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Pianificazione e progetto di reti geografiche
10
Progettazione dei sistemi di sicurezza
1 Ing. David Licursi
Indice
Approccio e processi
La progettazione di un sistema antintrusione
La progettazione di un sistema di videosorveglianza
La progettazione di un sistema rilevazione fumi
Sistemi di Sicurezza
Esempio di impianto antintrusione
2 Ing. David Licursi
Indice
Approccio e processi
La progettazione di un sistema antintrusione
La progettazione di un sistema di videosorveglianza
La progettazione di un sistema rilevazione fumi
Sistemi di Sicurezza
Esempio di impianto antintrusione
3 Ing. David Licursi
Approccio e processi Security e Safety
Security è la sicurezza delle
persone o dei beni contro
attacchi tentati da terzi
Safety è la sicurezza delle
persone verso l’ambiente,
luogo di lavoro, casa, ecc.
4 Ing. David Licursi
Approccio e processi Sicurezza passiva, attiva e logica
SICUREZZA PASSIVA: Le strutture quali vetri blindati, casseforti, caveau, cancellate o muri di
recinzione, porte corazzate, ecc., atte a resistere nel tempo all’intrusione
SICUREZZA ATTIVA: Gli apparati elettronici atti a segnalare l’intrusione
SICUREZZA LOGICA: Le procedure per la protezione dei dati aziendali (centri EDP), mediante
livelli di autorizzazioni (verso l’interno), crittografia (verso l’esterno), ecc. nonché le procedure
d’intervento
5 Ing. David Licursi
Approccio e processi Concetti base
La protezione di un bene, di una proprietà o di una persona è la risultante della combinazione
delle diverse sicurezze (ATTIVA, PASSIVA e LOGICA)
Il livello globale di sicurezza di un impianto o sistema è determinato dal punto più debole del
sistema stesso
Un buon sistema di sicurezza è sempre costituito da più protezioni concentriche
Non esistono sistemi di sicurezza “sicuri” al 100%
6 Ing. David Licursi
Approccio e processi Fattore tempo
Scopo della sicurezza passiva è di resistere per un certo tempo agli
attacchi (vedi caveau)
Scopo della sicurezza attiva è di segnalare tempestivamente un
tentativo di attacco per poter intervenire rapidamente (forze di polizia)
Il furto richiede tempi lunghi: ore e giorni
Il sabotaggio richiede tempi brevi: minuti o secondi
Esempi:
La sede centrale di una banca, ove vi sono i caveaux, teme il furto
Un centro di calcolo teme il sabotaggio
7 Ing. David Licursi
Approccio e processi Rimedi
Nel caso del furto sarà necessario provvedere alla sicurezza passiva (caveau, porta corazzata, ecc.) ed
alla sicurezza attiva; sensori così posizionati:
Pareti caveau (incluso pavimento e soffitto)
Porta corazzata
Anticaveau
Rivelatori di fumo
Porte accesso anticaveau
Protezione volumetrica
Porte ingresso principali e secondarie, finestre
Nel caso del sabotaggio sarà buona norma installare il CED il più lontano possibile dall’ingresso (es.
all’ultimo piano), con opportuni sensori e sistemi che vedremo più avanti. In ogni caso è bene che il
sabotatore debba impiegare tempo per arrivare al luogo oggetto di sabotaggio.
8 Ing. David Licursi
Approccio e processi Concetti di protezione
ALLARME AUTOMATICO per:
PROTEZIONE PERIFERICA
PROTEZIONE VOLUMETRICA
PROTEZIONE DI OGGETTO
ALLARME MANUALE per:
PROTEZIONE ANTIRAPINA
9 Ing. David Licursi
Approccio e processi Analisi del rischio
Finalità:
Comprendere le esigenze di sicurezza
Identificare l’ordine di priorità delle cose da proteggere
Suggerire le tecnologie in base alle prestazioni desiderate
Esporre in modo chiaro le conclusioni per verificare che corrispondano al desiderio del
committente
10 Ing. David Licursi
Approccio e processi Progetto
Il progetto è la naturale continuazione dell’analisi del rischio:
Consente di formalizzare la protezione che intendiamo fornire al cliente
Definisce l’architettura del sistema
Definisce i costi
11 Ing. David Licursi
Indice
Approccio e processi
La progettazione di un sistema antintrusione
La progettazione di un sistema di videosorveglianza
La progettazione di un sistema rilevazione fumi
Sistemi di Sicurezza
Esempio di impianto antintrusione
12 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema antintrusione Principi
I livello: Mantenere il malvivente il più lontano possibile dall’edificio da proteggere
Ricorrendo alle protezioni perimetrali esterne
Rendendo visibile la presenza di un sistema di sicurezza
13 Ing. David Licursi
1 TVCC
2 Barriere sul tetto
3 Colonne sul perimetro
4 Barriere cancello
La progettazione di un sistema antintrusione Principi
II livello: Impedire al malvivente di entrare nei luoghi protetti utilizzando le protezioni perimetrali sul
fronte degli edifici.
PROTEZIONE DEI VARCHI
Contatti magnetici
Barriere ad infrarosso interno/esterno
Sensori a fune per tapparelle
PROTEZIONE DEI SERRAMENTI
Sensori piezoelettrici
Sensori audio
Sensori a doppia tecnologia
Sensori inerziali
14 Ing. David Licursi
Approccio e processi Progetto
III livello: Ridondare i primi due livelli di protezione
Qualora il malvivente riuscisse ad eludere i primi livelli di protezione, rimane un ulteriore livello
di protezione utilizzabile
E protezione ad oggetto
Protezione dei mezzi forti e dei locali più sensibili
Allo scopo si utilizzano microfoni selettivi e contatti magnetici ad alto livello di sicurezza
I microfoni selettivi possono essere installati sia sui mezzi forti che sui muri che delimitano il
locale (muri, pavimento e soffitto)
15 Ing. David Licursi
Indice
Approccio e processi
La progettazione di un sistema antintrusione
La progettazione di un sistema di videosorveglianza
La progettazione di un sistema rilevazione fumi
Sistemi di Sicurezza
Esempio di impianto antintrusione
16 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Motivazioni
Aumento della percezione di sicurezza
Risposta efficace alla domanda di sicurezza
Compensazione del rischio (ridurre la probabilità degli eventi)
Mitigazione del rischio (limitare le conseguenze ad un evento)
Rischio accettabile
Sicurezza
Reati contro il patrimonio
Ordine pubblico
Controllo del traffico
Terrorismo
17 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Requisiti
Individuazione degli ambiti di rischio
Localizzazione sul territorio/area
Valutazione di compensazione e mitigazione
Definizione della politica di intervento tecnologico sul rischio residuo
18 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Politica di intervento tecnologico
DETERRENZA - compensazione
VERIFICA REMOTA - mitigazione
ARCHIVIAZIONE - mitigazione
MONITORAGGIO/ANALISI COMPENSATIVA – mitigazione + compensazione
SANZIONI - compensazione
19 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Vincoli della progettazione
Budget economico (congruo)
Rispetto norme Privacy (sanzioni pesanti)
Infrastruttura del sistema (coax, UTP, fibra, …)
Tipo di prodotto (telecamere, dome, DVR, …)
Integrazione di sistemi (intrusione, incendio, …)
20 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Politica di intervento tecnologico
Vantaggi:
La videosorveglianza, a differenza degli altri sistemi, ci rende le immagini di un evento
Dà la possibilità di fare valutazioni postume e di fornire prove alle Forze dell’Ordine
E’ un sistema generalmente installato sul perimetro, formando un primo livello di protezione
Per questo ha un forte effetto deterrente
Svantaggi:
Criticità con condizioni meteo avverse
Sistemi di analisi perfettibili (ad oggi il margine di errore è piuttosto alto)
Costi elevati (per materiali di qualità)
La progettazione deve essere accurata
Anche l’infrastruttura è onerosa, proporzionalmente al livello di sicurezza intrinseca richiesto
Un sistema di videosorveglianza non sostituisce in toto un sistema antintrusione efficiente, ma è un
ottimo coadiuvante e un mix tra i due costituisce un sistema di sicurezza completo di alte prestazioni.
21 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Copertura dell’area da proteggere
La copertura totale dell’area da proteggere è generalmente impossibile
Il compromesso migliore è proteggere il perimetro, implementando la copertura con telecamere
poste a protezione di punti sensibili (es. Interno ed esterno di cancelli di accesso, controllo delle
porte di sicurezza)
Le telecamere sul perimetro vanno posizionate “ad inseguimento” in modo che ogni telecamera
protegga la telecamera successiva
Negli ambienti di lavoro, il Garante non solo vieta la ripresa dei lavoratori nel loro posto di
lavoro, ma vieta anche la ripresa dei corridoi e dei locali ristoro. L’unico modo per ovviare a
questa restrizione è raggiungere un accordo sindacale .
22 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Limiti operativi delle Telecamere brandeggiate
Le telecamere dome hanno una flessibilità nettamente superiore alla telecamera fissa, ma:
Sebbene possa ruotare su se stessa, non può vedere ciò che accade dietro
Il brandeggio è velocissimo se vengono richiamati i preset (posizioni predefinite), ma è più lento
ed impreciso se gestito manualmente da un operatore
L’autotracking, essendo un’analisi comportamentale, è vietato dal Garante nel 90% dei casi
Telecamere brandeggiate (dome) sono uno strumento di grande utilità come coadiuvante dei
sistemi anti intrusione e di videosorveglianza posti sul perimetro. Infatti grazie alla possibilità di
brandeggio, è possibile avere immagini più dettagliate ed eseguire eventualmente un
inseguimento dell’intruso
23 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Compensazione del controluce
25 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Qualità Video
26 Ing. David Licursi
Formato PAL
QCIF 176 × 144
CIF 352 × 288
DCIF 528 x 320
2CIF 704 × 288
4CIF 704 × 576
D1 720 × 576
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Qualità Video: D1, VGA, CIF, QCIF
27 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Qualità Video
28 Ing. David Licursi
QCIF
CIF
D1
16CIF HD
2CIF
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Qualità Video: Punti chiave e benefici associati
29 Ing. David Licursi
L’immagine CIF sembra ok quando piccola, ma ingrandita peggiora
Il video ad alta risoluzione migliora il dettaglio ed è più facilmente utilizzabile come prova nelle procedure forensi
CIF
CIF scaled 4CIF
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Qualità Video: Registrazione alla risoluzione D1
30 Ing. David Licursi
SymSafe Pro 16 recording capability @ D1
0 days
5 days
10 days
15 days
20 days
25 days
30 days
35 days
40 days
320 GB 640 GB 1000 GB 1500 GB
HDD Size
2,1fps
5fps
6fps
8,3fps
12,5fps
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Ottiche
32 Ing. David Licursi
Tipologia di ottiche:
Fissa
Varifocal
Motorizzata
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Sistema tradizionale
34 Ing. David Licursi
IP Network
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Event Manager
37 Ing. David Licursi
VisioWave Chassis
VisioWave Chassis
VisioWave Chassis
Event Manager
IP Network
Notifica di un evento
Comando
Pre-post videoregistrazione
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Event Manager ridondato
38 Ing. David Licursi
VisioWave Chassis
VisioWave Chassis
VisioWave Chassis
Event Manager
Notifica di un evento
Comando
VisioWave Chassis
L’Event Manager 2 ne prende il posto
Pre-post videoregistrazione
IP Network
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Algoritmo MPEG 4 SVC e scalabilità completa
39 Ing. David Licursi
IP Netwo
rk 3 Mbps, 25 ips,
FULL, CIF, QCIF inclusi
Video analisi
Decodifica software
Decodifica hardware 3 ips, FULL for lunga
durata
Adatto a reti omogenee Multicast, ottimizzazione della banda!!
Registrazione
6 ips, CIF
25 ips, resoluzione adattata automaticamente alla
dimensione della finestra
25 ips, FULL
Primo modo di sfruttare la scalabilità completa:
Invio di un singolo flusso, si decodifica di ciò che si desidera
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Algoritmo MPEG 4 SVC e scalabilità completa
40 Ing. David Licursi
IP Netwo
rk
ADSL
Decodifica hardware
25 ips, FULL
3 ips,
FULL
Registrazione
500 kbps
3 Mbps
50 kbps
1 fps, QCIF
Visualizzazione remota
Adatto a reti eterogenee Solo I flussi che la rete può supportare!
Total: 3,5 Mbps
Secondo modo di sfruttare la scalabilità completa:
Invio di tanti flussi quanti richiesti
La progettazione di un sistema di videosorveglianza Benefici dell’algoritmo MPEG 4
41 Ing. David Licursi
Prestazioni di decodifica superiori del decoder
Analisi efficiente del contenuto video
Configurazione floessibile e ottimale dello storage (locale e remota)
Ottimizzazione dell’utilizzo della banda
Usa un solo encoder per creare qualsiasi flusso video
Indice
Approccio e processi
La progettazione di un sistema antintrusione
La progettazione di un sistema di videosorveglianza
La progettazione di un sistema rilevazione fumi
Sistemi di Sicurezza
Esempio di impianto antintrusione
42 Ing. David Licursi
La progettazione di un sistema rilevazione fumi Norma tecnica UNI9795
43 Ing. David Licursi
La norma tecnica UNI 9795 ha lo scopo di fornire i criteri per la realizzazione e l’esercizio dei
sistemi fissi automatici di rivelazione d’incendio e dei sistemi fissi manuali di segnalazione
d’incendio.
In particolare :
Individuazione delle aree soggette a protezione
Criteri di installazione
Caratteristiche centrale ed alimentazioni
Verifiche del sistema ed esercizio
La progettazione di un sistema rilevazione fumi Individuazione delle aree soggette a protezione
44 Ing. David Licursi
Le aree sorvegliate devono essere interamente tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione
su tutta la loro estensione.
La sorveglianza all’interno di una area dovrà comprendere inoltre:
i vani e locali tecnici per ascensori e montacarichi
i cortili interni coperti
i cunicoli per cavi elettrici
i controsoffitti ed i contropavimenti
i condotti di condizionamento dell’aria
La progettazione di un sistema rilevazione fumi Individuazione delle aree soggette a protezione
45 Ing. David Licursi
Potranno non essere controllate direttamente le seguenti parti qualora non contengano sostanze
infiammabili, rifiuti, materiali combustibili e cavi elettrici ad eccezione, per questi ultimi, di quelli
strettamente indispensabili all’utilizzazione dei medesimi:
piccoli locali utilizzati per servizi igienici
condotti o cunicoli con sezione minore di 1 mq.
banchine di carico scoperte
locali protetti da impianti di spegnimento
spazi nascosti, compresi controsoffitti e sottopavimenti come da note riportate sulla norma
vani scale compartimentati
vani corsa di elevatori purchè facciano parte di un compartimento sorvegliato dal sistema
La progettazione di un sistema rilevazione fumi Suddivisione di un’area in zone
46 Ing. David Licursi
I criteri per la suddivisione di una area in zone dovranno rispettare i seguenti punti:
garantire la rapida individuazione della zona di appartenenza
non più di un piano per zona con esclusione dei vani scala ed ascensori
non più di 1600 mq. per zona
non più di 10 locali per zona con una superficie massima di 600 mq.
non più di 20 locali per zona con superficie massima complessiva do 1000 mq. e con segnalatori ottici di allarme posti in prossimità dei singoli accessi
i rivelatori installati in controsoffitti, sottopavimenti, ecc., devono appartenere a zone distinte altrimenti devono essere individuati in modo semplice e preciso
in una zona possono essere compresi rivelatori sensibili a fenomeni differenti purché i rispettivi segnali siano univocamente identificabili dalla centrale
i punti di segnalazione manuale possono essere collegati alle linee dei rivelatori esclusivamente se la centrale è in grado di riconoscerne i segnali
La norma concede l’utilizzo, sulla stessa linea, di un numero maggiore di 32 rivelatori associati a più zone esclusivamente se la linea stessa risulta ad anello chiuso e dotata di opportuni dispositivi di isolamento in conformità alla norma EN54 pt.2.
La progettazione di un sistema rilevazione fumi Criteri di installazione per rilevatori di fumo
47 Ing. David Licursi
Per una corretta progettazione dovranno essere presi in considerazione i seguenti punti:
tipo del rivelatore
superficie ed altezza del locale
forma del soffitto
condizioni di aereazione del locale
I rivelatori devono essere installati in modo il loro numero garantisca la copertura totale
dell’ambiente sorvegliato
Per la determinazione corretta del numero di elementi è necessario utilizzare le tabelle:
distribuzione dei rivelatori di tipo puntiforme
distanze dei rivelatori di tipo puntiforme
distanze dal soffitto dei rivelatori di tipo puntiforme
La progettazione di un sistema rilevazione fumi Installazione particolari dei rilevatori ottici
48 Ing. David Licursi
Nei locali con circolazione d’aria elevata, (CED, sale quadri, ecc.) il numero dei rivelatori deve
essere opportunamente aumentato per compensare l’eccessiva diluizione del fumo stesso e gli
spazi nei controsoffitti o sottopavimenti devono essere sempre controllati in presenza di cavi
elettrici e/o supporti di messaggi codificati e/o presentano rischi di incendio
L’installazione dei rivelatori deve essere eseguita nel rispetto delle indicazioni riportate nella
norma relative alle misure da adottare per proteggere i rivelatori dalle correnti d’aria
La progettazione di un sistema rilevazione fumi Centrale di controllo e segnalazione
49 Ing. David Licursi
L’ubicazione della centrale deve essere scelta in modo da garantire la massima sicurezza di
funzionamento del sistema stesso.
La centrale deve essere ubicata in luogo permanentemente e facilmente accessibile, protetto per
quanto possibile dal pericolo di incendio diretto, tale inoltre da consentire il continuo controllo in
loco della centrale da parte del personale di sorveglianza oppure il controllo a distanza (con
dispositivi di trasmissione remota).
L’alimentazione secondaria deve essere in grado di assicurare il corretto funzionamento
dell’intero sistema ininterrottamente per 72 ore. Tale autonomia potrà essere ridotta alla somma
dei tempi di intervento e ripristino, mai inferiore comunque alle 24 ore, se presente un contratto
di manutenzione oppure ove esista una organizzazione interna adeguata ed una trasmissione
degli allarmi a stazione ricevente. E’ sempre previsto il contemporaneo funzionamento dei
segnalatori di allarme interno ed esterno per almeno 30 minuti a partire dall’emissione degli
allarmi stessi.
Indice
Approccio e processi
La progettazione di un sistema antintrusione
La progettazione di un sistema di videosorveglianza
La progettazione di un sistema rilevazione fumi
Sistemi di Sicurezza
Esempio di impianto antintrusione
50 Ing. David Licursi
Sistemi di Sicurezza Concetti di protezione
51 Ing. David Licursi
Requisiti di un sistema di sicurezza:
Guadagnare tempo con mezzi fisici
Sistema antintrusione per rilevare tempestivamente il crimine
Trasmissione immediata dell’informazione d’allarme
Intervento rapido forze di Polizia o Vigilanza armata
Sistemi di Sicurezza I livello – Protezione perimetrale proprietà
52 Ing. David Licursi
Tipologia della recinzione:
Cancellata (alta, bassa, facile da scavalcare, ecc.)
Rete metallica
Andamento (piano, ondulato, confini)
Possibili soluzioni:
Microonde da esterno
Infrarossi multiplexati da esterno
Rete antiscavalcamento F.O.
Protezione con sistema capacitivo
Cavo microfonico
Sensori su rete
Sistema idraulico o capacitivo interrato
Sistemi di Sicurezza I livello – Protezione perimetrale proprietà
53 Ing. David Licursi
La TVCC in genere non è considerata un sistema di protezione ma un ausilio indispensabile al sistema
di protezione stesso.
In altre parole quando in una zona della protezione insorge un evento di allarme la TVCC permette
all’operatore di vedere e verificare che cosa succede.
Il sistema TVCC in combinazione con sistemi di analisi video per rilevare movimenti può diventare un
sistema di sicurezza.
Sistemi di Sicurezza II livello – Protezione edificio
54 Ing. David Licursi
FINESTRE
Vetri blindati fissi (o apribili solo con chiavi speciali)
Sensori rottura vetri
Sensori magnetici a doppia o tripla polarizzazione posti su ogni sezione di finestra apribile
I vetri blindati (sicurezza passiva) resistono solo per un certo tempo, mentre i sensori (sicurezza
attiva) segnalano immediatamente il tentativo di intrusione.
PORTE DI ACCESSO
Blindate
Controllo accessi
Contatti magnetici
USCITE DI SICUREZZA
Blindate
Maniglione antipanico
Contatti magnetici
Sistemi di Sicurezza III livello – Controllo accessi
55 Ing. David Licursi
Il Controllo Accessi è un elemento determinante ed indispensabile in ogni sistema di sicurezza.
Il primo provvedimento da intraprendere è quello di regolamentare la circolazione delle persone
all’interno di una proprietà.
A questo punto entra in gioco la sicurezza logica (livelli di autorizzazione, ecc.).
Il controllo accessi (sicurezza attiva) è sempre legato alla sicurezza passiva (cancelli, porte,
tornelli, ecc.).
Nelle aree ad alto rischio sono spesso presenti anche metal detector, controllo bagagli a raggi x e
rivelatori di esplosivi.
Sistemi di Sicurezza IV livello – Protezione volumetrica
56 Ing. David Licursi
All’interno di un edificio vi sono aree che possono richiedere una protezione specifica.
Per esempio in una sede centrale di una banca tali aree sono:
Caveau
CED
Casseforti
Archivi speciali
La protezione viene normalmente realizzata con sensori volumetrici quali:
Microonde
Infrarossi passivi
Rivelatori combinati MW/IR
Ultrasuoni
Impianto antintrusione Protezione perimetrale esterna
60 Ing. David Licursi
Barriere microonde
Barriere infrarossi
Rete antiscavalcamento
Rete microfonica
A campo elettrico
A sensori piezoelettrici
Cavi interrati a pressione
Cavi interrati a campo elettrico
Impianto antintrusione Protezione perimetrale edificio
61 Ing. David Licursi
Contatti magnetici, meccanici, bilanciati
Contatti a vibrazione
Microfoni selettivi
Sensori sismici
Barriere infrarossi
Impianto antintrusione Protezione perimetrale interna
62 Ing. David Licursi
Microonde
Infrarossi passivi
Ultrasuoni
Pulsanti o tappeti antirapina
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Approccio e processi
La progettazione di un sistema antintrusione
La progettazione di un sistema di videosorveglianza
La progettazione di un sistema rilevazione fumi
Sistemi di Sicurezza
Esempio di impianto antintrusione
63 Ing. David Licursi