ploaghe 2015

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2/3 maggio 2015 2015 19 ^ edizione guida ai monumenti www.monumentiaperti.com Ploaghe grafica: Daniele Pani foto: archivio comunale stampa: Arti Grafiche Pisano, Cagliari Il nostro Comune ospita per la prima volta la manifestazione Monumenti Aperti, straordinaria oc- casione per promuovere e valorizzare il nostro patrimonio architettonico e artistico, con il coinvol- gimento di tutta la comunità e in particolare dei ragazzi delle scuole cittadine, che saranno i veri protagonisti dell’iniziativa. La figura di Giovanni Spano, il più grande intellettuale sardo dell’800, vale da sola un viaggio: fon- datore dell’archeologia sarda, fece conoscere al mondo la civiltà nuragica; assertore della Nazione Sarda, scrisse il primo vocabolario sardo; lasciò in eredità alla sua “patria” una grande collezione di pittura rinascimentale conosciuta come “Collezione Spano”. Conosceremo la nostra storia, accompagnati dai ragazzi delle scuole, attraverso un percorso che partirà da piazza San Pietro con la visita al complesso monumentale delle tre chiese (Parrocchia di San Pietro, S. Rosario, S. Croce), la Pinacoteca con la collezione Spano, il Cimitero monumentale con le lapidi in sardo, la Casa Rettorale edificata sull’antico episcopio e il Palazzo Comunale sorto sull’an- tico Monte Granatico. La successiva tappa, dopo una breve sosta presso l’antica “Funtana Manna“, ci porterà a visitare l’antico Convento dei Cappuccini del 1600, recentemente restaurato. Un’ulteriore tappa prevede la visita delle varie chiese presenti nel centro abitato: partendo dalla chiesetta di S. Matteo, adagiata sull’omonima collina del vulcano spento che sovrasta il paese; si prosegue con S. Timoteo e poi la chiesa di Valverde nell’omonima piazza attigua alla Casa natale di Giovanni Spano. Si completa il percorso con la moderna architettura della chiesa di Cristo Re, accanto a un esempio di archeologia industriale, la storica “Cacciara” in fase di recupero, una delle tante testimonianze di un passato florido, legato alla produzione e al commercio del “Peco- rino Romano” (caratteristico della nostra economia agro-pastorale). Sull’altro lato, inglobato dalla Fondazione San Giovanni Battista, si possono ammirare i resti del Nuraghe “Don Micheli”. Fuori dall’abitato si potranno ammirare le chiese di San Sebastiano, Sant’Antonio di Salvennero e la bel- lissima chiesa romanica di San Michele. Abbiamo voluto promuovere e partecipare a questa iniziativa perché i ploaghesi possano cono- scere meglio la loro “patria”, e a chi non è di Ploaghe, perché senta il desiderio di visitarci. Ma vuole essere anche un impegno: Ploaghe ha un patrimonio prezioso da custodire, valorizzare, far conoscere. Il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole cittadine ha questo significato: loro sono i veri custodi di questo tesoro. Benvenuti ! COMUNE DI PLOAGHE Il Sindaco Francesco Baule L’Assessore alla Cultura Gian Filippo Sechi

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Guida ai monumenti del Comune di Ploaghe

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2/3 maggio 2015

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19^ edizione

guida ai monumenti www.monumentiaperti.comPloaghe

grafica: Daniele Pani foto: archivio comunale stampa: Arti Grafiche Pisano, Cagliari

Il nostro Comune ospita per la prima volta la manifestazione Monumenti Aperti, straordinaria oc-casione per promuovere e valorizzare il nostro patrimonio architettonico e artistico, con il coinvol-gimento di tutta la comunità e in particolare dei ragazzi delle scuole cittadine, che saranno i veri protagonisti dell’iniziativa.La figura di Giovanni Spano, il più grande intellettuale sardo dell’800, vale da sola un viaggio: fon-datore dell’archeologia sarda, fece conoscere al mondo la civiltà nuragica; assertore della Nazione Sarda, scrisse il primo vocabolario sardo; lasciò in eredità alla sua “patria” una grande collezione di pittura rinascimentale conosciuta come “Collezione Spano”.Conosceremo la nostra storia, accompagnati dai ragazzi delle scuole, attraverso un percorso che partirà da piazza San Pietro con la visita al complesso monumentale delle tre chiese (Parrocchia di San Pietro, S. Rosario, S. Croce), la Pinacoteca con la collezione Spano, il Cimitero monumentale con le lapidi in sardo, la Casa Rettorale edificata sull’antico episcopio e il Palazzo Comunale sorto sull’an-tico Monte Granatico. La successiva tappa, dopo una breve sosta presso l’antica “Funtana Manna“, ci porterà a visitare l’antico Convento dei Cappuccini del 1600, recentemente restaurato.Un’ulteriore tappa prevede la visita delle varie chiese presenti nel centro abitato: partendo dalla chiesetta di S. Matteo, adagiata sull’omonima collina del vulcano spento che sovrasta il paese; si prosegue con S. Timoteo e poi la chiesa di Valverde nell’omonima piazza attigua alla Casa natale di Giovanni Spano. Si completa il percorso con la moderna architettura della chiesa di Cristo Re, accanto a un esempio di archeologia industriale, la storica “Cacciara” in fase di recupero, una delle tante testimonianze di un passato florido, legato alla produzione e al commercio del “Peco-rino Romano” (caratteristico della nostra economia agro-pastorale). Sull’altro lato, inglobato dalla Fondazione San Giovanni Battista, si possono ammirare i resti del Nuraghe “Don Micheli”. Fuori dall’abitato si potranno ammirare le chiese di San Sebastiano, Sant’Antonio di Salvennero e la bel-lissima chiesa romanica di San Michele.Abbiamo voluto promuovere e partecipare a questa iniziativa perché i ploaghesi possano cono-scere meglio la loro “patria”, e a chi non è di Ploaghe, perché senta il desiderio di visitarci. Ma vuole essere anche un impegno: Ploaghe ha un patrimonio prezioso da custodire, valorizzare, far conoscere. Il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole cittadine ha questo significato: loro sono i veri custodi di questo tesoro.

Benvenuti !

COMUNE DI PLOAGHE

Il Sindaco Francesco Baule

L’Assessore alla Cultura Gian Filippo Sechi

Comune di Ploaghe;

Istituto Comprensivo di Ploaghe

Le associazioni locali

Si ringraziano Rosa Anna Cadau, per i testi resi gentilmente disponibili dal sito http://domusmaiore.altervista.org/, e Car-lo Delfino Editore per aver concesso l’uso delle foto di Gian Luigi Anedda tratte dal libro Ploaghe di Gerolamo Zazzu.

Partecipano alla manifestazione

Gusta la CittàOperatori economici che garantiscono l’apertura del proprio esercizio commercia-le in occasione della manifestazione. Gusta la città con loro!

DOVE MANGIARE

Pizza PartyVia Monte Grappa 16Pasticceria del corso SolinasCorso Giovanni Spano 243Pizzeria AladinoCorso Giovanni Spano 169Pasticceria Caffetteria BauleVia Pietro Salis 77Regina RistopubCorso Giovanni Spano 82GelateriaCorso Giovanni Spano 87Pizzeria Fanatic PubCorso Giovanni Spano 36Pizzeria Pizza CocktailCorso Giovanni Spano 39M.A.E.M. bar e ristorantePiazza San Pietro 7Ristopizzeria Ale e FranzVia Galileo Galilei 23Pasticceria da AntonelloVia Domaiore 38Ristorante Pizzeria Su coloruLocalità ColoruRistorante Saccargialoc. Saccargia snc – Codrongianos

BED AND BREAKFAST

Bellavista bed and breakfastVia Zaccaria Fonte 2B&B Sa ChessaVia Padre Nicolo 36B&B l’arcobalenovia Amsicora 56B&B La SterliziaCorso Giovanni Spano 243/bB&B La rosa dei venti di MimmaVia XXV Aprile 7B&B La Valle Del Solelocalità Buredda snc B&B su Monte de Santu Matteuvia Siotto 45

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NIELE PA

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25/26 APRILENuoro

2/3 MAGGIOCarbonia GonnosfanadigaGuspiniPloagheSadaliSan Gavino MonrealeSanluriSanta GiustaSardaraVillamassargia

9/10 MAGGIOCagliariOristanoSassari Settimo San Pietro

16/17 MAGGIOAlgheroCalasettaCapoterraIglesiasMarrubiuPadria PortoscusoPorto Torres Sant’AntiocoSennoriSerramanna SiddiTortolì Arbatax UrasVillacidro Villanovafranca

23/24 MAGGIOBittiBosaDolianovaMonserrato OlbiaPulaQuartu Sant’ElenaQuartucciuSan Giovanni Suergiu Soleminis Telti Teulada

30/31 MAGGIOBuggerru CarloforteCuglieri FluminimaggioreGonnesa Ozieri Selargius Serdiana

2015coordinamento

della rete

monumenti aperti

www.monumentiaperti.com

coordinamento della rete

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monumentiaperti

Informazioni utili

I monumenti saranno visitabili gratuitamente, il pomeriggio di sabato dalle ore 15.30 alle ore 19.30 e la domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30.Per la visita ai siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese verranno sospese durante le funzioni religiose. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolu-mità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti. In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.

Ploaghe

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grafica: Daniele Pani foto: archivio comunale stampa: Arti Grafiche Pisano, Cagliari

Il nostro Comune ospita per la prima volta la manifestazione Monumenti Aperti, straordinaria oc-casione per promuovere e valorizzare il nostro patrimonio architettonico e artistico, con il coinvol-gimento di tutta la comunità e in particolare dei ragazzi delle scuole cittadine, che saranno i veri protagonisti dell’iniziativa.La figura di Giovanni Spano, il più grande intellettuale sardo dell’800, vale da sola un viaggio: fon-datore dell’archeologia sarda, fece conoscere al mondo la civiltà nuragica; assertore della Nazione Sarda, scrisse il primo vocabolario sardo; lasciò in eredità alla sua “patria” una grande collezione di pittura rinascimentale conosciuta come “Collezione Spano”.Conosceremo la nostra storia, accompagnati dai ragazzi delle scuole, attraverso un percorso che partirà da piazza San Pietro con la visita al complesso monumentale delle tre chiese (Parrocchia di San Pietro, S. Rosario, S. Croce), la Pinacoteca con la collezione Spano, il Cimitero monumentale con le lapidi in sardo, la Casa Rettorale edificata sull’antico episcopio e il Palazzo Comunale sorto sull’an-tico Monte Granatico. La successiva tappa, dopo una breve sosta presso l’antica “Funtana Manna“, ci porterà a visitare l’antico Convento dei Cappuccini del 1600, recentemente restaurato.Un’ulteriore tappa prevede la visita delle varie chiese presenti nel centro abitato: partendo dalla chiesetta di S. Matteo, adagiata sull’omonima collina del vulcano spento che sovrasta il paese; si prosegue con S. Timoteo e poi la chiesa di Valverde nell’omonima piazza attigua alla Casa natale di Giovanni Spano. Si completa il percorso con la moderna architettura della chiesa di Cristo Re, accanto a un esempio di archeologia industriale, la storica “Cacciara” in fase di recupero, una delle tante testimonianze di un passato florido, legato alla produzione e al commercio del “Peco-rino Romano” (caratteristico della nostra economia agro-pastorale). Sull’altro lato, inglobato dalla Fondazione San Giovanni Battista, si possono ammirare i resti del Nuraghe “Don Micheli”. Fuori dall’abitato si potranno ammirare le chiese di San Sebastiano, Sant’Antonio di Salvennero e la bel-lissima chiesa romanica di San Michele.Abbiamo voluto promuovere e partecipare a questa iniziativa perché i ploaghesi possano cono-scere meglio la loro “patria”, e a chi non è di Ploaghe, perché senta il desiderio di visitarci. Ma vuole essere anche un impegno: Ploaghe ha un patrimonio prezioso da custodire, valorizzare, far conoscere. Il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole cittadine ha questo significato: loro sono i veri custodi di questo tesoro.

Benvenuti !

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Partecipano alla manifestazione

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Pizza PartyVia Monte Grappa 16Pasticceria del corso SolinasCorso Giovanni Spano 243Pizzeria AladinoCorso Giovanni Spano 169Pasticceria Caffetteria BauleVia Pietro Salis 77Regina RistopubCorso Giovanni Spano 82GelateriaCorso Giovanni Spano 87Pizzeria Fanatic PubCorso Giovanni Spano 36Pizzeria Pizza CocktailCorso Giovanni Spano 39M.A.E.M. bar e ristorantePiazza San Pietro 7Ristopizzeria Ale e FranzVia Galileo Galilei 23Pasticceria da AntonelloVia Domaiore 38Ristorante Pizzeria Su coloruLocalità ColoruRistorante Saccargialoc. Saccargia snc – Codrongianos

BED AND BREAKFAST

Bellavista bed and breakfastVia Zaccaria Fonte 2B&B Sa ChessaVia Padre Nicolo 36B&B l’arcobalenovia Amsicora 56B&B La SterliziaCorso Giovanni Spano 243/bB&B La rosa dei venti di MimmaVia XXV Aprile 7B&B La Valle Del Solelocalità Buredda snc B&B su Monte de Santu Matteuvia Siotto 45

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9/10 MAGGIOCagliariOristanoSassari Settimo San Pietro

16/17 MAGGIOAlgheroCalasettaCapoterraIglesiasMarrubiuPadria PortoscusoPorto Torres Sant’AntiocoSennoriSerramanna SiddiTortolì Arbatax UrasVillacidro Villanovafranca

23/24 MAGGIOBittiBosaDolianovaMonserrato OlbiaPulaQuartu Sant’ElenaQuartucciuSan Giovanni Suergiu Soleminis Telti Teulada

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I monumenti saranno visitabili gratuitamente, il pomeriggio di sabato dalle ore 15.30 alle ore 19.30 e la domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30.Per la visita ai siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese verranno sospese durante le funzioni religiose. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolu-mità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti. In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.

Ploaghe

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ne. I lavori dovevano compiersi entro un mese dalla data di ordinanza, ecco perché si suppone che nel mese di gennaio del 1903 la chiesa doveva essere già demolita. La struttura, come si presenta attualmen-te, venne ricostruita soltanto negli anni trenta del Novecento grazie ai contributi del signor Baingio Camboni.

Chiesa Cristo ReFu costruita sull’area donata dalla famiglia Pirastru-Camboni. La prima pietra fu collo-cata nel 1962 alla presenza del Cardinale Ottaviani, Prefetto della S. Congregazione del Santo Uffizio.La nuova parrocchia, smembrata da quel-la di San Pietro, fu istituita il 18 settembre 1957 e affidata all’ordine dei Servi di Maria da mons. Arcangelo Mazzotti. La chiesa fu invece solennemente consacrata da mons. Paolo Carta il 20 novembre 1976.

Nuraghe Don MicheliIl nuraghe De Planu o Don Micheli, ha diametro di m. 12,50 e la larghezza mu-raria di quattro metri. L’ingresso alla torre è orientato a sud-ovest. Presenta un archi-trave spaccato verticalmente.Alla cella circolare, avente un diametro di m. 3,80, vi si accede attraverso un corrido-io lungo m 4,50, ostruito per due metri.Anche questo nuraghe fu studiato e sca-vato dallo Spano. Nel 1874, l’archeologo, vi effettuò uno scavo stratigrafico. A due metri di profondità emersero frammenti di vasi con manici di forme diverse, e una matrice scavata al centro; ad un metro di profondità si trovarono frammenti di sto-viglie, ossa umane ed una tomba ad inci-nerazione.Negli anni ‘60 emersero frammenti di ce-

Chiesa di San Pietro apostoloÈ stata cattedrale della diocesi medioeva-le dal 1090 all’8 dicembre 1503, quando Papa Giulio II la unì all’Archidiocesi di Tor-res. L’impianto, risalente al XV secolo, era a due navate alle quali il rettore Giomma-ria Solinas fece aggiungere una navata la-terale simmetrica alla prima.Solo la navata laterale sinistra ha conser-vato i suoi primitivi archi a sesto acuto. In pieno periodo Sabaudo, nel 1741, il retto-re Raimondo de Quesada apportò ulteriori modifiche: fece ingrandire il vano prolun-gandolo dalla quarta colonna. Nel 1871 furono rinforzati i pilastri e, nel 1920, il pavimento in ardesia e marmo fu sostitui-to da uno in marmo.Il campanile ottagonale, danneggiato da un fulmine il 19 ottobre 1859, ospita al suo interno tre campane.Nella memoria del paese il funzionamento di su rolozu ‘e cheja è legato alla persona di Giuanninu su mudu che per tanti anni ne ha curato la manutenzione. Questo im-portante servizio, dovuto alla contribuzio-ne della chiesa e di privati, per opera di un artigiano di Osilo, fu attivato nel 1873.Oratorio del RosarioL’oratorio è sede delle opere della Quadre-ria Spano, dipinti raccolti dallo studioso in seguito alle sue innumerevoli escur-sioni nelle chiese, nei conventi di tutta la Sardegna, da lui donati alla chiesa di San Pietro nel 1873. Le opere vanno inserite nell’iniziativa volta alla tutela del patrimo-nio artistico della terra sarda, tanto cara allo Spano. Tra le opere di maggior pregio spiccano quelle del Maestro di Ozieri, di Giacomo Altomonte e Baccio Gorini.

Palazzo RettoraleSi trova sul lato sinistro di piazza San Pie-tro, vicino all’Oratorio di Santa Croce e di fronte al Palazzo comunale. Come si legge sull’architrave dell’ingresso, fu costruito nel 1750 durante il rettorato di Raimondo De Quesada.L’orto racchiude le fondamenta del distrut-to nuraghe”sa Surzaga” uno dei tre nura-ghi che all’origine delimitavano l’abitato di Ploaghe; gli altri due erano il nuraghe Attentu e il nuraghe di Don Michele.

Oratorio di Santa CroceCostruito prima del 1587, sorge sul lato sinistro della chiesa di San Pietro con cui comunica tramite una porta interna e si affaccia verso la Casa Comunale. La strut-tura, originariamente intitolata a Santa Lucia, passò in mano alla Confraternita di Santa Croce. È noto che le confraternite, con il proposito di vivificare la spiritualità degli abitanti, innalzarono oratori, oppure riadattarono strutture destinate in prece-denza ad altre funzioni religiose. L’edificio ha pianta a croce latina, ad un’unica nava-ta e coperta da volta a botte. Nel 1707 il priore dell’arciconfraternita, il nobile Don Agostino Carta fece restaurare l’oratorio e lo dotò di volta. Un ulteriore restauro fu effettuato nel 1871 dal rettore Delrio che fece riattare il pavimento. Attualmente l’edificio è adibito a sala parrocchiale.

Cimitero anticoDa Giovanni Spano apprendiamo che il camposanto di Ploaghe, benedetto nel 1797, fu il primo nell’isola ad essere co-struito separato dal corpo della chiesa. Il Camposanto vecchio si trova nella zona chiamata Cortile de Cheia, delimitato dall’oratorio del Rosario e dalla chiesa di San Pietro. La struttura architettonica è quella di una chiesa dalla navata scoper-chiata, fiancheggiata da sei cappelloni coperti a volta, tre per lato, e chiusa fron-talmente dalla cappella del Crocifisso. Nel 1855, in seguito all’epidemia di colera, il sindaco propose l’ampliamento del cam-posanto, ma si preferì costruirne uno ex novo. Il camposanto vecchio, restaurato nel 1982 dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, ha conservato intatte 29 lapidi scritte in sardo logudorese latineggiante e nove in lingua italiana.

Ex ConventoL’edificazione del Convento, annesso alla chiesa di S. Antonio da Padova, è da collo-care tra il 1652 ed il 1659 ed è da inserirsi in quel processo di rinnovamento ecclesia-stico che aveva investito la Sardegna dopo il Concilio di Trento. Le comunità dei frati Cappuccini dovevano stabilirsi all’interno o in prossimità dei centri abitati e occupar-si della vita spirituale dei fedeli, della gente comune, ma anche della nobiltà, e vivere di elemosine e donazioni. Il Convento, soppresso nel 1866 in seguito all’attuazione delle leggi repressive ema-nate dallo Stato Sardo nei confronti degli ordini religiosi, fu incamerato dal Demanio che poi lo cedette in parte al Comune, e in parte alla Provincia per Caserma dei Regi Carabinieri.In tempi a noi vicini, a fine anni ottanta, il restauro del corridoio d’ingresso ha por-tato alla scoperta di un parlatorio e di tre sedili in pietra, di un acquaio in pietra e di un pozzo ubicato al centro del cortile, consentendoci di immaginare la vita quo-tidiana dei Cappuccini nel ‘600.

San Matteo Fu costruita prima del 1649, come risulta dai registri di amministrazione della par-rocchia ed è situata a brevissima distanza dalle pendici del piccolo colle vulcanico di cui porta il nome, il monte San Matteo. L’edificio è di modeste dimensioni, ha un’unica navata e dotata di altare mag-giore.Dai documenti emerge che nel 1688 la chiesa versa in gravi condizioni e che nel 1706 il monsignor Giuseppe Siccardo du-rante la sua visita pastorale ne ordinò il restauro. Nel 1884 l’arcivescovo monsignor Ma-rongiu trovò la chiesa in ottimo stato e convenientemente pulita. La piccola chie-sa di San Matteo, ormai ridotta a rudere, conserva la vecchia campana che fu di Sant’Antimo e della Madonna di Valver-de. La statua di San Matteo invece si trova all’interno della Cappella delle Grazie nella chiesa di San Pietro.Sulla pietra del piccolo campanile a vela è

scolpita una data: 1916, in ricordo del suo restauro.

San Timoteo Fu eretta nel XVII secolo, sulle rovine di una precedente omonima chiesa. Si han-no attestazioni a partire dal 1643, quando Vincenzo Riqueri, rettore di Ploaghe, versò una cospicua somma di denaro per il tra-sporto di un centinaio di carri di sabbia per il rifacimento dei muri della chiesa. La struttura architettonica è ad una sola navata, di piccole dimensioni ed è priva di sacristia. Il campanile è modesto e a vela. All’interno è presente un altare in legno dorato e intarsiato.La chiesa, più volte interdetta al culto, fu adibita ad usi diversi: dal 1823 e per cir-ca quaranta anni, divenne una delle sedi della scuola Normale, nel 1904 sede della società dei quadrupedi e del veterinario comunale.Nel 1930, con donazione dei coniugi cava-lier Giovanni Maria Pulina e Chiara Spanu, fu possibile restaurare la facciata come ri-sulta dall’iscrizione su una lastra di marmo che sormonta il portone. Attualmente la chiesa è adibita a sala parrocchiale.

Chiesa di ValverdeProbabilmente era già in rovina alla fine del XVIII secolo, come risulta da una rela-zione del Vicario Devilla nel 1824.Nel 1836 l’edificio fu ristrutturato e dedi-cato alla Madonna di Valverde con il con-tributo della maestra di catechismo Mad-dalena Lei e dal rettore Salvatore Cossu.Nel trentennio seguente, la chiesa venne adibita a scuola femminile. Ma le successi-ve condizioni strutturali spinsero il sindaco Dr. Toma Satta ad ordinarne la demolizio-

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ramiche lisce e decorate, un pugnaletto di bronzo, alcuni frammenti di treppiede da fornello, alcuni tegami decorati a pet-tine, e ciotoline, riferibili ad un periodo compreso tra il XV e il IX secolo.

San Michele di SalveneroNella prima metà del XII secolo, durante il regno di Costantino I, si insediarono nel Logudoro i Vallombrosani. La chiesa fu edificata, presumibilmente, dal giudi-ce Mariano I tra il 1065 e il 1082, ma non sappiamo quando passò ai Vallom-brosani. La chiesa è costruita con pietre calcaree e vulcaniche bianche e nere. Ha pianta a croce commissa con transetto aperto in tre absidi semi-circolari, orga-nismo simile a quello della chiesa di Sac-cargia. L’aula ha copertura in capriate di legno. Nel corso del XIII secolo, in età roma-nica, fu ampiamente rimaneggiata: re-staurata nei frontoni, nel prospetto, nel-le archeggiature, fu ricostruito il portale dell’alta facciata decorata da archeggia-ture cieche e slanciata da lesene. Le ma-estranze sono da attribuire a quelle della tradizione precedente a Buscheto, che a Pisa avevano dato vita al S. Piero a Grado e alla Santa Cristina, e nel giudicato di Torres avevano operato nella ricostruzio-ne delle chiese di Santa Maria di Tergu e di San Pietro di Bulzi. La chiesa subì un ulteriore restauro nel 1912.

San SebastianoL’edificio è situato ad ovest di Ploaghe, vicino alla fonte di Riuttu o Rivuttu, ed è raggiungibile mediante una strada a fon-do naturale che, passando a fianco della

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Ploaghe www.monumentiaperti.com

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Ferrovia dello Stato, sfocia nella vecchia strada che collegava Ploaghe con Sassari e che, percorrendo il tavolato di Coloru (strettoia), lungo almeno otto chilometri, arrivava sino a Campo Mela nella strada Reale.La chiesa di San Sebastiano fu costru-ita dopo la peste del 1527 a quaranta passi dai ruderi della chiesa di S. Maria de Ostana, parrocchiale del villaggio di Augustana. Nel tempo ha subito vari rimaneggiamenti. È di modeste dimen-sioni, ha un’unica navata a volta ed una sacristia. Nella parte destra si conservano ancora i ruderi di due casupole. http://domusmaiore.altervista.org/

Sant’Antonio di SalvennorNegli atti della visita pastorale di mons. Alepus del 1553, si dichiara che la chiesa medievale era la parrocchiale del villag-gio di Salvennor.Riedificata presumibilmente nel XIII seco-lo dai monaci di Vallombrosa, che si av-valsero delle stesse maestranze del San Michele. Ha un’unica navata absidata con copertura in travi di legno. È dota-ta di una vasta sacristia ed è affiancata da ruderi di alcune abitazioni che cer-tamente nel medioevo dovevano essere destinate alle veglie dei numerosi pelle-grini. Le suddette casupole, secondo la testimonianza del rettore Cossu, doveva-no essere sei, e la loro costruzione, così come l’amministrazione dei beni della chiesa, era da attribuirsi al Sacerdote Gio. Maria Lisai, rettore di Ploaghe nei primi anni del settecento.Nel 1858, si annota che la chiesa era do-tata di un unico altare con statua lignea del santo, intagliata e policromata, rap-presentante un vecchio dalla lunga bar-ba bianca e con volto bruno che ispirava una vera venerazione.