portfolio grafico marco renzi
DESCRIPTION
Un esempio di alcuni lavori realizzatiTRANSCRIPT
portfolio lavoriMarco Renzi
Impaginazioni e ritocco fotografico
riviste di cucina, enigmistica e intrattenimento per Mondadori, Mondadori France, Rcs Mediagroup
Allestimento per biennale del Tango, Auditorium Parco della Musica, Roma
ricostruzione del quartiere “Boca” di Buenos Airespannello 6x2 mt, forex da 1 cm stampato e sagomatocartoline 10x15 cm, stampa in bianca volta su patinato 300gr opaco
Materiale pubblicitario scuole e spettacoli di danza
LocandinaVolantinoBiglietto da visita
Materiale divulgativo e informativo per Associazione Anthropolis
locandine, f.to cm. 29,7x42, patinato 250gr lucidoinviti, f.to cm. 11x22, patinato 300gr opacopieghevole a tre ante, f.to cm. 29,7x21, patinato 115gr opacoopuscoli, f.to cm.15x21, patinato 250gr opaco, interni ca. 50pp., patinato 115gr opaco
Casa della Memoria e della StoriaVia San Francesco di Sales 5
16 novembre 2009ore 17,00
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antropologia e territorio
Presentazione della ricerca di antropologia urbanacondotta dall'associazione Anthropolis nel rione XIII
ETNOGRAFIAA TRASTEVERE
Presentazione della ricerca di antropologia urbanacondotta dall'associazione Anthropolis nel rione XIII
antropologia e territorio
Casa della Memoria e della Storia,Via San Francesco di Sales 5
16 novembre 2009 ore 17,00
www.anthropolis.it
ETNOGRAFIAA TRASTEVERE
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Associazione Culturale Anthropoliswww.anthropolis.it
antropologia e territori
L’Esquilino nel tempo:memoria e trasformazioni
febbraio 2008
Relazione finale della ricercadi antropologia urbana nel Rione XV di Roma
antropologia e territori
Ricerca di antropologia urbana nel rione XIIIcon riferimento alla
Casa della Memoria e della Storia
LA MEMORIAA TRASTEVERE
www.anthropolis.it
Associazione Culturale Anthropoliswww.anthropolis.it
[email protected] | www.anthropolis.it
NOTEBOOK
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NOTEBOOK
NOTEBOOK
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NOTEBOOK
[email protected] | www.anthropolis.it
L’identità di un territorio dipende dalle immagini che circolano sui media, dai confini ufficiali e consolidati, dal lavoro delle amministrazioni e delle diverse discipline che i territori li studiano, li riconoscono e definiscono. Per altro verso, si lega al senso di appartenenza della cittadinanza, al suo modo di autorappresentarsi e di vedere, utilizzare e percorrere gli spazi della propria vita quotidiana. I territori urbani rappresentano un ulteriore livello di complessità. La loro capacità di generare negli abitanti attaccamento e di essere riconosciuti come aree dotate di una loro specificità dipende da processi di lungo periodo e dagli sviluppi che si succedono a ritmo incalzante nella contemporaneità. Malgrado le loro peculiarità, tuttavia, questi territori restano immersi nell’insieme urbano che li comprende, e devono “rigiocare” la propria identità nell’ambito di un contesto in veloce mutamento.
L’antropologia urbana pone attenzione al significato che i territori assumono per coloro che li vivono. Una dimensione culturale indagata attraverso le metodologie di studio che fanno parte della sua tradizione etnografica: la ricerca sul campo di lungo periodo e l’uso di fonti orali come interviste e storie di vita. Su questa base, l’antropologia culturale può e deve dialogare con altre discipline che hanno tra i loro obiettivi l’analisi e la comprensione delle dimensioni locali. In questi anni, Roma ha visto svilupparsi nell’ambito dell’antropologia culturale, dell’urbanistica, della geografia e della storia contemporanea numerose ricerche volte a comprendere i territori urbani. È a queste esperienze e percorsi di analisi che il nostro progetto intende dare un’occasione di confronto e di dialogo.
ROMA, 3-4 DICEMBRE 2009Palazzo Mattei in Villa CelimontanaSocietà Geografica ItalianaVia della Navicella, 12
Il convegno “Voci della città. L’interpretazione dei territori urbani” si svolgerà in due giornate (3 e 4 dicembre 2009), articolandosi intorno a tre nuclei tematici:
L’interpretazione dei territori urbani. Confronto tra esperti di diversa estrazione disciplinare (antropologi, storici, geografi e urbanisti), invitati a riflettere, a partire dalla propria angolazione, sulle teorie e metodologie da utilizzare per analizzare e interpretare le trasformazioni dei contesti urbani contemporanei.
Il rione incompiuto.Antropologia dell’Esquilino.Presentazione del volume “Il rione incompiuto. Antropologia dell’Esquilino” (CISU editore), che raccoglie i frutti della ricerca di antropologia urbana svolta dall’Associazione Culturale Anthropolis nel rione Esquilino.
Roma: Case studies.Indagini sulla città di Roma svolte da antropologi, geografi, urbanisti e storici urbani. Presentazione delle ricerche.
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Notebook spiralati
f.to cm. 11x16grafica per clienti vari
NOTEBOOKBeta-Trans S.p.A.
Gruppo Appartamento
“San paolo”
ARCICONFRATERNITADEL S.S. SACRAMENTO E DI S. TRIFONE
Carta dei Servizi Sociali
Gruppo Appartamento"San Paolo"
Carta dei Servizi Sociali
Gruppo Appartamento
“Santa Claus”
ARCICONFRATERNITADEL S.S. SACRAMENTO E DI S. TRIFONE
ARCICONFRATERNITADEL S.S. SACRAMENTO E DI S. TRIFONE
MUNICIPIO XIII
Impaginazioni varie
Carta dei servizi sociali, formato 20x20 cm, 28 pagine.Mensile di attualità e mediazione interculturale, formato 21x28,7, 32 pagineCarta dei servizi sociali, formato 14,8x15,8, 76 pagine
S.e.Ne.C
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PRESTAZIONI FORNITE E ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ
Le prestazioni del servizio avranno obiettivi prevalentemente di carattere formativo culturale al fine di:
fornire, attraverso attività operative, punti di riferimento stabili con figure qualificate professionalmente, nonché favorire forme di aggregazione tra i gruppi di pari e stimolare, nel contempo, la creatività, la comunicazione ed i rapporti interpersonali all’interno di interventi finalizzati ad una migliore utilizzazione del tempo;
prevenire in tempo il rischio di “devianza”, valorizzando i contenuti più profondi per l’utilizzo del tempo libero dei minori così da impedire il costituirsi di aree o di occasioni di rischio;
favorire le attività di studio proponendo ai ragazzi e ai giovani, soprattutto nella prima fascia del pomeriggio, specifiche attività di sostegno scolastico anche con modalità alternative al modello scolastico (utilizzo internet, momenti
di lettura collettiva, attività di drammatizzazione, incontri con esperti, autori, modelli formativi ecc.);
favorire la consapevolezza di sé e delle proprie capacità e l’orientamento rispetto al futuro attraverso lo svolgimento di attività culturali volte anche alla frequentazione delle strutture e delle proposte esistenti sul territorio, di laboratori creativi, iniziative di orientamento scolastico e professionale in modo tale da sviluppare le potenzialità e le risorse dei giovani, rafforzare l’identità, l’autodeterminazione, la capacità di protagonismo positivo e la comunicazione dei vissuti personali;
accrescere le abilità di relazione con i coetanei;
accrescere la capacità di relazione con gli adulti;
educare alla legalità, alla condivisione delle regole, anche attraverso il rispetto e la cura dei locali, delle attrezzature adibiti alle varie attività del Centro;
promuovere tra i giovani i valori di solidarietà sociale e di legalità;
supportare la famiglia nelle proprie funzioni educative;
orientare alle opportunità lavorative;
promuovere il lavoro di rete in modo da integrare le esperienze e le competenze delle diverse agenzie educative per la risoluzione di problematiche relative al mondo adolescenziale;
favorire lo scambio di esperienze tra le famiglie;
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e.N
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.Afornire alle famiglie strumenti di comunicazione adatti a sviluppare una “relazione di aiuto” nella gestione educativa dei loro figli;
fornire ai genitori di alunni che mostrano difficoltà di apprendimento o difficoltà comportamentali un interlocutore a cui far riferimento;
creare un’intesa solidale e permanente.
I vari laboratori realizzati dal Centro Diurno vengono organizzati in stretta correlazione secondo una progettualità unitaria: non si tratta quindi di una serie di attività il cui unico scopo è quello di intrattenere il minore, ma di un unicum progettuale di cui il singolo utente è attore protagonista. La struttura così intesa superando l’aspetto ludico, pur essenziale, si fa strumento di promozione della autonomia personale, della capacità di autodeterminazione, della introiezione valoriale. I laboratori e le attività promosse dal Centro vengono concepiti come strumenti funzionali alle diverse situazioni di partenza dei fruitori, allo scopo di sviluppare e potenziare al massimo la creatività dei minori, permettendo loro un’interazione positiva. Un’attenzione particolare viene posta nel superare le diverse forme di espressione del disagio che i ragazzi manifestano: sia promuovendo l’interscambio tra le culture sostanzialmente diverse di cui sono portatori questi giovani (in genere di diversa estrazione socio-culturale), sia attraverso una propositiva canalizzazione dello stesso. Vengono pianificate una serie di attività non solo rivolte all’interno della struttura, ma anche al territorio.
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In caso di mancato recapito riconsegnare a ROMA POSTE ROMANINAper la restituzine al mittente che si impegna a pagare la tariffa dovuta
STUDENTI ESTERI N°2/2009Rivista Fondata da Don Remigio Musaragno MARZO/APRILE
Hanno costruito per me una gabbiaaffinché la mia libertà fosse una loro concessionee ringraziassi e obbedissi. Ma io sono libera. (Joumana Haddad, poetessa libanese)
GUIDAAI
SERVIZI SOCIALI
CO M U N E D I A R I CC I A
2009
Ghidul de servicii sociale -
The guide to social services - D'orientation des Services sociaux
Broshura e sherbimit social La guía a los servicios sociales -��������� ������� ����
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VENEZIA 2009. SU E ZO PER I PONTI - I GIOVANI UN PONTE TRA I POPOLI Una delegazione degli studenti del Giovanni XXIII ha partecipato ad un’importante manifestazione sul dialogo a Venezia, ce la racconta Vikica.
Cosa significa vivere “l’unità nella diversità” si può facilmente comprendere camminando sulle strade e sui ponti di Venezia, la città che, con i suoi mercanti, fin dal XIII secolo è riuscita a cogliere il buono dalle altre culture e farlo parte costituente della propria architettura e della propria cultura. Nulla di meno ci ha offerto Venezia con la manifestazione “Su e Zo per i ponti - i giovani un ponte tra i popoli”, svoltasi il 19 aprile.Non era la prima vota che gli studenti del nostro Centro partecipavano alla manifestazione. Si sono presentati, come altre volte, con i tamburi e il ballo burundese. C’è da chiedersi allora cosa abbiamo portato di nuovo. Anzitutto, riguardo al ballo, è necessario sottolineare che, se a chi non lo conosce bene potrebbe apparire un semplice ballo senza un significato certo, in realtà esso porta con sé l’anima del Burundi.
Ci sono tre momenti principali quando “si offre” questo ballo: il primo è la pura espressione della gioia e felicità di stare insieme con gli altri (significato della condivisione); il secondo è il ringraziamento per il buon raccolto (ballando i burundesi imitano i gesti di chi coltiva la terra e ne raccoglie i frutti); il terzo momento ci trasporta alla corte reale, in occasione di grandi feste come l’investitura o la festa dei semi (i ballerini esprimono lealtà al re). Alcuni gesti, in particolare, hanno bisogno di una spiegazione. Il bastone ruotato attorno al collo potrebbe sembrare un atto di esplicita violenza, ma il suo vero significato è l’espressione della lealtà al proprio re fino alla morte, un giuramento al proprio sovrano – ci raccontava Jean Chrisostome, animatore del gruppo. Gli stessi tamburi hanno un particolare significato: appartenenza a/iscendenza da/un regno. Il termine Ingoma (tamburo)
DAL GIOVANNI XXIII
ATTUALITÀ
tre momentitre momentiprincipali quando “si offre” questo ballo: il primo è la pura espressione della gioia e felicità di stare insieme con gli altri (significato della condivisione); il secondo è il ringraziamento per il buon raccolto (ballando i burundesi imitano i gesti di chi coltiva la terra e ne raccoglie i frutti); il terzo momento ci trasporta alla corte reale, in occasione di grandi feste come l’investitura o la festa dei semi (i ballerini esprimono lealtà al re). Alcuni gesti, in particolare, hanno bisogno di una spiegazione. Il bastone ruotato attorno al collo potrebbe sembrare un atto di esplicita violenza, ma il suo vero significato è l’espressione della lealtà al proprio re fino alla morte, un giuramento al proprio sovrano – ci raccontava Jean Chrisostome, animatore del gruppo. Gli stessi tamburi hanno un particolare significato: appartenenza a/iscendenza da/un regno. Il termine Ingoma (tamburo)
DAL GIOVANNI XXIII 11
nella tradizione burundese ha tre accezioni: lo strumento, il ballo e il regno politico (periodo, legislatura). Portare il tamburo sulla testa significa il totale impegno necessario per la mancanza delle infrastrutture e di mezzi di trasporto adeguati, ancora oggi; immaginiamoci cosa potesse significare ai tempi che si percorrevano a piedi chilometri di pista per offrire questo ballo al re e dimostrargli lealtà. Fin qui nulla di nuovo. Ma una novità quest’anno c’era. Fieri, ma non gelosi della propria cultura, i Burundesi si sono aperti agli altri amici del Centro e li hanno accolti dentro il proprio gruppo per potersi insieme esibire a Venezia. Cosa può significare per un/una burundese ballare insieme con albanesi, brasiliani, ruandesi, polacchi… anzitutto [e c’è voluta la caparbietà intelligente di Renata Dota, brasiliana, con la collaborazione di Marko Kostic e Petar Bozovic, montenegrini]; cosa poteva significare per i veneziani e i turisti vedere un gruppo tanto misto che balla e gioisce insieme; ma, ancora di più, cosa può significare per i burundesi ballare insieme maschi e femmine quando, normalmente,
nella loro tradizione questi balli sono separati? Il significato lo si trae dal grembo del Giovanni XXIII e dalla sua temperie multiculturale. Salendo e scendendo i ponti di Venezia, sotto la tela dipinta da Amir Yakah, iraniano, appariva chiaro il significato della costruzione dei ponti tra i popoli. I turisti lo percepivano in modo evidente, e lo dimostravano con il desiderio di portarsi dietro almeno una foto. L’organizzazione e i veneziani hanno saputo apprezzare e premiare. Per gli studenti del Centro sicuramente ha significato il piacere di aver portato a Venezia qualcosa di bello che esprime la molteplicità delle culture che fanno la ricchezza del Giovanni XXIII.Non posso concludere senza ricordare che quest’anno, grazie alla disponibilità della Direzione - il signor Tiziano e don Davide erano con noi – abbiamo potuto respirare appieno la bellezza veneziana. Infatti, partiti da Roma il venerdì mattina, al pomeriggio la destinazione era raggiunta, potendo così attingere ben più di qualcosa di tutta quella ricchezza culturale. Dopo un piccolo rinfresco, subito in giro per Piazza san Marco - l’unica piazza, le altre
sono dette “campo” o “campiello”, Palazzo Ducale e visita al Museo. Sabato si è continuato con la Basilica di san Marco (quella bellissima basilica che subito appare, a chi arriva dall’omonimia piazza, con i suoi mosaici e i suoi cavalli, e con le cinque enormi cupole che sovrastano la forma a croce greca, ispirata dalla chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli); poi visita al Campanile interamente ricostruito dopo il crollo del 14 luglio 1902 (era stato eretto nel 1173 come faro per i naviganti). Dopo la Piazza di San Marco, ci siamo indirizzati verso Ponte di Rialto, un tempo l’unico che attraversava il Canal Grande fino a quando, nel 1854, fu costruito il ponte dell’Accademia, che era il nostro punto di riferimento per tornare nell’albergo dove alloggiavamo. Una volta nel sestiere San Polo non potevamo mancare di visitare la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, con i suoi splendidi Tiziano, un vero piacere ai nostri occhi.Il giorno della manifestazione si è esibita tutta la ricchezza che possiede il Centro Giovanni XXIII, ed era qualcosa che si rifletteva e si faceva riconoscibile nella stessa città che sorge su 118 isolette collegate da 354 ponti. La diversità che quei ponti uniscono assomiglia alla diversità che portavano i nostri studenti che, al modo di Venezia, hanno saputo unire tutte le differenze e fare qualcosa di bello, particolare e nuovo: insieme diverse nazioni, popoli, religioni, culture, caratteri, studi, età, possono portare avanti un progetto in cui i giovani davvero sono i ponti tra i popoli.
Vikica Vujica[[email protected] ]
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Finalità del servizioL’assistenza domiciliare è un servizio di
a sostenere la persona anziana nelle proprie attività quotidiane, fornendo al contempo un supporto alla sua famiglia.
prevalentemente presso il domicilio dell’utente da operatori specializza-ti, hanno lo scopo di salvaguardare l’autonomia dell’anziano, evitandone l’isolamento e il ricovero in istituti.Per ogni utente è elaborato dal Ser-vizio Sociale un progetto individuale mirato a garantire il soddisfacimento delle esigenze personali, domestiche e relazionali dell’assistito, attraverso interventi di tipo socio assistenziale, formativo e ricreativo, di sostegno all’organizzazione familiare.
A chi è rivoltoAnziani, residenti nel Comune di Aric-cia, in situazione di parziale o totale
Come accedere al servizio-
zione medica e dell’attestazione ISEE,
del Comune di Ariccia.La domanda può essere presentata dal diretto interessato, dalla famiglia o dal tutore.
Piazza S. NicolaTel. 06.9348.5239Fax. 06.9348.5244
NoteEntro 30 giorni dalla presentazione della domanda si riceve la visita a do-micilio da parte dell’Assistente Sociale,
di bisogno per la predisposizione del progetto individuale.Il servizio è gratuito.
AS SI S T EN Z A DO M I C I L I AR E
Impaginazioni varie
Nato - Forum Paper, f.to 15x21 cm., 219 pagine in brossuraNato Research Paper, f.to 21x29,7 cm., 20 pagine a sella spillata
Edited by
NATO Defense CollegeCollège de Défense de l’OTAN
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Research Division • Rome, July 2010 NDC
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Complex Operations:NATO at war andon the marginsof war
Christopher M. Schnaubelt
Contributors:
Florence Gaub
Patrick J. Mahaney, Jr
H. R. McMaster
Frank Miller
Timo Noetzel
Jeremiah S. Pam
Andrew Rathmell
Christopher M. Schnaubelt
Lynne M. Schneider
Benjamin Schreer
Rolf Schwarz
Sarah Sewall
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previous concepts that are similar, such as “low intensity conflict” and “military operations other than war,”24 conventional armed forces have usually been ill-prepared to conduct these types of activities; Because of their differences from conventional combat operations, Complex Operations are likely to produce unique or different doctrine, organization, training, materiel, leadership and education, personnel, and facilities requirements.The domestic publics of NATO member states frequently desire military operations on the lower end of the spectrum of conflict, such as peacekeeping and humanitarian assistance, but also have a greater awareness of the costs of operations on the higher end such as counterinsurgency.
The impact of strategic compression
Although the reach and speed of the internet and modern broadcast technology are unprecedented, complaints about the influence of the press are neither a unique nor a modern phenomenon—certainly not in democracies. During the run up to the “War of the Ear” with Spain in 1738, John Danvers told the House of Commons:
I believe the people of Great Britain are governed by a power that was never heard of as a supreme authority in any age or country before. This power, sir, does not consist in the absolute will of the Prince, in the direction of Parliament, in the strength of an army, in the influence of the clergy; neither, sir, is it a petticoat government: but, sir, it is the government of the press. The stuff which our weekly newspapers are filled with is received with greater reverence than Acts of Parliament; and the sentiments of one of these scribblers have more weight with the multitude than the opinion of the best politician in the kingdom.25
Nevertheless, the ability of the public to see video of natural or man-made
24 For example, see U.S. Field Manual 100-20 / Air Force Pamphlet 3-20 Military Operations in Low Intensity Conflict, Headquarters Departments of the Army and Air Force, Washington, DC, December 5, 1990 (available at: http://www.globalsecurity.org/military/library/policy/army/fm/100-20/index.html) and U.S. Joint Pub 3-07 Joint Doctrine for Military Operations Other Than War, The Joint Chiefs of Staff, June 16, 1995.25 Quoted in Brendan Simms, Three Victories and a Defeat: The Rise and Fall of the First British Empire, 1714-1783 (New York: Basic Books, 2009), p. 247.
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disasters, humanitarian assistance efforts, and combat operations—often in real time—increases the pressures upon decision makers. The planning and execution challenges presented by Complex Operations (and probably conventional combat operations as well) is thus exacerbated by aspects of “strategic compression”—an emerging but ill-defined assertion that the three levels of war (strategic, operational, and tactical) are being compressed by modern technology, particularly the reach of the media.26
For example, the U.S. Department of Defense Joint Urban Operations Joint Integrating Concept states that “Tactical or local events can take on added importance, largely because of the amplifying effect of pervasive mass media” and notes: “[this is a] phenomenon sometimes known as ‘strategic compression.’ A contributing factor is the ‘CNN effect.’”27 More succinctly, James Wirtz summarizes the concept as the recognition that “tactical actions have strategic consequences.”28
On the political level, this means that domestic publics have a view of current challenges and operations that are unfiltered by the NATO (and member state) military and political chains of command. This situation cuts in two directions—in creating greater demand for action in response to crises such as those in Bosnia and Kosovo, but also in highlighting the costs of operations in terms of both friendly military and civilian casualties. It can also disrupt unity of command. A frequent problem for ISAF headquarters has been the tendency of force contributing capitals to bypass the NATO chain of command and issue guidance directly to their national military units in Afghanistan.29
The logic underlying the concept of strategic compression is intuitively
persuasive. It might be argued that this is the military corollary to the impact of
26 Various similar terms have been used to describe this phenomenon. For example, see Douglas A. MacGregor, “Future Battle: The Merging Levels of War,” Parameters Winter 1992-92, pp. 33-47 (http://www.usamhi.army.mil/USAWC/Parameters/1992/1992%20macgregor.pdf); and Henning-A. Franzen, “Military Command: the Compression of Levels of Command”, in Challenge and Change for the Mili-tary: New Missions, Old Problems (Montreal: McGill-Queen’s University Press, 2004).27 Version 1.0, 23 July 2007 (http://www.dtic.mil/futurejointwarfare/concepts/juo_jic_v1.pdf), p. 9. It further states: “The phenomenon of ‘strategic compression’ that is common to urban operations implies the need for junior leaders with a strong appreciation for the potential operational and strategic implica-tions of local actions” (p. 31).28 Strategy in the Contemporary World, (Monterey, California: Institute for Joint Warfare Analysis, Naval Postgraduate School, Monterey, California June 2000); (http://bosun.nps.edu/Archimages/6489.pdf), p. 17. Also see John Baylis, James J. Wirtz, Eliot A. Cohen, and Colin S. Gray, Strategy in the Contempo-rary World: an Introduction to Strategic Studies (New York: Oxford University Press, Second Edition 2007), pp. 328-330.29 Comments by senior officers speaking under non-attribution rules, September 2009 and April 2010.
by Stephan FRÜHLING and Svenja SINJEN1
ContentsMissile Defense and the New Strategic Concept
In November 2010, NATO will adopt a new strategic concept at its summit in Lisbon. Finding agreement about the Alliance’s purposes, strategies and re-quired capabilities will not be an easy task. In the lead-up, the allies appoin-ted a Group of Experts led by Madeleine Albright to make recommendations for the new concept, and which published its report in May 2010. One of the core recommendations of the Group is that “NATO should recognize territo-rial missile defence as an essential mission of the Alliance”.
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NATO Secreta-ry General Anders Fogh Rasmussen had also put Alliance missile defense on the agenda of the recent meeting of NATO foreign ministers in April.
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Hence, missile defense is shaping up as a core practical issue where NATO will have to agree on a new, coherent and meaningful policy at the Lisbon summit.
In this context, President Obama’s missile defense policy of late 2009 has not received much attention so far. But it altered many of the controver-sial aspects of the Bush Administration’s earlier proposals, and is designed for, indeed dependent on, allied participation. The NATO debate on missile defense is thus, once again, entering into a new phase, and has become a major factor in the allies’ deliberations on the future of the Alliance.
The purpose of this research paper is to analyze the challenges, as well as the opportunities for NATO as it develops a new policy on missile defense. In particular, it will address the following questions:
Research PaperISSN 2076 - 0949(Res. Div. NATO Def. Coll., Print)ISSN 2076 - 0957(Res. Div. NATO Def. Coll., Online)
NATO Defense CollegeResearch DivisionVia Giorgio Pelosi, 100143 Rome – Italyweb site: www.ndc.nato.inte-mail: [email protected]
Imprimerie Deltamedia RomaVia Iberia 19/a 00183 Romawww.deltamediagroup.it
© NDC 2010 all rights reserved
RESEARCH PAPERResearch Division - NATO Defense College, Rome - No. 60 – July 2010
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1 Stephan Frühling is lecturer in the Graduate Studies in Strategy and Defence Program of the Strategic and Defence Studies Center at the Australian National University.Svenja Sinjen is Head of the Defence Policy Program at the German Council on Foreign Relations, Berlin. The views expressed in this paper are the responsibility of the authors and do not necessa-rily reflect the opinions of the NATO Defense College or the North Atlantic Organization.2 Group of Experts on a New Strategic Concept for NATO, NATO 2020, Brussels, NATO, 2010, p. 44.3 See Press Conference by NATO Secretary General Anders Fogh Rasmussen at the In-formal meeting of NATO Foreign Ministers, Tallinn, 22 April 2010, www.nato.int/cps/en/natolive/opinions_62810.htm
Missile Defense: Challenges and Opportunities
for NATO
Missile Defense and the New Strategic Concept
What Is New in the New US Missile Defense Policy?
Why Has Missile Defense Been so Contentious in the Past?
Should NATO Make Missile Defense an Alliance Mission?
What Could European Countries Contribute to NATO Missile Defense?
Recommendations: Towards a NATO Political and Capability Initiative
Research Paper No. 60 - June 2010
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17 http://www.nato.int/cps/en/natolive/opinions_63153.htm
is focused on the defense of deployed forces, rather than of Alliance territory. In 2001, NATO had commissioned several feasibility studies to examine a defense system for deployed forces against short- and medium-range ballistic missiles with a range of up to 3000 km. The first stage of the resulting Active Layered Theatre Ballistic Mis-sile Defense (ALTBMD) program was launched in 2006. ALTBMD does not include interceptors, but will connect sensors and command and control elements of missile defense systems operated by various NATO allies, so that they can function as one integrated system. Initial opera-tional capability is planned for 2012.
But as potential adversaries, especially Iran, are engaged in the development and deployment of missiles that can co-ver greater parts of the European continent itself, the stra-tegic logic of complementing ALTBMD with a capability to defend Alliance territory becomes highly compelling. This is all the more so since the price of extending ALTBMD to include the territorial mission has been estimated as low as 200m Euros over 10 years. In the words of Secretary General Rasmussen: “Why would we protect our soldiers –and we should– but not everybody else? That, I hope, will be the context as Allies discuss this issue in the run up to Lisbon.”
17
With its new missile defense architecture, the United States has already committed itself politically and financially to the defense of Europe. A NATO missile de-fense system would enhance not just deterrence but also transatlantic sharing of responsibility. However, financial implications must be taken into account.
Hence, NATO should now recognize missile defense as one aspect where the Alliance needs to work together if it is to give substance to its willingness and capability to re-spond to Article 5 contingencies. But even after a NATO decision to provide a missile defense capability, based on the proposed US architecture and an extended NATO ALTBMD program, European allies are faced with a num-ber of particular challenges of their own as they contem-plate possible contributions.
What Could European Countries Contribute to NATO Missile Defense?
In principle, European contributions to NATO missile de-
fense can consist of interceptors, sensors, communication links, headquarters, and other elements of an integrated missile defense system. Any such contribution could be made in three ways, through: (1) Capabilities that are al-ready in, or planned for, service in national forces; (2) Ad-ditional national capabilities, procured specifically to sup-port the new NATO posture, and that would be integrated into the NATO system; and (3) New, cooperative programs for the acquisition and operation of multi-national capabi-lities. While European alliance members will likely pursue all three options, the technical and financial difficulty of in-dividual countries operating some of the available missile defense interceptors suggests that the third, multinational option will be of particular importance.
Even though missile defense is primarily an American technology, European NATO members already operate capabilities that could be usefully integrated into a NATO system. Germany, the Netherlands, Greece and Spain operate Patriot batteries that can be used as point de-fense systems against short- and medium-range ballistic missiles, and Germany and Italy cooperate with the Uni-ted States in the Medium Extended Air Defense System (MEADS) program to develop a more capable successor system. Italy and France have similar capabilities with the SAMP/T air defense system. Modern air defense ships of the German (F-124 Sachsen class), Dutch (LCF De Zeven Provinciën class), Spanish (F-100 Alvaro de Bazan class) and Norwegian navies (F-310 Fridtjof Nansen class) have already successfully participated in US missile defense tests with their ship-borne radar systems. Various land-based radars of several European armies could also be integrated into a NATO missile defense system.
Under ALTBMD, NATO develops a missile defense test-bed, communications and command infrastructure, which are co-financed by both the United States and European NATO members. If Europeans wanted to make an addi-tional contribution to the overall system, the procurement and operation of dedicated missile defense sensors, e.g. an AN/TPY-2 radar, as it is included in the Obama plans for deployment to Southeast Europe, could also be included in the program. This would be relatively easy, given that ALTBMD is an existing program and that the operation of sensors would avoid potentially difficult questions relating to the rules of engagement in peacetime that would arise
Research PaperNo. 60 - June 2010
7
18 The area that a missile can defend depends, amongst other factors, on the relative speed of the interceptor and the incoming missile. There-fore, THAAD could defend, for example, a large part of Southeast Europe against medium-range missiles, or population centres such as Paris or London against longer-range systems, which have a much higher velocity.19 See also Stephan Frühling and Benjamin Schreer, “NATO’s New Strategic Concept and US Commitments in the Asia-Pacific”, RUSI Journal, vol. 154, no. 5 (2009), pp. 98-103. 20 See Pierre Tran, ’UAE buy of THAAD seen in 18 months’, Defensenews, 23 February 2009, http://defensenews.com/blogs/idex/2009/02/23/uae-buy-of-thaad-missile-seen-in-18-months/21 In addition, there would be additional systems integration work on suitable air defense ships.22 Integrating the SM-3 into the PAAMS system is not a realistic option. Past experience suggests that fitting an existing missile into a new container poses a surprisingly large financial and technological challenge. This would be even more the case here as the SM-3 itself continues to evolve. However, even ships equipped with PAAMS could still be modified to participate very usefully in the missile defense system with their ship-borne radars.
with multinational interceptors.However, there are good reasons to also seriously consi-der contributions to the sharp end of the spear. No Euro-pean country today operates interceptors that can provide defense over larger areas, rather than point defense of installations such as air- or sea-ports. Here, Europeans completely depend on the United States, which is in the process of fielding five THAAD batteries. These systems are well-suited as an area defense system for Southeast Europe, or for the protection of population centers in other parts of the continent.
18
However, US THAAD batteries are also in strong demand elsewhere where the US has military commitments, from the Middle East to East Asia: the first battery, for exam-ple, was rushed to protect Hawaii in early 2009, after North Korea readied a long-range missile for launch. Hence, it would by no means be guaranteed that the defense of Europe would always receive the highest priority when such scarce resources are globally allocated by the Uni-ted States.
19
In addition THAAD is also a very expensive system: the United Arab Emirates ordered three THAAD batteries at the price of seven billion US dollars; a financial dimension that would pose significant problems if it was to be met from individual European national budgets, without any pooling or cost-sharing arrangements.
20
Hence, if individual European NATO members are looking to acquire new interceptors as a national contribution to a NATO-wide system, they would be more likely to consi-der the sea-based SM-3 interceptor, with a unit price of some 10 million US dollars apiece.
21
SM-3 could provide a valuable European contribution to the first stage of the Obama administration’s ‘phased adaptive approach’ to the defense of Europe. For area defense against inter-mediate-range missiles, SM-3 interceptor missiles are in any case superior to THAAD thanks to their longer range and their ability to intercept missiles during the midcourse
flight phase in outer space. Moreover, like THAAD batte-ries, US missile defense capable ships are also in limited supply, and do not regularly deploy to the North and Baltic seas. Integrating SM-3 into European navies would there-fore significantly increase the areas under the permanent coverage of at least a small numbers of interceptors.
There is, however, a severe limitation of the SM-3, which relates to the type of launch container from which it can be fired: like other US missiles, it requires the US-made Mk 41 container, which is also in use on modern air defense vessels of the German, Dutch, Spanish and Norwegian navy. The French, British and Italian navies, however, mostly use the European PAAMS launch container system that is unable to fire the SM-3.
22
If European countries de-cide to increase their contribution to NATO’s missile de-fense capabilities, financial burden-sharing arrangements would thus be called for so that efforts could be focused on the deployment of SM-3 on those navies’ vessels that are capable of using them.
Recommendations: Towards a NATO Political and Ca-pability Initiative
The core of NATO remains the commitment to common defense in Article 5 missions. To this end, the allies have long recognized the need for the integration of their air defense systems, and missile defense is in many ways no different. The US missile defense program of the Obama administration now focuses squarely on the defense of its European allies, and it has addressed most of the political objections that had made missile defense such a divisi-ve issue in the past. NATO members should recognize missile defense of NATO territory and population as an essential mission of the Alliance. Fulfilling that mission will then require a number of practical steps in capability as well as political areas:
Materiale divulgativo per eventi variManifesto per ciclo di seminariPubblicità su testata giornalistica per gala di anniversarioinvito per gala di anniversario:foglio translucent stampato in nero sovrapposto a artoncino argento stampato in nero.
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Immagine coordinata struttura ricettiva
Servizio fotografi coLogoBiglietti da bancoPieghevoli a due ante
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carta intestata, f.to cm. 21x29,7, usomano da 100grbiglietto da visita, f.to cm. 5,5x9,5, patinato 300gr opacocartoncini with compliments, f.to cm. 11x16, patinato 300gr opacobusta senza fi nestra, f.to cm.11x23, 100gr
Allestimento interno ed esterno per bookshop
Pannelli in vari formati Totem esterno da terra
Nel corso del 2007, al termine di una complessa
attività di indagine volta a verificare la lecita prove-
nienza di opere d’interesse archeologico presenti sul
mercato antiquario, il Gruppo Tutela Patrimonio
Archeologico della Guardia di Finanza individua,
presso una nota galleria d’arte di New York, una
testa ritratto in marmo di Faustina Maggiore,
consorte dell'imperatore Antonino Pio.La scultura era corredata da una serie di certifica-
zioni di lasciti ereditari e da documenti amministra-
tivi che ne attestavano la presenza – fin dagli anni
’30 del Novecento – in una ricca collezione
londinese, poi confluita nel legato di Lord Epstein, a
Boston. Un accertamento condotto con l’ausilio di
Scotland Yard consente alle Autorità italiane
inquirenti di stabilire che molte delle opere proveni-
enti dal citato fondo erano state sostituite - nel
corso degli anni - con altre aventi medesime carat-
teristiche tipologiche ed iconografiche, dissimu-
landone l’origine clandestina.Il percorso si snoda attraverso faccendieri, porta-
borse, cultori e storici dell’arte – taluni anche ignari
del disegno criminoso che va compiendosi – che via
via attestano la regolarità della transazione; succes-
sivi approfondimenti di intelligence consentono di
ricostruire l’itinerario compiuto dalla scultura –
trafugata nel giugno del 1961 dall’antico teatro di
Minturno ed in origine completa del busto – da un
mercante senza scrupoli della Capitale ad una
dimora gentilizia scandinava, fino alla lobby newy-
orchese degli antiquari dell’East Village, nei cui
depositi viene rinvenuta dalle Fiamme Gialle.
Un’intensa attività rogatoriale - avviata dal Nucleo
di Polizia Tributaria di Roma, sotto l’egida
dell’Autorità Giudiziaria capitolina - consente fin dal
Luglio del 2007 di comporre il quadro di accordo con
le Autorità statunitensi per la restituzione
dell’opera, con il conseguente suo rimpatrio -
avvenuto nella primavera del 2008 - in territorio
italiano.
Testa marmorea di Faustina Maggiore (Annia Galeria
Faustina 105-141 d.C.) moglie dell’imperatore
Antonino Pio, Augusta nel 138 d.C., Diva subito dopo
la morte, identificabile per la caratteristica elaborata
pettinatura a trecce raccolte in un morbido nodo che
dalla nuca sale fino alla parte alta del capo, ampia-
mente documentata sulle effigi monetali.Lo sguardo lontano, il forte chiaroscuro che affina e
nobilita il volto rivolto di tre quarti a destra, i grandi
occhi con iride e pupilla incisi, le sopracciglia rese da
tratti sottili, evocano l’intellettualismo e la raffinatezza
di questa imperatrice, in una rappresentazione ideale
riconducibile nell’ambito del ritratto “psicologico”.
Rinvenuta, completa di busto panneggiato, nell’agosto
del 1960 nell’area retrostante il teatro della colonia
romana di Minturnae (Minturno-Lt), fu oggetto di un
rocambolesco trafugamento nella notte tra l’8 e il 9
giugno 1961, mentre imperversava una violenta
pioggia, attraverso un foro praticato nel muro
Testa ritratto di Faustina MaggioreII sec d.C.Marmo insularedim. cm 33x18Il ritratto di Faustina Maggiore
dell’ambulacro semianulare dell’antico teatro,
insieme alla testa marmorea velata dell’imperatore
Augusto, divelta dalla statua rovesciata in terra.
Individuata sul mercato antiquario a New York nel
novembre 2007, e identificata grazie ad un attento
lavoro di intelligence dalla Guardia di Finanza Gruppo
Tutela Patrimonio Archeologico pur se ormai privata
del busto, è stata recuperata a seguito di intensi
contatti tra Autorità Giudiziaria di Roma e Autorità
statunitensi al fine di una soluzione diplomatica della
controversia, conclusasi felicemente con il rientro del
reperto in Italia, attraverso un corriere internazionale.
La restituzione dell’opera al sito di provenienza
segnerà il ritorno dell’Imperatrice nella città che –
rinnovata urbanisticamente da Adriano- con la
dinastia degli Antonini fu riccamente adornata di
marmi orientali e africani.Il luogo di rinvenimento e la concomitanza del rinnova-
mento dell’edificio scenico di Minturnae con il
rifacimento di quello della vicina Sessa ad opera di
Matidia Minore matertera (cioè zia materna ) di
Antonino Pio alla quale i cittadini di Minturnae
dedicano una base (CIL X 4744), lasciano ipotizzare
che il busto di Faustina Maggiore facesse parte del
nuovo programma decorativo del teatro, raffigurata
forse con altri personaggi della dinastia. Questa
ipotesi consente di collocare il ritratto, raffinata opera
probabilmente di botteghe romane, nell’epoca
successiva alla morte dell’imperatrice. Giovanna Rita Bellini
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Il ritorno di Faustina Seniore Un’opera recuperata dalla Guardia di Finanza
dell’ambulacro semianulare dell’antico teatro,
insieme alla testa marmorea velata dell’imperatore
Augusto, divelta dalla statua rovesciata in terra.
Individuata sul mercato antiquario a New York nel
novembre 2007, e identificata grazie ad un attento
lavoro di intelligence dalla Tutela Patrimonio Archeologicodel busto, è stata recuperata a seguito di intensi
contatti tra Autorità Giudiziaria di Roma e Autorità
statunitensi al fine di una soluzione diplomatica della
controversia, conclusasi felicemente con il rientro del
reperto in Italia, attraverso un corriere internazionale.
La restituzione dell’opera al sito di provenienza
segnerà il ritorno dell’Imperatrice nella città che –
rinnovata urbanisticamente da Adriano- con la
dinastia degli Antonini fu riccamente adornata di
marmi orientali e africani.Il luogo di rinvenimento e la concomitanza del rinnova
mento dell’edificio scenico di rifacimento di quello della vicina Sessa ad opera di
Matidia Minore materteraAntonino Pio alla quale i cittadini di Minturnae
dedicano una base (CIL X 4744), lasciano ipotizzare
che il busto di Faustina Maggiore facesse parte del
nuovo programma decorativo del teatro, raffigurata
forse con altri personaggi della dinastia. Questa
ipotesi consente di collocare il ritratto, raffinata opera
probabilmente di botteghe romane, nell’epoca
successiva alla morte dell’imperatrice. Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Nel corso del 2007, al termine di una complessa
attività di indagine volta a verificare la lecita prove-
nienza di opere d’interesse archeologico presenti sul
mercato antiquario, il Gruppo Tutela Patrimonio
Archeologico della Guardia di Finanza individua,
presso una nota galleria d’arte di New York, una
testa ritratto in marmo di Faustina Maggiore,
consorte dell'imperatore Antonino Pio.
La scultura era corredata da una serie di certifica-
zioni di lasciti ereditari e da documenti amministra-
tivi che ne attestavano la presenza – fin dagli anni
’30 del Novecento – in una ricca collezione
londinese, poi confluita nel legato di Lord Epstein, a
Boston. Un accertamento condotto con l’ausilio di
Scotland Yard consente alle Autorità italiane
inquirenti di stabilire che molte delle opere proveni-
enti dal citato fondo erano state sostituite - nel
corso degli anni - con altre aventi medesime carat-
teristiche tipologiche ed iconografiche, dissimu-
landone l’origine clandestina.
Il percorso si snoda attraverso faccendieri, porta-
borse, cultori e storici dell’arte – taluni anche ignari
del disegno criminoso che va compiendosi – che via
via attestano la regolarità della transazione; succes-
sivi approfondimenti di intelligence consentono di
ricostruire l’itinerario compiuto dalla scultura –
trafugata nel giugno del 1961 dall’antico teatro di
Minturno ed in origine completa del busto – da un
mercante senza scrupoli della Capitale ad una
dimora gentilizia scandinava, fino alla lobby newy-
orchese degli antiquari dell’East Village, nei cui
depositi viene rinvenuta dalle Fiamme Gialle.
Un’intensa attività rogatoriale - avviata dal Nucleo
di Polizia Tributaria di Roma, sotto l’egida
dell’Autorità Giudiziaria capitolina - consente fin dal
Luglio del 2007 di comporre il quadro di accordo con
le Autorità statunitensi per la restituzione
dell’opera, con il conseguente suo rimpatrio -
avvenuto nella primavera del 2008 - in territorio
italiano.
Testa marmorea di Faustina Maggiore (Annia Galeria
Faustina 105-141 d.C.) moglie dell’imperatore
Antonino Pio, Augusta nel 138 d.C., Diva subito dopo
la morte, identificabile per la caratteristica elaborata
pettinatura a trecce raccolte in un morbido nodo che
dalla nuca sale fino alla parte alta del capo, ampia-
mente documentata sulle effigi monetali.
Lo sguardo lontano, il forte chiaroscuro che affina e
nobilita il volto rivolto di tre quarti a destra, i grandi
occhi con iride e pupilla incisi, le sopracciglia rese da
tratti sottili, evocano l’intellettualismo e la raffinatezza
di questa imperatrice, in una rappresentazione ideale
riconducibile nell’ambito del ritratto “psicologico”.
Rinvenuta, completa di busto panneggiato, nell’agosto
del 1960 nell’area retrostante il teatro della colonia
romana di Minturnae (Minturno-Lt), fu oggetto di un
rocambolesco trafugamento nella notte tra l’8 e il 9
giugno 1961, mentre imperversava una violenta
pioggia, attraverso un foro praticato nel muro
Testa ritratto di
Faustina Maggiore
II sec d.C.
Marmo insulare
dim. cm 33x18
Il ritratto di Faustina Maggiore
dell’ambulacro semianulare dell’antico teatro,
insieme alla testa marmorea velata dell’imperatore
Augusto, divelta dalla statua rovesciata in terra.
Individuata sul mercato antiquario a New York nel
novembre 2007, e identificata grazie ad un attento
lavoro di intelligence dalla Guardia di Finanza Gruppo
Tutela Patrimonio Archeologico pur se ormai privata
del busto, è stata recuperata a seguito di intensi
contatti tra Autorità Giudiziaria di Roma e Autorità
statunitensi al fine di una soluzione diplomatica della
controversia, conclusasi felicemente con il rientro del
reperto in Italia, attraverso un corriere internazionale.
La restituzione dell’opera al sito di provenienza
segnerà il ritorno dell’Imperatrice nella città che –
rinnovata urbanisticamente da Adriano- con la
dinastia degli Antonini fu riccamente adornata di
marmi orientali e africani.
Il luogo di rinvenimento e la concomitanza del rinnova-
mento dell’edificio scenico di Minturnae con il
rifacimento di quello della vicina Sessa ad opera di
Matidia Minore matertera (cioè zia materna ) di
Antonino Pio alla quale i cittadini di Minturnae
dedicano una base (CIL X 4744), lasciano ipotizzare
che il busto di Faustina Maggiore facesse parte del
nuovo programma decorativo del teatro, raffigurata
forse con altri personaggi della dinastia. Questa
ipotesi consente di collocare il ritratto, raffinata opera
probabilmente di botteghe romane, nell’epoca
successiva alla morte dell’imperatrice.
Giovanna Rita Bellini
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Il ritorno di Faustina Seniore
Un’opera recuperata dalla Guardia di Finanza
Comprensorio Archeologico di Minturno - Museo
Biglietti / TicketsIntero / Regular € 10,00Ridotto / Reduced € 6,50
Orario / Opening hours 9 - 19,45Chiuso il lunedì / Closed on Monday
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Guardia di FinanzaNucleo Polizia Tributaria RomaGruppo Tutela Patrimonio Archeologico
MINI S TEROPER I BENI ELE ATTIVITÀCULTURALI
La Guardia di Finanza a tutela dell’arteLa Guardia di Finanza, da sempre impegnata nell’attività di prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio culturale, opera con lo spiegamento di un consistente apparato di uomini e mezzi, sia a terra che in mare, in collaborazione con le competenti Soprinten-denze, con gli Enti Pubblici a vario titolo interes-sati e con le altre Forze di Polizia.In particolare, il Corpo, per i poteri derivatigli in campo tributario e atteso che il traffico di beni storico-artistici è spesso connesso a reati di evasione fiscale, svolge la propria attività spaziando da controlli di carattere prettamente amministrativo fino a quelli più propriamente aderenti ai compiti di tipo tributario, affidati a personale specializzato.La componente aeronavale del Corpo offre un importante contributo sinergico nell’espletamento dell’attività di vigilanza nelle principali aree archeologiche marine e nel recupero di opere sommerse, attraverso l’impiego di militari sommozzatori.L’attività svolta dalla Guardia di Finanza a difesa dell’arte viene coordinata e monitorata a livello centralizzato dal Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo Polizia Tributaria di Roma.Nel solo biennio 2007-2008, il costante impegno profuso nel comparto operativo ha consentito il recupero e la restituzione alla fruizione pubblica di 11.258 reperti di interesse archeologico e di 416 opere pittoriche; il seque-stro di 136.783 opere contraffatte e la denuncia di 294 responsabili per violazioni di natura penale con un incremento di circa il 50% rispetto al biennio precedente.
Un ritorno al femminile
Diva Annia GaleriaFaustina
Pieghevole tre ante per esposizione di archeologia
f.to 21x29,7, due cordonature (10x21 cm)carta patinata opaca da 250 gr.
dell’ambulacro semianulare dell’antico teatro,
insieme alla testa marmorea velata dell’imperatore
Augusto, divelta dalla statua rovesciata in terra.
Individuata sul mercato antiquario a New York nel
novembre 2007, e identificata grazie ad un attento Guardia di Finanza Gruppo
Tutela Patrimonio Archeologicodel busto, è stata recuperata a seguito di intensi
contatti tra Autorità Giudiziaria di Roma e Autorità
statunitensi al fine di una soluzione diplomatica della
controversia, conclusasi felicemente con il rientro del
reperto in Italia, attraverso un corriere internazionale.
La restituzione dell’opera al sito di provenienza
segnerà il ritorno dell’Imperatrice nella città che –
rinnovata urbanisticamente da Adriano- con la
dinastia degli Antonini fu riccamente adornata di Il luogo di rinvenimento e la concomitanza del rinnova
mento dell’edificio scenico di rifacimento di quello della vicina Sessa ad opera di
(cioè zia materna ) di
Antonino Pio alla quale i cittadini di Minturnae
dedicano una base (CIL X 4744), lasciano ipotizzare
che il busto di Faustina Maggiore facesse parte del
nuovo programma decorativo del teatro, raffigurata
forse con altri personaggi della dinastia. Questa
ipotesi consente di collocare il ritratto, raffinata opera
probabilmente di botteghe romane, nell’epoca
dell’ambulacro semianulare dell’antico teatro,
insieme alla testa marmorea velata dell’imperatore
Augusto, divelta dalla statua rovesciata in terra.
Individuata sul mercato antiquario a New York nel
novembre 2007, e identificata grazie ad un attento dalla Guardia di Finanza Gruppo
Tutela Patrimonio Archeologicodel busto, è stata recuperata a seguito di intensi
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controversia, conclusasi felicemente con il rientro del
reperto in Italia, attraverso un corriere internazionale.
La restituzione dell’opera al sito di provenienza
segnerà il ritorno dell’Imperatrice nella città che –
rinnovata urbanisticamente da Adriano- con la
dinastia degli Antonini fu riccamente adornata di
marmi orientali e africani.Il luogo di rinvenimento e la concomitanza del rinnova
mento dell’edificio scenico di rifacimento di quello della vicina Sessa ad opera di
matertera (cioè zia materna ) di
Antonino Pio alla quale i cittadini di Minturnae
dedicano una base (CIL X 4744), lasciano ipotizzare
che il busto di Faustina Maggiore facesse parte del
nuovo programma decorativo del teatro, raffigurata
forse con altri personaggi della dinastia. Questa
ipotesi consente di collocare il ritratto, raffinata opera
probabilmente di botteghe romane, nell’epoca
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Guardia di FinanzaNucleo Polizia Tributaria Roma
Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico
MINI S TEROPER I BENI ELE ATTIVITÀCULTURALI
La Guardia di Finanza a tutela dell’arte
La Guardia di Finanza, da sempre impegnata nell’attività di prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio culturale, opera con lo spiegamento di un consistente apparato di uomini e mezzi, sia a terra che in mare, in collaborazione con le competenti Soprinten-denze, con gli Enti Pubblici a vario titolo interes-sati e con le altre Forze di Polizia.In particolare, il Corpo, per i poteri derivatigli in campo tributario e atteso che il traffico di beni storico-artistici è spesso connesso a reati di evasione fiscale, svolge la propria attività spaziando da controlli di carattere prettamente amministrativo fino a quelli più propriamente aderenti ai compiti di tipo tributario, affidati a personale specializzato.La componente aeronavale del Corpo offre un importante contributo sinergico nell’espletamento dell’attività di vigilanza nelle principali aree archeologiche marine e nel recupero di opere sommerse, attraverso l’impiego di militari sommozzatori.L’attività svolta dalla Guardia di Finanza a difesa dell’arte viene coordinata e monitorata a livello centralizzato dal Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo Polizia Tributaria di Roma.Nel solo biennio 2007-2008, il costante impegno profuso nel comparto operativo ha consentito il recupero e la restituzione alla fruizione pubblica di 11.258 reperti di interesse archeologico e di 416 opere pittoriche; il seque-stro di 136.783 opere contraffatte e la denuncia di 294 responsabili per violazioni di natura penale con un incremento di circa il 50% rispetto al biennio precedente.
Un ritorno al femminile
Diva Annia Galeria
Faustina
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Guardia di FinanzaNucleo Polizia Tributaria Roma
Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico
MINI S TEROPER I BENI ELE ATTIVITÀCULTURALI
La Guardia di Finanza a tutela dell’arte
La Guardia di Finanza, da sempre impegnata nell’attività di prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio culturale, opera con lo spiegamento di un consistente apparato di uomini e mezzi, sia a terra che in mare, in collaborazione con le competenti Soprinten-denze, con gli Enti Pubblici a vario titolo interes-sati e con le altre Forze di Polizia.In particolare, il Corpo, per i poteri derivatigli in campo tributario e atteso che il traffico di beni storico-artistici è spesso connesso a reati di evasione fiscale, svolge la propria attività spaziando da controlli di carattere prettamente amministrativo fino a quelli più propriamente aderenti ai compiti di tipo tributario, affidati a personale specializzato.La componente aeronavale del Corpo offre un importante contributo sinergico nell’espletamento dell’attività di vigilanza nelle principali aree archeologiche marine e nel recupero di opere sommerse, attraverso l’impiego di militari sommozzatori.L’attività svolta dalla Guardia di Finanza a difesa dell’arte viene coordinata e monitorata a livello centralizzato dal Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo Polizia Tributaria di Roma.Nel solo biennio 2007-2008, il costante impegno profuso nel comparto operativo ha consentito il recupero e la restituzione alla fruizione pubblica di 11.258 reperti di interesse archeologico e di 416 opere pittoriche; il seque-stro di 136.783 opere contraffatte e la denuncia di 294 responsabili per violazioni di natura penale con un incremento di circa il 50% rispetto al biennio precedente.
Un ritorno al femminile
Diva Annia Galeria
Faustina
Nel corso del 2007, al termine di una complessa attività di indagine volta a verificare la lecita prove-nienza di opere d’interesse archeologico presenti sul mercato antiquario, il Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico della Guardia di Finanza individua, presso una nota galleria d’arte di New York, una testa ritratto in marmo di Faustina Maggiore, consorte dell'imperatore Antonino Pio.
La scultura era corredata da una serie di certifica-zioni di lasciti ereditari e da documenti amministra-tivi che ne attestavano la presenza – fin dagli anni ’30 del Novecento – in una ricca collezione londinese, poi confluita nel legato di Lord Epstein, a Boston. Un accertamento condotto con l’ausilio di Scotland Yard consente alle Autorità italiane inquirenti di stabilire che molte delle opere proveni-enti dal citato fondo erano state sostituite - nel corso degli anni - con altre aventi medesime carat-teristiche tipologiche ed iconografiche, dissimu-landone l’origine clandestina.
Il percorso si snoda attraverso faccendieri, porta-borse, cultori e storici dell’arte – taluni anche ignari del disegno criminoso che va compiendosi – che via via attestano la regolarità della transazione; succes-sivi approfondimenti di intelligence consentono di ricostruire l’itinerario compiuto dalla scultura – trafugata nel giugno del 1961 dall’antico teatro di Minturno ed in origine completa del busto – da un mercante senza scrupoli della Capitale ad una dimora gentilizia scandinava, fino alla lobby newy-orchese degli antiquari dell’East Village, nei cui depositi viene rinvenuta dalle Fiamme Gialle.
Un’intensa attività rogatoriale - avviata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, sotto l’egida dell’Autorità Giudiziaria capitolina - consente fin dal Luglio del 2007 di comporre il quadro di accordo con le Autorità statunitensi per la restituzione dell’opera, con il conseguente suo rimpatrio - avvenuto nella primavera del 2008 - in territorio italiano.
Testa marmorea di Faustina Maggiore (Annia Galeria Faustina 105-141 d.C.) moglie dell’imperatore Antonino Pio, Augusta nel 138 d.C., Diva subito dopo la morte, identificabile per la caratteristica elaborata pettinatura a trecce raccolte in un morbido nodo che dalla nuca sale fino alla parte alta del capo, ampia-mente documentata sulle effigi monetali.
Lo sguardo lontano, il forte chiaroscuro che affina e nobilita il volto rivolto di tre quarti a destra, i grandi occhi con iride e pupilla incisi, le sopracciglia rese da tratti sottili, evocano l’intellettualismo e la raffinatezza di questa imperatrice, in una rappresentazione ideale riconducibile nell’ambito del ritratto “psicologico”.
Rinvenuta, completa di busto panneggiato, nell’agosto del 1960 nell’area retrostante il teatro della colonia romana di Minturnae (Minturno-Lt), fu oggetto di un rocambolesco trafugamento nella notte tra l’8 e il 9 giugno 1961, mentre imperversava una violenta pioggia, attraverso un foro praticato nel muro
Testa ritratto di Faustina MaggioreII sec d.C.Marmo insularedim. cm 33x18
Il ritratto di Faustina Maggiore
dell’ambulacro semianulare dell’antico teatro, insieme alla testa marmorea velata dell’imperatore Augusto, divelta dalla statua rovesciata in terra.
Individuata sul mercato antiquario a New York nel novembre 2007, e identificata grazie ad un attento lavoro di intelligence dalla Guardia di Finanza Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico pur se ormai privata del busto, è stata recuperata a seguito di intensi contatti tra Autorità Giudiziaria di Roma e Autorità statunitensi al fine di una soluzione diplomatica della controversia, conclusasi felicemente con il rientro del reperto in Italia, attraverso un corriere internazionale.
La restituzione dell’opera al sito di provenienza segnerà il ritorno dell’Imperatrice nella città che – rinnovata urbanisticamente da Adriano- con la dinastia degli Antonini fu riccamente adornata di marmi orientali e africani.
Il luogo di rinvenimento e la concomitanza del rinnova-mento dell’edificio scenico di Minturnae con il rifacimento di quello della vicina Sessa ad opera di Matidia Minore matertera (cioè zia materna ) di Antonino Pio alla quale i cittadini di Minturnae dedicano una base (CIL X 4744), lasciano ipotizzare che il busto di Faustina Maggiore facesse parte del nuovo programma decorativo del teatro, raffigurata forse con altri personaggi della dinastia. Questa ipotesi consente di collocare il ritratto, raffinata opera probabilmente di botteghe romane, nell’epoca successiva alla morte dell’imperatrice.
Giovanna Rita BelliniSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Il ritorno di Faustina Seniore Un’opera recuperata dalla Guardia di Finanza
Menu a due ante per locale notturno
f.to 21x30, una cordonatura (15x21 cm)carta patinata lucida da 250 gr.
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Rum, menta, zucchero di canna, lime, soda
Aperol, prosecco, soda
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Vodka, tripe sec, cramberry, succo di limone
Kalua, baileys, amaro di saronno, panna
Kalua, vodka, panna
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Rum, cointreau, vodka, gin, succo di limone, cola
Rum, cointreau, midori, vodka, succo di limone, sprite
Vodka, gran manier, granatina, gocce di baileys
Southern comfort, vodka, succo d’arancia, granatina
Rum, cola, succo di limone
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Happy hour Dopo mezzanotte ogni 2 cocktail 1 tequila
Chiedere se è possibile avere i limoni verdi
Sex on the beach succhi arancia e succhi ananas da litro Prezzo da stabilire 4 o 5 euro
Serata messicana Assaggio fagioli messicani con bicchiere di sangria e shortino di tequila, sale e limone 15,00 euro
Piña colada premix cocco succo d’ananas rum chiaro Prezzo da stabilire 4 o 5 euro
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PIÑA COLADA
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€ 6,00
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Fragola, pesca, succo di ananas, succo d’arancia
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