posidonia per l'ambiente e la ricerca

33
CENTRO INTERNAZIONALE RICERCA & SVILUPPO ADRIATICO E MEDITERRANEO POSIDONIA SRL PER LAMBIENTE E LA RICERCA

Upload: luciano-palusci

Post on 22-Feb-2016

219 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

L'impegno della Posidonia srl per l'Ambiente e la Ricerca scientifica

TRANSCRIPT

Page 1: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

CENTRO INTERNAZIONALE RICERCA & SVILUPPO ADRIATICO E MEDITERRANEO

POSIDONIA SRL PER L’AMBIENTE E LA RICERCA

Page 2: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

1

Il Centro Internazionale di Ricerca & Sviluppo Mare Adriatico nasce nel 2009

su iniziativa di:

Members:

Consorzio Biotecnomares di Cagliari

Università di Genova –dipartimento di Biologia

Università di Bologna- Campus di Ravenna

Think tank

Visibility

Regione Abruzzo Provincia di Pescara Città di Pescara

L’assetto giuridico del CIRSAM si riconduce al Dipartimento Ricerca e Sviluppo del

Consorzio LINK

Page 3: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

2

Posidonia per l’ambiente e la ricerca

La Società Posidonia a r.l., con sede legale in Pescara, è stata fondata nel 1992 con l’intento

di ideare, progettare, realizzare ed avviare a produzione un innovativo sistema di allevamento ittico

in mare che, alle esigenze produttive, unisse un uso responsabile dell’ambiente-mare. Tale senso di

rispetto ambientale ha infatti costantemente ispirato le scelte societarie sin dall’inizio della sua

attività:

- La decisione di collocare gli impianti distanti dalla costa ben km. 5,5, del tutto autonoma, fu

dettata dalla volontà di gravare il meno possibile sul panorama marino costiero. Nessun altro

allevamento ittico è così distante da terra.

- Le gabbie destinate ad ospitare il pesce non sono emergenti sul piano della superficie del

mare, ma sono collocate sul fondo, del tutto invisibili, e con gestione subacquea.

- La tecnologia usata è completamente automatizzata ed informatizzata, particolarmente atta ad

impedire sversamenti in mare di qualunque origine, limitando anche l’intervento degli addetti.

- L’osservanza costante del protocollo di corretto allevamento è stata confortata e confermata

negli anni dai risultati sempre positivi delle innumerevoli analisi delle acque circostanti

l’allevamento effettuate ogni 15 giorni, come da legge, dai veterinari di sorveglianza del

Servizio Veterinario della ULS di Chieti.

- La scelta della società che tutte le strutture principali avessero durata al minimo centenaria, ha

comportato l’uso di materiali di costruzione di particolare pregio, altamente resistenti alla

ossidazione e di conseguenza con nessun rilascio a mare di perdite o scolature.

Tale visione aziendale è validata da tutti gli Enti che hanno rilasciato negli anni parere

favorevole:

- 07\08\92 ULSS di Chieti - Servizio Veterinario (1°)

- 21\07\93 Regione Abruzzo - Settore Sanità-Servizio-Veterinario

- 16\08\93 Comando in Capo Dipartimento Militare Marittimo dell’Adriatico

- 14\09\93 Regione Abruzzo-Settore Urbanistico e Beni Ambientali

- 24\09\93 Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici

- 24\09\93 Comune di Francavilla al Mare

- 28\09\93 Circoscrizione Doganale di Pescara

- 18\10\93 Ministero Beni Culturali e Ambientali-Soprintendenza B.A.A.A.S. Reg. Abruzzo

- 29\10\93 Unione Europea - Commissione delle Comunità Europee

- 25\01\04 Intendenza di Finanza di Chieti

- 04\06\94 Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Chieti

- 01\07\94 Repubblica Italiana - Atto di Sottomissione

- 07\09\95 Registro Italiano Navale

- 30\11\98 Repubblica Italiana - Atto Formale

- 04\06\02 ULSS di Chieti - Servizio Veterinario (2°)

- 12\12\08 Regione Abruzzo - Atto Suppletivo

E’ da sottolineare l’importanza del parere favorevole di un ente prestigioso come il Consiglio

Superiore dei Lavori Pubblici che, esaminando il progetto, lo ha approvato senza alcuna correzione.

Parimenti importante è stata la certificazione del Registro Navale Italiano, che ha controllato

e verificato il progetto fino nei più minuti particolari, ritenendolo per il 100% adeguato ai suoi rigidi

parametri di valutazione.

Page 4: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

3

Le suddette certificazioni equivalgono alla migliore garanzia di qualità sia dei materiali usati,

sia delle metodiche di costruzione applicate.

………………………………………………

Nel 2006 Posidonia ha ceduto ad altra azienda l’allevamento, ma, conservando per sè le

strutture principali , ottenne dall’Autorità Competente tre nuove destinazioni d’uso che, aggiunte

alle due precedenti, portò a cinque il totale delle destinazioni d’uso consentite della torre e degli

impianti connessi. Tale situazione perdura tutt’oggi. Esse sono:

- attività di ricerca scientifica;

- attività di studio;

- attività didattica;

- allevamento ittico;

- allevamento di molluschi bivalvi.

I contatti della Posidonia s.r.l. con il mondo scientifico - accademico per varare alcuni

programmi comuni di studio e ricerca sull’ambiente - mare erano iniziati già nel 2003 con

l’Università di Teramo. Tanto che in data 18\12\2003 il Senato Accademico della detta Università

aveva formalizzato una proposta che però la società non aveva accettato ritenendola vaga ed

imprecisa.

Nel 2006 la Posidonia s.r.l. ed il Consorzio Mario Negri Sud - Centro di Scienze Ambientali

decisero di unire le rispettive competenze al fine di dare il miglior contributo per la tutela

ambientale del mare d’Abruzzo.

Nel 2007 fu sottoscritto un protocollo d’intesa dando vita ad un regolare e sistematico

monitoraggio delle acque del nostro mare, su base paritaria, totalmente autogestita ed

autofinanziata.

Tale attività congiunta dura tutt’ora ed i risultati conseguiti sono stati costantemente fonte di

grande soddisfazione e riconoscimenti da parte di prestigiosi enti scientifici europei ed

extraeuropei.

I RICONOSCIMENTI OTTENUTI DAI RICERCATORI DEL

PARTENARIATO MARIO NEGRI SUD - POSIDONIA S.R.L.

1) UNESCO – Commissione di Oceanografia Intergovernativa –

sulla sua rivista mondiale pubblica tre nostre ricerche:

- 2007 - C. Ingarao, G. Lanciani, C. Verri, T. Pagliani. 2007. First records of Prorocentrum lima in

Abruzzo Region coast, W Adriatic. Harmful Algal News, The Intergovernmental Oceanographyc

Commision of UNESCO. December 2007, 35: 10-12.

Page 5: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

4

- 2009 - C. Ingarao, T. Pagliani. 2009. First presence of Ostreopsis cf. ovata (Dinophyceae) along

an area of Abruzzo coast (W Adriatic SEA). Harmful Algal News, The Intergovernmental

Oceanographyc Commision of UNESCO. Maggio 2009, 39: 4-5.

- 2010 - C. Ingarao, G. Lanciani, D. Di Iorio, M. Maione, T. Pagliani. 2010. Prorocentrum levis

and Coolia monotis in Abruzzo coastal waters (W Adriatic). Harmful Algal News, The

Intergovernmental Oceanographyc Commision of UNESCO. Maggio 2010, 41: 12-14.

2) II Simposio Internazione CNR IBIMET pubblica la nostra ricerca:

- C. Ingarao, G. Lanciani, C. Verri, A. Teodori, T. Pagliani. 2008. Primo evento di comparsa

della specie algale tossica Prorocentrum lima (Dinophyceae) lungo la costa abruzzese (W

Mare Adriatico). Napoli, 4-6 giugno, 2008 – pag. 130.

3) Marine Pollution Bullettin, 58, 596 – 600 pubblica la nostra ricerca:

- C. Ingarao, G. Lanciani, C. Verri, T. Pagliani. 2009. First record of Prorocentrum lima

(Dinophyceae) inside harbor areas and along the Abruzzo region coast, W Adriatic.

4) 40° Congresso S.I.B.M. Società Italiana Biologia Marina pubblica la nostra

ricerca:

- C. Ingarao, G. Lanciani, A. Teodori, T. Pagliani. 2009. Prima comparsa di Ostreopsis cfr.

ovata (Dinophyceae) lungo le coste abruzzesi (W Mare Adriatico). Abstracts di Biologia Marina

Mediterranea, pp 147-148.

Page 6: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

5

5) 39° European Conference CIESM – Commission Internationale pour

l’Exploration Scientifique del la Mer Mediterranèe. Venezia 10 - 14 maggio 2010 pubblica la nostra

ricerca:

- C. Ingarao, T. Pagliani. 2010. Tropical harmful phytoplantkton species along Abruzzo coast (W

Adriatic). Abstract CIESM 2010 pp. 88.

6) 14th World Conference International on Harmful Algae

(ICHA). Creta 1 - 5 Novembre 2010 pubblica la nostra ricerca:

- C. Ingarao, T. Pagliani. 2010. HA and HAB along Abruzzo coast from 2007 to 2010: correlations

with environmental factors and new reports. Abstract ICHA pp. 156.

7) Università di Liverpool – pubblica sulle Harmful Algae il nostro

servizio sulla Ostreopsis ovata da noi rinvenuta nel mare d’Abruzzo.

……………………………………………

In data 7 Agosto 2011 il Premio Abruzzo per l’Ambiente è stato conferito ai ricercatori: - dott. Tommaso Pagliani - dott.ssa Cristina Ingarao

per il loro contributo alla ricerca per l’Abruzzo grazie alle loro scoperte effettuate nell’ambito del partenariato Mario Negri Sud e Posidonia s.r.l.

……………………………………………

Nessun altro ente o azienda abruzzese,su base autofinanziata al 100% , operante

nel campo della tutela ambientale

del nostro mare ha mai operato a questi livelli né ha mai ricevuto

tali riconoscimenti

……………………………………………

Page 7: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

6

In considerazione della qualità del lavoro espressa dal Mario Negri Sud e dalla Posidonia

s.r.l., il C.N.R. – Istituto Ismar di Lesina ha accettato successivamente di condividere con noi parte

del lavoro e di collaborare alla preparazione e stesura di vari progetti tesi alla salvaguardia di alcune

specie vegetali ed animali tra le più rappresentative del Mare Adriatico, a forte rischio di scomparsa

o per eccessivo sforzo di pesca o per compromissione del loro habitat derivante dalla

antropizzazione del mare.

I due illustri enti scientifici hanno elaborato i progetti, prevedendo la collaborazione operativa

e l’uso degli impianti a mare della Posidonia s.r.l.

I progetti in questione già pronti ed operativi sono:

1) Riproduzione e semina in mare di esemplari di vongola nostrana a fini di reintegro degli

stock della pesca (a cura del C.N.R. - Ismar).

2) Riproduzione e semina in mare di esemplari di scampo a fini di reintegro degli stock della

pesca (a cura del Consorzio Mario Negri Sud).

3) Riproduzione e reimpianto di piante ed alghe tipiche del Mare Adriatico per il ripristino dei

fondali originari a rischio scomparsa (a cura del C.N.R. – ISMAR e del Consorzio Mario Negri Sud.

4) Riproduzione e semina in mare di esemplari di pinna nobilis a fini di salvaguardia della

specie a rischio estinzione (a cura del C.N.R. – Ismar e del Consorzio Mario Negri Sud)

5) Monitoraggio della presenza e consistenza dei grandi cetacei nel mare d’Abruzzo (a cura del

Consorzio Mario Negri Sud).

6) Riproduzione e semina in mare di esemplari di astice a fini di salvaguardia della specie a

rischio estinzione (a cura del Consorzio Mario Negri Sud).

7) Riproduzione e semina in mare di esemplari di magnosa a fini di salvaguardia della specie

a rischio estinzione (a cura del Consorzio Mario Negri Sud).

8) Riproduzione e semina in mare di esemplari di granchio favollo a fini di salvaguardia della

specie a rischio estinzione (a cura del Consorzio Mario Negri Sud).

9) Riproduzione e semina in mare di esemplari di tellina a fini di reintegro degli stock della

pesca (a cura del C.N.R. - Ismar).

(Da notare che la U.E. ha vietato la pesca di tale mollusco in tutto il Mediterraneo. Una

misura estrema molto severa e dannosa economicamente che si sarebbe potuto evitare con una

tempestiva azione di reintegro come da progetto del C.N.R. con l’ausilio delle strutture a mare della

Posidonia s.r.l.).

(Da notare ancora che una simile misura è temuta nei prossimi mesi a carico della vongola

nostrana. Ciò comporterebbe enormi danni economici al mondo della pesca, compresa la perdita di

lavoro per le tante migliaia di addetti a tale attività diffusa in tutto l’Adriatico).

……………………………………………….

Progetto “D.A.M.A.C.” – Regione Marche

Il progetto è stato elaborato e realizzato, nella sua prima fase, dalla Regione Marche, unitamente

alla Contea di Zara, nell’ambito di una Iniziativa Italo Croata per la Difesa Ambientale del Mare

Adriatico, grazie ad un finanziamento ottenuto nell’ambito della normativa PIC INTERREG III A

Transfrontaliero Adriatico. Si propone di seguire con mezzi ottici innovativi e radar computerizzati

tutte le navi in navigazione nell’Adriatico allo scopo di accertare e sanzionare ogni forma illegale

ed abusiva di scarico a mare. Il citato finanziamento ha riguardato la creazione delle strutture

Page 8: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

7

necessarie a mettere sotto controllo il mare marchigiano ed il corrispondente mare croato. Entrate

da poco nel pieno della loro funzionalità, hanno subito dimostrato tale efficacia, da invogliare le

Autorità Marchigiane e Croate ad estendere identica sorveglianza al mare abruzzese ed al suo

corrispondente croato, per coprire per intero il Mare Adriatico Centrale.

Con questo proposito le dette Autorità Marchigiane hanno richiesto alla Posidonia s.r.l. la

disponibilità ad usare parte delle sue strutture a mare per ospitare i macchinari necessari per ripetere

il Progetto DAMAC nelle nostre acque, naturalmente con il coinvolgimento della Regione Abruzzo

per la stesura e la presentazione del relativo progetto alle Autorità Europee per ottenerne il

necessario finanziamento.

……………………………………………….

Progetto di delocalizzazione sulla nostra torre a mare Posidonia

delle antenne di San Silvestro Colle di Pescara.

Soluzione innovativa ed originale, e replicabile nelle tante similari situazioni, di un problema

diffuso in molte aree di zone costiere densamente popolate. Risolve alla radice ogni forma di

inquinamento elettro-magnetico. Il progetto è stato realizzato dall’Università di L’Aquila dietro

incarico ufficiale e specifico della Regione Abruzzo.

Comune di Pescara e Regione Abruzzo si stanno battendo da anni per allontanare da San

Silvestro le antenne rai - tv, venendo incontro alle pressanti richieste della popolazione residente in

zona. Di recente l’Autorità Italiana per la Gestione delle Comunicazioni ha escluso in modo

definitivo ed irrevocabile il sito di San Silvestro dal novero dei siti ufficiali italiani, inserendo al suo

posto il sito a mare con la torre Posidonia.

Posidonia ha partecipato alle riunioni ufficiali, offrendo alla UNIVAQ tutta la collaborazione

tecnica e professionale necessaria..

Posidonia auspica che tale progetto vada a buon fine. Non deve infatti essere sottovalutato il suo

valore di risanamento ambientale, in una situazione di compromissione per la pubblica salute

dovuta a fortissimo inquinamento elettro-magnetico, come dimostrato da innumerevoli misurazioni

dell’irraggiamento esistente in zona oltre ogni limite di legge.

……………………………………………..

Il naturale sbocco di una tale intensa attività di cura e attenzione per l’ambiente è stata la

costituzione di un ente scientifico fortemente strutturato che operi nel campo della tutela ambientale

in ambito marino, e non solo, sostenuto da qualificati enti scientifici e con il supporto degli

organismi pubblici più rappresentativi d’Abruzzo.

Con tale proposito è stata proposta la costituzione del CIRSAM – Consorzio Internazionale di

Ricerca e Sviluppo dell’Adriatico e Mediterraneo.

Ad esso hanno sinora aderito:

- Regione Abruzzo;

- Provincia di Pescara;

- Comune di Pescara;

- Università di Bologna – Campus di Ravenna

Page 9: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

8

- Università di Genova – Dipartimento di Biologia

- Consorzio Mario Negri Sud;

- Consorzio Link;

- Università di L’Aquila;

- Consorzio Biotecnomares di Cagliari;

- Posidonia s.r.l.

La complessa progettualità del CIRSAM si dispiega secondo 4 macrolinee:

A) Ricerca scientifica ed ambientale.

B) Ricerca e sperimentazione tecnologica nell’ambito delle telecomunicazioni, con

obiettivi mirati al disinquinamento elettromagnetico ed identificazione di aspetti di

egovernance connessi alla evoluzione tecnologica ed alla ricerca energetica.

C) Gestione dei sistemi trasportistici, prevenzione e monitoraggio rischi in una visione

transnazionale del mare Adriatico.

D) Piattaforma di raccordo tra Istituzioni, Università e Centri di Ricerca ed Imprese a

livello nazionale ed internazionale al fine di sviluppare sinergie nella R&S e I.C.T. con

particolare riguardo alla sperimentazione di nuove tecnologie connesse alla produzione di

energia rinnovabile

Ciascuna macrolinea ricomprende nel suo ambito una serie di singoli progetti specifici

attivati dai partecipanti al network di eccellenze. Come detto, ogni singolo progetto troverà quindi

la propria sostenibilità nell’ampio spettro di azione dei finanziamenti europei e della cooperazione

internazionale: Life+, FP, IPA, ENPI, SEE, MED, ecc.

Il CIRSAM in definitiva si propone come un grande centro di competenze che deve essere

strutturato con un sua metodologia finalizzata a:

- Ottimizzare i risultati di una ricerca applicata.

- Sperimentare sul campo le nuove tecnologie per la difesa del mare e dell’ambiente:

- Attrarre risorse e competenze in Abruzzo attraverso lo sviluppo e la promozione della

progettazione scientifica ed integrata in cui tutti i partner locali, nazionali ed internazionali

lavorino in sinergia:

- Offrire alle imprese uno strumento di crescita e di partecipazione al processo di

internazionalizzazione e di cooperazione internazionale.

- Stimolare la capacità di aggregazione interdisciplinare e promuovere la project capacity

building degli Associati stessi.

CIRSAM può essere il perno prodromico di una Università del Mare

Page 10: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

9

Si elenca, di seguito, la produzione scientifica di maggior rilievo scaturita nell’ambito del

partenariato Mario Negri Sud - Centro di Scienze Ambientali e Posidonia s.r.l.:

1) PRIMO EVENTO DI COMPARSA DELLA SPECIE ALGALE TOSSICA PROROCENTRUM

LIMA LUNGO LA COSTA ABRUZZESE.

2) PRIMA COMPARSA DELLA SPECIE OSTREOPSIS OVATA LUNGO LE COSTE

ABRUZZESI.

3) RELAZIONE SULLE RICERCHE EFFETTUATE NEL MARE D’ABRUZZO

NELL’ANNO 2007

4) RELAZIONE SULLE RICERCHE EFFETTUATE NEL MARE D’ABRUZZO

NEGLI ANNI DAL 2008 AL 2012.

Page 11: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

10

PRIMO EVENTO DI COMPARSA DELLA SPECIE ALGALE TOSSICA

PROROCENTRUM LIMA (DINOPHYCEAE) LUNGO LA COSTA ABRUZZESE (W MAR

ADRIATICO).

INGARAO C.1, LANCIANI G.

1, VERRI C.

1, TEODORI A.

2, PAGLIANI T.

1

1 Centro di Scienze Ambientali – Consorzio Mario Negri Sud (CMNS) – S. Maria Imbaro (CH)

2 Posidonia s.r.l. (Allevamento, Depurazione e Spedizione Molluschi) – Pescara (PE) e-mail: [email protected]; tel: +39 0872 570425, fax: +39 0872 570416

Prorocentrum lima (Ehrenberg) Dodge, è una dinoflagellata marina, epifitica ed epibentonica

(Jackson et al., 1993). La sua distribuzione geografica è associata ad acque marine da tropicali a

temperate (Faust, 1991).

Il primo fenomeno di comparsa di questa specie algale tossica nel Mare Adriatico risale al 2006

lungo le coste romagnole (Pompei, comunicazione personale) ed anconetane (Congestri et al., 2006)

raggiungendo quelle abruzzesi nell’estate 2007.

L’attenzione per questa specie è dovuta al fatto che P. lima produce tossine DSP (Diarrhetic

Shellfish Poisoning) il cui sintomo maggiormente manifestato sull’uomo è quello di dolori

gastrointestinali a seguito dell’ingestione di molluschi contaminati.

Questo studio evidenzia, accanto alle altre specie fitoplanctoniche finora osservate, la presenza

della specie P. lima per la prima volta lungo le coste abruzzesi ed all’interno di aree portuali.

Il tratto di costa studiato è stato quello antistante le città di Pescara, Francavilla ed Ortona, a 500 m

ed a 3000 m dalla costa, nei mesi di giugno, luglio ed agosto 2007. Sono stati inoltre effettuati

prelievi mensili all’interno delle aree portuali di Pescara ed Ortona.

Accanto alla specie P. lima sono state studiate altre specie tossiche o potenzialmente tossiche quali:

Alexandrium minutum; Gonyaulax spinifera; Lingulodinium polyedrum; Prorocentrum minimum e

Protoceratium reticulatum; molte specie del genere Dinophysis; genere potenzialmente tossico

Pseudo-nitzschia.

Il campionamento costiero è stato effettuato sia a 0.5 m dalla superficie che mediante l’uso, per ogni

stazione, del retino da fitoplancton (maglia 10 μm) in superficie e lungo la colonna d’acqua. Il

campionamento nelle aree portuali, invece, è stato fatto esclusivamente a 0.5 m dalla superficie.

Il primo avvistamento di P. lima si è verificato nel mese di giugno all’interno del Porto di Ortona.

La sua concentrazione cellulare è stata di 4.8105 celluleL

-1.

Le condizioni chimico-fisiche al momento del prelievo sono state: 8.19 il pH; 24°C temperatura; 36

psu salinità; 7.8 mgL-1

ossigeno disciolto.

Nei mesi di luglio ed agosto la concentrazione cellulare di P.lima all’interno del porto di Ortona è

stata rispettivamente di 2.5105 e 5.010

4 celluleL

-1.

Le condizioni chimico-fisiche misurate sono state rispettivamente: 8.19 e 8.21 pH; 23 e 22°C

temperatura; 33.18 e 34.52 psu salinità; 7.8 e 7.6 mgL-1

ossigeno disciolto.

Accanto ad un decremento nell’abbondanza cellulare di P. lima all’interno del porto, si è verificato

un aumento di questa specie tossica nella zona esterna al porto fino al punto di stazione a 500 m da

costa in cui le concentrazioni cellulari in entrambi i mesi sono stati di 40 e 20 celluleL-1

.

Le condizioni chimico-fisiche di questo punto di prelievo, riscontrabili nei mesi di luglio e agosto,

sono state: 8.19 e 8.22 il pH; 25 e 22°C temperatura; 33.28 e 34.81 psu salinità; 7.9 e 7.6 mgL-1

ossigeno disciolto.

Page 12: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

11

Page 13: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

12

Page 14: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

13

RAPPORTO SULLA RICERCA EFFETTUATA NEL 2007

NEL MARE D’ABRUZZO

INGARAO C.1, LANCIANI G.

1, VERRI C.

1, TEODORI A.

2, PAGLIANI T.

1

1 Centro di Scienze Ambientali – Consorzio Mario Negri Sud (CMNS) – S. Maria Imbaro (CH)

2 Posidonia s.r.l. (Allevamento Pesci e Molluschi) – Pescara (PE)

e-mail: [email protected]; tel: +39 0872 570425, fax: +39 0872 570416

Prorocentrum lima (Ehrenberg) Dodge, è una dinoflagellata marina, epifitica ed epibentonica

(Jackson et al., 1993). La sua distribuzione geografica è associata ad acque marine da tropicali a

temperate (Faust, 1991).

Il primo fenomeno di comparsa di questa specie algale tossica nel Mare Adriatico risale al 2006

lungo le coste romagnole (Pompei, comunicazione personale) ed anconetane (Congestri et al., 2006)

raggiungendo quelle abruzzesi nell’estate 2007.

L’attenzione per questa specie è dovuta al fatto che P. lima produce tossine DSP (Diarrhetic

Shellfish Poisoning) il cui sintomo maggiormente manifestato sull’uomo è quello di dolori

gastrointestinali a seguito dell’ingestione di molluschi contaminati.

Questo studio evidenzia, accanto alle altre specie fitoplanctoniche finora osservate, la presenza

della specie P. lima per la prima volta lungo le coste abruzzesi ed all’interno di aree portuali.

Con frequenza mensile viene studiato il tratto di costa antistante le città di Pescara, Francavilla ed

Ortona a 500 m ed a 3000 m dalla costa, e l’interno delle aree portuali di Pescara ed Ortona. Nei

mesi di Giugno, Luglio ed Agosto 2007 è stata rinvenuta la presenza dell’alga tossica in questione

sia in mare che all’interno dell’area portuale di Ortona.

Accanto alla specie P. lima sono state studiate altre specie tossiche o potenzialmente tossiche quali:

Alexandrium minutum; Gonyaulax spinifera; Lingulodinium polyedrum; Prorocentrum minimum e

Protoceratium reticulatum; molte specie del genere Dinophysis; genere potenzialmente tossico

Pseudo-nitzschia.

Il campionamento costiero è stato effettuato sia a 0.5 m dalla superficie che mediante l’uso, per ogni

stazione, del retino da fitoplancton (maglia 10 μm) in superficie e lungo la colonna d’acqua. Il

campionamento nelle aree portuali, invece, è stato fatto esclusivamente a 0.5 m dalla superficie.

Il primo avvistamento di P. lima si è verificato nel mese di giugno all’interno del Porto di Ortona.

La sua concentrazione cellulare è stata di 4.8105 celluleL

-1.

Le condizioni chimico-fisiche al momento del prelievo sono state: 8.19 il pH; 24°C temperatura; 36

psu salinità; 7.8 mgL-1

ossigeno disciolto.

Nei mesi di luglio ed agosto la concentrazione cellulare di P.lima all’interno del porto di Ortona è

stata rispettivamente di 2.5105 e 5.010

4 celluleL

-1.

Le condizioni chimico-fisiche misurate sono state rispettivamente: 8.19 e 8.21 pH; 23 e 22°C

temperatura; 33.18 e 34.52 psu salinità; 7.8 e 7.6 mgL-1

ossigeno disciolto.

Accanto ad un decremento nell’abbondanza cellulare di P. lima all’interno del porto, si è verificato

un aumento di questa specie tossica nella zona esterna al porto fino al punto di stazione a 500 m da

costa in cui le concentrazioni cellulari in entrambi i mesi sono stati di 40 e 20 celluleL-1

.

Page 15: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

14

Le condizioni chimico-fisiche di questo punto di prelievo, riscontrabili nei mesi di luglio e agosto,

sono state: 8.19 e 8.22 il pH; 25 e 22°C temperatura; 33.28 e 34.81 psu salinità; 7.9 e 7.6 mgL-1

ossigeno disciolto.

RELAZIONE GENERALE

La relazione che qui presentiamo si riferisce al monitoraggio delle acque marine costiere

antistanti le provincie di Chieti e di Pescara, Mare Adriatico Centrale, durante il periodo semestrale

compreso tra Maggio 2007 ed Ottobre 2007.

E’ un intervento (autofinanziato al 100%) scaturito da un accordo in partenariato tra il

Consorzio Mario Negri Sud - Centro di Scienze Ambientali, e la Posidonia s.r.l. di Pescara,

progettato ed in corso di realizzazione con l’intento di effettuare controlli sistematici e non interrotti

sulla evoluzione della crisi ambientale che sta colpendo il Mare Adriatico, che di recente si è

manifestata con la formazione di mucillagini ed alghe tossiche che hanno determinato pesanti e

negative ripercussioni sulle attività turistiche e pescherecce delle zone colpite.

L’accordo appena ricordato prevede che il monitoraggio prosegua fino al mese di Aprile

2008, compresi quindi i mesi invernali. Il Consorzio Mario Negri Sud e la Posidonia s.r.l. di Pescara

hanno comunque già espresso l’intenzione di continuarlo per il periodo successivo, anche in

considerazione degli interessanti, ed in parte imprevisti, risultati ottenuti.

Una azione scientifica complessa e a largo raggio come questa, al suo inizio ha richiesto un

certo rodaggio, con una resa di risultati inferiore al 100%, limitazione superata una volta entrati a

regime.

Il monitoraggio delle acque marine costiere è predisposto per ottenere le conoscenze di base

sugli ecosistemi marini. Esso è teso a registrare e verificare periodicamente lo stato di qualità delle

acque marine costiere da un punto di vista ambientale e non in funzione della salute pubblica, come

avviene nel caso delle analisi per la balneazione.

Page 16: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

15

A tal fine si opera attraverso una serie di procedimenti che partono dalla metodica del

campionamento alle determinazioni dei parametri finali da analizzare.

Fanno parte del monitoraggio delle acque costiere le determinazioni chimico-fisiche e

nutrizionali e le determinazione biologiche ossia lo studio di comunità di microrganismi marini che

interagiscono con i parametri chimico-fisici. Si tratta delle comunità fitoplanctoniche, e dunque di

organismi del plancton che svolgono i processi fotosintetici.

Tali determinazioni e le interazioni fra i vari comparti, ossia quello chimico e quello

biologico, sono necessarie per conoscere i fenomeni eutrofici e mucillaginosi che sempre più spesso

interessano le nostre coste adriatiche.

Per eutrofizzazione dell’ambiente marino costiero si intende l’eccessiva quantità di nutrienti

inorganici soprattutto fosforo (P) ed azoto (N), presenti nelle acque, che vengono immessi in

Adriatico da parte di numerosi fiumi. Una particolare attenzione è data dagli apporti da parte del

fiume Po. Esso, con circa 17.938 tonn medie/anno di azoto inorganico e con circa 1.221 tonn

medie/anno di fosforo inorganico, risulta essere il principale contribuente rispetto al carico

complessivo di nutrienti gravitante sul bacino adriatico (Marchetti & Verna, 1992). I fiumi

rappresentano i veicoli di tutto ciò che viene riversato in mare per quanto riguarda tali sostanze.

L’aspetto antropico di tale condizione è l’utilizzo errato di questi corsi d’acqua oggi considerati

come “pattumiere” all’aria aperta, perché in esso vengono riversati un gran quantitativo di

inquinanti ed un enorme apporto di nutrienti derivanti dall’uso di fertilizzanti in agricoltura. La

corrente offshore è quella che poi favorisce lo spostamento di tale carico fin verso le coste centrali

dell’Adriatico, incrementando ed espandendo il fenomeno eutrofico. Oltre all’elevato apporto di

questi nutrienti derivanti dall’uso di fertilizzanti che, per dilavamento dei suoli, raggiungono i corsi

fluviali, si va ad aggiungere, a volte, anche un errato utilizzo degli impianti di depurazione fognaria.

La materia organica degli insediamenti civili e soprattutto il fosforo (P) contenuto nei detersivi per

uso giornaliero, se non è depurata, va poi a riversarsi, sia direttamente nel fiume, che

indirettamente, attraverso il trasporto da parte dei suoi affluenti, nelle zone costiere. In tal modo

vengono alterati i fattori limitanti rappresentati dal rapporto tra N:P (rapporto Redfield di 16:1) che

mantengono equilibrato l’ecosistema marino, scatenando successivamente il fenomeno eutrofico.

Questa condizione di eutrofia facilita in seguito i fenomeni di fioritura algale, ossia

un’eccessiva proliferazione di alghe unicellulari, in prevalenza diatomee e dinoflagellati. Queste

alghe unicellulari possono dare luogo alle cosiddette “maree rosse” (red tides) o “verdi”. Gli eventi

negativi riguardanti l’aumento di biomassa algale sono colorazione dell’acqua, cattivi odori e,

sopratutto, estese morie di fauna acquatica, per lo più bentonica, per effetto di ambienti anossici sul

fondo.

L’aspetto più preoccupante di un bloom algale avviene quando gli organismi interessati nel

processo di fioritura sono le microalghe produttrici di potenti biotossine dannose all’uomo, le alghe

tossiche. Le tossine prodotte dalle microalghe tossiche infatti, essendo liposolubili, idrosolubili e

termostabili, non vengono distrutte con la cottura dei molluschi filtratori che le accumulano e perciò

possono raggiungere l’uomo provocando, nei casi estremi, anche la morte di che se ne ciba.

L’aspetto tossicologico di un fenomeno HAB (Harmful Algal Bloom) ossia fioriture di alghe

pericolose, risulta ancor più aggravato dal fatto che i fenomeni di tossicità possono manifestarsi

nelle acque anche con concentrazioni di cellule L-1

dell’ordine delle migliaia o anche centinaia

(Zingone & Enevoldsen, 2000).

Page 17: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

16

Le microalghe tossiche maggiormente conosciute, presenti nel Mare Adriatico ed analizzate

in questo monitoraggio sono:

- Genere Pseuodo-nitzschia, appartenente alla classe delle diatomee (Bacillariophyceae). Il genere

Pseudo-nitzschia è l’unico genere potenzialmente tossico che appartiene alla classe delle diatomee.

In alcune specie appartenenti a questo genere si è individuata la produzione della neurotossina

chiamata acido domoico (Tomas C.R., 1997). Tale neurotossina è responsabile della sindrome ASP

(Amnesic Shelfish Poisoning) il cui sintomo principale, riscontrato sia sull’uomo che sugli animali,

è quello dell’amnesia a livello neurologico. Esse sono presenti quasi mensilmente nel nostro mare

Adriatico, anche con abbondanze elevate, ma sinora non si sono mai verificati fenomeni di tossicità

nei mitili né effetti successivi sull’uomo.

- Genere Dinophysis, appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Le specie appartenenti a tale

genere sono pressoché quasi tutte tossiche. Il genere Dinophysis è uno dei generi più largamente

diffuso tra la classe delle Dinoflagellate di cui si conoscono più di 200 specie descritte. Le specie

potenzialmente tossiche appartenenti a questo genere producono acido okadaico. Tale tossina è

responsabile della sindrome DSP (Diarrhetic Shellfish Poisoning) che da origine a fenomeni

diarroici sull’uomo (Lee et al., 1989;Yasumoto & Murata, 1993). La produzione della tossina varia

considerevolmente da specie a specie e dipende molto anche dalle diverse condizioni chimico-

fisiche delle acque in cui essa si localizza. Fenomeni di contaminazione nei mitili lungo le coste

settentrionali dell’Adriatico si verificano fin dal 1989 spesso associate a basse concentrazioni

cellulari (Sidari et al., 1998).

- Lingulodinium polyedrum appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Essa è conosciuta per la

produzione della homo-yessotossina anch’essa responsabile della sindrome DSP (Tubaro et al.,

1997; Satake et al., 1997). Questa specie forma blooms sporadici nel NW dell’Adriatico fin dal

1975. Si tratta di una specie molto comune nel Mar Mediterraneo e nel Mare Adriatico soprattutto

nei periodi estivi ma può presentarsi anche in condizioni di climi più temperati.

- Prorocentrum minimum, appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Questa specie è conosciuta

per la produzione della tossina chiamata venerupina (epatotossina) responsabile della sindrome

DSP. Si tratta di una specie molto comune nel Mar Mediterraneo e nel Mare Adriatico soprattutto

nei periodi estivi ma può presentarsi anche in condizioni di climi più temperati.

- Prorocentrum lima, appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Questa specie è conosciuta per la

produzione di una serie di tossine responsabili della sindrome DSP i cui sintomi principali

sull’uomo sono quelli di dolori di tipo gastrointestinali. La presenza nel mare Adriatico risale alle

ultime estati e, per la prima volta questa estate anche nelle coste abruzzesi, ma P. lima risulta essere

una specie di origine orientale, alloctona.

- Protoceratium reticulatum appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Essa è conosciuta per la

produzione della tossina chiamata yessotossina, anch’essa appartenente al gruppo di tossine DSP.

Tale specie ha generato tossicità nei mitili lungo la costa emiliano-romagnola ma nessun effetto

sull’uomo (Boni et al., 2000). Gli effetti tossici della yessotossina sugli uomini sono ancora

sconosciuti anche se si sono osservati sintomi neurotossici nei topi (Ciminiello et al., 1997). La

Page 18: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

17

distribuzione geografica è spesso associata ad ambienti con temperature e climi temperato-caldi

come quelli che si verificano durante i mesi estivi nel mare Adriatico (Nezan & Piclet, 1996).

- Alexandrium minutum, appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Tale microalga è conosciuta per

la produzione della tossina chiamata saxitossina la quale è responsabile della sindrome PSP

(Paralytic Shellfish Poisoning) il cui sintomo principale riscontrato sull’uomo è quello della paralisi

(Balech, 1989). La presenza, in adriatico, di tale microalga risale al 1982. A. minutum è stata

rilevata per la prima volta nel maggio del 1990 quando numerose cellule sono state trovate in una

stazione offshore del bacino Nord Adriatico (Honsell, 1993). Un’ulteriore presenza di A. minutum si

è verificata nel maggio del 1994 lungo le coste dell’Emilia Romagna (Honsell et al., 1996)

Tali specie microalgali vengono tenute sotto controllo, studiate ed osservante nell’ambito di

questo monitoraggio costiero al fine di verificare l’insorgere di un eventuale fenomeno di tossicità.

Ultimo aspetto indagato nell’ambito di questo monitoraggio costiero riguarda il processo di

formazione di masse mucillaginose che spesso può manifestarsi lungo la colonna d’acqua. Le

mucillagini sono costituite da circa il 90 - 95% di acqua. La parte organica è formata principalmente

da componenti di natura monosaccaridica e polisaccaridica. La componente algale è spesso

associata alla presenza di alcune diatomee e dinoflagellati. La maggior parte delle mucillagini

possono localizzarsi a differenti profondità soprattutto all’altezza del picnoclino. Le condizioni

climatiche, come elevate temperature dell’acqua, assenza di venti, mare calmo e stabilità lungo la

colonna d’acqua sono i principali fattori che possono influire nella formazione delle mucillagini. Le

mucillagini normalmente appaiono in estate nel periodo compreso tra luglio e settembre e la loro

formazione sembra essere dovuta ad un’alterazione nell’equilibrio del rapporto N/P. Questo

squilibrio può provocare un cambiamento nella composizione e nel metabolismo delle microalghe,

soprattutto di alcune diatomee, favorendone la produzione di essudati mucillaginosi.

Pertanto, tenendo continuamente e costantemente sotto controllo il mare, punto di arrivo

finale di tutti fattori di inquinamento, sarà possibile definire ed attuare le politiche di risanamento e

valorizzazione delle zone costiere e salvaguardare la salute umana così come quella di ogni

organismo marino.

Campionamento

Le operazioni di campionamento delle acque costiere sono state effettuate a cadenza mensile

nei seguenti punti di prelievo:

- 500 m. e 3000 m. al largo della foce del fiume Pescara;

- 500 m. e 3000 m. al largo della foce del fiume Alento;

- 500 m. e 3000 m. al largo del porto di Ortona;

- 500 m. e 3000 m. lungo un transetto ortogonale che partendo da Ortona arriva fino alla torre

a mare Posidonia (Francavilla) (Fig.1).

I campioni di acqua di mare sono stati prelevati sia a 0.5 m dalla superficie, per lo studio dei

parametri chimico-fisici, della clorofilla a e delle conte algali di fitoplancton totale, e sia mediante

Page 19: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

18

l’uso del retino da fitoplancton, in superficie e lungo la colonna d’acqua, al fine di verificare

l’insorgere di fenomeni di abbondanza di alghe tossiche.

Fig. 1 - Area di ricerca

Materiali e Metodi

A bordo dell’imbarcazione, per ogni stazione e al momento del prelievo, cioè in situ, sono

stati effettuati i seguenti rilevamenti:

1 - Dati geografici:

- denominazione del punto di campionamento, nome della stazione di prelievo e sua distanza da

costa es: Alento 500 m;

- coordinate geografiche rilevate mediante l’impiego del GPS (Global Position System) Garmin

GPS45.

2 - Dati meteo-marini:

- profondità del fondale, misurata con ecoscandaglio;

- direzione e velocità del vento;

- temperatura dell’aria;

Page 20: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

19

- pressione barometrica;

- visibilità.

3 - Dati chimico-fisici (a 0.5 m dalla superficie) (Figure 2, 3, 4, 5 e 6)

- temperatura dell’acqua;

- salinità e/o conducibilità elettrica;

- ossigeno disciolto. I risultati vengono registrati sia in mg/l sia in percentuale di saturazione, che

tiene conto della pressione, della temperatura e della salinità;

- pH;

- trasparenza, rilevata mediante utilizzo di Disco Secchi. 4- Dati nutrizionali:

- determinazione, per il momento, della clorofilla a.

Analisi di laboratorio

Le analisi di laboratorio riguardano le determinazioni dei nutrienti, quali azoto ammoniacale,

azoto nitrico, azoto nitroso, silicati, ortofostati, fosforo totale, e della clorofilla a. Al momento sono

state eseguite esclusivamente le analisi relative alla determinazione della clorofilla a in acqua di

mare (Figura 7). La determinazione di tutti i nutrienti deve essere, comunque, effettuata su

campioni di acqua tal quale raccolti, per ogni stazione, a 0.5 m di profondità grazie all’impiego di

una pompa aspirante, seguendo le metodiche riportate in Standards Methods (APHA-AWWA-

WPCF, 1985).

- Clorofilla a :

La determinazione della clorofilla a è stata effettuata con un metodo chimico (Strickland & Parsons,

1972) attraverso un’estrazione organica con acetone al 90% e letture spettrofotometriche a differenti

lunghezze d’onda (630, 645, 665 e 750 nm).

Studio del fitoplancton

Analisi dei campioni prelevati senza l’uso del retino.

I campioni prelevati senza l’uso del retino sono stati utilizzati per la stima della densità

fitoplanctonica (cellule · L-1). Tali campioni sono stati prelevati a 0,5 m. dalla superficie a bordo

dell’imbarcazione mediante pompa aspirante e secondo le metodiche standard riportate in Nova

Thalassia; 1990.

Page 21: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

20

Tale determinazione viene eseguita al fine di individuare la presenza di un eventuale

fenomeno di bloom algale o fioritura algale nelle acque di mare che spesso si presenta a seguito di

un ricco apporto nutrizionale da parte di foci fluviali. Nella tabella 1, infatti, sono stati rappresentati

gli eventi di fioriture algali e fenomeni di comparsa delle mucillagini nei differenti mesi di

campionamento.

L’osservazione ed il conteggio del fitoplancton totale è stato effettuato allo scopo di

individuare l’intera comunità fitoplanctonica presente con particolare attenzione alla presenza

/assenza di specie tossiche le quali, in condizioni favorevoli, potrebbero originare fenomeni di HAB

(fioriture algali pericolose). Le specie tossiche indagate sono quelle sopra citate appartenenti alla

classe delle diatomee e dei dinoflagellati: genere potenzialmente tossico Pseudo-nitzschia spp.,

genere tossico Dinophysis spp., Alexandrium minutum, Gonyaulax spinifera; Lingulodinium

polyedrum; Prorocentrum minimum; Prorocentrum lima e Protoceratium reticulatum.

Analisi dei campioni prelevati con l’uso del retino per fitoplancton

I campioni prelevati con l’uso del retino sono molto importanti qualora si debbano identificare e

studiare particolari tipi di microalghe. Nel caso di specie tossiche, il retino per fitoplancton è l’unico

strumento capace di concentrarle. Infatti, essendo organismi che, in condizione di non fioritura, si

trovano in minor numero, <20cells/L, rispetto al fitoplancton totale, essi andrebbero dispersi se

fossero campionati tal quale e non potrebbero essere identificati e studiati. Inoltre il retino ha la

capacità di non rovinare le cellule fitoplanctoniche e mantenerle intatte al momento del prelievo.

Le specie potenzialmente tossiche indagate sono le stesse sopra citate. I campioni di retinata

superficiale sono stati utilizzati per l’identificazione della loro presenza/assenza mentre quelli

prelevati lungo tutta la colonna d’acqua sono stati presi in considerazione per il conteggio effettivo

delle specie potenzialmente tossiche presenti lungo l’intero volume d’acqua prelevato.

Vengono di seguito riportati i risultati ottenuti in questo primo periodo semestrale di

monitoraggio costiero:

Page 22: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

21

RISULTATI

PARAMETRI CHIMICO-FISICI

Figure 2 e 3

I mesi contrassegnati da un asterisco rappresentano eventi di fioriture algali di specie specifiche

Page 23: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

22

Page 24: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

23

ANALISI DI LABORATORIO

Fig. 7

STUDIO DEL FITOPLANCTON

Tabella 1 - Fioriture e comparsa di mucillagini verificatesi durante il periodo di monitoraggio

MESI FIORITURE (valori medi in cellule/L) EVENTI MUCILLAGINOSI

maggio-07 / comparsa mucillagini (presenza di Cylindrotheca closterium nelle acque)

giugno-07 / /

luglio-07 Chaetoceros spp. (6.4 · 105) /

agosto-07 / /

settembre-07 Thalassionema spp. (5.8 · 105) /

ottobr-07 / comparsa mucillagini (presenza di Cylindrotheca closterium nelle acque)

Fitoplancton tossico e potenzialmente tossico

Vengono di seguito rappresentate le abbondanze cellulari delle specie tossiche e potenzialmente

tossiche campioni prelevati senza l’uso del retino (prelevate a 0.5 m dalla superficie) e di retinate

lungo la colonna d’acqua.

I dati sono stati rappresentati come medie mensili delle nove stazioni di campionamento al fine di

osservare le relazioni fra le abbondanze cellulari nei due differenti tipi di campionamento (Figura 9)

Page 25: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

24

Le specie tossiche e potenzialmente tossiche indagate sono quelle sopra citate ossia: Alexandrium

minutum; Dinophysis spp., Gonyaulax spinifera; Lingulodinium polyedrum; Prorocentrum lima;

Prorocentrum minimum; Protoceratium reticulatum e Pseudo-nitzschia spp.

Da come si può osservare si denota un aumento delle abbondanze cellulari effettuate mediante l’uso

del retino da fitoplancton rispetto al campionamento senza retino data l’elevata attendibilità nell’uso

del retino da fitoplancton nel caso di specie presenti in acqua in minor quantità.

Fig. 8

I mesi contrassegnati da un asterisco rappresentano eventi di fioriture algali specie-specifiche

CONCLUSIONI

Dai risultati ottenuti riguardanti il monitoraggio lungo il tratto di costa studiato in questo

primo semestre si è osservato che gli andamenti dei parametri chimico-fisici (temperatura, salinità,

ossigeno disciolto, pH) e della trasparenza sono stati influenzati dai contributi nutrizionali presenti

nelle acque di mare e quindi dalla presenza o assenza di un processo eutrofico che successivamente

ha dato origine ad un fenomeno di fioritura algale.

Per quanto riguarda il parametro della trasparenza (Fig. 2), elevati valori, compresi tra i 13 e

i 16 metri, si sono verificati soprattutto in primavera-estate ed anche in periodi immediatamente

seguenti la scomparsa di mucillagini.

I valori di pH, (Fig. 3), che in media si aggirano sulla costa a 8.1 - 8.3, sono influenzati dai

blooms algali e dai fenomeni eutrofici. Infatti, bruschi incrementi di pH, compresi tra 0.6 e 0.8,

Page 26: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

25

sono associati a tali eventi e si sono verificati proprio in corrispondenza di abbondanti fioriture

algali come nei mesi di luglio e settembre.

Per quanto riguarda invece il parametro della temperatura (Fig. 4), esso ha seguito

andamenti stagionali ossia crescenti nei mesi estivi (valore medio di 24 1°C) e decrescenti nei

mesi autunnali (valore medio di 13 1°C).

L’andamento dell’ossigeno disciolto è stato influenzato dai processi di blooms algali dato

che, in queste occasioni proprio grazie ai fenomeni fotosintetici, tale parametro tende ad

incrementare. L’andamento dell’ossigeno disciolto, pertanto, si è presentato direttamente

proporzionale a quello della clorofilla a. Elevati valori di ossigeno disciolto e, quindi a sua volta

anche della clorofilla a, si sono presentati in corrispondenza di fioriture algali più eclatanti come nei

mesi di luglio e settembre 2007 (Figure 5 e 7).

I valori di salinità lungo la costa, infine, sono stati fortemente influenzati dal regime dei

fiumi locali. Diminuzioni di salinità si sono verificati infatti nei mesi di giugno e settembre

coincidenti con i fenomeni di fioriture algali. Si denota però un incremento nei valori di salinità

rispetto ai dati medi del Mare Adriatico a causa di fattori antropici.

Per quanto riguarda gli studi sulla popolazione fitoplanctonica totale (soprattutto data dalle

classi Bacillariophyceae e Dinophyceae) osservata in questi mesi di monitoraggio lungo la costa

abruzzese e descritta in tabella 1, sono stati rappresentati gli eventi di fioriture algali in scala

temporale ed, in corrispondenza, la presenza o assenza di un evento mucillaginoso. È da notare che

nei mesi in cui si è verificata la comparsa delle mucillagini è stata sempre presente la specie

Cylindrotheca closterium (diatomea) sia in campioni di acqua di mare che in campioni di

mucillagine osservati al microscopio. Tale microalga, infatti, è considerata una delle maggiori

specie responsabili della produzione di polisaccaridi extracellulari che possono portare alla

formazione del muco.

Lo studio sul fitoplancton è stato approfondito attraverso un’analisi dei generi e delle specie

tossiche e potenzialmente tossiche nel periodo caratterizzante l’area di studio di questo primo

periodo semestrale. Dai grafici in figura 8 si osserva che i campioni effettuati mediante l’uso del

retino da fitoplancton lungo la colonna d’acqua hanno evidenziato una maggiore concentrazione

cellulare di specie tossiche e potenzialmente tossiche rispetto ai campioni prelevati senza retino

ossia a 0.5 m dalla superficie, e questo è denotabile in tutti i mesi di campionamento. I dati sono

stati rappresentati come medie mensili delle nove stazioni dei campionamento. Tra i generi e le

specie tossiche e potenzialmente tossiche analizzate, il genere potenzialmente tossico più

abbondante è stato Pseudo-nitzschia spp. (Bacillariophyceae) di cui alcune specie sono responsabili

della produzione della tossina chiamata acido domoico la quale, se accumulata attraverso le catene

alimentari, può raggiungere l’uomo e provocare la sindrome ASP (Amnesic Shellfish Poisoning) il

cui sintomo principale è l’amnesia. Oltre al genere Pseudo-nitzschia anche il genere potenzialmente

tossico Dinophysis (Dinoflagellato) è stato abbondante ma la sua maggiore presenza si è

concentrata nei periodi estivi con temperature dell’acqua di mare medio-alte. Seguono, come ordine

di abbondanza cellulare, la specie Prorocentrum minimum presente in tutti i sei mesi di

campionamento, la specie Lingulodinium polyedrum (Dinoflagellato) e la specie Protoceratium

reticulatum anch’essi maggiormente presenti nei periodi estivi; Alexandrium minutum

(Dinoflagellato) nei mesi di giugno ed agosto ed infine la specie Prorocentrum lima riscontrata per

la prima volta lungo le coste abruzzesi nel mese di giugno all’interno del porto di Ortona ed a 500

m dalla costa della stessa città. La notizia di tale ritrovamento, effettuato per l’appunto dal

Page 27: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

26

Consorzio Mario Negri Sud in collaborazione con la Posidonia s.r.l., è stata anche divulgata sui

giornali locali del mese di luglio.

La presenza di tale microalga nel porto di Ortona si è poi protratta nei mesi di luglio ed

agosto con concentrazioni comunque al di sotto dei limiti di allarme.

Tale specie, come sopra descritta, è responsabile della sindrome DSP che dà origine a sintomi

di tipo gastrointestinali sull’uomo a seguito dell’ingestioni di molluschi contaminati.

Infine, il Centro di Scienze Ambientali del CMNS e Posidonia s.r.l. a seguito della nascita del

progetto relativo al monitoraggio costiero, hanno istituito un portale di facile utilizzo per tutta la

popolazione, scientifica e non, contenente i dati relativi le condizioni chimico-fisiche e biologiche

della costa in esame, con eventuale presenza di fenomeni di blooms algali e comparsa delle

mucillagini. Il portale viene aggiornato mensilmente, dopo il campionamento mensile:

http://www.negrisud.it/ambiente/acquemarine/

Per eventuali informazioni il contatto è il seguente: [email protected]

RICERCHE NEL MARE D’ABRUZZO DAL 2008 AL 2012

COLLABORAZIONE CSA (CENTRO DI SCIENZE AMBIENTALI - CONSORZIO

MARIO NEGRI SUD) E POSIDONIA S.R.L.

La presente relazione fa riferimento alle principali attività in campo marino che il Centro di Scienze

Ambientali del Consorzio Mario Negri Sud svolge in collaborazione con la Posidonia s.r.l. di

Pescara.

Esse fanno riferimento al monitoraggio costiero lungo la costa abruzzese al fine di controllare lo

stato di salute del nostro tratto di Mare Adriatico.

La pratica principale da attuare per poter controllare il mare è, appunto, il monitoraggio costiero.

Per monitoraggio si intende un continuo controllo dei parametri chimico- fisici e nutrizionali

dell’acqua di mare.

I punti di prelievo vengono effettuati nei pressi delle principali foci fluviali dato che essi

rappresentano maggiormente i veicoli principali delle fonti inquinanti.

Un secondo monitoraggio invece viene effettuato lungo il litorale abruzzese, nei pressi delle aree

portuali, lungo le coste rocciose e nelle zone in cui lo specchio d'acqua marina si presenta stagnante

(Fig.1). Tali zone infatti, sono spesso caratterizzate dalla presenza di microalghe tossiche

epibentoniche (ossia aderenti ai differenti substrati come rocce, macroalghe, detriti e sedimenti)

dannose sia per l'uomo e dunque per la balneazione che per gli organismi marini presenti in quel

determinato ambiente.

Page 28: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

27

Fig. 1 - Area di ricerca

L’area di ricerca di cui si occupa il CSA è quella della costa abruzzese ed in particolar modo quella

antistante i maggiori fiumi, zone portuali e rocciose della nostra costa ed interessanti le città di

Pescara, Francavilla, Ortona, San Vito, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Val di Sangro e Vasto.

Dettagliatamente le stazioni di monitoraggio sono le seguenti:

Porto di Pescara;

Stazione Pescara a 500 m dalla costa;

Stazione Pescara a 3000 m dalla costa;

Stazione Francavilla a 500 m dalla costa;

Stazione Francavilla a 3000 m dalla costa;

Piattaforma Posidonia ove è presente un impianto di mitilicoltura;

Porto Ortona;

Stazione Ortona a 500 m dalla costa;

Stazione Ortona a 3000 m dalla costa;

Molo San Vito;

Molo Fossacesia;

Porto Vasto.

Page 29: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

28

I parametri chimico-fisici che vengono analizzati sono: trasparenza, temperatura dell’acqua,

salinita, ossigeno disciolto e pH. I parametri nutrizionali, invece, sono i nutrienti inorganici, spesso

veicolati dai fiumi, derivanti dai composti dell’azoto e del fosforo, nonchè il parametro della

clorofilla a.

Tali parametri vengono analizzati per controllare lo stato di salute dell'acqua di mare e per prevenire

le principali fonti di inquinamento a cui il Mare Adriatico è spesso soggetto e cioè: il fenomeno

dell'eutrofizzazione, il fenomeno di fioriture di microalghe tossiche dannose all'uomo ed infine,

ultimo ma non meno importante, l'insorgenza di eventi mucillaginosi.

Per eutrofizzazione si intende un ambiente ricco di nutrienti inorganici, deriva dal greco eutrophia

(eu = "buono", trophòs = " nutrimento").

I nutrienti inorganici in questione sono rappresentati dai composti dell’azoto (N) e del fosforo (P).

L’azoto è il principale elemento presente nei fertilizzanti, maggiormente usati in agricoltura; il

fosforo invece è spesso contenuto nei detersivi. Il dilavamento dei suoli, spesso a seguito di un

evento piovoso, e lo scarso uso di impianti di depurazione fa sì che questo carico nutrizionale si

riversi, tramite i fiumi, nel nostro mare, generando successivamente una serie di fenomeni

concatenanti come appunto il fenomeno eutrofico (ricco carico di nutrienti) e successiva formazione

di un blooms algale (o fioritura microalgale).

La fioritura algale avviene quando gli organismi fotosintentici (che in mare sono rappresentati dal

fitoplancton) trasformano la sostanza inorganica presente in soluzione (e dunque i composti

derivanti dall’azoto e dal fosforo) in sostanza organica, per il semplice fenomeno della fotosintesi.

L’energia che ne deriva da questo processo, viene utilizzata dagli stessi organismi per la propria

riproduzione (che negli organismi unicellulari viene espressa mediante divisione cellulare o mitosi)

e per il proprio accrescimento, sia in numero di organismi appunto, che in taglia. Raggiunta la fase

di crescita esponenziale, essi effettuano il processo inverso alla fotosintesi ossia quello della

respirazione cellulare, sottraendo l’ossigeno all’acqua e provocando successivamente il fenomeno

anossico ed ipossico ossia assenza o scarsa quantità di ossigeno in acqua danneggiando gli

organismi marini che vi abitano.

Dunque il fenomeno dell’eutrofizzazione è appunto considerato uno dei principali problemi che

affliggono il Mare Adriatico poiché l’effetto finale che ne scaturisce è la mancanza di ossigeno in

acqua con successiva moria di pesci e di tutti gli organismi marini soprattutto di quelli che vivono

sul fondo (organismi bentonici).

Fig. 2 - Fenomeno di anossia in acqua con successiva moria dei pesci

Page 30: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

29

L'aspetto più preoccupante di un bloom algale avviene quando gli organismi interessati nel processo

di fioritura sono le microalghe produttrici di potenti biotossine dannose all’uomo e cioè le

microalghe tossiche (HAB, Harmful Algal Bloom – fioriture algali tossiche). Le tossine prodotte

dalle microalghe tossiche in fioritura, infatti, essendo liposolubili, idrosolubili e termostabili, non

vengono distrutte con la cottura dei molluschi filtratori che le accumulano e perciò possono

raggiungere l’uomo provocando anche la morte di chi se ne ciba. L’aspetto tossicologico di un

fenomeno HAB risulta ancor più aggravato dal fatto che seri problemi di salute pubblica si possono

avere anche con concentrazioni di cellule/litro dell’ordine delle migliaia o anche centinaia, ben

lontane dai milioni di cellule/litro di fioriture di specie non tossiche. Le cause che provocano questi

fenomeni di fioritura algale, però, sono in gran parte sconosciute. Tra queste non bisogna

dimenticare le condizioni meteo marine riguardanti ad esempio la stabilità della colonna d’acqua.

Un effetto inquinante importante infatti è l’effetto serra. Anche il Mare Adriatico da anni sta

risentento, il maniera delicatamente crescente, di questo evento. Il Mar Mediterraneo,così come i

suoi bacini più piccoli, è uno dei mari più salati ma, nonostante questa sua peculiare caratteristica, il

suo valore è leggermente incrementato a seguito dell’aumento delle evaporazioni piuttosto che delle

precipitazioni. Il parametro della temperatura è più elevato rispetto agli ultimi decenni così come

anche il parametro della salinità e del pH. Questo può dare origine alla tropicalizzazione dei mari,

con seguita comparsa di specie alloctone sia ittiche che microalgali molte di queste tossiche, e

all’incremento nella formazione di masse mucillaginose.

La tropicalizzazione è dovuta all’insediamento di specie alloctone provenienti da mari tropicali

proprio a causa dell’effetto serra e del successivo incremento delle temperature dell’acqua. Molte

specie ittiche, a seguito dell’apertura del canale di Suez, hanno colonizzato i nostri mari ed hanno

iniziato ad insediarsi prepotentemente nelle differenti catene trofiche, a scapito di specie autoctone.

Oltre alle specie ittiche, in questi ultimi decenni si è verificato un incremento delle specie

microalgali di provenienza alloctona. Esse, trovando un ambiente a loro favorevole proprio a causa

dell’incremento delle temperature dell’acqua, riescono ad ambientarsi ed a proliferare generando

fioriture. Molte di esse sono tossiche come la specie Ostreopsis ovata e Prorocentrum lima

provenienti dal Mare del Giappone. I principali vettori sono le imbarcazioni e le loro acque di

sentina le quali vengono riversate successivamente nei nostri mari proprio in prossimità delle aree

portuali.

Ad Ortona infatti, il primo fenomeno di comparsa di specie alloctona microalgale proveniente dal

mare del Giappone si è verificato nell’estate 2007 con la presenza della specie Prorocentrum lima

proprio all’interno dell’area portuale di Ortona ed a 500 m dalla sua costa. Si tratta di un

dinoflagellato tossico le cui tossine da esso prodotte generano sull’uomo dolori gastrointestinali, a

seguito dell’ingestione di molluschi contaminati. Fortunatamente tale specie non ha generato un

fenomeno di fioritura algale pericolosa meglio conosciuto con il nome di HAB.

Nell’estate 2008 invece, si è osservata per la prima volta lungo le nostre coste abruzzesi la

comparsa della specie Ostreopsis ovata (dinoflagellato tossico). Si tratta di una specie che produce

aerosol tossico e la sua esposizione può provocare sintomi quali dermatiti, faringiti, laringiti,

broncocostrizioni.

Fortunatamente anche tale specie non ha generato nessun fenomeno HAB lungo le nostre coste e

nessun fenomeno di intossicazione.

A partire dalle estati 2007 e 2008 in cui si sono verificati i primi avvistamenti di queste specie

tossiche microalgali lungo le nostre coste, esse, successivamente, sono state sempre rinvenute nelle

estati successive e cioè 2009, 2010 e 2011 nelle stazioni di campionamento sovracitate.

Page 31: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

30

Fig. 3 - Ostreopsis ovata

Fig. 4 - Prorocentrum lima

Ultimo fenomeno preoccupante che affligge il Mare Adriatico è quello dell'insorgenza delle

mucillagini.

La presenza e l’origine della mucillagine lungo le coste adriatiche è riconducile a molteplici fattori

che agiscono sinergicamente tra loro. Quelli più accreditati sono riconducibili a fenomeni

ambientali, meteorologici, chimici e biologici che caratterizzano il mare Adriatico. In particolar

modo, il ruolo dei nutrienti inorganici derivanti da trasporti fluviali sia locali che dal Po sono di

notevole importanza per l’origine e la formazione degli aggregati mucillaginosi. Le mucillagini

normalmente appaiono in estate nel periodo compreso tra luglio e settembre e la loro formazione

sembra essere dovuta ad un’alterazione nell’equilibrio del rapporto N/P. Questo squilibrio può

provocare un cambiamento nella composizione e nel metabolismo di microalghe, soprattutto di

alcune diatomee, favorendone la produzione di essudati mucillaginosi.

Inoltre, la comparsa delle mucillagini rappresenta un’ulteriore concausa dell’effetto serra. Esse si

presentano a seguito di uno stress ambientale nell’acqua di mare con successiva formazione di

C. Ingarao

C. Ingarao

C. Ingarao C. Ingarao

Page 32: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

31

polisaccaridi extracellulari. Tali polisaccaridi possono aggregarsi, sino a formare stringhe e poi

successive mucillagini, quando si verificano fenomeni sinergici come aumento appunto della

temperatura media stagionale, formazione di picnoclini lungo la colonna d’acqua e assenza di

correnti.

La deposizione degli aggregati gelatinosi può causare effetti dannosi sugli organismi. In presenza di

un forte accumulo di mucillagine sul fondale, si ha la conseguente moria di molti di organismi, a

seguito del soffocamento dovuto ad un intasamento delle vie respiratorie. Per quanto riguarda

invece l’aspetto igienico sanitario delle mucillagini, esse potrebbero costituire un problema di tipo

igienico-sanitario per la balneazione (è quanto emerge da una ricerca dell’Istituto Superiore della

Sanità). Eventuali controindicazioni, in questo caso, non sono dovute direttamente alla presenza di

mucillagini, bensì all’effetto “filtro” che queste esercitano: possono inglobare tossine e sostanze

chimiche che potrebbero causare danni a chi viene a contatto diretto con gli aggregati contaminati

(ANSA-Roma, 2000). Inoltre le mucillagini creano l’habitat ideale per la proliferazione di batteri,

anche patogeni, già presenti nell’acqua di mare, con possibili danni alle biocenosi marine (alcuni

organismi potrebbero poi essere consumati dall’uomo) e alla salute dei bagnanti. Per quanto

riguarda invece gli effetti delle mucillagini sull’attività di pesca e maricoltura, da indagini effettuate

tra pescatori e subacquei, è risultato che le mucillagini danneggiano le reti, anche gravemente. Esse

possono essere catturate dalle maglie sia meccanicamente sia aderendovi grazie all’attrazione

dovuta a tensioattività chimico-fisica tra le superfici di contatto. Infine, per quanto riguarda gli

aspetti negativi riscontrati sull’attività turistica è apparso evidente come nel periodo 1988-1991,

periodo di maggiore presenza della mucillagine, vi siano state pesanti flessioni rispetto alle medie

annuali delle presenze turistiche.

Fig. 5 - Nube a livello del picnoclino (giugno 2004).

L’unico modo per poter prevenire e salvaguardare l’ambiente marino dai principali tipi di

inquinamento che affliggono il Mare Adriatico è quello di attuare periodicamente il monitoraggio

costiero.

Grazie al controllo periodico dei parametri chimico-fisici e nutrizionali dell’acqua di mare nonché

dello studio della massa fitoplanctonica, soprattutto di specie potenzialmente tossiche, è possibile

garantire una sicurezza maggiore all’ambiente marino costiero. Studi sulle mucillagini e sulle specie

Page 33: Posidonia per  l'Ambiente e la Ricerca

32

tossiche, affiancati da opportune uscite in mare, possono contribuire a scoprire ed a conoscere le

condizioni ottimali che ne determinano la loro formazione e sviluppo.

Per questo motivo il CSA ha allestito un portale di facile accesso, all’interno del quale vengono

inseriti tutti i dati mensili relativi al monitoraggio costiero con particolare attenzione al fenomeno

mucillaginoso ed ai processi di fioriture algali soprattutto di specie tossiche epibentoniche meglio

note con il termine HAB: www.negrisud.it/ambiente/acquemarine

Contact:

dr.Antonio Teodori

[email protected]

dr. Tommaso Pagliani

[email protected]

aggiornamento del 22 Agosto 2012