posidonia per l'ambiente e la ricerca
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L'impegno della Posidonia srl per l'Ambiente e la Ricerca scientificaTRANSCRIPT
CENTRO INTERNAZIONALE RICERCA & SVILUPPO ADRIATICO E MEDITERRANEO
POSIDONIA SRL PER L’AMBIENTE E LA RICERCA
1
Il Centro Internazionale di Ricerca & Sviluppo Mare Adriatico nasce nel 2009
su iniziativa di:
Members:
Consorzio Biotecnomares di Cagliari
Università di Genova –dipartimento di Biologia
Università di Bologna- Campus di Ravenna
Think tank
Visibility
Regione Abruzzo Provincia di Pescara Città di Pescara
L’assetto giuridico del CIRSAM si riconduce al Dipartimento Ricerca e Sviluppo del
Consorzio LINK
2
Posidonia per l’ambiente e la ricerca
La Società Posidonia a r.l., con sede legale in Pescara, è stata fondata nel 1992 con l’intento
di ideare, progettare, realizzare ed avviare a produzione un innovativo sistema di allevamento ittico
in mare che, alle esigenze produttive, unisse un uso responsabile dell’ambiente-mare. Tale senso di
rispetto ambientale ha infatti costantemente ispirato le scelte societarie sin dall’inizio della sua
attività:
- La decisione di collocare gli impianti distanti dalla costa ben km. 5,5, del tutto autonoma, fu
dettata dalla volontà di gravare il meno possibile sul panorama marino costiero. Nessun altro
allevamento ittico è così distante da terra.
- Le gabbie destinate ad ospitare il pesce non sono emergenti sul piano della superficie del
mare, ma sono collocate sul fondo, del tutto invisibili, e con gestione subacquea.
- La tecnologia usata è completamente automatizzata ed informatizzata, particolarmente atta ad
impedire sversamenti in mare di qualunque origine, limitando anche l’intervento degli addetti.
- L’osservanza costante del protocollo di corretto allevamento è stata confortata e confermata
negli anni dai risultati sempre positivi delle innumerevoli analisi delle acque circostanti
l’allevamento effettuate ogni 15 giorni, come da legge, dai veterinari di sorveglianza del
Servizio Veterinario della ULS di Chieti.
- La scelta della società che tutte le strutture principali avessero durata al minimo centenaria, ha
comportato l’uso di materiali di costruzione di particolare pregio, altamente resistenti alla
ossidazione e di conseguenza con nessun rilascio a mare di perdite o scolature.
Tale visione aziendale è validata da tutti gli Enti che hanno rilasciato negli anni parere
favorevole:
- 07\08\92 ULSS di Chieti - Servizio Veterinario (1°)
- 21\07\93 Regione Abruzzo - Settore Sanità-Servizio-Veterinario
- 16\08\93 Comando in Capo Dipartimento Militare Marittimo dell’Adriatico
- 14\09\93 Regione Abruzzo-Settore Urbanistico e Beni Ambientali
- 24\09\93 Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
- 24\09\93 Comune di Francavilla al Mare
- 28\09\93 Circoscrizione Doganale di Pescara
- 18\10\93 Ministero Beni Culturali e Ambientali-Soprintendenza B.A.A.A.S. Reg. Abruzzo
- 29\10\93 Unione Europea - Commissione delle Comunità Europee
- 25\01\04 Intendenza di Finanza di Chieti
- 04\06\94 Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Chieti
- 01\07\94 Repubblica Italiana - Atto di Sottomissione
- 07\09\95 Registro Italiano Navale
- 30\11\98 Repubblica Italiana - Atto Formale
- 04\06\02 ULSS di Chieti - Servizio Veterinario (2°)
- 12\12\08 Regione Abruzzo - Atto Suppletivo
E’ da sottolineare l’importanza del parere favorevole di un ente prestigioso come il Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici che, esaminando il progetto, lo ha approvato senza alcuna correzione.
Parimenti importante è stata la certificazione del Registro Navale Italiano, che ha controllato
e verificato il progetto fino nei più minuti particolari, ritenendolo per il 100% adeguato ai suoi rigidi
parametri di valutazione.
3
Le suddette certificazioni equivalgono alla migliore garanzia di qualità sia dei materiali usati,
sia delle metodiche di costruzione applicate.
………………………………………………
Nel 2006 Posidonia ha ceduto ad altra azienda l’allevamento, ma, conservando per sè le
strutture principali , ottenne dall’Autorità Competente tre nuove destinazioni d’uso che, aggiunte
alle due precedenti, portò a cinque il totale delle destinazioni d’uso consentite della torre e degli
impianti connessi. Tale situazione perdura tutt’oggi. Esse sono:
- attività di ricerca scientifica;
- attività di studio;
- attività didattica;
- allevamento ittico;
- allevamento di molluschi bivalvi.
I contatti della Posidonia s.r.l. con il mondo scientifico - accademico per varare alcuni
programmi comuni di studio e ricerca sull’ambiente - mare erano iniziati già nel 2003 con
l’Università di Teramo. Tanto che in data 18\12\2003 il Senato Accademico della detta Università
aveva formalizzato una proposta che però la società non aveva accettato ritenendola vaga ed
imprecisa.
Nel 2006 la Posidonia s.r.l. ed il Consorzio Mario Negri Sud - Centro di Scienze Ambientali
decisero di unire le rispettive competenze al fine di dare il miglior contributo per la tutela
ambientale del mare d’Abruzzo.
Nel 2007 fu sottoscritto un protocollo d’intesa dando vita ad un regolare e sistematico
monitoraggio delle acque del nostro mare, su base paritaria, totalmente autogestita ed
autofinanziata.
Tale attività congiunta dura tutt’ora ed i risultati conseguiti sono stati costantemente fonte di
grande soddisfazione e riconoscimenti da parte di prestigiosi enti scientifici europei ed
extraeuropei.
I RICONOSCIMENTI OTTENUTI DAI RICERCATORI DEL
PARTENARIATO MARIO NEGRI SUD - POSIDONIA S.R.L.
1) UNESCO – Commissione di Oceanografia Intergovernativa –
sulla sua rivista mondiale pubblica tre nostre ricerche:
- 2007 - C. Ingarao, G. Lanciani, C. Verri, T. Pagliani. 2007. First records of Prorocentrum lima in
Abruzzo Region coast, W Adriatic. Harmful Algal News, The Intergovernmental Oceanographyc
Commision of UNESCO. December 2007, 35: 10-12.
4
- 2009 - C. Ingarao, T. Pagliani. 2009. First presence of Ostreopsis cf. ovata (Dinophyceae) along
an area of Abruzzo coast (W Adriatic SEA). Harmful Algal News, The Intergovernmental
Oceanographyc Commision of UNESCO. Maggio 2009, 39: 4-5.
- 2010 - C. Ingarao, G. Lanciani, D. Di Iorio, M. Maione, T. Pagliani. 2010. Prorocentrum levis
and Coolia monotis in Abruzzo coastal waters (W Adriatic). Harmful Algal News, The
Intergovernmental Oceanographyc Commision of UNESCO. Maggio 2010, 41: 12-14.
2) II Simposio Internazione CNR IBIMET pubblica la nostra ricerca:
- C. Ingarao, G. Lanciani, C. Verri, A. Teodori, T. Pagliani. 2008. Primo evento di comparsa
della specie algale tossica Prorocentrum lima (Dinophyceae) lungo la costa abruzzese (W
Mare Adriatico). Napoli, 4-6 giugno, 2008 – pag. 130.
3) Marine Pollution Bullettin, 58, 596 – 600 pubblica la nostra ricerca:
- C. Ingarao, G. Lanciani, C. Verri, T. Pagliani. 2009. First record of Prorocentrum lima
(Dinophyceae) inside harbor areas and along the Abruzzo region coast, W Adriatic.
4) 40° Congresso S.I.B.M. Società Italiana Biologia Marina pubblica la nostra
ricerca:
- C. Ingarao, G. Lanciani, A. Teodori, T. Pagliani. 2009. Prima comparsa di Ostreopsis cfr.
ovata (Dinophyceae) lungo le coste abruzzesi (W Mare Adriatico). Abstracts di Biologia Marina
Mediterranea, pp 147-148.
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5) 39° European Conference CIESM – Commission Internationale pour
l’Exploration Scientifique del la Mer Mediterranèe. Venezia 10 - 14 maggio 2010 pubblica la nostra
ricerca:
- C. Ingarao, T. Pagliani. 2010. Tropical harmful phytoplantkton species along Abruzzo coast (W
Adriatic). Abstract CIESM 2010 pp. 88.
6) 14th World Conference International on Harmful Algae
(ICHA). Creta 1 - 5 Novembre 2010 pubblica la nostra ricerca:
- C. Ingarao, T. Pagliani. 2010. HA and HAB along Abruzzo coast from 2007 to 2010: correlations
with environmental factors and new reports. Abstract ICHA pp. 156.
7) Università di Liverpool – pubblica sulle Harmful Algae il nostro
servizio sulla Ostreopsis ovata da noi rinvenuta nel mare d’Abruzzo.
……………………………………………
In data 7 Agosto 2011 il Premio Abruzzo per l’Ambiente è stato conferito ai ricercatori: - dott. Tommaso Pagliani - dott.ssa Cristina Ingarao
per il loro contributo alla ricerca per l’Abruzzo grazie alle loro scoperte effettuate nell’ambito del partenariato Mario Negri Sud e Posidonia s.r.l.
……………………………………………
Nessun altro ente o azienda abruzzese,su base autofinanziata al 100% , operante
nel campo della tutela ambientale
del nostro mare ha mai operato a questi livelli né ha mai ricevuto
tali riconoscimenti
……………………………………………
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In considerazione della qualità del lavoro espressa dal Mario Negri Sud e dalla Posidonia
s.r.l., il C.N.R. – Istituto Ismar di Lesina ha accettato successivamente di condividere con noi parte
del lavoro e di collaborare alla preparazione e stesura di vari progetti tesi alla salvaguardia di alcune
specie vegetali ed animali tra le più rappresentative del Mare Adriatico, a forte rischio di scomparsa
o per eccessivo sforzo di pesca o per compromissione del loro habitat derivante dalla
antropizzazione del mare.
I due illustri enti scientifici hanno elaborato i progetti, prevedendo la collaborazione operativa
e l’uso degli impianti a mare della Posidonia s.r.l.
I progetti in questione già pronti ed operativi sono:
1) Riproduzione e semina in mare di esemplari di vongola nostrana a fini di reintegro degli
stock della pesca (a cura del C.N.R. - Ismar).
2) Riproduzione e semina in mare di esemplari di scampo a fini di reintegro degli stock della
pesca (a cura del Consorzio Mario Negri Sud).
3) Riproduzione e reimpianto di piante ed alghe tipiche del Mare Adriatico per il ripristino dei
fondali originari a rischio scomparsa (a cura del C.N.R. – ISMAR e del Consorzio Mario Negri Sud.
4) Riproduzione e semina in mare di esemplari di pinna nobilis a fini di salvaguardia della
specie a rischio estinzione (a cura del C.N.R. – Ismar e del Consorzio Mario Negri Sud)
5) Monitoraggio della presenza e consistenza dei grandi cetacei nel mare d’Abruzzo (a cura del
Consorzio Mario Negri Sud).
6) Riproduzione e semina in mare di esemplari di astice a fini di salvaguardia della specie a
rischio estinzione (a cura del Consorzio Mario Negri Sud).
7) Riproduzione e semina in mare di esemplari di magnosa a fini di salvaguardia della specie
a rischio estinzione (a cura del Consorzio Mario Negri Sud).
8) Riproduzione e semina in mare di esemplari di granchio favollo a fini di salvaguardia della
specie a rischio estinzione (a cura del Consorzio Mario Negri Sud).
9) Riproduzione e semina in mare di esemplari di tellina a fini di reintegro degli stock della
pesca (a cura del C.N.R. - Ismar).
(Da notare che la U.E. ha vietato la pesca di tale mollusco in tutto il Mediterraneo. Una
misura estrema molto severa e dannosa economicamente che si sarebbe potuto evitare con una
tempestiva azione di reintegro come da progetto del C.N.R. con l’ausilio delle strutture a mare della
Posidonia s.r.l.).
(Da notare ancora che una simile misura è temuta nei prossimi mesi a carico della vongola
nostrana. Ciò comporterebbe enormi danni economici al mondo della pesca, compresa la perdita di
lavoro per le tante migliaia di addetti a tale attività diffusa in tutto l’Adriatico).
……………………………………………….
Progetto “D.A.M.A.C.” – Regione Marche
Il progetto è stato elaborato e realizzato, nella sua prima fase, dalla Regione Marche, unitamente
alla Contea di Zara, nell’ambito di una Iniziativa Italo Croata per la Difesa Ambientale del Mare
Adriatico, grazie ad un finanziamento ottenuto nell’ambito della normativa PIC INTERREG III A
Transfrontaliero Adriatico. Si propone di seguire con mezzi ottici innovativi e radar computerizzati
tutte le navi in navigazione nell’Adriatico allo scopo di accertare e sanzionare ogni forma illegale
ed abusiva di scarico a mare. Il citato finanziamento ha riguardato la creazione delle strutture
7
necessarie a mettere sotto controllo il mare marchigiano ed il corrispondente mare croato. Entrate
da poco nel pieno della loro funzionalità, hanno subito dimostrato tale efficacia, da invogliare le
Autorità Marchigiane e Croate ad estendere identica sorveglianza al mare abruzzese ed al suo
corrispondente croato, per coprire per intero il Mare Adriatico Centrale.
Con questo proposito le dette Autorità Marchigiane hanno richiesto alla Posidonia s.r.l. la
disponibilità ad usare parte delle sue strutture a mare per ospitare i macchinari necessari per ripetere
il Progetto DAMAC nelle nostre acque, naturalmente con il coinvolgimento della Regione Abruzzo
per la stesura e la presentazione del relativo progetto alle Autorità Europee per ottenerne il
necessario finanziamento.
……………………………………………….
Progetto di delocalizzazione sulla nostra torre a mare Posidonia
delle antenne di San Silvestro Colle di Pescara.
Soluzione innovativa ed originale, e replicabile nelle tante similari situazioni, di un problema
diffuso in molte aree di zone costiere densamente popolate. Risolve alla radice ogni forma di
inquinamento elettro-magnetico. Il progetto è stato realizzato dall’Università di L’Aquila dietro
incarico ufficiale e specifico della Regione Abruzzo.
Comune di Pescara e Regione Abruzzo si stanno battendo da anni per allontanare da San
Silvestro le antenne rai - tv, venendo incontro alle pressanti richieste della popolazione residente in
zona. Di recente l’Autorità Italiana per la Gestione delle Comunicazioni ha escluso in modo
definitivo ed irrevocabile il sito di San Silvestro dal novero dei siti ufficiali italiani, inserendo al suo
posto il sito a mare con la torre Posidonia.
Posidonia ha partecipato alle riunioni ufficiali, offrendo alla UNIVAQ tutta la collaborazione
tecnica e professionale necessaria..
Posidonia auspica che tale progetto vada a buon fine. Non deve infatti essere sottovalutato il suo
valore di risanamento ambientale, in una situazione di compromissione per la pubblica salute
dovuta a fortissimo inquinamento elettro-magnetico, come dimostrato da innumerevoli misurazioni
dell’irraggiamento esistente in zona oltre ogni limite di legge.
……………………………………………..
Il naturale sbocco di una tale intensa attività di cura e attenzione per l’ambiente è stata la
costituzione di un ente scientifico fortemente strutturato che operi nel campo della tutela ambientale
in ambito marino, e non solo, sostenuto da qualificati enti scientifici e con il supporto degli
organismi pubblici più rappresentativi d’Abruzzo.
Con tale proposito è stata proposta la costituzione del CIRSAM – Consorzio Internazionale di
Ricerca e Sviluppo dell’Adriatico e Mediterraneo.
Ad esso hanno sinora aderito:
- Regione Abruzzo;
- Provincia di Pescara;
- Comune di Pescara;
- Università di Bologna – Campus di Ravenna
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- Università di Genova – Dipartimento di Biologia
- Consorzio Mario Negri Sud;
- Consorzio Link;
- Università di L’Aquila;
- Consorzio Biotecnomares di Cagliari;
- Posidonia s.r.l.
La complessa progettualità del CIRSAM si dispiega secondo 4 macrolinee:
A) Ricerca scientifica ed ambientale.
B) Ricerca e sperimentazione tecnologica nell’ambito delle telecomunicazioni, con
obiettivi mirati al disinquinamento elettromagnetico ed identificazione di aspetti di
egovernance connessi alla evoluzione tecnologica ed alla ricerca energetica.
C) Gestione dei sistemi trasportistici, prevenzione e monitoraggio rischi in una visione
transnazionale del mare Adriatico.
D) Piattaforma di raccordo tra Istituzioni, Università e Centri di Ricerca ed Imprese a
livello nazionale ed internazionale al fine di sviluppare sinergie nella R&S e I.C.T. con
particolare riguardo alla sperimentazione di nuove tecnologie connesse alla produzione di
energia rinnovabile
Ciascuna macrolinea ricomprende nel suo ambito una serie di singoli progetti specifici
attivati dai partecipanti al network di eccellenze. Come detto, ogni singolo progetto troverà quindi
la propria sostenibilità nell’ampio spettro di azione dei finanziamenti europei e della cooperazione
internazionale: Life+, FP, IPA, ENPI, SEE, MED, ecc.
Il CIRSAM in definitiva si propone come un grande centro di competenze che deve essere
strutturato con un sua metodologia finalizzata a:
- Ottimizzare i risultati di una ricerca applicata.
- Sperimentare sul campo le nuove tecnologie per la difesa del mare e dell’ambiente:
- Attrarre risorse e competenze in Abruzzo attraverso lo sviluppo e la promozione della
progettazione scientifica ed integrata in cui tutti i partner locali, nazionali ed internazionali
lavorino in sinergia:
- Offrire alle imprese uno strumento di crescita e di partecipazione al processo di
internazionalizzazione e di cooperazione internazionale.
- Stimolare la capacità di aggregazione interdisciplinare e promuovere la project capacity
building degli Associati stessi.
CIRSAM può essere il perno prodromico di una Università del Mare
9
Si elenca, di seguito, la produzione scientifica di maggior rilievo scaturita nell’ambito del
partenariato Mario Negri Sud - Centro di Scienze Ambientali e Posidonia s.r.l.:
1) PRIMO EVENTO DI COMPARSA DELLA SPECIE ALGALE TOSSICA PROROCENTRUM
LIMA LUNGO LA COSTA ABRUZZESE.
2) PRIMA COMPARSA DELLA SPECIE OSTREOPSIS OVATA LUNGO LE COSTE
ABRUZZESI.
3) RELAZIONE SULLE RICERCHE EFFETTUATE NEL MARE D’ABRUZZO
NELL’ANNO 2007
4) RELAZIONE SULLE RICERCHE EFFETTUATE NEL MARE D’ABRUZZO
NEGLI ANNI DAL 2008 AL 2012.
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PRIMO EVENTO DI COMPARSA DELLA SPECIE ALGALE TOSSICA
PROROCENTRUM LIMA (DINOPHYCEAE) LUNGO LA COSTA ABRUZZESE (W MAR
ADRIATICO).
INGARAO C.1, LANCIANI G.
1, VERRI C.
1, TEODORI A.
2, PAGLIANI T.
1
1 Centro di Scienze Ambientali – Consorzio Mario Negri Sud (CMNS) – S. Maria Imbaro (CH)
2 Posidonia s.r.l. (Allevamento, Depurazione e Spedizione Molluschi) – Pescara (PE) e-mail: [email protected]; tel: +39 0872 570425, fax: +39 0872 570416
Prorocentrum lima (Ehrenberg) Dodge, è una dinoflagellata marina, epifitica ed epibentonica
(Jackson et al., 1993). La sua distribuzione geografica è associata ad acque marine da tropicali a
temperate (Faust, 1991).
Il primo fenomeno di comparsa di questa specie algale tossica nel Mare Adriatico risale al 2006
lungo le coste romagnole (Pompei, comunicazione personale) ed anconetane (Congestri et al., 2006)
raggiungendo quelle abruzzesi nell’estate 2007.
L’attenzione per questa specie è dovuta al fatto che P. lima produce tossine DSP (Diarrhetic
Shellfish Poisoning) il cui sintomo maggiormente manifestato sull’uomo è quello di dolori
gastrointestinali a seguito dell’ingestione di molluschi contaminati.
Questo studio evidenzia, accanto alle altre specie fitoplanctoniche finora osservate, la presenza
della specie P. lima per la prima volta lungo le coste abruzzesi ed all’interno di aree portuali.
Il tratto di costa studiato è stato quello antistante le città di Pescara, Francavilla ed Ortona, a 500 m
ed a 3000 m dalla costa, nei mesi di giugno, luglio ed agosto 2007. Sono stati inoltre effettuati
prelievi mensili all’interno delle aree portuali di Pescara ed Ortona.
Accanto alla specie P. lima sono state studiate altre specie tossiche o potenzialmente tossiche quali:
Alexandrium minutum; Gonyaulax spinifera; Lingulodinium polyedrum; Prorocentrum minimum e
Protoceratium reticulatum; molte specie del genere Dinophysis; genere potenzialmente tossico
Pseudo-nitzschia.
Il campionamento costiero è stato effettuato sia a 0.5 m dalla superficie che mediante l’uso, per ogni
stazione, del retino da fitoplancton (maglia 10 μm) in superficie e lungo la colonna d’acqua. Il
campionamento nelle aree portuali, invece, è stato fatto esclusivamente a 0.5 m dalla superficie.
Il primo avvistamento di P. lima si è verificato nel mese di giugno all’interno del Porto di Ortona.
La sua concentrazione cellulare è stata di 4.8105 celluleL
-1.
Le condizioni chimico-fisiche al momento del prelievo sono state: 8.19 il pH; 24°C temperatura; 36
psu salinità; 7.8 mgL-1
ossigeno disciolto.
Nei mesi di luglio ed agosto la concentrazione cellulare di P.lima all’interno del porto di Ortona è
stata rispettivamente di 2.5105 e 5.010
4 celluleL
-1.
Le condizioni chimico-fisiche misurate sono state rispettivamente: 8.19 e 8.21 pH; 23 e 22°C
temperatura; 33.18 e 34.52 psu salinità; 7.8 e 7.6 mgL-1
ossigeno disciolto.
Accanto ad un decremento nell’abbondanza cellulare di P. lima all’interno del porto, si è verificato
un aumento di questa specie tossica nella zona esterna al porto fino al punto di stazione a 500 m da
costa in cui le concentrazioni cellulari in entrambi i mesi sono stati di 40 e 20 celluleL-1
.
Le condizioni chimico-fisiche di questo punto di prelievo, riscontrabili nei mesi di luglio e agosto,
sono state: 8.19 e 8.22 il pH; 25 e 22°C temperatura; 33.28 e 34.81 psu salinità; 7.9 e 7.6 mgL-1
ossigeno disciolto.
11
12
13
RAPPORTO SULLA RICERCA EFFETTUATA NEL 2007
NEL MARE D’ABRUZZO
INGARAO C.1, LANCIANI G.
1, VERRI C.
1, TEODORI A.
2, PAGLIANI T.
1
1 Centro di Scienze Ambientali – Consorzio Mario Negri Sud (CMNS) – S. Maria Imbaro (CH)
2 Posidonia s.r.l. (Allevamento Pesci e Molluschi) – Pescara (PE)
e-mail: [email protected]; tel: +39 0872 570425, fax: +39 0872 570416
Prorocentrum lima (Ehrenberg) Dodge, è una dinoflagellata marina, epifitica ed epibentonica
(Jackson et al., 1993). La sua distribuzione geografica è associata ad acque marine da tropicali a
temperate (Faust, 1991).
Il primo fenomeno di comparsa di questa specie algale tossica nel Mare Adriatico risale al 2006
lungo le coste romagnole (Pompei, comunicazione personale) ed anconetane (Congestri et al., 2006)
raggiungendo quelle abruzzesi nell’estate 2007.
L’attenzione per questa specie è dovuta al fatto che P. lima produce tossine DSP (Diarrhetic
Shellfish Poisoning) il cui sintomo maggiormente manifestato sull’uomo è quello di dolori
gastrointestinali a seguito dell’ingestione di molluschi contaminati.
Questo studio evidenzia, accanto alle altre specie fitoplanctoniche finora osservate, la presenza
della specie P. lima per la prima volta lungo le coste abruzzesi ed all’interno di aree portuali.
Con frequenza mensile viene studiato il tratto di costa antistante le città di Pescara, Francavilla ed
Ortona a 500 m ed a 3000 m dalla costa, e l’interno delle aree portuali di Pescara ed Ortona. Nei
mesi di Giugno, Luglio ed Agosto 2007 è stata rinvenuta la presenza dell’alga tossica in questione
sia in mare che all’interno dell’area portuale di Ortona.
Accanto alla specie P. lima sono state studiate altre specie tossiche o potenzialmente tossiche quali:
Alexandrium minutum; Gonyaulax spinifera; Lingulodinium polyedrum; Prorocentrum minimum e
Protoceratium reticulatum; molte specie del genere Dinophysis; genere potenzialmente tossico
Pseudo-nitzschia.
Il campionamento costiero è stato effettuato sia a 0.5 m dalla superficie che mediante l’uso, per ogni
stazione, del retino da fitoplancton (maglia 10 μm) in superficie e lungo la colonna d’acqua. Il
campionamento nelle aree portuali, invece, è stato fatto esclusivamente a 0.5 m dalla superficie.
Il primo avvistamento di P. lima si è verificato nel mese di giugno all’interno del Porto di Ortona.
La sua concentrazione cellulare è stata di 4.8105 celluleL
-1.
Le condizioni chimico-fisiche al momento del prelievo sono state: 8.19 il pH; 24°C temperatura; 36
psu salinità; 7.8 mgL-1
ossigeno disciolto.
Nei mesi di luglio ed agosto la concentrazione cellulare di P.lima all’interno del porto di Ortona è
stata rispettivamente di 2.5105 e 5.010
4 celluleL
-1.
Le condizioni chimico-fisiche misurate sono state rispettivamente: 8.19 e 8.21 pH; 23 e 22°C
temperatura; 33.18 e 34.52 psu salinità; 7.8 e 7.6 mgL-1
ossigeno disciolto.
Accanto ad un decremento nell’abbondanza cellulare di P. lima all’interno del porto, si è verificato
un aumento di questa specie tossica nella zona esterna al porto fino al punto di stazione a 500 m da
costa in cui le concentrazioni cellulari in entrambi i mesi sono stati di 40 e 20 celluleL-1
.
14
Le condizioni chimico-fisiche di questo punto di prelievo, riscontrabili nei mesi di luglio e agosto,
sono state: 8.19 e 8.22 il pH; 25 e 22°C temperatura; 33.28 e 34.81 psu salinità; 7.9 e 7.6 mgL-1
ossigeno disciolto.
RELAZIONE GENERALE
La relazione che qui presentiamo si riferisce al monitoraggio delle acque marine costiere
antistanti le provincie di Chieti e di Pescara, Mare Adriatico Centrale, durante il periodo semestrale
compreso tra Maggio 2007 ed Ottobre 2007.
E’ un intervento (autofinanziato al 100%) scaturito da un accordo in partenariato tra il
Consorzio Mario Negri Sud - Centro di Scienze Ambientali, e la Posidonia s.r.l. di Pescara,
progettato ed in corso di realizzazione con l’intento di effettuare controlli sistematici e non interrotti
sulla evoluzione della crisi ambientale che sta colpendo il Mare Adriatico, che di recente si è
manifestata con la formazione di mucillagini ed alghe tossiche che hanno determinato pesanti e
negative ripercussioni sulle attività turistiche e pescherecce delle zone colpite.
L’accordo appena ricordato prevede che il monitoraggio prosegua fino al mese di Aprile
2008, compresi quindi i mesi invernali. Il Consorzio Mario Negri Sud e la Posidonia s.r.l. di Pescara
hanno comunque già espresso l’intenzione di continuarlo per il periodo successivo, anche in
considerazione degli interessanti, ed in parte imprevisti, risultati ottenuti.
Una azione scientifica complessa e a largo raggio come questa, al suo inizio ha richiesto un
certo rodaggio, con una resa di risultati inferiore al 100%, limitazione superata una volta entrati a
regime.
Il monitoraggio delle acque marine costiere è predisposto per ottenere le conoscenze di base
sugli ecosistemi marini. Esso è teso a registrare e verificare periodicamente lo stato di qualità delle
acque marine costiere da un punto di vista ambientale e non in funzione della salute pubblica, come
avviene nel caso delle analisi per la balneazione.
15
A tal fine si opera attraverso una serie di procedimenti che partono dalla metodica del
campionamento alle determinazioni dei parametri finali da analizzare.
Fanno parte del monitoraggio delle acque costiere le determinazioni chimico-fisiche e
nutrizionali e le determinazione biologiche ossia lo studio di comunità di microrganismi marini che
interagiscono con i parametri chimico-fisici. Si tratta delle comunità fitoplanctoniche, e dunque di
organismi del plancton che svolgono i processi fotosintetici.
Tali determinazioni e le interazioni fra i vari comparti, ossia quello chimico e quello
biologico, sono necessarie per conoscere i fenomeni eutrofici e mucillaginosi che sempre più spesso
interessano le nostre coste adriatiche.
Per eutrofizzazione dell’ambiente marino costiero si intende l’eccessiva quantità di nutrienti
inorganici soprattutto fosforo (P) ed azoto (N), presenti nelle acque, che vengono immessi in
Adriatico da parte di numerosi fiumi. Una particolare attenzione è data dagli apporti da parte del
fiume Po. Esso, con circa 17.938 tonn medie/anno di azoto inorganico e con circa 1.221 tonn
medie/anno di fosforo inorganico, risulta essere il principale contribuente rispetto al carico
complessivo di nutrienti gravitante sul bacino adriatico (Marchetti & Verna, 1992). I fiumi
rappresentano i veicoli di tutto ciò che viene riversato in mare per quanto riguarda tali sostanze.
L’aspetto antropico di tale condizione è l’utilizzo errato di questi corsi d’acqua oggi considerati
come “pattumiere” all’aria aperta, perché in esso vengono riversati un gran quantitativo di
inquinanti ed un enorme apporto di nutrienti derivanti dall’uso di fertilizzanti in agricoltura. La
corrente offshore è quella che poi favorisce lo spostamento di tale carico fin verso le coste centrali
dell’Adriatico, incrementando ed espandendo il fenomeno eutrofico. Oltre all’elevato apporto di
questi nutrienti derivanti dall’uso di fertilizzanti che, per dilavamento dei suoli, raggiungono i corsi
fluviali, si va ad aggiungere, a volte, anche un errato utilizzo degli impianti di depurazione fognaria.
La materia organica degli insediamenti civili e soprattutto il fosforo (P) contenuto nei detersivi per
uso giornaliero, se non è depurata, va poi a riversarsi, sia direttamente nel fiume, che
indirettamente, attraverso il trasporto da parte dei suoi affluenti, nelle zone costiere. In tal modo
vengono alterati i fattori limitanti rappresentati dal rapporto tra N:P (rapporto Redfield di 16:1) che
mantengono equilibrato l’ecosistema marino, scatenando successivamente il fenomeno eutrofico.
Questa condizione di eutrofia facilita in seguito i fenomeni di fioritura algale, ossia
un’eccessiva proliferazione di alghe unicellulari, in prevalenza diatomee e dinoflagellati. Queste
alghe unicellulari possono dare luogo alle cosiddette “maree rosse” (red tides) o “verdi”. Gli eventi
negativi riguardanti l’aumento di biomassa algale sono colorazione dell’acqua, cattivi odori e,
sopratutto, estese morie di fauna acquatica, per lo più bentonica, per effetto di ambienti anossici sul
fondo.
L’aspetto più preoccupante di un bloom algale avviene quando gli organismi interessati nel
processo di fioritura sono le microalghe produttrici di potenti biotossine dannose all’uomo, le alghe
tossiche. Le tossine prodotte dalle microalghe tossiche infatti, essendo liposolubili, idrosolubili e
termostabili, non vengono distrutte con la cottura dei molluschi filtratori che le accumulano e perciò
possono raggiungere l’uomo provocando, nei casi estremi, anche la morte di che se ne ciba.
L’aspetto tossicologico di un fenomeno HAB (Harmful Algal Bloom) ossia fioriture di alghe
pericolose, risulta ancor più aggravato dal fatto che i fenomeni di tossicità possono manifestarsi
nelle acque anche con concentrazioni di cellule L-1
dell’ordine delle migliaia o anche centinaia
(Zingone & Enevoldsen, 2000).
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Le microalghe tossiche maggiormente conosciute, presenti nel Mare Adriatico ed analizzate
in questo monitoraggio sono:
- Genere Pseuodo-nitzschia, appartenente alla classe delle diatomee (Bacillariophyceae). Il genere
Pseudo-nitzschia è l’unico genere potenzialmente tossico che appartiene alla classe delle diatomee.
In alcune specie appartenenti a questo genere si è individuata la produzione della neurotossina
chiamata acido domoico (Tomas C.R., 1997). Tale neurotossina è responsabile della sindrome ASP
(Amnesic Shelfish Poisoning) il cui sintomo principale, riscontrato sia sull’uomo che sugli animali,
è quello dell’amnesia a livello neurologico. Esse sono presenti quasi mensilmente nel nostro mare
Adriatico, anche con abbondanze elevate, ma sinora non si sono mai verificati fenomeni di tossicità
nei mitili né effetti successivi sull’uomo.
- Genere Dinophysis, appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Le specie appartenenti a tale
genere sono pressoché quasi tutte tossiche. Il genere Dinophysis è uno dei generi più largamente
diffuso tra la classe delle Dinoflagellate di cui si conoscono più di 200 specie descritte. Le specie
potenzialmente tossiche appartenenti a questo genere producono acido okadaico. Tale tossina è
responsabile della sindrome DSP (Diarrhetic Shellfish Poisoning) che da origine a fenomeni
diarroici sull’uomo (Lee et al., 1989;Yasumoto & Murata, 1993). La produzione della tossina varia
considerevolmente da specie a specie e dipende molto anche dalle diverse condizioni chimico-
fisiche delle acque in cui essa si localizza. Fenomeni di contaminazione nei mitili lungo le coste
settentrionali dell’Adriatico si verificano fin dal 1989 spesso associate a basse concentrazioni
cellulari (Sidari et al., 1998).
- Lingulodinium polyedrum appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Essa è conosciuta per la
produzione della homo-yessotossina anch’essa responsabile della sindrome DSP (Tubaro et al.,
1997; Satake et al., 1997). Questa specie forma blooms sporadici nel NW dell’Adriatico fin dal
1975. Si tratta di una specie molto comune nel Mar Mediterraneo e nel Mare Adriatico soprattutto
nei periodi estivi ma può presentarsi anche in condizioni di climi più temperati.
- Prorocentrum minimum, appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Questa specie è conosciuta
per la produzione della tossina chiamata venerupina (epatotossina) responsabile della sindrome
DSP. Si tratta di una specie molto comune nel Mar Mediterraneo e nel Mare Adriatico soprattutto
nei periodi estivi ma può presentarsi anche in condizioni di climi più temperati.
- Prorocentrum lima, appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Questa specie è conosciuta per la
produzione di una serie di tossine responsabili della sindrome DSP i cui sintomi principali
sull’uomo sono quelli di dolori di tipo gastrointestinali. La presenza nel mare Adriatico risale alle
ultime estati e, per la prima volta questa estate anche nelle coste abruzzesi, ma P. lima risulta essere
una specie di origine orientale, alloctona.
- Protoceratium reticulatum appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Essa è conosciuta per la
produzione della tossina chiamata yessotossina, anch’essa appartenente al gruppo di tossine DSP.
Tale specie ha generato tossicità nei mitili lungo la costa emiliano-romagnola ma nessun effetto
sull’uomo (Boni et al., 2000). Gli effetti tossici della yessotossina sugli uomini sono ancora
sconosciuti anche se si sono osservati sintomi neurotossici nei topi (Ciminiello et al., 1997). La
17
distribuzione geografica è spesso associata ad ambienti con temperature e climi temperato-caldi
come quelli che si verificano durante i mesi estivi nel mare Adriatico (Nezan & Piclet, 1996).
- Alexandrium minutum, appartenente alla classe dei Dinoflagellati. Tale microalga è conosciuta per
la produzione della tossina chiamata saxitossina la quale è responsabile della sindrome PSP
(Paralytic Shellfish Poisoning) il cui sintomo principale riscontrato sull’uomo è quello della paralisi
(Balech, 1989). La presenza, in adriatico, di tale microalga risale al 1982. A. minutum è stata
rilevata per la prima volta nel maggio del 1990 quando numerose cellule sono state trovate in una
stazione offshore del bacino Nord Adriatico (Honsell, 1993). Un’ulteriore presenza di A. minutum si
è verificata nel maggio del 1994 lungo le coste dell’Emilia Romagna (Honsell et al., 1996)
Tali specie microalgali vengono tenute sotto controllo, studiate ed osservante nell’ambito di
questo monitoraggio costiero al fine di verificare l’insorgere di un eventuale fenomeno di tossicità.
Ultimo aspetto indagato nell’ambito di questo monitoraggio costiero riguarda il processo di
formazione di masse mucillaginose che spesso può manifestarsi lungo la colonna d’acqua. Le
mucillagini sono costituite da circa il 90 - 95% di acqua. La parte organica è formata principalmente
da componenti di natura monosaccaridica e polisaccaridica. La componente algale è spesso
associata alla presenza di alcune diatomee e dinoflagellati. La maggior parte delle mucillagini
possono localizzarsi a differenti profondità soprattutto all’altezza del picnoclino. Le condizioni
climatiche, come elevate temperature dell’acqua, assenza di venti, mare calmo e stabilità lungo la
colonna d’acqua sono i principali fattori che possono influire nella formazione delle mucillagini. Le
mucillagini normalmente appaiono in estate nel periodo compreso tra luglio e settembre e la loro
formazione sembra essere dovuta ad un’alterazione nell’equilibrio del rapporto N/P. Questo
squilibrio può provocare un cambiamento nella composizione e nel metabolismo delle microalghe,
soprattutto di alcune diatomee, favorendone la produzione di essudati mucillaginosi.
Pertanto, tenendo continuamente e costantemente sotto controllo il mare, punto di arrivo
finale di tutti fattori di inquinamento, sarà possibile definire ed attuare le politiche di risanamento e
valorizzazione delle zone costiere e salvaguardare la salute umana così come quella di ogni
organismo marino.
Campionamento
Le operazioni di campionamento delle acque costiere sono state effettuate a cadenza mensile
nei seguenti punti di prelievo:
- 500 m. e 3000 m. al largo della foce del fiume Pescara;
- 500 m. e 3000 m. al largo della foce del fiume Alento;
- 500 m. e 3000 m. al largo del porto di Ortona;
- 500 m. e 3000 m. lungo un transetto ortogonale che partendo da Ortona arriva fino alla torre
a mare Posidonia (Francavilla) (Fig.1).
I campioni di acqua di mare sono stati prelevati sia a 0.5 m dalla superficie, per lo studio dei
parametri chimico-fisici, della clorofilla a e delle conte algali di fitoplancton totale, e sia mediante
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l’uso del retino da fitoplancton, in superficie e lungo la colonna d’acqua, al fine di verificare
l’insorgere di fenomeni di abbondanza di alghe tossiche.
Fig. 1 - Area di ricerca
Materiali e Metodi
A bordo dell’imbarcazione, per ogni stazione e al momento del prelievo, cioè in situ, sono
stati effettuati i seguenti rilevamenti:
1 - Dati geografici:
- denominazione del punto di campionamento, nome della stazione di prelievo e sua distanza da
costa es: Alento 500 m;
- coordinate geografiche rilevate mediante l’impiego del GPS (Global Position System) Garmin
GPS45.
2 - Dati meteo-marini:
- profondità del fondale, misurata con ecoscandaglio;
- direzione e velocità del vento;
- temperatura dell’aria;
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- pressione barometrica;
- visibilità.
3 - Dati chimico-fisici (a 0.5 m dalla superficie) (Figure 2, 3, 4, 5 e 6)
- temperatura dell’acqua;
- salinità e/o conducibilità elettrica;
- ossigeno disciolto. I risultati vengono registrati sia in mg/l sia in percentuale di saturazione, che
tiene conto della pressione, della temperatura e della salinità;
- pH;
- trasparenza, rilevata mediante utilizzo di Disco Secchi. 4- Dati nutrizionali:
- determinazione, per il momento, della clorofilla a.
Analisi di laboratorio
Le analisi di laboratorio riguardano le determinazioni dei nutrienti, quali azoto ammoniacale,
azoto nitrico, azoto nitroso, silicati, ortofostati, fosforo totale, e della clorofilla a. Al momento sono
state eseguite esclusivamente le analisi relative alla determinazione della clorofilla a in acqua di
mare (Figura 7). La determinazione di tutti i nutrienti deve essere, comunque, effettuata su
campioni di acqua tal quale raccolti, per ogni stazione, a 0.5 m di profondità grazie all’impiego di
una pompa aspirante, seguendo le metodiche riportate in Standards Methods (APHA-AWWA-
WPCF, 1985).
- Clorofilla a :
La determinazione della clorofilla a è stata effettuata con un metodo chimico (Strickland & Parsons,
1972) attraverso un’estrazione organica con acetone al 90% e letture spettrofotometriche a differenti
lunghezze d’onda (630, 645, 665 e 750 nm).
Studio del fitoplancton
Analisi dei campioni prelevati senza l’uso del retino.
I campioni prelevati senza l’uso del retino sono stati utilizzati per la stima della densità
fitoplanctonica (cellule · L-1). Tali campioni sono stati prelevati a 0,5 m. dalla superficie a bordo
dell’imbarcazione mediante pompa aspirante e secondo le metodiche standard riportate in Nova
Thalassia; 1990.
20
Tale determinazione viene eseguita al fine di individuare la presenza di un eventuale
fenomeno di bloom algale o fioritura algale nelle acque di mare che spesso si presenta a seguito di
un ricco apporto nutrizionale da parte di foci fluviali. Nella tabella 1, infatti, sono stati rappresentati
gli eventi di fioriture algali e fenomeni di comparsa delle mucillagini nei differenti mesi di
campionamento.
L’osservazione ed il conteggio del fitoplancton totale è stato effettuato allo scopo di
individuare l’intera comunità fitoplanctonica presente con particolare attenzione alla presenza
/assenza di specie tossiche le quali, in condizioni favorevoli, potrebbero originare fenomeni di HAB
(fioriture algali pericolose). Le specie tossiche indagate sono quelle sopra citate appartenenti alla
classe delle diatomee e dei dinoflagellati: genere potenzialmente tossico Pseudo-nitzschia spp.,
genere tossico Dinophysis spp., Alexandrium minutum, Gonyaulax spinifera; Lingulodinium
polyedrum; Prorocentrum minimum; Prorocentrum lima e Protoceratium reticulatum.
Analisi dei campioni prelevati con l’uso del retino per fitoplancton
I campioni prelevati con l’uso del retino sono molto importanti qualora si debbano identificare e
studiare particolari tipi di microalghe. Nel caso di specie tossiche, il retino per fitoplancton è l’unico
strumento capace di concentrarle. Infatti, essendo organismi che, in condizione di non fioritura, si
trovano in minor numero, <20cells/L, rispetto al fitoplancton totale, essi andrebbero dispersi se
fossero campionati tal quale e non potrebbero essere identificati e studiati. Inoltre il retino ha la
capacità di non rovinare le cellule fitoplanctoniche e mantenerle intatte al momento del prelievo.
Le specie potenzialmente tossiche indagate sono le stesse sopra citate. I campioni di retinata
superficiale sono stati utilizzati per l’identificazione della loro presenza/assenza mentre quelli
prelevati lungo tutta la colonna d’acqua sono stati presi in considerazione per il conteggio effettivo
delle specie potenzialmente tossiche presenti lungo l’intero volume d’acqua prelevato.
Vengono di seguito riportati i risultati ottenuti in questo primo periodo semestrale di
monitoraggio costiero:
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RISULTATI
PARAMETRI CHIMICO-FISICI
Figure 2 e 3
I mesi contrassegnati da un asterisco rappresentano eventi di fioriture algali di specie specifiche
22
23
ANALISI DI LABORATORIO
Fig. 7
STUDIO DEL FITOPLANCTON
Tabella 1 - Fioriture e comparsa di mucillagini verificatesi durante il periodo di monitoraggio
MESI FIORITURE (valori medi in cellule/L) EVENTI MUCILLAGINOSI
maggio-07 / comparsa mucillagini (presenza di Cylindrotheca closterium nelle acque)
giugno-07 / /
luglio-07 Chaetoceros spp. (6.4 · 105) /
agosto-07 / /
settembre-07 Thalassionema spp. (5.8 · 105) /
ottobr-07 / comparsa mucillagini (presenza di Cylindrotheca closterium nelle acque)
Fitoplancton tossico e potenzialmente tossico
Vengono di seguito rappresentate le abbondanze cellulari delle specie tossiche e potenzialmente
tossiche campioni prelevati senza l’uso del retino (prelevate a 0.5 m dalla superficie) e di retinate
lungo la colonna d’acqua.
I dati sono stati rappresentati come medie mensili delle nove stazioni di campionamento al fine di
osservare le relazioni fra le abbondanze cellulari nei due differenti tipi di campionamento (Figura 9)
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Le specie tossiche e potenzialmente tossiche indagate sono quelle sopra citate ossia: Alexandrium
minutum; Dinophysis spp., Gonyaulax spinifera; Lingulodinium polyedrum; Prorocentrum lima;
Prorocentrum minimum; Protoceratium reticulatum e Pseudo-nitzschia spp.
Da come si può osservare si denota un aumento delle abbondanze cellulari effettuate mediante l’uso
del retino da fitoplancton rispetto al campionamento senza retino data l’elevata attendibilità nell’uso
del retino da fitoplancton nel caso di specie presenti in acqua in minor quantità.
Fig. 8
I mesi contrassegnati da un asterisco rappresentano eventi di fioriture algali specie-specifiche
CONCLUSIONI
Dai risultati ottenuti riguardanti il monitoraggio lungo il tratto di costa studiato in questo
primo semestre si è osservato che gli andamenti dei parametri chimico-fisici (temperatura, salinità,
ossigeno disciolto, pH) e della trasparenza sono stati influenzati dai contributi nutrizionali presenti
nelle acque di mare e quindi dalla presenza o assenza di un processo eutrofico che successivamente
ha dato origine ad un fenomeno di fioritura algale.
Per quanto riguarda il parametro della trasparenza (Fig. 2), elevati valori, compresi tra i 13 e
i 16 metri, si sono verificati soprattutto in primavera-estate ed anche in periodi immediatamente
seguenti la scomparsa di mucillagini.
I valori di pH, (Fig. 3), che in media si aggirano sulla costa a 8.1 - 8.3, sono influenzati dai
blooms algali e dai fenomeni eutrofici. Infatti, bruschi incrementi di pH, compresi tra 0.6 e 0.8,
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sono associati a tali eventi e si sono verificati proprio in corrispondenza di abbondanti fioriture
algali come nei mesi di luglio e settembre.
Per quanto riguarda invece il parametro della temperatura (Fig. 4), esso ha seguito
andamenti stagionali ossia crescenti nei mesi estivi (valore medio di 24 1°C) e decrescenti nei
mesi autunnali (valore medio di 13 1°C).
L’andamento dell’ossigeno disciolto è stato influenzato dai processi di blooms algali dato
che, in queste occasioni proprio grazie ai fenomeni fotosintetici, tale parametro tende ad
incrementare. L’andamento dell’ossigeno disciolto, pertanto, si è presentato direttamente
proporzionale a quello della clorofilla a. Elevati valori di ossigeno disciolto e, quindi a sua volta
anche della clorofilla a, si sono presentati in corrispondenza di fioriture algali più eclatanti come nei
mesi di luglio e settembre 2007 (Figure 5 e 7).
I valori di salinità lungo la costa, infine, sono stati fortemente influenzati dal regime dei
fiumi locali. Diminuzioni di salinità si sono verificati infatti nei mesi di giugno e settembre
coincidenti con i fenomeni di fioriture algali. Si denota però un incremento nei valori di salinità
rispetto ai dati medi del Mare Adriatico a causa di fattori antropici.
Per quanto riguarda gli studi sulla popolazione fitoplanctonica totale (soprattutto data dalle
classi Bacillariophyceae e Dinophyceae) osservata in questi mesi di monitoraggio lungo la costa
abruzzese e descritta in tabella 1, sono stati rappresentati gli eventi di fioriture algali in scala
temporale ed, in corrispondenza, la presenza o assenza di un evento mucillaginoso. È da notare che
nei mesi in cui si è verificata la comparsa delle mucillagini è stata sempre presente la specie
Cylindrotheca closterium (diatomea) sia in campioni di acqua di mare che in campioni di
mucillagine osservati al microscopio. Tale microalga, infatti, è considerata una delle maggiori
specie responsabili della produzione di polisaccaridi extracellulari che possono portare alla
formazione del muco.
Lo studio sul fitoplancton è stato approfondito attraverso un’analisi dei generi e delle specie
tossiche e potenzialmente tossiche nel periodo caratterizzante l’area di studio di questo primo
periodo semestrale. Dai grafici in figura 8 si osserva che i campioni effettuati mediante l’uso del
retino da fitoplancton lungo la colonna d’acqua hanno evidenziato una maggiore concentrazione
cellulare di specie tossiche e potenzialmente tossiche rispetto ai campioni prelevati senza retino
ossia a 0.5 m dalla superficie, e questo è denotabile in tutti i mesi di campionamento. I dati sono
stati rappresentati come medie mensili delle nove stazioni dei campionamento. Tra i generi e le
specie tossiche e potenzialmente tossiche analizzate, il genere potenzialmente tossico più
abbondante è stato Pseudo-nitzschia spp. (Bacillariophyceae) di cui alcune specie sono responsabili
della produzione della tossina chiamata acido domoico la quale, se accumulata attraverso le catene
alimentari, può raggiungere l’uomo e provocare la sindrome ASP (Amnesic Shellfish Poisoning) il
cui sintomo principale è l’amnesia. Oltre al genere Pseudo-nitzschia anche il genere potenzialmente
tossico Dinophysis (Dinoflagellato) è stato abbondante ma la sua maggiore presenza si è
concentrata nei periodi estivi con temperature dell’acqua di mare medio-alte. Seguono, come ordine
di abbondanza cellulare, la specie Prorocentrum minimum presente in tutti i sei mesi di
campionamento, la specie Lingulodinium polyedrum (Dinoflagellato) e la specie Protoceratium
reticulatum anch’essi maggiormente presenti nei periodi estivi; Alexandrium minutum
(Dinoflagellato) nei mesi di giugno ed agosto ed infine la specie Prorocentrum lima riscontrata per
la prima volta lungo le coste abruzzesi nel mese di giugno all’interno del porto di Ortona ed a 500
m dalla costa della stessa città. La notizia di tale ritrovamento, effettuato per l’appunto dal
26
Consorzio Mario Negri Sud in collaborazione con la Posidonia s.r.l., è stata anche divulgata sui
giornali locali del mese di luglio.
La presenza di tale microalga nel porto di Ortona si è poi protratta nei mesi di luglio ed
agosto con concentrazioni comunque al di sotto dei limiti di allarme.
Tale specie, come sopra descritta, è responsabile della sindrome DSP che dà origine a sintomi
di tipo gastrointestinali sull’uomo a seguito dell’ingestioni di molluschi contaminati.
Infine, il Centro di Scienze Ambientali del CMNS e Posidonia s.r.l. a seguito della nascita del
progetto relativo al monitoraggio costiero, hanno istituito un portale di facile utilizzo per tutta la
popolazione, scientifica e non, contenente i dati relativi le condizioni chimico-fisiche e biologiche
della costa in esame, con eventuale presenza di fenomeni di blooms algali e comparsa delle
mucillagini. Il portale viene aggiornato mensilmente, dopo il campionamento mensile:
http://www.negrisud.it/ambiente/acquemarine/
Per eventuali informazioni il contatto è il seguente: [email protected]
RICERCHE NEL MARE D’ABRUZZO DAL 2008 AL 2012
COLLABORAZIONE CSA (CENTRO DI SCIENZE AMBIENTALI - CONSORZIO
MARIO NEGRI SUD) E POSIDONIA S.R.L.
La presente relazione fa riferimento alle principali attività in campo marino che il Centro di Scienze
Ambientali del Consorzio Mario Negri Sud svolge in collaborazione con la Posidonia s.r.l. di
Pescara.
Esse fanno riferimento al monitoraggio costiero lungo la costa abruzzese al fine di controllare lo
stato di salute del nostro tratto di Mare Adriatico.
La pratica principale da attuare per poter controllare il mare è, appunto, il monitoraggio costiero.
Per monitoraggio si intende un continuo controllo dei parametri chimico- fisici e nutrizionali
dell’acqua di mare.
I punti di prelievo vengono effettuati nei pressi delle principali foci fluviali dato che essi
rappresentano maggiormente i veicoli principali delle fonti inquinanti.
Un secondo monitoraggio invece viene effettuato lungo il litorale abruzzese, nei pressi delle aree
portuali, lungo le coste rocciose e nelle zone in cui lo specchio d'acqua marina si presenta stagnante
(Fig.1). Tali zone infatti, sono spesso caratterizzate dalla presenza di microalghe tossiche
epibentoniche (ossia aderenti ai differenti substrati come rocce, macroalghe, detriti e sedimenti)
dannose sia per l'uomo e dunque per la balneazione che per gli organismi marini presenti in quel
determinato ambiente.
27
Fig. 1 - Area di ricerca
L’area di ricerca di cui si occupa il CSA è quella della costa abruzzese ed in particolar modo quella
antistante i maggiori fiumi, zone portuali e rocciose della nostra costa ed interessanti le città di
Pescara, Francavilla, Ortona, San Vito, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Val di Sangro e Vasto.
Dettagliatamente le stazioni di monitoraggio sono le seguenti:
Porto di Pescara;
Stazione Pescara a 500 m dalla costa;
Stazione Pescara a 3000 m dalla costa;
Stazione Francavilla a 500 m dalla costa;
Stazione Francavilla a 3000 m dalla costa;
Piattaforma Posidonia ove è presente un impianto di mitilicoltura;
Porto Ortona;
Stazione Ortona a 500 m dalla costa;
Stazione Ortona a 3000 m dalla costa;
Molo San Vito;
Molo Fossacesia;
Porto Vasto.
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I parametri chimico-fisici che vengono analizzati sono: trasparenza, temperatura dell’acqua,
salinita, ossigeno disciolto e pH. I parametri nutrizionali, invece, sono i nutrienti inorganici, spesso
veicolati dai fiumi, derivanti dai composti dell’azoto e del fosforo, nonchè il parametro della
clorofilla a.
Tali parametri vengono analizzati per controllare lo stato di salute dell'acqua di mare e per prevenire
le principali fonti di inquinamento a cui il Mare Adriatico è spesso soggetto e cioè: il fenomeno
dell'eutrofizzazione, il fenomeno di fioriture di microalghe tossiche dannose all'uomo ed infine,
ultimo ma non meno importante, l'insorgenza di eventi mucillaginosi.
Per eutrofizzazione si intende un ambiente ricco di nutrienti inorganici, deriva dal greco eutrophia
(eu = "buono", trophòs = " nutrimento").
I nutrienti inorganici in questione sono rappresentati dai composti dell’azoto (N) e del fosforo (P).
L’azoto è il principale elemento presente nei fertilizzanti, maggiormente usati in agricoltura; il
fosforo invece è spesso contenuto nei detersivi. Il dilavamento dei suoli, spesso a seguito di un
evento piovoso, e lo scarso uso di impianti di depurazione fa sì che questo carico nutrizionale si
riversi, tramite i fiumi, nel nostro mare, generando successivamente una serie di fenomeni
concatenanti come appunto il fenomeno eutrofico (ricco carico di nutrienti) e successiva formazione
di un blooms algale (o fioritura microalgale).
La fioritura algale avviene quando gli organismi fotosintentici (che in mare sono rappresentati dal
fitoplancton) trasformano la sostanza inorganica presente in soluzione (e dunque i composti
derivanti dall’azoto e dal fosforo) in sostanza organica, per il semplice fenomeno della fotosintesi.
L’energia che ne deriva da questo processo, viene utilizzata dagli stessi organismi per la propria
riproduzione (che negli organismi unicellulari viene espressa mediante divisione cellulare o mitosi)
e per il proprio accrescimento, sia in numero di organismi appunto, che in taglia. Raggiunta la fase
di crescita esponenziale, essi effettuano il processo inverso alla fotosintesi ossia quello della
respirazione cellulare, sottraendo l’ossigeno all’acqua e provocando successivamente il fenomeno
anossico ed ipossico ossia assenza o scarsa quantità di ossigeno in acqua danneggiando gli
organismi marini che vi abitano.
Dunque il fenomeno dell’eutrofizzazione è appunto considerato uno dei principali problemi che
affliggono il Mare Adriatico poiché l’effetto finale che ne scaturisce è la mancanza di ossigeno in
acqua con successiva moria di pesci e di tutti gli organismi marini soprattutto di quelli che vivono
sul fondo (organismi bentonici).
Fig. 2 - Fenomeno di anossia in acqua con successiva moria dei pesci
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L'aspetto più preoccupante di un bloom algale avviene quando gli organismi interessati nel processo
di fioritura sono le microalghe produttrici di potenti biotossine dannose all’uomo e cioè le
microalghe tossiche (HAB, Harmful Algal Bloom – fioriture algali tossiche). Le tossine prodotte
dalle microalghe tossiche in fioritura, infatti, essendo liposolubili, idrosolubili e termostabili, non
vengono distrutte con la cottura dei molluschi filtratori che le accumulano e perciò possono
raggiungere l’uomo provocando anche la morte di chi se ne ciba. L’aspetto tossicologico di un
fenomeno HAB risulta ancor più aggravato dal fatto che seri problemi di salute pubblica si possono
avere anche con concentrazioni di cellule/litro dell’ordine delle migliaia o anche centinaia, ben
lontane dai milioni di cellule/litro di fioriture di specie non tossiche. Le cause che provocano questi
fenomeni di fioritura algale, però, sono in gran parte sconosciute. Tra queste non bisogna
dimenticare le condizioni meteo marine riguardanti ad esempio la stabilità della colonna d’acqua.
Un effetto inquinante importante infatti è l’effetto serra. Anche il Mare Adriatico da anni sta
risentento, il maniera delicatamente crescente, di questo evento. Il Mar Mediterraneo,così come i
suoi bacini più piccoli, è uno dei mari più salati ma, nonostante questa sua peculiare caratteristica, il
suo valore è leggermente incrementato a seguito dell’aumento delle evaporazioni piuttosto che delle
precipitazioni. Il parametro della temperatura è più elevato rispetto agli ultimi decenni così come
anche il parametro della salinità e del pH. Questo può dare origine alla tropicalizzazione dei mari,
con seguita comparsa di specie alloctone sia ittiche che microalgali molte di queste tossiche, e
all’incremento nella formazione di masse mucillaginose.
La tropicalizzazione è dovuta all’insediamento di specie alloctone provenienti da mari tropicali
proprio a causa dell’effetto serra e del successivo incremento delle temperature dell’acqua. Molte
specie ittiche, a seguito dell’apertura del canale di Suez, hanno colonizzato i nostri mari ed hanno
iniziato ad insediarsi prepotentemente nelle differenti catene trofiche, a scapito di specie autoctone.
Oltre alle specie ittiche, in questi ultimi decenni si è verificato un incremento delle specie
microalgali di provenienza alloctona. Esse, trovando un ambiente a loro favorevole proprio a causa
dell’incremento delle temperature dell’acqua, riescono ad ambientarsi ed a proliferare generando
fioriture. Molte di esse sono tossiche come la specie Ostreopsis ovata e Prorocentrum lima
provenienti dal Mare del Giappone. I principali vettori sono le imbarcazioni e le loro acque di
sentina le quali vengono riversate successivamente nei nostri mari proprio in prossimità delle aree
portuali.
Ad Ortona infatti, il primo fenomeno di comparsa di specie alloctona microalgale proveniente dal
mare del Giappone si è verificato nell’estate 2007 con la presenza della specie Prorocentrum lima
proprio all’interno dell’area portuale di Ortona ed a 500 m dalla sua costa. Si tratta di un
dinoflagellato tossico le cui tossine da esso prodotte generano sull’uomo dolori gastrointestinali, a
seguito dell’ingestione di molluschi contaminati. Fortunatamente tale specie non ha generato un
fenomeno di fioritura algale pericolosa meglio conosciuto con il nome di HAB.
Nell’estate 2008 invece, si è osservata per la prima volta lungo le nostre coste abruzzesi la
comparsa della specie Ostreopsis ovata (dinoflagellato tossico). Si tratta di una specie che produce
aerosol tossico e la sua esposizione può provocare sintomi quali dermatiti, faringiti, laringiti,
broncocostrizioni.
Fortunatamente anche tale specie non ha generato nessun fenomeno HAB lungo le nostre coste e
nessun fenomeno di intossicazione.
A partire dalle estati 2007 e 2008 in cui si sono verificati i primi avvistamenti di queste specie
tossiche microalgali lungo le nostre coste, esse, successivamente, sono state sempre rinvenute nelle
estati successive e cioè 2009, 2010 e 2011 nelle stazioni di campionamento sovracitate.
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Fig. 3 - Ostreopsis ovata
Fig. 4 - Prorocentrum lima
Ultimo fenomeno preoccupante che affligge il Mare Adriatico è quello dell'insorgenza delle
mucillagini.
La presenza e l’origine della mucillagine lungo le coste adriatiche è riconducile a molteplici fattori
che agiscono sinergicamente tra loro. Quelli più accreditati sono riconducibili a fenomeni
ambientali, meteorologici, chimici e biologici che caratterizzano il mare Adriatico. In particolar
modo, il ruolo dei nutrienti inorganici derivanti da trasporti fluviali sia locali che dal Po sono di
notevole importanza per l’origine e la formazione degli aggregati mucillaginosi. Le mucillagini
normalmente appaiono in estate nel periodo compreso tra luglio e settembre e la loro formazione
sembra essere dovuta ad un’alterazione nell’equilibrio del rapporto N/P. Questo squilibrio può
provocare un cambiamento nella composizione e nel metabolismo di microalghe, soprattutto di
alcune diatomee, favorendone la produzione di essudati mucillaginosi.
Inoltre, la comparsa delle mucillagini rappresenta un’ulteriore concausa dell’effetto serra. Esse si
presentano a seguito di uno stress ambientale nell’acqua di mare con successiva formazione di
C. Ingarao
C. Ingarao
C. Ingarao C. Ingarao
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polisaccaridi extracellulari. Tali polisaccaridi possono aggregarsi, sino a formare stringhe e poi
successive mucillagini, quando si verificano fenomeni sinergici come aumento appunto della
temperatura media stagionale, formazione di picnoclini lungo la colonna d’acqua e assenza di
correnti.
La deposizione degli aggregati gelatinosi può causare effetti dannosi sugli organismi. In presenza di
un forte accumulo di mucillagine sul fondale, si ha la conseguente moria di molti di organismi, a
seguito del soffocamento dovuto ad un intasamento delle vie respiratorie. Per quanto riguarda
invece l’aspetto igienico sanitario delle mucillagini, esse potrebbero costituire un problema di tipo
igienico-sanitario per la balneazione (è quanto emerge da una ricerca dell’Istituto Superiore della
Sanità). Eventuali controindicazioni, in questo caso, non sono dovute direttamente alla presenza di
mucillagini, bensì all’effetto “filtro” che queste esercitano: possono inglobare tossine e sostanze
chimiche che potrebbero causare danni a chi viene a contatto diretto con gli aggregati contaminati
(ANSA-Roma, 2000). Inoltre le mucillagini creano l’habitat ideale per la proliferazione di batteri,
anche patogeni, già presenti nell’acqua di mare, con possibili danni alle biocenosi marine (alcuni
organismi potrebbero poi essere consumati dall’uomo) e alla salute dei bagnanti. Per quanto
riguarda invece gli effetti delle mucillagini sull’attività di pesca e maricoltura, da indagini effettuate
tra pescatori e subacquei, è risultato che le mucillagini danneggiano le reti, anche gravemente. Esse
possono essere catturate dalle maglie sia meccanicamente sia aderendovi grazie all’attrazione
dovuta a tensioattività chimico-fisica tra le superfici di contatto. Infine, per quanto riguarda gli
aspetti negativi riscontrati sull’attività turistica è apparso evidente come nel periodo 1988-1991,
periodo di maggiore presenza della mucillagine, vi siano state pesanti flessioni rispetto alle medie
annuali delle presenze turistiche.
Fig. 5 - Nube a livello del picnoclino (giugno 2004).
L’unico modo per poter prevenire e salvaguardare l’ambiente marino dai principali tipi di
inquinamento che affliggono il Mare Adriatico è quello di attuare periodicamente il monitoraggio
costiero.
Grazie al controllo periodico dei parametri chimico-fisici e nutrizionali dell’acqua di mare nonché
dello studio della massa fitoplanctonica, soprattutto di specie potenzialmente tossiche, è possibile
garantire una sicurezza maggiore all’ambiente marino costiero. Studi sulle mucillagini e sulle specie
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tossiche, affiancati da opportune uscite in mare, possono contribuire a scoprire ed a conoscere le
condizioni ottimali che ne determinano la loro formazione e sviluppo.
Per questo motivo il CSA ha allestito un portale di facile accesso, all’interno del quale vengono
inseriti tutti i dati mensili relativi al monitoraggio costiero con particolare attenzione al fenomeno
mucillaginoso ed ai processi di fioriture algali soprattutto di specie tossiche epibentoniche meglio
note con il termine HAB: www.negrisud.it/ambiente/acquemarine
Contact:
dr.Antonio Teodori
dr. Tommaso Pagliani
aggiornamento del 22 Agosto 2012