periodico di riflessione, dialogo e informazione … · l estate con il suo ritmo diverso chiama a...

24
comunità PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE DELLA PARROCCHIA DI SAN MARTINO VESCOVO ESTATE Ardono i seminati, scricchiola il grano, insetti azzurri cercano ombra, toccano il fresco. E a sera riposa il fuoco, la brezza fa ballare il trifoglio, sale una stella fresca verso il cielo cupo, crepita senza bruciare la notte dell’estate. (Pablo Neruda) giugno-luglio 2012 La serenit e il dramma Lestate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- lazioni nelle case e nella societ. Sulla scorta di una cercata pace. Con il cuore gettato anche l dove pace non si intravvede e dove serenit negata per tragedie che vengono dalluomo e dalla terra. Limmagine presenta parte di un affresco restaurato nella chiesa di Deir Mar Musa, antico mona stero cristiano in Siria

Upload: phunghanh

Post on 17-Feb-2019

215 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

comunità

PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE DELLA PARROCCHIA DI SAN MARTINO VESCOVO

ESTATE

Ardono i seminati,scricchiola il grano,

insetti azzurri cercano ombra,

toccano il fresco.E a sera

riposa il fuoco,la brezzafa ballare il trifoglio,

saleuna stella

frescaverso il cielo

cupo,crepita

senza bruciarela notte

dell’estate.

(Pablo Neruda)

giugno-luglio 2012

La serenita` e il drammaL�estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re-lazioni nelle case e nella societa`. Sulla scorta di unacercata pace. Con il cuore gettato anche la` dove pacenon si intravvede e dove serenita` e` negata per tragedieche vengono dall�uomo e dalla terra. �L� immagine presenta parte di un affresco restaurato nel la chiesadi Deir Mar Musa, antico monastero crist iano in Siria�

Page 2: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

opera dell’uomo non vive senza il dono chela rende possibile. E, inversamente, la festadispiega la sua luce e la sua forza nei gior-ni feriali, allo stesso modo che il dono di

Dio, il dono della generazione, il dono della vita di-schiude lo spazio alla libertà per essere accolta e spesa.Per questo il rapporto tra la festa e il lavoro è di uno asei: l’uomo impiega sei giorni per rendere il dono di Dioopera propria, ma l’agire dell’uomo si concentra nelgiorno primo e ultimo per accogliere il dono di Dio edell’altro.

E si conclude in modo sorprendente così: “e Tu do-naci in cambio Te stesso”. La preghiera della liturgiachiede in cambio non solo la salute, la serenità, la gioia,ma nientemeno che l’incontro con Dio stesso. Il sensodella fatica feriale è di trasformare il nostro lavoro in of-ferta grata, in riconoscimento del debito verso il donoche ci è stato fatto, la vita, il coniuge, i figli, la salute, illavoro, le nostre realizzazioni, le nostre cadute e ripre-se. Di più il senso della fatica feriale è quello di dire chel’uomo non è solo l’essere del bisogno, ma l’essere del-la relazione. Per questo, l’uomo e la donna, ma soprat-tutto la famiglia, hanno bisogno di iscrivere nel loro sti-le il senso della festa, non solo pensandosi come una so-cietà di bisogno, ma come la comunità dell’incontro conl’altro.

Nello scambio con l’altro, diventa possibile l’incon-tro con Dio che è il cuore della festa. Tu donaci in cam-bio Te stesso, termina in modo ardito la preghiera! L’uo-mo osa chiede in cambio di varcare la soglia per vedereil volto di Dio, per entrare nella luce della sua comu-nione. Ciò fa ritrovare a ciascuno il proprio volto, nonsolo il volto di chi dà una mano, ma il volto della perso-na, il volto della promessa, il volto della pace e dellagioia. Per questo la mensa della domenica è diversa daquella di ogni giorno: quella di ogni giorno serve per so-pravvivere, quella della domenica per vivere la gioia el’incontro. Solo in questo modo si trova tempo per Dio,spazio per l’ascolto e la comunione, disponibilità perl’incontro e la carità.

Nella liturgia domenicale e nel suo culmine che è l’Eu-

caristia del giorno del Signore, Dio ci approva e ci acco-glie. Siamo amati da lui nonostante le nostre differenze ele barriere che noi costruiamo. La liturgia ci “rapisce” –dice il filosofo Pieper – dal processo lavorativo e dai suoilegami, e ci introduce nel regno della libertà e dell’amo-re. Quei legami asservono l’uomo al giogo della neces-sità, quelli istituiti dalla comunità eucaristica sono lega-mi che ci fanno uguali, anzi ci rendono fratelli. Essi ci tol-gono del regime dell’uti (dell’utile) e ci immettono nellacircolazione benefica del frui (del compiacimento): l’al-tro diventa luogo d’incontro e di gioia.

Il tempo e il rito della domenica è – soprattutto perla famiglia – il momento per uno sguardo nuovo sulle re-lazioni familiari, anzi per alimentarsi al dono del Panedi vita, sorgente di energia per accogliersi, perdonarsi,amarsi di nuovo, aprire il cuore alla carità e alla mis-sione. La celebrazione dell’Eucaristia può essere tuttoquesto soltanto se ci dispone ad “accogliere in cambio”nientemeno che Dio stesso. Il Dio che non può essere og-getto di scambio, nella condiscendenza del suo Figlio,morto e risorto, si dà in cambio, sta in mezzo a noi co-me uno che serve, perché ciascuno ritrovi il proprio po-sto. La domenica il Signore “ridistribuisce” i posti allasua mensa scompaginando le nostre distanze umane; nelGiorno del Signore la famiglia ridisegna i suoi rapportie li rigenera nutrendoli al corpo dato e al sangue versa-to. Così anche alla mensa di casa la famiglia potrà man-giare il pane dell’amicizia e bere il vino della gioia.

La domenica (diesdominicus) diventa, allora, figuradella speranza cristiana, giorno del Signore Risorto. Iltempo della festa è il tempo della gratuità, che dà sensoal ritmo feriale. La domenica non è un giorno accantoagli altri, ma il senso dei giorni dell’uomo, è il “signo-re” dei giorni, l’attesa del tempo escatologico. E da quisi irradiano anche tutte le altre feste che costellano l’an-no liturgico e civile e che declinano il tempo come untempo dell’uomo, con le sue stagioni, non solo della na-tura, ma anche della vita.

† Franco Giulio Brambilla Teologo - Vescovo di Novara

■ Rubrica a cura di Rosella Ferrari

IL TEMPO DEGLI AFFETTI

La famiglia: il lavoro e la festa: queste sono le tre parole del tema del VII° Incontro mondiale delle Fa-miglie che si è tenuto a Milano dal 28 maggio al 3 giugno. Esse formano un trinomio che parte dalla fa-miglia per aprirla al mondo: il lavoro e la festa sono modi con cui la famiglia abita lo “spazio” socia-le e vive il “tempo” umano. Lo svolgimento del tema deve mettere a fuoco tre modi di rinnovare la vitaquotidiana: vivere le relazioni (la famiglia), abitare il mondo (il lavoro), umanizzare il tempo (la festa).

L’

2

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

Page 3: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

3

orse l’immagine di questo numero pare po-co rappresentativa: trasmette il “senso” del-la festa, ma dobbiamo metterci “del nostro”per renderla completa.

Siamo in un prato, è il periodo che vedela primavera lasciare spazio all’estate, mentre i fiori an-cora riempiono l’aria del loro profumo e dei loro colori.Intorno al grande albero al centro ci sono dei bambiniche giocano: dietro in un grande girotondo (ci sembra disentirli cantare, questi bambini, che tra un po’ si lasce-ranno cadere, cantando “tutti giù per terra”), davanti inuna dolcissima scena che vede un ragazzino posare condelicatezza e un po’ di impaccio una coroncina di fiori dicampo sul capo della sua amichetta. Bambini che gioca-no insieme, bambini che giocano a “fare i grandi”. Nonsi vedono, qui, i grandi. Ma intuiamo di certo la loro pre-senza. Forse questa è una grande famiglia, e la domeni-ca sono andati tutti a casa dei nonni. Dopo pranzo, i bam-bini sono corsi a giocare nel prato vicino a casa, mentrei grandi – e i bambini più piccoli – sono rimasti a casa.

Se ripensiamo alle nostre domeniche di bambini, fac-ciamo presto a riempire questo mosaico. Noi prendeva-mo due pullman per andare dai nonni, e già questo erauna festa. Appena arrivati, si andava a tavola, tutti insie-me, una tavolata davvero grande, con al centro la polen-ta fumante. Poi i maschietti potevano uscire e le bambi-ne aiutavano le mamme a sparecchiare, lavare e asciu-gare i piatti. Poi le donne si sedevano fuori, nell’aia, achiacchierare tra di loro, mentre i bambini facevano cor-se e girotondi. Gli uomini portavano fuori i tavoli pergiocare a carte, con la radio accesa per sentire le partite.

Ricordo che un giorno – non stavo bene - la mamma e lanonna decisero che dovevo stare tranquilla e mi fecerosedere accanto a loro, nell’aia; sentii le notizie dellerispettive famiglie: il lavoro, la salute, i figli e i loro studi.Con tono basso, da cospiratrici, chiesero alla zia Elenacome andasse: aspettava un bambino – il primo – e i consi-gli fioccarono, pieni di affetto e saggezza. E tutte chiede-vano consigli alla nonna, con rispetto della sua esperien-za di madre di 9 figli. La mia mamma, chiacchierando,ricamava un bavaglino per il piccolo in arrivo, mentre lealtre sferruzzavano o si occupavano dei piccini. Ogni tan-to, una di loro si alzava e andava a dare un’occhiata aibambini che giocavano, così, per sicurezza.

Quando tutto era stato detto, la nonna toglieva dallatasca del grembiule (quello della festa, di tela nera luci-da) la corona del rosario, quella preziosa che veniva daLourdes, benedetta con “l’acqua della Madonna”. Ba-ciava il crocifisso e cominciava a recitare il rosario, se-guita dalle figlie e dalle nuore che facevano corona at-torno a lei. Anche gli uomini abbassavano la voce, men-tre si recitava il rosario. Ed ogni decina aveva una sua in-tenzione ben precisa, nella nostra famiglia. L’ultima,quel giorno, fu per la zia Elena e il suo bambino, e leisorrideva orgogliosa e grata.

Faceva caldo, anche se una brezza leggera sembravasfiorare con baci delicati i volti di tutti. Ed erano i bam-bini, sfiniti dalle corse e dai tuffi nel canale, a segnarel’ora della merenda. Magari qualcuno si beccava unabella sgridata o uno scappellotto dalla mamma, se avevacombinato qualche pasticcio e i cugini avevano fatto laspia… ma poi tutti avevano il loro pane con la marmel-lata o la frutta.

Le vecchie foto di famiglia rinfrescano i ricordi di

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

COMUNITÀ TORRE BOLDONE

Redazione: Parrocchia di S. Martino vescovopiazza della Chiesa, 2 - 24020 Torre Boldone (BG)

Conto Corrente Postale: 16345241Direttore responsabile: Paolo Aresi

Autoriz. Tribunale di Bergamo, n. 34 del 10 ottobre 1998Composizione e stampa: Quadrifolio-Signum srl

via Emilia, 17 - 24052 Azzano san Paolo (Bergamo)

TELEFONI UTILI

Ufficio parrocchiale 035 34 04 46don Leone Lussana, parroco 035 34 00 26don Giuseppe Castellani 035 34 23 11don Angelo Scotti, oratorio 035 34 10 50don Angelo Ferrari 035 34 32 90

Informazioni: www.parrocchiatorreboldone.it

Di questo numero si sono stampate 1.900 copie.

quelle splendide domeniche d’estate, piene di giochi elitigi, di festa e famiglia. E se pioveva, e non si potevaandare a giocare nel prato, i bambini, sotto il portico,giocavano con la palla contro il muro (i nostri bimbi nonlo sanno più fare, ed è un peccato): “palla, pallina, do-ve sei stata, dalla nonnina….”; giocavano a indovinel-li; con la carta del formaggio che la nonna teneva da par-te, giocavano a “nomi, città, fiori, frutti, animali, cose”.

La domenica della festa, della famiglia, dello stare in-sieme. La domenica, quando non si lavorava, ci si di-vertiva giocando a carte o alla morra; quando le donnesi mettevano il rossetto e le scarpe col tacco; quando,tornando a casa, il papà e la mamma ci portavano inspalla, perché crollavamo dal sonno. La domenica, cheprendeva senso e significato – e vigore, e forza – dallamessa del mattino. “Prima la messa!” chiariva la mam-ma quando chiedevamo il programma della giornata.Tutto il resto era un dono in più, che riempiva la gior-nata e il cuore di gioia. Buona domenica!

F

Giuseppe Pellizza da Volpedo: Idillio di primavera

Page 4: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

4

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

TRA FAMIGLIA E MONASTERO

LA LIBRERIA CONSIGLIA

■ a cura di Rodolfo De Bona

Aldo Maria Valli STORIA DI UN UOMORitratto di Carlo Maria Martini

Edizioni AncoraEuro16,00

Vaticanista RAI dal1996, Valli ha seguitoattività e magisterodel card. Martini a Mi-lano (1980-2002) e aGerusalemme (2003-2007). Infine lo ha in-tervistato nel suo ritiroall ’Aloisianum, lagrande Casa dei ge-suiti a Gallarate, doveil porporato ha deciso

di vivere dall’inizio del 2008, per poter megliotenere sotto controllo l’evoluzione del Parkin-son. Il risultato, tracciato con affetto filiale, è ilritratto di un grand’ uomo, padre spiritualeamabile e rigoroso suo e di molti altri.

Giorgio BoattiSULLE STRADEDEL SILENZIO Editori Laterza Euro18,00

“Per sfuggire a un mo-mento di buio che sentivoestendersi attorno a me”,l’autore pianifica la visitaa 19 monasteri e certosed’Italia, cioè ai luoghi do-

ve trova ciò che è sparito dal resto del Paese:il silenzio. Vi viene accolto, vi mangia (servitoa tavola, in un monastero, da una monaca lau-reata in medicina e specializzata in anatomiapatologica), vi dorme, assiste ai loro riti, vidialoga con monaci, abati e priori (uno deiquali aveva deposto la toga di celebre penali-sta siciliano per indossare l’umile saio di cer-tosino), si informa sulla loro vita, ascolta e an-nota. ”Ecco, andando per monasteri credo diaver trovato la strada sbagliata che è giustaper me. Capace di portarmi – attraverso que-sto imprevedibile viaggio – alla meta”.

Marina Corradi CRONACHE FAMILIARIEdizioni MessaggeroEuro 17,50

Inviata ed editorialista di“Avvenire”, l’autrice nar-ra, in 57 brevi capitoli di-vertenti e commoventi in-sieme, la propria vita fa-miliare a Milano, alle pre-

se con un lavoro impegnativo, un marito im-piegato (“poveruomo”), tre figli, 4 gatti che sierano presentati alla sua porta, tutti adottati, eun bastardino volpino affamato (“Rommel”)raccolto per strada durante un suo servizio aS. Giovanni Rotondo e fatto spulciare, lavaree pettinare da un veterinario locale prima diportarselo a casa. Il risultato di “questo nostrodiario di bordo”, come lo chiama lei, è un librogradevole e istruttivo.

Aldo Maria ValliDAI TETTI IN SU DAI TETTI IN GIU’Edizioni Messaggero Euro 17,00

“In realtà è la famiglia,nella sua interezza, l’am-biente autenticamente re-ligioso. Perché è fatta dirapporti e perché, intes-sendo costantemente re-

lazioni, abitua ai valori religiosi della fiduciareciproca, dell’accoglienza, della gratuità edella gratitudine. In famiglia è possibile esse-re avvicinati a tutti quegli atteggiamenti checostituiscono il substrato della religiosità, co-me la capacità di guardare alla realtà con oc-chi sempre nuovi, continuando a stupirsi perquanto c’è di bello e di buono. In famiglia pos-siamo cogliere la prospettiva dei fatti e vede-re all’opera qualcosa, e Qualcuno, che dà unsignificato unitario a tutto”. E’ la sintesi di que-sto bel libro, scritto da un padre di 6 figli, chedi famiglia se ne intende. Eccome.

Page 5: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

a storia nonc o m i n c i acon noi enon finirà

con noi. Siamo tutti fi-gli e siamo tutti padri,ciascuno per parte sua,nelle nostre case e nel-la società. Il tempo checi è dato non derivadalla mera casualitàdell’ieri, né è semplicesoprammobile per ildomani, ma è donoprezioso da accoglieree abitare. Con esso po-niamo la nostra origi-nale impronta nel solcodi questa nostra terra,partecipando con amo-revole cura al suo evol-versi verso il Regno, per non lasciarla per malde-stro disimpegno semplicemente come l’abbiamoereditata.

“Insegnaci a contare i nostri giorni e giunge-remo alla sapienza del cuore”, dice la Scritturasacra. Quella sapienza che ci abilita a star dentro,con cordialità e responsabilità, in quel pezzo distoria in cui Dio ci ha chiamati a vivere. Dandobuona risposta alle attese che il Signore ha semi-nato nel nostro animo per una pienezza di senso ea quelle che ci provengono dalla comunità degliuomini per un sentiero di convivialità. Fatti ope-ratori di cose giuste per essere nella pace. Dentrole nostre famiglie e dentro le mura della città inuna rete intrecciata da un cuore samaritano. Ogniumana aggregazione e tanto più la Chiesa grande,come ogni piccola chiesa domestica, si edificasulla vocazione, sulla chiamata a dire il Vangelodella verità e ad offrire agli uomini le chiavi del-la speranza. Che aprono l’animo all’attesa del ri-torno del Signore, donando uno sguardo alto sul-la vita, così da reggere con spirito forte la com-plessità e la bellezza del quotidiano. Il già e nonancora della fede che opera nell’oggi del vivere eannoda al domani, in cui tutto va a compiersi. Pernon aver faticato invano.

La casa di vicini affetti, la strada di ampi in-contri, la città di operose relazioni, la comunità diintensa comunione: questi i luoghi dove siamoconvocati a coltivare i semi dell’eterno.

Per un cammino che non si perda nel vuoto, unaricerca di pienezza che non sfori nell’illusione,una dedizione che non sia un vano batter l’aria.Ma ogni filo dell’esistenza, in ogni gesto, in ogniparola, in ogni scelta, entri a tessere un manto in

cui sentirci avvolti dalcaldo del bene fatto,che conduce alla verapace e alla gioiosa cer-tezza che la dedizioneporta frutto.

E’ tra queste conside-razioni che insieme ol-trepassiamo in parroc-chia il 15° anno di uncammino che ci ha vi-sto condividere l’impe-gno per una chiesa chesappia dire all’uomod’oggi, e in linguaggiocomprensibile, la anti-ca novità del Vangelo.E per un paese che, rac-cogliendo genti da tantiangoli delle territoriobergamasco, da tutta

Italia e ora dal mondo, sappia scrivere racconti diuna storia condivisa, a far crescere radici di ap-partenenza soprattutto per le nuove generazioni.Quindici anni: forse sono tanti, forse non sonotroppi, comunque così è fin che ci sarà chiesto odato di camminare insieme.

Una storia cucita sulla trama della fede che dàsenso alla vita, intrecciata con lo spirito della fra-ternità e del buon vicinato, misurando l’incederesul passo di ognuno, perché nessuno resti indie-tro. Una storia con i colori di umanità che il Van-gelo ci offre, codice di vita buona e affidabile.

Questo progetto di vita pastorale, disteso nelsentiero degli anni, un po’ sa di realtà, un po’ disogno, un po’ di speranza, un po’ di impegno. Pernon essere illusi, ma neppure passivi e dormienti.Per il coraggio e la consolazione di chi lavora nellavigna che il Signore stesso ha piantato. E che haaffidato a noi, con il carico stupendo della nostralibertà interpellata e sempre da Lui rispettata.

E frutti buoni sono sotto gli occhi di chi nonstando soltanto alla porta a guardare o a mugu-gnare, si è rigirato le maniche, si è preso il suo po-sto non solo nella comodità del tempio, ma anchenei luoghi del servizio amicale e fraterno. Ren-dendo autentica la partecipazione alla Mensa del-la Eucarestia nella mensa allargata all’accoglien-za, alla condivisione, all’amore. Amore che nonsi nutre di sospiri, ma di opere secondo il coman-damento del Signore stesso, Lui che fin sulla cro-ce ha condotto il suo impegno d’amore. Da rac-cogliere perché sia il sigillo della nostra apparte-nenza a Lui e alla sua Chiesa. Per il mondo e peril Regno.

don Leone, parroco

5

L CONTAREI NOSTRI GIORNI

Page 6: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

6

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

entre in questi gior-ni il notiziario viviene recapitato, ilgruppo ‘Amici del-

la Bosnia’, come ha fatto dal2000 fino ad oggi, sta compiendoil suo viaggio annuale in quellaterra devastata da una recente esanguinosa guerra civile, le cuiferite, vive e dure a rimarginarsi,segnano ancor oggi drammatica-mente suolo, corpi e anime diquel paese.

Il gruppo, nato in forma spon-tanea e poi entrato a far partedell’ambito missionario parroc-chiale, sostenuto dalla preghierae dall’aiuto della comunità, in suo nome si reca, comeparte di un convoglio umanitario, nei dintorni di Saraje-vo. Porta aiuti materiali – generi alimentari, igienici esanitari – e, non meno importanti, solidarietà umana,condivisione e soprattutto speranza, ai tanti ospedali psi-chiatrici che, conseguenza diretta delle atrocità di quel-la guerra, accolgono un numero elevato di giovani ebambini.

Il racconto – anzi, il resoconto, come l’autore lo defi-nisce, agli amici del Gruppo Bosnia – , che vi proponia-mo, di Lorenzo Fornoni, componente del gruppo, scatu-risce da questa esperienza forte di carità, che è dono delSignore; “il Quale – come scrive il gruppo – muove ognicosa e suscita in noi il desiderio di condividere con tuttigli uomini il suo amore”. (A.Z.)

***Cari amici, voglio condividere con voi quanto mi è

successo domenica mattina 12 maggio scorso, al super-mercato Conad, durante la raccolta alimentare per il no-stro viaggio in Bosnia.

Un episodio che mi ha causato una fortissima emozio-ne e che ho assolutamente interpretato come uno stimoloa continuare con sempre maggior forza la nostra ‘picco-la opera’ a favore della martoriata gente di Bosnia. No-nostante ci sia capitato più volte di sentirci dire, mentrecerchiamo di consegnare i nostri foglietti agli ingressi deisupermercati, che le povertà ci sono anche in Italia, sen-za bisogno di scomodare la Bosnia….

Sono alle casse, per raccogliere i sacchetti con le of-ferte che i clienti ci lasciano.

Ad un certo punto, una delle commesse mi avverte chetutto quello che è sul nastro (un bel po’ di roba) è per noi;cerco allora il donatore per ringraziarlo sentitamente.

E’ una signora, a pensarci adesso dalle fattezza slave,che mi dice: “Sono di Sarajevo e ho vissuto là il periododella guerra; ho visto il vostro cartellone all’ingresso (c’èuna fotografia di case mitragliate proprio della capitalebosniaca) e voglio dare il mio piccolo contributo per lavostra raccolta a favore dei miei connazionali”.

Mi blocco! Una cosa è parlare delle atrocità avvenutelà durante la guerra e delle relative povertà,un’altra è avere davanti una persona che proba-bilmente le ha sperimentate sulla propria pelle!

Non so se essere invadente e fare tutte le do-mande che mi vengono a raffica o rispettarequelle possibili sofferenze.

E’ lei che, capendo la mia difficoltà, comin-cia a raccontarmi qualcosa della sua città e del-la sua storia. Poi, quasi all’improvviso, mi tra-mortisce dicendomi: “Hanno ammazzato mia fi-glia di cinque anni davanti ai miei occhi. Hannoucciso mio padre, mia madre, mia sorella; da po-co abbiamo estratto i loro resti dalle fosse co-muni e li abbiamo riconosciuti dalle prove delDna.

Mio figlio, che adesso ha vent’anni, si è sal-vato fortunosamente e ora vive con me qui inItalia”.

M

COME PRONUNCIARE UN NOMEIL RACCONTO DELL’ESTATE

Page 7: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

7

Mentre lei racconta, cerco sul suo volto lacrimeche mi aspetto scorrano copiose. Invece, niente; isuoi occhi sono appena inumiditi, non hanno piùnulla da versare, probabilmente da tanto tempo.

Cerco di farfugliare qualcosa, ma non so cosa di-re. Mi sento spiazzato, nudo; nessuna parola uma-na può aiutare e dare sollievo in queste situazioni;solo parole che implorano da Dio l’aiuto a perdo-nare, accettare e sopportare potrebbero avere unsenso.

Già, ma quale Dio? Non so quale sia la fede del-la persona che mi sta davanti; viene da una terra do-ve convivono faticosamente, e addirittura si com-battono, religioni diverse; potrei rischiare di ag-giungere una ferita alle ferite.

piacerebbe fosse recapitato alla sorella rimasta a Saraje-vo. E che al ritorno dal viaggio la contatterò per farle ave-re alcune foto che avremo fatto, per ricordarle la sua ter-ra (ma a questo punto non so quanto gradite).

Lei si allontana, io sistemo meccanicamente i sacchet-ti lasciati dalla gente, che nel frattempo si sono ammuc-chiati alla rinfusa; poi, con gli amici, raggiungo il bar peril caffè.

Ma la mia mente resta al supermercato, cerca di fissa-re tutti i particolari dell’incontro, per non dimenticarenulla, per riuscire al meglio a dare un senso a quanto suc-cesso.

E’ facile incontrare una storia così in Bosnia, ma qui aTorre Boldone, in un supermercato, una piovosa domeni-ca mattina di maggio! Questo vorrà pur dire qualcosa!

Il caffè che bevo ha un gusto più amaro del solito. Eimprovviso torna il ricordo di quello ben più dolce, bevu-to due anni prima a Curno, appena rientrato dal viaggioin Bosnia, quando in un bar avevo ricevuto il bentornatodal volto dolce e sorridente della Madonna di Medju-gorje, dipinto su una cartolina nascosta tra le bottiglie delbanco.

Chissà perché, ogni volta che la mia storia incrocia inmodo significativo quella della Bosnia, c’è di mezzo uncaffè!!

Ho pensato, cari amici, che fosse assolutamente dove-roso informarvi di quanto è successo, perché mi sembrache questo ci confermi e ci rafforzi nella convinzione chela nostra modesta e piccola opera a favore della gente diBosnia deve continuare.

E’ come se quest’anno la Provvidenza si fosse mani-festata non solo sotto forma dei soliti pacchi viveri, maanche attraverso un volto e una storia ben precisi!

Si confermano oltremodo valide, significative e sem-pre attuali, le parole che avevamo usato per presentare al-la comunità di Torre Boldone, durante una Messa primadi un viaggio, il progetto del nostro gruppo ‘Amici dellaBosnia’, operante nell’ambito missionario parrocchiale:

“Manifestiamo la nostra solidarietà alle popolazionidella Bosnia, teatro di una recente sanguinosa guerra ci-vile che tanti dolori, lutti, devastazioni materiali, fisichee psichiche ha provocato e che, a vent’anni di distanza,sono ben lontani dall’essere sanati.

Nei nostri viaggi portiamo generi alimentari, igienici esanitari; ma soprattutto cerchiamo di portare solidarietà,amicizia, umanità, condivisione, convinti che pace e giu-stizia nel mondo si costruiscono a partire da semplici ma

Abbozzo allora qualcosa di generico, tipo “... le guer-re etniche e di religione sono terribili… ”.

Anche questa volta vengo aiutato dalla signora, di si-curo intelligente, che sa leggere direttamente sul mio vi-so le domande, che mi dice: “Mia madre era cattolica,mio padre musulmano; per non andare contro nessunodei due ho scelto di non professare nessuna religione!”.

E’ terribile! Gli eventi tragici della sua terra le hannostrappato molto più della vita: una figlia di cinque anni,quasi tutti i parenti e persino la possibilità di professareliberamente e con gioia una fede!

Cerco di conoscere il nome della persona che ho di-nanzi; mi sembra che pronunciarlo con amore sia l’uni-co gesto di comunione che posso fare con lei, in quel mo-mento.

“Mi chiamo Sandra, ho preso questo nome venendo inItalia; il mio originale è molto simile a quello del campodi concentramento in cui sono stata rinchiusa: preferisconon usarlo ”.

Persino il nome hanno portato via a questa cara e sfor-tunata signora di Sarajevo: l’hanno davvero derubata ditutto!

Non me la sento di chiedere quali sofferenze si na-scondano dietro quella parola sinistra e terribile; e ancheSandra, questa volta, non dà nessuna risposta alla mia do-manda muta.

Non ho più argomenti. Sono come un pugile al tappe-to. Il gong che mi salva arriva sotto forma di un invito chemi viene rivolto da un ignaro compagno di raccolta:“Vieni, andiamo a bere il caffè”.

Ho ancora il tempo di dire a Sandra che nel prossimoviaggio di giugno cercheremo di portare il pacco che le

Page 8: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

8

a Costituzione è solo un libretto scritto sullacarta? Chi ci garantisce che venga osservata erispettata? Come possiamo essere sicuri chenon venga arbitrariamente modificata o addi-rittura cancellata?

I Costituenti devono essersi posti domande analoghe e diconseguenza hanno scelto di dedicare gli ultimi articoli dellaCostituzione proprio alle Garanzie con lo scopo di evitare tra-dimenti o sconvolgimenti di quanto scritto fino a quel punto.

Anzitutto viene istituita la Corte costituzionale, che giu-dica “a norma della Costituzione” (art. 134) sulla “legitti-mità costituzionale delle leggi”, sui “conflitti di attribuzionedei poteri dello Stato” e sulle “accuse contro il Presidentedella Repubblica”. In altre parole, la Corte è “giudice ulti-mo” delle controversie più importanti: “contro le decisionidella Corte costituzionale non è ammes-sa alcuna impugnazione” (art. 137).

Da questo punto di vista la Corte sta“sopra” il Parlamento (che approva leleggi, ma che possono essere impugna-te), il Presidente della Repubblica (chepuò essere messo sotto accusa) e tutti ipoteri dello Stato (che possono trovarsi insituazioni di conflitto di competenze).Infatti, è la Corte a dire l’ultima parola seci fossero dubbi sulla corretta costituzio-nale di una legge approvata dal Parlamento, sul comporta-mento del Presidente della Repubblica o eventuali abusi eser-citati da un potere dello Stato. “Quando la Corte dichiara l’il-legittimità costituzionale di una norma di legge o di atto aven-te forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giornosuccessivo alla pubblicazione della decisione” (art. 136).

Ma da chi è composta questa Corte “suprema”? “La Cor-te costituzionale è composta di quindici giudici nominati perun terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dalParlamento in seduta comune e per un terzo dalle suprememagistrature” (art. 135). Interessante notare come tra i trepoteri classici di una democrazia, l’esecutivo sia stato esclu-so da coloro che hanno potere di nomina dei giudici costitu-zionali, mentre è stato inserito il Presidente della Repubbli-ca, garante del rispetto della Costituzione. Inoltre, con il si-stema dei tre terzi, nessuna delle tre Istituzioni ha la mag-gioranza: ciò consente eventualmente di abrogare una leggeapprovata dal Parlamento o di condannare un Presidente del-la Repubblica.

I giudici costituzionali sono nominati per nove anni: seconsideriamo che i parlamentari sono eletti per 5 anni (sela legislatura non termina anticipatamente) e il Presidentedella Repubblica per 7 anni, possiamo facilmente intuirel’importanza del ruolo ricoperto dai quindici supremi giu-dici. E proprio perché sopra la Corte c’è solo la Costitu-zione, i giudici costituzionali “non possono essere nuova-mente nominati”.

La Costituzione si può cambiare? Sì e no. No, nel sensoche ad esempio “la forma repubblicana non può essere og-getto di revisione costituzionale” (art. 139). Non solo: laCorte costituzionale ha stabilito che la prima parte della Co-stituzione, quella sui “principi fondamentali” non può esse-re sostanzialmente modificata. Ci sono molti costituzionali-sti che sostengono che anche le altre parti della Costituzio-ne non possono essere cambiate in blocco, perché i cambia-menti introdotti potrebbero essere in contrasto proprio con iprincipi fondamentali. Di conseguenza le modifiche alla Co-stituzione dovrebbero essere “puntuali”, cioè relative a pun-ti specifici (per esempio, l’immunità parlamentare stabilitadall’art. 68, modificato nel 1993).

D’altra parte la Costituzione non è stata scritta una voltaper sempre e di conseguenza può essere aggiornata, seguen-

do però una speciale procedura: “le leg-gi di revisione della Costituzione e le al-te leggi costituzionali sono adottate daciascuna Camera con due successive de-liberazioni ad intervallo non minore ditre mesi, e sono approvate a maggioran-za assoluta dei componenti di ciascunaCamera nella seconda votazione” (art.138). La doppia votazione dopo un in-tervallo di tempo ci segnala che le mo-difiche costituzionali devono essere ben

ponderate e non è sufficiente la maggioranza dei presenti inParlamento al momento della votazione, ma degli aventi di-ritto, cioè gli eletti. Ma non basta: le leggi di modifica dellaCostituzione “sono sottoposte a referendum popolare quan-do, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano ri-chiesta un quinto dei membri di una Camera o 500.000 elet-tori o cinque Consigli regionali”. A meno che vengano ap-provate, “nella seconda votazione da ciascuna delle Camerea maggioranza di due terzi dei suoi componenti”. Da questenorme si capisce perché la nostra Costituzione è annoveratatra quelle “rigide”: cioè che si possono cambiare, ma noncon facilità e soltanto seguendo procedure più complesse delnormale iter legislativo. In fondo la Costituzione è la “rego-la del gioco” democratico e le regole non possono esserecambiate a piacimento e nemmeno diventare oggetto del“gioco” politico quotidiano. Tanto più che recentemente peril rinnovo del Parlamento si è passati da leggi elettorali so-stanzialmente proporzionali a sistemi prevalentemente mag-gioritari (legge del 1993) o con premi di maggioranza (leg-ge vigente). Ne consegue che la prima tra le minoranze di-venta maggioranza e questo altera gli equilibri previsti dal-la Costituzione. Per questa ragione, cioè per evitare che unaminoranza potesse appropriarsi di troppi poteri e addiritturamodificare la Costituzione, Giuseppe Dossetti a metà deglianni ’90 propose di alzare il quorum per l’elezione delle piùalte cariche dello stato e degli organi di garanzia. Purtropponon è stato ascoltato.

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

■ Rubrica a cura di Filippo Pizzolato e Rocco Artifoni

LE GARANZIE COSTITUZIONALI

L

Page 9: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

9

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

er qualcuno do-vrebbe essere lostesso parroco adintervenire e re-

darguire gli ‘spogliati’, o sevolete i poco vestiti. O lespogliate, più comunemen-te. Magari dall’altare, tra undominus vobiscum e unamen. Soluzione sconve-niente, non vi pare? Per altriun qualche prete potrebbepercorrere la chiesa con labacchetta di un tempo, qua-si prefetto del collegio, amettere in riga i trasgressori.Inopportuno, non vi pare?Dovrebbe essere in uso ilcentimetro del sarto, ma peruna morale che si farebbedavvero meschina. Il saggiodice che le persone stessedovrebbero darsi la giustamisura, che sa coniugare lestagioni con un adeguatomodo nel vestire mentre sista alla presenza del Signo-re e in preghiera con i fratel-li. Perché dell’abbigliamentoin chiesa stiamo parlando,se non fosse chiaro.

Qui si racconta semplice-mente la storia del pastore.Dicendo così sono certo di trovarvi a pescare inricordi più o meno lontani: chi nei sacri testi do-ve la figura del pastore abbonda; chi nelle fa-vole della nonna nelle sere di filanda; chi nel-l’antologia delle elementari, quella delle storiesemplici e coinvolgenti, a misura di gente umile.

Ma il mio racconto è altro, neanche accadu-to in tempi troppo andati. Ma moderno, mi sa.Ero sul monte Cornetto, nei pressi della Presola-na, dove residenti e villeggianti tengono viva latradizione di una festa estiva con le classiche co-stine e le uova sode, ma non disdegnano primala celebrazione della santa messa. Accanto auna croce su cui sta scritto ho levato i miei occhiverso i monti, da dove mi verrà l’aiuto. Presodalla Bibbia. E con un altare a raccogliere lapresenza sacramentale del Signore e le speran-ze e le fatiche dell’umanità dintorno.

NOTA BENE

IL VESTITO DELLA FESTAQuel giorno, estivo quan-

to basta per godere delle al-tezze, gente da ogni dove,in abiti ovviamente di circo-stanza, con pantaloncini,canotte e quant’altro persentirsi liberi, sopportare ilcaldo e smaltire il sudore.Niente da ridire!

Vicino un gregge di peco-re a disegnare un bel qua-dretto, con tanto di pastoree l’immancabile cane fede-le. Anche lui, il pastore, inabito adeguato al lavoro, al-la fatica del monte e alla cu-stodia delle pecore. Gli si faaccanto per un saluto un ta-le che con fare amicale lo in-vita alla festa e alla messa.Il pastore sosta un momentocon se stesso, si guarda ingiro e con immacolata sem-plicità: volentieri, un attimoperò, perché mi metta in or-dine e possa vestire comeconviene per la messa. Ri-compare poco dopo, tra-sformato, con aria e abitoda festa, nel possibile, qua-si come al paese la domeni-ca. Stupore generale, lassùsul monte e messaggio rice-

vuto: il vestito bello per la festa e per la messa!Quello decoroso, perché andare alla liturgianon è come andare al parco, all’osteria o al gio-co delle bocce.

Solo una dedica: a chi prendendo troppaconfidenza con la chiesa, che certo è casa pro-pria, ma è anche casa del Signore e dei fra-telli, si presenta in modo poco conveniente. Tut-to misurato sul variare delle stagioni, certo, macon la consapevolezza di trovarsi in mezzo aqualcosa di grande. Anzi davanti a Qualcunodi grande. Che non pretende e non fa osser-vazioni, Lui, ma a cui pure dobbiamo confi-dente rispetto. Anche nel vestire, che è espres-sione di uno stile. Ne teniamo conto anche tradi noi, andando dal notaio, dal dottore e viadicendo. Perché in chiesa no?

(dielleelle)

P

Page 10: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

10

MAGGIO

■ Si riunisce mercoledì 16 il Gruppo Auditorium. Sidefiniscono alcune questioni a riguardo della propostaautunnale e invernale di Film di qualità. Si stende un ca-lendario di massima per l’utilizzo della sala e per la di-sponibilità dei volontari. Siamo nell’ambito ‘cultura e co-municazione’, di fondamentale importanza nella comu-nità.

■ Il pellegrinaggio mariano si tiene giovedì 17 e porta unacinquantina di persone al santuario del Sacro Monte di Va-rese. Qualche contrattempo di viaggio e di orario, ma poisi trova tempo per la preghiera, la visita alle cappelle e al-la chiesa, e per momenti di allegria.

■ La mattina di venerdì 18 i preti della parrocchia si riuni-scono, come ogni venerdì ma con un tempo più lungo, astendere alcune note per il progetto e il calendario pastoraledel prossimo anno. Non senza aver fatto una opportunavalutazione del cammino di questo tempo pasquale e deimotivi che lo hanno reso significativo in comunità.

■ Ultimo incontro per la Lectio divina venerdì 18. I dueorari come sempre hanno visto buona partecipazione. Siringrazia don Carlo Tarantini per averci accompagnato an-che in questo anno con passione e competenza e si prean-nuncia il percorso prossimo sui temi che fanno da sfondoall’Anno della Fede, attorno al Vangelo di Marco.

■ Con gesto di amicale vicinanza venerdì 18 un gruppo digiovani si è trovato nella chiesa grande del Seminario conaltre centinaia della diocesi per la Scuola mensile di pre-ghiera, e per seguire la Ammissione agli Ordini sacri diAndrea e Luca, i seminaristi che quest’anno hanno impe-gnato da noi il sabato pomeriggio e la domenica. Abbiamopregato per loro in comunità in un momento significativodel loro cammino vocazionale.

■ Continua il tempo dei matrimoni, di coloro che credonodi dover mettere nel cuore di Dio, fedele alleato dell’uma-nità, la propria alleanza di coppia, bevendo profondamen-te alla sorgente dell’amore. Sabato 19 si sposano AlessiaCavalli e Manuel D’Avolio con liturgia ben preparata epartecipata.

■ La domenica 20 chiude i giorni delle feste in oratorio,un po’ bagnate ma coinvolgenti, anche per la buona pre-parazione e conduzione, con a capo gli Amici del Cuore ealtri volontari. Varie le manifestazioni e ottima la cucina, peruna occasione di incontro che fa bene e vede riunirsi mol-te famiglie in cordialità.

■ La tradizionale festa alla Scuola paritaria Palazzolo sitiene pure domenica 20 con la celebrazione della s. mes-sa e tempi di festa e di gioco. Il venerdì 25 vedrà la sempreben curata rappresentazione teatrale dei ragazzi. Nell’oc-casione il parroco don Leone benedice la grande sala, vo-luta e attrezzata dai genitori con il coordinamento del dott.Piero Locatelli, presidente della Fondazione educativa Pa-lazzolo. Giorni belli e partecipati!

■ La scuola per immigrati adulti, che la nostra parrocchiaha iniziato diversi anni fa per la intuizione della maestraAdele Nicoli, continua con la collaborazione di numerosivolontari, dell’Associazione Infanzia Incontri e il coordina-mento delle infaticabili Giuliana e Carolina. Ora è tempo diesami sui banchi della scuola e della cucina, dove purecorre il percorso della integrazione. Ne sanno qualcosaAngela e collaboratrici del settore. Lunedì 21 si tiene un in-contro di verifica e anche per preparare la festa con le al-tre scuole del territorio.

■ La sera del martedì 22 la preghiera mariana fa sosta al-la santella dell’Istituto Palazzolo di Imotorre. E non potevaessere diversamente visto che ricorre in tal giorno la festadel beato Luigi M. Palazzolo. Si prega per le famiglie e pertutte le religiose e per la comunità intera.

■ Il mattino di venerdì 25 muore Troiano Carlo di anni 69.Nato a Monte s. Angelo sul Gargano, abitava in via Leo-nardo da Vinci 9. Nella sera muore Carrara Angelo di an-ni 75. Originario di Albino, risiedeva in via Imotorre 33. Nelpomeriggio di domenica 27 muore Bani Cesare di anni 92.Era nato a Bergamo e da qualche tempo era ospite dellacasa di Risposo, dopo aver abitato a Nese, dove è stato se-polto. Partecipate le liturgie di suffragio.

■ Venerdì 25, nella ormai immediata vigilia della Penteco-ste, si tiene la giornata mensile di Adorazione eucaristi-ca, che vede sostare in chiesa, tra le 8 e le 22, un bel nu-mero di persone, E si prega in particolare per i ragazzi chericeveranno la Cresima e per i giovani che verranno ordi-nati sacerdoti.

■ Nel nostro territorio è presente una varietà di indirizziscolatici presso l’edificio dell’Istituto Sordomuti, che rac-colgono centinaia di alunni. Ormai al termine dell’annoscolastico mons. Vittorio Bonati celebra venerdì 25 la s.Messa nella cappella interna, con bella partecipazione.Cogliamo l’occasione per un pensiero di sintonia con chiopera in questa struttura educativa.

■ Giorni meravigliosi quelli di sabato 26 e domenica 27, av-volti nel dolce mistero della Pentecoste. In Cattedrale il Ve-scovo celebra il sacramento dell’Ordine per tredici giovani.Da noi, in due gruppi e dentro liturgie comunitarie, il vescovomons. Adriano Bernardini, Nunzio del Papa presso lo StatoItaliano, celebra la Cresima e detta intense e coinvolgentiparole di riflessione. Contento di essere tra di noi, come noiorgogliosi di averlo ospite della nostra parrocchia.

■ La sera di lunedì 28 più di 50 persone delle parrocchiedel vicariato, che operano nell’ambito ‘caritas’ in servizioa poveri e malati, si incontrano da noi. Dopo una breve maforte preghiera, in tre gruppi valutano modalità e opportu-nità per un ministero decisivo per la testimonianza dellachiesa. Il confronto arricchisce e conforta.

■ Nel pomeriggio di mercoledì 30 don Angelo Scotti accom-pagna un veloce ma significativo pellegrinaggio dei GruppiScacciapensieri e Laboratorio s. Margherita. Momento di

IL NOSTRODIARIO TEMPI DI SPERANZA

E DI CROCE NELLE CASE, DI CELEBRAZIONE

E DI VITA NELLA COMUNITÀ.

(continua a pag. 15)

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

Page 11: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

DIECI E NON DIMOSTRARLI

11COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

Ci siamo abituati a ricordare e festeggiare tanti av-venimenti e ricorrenze che scandiscono i nostri gior-ni: compleanni, onomastici, festa degli innamo-rati, del papà, della mamma, dei nonni e così via.

Intendiamoci, tutto bello e giusto, anche perché le feste, se inter-pretate nel modo giusto, allietano gli animi, sollevano gli sguardi dalla spes-so monotona quotidianità, favoriscono la condivisione e la convivialità. Riem-piamo i calendari di crocette sui giorni giusti per non dimenticare nessuno.La nostra comunità non si sottrae a questa simpatica usanza di segnare e ri-cordare le ricorrenze. Pur senza sbandieramenti e fanfare celebra i dieci annidi lavoro di tre gruppi che nella parrocchia hanno un ruolo importante: il grup-po di Catechesi pre-battesimale, il gruppo Ti Ascolto, il gruppo Auditorium.

146

AASSCCOOLLTTOO,,

AAUUDDIITTOORRIIUUMM,,

PPRREEBBAATTTTEESSIIMMOO

BUON COMPLEANNO!

Quella dei dieci anni è una scadenza impor-tante, un traguardo raggiunto, un giro di boa.Si pensi ad una famiglia: marito e moglie spo-sati da dieci anni. Non sono più sposi novelli,hanno superato la fase di rodaggio e sonoavviati a traguardi sempre più impegnativi efondamentali nella vita di coppia e familiare.Sono arrivati i figli, si sono abbracciate gioie eaffrontate difficoltà; il loro rapporto si è conso-lidato ed è destinato a proseguire con costanzae perseveranza per il tempo che la Grazia divi-na concederà loro.I dieci anni di un bambino sono pure essen-ziali: egli non è più un fanciullino anche senon ancora adolescente, ma è comunque cre-sciuto in altezza ed intelligenza, più autonomoe più responsabile, sta terminando la scuolaelementare ed il traguardo delle medie è ormaiuna tappa vicina.E via di questo passo le occasioni possonoessere le più varie e molteplici.Così anche in parrocchia, che come vienesempre ricordato, è una grande famiglia, diecianni di lavoro significa aver ideato un proget-to, intrapreso un cammino che si è andato con-

solidando nel tempo, aver raggiunto tappe etraguardi, essersi fermati per riflettere, rifattostrada già percorsa quando le esigenze loimponevano, rallentando e adeguando il passo

Page 12: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

12

146

ASC

OLT

O, A

UD

ITO

RIU

M, PR

EB

ATTESIM

O

alle necessità, soffrendo e gioendo per le tantecose fatte, le persone incontrate, le relazioniintrecciate.

PER UNA NUOVA VITA

Il gruppo della catechesi pre-battesimale, for-mato da laici prevalentemente coniugati, ènato all’interno della nostra parrocchia con loscopo di avvicinare le giovani coppie di geni-tori che chiedono il battesimo per un lorofiglio, prima della celebrazione del sacramen-to e prima della visita del sacerdote. Portare ilsaluto della comunità parrocchiale, comunica-re la gioia per la presenza della spesso nuovafamiglia, informare su momenti liturgici conl’invito a inserirvisi, chiacchierare di valori edesperienze umane condivise e allo stesso tem-po avviare un discorso su sacramento e fede:questi alcuni degli obiettivi principali che ilgruppo si era proposto, sotto la guida di donLeone e con l’aiuto di suor Felicina. Unoscricciolo di monaca ma dalla grinta di unatigre e la dolcezza di una madre, che avendo-ne fatta esperienza in anni precedenti a Mila-no e a Castione della Presolana, non mancavamai negli incontri del Consiglio Pastorale, disottolineare l’importanza di incontrare le gio-vani famiglie, per conoscerle e farsi conosce-re. Ora suor Felicina non è più nella nostraparrocchia da anni, ma il suo entusiasmo e lasua tenacia ha motivato l’impegno di questi

laici, che tutt’ora continua, con il coordina-mento di Marina.Nell’impegno di dieci anni qualche operatoreincontra il suo centesimo bambino, ma il pri-mo incontro non si scorda mai! E qualcuno siracconta.Una sera dopo cena ci aspettano una mamma eun papà della nostra comunità che hannorichiesto il Sacramento del Battesimo per laloro bimba. Siamo emozionati, è il nostro primoincontro “Saremo pronti?”.Certo che don Leone ne inventa sempre di nuo-ve: coppie per la catechesi prebattesimale e noi,forse ancora più incoscienti ad accettare questasfida. Siamo solo due genitori con buonavolontà e con la convinzione che per la nostracomunità bisogna avere il coraggio di mettersiin gioco. Facciamo il tragitto a piedi, manonella mano e un Gloria perché lo Spirito Santoci guidi, poi suoniamo il campanello. L’acco-glienza è molto cordiale e con gioia conosciamoun fratellino più grandicello. La serata è pia-cevolissima, si toccano vari argomenti, dai piùmateriali a quelli un po’ più spirituali. Conse-gnando ai genitori il Catechismo dei bambiniportiamo il saluto di tutta la comunità chefesteggia l’arrivo di una nuova creatura comebellissimo dono di Dio, non solo per la suafamiglia, ma per tutti noi. Una preghiera insie-me per ringraziare il Signore del dono dellavita. Noi temevamo di non essere all’altezza, ma nonavevamo capito che non è importante quello chesiamo riusciti a trasmettere, ma quello che èpassato tra di noi.Sono passati dieci anni da quella sera e lo scor-so anno a maggio abbiamo partecipato allaMessa della Prima comunione e là c’era la“nostra Margherita” e abbiamo pregato per leie per la sua famiglia.

CINEMA E NON SOLO

Luca, il responsabile del gruppo Auditorium,racconta che sembra ieri che tutto nasceva.Inizialmente era il tentativo di un gruppo dipersone appassionate e fortemente motivateche avevano a cuore la riapertura della SalaGamma, con la consapevolezza di riuscire adanimare e coinvolgere la comunità in un pro-getto culturale ambizioso. Purtroppo la prema-tura ed inattesa scomparsa del gestore istitu-zionale, Franco Locati, che tanto aveva datocon impegno, professionalità e competenza

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

Page 13: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

13

146

ASC

OLT

O, A

UD

ITO

RIU

M, PR

EB

ATTESIM

O

ste mirate e coraggiose per affrontare le nuovesfide pastorali. Insomma un compito non facilema un “treno da non perdere” in un momentocosì significativo in cui lo sviluppo dei media,che esercitano una profonda influenza sull’uo-mo, stava cambiando radicalmente le nostreabitudini.Prima cosa, ci si doveva strutturare come ungruppo attivo capace di prendersi carico del-l’organizzazione e della manutenzione dellasala a 360 gradi, maturando al tempo stessocompetenze che non tutti avevamo, ricono-scendo però la stessa importanza ad ogni ser-vizio svolto per l’attività della sala. Inoltredovevamo calarci con uno stile ed un’identitàche fossero in grado di accogliere i principiche volevamo passare come messaggio allacomunità, quali l’accoglienza, la testimonian-za, la prossimità e il servizio, con un occhioattento ai giovani per dare continuità nel tem-po al gruppo. Sentirsi parte integrante di unprogetto dove ognuno porta, con il proprioimpegno e servizio “acqua al mulino” è unacosa che, pur tra mille difficoltà quotidiane,dona la consapevolezza di dare un apportoessenziale alla tua comunità. Da ringraziaretutte le persone che hanno contributo alla vitae alla crescita del gruppo Auditorium. Un gra-zie particolare a don Leone che, con pazienza,ci ha seguito in questo cammino stimolandocie spronandoci nei momenti difficili, semprepronto ad ascoltarci, a consigliarci e disponi-bile, con un sano buonsenso, ad adeguare lasala tecnologicamente e renderla più bella edaccogliente.Oggi il gruppo Auditorium gestisce autonoma-mente l’assistenza e l’organizzazione di eventiculturali quali il cinema, il teatro, le conferen-ze e propone momenti di formazione edapprofondimento per la comunità, invitandorappresentanti significativi della nostrasocietà in grado di testimoniare cosa veramen-

alla promozione dello sviluppo culturale, ave-va fermato l’attività della Sala Gamma, parti-colarmente per quanto attiene al cinema.Ci si interrogava su come ripartire, facendodiventare la nostra sala quel modello propostodi “Sala della comunità”, riportato e forte-mente proposto nel direttorio dei Vescovi ita-liani “Comunicazione e missione”.Uno spazio aperto a tutti per la comunicazionedella nostra gioia di essere cristiani con propo-

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

Page 14: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

14

146

ASC

OLT

O, A

UD

ITO

RIU

M, PR

EB

ATTESIM

Omirati, contatti con cooperative e ditte, gestio-ne buoni spesa, ponte con i negozianti, rappor-ti con la scuola, contatti con l’assistente socia-le, gestione indumenti e coordinamento bancoalimentare, tenuta dei conti, collegamento conla Caritas, supporto legale, supporto psicologi-co sono le attività proprio di ciascun operatore. In dieci anni di lavoro sul campo, mi raccontaRosaria la coordinatrice, sono cambiati i biso-gni della gente, sono nate nuove e ben più gra-vi povertà. La crisi che ha coinvolto così glo-balmente tutti, ha davvero piegato un’umanitàgià sofferente, non solo materialmente ma benpiù da un punto di vista morale e psicologico.La perdita del lavoro, la precarietà del futuro

per la propria famiglia, laseparazione coniugale spes-so con risvolti drammatici,hanno fatto emergere biso-gni e problematiche chespesso chi ne è coinvoltofatica ad affrontare nel quo-tidiano, teme il futuro e dasolo non sa risollevarsi. Treanni fa è nato così il proget-to “Famiglia adotta fami-glia” che tutti ben conoscia-mo, perché ha messo inmoto una catena di solida-rietà che è andata ben oltrele aspettative: doveva essereun progetto annuale, invece

dopo tre anni continua ancora e consente algruppo di far fronte a tante esigenze ancorapresenti sul territorio. Per questo si esprimegratitudine a tutti coloro che, nel nascondi-mento ma con tanta generosità, continuano adare senza chiedere nulla in cambio.Oggi, con l’affacciarsi anche del problema deldisagio psichico è stata costituita la figura del-l’amministratore di sostegno, che accompagnadentro le problematiche che tale bisogno facontinuamente emergere.Ascoltando le persone che operano in questiambiti parrocchiali, pur così diversi tra loro, hopotuto toccare con mano tanta disponibilità,entusiasmo, gioia di fare; le fatiche, le diffi-coltà nell’impegno passano in secondo piano.Tante potevano essere ancora le cose da raccon-tare, anche gli episodi spiccioli che danno lamisura del vissuto. Ma in questo caso lo spazio ètiranno. Forse è meglio constatare di personaper credere e magari dare una mano.

Loretta Crema

te accade oggi nel nostro mondo per darci lapossibilità di allargare il nostro sguardo.I componenti del gruppo, sia adulti che giova-ni, hanno maturato oggi una professionalecompetenza nel ruolo del servizio prestato.Siamo in continuo e costante aggiornamento,specie nei mezzi tecnici, ma l’indirizzo princi-pale del gruppo continua ad essere la valoriz-zazione del fondamentale ed unico materiale:l’uomo.

ASCOLTARE E ACCOGLIERE

Il gruppo “Ti ascolto” è nato nel 2002 dall’esi-genza emersa negli ambiti di attenzione allafamiglia, di animazione cari-tativa e missionaria. Hamosso i primi passi sola-mente sull’esserci per acco-gliere ed ascoltare chiunquecercasse nella comunitàqualcuno attento ai suoibisogni. E’ decollato conl’ascolto prevalentemente dianziani e con l’accoglienzadi immigrati. Lo stile cheanima il gruppo è quello delBuon Samaritano; non siindividuano riscontri ma sicerca di educare alla solida-rietà ed alla condivisione.Al seguito dello stile diColui che da ricco che era si è fatto povero, siè chinato a lavare i piedi, si è piegato sull’u-manità messa ai bordi dalle piaghe della vita edalla stessa insensibilità o malvagità umana.Lui, il Signore, fatto Samaritano amorevole.Le persone sono al centro dell’attenzione e siritiene che sia meglio il bene fatto comunquepiuttosto che il bene non fatto; si cerca di esse-re prudenti ma si preferisce essere misericor-diosi.Un impegno così rilevante non poteva esserelasciato solamente alla buona volontà deglioperatori, ma necessitava di preparazione eprofessionalità. Ecco che ancora prima dellacostituzione del gruppo, i primi dodici opera-tori hanno seguito corsi specifici presso laCaritas ed in seguito effettuato un anno di tiro-cinio presso il centro di ascolto di AlzanoLombardo.Gli operatori, che nel tempo sono passati da 12a 26, all’interno del gruppo hanno ciascuno ilproprio ruolo, perché tante sono le esigenze ele risposte che è chiamato a dare. Progetti

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

Page 15: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

15

cordialità al termine degli incontri settimanali di lavoro neiquali si coltiva buon dialogo e amicizia. Augurale per altri in-gressi o per la fondazione di altri gruppi simili.

■ Giovedì 31 chiudiamo il mese dedicato alla Madonnacon un cammino orante dalla santella di via Resistenza al-l’oratorio. Qui attorno al grande fuoco si invoca lo SpiritoSanto, perché illumini e confermi nella fede e nell’amore.Come è accaduto per Maria e per gli Apostoli e per tantinel corso dei secoli.

GIUGNO

■ Parte venerdì 1 il pellegrinaggio parrocchiale che an-drà a visitare ambiti dell’Austria e dell’Ungheria, incontran-do persone legate alla storia, spesso drammatica di queipaesi. Ma anche le bellezze artistiche e paesaggistiche.Accompagna l’ormai guida stabile Daniele Rocchetti, concompetenza e bella animazione.

■ Del recital che gli adolescenti e giovani presentano do-menica 3 e lunedì 4 si parla in altra pagina del Notiziario.Qui si vuol rilevare l’impegno e l’entusiasmo, come anchela dedizione degli adulti che hanno collaborato. Bravi nellarappresentazione teatrale, bravi nella testimonianza di pa-zienza e tenacia.

■ Mercoledì 6 si tiene un ricordo nella preghiera per Adria-na Locatelli. L’Associazione dei Partigiani cristiani cogliel’occasione per un incontro nella sala dell’Orologio delCentro s. Margherita. Si fa il punto anche del cammino edella attività.

■ Giovedì 7 muore Botti Edmondo di anni 72. Originariodi Bondeno (Ferrara) era da qualche tempo ospite dellaCasa di Riposo. In tanti abbiamo pregato per lui nella litur-gia di suffragio.

■ Venerdì 8 si riuniscono gli iscritti alla Giornata in Mo-nastero che si terrà sabato 16 e domenica 17. Que-st’anno si va dai Padri carmelitani Calzati o dell’AnticaOsservanza. Una comunità risiede e ha buona strutturadi accoglienza a san Felice del Benaco, nel bresciano.Un momento di sosta che fa bene allo spirito e al vivereinsieme.

■ Il bello del sacramento del matrimonio. Lo dicono dentro benpreparate liturgie Marta Tintori e Alberto Ravelli che si spo-sano venerdì 8 e Romina Salae Matteo Sirtoliche celebranole nozze sabato 9. Con l’augurio di tutta la comunità.

■ Nel pomeriggio di sabato 9 i catechisti tengono l’incon-tro di fine percorso e fanno una stringente valutazione delloro impegno e delle più opportune modalità per renderlofruttuoso anche nel prossimo anno pastorale. Dentro untempo che cambia situazioni e rapporti in modo rapido econtinuo.

■ Nello stesso pomeriggio si tiene nei pressi della ScuolaMedia la festa della scuola al termine dell’anno di lavoro.Iniziative, manifestazioni e quant’altro per coinvolgere ra-gazzi e adulti. Anche la Scuola ‘alfabeto per immigrati’ èpresente con insegnanti e allievi per dare buona prova erallegrarsi del bel servizio svolto. Ormai da anni e semprecon miglior metodo ed efficacia.

■ Il Gruppo ‘Bosnia’ si trova sabato 9 alla Messa vesperti-na per invocare buon cammino. Partono con diversi furgonia metà del mese con alimentari e tutto quanto può essere

segue da pag. 10

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

utile in ospedali, orfanatrofi e famiglie in povertà. Rinnovanoil grazie per quanti a s. Martino hanno collaborato al proget-to ‘caldaia’ per una comunità di accoglienza.

■ Domenica 10, solennità del Corpus Domini, ci si rac-coglie anche per un tempo di adorazione, contemplando ilmistero della Presenza sacramentale del Risorto tra di Noi.Che ha raccomandato: fate questo in memoria di me. Inquesta domenica inizia l’orario estivo nella celebrazioneferiale e festiva della s. Messa.

■ Si incontra lunedì 11 l’ambito Famiglia con i rappre-sentanti di tutti i gruppi. E’ tempo di verifica e ci si dedicapure a stendere un buon progetto di animazione pastoraleper l’anno nuovo. Insieme si valuta anche quanto emergedalla testimonianza dei vari gruppi.

■ Con il martedì 12 inizia la peregrinazione serale per lacelebrazione della Messa. Ogni martedì nella cappella delcimitero, ogni giovedì, alternativamente, nelle chiesette dis. Martino vecchio e della Ronchella. C’è gente che amaraccogliersi in preghiera nella sera.

■ Anche gli Ambiti Missione e Caritas si riuniscono in sulfinir dell’anno pastorale, mercoledì 13. In dialogo tra i varigruppi si vaglia il cammino di animazione e di servizio svol-to e si progetta per i mesi a venire, mentre non si sospen-de in estate l’attività ordinaria.

Festa alla RonchellaIl tempo poco propizio non ha fermato l’impegno deivolontari che hanno organizzato la festa e neppurel’entusiasmo dei partecipanti. Sia alla processioneserale che alle liturgie e all’incontro festoso delladomenica. Un grazie grande a tutti i collaboratori delpaese e anche da fuori. Come anche a coloro chenel corso di tutto l’anno si prendono cura della chie-setta con disponibilità e cuore. Il gruppo ‘Ronchella’ha offerto ben 4.000 euro, frutto di tanto impegno.

Gruppo ScacciapensieriSi trova in oratorio, al mercoledì pomeriggio, occa-sione di incontro e lavoro per coloro che voglionocondividere un po’ del proprio tempo.Ha concluso l’attività con la bancarella per la festadella mamma. Nel corso dell’anno ha partecipato alprogetto solidale di s. Martino, ha continuato l’ado-zione di due ragazze in Malawi, ha aderito al proget-to ‘sala della riconciliazione’ in Burundi, continua asostenere l’oratorio per la sua attività educativa. Conil grazie a coloro che donano materiali vari e che conl’acquisto delle creazioni artigianali concorrono allasolidarietà che il gruppo esprime.

Laboratorio s. MargheritaUn bel gruppo di signore che si trova ogni settimana, almercoledì pomeriggio, al Centro s. Margherita. Svolgeattività di cucito e ricamo, accogliendo anche ragazzeche desiderano imparare. Con il frutto del proprio lavo-ro sostiene la parrocchia nelle sue opere (a maggio hadonato 3.300 euro). Confeziona per gli ambienti e perla liturgia quanto è necessario. Ha inviato una bellatovaglia da altare nientemeno che alla chiesa dell’An-nunciazione a Nazareth! E’ possibile far parte del grup-po, nello spirito del bel trovarsi operando.

Page 16: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

16

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

a un CRE ad un CRE… ed un anno tivola via di mano. Questa è un po’ la sen-sazione che abbiamo avuto noi, Luca eAndrea seminaristi “in prestito” a TorreBoldone. In estate conosci i ragazzi (e tu

come ti chiami? Te l’ho già chiesto vero?!), adicembre inizi ad entrare nel clima della parrocchia(ah ma oggi alle 10 canta il coretto? Non mi ricor-davo…), a marzo ricolleghi i quadri familiari (lui ètuo padre?! Pensavo fosse il padre di…), a giugnofinalmente ricomponi il puzzle e a luglio si fanno levaligie. È strano essere catapultati in un paese chenon conosci (si, per sentito dire…), in una comunitàmolto diversa dalla tua e…”stare”. Si, perché que-st’anno non abbiamo fatto altro che “stare” a TorreBoldone, “stare” in questa realtà. Viverla. Soprat-tutto agli inizi la fatica è stata grande, arrivare inoratorio (e mo’ che faccio?!) non sapere come muo-verti, a chi domandare, cosa fare… appunto, cosafare? Infatti confrontandoci con i nostri compagnidi classe ci raccontavano della loro esperienza «Iofaccio catechesi…io dirigo il coretto… io faccioservizio al bar…» e io? Che cosa faccio?

Solo dopo qualche settimana inizi a capire qualeparticolare rapporto ti è proposto con la comunità diTorre. Stare. In oratorio non ci è chiesto di fare nul-la se non di “stare” con tutti; ora stare vuol dire gio-care a calcio balilla, ora chiacchierare a bordo cam-po con adolescenti e giovani, ora invece giocare acalcio (sport che con entusiasmo pratichiamo spes-so), ora cantare al super-vespro-solennissimo…

Nelle nostre difficoltà abbiamo cercato di farciprossimo, di vivere le situazione che ci si presenta-vano davanti mettendoci noi stessi. Abbiamo cerca-

to, con le nostre fatiche, di metterci in gioco e divivere la relazionalità all’interno della parrocchia.Questo nostro metterci in gioco (questo “stare”)non ha portato noi a dare qualcosa alla parrocchia diTorre ma la parrocchia a noi! Ci siamo buttati edabbiamo ricevuto molto di più in amicizie, espe-rienze, confronti, incontri.

Per questo vogliamo dire un gigantesco GRAZIEA TUTTI perché (che ne siate coscienti o meno) lavostra accoglienza è stata segno della gratuità diDio, dandoci possibilità di (come direbbe don Leo-ne!) “comunione”. Il grazie più grande è per donAngelo che ci ha aperto la porta di casa e dell’orato-rio… ci ha dato fiducia e possibilità a fare belleesperienze.

Il CRE è qui e noi siamo in partenza, carichi divolti, storie e relazioni. Ora lo “stare” assume unaforma diversa, quella dello “stare nella preghiera”;vi chiediamo un ricordo nella preghiera per noi ed inostri compagni grati per quello che abbiamo rice-vuto nel cammino condiviso.

Vi portiamo davvero nel cuore nella nostra pre-ghiera! Un abbraccio.

Andrea e Luca

DDA UN CRE AD UN CRE…

Page 17: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

17

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

DONCARLO ANGELONI

uasi ci siamo! Pochi giorni e il CRE ci coin-volgerà dal mattino alla sera con tante pro-poste che faranno venir voglia ai grandi di ri-tornare bambini. Giochi, storia, preghiera,piscine e gite saranno alcuni degli ingre-

dienti che renderanno speciale il tempo dell’estate 2012.Una grande squadra di ragazzi e di adulti è pronta a

mettersi in gioco per affrontare al meglio quattro setti-mane in cui sono chiamati a dare il meglio di sé.

Quest’anno in particolare, noi animatori, abbiamocercato di prepararci al CRE dando un’attenzione par-ticolare al tema della disabilità. Gli incontri degli ani-matori infatti sono stati segnati dalla riflessione sulla“diversa abilità” che caratterizza alcuni ragazzi pre-senti al nostro CRE. La domanda di fondo è stata: “Co-sa posso fare io per superare l’indifferenza e prender-mi cura di chi nella vita fa più fatica?”

I quattro incontri che ci sono stati proposti hanno ten-tato di dare un orizzonte di sensibilità e di vicinanza e cihanno permesso soprattutto di scoprire che le barrierepiù difficili da superare non sono quelle architettonichema quelle che ci portiamo dentro considerando l’altro unpeso o guardandolo solo nel suo limite.

Sostare su questi temi ha messo invece in luce chetutti alla fine “ siamo diversamente abili” perchè l’e-sperienza del limite riguarda anche noi e la fatica dimettersi accanto a questi ragazzi è superabile conpiccoli gesti di amicizia e di sostegno. Ed è bello ve-dere che nelle relazioni con questi ragazzi l’affetto

che sanno dare è pieno di fiducia e senza limiti... adifferenza di noi.

Un film dal titolo “Si può fare” con Claudio Bisio eun gruppo di ragazzi speciali, un incontro con gli edu-catori del gruppo La Girandola, una serata di confron-to e condivisione tra noi, sono stati alcuni passi per ini-ziare ad entrare in confidenza con questa realtà che en-tra a pieno titolo nel nostro CRE.

Per ora ne abbiamo solo parlato... ci auguriamo dipoter calare nella concretezza di questa estate (e diquesti anni) quanto abbiamo vissuto in questi mesi per-ché non restino solo “belle parole” ma gesti autentici everi di cui tutti possiamo essere capaci.

Mattia

Q“SI PUÒ FARE!”

DATE DELL’ESTATE

SERATA ANIMATORIGIUGNO19 mar. Tornei29 ven. Festanimatori - acquasplah

LUGLIO3 mar. Caccia al tesoro

10 mar. Serata vicariale animatori

FAMILYCREGIUGNO21 giov. Giochi insieme28 giov. Serata a tema: Benvenuti al Sud

LUGLIO5 giov. Luna Park

13 ven. Festa di Chiusura

BLA BLA BLA Una canzone per riflettere... dal Cd del CRE

T'è mai capitato di sentir qualcuno che spara tante cretinate che imbarazzo c'è!hey ragazzo ascolta quel che dico fa per te per non fare sta figura un rimedio c'è.

Bla bla bla quante storie sentiraibla bla bla ma tu adesso lo saprai cheprima di parlare pensa a quello che diraila parola è come l'oro non sprecarla maiprima di parlare pensa a quello che diraila parola è come l'oro non sprecarla mai

La parola è strana molte volte va da séma una volta che ti è uscita non ritorna piùl'importante in fondo è che sia sempre veritàse ci credi grida forte non ti pentirai.

Page 18: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

l gruppo è riunito e puntuali partiamoper questo pellegrinaggio accompagna-ti da Daniele Rocchetti, ormai un ami-co, e dal nostro parroco don Leone.

Pellegrinaggio come ricerca di una dimensioneumana e di un senso, come ricerca di persone e diluoghi che ci rimarranno negli occhi e nel cuore. Pel-legrini per incontrare da cristiani l’uomo e la sua sto-ria, per capire anche le ragioni della storia e del com-portamento dell’uomo che talvolta di umano non hanulla!

Abbiamo incontrato la splendida architettura, legrandi opere dell’uomo sia a Vienna che a Budapest,città stupende, e così pure le distruzioni che gli uo-mini hanno permesso e provocato! Senza dimentica-re che la bellezza è anche opera di Dio.

Due terre, l’Ungheria e l’Austria legate tra loronell’esperienza di espansione e gloria dell‘ imperoaustro-ungarico e nell’esperienza del dolore e delladistruzione della vita nel periodo nazista, nei con-fronti di persone inermi.

Incontriamo l’orrore compiuto ad Hartheim dalnazionalsocialismo per la falsa esaltazione di un’i-dea di bellezza e della conseguente eliminazione deipiù deboli per eutanasia.

Una figura semplice e grande conosciamo in que-sto periodo buio per l’Austria; quella del contadinocattolico Franz Jagerstatter sposato e padre di tre fi-gli. Egli, dichiarando che non si può essere cristianie nazisti, verrà incarcerato e decapitato. E’ procla-mato Beato il 26 ottobre 2007.

A Budapest visitiamo la più grande e imponenteSinagoga d’Europa. Sul Memoriale dei Giusti che si

18

trova nel giardino interno, troviamo indicato ancheil nome di un cittadino italiano: Giorgio Perlasca.Questo commerciante durante il dominio nazista aBudapest salvò, fingendosi console spagnolo e falsi-ficando salvacondotti, circa 5.000 ebrei senza, perquesto, sentirsi un eroe. Compare anche il nome delNunzio Apostolico Angelo Rotta, che pure si prodigòmolto. Nel contempo in Ungheria ascoltiamo la te-

stimonianza di persone che hanno vissuto la dittatu-ra comunista e che ricordano i tragici fatti del 1956quando i carri armati sovietici schiacciarono nel san-gue i fermenti di libertà di operai e studenti. Emergegrande la figura del cardinale Minzenty, pastore vi-

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

VIAGGIO DENTRO L’UOMOGRUPPI IN PELLEGRINAGGIO

I

Page 19: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

19

cino al suo popolo sofferente e incarcerato per lun-ghi anni.

Queste figure di uomini coraggiosi ci riscattanodai tanti che hanno finto di non vedere.

E le bellezze di queste due terre e delle loro capi-tali? Splendide. Come piacevoli e sempre convivialisono state le cene nei tipici locali.

Il nostro peregrinare è stato accompagnato dalla ce-lebrazione dell’Eucarestia, nella chiesa del Monasterodi Melk, in quella dei Francescani a Vienna e nella cat-

tedrale di s. Stefano a Budapest. A raccogliere sullascorta della Parola del Signore una lettura più compiu-ta degli eventi della storia. In cui potersi ritrovare cia-scuno con la propria responsabilità e come ‘cittadinidegni del Vangelo’, secondo l’invito di s. Pietro.

Nel rientro ci siamo raccontati quanto ciascuno hariflettuto ed ha maturato nell’animo: nell’andare, nelcondividere, nel progettare dentro la ritrovata quoti-dianità

Nadia G.

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

AL SACRO MONTE DI VARESE

COMUNITÀ DI ACCOGLIENZA AD ARDESIO

Page 20: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

20

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

■ di Anna Zenoni

IMPORRE LE MANI

ggi scomodo voi, carissimi sacerdoti gio-vani, provenienti o legati alla nostra comu-nità, che siete stati ordinati in questi ultimianni; mi rivolgo a voi, carissimi don Davi-

de, don Mario, don Paolo e don Giovanni, per porvi unadomanda che, a bruciapelo, può sembrare strana: ognitanto, vi fermate a guardare le vostre mani? E le guar-di anche tu, caro don Angelo, che segui con tanta pas-sione i giovani del nostro oratorio, e tu, indimenticatodon Alfio, nella quiete del tuo riposo imprevisto?

Perché ho letto da qualche parte la formula anticache usava il sacerdote verso i penitenti, imponendo lemani: “O Dio, sovrapponi la tua ma-no compassionevole alla nostra ma-no, perché per mezzo dell’imposi-zione della nostra mano, per la tuacooperazione sia infusa in essi lagrazia dello Spirito Santo”. Alloraho ricordato che, quando ero bam-bina, la gente alla prima messa di unsacerdote novello si metteva in fila,per baciarne le mani appena consa-crate; e ancora, ho ripensato ai varigesti sacramentali che le vostre ma-ni protese compiono: soprattutto, aquello supremo della consacrazioneeucaristica. E mi è venuta spontanea(..sciocca, direte voi) una domanda:“Se un giorno dovessero prendere leimpronte digitali anche ai sacerdoti,si scoprirebbe l’impronta di Dio?”.Perché, cari giovani, attraverso levostre mani protese – cioè attraver-so la mediazione della Chiesa – passa un flusso di gra-zia così potente che terra e cielo si toccano e si confon-dono. Non per magia, non per suggestione visionaria;ma per la tranquilla e splendida certezza che ci provie-ne dalla fede.

Quello delle mani è un antico gesto biblico, mi con-fermi tu, don Davide, di benedizione e di guarigione; ela mente va alle mani di Giacobbe protese su Efraim eManasse o a quelle di Aronne che “alzate le mani ver-so il popolo, lo benedisse” (Levitico 9,22). Nel NuovoTestamento – sei tu, Don Mario, a ricordarlo – Gesù usaspesso questo gesto per benedire e per guarire: impo-neva le mani sui bambini, pregando per loro (Matteo19,13-15), guariva gli infermi (“ed Egli, imponendo suciascuno le mani, li guariva”, Luca 4,40), ridava la vi-sta ai ciechi, come a quello di Betsaida (“...gli imposele mani sugli occhi, ed egli ci vide chiaramente”, Mar-

co 8, 22-25), affidava questo gesto ai suoi discepoli(Marco 16,18). Nel libro degli Atti anche Paolo e gliApostoli lo compiono più volte, ottenendo la discesadello Spirito Santo (Atti 13,3; 19,6).

La Chiesa, che l’ha ricevuto da Cristo e dagli Apo-stoli, fin dai tempi dei primi cristiani lo ha fatto suo,rendendolo anche parte costitutiva, insieme con l’invo-cazione allo Spirito Santo, di alcuni sacramenti, comela Confermazione e l’Ordine. Esso è comunque pre-sente in tutti i sacramenti, a indicare l’azione consacra-toria che comunica lo Spirito Santo; sono le parole chelo accompagnano a definirne la funzione: di perdono

(“Io ti assolvo dai tuoi peccati”), diinfusione dello Spirito (“Ricevi ilsigillo dello Spirito Santo”), di tra-smissione del mandato divino(“Manda, Signore, la forza del tuoSpirito su questi tuoi servi”), diconsacrazione eucaristica (”Santifi-ca questi doni che ti presentiamocon l’effusione del tuo Spirito”). E’vero, don Paolo, mi ricordi che nonin tutti i sacramenti esso è gesto sa-cramentale; per esempio, nell’un-zione degli infermi è essenzialmen-te segno di benedizione e di guari-gione. E tu, don Giovanni, sottoli-nei che nella sua valenza sacramen-tale è affidato solo all’Ordine sacro:vescovo e presbiteri. Diacono edesorcisti possono compierlo comebenedizione o liberazione dal male;ai laici, come avviene per esempio

nei gruppi di preghiera, è permesso solo come invoca-zione allo Spirito o richiesta di benedizione.

“O Dio, sovrapponi la tua mano compassionevole al-la nostra mano…”. La sentite ogni tanto, cari amici sa-cerdoti, questa calda, paterna carezza di Dio quando,sulla mensa eucaristica, le vostre mani si protendonosugli umili doni dell’uomo, perché il miracolo pasqua-le si rinnovi? Le vostre mani sono strumenti della sal-vezza che Dio ci dona; ad esse è stato concesso di rac-cogliere fuoco acqua vento, perché la potenza delloSpirito sia riversata nei nostri cuori, e da lì torni a usci-re, filtrata da gesti di carità e da sguardi di fraternità, daspargere sulle strade del mondo. Le vostre mani sonoun capolavoro della grazia, annunciano che lo Spiritoancora oggi cammina con noi. Guardatele spesso. E seun giorno doveste scoprirvi due fori, non preoccupate-vi: è solo la firma dell’Artigiano.

O

Page 21: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

Venerdi 11 maggio l’Ambito di Animazione Caritati-va, in particolare chi cura i rapporti con le Comunità

di Accoglienza della parrocchia, ha vissuto un pome-riggio speciale con un Pellegrinaggio al Santuario del-la Madonna di Ardesio, all’insegna dell’amicizia e del-la fraternità. Presenti gli ospiti di Villa Mia, CasaRaphael e San Michele, Suore della Sacra Famiglia eComunità Martinella. Dopo un inizio timido e discreto èbastato vivere insieme un momento di preghiera e dicondivisione, accompagnato da una buona fetta di tor-ta, due accordi di chitarra, un coro allegro e qualche fo-tografia per immortalare gli episodi più significativi eper lasciare in tutti noi il sapore di qualcosa di sempli-ce ma buono, forse perché vissuto insieme a coloroche sanno godere delle piccole cose e sanno gioirnefino in fondo. Sono davvero i piccoli, gli ultimi, quelli chesanno donare e donarsi senza riserve, con naturalez-za e spontaneità, regalandoci sorrisi, sguardi, parole,silenzi e piccoli gesti di riconoscenza che ripagano diogni fatica e fanno dire che il tempo speso “per” e “con”loro è un tempo guadagnato e non perduto.

Maggio, tempo di pellegrinaggi. Meta dell’annualepellegrinaggio ad un santuario mariano è stato il

Sacro Monte di Varese, giovedì 17 maggio. Giornatainiziata con qualche problema nel viaggio di andata peril traffico, ma che ha avuto nel pomeriggio il momentopiù intenso e sentito: dopo la messa celebrata nel San-tuario, il percorso delle 14 cappelle dedicate ai misteridel rosario. Preziosa occasione per meditare sui mo-menti della vita di Gesù e di Maria, nella splendida cor-

nice del luogo e aiutati dalle preziose raffigurazioni diogni mistero.

Venerdì 26 maggio alla Scuola Paritaria Palazzolo divia Imotorre un’ottima rappresentazione teatrale.

Bella tradizione che si rinnova da circa trentacinqueanni ed ha il pregio di coinvolgere tutti i bambini dellecinque classi elementari. Ogni anno scolastico la Dire-zione della Scuola propone un tema di alto valore edu-cativo che fa da filo conduttore a tutto il percorso. Que-st’anno il tema è stato: in viaggio: tra il dire, fare ed impa-rare. Da qui anche il titolo della rappresentazione di fineanno: Hook Capitano Uncino ovvero… Peter Pan dagrande.

Peter Pan, nel viaggio della sua vita, è diventato gran-de, è un adulto con tanto di famiglia e figli, che come

lui da bambino, vogliono divertirsi, giocare, richiedereaffetto, tempo. Ma Peter ora è molto preso dal lavoro, daimolteplici impegni, dalle attività che gli assorbono tutto iltempo della giornata, fino a fargli dimenticare completa-mente i giorni felici della sua fanciullezza. I suoi vecchiamici con il folletto Trilly, con tanto amore e passione,riusciranno a far rivivere in lui la memoria ed il ricordo deigiochi, delle amicizie e dei valori dei tesori familiari. Ilricordo tiene sempre giovani e, nei vari passaggi dellavita valorizza gli affetti familiari. Per lasciare un segnoindelebile del nostro passaggio sulla terra.

L’Istituto comprensivo ha organizzato il giorno 9 giu-gno la Festa della scuola e del Territorio. Tale in-

contro è pensato come spazio e tempo per condivide-re il più possibile i vari momenti della Festa a chiusuradell'anno scolastico, in compartecipazione con il terri-torio. Essa rappresenta un'occasione per riunire lascuola e le associazioni in sintonia.

Quest’anno il Gruppo Calcio dell’Oratorio e il Grup-po Pallavolo della Polisportiva LaTorre propongo-

no nel mese di luglio un torneo notturno che partirà dal19 giugno, aperto a 8 squadre (la maggior parte congiovani e meno giovani di Torre Boldone) e termineràil 7 luglio, ed un torneo di pallavolo. Quindi, oltre al con-sueto spazio riservato al family Cre, sarà possibile tra-scorrere alcune serate in oratorio all’insegna dellosport e del divertimento, perché questo è il modo di in-tendere l’attività sportiva, dove è essenziale il rispettodelle regole e dell’avversario.

Ealla fine delle partite non potrà mancare il 3° tem-po… al bar dell’oratorio, ovviamente. Non saranno

gli europei, non sarete comodi sul divano di casa o da-vanti ad un maxischermo, ma sicuramente non reste-rete delusi. Vi aspettiamo numerosi!

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

21

a cura di don Angelo F., Renato T. e Davoli A.

PELLEGRINAGGI AD ARDESIO E VARESE LE NOSTRE SCUOLE IN FESTAALL’ORATORIO NON SOLO FAMILY CRE

Page 22: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa
Page 23: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

• Anniversari

di Matrimonio

• La celebrazione

della Cresima

• Recital della Scuola

Palazzolo

Page 24: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE … · L estate con il suo ritmo diverso chiama a colorare re- ... sei: l’uomo impiega ... tro con Dio che è il cuore della festa

COMUNITÀ TORRE BOLDONE ● N. 146 - GIUGNO-LUGLIO 2012

La brezza dello Spirito