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POPOLO GUARANÌ GRANDE POPOLO! Vita, Vita, Terra Terra e Futuro e Futuro Provincia di Vicenza AMICI DEGLI INDIOS P. BRUNO MARCON Centro Servizi Volontariato Provincia di Vicenza Comitato Gestione del Fondo Speciale per il Volontariato del Veneto Senza titolo-2 1 Senza titolo-2 1 29-11-2007 12:14:15 29-11-2007 12:14:15

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POPOLO GUARANÌGRANDE POPOLO!

Vita,Vita,TerraTerra

e Futuroe Futuro

Provinciadi Vicenza

AMICI DEGLI INDIOSP. BRUNO MARCON

Centro ServiziVolontariatoProvincia di Vicenza

Comitato Gestionedel Fondo Specialeper il Volontariato del Veneto

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Il quadro Abaporu” (Aba = Uomo; Poru = che mangia carne umana), di-pinto da Tarsilia Do Amaral, è l’opera d’arte brasiliana di maggior valore nel contesto internazionale

La parola Tekoha è usatadal popolo Guaranìper riferirsi alla terradella propria tradizione (pag. 8)

Pubblicazione curata dall’Associazione “Amici degli Indios P. Bru-no Marcon” e promossa nell’ambito del progetto “Che bello cono-scere”, con il contributo del Comitato di gestione del Fondo spe-ciale per il Volontariato del Veneto.

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he cosa avevano in comune il libro scritto nel 1857 da José de Alencar; l’opera composta dal musicista Carlo Gomes nel 1870; il movimento intellettuale che

infl uenzò tutta l’arte modernista nel 1920; l’opera d’arte brasiliana dipinta da Tarsilia Do Amaral che raggiunse il massimo valore nel mercato internazionale (un milione e mezzo di dollari); la composizione musicale per messa del cantante Milton Nascimento e del Vescovo Pedro Casal-dáliga; la squadra di calcio che vinse il campionato brasi-liano nel 1979; il fi lm di Rolland Joffe vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1986?

Il romanzo “Il Guarani”, l’opera musicale “Guarani”, il manifesto culturale “Antropofagico”, il dipinto “Abaporu”, la “Messa della terra Sem Males”, la squadra “Guarani cal-cio” di Campinas e il fi lm “Mission”, erano tutti ispirati a un Grande Popolo che ha un legame vitale con la terra del continente sudamericano. Questo popolo che lotta per difendere la propria terra da tempo immemorabile è il Po-polo Guaraní.

Programmi radio-televisivi, bibite, supermercati, hotel, latte, caffè, ristoranti, marche di zucchero, prodotti per la pulizia... vi è una quantità di prodotti commerciali che usano il nome del popolo Guarani o utilizzano parole della lingua Guarani. In moltissimi posti è possibile incontrare nomi che fanno riferimento a questo popolo: fi umi, laghi, città, quartieri, vie, spiagge, fi umi, montagne, animali...

Tuttavia, benché tanto presente nel nostro quotidia-no, il popolo Guaraní è praticamente invisibile per tutti, in special modo agli occhi di quanti vogliono cancellarlo dalla nostra storia.

Nel corso dei secoli, la società brasiliana non è mai stata capace di ascoltare la voce sacra dei sacerdoti del popolo Guarani, neppure quando questa voce era un grido di aiu-to contro il genocidio che subivano. Nel corso dei secoli la società brasiliana ha ignorato il sorriso solare delle donne e dei bambini Guarani. Forse per vergogna e per colpa, nel corso dei secoli, la società brasiliana ha cancellato dalla memoria le belle pagine di resistenza scritte dai valorosi guerrieri del popolo Guaraní.

Le poche notizie che si apprendono dal telegiornale ri-guardano le cose per cui questo popolo soffre: le sue terre, che sono praticamente tutte invase; i suoi bambini, che muoiono per carenza di cibo; l’alto tasso di assassini di cui sono vittime, ad opera dei loro nemici; lo Stato, che disattende del tutto i diritti di base per la sua sopravviven-za, benché tali diritti siano riconosciuti nella Costituzione federale e negli Accordi internazionali.

Dichiarazionede Yvy Poty in difesadella Vita, della Terrae del Futuro Guaranì

POPOLO GUARANÌ - GRANDE POPOLO! 1

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All’inizio del XVI secolo, quando i primi esploratori spagnoli attraversarono l’Ocea-

no Atlantico ed entrarono in Sudamerica at-traverso il Rio della Prata, seguendo il corso del fi ume Paraguai e arrivando sino alla foce dei fi umi Paranà e Uruguai, ebbero la sorpresa di incontrare sulle sponde terre estremamen-te fertili e una grande abbondanza di prodotti agricoli.

Queste terre erano coltivate già da migliaia di anni da un popolo guerriero che si auto-defi niva Avá (che signifi ca Uomo).

Nei secoli successivi di contatto con gli occidentali, i nomi dati dai suoi nemici furo-no tantissimi: Cários, Chandules, Chandris e Landules; infi ne questo popolo è stato rico-

nosciuto come il Popolo Guarani. Un Grande Popolo.

Arrivando da un lungo cammino, a partire dalla regione amazzonica, il popolo Guarani si stabilì in diverse regioni del Sudamerica, loca-lizzandosi specialmente in Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguai e Uruguai.

Gli scavi archeologici hanno mostrato come questa migrazione ebbe inizio molti secoli pri-ma della creazione degli Stati Nazionali, nel corso del I e del II sec. d.C.

Alcuni storici calcolano che, all’inizio del-l’invasione europea nel continente sudame-ricano, nel 1492, la popolazione Guarani era formata da circa un milione e mezzo – due milioni di persone.

Nel corso degli ultimi 500 anni, il Popolo Guarani ha creato e ricreato le sue strategie di resistenza, ora combattendo contro le forze militari, come gli eserciti imperiali di Spagna

POPOLO GUARANÌ, UN GRANDE POPOLO

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Wilson ChangarayPresidente dell’Assemblea del Popolo Guarani di Bolivia,

al Presidente Evo Morales, marzo 2006, primo lider indigeno a ricoprire la carica massima nel suo Paese.

POPOLO GUARANÌ - GRANDE POPOLO! 3

e Portogallo, ora alleandosi con la società dei “civilizzati”, ora semplicemente andando ver-so altre direzioni.

Contro tutte le forme di dominazione (eser-citate attraverso l’educazione, il potere milita-re, l’economia, la religione), il popolo Guaraní è stato capace di mantenere il proprio spirito libero, e di usare come scudo protettivo la tra-smissione della lingua e della cultura attra-verso le varie generazioni, e ha la sua princi-pale arma di autoconservazione nella fi losofi a della Ricerca della Terra Senza Mali.

“Questa terra libera, indipendentee sovrana deve basarsi sui principi

fondamentali indigeni. Principiche vanno oltre gli interessi

personali e trascendonoe abbracciano le sfere del sociale,

dell’economico, del culturale,del politico. Questi principi sonol’essenza fondamentale dell’essere

Guarani, come la ricerca incessantedella Terra Senza Mali e della Libertà.

Ma, chi mi risponde?...Nessun Dio mi risponde quando

voglio essere libero...!!!La nostra essenza è quelladi essere senza padrone.“Il nostro Dio è la Natura

e non la Legge”. Sono principi che impregnano

l’essere sociale, come Mboroaiu,Mborerekua, Yoparareko,

cioè l’amore, la stima, la tenerezza,la solidarietà, che si esprimonoin sentimento verso il prossimo,

e che permettono di superaree di evitare di essere meschini

e individualisti”.

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CIRCA

225.000GUARANI NELCONTINENTE

Paraguai - POPOLAZIONE: 53.500GRUPPI: Pãi-Tavyterã; Avá Katú, Mbya, Aché,Guarani occidentali, Nhandéva Fonte: Censimento Nazionale della Popolazionee dei Viventi in Paraguay, dati dell’anno 2002

Argentina – POPOLAZIONE: 42.073GRUPPI: Mbya e Ava GuaraniFonte: Istituto Nazionale di Statistica e Censimentoin Argentina

Uruguai - I Guarani abitano il loro tekoha, anche senza averne il riconoscimento da parte dello Stato.

Bolivia – POPOLAZIONE: 80.000GRUPPO: ChiriguanoFonte: stima fatta dall’Assemblea del Popolo Guarani (APG), organismo che rappresenta direttamente più di 300 comu-nità Guarani in Bolivia.

Brasile - POPOLAZIONE: 50.000GRUPPI: Pãi-Tavyterã; Mbya; Nhandéva o Chiripá.Fonte: Stima fatta dal Consiglio Indigenista Missionario a partire dai dati forniti dalla FuNaSa (Fondazione Nazionale della Salute)

4 POPOLO GUARANÌ - GRANDE POPOLO!

Chirugnano,GuaraniOcidentais

Mbya, Aché,Avá Katú

Nhandéva,Ava Guarani,Chiripá

Pãi-Tavyterã

Mappa

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All’interno del popolo Guarani esistono vari gruppi che parlano la stessa lingua, hanno

una cultura molto simile, ma che si danno un nome differente a seconda della regione o della famiglia di appartenenza. Tra questi nomi tro-viamo i i Pãi-Tavyterã o Kaiowá, gli Mbya, gli Aché o Guayaki, gli Chiriguano, gli Avá Katú, Avá Guarani o Nhandéva o Chiripá e i Guarani Occidentali del Chaco paraguaiano.

Nonostante l’invasione1, i Guarani sono riu-sciti a resistere nei loro territori, non solo nei piccoli villaggi ma anche nelle periferie delle grandi metropoli del Mercosul, come São Paolo e Porto Alegre, dove la loro economia di scam-bio si contrappone al modo di vita individualista delle grandi città.

Non vi è una stima assoluta capace di sta-bilire il numero esatto della popolazione Gua-raní nel Sudamerica. Tuttavia, partendo da dati uffi ciali e informazioni raccolte dalle principali organizzazioni indigene e indigeniste dei vari Paesi, è possibile stimare che il popolo Guaraní conti circa 225 mila persone, rappresentando una delle maggiori popolazioni indigene del Su-dAmerica.

Il Paese che conta il numero maggiore di

1) Loro dicono “invasione”. Noi diciamo “scoperta” del-l’America! [Nota della Traduttrice]

indios Guarani è la Bolivia. Secondo i dati del-l’Assemblea del Popolo Guarani in Bolivia (orga-nismo che rappresenta 23 capitaníe e quindi più di trecento comunità Guarani che vivono in quel Paese), la popolazione indigena sarebbe di circa 80 mila persone che vivono nella parte a sud-est della regione, in Santa Cruz e in parte del Chaco.

La Bolivia è l’unico posto in cui si incontra il sotto gruppo Guarani conosciuto come Chi-riguano.

Il secondo paese con il maggior numero di indios Guarani è il Paraguai. Secondo stime uffi ciali, la popolazione indigena è di 53.500 abitanti, e vive principalmente a est del Paese, nella regione vicina ai confi ni con il Brasile e l’Argentina.

Al terzo posto per numero di indios Guarani troviamo il Brasile, con circa 50.000. Al quarto, con 42 mila, l’Argentina con una maggiore con-centrazione nella parte nord del Paese.

In Brasile, secondo i dati della Fondazione Nazionale per la Salute (FuNaSa) e del Consiglio Indigenista Missionario, la stima è di circa 50 mila persone di cui 40 mila (ossia l’80%) vivono nello stato del Mato Grosso del Sud, mentre il restante 20% nei territori tradizionali localizzati negli stati del Rio Grande del Sud, Santa Cata-rina, Paranà, São Paolo, Rio de Janeiro e in una riserva nello stato del Pará.

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6 POPOLO GUARANÌ - GRANDE POPOLO!

Sono riconosciuti

agli indios

la propria organizzazione

sociale, i costumi, la lingua,

le credenze, le tradizioni,

e i diritti originari

sulle Terre che

tradizionalmente occupano.

Spetta all’Unione

demarcarle, proteggere

e fare rispettare

tutti i loro beni.

Articolo 231della Costituzione Federale

La parola Tekoha indica il modo in cui il popolo Guarani si ri-ferisce alla terra della propria tradizione. Tuttavia, più che un

semplice spazio occupato da un gruppo e dal quale trae la propria sopravvivenza, è in questa terra che si produce tutta la cultura Guarani.

Secondo i dizionari più accreditati, la parola Teko signifi ca: modo di essere, sistema, legge, cultura, norma, comportamento, habitus, costume. Infatti è nel Tekoha che i Guarani realizzano il loro modo di essere.

Un Tekoha è formato da una famiglia estesa, che è un’entità socio-politica, economica e territoriale autonoma, è la struttura di base della società guarani. Ogni individuo è parte di una fami-glia estesa e si identifi ca con essa.

La familia estesa è un gruppo di persone in relazione fra loro per legami di parentela che includono: nonno, nonna, padre, madre, zio, zia, marito, moglie, cognato cognata, fi glio fi glia, nipoti.

TERRA, ORGANIZZAZIONE SOCIALE E PO

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Il concetto di proprietà per i Guarani è molto diverso da come lo intendiamo nella nostra società. Il popolo

Guarani non si considera padrone della terra, e nep-pure di quanto vive in essa. Egli considera di avere ri-cevuto da Dio il diritto all’uso della terra, uso che deve essere fatto in maniera rispettosa, equilibrata e limita-ta, controllati in questo dagli Dei e dagli altri Guarani.

Non considerando se stessi padroni della terra, i Guarani rispettano tra di loro i confi ni territoriali di ogni famiglia all’interno di ciascun Tekoha, pertanto non invadono le terre né usano a proprio vantaggio i beni altrui senza i dovuti permessi.

Nell’economia guaraní il principio di solidarietà ver-so il prossimo non si manifesta in modo collettivo, in cui tutti lavorano insieme e tutti sono padroni di tutto. Esiste, invece, l’obbligo morale di aiutare, sempre che l’altro lo richieda, di ricevere aiuto quando si ha bi-sogno, e partecipare con allegria al lavoro di un altro Guarani sempre che l’altro ne abbia bisogno. Questo aiuto reciproco viene chiamato Jepói.

La generosità è una delle virtù più importanti nella società guarani, e una persona egoista che accumuli bene e che non divida con gli altri ciò che produce, è criticata e tenuta in disparte.

ECONOMIADI SCAMBIO

POLITICA GUARANI

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La sanguinosa colonizzazione, oltre a de-cimare la popolazione, ha fatto anche

disperdere le comunità e ridotto in maniera drastica le dimensioni del suo territorio. Per-tanto il popolo Guaraní si trova lontano dal suo Tekoha, confi nato in piccole porzioni di territorio o, nel peggiore dei casi, ridotto sen-za terra.

Avendo le proprie terre invase, il popolo Guaraní di tutto il Continente sudamericano vede proprietari terrieri e multinazionali arric-chirsi grazie allo sfruttamento delle ricchez-ze naturali delle sue terre, che permettono di fare raccolte miliardarie di soia, canna da zucchero e cellulosa, estraendo minerali e pri-

vatizzando la natura a vantaggio del turismo. Tutto questo determina una condizione di vita che gli organismi internazionali defi niscono senza mezzi termini “genocidio”.

Oltre a essere il gruppo indigeno più nu-meroso in Brasile, è anche uno di quei popoli che non vede riconosciuti i propri diritti dallo Stato, soprattutto il diritto alla terra, avendo in media meno di mezzo ettaro per ciascun indio. In tutto il Brasile, ancora non sono sta-te riconosciute il 95% delle terre tradizionali Guaraní.

Senza terra da coltivare e da cui trarre gli alimenti per la propria sopravvivenza, negli anni dal 2003 al 2005, il popolo Guaraní ha visto 183 bambini con meno di cinque anni di vita morire per denutrizione, il numero mag-giore tra i popoli indigeni in Brasile.

Vivendo in baracche improvvisate ai bor-di delle strade o confi nati in piccole porzioni di terra, sono facilmente vittime di episodi di

UNA DIFFICILEREALTÀ

“Ci invadono le nostre terre, ci prendonole nostre terre, il territorio sul quale

viviamo è sempre più ridotto, e non ci sono piùper noi le condizioni per sopravvivere. Vogliamo dire

alla Vostra Santità la nostra miseria, la nostratristezza per la morte dei nostri lider assassinat

a bruciapelo da coloro che si prendono la nostraterra, quella che per noi rappresentsa la nostra stessa

vita e la nostra sopravvivenza in questo grandeBrasile, che si dice paese cristiano.

Santo Padre, noi riponiamo grandisperanze nella sua visita nel nostro Paese. Porti la

nostra voce, il nostro grido in terre che non sono le nostre, perché la gente ci ascolti, affi nché persone più umane lottino per noi, perché il nostro popolo, la no-

stra nazione indigena sta sparendo dal Brasile”.

Discorso tenuto da Marçal Tupã-i a Giovanni Paolo II, nel 1980 a Manaus. Principale lider Guarani nella lotta per la terra, Marçal fu assassinato tre anni dopo nella regione Marangatu, nel Mato Grosso del Sud, da pistoleros de una fazenda. A tutt’oggi nessuno è stato punito per il crimine, e neppure il territorio Marangatu per il quale lottava è stato riconosciuto del tutto dallo stato bra-siliano.

8 POPOLO GUARANÌ - GRANDE POPOLO!

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Page 11: POPOLO GUARANÌ - amicidegliindios.altervista.org Guarani.pdf · modo di essere, sistema, legge, cultura, norma, comportamento, habitus, costume. Infatti è nel Tekoha che i Guarani

violenza di tutti i tipi. I casi su cui è maggior-mente puntata l’attenzione sono gli assassini e i suicidi nel Mato Grosso del Sud. Il Con-siglio Indigenista Missionario ha rilevato ben 68 casi di suicidio dal 2003 al 2005: secondo studi antropologici, questi suicidi sono legati all’assenza della terra e ad una incerta pro-spettiva di vita dei più giovani. Sempre negli stessi anni, tra i Guaraní, sono stati registrati 60 casi di assassinio.

Nella maggior parte dei casi, si tratta di as-sassinio di leader comunitari commissionato dai proprietari terrieri, oppure le morti sono dovute a confl itti tra gli stessi Guaraní per dispute sul governo del gruppo o su picco-le porzioni di terra. Questi confl itti sono ali-mentati da interessi economici di gruppi di invasori che occupano le terre tradizionali dei Guaraní.

I professori Guarani rivestono un ruolo importantissimo nell’attuale lotta del popolo,

sono loro che aiutano a leggere il mondo che cambia e, per mezzo dell’educazione intercul-turale, formano nuovi capi che conoscono la propria storia, la cultura e i diritti garantiti dalla Costituzione brasiliana.

I Guarani del Brasile si organizzano in ma-niera tradizionale nella lotta per i propri dirit-ti. La riappropriazione delle terre viene fatta con la partecipazione di tutta la comunità. Molte volte sono le donne che, essendo quelle che vivono più da vicino ogni giorno i proble-mi generati dalla mancanza di terra (come la denutrizione infantile) sono a capo della lotta per la terra. Ovunque li si incontri, i Guaraní lottano in maniera instancabile per difendere il loro territorio. I mezzi di comunicazione di massa offrono loro altri esempi di riappro-priazione delle terre, come nel caso di Morro dos Cavalos nello Stato di Santa Catarina, Nhanderu Marangatu nel Mato Grosso del Sud e Tupinikim/Guaraní in Espirito Santo.

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UNA ESPERIENZA STORICA

Nei 500 anni di resistenza alla colonizzazio-ne, l’esperienza più forte nella storia dei

Guarani è stata senza dubbio quella realizzata nelle Missioni dei Gesuiti. Chiamate da alcu-ni storici “Repubblica Comunista Cristiano-Guaraní”, le missioni sono state defi nite dal fi losofo francese Voltaire “un vero trionfo di Umanità”.

È stato all’inizio del XVII sec. che i Guarani smisero di attaccare isolatamente le spedizio-ni dei cosiddetti “bandieranti” che distrugge-vano i villaggi, uccidevano le donne e li face-vano prigionieri, e cominciarono a vivere in gruppi nelle missioni gesuite diventando così più forti e organizzandosi nel resistere agli at-tacchi dei loro nuovi nemici.

Le missioni gesuite in cui vivevano i Gua-rani si estendevano tra il sud del Brasile, Uru-guai, Argentina del nord, l’intero Paraguai e il sudest della Bolivia. Fatta eccezione per alcu-ne imposizioni religiose, nelle missioni, in cui la popolazione superava i 25 mila individui (il maggior numero di loro abitava a Buenos Ai-res e São Paolo), i Guarani vivevano secondo i propri usi e costumi e praticavano l’economia di scambio.

Nelle Missioni potevano servirsi di tecno-logie avanzate nel campo dell’architettura, dell’ingegneria, della metallurgia, della fab-bricazione di strumenti musicali e della stam-pa. Per avere un’idea basti sapere che i primi libri stampati nelle missioni risalgono al 1700 (i due primi furono “Martirologio Romano” e “Flos Sanctorum”) mentre in Brasile e Argenti-

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POPOLO GUARANÌ - GRANDE POPOLO! 11

I diritti dei popoli

Indigeni nei confronti delle

ricchezze naturali esistenti

nelle loro terre

dovranno essere

protetti in modo particolare.

Tali diritti comprendono

il diritto di questi popoli a

partecipare all’utilizzo,

all’amministrazione

e alla conservazione

delle ricchezze su citate

Articolo 15 della Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale

del Lavoro – OIT

na il primo libro fu stampato solo più di cento anni dopo (rispettivamente 1808 e 1810).

Nel 1993 le missioni furono dichiarate dal-l’Unesco “patrimonio dell’umanità”.

L’epopea dei Guarani, resa molto bene nel fi lm di Rolland Joffé, “The Mission” (1986), vide il suo declino nel 1756, quando la Mis-sione di San Gabriele fu distrutta dagli eserciti del Portogallo e della Spagna e il leader Gua-rani, Sepé Tiaraju fu ucciso.

Nel febbraio del 2006, circa 1500 capi in-digeni venuti da Uruguai, Brasile, Argentina e Paraguai, si sono riuniti dove un tempo era stata la Missione di San Gabriele e hanno ce-lebrato la memoria e la resistenza dei popoli della Missione e del loro leader Sepé Tiaruju.

Questo è stato il primo “Incontro Conti-nentale Guarani”, nel quale è stata presa la decisione di costituire una organizzazione che veda insieme tutti i popoli indigeni per il rispetto dei diritti, primo fra tutti il riconosci-mento delle terre Guarani da parte delle di-verse Nazioni.

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12 POPOLO GUARANÌ - GRANDE POPOLO!

Per chi osserva dall’esterno, sembra tutto uguale, una ripetizione senza fi ne delle stesse parole e

frasi. Cosa sta succedendo? Sono forse in uno stato di estasi? Nel sud del Brasile e nel Mato Grosso del Sud, i Guarani cantano e danzano per ore e ore e anche per giorni di seguito.

Cantare nella propria lingua dà ai Guarani la for-za spirituale e fi sica che aiuta a mantenere la co-municazione con le divinità. Se non si potesse can-tare e danzare, la vita dei Guarani su questa terra sarebbe a rischio. Perché, mentre gli dei suonano i loro strumenti musicali per far esistere la Terra, gli esseri umani devono accompagnarli nella musica. Il mondo è una sinfonia e tutti fanno parte della stessa orchestra

Il primo canto sacro fu intonato dalla dea Nande Jari (nostra antenata) per salvare la Terra dalla sua perdizione. Infatti il mito racconta che Nande Ramoi Jusu Papa (Nostro Grande Antenato Eterno) dopo aver creato la Terra, stava rischiando di distruggere la propria creatura per un malinteso con sua mo-glie. Era arrabbiato perché gli uomini avevano fra loro sentimenti di gelosia. Ma Nande Jari impedì che accadesse intonando il primo canto sacro cantato sulla terra, e usò come accompagnamento musicale il takuapu, uno strumento femminile di circa 1 m e 10 fatto di bambù, che viene battuto al suolo pro-ducendo un suono sordo che accompagna lo stru-mento maschile chiamato mbaraka, una specie di maracas in vimini, riempita di semi particolari.

Il popolo Guarani è molto religioso e pratica molte attività religiose. A seconda delle situazioni e delle circostanze (assenza o eccesso di pioggia, durante il raccolto, etc.), i rituali sono celebrati quo-tidianamente, quasi tutti quando giunge la notte. I capi religiosi ñanderu guidano questi rituali. Il ñan-deru comincia a cantare il “gran canto”, un testo che nessuno può interrompere. La comunità ripete ogni frase, accompagnata dal suono di takuapu e mbaraka.

CANTO E DANZA PER LA

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POPOLO GUARANÌ - GRANDE POPOLO! 13

La Terra senza Mali,questa è la terra migliore.

Essa è terra di oro e perfetta.Andiamoci in volo.Anche lì si danza.

Canto Guarani

Le parole e, soprattutto gli strumenti, hanno la funzione di chiamare gli dei. Que-sti rispondono inviando i loro messaggeri (tembiguáis kuéra) che assistono ai canti e alle danze e ritornano per informare che gli abitanti della Terra sono allegri. Quando du-rante un rituale scoppiano lampi e tuoni, è segno che i messaggeri sono presenti.

Il modo di cantare guaraní ha un signifi -cato specifi co. I suoni gravi sono vicini alla Terra, i suoni acuti sono lontani da lei. Le bambine devono cantare forte e con suo-ni acuti, tutte insieme, in coro, intonate fra loro. Questo rende contento il cuore.

Esiste un mito guarani nel quale è spie-gata la differenza tra indio e non-indio. L’eroe creatore dette all’indio uno mbaraka e scelse per i non-indios il kuatia jeharia (carta su cui scrivere). Con questa scelta il creatore spiegò la differenza esistente: il mondo musica dei suoni e il mondo della parola scritta.

LA VITA

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La lingua del popolo Guaraní è la lingua indigena più parlata in tutto il continente sudamericano.

Secondo i dati dl censimento 2002, in Paraguai il 60% della popolazione, vale a dire circa 3 milioni di persone, parla guarani. Questa lingua appartiene al tronco linguistico Tupí-Guaraní, da cui si ramifi ca-no altre 21 lingue.

Il primo dizionario della lingua guarani è stato scritto nel 1639 da padre Antonio Ruiz Montoya. Il dizionario fu pubblicato a Madrid, era composto da 814 pagine e conteneva circa 8100 parole. Non a caso alla pubblicazione tradotta in lingua castiglia-na fu dato il nome di “Tesoro della Lingua Guaraní”.

Ancora oggi è un grande mistero riuscire a capire come mai una lingua indigena, che non può servirsi di mezzi di comunicazione di massa, abbia potuto mantenersi così viva.

Il mai interrotto processo di trasmissione da generazione in generazione, per mezzo della tra-dizione orale, i segreti centenari dell’economia di scambio, del rispetto e dell’equilibrio con l’ambiente e della religiosità, sono stati l’arma principale della resistenza del popolo Guaraní.

L’attenzione per la parola, i suoi segreti, la va-lorizzazione della comunicazione orale all’interno della cultura guaraní sono dovute al fatto che que-sto popolo crede che la lingua parlata gli fu dona-ta da Dio, e pertanto la parola stessa è espressione sacra.

In questo modo i Guaraní, sin dai tempi dell’arri-vo degli Europei, trovano la propria forza nella lin-gua e nella cultura. E superano altresì il preconcetto della società sviluppata e le imposizioni operate da-gli Stati attraverso l’educazione scolare.

IL SEGRETODELLA PAROLAPARLATA

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La lingua guaraní è parlata da tutto il popolo.Il suo primo dizionario

fu scritto nel 1639 dal padre Antonio Ruiz Montoya (a lato

il fac-simile della copertina)

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Terra indigena Amambai, 17 marzo 2007

Noi, popolo Guaraní, sin dal tempo delle nostre radici più profonde, crediamo che la natura è vita, e che la terra è il terreno che i nostri piedi calpestano, con molta deter-minazione, con sicurezza e senza paura.

Per il nostro popolo non è possibile dimenticare che la terra è il supporto che regge tutta la natura, tutta la vita, perché dopo che Tupã fece la natura si rese conto che non vi era nessuno che potesse ammirare i fi umi, la foresta e le montagne.

Fu allora che Tupã pensò di creare il Guaraní, affi nché potesse ammirare tutto ciò che di bello aveva fatto.

Per questo, noi siamo il fi ore della terra, e come diciamo nella nostra lingua, siamo Yvy Poty.

Siamo stati creati dalla natura, per questo motivo la natura è sempre dalla nostra parte, ci ama, ci alimenta e dà la vita per noi, esseri umani.

Ci dà l’acqua, tanto preziosa, incolore, inodore, cristallina, che vive dentro di noi, respira nel nostro corpo ed evapora nell’aria. Lì forma nuvole di amore dalle quali cade la pioggia che rinverdisce la foresta e fa crescere i fi ori che profumano l’universo e nutrono le api che fanno il dolce miele, e i frutti che alimentano gli uccelli e gli altri animali.

La foresta prende ombra e nutrimento dalla terra e dai fi umi che scorrono nel suo corpo, come il sangue nelle nostre vene.

Ma la crudele malvagità fa sì che il fuoco della morte entri nel corpo della terra, facendo seccare le sue vene. L’arsura del fuoco brucia la sua pelle. La foresta piange e subito muore. Il veleno intossica. I rifi uti soffocano. Le pesanti orme degli armenti maltrattano il suolo. Il trattore ferisce e sventra la terra.

Lontani dalla nostra terra, ne udiamo il pianto e assistiamo alla sua morte, e impo-tenti non possiamo soccorrere la Vita.

È arrivato il tempo di difendere la vita dal fuoco della morte. Di difendere la vita come Tupã ce l’ha consegnata: la vita dei fi umi, delle foreste, degli uccelli, di tutti gli animali, dei nostri fi gli!

In questa lotta per la vita abbiamo bisogno della collaborazione, dell’unione, della forza e del coraggio di tutti: donne, uomini e bambini del nostro Grande Popolo Gua-raní.

Gli altri popoli nostri fratelli che pure sono nati da questa terra, e da più di cinque-cento anni resistono con la loro musica, i canti, le preghiere, le danze, la lingua, anche loro devono lottare per la vita.

Il ricordo di questa terra immacolata è vivo nella memoria delle pietre, dell’acqua e del sangue che scorre nelle vene di ogni abitante di questo continente.

In difesa della vita e della terra invitiamo tutti perché ciascuno riscatti questa me-moria, conosca la nostra cultura e lotti con noi per tracciare tutti insieme il cammino per un futuro di libertà, l’Orizzonte è la meta; camminare insieme è l’obiettivo.

Commissione dei capi e dei professori in difesa dei Diritti dei Guarani Kajowá [AlbaMonti]

STATUTO DI YVY POTYIN DIFESA DELLA VITA,DELLA TERRA E DEL FUTURO

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La Campagna Popolo Guaraní, un Grande Popolo è una iniziativadel Movimento per la Vita, la Terra e il Futuro del Popolo Guarani,

una proposta aperta a tutte le persone interessate a costruire insiemeuna nuova Storia, che riconosca i valori e i diritti dei Guaraní.

Materiale prodotto dalla Commissione dei Capi e Professori Guaraní Kaiowá e dal Consiglio Indigenista Missionario regio-nale del Sud e del Mato Grosso del Sud. Il testo “Statuto di Yvy Poty in difesa della Vita, della terra e del Futuro” è la trascrizione del mito raccontato da Avá Kuarahy Rendyju. Progetto grafi co. N. Peres/Licurgo Botelho.Traduzione italiana: Alba Monti.Ringraziamo per l’appoggio dato alla Campagna: Aida Riva, An-tonio Brand, Bartomeu Meliá, Leda Bosi e Lucia Melena Rangel. Siamo molto grati a Daniel Cassol e Geertje Van der Pas per le foto messe a nostra disposizione. Questa pubblicazione appar-tiene alla Campagna Povo Guarani, um Grande Povo! Una ini-ziativa del Movimento per la Vita, la Terra e il Futuro del Popolo Guarani, una proposta aperta a quanti sono interessati a questo tema . Yvy, Mandu’a, Sãso, Jojaha!

Un ringraziamento particolare all’AIFO di Bologna per la colla-borazione.

BIBLIOGRAFIA

Temple, Dominique e Melia, Bartomeu, El don, la venganza y outras formas de economia guaraní. Editora Centro de Estudios Paraguayos Antonio Guasch.Meliá Bartomeu, Elogio de la Lengua Guaraní, Editora Centro de Estudios Paraguayos Antonio Guasch. Cadogan, Léon, Ayvu rapyta. Textos miticos e los Mbya Guara-ni del Guairá, Editora Centro de Estudios Paraguayos Antonio Guasch.Montoya Pe. Antonio Ruiz de, Conquista Espiritual Feita pelos Religiosos da Companhia de Jesus nas provincias do Paraguai, Paraná, Uruguai e Tape. Editora Martins Livreiro.

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Il vero padre Ñamandú, il primo,aveva compreso da sé quale deve essere il letto della terra.Con la sapienza che il suo essere celeste gli davain virtù di questa sapienza che sboccia come fi oredisse che alla base del suo bastone cerimoniale avrebbe avuto origine la terra.Disse che sarebbe sbocciatanel centro della terra che si andava formandouna palma verdeazzurra e un’altra sarebbe sbocciata nella casa di Karaie un’altra ancora nella casa di Tupãe ancora un’altra là dove hanno origine i venti benevoli,là dove ha origine il tempo/spazio iniziale.Là –disse – sboccerà come fi ore la palma verdeazzurra.

Poema del cacique (guida spirituale) Guarani che spiegala creazione dell’universo in una delle sue visioni. Il Poema è tratto dal libro di Léon Cadogan:Ayvu rapyta. Testi del mito degliMbya Guarani del Guairá.

AMICI DEGLI INDIOS P. BRUNO MARCONAssociazione onlus per la liberazione degli indios dell’Amazzonia brasiliana

CAMPOSAMPIERO - LOREGGIA (PD) - Tel. 049 9355075 - Fax 049 9302012 - C.F. 92111160286

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