per la proprietà della villa e dell’area mercato aversa ... · architetto marco cicala e tale...
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N. 6 | ANNO XX | 2 APRILE 2017 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com
Scuola, addio alla mensa per quest’anno (si spera)
Compostaggio domestico, altro incredibile rinvio
“Il Magnifico”festeggia i 25 annidi attività
Il giallo della lapidedell’Annunziata
Il Sindaco ha offerto il caffé a chi lo arrestava
Via De Nicola,auto vandalizzate
Guardie Zoofile, ci pensa FareAmbiente
E “Striscia” arrivòdal Comandante
1998 - 2017: ventesimo anno di pubblicazione
Aversa contro CarinaroPer la proprietà della villa e dell’area mercato
Il Sagliano (s)vendePalazzo
Franchini
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Addio mensa per quest’anno (si spera)
E “Striscia” arrivò dal Comandante
In via De Nicola automobilivandalizzate
Le scuole garantisconola sicurezza degli studenti?
Una Reggia a misura di bambino
Il “Fermi” premiale eccellenze
Ad Aversa si festeggial’Addolorata
PERIODICO DI CULTURA VARIADELL’AGRO AVERSANO
A DISTRIBUZIONE GRATUITA
Anno XX n° 6 - 2 Aprile 2017
Direttore ResponsabileGiuseppe Lettieri
Direttore EditorialeNicola De Chiara
Consulente di RedazioneGiuseppe Cristiano
Coordinamento EditorialeVito Faenza
Segreteria di RedazioneRaffaele De Chiara
Garante dei LettoriFranco Terracciano
EditoreAssociazione Dimensione Cultura
Piazza Municipio, 22Aversa
Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V.
al n. 514 del 17.11.1998
RedazioneVia Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510
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Afragola (Na)
SOMMARIO10
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De Cristofaro, i magistratifaranno chiarezza
di Giuseppe Lettieri
AVERSA
LA POLEMICA
CRONACA
L’INTERVENTO
L’EVENTO
SCUOLA
DIOCESI
nerosubiancoaversa.com
Nero su Bianco
L’Editoriale
La notizia dell’arresto del sindaco di Aversa, l’architetto Domenico (noto ai più come Enrico) de
Cristofaro, ha sconvolto la città che ormai da più di due settimane si trova senza il primo cittadino eletto, e l’am-ministrazione è affidata al vicesindaco, la giovanissima Federica Turco, che ha assunto il ruolo di facente funzioni. Le accuse mosse dalla magistratura al Sindaco non riguardano il suo operato di amministratore pubblico, ma nella qualità di professionista e presidente dell’Ordine degli Architetti della Pro-vincia di Caserta. Adesso noi non ci pronunciamo, non facciamo come hanno fatto in tanti, soprattutto sui social network, facebook in primis, schierandoci tra gli innocen-tisti o tra i colpevolisti. Condanniamo certamente i commenti denigratori, offensivi, e addirittura volgari, segno dei tempi e del populismo dilagante, e dal punto di vista umano auspichiamo, perché in queste vicende bisogna esser garantisti, che la vicenda si concluda quanto prima, facendo chiarezza sulla estraneità ai fatti contestati dai giudici al nostro sindaco. Ebbene sì, il nostro Sindaco, perché qualunque sia lo schieramento politico e l’ideologia politica del cittadino, sia simpatico o meno, il Sindaco è e deve essere il Sindaco di tutti. Un nuovo commissariamento sarebbe davvero cosa infausta per Aversa. I commissari
di governo solitamente paralizzano l’attività amministrativa, limitandosi davvero all’ordinario. Così si rischia di perder fondi (a volte succede con i po-litici, ma con i commissari è quasi una certezza!) importanti e di bloccare la città. Mentre leggete queste righe già ci saranno delle novità sulla vicenda, che ovviamente, non avendo una sfera di cristallo o poteri divinatori, non possia-mo anticipare nulla di ciò che accadrà. Ma un interrogativo ce lo siamo posti in questi giorni o lo giriamo anche a voi lettori. Se de Cristofaro è colpevole per la giustizia italiana, pagherà. Ma se è innocente chi paga?
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PRIMO PIANO
L’oggetto del contendere la proprietà della villa e della zona fiera
Le due aree assegnate dal demanio alla città di Aversa ma utilizzate dai carinaresi. Per continuare il mercato del sabato Guarino chiede a Carinaro 5000 euro al giorno
Aversa chiede “dazio” a Carinaro per il mercato
Comune di Aversa contro Comune di Carinaro in una vicenda che è molto più intricata di quanto
sembra.Con il passaggio dei beni demaniali inutilizzati ai Comuni nei cui territori ricadono, il Comune di Aversa si è visto assegnare la proprietà di due aree che, pur essendo territorialmente aversane, sono da tempo immemorabile utilizzate dai carinaresi. Si tratta della villa co-munale di Carinaro e dell’attiguo suolo sul quale si tiene la fiera settimanale del sabato. Nell’ambito di un accordo per continuare ad utilizzare l’area della fiera settimanale, il comandante della polizia
w Livia Fattore
La grande area di proprietà di Aversa e vissuta dai carinaresi
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PRIMO PIANO
municipale Stefano Guarino,dopo essersi rivolto alla concessionaria del servizio di riscossione della tassa di occupazione di suolo pubblico, ha quantificato il costo in cinquemila euro per ogni giornata di occupazione del suolo in questione. Una somma ritenuta insostenibile dalla sindaca Annamaria Dell’Aprovitola alla quale non è rimasto altro che decidere di trasferire la fiera in un’altra zona, causando una rivolta tra i carinaresi e le forze di opposizione. In particolare, l’ex sindaco Mario Masi ha chiesto che si convochi al più presto una
A Dell’Aprovitola non resta che trasferire la fiera tra la protesta dei carinaresi e delle forzedi opposizione
conferenza dei servizi tra i due Comuni per verificare se c’è la possibilità che Carinaro di continuare a usufruire di quell’area in maniera gratuita. La vicen-da del suolo della fiera ha, però, portato alla ribalta anche quella dell’attigua villa comunale di Carinaro. Dall’ufficio tecnico di quest’ultimo ente, da quanto è dato sapere, sarebbe stato comunicato agli uffici del comune di Aversa che non sarebbero stati più disponibili a curare e manutenere la villa comunale compor-tando spese che portavano migliorie ad un terreno che non rientra nel territorio del comune di Carinaro. Insomma, una diatriba nata per una gestione mera-mente tecnico-burocratica della vicenda che potrebbe, però, risolversi se ad affrontarla saranno le Amministrazioni, gli esponenti politici, anche se Aversa, in questo momento, sta vivendo, a livello politico, una situazione partico-lare. “Molti - affermano i consiglieri di opposizione a Carinaro - sono i cittadini e soprattutto i commercianti che sono in stato di agitazione per lo spettro non solo del possibile spostamento della fiera settimanale ma della pertinenza dei beni fino a qualche mese fa gestiti da Carinaro. Se il tutto corrispondesse al vero, in un batter d’occhio la cittadi-nanza verrebbe privata di una parte di territorio che è pur vero che fa parte del Comune normanno ma che da sempre è considerato Carinarese”.
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PRIMO PIANO
Quando leggerete queste note, il Riesame si sarà già espresso sul nostro Sindaco
Per dovere di cronaca dobbiamo dire che a suo carico non c’è solo la “segnalazione” fatta per i due amici elettricisti ma diverse altre richieste a Mario Martinelli
De Cristofaro tra l’incuboe i telegrammi di solidarietà
Quando leggerete queste note, il Riesame si sarà già espresso sulla posizione del Sindaco
di Aversa, Enrico De Cristofaro. E noi confidiamo oche per lui l’incubo sia già finito.Per dovere di cronaca dobbiamo dire che non c’è solo la “segnalazione” fatta per far lavorare due elettricisti amici nella Casa dello Studente ad Aversa, ma anche altro a carico del sindaco Enrico De Cristofaro nell’ordinanza che ha portato all’arresto di 69 persone. Spulciando le corpose carte processuali, infatti, accanto all’accanimento con il quale cerca di far lavorare gli elettricisti in questione, ricordandolo a piè sospinto all’imprenditore Mario Martinelli, tanto da decidere di essere presente al loro primo incontro, sembrerebbe esserci altro. “Numerose ulteriori conversazioni intercettate sulla citata utenza telefonica in uso al Martinelli Mario - si legge a pagina 205 dell’ordinanza - avvalorava-no ulteriori scambi di favori tra Mario Martinelli ed Enrico De Cristofaro che chiedeva al Martinelli di fornirgli beni per uso personale, nel caso di specie piante ornamentali, nonché di poter far lavorare, per conto del Martinelli, soggetti da lui segnalati ovvero tali architetto Marco Cicala e tale Salvatore De Chiara. Entrambi, a quanto pare, dovrebbero essere architetti, con il secondo che, fino a prova contraria, è solo omonimo del portavoce del primo cittadino.E ancora: “Si è detto che il De Cristofa-ro, provvedeva ad inviare alla stazione unica appaltante vari nominativi, tra questi non vi è dubbio che il nominativo gradito a Mario Martinelli fosse quello
w Nicola Rosselli
Enrico De Cristofaro
Per i PM gravi indizi di turbativa d’asta sono in capo al Sindaco che è stato sospeso nelle sue funzioni dal Prefetto di Caserta. Ma noi rinnoviamo i nostri auguri al Sindaco
di Nicola D’Ovidio; i legami di costui con Mario Martinelli e con Guglielmo La Regina (i registi della vicenda secon-do l’accusa, ndr) emergono con eviden-za nella disamina delle gare d’appalto indette dal Comune di Riardo, e che lui sia il nominativo richiesto dagli indagati per la composizione di una commissione compiacente si desume in modo inequi-voco dal fatto che proprio il D’Ovidio è l’unico, tra i nominativi segnalati dal De Cristofaro, che viene nominato dal Borrelli a comporre la Commissione
giudicatrice. Ciò integra i gravi indizi della turbativa d’asta in capo non solo al De Cristofaro, ma anche al D’Ovidio”. Queste, in pratica le accuse contestate al Sindaco, sospeso, di Aversa, questi i fatti che avrebbe concretiz-zato. Circostanze che, ovviamente, vanno contestualizzate e per le quali auguriamo al Sindaco di poterne di-mostrare l’estraneità.
De Cristofaro si è visto anche rimettere il mandato da uno dei suoi due legali, l’avvocato Giovanni Cantelli, al quale il Sindaco aveva chiesto di lasciare la difesa di altri coimputati, per difenderlo in esclusiva. Ad affiancare l’avvocato Filippo Trofino è stato chiamato l’av-vocato Alfonso Quarto. Da segnalare che la famiglia ha fatto appello a tutti gli amici più vicini affinché inviassero a De Cristofaro telegrammi di solidarietà per non farlo sentire solo. Il Gip quando emana un provvedimento di custodia cautelare in carcere prima della celebrazione del processo “presup-pone” una possibile condanna all’esito del giudizio. Il Riesame o Tribunale della Libertà opera una nuova e succes-siva valutazione, verificando la sussi-stenza dei “gravi indizi di colpevolezza” e verifica la sussistenza delle esigenze che giustificano la misura restrittiva in relazione alla persona dell’indagato/imputato (pericolo di fuga, pericolo di inquinamento delle prove, pericolo di reiterazione delle condotte delittuose). Perciò confidiamo che De Cristofaro possa essere rimesso in libertà
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Vi raccontiamo le giornate dell’arresto e quelle trascorse nel carcere di De Cristofaro
Il Sindaco ha offerto il caffé a chi lo arrestava
PRIMO PIANO
Malgrado la gravità del mo-mento, sin dall’arresto, il primo cittadino aversano de
Cristofaro ha saputo mantenere una notevole forza d’animo ed una tempra combattiva per affrontare le accuse, in merito alle quali si proclama con decisione innocente. Già gli attimi dell’arresto sono stati a tratti confusi, quando nella notte tra il 14 ed il 15 marzo due finanzieri in bor-ghese hanno bussato alla porta di casa, il Sindaco ha esitato a lungo prima di aprire, temendo in un primo momento che si trattasse di rapinatori. I finanzieri sono rimasti a lungo sul pianerottolo prima di poter entrare, mentre i fami-liari del sindaco, comprensibilmente spaventati, hanno allertato la polizia Il carcere di S. Maria Capua Vetere dove è custodito De Cristofaro
w Lello Ponticelli
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PRIMO PIANO
Il municipio di Aversa
convinti che si trattasse di un tentativo di rapina, solo poco prima delle 6.00 del mattino le fiamme gialle hanno potuto accedere per notificare lo stato di fermo a de Cristofaro, mentre un’auto della polizia stazionava in piazza Trieste e Trento assieme ad alcuni amici di fa-miglia, tutti allertati nella convinzione di dover fronteggiare l’intrusione di malviventi. Quando la situazione si è fatta più chiara, passato lo smarrimento iniziale, il Sindaco ha ripreso pronta-mente il suo consueto spirito cordiale, offrendo, finanche, personalmente il caffè al bar sotto casa ai due finanzieri che lo stavano arrestando e intratte-nendosi a conversare con loro prima di essere trasferito presso il comando di Aversa della Guardia di Finanza. Qui de Cristofaro è rimasto per tutta la mattinata del 15 marzo, circondato dalla vicinanza di molti amministratori comunali che si sono recati sul posto per comprendere quanto stesse acca-dendo. Neanche le settimane trascorse nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ne hanno fiaccato lo spirito, da subito ha iniziato a studiare i docu-menti dell’accusa, partendo dalle oltre 1500 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata del Gip Colucci, pre-
parandosi ad affrontare l’interrogatorio di garanzia nel quale ha respinto ogni addebito, negando sia di aver preso de-naro, sia di aver indirizzato in qualche l’aggiudicazione dell’appalto Adisu, dimostrando, carte alla mano, che non è stato neanche presente al momento della designazione dei professionisti da parte dell’Ordine degli Architetti di Caserta. Chi ha avuto modo di incontrarlo du-rante i colloqui l’ha trovato piuttosto bene, in buona salute, deciso e convinto di poter dimostrare la propria innocen-za. Nel carcere di Santa Maria Capua vetere, dopo i primi giorni di isolamen-to, divide la cella con un ergastolano calabrese, con il quale ha stabilito un buon rapporto di convivenza, partecipa all’ora d’aria e trascorre le sue giornate tra lo studio degli atti del procedimento che lo riguardano e la lettura dei nume-rosissimi messaggi di solidarietà che gli arrivano dagli aversani. I consiglieri di maggioranza, dopo aver licenziato il comunicato di solidarietà, hanno evitato qualunque altra esternazione o commento sulla vicenda, attendendo la pronuncia del tribunale della Libertà sull’istanza di scarcerazione, che arri-verà quando noi saremo già in stampa.
Divide la cella con un ergastolano calabrese, partecipa all’ora d’aria e trascorre le giornatetra lo studio degli atti dell’accusa e la lettura dei messaggi che gli arrivano
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AVERSA
La Stazione Unica Appaltante revoca l’affidamento ...non ancora partito
La Turco si cosparge il capo di ceneri e ha ragione: la colpa è stata del Commissario Prefettizio. Ma Aversa fa tutto il possibile per averne di nuovo uno!
Addio mensa per quest’anno (si spera)
w Nicola Rosselli
Gli studenti aversani e le loro famiglie possono dire addio al servizio di mensa scolastica
per l’anno in corso. E’ stata, revocata, infatti, dalla Stazione Unica Appaltante di Caserta la decisione di affidare il servizio di mensa scolastica alla società Mediterranea. La decisione sarebbe ve-nuta a seguito di alcuni controlli formali che avrebbero portato la Sua a decidere la revoca per carenza di una serie di requisiti. Ma una pronuncia sull’argo-mento non vi è stata.“La Stazione Unica Appaltante ha attiva-to il procedimento di revoca del decreto Addio mensa scolastica!
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AVERSA
di aggiudicazione privo di efficacia rife-rito alla gara sulla refezione scolastica. Purtroppo, - ha dichiarato l’assessore alla Pubblica Istruzione nonché Sindaco facente funzione stante l’arresto di En-rico De Cristofaro - la Stazione Unica Appaltante ci ha comunicato solo che entro 30 giorni si chiuderà questo pro-cedimento senza chiarirci altro. Siamo arrabbiati e presenteremo tutte le nostre rimostranze alla Stazione Unica Appal-tante dato che eravamo pronti a partire con il servizio di refezione scolastica”. La responsabilità del ritardato inizio della mensa scolastica non è dell’am-ministrazione in carica ma conseguenza della mancata attivazione, in tempo uti-le, dell’iter burocratico necessario per effettuare la gara per l’affidamento del servizio per i prossimi tre anni, essendo scaduto l’affidamento precedente. Una gara che doveva essere effettuata, per legge, dalla Stazione Unica Appaltante essendo di un importo superiore ai 2 mi-lioni di euro, quindi ben più alto dei 40 mila euro che consentono l’affidamento tramite gara effettuata dal Comune. L’attuale Amministrazione Comunale, già 4 giorni dopo l’ufficializzazione della nomina della giunta, avvenuta il 25 luglio, si è preoccupata di avviare l’i-ter per trasmettere gli atti necessari alla Stazione Unica Appaltante che solo il 12 settembre ha effettuato la pubblicazione del bando di gara scaduto il 21 ottobre. Tre giorni dopo, il 24 ottobre, si è avuta l’apertura delle buste e l’affidamento della servizio è avvenuto nel mese di febbraio. “Quella di oggi – ha detto Fe-derica Turco – è stata l’ennesima doccia fredda. La Stazione Unica Appaltante stava completando l’iter burocratico per darci l’ok per l’avvio del servizio ed invece di darci una buona notizia, si è limitata a dirci che c’è qualcosa che non va e che ha attivato il procedimento di revoca del decreto di aggiudicazione della gara sulla refezione scolastica”. E conclude Turco: “Mi scuso davvero per quanti hanno dormito nella precedente gestione commissariale e per le man-canze della Stazione Unica Appaltante. Noi come Amministrazione Comunale subiamo questo disagio così come tutti i genitori, gli alunni ed i docenti delle scuole comunali che purtroppo ancora non hanno visto l’avvio di questo ser-vizio”.
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Abbiamo incontrato la responsabile dell’Igiene Urbana nell’Esecutivo Di Aversa
Criticata per i provvedimenti inerenti le “adozioni” delle aree verdi, ha le ideechiare anche se fi nora sembra aver prodotto ben poco
Chi vuole maleall’Assessora?
L’INTERVISTA
Adozione degli spazi verdi. Dopo il provvedimento della Giunta che ha dato il via alla cura del
verde in città anche con l’ausilio di privati e commercianti è successo il pu-tiferio. Eppure se i titolari del “Drengot” e “Tendenze di Savana” hanno detto sì è perché le aree verdi antistanti i propri locali avevano bisogno di una cura che dal pubblico non era stata evidentemente assicurata. “Vorrei che la piazzetta fosse pulita. Si trova davanti al mio locale. È sempre sporca. Il Comune purtroppo non riesce a fare tutto” ci ha, infatti, detto Rodolfo Vitale, il proprietario del “Drengot”.
w Martina Melino A parlarci più approfonditamente della questione è l’Asssessore all’Am-biente del Comune di Aversa, Tiziana D’Aniello: “Nella Commissione Statuto è in discussione un regolamento per l’adozione senza scopo di lucro delle aree verdi. Qualsiasi cittadino può final-mente prendersi cura di un’area facendone richiesta al Comune. In due delibere di Tiziana D’Aniello
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L’INTERVISTA
Giunta abbiamo dato un’accelerazione a questo processo. Credo che se i cittadini chiedono qualcosa, visto che la politica e la burocrazia hanno tempi abbastanza lunghi, noi dobbiamo dare una risposta. Il nostro provvedimento è nel pieno rispetto di quello che è il Regolamento in lavorazione. Perderemo almeno altri tre mesi, prima che il regolamento sia approvato definitvamente. Abbiamo un problema abbastanza forte, quello economico. Non è stato, infatti, ancora approvato il bilancio. Non abbiamo grandi fondi. Far collaborare i cittadini, su un discorso così importante, risolve due problemi fondamentali: la gestione delle aree verdi e la sensibilizzazione sull’ambiente. Sono convinta che con tutto il verde che c’è gli Aversani non aspettano altro. Si stipula un vero è pro-prio contratto. Non è una cosa nuova. Esiste già da tempo in molte città d’Ita-lia. Il tempo di adozione è variabile, dai sei mesi in poi. Si può poi decidere, poi, se rinnovare il contratto”. L’assessore, molto appassionata sull’ar-gomento, continua: “Fondamentali saranno i controlli. Se le aree adottate non sono trattate degnamente può esserci la revoca dell’adozione. Ho ben specificato che quest’attività deve
ed il dirigente Serpico invierà tutto alla Stazione Appaltante per iniziare l’iter. In quanto al contratto con la ditta, esso scade il 15 aprile.Molti sono i progetti in cantiere. Dob-biamo vedere quanto la cittadinanza ci suggerisce e quanto noi rispondiamo alla suddetta. Abbiamo bisogno di mettere in campo una serie di azioni nel breve e nel lungo periodo. Siamo un’Amministrazione che viene da un momento non felice dal punto di vista economico, per cui dobbiamo fare i conti con quello che abbiamo ma al contempo non dobbiamo distrarci da quello che ci può arrivare dall’Europa e dalla Regione. Sono in programma una serie di adozioni. Raccolte fondi per poter realizzare una mobilità soste-nibile. Stiamo facendo la richiesta per il compostaggio in prossimità e per quello domestico. Quest’ultimo non ancora vagliato in Commissione Statuto, ma potrebbe comportare, per coloro che aderiscono, una detrazione dalla tassa dei rifiuti del 20 per cento. Siamo partiti con una campagna di comunicazione sull’educazione ambientale, sul riciclo e su quando possa essere utile differenzia-re”. Siamo civili, m anteniamo la nostra città pulita!
Molti i progetti in cantiere. Ma il vero banco di prova resta il rinnovo del servizio di Igiene Urbana per il quale dice: “Ci siamo mossi e siamo nelle fasi fi nali”
essere esente da ogni scopo di lucro. Non siamo in grado con le sole nostre forze comunali, ma insieme ai cittadini possiamo fare risvegliare la primavera ad Aversa”. Ed in risposta alle critiche, l’assessore risponde così: “Lo schema del contratto di adozione non è stato an-cora approvato dal Consiglio comunale, è vero. La Giunta è intervenuta per il momento nell’iter oggi messo in campo dall’ufficio Verde. Le tipologie, tra l’altro, non sono in contrasto con quello che sarà il regolamento che dovrà essere approvato dal Consiglio comunale”. Ma queste non sono le uniche tematiche di-scusse insieme all’assessore: “Ci siamo già mossi per l’appalto del servizio di igiene urbana. Siamo nelle fasi finale
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AVERSA
Il Regolamento che avrebbe permesso ai cittadini di smaltire rifiuti e risparmiare sulla bolletta dei rifiuti deve ritornare in Commissione Ambiente. Dilettanti!
w Antonio Arduino
Il 6 ottobre 2016 il Comune di Aversa, ne dava notizia alla stampa, aveva approntato un nuovo regolamento
per il compostaggio domestico. Una pratica finalizzata all’auto-smaltimento della frazione organica dei rifiuti che i cittadini differenziano. Con il compostaggio domestico sarebbe stato possibile trasformare in concime rifiuti e scarti di cucina, sfalci da giardino, rifiuti alimentari prodotti da nuclei domestici e da ristoranti raccolti in modo differenziato. Per conseguire l’obiettivo il Comune di Aversa si sarebbe dotato di compostiere da mettere a disposizione dei cittadini che ne avessero fatta richiesta cosicchè, aderendo al progetto, avrebbero potuto smaltire autonomamente una parte dei propri rifiuti, riducendo l’impegno comunale, e quindi la spesa dell’Ente nei confronti della ditta incaricata dell’Igiene Urbana, ottenendone anche un vantaggio economico personale im-mediato perché tutti gli iscritti ai ruoli Tari avrebbero potuto godere di uno sconto del venti per cento sulla tassa sui rifiuti. Sarebbe bastato che l’assessore all’Am-biente del Comune di Aversa, Tiziana D’Aniello, avesse presentato all’appro-vazione del Consiglio comunale quel Regolamento per dare il via al progetto che, naturalmente, sarebbe stato sotto-posto a controllo per verificarne la cor-retta applicazione da parte dei cittadini aderenti al programma di compostaggio domestico. Ad oggi le compostiere ci sono e sono ben 500, conservate in un deposito co-munale, ma il Regolamento ancora non è stato approvato dal Consiglio comu-
nale non essendo stato portata in assise la sua discussione per la conseguente deliberazione. La ragione è legata alla necessità di effettuare una modifica per cui dovrà tornare in Commissione Ambiente, es-sere reinviato alla Commissione Statuto
e solo allora, se non vi saranno ulteriori modifiche, potrà andare in Consiglio per l’eventuale approvazione. Intanto, le compostiere, acquistate all’epoca del commissario straordinario Ruffo con appositi fondi regionali, resteranno a marcire in un deposito, dove le condizioni di conservazione potrebbero essere tali da danneggiarle. Possibile che sia questo il modo di amministrare la città? Ovviamente la domanda è rivolta a tutti i componenti dell’amministrazione, maggioranza e minoranza, perchè in tutte le Commis-sioni comunali sono presenti i rappre-sentanti dei due schieramenti, Possibile che tutte queste teste pensanti, alle quali gli eletttori hanno dato fiducia, non sia-no capaci di redigere un Regolamento in modo tale che la Commissione Statuto lo approvi senza modifiche? Chi parla di dilettanti allo sbaraglio dovrebbe chiedere: dove sono i professionisti?
Una compostiera domestica
Sono state acquistate 500 compostiere e sono conservate in un deposito comunale!
Compostaggio domestico,altro incredibile rinvio
Le compostiere, acquistate dal commissario Ruffo con fondi regionali, resteranno a marcire in un deposito, col rischio di non essere più utilizzabili
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Parcheggiatori abusivi, Luca Abete non si arrende
Stefano Guarino non ha potuto fare altro che dichiarare: “Possiamo sequestrare il ricavato se colto sul fatto ed applicare una sanzione che spesso resta inevasa”
E “Striscia” arrivòdal Comandante!
w Antonio Arduino
LA POLEMICA
Continuano ad essere sotto i riflettori di “Striscia la Notiza” i parcheggiatori abusivi di
Aversa. Così dopo averne denunciata la presenza in un servizio andato in onda a febbraio sottolineando l’assenza della Polizia Municipale l’equipe di Luca Abete è tornata sul tema. Questa volta lo ha fatto raggiungendo l’ufficio del comandante del corpo Ste-fano Guarino per chiedere spiegazioni. Anche se sono arrivati a sorpresa si è trattato di un incontro cordiale quello avuto nella mattinata del 23 marzo, tra le ore 10 e le 10 e 30, dal comandante della polizia municipale con l’inviato di Striscia la Notizia. La pigna di Luca Abete
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Il parcheggiatore abusivo intervistato dal Tg satirico di Canale Cinque sarebbe stato denunciato ben dodicivolte di fila. Incredibile!
LA POLEMICA
Un confronto chiarificatore sulla presenza di pacheggiatori abusivi e del comportamento delle forze dell’ordine messo in atto per combattere questo fenomeno. Che, come avrebbe il con-dizionale è d’obbligo essendo l’intervi-sta avvauta a porte chiuse) evidenziato il comandante Guarino, è nazionale perchè favorito anche dalla legislazione che non fornisce ai tutori dell’ordine le
armi necessarie per stroncarlo. “Quello che possiamo fare - avrebbe ricordato a Luca Abete il comandante dei caschi bianchi normanni, Stefano Guarino - è sequestare il ricavato della azione ille-gale, se l’abusivo è preso sul fatto, ed applicare una sanzione amministrativa che, però, resta inevasa se l’abusivo è un nulla tenente”. Ma Guarino ha detto di più. “In alcuni casi, ma solo per cittadini non residenti ad Aversa, abbiamo provveduto - avrebbe aggiunto - a disporre il foglio di via che potrebbe essere seguito dall’arresto se non venisse rispettato ma nulla di più”. “Naturalmente de-nunciamo gli abusivi se vengono colti sul fatto” - avrebbe precisato ad Abete sottolineando che quello ‘intervistato’ è stato denunciato ben dodici volte, senza ottenere alcun risultato definito a causa delle norme vigenti in materia. Affermazioni corredate dai verbali relativi a periodi anteriori all’arrivo di “Striscia la Notizia” che il tenente colonnello avrebbe mostrato a Luca Abete nel corso dell’intervista conclusa con la consegna della classica pigna. L’intervista completa al comandante Stefano Guarino sarà presto in onda su tg satirico di canale Cinque. Ed Aversa continuerà a subire le conseguenze della piaga dei parcheggiatori abusivi.
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LA STORIA
La Cassazione: è punibile solo se si trasforma in una vera e propria estorsione
“Se avessi un lavoro non farei questo”, afferma un parcheggiatore abusivo che ci ha raccontato la sua storia. Ma la legge gli consente questo e altro
L’esercizio abusivo di parcheggiatore non è reato
Salvo il caso che si trasformi in vera e propria estorsione, l’esercizio abusivo dell’attività
di parcheggiatore non è reato. anche se ci si avvale di altre persone. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza 15936/2013 che ha affermato che l’attività di parcheggiatore abusivo non è punibile come reato, ma soltanto con la sanzione amministrativa stabilita dal Codice della Strada che va da 765 a 3076 euro. Un provvedimento che, quasi sempre, non sortisce gli effetti desiderati perché chi si improvvisa guardiamacchine risulta, molto spesso, nullatenente, con
w Antonio Arduino
Il servizio di “Striscia la Notizia”
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LA STORIA
la inevitabile conseguenza che la multa non viene pagata ma viene iscritta dai Comuni nei propri bilanci, creando squilibri di casa reale e virtuale, cosic-ché l’attività di parcheggiatore abusivo è da considerare un’ azione illegale che vessa i cittadini e danneggia i comuni. Questo è quanto dice la legge che non dice, però, perchè si diventa parcheg-giatore abusivo. “Se avessi un lavoro non farei questo”, afferma un parcheg-
giatore abusivo che ci ha raccontato la sua storia. “Prima mi arrangiavo in altre maniere e ne ho passate di brutte finendo in carcere e cedendo alla droga. Tre anni fa, passando per questa zona, ho visto
quante automobili e mi sono improv-visato parcheggiatore. Da allora sono pulito”. “Certo, so che la mia attività è illegale ma non chiedo denaro perché se lo facessi - spiega - potrei essere accusa-to di estorsione e tornare in carcere, così se chi parcheggia mi da spontaneamente una mancia la prendo se no grazie lo stesso. Il mio motto è educazione e cortesia”. “In pratica - continua - la mia è stata una scelta obbligata perchè anche cercandolo non trovo lavoro e devo mantenere la mia famiglia. Ho due bambini, rispettivamente di 7 anni e nove mesi ai quali bada mia moglie, io devo portare a casa qualche cosa e facendo il parcheggiatore abusivo riesco
a guadagnare circa 20 euro al giorno”. “Sono pochi lo so ma - aggiunge - riesco ad incasare qualche altro euro distri-buemdo volantini pubblicitari, quando trovo chi me li affida”. “Certo se lo Stato, il Comune e le istutizioni ci des-sero una mano a trovare lavoro non farei l’abusivo che - sottolinea - è una attività umiliante perchè si devono sopportare tante cose da parte degli automobilisti che non sempre sono generosi o bene-voli con noi e spesso ci mandano a quel paese considerandoci dei delinquenti inseriti nel giro della malavita”. “Ma - afferma ancora - sbagliano. Per quanto ne so ad Aversa non c’è alcuna organiz-zazione che lucra su di noi. Ciascuno si è scelta la zona in cui lavorare e nessuno ci viene a chiedere il pizzo anche perché considerando i nostri incassi pretendere il pizzo sarebbe come spogliare Gesù crocefisso”. Considerando le possibilità offerte dalla legge chi vede il parcheggiatore abusivo come un “problema” ha solo due modi per affrontarlo e risolverlo: non dare alcuna mancia o, se pressato, denuncia-re l’autore dalla richiesta alle autorità conpetenti considerando che tale com-portamento può essere inquadrato nel reato di estorsione.
L’attività di parcheggiatore abusivo non è punibile come reato, ma soltanto con la sanzione stabilita dal Codice della Strada che va da 765 a 3076 euro
Il parcheggiatore intervistato
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CRONACA
Non bastano i tanti atti di microcriminalità ed i furti negli appartamenti
La città è ormai preda di delinquenti senza limiti. Quello che è accaduto in via De Nicola il giorno della festa del papà ne è la prova. Cittadini disarmati e scoraggiati!
In via De Nicola automobili vandalizzate
Domenica 19 marzo, un’amara sorpresa attendeva i residenti di via De Nicola ad Aversa.
Andiamo subito a raccontare i fatti: sono state vandalizzate sei o sette auto, tutte in sosta nella suddetta strada. Le auto parcheggiate, tutte di proprietà dei residenti di questa strada, sono state danneggiate all’inverosimile: vetri e lunotti rotti, oltre al danno di aver aspor-tato vari oggetti contenuti nelle auto. I vandali-ladri non si sono limitati a rompere solo uno specchietto per poter aprire le auto e asportare eventuali oggetti di valore (ma non c’era nulla Le auto devastate in via De Nicola
w Donato Liotto
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CRONACA
di tutto ciò!), hanno voluto infierire massacrando le autovetture. I vetri delle portiere, degli sportelli dei vani bagagli, sono andati in frantumi: un dispetto gratuito e senza alcuna cognizione o giustificazione per tale atto. I proprietari delle auto danneggiate e non solo, ma tutti i residenti di via De Nicola, sono scesi in strada e, dopo aver preso coscienza del grave atto vanda-lico, non hanno potuto fare altro che, allertare le forze dell’ordine. La Polizia Municipale è intervenuta con tempismo. Ora, la riflessione nasce spontanea: Aversa, la nostra città, è fatta oggetto da tempo di tanti eventi delittuosi, e non solo per questi reati cosiddetti minori, soprattutto tanti furti negli appartamenti e, va detto, questi avvengono in qualsiasi ora del giorno, poi rapine, scippi e, chi più ne ha ne metta. La domanda è: ma si può vivere così? I residenti di via De Nicola e delle strade attigue, da tempo ormai, lamentano gravi carenze in merito alla messa in sicurezza della zona. Da tempo subiscono questi atti vandalici sia nella strada citata sia all’interno dei parchi prospicenti l’area citata. Da tempo accadono in questa zona furti negli appartamenti, una zona presa di mira da malintenzionati, i quali senza ritegno e senza alcuna remora o timore alcuno tengono sotto pressione intere famiglie. Difatti è troppa la paura che il prossimo evento delittuoso possa capitare a uno di loro. Lasciare le abitazione da sole è diventato un incubo e, per questo, un componente della famiglia rimane in casa a fare da “guardiano” Ormai, anche questo reato è divenuto “rito comune” e non dovrebbe essere così. I residenti di questa zona chiedono che nella strada in questione e non solo vengano installate delle telecamere al più presto. Sicuramente l’installazione delle telecamere potrebbe rappresente-rebbe un deterrente per i malintenzio-nati. I cittadini di via De Nicola non chiedono altro che veder garantita la propria sicurezza e quella delle proprie famiglie prima che accada qualcosa di molto più grave. Il 19 marzo 2017, il giorno della festa del papà e di San Giuseppe, un giorno davvero difficile e da dimenticare per i residenti di via De Nicola che, va ricordato, si trova ad Aversa.
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L’INTERVENTO
Nelle strutture scolastiche “comunali” sembra proprio che la sicurezza sia un optional
Dimostriamo la nostra tesi con tre osservazioni: numero di alunni,antincendio e certificazione di idonietà igienico-sanitaria
Le scuole garantiscono la sicurezza degli studenti?
Dopo aver toccato con mano i problemi di sicurezza esistenti nel Secondo Circolo Didattico
e nell’Istituto Comprensivo “Gaetano Parente”, ci siamo chiesti se le strutture scolastiche cittadine, di competenza co-munale, garantiscano la sicurezza degli studenti, ragazzi di età compresa tra i 3-4 anni e i 12-13 anni. La risposta è no, in quelle strutture scolastiche sembra proprio che la sicurezza sia un optional. Senza voler entrare nei dettagli relativi ai singoli plessi scolastici bastano tre ossevazioni per dimostrare la tesi. La prima è relativa al numero degli alunni
w Antonio Arduino
Estintore ..scaduto e, a lato, certificato “provvisorio” di agibilità
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ospitati nelle singole classi diventate, in molti casi, dei veri e propri pollai, per l’alto numero di allievi che conten-gono, disattendendo il testo unico 297 del 1994, che si riferisce alla efficacia didattica e alla sicurezza antincendio in cui, è detto esplicitamente “non è pos-sibile accettare più iscrizioni di quante non ne consenta lo spazio delle aule”, e l’articolo 5 dell’allegato 1 al d.m. del 26 agosto 1992 che individua il parametro 26 persone/aula per determinare “il
‘massimo affollamento’ ipotizzabile sui piani e complessivamente nell’edificio scolastico al fine della conformazione, in caso di emergenza, delle vie d’esodo per la messa in sicurezza del personale”. Una indicazione che imporrebbe ai
dirigenti la collocazione delle classi all’interno dell’edificio tenendo conto dell’affollamento complessivo che si determina in ogni piano, con riferi-mento al ‘massimo affollamento’ con la conseguenza che, qualora gli alunni siano superiori alle 26 unità, il dirigente dovrebbe avere cura di collocare sullo stesso piano classi meno numerose in modo da assicurare la media di 26 persone per classe. Fanno eccezione alla regola le classi in cui sono presenti allievi con handicap dove il numero non può superare il li-mite di 20, massimo 22 unità, purché ve
ne sia una ragione motivata in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili. La seconda osservazione è relativa alla certificazione antincendio che, sembra, mancare in tutte le scuole comunali, tant’è che gli estintori destinati ad essere usati in caso di emergenza non vengono controllati dal settembre 2015. Di conseguenza all’occorrenza potrebbero, usiamo il condizionale per amor di patria, non funzionare. Terza ed ultima osservazione è la certifica-zione di idoneità igienico-sanitaria che deve essere rilasciata, dietro controllo, dall’azienda sanitaria, indispensabile per dare inizio alle attività scolatiche, che manca in quasi tutte le scuole ed è stata sostituita da una certificazione provvisoria rilasciata dal Sindaco che è scaduta da tempo perchè valida solo 60 giorni. Possibile che con queste carenze si possa parlare di scuole sicure? Se poi aggiungiamo le altre presenti nei singoli plessi viene naturale chiedere se per parlarne dovremo aspettare che si verifichi una emergenza. In quel caso, i politici di turno, invece di fare mea culpa, cercheranno responsabili e responsabilità.
L’INTERVENTO
Possibile che con queste carenze si possa parlare di scuole sicure? Ma ad Aversa i responsabili e le responsabilità si cercano solo di fronte a una emergenza
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Il sindaco Enrico De Cristofaro era stato arrestato da poche ore ed un gruppo, anzi gruppetto, di sprovve-
duti suoi pretoriani stava architettando un modo per togliere la delega di vice sindaco a Federica Turco di “Noi Aversani”, per non dare a questi ultimi (da sempre invisi a buona parte della coalizione) l’importantissimo ruolo di traghettatore dell’Amministarzione. Non faremo nomi, sebbene a noi noti, ma più che di sprovveduti si tratta di veri e propri asini, considerato il ruolo (assessori e consiglieri comunali) e considerato che ignorano che l’unico a poter revocare quella delega poteva essere solo il Sindaco, almeno sino a quando non è giunta la sospensione da parte del prefetto di Caserta.
POLITICA
Paolo Santulli passa nel Pd. La Turco si mantiene stretta la “delega” di Sindaco
Il centrosinistra si rafforzae il centrodestra si sgretolaw Nicola Rosselli Un atto che, a nostro
avviso, oltre che assurdo perché alza il livello del conflitto interno a livelli impensabili, soprattutto, evidenzia una mancanza di rispetto verso la situazione del primo cittadino che era in carcere da poche ore.Sulla vicenda da segnalare una presa di posizione del presidente del consiglio comunale Augusto Bi-sceglia di Forza Aversa: “Siamo in un momento particolare dopo le vicende giudiziarie di questi giorni e non abbiamo né tempo né voglia di correre dietro ai pettegolezzi di chi ci vuole divisi, litigiosi ed intenti in chissà quale manovra Paolo Santulli
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POLITICA
politica. Personalmente non ho parte-cipato ad alcuna riunione per revocare la delega di vice Sindaco per affidarla ad un altro assessore. A nessuno né io, né altri in mia presenza hanno chiesto alcuna delucidazione in tal senso. Per senso di responsabilità, andiamo avanti con l’ordinaria amministrazione nel rispetto del mandato ricevuto e siamo convinti nel più breve tempo possibile verrà fatta chiarezza”. A dimostrazione che qualcosa sembra essersi rotto nel meccanismo ammi-nistrativo c’è la diserzione dei capi-gruppo di maggioranza della riunione convocata per discutere su contratto di igiene urbana e bilancio. Ad essere presenti, guarda caso, Nico Nobis di Noi Aversani e Mario Tozzi di Alleanza per Aversa, i due movimenti che, di fatto, sono più lontani dalle posizioni del Sindaco. Insomma, quali che siano i rapporti all’interno della coalizione di liste civiche di centrodestra, l’obiettivo attuale, in attesa di conoscere il futuro giudiziario del primo cittadino, è quello di andare avanti cercando di assicurare alla città, come è giusto che sia, un’am-ministrazione che sia pronta a fare fronte alle scadenze impellenti quali bilancio programmatico 2017, con-
tratto di igiene urbana, partecipazione all’Area Vasta dei Comuni Aversani, l’ennesimo ritardo nell’avvio della mensa scolastica.
IL CENTROSINISTRA SI RINFORZA
Sul fronte opposto, nel centrosinistra, c’è da registrare il passaggio di Paolo Santulli, ex parlamentare centrista, al Partito Democratico. Una scelta che, a detta di molti, sarà la prima di una serie di riposizionamenti in vista di una pos-sibile nuova chiamata alle urne per gli aversani come conseguenza di quanto sta
avvenendo in questi giorni. “L’adesione dell’onorevole Paolo Santulli al gruppo consiliare del Partito democratico - ha dichirato il capogruppo consiliare dei democratici Marco Villano. è il naturale epilogo di un confronto avviato già nei mesi scorsi e concretizzatosi con una proficua collaborazione in consiglio comunale che ha portato ad avere una visione comune nella quotidiana azione di opposizione all’amministrazione comunale in carica. L’adesione, che è stata già concertata con il commissario provinciale del partito, il senatore Franco Mirabelli, verrà ufficializzata nel corso di una conferenza stampa. Con Santulli c’è piena e totale sintonia e rappresenterà un valore aggiunto per l’azione del gruppo consiliare”.
SVANISCE IL SOGNO DI UN CENTRODESTRA UNITO
Mentre il centrosinistra si rafforza, sembra essere svanita, almeno per il momento, la possibilità di vedere nuo-vamente riunite ad Aversa le diverse anime di Forza Italia, tenuto conto che il nuovo coordinatore provinciale
Sembra essere svanita, almeno per il momento, la possibilità di vedere nuovamente riunite ad Aversa le diverse anime di Forza Italia, tenuto conto che Zinzi è coordinatore provinciale
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POLITICA
Giampiero Zinzi era stato uno dei mas-simi sponsor di questa maggioranza, nonostante la presenza di un candidato a sindaco di Fi. Quest’ultima (attual-mente all’opposizione) avrebbe dovuto unirsi con Forza Aversa, Aversa Futura e Aversa Domani per dare vita ad un unico grande gruppo consiliare.
M5S: DIMETTIAMOCI TUTTI E NUOVE ELEZIONI SUBITO
Il Consiglio comunale tutto deve dimettersi per andare subito a nuove elezioni. A chiederlo il M5S della città normanna, dopo l’arresto del sindaco Enrico De Cristofaro. “Aversa, città già in gravissime difficoltà, - si legge in una nota - ha ricevuto dalla recenti vicende, un colpo durissimo da cui sarà veramente difficile riprendersi. La situazione penale è un argomento che non ci interessa. Non vogliamo e non possiamo tenerne conto. Quello invece su cui noi, Movimento 5 Stelle di Aver-sa, abbiamo un posizione chiara è che la vicenda ha un risvolto e una gravità politica senza pari”. I grillini compiono anche un’analisi storica e continuano: “A distanza di
venti anni dal blitz del 1996 che portò all’arresto di politici di spicco di Aversa e provincia, in pratica la decapitazione di un’intera classe politica, tutto ritorna e la temperie sociale, culturale e politi-ca non è mutata. I fatti delineano un si-stema in cui è aggrovigliata la società in tutte le sue rappresentazioni. L’aria che si respira nelle nostre zone, è sempre la stessa, una specie di maledizione da cui
sembra non si possa o non si voglia uscire. Aversa e l’Agro hanno bisogno di una rinascita morale, un capovolgimento a 180 gradi del modo di essere, di pensare e di percepire la realtà”. Scontata, di conse-guenza, la conclusio-ne dei Cinque Stelle normanni: “Noi riteniamo di dover dare un segnale forte in tal senso. Dobbiamo trovare il coraggio per evitare a questa martoriata città dal glorioso
passato, ma dal triste presente, di non aver alcun futuro. Si chiede uno scatto di orgoglio per uscire da tutto questo. Al di là dell’appartenenza politica e di ogni calcolo di convenienza relativa, il Consiglio Comunale tutto dovrebbe dimettersi. Unico modo per ridurre al minimo l’incertezza e la stasi politica, potendo ritornare in tempi brevi a nuo-ve elezioni”.
Federica Turco
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di VITO FAENZA
La camorra? Non esiste!
La camorra? Non esiste! O, se c’è, è un fenomeno marginale, non ha più potere a Napoli e in
Campania, è praticamente scomparsa. Nel 1975 la prima Commissione di inchiesta sul fenomeno mafioso con-segna al Parlamento la sua relazione conclusiva. Nella parte dedicata alla camorra poche frasi, quelle che ho sintetizzato prima. Il presidente della sottocommissione che si occupava della criminalità organizzata campana era il defunto Francesco Patriarca, che dopo essere stato anche Sottosegretario, e per tredici anni in Parlamento, prima di morire (nel 2007) è stato condannato in via definitiva a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. “Ciccio a’ promessa” come lo avevano soprannominato nel suo paese natale, Gragnano, dunque aveva diretto la Commissione che doveva indagare sulla camorra, avendo rapporti con la camorra stessa.La vicenda del senatore scomparso dieci anni fa mi è venuta in mente leggendo le dichiarazioni sull’inchiesta “The Queen” e relativa agli “incensurati” che vi sono coinvolti. Io spero vivamente che possano tutti dimostrare la propria estraneità rispetto ai reati che vengono loro contestati. Tra l’altro non è la prima volta che i magi-strati sbagliano nelle loro decisioni. E’ accaduto con Stefano Graziano e può accadere ancora. Ma non posso fare a meno di notare come ci sia una sostan-ziale negazione dell’area grigia che alla camorra in questi decenni ha dato forza e vigore. Se non sono questi i colletti bianchi che hanno spalleggiato alcune imprese legate a Zagaria, ce ne saranno altri. La negazione diventa ridicola nel caso di Agnelli. Parla con un esponente della ‘Ndragheta, lo riferisce pure al suo avvocato e poi lo dimentica. Così il difensore del mafioso davanti al gip dice che ci sono decine di incontri
dichiarazioni del Direttore generale della federazione calcio ho capito. Mafia, ‘ndrangheta, camorra e sacra corona unita non esistono. Falcone, Borsellino, don Diana, Pio La Torre, e tanti altri come loro sono morti suicidi. Gli attentati al 904, ai via dei Georgofili, sono invenzioni dei media. Poi la droga: l’hascisc la vendono i Carabinieri, la marujana la polizia penitenziaria, mentre finanza e polizia si dividono il mercato delle anfetamine e della cocaina. Non solo, i furti in casa li commettono gli inquilini. E le estorsioni sono fandonie. E che dire dei giornalisti uccisi o minacciati? Sono dei mitomani. E i magistrati che rischiano la pelle? Invenzioni anche queste. Poi, le mille vittime innocenti della malavita sono nomi falsi.L’ho messa sullo scherzo perché altri-menti mi viene da piangere. Certamente non tutti gli accusati sono colpevoli, ma cerchiamo almeno di essere seri e di non negare l’innegabile. Altrimenti fra qualche anno qualcuno scoprirà che anche ai giorni nostri c’è stato qualcuno che ha brigato come Francesco Patriarca per affermare che la camorra non esiste.
Spero che i coinvolti dimostrino la loro innocenza. Ma non posso non notare la sostanziale negazione dell’area grigia che alla camorra ha dato forza e vigore in questi anni
fra Agnelli e il suo assistito, ma visto che né Agnelli e neppure i suoi collabo-ratori sono imputati, anche il suo difeso è un signore perbene. Siete convinti che se non si chiamava Agnelli, non sarebbe finito sotto processo? Io sono convinto che se, invece di essere un Agnelli, fosse stato un normale Rossi o Bianchi sarebbe finito davanti al gip insieme al galantuomo del suo amico al quale ce-deva, contro le norme federali, biglietti e abbonamenti.A questo punto e dopo le scandalose
Fiato sospeso per le decisioni sui coinvolti nell’inchiesta “The Queen”
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miomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomio di Giuseppe Chiatto
La Treccani, Bufalino
e gli arrivisti
DSM di S. Cipriano, un piccolo paradiso
Una forbice drammaticamente ampia grava su Caserta, Terra di Lavoro, sulla Terra dei Fuo-
chi, come se non esistessero realtà con risorse ammirevoli o bilanci positivi! Diventa allora, utile segnalare la realtà del Dipartimento di Salute Mentale di San Cipriano d’Aversa che, nel giro di poco meno di un anno, è diventato un centro all’avanguardia nonostante il deficit di personale. Ha ridotto di oltre il 70 per cento i ricoveri obbligatori (TSO). Questo tipo di trattamento costa all’ASL 500 euro al giorno. Ha dato vigore all’assistenza infermieristica do-miciliare, risparmiando il 6 per cento sui farmaci nonostante i pazienti aumentati.Ridotte le liste d’attesa, velocizzate in maniera incisiva le prenotazioni, con canali ulteriormente preferenziali e reali in casi urgenti! A suo favore e onore si contano ben 9598 prestazioni in poco meno di un anno. per un totale di 7500
pazienti su un territorio di 11 Comuni. Non parole ma fatti dimostrabili. E come se non bastasse vi è il ripristino delle fiale domiciliari e un coraggioso ambulatorio di medicina alternativa ovvero Cromopuntura per la piccola psichiatria (attacchi di panico, insonnia, cefalee). Questo ambulatorio è il primo in Italia e chi lo rende operativo lo fa a puro titolo gratuito! Inoltre è presente
un laboratorio di cucina, di pittura, il cineforum settimanale, non solo per l’intrattenimento, ma per la cura del paziente attraverso attività ludiche, che favoriscono la serenità e l’autosuffi-cienza. Un bilancio, dunque, estrema-mente e orgogliosamente positivo, che è diventata sfida per il responsabile della struttura dott. Roberto Buoninconti e per il direttore del D.S.M. dott. Luigi Carizzone che, da alto professionista, partecipa concretamente a tali attività, improvvisandosi persino “batterista”, la qual cosa fa sorridere gli stolti, gli sfaticati, ma inorgoglisce chi vuol svol-gere il proprio lavoro con una visione ad ampio spettro, facendo tesoro delle lunghe esperienze maturate nel campo. A questo team di bravissimi medici, infermieri, assistenti sociali, educatori, amministrativi l’augurio di un ulteriore buon lavoro.
Enrica Cristiano
Oggi potrei trattare diversi argo-menti interessanti, praticamente i tanti episodi che sono avvenuti
nella nostra città in questo periodo, ma non lo faccio, per due motivi. Uno è perché non mi piace parlare e scrivere quando non ho elementi sufficienti per esaustivi approfondimenti, e, in secon-do luogo, perché è opportuno che vi parli di un argomento che è di attualità. Non faccio specifici riferimenti, la mia riflessione è generale, ma serve a capire il comportamento di alcuni soggetti. L’argomento che voglio trattare oggi è quello degli arrivisti. Apro, come mio solito, il dizionario della Treccani e trovo la parola arrivista: “Chi ha come movente principale della sua attività l’ambizione di raggiungere qualcosa (una posizione politica e sociale, la ricchezza, ecc.), e non ha perciò troppi scrupoli nell’agire. Da non confondere con l’ambizioso, che, sempre nel vocabolario Treccani, è descritto come colui che ha il desiderio di eccellere e, in
base a ciò, aspira a migliorare la propria posizione sociale o professionale. Par-liamoci chiaro, chi al giorno d’oggi non è ambizioso? Sempre un bene essere ambiziosi, anche se non deve essere una voglia smodata e incontrollata, se no, come diceva Oscar Wilde, diventa il ri-
fugio dei falliti. Il nostro paese purtrop-po è disseminato non di ambiziosi ma bensì di arrivisti, cioè di quelle persone che pur di raggiungere un obbiettivo fanno di tutto, calpestando anche i di-ritti degli altri. Ovviamente una volta raggiunto il potere (politico o sociale) vanno per giocoforza sotto i riflettori, e si sa, sotto i riflettori finiscono gli attori, le persone sincere le trovi sempre al buio. Ecco perché il noto scrittore, poeta e aforista siciliano Gesualdo Bufalino coniò una bella massima : “In un mondo di arrivisti buona regola è non partire”. Secondo altri giustizia e potere non pos-sono coincidere, in quanto la giustizia per realizzarsi, si mette contro i poteri. Gesualdo Bufalino aveva ragione sugli arrivisti, il potere apre le porte a tante opportunità, ma qualche volta apra anche le porte di qualche istituto...giudiziario, quelle porte che non auguro a nessuno di oltrepassare, perché hanno un difetto, si chiudono e sono apribili solo dall’esterno.
Una seduta di cromopuntura
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Storico anniversario per Adele, Dino e Noemi Caputo
Tanti amici il 20 marzo 2017 con i titolari dello storico locale: ristorante, pub, enoteca e birreria, ma anche eventi nello splendido scenario de “Il Magnifico Garden”
“Il Magnifico” festeggiai 25 anni di attività
w Nicola De Chiara
Venticinque anni ma non li dimostra. “Il Magnifico” ha festeggiato il 20 marzo 2017
il suo compleanno. Non li dimostra perché la passione di Adele, Dino e Noemi è quella del primo giorno. Tre unità, Insider, Outsider e Garden, grill ristorant, osteria, pub, enoteca e birreria fanno de “Il Magnifico” una grande realtà nel mondo della somministrazione nell’Agro aversano. “La nostra famiglia - ci dice Adele Caputo - da generazioni lavora in questo settore”. I nonni, Raffaele e Adelina, inventarono, all’inizio del Novecento, la storica “Casina Rossa” ai Regi Lagni, una trattoria con la tipica cucina a carboni. E i genitori, Sabatino e Rosaria, diedero vita nel 1969 al bar, poi pub, dal quale nascerà, il 18 marzo del 1992, “Il Magnifico”, nella storica sede di via Roma a Teverola. Alla festa de “Il Magnifico” c’erano tanti amici e c’era anche NerosuBianco per immortalare un anniversario storico per la famiglia Caputo. “L’accoglienza riservata a Magnifico” nel 1992 fu bella - continua Adele. Tanti giovani, ma anche persone di una certa età. Entravano, non ci si conoscevano, in un locale nuovo che offriva pietanze ma anche musica e intrattenimento. “Il Magnifico” rappresenta la nostra vita, i nostri sogni. E’ qualcosa in cui abbiamo sempre creduto. E’ qualcosa in cui ti metti continuamente in discussione. Ci rappresenta, rappresenta la mia famiglia, è un viaggio che dura da una vita. Noi lavoriamo con dedizione e con amore. Non è solo il sipario, c’è un dietro le quinte ugualmente importante, forse più importante, nel quale riversiamo
sacrifici, coraggio, emozioni. E’ un lavoro straordinario, il nostro, perché ti permette l’incontro, l’incontro con la gente e questo ci fa crescere molto, ogni giorno. Non è solo portare loro la pietanza che possa piacere o non piacere, ma incontrare e confrontarsi ogni sera con nuove vite, nuovi amici, nuove esperienze, in questa grande casa che dà anche amore e ascolto. Ho pianto con loro. Per noi non esistono i clienti, ci sono gli amici. E’ qualcosa che va altre il ristorante, va molto oltre”. E
quando gli chiediamo di parlare delle loro specialità Adele dice: “La nostra è una cucina classico-napoletana, i sapori sono partenopei. Col, tempo è cambiato il modo di presentarli”. Gli fa eco Dino: “Siamo specializzati nel trattamento dei pani, con cinquanta pietanze lavorate con pani rigorosamente fatti a mano. Ma abbiamo anche una vastissima scelta di carni provenienti da ogni parte del mondo, circa 700 tipologie di birre, 500 di vino e 300 di distillati”. Il 10 marzo del 2008 nasce “Il Magnifico Garden”, dove Adele, Dino e Noemi danno vita agli eventi: comunioni, battesimi, lauree, matrimoni. Ma “Il Magnifico Garden” non è solo cerimonie: è aperto tutte le sere, per gustare le prelibatezze di casa Caputo in un luogo incantevole. “Chi devo ringraziare? conclude Adele. Innanzitutto Dio, senza il quale nulla è possibile, Ringrazio mamma e papà per i valori che ci hanno trasferito e poi noi tutti per il coraggio e la forza con cui alimentiamo ogni giorno un sogno che continua”.
LA FESTA
La storia della famiglia Caputo, dalla “Casina Rossa” ai Regi Lagni,all’inizio del Novecento,al “Moulin Rouge”di Teverola nel 1982, fino ad arrivare a “Il Magnifico” di oggi
I 25 anni de “Il Magnifico”
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L’EVENTO
Inaugurato a Caserta il primo Baby Pit Stop Unicef della Campania
Grazie alla collaborazione tra Unicef, Direttore della Reggia e l’Asl uno spazio per l’allattamento e il cambio del pannolino in un grande museo quale è la Reggia
Una Reggia a misura di bambino
w Geppino De Angelis
Reggia vanvitelliana che si presenta, per illuminata scelta del suo direttore, quale museo aperto a tutti, anche ai piccoli, e come patrimonio inestimabile di ciascuno di noi. L’inaugurazione ha visto, per volontà della presidente Emilia Narciso, il pro-tagonismo dei bambini, per l’esattezza 100, in rappresentanza di tutti i bambini campani. A loro sono stati affidati la presentazione dell’evento e l’intratte-nimento musicale: i suoni, i rumori, i ritmi dei tamburi, l’abilità degli sban-dieratori, il volteggiare delle girandole simbolo della giornata, la musica colta di Cimarosa e Iommelli e una coppia di ragazzi in abiti d’epoca che, da perfetti padroni di casa, salutavano tutti, anche i numerosissimi visitatori, hanno scan-dito il ritmo della giornata. Al termine della cerimonia inaugurale, avvenuta alla presenza del Presidente del Con-siglio Regionale Rosa D’Amelio, del Presidente del Tribunale di Napoli Nord, Elisabetta Garzo, e dell’Assesso-re all’istruzione del Comune di Caserta, Daniela Borrelli, in rappresentanza del
Un otto marzo speciale quello festeggiato quest’anno nella Reggia di Caserta: la giornata
ideale per inaugurare il primo Baby Pit Stop (BPS) Unicef della Campania. Dopo la Toscana, il Lazio, il Veneto, il Piemonte, le Marche, anche la Campa-nia si dota di uno spazio attrezzato per l’allattamento e il cambio del pannolino in un’area di un grande museo quale è la Reggia di Caserta. Nella saletta attigua alla prima Retro-stanza dell’Ottocento, nei pressi della Sala del Trono, le mamme troveranno una confortevole stanza: un fasciatoio, uno scaldabiberon, due comode pol-trone, una libreria, dei tavolini (arredi questi messi a disposizione da Ikea), consentiranno in piena privacy un “ve-loce” cambio del pannolino e il “pieno” di latte, specialmente quello materno, ritenuto da Unicef e dall’OMS alimento insostituibile per la salute del bambino. E proprio nell’ambito della tutela del diritto alla salute, diritto sancito dall’art. 24 della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che si colloca il Baby Pit Stop, inserito nel Programma Unicef “Ospedali e Comu-nità amici dei bambini”. Il BPT Unicef di Caserta nasce da una virtuosa colla-borazione tra Unicef, nella persona di Emilia Narciso, presidente del Comitato provinciale, la Direzione della Reggia, nella persona del direttore Mauro Felicori e dell’ASL di Caserta, nella persona di Arcangelo Correra, direttore sanitario. Ogni istituzione ha fatto la sua parte affinché gesti così naturali come sono la cura e l’allattamento dei piccoli, potessero trovare decoro in un contesto così prestigioso quale è, appunto, la
Sindaco Carlo Marino, i piccoli si sono trasferiti nelle Regie Caval-lerizze dove hanno partecipato ad interessanti laboratori didattici sui giochi di Corte, sulle manovre di disostruzione pediatriche e sulla produzione della mozzarel-la. Partner d’eccezione, infatti, è stato il Consorzio della Tutela della Mozzarella DOP che al ter-mine della mattinata ha offerto ad adulti e bambini un lauto pranzo preparato da due chef stellati: Rosanna Marziale e Giuseppe Daddio. Il Baby Pit Stop Unicef di Caserta è il risultato di un in-stancabile lavoro posto in essere da Emilia Narciso: ci ha creduto,
si è spesa oltre ogni dire e ci è riuscita, dimostrando ancora una volta che, come ha sottolineato Felicori, l’Unicef di Caserta incide fortemente sul territorio sia con la sua capillare presenza nelle scuole a sostegno delle attività educative nell’ambito del Progetto “Educazione alla sviluppo”, che nella società, con la promozione di iniziative tese a diffon-dere e tutelare i diritti di tutti i minori dei quali la Convenzione Onu è la mas-sima espressione. Nei 14 anni della sua presidenza l’Unicef è stata sempre in prima linea nella difesa dei diritti di chi, perché piccolo, non ha voce né potere per affermare il suo valore di persona. L’Unicef c’è, e con lei ci sono anche le scuole alle quali va un particolare ringraziamento per tutto il lavoro fin qui svolto. “Un particolare plauso alle scuole presenti in rappresentanza di tutte quelle di ogni ordine e grado della provincia, ha concluso Emilia Narciso, grazie ragazzi per averci dimostrato, ancora una volta, che bisogna avere fiducia nel futuro, se esso è promettente quanto lo siete voi”.
Foto di gruppo con Felicori
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Sindaco di Cantù ...ma ci faccia il piacere!
Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani. La famosa frase, dopo oltre 150 dall’Unità d’Italia, ci
sembra più che mai attuale, in stretta connessione con le frasi del presidente del Napoli, De Laurentis, che all’indo-mani della sconfitta in Coppa Italia con la Juventus, in riferimento a quello che avevano scritto alcuni giornali “nordi-sti”, ebbe a dichiarare “Odiano Napoli e i napoletani”. Come se non bastassero i cori beceri che si levano contro di noi in tutti gli stadi del Nord e quanto scrivono certi giornali del settentrione, nei giorni scorsi, forse in cerca di pubblicità gratuita (che fa sempre …brodo quando le offese sono rivolte a Napoli e ai napoletani) ci si è messo anche il Sindaco di Cantù, un pa-esino brianzolo famoso solo per la pro-duzione dei mobili. Sul suo sito il primo cittadino di Cantù ha postato frasi come “Napoli è una fogna infernale, una città
clientelare, sporca, mafiosa, incivile, parassitaria, corrotta”, tanto per riporta-re solo alcune delle rozze offese rivolte a Napoli e ai napoletani, provocando, oltre alla querela annunciata dal sindaco De Magistris, polemiche e legittime reazioni a non finire. Se si può passare
sulle offese di certi tifosi e di certi giornali “nordisti”, certamente non si può passare sul modo di esprimersi di una figura istituzionale qual è il Sindaco di una città, piccola o grande che sia, come lo è quella di Cantù. Intervistato da Radio Kiss Kiss, il Sinda-co ha tentato in tutti i modi di difendersi, arrampicandosi sugli specchi, affermando tra l’altro che “Napoli è l’imma-gine perfetta per la sostanza del Paese di cui è parte, come dire che tutta l’italia è
una fogna infernale. A noi non resta, in chiusura, che salutare il Sindaco di Cantù con una sonora …pernacchia, resa immortale dall’indimenticabile Eduardo De Filippo nel film (se non erriamo) “ L’oro di Napoli”.
Geppino De Angelis
Il Sindaco di Cantù
Al “Baby Pit Stop” l’istituto di Rosaria e Danila Galdieri
Le mamme dellaFroebel alla Reggia Le mamme Froebel con Felicori
Al «Baby Pit Stop» inaugurato alla Reggia di Caserta ospite d’eccezione Francesca Castelli,
la mamma di Biella allontanata due mesi fa da un ufficio pubblico, mentre stava allattando il figlio. E’ stato proprio il caso della signora Castelli ad aprire un dibattito nazionale sulla tutela e il diritto alla salute dei bambini e sulla necessità di consentire alle donne che allattano al seno, di farlo anche nei luoghi pubblici. Fra le tante scuole accorse per omaggia-re e rendersi testimoni di un evento tanto interessante anche una scuola del nostro territorio, l’Istituto Froebel di Aversa che ha partecipato alla mattinata in rosa con il suo Nido ed in rappresentanza dei nidi della Regione Campania.Una giornata all’insegna della condivi-sione e della libertà di estrinsecare la propria femminilità in una dimensione
di pace e serenità. Le mamme della Froebel si sono immediatamente adatta-te e hanno, con i loro piccoli al seguito, sfruttato la grossa opportunità che questa iniziativa dà alle mamme stesse.«Allattare al seno è un gesto semplice e naturale che tutte le mamme dovrebbero poter fare ovunque, ma che a volte ri-sulta difficile, se non proibitivo”, spiega Reniya Richardson mamma americana che da tempo vive in Italia che alla Froebel ha trovato un clima di serenità libertà ed accoglienza.“Abbiamo accolto con entusiasmo questa iniziativa – dichiarano Maria Rosaria e Danila Galdieri dirigenti dell’Istituto Froebel. Per noi è stato molto gratificante poter partecipare ad un evento tanto importante e rivoluzio-nario. Noi con la nostra scuola facciamo sempre in modo di essere in prima linea
in queste tipologie di iniziative per essere in grado di dare ai nostri bambini e alle nostre mamme condizioni di vita ed adattamento anche e soprattutto per le tante mamme straniere che si rivol-gono a noi per l’educazione dei loro bambini. E’ una iniziativa eccezionale. Anche il simbolo scelto per la gior-nata, una girandola, è estremamente significativa, essa rappresenta la spinta propositiva che ogni bambino ha nei confronti del mondo dei «grandi». Il “Baby Pit Stop Unicef” è ubicato nel-la saletta attigua alla prima Retrostanza dell’Ottocento nei pressi della Sala del Trono. Alla cerimonia, oltre ai rappre-sentanti istituzionali, hanno partecipato le mamme americane Seika Ervin, Heidi Osman, Reniya Richardson e Melanie Gimenez Warren.
Lello Ponticelli
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Il condominio in...forma! dell’avv. Maurizio Golia
In mancanza di una delibera assem-bleare che imponga limiti e divieti, ciascun condomino può usare tutto
o parte il cortile condominiale per par-cheggiare alle due seguenti condizioni: a) rispetto del diritto degli altri condo-mini di farne parimenti uso: sarebbe così illegittimo il comportamento di chi, occupi più spazi o impedisca l’accesso o l’uscita alle altre vetture; b )rispetto della destinazione d’uso. Ogni condomino può utilizzare il cortile condominiale, anche in modo più intenso degli altri: si pensi al caso di chi possiede più di un’auto e quindi occupa due spazi. Ciò però a condizione che non limiti le facoltà di godimento esercitate dai condomini, sfruttando in maniera esclusiva il bene. La nozione di pari uso deve essere compatibile con la ragionevole previsione dell’utilizzazio-
ne che in concreto ne faranno gli altri condomini. Nel caso in cui il cortile condominiale non sia sufficientemente ampio da permettere il parcheggio a tutti i condomini o se i posti auto non sono equivalenti e i condomini sono in disaccordo, sarà necessario procedere con il criterio del parcheggio a rotazio-ne, poiché assicura ad ogni condomino il massimo godimento possibile e l’u-niformità di trattamento Non è invece legittimo attribuire il parcheggio nel cortile comune secondo il criterio del valore degli appartamenti stabilito sulla base delle tabelle millesimali. Quando manca la delibera dell’assem-blea o l’accordo fra i condomini, la rego-lamentazione ben può essere domandata al giudice, il quale ha senz’altro la facol-tà di disporla con l’ausilio di un CTU. E ciò perché l’assegnazione individuale
e temporaneo dei posti auto serve soltanto a rendere più ordinato e razionale l’uso paritario della cosa comune senza determi-nare la divisione del bene (né un diritto reale non previsto dal codice). La delibera assembleare che adibisce l’area del cortile a parcheggio e assegna temporaneamente i singoli posti auto non determina la divisione del bene comune, limitandosi a renderne più or-dinato e razionale l’uso paritario, sicché essa non richiede il consenso di tutti i condomini, né attribuisce agli assegna-tari il possesso esclusivo della porzione loro assegnata.
I posti auto in condominio
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AUGURI
LAUREA
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annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti
Nell’esclusiva ed incantevole cornice del Prestige sporting club di Aversa ha festeggiato i suoi 18 anni Pierpaolo Della Vecchia. Circondato dell’affetto dei suoi cari e dei compagni di scuola. Auguri alla mamma Maria Rosaria Perfetto ed al fratello Armando.
Francesco Maria Caserta ha festeggiato lo scorso 5 marzo i suoi 19 anni. Tanti auguri da mamma Carla, da papà Gen-naro e dal fratello Antonio Maria.
Congratulazioni alla neo dottoressa Te-resa Liotto, che il 22 marzo si è laureata col massimo dei voti e lode in Economia e Management presso il dipartimento di Economia di Capua dell’Università del-la Campania “Luigi Vanvitelli”. Papà Antonio e mamma Gina, con i fratelli e le sorelle, sono orgogliosi di te.
Augurissimi al nostro amico mons. don Pasqualino De Cristoforo, rettore della chiesa di San Francesco, per il suo … ottantunesimo compleanno festeggiato lo scorso 15 marzo.
Il giorno 27 marzo la signora Dora De Chiaro ha festeggiato il suo complean-no: “Auguri a mia moglie Dora che da 12 anni riempie ogni giorno d’amore la mia vita”.
Salvatore Stabile il giorno 27 marzo ha festeggiato il suo compleanno attornia-to da amici e parenti. A lui giungano gli auguri più sinceri di una lunga e felice vita.
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Alla presenza del sottosegretario dei Beni Culturali on. Antimo Cesaro, del consigliere regio-
nale Stefano Graziano, del presidente del consiglio comunale di Aversa ed ex alunno Augusto Bisceglia, del pre-sidente del consiglio d’istituto del liceo Gennaro Caserta e di altre autorità, nel solco di una encomiabile tradizione, che va sempre più radicandosi nel contesto “Fermiano”, il liceo scientifico, diretto egregiamente da molti anni dalla ca-rissima amica Adriana Mincione, ha celebrato la “ festa delle eccellenze” quale meritato riconoscimento per gli oltre cento alunni che, a conclusione di un brillante ciclo quinquennale, hanno superato gli esami di Stato con la massi-ma votazione, venti dei quali addirittura con la lode. Un risultato che, ancora una volta, ha confermato come il “Fermi”
sia uno dei migliori istituti superiori della Campania. La cerimonia ha avuto inizio con il saluto ai convenuti da parte della preside Mincione, cui hanno fatto seguito gli interventi del sottosegretario Antimo Cesaro e dell’ex alunno del “Fermi” Marcello Messina, docente della “Columbia University” di New York. A cura degli alunni dell’istituto, è stato proiettato un interessante video sulla storia del “Fermi (sorto nel 1961 come…costola del “Cirillo” per poi diventare autonomo) negli ultimi cinque anni. Successivamente sono stati pre-sentati i progetti “Scuola Viva” e “Cross Medial” a cura del referente professor Luca Ferri. Si è preceduto, poi, alla premiazione dei venti alunni “maturi” col 100 e lode, degli alunni che si sono distinti nel progetto “peer to peer” per avere dato aiuto ai compagni in difficol-tà nella preparazione. Nel corso della cerimonia, inoltre, è stata data notizia
Premiati i “maturi” col 100 e lode, e quelli distintisi nel progetto “peer to peer”, aiutando i compagni in difficoltà
Cento alunni con il massimo dei voti all’Esame di Stao
Il “Fermi” premiale eccellenze
w Geppino De Angelis
La premiazione al “Fermi”
della costituzione della “Associazione ex alunni del Fermi” alla cui presidenza è stato eletto Antonio Cirillo, mentre per chi volesse aderire, basta cliccare sul sito: “wwwnoidel fermiaversa.it”. Que-sti, comunque, gli alunni premiati per aver superato gli esami di Stato con la massima votazione e la lode: Filomena Abate, Concetta Accongiagiofo, Alessio Benito Alterani, Giuseppe Barbato, Carla Bragliola, Giuseppe D’Anelo, Adele De Michele, Andrea della Gatta, Antonio Di Martino, Gianluca Esposito, Giustino Esposito, Alessio Pasquale Ferrante, Giuseppe Ferrara, Agostino Madonna, Raffaele Mastrangelo, Carmela Palmiero, Gennaro Puocci, Augusto Schiavo, Pasquale Vassallo e Valeria Verde che vanno uniti in un solo elogio agli auguri di un brillante futuro per i compagni che hanno superato gli esami col cento e che la tirannia dello spazio non ci consente citare.
“Fisco e scuola”, due giorni alla “Cimarosa”
L’incontro alla “Cimarosa”
Da tempo, ormai, nelle scuole cittadine e dell’Agro si stanno portando avanti progetti sulla
legalità, tesi ad inculcare nell’animo delle nuove generazioni il rispetto delle leggi, cominciando dalle piccole cose, facendo conoscere loro le funzioni delle varie istituzioni che, purtroppo, non di rado sono ignorate anche dagli adulti. In tale ottica, una riuscitissima “due-giorni” ha avuto luogo presso la scuola secondaria di primo grado “Cimarosa” di Aversa, diretta da Mario Autore. Una “ due- giorni” che ha visto impegnati gli alunni delle prime classi nel progetto “Fisco e scuola”. Gli alunni, guidati dalla referente e coordinatrice del pro-
na Marsilio, Adriana Napolitano, Pina Compagnone, Francesca D’Alessandro e dalla collaboratrice del Dirigente, prof.ssa Loredana Marchese, hanno avuto un proficuo incontro con il dr. Biagio Lauro e la dottoressa Rosalia Serra dell’Agenzia delle Entrate della nostra città, ai quali hanno illustrato i lavori prodotti, alcuni dei quali parteci-peranno alla selezione regionale, che già lo scorso anno ha vinto la “Cimarosa” premiata per la creatività. I lavori che hanno visto impegnati gli alunni (inter-vista, lapbook, ipertesto, video) hanno ricevuto il plauso dei due funzionari del e del dirigente scolastico Mario Autore.
GDA
getto, prof.ssa Grazia Corbello e dalle colleghe Maria Gabriella Anastasio, Milena Gordon, Chiara Vitale, Marian-
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L’OPINIONE
“E’ la non credibilità degli adulti - dichiara Gino Fabozzi - a spingere i giovani a commettere quelle illegalità che li porta ad un’evasione dal quotidiano”
I giovani non considerano illegali alcune azioni che violano la legge
Legambiente, un sondaggio che lascia senza parole
w Geppino De Angelis
A cosa servono i vari progetti che, da anni vengono realizzati nelle scuole italiane sul concetto
di legalità? Sono utili i vari incontri con i rappresentanti delle istituzioni o, nella maggior parte dei casi, restano solo lettera morta, considerandoli da parte dei ragazzi solo un’occasione per “saltare” alcune ore di lezione? Lo studio dei principi fondamentali della nostra costituzione riesce a far breccia nella mente delle nuove generazioni per avere futuri cittadini, inteso tale termine nel senso vero della parola, ovvero rispettosi delle regole della convivenza civile e democratica? Questi ed altri interrogativi ci sono balzati alla mente (quasi certamente a tantissime altre persone) quando nei giorni scorsi abbiamo letto sul quotidiano napoletano i risultati di un sondaggio effettuato da “Legambiente Campania” su un campione di circa duemila studenti tra i 14 ed i 19 anni appartenenti a scuole della Campania. A prescindere dalla scarsa cultura del rispetto dell’ambiente, pur affermando in linea di massima la necessità del rispetto delle leggi fondamentali, una notevole percentuale di ragazzi considera “poco illegali” o addirittura “ per niente illegali” alcuni reati che, per loro hanno scarsa rilevanza, come non pagare il biglietto sui mezzi di trasporto, il gioco d’azzardo, l’acquisto di merce falsifi cata. Dai risultati, mentre emerge fi ducia nella scuola, negli insegnanti, nelle forze dell’ordine, viene fuori una grossa sfi ducia nei partiti politici, nello Stato italiano, negli Amministratori delle città abitate dai ragazzi intervistati. Sull’intera vicenda, abbiamo ascoltato il parere del nostro amico preside Gino
Fabozzi che, avendo trascorso una vita a contatto con i ragazzi coetanei degli intervistati, ci ha rilasciato le seguenti dichiarazioni, del che lo ringraziamo. “Tra i giovani si registra la crescente tendenza a non considerare illegali alcune azioni che violano le leggi. Nel corso degli ultimi venti anni risulta notevolmente aumentato il numero dei ragazzi che giudicano ammissibili azioni come viaggiare in autobus senza pagare il biglietto, dichiarare al fi sco meno di quanto si guadagna, acquistare merce contraffatta, usare il cellulare quando si guida l’auto, imbrattare l’ambiente o parcheggiare in seconda fi la. Perché i giovani vengono spinti a certe azioni in una società che fornisce loro i più vari mezzi di svago? La risposta più frequente è che i ragazzi di oggi prendono come modelli i personaggi televisivi e dei video giochi, ed è qui lo sbaglio più grossolano, perché quei modelli non rispecchiano altro che la società attuale. Vengono poche volte considerati i luoghi frequentati e le persone che li circondano. Spesso i
troppi svaghi forniti provocano nei giovani una voglia di evadere dalle regole del quotidiano che li porta a compiere tutta una seria di azioni illegali. In questi casi vi è un forte bisogno di intervento da parte degli adulti, genitori o educatori, i quali però non sempre forniscono modelli positivi, educando i ragazzi in modo sbagliato e non seguendoli con il giusto controllo durante il percorso di crescita. I ragazzi, infatti, si pongono domande sulla
coerenza degli adulti; e la conseguente non credibilità di questi li spinge alla ribellione ed a commettere quelle illegalità che li porta ad una evasione dal quotidiano. Alcune teorie deteriori di sociologi e psicologi hanno diffuso in Italia una giustifi cazione morale che nega la responsabilità individuale. Nulla di più errato. Chi infrange le regole va ritenuto, invece, sempre responsabile delle proprie azioni e, una volta condannato, deve espiare le proprie colpe, fermo restando il dovere serio e determinato di recuperare chi sbaglia. Una cultura della legalità si sviluppa anzitutto attraverso l’educazione. Un ruolo di primo piano spetta alla scuola, che sebbene già oberata da tanti compiti, deve assumersi il compito prioritario di formare cittadini consapevoli, sviluppando il senso civico dei giovani e facendo loro comprendere come solo il rispetto delle regole permette di esercitare la libertà individuale e che soltanto il rispetto della cosa pubblica e dell’interesse generale possono garantirci una elevata qualità di vita”.
Risultati sorprendenti emersi dal sondaggio
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Voglio quest’oggi “onorare” e ricordare una persona a me molto cara, una persona che
purtroppo è venuta a mancare improv-visamente pochi giorni or sono. Si chiamava Vincenzo Lo Scalzo, aveva 67 anni, nato a Tropea in Calabria ma viveva a Roma da oltre quarant’anni. Una grande persona che non aveva “natali importanti,” non era conosciuto per essere chissà quale famoso perso-naggio, era semplicemente “Vincenzo di Tropea.” Vincenzo lo conoscevo da quasi trent’anni, per me era più che un fratello, era un uomo davvero straor-dinario e lo dico senza esagerare. La sua vita, fatta di duro lavoro, lo vedeva impegnato fin dall’alba a coltivare la “sua” amata terra: questo faceva fin da ragazzino, coltivava la terra, sistemava giardini abbandonati e, con la sua
maestria li faceva rifiorire; terrazze di cemento, fredde e senza colori, con i suoi allestimenti divenivano oasi spet-tacolari. La terra sapeva ricambiarlo, dandogli i suoi splendidi frutti. Talvolta esagerava, non riposava mai ma questo era Vincenzo, instancabile lavoratore. La sua meravigliosa famiglia, le sue figlie, Daria e Raffaella, e la dolcissi-
ma moglie Gianna Bianchi erano la sua priorità di vita. L’eccezionalità di quest’uomo era il grande altruismo verso tutti, fatta eccezione per nessuno. Chiunque avesse bisogno si rivolgeva a lui e lui: “Non c’è problema, ci penso io!”. Piccoli gesti, piccole cose che lo mostravano a tutti come una sorta di “angelo custode”. Il giorno del funerale, il 24 marzo 2017, nella chiesa c’erano centinaia di persone, tutte avevano ricevuto da Vincenzo un grande dono: la sua amicizia, l’amicizia di un “seminatore” di amore e affetto. Ne sentiranno la mancanza soprattutto le figlie e la moglie e, con loro, i generi e i nipoti. Sono certo, caro amico mio, che in Paradiso qualche Santo ti ha su-bito chiesto: “Vincenzo, hai visto questi giardini, hai visto questi terrazzi senza fiori, puoi occupartene tu?”. E che tu hai risposto: “ Non c’è problema, ci penso io”. Ciao, fratello.
Gli attori della compagnia “Hypocrites’’ si sono esibiti, presso il Lendi di Sant’Ar-
pino, nella commedia “Na muglierà cuntignosa’’ di Umberto Castaldi, tratta da una novella di Luigi Pirandello e la regia di Antonio Morra. Da queste colonne, annunciammo che lo spetta-colo vedeva sul palcoscenico tantissimi attori amatoriali e che molti di questi calcavano “le tavole” di un palcosce-nico per la prima volta. Ebbene, c’è da dire che sono stati davvero tutti bravissimi, si sono esibiti davanti alla foltissima platea con maestria, tant’è che a nessuno dei presenti è parso che sul palco ci fossero “dilettanti allo sba-raglio” semmai il contrario: sembrava di guardare attori smaliziati e con anni
“Hypocrites”, esame superato con successoevento degno di essere commentato con positività. Scroscianti applausi alla fine dello spettacolo hanno testimoniare il gradimento dei presenti. La ciliegina sulla torta, se possiamo dire, è stata la presenza di Sua Eccellenza il Vescovo Angelo Spinillo che, assieme allo scri-vente, ha voluto ricordare l’importanza della petizione da sottoscrivere a favore degli ammalati della MCS (Sensibilità Chimica Multipla) e, soprattutto a soste-nere la giovane ragazza di Aversa Adele Iavazzo, affetta da questa patologia. Dopo l’intervento del Vescovo, i sorrisi hanno lasciato il posto alla riflessione e, tutti hanno iniziato a firmare la pe-tizione on line attraverso il sito www.associazionenewdreams.it.
Donato Liotto
di esperienza alle spalle. Il merito di questo risultato va a tutti i protagonisti della compagnia ma un “cadeo” lo dobbiamo dedicare al regista Antonio Morra: grazie a lui, si è assistito a un
L’intervento del Vescovo
ADDII
Un esempio da seguire per tutte quelle persone che danno chiedendo sempre qualcosa in cambio. La terra sapeva ricambiarlo, dandogli i suoi splendidi frutti
Vogliamo onorare una persona che se n’è andata via troppo presto
Vincenzo Lo Scalzo,il seminatore d’amore
Vincenzo Lo Scalzo
w Donato Liotto
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Il primo giorno di primavera, martedì 21 marzo 2017, in occasione della “Giornata mondiale della poesia”
indetta dall’Unesco al “Mattei” di Aver-sa, la primavera è stata accolta da versi recitati dagli alunni delle classi della III e IV B dell’indirizzo tecnico turistico. A guidare i ragazzi la professoressa Patrizia Gallo. E gli alunni del corso B hanno dato voce a poesie con lo scopo di regalare emozioni ai loro compagni, richiamando sentimenti quali l’amore, la passione, l’amicizia, sogni, desideri, dando corpo a parole che troppo spesso hanno perduto il loro significato. Di-sposti nei punti strategici della scuola hanno atteso con trepidazione l’entrata
Alunni accolti con versi famosi
Il “Mattei” accoglie la primavera in versipassato indifferente. Così i versi hanno inseguito gli alunni del Mattei: “Ti odio e ti amo. Perché lo faccia, mi chiedi forse./ Non lo so, ma sento che succede e mi struggo» (Catullo); “ I ragazzi che si amano si baciano in piedi Contro le porte della notte E i passanti che pas-sano li segnano a dito Ma i ragazzi che si amano Non ci sono per nessuno…” (Prevert). Un coro di versi gioiosi, di parole che si rincorrevano, sono risuonati all’ingresso, nel cortile, sulle scale accompagnando gli studenti nel loro cammino. E per chiudere Montale: “Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale”.
Luca Faenza
di Geppino De Angelis
Napoli “città di pace” ...per i violenti
Tempo fa, se i nostri “pochi” lettori di questa rubrica ricorda-no, facemmo riferimento ad un
autogol del sindaco di Napoli che aveva chiesto il rimborso di cento euro per essersi recato a Roma a …protestare contro il commissariamento di Bagnoli. Questa volta, a nostro avviso, il nuovo autogol è vieppiù clamoroso atteso che la maggioranza consiliare alla guida della città partenopea, con l’ausilio dei “penstellati” (a proposito, cosa ne pensano di quel che si sta verificando a proposito delle primarie del loro partito a Genova?), ha bocciato un ordine del giorno di solidarietà agli agenti ed ai carabinieri feriti nei giorni scorsi in occasione degli incidenti provocati per impedire a Salvini di tenere un comizio a Napoli; mentre l’altro ordine del giorno era relativo ala costituzione di parte civile contro i responsabili di aver messo a ferro e fuoco la città, distruggendo auto private, saracinesche di negozi e chi più ne ha più ne metta. Non contenti, i fedelissimi dell’ex ma-gistrato hanno bocciato una mozione con la quale si esprimeva la più ferma
città, tra l’altro, nella quale poche centinaia di delinquenti vogliono impedire ad un Par-lamentare di parlare, indipendentemente da quale possa essere il suo giudizio di ognuno sull’operato del leader leghista? E’ democra-zia questa? Per quel che concerne, comunque, gli autogol “demagi-striani”, atteso che è
sempre valido il vecchio motto non c’è due senza tre, siamo in attesa del terzo che, siatene certi, non mancherà… Quel che sorprende è che a prescindere da ogni altra considerazione politica sull’operato della amministrazione napoletana, a reggere le sorti di Napoli c’è un ex magistrato che dovrebbe ben conoscere i sacrifici e l’impegno delle forze dell’ordine soprattutto quando a prezzo della loro stessa vita, sono in servizio, a tutela dell’ordine pubblico, durate le turbolenti manifestazioni di piazza.
condanna nei confronti di qualsiasi episodio di violenza durante manifesta-zioni politiche, soprattutto in danno di donne ed uomini delle forze dell’ordine impegnati a tutela dell’incolumità dei cittadini e dell’ordine pubblico. E, cari lettori, badate bene che gli ordini del giorno e la mozione sono stati bocciati nel corso di una seduta consiliare che ha modificato lo statuto comunale facendo diventare Napoli “città di pace”. La pace, forse, per quelli he mettono a ferro e fuoco una città, guidata da un ex magistrato? Una
dei compagni inondandoli dei compo-nimenti dei grandi poeti. Le reazioni sono state le più diverse. C’è stato chi sorrideva e continuava a camminare, chi si è fermato ad ascoltare, chi è
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Oggi 2 aprile torna la processione più partecipata dagli aversani
La sacra statua custodita presso la chiesa di S. Rocco quest’anno dovrebbe varcare, per la prima volta, il cancello del cimitero cittadino
Ad Aversa si festeggial’Addolorata
La processione dell’Addolorata
w Giuseppe Lettieri
Torna la processione più parte-cipata dagli aversani. Oggi 2 aprile, domenica precedente a
quella delle Palme, come da tradizione, esce la Madonna dell’Addolorata. La sacra statua custodita presso la chiesa di San Rocco, nei pressi dell’ex Opg Filip-po Saporito, sfilerà per le vie cittadine, percorrendo gran parte del territorio urbano, seguita da migliaia di persone in processione, con la presenza delle caratteristiche donne vestite di nero e con gli uomini della congrega di San Rocco, con il bastone ed il saio verde, e la banda musicale che lungo il per-corso suonerà le note di “A questo fiero tronco”, musica struggente scritta quasi centocinquanta anni fa dal musicista aversano Domenico Parmeggiano (sua anche la celebre “Canzone do principe”
varcare, secondo qualche indiscrezione, anche il cancello del cimitero cittadino. Sarebbe, se la memoria non ci inganna, la prima volta che la statua della Vergine Maria entra nel camposanto. Si tratta della centosessantaquattresima edizione della processione, come ci ha fatto notare Walter Magno, un confratello della Congreca e Monte di San Rocco degli agonizzanti. L’Addolorata di San Rocco, non è l’unica. Domenica scorsa, infatti, ha sfilato in processione per alcune zone della città anche quella di Savignano. Un tempo si parlava di due Addolorate, quella ricca e quella povera. Oggi nell’epoca della globaliz-zazione, del web, e di tutto il progresso, mantenere in vita certe tradizioni che rimandano ad antichi valori non può che fare bene, soprattutto per le giovani generazione che in questi momenti si riappropriano della memoria storica e religiosa della città.
DIOCESI
composta quando ad Aversa venne in visita Vittorio Emanuele III, allora non ancora Re d’Italia, che soggiornò in palazzo Candia come ricorda una lapide ivi collocata) considerata una delle musiche per le processioni più belle che abbiamo in Italia. E quest’anno la Madonna, secondo quanto abbiamo appreso, per la prima volta dovrebbe
Ad Aversa sabato 8 aprile presso il Palazzo di Gaetano Parente, ubicato nella omonima
via, interessante corso-convegno promossso dall’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli Ufficio Biblioteca del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, dall’AIB (associazione italiana biblioteche) sezione Campania e da EWWA (European Writing Woman Association) su Autopubblicazione: l’Editoria Fai da Te. La partecipazione è grautuita. Si inizia alle ore 10.00 con i saluti di Stefano Borsi Dipartimento Architettura e D.Industriale UniCampania, Rachele Arena della Biblioteca Dipartimento Architettura e
Editoria fai da te, corso a palazzo Parentesapere, dal punto di vista giuridico, prima di pubblicare un libro, per salvaguardare il proprio diritto d’autore. Dopo la pausa pranzo nel pomeriggio i lavori proseguiranno con Emilio Ruggiero Graphic Designer che spiegherà come creare un Ebook a costo zero, fornendo anche nozioni sui programmi
di scrittura e su come caricare i file. Al termine i presenti potranno rispondere ad un test per poi, in caso di superamento, ricevere l’attestato del corso.
Dipartimento Industriale U n i C a m p a n i a , Giovanna De Pascale dell’ABI Campania ed Elisabetta Flumeri dell’EWWA. Ci sarà poi una serie di incontri sulla teoria. Dal Self publishing come nuova frontiera editoriale con Lidia Calvano ed Estelle Hunt al correttore di bozze Carlo Animato sul tema “Fine è solo una parola”. E poi ancora Mila Orlando esperta di marketing e comunicazione, e l’avvocato Alessandro Zannini che spiegherà tutto quello che bisogna
50 51La storica residenza venduta per 150.000 euro e la permuta di un appartamento
Il palazzo fu lasciato al Sagliano da Maria Franchini nel 1957. Sarebbe opportuno e accorto per un ente di beneficenza alienare i propri beni con il massimo del profitto…
Il “Sagliano” (s)vende Palazzo Franchini
La fondazione “Casa di riposo Sagliano”, presieduta dal vescovo Angelo Spinillo, ha
venduto il palazzo Franchini sito in via Vittorio Emanuele, proprio vicino alla Madonnina della Consolazione che da sempre volge lo sguardo pensieroso al martoriato Comune di Aversa. In quel palazzo abitò Giovan Battista Fran-chini, grande figura di magistrato di Cassazione e Commissario prefettizio al Comune di Aversa nel 1946. Una persona retta, adamantina, con il cuore di zucchero che preparò l’avvento del
IL CASO
w Franco Terracciano
Confidiamo nella disponibilità del Vescovo a rendere pubblico l’elenco delle proprietà della Chiesa Aversana vendute negli ultimi 50 anni. Un atto di trasparenza!
abitò ancora la sorella Maria, nubile e molto devota. Alla sua scomparsa, avvenuta nel 1957, Maria Franchini lasciò tutta la sua proprietà alla Fondazione “Sagliano” e cifre consistenti ai missionari di Du-centa, alla parrocchia di Sant’Audeno, ai missionari di Santa Maria Pagliara (Ascoli Piceno). Nel 2015, il Consiglio di Amministra-zione della fondazione “Sagliano”, presieduto dal vescovo Spinillo e composto dai monsignori Pasqualino De Cristofaro, Francesco Grammatico, Angelo Simonelli e Francesco Sparaco, ha venduto il fabbricato alla signora A.
segue a pag. 52
Il palazzo che fu del magistrato Franchini (in alto) in via Vittorio Emanuele ad Aversa
primo sindaco democraticamente eletto dopo la guerra, Gennaro Fiordiliso. In quel palazzo, dopo la morte del fratello,
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IL CASO
F. in cambio di un appartamento sito ad Aversa in via Giotto n. 87 e un congua-glio di 150mila euro, per un valore com-plessivo della vendita di euro 320.000. Il palazzo Franchini, con ingresso alla via Vittorio Emanuele 64 e con accesso anche da via Magenta, è composto da
un piano terra (con locali su strada), un primo piano, un secondo piano, un terzo piano costituito da sottotetti e attiguo terrazzo, con annessa area scoperta di ampia metratura da via Magenta. Una bella proprietà nel cuore palpitante
Il “Sagliano” (s)vende uno dei suoi gioielli
di Aversa venduta dalla Chiesa a euro 150mila in contanti più un appartamen-to di quattro vani e accessori situato nel condominio “Cicas” in via Giotto, con annesso deposito al piano interrato, del valore di euro 170mila. Questa sì che è un’opera di beneficenza! L’atto
di permuta è del 25 maggio 2015. Sarebbe opportuno e accorto per un ente di beneficenza alienare i propri beni con il massimo del profitto… Per l’affetto verso la struttura e la memoria di Franchini speriamo solo che la futura privata ristrutturazione rispetti l’attuale facciata ro-mantica che rimanda a quei sentimenti da libro “Cuore” che ci hanno sempre straziato. Comunque, tutto questo grande patrimonio della Chiesa aversana dovuto a donazioni di
persone di fede, che in vita si fidavano ciecamente dell’amministrazione reli-giosa, potrebbe essere maggiormente conosciuto e pubblicizzato non solo per rispetto di chi, dopo l’ultimo respiro, ha lasciato fiducioso le sue ricchezze
Palazzo Franchini, due foto da via Magenta
Si inaugura l’antico Palazzo du-cale, magnificamente restaurato, e l’Assessorato alla Cultura del
Comune di Parete organizza il premio “Espressioni di poesia 2017” che è aperto a tutti. Si deve inviare un testo poetico o un racconto in lingua italiana o in vernacolo entro il 14 aprile prossi-mo all’indirizzo del Comune di Parete, via Amendola, n.1, cap 81030, Parete, Caserta, o alla posta elettronica [email protected] con la seguente dicitura “Selezione opere di poesia”. Le opere, inviate in triplice copia, dovranno indicare il nome, il cognome, l’indirizzo e il recapito telefonico dell’autore. Un’apposita giuria di esperti e di do-centi, presieduta dall’assessore alla Cul-tura, Gilda Grasso, selezionerà le opere
Parete, il palazzo ducale
Parete, il Premio “Espressioni di Poesia”targa e weekend al Plana Resort per una persona; al secondo classificato targa e due biglietti al teatro; al terzo classificato, targa e bonus da utilizzare presso la libreria Mondadori. Per tutti i partecipanti ci sarà la consegna di un attestato. Partecipate in massa anche per godere della vista del Palazzo ducale e per assaporare il clima della festa in onore di Maria Santissima della Roton-da che ispira ai paretani questi pensieri: “Sono contento di essere nato a Parete soprattutto quando fioriscono le roselli-ne bianchissime del melo e le roselline troppo belle del pesco. Sto a Parete dove gli angioletti volano sulla piazza e i contadini bui parlano del raccolto con Maria Santissima della Rotonda”.
Franco Terracciano
pervenute. La premiazione avverrà il 22 aprile, alle ore 18, nella suggestiva cornice del Palazzo ducale. Questi i premi: al primo classificato,
per fini assistenziali e di beneficienza, ma anche per rassicurare il cuore di noi cattolici che amiamo nella figura di Gesù l’assoluta trasparenza. Ecco perché crediamo che sia cosa buona e giusta rendere pubblico l’elenco delle
proprietà vendute dalla Chiesa aversana almeno negli ultimi cinquant’anni. A tal proposito confidiamo nell’alto spirito e nella disponibilità del vescovo Angelo Spinillo e aspettiamo con ansia un gesto di trasparenza. Alla fine di questa notizia poco conso-lante, confidiamo almeno che la vendita del palazzo Franchini sia stata fatta a persone veramente bisognose.
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IL CORSO
Presso la sala comunale di Teverola presentato il secondo corso per aspiranti guardie
Intervenuti il presidente nazionale FareAmbiente Vincenzo Pepe, il gen. Palermo, commissario delle Guardie, e Gennaro Caserta, referente provinciale del Movimento
Guardie Zoofile, ci pensa FareAmbiente
w Nicola De Chiara
E’ stato presentato venerdì 24 marzo 2017, presso la sala consiliare del Comune di
Teverola, il secondo corso per le Guar-die Zoofile del Movimento Ecologista Europeo FareAmbiente. Hanno preso parte all’inaugurazione il Presidente nazionale, nonché anche Comandante Nazionale delle Guardie, il prof. Vincenzo Pepe, ed il Commissario Provinciale per Caserta, il generale Gio-vanni Martino Palermo, presenti anche l’avv. Francesco della Corte, Presidente regionale del Movimento, i rappresen-tanti della Provincia e del Comune di Teverola. Il tutto organizzato dal dott. Gennaro Caserta, responsabile provin-ciale del movimento FareAmbiente.
di età, che abbiano conse-guito almeno il diploma di licenza media, che siano residenti nella provincia di Caserta e che non ab-biano riportata condanne penali. I laboratori casertani di FareAmbiente, con il supporto del corpo delle Guardie Zoofile volon-tarie, affiancheranno alle loro molteplici e continue iniziative sociali
e culturali anche il monito-raggio fisico del territorio, finalizzato alle prevenzione ed alla repressione di potenziali reati. Gli interessati potranno iscriversi scaricando il fac-simile della domanda dal sito nazionale o regionale della Campania di FareAmbiente.
Giovanni Palermo, Gennaro Caserta e Pepe
Se la prima squadra va in “vacan-za” per Sergio di Meo e la pal-lavolo aversana la vera vacanza
non c’è ancora! Aversa è la città più rappresentativa del volley maschile campano non solo per la squadra mag-giore ma anche un punto di riferimento per le giovanili. E così l’otto e il nove aprile nella città normanna si terranno le Final Four regionali del campionato Under 19, che si disputeranno presso la scuola media statale De Curtis. La Sig-ma u.19 costruita dal direttore tecnico Ignazio Nappa e guidata dagli allenatori Giuseppe Scognamiglio, Pasquale Mar-rone e Simeone Montuori ha chiuso il girone A campano al primo posto per-dendo soltanto cinque set A contendersi la Coppa e il titolo per staccare il ticket delle finali nazionali che si terranno a
Aversa regina del volley campanorispettivamente prima e seconda del girone B. Ma in casa Sigma c’è anche l’Under 18 che fa onore alla società di Di Meo, che non ha perso un set diventando campione provinciale, e ora giocherà una doppia partita a maggio per l’accesso alla Final Four regionale che si terrà il 20 e 21 Maggio a Torre Annunziata, organizzata dall’Oplonti Volley. Insomma considerando anche la presenza della Romeo Normanna squadra che milita in serie C maschile (che sta dando l’assalto alla serie B nazionale), il volley
aversano sembra davvero tornato ai fasti di 40 anni fa. Come prima….più di prima! Forza Aversa!
Giuseppe Lettieri
Bormio, ci sarà un’altra splendida realtà aversana, l’Accademia finita seconda, e le due società della provincia di Napoli, il Volley World e l’Ischia Pallavolo
L’under 19 della Sigma Aversa
Come hanno relazionato il prof. Pepe ed il generale Palermo, il corso consisterà nella formazione tecnico-pratica di base per guardia zoofila volontaria, avrà la durata 90 ore e sarà diretto a tutti coloro che hanno compito il diciottesimo anno
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LA STORIA
Il prof. Vincenzo Della Volpe rivaluta la figura della prima Regina di Napoli
La lapide che ricordava le sue opere benefiche era posto sul ballatoio della prima rampa di scale dell’ex Ospedale dell’Annunziata. Ora non c’è più
Il giallo della scomparsadella lapide nell’Annunziata
w Geppino De Angelis
Tra i personaggi che nei secoli hanno fatto la storia della nostra città, non di rado sui vari organi
d’informazione, soprattutto locali e napoletani, viene rievocata la figura di Giovanna I D’Angiò, Regina di Napoli. Un personaggio storico (nata nel 1337 e morta nel 1382) sul quale non sono mancati giudizi scandalistici sul suo vissuto di donna e di regina, giudizi che la fanno apparire come simbolo di lussuria, vogliosa insaziabile di sesso, addirittura protagonista di amplessi animaleschi.Giorni addietro, in un’amichevole chiacchierata ne abbiamo discusso con il nostro amico prof. Vincenzo Della Volpe, per alcuni decenni stimatissimo docente di storia e filosofia presso il liceo “Fermi” di Aversa, il quale ha ritenuto opportuno farci avere un suo intervento, che passiamo in seguito, teso a ristabilire certe verità, rivalutan-do così la figura della Regina Giovanna I d’Angiò. Nel suo lunghissimo intervento (che abbiamo dovuto sintetizzare per la solita tirannia di spazio) il prof. Della Volpe, dopo i dati storici sulla Regina, rifacendosi a Benedetto Croce, scrive tra l’altro “Si tratta di giudizi frutto dell’immaginario collettivo che si nutre di fantasticherie e di leggende, da relegare tra gli scarti delle dicerie e dei pettegolezzi popolari. Benedetto Croce, nelle sue “Storie e leggende napoleta-ne”, afferma che tale rappresentazione scandalistica sembra attagliarsi non tanto a Giovanna I D’Angiò, quanto piuttosto alla sua parente ed omonima, pure lei regina di Napoli, Giovanna II D’Angiò-Durazzo che, nella più recen-
te storiografia , viene definita “regina di paglia” perché vittima della sua femminile debolezza, paga di vegetare in un’aurea mediocrità, fatta di svaghi, di piaceri e di relazioni amorose. Le due regine, pertanto, non sono sovrap-ponibili né intercambiabili come molto spesso la fantasia popolare ha cercato e cerca ancora di fare”. Dopo essersi soffermato dettagliata-mente sulla storia di Giovanna I e sui suoi matrimoni con Andrea D’ Ungheria (ucciso da una congiura nel castello di Aversa, all’età di diciotto anni, perché inviso ai personaggi di corte), con Luigi di Taranto, con il terzo marito Giacomo di Maiorca (morto dopo due anni di matrimonio) e col quarto capitano di ventura Ottone di Brunswick.Il nostro amico, prof. Della Volpe, scri-ve “Giovanna d’Angiò fu sostanzial-mente una regina infelice e sfortunata;
dichiarata eretica per la sua posizione antipapale durante il Grande scisma Avignonese, fu scomunicata e deposta dal trono ad opera del papa Urbano VI per poi morire strangolata lontano da Napoli, nel castello di Muro Lucano dove era prigioniera di Carlo Durazzo che aveva sconfitto Ottone. Giovanna non fu una mangiatrice di uomini come vorrebbe la vulgata. Ebbe i suoi amori, le sue passioni, le sue relazioni senti-mentali ma si trattò di debolezze e di fragilità che sono proprie della natura umana. Al di là di tutto non mancò di compiere opere meritorie a beneficio dei poveri, degli indigenti, dei malati bisognosi di cure. A testimonianza delle opere benefiche compiute, una grande lapide marmorea era stata posta, ad inizio Ottocento, sul ballatoio della prima rampa di scale dell’ex Ospedale dell’Annunziata, una lapide che non c’è più. E’ stata rimossa irresponsabilmente e spazzata via e con essa è stata rimossa e spazzata via anche una parte della nostra memoria storica che è patrimonio di tutti e di cui nessuno può arbitrariamente disporre a suo piacimento. Un “giallo” sul quale sarebbe opportu-no, pur distanza di secoli, fare luce”. Si chiude così l’interessante intervento del prof. Della Volpe, teso a rivalutare, in un certo senso, la figura di Giovanna I D’Angiò che dimostrò anche nobili sen-timenti materni, disponendo che fosse data degna sepoltura ai resti mortali di Corradino di Svevia, giustiziato a Na-poli nel 1268 e che l’avo di Giovanna, Carlo I, carnefice di turno, aveva nega-to alla mamma di Corradino, recatasi in Germania ad implorare inutilmente un pietoso atto di clemenza. Giovanna I d’Angiò, insomma, non è stata, poi, quella che abitualmente viene descritta.
Giovanna I d’Angiò
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STORIA NOSTRA
Guelfi e Ghibellini in Diocesi nel piccolo centro che fa parte della nostra Diocesi
Quando Crispano rivivevaPeppone e Don Camillo w Antonio Marino
I diversi centri della secolare dio-cesi Aversana, una delle realtà più popolate e difficili dell’intero sti-
vale, ci hanno sempre offerto allettante materiale di cronaca. Legati a fatti e comportamenti, talvolta sconvolgenti, che hanno interessato non poco la pubblica opinione. Mettendo da parte quelli più turbolenti o sanguinari, che hanno lasciato il segno, ne riportiamo uno che, per i suoi aspetti tragi-comici, vale la pena di essere ricordato. Che vede coinvolti gli abitanti del piccolo centro di Crispano, facente parte della nostra Diocesi. Quanto riferiamo dalla cronaca del tempo ci riporta indietro di ben 45 anni, all’epoca della vittoria del conterraneo Angelo Scalzone (tiro a piattello) alle Olimpiadi di Monaco. In
breve i fatti: una domenica del 1972 l’atrio del locale Semina-rio Vescovile fu teatro di una rissa furibonda, ingaggiata da due fazioni avverse di crispa-nesi che, senza alcun ritegno, erano venuti per colloquiare con l’allora Vescovo sulla per-manenza o meno del parroco Falco nel loro paese. Tra lo stupore di passanti, nello scontro, ci furono feriti e contusi e tutto fu sedato dall’accorrere della polizia sul posto. La Curia (con a capo monsignor Antonio Cece) prese le distanze dal violento episodio e, siccome gli avver-sari volevano saperne di più, ci precipitammo a Crispano. Dove in un clima surrealistico Una storia da Peppone e don Camillo
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STORIA NOSTRA
trovammo la popolazione divisa in due grandi schieramenti, che ci fecero rivivere la storia romanzata di Don Ca-millo e Peppone. Una parte della gente voleva mandare via il parroco Falco perché ritenuto filocomunista e frivolo; un’altra parte lo riteneva un santo uomo ed attaccava il sindaco democristiano Cennamo che si voleva sbarazzare, a causa della sua disgrazia politica, il sacerdote. Approfondendo la cosa veniamo a sapere che don Falco era un sacerdote zelante, che operava bene nel Paese, ed il suo ascendente sulla popolazione era tanto forte da rappresentare il sim-bolo della libertà contro il dispotismo e le beghe comunali. E che il signor Cennamo, ex sindaco del paese, era il personaggio che aveva sempre fatto “il bello e cattivo tempo” in loco im-piegando molti dei giovani nella sua azienda servendosi talvolta del par-roco per le sue manovre, mal viste da quest’ultimo. E ancora che, prima delle ultime consultazioni amministrative, il parroco, rompendo il suo tradizionale silenzio, aveva consigliato il sindaco a dimettersi dall’incarico per fare largo ai giovani per il bene della comunità cri-
spanese. Il sindaco non volle prestargli ascolto e, dopo aver fatto nominare il figlio medico condotto, si presenta alle elezioni vincendole con un esiguo scar-to di voti in quanto dovette combattere anche contro i medici del paese che si erano presentati con una lista civica propria (La Campana). Da qui l’inizio del suo odio acerrimo contro don Falco, dopo una campagna elettorale infuo-cata, che, spaccando in due Crispano, finì col creare una situazione assai grottesca. Che portò la popolazione ad assemblarsi, come al tempo dei Guelfi
e Ghibellini, in due grosse fazioni avverse: da una parte viene il sindaco democristiano Cennamo con tutta la sua rabbia; dall’altra il parroco con la sua fede, sorretto da quanti avevano fiducia in lui. Va sottolineato che coloro che parteggiavano col sindaco, peraltro sospeso, non salutavano più il parroco e i suoi fedelissimi preferendo andare ad ascoltare la messa nelle chiese dei centri vicini. E, quelli che, al contrario, erano dalla parte opposta minacciavano continuamente il Cennamo e i suoi giannizzeri …per quello che avevano creato. Questo retroscena li aveva por-tati, divisi in due gruppi, ad azzuffarsi nei pressi della Curia Aversana che, mantenendosi estranea ai fatti, sì limitò a confortare don Falco nel suo non facile impegno pastorale. Una sorta di follia collettiva che pola-rizzò a lungo l’attenzione pubblica, che tenne col fiato sospeso diversamente le varie autorità e che andò spegnendosi col passare del tempo. Quanto ripor-tiamo accadeva nel periodo in cui ad Aversa il commissario prefettizio (dot-tor Della Corte) approvava il progetto per la copertura del famigerato alveo “Annarosa”.
Quanto riferiamo dalla cronaca del tempo ci riporta indietro di ben 45 anni, all’epoca della vittoria del conterraneo Angelo Scalzone (tiro a piattello) alle Olimpiadi di Monaco
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ARTE
Faceva già parte di una Cona smembrata in epoca imprecisabile, forse nel Settecento
La pala di Camardellanella chiesa dell’Immacolataw Franco Pezzella
Sabato 18 marzo, a cura delle As-sociazioni “In Octabo” e “Aversa il Tesoro Sepolto”, nell’ambito di
un tour culturale,si è tenuta, nella cin-quecentesca chiesa della Concezione, anche una visita guidata alla scoperta dei dipinti di Carlo Mercurio (un discreto artista del Seicento, originario di Mad-daloni, ma aversano di adozione, tanto da essere più conosciuto come Carlo Mercurio Aversano) e del congiunto Nicola. Ma la chiesa si qualifica per la bella tavola dell’Immacolata Conce-zione, già parte di una Cona smembrata in epoca imprecisabile, probabilmente in occasione della messa in opera del settecentesco altare maggiore, realizza-to dal marmorario napoletano Aniello Gentile tra il 1739 e il 1742: un dipinto La bella pala di Vincenzo Camardella
che già Gaetano Parente, attri-buendolo a Bernardino Siciliano (Giovanni Bernardino Azzolino), aveva definito «pregevolissimo» e che una polizza dell’antico Banco dello Spirito Santo di Napoli, da-tata 28 settembre 1605 e resa nota dall’archivista napoletano Giovan Battista D’Addosio fin dal 1919, ha permesso di attribuire a tale Vincenzo Camardella, «pictore de Neapoli» (come è indicato in un altro documento d’archivio), altri-menti sconosciuto alla storia della pittura napoletana di quel secolo. Secondo la suddetta polizza questa tavola era, infatti, sormontata in alto da una cimasa con l’immagine de «lo Dio Padre» (ancora in loco), e ornata, in basso, da due «scabelli» (predelle), con le immagini di San
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Faceva già parte di una Cona smembrata in epoca imprecisabile, forse nel Settecento Francesco d’Assisi e di Santa Caterina da Siena, andate disperse.L’Immacolata Concezione è uno dei temi prediletti della pittura napoletana dopo il Concilio di Trento; l’iconografia adottata nella rappresentazione di esso si stabilì poco alla volta, tra la fine del XVI secolo e l’inizio del successivo, secondo le formulazioni dottrinali post-tridentine e associa alla rappresentazio-ne della Vergine attorniata dai simboli delle Litanie Mariane, l’immagine della Donna dell’Apocalisse (XII, I), ossia la visione della Donna «coronata di stelle, in piedi su una mezza luna e avvolta dalla Sulamita del Cantico dei Cantici». Il Camardella, in piena adesione ai dettami iconografici post-tridentini, svolge il tema quasi come se avesse a fronte il testo delle «Litanie Lauretane». L’immagine è, infatti, letteralmente invasa dai simboli mariani con un risul-tato, che, almeno nella parte superiore e mediana del dipinto, non presenta nulla di originale rispetto ad analoghe e coeve rappresentazioni. Non altrettanto si può dire, invece, della parte inferiore, dove, con un’originale soluzione, la raffigurazione simbolica de «la Domus aurea» - la «Casa d’oro» nella quale Dio
rato nel tempo nonostante i numerosi terremoti che hanno scosso nei secoli la Campania - a quella dell’epoca nella quale il dipinto fu realizzato. L’ipotesi si rafforza, ancor più, se si confrontano analoghe rappresentazioni del duomo. Una prima, risalente alla seconda metà del XV secolo, nella famosa veduta di Aversa che fa da sfondo alla tavola col Martirio di S. Sebastiano, conservata nel Museo Diocesano; e una seconda, successiva alla raffigurazione del Ca-mardella, che, come la prima, è anch’es-sa visibile all’interno della veduta di Aversa che compare nella porzione inferiore di un dipinto con la Madonna col Bambino tra i santi Pietro e Paolo e il vescovo Carlo Carafa I orante, da-tabile alla prima metà del sec. XVII per la presenza del Carafa, che aveva lunga-mente governato la diocesi dal 1616 al 1644. Questo dipinto è conservato nella Cappella delle Reliquie del Duomo, ed è attribuito al pittore Michele Regolia. Peraltro un’analoga raffigurazione del duomo, in forma di rilievo ligneo e coeva alla pala del Camardella, è incastonata nel bellissimo cassettonato che ricopre la volta della stessa chiesa della Concezione.
ha stabilito la sua dimora in mezzo agli uomini, incarnata appunto dalla Vergine Maria - pur mantenendo il carattere me-taforico intrinseco alla rappresentazione stessa, è presa a pretesto per raffigurare, sia pure con alcuni elementi di fantasia (come il doppio campanile della catte-drale), la città di Aversa; simbolicamen-te riprodotta con la sagoma del duomo racchiusa tra le mura, secondo una configurazione che, si può ipotizzare, corrisponde, verosimilmente - laddove si tiene conto anche di alcune strutture architettoniche ancora visibili, come il tiburio, conservatosi pressoché inalte-
La pala che Parente attribuiva a Bernardino Siciliano è di Vincenzo Camardella e questo è provato da una polizza dell’antico Banco dello Spirito Santo di Napoli
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Una nuova ssociazione di donne. E’ presieduta da Maria Pina Velardi
Il 25 marzo, per ospiti provenienti da tutta Italia, prima la visita guidata, poi il convegno con l’esibizione di Amirante ed, infine, la degustazione dei prodotti tipici
Ad Aversa ora c’è ancheil “Soroptimist”
w Italia Mauriello
ASSOCIAZIONI
Nasce anche ad Aversa il club Soroptimist. L’importante asso-ciazione internazionale formata
da sole donne, diffusa in tutto il mondo, con 149 club solo in Italia, si costituisce anche in terra normanna, dove il 25 mar-zo scorso, alla presenza della presidente Europe del Soroptimist, Elisabetta de Franciscis, (sorella di Alessandro già presidente della Provincia di Caserta), della segretaria generale della federa-zione e past president italiana Flavia Pozzolini, la presidente dell’unione italiana Leila Picco, la vicepresidente nazionale Bora la Paglia, la presidente comitato di estensione Adriana Mac-chi, la governeur dell’unione italiana Giovanna Guercio, la madrina Gemma Mottola, la presidente del club promo-tore (Soroptimist Caserta, Rita Muto, è nato il 150mo club italiano. A presiedere il club normanno c’è Maria Pina Velardi. “Una due giorni molto intensa - ha detto la Velardi - ini-ziata con la cena di benvenuto, in cui abbiamo voluto promuovere i prodotti della nostra terra, dalla mozzarella allo scarpariello e alla polacca perr le nostre sorelle giunte da tutta Italia. La mattina del 25 marzo, insieme alle socie aver-sane, le nostre amiche hanno fatto un breve tour della città di Aversa, visitan-do Santa Maria a Piazza, la Cattedrale ed il Museo Diocesano, la SS.Trinità e la barocca San Francesco, dove di recente è stato riscoperto il quadro dell’Assunzione del Guercino. E sono rimaste tutte entusiaste di questo giro turistico. Addirittura una sorella che opera per professione nei beni culturali e non conosceva bene Aversa è rimasta stupefatta di come la guida turistica del Touring Club dedicasse poche righe ad
Il convegno di presentazione del Soroptimist
Le socie del Soroptimist di Aversa
sunta Serao, che hanno collabo-rato in sinergia affinché tutto f u n z i o n a s s e alla perfezione, dimostrando che Aversa sa essere una splendida realtà”. Soroptimist, che in Italia conta 5500 socie, è un sodalizio che
promuove azione e crea opportu-
nità per trasformare la vita delle donne attraverso la rete globale delle socie e la cooperazione internazionale. Sostiene i diritti umani, la pace del mondo, ma si adopera anche con azioni sul territorio in cui opera. “Tra le prime iniziative previste – ci dice Maria Pina Velardi - ci sarà quella
di creare una sala con giochi per una migliore accoglienza dei bambini che si recano presso il carcere di Aver-sa ((ex Opg) a far visita ai padri e a tal proposito abbiamo già preso contatti con il direttore Elisabetta Pal-mieri”. Il Club Soroptimist di Aversa già conta
un nutrito numero di socie, alcune con esperienza in altre associazioni e tante altre, giovani, che hanno deciso di im-pegnarsi in questa bella avventura.
una città che invece trasuda arte e storia in ogni angolo. Nel pomeriggio poi c’è stata presso la Pinacoteca del seminario vescovile la cerimonia di insediamento con uno stupendo intervento musicale del violinista Edoardo Amirante ac-compagnato al pianoforte da Marco Fiorenzano, anche loro due eccellenze
aversane, molto lodate dai presenti. Quindi voglio ringraziare tutte le socie ed il comitato di presidenza formato da Rita Castaldo, Matilde Migliaccio e As-