso isoggetti aggiudicanti della gara, il passaggio di con-segne dovrà avvenire entro il 30 giugno. Il Comunedi Napoli, nella persona del sindaco Luigi de Magi-stris, in più occasioni pubbliche, la più clamorosa alConi Napoli in un incontro prima delle elezioni comu-nali che entro fine giugno lo avrebbero confermatoprimo cittadino, mostra disponibilità e volontà di col-laborazione nei confronti dell’Ati Collana Sport Cen-ter. Giugno 2016 - Il Comune, dopo la riconferma a sin-daco di de Magistris, a due giorni dalla consegnadelle chiavi alla Regione, ricorre al Tar impugnandola procedura della gara, facendo presente che lastruttura rientra negli impianti sportivi che potrebberoessere finanziati per le Universiadi 2019, e dunquenon può non restare pubblica.Luglio 2016 - Constatato il ricorso al Tar, la Re-gione, pur convenendo sulle ragioni da far valere insede giudiziaria da parte del Comune, ribadisce la ri-chiesta di dover, senza indugio alcuno, riappropriarsidell’impianto per poterlo consegnare all’affidatario epoter cominciare i lavori di messa in sicurezza e am-modernamento. Il 23 luglio una commissione tecnicadella Regione, dopo un attento e circostanziato so-pralluogo, determina l’inagibilità dell’intera struttura.Agosto 2016 - Con una nota molto forte, l’11 ago-sto, la Regione chiede ancora una volta l’immediatarestituzione dell’impianto. A fine mese, senza avereun nuovo comodato d’uso gratuito, l’assessore alloSport, Ciro Borriello, dichiara di voler aprire l’im-pianto a inizio settembre.Settembre 2016 - Il giorno 8, in sede di dibattimentodavanti al Consiglio di Stato, la Giano S.r.l. rinunciaalla sospensiva, dando di fatto la possibilità alla Re-gione di firmare il contratto alla Cesport. Febbraio 2017 - Stranamente, dopo aver tempora-nealmente rinunciato alla sospensiva la GianoS.r.l.ricorre al Consiglio di Stato che accoglie il ri-corso e di fatto con una sentenza quantomeno di-scutibile annulla l’assegnazione. Intanto, dopo che a settembre inopinatamente, no-nostante i divieti della Regione, il Comune ha ria-perto l’impianto, dopo qualche lavoro di facciata,nonostante persistesse un forte rischio per l’incolu-mità pubblica ma senza che gli la maggioranza degliatleti e il pubblico potesssero accedervi. Ad oggi ilCollana è stato richiuso per inagibilità, in attesa dichiarimenti definitivi su tutta la vicenda

SSttoorriiaa,, ddii uunnaa ““qquueerreellllee”” iinnffiinniittaa

Lo storico impianto polisportivo delquartiere Vomero, ormai vecchio e ca-dente, a causa dell’incuria di chi lo hagestito, o meglio, malgestito, malgradoil proprietario, la Regione Campania, loavesse dato in concessione al Comunedi Napoli con la formula del Comodatod’uso gratuito.

Ma della gestione dello stadio, dicosa si sia fatto per il Collana in terminidi ristrutturazioni, semplici manuten-zioni, idoneità strutturali e quant’altro,se ne parla ampiamente in queste pa-gine che dedichiamo all’interno del no-stro giornale.

Quello però che più non compren-diamo, è la grande ingiustizia che daanni si perpetra ai danni dei cittadini na-poletani, soprattutto quelli che paganole tasse e quindi che hanno il diritto sa-crosanto di poter usufruire dei serviziper cui le pagano, come anche del di-ritto allo sport, alla salvaguardia degliimpianti sportivi, patrimonio di tutti cit-tadini, quindi della loro tutela e perchèno della loro capacità di produrre ric-chezza quindi anche di poter rispar-miare sulle tasse. Sì, perchè questiimpianti soprattutto il San Paolo, at-traggono grandi eventi di musica e disport a pagamento e chi li produce, asua volta dovrebbe garantire redditività

al Comune o alla Regione che questestrutture mettono a disposizione. Op-pure, come nel caso dei concerti musi-cali di poter introitare cospicue sommecash ogni qualvolta si utilizzano questestrutture. Somme da investire di voltain volta nelle ristrutturazioni e gli am-modernamenti, nella manutenzione or-dinaria, pagare i dipendenti chelavorano all’interno diqueste strutturee far si che contemporaneamente, sipossa ridurre il carico fiscale dei citta-dini, tutelare l’immagine e la salute diquesti impianti e dare la possibilità atutti i cittadini di poter soddisfare il di-ritto allo sport sia nella pratica, che nel-l’aspetto ludico e quindi di poterassistere ad un grande evento di sport odi musica, in una struttura sicura, con-fortevole e bella. L’ingiustizia vera,quella più grande è che questi impianti,almeno i più importanti, versano incondizioni pietose, ad esempio lo sta-dio San Paolo, il Collana, per non diredel vecchio Palazzetto dello Sport,Mario Argento, ormai ridotto ad un ru-dere a cielo aperto. Questa è la fotogra-fia in sintesi dell’impiantistica sportivanapoletana, rappresentata da questi tre

impianti simbolo, ma ce ne sono altri,anche in periferia anche di una certaimportanza che versano praticamentenelle stesse condizioni.

Al di là di tutto, quindi delle discus-

sioni in merito alle responsabilità, a chideve gestire questi impianti, una cosa ècerta, questi impianti non sono mai statiprivatizzati, eppure sono i privati ad uti-lizzarli con più o meno disagi, con piùo meno vantaggi economici. E’ vera-mente assurdo, inconcepibile, senza ilminimo buon senso che a professionisticome al Club di calcio del Napoli si dala possibilità di poter quasi gestire inesclusiva lo stadio San Paolo per un de-cennio senza mai che il Comune ri-scuota un canone equo e di mercato, Civoleva la Corte dei Conti a ristabilire unminimo di fatturato fra ente comunale ecalcio Napoli che tra l’altro in questastruttura pare che paga nemmeno leutenze, la custodia, le pulizie, in unastruttura che agli affittuari frutta media-mente qualcosa come un milione a set-timana, E adesso il Comune intervieneanche per ristrutturare lo stadio al Na-poli con una spesa di almeno 25 milionie poi constatare che per il Collana, nonsolo il Comune non ha mai investito uneuro per ristrutturarlo, ma ha semprepreteso il pagamento puntuale dei ca-noni dagli affittuari, che sono tutte as-

sociazioni sportive dilettantistichequando in molti casi associazioni noprofit, alcune fra le quali, soprattuttoquelle che si sono aggiudicati la ge-stione per qualche decennio, si sono ac-

collati anche spese per manutenzioni eammodernamenti e messa in sicurezzadegli spazi utilizzati, che sarebberospettati al Comune. E’ evidente la ma-croscopica disparità di trattamento, che

vede i ricchi professionisti pagare pocoo niente e i “poveri” dilettanti, fareenormi sacrifici per esistere. Ma il veropugno nello stomaco, è quando si vienea sapere che i dilettanti si associano inconsorzio per chiedere ed ottenere laconcessione dall’ente proprietario, ga-rantendo pagamenti onerosi, spese perristrutturazioni progettate ed una voltaottenuto il diritto, il Sindaco di Napoliche non ha mai mosso un dito per sal-vaguardare l’impianto, non essendopiù il concessionario, in quanto scadutala convenzione con la Regione, gli siimpedisce agli aventi diritto di poter re-golarmente entrare in possesso dellastruttura, che non consegna, mettendesidi traverso con lungaggini burocratichee continui ricorsi alla giustizia dei Tar eConsigli di Stato e tanto tuonò chepiovve, alla fine con una sentenza di-scutibile, il Consiglio di stato ha annul-lato la gara vinta dalla Cesport e tuttoritorna come prima, anzi peggio diprima. Tutto questo, perchè Napoli haottenuto la possibilità di ospitare le Uni-versiadi nel 2019, e come sempre inquesti casi, arriveranno finanziamenti apioggia, che hanno finalmente scossol’interesse del Sindaco di Napoli e farsi che possa gestire oltre alle somme pergli altri impianti, ma anche la quota chespetta al Collana, pur non avendone piùminimamente diritto, e soprattutto dopoanni e anni di disinteresse totale. Comefinirà la querelle Regione, Comune, as-sociazioni sportive? Lo scopriremo inquesti giorni e noi ci saremo a infor-mare e a vigilare per tutti voi.

P.T.

Quando i dilettanti al Collana pagano tanto e i professionisti al San Paolo, poco...Come è possibile?

LLaa ssccoonnffiittttaa ddeelllloo ssppoorrtt cciittttaaddiinnoo

Cityweek 13 Scandalo Collanasabato 25 febbraio 2017

di Dario De Martino Da grande occasione di rilancio a figuraccia di tenore mondiale il

passo è breve. Le Universiadi napoletane del 2019 sono a rischio. Loha annunciato lo stesso governatore della Campania Vincenzo DeLuca: "Senza una certezza finanziaria da parte del governo le Uni-versiadi in Campania sono a rischio. Io questa certezza la devo averealtrimenti mi fermo" ha detto nel suo appuntamento settimanale su LiraTv. "Ho parlato con il ministro dello Sport Luca Lotti, al quale ho dettoche entro due settimane bisogna prendere una decisione". I tempi sonogià diventati strettissimi: quasi cinquanta gli impianti da rimettere anuovo, a partire dallo stadio Collana, ma anche il Palabarbuto, la pi-scina Scandone e il PalaVesuvio, lo stesso San Paolo e tanti altre strut-ture nelle province campane. E poi c'è da organizzare il villaggio olim-pico per gli atleti. 170 i milioni che investirà Palazzo Santa Lucia,secondo le cifre riferite dallo stesso Governatore, a cui vanno aggiuntialtri 100 mln, attesi dal Governo. Napoli e la Campania attendono fi-duciosi. Le Universiadi sono una chance per rimettere finalmente anuovo l'impantistica sportiva regionale, per accogliere turisti da ogniparte del globo, per presentarsi al mondo come città pronta ad orga-nizzare eventi di portata internazionale. Circa 170 nazioni coinvolte,più di 150mila presenze tra atleti, addetti ai lavori e spettatori; circa600 ore di compertura televisiva su 110 emittenti di tutto il mondo perun'audience di 500 milioni di telespettaotori: i numeri di Sporteconomydanno l'idea della grande occasione che la città, la regione, l'Italia in-tera ha di fronte.Un flop, invece, sarebbe quasi come una lapide sullesperanze di rinascita e sulle ambizioni di ricandidarsi tra le capitali delMediterraneo. Se le annunciate universiadi dovessero allontanarsi dalVesuvio, il futuro europeo di Napoli, del Sud, dell'Italia intera sarebbecondizionato. O quantomeno rallentato. Speriamo ne siano consci a pa-lazzo Santa Lucia e soprattutto a Roma.

Una sentenza tardiva e discutibile del Consiglio di Stato, su ricorso della società di Cannavaro e Ferrara, la Giano srl, annulla il bando di gara indettodal governo regionale Caldoro, per la concessione dello storico impianto vome-rese ai privati della Cesport. De Luca, De Magistris e anche un insospettabile De

Laurentiis, protagonisti principali del “pasticciaccio” Collana. Intanto, l’impiantovomerese resta chiuso per inagibilità e le Associazione sportive, scippate nel di-ritto di usare l’impianto, sono in difficoltà estrema verso i propri associati chepuntualmente pagano le rette per svolgere le attività all’interno della struttura

UUnniivveerrssiiaaddii aa rriisscchhiioo,, DDee LLuuccaa ttuuoonnaa::““SSeennzzaa ffiinnaannzziiaammeennttii,, rriinnuunncciiaammoo””

di Peppe Papa

Lo gestisco io, lo ge-stisci tu, lo gestisce lui,alla fine lo stadio restachiuso e vadano al dia-volo le migliaia di citta-

dini per i quali l’impianto rappresenta ilproprio svago, la possibilità di praticaresport agonistico o amatoriale, un servizioutile alla cura delle disabilità e del-l’anima, oltre che un luogo di aggrega-zione. Il Collana, ‘l’anfiteatro’ vomeresepatrimonio della città di Napoli, per ilmomento resta a fare brutta mostra di sénel cuore del quartiere collinare senzache i cittadini possano utilizzarlo ai finiper cui è stato realizzato oltre ottantaanni fa. Un monumento all’inadeguatezza delle

autorità politiche, amministrative e giu-diziarie locali che, tra gare di appalto perl’affidamento in gestione, ricorsi e con-troricorsi ai tribunali, hanno preferito fi-nora perseguire logiche e interessi chenulla hanno a che vedere con quelli deinapoletani. La storia dello stallo è nota, in altra

parte del giornale ne abbiamo ricordate letappe, due concorrenti a disputarsi la garaper aggiudicarsi l’utilizzo e sviluppo delcentro sportivo, Comune e Regione

Campania quello del cappello politicoda mettere sull’operazione rilancio dellastruttura. La Cesport, consorzio di associazioni

sportive da anni operante nel Collanacon circa 3mila iscritti, vince il bandoistruito dall’ente regionale in epoca cen-trodestra guidata da Stefano Caldoroche in questo modo lo sottrae al comunedi Napoli fino al quel momento affidata-rio. Una mossa che Palazzo San Giacomo,

targato De Magistris, non digerisce eappella al giudizio del Tar della Campa-nia. Così come fa la seconda arrivatanella gara, la Giano srl, società che vedeprotagonisti insieme ad altri gli ex cal-ciatori Ciro Ferrara e Fabio Canna-varo, la quale ritiene che ci siano statedelle irregolarità nella definizione delvincitore. Passano due anni e a Caldorosubentra Vincenzo De Luca, il sindacosceriffo e decisionista che, per sbrogliarela questione, fa definitivamente fuori ilComune e affida alla Cesport, cui il Tarha dato ragione nel contenzioso pro-mosso prima dall’amministrazione cit-tadina e poi dalla Giano, le chiavi del-l’impianto. Capita però nel frattempo chealla Campania venga assegnata l’orga-nizzazione delle Universiadi del 2019,un evento internazionale che per ovvi

motivi rappresenta un’opportunità in ter-mini di immagine ed economia per l’in-tera regione e il Collana diventa nuova-mente ‘appetibile’, benché sia statoescluso sulla carta dai campi di gara dellamanifestazione. E’ a questo punto cheinterviene il Consiglio di Stato del Lazio,cui nel frattempo si sono appellati quellidella Giano srl , che ne accoglie il ricorso.Nonostante la Regione, intanto, abbiaprovveduto a firmare la convenzione conla Cesport che a sua volta ha attivatocontratti per le utenze e avviato le proce-dure per la messa in sicurezza e funzio-nalità della struttura. Fermi tutti, allora. Da Palazzo Santa

Lucia raccontano di un Fulvio Bonavi-tacola, vice presidente dell’esecutivo re-gionale e braccio destro del governatore,infuriato con i suoi collaboratori per lacelerità nelle modalità di affidamentodello stadio alla Cesport, mentre a SanGiacomo se la ridono e si mettono a di-sposizione dell’ente regionale intrave-dendo la possibilità di rientrare in partitaper quel che riguarda l’affaire Univer-siadi che fa da sfondo alla controversa vi-cenda. Bene. Anzi male, soprattutto per le mi-

gliaia di persone costrette a subire sullapropria pelle le angherie di uno squallidogioco di interessi e potere.

LLoo ssttaaddiioo ddeellllaa ddiissccoorrddiiaa

AADDEESSSSOOBBAASSTTAA!!

Cityweek12 Scandalo Collana sabato 25 febbraio 2017

Hanno vinto la gara, firmato i contratti di utenza, messa in si-curezza e avviato subito un piano per la rinascita dell’impianto,salvo che alla fine si sono ritrovati con un palmo di naso in mano.E’ la sorte toccata alla Cesport, il raggruppamento di associa-zioni sportive, guidato dal campione olimpico, Sandro Cuomo,costretta a leccarsi le ferite, ma pronta a ripartire. “Stiamomettendo in ordine le idee – afferma Cuomo – per arrivare a delleconclusioni che contiamo di comunicare in una conferenzastampa tra il 4/5 marzo prossimo. Stiamo valutando con i nostriavvocati - prosegue – di impugnare la sentenza e chiederne la re-voca, perché siamo convinti che non ci siano motivi giuridicichiari nelle motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato”. Intanto la struttura è chiusa in attesa di una risoluzione della

Regione in merito alla curiosa situazione venutasi a creare im-mediatamente dopo la firma dell’affidamento alla Cesport dellostadio. Cuomo resta fiducioso: “La Regione fino ad ora si è di-mostrata sensibile e disponibile nei confronti nostri e degli oltre7mila cittadini iscritti alle associazioni, anche lei si è trovataspiazzata dalla sentenza del 13 febbraio scorso, lo comprendiamo.Ma insieme dobbiamo riformulare la strategia operativa”. IntantoPalazzo Santa Lucia ha affidato all’ARU (l’Agenzia Regionaleper le Universiadi) la messa in sicurezza dell’impianto vomereseper consentire alle società sportive di riprendere le attività in at-tesa della definizione della vicenda. Una prospettiva che, al di là del contenzioso, apre uno spira-

glio di speranza prontamente colto dall’ex campione. “Siamo di-sponibili e pronti – afferma Cuomo – a collaborare affinché si ria-pra il Collana. In questo momento siamo distrutti sul piano dellaprogrammazione sportiva, ci stiamo preparando per le competi-

zioni internazionali (Europei e Mondiali) grazie all’ospitalità discuole, palestre e di alcune società gloriose come il Circolo Po-sillipo. Una gara di solidarietà – aggiunge – che ci rende orgo-gliosi”. Insomma, “bisogna fare presto”.

LL’’eexx ccaammppiioonnee oolliimmppiiccoo SSaannddrroo CCuuoommoo:: ““SSeenntteennzzaa ppooccoo cchhiiaarraa,, pprroonnttii aa cchhiieeddeerrnnee llaa rreevvooccaa””

Nell’immaginea sinistra, il campioneolimpionico di schermaSandro Cuomo

Comune di Napoli e Regione Campania lavorano alla riapertura,in tempi rapidi, dello Stadio Collana. Sono stati affidati all'Agen-zia Regionale per le Universiadi, infatti, i lavori di messa in sicu-rezza della struttura che, dalla prossima primavera, potrebbe tor-nare ad ospitare diverse attività sportive."Il coinvolgimento dell'ARU in fase realizzativa e di contestuale

gestione nel periodo di svolgimento dei lavori - si legge in un co-municato della Regione Campania - si rende opportuno in consi-derazione del possibile utilizzo dell'impianto per attività sportiveconnesse allo svolgimento delle Universiadi. Nel contempo si pro-cederà a definire col Comune di Napoli la convenzione prevista dal-l'art. 56 delle norme tecniche di attuazione dello strumento urba-nistico comunale, essendo comune interesse dei due Enti pubblicigarantire la migliore fruizione dell'impianto da parte dell'utenzasportiva. A tale scopo l'ARU nominerà un Direttore dell'impianto che se-

guirà lo svolgimento dei lavori e curerà l'attuazione della Con-venzione per la gestione dell'impianto. Particolare attenzione sara'rivolta ad un'organizzazione dei lavori che possa consentire unacontemporanea, anche se parziale e per fasi, utilizzazione dell'im-portante struttura sportiva".

II llaavvoorrii ddii mmeessssaa iinn ssiiccuurreezzzzaa aaffffiiddaattii aallll''AAggeennzziiaa ppeerr llee UUnniivveerrssiiaaddii

CityweekSSppoorrtt

FFeerrllaaiinnoo 11

Il presidente è prima donna!I complimenti a Sarri li soffre Corrado Ferlaino, ex presidente del Napoli, ai microfoni di Ca-

nale 9 ha dichiarato "Un presidente certe cose deve saperle direal momento giusto, De Laurentiis è un po' prima donna, forse tuttiquesti complimenti a Sarri non gli fanno piacere. Io una volta aMilano per un arbitraggio che non mi è andò giù, mi tenni tuttodentro e vomitai tutta la notte, ma a caldo non dissi nulla. Ai tec-nici non mi sono mai rivolto direttamente quando qualcosa nonandava, ma parlavo con un dirigente A Sarri interessa soprattuttovincere le partite, se ne frega di valorizzare i giovani.

FFeerrllaaiinnoo 22

MMaarraaddoonnaa ooggggii vvaarrrreebbbbeeiill ddooppppiioo ddii CCrriissttiiaannoo RRoonnaallddoo

“Non è vero che De Laurentiis a cui bisogna dare dei meriti per tenerei conti in ordine, non ha i soldi per comprare i top player. Ad esempio,il Napoli era senza un lira quando comprammo Maradona, ma lo presicomunque dal Barcellona. Oggi Maradona costerebbe il doppio del va-lore attuale di Cristiano Ronaldo". CR7 fu pagato 94 milioni nel 2009:188 milioni, il valore dell'ex Pibe de Oro nel 1984 costò agli azzurri13,5 miliardi di lire”. Una curiosità da competente ha fatto dire a Fer-laino che il Real non è una squadra irresistibile e la partita di campio-nato con il Valencia di mercoledì lo conferma. Il Real ha perso 2 a 1.

C’è chi può e chi non puòNoi possiamo!

di Adolfo Mollichelli

Si avvicina il momento della verità. Con partiteravvicinate di un certo tipo: in campionato, nellacoppa di casa nostra e nella Champions delle me-

raviglie tecniche e dei ricchi cachet. La Roma e la Juve, entrambe in trasferta,ed a chiudere il trittico il Real Madrid. Con la Roma è in palio il secondo po-sto che vuol dire accesso diretto all'Europa che conta. Con la Juve si giocheràl'andata della semifinale di coppa Italia. Con il Real, beh, con i madrileni sitratterà del classico dentro o fuori. Vorrei soffermarmi sul match con le merengues. Credo che tutto sia ancora

possibile, che cioè non sia del tutto campato in area aspirare alla qualifica-zione ai quarti. Sarebbe clamoroso, questo sì. Per il valore assoluto della squa-dra di Zidane campione in carica, per l'attitudine dei blancos alle notti ma-giche che solo la competizione europea sa offrire. Per il vantaggio di due golcon il quale Cristiano Ronaldo e compagnìa si presenteranno nel catino delSan Paolo che sarà ribollente come non mai. In vantaggio di due reti ma conil fardello, niente affatto lieve, della rete incassata al Bernabeu: quel gol di In-signe che fu pennellata magistrale a premiare l'imbucata precisa e suadentedi Hamsik. Al di là di valutazioni isteriche fatte dopo la sconfitta, a Madrid, non ho vi-

sto il Napoli in balìa dell'avversario. Sul piano tecnico, insomma, gli azzurrinon hanno sfigurato. Ed ho il conforto, sotto questo punto di vista, dell'amicoMarcello Lippi, che la pensa come me. Naturalmente, ci vorrà la partita perfetta. Non sarà sufficiente - ma aiuterà,

eccome se aiuterà - l'urlo del San Paolo. Anche i navigati campioni in cami-seta blanca lo sentiranno sulla loro pelle e non saranno del tutto tranquilli, po-tete crederci. Questo Real, fuori casa, non è irresistibile. Resta uno squadrone,certo, ma ha più di una lacuna. O, se volete, non è irresistibile come i blan-cos che ammiravo da ragazzo e che dettavano legge su tutti i campi d'Europa:Tejada, esemplare ala di raccordo; Del Sol, detto il postino perché macinavachilometri su chilometri nel corso di una partita; Di Stefano, il fuoriclasse atutto campo, uno tra i primi cinque fenomeni assoluti del calcio mondiale; Pu-skas, l'ex colonnello ungherese dal tiro terrificante; Gento, l'ala sinistra checorreva i cento metri in undici secondi, ma con la palla al piede! Il Real di Zi-dane è - passatemi l'ossimoro - uno squadrone normale. Cristiano Ronaldo chefa incetta di Palloni d'oro comincia a fallire qualche gol di troppo. Bale, se cisarà, potrebbe non essere al massimo dello splendore. Continuo a giudicareModric il vero fulcro di tutta la manovra madrilena. E' sul folletto croato chemi aspetto un occhio di riguardo da parte di Sarri: non è certo un peccato tro-vare il modo di limitare la "mente" guida degli avversari. Nella fattispecie, sa-rebbe stato utile Allan, peccato! Detto che Navas non vale un'unghia del giu-bilato Casillas e che al centro la difesa blanca non è imperforabile, non restache consigliare agli azzurri l'assidua opera di mutuo soccorso sulle fasce, lad-dove comincia la carica (nel senso cavalleresco) dei blancos.Novanta minuti di gran carriera. Neppure un attimo di sosta. Attenzione alla

fase difensiva. E l'urlo continuo del San Paolo. E se gli azzurri dovessero se-gnare nei primi minuti, tutto sarà possibile. Loro hanno Podemos. Ma anchenoi possiamo.

QQuuaannddoo iill ggiiooccoo ssii ffaa dduurroo......

di Sergio Curcio

La vittoria con-tro il Chievoè già preisto-

ria. Non c’è stato iltemuto contraccolpo

psicologico dopo la sconfitta di Ma-drid e soprattutto dopo le esternazioniADL ed il gruppo ha marciato dirittoper i tre punti in trasferta contro unasquadra sempre ostica. Il bello, però,comincia sabato contro l’Atalanta alSan Paolo. Alzi la mano chi, a settem-bre, dopo poche giornate di campio-nato, avrebbe solo immaginato unaNapoli-Atalanta big match da altis-sima classifica al pari di Inter-Roma inprogramma domenica sera. Ma affer-mare che il calcio è sport spessostrano, con i suoi misteri tecnici e idogma tattici di alcuni allenatori “in-tegralisti”, ormai non deve più sor-prendere. Vedi il karisma (con la kplease……) di Zeman appena arrivatoa Pescara, Spalletti che trasformaDzeko in un bomber implacabile, Pioliche ridà linfa all’Inter, il provincialeSarri che prosegue bene il lavoro di in-ternazionalizzazione iniziato da Beni-tez, Allegri che sta stracciando il cam-

pionato e, forse, ha stracciato pure lospogliatoio litigando con sua MaestàBonucci . Poi c’è gente come Di Fran-cesco, Giampaolo, Sousa, Donadoni eGasperini appunto. Tecnici preparati,per carità ma mai oltre la sufficienzapiena, forse anche perché, come i 6personaggi di Pirandello, alla ricerca diun presidente- autore che li consacridefinitivamente. Ognuno però, nel suopiccolo, ha avuto stagioni importanti.Questa è la stagione di Gasperini e delsuo 3-4-3, spesso modificabile a garain corsa in un 3-4-1-2 offensivo o in un5-3-1-1- più accorto. Ha trovato l’ambiente ideale a Ber-

gamo il torinese Gasperini, laddoveConte fallì e venne esonerato. Il pro-getto giovani di Percassi è funzionalealle idee del tecnico: lanciarli e valo-rizzarli il motto di dirigenza e allena-tore. Le cose stanno andando allagrande; 48 punti, 4° posto in classificae una nidiata di talenti in procinto dispiccare il volo; da Caldara a Conti, daKessie a Spinazzola per finire a Peta-gna senza dimenticare Gagliardini ve-stitosi di neroazzurro interista a gen-naio. Al San Paolo, insomma, la bandadi Gasperini può venire a giocarselasenza pensieri contro un Napoli che

inizia il suo tour de force di fine feb-braio con la necessità di non sbagliaree far punti a tutti i costi visto i cam-mino di Juve e soprattutto della Roma. Le polemiche del Presidente sono

state altro pepe aggiunto ad un am-biente che avrebbe bisogno di sere-nità. La sfida contro l’Atalanta, cheprecede di tre giorni la gara d’andata diCoppa Italia allo Juventus Stadium,diventa perciò l’ennesima gara fonda-mentale di un cammino costantementein salita. Un’Atalanta con un giocoeuropeo che si muove con sicurezzastraordinaria e disarmante con Conti eSpinazzola sugli esterni, Kessie eFrauler autorevoli in mezzo al campoe Kurtic Petagna Gomez a diventaredevastanti quando attaccano la pro-fondità con il “Papu” capace di crearesempre superiorità numerica. Gaspe-rini, insomma, ha creato un bellissimogiocattolo che il Napoli dovrà cercaredi “rompere” al più presto per non cor-rere rischi.La speranza è che ai giovani berga-

maschi il San Paolo faccia lo stesso ef-fetto che il Bernabeu ha fatto su moltiazzurri. Senza polemiche, sia chiaro.Perché martedì c’è un altro big-matchcon uno “sfizio “ da togliersi…

Cityweek16 Sport sabato 25 febbraio 2017

di Enzo La Penna

La lingua è un sistema aperto, dove nulla è definitivo ma alcontrario tutto si trasforma. Ci sono parole e espressioni chescompaiono, altre totalmente nuove, altre ancora che assumonosignificati diversi, o che riemergono dopo essersi inabissate persecoli acquistando vita nuova. Leggere, e soprattutto compren-dere, un testo del Seicento è una impresa impervia e crudele tal-volta persino per un dottore in lettere. Analogamente se dallamacchina del tempo sbarcasse qualcuno partito dagli anni dellaControriforma e gli capitasse di leggere un twitt o i messaggi inchat che i ragazzi si scambiano su whatsapp ci capirebbe poco oniente, o più prevedibilmente, avrebbe la stessa disorientata e spa-ventata reazione di chi incappa in un extraterrestre. Nienteesemplifica il concetto di lingua come sistema aperto ai muta-menti imposti dal trascorrere degli anni meglio del lessico e dellasintassi del mondo dello sport, e del calcio in specie. Non occorreandare molto lontano nel tempo: in un articolo o in una radio-cronaca degli anni Settanta ci si imbatte in vocaboli e modi di direche difficilmente un ragazzo nato nel nuovo millennio riuscirebbea riconoscere. Erano infatti quelli gli anni del terzino fluidificante.ovvero l'esterno basso secondo il vocabolario della contempo-raneità: il difensore di fascia che abbandonava la propria metàcampo per avventurarsi verso l'area avversaria evoca ricordilontani, quando ciò che oggi appare normalità era eccezione. In-fatti un difensore che non rispettava le consegne dell'allenatoredi restare a presidio della propria area rischiava la fucilazionecome un soldato che abbandonava la trincea. E ancora: parolecome libero e stopper suonano addirittura incomprensibili, finite

come sono nel dimenticatoio per desuetudine e soppiantate oraidai centrali difensivi. La discesa a rete è diventata salita, non siscarta più l'avversario ma si salta l'uomo, non ci si smarca più masi occupano gli spazi, il passaggio in area si trasforma in un'im-bucata, non si gioca sull'ala ma sull'esterno alto (a proposito, chefine ha fatto la mitica ala tornante, il numero 7 che si prendevala briga di ricorrere l'avversario durante un contropiede o, comesi dice ora, una ripartenza? E dove è andato a nascondersi il cen-travanti di sfondamento? E i rifinitore? )..Per chi segue il calciodai tempi eroici di Sivori e Altafini tutto ciò appare evidente tantoche l'argomento affiora di frequente nei dibattiti che vedonoospiti i cronisti della vecchia generazione. I giovani logicamentehanno più difficoltà a cogliere i mutamenti del linguaggio, e delmodo stesso di raccontare il calcio, perché non posseggono ter-mini di raffronto. A loro, che smanettano sugli smartphone evanno a scavare nella profondità del web, suggerirei un eserci-zio di filologia o forse di paleontologia con l'ascolto delle vec-chie radiocronache del ''Calcio minuto per minuto'' andando sulsito: www.radio6.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-2b8e759f-b619-4690-950a-ff726a65ec3c.html.ì L'Italia intera,che la domenica pomeriggio si era assopita per il riposino po-stprandiale, si risvegliava di botto (''Roberto Bortoluzzi dallo stu-dio centrale: ai microfoni Enrico Ameri, Sandro Ciotti, AlfredoProvenzali...'') e restava per quarantacinque minuti (la trasmis-sione iniziava allora con i secondi tempi, il perché resta un mi-stero mai svelato....) con l' orecchio incollato alle radioline a tran-sistor. Erano scariche di adrenalina pura, emozioni da far saltarele coronarie che nessuna pur pregevolissima telecronaca suschermo panoramico di Sky o Mediaset, con cronisti e com-

mentatori che conoscono il mestiere, riprese effettuate da unadozzina di telecamere, replay e ralenty slow emotion, potrà farcirivivere. Per i giovani l'ascolto anche per pochi minuti di questiaudio davvero potrebbe rappresentare una appassionante lezionedi sport, lingua, giornalismo, costume e società. Un viaggio inuna dimensione sconosciuta: come spiegare che noi avevamo im-parato a riconoscere persino il suono degli stadi? Sì perché ognistadio aveva persino un suono tutto suo diverso dagli altri, comecapivamo quando con una frazione di secondo di anticipo sul-l'intervento del radiocronista (''Scusa, Ameri!!!) dall'intensità e dalcolore del boato che salutava un gol intuivamo se la rete era statasegnata a San Siro, o all'Olimpico o al Sant'Elia... Soprattuttodopo che Bortoluzzi ordinava ai cronisti ad andare al ''rimbalzodi linea''. Di cosa si tratta? Collegatevi e scoprirete.

Il linguaggio del calcio all’epoca di internet e la nostalgia per la vecchia radiocronaca della domenica

IIll cceennssoorree IIll cceennssoorree IIll ssiilleenntteeIIll ssiilleennttee IIll MMaarrttiirreeIIll mmaarrttiirree

La libertà di parola è sacra e nel cal-cio, che è uno sport il cui successo epopolarità lo si deve in gran parte pro-prio all'uso della comunicazione, è so-prattutto improduttivo, oltre ad essereun imposizione inaccettabile . I tifosi,amano ascoltare le parole dei protago-nisti, per la verità molto meno quelledei presidenti. A Napoli accade dasempre il contrario, dove straparla ilpresidente, che dopo i suoi danni me-diatici impone agli altri di non parlare,perché detenendo i diritti d'immaginedei suoi dipendenti, decide lui quandodevono parlare, come devono parlare edi cosa parlare. In questi giorni si è sca-tenata come al solito una gran pole-mica sulle parole di De Laurentiis nelpost partita di Madrid e se ne parleràper settimane del tutto oziosamente,perché non è poi così importante sa-

pere chi è d'accordo con lui e chi con-tro, non ce ne può fregar di meno. In-vece bisognerebbe parlare del fatto piùgrave che il silenzio stampa, imposto inmodo bulgaro dallo stesso presidente,farà danni inenarrabili, perché finiràper rovinare un ambiente che peradesso sembra compatto, perché a Ve-rona si è vinto, ma che si sfalderà alprimo mezzo passo falso. I club che airispettano non fanno silenzio stampacontro se stessi, e qualora raramente glicapitasse di farlo, lo praticano per pro-teggersi dagli altri, non da se stessi. Quisi impone il silenzio stampa per non farreplicare Sarri alle accuse, per zittire icalciatori. Il Napoli ha un direttoresportivo di cui nessuno conosce lavoce, forse solo Sarri nel confessionaledello spogliatoio. L’fficio stampa dellasocietà è a dir poco ridicolo con ilre-

sponsabile della comunicazione cheha avuto la faccia di bronzo di negarele parole del proprio presidente, pro-nunciate a milioni di telespettatori intelevisione. Fanno un altro mestiere. Ein tutto questo, la stampa, soprattuttoquella locale, fin troppo aziendalista ailiomiti dello zerbinismo, invece diparlare di comportamento grave comequello di censurare la libertà di parola,si discute se avesse ragione De Lau-rentiis o Sarri, anche se su cosa non siè capito. Non si può più tollerare nelterzo millennio che venga negata laparola a qualcuno, per di più in unmondo dove la comunicazione media-tica é parte fondamentale del successoe la ricchezza di questo sport, dove inquesto discorso, è del tutto secondarioparlare di partite, tattiche, mercato, equant’altro

NNoonn èè uunn ssiilleennzziioo ssttaammppaa,, qquueessttaa èè cceennssuurraa!!EE aaddeessssoo,, ttuuttttoo lloo ssttaaddiioo ssii ssccuussii ccoonn FFaabbiioo QQuuaagglliiaarreellllaa (a cominciare dal Presidente)

Dopo la torrentizia esternazione ma-drilena del presidente del Napoli, do-vrebbe essere chiaro a tutti, anche aisuoi più convinti sostenitori, il suomodo di interpretare l’Azienda Napoli.De Laurentiis è stato chiarissimo nellesue molteplici dichiarazioni che hannopreceduto l’andata di Champions aMadrid. Aveva cominciato i suoi delirivisionari, fin sul volo charter che por-tava la squadra e l’allegra combriccolain quel di Madrid, attorniato dal solitocodazzo di giornalisti adoranti, il pre-mio Oscar Paolo Sorrentino e il Car-dinal Voiello Silvio Orlando, presumopentitissimi di aver inserito il Napolinella fortunata serie Tv che li ha vistiprotagonisti; non l’avessero mai fatto,si sarebbero risparmiati pure la duegiorni sal eguito del carrozzone Fil-mauro, poi uno spaesato Walter Vel-troni a cui non è bastato defilarsi da chilo aveva candidato alla Fgci, per te-nersi lontano dal mondo del calciotroppo becero per il suo stile e già inaereo continuava a chiedersi cosa ci fa-ceva in quel bizzarro contesto... Nonpotevano mancare i soliti amici ca-presi della Tribuna Vip, molto più aloro agio, l’elegante first lady JaquelineBaudit a capitanare un nutrito gruppodi Wags e il figlio vicepresidente. Sedimentico qualcuno, vorranno scu-sarmi, anche perchè il vero protagoni-sta è stato sempre lui, ADL come lochiamano quelli che sono in confi-denza, il grande Presidente del “Bor-goazzurro Football Club” che a suoprogettare dovrebbe essere il prossimocinepanettone targato Sorrentino, a cuiè venuto uno shock anafilattico solo alpensiero, ma questi sono dettagli, in re-altà fra un cazzeggio sullo stadio da20mila posti, con poltroncine in pelleumana, e l’incitamento “andiamo a

Madrid per vincere” non si è potutodire tanto altro perchè poi Madrid nonè cosi lontana da raggiungere in aereo,ma il peggio verrà in seguito, perchènon appena messo piede n’terr a Ma-drid, non appena vedeva un microfonolo afferrava, non appena una teleca-mera accendeva la lucettina rossa, isuoi occhi si sgranavano e via fiumi efiumi di parole, persino con la Tv Sviz-zera ha parlato. La vigilia, l’ha consumata il giorno

prima del big match accompagnandoSarri alla conferenza stampa di rito alBernabeu, chiaramente insieme a Sor-rentino, “Wolter” Veltroni e chissà an-cora chi, ma giacchè si è preferito in-spiegabilmente che la squadra nonprovasse il terreno di gioco del Berna-beu, il vulcanico entusasta presidentene approfitta per farsi due selfie conSorrentino e Sarri, e visto che nessunofra i giornalisti spagnoli lo aveva con-siderato più di tanto, lui clona l’inter-vistona di Sarri con Condò e pensabene di farsela fare da Veltroni, giustoper pareggiare i conti con questo co-munista di tecnico che vuol diventarepiù noto di lui. Tutto questo non è statoaltro che il prologo del bagno di sangueche ha provocato nello spogliatoio az-zurro con le sue improvvide critiche aun risentito Sarri e la squadra, incre-duli di tanto autolesionismo e subitozittiti dalla censura presidenziale. Ma

ora diventiamo seri e chiariamo unavolta per tutte, che va bene il presidentefolcloristico, va benissimo l’entusia-smo del neofita nei salotti buoni delcalcio, però non è possibile che ogniqualvolta il Napoli si accinge a fare ilgrande passo, quello della svolta e ac-creditarsi nel calcio che conta, De Lau-rentiis si mette a demolire il buon la-voro fatto per raggiungere l’obiettivo,con le sue incredibili rivelazioni. Havoglia il solerte responsabile della co-municazione del club Nicola Lom-

bardo seduto di fianco a Sarri in con-ferenza post partita , a mitigare inmodo ridicolo le parole profferirte dalsuo padrone a centinaia di taccuini edecine di telecamere, perchè tuttihanno sentito dire a De Laurentiis cheSarri e la squadra, tranne Insigne, sonomancati di “cazzimma”. Tutti hannosentito le critiche a Sarri, fino ad ieriquasi umanimente nuovo guru del cal-cio totale e poi spernacchiato dal suostesso presidente, di giocare sempreallo stesso modo e pericolosamente

con la difesa alta, soprattutto quando siincontrano squadroni come il Real Ma-drid. Ma le critiche in effetti non ver-tevano tanto sulla partita di Madrid,perchè si fosse pareggiato oppurevinto, si sarebbe detto tutt’altro, ma lasconfitta è stato solo un pretesto utile aesternare tutto il malcontento del pre-sidente per la gestione del tecnico deisuoi investimenti, che De Laurentiis ri-tiene sbagliata. In realtà De Laurentiisè stato chiarissimo nonostante volesseapparire criptico nel messaggio, infattiha detto chiaramente che a lui non in-teressa vincere qualche partita in piùcampionato perchè essendo un torneolungo a una sconfitta si può rimediare.A lui interessa che in campionato sifacciano giocare tutti i giocatori dellarosa, quelli per cui lui ha investito dellecifre importanti e dalla cui valorizza-zione si potranno trarre benefici eco-nomici per l’azienda Napoli. In so-stanza a De Laurentiis non interessavincere tutte le partite in campionatoaffinchè vincere lo scudetto, ma gli in-teressa vincere quanto basta per otte-nere la remunerativa qualificazione inChampions, valorizzando all’internodel campionato t utte le risorse umanea disposizione del tecnico e poi unavolta in Champions, giocare con la mi-gliore formazione, il miglior sistema digioco affinchè passare quanti più turnipossibile, perchè ogni turno superatosignificano un botto di soldi che en-trano nelle casse societarie e collate-ralmente aver messo in vetrina europeai suoi gioelli da poter piazzare in futuroa prezzo di clausola risolutoria. Po-tranno poco gli avvocati delle causeperse a difendere De Laurentiis, perchèstavolta è stato inequivocabile.

P.T.

Cityweek 17 Sportsabato 25 febbraio 2017

VViinncceerree lloo ssccuuddeettttoo èè vvoollggaarree......QQuueelllloo cchhee ccoonnttaa èè llaa ““ccaazzzziimmmmaa””

IIll PPrrooggeettttoo ddeeffiinniittiivvoo

Tutto cominciò con la signora dellenotti magiche di Italia ‘90, l’antesi-gnana dello sgabello, al secolo coscia-lunga Alba Parietti, che nella Tv diVittorio Cecchi Gori, Telemonte-carlo, ribaltò lo stereotipo della donnanel mondo del calcio televisivo chefin allora era ridotto a comparsa. Fu leia sdoganare il ruolo femminile da val-letta a presentatrice, anzi nel caso del-l’Alba nazionale addirittura ridusse avalletto il buon Massimo Caputi nellafortunata trasmissione Galagol, doveda tigre della televisione, dominavascosciata colleghi e telespettatori dalmitico sgabello. Prima di Alba Pariettici avevano provato Antonella Clerici(impeccabile professionista catodica) ein seguito Simona Ventura, che peròdovette pagare dazio alle maliziose in-cursioni sessiste del compianto SandroCiotti. Finalmente con la rivoluzionedella Parietti, il calcio parlato in Tvcominciò ad essere più intrigante, per-chè al grigiore di alcuni protagonistifra ospiti, addetti ai lavori ed opinio-nisti, aggiungeva quel tocco in più diclasse femminile, bilanciava, l’ases-sualità del mondo dei calciofili. Chia-ramente i primi a gradire furono i telespettatori che fra una banalità e l’altrasu tattiche e schemi, ripetuta ìn loop inogni trasmissione della domenica e dei“processi del lunedì”, distoglievanol’attenzione grazie alle sapienti in-quadrature profonde sulle grazie dellashowgirl di turno. All’epoca, bastavache Aldo Biscardi facesse dire allaprocace valletta di turno, in generestraniera, solo le magiche parole, “eadesso pubblicità” che non sapevanemmeno pronunciare, ma bastava ilsuo sorriso e la scollatura in bellavistaper trastullare i maschietti sul divanodavanti alla Tv, e fare così far impen-nare gli ascolti e non solo (sic). Sonopassati più di 20 anni e il mondo ècambiato, persino il calcio giocato ècambiato, ma non i protagonisti delfootball parlato, sempre uguali, comegrilli parlanti ormai incanutiti, chehanno continuato ad accanirsi sullemoviole, sulle dichiarazioni dei prota-

gonisti nel pre e post partita. In tuttoquesto, sono mutate assai le donne delcalcio, che come dicevamo da domi-nate, diventano dominatrici. E’ il casodelle prime quattro protagoniste dellanostra rubrica sulle showgirl del calcioin tv. Katia Vitale, Claudia Mercu-rio, Paola Mercurio e Romina Parisiesattamente in ordine come nell’im-magine del poker di donne che apre ilservizio. Sono loro le gran signoredel calcio che vi proponiamo in questonumero. Si rifanno tutte al prototipoideato da Alba Parietti e poi raffinatoda quell’altra signora del mondo pal-

lonaro di Sky, la moglie di Gigi Buf-fon, Ilaria D’Amico, che come tutte leshowgirl ‘impollinate’ dal portieronebianconero, sfioriscono precocemente.Non sfioriscono invece le nostre eroinedel bouquet locale sul digitale terrestre,che progrediscono di anno in anno.Basta sbirciare sui loro profili socialper capire che sono come il vino, conil tempo diventano più ‘bbone’.Scherzi a parte, ognuna di loro nelproprio programma sa essere protago-nista estetico ma anche di intrapren-denza professionale. Tutte spigliate,competenti il giusto, sono loro che det-

tano i tempi del programma, sanno in-trattenere gli ospiti con garbo e grandeentusiasmo, dominano la scena nono-stante i personaggi che le affiancanosiano di gran lunga più noti al grandepubblico nazionale. A partire da KatiaVitale, la dark lady di Goal Show suTelevomero, che si destreggia benis-simo nel ruolo di ‘mistress’ del par-terre. E’ riuscita persino a tenere afreno l’esuberante Ciccio Graziani, ecrediamo non deve essere stato af-fatto facile. Poi la finta algida Clau-dia Mercurio, che freme e sussultaad ogni intervento anche del più docile

degli sponsor, ma che con il suo buo-nismo di maniera è riuscita persino afar ‘calare le ‘scelle’ a quel narcisistadi Zazzaroni, serioso opinionista Rai,che il giorno dopo a Canale 21 fa tuttoil “bellillo del calcio’. Che dire poi diPaola Mercurio, gran signora dellamoda cittadina che, smesse (nemmenotanto) le passerelle, salta da uno spotpubblicitario agli studi televisivi comese fosse casa sua. Canta balla, sfoggiadecoltè da urlo, senza prendersi maisul serio, anche se potrebbe, visto il fa-scino smisurato. Infine, dulcis infundo, Romina Parisi, forse la più ri-belle e scapestrata del poker di donneche vi abbiamo presentato, ma nonmeno avvenente. Tutt’altro! E’ unostacco di ragazza notevole, una veraneapolitangirl come indica l’hashtagche campeggia sulle sue foto social, dacui abbiamo avuto l’imbarazzo dellascelta per presentarla a voi. Anche leicome Paola Mercurio, canta quasi daprofessionista, balla suadente e sba-razzina come tutte le ragazze della suaetà, e sprizza voglia di vivere da tutti ipori. Insomma tutte e quattro le nostreregine di cuori, allietano la settimanasportiva dei tifosi napoletani, stufi dipolemiche, professoroni, saputelli, pre-sidenti logorroici e quant’altro. La mission delle nostre eroine è te-

nere attaccati al divano i tifosi ‘malati’del Napoli, che ne fanno una vera os-sessione di massa, una vera e propriamalattia. Ma gran parte del merito deldiscreto successo di queste trasmis-sioni è anche delle showgirl, visto l’ot-timo share televisivo.

Nella foto in alto a sinistra,Katia Vitale

di GoalShow, su Televomeroin alto a sinistra, Romina Parisi

di Tifo Azzurro su Televomero in basso a sinistra, Paola Mercurio

di San Paolo Show su Teleluna in basso a destra

Claudia Mercurio di “Il bello del calcio su Canale 21

Cityweek18 Sport sabato 25 febbraio 2017

LLee ssiiggnnoorree ddeell ccaallcciioo!!Katia Vitale, Claudia Mercurio, Paola Mercurio e Romina ParisiPoker di donne per vincere la battaglia degli ascolti televisivi

di Carlo Buonocore

Cityweek 19 Salutesabato 25 febbraio 2017

Una novità dagli scienziati italiani.Scoperto il 'timer' molecolare dell'in-vecchiamento: si tratta della proteinaTzap, che si lega alle estremità deicromosomi delle cellule agendo comeun vero e proprio 'barbiere per rego-larne la lunghezza. La scoperta, che potrà aiutare a con-

trollare i processi di degenerazionecellulare legati all'età e ai tumori, èpubblicata su Science dal gruppo del-l'italiano Eros Lazzerini Denchi alloScripps Research Institute di La Jolla,in California.Le estremità dei cromosomi, i co-

siddetti telomeri, “rappresentano l'oro-logio della cellula”, spiega LazzeriniDenchi. “Noi nasciamo con i telomeridi una certa lunghezza e, ogni voltache la cellula si divide, i telomeri si ac-corciano un pò. Quando diventano troppo corti, la

cellula non può più dividersi” e iniziacosì il processo di invecchiamento.“Questo orologio cellulare - sottoli-nea l'esperto - deve essere finemente

regolato”, per due motivi: da un lato,deve permettere un numero sufficientedi divisioni cellulari per garantire losviluppo dei diversi tessuti dell'orga-nismo e il loro rinnovo; dall'altro lato,invece, deve evitare che avvenga unaproliferazione incontrollata, tipicadelle cellule tumorali. La chiave di tutto è la proteina Tzap,

“che determina la lunghezza massimadei telomeri - precisa Lazzerini Den-chi - permettendo alla cellula di proli-ferare, ma non troppo”. Come un pre-muroso barbiere, Tzap si lega aitelomeri che restano un po’ troppo lun-ghi e li regola, dando una 'spuntatina’solo quando necessario per evitare cheaprano la strada al cancro.

Spesso l'impatto con la stagione fredda può ri-sultare problematico: il nostro fisico si trova im-preparato ad affrontare temperature rigide e amodificare abitudini che aveva ormai abbando-nato da parecchi mesi. Così, può accadere che aiprimissimi freddi ci si imbatta in raffreddori po-tenti, contratture e tensioni muscolari dovute acolpi d'aria imprevisti oppure screpolature variepiuttosto fastidiose. Ci sono però delle mossestrategiche che si possono adottare per evitare ifastidi della stagione invernale e che riguardanovari ambiti della nostra vita: dall'alimentazioneall'abbigliamento, fino alle abitudini domestichee alla cura personale. Ecco qui di seguito qualcheprezioso consiglio per non farsi trovare impre-parati dalla stagione fredda e viverla al megliosenza farsi mettere ko. Succede spesso che con lastagione fredda si accusino delle contratture a li-vello muscolare dovute principalmente a colpid'aria o a sbalzi di temperatura troppo violenti.Quante volte, anche semplicemente ad autunnoinoltrato, ci siamo fatti sorprendere da tempera-ture gelide, sprovviste di sciarpa, cappello o delgiusto abbigliamento? Ed ecco in arrivo dolorialla schiena, dolori cervicali e malanni vari. Co-prirsi adeguatamente è infatti una delle prime re-gole per proteggersi dal freddo invernale. Manon è tutto! Ecco qualche sana abitudine da se-guire per affrontare al meglio la sta gionefredda ed evitare tensioni muscolari e contratture:Con l'arrivo delle temperature rigide, sarebbebene tornare ad indossare la maglia della salute:sebbene possa sembrare un'abitudine inutile epoco fashion, la classica canottiera di cotonerappresenta un ottimo modo per isolare l'organi-smo dal freddo,proteggendo stomaco, schiena ezona lombare, tra le parti più delicate ed esposte.

Considerato che una delle cause principali del-l'insorgere dei malanni di stagione è rappresen-tata dai violenti sbalzi di temperatura cui si è sot-toposti di continuo, vestirsi “a cipolla” è sempreuna mossa strategica vincente. Vestirsi a stratipermette infatti di regolarsi in base alle tempe-

rature degli interni in cui si sosta, evitando di pa-tire un caldo eccessivo e soffrire poi lo sbalzoviolento con il freddo rigido dell'esterno. Sce-gliete delle scarpe con suole che fungano da iso-lanti. Non sottovalutate l'importanza di averedelle calzature indicate per la stagione invernale:avere i piedi caldi permette di avvertire meno lasensazione di freddo in tutto il corpo. Cercate dievitare di sostare troppo a lungo nelle vicinanzedi finestre, soprattutto se presentano spifferi,spesso causa di dolori al collo, alla cervicale ealla schiena; in questi casi cercate di bloccarli conl'utilizzo di cuscinetti o di nastri isolanti. Se fateattività sportiva all'aperto, premu-ratevi di sfoggiare il giusto abbi-gliamento tecnico. Ricordate dinon uscire o andare a letto con icapelli bagnati: in questi casi tor-cicollo o cervicale sarebbero unagaranzia. Quando fate dell'attivitàfisica in un interno, ricordate dinon uscire all'aria aperta ancorasudati o non completamenteasciutti: coprite soprattutto il colloe la testa, altrimenti accuserete losbalzo e sarete soggetti a stiraturee contrazioni. Se però il freddo viprovoca contratture e tensioni mu-

scolari di varia natura, potete ricorrere a dei sem-plici metodi in grado di ridurre il fastidio e faci-litare il rilassamento dei muscoli. La termotera-pia, che sfrutta l'utilizzo del calore a scopoterapeutico, è uno di questi. Il calore infatti, au-mentando il flusso sanguigno nel punto di appli-cazione, e di conseguenza l’apporto di ossigenoai tessuti, contribuisce a ridurre la rigidità arti-colare o lo spasmo muscolare, fornendo sollievodal dolore.Uno degli utilizzi più frequenti della termote-

rapia è rappresentato ad esempio da cerotti o fa-sce autoriscaldanti che agiscono direttamentesulla parte interessata dal dolore. In generaleperò, ricordate che non è solo il freddo ad avereun impatto sull'organismo e a provocare infiam-mazioni muscolari e contratture varie; un ruolofondamentale è giocato anche dallo stress, cheprovoca tensioni e stiramenti di natura psicoso-matica. Uno degli errori più comuni è sottovalu-tare il potere dello stress e le ripercussioni che hasul nostro fisico e sulla qualità della vita.

Comportamenti e sane abitudini per evitare contratture e dolori muscolari

CCoommee ddiiffeennddeerrssii ddaall ffrreeddddoo Ecco le mosse strategiche per non farsi trovare impreparati

dalla stagione fredda e viverla al meglio

SSiittii wweebb rreessppoonnssaabbiillii ppeerr ccoommmmeennttii ddeeggllii uutteennttii,, lloo ddiiccee llaa CCaassssaazziioonnee

Chi gestisce un sito web è responsabile dei com-menti di utenti e lettori, anche quelli che postano informa anonima. Lo stabilisce la sentenza 54946 della Corte di

Cassazione che ha respinto il ricorso presentato

dal gestore del sito agenziacalcio.it. Sulla commu-nity del sito, un utente ha pubblicato un commentorelativo al presidente della Figc, Carlo Tavecchio:il numero 1 della federcalcio è stato definito nellacircostanza "emerito farabutto" e "pregiudicatodoc". Al commento, come si legge nella sentenza,

"l'utente allegava il certificato penale". Il gestore del sito è assolto in primo grado e con-

dannato in secondo. La Cassazione ha confermatola sentenza che prevede il pagamento di 60milaeuro al presidente della Figc, per "concorso in dif-famazione".

Essere giocosi, amare il divertimento, può dare una marcia in più nellavita. Questo tratto del carattere, che si sovrappone ma non è ridondanterispetto ad altre cinque caratteristiche importanti della personalità, chesono estroversione, gradevolezza, coscienziosità, apertura all'esperienzae stabilità emotiva, offre una serie di possibilità agli adulti: li rendebuoni osservatori, fa vedere loro facilmente le cose da nuove prospettive,e rende azioni monotone più interessanti.E' quanto emerge da una ricerca della Martin Luther University Halle-

Wittenberg, pubblicata sulla rivista "Personality and Individual Diffe-rences". Esaminando studi e sondaggi relativi a circa tremila persone,René Proyer, lo psicologo che ha condotto lo studio, ha identificato quat-tro tipi di adulti giocosi: quelli con una giocosità orientata agli altri, cioèche amano scherzare con amici e parenti, i giocosi "a cuor leggero", cheprendono l'intera vita come un gioco, coloro che hanno una giocosità in-tellettuale, persone a cui piace cioè giocare con pensieri e idee, che rie-scono a trasformare compiti noiosi in qualcosa di divertente, e infine i gio-cosi stravaganti, tendono ad essere interessati a cose strane e insolite e sidivertono con piccole osservazioni giorno per giorno.

EEccccoo llaa pprrootteeiinnaa cchhaa aalllluunnggaa llaa vviittaa::llaa ssccooppeerrttaa ddeeii rriicceerrccaattoorrii iittaalliiaannii

Si chiama ‘Tzap’ e regola i cromosomi delle cellule controllandone la lunghezza evitandone la degenerazione legata all’età e ai tumori

““LLee ppeerrssoonnee aalllleeggrree hhaannnnoo uunnaa mmaarrcciiaa iinn ppiiùù””

Lo dice uno studio americano Eʼ un tratto del carat-tere che ci fa buoni osservatori e rende le azioni diroutine più interessanti

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Cityweek 21 Spettacoli

E’ il 1996, notte di Natale: 283 emigranti di nazionalità indiana,palestinese e tamil muoiono naufraghi nelle acque di Portopalo,Sicilia. I resti vengono tragicamente ritrovati dai pescatori del vil-laggio i quali, per paura e omertà, lasciano i corpi alla mercé delmare. Sarà un cittadino comune, un pescatore di nome SalvoLupo, a spezzare il silenzio sull’accaduto e a dare voce, per mezzodi un reportage del 2001a cura di Giovanni Maria Bellu, all’orroredi quella notte. 21 anni dopo, la storia torna a essere commemo-rata con la realizzazione di una fiction targata Rai, in onda il 20 e21 febbraio sulle reti nazionali. Accanto al protagonista Beppe Fio-rello, un giovane attore di origine cingalese, BagyaD. Lanka-pura, che abbiamo intervistato,veste i panni di un sopravvis-suto, Fortunato, unico superstitedella tragedia. “È quando siamo arrivati sul

set, in Sicilia,” dice l’attore, “eabbiamo visitato il porto dovesono conservati i relitti del nau-fragio, che ho sentito l’odore dimorte”. Nella mini-serie, For-tunato, il personaggio interpre-tato da Bagya, è un giovane so-pravvissuto; schivo, spaventato,quasi selvatico, viene accoltodalla comunità di pescatori.Tramite l’occhio della cine-presa, il pubblico si avvicina aldiverso, non più protagonista diuna tragedia lontana, ma un es-sere umano in carne ed ossa. “Fortunato è un espediente di

sceneggiatura, perché di quei 283 naufraghi, neanche uno è so-pravvissuto”. Il vero Fortunato è in realtà un fantasma, che non puòtrovare pace se non con il racconto della propria storia. La diffi-coltà di interpretare un ruolo del genere si trova proprio in questaresponsabilità, ma Bagya, ventenne nato e cresciuto a Napoli, è riu-scito a calarsi nella psicologia del personaggio.“Vivo a Montesanto, studio cinema, fotografia e televisione al-

l’Accademia di Belle Arti”.Nonostante le esperienze attoriali presenti e passate, il suo so-

gno è quello di diventare un regista. A suo parere, in un mondodove si sente parlare ogni giorno di muri razziali, fisici e figurati,

il mezzo artistico – nel suo caso quello cinematografico – può es-sere un veicolo di integrazione culturale. “Sono speranzoso,” racconta, “a Napoli mi sento accolto, è un

ambiente sereno. Qui c’è una fra le più grandi comunità cingalesi,perfettamente integrata. So quali sono le mie culture, sonodue”.Bagya, che prima di iniziare il suo percorso all’Accademia

ha studiato all’ASCI, scuola dicinema napoletana, collabora conun gruppo di giovani registi, sce-neggiatori e fotografi napoletani,con i quali ha in progetto la fon-dazione di un collettivo. Il mo-vente è quello di utilizzare ilmezzo espressivo del cinema perraccontare le storie e realtà di cuifanno parte. “Influisce molto la questione

delle due culture. So che a uncerto punto nella mia esperienzadovrò trovare il modo di espri-mere questa sorta di conflitto cul-turale, ed è per questo che vogliofare il regista, per poter raccon-tare la mia storia, che è quella dimolte persone”.

Silvia Piscopo

II FFaannttaassmmii ddii PPoorrttooppaalloo:: ppaarrllaa BBaaggyyaa DD.. LLaannkkaappuurraa

Il giovane attore napoletano racconta le esperienze sul set, l’importanza della denuncia e l’arte come integrazione culturale

Nuove tendenzeLLaa mmooddeellllaa PPyyppeerr AAmmeerriiccaa ssffiillaa ccoonnii ccaappeellllii ‘‘bblloorraannggee’’,, eedd èè ssuubbiittoo vviirraalleeLa modella mannequin in passerella per Dolce&Gabbana: la

nuance dei suoi capelli è la tendenza forte del momento Gli addetti ai lavori lo definiscono "blorange" e come sugge-

risce il nome è una via di mezzo tra biondo e arancione(blonde&orange): ecco l'identikit della sfumatura di capelli cheha fatto (letteralmente) infiammare la passerella di Dolce&Gab-bana sfoggiata dalla modella-influencer Pyper America Smith,sorella di Lucky Blue Smith, e vera patita dei capelli colorati. Unanuance moderna e trendy, resa celebre dal salone londineseBlech che l'ha "battezzata" per la prima volta addosso a GeorgiaMay Jagger, qualche mese fa: in pochi giorni il selfie della topha fatto il giro della rete e da quel momento è impazzata la "blo-range" mania. Biondo, pesca, arancione, oro, rosa: è difficile de-

finire con precisione le sfumature che compongono questo co-lore. Un'unica avvertenza: il "blorange" dona sopratutto allechiare perché rende il loro incarnato più luminoso, come dimo-strano i look (copiatissimi) di Pyper e Georgia. Le more atten-dano il prossimo hair-trend.

sabato 25 febbraio 2017

Cityweek22 dal mondo

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Fecondate con lo sperma dell'uomosbagliato. È quanto accaduto a 26 donneche si sono sottoposte a fecondazione ar-tificiale nel Centro medico dell'Universitàdi Utrecht, in Olanda. Si è trattato di un"errore procedurale" avvenuto tral'aprile 2015 e il novembre 2016, si è giu-stificato il Centro. Metà delle coppie sot-toposte al trattamento aspetta ora unbambino o lo ha già avuto ed è stata av-vertita. In un comunicato il Centro me-dico "si rammarica che le persone coin-volte abbiano dovuto ricevere questanotizia". Poi, ha ammesso uno scambio difiale e quindi "la possibilità che gli ovulisiano stati fertilizzati da uno sperma di-verso da quello del padre destinato". Seb-bene la probabilità sia bassa, precisano isanitari, la possibilità che le signore sianostate fecondate con lo sperma dell’uomosbagliato non può essere esclusa”

GGllii UUssaa ee llee ddrroogghhee lleeggggeerree:: llaa lleeggaalliizzzzaazziioonnee rriidduuccee ii ccoonnssuummii

Sono ben 63milioni gli americani che vivono negli Stati (28, oltre a Wa-shington) dove l'uso di marijuana è ormai legale, eppure i numeri sul con-sumo tra i più giovani sembrano diminuire. A registrare il calo tra i teenager(15-18 anni) è il 42esimo rapporto Monitoring the Future, commissionato dalNational Institute on Drug Abuse. Dati affatto scontati, secondo la dottoressaNora Volkow, direttore del National Institute on Drug Abuse, interpellata dallaCnn e pronta a ricordare i pareri funesti che avevano accompagnato lanuova regolamentazione. I risultati dell'indagine che ha visto coinvolti oltre45mila studenti di istituti pubblici e privati evidenziano, come riportato da‘Vice’, una diminuzione significativa del consumo giornaliero di marijuana,rimasto stabile nei due anni precedenti tra i giovani in età da college. Men-tre cannabis e sigarette elettroniche sembrano avere conquistato una maggiorepopolarità rispetto alle sigarette 'tradizionali'. Il calo più significativo è tra ipiù giovani, tra i 13 e i 14 anni, il cui consumo è diminuito dal 5,4% del 2016al 6,5% dell'anno scorso. Così come tra loro l'uso giornaliero è passato dal1.1% lallo 0,7%. La tendenza alla diminuzione è confermata anche in Co-lorado, che da quando ha permesso agli adulti anche l'uso ricreativo della so-stanza stupefacente, registra un analogo calo del consumo tra i più giovani.Questo perché, anche se la legalizzazione sembra avere reso più facile l'ac-cesso alla marijuana, in realtà nel contesto giuridico attuale è la droga è av-vertita come più ''sicura'' da parte delle persone di tutte le età, giovani com-presi, spiega Volkow. A preoccupare, sottolinea l'esperta, è l'incremento delconsumo che interessa la fascia di età tra i 18 e i 24 anni.

GGiiaappppoonnee:: llaa ddiippeennddeennttee ssii ssuuiicciiddaa ppeerr““ttrrooppppoo llaavvoorroo””,, iill ssuuoo ccaappoo ssii ddiimmeetttteeIl presidente della maggiore agenzia pubblicitaria in Giappone, la Den-

tsu, ha rassegnato le dimissioni a seguito della morte di una ex dipendente,imputabile ad un eccessivo carico di lavoro. Lo ha annunciato lo stesso di-rigente nel corso di una conferenza stampa, mentre prosegue l'inchiesta delministero della Salute e del Welfare nipponico sulle operazioni della società,già coinvolta in passato in un caso analogo. ''Siamo spiacenti di non essere stati in grado di prevenire un'abitudine ad

orari eccessivamente lunghi per i nostri dipendenti. Mi assumo tutta la re-sponsabilità e offro le mie più sentite scuse", ha detto il presidente Ishii, chequalche giorno prima aveva chiesto di incontrare i familiari della vittima.La vittima dell’insano gesto è una 24enne Matsuri Takahashi, assunta nel-l'aprile del 2015, e costretta a turni straordinari di lavoro in media di 100ore mensili, conducendo la ragazza a togliersi la vita.Una lunga campagna mediatica della madre ha portato alla luce una pra-

tica diffusa tra i capi ufficio per mascherare gli orari eccessivamente lun-ghi dei dipendenti e contrari allo statuto dei lavoratori. La Dentsu - inoltre- era stata coinvolta in un caso simile nel 1991, quando un altro dipendentesi tolse la vita per un motivo imputabile agli orari di lavoro massacranti.Una prassi che nel Paese è riconosciuta con l'espressione 'karoshi', let-

teralmente “morte da eccesso di lavoro”. Secondo le statistiche del governosono circa 2000 le persone a togliersi la vita ogni anno in Giappone, per ra-gioni classificabili come 'karoshi'.

In un sistema solare “vicino” al no-stro sono stati scoperti 7 pianeti similialla Terra, in tre dei quali ci sarebberole condizioni per ospitare la vita. Lo harivelato la Nasa, l’agenzia spaziale sta-tunitense, che in una conferenza stampatrasmessa in diretta sul suo sito ha resonoto i risultati di una ricerca coordi-nata dall'università belga di Liegi e pub-blicata sulla rivista scientifica Nature.Un passo in avanti nella ricerca dellavita - Secondo i ricercatori sei dei pia-neti scoperti si trovano in una zona tem-perata in cui la temperatura è compresafra zero e 100 gradi. Nello specifico i trepiù vicini alla stella Trappist-1 - che dàil nome all'intero sistema ed è distanteda noi “solo” 39 anni luce - sarebbero

potenzialmente abitabili. In uno di que-sti, caratterizzato da una superficie roc-ciosa, sarebbe molto probabile la pre-senza di acqua allo stato liquido,considerata dagli scienziati la chiaveper la vita. “Questa scoperta è un note-vole passo in avanti nella ricerca di pia-neti abitabili, dove ci siano condizioniambientali favorevoli alla vita” ha di-chiarato Thomas Zurbuchen, l’ammi-nistratore del Science mission directo-rate della Nasa, durante la conferenzastampa. Si tratta, infatti, del più grandesistema planetario mai scoperto contanti possibili 'sosia' della Terra.Il sistema che ospita questi pianeti di-

sta circa 40 anni luce (407 miliardi dichilometri) dalla Terra, e si trova nella

costellazione dell'Acquario. Questicorpi celesti, come tutti quelli che sitrovano al di fuori del nostro sistema so-lare, vengono definiti esopianeti e or-bitano intorno a una stella diversa dalSole. In questo caso si tratta di Trappist-1, che è molto più piccola (una nanarossa di massa pari a un decimo) emolto meno luminosa della nostra stellamadre. I pianeti, inoltre, sono moltopiù vicini tra loro di quanto non lo sianoi pianeti del nostro sistema solare. Mo-tivo per il quale le condizioni ambien-tali sono piuttosto simili e hanno indottoi ricercatori a non escludere del tutto lapresenza di acqua allo stato liquido innessuno dei sette pianeti, pur essendociprobabilità più alte di trovarla nei tre

considerati nella “zona abitabile”. Unapresenza che fa ben sperare: “L'acqua informa liquida – ha spiegato Franck Sel-sis, ricercatore dell'università di Bor-deaux e coautore dello studio – è unprerequisito fondamentale per l'esi-stenza della vita, anche se non suffi-ciente”. Il nuovo sistema planetario èstato individuato attraverso il metododetto dei transiti, che permette di regi-strare la presenza di un pianeta quandoquesto passa davanti al disco della suastella di riferimento. Il passaggio in-fatti, spiegano i ricercatori, provoca unaleggera diminuzione della luminosità,che viene definita “transito”. Questotipo di indagini spaziali, ha spiegatoMichael Gillon, l’astronomo dell’uni-

versità di Liegi che ha coordinato la ri-cerca “sono stati possibili grazie ai pro-gressi della tecnologia, che possonoconsentire la determinazione della com-posizione atmosferica e la ricerca ditracce chimiche di vita".La ricerca di nuovi pianeti abitabili è

il fulcro di molti lavori scientifici incorso. Ad esempio nell'agosto 2016 unteam internazionale di scienziati ha ri-portato la notizia della scoperta di Pro-xima B, esopianeta simile alla Terra,classificato come “potenzialmente abi-tabile”. Ma mai prima d’ora però, ha di-chiarato Gillon, “erano stati scoperticosì tanti pianeti simili a questi, orbi-tanti tutti intorno alla stessa stella”.

NNaassaa,, ssccooppeerrttoo uunn ssiisstteemmaa ssoollaarreeccoonn 77 ppiiaanneettii ssiimmiillii aallllaa TTeerrrraa

Si chiama Trappist-1 ed è stato svelato attraverso una ricerca, coordinata dall'università diLiegi. In tre dei pianeti scoperti ci sarebbero le condizioni ambientali per ospitare la vita

Inseminazione choc in OlandaIn 26 fecondate con lo sperma sbagliato

Cityweek 23 Tempo libero

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L’uomo potrebbe soprav-vivere a un’estinzione dimassa come quella che haannientato i dinosauri del-l’Era Mesozoica? Questosconcertante interrogativosarà a breve sulla bocca ditutti i napoletani. Per avereuna risposta, basta chiedere achi di estinzioni se ne in-tende, come i paleontologi e artisti che - a partire dallo studio dei fos-sili - hanno riportato “in vita” i “Dinosauri in Carne e Ossa” nella Ri-serva WWF degli Astroni. La mostra evento a tema preistorico che ilcrescente successo di pubblico in tutta Italia ha trasformato in un veroe proprio cult approda finalmente a Napoli in una veste affascinanteconfezionata su misura: oltre 6 chilometri di percorso in una natura in-contaminata e i suggestivi interni della Torre Borbonica per ammirarele ricostruzioni a grandezza naturale di una quarantina di animaliestinti tra cui dinosauri iconici come il temibile T-rex e il gigantescoDiplodoco. “Con questa edizione napoletana di Dinosauri in Carne eOssa ospitata da WWF abbiamo scelto di focalizzare la mostra sul temadell’estinzione, proponendolo nell’itinerario di visita, nell’attività di-dattica e negli eventi”, spiega uno dei curatori, Simone Maganuco, pa-leontologo riconosciuto a livello internazionale che ha firmato anchele ultime ricerche su Scipionyx, il cucciolo di dinosauro campano me-glio noto con il soprannome di “Ciro”. “Puntando su un allestimentospettacolare in un contesto spettacolare, vogliamo coinvolgere i visi-tatori con un intrattenimento di qualità, appassionandoli alla Scienza,alla paleontologia e alla storia della Vita in tutte le sue forme”.Dal 4marzo al 5 novembre, grazie alla mostra realizzata da GeoModel conla collaborazione di WWF Oasi e promossa dall’Associazione Pale-ontologica A.P.P.I., sarà possibile scoprire perché i dinosauri si sonoestinti, nonché comprendere la dinamica evolutiva adattamento/estin-zione e la necessità di tenerne conto anche oggi nell’approccio del-l’uomo verso la natura.“Una mostra di tale portata non può che avereobiettivi ambiziosi”, ha aggiunto Antonio Canu, presidente di WWFOasi. “Tra questi ci preme sottolineare il contatto dei bambini conl’Oasi WWF Cratere degli Astroni, un vero e proprio gioiello naturalea due passi dal centro città. Sarà l’occasione per molti di loro per sco-prire una realtà nuova di cui Napoli può vantarsi”. La mostra è apertail venerdì pomeriggio dalle 14 alle 18,30 (con chiusura delle bigliet-terie alle 16,30), il sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 18,30 (conchiusura delle biglietterie alle 16,30). Per gruppi e scolaresche è visi-tabile tutti i giorni, ma è necessaria la prenotazione al numero 08118909684.Per Fabrizio Canonico, direttore della riserva naturale Cra-tere degli Astroni, “c’è da essere molto fieri di poter proporre una mo-stra del genere, alla quale teniamo molto per la sua importante propo-sta culturale e per l’ulteriore valorizzazione della Riserva. Come OasiWWF degli Astroni abbiamo fortemente voluto questo evento: osser-vare dinosauri così realistici in un cratere vulcanico selvaggio generasuggestioni davvero uniche”.

Caratterizzato da colori e schiamazzi, ilcarnevale è considerata la festa dell'allegriaper eccellenza. Uomini di ogni ceto socialesi recano a balli in maschera e sfilate va-riopinte, cercando di liberare la fantasia edi catturare un po' di felicità. Lo scherzo"vale" ed il commercio che vi è connessoraggiunge il suo apice; vengono acqui-stati vestiti e maschere da indossare soloper qualche giorno, prodotti alimentaritradizionali e ogni genere di gadget perl’occasione. Poi, come ogni sempre, ri-mangono soltanto piazze e strade da ripu-lire. Certamente non è facile indagare sulleorigini di una festa come il carnevale, lecui tracce storiche nessuno ha potuto ovoluto realmente conservare. Non è pos-sibile nemmeno fare luce sui diversiaspetti che ne caratterizzano i festeggia-menti, in quanto, nel corso dei secoli e inrealtà geografiche diverse, il carnevale siè arricchito di sfumature sempre nuove.L'etimologia del termine "carnevale" ri-

sale, con ogni probabilità, al latino carnemlevare, espressione con cui nel Medioevosi indicava la prescrizione ecclesiastica diastenersi dal mangiare carne a partire dalprimo giorno di Quaresima, vale a dire dalgiorno successivo alla fine del carnevale,sino al "giovedì santo" prima della Pa-squa. Il carnevale infatti, nel calendario li-turgico cattolico-romano si colloca neces-sariamente tra l'Epifania (6 gennaio) e laQuaresima. Le prime testimonianze do-cumentarie del carnevale risalgono adepoca medievale (sin dall'VIII sec. ca.) eparlano di una festa caratterizzata da uno

sregolato godimento di cibi, bevande epiaceri sensuali. Per tutto il periodo si sov-vertiva l'ordine sociale vigente e si scam-biavano i ruoli soliti, nascondendo la vec-chia identità dietro delle maschere. Ifesteggiamenti culminavano solitamentecon il processo, la condanna, la lettura deltestamento, la morte e il funerale di un fan-toccio, che rappresentava allo stessotempo sia il sovrano di un auspicato e maipago mondo di "cuccagna", sia il caproespiatorio dei mali dell'anno passato. Lafine violenta del fantoccio poneva termineal periodo degli sfrenati festeggiamenti ecostituiva un augurio per il nuovo anno incorso. Nelle varie manifestazioni carne-valesche è possibile individuare un deno-minatore comune: la propiziazione e il

rinnovamento della fecondità, in partico-lare della terra, attraverso l'esorcismo dellamorte. Il periodo carnevalesco coincidepiù o meno con l'inizio dell'anno agricolo,un chiaro indizio che permette di collegaredirettamente il carnevale alle feste grechedi impronta dionisiaca (le feste in onore diDionisio, dio greco del vino, caratterizzatedal raggiungimento di uno stato di eb-brezza ed esaltazione entusiastica, che sfo-ciavano in vere e proprie orge), e a quelleromane dei Saturnali (solenne festa reli-giosa, che si celebrava in onore del dio Sa-turno e durante la quale si tenevano ceri-monie religiose di carattere sfrenato eorgiastico, che prevedevano tra l'altro latemporanea sospensione del rapportoservo-padrone).

In occasione del Carnevale, domenica febbraio a partiredalle ore 10.30, i Servizi educativi del museo MADRE pro-pongono Carnevale@MADRE_mascherarsi ad arte, un la-boratorio didattico per famiglie inserito nel ciclo Famiglia

MADRE, in cui i genitori e figli, assistiti dagli operatori di-dattici del museo, potranno avvicinarsi alle pratiche e ai lin-guaggi della contemporaneità, esplorando le opere dellacollezione site-specific. Ispirandosi ad esse, al termine dellavisita adulti e bambini potranno realizzare insieme ma-schere e accessori da indossare, per celebrare il Carnevaletrasformandosi in "opere d’arte animate". Per chi avrà voglia di condividere la propria esperienza sui

social network l’hashtag dedicato è #FamigliaMADRE.In-gresso al museo gratuito Partecipazione gratuita fino adesaurimento posti con prenotazione telefonica obbligatoriaal numero 081.19313016 (lunedì-domenica ore 10:00 -19:00)

Preistoria 2.0: Dinosauri in cittàLa mostra evento cult a Napoli dal 4 marzo al 5 novembre

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Sono aperti in queste settimane, i CCAASSTTIINNGG presso la sede di

FFrreeee MMooddeellss AAggeennccyya Napoli, in via Crispi 121 Si selezionano volti nuovi

(fotomodelle/i, indossatrici/ori)Per fissare un appuntamento invia una mail a [email protected] chiama al n. 081 2457458

sabato 25 febbraio 2017

AA CCaarrnneevvaallee ““ooggnnii sscchheerrzzoo vvaallee””ee iill ccoommmmeerrcciioo vvoollaaLa festa dell’allegria per eccellenza: impennata nella vendita di maschere e vestiti peri travestimenti, prodotti alimentari per le tradizionali pietanze e di gadget di ogni genere

L’appuntamento

Mascherarsi ad arte, Laboratorio per famiglieal Museo MADRE di Napoli

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