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_________________________________________________________________________________________________________________ Piano di Tutela dell’Ambiente Marino e Costiero Paraggio di Lavagna 1 PIANO DI TUTELA DELL’AMBIENTE MARINO E COSTIERO AMBITO COSTIERO 15 Unità fisiografiche Golfo del Tigullio, Baia del Silenzio e Riva Trigoso ART. 41 LEGGE REGIONALE N° 20/2006 Relazione Paraggio Paraggio di Lavagna – dal porto di Lavagna a punta Sant’Anna Settembre 2011

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_________________________________________________________________________________________________________________ Piano di Tutela dell’Ambiente Marino e Costiero Paraggio di Lavagna

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PIANO DI TUTELA DELL’AMBIENTE MARINO E COSTIERO

AMBITO COSTIERO 15 Unità fisiografiche Golfo del Tigullio, Baia del

Silenzio e Riva Trigoso

ART. 41 LEGGE REGIONALE N° 20/2006

Relazione Paraggio Paraggio di Lavagna – dal porto di

Lavagna a punta Sant’Anna

Settembre 2011

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Indice

1. Inquadramento generale 3 1.1. Inquadramento geografico 3 1.2. Evoluzione storica del litorale 3

2. Analisi della propagazione del moto ondoso ed effetti lungo costa 6 2.1. Esposizione del paraggio 6 2.2. Analisi meteo marine sottocosta 6 2.3. Frangimento 9 2.4. Bacini versanti 9

3. Aspetti geomorfologici e sedimentologici 10 3.1. Costa alta 10 3.2. Costa bassa 11 3.3. Morfologia ed evoluzione della spiaggia emersa 11 3.4. Morfologia ed evoluzione della spiaggia sommersa 13 3.5. Aspetti sedimentologici 15 3.6. Bilancio sedimentario 18

4. Aspetti naturalistici ambientali 19 4.1. Qualità delle acque 19 4.2. Habitat marini 19 4.3. Habitat costieri 20

5. Sintesi dei processi costieri 21 5.1. Tendenza evolutiva del litorale 21 5.2. Tendenza evolutiva degli aspetti ambientali 21

6. Pericolosità costiera e impatti sulla qualità delle acque e sulla biodiversità marino costiera 22

6.1. Pericolosità costiera 22 6.2. Impatti sulla qualità delle acque e sulla biodiversità marino costiera 25

7. Rischio costiero 26 7.1. Rischio da eventi meteomarini sulla spiaggia 26 7.2. Rischio da eventi meteomarini sulla costa alta 26 7.3. Rischio relativo al degrado della qualità delle acque e degli habitat marino

costieri 26

8. Delimitazione delle aree da assoggettare alle Norme di Piano 27

9. Misure di intervento 28

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1. Inquadramento generale

1.1. Inquadramento geografico

Il paraggio di Lavagna è costituito in prevalenza da una lunga spiaggia pressoché rettilinea che ha origine dal molo sottoflutto del porto turistico di Lavagna e si protende a levante fino alla punta del Cigno, dove esiste un pennello che costituisce l’appoggio della spiaggia stessa ed interrompe la continuità della spiaggia emersa prima delle Rocche di Sant’Anna. La spiaggia misura circa 3500 metri di lunghezza ed è attualmente suddivisa in 13 celle delimitate da altrettanti pennelli ortogonali alla riva, più o meno equidistanti tra di loro tranne all’estremità di ponente, dove la spiaggia assume una falcatura decisamente arcuata indotta dalla presenza della diga foranea di Lavagna. La morfologia della spiaggia emersa e sommersa dipendono dalle condizioni al contorno e dagli interventi antropici che si sono susseguiti nel corso degli anni. Infatti la fonte principale di alimentazione della spiaggia è il torrente Entella, all’estremità di ponente della spiaggia, che però, a causa degli interventi effettuati alla sua foce (porti turistici di Chiavari e Lavagna) ha ridotto di molto la sua influenza rispetto al passato. Sono compresi nel paraggio anche 300 m di costa alta all’estremo di levante, tra il pennello del Cigno e il limite del paraggio, identificabile con la punta allo sbocco di ponente delle gallerie di Sant’Anna. L’intero paraggio appartiene amministrativamente al Comune di Lavagna.

1.2. Evoluzione storica del litorale

La piana alluvionale dell’Entella e quindi la spiaggia di Lavagna, nella sua configurazione attuale, si è formata tra il 1500 e il 1850 circa, a causa dell’incremento di trasporto solido dei fiumi dovuto a varie concause (clima, uso del territorio ecc.). A partire dalla metà del secolo XIX l’apporto solido dell’Entella si è ridotto notevolmente e, contemporaneamente, sono iniziati grandi prelievi dalla spiaggia per ragioni di espansione edilizia e per la costruzione delle prime grandi opere viarie. La linea ferroviaria Genova – La Spezia venne costruita intorno al 1870 occupando almeno 10 metri di spiaggia e prelevando materiali dalla spiaggia stessa (foto 1.2 – 1.3). Iniziò quindi l’erosione marcata della spiaggia a partire dalla foce dell’Entella dove la spiaggia emersa scomparve del tutto già alla fine dell’800. L’erosione poi si propagò verso levante nel corso dei decenni successivi, con l’inerzia tipica del fenomeno, tale per cui l’insufficienza di materiale immesso alla foce dell’Entella si sarebbe fatta sentire nella zona del Cigno solo negli anni ’30 del novecento. A partire dall’inizio del ‘900, quindi, cominciò l’alternanza di mareggiate disastrose e costruzione di opere di difesa rigide che vennero regolarmente distrutte o danneggiate dalle mareggiate successive e contribuirono all’erosione sempre più marcata della spiaggia. Le mareggiate danneggiarono ripetutamente la viabilità urbana e ferroviaria. Dopo il 1955, contemporaneamente alla costruzione di opere di difesa parallele che non risolvettero la situazione erosiva ma anzi la aggravarono, vennero effettuati ingenti versamenti provenienti soprattutto dalla costruzione della autostrada Genova – Sestri Levante. In totale il materiale versato nel quindicennio è stato valutato in circa 5 milioni di metri cubi (Cortemiglia, 1971). Nel frattempo, però, iniziò la costruzione del porto di Chiavari (1963-1975), il primo grande intervento antropico che ha inciso profondamente sulla dinamica sedimentaria, interrompendo completamente l’apporto al litorale di Chiavari da parte dell’Entella e indirizzando lo stesso su alti fondali, e per questo riducendo in maniera importante anche l’alimentazione della spiaggia di Lavagna. Da questo momento la situazione erosiva divenne parossistica, nonostante la costruzione ed il successivo allungamento del pennello del Cigno che contribuì a stabilizzare la spiaggia di Cavi.

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La costruzione del porto turistico di Lavagna, avvenuta negli anni 1973-1976, stabilizzò, artificializzandolo, circa 1 km di litorale in forte crisi tra la foce dell’Entella e la stazione ferroviaria ma al contempo interruppe definitivamente ogni alimentazione della spiaggia a levante dello stesso, già fortemente compromessa dagli interventi precedenti. Nel 1976-1977 tre mareggiate molto intense da libeccio, susseguitesi nell’arco di tre mesi da novembre a gennaio, provocarono ingenti danni alla linea ferroviaria e distrussero completamente le strutture balneari. A seguito di questi eventi fu impostato un programma di risistemazione dell’intero litorale che vide la immediata costruzione dei primi due pennelli a ponente con il contemporaneo versamento di 140.000 m3 di materiale prelevato dalla barra di foce dell’Entella nella cella realizzata, che fu stabilizzata. Negli anni successivi le mareggiate danneggiarono più volte la ferrovia verso Cavi, dove le Ferrovie dello Stato continuarono a ricaricare la scogliera radente senza risolvere i problemi e provocando ulteriori erosioni alla spiaggia. Tra il 1979 e il 1981 furono costruiti gli altri 10 pennelli nella posizione attuale e furono effettuati altri versamenti, di non grande entità, comunque non tali da permettere la formazione, nelle celle create, di una spiaggia sufficiente a dissipare l’energia del moto ondoso. A partire dal 2004 è stato impostato un intervento che prevede il rimodellamento delle testate dei pennelli esistente, al fine di renderle meno riflettenti, la realizzazione di una soglia parallela sommersa di appoggio ad un versamento di materiale di cava selezionato. Tale intervento è stato realizzato ad oggi (fine 2008) su 6 celle e 9 pennelli con un versamento totale di circa 100.000 m3 di tout-venant di cava e sedimenti fluviali.

Figura 1.1 Il limite orientale del paraggio, presso le Rocche di Sant’Anna, agli inizi Novecento

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Figura 1.2 La spiaggia di Cavi con la ferrovia costruita direttamente sulla duna (1922)

Figura 1.3 La spiaggia di Lavagna agli inizi del ‘900 vista da levante

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2. Analisi della propagazione del moto ondoso ed effetti lungo costa

2.1. Esposizione del paraggio

Il paraggio di Lavagna è esposto ai mari prevalenti di Libeccio, essendo orientato prevalentemente secondo tale direzione essendo comunque influenzato, nell’idrodinamica costiera anche dai mari provenienti da Mezzogiorno e da Scirocco. I valori caratteristici degli eventi ondosi, considerati nell’analisi della propagazione del moto ondoso incidente, sono riferiti alla stazione situata a 15 m di profondità, in posizione dove il moto ondoso ha già subito il fenomeno della rifrazione, nella sua propagazione dal largo (-100 m) verso costa.

2.2. Analisi meteo marine sottocosta

L’analisi della propagazione del moto ondoso sotto costa, per il paraggio di Lavagna, è stata condotta secondo il codice di calcolo NEMOS, mediante l’utilizzo del modello STWAVE, simulando la propagazione degli spettri in frequenza a partire dalla sezione di output del modello di propagazione su larga scala dell’intero Ambito. La griglia di calcolo utilizzata per la propagazione del moto ondoso dalla profondità di 15 m a riva, fa riferimento ai rilievi di dettaglio del 2008, ed è stata suddivisa in celle di maglia 10 m x 10 m, come schematizzato nella Figura 2.1.

Figura 2.1 Griglia a maglia 10mx10m utilizzata dal codice di calcolo per la propagazione nel paraggio di

Lavagna.

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Per il paraggio di Lavagna la stazione di ingresso per la propagazione a scala di dettaglio è posizionata a –15 m, avente le coordinate e i valori di altezza, periodo e direzione del moto ondoso indicati nella tabella 2.1, relativamente ai periodi di ritorno di 1 e 50 anni. Le direzioni del moto ondoso incidente a seguito degli effetti di rifrazione hanno subito variazioni nella direzione di propagazione del moto ondoso d’assieme, soprattutto per i mari da Scirocco e da Mezzogiorno, dell’ordine del 10% circa rispetto alla direzione al largo (profondità –100 m). Tr Stazi

one n° Coordinate

Stazione Direzione al

largo 160°N Direzione al largo 180°N

Direzione al largo 220°N

x y z [m] H [m]

T [s] Dir [°N]

H [m]

T [s]

Dir [°N]

H [m]

T [s] Dir [°N]

1 anno Cavi 6 1529102 4903948 -15 2.4 7.9 176 2.4 7.2 187 4.2 9.7 214 50 anni Cavi 6 1529102 4903948 -15 5.2 12 184 4.9 11 192 6.5 12.2 213

Tabella 2.1 Valori di altezza, periodo e direzione dell’onda nella stazione di input per la propagazione ondosa nel paraggio- periodi di ritorno 1 e 50 anni.

Tramite la rappresentazione mediante ortogonali d’onda sovrapposte alla suddivisione in classi di altezza d’onda all’interno del paraggio in esame, riportate nelle figure seguenti, è possibile evidenziare la disposizione delle ortogonali d’onda e le zone con maggiore e minore concentrazione di energia.

Figura 2.2 Direzioni dei fronti d’onda e variazione altezze d’onda per evento al largo con periodo di ritorno

50-ennale e direzione 220°N (in rosso isobatimetriche).

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Figura 2.3 Direzioni dei fronti d’onda e variazione altezze d’onda per evento al largo con periodo di ritorno

50-ennale e direzione 180°N (in rosso isobatimetriche).

Figura 2.4 Direzioni dei fronti d’onda e variazione altezze d’onda per evento al largo con periodo di ritorno

50-ennale e direzione 160°N (in rosso isobatimetriche).

Data l’esposizione del paraggio, la sua estensione trasversale e la conformazione del fondale le ortogonali d’onda tendono e distribuirsi ortogonalmente alla linea di riva, sotto costa. Per i mari da Scirocco e da Mezzogiorno, convergono in corrispondenza dei pennelli che suddividono in celle il litorale, con conseguente concentrazione di energia, e divergono all’interno delle celle stesse. Per i mari da

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Libeccio i pennelli sembrano ancora influenzare la convergenza delle ortogonali, seppur in misura minore, mentre all’interno delle celle la distribuzione delle ortogonali d’onda è orientata leggermente verso levante.

Nella parte più a ponente del paraggio la presenza della diga foranea del porto di Lavagna offre una schermatura e induce effetti diffrattivi nella propagazione delle ortogonali d’onda, rendendo la spiaggia retrostante maggiormente protetta dalle ondazioni per tutte le direzioni considerate.

L’intera spiaggia nel suo complesso risulta molto esposta e con altezze d’onda residue all’interno delle celle superiori a 2 – 3 metri.

2.3. Frangimento

L’individuazione della zona dei frangenti è stata condotta, per le tre direzioni di propagazione del moto ondoso, in base alle risultanze del modello matematico, di cui sopra, applicato a scala di dettaglio (scala paraggio).

Per periodi di ritorno pari ad un anno, per ondazioni da Scirocco e da Mezzogiorno la zona dei frangenti è situata in corrispondenza della riva, su profondità di circa 4 metri, mentre per ondazioni da libeccio i primi frangenti si verificano a profondità di 9 metri (valore massimo nel paraggio considerato nel tratto più a levante).

Per periodi di ritorno 50-ennali la surf zone presenta un ampliamento verso mare della sua ampiezza, con inizio a 9 m per mari da Scirocco e Mezzogiorno e a 12 m per mari da Libeccio. Tutta l’area all’interno del porto turistico di Lavagna non è stata modellata in quanto ai fini della dinamica costiera e dei sedimenti non ha alcuna influenza, l’unica parte indagata riguarda l’areale in corrispondenza della spiaggia che si poggia al molo di sottoflutto.

2.4. Bacini versanti

All’interno del paraggio di Lavagna sfociano numerosi colatori minori, provenienti dall’area collinare alle spalle della spiaggia. Tutti hanno superfici inferiori ad 1 km2 e pertanto sono insignificanti dal punto di vista del trasporto solido. Gli unici bacini importanti sfociano alle due estremità del paraggio. Il rio Fravega (4.8 km2) sfocia nella prima cella di ponente, nei pressi del porto di Lavagna, il rio Barassi (5.7 km2) sfocia nell’ultima cella di levante, nei pressi del pennello del Cigno. Dei due solo il rio Barassi riveste un’importanza non trascurabile dal punto di vista del trasporto solido, seppure i volumi siano poco significativi in rapporto a quelli della spiaggia dove esso sfocia. Da monte verso valle il primo tratto del rio Fravega comprende circa 1300 m di corso d’acqua ubicato nella porzione più montana l’alveo scorre inciso nel fondovalle e presenta andamento debolmente sinuoso in direzione NE-SO. Nel secondo tratto di circa un chilometro l’alveo diviene meno sinuoso, mentre nel terzo ed ultimo tratto, che attraversa l’abitato di Lavagna per circa 700 m, il corso d’acqua presenta andamento praticamente rettilineo. Il rio Barassi scorre per complessivi 4 km circa assumendo, dalla sorgente alla foce, direzione variabile e andamento debolmente sinuoso. Nel primo tratto di circa 1.9 km mantiene le caratteristiche morfologiche di rio montano con marcata pendenza, andamento irregolare, debolmente sinuoso; nell’ultimo tratto l’alveo assume una pendenza minore con pendenza più regolare a tratti rettilineo, caratterizzato da una serie di marcate anse appena a monte ed a valle dell’affluente di sinistra rio Cereto. Le frane coprono lo 7.25 % della superficie del bacino del rio Barassi, e il 2.79 % del rio Fravega.

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3. Aspetti geomorfologici e sedimentologici

3.1. Costa alta

Il breve tratto di costa rocciosa a levante del pennello del Cigno è caratterizzato dalla presenza della via Aurelia e della via del Cigno, che corrono in adiacenza alla linea di riva sulla scogliera a circa 10 m di quota. La falesia è costituita da strati della Formazione delle Arenarie del Gottero con giacitura sub-orizzontale e fenomeni di sottoescavazione in corrispondenza degli interstrati più argillitici. Nel settore di levante, dove corre la via Aurelia, la falesia è stabilizzata al piede da opere marittime aderenti realizzate dall’ANAS. Il tratto sottostante via del Cigno invece è soggetto a frequenti fenomeni di scalzamento al piede che in passato hanno cagionato danni al muraglione ed alla viabilità stessa. L’ultimo crollo, nel settembre 2008, ha provocato il crollo di parte di via del Cigno ed è stato tamponato in emergenza con la costruzione di una scogliera radente. Allo stato attuale rimane scoperto il tratto di ponente, in adiacenza alla radice del pennello del Cigno. In questa zona è presente anche un locale pubblico fatiscente (ex Zodiaco) costruito negli anni ’50 direttamente sulla scogliera e attualmente abbandonato a se stesso.

Fig.3.1: Il tratto di costa alta tra il Cigno e Punta Sant’Anna (foto prospettiche R.L. - 2008)

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Fig.3.2: La scogliera a protezione della via Aurelia presso le rocche di Sant’Anna (foto prosp. R.L. – 2008)

3.2. Costa bassa

Il litorale di Lavagna fa parte della piana alluvionale dell’Entella, la principale di tutta la riviera ligure di levante. Fino al 1500 circa la piana si estendeva solamente per un paio di chilometri a levante della foce dell’Entella mentre in tutto il settore di levante, fino a Cavi, il mare lambiva il piede delle colline. Dopo la forte progradazione post-medievale la striscia di costa bassa si è estesa fino alle Rocche di Sant’Anna con un’estensione che oggi è mediamente di circa 200 m.

3.3. Morfologia ed evoluzione della spiaggia emersa

A partire dal 1944 le fotografie aeree zenitali permettono di tracciare le linea di riva degli ultimi 60 anni evidenziando i cambiamenti descritti precedentemente. La foto del 1944 può essere considerata un punto di partenza in quanto non esistevano, sulla costa, strutture di difesa e la spiaggia si estendeva con continuità tra la foce dell’Entella e la punta del Cigno. Nei paragrafi che seguono viene descritta brevemente l’evoluzione della spiaggia basata sul confronto delle fotografie indicate 1944-1973 Tralasciando il tratto attualmente occupato dal porto di Lavagna, che nel 1973 risulta difeso da barriere parallele, a levante del porto si nota un arretramento uniforme della spiaggia che va da qualche metro a ponente, fino a circa 20 metri all’estremo di levante. L’unica opera nuova è il pennello del Cigno, dove si è formata una spiaggia di oltre 50 metri di ampiezza limitatamente ad un tratto di 100 m.

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1973-1983 La spiaggia cambia completamente fisionomia essendo stati costruiti i pennelli che la suddividono in celle indipendenti. Inoltre compare il porto turistico che influenza pesantemente le celle di ponente. L’ampiezza della spiaggia, rispetto al decennio precedente, aumenta notevolmente nelle prime 4 celle di ponente, a causa dei versamenti effettuati sul finire degli anni ’70. Procedendo verso levante continua il trend erosivo sulle celle centrali con un arretramento medio di circa 5 m, mentre le celle di levante si mantengono sostanzialmente stabili e prosegue l’accrescimento a ridosso del pennello del Cigno. 1983-1993 Il sistema dei pennelli viene consolidato ma, causa la mancanza di alimentazione della spiaggia, la linea di riva arretra quasi uniformemente con valori medi di circa 5 m nelle celle di ponente e anche più di 10 m nelle celle di levante. 1993-2003 La situazione appare più o meno stabilizzata per tutto il settore di levante, dove l’ampiezza della spiaggia rimane all’incirca invariata. Le maggiori criticità si rilevano solo nelle prime quattro celle di ponente dove si verifica un arretramento medio di circa 5 m, che portano alla quasi totale sparizione della spiaggia nelle celle 3 e 4. I recenti interventi di difesa costiera sono iniziati nel marzo 2004 a partire dalle due celle più critiche, la 3 e la 4, dove sono stati versati 55.000 m3 di materiale fluviale e di cava su 500 m di spiaggia. Nel 2005 e 2006 l’intervento è stato proseguito con la sistemazione delle celle 5, 11 e 12, dove sono stati versati altri 34.000 m3, su una lunghezza totale di circa 600 m. Infine nel 2007-2008 è stata eseguito l’intervento sulla cella 7, con un versamento di 15.000 m3 su 280 m. In tutte le celle oggetto di intervento è stata rimodellata la testata dei pennelli, al fine di renderla meno riflettente ed è stata costruita una soglia sommersa in massi intorno ai 5 m di profondità che dovrebbe fungere da appoggio al ripascimento. Al momento non è ancora possibile valutare pienamente l’efficacia degli interventi eseguiti, essendo i monitoraggio ancora in corso e la spiaggia in via di riequilibrio. E’ comunque evidente che i volumi versati hanno contribuito ad ampliare la spiaggia emersa ma non in quantità tale da allontanare definitivamente l’onda battente dalle strutture a tergo. Per ottenere tale il versamento avrebbe dovuto essere di entità assai maggiore. Lo schema di progetto impostato, in linea generale, rimane tuttavia valido. Per quanto riguarda gli interventi di manutenzione, il Comune di Lavagna, realizza annualmente un versamento di 10.000 m3 prelevati dalla barra di foce dell’Entella. Dal 2005 al 2007 tale versamento è non è stato effettuato perché erano in atto gli interventi strutturali di cui sopra.

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Figura 3.1 Una delle celle in cui è suddivisa la spiaggia di Lavagna (foto prosp. R.L. – 2008)

3.4. Morfologia ed evoluzione della spiaggia sommersa

La spiaggia sommersa, come si può vedere dalla carta batimetrica, ha un andamento piuttosto uniforme su tutto il paraggio con isobate, oltre i –5 m, sostanzialmente rettilinee e parallele. La blanda curvatura delle isobate, più accentuata rispetto all’andamento della linea di riva, è dovuta, ad ovest all’influenza dell’apparato focivo sommerso del torrente Entella, ad est dall’inizio dell’influenza del promontorio di Sestri Levante che chiude l’unità fisiografica. A causa di questo andamento leggermente arcuato la pendenza della spiaggia sommersa è leggermente maggiore al centro della falcatura rispetto agli estremi, specialmente per quanto riguarda quello di levante. Dalla linea di riva fino a – 5m l’andamento della spiaggia è fortemente influenzato dalle opere e dagli interventi di difesa realizzati nel tempo, con pendenza media comunque molto accentuata. Non ci sono evidenti discontinuità nella morfologia della spiaggia tranne una maggiore frastagliatura delle isobate nel settore di levante. Non ci sono evidenze di rip current importanti, almeno oltre i –5 m, segno che la dinamica sedimentaria naturale distribuisce i sedimenti in senso longitudinale da ponente verso levante. Solo in corrispondenza della testata del molo foraneo del porto si nota un canale generato in parte dai fenomeni di turbolenza indotti dal molo stesso, che però si esaurisce entro la profondità di chiusura della spiaggia. Dall’andamento dei profili di spiaggia sommersa si deduce che la profondità di chiusura morfologica media si situa intorno a 8-9 metri di profondità e quella massima intorno a 11-12 m, dove sono le due principali discontinuità nella pendenza del profilo. L’evoluzione della spiaggia è evidenziata nei paragrafi che seguono.

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Nella tabella seguente sono riportati i risultati del confronto batimetrico tra i rilievi del 1879, del 1981 e del 2007, ottenuti con la metodologia descritta nella Relazione Generale (par. 2.6). I commenti alle cifre espresse in tabella sono riportati nei paragrafi successivi. Periodo 5_10 10_15 15_20 20_30 Totale media cm Mm3/a m3/a/ml

1879-1981 -248 -727 +209 +569 +318 -8 -1.9 -0.61981-2007 -557 -253 +21 +98 -692 -16 -26.6 -7.61879-2007 -225 -980 +188 +644 -374 -9 -2.9 -0.8 Confronto 1879-1981 Il confronto mostra una tendenza erosiva diffusa tra le profondità di 5 m e 10 m con un abbassamento del fondale che nel settore di ponente arriva anche a 2 metri e diminuisce gradatamente procedendo verso levante. La stessa tendenza si nota tra –10 m e –15 m, con abbassamenti cospicui a ponente e sostanziale stabilità media a levante. Oltre i 15 metri di profondità il fondale è diffusamente e decisamente in accumulo nel settore di levante con valori che superano il metro di variazione, mentre a ponente rimane più o meno invariato o leggermente in erosione. Il forte arretramento della linea di riva nel periodo impedisce di calcolare i veri volumi erosi nella fascia prossimale, pertanto il valore indicato in tabella per la fascia 5-10 è fortemente sottostimato. L’andamento delle variazioni evidenzia in ogni caso il quadro dinamico del paraggio costiero di Lavagna che vede un forte depauperamento della spiaggia sommersa, accomunato da un analogo accumulo di sedimenti oltre la profondità di chiusura. In questo lungo periodo, che copre circa un secolo, la spiaggia ha mostrato una tendenza evolutiva caratterizzata da un forte irripidimento della spiaggia sommersa ed un trasporto di materiale fine proveniente prevalentemente dall’Entella, verso il largo e verso levante per poi uscire dal paraggio e dirigersi verso Sestri Levante. Confronto 1981 - 2007 Nell’ultimo trentennio la configurazione della spiaggia sommersa ha risentito in maniera evidente dell’interruzione degli apporti solidi provenienti dall’Entella causata dalla costruzione del porto di Lavagna, nonostante gli ingenti quantitativi di materiale introdotti artificialmente nel sistema negli anni precedenti. La spiaggia, specie nella fascia tra –5 e –10, ha continuato a depauperarsi con un tasso di erosione ancor più accentuato rispetto al passato aumentando la propria pendenza. Solo nell’estremo di levante si nota un’area di accumulo che si colloca oltre i 7 m di profondità. Probabilmente rappresenta l’accumulo di materiale fine trasportato dalla deriva litoranea da ponente a levante su quei fondali. Tra 10 m e 15 m di profondità si può notare una zona centrale di erosione, la consueta zona di accumulo a levante, in direzione della deriva litoranea netta e un’area di accumulo anche nel settore di ponente, ubicata oltre i 12 m di profondità. Evidentemente essa è costituita dal materiale fine proveniente dall’Entella che riesce a oltrepassare il porto di Lavagna muovendosi su quelle profondità. Tale tendenza è ancora più evidente per profondità maggiori di 15 m dove le aree di accumulo sono di estensione maggiore e con valori più elevati. Confronto 1879 - 2007 Il confronto totale degli ultimi 130 anni, sintetizza efficacemente la tendenza evolutiva del paraggio costiero di Lavagna anche se non permette di fare stime quantitative, in quanto la linea di riva del 1879 era molto più avanzata di quella odierna, all’incirca coincidente con quella degli attuali –5 m. L’andamento delle isobate rispecchia molto bene l’evoluzione; la linea dei –5 m è arretrata di circa 150 m nel settore di ponente, con un abbassamento medio del fondale che si attesta intorno ai 2 m. Tale arretramento diviene gradatamente meno importante procedendo verso levante, mantenendosi comunque su livelli notevoli. All’altezza del Cigno l’isobata dei –5 m arretra ancora di circa 100 m rispetto alla stessa del 1879 e l’abbassamento del fondale è di circa 1 m. Anche l’isobata dei –10 m rispecchia lo stesso andamento ma con valori minori; a ponente la linea 2007 arretra di circa 100 m, a levante di circa 50 m, arrivando quasi a coincidere con quella del 1879 davanti alla punta del Cigno. A partire dalla –15 m, il trend generale comincia a variare; rimane la marcata erosione nel settore di ponente, con 1 m in media di abbassamento del fondale, ma nella zona centrale della spiaggia le due

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linee coincidono e all’estremo levante si comincia a notare una certa progradazione della linea del 2007 rispetto alla 1879. Le isobate dei –20 m e le successive confermano tale andamento evidenziando un’ampia zona di accumulo, con innalzamento del fondale dell’ordine di 2-3 m in tutto il settore di levante. In termini di volumi, con le cautele già più volte espresse sull’attendibilità dei confronti batimetrici, si può stimare una perdita dell’ordine di 1 milione di m3 nella fascia tra –10 m e –15 m nel settore di ponente e di circa altrettanto tra –10 m e la linea di riva. Tenendo conto che tra i –15 m e i –30 m è calcolato un accrescimento di circa 1 milione di m3 si evince che la perdita netta della spiaggia è stata dell’ordine del milione di m3 in 130 anni, pari a circa 8000 m3 annui, senza tener conto dei versamenti artificiali effettuati in quel lasso di tempo. Tale materiale si considera uscito dal sistema, verso profondità maggiori e verso il paraggio costiero contiguo di Sestri Levante. Pur con tutte le cautele del caso il valore dà un’idea di quali siano i volumi necessari a ripristinare e mantenere gli equilibri del paraggio.

3.5. Aspetti sedimentologici

La granulometria delle spiaggia sommersa risente in maniera evidente degli interventi di ripascimento effettuati nei due anni immediatamente precedenti il rilievo ed è pertanto da considerarsi ancora in fase di riequilibrio. In ogni caso anche dalle indicazioni che si traggono in una situazione in divenire si possono trarre utili informazione per definire la dinamica dei sedimenti nel paraggio. La dimensione media dei sedimenti di spiaggia sommersa si colloca tra i 0.125 e 0.180 mm, con distribuzione piuttosto eterogenea. In linea di massima si può notare che di fronte alle celle oggetto di ripascimento recente la granulometria media aumenta, mentre diminuisce per i campioni più distali in direzione del verso della deriva litoranea netta. La deviazione standard è massima per i campioni prossimali e minima per quelli situati nella fascia intermedia (-8 m) evidenziando che i processi morfodinamici agiscono selezionando accuratamente il materiale a quelle profondità. Inoltre si nota una diminuzione generale da ponente a levante, nel verso della deriva netta. In genere comunque i campioni sono quasi tutti moderatamente ben classati, con l’eccezione di quelli prossimali di ponente, meno classati. Per quanto riguarda l’andamento delle classi granulometriche, nella spiaggia sommersa non sono praticamente rappresentate o sono trascurabili le granulometrie superiori a 0.5 mm. La classe > 0.250 mm (sabbia media) comincia a essere rappresentata in percentuali non trascurabili solo all’estremo di ponente del paraggio, indicando sedimenti provenienti dall’Entella in entrata nel sistema e davanti alle celle oggetto di ripascimento artificiale. Il campione 79 rappresenta un’anomalia e come tale va interpretata. La classe immediatamente inferiore (> 0.125 mm, sabbia fine) è la più rappresentata per la maggior parte dei campioni, con aumento graduale da ponente verso levante. La classe >0.063 mm (sabbia molto fine) ha un andamento abbastanza normale, con maggiore presenza nei sedimenti distali. Percentuali rilevanti sono presenti anche nelle celle oggetto di ripascimento a causa della eterogeneità del materiale versato e nella zona di ponente. La componente pelitica è presente in maniera rilevante solo nei campioni prossimali, sempre a causa dei versamenti recenti effettuati e nei campioni provenienti dall’Entella. Nella fascia più dinamica essa è praticamente assente.

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campione X Y Z % > 8 mm %> 4 mm % > 2 mm % > 1 mm % > 1 mm cum % > 500 μm % > 250 μm % > 125 μm % > 63 μm % fondo Ms (mm) D50 (mm) (phi) Sk1 (phi)

286 1530171 4904040 5 0.0 0.0 0.0 0.2 0.2 0.4 1.0 40.4 55.0 3.0 0.12 0.12 0.63 -0.20267 1530292 4903856 6 0.0 0.0 0.1 0.3 0.4 0.5 1.8 57.3 39.2 0.8 0.15 0.14 0.61 0.07266 1530003 4904153 6 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.3 1.1 52.3 43.8 2.4 0.13 0.13 0.63 -0.04265 1529764 4904364 6 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.9 4.8 57.3 34.5 2.3 0.15 0.15 0.66 0.07264 1529593 4904517 6 0.0 0.0 0.1 0.3 0.3 1.4 6.8 70.7 19.7 1.1 0.18 0.17 0.63 0.08263 1529356 4904690 6 0.0 0.9 0.3 0.1 1.3 0.2 2.5 58.1 33.1 4.8 0.15 0.14 0.65 0.16262 1529163 4904825 6 0.0 1.4 0.8 0.5 2.6 0.7 1.9 52.7 37.8 4.3 0.14 0.14 0.68 0.02261 1528939 4904972 6 0.0 0.1 0.1 0.1 0.2 0.2 1.3 48.2 45.5 4.6 0.12 0.13 0.65 -0.08260 1528726 4905108 6 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.4 1.4 46.7 45.6 5.8 0.12 0.13 0.69 -0.05259 1528529 4905220 6 0.0 0.0 0.0 0.2 0.2 1.1 6.2 49.6 40.2 2.7 0.14 0.14 0.73 -0.10258 1528291 4905363 6 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.8 5.8 56.1 34.1 3.1 0.15 0.14 0.70 0.04257 1528105 4905479 6 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.6 1.9 51.4 40.6 5.5 0.13 0.13 0.68 0.03256 1527746 4905691 6 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.3 0.8 45.0 44.3 9.5 0.12 0.12 0.82 0.07255 1527476 4905774 5.5 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.4 3.4 55.3 33.4 7.4 0.15 0.14 0.76 0.21246 1530185 4903619 8.5 0.0 0.0 0.0 0.3 0.3 0.5 0.9 63.0 33.6 1.7 0.15 0.15 0.60 0.16242 1529949 4903820 8.5 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.4 0.6 62.7 35.4 0.9 0.15 0.14 0.60 0.14241 1529683 4904062 8.5 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.1 0.5 77.3 21.4 0.7 0.17 0.16 0.52 0.25240 1529453 4904239 8.5 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.1 0.8 66.6 31.8 0.7 0.16 0.15 0.58 0.19239 1529253 4904416 8.5 0.0 0.0 0.0 0.2 0.2 1.0 0.7 60.2 37.0 0.9 0.15 0.14 0.60 0.11238 1529028 4904593 8.5 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.6 0.9 56.1 41.2 1.1 0.14 0.14 0.61 0.03237 1528857 4904705 8.5 0.0 0.0 0.0 0.2 0.2 0.3 0.4 56.3 41.8 1.0 0.14 0.14 0.61 0.02236 1528645 4904840 8.5 0.0 0.0 0.1 0.3 0.4 0.3 0.9 58.5 39.2 0.7 0.15 0.14 0.60 0.08235 1528421 4904982 8.5 0.0 0.0 0.2 0.3 0.5 0.3 2.1 65.7 30.6 0.9 0.16 0.15 0.59 0.20234 1528161 4905118 8.5 0.0 0.1 0.2 0.1 0.3 0.3 2.7 71.7 23.9 1.1 0.17 0.16 0.56 0.25233 1527954 4905236 8.5 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.1 0.3 50.3 47.9 1.2 0.13 0.13 0.62 -0.10232 1527600 4905401 8.5 0.0 0.0 0.0 0.2 0.2 0.5 2.2 54.7 41.5 0.9 0.14 0.14 0.62 0.02231 1527347 4905548 8.5 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.1 6.1 65.2 27.3 1.3 0.17 0.15 0.63 0.14103 1529732 4903576 13 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.5 0.5 44.5 53.3 1.2 0.12 0.13 0.62 -0.1899 1529541 4903697 13.5 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.1 0.3 42.3 55.5 1.7 0.12 0.12 0.62 -0.1995 1529451 4903847 13 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.1 0.3 51.2 47.2 1.1 0.13 0.13 0.61 -0.09

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91 1529248 4904001 13 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.1 0.4 59.1 38.1 2.4 0.15 0.14 0.62 0.0987 1529117 4904119 13 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.6 68.2 30.0 1.1 0.16 0.15 0.58 0.2183 1528843 4904292 13 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.4 0.8 45.6 51.5 1.5 0.12 0.13 0.62 -0.1679 1528612 4904467 13 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.6 12.1 52.7 30.7 3.9 0.16 0.15 0.77 0.0275 1528364 4904627 13 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.3 0.7 54.0 43.3 1.5 0.14 0.14 0.62 -0.0271 1528173 4904705 14 0.0 0.0 0.0 0.0 0.1 0.4 1.1 53.3 43.2 1.9 0.14 0.13 0.62 -0.0267 1527930 4904942 13 0.0 0.0 0.1 0.1 0.2 0.2 0.8 55.6 41.4 1.7 0.14 0.14 0.62 0.0263 1527727 4905026 13 0.0 0.0 0.1 0.1 0.1 0.5 1.1 55.7 40.4 2.2 0.14 0.14 0.62 0.0460 1527371 4905174 14.5 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.3 0.6 42.3 52.7 4.1 0.12 0.12 0.64 -0.1756 1527193 4905109 16.5 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.1 1.4 61.4 34.5 2.6 0.15 0.14 0.62 0.1555 1527331 4905232 13 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.1 1.3 55.9 39.5 3.2 0.14 0.14 0.00 0.05

Tabella 3.1 Tabella delle granulometrie (le granulometrie sono espresse in percentuale)

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3.6. Bilancio sedimentario

Stante l’interruzione dell’alimentazione naturale da parte dei sedimenti provenienti dall’Entella, la spiaggia di Lavagna si trova in una situazione di deficit sedimentario piuttosto marcato, soprattutto per quanto riguarda il materiale più grossolano che contribusce alla stabilità della spiaggia emersa. Con i dati a disposizione, ampiamente illustrati nei paragrafi precedenti, si può ragionevolmente ipotizzare un deficit annuo compreso tra 10.000 e 20.000 m3.

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4. Aspetti naturalistici ambientali

4.1. Qualità delle acque

4.1.1. Stato

Dall’esame dei dati relativi ai controlli sulla balneazione non si deducono situazioni critiche per le acque prossime alla costa, infatti l’indice IQB mostra una qualità ottimale (stato “incontaminato”) per tutti i punti di controllo del paraggio. Anche nell’area prospiciente l’impianto di maricoltura gli specifici monitoraggi realizzati periodicamente dimostrano l’assenza di impatti generati da tale attività sulla colonna d’acqua. La qualità delle acque risulta frequentemente abbassata da episodi di “mare sporco” dovuto alla presenza di schiume e macrorifiuti galleggianti.

4.1.2. Pressioni e impatti

Nel paraggio in questione è presente un unico scarico fognario che raccoglie un bacino di utenza di circa 19.000 abitanti equivalenti, con picco estivo di circa 39.500 a.e.; l’agglomerato comprende i comuni di Lavagna, Cogorno e Carasco (loc. Graveglia). Il trattamento comprende una fase di pretrattamento (rotostacciatura) seguito da accumulo e bilanciamento con flocculazione e flottazione pressurizzata. Il centro di trattamento è provvisto anche di una linea fanghi. Lo scarico avviene in mare, tramite condotta sottomarina, ad una distanza dalla costa di 1237 m e alla profondità di 33 m; la portata dello scarico è di circa 3000-6500 m3 al giorno. In queste condizioni nion si ravvisano criticità per la qualità delle acque. Nel paraggio è presente un impianto di maricoltura costituito da 8 gabbie di allevamento per orate e branzini; il monitoraggio pluriennale conferma l’assenza di impatti dovuti all’impianto prevista in sede di valutazione di impatto ambientale del progetto. Gli episodi di “mare sporco” non hanno probabilmente cause locali e derivano in larga misura dall’apporto dei principali corsi d’acqua presenti nei paraggi limitrofi.

4.2. Habitat marini

4.2.1. Stato

Costa Non esistono tratti di costa da segnalare per l’interesse naturalistico, ad eccezione di un breve tratto di costa alta presso il confine con il comune di Sestri Levante, in località S.Anna. Fondali Nel paraggio non si ravvisano cambiamenti nella distribuzione degli habitat rispetto a quanto riportato in letteratura; i fondali risultano uniformemente occupati dalla biocenosi delle Sabbie Fini Ben Calibrate, spesso colonizzate dalla pianta Cymodocea nodosa, che forma una estesa prateria tra i 7 e i 16 m di profondità. Al largo di Lavagna su un fondale compreso tra 16 e 18 m di profondità e a circa 850 m dalla costa si segnala la presenza su una superficie di circa 1300 m2, di una barriera di ripopolamento realizzata

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negli anno ‘80 con elementi modulari di cemento; non si hanno a disposizione dati sullo stato attuale della barriera in termini di popolamento animale vegetale. L’assenza di praterie di Posidonia oceanica, appare coerente con le condizioni sedimentologiche messe in evidenza dagli studi della dinamica litoranea: l’area antistante la foce del torrente Entella è fortemente condizionata dal trasporto solido dei materiali provenienti dal bacino e tale dinamica è incompatibile con la presenza di posidonieto; allo stato attuale delle conoscenze non è possibile stabilire se l’assenza dell’habitat anche ad est dell’estuario e per tutto lo sviluppo del paraggio sia interpretabile come una situazione fisiologica o possano invece aver inciso i forti cambiamenti, indotti dalle trasformazioni antropiche, avvenuti nel corso degli ultimi 130 anni tra 0 e 30 m di profondità; considerati i tassi di erosione e di accrescimento ipotizzati, l’evoluzione sedimentologica risulta incompatibile con la sopravvivenza dei posidonieti come anche con il rinvenimento delle tracce di matte morta eventualmente rimaste. SIC marini Non sono presenti SIC.

4.2.2. Pressioni e impatti

Lo scarico dei reflui civili dell’agglomerato avviene in mare, tramite condotta sottomarina, ad una distanza dalla costa di 1237 m e alla profondità di 33 m; in queste condizioni non si ravvisano criticità per i popolamenti marini. Anche la presenza dell’impianto di maricoltura, che insiste su un’area di fondale caratterizzato uniformemente da sabbie e fango non rappresenta elemento di criticità per la salvaguardia dei popolamenti bentonici.

4.3. Habitat costieri

4.3.1. Stato

Nel paraggio la presenza della vegetazione psammofila costiera è del tutto frammentaria e relittuale. Occorre tuttavia rilevare che il Comune di Lavagna, con Delibera di Giunta n. 279 del 2007, ha dato “Indicazioni per l’individuazione e la salvaguardia delle aree costiere caratterizzate dalla presenza del Giglio Marino (Pancratium maritimum)”, con il documentato censimento dei siti puntuali dell’attuale presenza della pianta. Nel paraggio esistono pertanto alcune celle litorali che mantengono buone potenzialità per la sopravvivenza di elementi floristici tipici della vegetazione pioniera delle spiagge; inoltre la cella litorale delimitata dal pennello del Cigno presenta notevole profondità e previsioni di stabilità o addirittura di ulteriore crescita: in tale sito è possibile pianificare il ritorno di aspetti vegetazionali più stabili e strutturanti, tipici della vegetazione delle dune embrionali. Nel paraggio non sono presenti corsi d’acqua significativi per la presenza di habitat tipici delle foci fluviali.

4.3.2. Pressioni e impatti

Il Comune di Lavagna ha in passato utilizzato annualmente ai fini di ripascimento stagionale di tutte le spiagge a levante del porticciolo il materiale della barra di foce del torrente Entella; dal 2005, per far fronte ai gravi problemi di erosione del litorale, è stato realizzato un intervento strutturale di ricostruzione della spiaggia che ha utilizzato materiale grossolano di cava (tout-venant) per la formazione dello scheletro della spiaggia e sedimento proveniente dalla riprofilatura idraulica del torrente Entella per il ripascimento; ad oggi l’intervento ha interessato circa la metà delle spiagge comunali. L’impatto delle recenti e future attività di ripascimento, considerati gli attuali criteri progettuali sull’ammissibilità dei materiali, non risulta critico per le comunità bentoniche dei fondali; diversamente le attività di ripascimento e movimentazione delle sabbie nella spiaggia emersa, frequenti e generalizzate a pressoché tutta la superficie di spiaggia disponibile, costituiscono una perturbazione incompatibile con lo stato di conservazione della flora delle spiagge.

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5. Sintesi dei processi costieri

La dinamica dei sedimenti nel paraggio di Lavagna è ben conosciuta anche da studi pregressi e può essere ricostruita in maniera soddisfacente. Le mareggiate di scirocco e libeccio agiscono sulla deriva litoranea con verso opposto ma sul lungo termine il mare dominante è il libeccio che induce una deriva litoranea netta diretta da ponente a levante. Con la morfologia attuale della spiaggia emersa e sommersa prossimale la prevalenza di scirocco o libeccio genera l’inversione della falcatura all’interno di ogni singola cella inducendo alternativamente accumulo o arretramento sui lati di ogni pennello, talvolta in maniera molto evidente, con problemi localizzati nelle zone sottoflutto. Nella spiaggia più distale, oltre i 5 m di profondità, il materiale più fine si muove lentamente verso levante e verso il largo accumulandosi oltre i 10-15 m. L’apporto di materiale grossolano alla spiaggia è costituito in pratica esclusivamente da versamenti artificiali, mentre l’apporto di materiale fine avviene solo per opera dei sedimenti provenienti dall’Entella su batimetrie piuttosto elevate, quindi solo in occasione di eventi ondosi significativi.

5.1. Tendenza evolutiva del litorale

I recenti interventi di sistemazione della spiaggia hanno portato ad un assetto delle opere che può essere considerato definitivo, salvo le 3 celle su cui non si è ancora intervenuti. Nonostante questo, in assenza di versamenti artificiali, si prevede il proseguimento del trend erosivo in atto sull’intero paraggio del litorale, con erosione della spiaggia a partire da ponente e graduale estensione dei fenomeni verso levante, solo rallentati dalla presenza dei pennelli.

5.2. Tendenza evolutiva degli aspetti ambientali

La qualità delle acque appare ottimale e in equilibrio con lo status quo del paraggio. I popolamenti bentonici marini si trovano in buono stato di conservazione e in equilibrio con lo status quo del paraggio. Per quanto riguarda lo stato di conservazione della flora psammofila essa risulta eccessivamente impoverita dalle operazioni di manutenzione e gestione della spiaggia emersa e la tendenza evolutiva non mostra trend positivi.

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6. Pericolosità costiera e impatti sulla qualità delle acque e sulla biodiversità marino costiera

6.1. Pericolosità costiera

6.1.1. Stima del run-up e fascia dinamica della spiaggia

La stima del run-up lungo l’arenile del paraggio di Lavagna, secondo l’approccio metodologico indicato nella relazione generale, è stata effettuata nell’intorno delle sezioni di spiaggia in corrispondenza dei capisaldi 307, 308, 309 e 310 individuati nell’ambito dei rilievi di spiaggia per lo studio Beachmed dal Dip.Te.Ris. Le sezioni di spiaggia significative sono schematicamente raffigurate nelle figure sottostanti.

pendenza spiaggia attiva

-12

-10

-8

-6

-4

-2

0

2

4

0 100 200 300 400 500 600 700

distanza (m)

qu

ota

(m

)

Figura 6.1 profilo della sezione di spiaggia considerata (307)

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sezione trasversale spiaggia

-12

-10

-8

-6

-4

-2

0

2

4

0 100 200 300 400 500 600 700

distanza (m)

qu

ota

(m

)

Figura 6.2 profilo della sezione di spiaggia considerata (309)

Il valore della pendenza della spiaggia emersa e sommersa è stato opportunamente scelto, in base al profilo di spiaggia per ciascuna delle sezioni trasversali, mediando tra il profilo emerso e quello sommerso. I valori scelti sono indicativi di una pendenza media tra la sommità della spiaggia emersa ed il punto in corrispondenza della profondità di chiusura della spiaggia sommersa. Per tutte le celle di spiaggia le pendenze di spiaggia considerate sono molto simili, a seguito dei nuovi lavori di ripascimento strutturale effettuati sul litorale e per la conformazione del paraggio, pertanto ai fini della definizione del run-up e delle fasce dinamiche della spiaggia si è fatto riferimento a valori medi che bene rappresentano l’intero tratto di litorale considerato. Dall’estrapolazione dei dati al frangimento si è valutato, per ciascuna delle tre direzioni di propagazione del moto ondoso, il valore massimo di run-up significativo sul litorale di Lavagna. Si riportano nella tabella 6.1 seguente i valori delle pendenze, delle profondità di chiusura e dei massimi valori di run-up in corrispondenza della sezione media (rappresentativa di tutta la spiaggia), per i periodi di ritorno 1 e 50 anni.

TR = 1 anno TR = 50 anni

sezione pendenza profondità

chiusura [m]run up

massimo [m]pendenza

profondità chiusura [m]

run up massimo

[m] media 0.073 -9 2.2 0.063 -12 4

Tabella 6.1 valori della pendenza della spiaggia emersa e sommersa, della profondità di chiusura e del run-up massimo in corrispondenza della sezione di spiaggia.

Per i valori della profondità di chiusura si evidenzia una buona corrispondenza tra i valori determinati dall’analisi morfodinamica e quelli relativi all’inizio della zona di primo frangente in uscita dal modello matematico di propagazione del moto ondoso. Il valore del run-up utilizzato è quello massimo tra i valori relativi alle tre direzioni di propagazione del moto ondoso incidente. Nel caso specifico del paraggio di Lavagna tale valore corrisponde ad eventi con direzione al largo 220°N, rappresentativo dell’esposizione del paraggio e del fatto che si hanno per tale direzione i massimi valori di altezza d’onda al frangimento. Al valore massimo di run-up ricavato per ciascuna sezione è stato aggiunto, ai fini della individuazione della quota di massima risalita del moto ondoso sul litorale sabbioso (e conseguentemente per la

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definizione della fascia dinamica della spiaggia emersa), il valore rappresentativo della variazione del livello idrometrico (dovuto a maree e sovralzi) relativo ai periodi di ritorno considerati.

sezione TR = 1 anno TR = 50 anni

run up massimo [m] run up massimo [m] media 2.5 4.5

Tabella 6.2 valori del run-up massimo tenendo conto della variazione massima del livello idrometrico

Tali valori, riportati nella tab.6.2, sono indicativi della quota raggiunta dalla risalita dell’onda e devono essere confrontati con la conformazione e l’orografia nel paraggio, con la configurazione della spiaggia emersa e con la presenza o meno di strutture a tergo, al fine dell’individuazione della fascia dinamica della spiaggia emersa. Fascia dinamica della spiaggia Indicativamente si è giunti a definire le fasce dinamiche della spiaggia emersa considerando le soglie di risalita massima del moto ondoso, associate ai periodi di ritorno significativi pari a 1 e 50 anni, la conformazione reale della spiaggia emersa e sommersa, e la presenza di opere che ostacolano il flusso di risalita dell’onda. La spiaggia di Lavagna, a seguito dei recenti lavori di ripascimento strutturale e rinforzo delle opere trasversali di difesa costiera, presenta un’ampiezza allo stato attuale tale da consentire la naturale risalita e dissipazione dell’onda associata a periodi di ritorno pari ad 1 anno, essendo interamente interessata dal moto ondoso. Per periodi di ritorno superiori, la maggior parte della spiaggia presenta un’ampiezza insufficiente alla naturale dissipazione dell’energia ondosa. Il muraglione della passeggiata e della ferrovia ne costituisce il limite artificiale e viene interessato dalle ondazioni. L’ampiezza della fascia dinamica A, associata ad eventi con periodo di ritorno pari ad 1 anno, è di circa 30 m e l’ampiezza della fascia B, relativa ad eventi con periodo di ritorno 50-ennale, è stimata di circa 50 metri e in alcuni tratti comprende anche parte della sovrastante passeggiata e rete ferroviaria, in quanto può essere raggiunta da spruzzi durante le mareggiate associate a tale periodi di ritorno e il muro viene interessato dal moto ondoso. La zona retrostante il pennello del Cigno è stata perimetrata in fascia C. L’ampiezza delle fasce dinamiche della spiaggia sommersa sono state valutate in base all’individuazione delle profondità di chiusura determinate dal confronto tra l’area di inizio frangimento per i diversi periodi di ritorno considerati, in uscita dall’applicazione del modello di propagazione del moto ondoso, e dalle caratteristiche morfo-sedimentologiche del paraggio. Nella tabella 6.3 vengono riportati i valori caratterizzanti la delimitazione delle fasce dinamiche (di spiaggia emersa e sommersa): il limite lato mare è definito dalla profondità di chiusura della spiaggia sommersa; il limite lato terra, definito in base alla risalita del moto ondoso sulla spiaggia emersa, è rappresentato dalla distanza dalla linea di riva.

FASCIA DINAMICA A FASCIA DINAMICA B Caposaldo sezione di spiaggia

Limite verso mare –

batimetrica (m)

Limite verso terra –

distanza dalla linea di riva

(m)

Limite verso mare –

batimetrica (m)

Limite verso terra –

distanza dalla linea di riva

(m) 307-310 -9 30 -12 50

Tabella 6.3 Sintesi delle fasce dinamiche della spiaggia

Tali fasce sono raffigurate nella carta C 06 Carta delle fasce dinamiche e della costa alta in scala 1:5000.

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6.1.2. Fascia di pericolosità della costa alta

Il breve tratto di costa rocciosa a levante del pennello del Cigno è caratterizzato dalla presenza della via Aurelia e della via del Cigno, che corrono in adiacenza alla linea di riva sulla scogliera a circa 10 m di quota. Il ciglio della falesia attiva corrisponde pertante con il limite a mare della strada. Nel settore di levante, dove corre la via Aurelia, la falesia è stabilizzata al piede da opere marittime aderenti realizzate dall’ANAS. Il tratto sottostante via del Cigno invece è soggetto a frequenti fenomeni di scalzamento al piede che in passato hanno cagionato danni al muraglione ed alla viabilità stessa. L’ultimo crollo, nel settembre 2008, ha provocato il crollo di parte di via del Cigno ed è stato tamponato in emergenza con la costruzione di una scogliera radente. Allo stato attuale rimane scoperto il tratto di ponente, in adiacenza alla radice del pennello del Cigno.

6.2. Impatti sulla qualità delle acque e sulla biodiversità marino costiera

La qualità delle acque risulta frequentemente abbassata dalla presenza di macrorifiuti galleggianti; gli episodi di mare sporco non appaiono legati a cause interne al paraggio e pertanto si rimanda alle criticità evidenziate per i paraggi limitrofi. La presenza di flora psammofila risulta eccessivamente impoverita dalle operazioni di manutenzione e gestione della spiaggia emersa.

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7. Rischio costiero

7.1. Rischio da eventi meteomarini sulla spiaggia

La valutazione dei tratti a diverso rischio deriva dall’esame della presenza o meno di elementi a rischio ricadenti all’interno della perimetrazione delle fasce dinamiche, o lambiti dalle fasce stesse nel caso in cui questi costituiscano evidente ostacolo alla libera risalita del moto ondoso o che rappresentino elementi vulnerabili a seguito dell’azione del moto ondoso a cui sono sottoposti. Il muraglione della sede ferroviaria viene lambito, in alcune celle del litorale, dalla fascia dinamica A, costituendone di fatto il limite artificiale, e viene interessato per molti tratti dalla fascia dinamica B. Pertanto alcuni tratti di litorale, essendo la passeggiata e la linea ferroviaria elementi a rischio, ricadono in classi a rischio molto elevato e la maggior parte a rischio elevato. Solo due brevi tratti di spiaggia in corrispondenza del pennello del Cigno, non essendoci elementi a rischio interessati dalla mappature delle fasce dinamiche, sono compresi in rischio medio e moderato. Si riporta nella tabella 7.1 seguente la percentuale di occorrenza di ciascuna classe di rischio lungo i tratti di spiaggia del paraggio.

lunghezza

spiaggia [m] rischio RS1

[%] rischio RS2

[%] rischio RS3

[%] rischio RS4

[%]

Lavagna 3347 3 1 82 14

Tabella 7.1 percentuale dei tratti di spiaggia ricadenti nelle diverse classi a rischio.

7.2. Rischio da eventi meteomarini sulla costa alta

Il tratto di costa alta compreso tra il pennello del Cigno ed il limite orientale del paraggio è interamente percorso dalla s.s. Aurelia e dalla via del Cigno. Inoltre sono presenti alcuni edifici immediatamente a tergo di quest’ultima. L’intero tratto è da considerarsi in classe a rischio elevato (RA3) per la possibilità di scalzamento al piede della falesia e delle opere di contenimento dei manufatti.

Superficie costa alta [m2]

rischio RA0 [%]

rischio RA1 [%]

rischio RA2 [%]

rischio RA3 [%]

rischio RA4 [%]

Lavagna 8570 0 63 0 14 23

Tabella 7.2: percentuale delle diverse classi a rischio in costa alta.

7.3. Rischio relativo al degrado della qualità delle acque e degli habitat marino costieri

Si rimanda a quanto già espresso al paragrafo 6.2.

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8. Delimitazione delle aree da assoggettare alle Norme di Piano

La carta normativa del paraggio di Lavagna è stata redatta in base alle fasce dinamiche della spiaggia, alle fasce della costa alta e ai tratti di costa e fondale sensibile da tutelare. Le norme per il paraggio in esame, indicate nella carta dei regimi normativi, in scala 1:5000, riguardano gli aspetti di seguito elencati: La spiaggia ricade in zone di fascia dinamica FDA , FDB e FDC. È presente un limitato tratto di costa alta perimetrato in fascia FAB. Il paraggio comprende un breve tratto di costa alta, presso il confine con il Comune di Sestri Levante, in località S.Anna, che risulta a trasformazione vincolata per la presenza di habitat marini da tutelare. Nel paraggio sono presenti 3 celle litoranee che comprendono ASR, alle quali è pertanto possibile applicare le norme per il ripristino della vegetazione pioniera delle spiagge; una di esse, presso il Pennello del Cigno presenta ampiezza e condizioni di esposizione tali da permettere, almeno in linea teorica, piccoli interventi di ricostruzione di habitat.

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9. Misure di intervento

A seguito delle analisi dello stato e della tendenza evolutiva del litorale si individuano i seguenti indirizzi di intervento che costituiscono norma di Piano ai sensi dell’art. 6 delle Norme di Attuazione. In generale il paraggio nel suo complesso dal punto di vista della dinamica costiera appare in deficit sedimentario e la spiaggia non è sufficiente a dissipare l’energia del moto ondoso incidente in occasione di mareggiate anche non estreme. Anche il tratto di costa alta presenta problemi di stabilità dovuti a fenomeni di scalzamento al piede che provoca problemi alla viabilità. Nel breve termine sono consentiti solamente interventi di manutenzione secondo quanto disposto dagli artt. 6 e 10 delle Norme di attuazione. Dal punto di vista ambientale si indica l’obiettivo di consolidare e riqualificare i siti idonei alla sopravvivenza della flora psammofila. Il quadro degli interventi per il paraggio è il seguente: Interventi costa bassa e costa alta Dando per consolidato l’attuale sistema dei pennelli, occorre ripristinare un’ampiezza di spiaggia

emersa sufficiente a dissipare completamente l’energia del moto ondoso per mareggiate non estreme, creando una spiaggia emersa di almeno 40 m di ampiezza stabile in tutte le celle. Per ottenere un simile risultato si stima necessario l’impiego di un quantitativo di materiale intorno a 100 m3 per metro lineare di spiaggia, vale a dire circa 350.000 m3. Il materiale necessario può essere prelevato nella zona prospiciente la foce dell’Entella, dove l’accumulo di materiale alluvionale dell’Entella depositato negli ultimi 30 anni è di entità paragonabile.

Consolidamento della base della scogliera tra il pennello del Cigno e l’ex Zodiaco. Interventi naturalistico ambientali azioni volte al ripristino e riqualificazione della vegetazione delle spiagge, coerenti con le norme

all’uopo individuate.