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Poste Italiane S.p.A – sped. in a.p. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1- LO/MI Anno XCI – N. 11 N. 11 – 2012 DICEMBRE MENSILE DELL’A.N.A. Natale in grotta

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N. 11 – 2012DICEMBREMENSILE DELL’A.N.A.

Natale in grotta

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211-2012

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE NUMERO 229Iscrizione R.O.C. n. 48

DIRETTORE RESPONSABILEBruno Fasani

DIREZIONE E REDAZIONEvia Marsala, 9 - 20121 Milanotel. 02.29013181 - fax 02.29003611

INTERNET E-MAILwww.ana.it [email protected]

COMITATO DI DIREZIONEAdriano Crugnola (presidente), Ildo Baiesi,Alcide Bertarini, Roberto Bertuol, Mario Botteselle, Stefano Duretto, Bruno Fasani, Massimo Rigoni Bonomo

NON ISCRITTI ALL’ANAAbbonamenti, cambio indirizzo, rinnovitel. 02.62410215 - fax [email protected] per l’abbonamento a L’Alpinoper l’Italia: 14,50 europer l’estero: 16,50 eurosul C.C.P. 000023853203 intestato a:«L’Alpino» - via Marsala, 9 - 20121 MilanoIBAN: IT28 Z076 0101 6000 0002 3853 203BIC: BPPIITRRXXX

ISCRITTI ALL’ANAGli iscritti all’ANA, per il cambio di indirizzo,devono rivolgersi esclusivamente al gruppo oalla sezione di appartenenza.

Fotolito e stampa: Amilcare Pizzi s.p.a.Via Amilcare Pizzi, 1420092 Cinisello Balsamo (MI)

Progetto grafico e impaginazione: Camillo Sassi

Chiuso in tipografia il 27 novembre 2012Di questo numero sono state tirate 388.206 copie

IN COPERTINA...Alex e Luca all’imbocco del tunnel che porta all’osservatorio di Cima Gallina. Un luo-go di guerra che si trasforma, nella simbologia del Natale, in una capanna e riconducel’uomo alla sua dimensione di parte del creato. Qui sopra, una suggestiva immaginenotturna della valle d’Ampezzo. (Foto Mariolina Cattaneo)

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINIVia Marsala, 9 - 20121 Milano

Segreteria: tel. 02.62410200fax 02.6592364

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Direttore Generale: tel. [email protected]

Segretario Nazionale: tel. [email protected]

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Centro Studi ANA: tel. 02.62410207fax 02.62410230

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Servizi ANA srl: tel. 02.62410219fax 02.6555139

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dicembre 2012 sommario

3 Editoriale

4-5 Lettere al direttore

6-9 Natale oltre il confine

10-11 Franco Pini e la sua storia

12-13 Piacenza: aspettando l’Adunata

14-17 140° delle Truppe alpine

18-21 L’assemblea dei presidenti Italia

22-25 Riunioni dei presidenti di Raggruppamento

26 Nikolajewka a Brescia

27 Un museo per don Gnocchi

28-29 El Alamein 70 anni dopo

32-34 I nostri volontari nel terremoto

35 Natale e Capodanno a Costalovara

36-37 Sport: i trofei ANA 2012

39 Biblioteca

40-45 Rubriche

46-47 CDN e calendario manifestazioni

I DVD con le immagini dell’Adunata di Bolzano sono disponibili in uncofanetto doppio: il primo disco contiene le riprese degli eventi piùsignificativi dell’Adunata (l’alzabandiera, la Cittadella militare, l’arrivo dellaBandiera di guerra, ecc.). Nel secondo, a scelta, ci sarà la parte della sfilatache si preferisce. Sono disponibili i seguenti DVD: disco 1. Liguria e Valled’Aosta, 2. Piemonte, 3. Lombardia, 5. Veneto, 7. Sezioni del Centro-Sud,Isole e Toscana (i DVD nr. 4. Emilia Romagna e 6. Trentino-Alto Adige e

Friuli Venezia Giulia, sono esauriti). Il DVD doppio è in vendita a soli 12euro (+ spese di spedizione) e può essere prenotato presso la Sezione di

appartenenza o sul sito www.ana.it – I DVD saranno spediti entro tre settimanedal ricevimento del pagamento. Per maggiori informazioni, www.ana.it o contattare Servizi A.N.A. srl aiseguenti numeri: tel. 02-62410215, fax 02-6555139, e-mail: [email protected]

DVD DELL’ADUNATA DI BOLZANO

Questo è il cappellino invernale, realizzato in lana, con il logo ANA. È inoltredisponibile nelle versioni in cotone e in pile con il paraorecchie. Le richieste

per l’acquisto possono essere fatte alla Sezione di appartenenza. La lista completadei gadget è su www.ana.it ●

Il berretto dell’ANA in lana

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Accanto a me, sull’aereo che miportava in Australia dove avreiincontrato i presidenti di quel-

le Sezioni, c’era un giovane lombardoche mi ha raccontato di aver lasciatol’Italia per andare a cercare lavoro inquesto paese a 24 ore di volo da casa.Aveva il visto d’ingresso, sperava poinella fortuna.Secondo i dati forniti dal presidentedelle associazioni italiane costituitenel Western Australia solo quest’annosono arrivati migliaia di giovani italia-ni, molti con il visto turistico ma in ef-fetti per rimanere. Sono giovani chedovrebbero costruire l’Italia di domanie invece se ne vanno lontano per cer-care lavoro, crearsi una vita e avere unfuturo: per noi è più d’un segnale di al-larme, è il segno che siamo un Paese insofferenza. Senza contare i tanti giova-ni ricercatori e scienziati - eccellenzein ogni campo delle quali ci priviamo -che lasciano l’Italia perché lo Statonon li mette in condizione di conti-nuare i loro studi e la loro ricerca.È una constatazione che mi ha fattoconsiderare quanto stiamo perdendoin termini di investimento sul futuro, dipossibilità di ricambio generazionale, eperfino di egoismo, perché per sfrutta-re le proprie rendite di posizione con-tro il futuro che avanza, si preclude atanti giovani la possibilità di far salirel’Italia dal fondo delle statistiche inter-nazionali che ci mortificano.Di riflesso, ci viene spontaneo pensa-re alla nostra Associazione che non hapiù il contributo del tempo della levaobbligatoria. Ma noi abbiamo ancorala possibilità, direi il dovere di avvici-nare i giovani al nostro mondo perchéabbiamo tante motivazioni per dar lo-ro fiducia attraverso concetti che so-

no il senso di appartenenza, di serietà,del dovere, di amor di Patria, del ri-spetto degli altri che costituisconocomunque la base di un giovane. Se ungiovane è sconcertato da una societàche lo esclude o gli impedisce di rea-lizzarsi noi dobbiamo fornirgli almenol’opportunità di trovare un appoggiomorale e motivazioni che possanodargli speranza e sicurezza. Dobbiamoprenderli per mano e indicare loro laluce che hanno davanti, non il buio.Il giovane ha bisogno di credere inqualcosa, perché delusioni ne ha avu-te fin troppe, deve avere dei punti diriferimento certi. Noi li vediamo,quelli che stanno con noi anche soloper due o tre settimane al terminedelle quali sono entusiasti di ciò chehanno provato e trovato, anche in lo-ro stessi. Perché sono stati investiti diresponsabilità, li abbiamo aiutati acrescere e hanno scoperto potenzia-lità insospettate. Quel cappello che èstato loro dato non ha lo stesso valo-re del nostro ma è bastato a dare lorol’orgoglio di averci provato.Mi sento a disagio nell’esprimerviqueste mie preoccupazioni in questoche per tradizione è il mio messaggioaugurale di fine anno, ma è anche unaindicazione che lascio all’Associazio-ne pensando che a maggio scadrà ilmio mandato di presidente. Veniamo da un anno pieno di attivitàe di iniziative, concluso con adunatedi raggruppamento che sono state fa-volose, di grande partecipazione, chehanno evidenziato un’Associazioneforte e vitale. Per non dire dell’Aduna-ta di Bolzano, che è stata al di sopra diogni aspettativa e ha lasciato unosplendido ricordo nella gente. Un an-no che ci ha visti coinvolti massiccia-

mente nei soccorsi per il terremoto inEmilia Romagna con i campi di lavoro,con la partecipazione di migliaia divolontari, con iniziative che ci induco-no ad essere ottimisti per la nostraforza e il nostro entusiasmo, che ciconsentono di cavalcare il domani.Con una visione che premia coloro iquali con il loro comportamento, ilmodo di essere, la loro serietà fannodel bene alla comunità e sono diesempio positivo perché noi ci siamo!È un buon motivo per dire: auguri atutti. Alle nostre amate Truppe alpi-ne, nel ricordo del caporalmaggioreTiziano Chierotti, della Medaglia d’O-ro sottotenente Mauro Gigli, di tutti inostri alpini costruttori di pace Cadu-ti in Afghanistan e agli alpini rimastiferiti, uno per tutti Luca, per il qualeproprio quest’anno abbiamo costrui-to la casa domotica nella quale potràvivere.Auguri al Capo di Stato Maggiore del-la Difesa gen. Abrate, dell’Esercitogen. Graziano, delle Truppe alpinegen. Primicerj, a tutti gli alpini in armie ai loro comandanti impegnati all’e-stero e in Italia, e che con il loro com-portamento integerrimo ci fannoonore e sono distanti anni luce dagliesempi negativi che ci giungono ognigiorno da tante altre parti. E auguri ai nostri reduci e ai nostri veciai quali diciamo che cerchiamo sem-pre di essere degni di loro. Alle nostrefamiglie che sono un tutt’uno con lanostra Associazione, a chi soffre, a chiè lontano, a tutti voi cari alpini e ainostri amici che ci accompagnano.Buon Natale, con l’augurio di un nuo-vo anno sereno.

Corrado Perona

E D I T O R I A L E

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Noi ci siamo!

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L E T T E R E A L D I R E T T O R E

LA VERA “PREGHIERA DELL’ALPINO”

Ti scrivo per complimentarmi per l’editoriale di settembre, in merito aiversi della preghiera dell’alpino. Concordo pienamente sulla visione

metaforica ed ampliata che deve avere la lettura della nostra bella edamata preghiera. Ho però un dubbio, poiché proprio qui a BellinzagoNovarese ci è stato richiesto dal parroco di recitare a metà la preghiera(quella originaria sino al 1972, coi versi “Rendi forti le nostre armi controchiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenariaciviltà cristiana...”). Purtroppo non m’è chiaro se il tuo editoriale significhiche i versi originari siano stati ripristinati (come avevo inteso), oppure lapreghiera da recitare nelle occasioni religiose e quindi codificata qualeufficiale preghiera dell’alpino sia quella modificata dal 2007 che recita“Rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera, dellanostra millenaria civiltà cristiana”. Ovviamente in prima battuta mi sonopiuttosto irritato dell’accaduto, ma ora mi chiedo, e ti chiedo, se il parro-co aveva delle ragioni nella sua richiesta   poiché la preghiera che voleva-mo recitare è ormai “solo” parte della storia della nostra cultura alpina. Wl’Italia e W gli alpini! Nicola Pietro Bovio - Bellinzago Novarese

Personalmente sono convinto che le preghiere (non solo quella alpina)vadano lasciate nella loro formulazione originaria. Modificarle per adat-

tarle alle nuove culture è operazione pericolosa. Pensi se dovessimo adat-tare l’Inno di Mameli alla cultura (compresa quella politica) contempora-nea. È la mente che deve avere il respiro giusto per interpretare i messaggiche ci vengono dalla storia, senza bisogno di modificarne la forma peradattarla ai nostri gusti. Di conseguenza, va da sé che l’ANA ha tenutofede alla versione originale della preghiera, che è quella riportata sulnostro sito, e non quella modificata nel 2007.

GLI ALPINI INCARNANO LO SPIRITO CRISTIANO

Mi chiamo don Luca Raimondi; sono parroco di 4 parrocchie(Bernareggio, Villanova, Aicurzio, Sulbiate) nella diocesi di Milano.

Nella mia comunità pastorale è stato fondato un nuovo Gruppo alpini,fatto di gente squisita. I “miei” alpini si prodigano per servizi e attenzioniall’interno della comunità ecclesiale e civile. Loro mi hanno abbonato allarivista che mi arriva ogni mese.Proprio ora ho letto il suo editoriale di novembre e ho sentito il desideriodi ringraziarla dal profondo del cuore e di farlo subito. È un articolo stu-pendo per i contenuti e il modo profondamente forte ma mai offensivodi ribadire i valori della tradizione alpina.Lo stile del suo articolo potrebbe essere da termine di paragone permolte realtà al di fuori dell’esperienza alpina  perché sottolinea l’impor-

VICINI AI NOSTRI MARO’

Tra poco sarà Natale. Un tempo,quando l’innocenza accompa-

gnava i primi passi dell’esistenza, era-vamo soliti mettere i nostri sognidentro una letterina da consegnare alBambin Gesù. Per lo più erano pro-messe d’essere migliori, spessoaccompagnate da qualche timidarichiesta, avanzata tra le tante frustra-zioni di una vita in salita. Diventatigrandi, anche l’innocenza s’è pianpiano sfilacciata, ma i sogni hannocontinuato a farsi largo popolando disperanze il nostro quotidiano. Questo Natale la speranza ci porta a Kochi, nel Kerala. Anche inIndia si celebra il Natale, come giorno di festa e di pace. Chi havisitato quell’immenso Paese durante le festività ha provatoperfino tenerezza imbattendosi nelle tante luminarie e in quegliabeti di plastica, che pagano il dazio alla cultura occidentale eche la maggioranza degli indiani non vedrà mai in originale, senon per qualche servizio passato su Sky. Personalmente conosco e sento l’India quasi come una secondaPatria. Là vivono giovani laureati adottati a distanza quand’era-no ancora bambini. Nei mari del Tamil Nadu, potenti barchecon i simboli dell’ANA solcano le inquiete acque del golfo delBengala. Monumenti galleggianti, insieme a case e altre operesociali, che ricordano gli alpini e la loro solidarietà, dopo il disa-stroso tsunami del 2001. Conosco l’India e la sua gente. Gente buona, che ha l’eleganzadel portamento e del cuore, la dignità dei poveri e l’impareggia-bile carisma del sorriso e dell’accoglienza. Conosco la gente delKerala e ho tra gli amici molti cristiani del luogo dei quali hosubìto il fascino assistendo alle loro stupende liturgie in ritoSiro Malabar. Del Kerala mi ha sempre colpito la capacità della

gente di vivere in armonia la diversità,la laboriosità, il senso del progressoche si coniuga con il riconoscimentodei diritti umani.Ecco perché mi risulta del tuttoincomprensibile la detenzione deidue Marò, Massimiliano Latorre eSalvatore Girone, da nove mesi pri-gionieri in attesa di sentenza. Unasentenza continuamente rinviata,come nel gioco del gatto e il topo o,più semplicemente, in quello del tiroalla fune tra poteri politici, per misu-rare chi ha muscolatura più robusta.

Con l’evidente risultato che due giovani italiani, esecutori scru-polosi di una missione anti pirateria, si trovano a pagare il prez-zo di qualcosa più grande di loro e delle loro responsabilità. Inballo non ci sono soltanto le norme internazionali sulla sicurez-za dei mari, ma il diritto marittimo, entrato in gioco quando siè permesso alla nave Enrica Lexie di entrare nel porto di Kochi,consegnando di fatto il suo equipaggio alla giustizia indiana.Non è mio compito entrare nel merito della vicenda se non perrivolgere un appello al popolo indiano perché il Natale perGirone e Latorre sia segnato dal ritorno alle loro famiglie. E unappello alle nostre forze politiche perché la loro vicenda siarecepita come priorità, senza sconti o dimenticanze. Un appelloche facciamo a modo nostro con una copertina natalizia deco-rata col fiocco giallo, simbolo utilizzato per ricordare i militariin condizione di prigionia. E nel fiocco abbiamo messo il Leonedi San Marco, simbolo del Reggimento cui appartengono i dueMarò. Un simbolo che rimanda ai quattro leoni di Sarnath, chel’India ha voluto assumere come proprio stemma nazionale. Unsegno di fratellanza e di pace, come dovrebbe essere, per tuttigli uomini, lo spirito del Natale. B.F.

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L E T T E R E A L D I R E T T O R Etanza di alcuni valori di appartenenza alla società civile che fanno partedell’esperienza umana e per me anche cristiana.Quindi consideri questa lettera totalmente gratuita e volta soltanto adirle un grazie grande come ...una montagna! Una preghiera per lei e pertutti gli alpini.

don Luca Raimondi - Bernareggio (MB)

Caro don Luca, la sua lettera mi ha commosso. Non tanto per i compli-menti di cui la ringrazio, ma per il bene che vuole agli alpini, fino a iden-tificare il loro servizio con l’autentico spirito cristiano. Stia loro vicino esono sicuro che non sarà mai solo. Tutti noi della redazione, insieme,mandiamo una montagna di auguri a lei, ai suoi alpini e alle quattro comu-nità che guida.

IL SENSO DELLE MISSIONI ALL’ESTERO

Nel drammatico momento che sta attraversando la Nazione, crisi eco-nomica dilagante, perdita di posti di lavoro, tagli a pensioni e sanità,

mancanza di politiche per il futuro, ruberie dilaganti, perdita da partedella politica tradizionale d’ogni riferimento etico, morale e valoriale, sitorni a osservare la Costituzione. Si ripristinino Forze Armate di leva. Stopai professionisti e agli F35. Reiterare ridicoli sprechi di denaro pubblicocon tristi mascherate tipo la “mininaja”… è patetico.Restare in Afghanistan a fare i reggicoda ai potentati economico-finanziariche hanno originato la crisi, è criminale e stupido, oltre che contrario agliinteressi della Nazione e del popolo.Che il Signore ci dia sempre la forza di tenere la schiena diritta, la testaalta, di spingere lo sguardo un po’ più lontano delle apparenze e di cerca-re il bene ed il giusto.In occasione dell’uccisione del caporale Tiziano Chierotti, fratello alpino,diciamo basta a questa guerra travestita da missione di pace, utile solo adaprire nuovi mercati per le multinazionali.Tornino a casa tutti. Subito.

Fausto Goglio - gruppo Alpette, sezione di Torino

Tutti noi, davanti ad un morto, ci chiediamo se questo abbia un senso.Personalmente non so se queste missioni si prestino a far da supporto alleingordigie dei mercati e delle multinazionali. So però che il ripristino dellapace, là dove essa è seriamente compromessa, così come l’aiuto allepopolazioni vessate dalle dittature ideologiche e militari, non è solo cosaloro. Il mondo s’è fatto piccolo, caro Fausto, e un “virus” dall’altra partedel mondo rischia di infettare anche le nostre contrade, più di quantonon sia pensabile misurando le distanze in chilometri.

QUANDO C’ERA LA LEVA OBBLIGATORIA

Mi ricollego a quanto scrive l’amico alpino e reduce di Russia AlbinoPorro su L’Alpino di ottobre. Ripristinare il servizio della leva obbli-

gatoria non solo significherebbe ridare equità sociale e unitarietà di fron-te alla Patria ed agli obblighi verso di essa, ma dare anche ed innanzituttoa molti giovani la possibilità di fare un’esperienza unica e importante peril loro futuro, anziché venire annoverati nella percentuale di disoccupati.Non solo molti di loro vedrebbero e imparerebbero cose diverse da quelmondo – a volte limitato – che sovente è simbolo di sicurezze e amicizieche si sono sostituite al grembo materno, senza però dare loro alternativedi vita o prospettive di cambiamenti. In molti casi quell’anno che untempo pareva sprecato, oggi potrebbe costituire non solo una validaesperienza, ma anche una fruttuosa occupazione anche se a basso redditoimmediato. In altre parole: pur non essendo un periodo ben remunerato(la decade è stata da sempre sufficiente per le piccole spese del militare)sarebbe senz’altro più produttivo sia per i giovani che per la società delciondolare in cerca di un’occupazione che non arriva.Un conto è infatti fare la mininaja, richiesta ed apprezzata, altro è il servi-zio di leva – della durata di un anno – che potrebbe essere implementatocon la Protezione Civile, creando pertanto non solo una forza pronta-

mente disponibile, ma anche addestramento dei giovani ai vari tipi diintervento. Caserme, mezzi operativi e quant’altro potrebbero essere adisposizione di tale attività, anziché deperire in attesa di alienazioni aprezzo di realizzo, il tutto in un momento in cui pare sempre più presentee costosa la necessità di interventi a fronte delle calamità.Lo stesso periodo, opportunamente gestito, potrebbe costituire unospunto per riacquistare quel cameratismo, senso d’italianità e del viveresociale e rispetto dei regolamenti non solo da parte dei giovani, ma anchedi tutti coloro che bussano alle porte della nostra Nazione, senza nullaconoscere degli obblighi e doveri che regolano il vivere all’interno di essa.Credo che il momento sia maturo per porre rimedio ad un errore compiu-to - forse per debolezza politica - con l’abolizione della leva, quando lanecessità era dare alla stessa una valenza “sociale” e non militare, cosache è dimostrata dall’attaccamento al Corpo degli alpini da parte di colo-ro che lo hanno portato con spirito di servizio in gioventù, sentimentoche manca in quei giovani che istituzionalmente non hanno vissuto la najacondividendo fatiche e soddisfazioni, come invece accade per le Truppealpine da sempre a contatto con quelle popolazioni che ancor oggi, adogni manifestazione o loro intervento, ammirano ed applaudono lepenne nere.

Guido Bonino - Casale Monferrato

Caro Guido, sottoscrivo parola per parola la tua lettera. Mi ha molto col-pito il mese scorso il confronto tra i candidati della Sinistra durante le pri-marie, quando il sindaco di Firenze è uscito dicendo che sognavaun’Europa unita, con i giovani chiamati a fare un periodo di servizio civile.Purtroppo non credo che ciò accadrà. Non solo per ragioni di bilancio, maper ragioni meno nobili. E cioè per il fatto che si sono appannati sia ilsenso del bene comune che quello conseguente della gratuità.

ALPINO NEL CUORE

Nel 2010 ho aderito alla richiesta di un amico che mi chiedeva di aiu-tarlo a rivolgere un appello, attraverso l’Informatore che dirigevo

all’epoca, a tutti gli alpini del nostro Comune allo scopo di creare unGruppo locale.Ho aderito volentieri all’iniziativa anche per l’affetto che ho sempre nutri-to nei confronti degli alpini, sia perché numerosi nel mio ambito familiare,sia per la conoscenza delle loro gesta. In capo ad un mese avevamo raccolto un buon numero di adesioni, suffi-ciente a gettare le basi per realizzare il progetto e all’inizio del 2011 è statofondato il gruppo alpini di Carnate, facente capo alla sezione di Monza.Ovviamente non potevo restare estraneo al Gruppo e, non essendo io unalpino, vi sono entrato in qualità di “amico”, appellativo che mi si stagliaaddosso come una divisa “su misura”. In occasione dell’inaugurazione uffi-ciale mi è sgorgato dal cuore un “atto di fede” assolutamente spontaneo,che mi piacerebbe trovasse spazio sul periodico “L’Alpino” sperando chepossa mobilitare nuovi adepti. Purtroppo l’ANA, dopo l’abolizione dellaleva obbligatoria, è destinata ad avere nelle sue fila sempre meno alpinireali e sarebbe un peccato che l’Associazione si esaurisse nel tempo.Molto meglio farla continuare ad esistere con il rinforzo di numerosi“amici” per consentirle di continuare nella nobile attività dedicata allafraternità universale.Avrei voluto essere un alpino, uno di voi. Avrei voluto esserlo per lo spi-rito di Corpo che voi dimostrate in ogni circostanza, per come sapete tra-sferire il testimone da un “vecio” ad un “bocia”, per come sapete cemen-tare l’amicizia trasmettendola a migliaia di altri alpini, ai figli ed ai nipotidi quei valorosi reduci di Nikolajevka e di Nikitovka, eredi di quello spiritofedele alla Patria ed alla Bandiera. Voi che portate il cappello di alpinocon grande onore, voi che avete nei vostri cromosomi l’amore per questanostra terra che si chiama Italia. Avrei voluto essere un alpino per provareanch’io la gioia e l’orgoglio di esserlo.

Sergio Bono - Carnate (MB)

Tu alpino lo sei nella testa e nel cuore. Il cappello è importante, ma quel-lo che c’è sotto lo è altrettanto.

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Giovedì 1° Dicembre 2011 19:55 "Gli altri sono andati da un po’... Siamo ri-masti io e le montagne, nella stufa il fuo-co arde allegro. Un topolino mi terràcompagnia in queste notti solitarie, miha rosicchiato una coperta... Pazienza an-che lui ha diritto a un nido caldo.Panorama stupendo, tempo buono, tem-peratura media 6 gradi.Comincia così la mia avventura... oltre ilconfine".

Parole tratte dal diario di Luca. Cen-to giorni di solitudine scelta, a tuper tu con la montagna, con le sue

regole, i suoi segreti. Insieme a lui, Alex.

Sono giovani sui trent’anni, alpini un po’per scelta, un po’ per destino. Sulle rupitrascorrono ogni ora libera, da sempre. Poi, un giorno, nella valle d’Ampezzoscoprono quello che era l’osservatorio dipunta Gallina.Allora, cento anni fa, era un andirivieni disoldati, di artiglieri appostati in silenzio.La sera rintanati a cercare un po’ di calo-re di stufa, affumicati più che riscaldati,si addormentavano e sognavano. Poi laluce del giorno, di nuovo in trincea conlo sguardo e i cannoni puntati verso lepostazioni austriache del Piccolo Laga-zuoi e del Col dei Bois. Luca e Alex sono lì, immaginano, rivedo-

no quell’avamposto a quota 2.316 bruli-care di uomini e non possono più riman-dare. Basta uno sguardo, basta l’improntadi uno scarpone chiodato lasciata, forsevolutamente, nella malta davanti allapiccola finestra che apre sulle vette co-lorate d’azzurro. Il sole scompare, cala la sera. La decisio-ne è presa. Domani scenderanno a valleper gli ultimi preparativi, lasceranno ca-sa, affetti e lavoro e si stabiliranno lassù.Comincia così, oltre il confine.

* * *

di Mariolina Cattaneo

Natale oltre il confine

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Col Gallina è un panettone di dolomia,insignificante in apparenza. Una lunga galleria lo attraversa: da unversante lo sguardo abbraccia il Sasso diStria, il Lagazuoi piccolo, il Lagazuoigrande, le torri del Falzarego, il Col deiBois, la punta del tenente Berrino e in ul-timo lei, la signora Tofana di Rozes, lamontagna di Cantore. Dall’altro si apresul Civetta, poi un susseguirsi di cimestondate, altrimenti aguzze fino alla regi-na delle Dolomiti, la Marmolada. Pocopiù in là il Piz Boè. A questo punto losguardo si chiude e il resto dell’orizzonteè lasciato a chi mastica topografia e ri-corda l’esatto ordine delle cime. Una casa scavata nel ventre della monta-gna quasi cento anni fa, ormai disadorna,fredda. La forza motrice si chiama volon-tà. Il materiale, per lo più tavole di larice,lo fornirà Raniero Campigotto, giovanegestore del rifugio di Col Gallina. Vuoleche la gente ritorni quassù, vuole che perun attimo si scordi le seggiovie jet, i ru-

mori e gli odori artificiali. Di lavoro ce n’èparecchio, le mani di Luca e Alex, rottedal freddo, non mollano. Ogni giorno la-vorano sodo e così la notte: quando fuo-ri la temperatura raggiunge i 25 sotto ze-ro, in baracca non supera i 5 gradi. Il ripo-so si alterna alla veglia per caricare lastufa. Poi è di nuovo mattina e il pensie-ro ritorna alle cose da fare. Tavola dopotavola, un chiodo dopo l’altro, il caloredel legno veste ogni centimetro di dolo-mia fredda e aguzza. E scavando nella terra dura e ghiacciata,riaffiorano i tesori di un tempo: un cala-maio smeraldino, ancora sporco di in-chiostro, una bottiglia intatta, i mattonirefrattari di una stufa. Pezzo dopo pezzo,il disegno di questo antico puzzle co-mincia a svelarsi: qui c’erano le camerate,qui le cucine. Poi il posto telefonico, unpiccolo magazzino, la cannoniera. Tuttoritrova il posto di un tempo. La stanza da pranzo torna a vivere oracome allora, è il principio di una nuova

avventura. La cordata si fa più numerosa:con la collaborazione delle guide di Cor-tina, Luca e Alex in divisa degli alpini del-la Grande Guerra, accompagnano gruppidi persone dal rifugio di Raniero fino allepostazioni recuperate. Lassù la legna ar-de nella vecchia stufa, il camino fuma.Sulla tavola tè caldo, speck e pane. Fuori la natura dà spettacolo: le crodecapricciose s’infiammano, le mille tonali-tà di rosso ne inseguono il profilo. Ma èun attimo: ecco che i toni si attenuano epreannunciano i colori freddi della sera.Si scende.Così passano le settimane. Nei giorni difesta Luca e Alex ricevono visite: sonoamici, come Matteo, che lontani dacomputer e scrivania per quarantott’ore,lavorano sodo. Tutti coloro che hannocondiviso questo viaggio, anche per po-

L’osservatorio di Punta Gallinaripristinato da Alex e Luca, nella foto a fianco.

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che ore, nei luoghi che la religione degli antichi considerava sacri,si sono sentiti a casa. Lassù, si è privati di ogni cosa non sia indi-spensabile e il potere di ogni altra che invece lo è, si amplifica: co-sì accade di vedere con maggior profondità, udire suoni scono-sciuti, rumori inattesi.

Il calamaio, ancora con tracce di inchiostro.

Luca e Alex. L’impronta di uno scarpone risalenteal tempo della Grande Guerra.

Uno scorcio del bellissimo panoramadalla porta dell’osservatorio.

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Ogni uomo che volta le spalle alla pianura per andar incontro al-la montagna dà inizio a un viaggio di cui ancora non conosce l’epi-logo. Luca e Alex hanno creduto in un sogno e, non senza fatica e sacri-fici, lo hanno realizzato. Hanno reso casa quella grotta non perfarne un museo, ma per viverci. È un’anticima quella finora rag-giunta, la vetta appare lontana. Servirà l’aiuto di tutti perché que-sti luoghi possano diventare oasi per i viandanti innamorati dellealte quote. È dicembre. La notte è un'immensità nero blu in cui come in un fi-lo di perle si snodano le stelle, milioni di stelle. Questa immensi-tà conferisce a ogni cosa, a ogni persona la giusta dimensione. Sia-mo spogliati di tutto ciò non sia davvero necessario, come quelbambino neonato nella grotta di Betlemme. D’improvviso la spe-ranza si fa strada e a poco a poco diventa dilagante. Lontani daifrastuoni, remote appaiono le frette smaniose del Natale di città. Solo montagna e speranza. E ora che “almeno tanto così” è stato compreso della vita essen-ziale e schietta dei nostri soldati sulle Terre Alte, ora travolti co-me siamo dalla “straordinaria felicità che si prova sulle cime e chenessuno saprà mai descrivere…” ora, che sia Natale per tutti. ●

Costruzioni risalenti alla Grande Guerra,

sullo sfondo la Marmolada.

Alex alla finestra dell’osservatorio.

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Chissà quale piega avrebbepreso il futuro di FrancoPini se quel giorno in Iran,

nel lontano 1977… Il fatto è che aquel tempo Franco Pini, berga-masco di Ponteranica, classe1932, mortaista del 5° Alpini bat-taglione Tirano, andava girandoil mondo in lungo e in largo. Insella alla sua Motom Delfino 160,comprata a rate, e poi ad una Gi-lera 150, s’era spinto fino a CapoNord, novemila e passa chilome-tri. Ma di fatto non s’era fattomancare niente: Marocco, deser-to libico, Emirati arabi, Iran, Iraq,Kurdistan, Turchia, Egitto, Sudan,Sud Sudan, Juba, Uganda… Viaggiintrapresi prendendo ferie dal-l’azienda tessile dove lavorava, esoprattutto concordate con lamoglie Rosetta che, a casa, ve-gliava sui quattro figli che aveva-no messo al mondo. Per tornarea quel 1977 il Franco che, nellabergamasca qualcuno definivaamabilmente “mia trop registrat”, avevapensato bene di spingersi fino in India.Yugoslavia, Bulgaria, Turchia, Iran, Afgha-nistan (da poco invaso dai Russi) e poi giùfino all’India, passando dal Pakistan. Tut-to bene all’andata, ed anche al ritorno,almeno fino all’arrivo in Iran dove la finedel potere dello Scià già portava alloscoperto l’intolleranza dei talebani se-guaci di Khomeini. E proprio loro, refrat-tari a qualsiasi presenza straniera ed oc-cidentale una bella notte decisero di far

fuori l’intruso. Franco Pini ricorda soloche si era accampato in una piccola ten-da per passare la notte. Si sarebbe risve-gliato dopo un coma di alcuni giorni inun vicino ospedale da campo. Avevanotagliato la tenda e poi lo avevano colpi-to fino a crederlo morto. Quindi, comeun sacco di rifiuti lo avevano gettato inuna scarpata. Fu solo per un disegno strano del desti-no, ma che Franco Pini chiama Provvi-

denza, se un soldato iraniano vi-de per caso quel corpo ridottocome un pupazzo rotto. Dopoun mese di ospedale, ancora in-capace di reggersi in piedi lo ac-compagnarono verso il confine,augurandogli buona fortuna.Non conosciamo quali fosserogli obiettivi nascosti dietro quel-l’augurio, sta di fatto che il no-stro “vagabondo” incontrò an-che lui il suo samaritano. Era uniraniano diretto in Europa. «Nonpreoccuparti – gli disse – ti por-to io in Italia». Gli fece assistenzae gli pagò tutte le spese di allog-gio lungo il percorso, senza chie-dergli nulla in cambio. Al matti-no pregavano insieme. Uno sulproprio tappetino, rivolto allaMecca, l’altro con le mani giuntepensando a Gesù Cristo. Fu cosìche Franco, di tappa in tappa eincapace di reggersi in piedi, arri-vò in Yugoslavia. Qui il suo salva-tore lo mise su un treno per Mi-

lano, quindi le loro strade si divisero.Tornato a casa, Franco si pose una do-manda. Soprattutto iniziò una riflessionedi vita che lo portò a maturare una deci-sione. La domanda era un interrogativosul perché dei suoi viaggi. Non se l’eramai chiesto, ma ora aveva capito chenella vita stava andando in cerca di qual-cosa. O forse di Qualcuno? Era solo cu-riosità quella sua voglia di esplorare ilmondo o era piuttosto un’inquietudinedell’animo che aveva bisogno di rispostepiù alte? L’unica certezza che maturò eche lo aiutò a rientrare in se stesso erache Dio raggiunge l’umanità attraverso“angeli”, che hanno le mani e il cuore del-le persone concrete. Lui il suo angelol’aveva incontrato nelle sembianze di uniraniano, uno straniero. Chi ha fede chia-ma questo Provvidenza. Per chi non ce l’-ha basta guardare il nome scritto sullacarta di identità.Franco Pini capì che ognuno deve essere“angelo” per gli altri. L’occasione per pro-varlo gliela diede un missionario passio-nista. Era di passaggio al suo paese, magiù in Kenia avevano bisogno di fare unacanonica. Oddio, non è che lui si fossemai interessato di muratura, anche se daalpino ormai s’era fatto una certa espe-

Franco Pini, angelo degli altri

Franco Pini (foto di Alberto Benedetti).

La mensa per 600 alunni della scuola primaria, una delle opere più importanti realizzate da Pini.

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rienza, come volontario nelle varieemergenze. Alessandria ai tempi dell’al-luvione, poi in Irpinia e, soprattutto a Bu-ja in Friuli nel ’76. Detto fatto, nell’80Franco si lancia nella grande avventura.Prima a Tonga e poi, da qui, con una in-terminabile marcia fino ad uno sperdutovillaggio vicino al lago Vittoria, Nyagwe-the. Un agglomerato di capanne di 500abitanti, dove non esisteva niente diniente. Da allora diventerà la sua terrad’adozione. Tre mesi là e tre mesi in Ita-lia, per raccogliere fondi. Così a partiredall’82, con una serie interminabile di ini-ziative, cambierà la storia di quel luogotrasformandolo in ambita terra di immi-grazione. Quattromila e passa abitantisono l’esito di un investimento sociale icui frutti sono in piena maturazione.Franco comincia da subito con un picco-lo ospedale, il Bergamo Hospital, con an-nessa vicina “Ussl 29 bis”, sempre per se-gnare le radici di provenienza. E poiscuole (1.200 alunni), mense, guesthouse,supermercato, mercato all’aperto, im-pianto idrico con cinque chilometri dicondotte, impianto elettrico, chiesa… Adire il vero quando gli proposero di farequest’ultima, lui, che pure è un cristianofin nelle midolla, nicchiò per un certoperiodo. Non voleva che i cristiani appa-rissero dei privilegiati. Si arrese quandotutti, cristiani, animisti e non credenti fe-cero le fondamenta per partire con lanuova costruzione. Tante iniziative ri-chiedevano non solo sforzo economico,ma anche competenze gestionali. L’alpi-no “bala rossa”, così si definisce per viadella nappina del Tirano, non ci ha pen-sato due volte. Tornato in Italia ha fattocorsi da infermiere professionale, di oste-tricia, di malattie tropicali, di odontoia-tria… Una preparazione a 360° che gli con-sente di togliere i denti, prendere le im-pronte per le protesi, di curare molte ma-lattie e di coordinare un gruppo di infer-mieri che, con lui mandano avanti il pic-colo ospedale. Soprattutto si vanta d’es-sere al servizio della vita facendo nascerecreature sane e con prospettive di vitasempre più rassicuranti. Racconta consoddisfazione di come ha ridato vita aduna bambina nata con arresto cardiaco,dopo un’ora e un quarto di massaggio.Oggi è vispa più che mai e si chiama Ro-setta, come la moglie. Alla domenica econ i malati fa anche il sostituto del pre-te. Questi viene di quando in quando econsacra un botto di particole. Poi cipensa il Franco a fare letture, commenti edistribuire il pane consacrato. A tempo

perso fa anche il prete, come l’ha chiama-to un giornalista. Lui sorride e si scherni-sce. In realtà fa questo e molto di più.A parte Nyagwethe, sono tre le paroleche scandiscono la sua vita. Italia, alpinie vangelo. Per la sua terra conserva unamore a tutto tondo. Il 17 marzo, anni-versario dell’Unità d’Italia ha fatto am-mainare la bandiera keniota ed ha issatoquella tricolore. Quanto agli alpini con-fessa di avere due cappelli. L’originale acasa, il secondo in Africa. Lo porta sem-pre, anche là tra i suoi negri. Come cri-stiano raccomanda a tutti di credere nel-

la Provvidenza e di darsi da fare perchécon le nostre mani arrivi dovunque. L’hanno coperto di decorazioni, di premie riconoscimenti. Ma lui non sembrascomporsi più di tanto. Gli basta l’amoredi sua moglie, altrettanto attiva con glianziani del vicinato, e quello dei suoi fi-gli che, dalle assenze del padre hannoimparato l’alfabeto della gratuità e del-l’altruismo. Per sé Franco Pini non sembrachiedere nulla. Per capire quanto ha giàricevuto basta guardarlo negli occhiquando sorride.

Luca Di Stefano

Se qualcuno volesse aiutare intestare a: Associazione Franco Pini O.N.L.U.S.C.C. POSTALE 14133243

Oppure Banca di Credito Cooperativo di Sorisole Cod. IBAN IT83 P088 6953 3600 0000 0300 654

Sito web: www.francopini.it indirizzo mail: [email protected]

Pini davanti alla scuola di Nyagwethe.

Il Bergamo Hospital.

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ASPETTANDO L’ADUNATA - PIACENZA 2013

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Piacenza è una città di circa 104milaabitanti, posta nell’estrema Emiliaoccidentale, al confine con il Pie-

monte, la Liguria e la Lombardia dallaquale la separa il Po. È capoluogo di unaprovincia di quasi 290mila abitanti: il ter-ritorio è in parte di pianura che poi si ad-dentra nell’Appennino. L’economia è pre-valentemente agricola con presenze im-portanti dell’industria metalmeccanica edi trasformazione dei prodotti dei campie nel settore della logistica.La città si fregia del titolo de “la Primo-genita”, riconoscimento che le riservò ilre del Piemonte, Carlo Alberto, durantela prima guerra d’indipendenza: nel 1848 ipiacentini furono i primi, nel maggio diquell’anno, a pronunciarsi con un plebi-scito per l’unione con il regno sabaudo.Quando il 14 maggio 1848 una delegazio-ne piacentina raggiunse il sovrano aSommacampagna, presso Verona, doveera accampato con l’esercito, questi eb-be a pronunciare una frase con la qualericonosceva, a livello italiano, la primo-genitura della città emiliana. Tale sceltale meritò una Medaglia d’Oro come cittàbenemerita del Risorgimento, riconosci-mento a cui si deve aggiungere una se-

conda Medaglia d’Oro, questa volta alValor Militare, concessa per benemeren-ze acquisite durante la guerra di Libera-zione.Quella del 1848 non è stata una sceltacasuale: la città, che già aveva guadagna-to un posto di rilievo nel periodo dei li-beri comuni, nel Cinquecento era statacostituita dall’amministrazione pontifi-cia in ducato, unito al gemello di Parma.Scelta in un primo tempo come sede digoverno da Pierluigi Farnese, il figlio diPapa Paolo III, si ribellò al potere ducale

– o meglio lo fecero alcuni esponentidella nobiltà locale – e il 10 settembre1547 il duca venne ucciso nel corso di unasommossa. Il risultato fu che i Farnese,alla fine, riuscirono a mantenere il pro-prio potere, ma trasferirono la capitale aParma e alla città da allora fu riservato unruolo soprattutto militare.Questo passato ha contribuito a dare aPiacenza un aspetto esteriormente seve-ro: conserva molti palazzi costruiti so-prattutto nel Seicento e nel Settecentodi rara bellezza che si manifesta negli

Piacenza,

Piazza dei Cavalli con ilPalazzo comunale, detto il “Gotico”, sormontato dai merli ghibellini (foto di Carlo Pagani).

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ASPETTANDO L’ADUNATA - PIACENZA 2013

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scaloni d’onore e nei saloni del piano no-bile; di queste preziosità architettonichepoco si nota nelle facciate caratterizzateda un aspetto austero.La decisione di aderire al processo risor-gimentale già nel 1848 era soprattuttofrutto di una profonda vitalità che si èmanifestata anche a livello economico:Piacenza sul finire dell’Ottocento ha vi-sto nascere la prima Camera del lavoro(inizialmente indicata come Borsa) d’Ita-

lia, mentre la componente imprendito-riale, sempre a livello nazionale, dava vi-ta a strutture quali la Federazione deiConsorzi Agrari ben presto affermatasianche con l’apporto di altre province.Anche questo è un indice di un’econo-mia, sì agricola, ma di un’agricoltura mo-derna, segnata dalla cooperazione e dal-l’utilizzo della meccanizzazione. Un set-tore della già citata industria metalmec-canica è infatti legato alla produzione di

macchine destinate al lavoro dei campi.Questo per quanto riguarda soprattuttol’Ottocento; nella seconda metà del se-colo scorso questa capacità degli im-prenditori piacentini ad aggiornare ilproprio impegno ha portato al fiorire diuna forte e moderna industria meccatro-nica. Piacenza è dunque una città conuna storia ricca e legata alla tradizione,ma proiettata verso il futuro.

Fausto Fiorentini

Un’ala del Palazzo Farnese.Il Duomo.

fra storia e futuro

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Storia davvero singolare e affasci-

nante, quella degli alpini. Il Corpo

indubbiamente più amato e rispet-

tato al Mondo, 140 anni fa ebbe un’origi-

ne quasi clandestina grazie ad alcuni arti-

coli inseriti in quel Regio Decreto con i

quali il generale Ricotti Magnani, mini-

stro della Guerra, su suggerimento del

capitano Perrucchetti - che, a sua volta,

aveva mutuato l’idea da uno studio del

col. Ricci - diede vita alle prime compa-

gnie territoriali sulle Alpi. L’idea semplice

e geniale era quella di affidare la difesa

dei settori alpini ai valligiani che li abita-

vano, che li conoscevano palmo a palmo

e che li avrebbero difesi con la tenacia di

chi protegge la propria casa. Nonostante

l’origine quasi clandestina gli Alpini, che

erano il solo corpo militare ad affondare

le proprie radici direttamente nella nuo-

va Nazione, furono quasi subito oggetto

di attenzione da parte della stampa che

proprio su questi nuovi soldati d’Italia

puntò per la creazione di una sorta di mi-

to e per sollecitare l’orgoglio nazionale.

Ma, come tutti sappiamo, in seguito gli

alpini quel mito lo costruirono davvero,

fino a stupire il mondo intero.

Questi soldati o, meglio, questi semplici

montanari prestati all’Esercito, non si so-

no solamente rivelati militari eccellenti,

ma sono riusciti nell’impresa di mante-

nere per generazioni un legame talmente

forte con le loro valli e contrade che le

storie si sono intrecciate e le tradizioni

confuse in una quotidianità condivisa.

Un legame reso evidente anche dal no-

me dei battaglioni che, a differenza degli

altri reparti dell’Esercito, non avevano

progressione numerica, ma l’indicazione

di paesi e valli di provenienza e dai mot-

ti di questi reparti che al latino avevano

preferito il dialetto.

Per comprendere davvero il legame che

gli alpini hanno con il loro territorio, ba-

sterebbe pensare che gli abruzzesi si

identificano con il 9° Reggimento, i pie-

montesi con il 1° il 2° ed il 3°, i lombardi

con il 5° e il 6°e così via. Tutti fratelli, gli

alpini, intendiamoci, ma tutti profonda-

mente legati al loro pezzetto di una

grande tradizione comune.

Non c'è città, paese o frazione che non

abbia una via intitolata agli alpini o al

reggimento di riferimento.

Non c'è città paese o frazione dove non

esista un monumento alle penne nere.

Se questo, tuttavia, era facilmente com-

prensibile quando un rigido reclutamen-

to territoriale dava corpo e sostanza ai

nostri battaglioni, oggi assistiamo ad un

vero e proprio miracolo visto che la pro-

venienza geografica dei nostri ragazzi in

armi è la più varia e le cose non sono

cambiate.

Un fenomeno, quello degli alpini, che

meriterebbe di essere studiato da qual-

che università perché sembra sovvertire

le regole del tempo.

In questa Italia che sembra mutare velo-

cemente e senza meta, gli alpini sono

stati capaci di non perdere le loro mi-

CELEBRATO A CASSANO D’ADDA L’ANNIVERSARIO DELLE TRUPPE ALPINE

Per l’Italia, con la gente

Il Labaro scortato dal vicepresidente Balleri, dai generali Battisti e Macor e dai consiglieri nazionali sfila davanti al monumento a Perrucchetti.

di Cesare Lavizzari

140° TRUPPE ALPINE

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gliori virtù pur adeguandosi ai tempi.In questa società dove tutti pretendonoche altri risolvano i loro problemi, gli al-pini hanno continuato e continuano a fa-re il loro dovere con serenità.In questa Italia sempre più vittima del-l’approssimazione, gli alpini continuanoostinatamente a costituire una vera epropria eccellenza.In questo miracolo una parte importantela si deve anche a questa Associazioneper la costante opera di custodia di valo-ri e tradizioni che sono certamente ilfondamento del segreto degli alpini.Truppe Alpine e Associazione NazionaleAlpini sono riuscite, negli anni, a fonder-si, anche nell’immaginario collettivo, inuna sola grande famiglia tanto che i piùfaticano a distinguerne i percorsi.Un miracolo o, se preferite, una bella fa-vola…vera!Questo si è voluto raccontare e celebra-re nell’ultimo fine settimana di ottobre aMilano.L’usuale manifestazione a Cassano d’Ad-da nella mattina di domenica, resa solen-ne dalla presenza del Labaro, dal coman-dante del Corpo d’Armata NATO di Rea-zione Rapida di Solbiate Olona, gen. C.A.

sue origini sino al secondo conflittomondiale ad opera del professor Belli,seguito dalla brillante commossa e ap-passionata esposizione del past presi-dent Beppe Parazzini che ha tratteggiatola nascita della nostra Associazione e lasua evoluzione nel tempo. Il comandan-te delle Truppe Alpine, gen. C.A. AlbertoPrimicerj, ha infine presentato le TruppeAlpine di oggi, la loro consistenza, la lo-ro dislocazione, l'addestramento e leprincipali missioni sottolineando, tutta-via, come la professionalizzazione delsoldato italiano non abbia inciso in alcunmodo sul cuore, sulla mentalità e sullaumanità dell’alpino che continua a trarrele sue virtù dal faticoso addestramentoin montagna e che caparbiamente vive eopera per servire l’Italia sia in Patria cheall’estero, pagando ancora oggi un tribu-to pesante al senso dovere.I lavori sono stati chiusi dal vice presi-dente nazionale vicario Adriano Crugno-la che, non senza emozione, ha rivendi-cato con forza l’unità di questa bella fa-miglia alpina, la sua importanza e attuali-tà quale esempio di una Italia davveroeccellente.I medesimi concetti sono risuonati l’in-domani mattina nella piazza di Cassanod’Adda al termine della sfilata, dell’onoreai Caduti e dell’omaggio alla tomba delgen. Perrucchetti. Concetti che possonosintetizzarsi nelle parole del vice presi-dente nazionale Fabrizio Balleri, che pa-rafrasando Don Carlo Gnocchi ha con-cluso il suo intervento affermando che“per rifar bella l’Italia… ci vogliono gli al-pini!”.Quella mattina, però, a Cassano d’Addapioveva disperatamente, segno che an-che il Cielo piangeva la scomparsa delgiovane caporale Tiziano Chierotti, alpi-no del “Doi”. ●Foto di Rosanna Viapiana

Il vessillo della sezione ospitante, Milano, con il presidente Boffi e il consiglio.

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(alpino) Giorgio Battisti e da una nutritapartecipazione del Comando Truppe Al-pine guidata dal gen. D. Fausto Macor, èstata preceduta da un convegno sullastoria degli alpini tenutosi sabato pome-riggio nella prestigiosa sala congressidella Provincia di Milano presso la qualeera stata allestita una esposizione diquadri tematici ad opera dei pittori del“Gruppo Artistico Forlanini Monluè”, unamostra di copertine della “Domenica delCorriere” e una esposizione di pannellistorici. Un programma, sobrio ma egual-mente significativo impreziosito, per pu-ra casualità, dall’inaugurazione del nuo-vo Museo dedicato al Beato Don CarloGnocchi presso il Centro di Via Capece-latro a Milano, avvenuta sabato mattina(del quale museo scriviamo in queste pa-gine).Insomma un fine settimana all’insegnadei valori degli alpini.Il convegno del sabato si era prefissatol'obiettivo di sottolineare che nonostan-te 140 anni di storia gli alpini sono riusci-ti a mantenere le stesse caratteristiche, imedesimi valori e virtù.Dopo un minuto di silenzio per un dove-roso omaggio dedicato al caporale Tizia-no Chierotti recentemente caduto in Af-ghanistan, diretti dal presidente della Se-zione di Milano Luigi Boffi i lavori hannopreso le mosse da un preciso inquadra-mento storico del fenomeno alpini dalle

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Dal seme piantato 140 anni fa è cresciuta una pianta sana e rigogliosa. Piace pensare che così fu per la nascita delle Truppealpine. Nell'Italia di quell'epoca il clima era favorevole, il momento propizio e gli attori di prim’ordine, tutti pluridecoratisui campi di battaglia: sono gli uomini che ebbero l'idea di costituire una specialità di soldati di montagna.

Gli uomini che ebbero l’idea

140° TRUPPE ALPINE

CESARE RICOTTI MAGNANICesare Ricotti Magnani (Borgolavezzaro, 30 gennaio 1822; Novara, 4 agosto 1917) terminò

nel 1840 gli studi all’Accademia militare di Torino. Nel 1848 partecipò all’assedio di Pe-

schiera dove fu ferito e venne promosso capitano per meriti di guerra; nel 1852 si guada-

gnò una medaglia al merito per aver soccorso, con i suoi uomini, i feriti nell’esplosione

della polveriera a Borgo Dora (Torino).

Negli anni seguenti partecipò a diverse Campagne dove si distinse tanto da meritarsi me-

daglie e conseguenti avanzamenti di grado nella carriera militare. Nel 1855 combatté nel-

la guerra di Crimea, partecipò alla seconda guerra d’indipendenza italiana e in particola-

re nel 1859 alla battaglia di San Martino. L’anno successivo fu nominato direttore genera-

le delle armi speciali per conto del ministero della Guerra e iniziò la carriera politica. Fu

parlamentare, senatore e ministro della Guerra in numerosi Governi.

Nel 1873 fece approvare un nuovo ordinamento dell’esercito che vide l’introduzione di

truppe di seconda linea e l’istituzione di quindici Compagnie alpine di cui divenne anche

comandante generale.

AGOSTINO RICCIAgostino Ricci (Savona, 24 gennaio 1832 – Torino, 26 ottobre 1896) partecipò giovanissi-

mo con i volontari lombardi ai moti del 1848. Nel 1849 era al 3° reggimento dell’esercito

sardo a Biella. Richiamato nel 1851 partì per la Crimea con il Corpo di spedizione e di nuo-

vo dal 1857 al 1859 per la 2a guerra d’indipendenza, dove si meritò la Medaglia d’Argento

al V.M. Promosso colonnello, nel 1870 fu nominato comandante in seconda della Scuola

di Guerra. Fu qui che sviluppò e trasfuse le sue dottrine nell’arte militare che divennero

molto apprezzate. Quando un paio d’anni più tardi il ministro della guerra Cesare Ricotti

Magnani promosse la ristrutturazione delle Forze Armate si parlò anche della difesa dei

valichi alpini e dell’importanza strategica che questi avrebbero avuto. Non sembra quin-

di improbabile che le dottrine di Ricci, eccezionale conoscitore delle Alpi e comandante

della Scuola di Guerra, avessero lasciato qualche traccia nella struttura delle 15 Compa-

gnie alpine create dal ministro.

GIUSEPPE DOMENICO PERRUCCHETTIGiuseppe Domenico Perrucchetti (Cassano d’Adda, 13 luglio 1839; Cuorgnè, 5 ottobre 1916)

si arruolò volontario e combatté nel 1859 con il Regno di Sardegna nella seconda guerra

di indipendenza. Nel 1861 fu nominato sottotenente dei bersaglieri alla Regia Militare Ac-

cademia di Ivrea e nel 1866 si guadagnò la Medaglia d’Argento nella battaglia di Custoza

e la promozione al grado di capitano. Nel dicembre 1871 il cap. Perrucchetti sottopose al

proprio diretto superiore, il generale Giuseppe Salvatore Pianell, uno studio su “La difesa

di alcuni valichi alpini e l’ordinamento militare territoriale della zona di frontiera”. Il lavo-

ro fu visionato in un secondo tempo dal comandante del Corpo di Stato Maggiore, gene-

rale Parodi, e fu pubblicato sulla “Rivista Militare” nel maggio 1872, pochi mesi prima del

15 ottobre, giorno in cui il Re d’Italia Vittorio Emanuele II firmava a Napoli il decreto di

costituzione del Corpo degli alpini. Il lavoro di Perrucchetti si aggiunse e diede decisivo

impulso ad un articolato dibattito sulla difesa delle Alpi e sull’esigenza di costituire uni-

tà speciali per la guerra in montagna, a reclutamento locale, che durava dal 1866.

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1711-2012

Per celebrare i 140 anni di fondazio-ne del Corpo, il Comando delleTruppe alpine ha promosso e cura-

to l’apertura di due nuove vie alpinisti-che e la realizzazione di una via ferrata.L’impresa è stata presentata a Bolzano alCircolo Unificato dell’Esercito dal vicecomandante delle Truppe alpine gen. D.Fausto Macor. L’alto ufficiale, dopo unabreve riflessione sul significato e i valoridegli alpini e sulla loro incondizionatadisponibilità a favore della collettivitàsia in Patria sia all’estero, ha ceduto la pa-rola ai militari protagonisti delle impresealpinistiche.“Anime alpine”, ha spiegato il 1° caporalemaggiore Marco Farina, è il nome sceltoper la via di difficoltà elevata ed estre-ma, tracciata nel Gruppo del MonteBianco, sulla Spalla dell’Aiguille de l’Eve-que, da lui e dal caporale Francois Cazza-nelli, appartenenti al Gruppo Alta Mon-tagna del Centro Addestramento Alpinodi Aosta, unità d’élite nel campo sci alpi-nistico.Il maggiore Antonio Scarano ha parlatodella via ferrata a Rio Degli Uccelli, aPontebba (Udine), attrezzata in quattrosettimane dagli alpieri della brigata “Ju-lia” e intitolata al tenente Antonio Fer-rante di Ruffano, eroico ufficiale degli al-pini che combatté su vari fronti della se-conda guerra mondiale e sopravvisse al-l’affondamento del piroscafo “Galilea”mentre rientrava in Patria dalla Greciacon il battaglione “Gemona”. Decorato diMedaglia d’Argento e di Bronzo al ValorMilitare, ricostituì nel 1959, la sezioneANA in Belgio, dove ancora oggi vive.Infine, il 1° maresciallo Giovanni Amort,

Il generale di divisione Fausto Macor, vice comandante delle Truppe alpine, con accanto (da sinistra nellafoto) il maggiore Scarano, il 1° maresciallo Lgt. Giovanni Amort e il 1° caporal maggiore Marco Farina.

Due nuove vie e una ferrata

Il tracciato della ferrata “Anime Alpine” nel gruppo del Bianco.

Istruttori della Julia mentre attrezzano la via ferrata a Pontebba.

effettivo al Comando Truppe alpine, hapresentato l’impegnativa “Via del 140°”che, assieme al capitano Stefano De Ste-fani e al sergente maggiore capo Riccar-do De Vescovi, ha tracciato sulle Dolo-

miti altoatesine, nel gruppo del Latemar,montagne care alle Truppe alpine che aBolzano hanno il loro Comando. ●

(Foto Comando Truppe Alpine).

140° TRUPPE ALPINE

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1811-2012

Dopo la grande partecipazione alleadunate dei quattro Raggruppa-menti un’ulteriore dimostrazione

della vitalità dell’Associazione è venutadall’assemblea annuale dei presidentidelle Sezioni in Italia tenuta al CentroCongressi delle Stelline, in corso Magen-ta a Milano. Erano presenti 79 su 81 presi-denti e due presidenti di sezioni all’este-ro, Germania e Balcanica-Carpatica-Da-nubiana. In apertura il presidente nazionale Corra-do Perona, arrivato il giorno prima dallavisita alle Sezioni in Australia, ha portatoil saluto di quegli alpini lontani, ma vicinial cuore di tutti. Ha aperto i lavori secon-do l’ordine del giorno che vedeva al pri-mo punto la situazione del tesseramentoe della forza associativa. Ne ha parlato ilconsigliere Lavizzari fornendo ampia do-cumentazione che si può riassumere co-sì: soci alpini iscritti al 31 ottobre di que-st’anno 294.491, soci aggregati 74.318, soci

aiutanti 1.222. Totale forza associativa370.031, con una flessione dell’1,57 percento rispetto allo stesso periodo del-l’anno precedente. Un calo contenuto, sesi considera il numero degli alpini “anda-ti avanti” e il recupero dei soci “dormien-ti”, ben 8.450.In tema di statistiche, lo stesso presiden-te Perona ha informato del suo tour perl’Italia, attraverso Sezioni e Gruppi perdiscutere del futuro associativo. Finorasono state “ascoltate” 69 Sezioni, gli in-contri programmati sono tre, altri novesono da programmare. Prima della sca-denza del suo mandato concluderà laconsultazione i cui risultati saranno og-getto di profonde valutazioni. Intantoarriverà il più importante appuntamentodel 2013: l’Adunata nazionale a Piacenza,il cui motto sarà: “Onestà e solidarietà:queste le nostre regole”. “Sulla solidarietà scommetto al centoper cento – ha aggiunto Perona – Sul-

l’onestà pure. Ma sulle regole dobbiamoessere onesti sul serio e servire l’Associa-zione e non servirsi dell’Associazionelanciando in rete accuse senza fonda-mento. Sono cose che urtano un’Asso-ciazione come la nostra che ha 93 annivissuti sempre con dignità sull’esempiodei Padri e servendo la Patria”. Ha poi let-to un brano tratto dall’editoriale di “Rifu-gio alpino”, il giornale del gruppo di Le-gnano, scritto dal capogruppo GiorgioPiccioni sulla situazione morale del no-stro Paese che si chiede “dove esiste ilconfine, dove è andata a finire l’onestà?”.E, più avanti: “Ma voi che vi ritenete uo-mini di potere, siete altrettanto traspa-renti? Da quello che si legge e da quelloche sta emergendo penso proprio di no.Venite a lezione presso uno dei tantiGruppi alpini ed imparerete ad essere al-truisti… E per raggiungere un traguardoquesta è la scuola di onestà, questi sonoi valori che non combaciano con i vo-

LO HA RIBADITO PERONA ALL’ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI

L’ANA, 93 anni vissuticon dignità

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1911-2012

stri… Per fortuna in Italia ci sono personeche si rimboccano le maniche, hanno lemani pulite, un cuore, un sorriso per tut-ti”. Quindi “le parole onestà e solidarietàfanno parte delle nostre regole” - ha ag-giunto il presidente, che ha poi racco-mandato, all’Adunata, la presenza deipresidenti all’incontro con le istituzionila sera del sabato, il rispetto dell’ordinenello sfilamento, la distanza fra i blocchi(“talvolta è eccessiva e comporta inter-ruzioni”) ed ha espresso un invito: nonfacciamone un distinguo, se proprio sivuol portare il cappello di un alpino an-dato avanti - usanza un po’ inflazionata –lo si faccia restando nel blocco. Ha poicomunicato la visita al CDN del capo delDipartimento nazionale della ProtezioneCivile Franco Gabrielli, come riferiamo aparte in queste pagine.Ed a proposito di Protezione Civile, il co-ordinatore nazionale ANA Giuseppe Bo-naldi ha riferito dell’intervento in EmiliaRomagna, e in parte anche in Liguria e inLombardia, degli oltre seimila nostri vo-lontari sottolineandone la professionali-tà e lo spirito di servizio (ne riportiamoun ampio servizio in queste pagine). Pe-rona ha quindi riferito sulla situazionefondi per la solidarietà terremoto in Emi-lia-Romagna. Fondi effettivamente rice-vuti: 491.472,30 euro, promesse di versa-mento 142.9290, totale a disponibilità634.392,30. “Mancano all’appello ancora27 Sezioni”, ha aggiunto. Ed ha annuncia-to che il CDN ha deciso un intervento inuna frazione del comune di Cento (Ferra-ra): la costruzione ex novo di una scuolamaterna per 90 bambini. Ne ha parlato ilpresidente della Commissione GrandiOpere Renato Zorio, che ha presentatodettagliatamente il progetto, spiegandoche la Commissione ANA aveva chiestoai vari Comuni quali fossero le necessità

prioritarie, escludendo interventi di ri-strutturazione. Evidentemente ci sarà bi-sogno anche della partecipazione di no-stri volontari, oltre che di altri contribu-ti. I lavori dovrebbero iniziare nei primigiorni del prossimo anno e finire versomaggio-giugno. Dal terremoto alla montagna: il soggior-no alpino di Costalovara, una splendidastruttura fra i boschi dell’altopiano delRenon, sopra Bolzano. Ne ha parlato Sil-vano Spiller, presidente della Cooperati-va che gestisce il Soggiorno. Ha ricorda-to che è la casa degli alpini, oggi comple-tamente ristrutturata, in grado di ospita-re fino a 90 persone. Di questa coopera-tiva possono far parte singoli alpini, Se-zioni e Gruppi: attualmente ha 34 soci,cinque Sezioni e un Gruppo alpini. L’iscri-zione comporta un versamento di 100euro, una tantum. Ma ciò che conta èche il Soggiorno abbia anche un’anima –ha affermato Spiller - e cioè che i soci

partecipino alla gestione perché diventisempre più importante e viva con la pre-senza di alpini e famiglie alpine, con pos-sibilità per le Sezioni per ospitare le loroiniziative, dibattiti, incontri. Il tesoriere Gianbattista Stoppani haquindi relazionato sulla situazione finan-ziaria dell’Associazione. “Attualmente èsolida, tuttavia – ha aggiunto – dobbia-mo guardare lontano: ci sono motivi dipreoccupazione che devono essere con-siderati”. Ha riferito del calo progressivodei nostri associati, che si traduce in ri-duzione del numero delle quote d’iscri-zione. In controtendenza le uscite sonoin costante aumento per la strisciante in-flazione e in parte per l’effervescenzadelle iniziative della nostra Associazione.Inoltre il contributo del 5 per mille allaFondazione ANA Onlus sta diminuendoconsistentemente, con grande pregiudi-zio per il nostro sostegno alle spese del-la Protezione Civile e dell’ospedale da

Il numero dei soci dal 1999 ad ottobre 2012. Sono riportati in colore verde i soci ordinari, in rosso i soci aggregati.

SOCI ORDINARI SOCI AGGREGATI

Corrado Perona durante il suo intervento. A destra nella foto, il vicepresidente Balleri, il vicario Crugnola, il vicepresidente Geronazzo e il tesoriere Stoppani.

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2011-2012

campo ai quali queste risorse sono pre-valentemente destinate. “Quindi, calanole entrate e aumentano le spese, soprat-tutto quella per L’Alpino che assorbequasi il 50 per cento delle nostre dispo-nibilità a causa delle spropositate spesepostali. Mi rendo perfettamente conto -ha continuato Stoppani - che è antipati-co chiedere aumenti della quota asso-ciativa, so benissimo che anche un euroin più dà fastidio, ma so anche che rivol-gendoci alla generosità spontanea deglialpini spiegando chiaramente, non con leparole ma con i numeri, i nostri alpini civorranno aiutare. Per cui, nelle prossimeedizioni del mensile si potrebbe inserireun bollettino di conto corrente che po-trà essere usato per mandare un contri-buto spontaneo, di 20-50 euro, a soste-gno del nostro giornale che è lo stru-mento di collegamento e di informazio-ne che arriva ogni mese a tutti gli asso-ciati. Questo per evitare di essere co-stretti a considerare la diffusione delgiornale solo in rete, abbandonando

l’edizione cartacea, o riducendo il nume-ro delle uscite”.Il successivo argomento all’ordine delgiorno era la definizione del calendariodelle manifestazioni nazionali. Perona hacomunicato che è già stato stabilito euna copia sarà spedita a tutti i presiden-ti. Ha poi rilevato l’importanza dellacommemorazione di Nikolajewka, di cuiquest’anno ricorre il 70°. Tre le manifesta-zioni clou: il 19-20 gennaio la commemo-razione di Novo Postajalowka a Mondo-vì, il 26-27 gennaio il 70° di Nikolajewka eil 3 febbraio la cerimonia al Sacrario diCargnacco. “Voglio farvi una raccoman-dazione – ha continuato – per meritodei nostri reduci abbiamo imparato acoltivare il culto della memoria. La cele-brazione della battaglia di Nikolajewka èla dimostrazione che il sacrificio dei no-stri padri non dev’essere disperso. In Rus-sia gli alpini non erano la maggioranzadei soldati italiani, eppure le altre conso-relle associazioni d’arma negli anni nonhanno sentito la necessità di ricordare

questa tragedia. Nel 2013 onoriamo, coni nostri, tutti i Caduti, onoriamo anche inostri fratelli di altri Corpi e specialitàper rendere più completo e decoroso ilricordo di tutte quelle famiglie che nonhanno avuto il conforto di veder ricorda-ti i loro morti”.“Poi – ha continuato – il 10 febbraio lacommemorazione alla foiba di Basoviz-za, a Trieste. Lo scorso anno eravamopresenti in una giornata meteorologica-mente terribile. Ho promesso al presi-dente di Trieste che il 10 febbraio ci sare-mo per ricordare i nostri fratelli trucidatie a lungo dimenticati”. Il presidente ha continuato leggendo ilcalendario e soffermandosi sul giovedìpre-Adunata, a Piacenza, giorno in cuipotrebbe essere presentata la scuolamaterna costruita, o in costruzione, aCento. Poi ha elogiato gli alpini per i ra-duni di raggruppamento, numerosi “co-me non mi era mai capitato di vedere”, eha ringraziato i presidenti per aver resoquesti raduni spettacolari.Da ultimo, il raduno del 4° raggruppa-mento, che avverrà a Bari, in occasionedel pellegrinaggio al monumento ai Ca-duti d’Oltremare.L’anno prossimo si celebrerà il 20° anni-versario della costruzione dell’asilo aRossosch. Ne ha parlato il già vice presi-dente nazionale vicario Sebastiano Fave-ro (il cui intervento riportiamo a parte)che ha anche informato l’assemblea an-che sul protocollo sottoscritto conOnorcaduti, presieduta dal generale diCorpo d’armata dei Carabinieri VittorioBarbato, per “la conservazione e la divul-gazione della memoria dei soldati italia-ni Caduti per la Patria”. È stato individua-to un primo sacrario, quello di CimaGrappa, il più significativo, nel quale a

Nel grafico a sinistra il costo complessivo de L’Alpino dal 2007 ad oggi. Tra il 2009 e il 2010 l’eliminazione delle tariffe agevolate per la spedizioneeffettuata da Poste Italiane ha portato un notevole aumento delle spese. Nel grafico a destra: le entrate del 5 per mille negli ultimi cinque anni.

L’ALPINO 5 x mille

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2111-2012

Il 21 settembre del prossimoanno in occasione del 20° an-niversario della costruzione

dell’asilo “Sorriso” a Rossosch cisarà una cerimonia ufficiale allapresenza di alpini e autorità italia-ne e russe. Due gli itinerari di viag-gio organizzati, uno di sei, l’altrodi otto giorni. Ne ha parlato Se-bastiano Favero, già vice presi-dente nazionale vicario e oggipresidente della CommissioneRossosch all’assemblea dei presi-denti delle Sezioni Italia. Favero ha ricordato la riunione, il 22 aprile scorso, nellasede della sezione di Pordenone di oltre quattrocento dei settecento alpini chevent’anni fa concorsero alla costruzione dell’asilo. Una riunione alla quale hannopartecipato anche il presidente Perona con l’intera Commissione Rossosch e di-versi consiglieri nazionali e sezionali, oltre al sindaco di Rossossch con il presiden-te del consiglio comunale e il professor Morozov, che è il nostro riferimento perl’asilo. La Commissione - ha riferito Favero - è ora impegnata ad aggiornare il libro“Operazione Sorriso” e alla traduzione e pubblicazione di un volume di ricordi de-gli incontri avuti con gli italiani e con gli alpini, in particolare dal professor Moro-zov. Quanto alla trasferta: ci sarà la scelta fra le due tipologie menzionate, fermorestando la data della cerimonia ufficiale all’asilo. Favero ha espresso una raccomandazione alle Sezioni e ai Gruppi: “Dare anticipa-tamente comunicazione del viaggio alla Sede Nazionale e, se possibile, alle amba-sciate italiana a Mosca e russa a Roma, ma soprattutto tenere un comportamentorispettoso e consono ai luoghi”. ●

ogni fine settimana, dal giugno scorso,quattro volontari integrano il personalemilitare di carriera. Sono volontari diquattro sezioni: Bassano, Feltre, Treviso eValdobbiadene. Si tratta di alpini chehanno seguito corsi di storia ed hannoun vademecum per essere di guida ai vi-sitatori. Nel prosieguo dell’iniziativa, po-tranno essere individuati dalle Sezioni al-tri sacrari e risolto anche qualche pro-blema logistico contando oltretutto sul-l’interessamento dei nostri generaliAbrate e Graziano.Altri interventi: del vice presidente NinoGeronazzo sul reclutamento dei VFP1 (il50 per cento sono del Nord, si sta predi-sponendo un DVD informativo da pre-sentare nelle riunioni e nelle serate); Or-tolani (Trieste) sulla memoria di Basoviz-za, Benazzo (Balcanica-Carpatica-Danu-biana) sul nuovo gruppo ANA in Bulgaria;Fracassi (Cremona) sui tempi di tessera-mento e Libro Verde; Plucani (Piacenza)sull’Adunata: “È dura ma stiamo lavoran-do, vi aspettiamo a braccia aperte”; Na-tale (Abruzzi) su Onorcaduti e SON; Pe-

raro (Verona): “Ci stiamo dimenticandodell’Ortigara?”; Bosetti (Acqui Terme) sulbollino annuale; Ravera (Casale) sullaproposta del contributo pro L’Alpino;Crast (Cividale) sull’interruzione dell’in-vio del giornale associativo alle famigliedei soci andati avanti; Muzzarelli (Mode-na) ha ringraziato tutti i volontari del ter-remoto; infine Favero (CommissioneGrandi Opere) che ha puntualizzato ilruolo delle imprese coinvolte nella rico-struzione post-terremoto in Abruzzo.A tutti ha risposto brevemente CorradoPerona, in particolare a Peraro che la-mentava un certo disinteresse per il pel-legrinaggio sull’Ortigara: “Significa tutto,per noi – ha detto Perona – giro a tuttiquesto appello, anche in previsione delcentenario che si avvicina”. E fra gli ap-plausi ha concluso i lavori - che hannoevidenziato ancora una volta la grandecompattezza e valenza dell’Associazione- augurando “Buon Natale e buon anno atutti!”. (ggb)

Foto di Fabio Mattiolo

Favero: il 21 settembre 2013a Rossosch per il 20° dell’asilo

A gennaioil raduno del Btg.Cividale

Quest’anno il radunoriveste particolareimportanza per la

ricorrenza del 70° anniversa-rio di Quota Cividale e saràcoronato dall’inaugurazionedi un monumento all’8° Alpini a Cividale.Questo il programma di massima:SABATO 12 GENNAIOA Chiusaforte, alle 11, davanti al munici-pio formazione del corteo che raggiun-gerà il monumento ai Caduti del Civida-le per la deposizione di una corona.A Cividale, nell’ex chiesa di San France-sco, alle 16.30 assemblea annuale dei so-ci dell’associazione “Fuarce Cividat”; alle18 deposizione di una corona al monu-mento ai Caduti di via Marconi; renderàgli onori un picchetto armato dell’8° Al-pini. Alle 20.45 nell’ex chiesa di San Fran-cesco concerto di cori alpini con com-mento storico.DOMENICA 13 GENNAIOA Cividale, ore 9.30 deposizione di unacorona al monumento ai Caduti dei bat-taglioni Cividale, Val Natisone e MonteMatajur. Renderanno gli onori la fanfaradella Julia ed un picchetto armato dell’8°Alpini. In piazza Duomo alle 10 alzaban-diera; di seguito, Messa al campo celebra-ta da cappellani militari accompagnatadal coro Monte Nero. Seguirà ammassa-mento in piazza della Resistenza, dove siformerà il corteo che partirà alle 11.30 persfilare lungo le vie cittadine. Raggiunta lanuova stazione ferroviaria (piazza degliAlpini) il corteo si schiererà per l’inaugu-razione del monumento all’8° Alpini perspostarsi poi alla caserma Francescattodove saranno resi gli onori ai Caduti. Irintocchi della campana scandiranno lafine del raduno. Seguirà rancio alpino suprenotazione. Alle 15.30 carosello di fan-fare nelle piazze di Cividale. Alle 16.30ammainabandiera in piazza Duomo.Per informazioni contattare il mar. Lai,segretario dell’associazione “Fuarce Civi-dat” cell. 338/4532475, oppure la sezioneANA di Cividale tel. 0432/732808. ●

Una bella immagine di un interno dell’asilo: alpini e bambini insieme.

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2211-2012

La seconda riunione annuale deipresidenti del 1° Raggruppamentosi è tenuta nella sala consiliare del-

la Provincia di Novara, in occasione delraduno di Raggruppamento. Oltre alla partecipazione di tutte le Se-zioni, rappresentate dai loro presidenti,hanno assistito ai lavori anche i consi-glieri nazionali Massimo Curasì, Giovan-ni Greco, Ettore Superina, Stefano Du-retto, Renato Zorio, il revisore dei contiMario Botteselle, il segretario di Prote-zione Civile del Raggruppamento MauroBarbano e il referente giovani del 1° Rgpt.Mauro Buttigliero.La riunione si è aperta seguendo il ceri-moniale, con il saluto alla Bandiera e lanomina del segretario verbalizzante, in-carico affidato a Vincenzo Lumello dellasezione di Casale Monferrato. La parola è quindi passata al presidentedella sezione di Novara Antonio Pa-

lombo, che ha portato il saluto di ben-venuto. Le autorità locali hanno espresso com-piacimento per la presenza degli alpininella città di Novara e ringraziato perquanto gli alpini oggi fanno nel campodel sociale e del volontariato. Hanno preso la parola il presidente del-la Regione Piemonte on. Roberto Cota,il vice presidente della Provincia di No-vara Luca Bona, il sindaco di Novara An-drea Ballaré e Diego Sozzani, presidentedella Provincia di Novara.Dopo l’approvazione del verbale dellaseduta precedente, la riunione si è svol-ta toccando i vari punti all’ordine delgiorno. Il coordinatore di P.C. Bruno Pa-vese ha parlato dell’intervento del Rag-gruppamento in occasione del sisma inEmilia. Nel campo di Finale Emilia si so-no alternati 259 volontari della Valled’Aosta, Liguria e Piemonte per un tota-

le di 3.943 giornate-uomo (il dato è diinizio ottobre).La discussione dei presidenti si è poi in-centrata sulle cariche nazionali e sezio-nali in scadenza nel 2013. Per quelle nazionali il confronto è statorimandato alla riunione di febbraio, conle eventuali candidature che dovrannoessere presentate al referente di Rag-gruppamento Giancarlo Sosello. Un accenno è stato fatto anche in ordi-ne alle candidature per le città che ospi-teranno i raduni di raggruppamento apartire dal 2015.Il coordinatore Giovani, Mauro Butti-gliero, ha infine parlato delle attività dei‘bocia’ che sono una risorsa e un’oppor-tunità per le Sezioni. Suggerisce che siano date loro delle re-sponsabilità in modo da coinvolgerlimaggiormente.

Antonio Palombo

I PRESIDENTI DEL 1° RAGGRUPPAMENTO SULLE CARICHE NAZIONALI

Confronto a febbraio 2013

Un momento dei lavori nella sala del Consiglio provinciale di Novara.

RAGGRUPPAMENTI

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2311-2012

La Valtellina alpina ha accolto i pre-sidenti del 2° Raggruppamentonell’atmosfera festosa del conco-

mitante raduno di Raggruppamento edelle celebrazioni per il 90° della sezio-ne di Sondrio guidata da Alberto DelMartino. Ha dato lustro alla riunione lapresenza del presidente nazionale Cor-rado Perona, che dopo il saluto e l’augu-rio di buon lavoro ha lasciato la sala perpartecipare alla riunione della Commis-sione sportiva. I lavori sono proseguiti con il vice presi-dente nazionale vicario Adriano Crugno-la, alcuni consiglieri nazionali, il coordi-natore nazionale della Protezione CivileANA Giuseppe Bonaldi, il coordinatoredi raggruppamento Ettore Avietti e il re-ferente regionale per l’Emilia RomagnaGuido Manzini. La riunione si è svolta nella sala del Con-siglio comunale, messa a disposizionedal sindaco Alcide Molteni, che ha salu-

tato i convenuti anche a nome di tutta lacittadinanza di Sondrio.Si è quindi dato inizio ai lavori che vede-vano all’ordine del giorno la propostaper la candidatura alla presidenza nazio-nale. L’argomento è stato ampiamentediscusso; pur riconoscendo la validitàdella candidatura espressa dai presiden-ti del Triveneto, i presidenti del 2° rgpt.hanno concordato – sulla base del-l’orientamento manifestato da più partidel Raggruppamento e l’accertata di-sponibilità dell’interessato – di presen-tare alla prossima assemblea dei delega-ti un proprio candidato nella personadell’attuale consigliere nazionale CesareLavizzari.Hanno fatto seguito alcune interrogazio-ni su problemi emersi durante l’interven-to di PC in occasione del terremoto inEmilia. Ad esse hanno risposto il presi-dente della Commissione Corrado Bassi,mentre il coordinatore nazionale Giu-

seppe Bonaldi, dopo aver ringraziato ivolontari per l’opera prestata, ha riferitoche le difficoltà emerse sono già stateesaminate e valutate in sede di Commis-sione. Se ne riparlerà, comunque, nelcorso di una prossima riunione dei presi-denti.A proposito dell’intervento in Emilia hapreso la parola Franco Muzzarelli, presi-dente della Sezione di Modena, per rin-graziare tutti i volontari del raggruppa-mento per la generosa opera prestata.Infine, il presidente della sezione di Mila-no Luigi Boffi, ricordando l’esperimentodi far sfilare in un blocco a parte gli “ami-ci degli alpini” ad una manifestazione diGruppo, ha invitato i presidenti a valuta-re la possibilità di ripetere l’esperienzaanche con i giovani della “mininaja” peraggiungere maggior valore alla loro par-tecipazione alla vita alpina.

Antonio Feninireferente del 2° rgpt.

LA PROPOSTA AVANZATA ALLA RIUNIONE DEI PRESIDENTI DEL 2° RGPT

“Far sfilare a parte gli amici”

Il sindaco di Sondrio Alcide Molteni mentre saluta i presidenti. Alle sue spalle il presidente nazionale Corrado Perona.

RAGGRUPPAMENTI

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2411-2012

Il 106° incontro dei presidenti del 3°raggruppamento, si è tenuto il 6 ot-tobre a Palmanova, storico e bellissi-

mo centro del Friuli. Erano presenti 21 presidenti sezionali e 4vice presidenti delle 25 Sezioni del Trive-neto, il vice presidente della sezioneGermania, il vice presidente nazionaleNino Geronazzo, i consiglieri nazionaliBonomo, Cailotto, Cedermaz, Cisilin,Munari, Pandolfo e Miotto, i revisori Ba-iesi e Baradello, il già vice presidente vi-cario Favero ed il già consigliere naziona-le Chiofalo. Presenti anche il responsabi-le nazionale della Protezione Civile Bo-naldi ed il coordinatore dei giovani Be-dori.Dopo l’alzabandiera presso la sede sezio-nale, lo sfilamento, con la banda cittadi-na, il gonfalone comunale, i 25 vessilli se-zionali e numerosi gagliardetti si è diret-to in Piazza Grande per la deposizione diuna corona al monumento ai Cadutipresso la loggia comunale.I lavori sono stati aperti presso una saladella Protezione Civile regionale, dalpresidente sezionale Ronutti, con l’inter-vento di saluto del sindaco di PalmanovaFrancesco Martinez. Superati i vari punti

di prammatica sono stati affrontati i temiinerenti le cariche nazionali che preve-dono per il 2013 solo le ricandidature deiconsiglieri Bertuol e Munari che comple-teranno a maggio il loro primo trienniodi mandato. Un punto particolare ha ri-guardato il riconfermato impegno unani-me dei presidenti sezionali a sostegnodella candidatura al vertice dell’Associa-zione di Sebastiano Favero. La formaliz-zazione avverrà di fatto nel corso dell’in-contro del prossimo 2 febbraio. È seguito l’intervento del presidente del-la sezione di Bolzano, Scafariello, che haringraziato del prezioso aiuto dei moltivolontari di diverse Sezioni nell’organiz-zazione dell’Adunata nazionale. Sullastessa linea, con ulteriori informazioni,estese anche alla prossima Adunata diPiacenza si è espresso il vice presidentenazionale Geronazzo.Il responsabile nazionale della P.C. Bonal-di ha illustrato diversi aspetti del suosettore di competenza, in particolaresulla colonna mobile nazionale, sul coor-dinamento dei nuclei sezionali e sugli in-terventi a seguito del terremoto in Emi-lia. Ha altresì sollecitato un maggiore im-pegno nella raccolta fondi al fine di con-

sentire una seria programmazione anchein termini economici. Bedori, portando il saluto del responsa-bile nazionale della commissione Giova-ni Bertuol, assente per altri impegni as-sociativi, ha invitato i presidenti a com-pletare l’individuazione di adeguate figu-re giovanili in tutte le Sezioni. Non èmancato l’invito ad operare in questosenso anche all’interno dei Gruppi. Per lemanifestazioni di particolare rilievo èstata confermata la data del 15 e 16 giu-gno 2013 del raduno Triveneto a Schio edel 20, 21 e 22 settembre 2013 per il 4° ra-duno della “Brigata alpina Cadore” a Bel-luno.Il 107° incontro dei presidenti, sarà aSchio (Vicenza) il 2 febbraio prossimo,mentre il successivo è stato assegnatoalla sezione di Gorizia per il primo saba-to di ottobre.Alla fine dei lavori, svoltisi con spiritocollaborativo e partecipazione, la Sezio-ne ospitante ha offerto un ottimo rancioalpino, preparato dai volontari di P.C. diPalmanova presso la sede di via Reniernella vecchia caserma Piave.

Ruggero Gallerreferente del 3° rgpt.

ALLA RIUNIONE DEL 3° RGPT. TENUTA IL 6 OTTOBRE A PALMANOVA

Il “grazie” di Bolzano

I presidenti del terzo riuniti nella sala della Protezione Civile regionale.

RAGGRUPPAMENTI

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2511-2012

Ospitati nella sala riunioni dellasede nazionale e gratificati dallabreve visita del presidente Pero-

na, chiamato ad altri impegni, i presiden-ti di sezione del 4° Raggruppamento, sisono riuniti a Milano, il pomeriggio del 17novembre, convocati dal referente Seba-stiano Martelli che ha coordinato i lavo-ri alla presenza del vice presidente na-zionale Fabrizio Balleri e del consiglierenazionale Salvatore Robustini. Segretarioverbalizzante Franco Antonelli.Corposo l’ordine del giorno, la cui disa-mina è stata preceduta dall’interventodel vice presidente Balleri che ha infor-mato della visita mattutina, nella sede divia Marsala, di Franco Gabrielli, capo del-la Protezione Civile nazionale. Durante l’incontro è stata sottoposta al-l’assemblea la proposta del presidentenazionale, da tutti condivisa, di affidare ilraduno di Raggruppamento alla sezione

di Bari ogni cinque anni, in concomitanzacol pellegrinaggio solenne al Sacrario deiCaduti d’Oltremare. Ciò per evitare lacontiguità di due importanti appunta-menti, come è accaduto quest’anno, econsentire una presenza molto più con-sona all’importanza e alla sacralità delluogo. Sono stati definiti e approvati ilcalendario delle principali manifestazio-ni sezionali per il 2013, le sedi e le datedegli incontri con il presidente Peronasulla tematica del “Futuro associativo”ed è stata riproposta la candidatura deL’Aquila per l’Adunata nazionale del 2015. Per la scelta della Sezione cui affidarel’organizzazione del raduno di raggrup-pamento nel 2014 e per le candidature invista degli appuntamenti della prossimaassemblea dei delegati, è stato unanimeil parere di rinviare ogni decisione allaprossima riunione che si terrà il 23 feb-braio 2013 nella sede della sezione di Ro-

ma, allo scopo di acquisire maggiori ele-menti di giudizio. Ha preso la parola, infi-ne, il coordinatore di P.C. Nicola Cianciche, in una dettagliata relazione, sia suirapporti all’interno del Raggruppamen-to, sia con le istituzioni regionali, ha rin-graziato i volontari che si sono succedu-ti nei campi allestiti in Emilia auspicandoche venga organizzata una giornata for-mativa, soprattutto per i presidenti. Il coordinatore per lo Sport Tonino DiCarlo ha ricordato i due grandi appunta-menti che interesseranno il Raggruppa-mento nel 2013 (i campionati nazionali dislalom gigante a Roccaraso e di corsa inmontagna a staffetta a Forca di Presta) eha evidenziato che, nel calcio, il Rag-gruppamento è chiamato a difendere iltitolo conquistato. Ha concluso sottoli-neando l’urgenza di nominare i referentisezionali.

Salvatore Robustini

RIUNIONE DEI PRESIDENTI DEL 4° RGPT. A MILANO

Il raduno a Bari ogni 5 anni

La riunione dei presidenti del 4° raggruppamento si è tenuta, eccezionalmente, nella sala del CDN della Sede Nazionale.

Calendario storico ANA 2013Èdisponibile il calendario storico ANA 2013,

molto atteso dagli alpini. È qualcosa di piùdi un semplice calendario perché ogni an-

no è dedicato ad un aspetto particolare dellavita e delle opere della nostra Associazione. Le24 pagine del nuovo numero testimoniano lasolidarietà degli alpini, le attività associative divolontariato e le ricorrenze più significativesenza trascurare la storia delle Truppe Alpinenei vari momenti storici. Riporta tante illustra-

zioni in pagina di grande formato. Le Sezioni, iGruppi e i singoli interessati possono richiedereil calendario storico ANA 2013 direttamente:“L. Editrice s.r.l.”, tel. 019/821863, cell.333/4189360 o 346/7384176, fax 019/8935774;e-mail: [email protected]; www.l-editrice.it. L’editore per soddisfare le molte richieste diquanti desiderano fare un gradito e originale rega-lo a distanza continua il servizio “Dona il calenda-rio storico ANA 2013 a chi vuoi, lo inviamo noi”. ●

RAGGRUPPAMENTI

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Il 26 e 27 gennaio 2013 gli alpini celebreranno il 70° anniversario della battaglia di Nikolajewka a Bre-scia. La manifestazione solenne ricorda uno dei momenti più tragici della Campagna di Russia chevide coinvolti prima lo CSIR e poi l’ARMIR in tanti altri episodi dolorosi, nomi scolpiti nella memo-

ria alpina come Nowo Kalitwa, Selenij Jar, Warwarowka, Postojalyj, Popowka, Kopanky, Lesnitchianksy,Nowo Postojalowka, Podgornoje, Opyt, Nowo Karkowka, Sheljakino, Malakejevka, Nikitovka, Arnauto-vo, Valuyki, Tambov, Krinovojei, Susdal. La manifestazione sarà presentata il 10 gennaio a Palazzo dellaLoggia; sono in programma numerosi appuntamenti che precederanno le cerimonie del fine settimana:

Nikolajewka 70 anni dopo

GIOVEDÌ 10 GENNAIO 2013Ore 10.30, Salone Vanvitelliano, Palazzo Loggia Conferenza stampa e presentazione delle mostre

SABATO 12 GENNAIO 2013Ore 9.15, Centro documentale -Via Callegari, 3Inaugurazione della Mostra sulla Divisione “Vicenza”Ore 10, Auditorium S. Barnaba -C.so Magenta Incontro con le scuole, i reduci e il coro “Voci d’incanto” Ore 14.30, Campo MarteAmmassamento e sfilata a Piazza Loggia Ore 16, piazza LoggiaAlzabandiera e inaugurazione nel Salo-ne Vanvitelliano della mostra “Ritornosul Don”, allestita in collaborazione colMuseo Storico di TrentoOre 21, Auditorium S. Barnaba (c.so Magenta)Concerto della fanfara alpina Tridentina della sezione di Brescia

GIOVEDÌ 17 GENNAIO 2013Ore 21, Teatro S. Carlino (c.so Matteotti, 6/a)Presentazione ristampa del libro “Avanti il Valchiese” di Luigi Grossi

SABATO 19 GENNAIO 2013Ore 21, Auditorium S. Barnaba (c.so Magenta)Conferenza dal titolo: “26 Gennaio 1943 - Storiografie a confronto”

VENERDÌ 25 GENNAIO 2013Ore 11, Istituto Cesare Arici (via Trieste, 17)Storia degli alpini presentata dal prof. G.E. Manzoni

SABATO 26 GENNAIO 2013Ore 9, monumenti variDeposizione serti di fiori a vari monumenti della cittàOre 9.45, Scuola NikolajewkaAlzabandiera delle bandiere italiana e russa.Deposizione di fiori alla lapide ricordo, offerta dei ceri,

commemorazione ufficiale della batta-glia di NikolajewkaOre 11.30, Cimitero Vantiniano - Sacrario Onori ai CadutiOre 13.45, Centro DocumentaleVia Spalto San Marco, 41 Ricevimento e resa degli onori alle Ban-diere di Guerra e al Labaro dell’Associa-zione Nazionale Alpini, sfilata per le viecittadine: via Spalto San Marco, c.so Vit-torio Emanuele II, via A. Gramsci, via IVNovembre, via X Giornate, piazza Loggia. Ore 15.30, Salone Vanvitelliano, palazzo LoggiaSaluto del sindaco di Brescia Adriano Pa-roli e delle autoritàOre 16.30, Duomo NuovoMessa in suffragio dei Caduti e dispersidella seconda guerra mondiale, presie-duta da S.E. mons. Luciano Monari, ve-scovo di Brescia, e concelebrata dai cap-pellani militari

Ore 21, Teatro Grande (c.so Zanardelli)Concerto del coro “I Crodaioli”, diretto dal maestro Bepi De Marzi. Farà gli onori di casa il coro “Alte Cime “ della sezione di Brescia.

DOMENICA 27 GENNAIO 2013Ore 9, piazzale ArnaldoAmmassamento Ore 10, piazzale ArnaldoResa degli onori alle Bandiere di Guerra, al Labaro dell’Associazione Nazionale Alpini e alle massime autorità da parte di una Compagnia di formazioneOre 10.30, sfilataPer le vie cittadine: corso Magenta, corso Zanardelli, via X Giornate, via Trieste, piazza Palolo VIOre 11.30, piazza Paolo VICerimonia conclusiva, orazioni ufficiali, onori finaliOre 13, BresciaPranzo ufficiale

Sabato 26 e domenica 27 gennaio 2013 sarà disponibile l’Annullo filatelico, la Bancarella del libro, con medaglia e cartoline commemorative.

L’ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA A BRESCIA E A MOMPIANO

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Un museo per don Gnocchi

La sua Topolino furgonata, la moto-cicletta con la quale aveva stupitoil cardinale Schuster, la fedele mac-

china da scrivere, l’agendina, gli scarponi,le medaglie al valore, spartiti musicali,fotografie, un pezzo dell’altare da campoincredibilmente ritrovato dall’alpino So-vran qualche anno fa ed una quantità im-portante di oggetti della vita di Don Car-lo Gnocchi ordinati in vetrine tematichecostituiscono parte, quella forse più im-mediatamente apprezzabile, del Museoche è stato allestito nell’ex cappella delCentro Don Gnocchi “S. Maria Nascente”di Milano (via Capecelatro, 66). Ma vi so-no anche schermi che ripropongono do-cumentari sulla vita del Beato e il nuovoarchivio digitale che raccoglie migliaia didocumenti di don Carlo Gnocchi. Questo nuovo gioiello è stato inaugura-to sabato 27 ottobre con una solennecerimonia alla quale hanno partecipatotanti alpini, tanta gente comune, oltrenaturalmente ai rappresentanti di tuttele istituzioni cittadine, al presidente delPontificio Comitato per i Congressi eu-caristici internazionali monsignor PieroMarini, al vescovo di Lodi monsignorGiuseppe Merisi ed al Ministro per i BeniCulturali prof. Lorenzo Ornaghi.A far gli onori di casa il successore di donGnocchi, mons. Angelo Bazzari.Al centro, sotto l’altare, l’urna del Beato. Dietro l’altare gli alpini del coro ANA diLimbiate sono posizionati a semicerchioquasi abbracciando il nostro cappellano.Mentre le letture degli scritti del Beatomostravano un aspetto privato, affettuo-so e anche ironico del nostro Don Carloe mentre si susseguivano gli interventidelle autorità, osservando il corpo del

nostro Cappellano si veniva colti da unsenso di serena pacatezza. Di solito alcospetto delle reliquie di un Santo siprova una sorta di soggezione se non didisagio. Con Don Carlo questo non acca-de. Si ha la sensazione di incontrare unamico, un uomo dalle virtù eroiche cer-to, ma semplici e immediatamente com-prensibili. Un uomo che non giudica mache, con l’esempio, ti sprona ad esseremigliore. Ho ricordato che ci stavamo apprestan-do a celebrare il 140° anniversario di fon-dazione delle Truppe Alpine nel peggio-re dei modi: un nostro alpino, il caporaleChierotti, era appena caduto in Afghani-stan nell’adempimento del proprio do-vere. Certo don Carlo, come tutti i redu-ci, non avrebbe immaginato nuovi Cadu-ti dopo il sacrificio degli alpini in Russia.Eppure è così. Don Carlo, però, ci aveva insegnato la viaper trasformare questo dolore in energiapositiva. Lui, che come ogni altro reduce,appena tornato in Patria si era trovatovittima di un lacerante senso di colpa, lui

NELL’EX CAPPELLA DEL CENTRO-PILOTA DI VIA CAPECELATRO, A MILANO

che aveva peregrinato per le montagnelombarde a portare alle mamme dei Ca-duti le piastrine che aveva religiosamen-te custodito e l’ultimo pensiero del lororagazzo, lui che era sorretto da una fedeinfinita, lui, comunque, era perennemen-te ossessionato dall’immagine degli oc-chi dei suoi alpini intrappolati nel gelodella steppa.Ma una sera, guardando i suoi bambinisprofondati nei grandi letti bianchi dellacasa che era stata predisposta per loro,don Carlo aveva visto gli occhi dei suoialpini chiudersi con serenità.Non era andato oltre. Non serviva. Gli al-pini avevano perfettamente compreso ilmessaggio del loro cappellano. Occorre-va compiere fino in fondo il proprio do-vere. Occorreva coltivare quelle virtùche gli alpini si erano trovati costretti adaffinare nei momenti più tragici dellastoria, ed applicarle in campo pacifico.Occorreva mettersi a disposizione dellapropria comunità e del prossimo. Certo don Carlo è un Santo e come taleil suo esempio eroico è praticamente ir-raggiungibile.Ci ha insegnato, però, che non possiamonasconderci dietro all’alibi di non potersollevare il mondo dalla sofferenza.Dobbiamo comunque fare la nostra par-te, il nostro pezzetto di bene.

Cesare Lavizzari

Il museo sarà aperto tutti i giorni, dalle ore 9 alle 18.

Per informazioni o visite guidate: 02 40308.226-938, o mail a:[email protected]

Ulteriori informazioni sul sito:www.dongnocchi.it

La “Topolino” di don Gnocchi e, in alto, il taglio del nastro del museo.

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Settant’anni fa ad El Alamein, un cen-tinaio di chilometri ad ovest del Ni-lo, fu combattuta la più grande bat-

taglia in terra d’Africa della seconda guer-ra mondiale. La Battaglia di El Alamein se-gnò, insieme a quella di Stalingrado, lasvolta del conflitto e colpì al cuore il mi-to dell’invincibilità dell’esercito tedesco.Sotto il profilo politico-strategico la bat-taglia pose fine all’incombente minacciadi occupazione dell’Alto Egitto e alla pe-netrazione delle armate italo-tedesche inMedio Oriente per l’acquisizione dei ric-chi giacimenti di petrolio di quei Paesi. Ilfronte, su un terreno completamente de-sertico, era compreso, da nord a sud, fra ilGolfo degli Arabi e il ciglio della grandedepressione di El Qattara, per uno svilup-po di circa 60 chilometri. Su quel tratto difronte, nei mesi di settembre e ottobre,era schierata a difesa l’Armata italo-tede-sca non più in grado di avanzare versooriente per le gravi perdite subite e peraver trovata sulla loro direttrice di marciauna fortissima posizione difensiva ingle-se. Così avvenne che mentre gli italo-te-deschi si organizzavano a difesa gli inglesisi preparavano ad attaccare.Il lavoro della preparazione dell’offensivainglese fu veramente imponente sottotutti gli aspetti, ma in particolare sottol’aspetto logistico: nelle loro retroviequattro grossi centri logistici alimentava-no le unità dell’Armata, nello stesso tem-po potenziarono la forza con l’inserimen-to di diverse nuove unità dotate di armi e

mezzi americani d’avanguardia.La data esatta dell’inizio dell’offensiva fudeterminata dal corso lunare, dal mo-mento che l’attacco doveva iniziare conluna piena. Venne deciso che l’operazio-ne sarebbe iniziata nella notte del 23 ot-tobre. Le forze in campo erano tutte a fa-vore degli inglesi: 240.000 uomini, Rom-mel ne aveva solo 120.000, 1.440 carri (dicui 400 carri pesanti americani tipo Grante Sherman), contro 500 carri, molti deiquali di tipo medio e leggero; l’artiglieriaera nel rapporto di 3 a 1, l’aviazione dispo-neva di 1.500 aerei da combattimentocontro 350 di cui molti antiquati, come ibiplani “C.R.42”ed i caccia “Macchi C-200”; grande disponibilità di carburantecontro una estrema penuria da parte ita-lo-tedesca. Determinante per l’esito dellabattaglia fu l’azione dell’aviazione e deisommergibili inglesi che distrussero buo-na parte dei rifornimenti diretti alle for-ze di Rommel; solo poco più di un terzodel naviglio riuscì a raggiungere i porti li-bici.A simile sproporzionato rapporto di for-ze va sommata la grave crisi di comandonelle forze dell’Asse proprio nei primissi-mi giorni della battaglia: in questo fran-gente Rommel si trovava in Austria inconvalescenza, lo sostituiva il generalevon Stumme che, la stessa notte dell’at-tacco, morì di infarto, mentre facevaun’ispezione alle truppe in prima linea.Il fronte difensivo italo-tedesco era sal-damente ancorato al terreno e organizza-to anche in profondità, difeso da 12 Divi-

sioni di cui 4 corazzate. La lineadi resistenza italo-tedesca, esoprattutto gli estesi campiminati schierati a protezio-ne, indussero Montgomeryad attaccare l’avversariofrontalmente.Il piano di attacco diMontgomery, in codi-ce “Lightfoot” (PassoFelpato), prevedevadi agire con meto-

do e pazienza,sfruttando

pienamente l’enorme vantaggio logistico,logorando e distruggendo le forze del-l’avversario sul campo, in modo da impe-dirgli la ritirata e la possibilità di svolgerealcune battaglie di arresto in Libia. Dopoaver studiato il terreno, Montgomery de-cise di applicare lo sforzo principale anord, verso la costa, nel tratto fra l’alturadi Tell el Eisa e il costone di El Miteiriya euno sforzo diversivo a sud in direzione diEl Munassib.La sera del 23 ottobre alle 21.40 ora italia-na, con un cielo stellato e la luna piena,su un fronte di circa 60 chilometri, l’oriz-zonte davanti alle linee italo-tedesche siaccese improvvisamente di guizzi fiam-meggianti e un violentissimo uragano digranate si abbatté sulle forze dell’Asse:più di mille cannoni spararono per oresulle posizioni italiane e tedesche. Era ini-ziata l’operazione “Lightfoot”. All’alba, do-po aver aperto alcuni varchi nei campiminati, iniziarono i primi scontri ravvici-nati fra carri armati e, per parecchi giorni,una lotta all’ultimo sangue divampò fra icontendenti, con attacchi diretti, attac-chi diversivi, contrattacchi, manovre aggi-ranti, facendo sempre una grossa falcidiadi uomini e di carri armati.Dopo una breve pausa per riordinare leunità logorate dagli ultimi combattimen-ti e immettere truppe fresche nella bat-taglia, la notte del 28 ottobre Montgo-mery riprese l’offensiva con un attaccomassiccio nel settore nord, in direzionedella costa, ma anche questo si sbriciolò,bloccato dai campi minati e da un con-trattacco di Rommel eseguito con i restidelle sue divisioni corazzate e con l’ap-porto di un gruppo tattico della Divisio-ne Ariete.Fallito il piano “Lightfoot”, Montgomerydecise di cambiare il punto di applicazio-ne dello sforzo principale, spostandolopoco più a sud in modo da concentrarsisulle unità italiane del XXI Corpo d’Arma-ta ritenute le più vulnerabili del sistemadifensivo. Dal pomeriggio del 29 ottobre fino all’in-tera giornata del 1° novembre il fronte ri-mase calmo per completare il piano di

SETTANT’ANNI FA LA LEGGENDARIA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN

di Tullio Vidulichgenerale degli alpini

Il coraggio contro la forza

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riordino delle unità della 8ª Armata. Al-le ore 1.05 del 2 novembre iniziò l’opera-zione “Supercharge” (attacco finale), chedoveva, una volta per tutte, travolgere gliostinati difensori mediante una massacorazzata appoggiata da centinaia di ae-rei. Rommel, dopo aver tentato invanodiverse azioni di contrattacco con i pochimezzi corazzati rimasti, si rese conto chenon era più possibile resistere a lungo al-l’attacco inglese. La battaglia era perduta!Gli effettivi delle due divisioni corazzatedell’Afrika Korps, dopo i combattimentidi quelle giornate, erano ridotti a pocopiù di 3.000 uomini ed a una trentina dicarri armati ancora efficienti. Anche ledue Divisioni corazzate Ariete e Littorio,armate con cannoni da 47 millimetri, ven-nero in gran parte distrutte durante icombattimenti contro i potenti e bencorazzati carri “Sherman” e “Grant”, arma-ti con cannoni da 75 millimetri e di mag-giore gittata.A causa dell’ormai tragica scarsezza di ri-fornimenti, Rommel comprese che conti-nuando a combattere su posizioni stati-che, avrebbe rischiato il totale annienta-mento dell’Armata e, la notte del 3 no-vembre, diede ordine di ripiegare sullaposizione di Fuka, 90 chilometri più aovest. Al generale von Thoma, coman-dante dell’Afrika Korps, invece impartìl’ordine di resistere sul posto sino al mat-tino seguente impiegando i resti delle Di-visioni Littorio e Ariete, la Brigata paraca-dutisti Ramcke ed i paracadutisti dellaFolgore, che si sacrificarono per consen-tire il ripiegamento dei reparti appiedati.L’operazione era in pieno svolgimento,quando subito dopo mezzogiorno, sem-pre dello stesso giorno, Hitler impartìl’ordine a Rommel “di difendere ad ognicosto le posizioni di El Alamein”. Per leforze di Rommel quell’ordine fu fataleperché dovettero resistere ad oltranza.L’operazione “Supercharge” raggiunse ilpieno successo il 4 novembre, in cui cen-tinaia di carri britannici investirono le po-sizioni italiane e, dopo aver aperto unabreccia ampia 20 chilometri, avanzaronoverso ovest. Gli italiani combatteronocon coraggio esemplare. Al calar della se-ra gli ultimi carri dell’Ariete e della Litto-rio vennero distrutti. Le divisioni Trento eBologna furono travolte; nel pomeriggiodel 5 novembre dovette cedere le armi ladivisione Brescia e poi il giorno 6, fu lavolta dei resti della Pavia e della Folgore.La battuta d’arresto imposta al ripiega-mento dall’ordine di Hitler, compromisel’esito generale della ritirata; le Divisioni

di fanteria appiedate del X Corpo d’Ar-mata italiano ebbero preclusa ogni via difuga da parte delle avanguardie inglesi al-le quali dovettero arrendersi. Oltre30.000 soldati vennero fatti prigionieri.La notte del 4 novembre, i resti dell’AfrikaKorps e alcuni reparti italiani iniziavano ilripiegamento verso Fuka, favoriti dallacautela di Montgomery, che timoroso dilanciare un inseguimento notturno fecefermare le sue forze corazzate. Questoindugio consentì a Rommel di sganciarsidal nemico e intraprendere una lunga riti-rata senza avere l’assillo di dover ingag-giare continui combattimenti. Il 10 no-vembre gli inglesi raggiunsero il PassoHalfaya, il 12 Tobruk, il 19 Bengasi e il 24novembre le avanguardie raggiunsero El-Agheila, in Tripolitania.“La resistenza – dirà poi Montgomery – sirivelò più accanita di quanto si fosse pre-visto”. Winston Churchill, il 21 novembre1942, durante un discorso alla Camera deiDeputati ebbe a dire: “Dobbiamo davve-ro inchinarci davanti ai resti di ciò che ri-mane dei leoni della Folgore”.L’Armata italo-tedesca pagò un prezzo disangue e di sofferenze molto alto: al ter-mine della battaglia si contarono oltre9.000 Caduti o dispersi, 15.000 feriti,35.000 prigionieri, 400 carri armati e piùdi 1.000 cannoni distrutti. L’VIII Armata

registrò 5.000 fra morti e dispersi, 9.000feriti e 500 carri armati distrutti. Va nota-to che sia Montgomery che Harold Ale-xander furono avvantaggiati durante leoperazioni offensive dalle intercettazionidel servizio decrittazioni “Ultra”, che per-mise ai due comandanti di conoscere inanticipo le decisioni dell’Asse. La battaglia si tramutò in uno scontro gi-gantesco, durato tredici lunghissimi gior-ni, dalla costa di El Alamein fino ai margi-ni della depressione di El Qattara, duran-te i quali le forze britanniche, nonostantela loro soverchiante superiorità in uominie mezzi, furono costrette a guadagnarsiduramente la vittoria, metro su metro. Inostri soldati, fanti, bersaglieri, granatieri,paracadutisti, cavalieri, artiglieri, carristi,genieri, trasmettitori, avieri, marinai, gio-vani fascisti, soldati dei servizi, ascari, du-rante quella infuocata battaglia “si sonoaggrappati con furore, ciascuno, al pro-prio pezzo di deserto squallido, quasifosse terra promessa” come ebbe a direl’indimenticabile colonnello Paolo Cac-cia Dominioni, comandante del gloriosoXXXI battaglione Genio guastatori. Nelnome d’Italia si sono battuti, assieme aisoldati tedeschi, con grande coraggio eonore, impegnando tutte le loro risorsefisiche e morali ancora disponibili, per as-solvere al proprio dovere. ●

El Alamein: un battaglione della Folgore pronto all’azione nell’agosto 1942.

Ottobre 1942. Un caposaldo della Folgore a difesa del fronte sud.

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IN BREVE

UN OMAGGIO AI CADUTI DI SAN MICHELE

Il gruppo di San Michele al Tagliamento-Bibione hacelebrato il 13° anniversario dell’inaugurazione delmonumento ai Caduti di San Giorgio al Tagliamento.Erano presenti autorità, i consiglieri di Udine MarioBenedetti e di Pordenone Vittorino Vezzato, e nume-rosi alpini. È stata celebrata una Messa durante laquale l’alpino Milani con i suoi nipoti, in divisa, hadeposto all’altare i frutti della terra.

A CATANIA LA CONSEGNA DI DUE PIASTRINI

Il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli ha conse-gnato i piastrini di riconoscimento recuperati in Rus-sia grazie ad Antonio Respighi, alle sorelle di due mi-litari catanesi caduti durante la Campagna di Russia.Si tratta di Salvatore Baronti 2° raggruppamento art.alpina e Carmelo Ciolaro cl. 1922, 81° rgt. fanteria Di-visione Torino. Alla cerimonia hanno partecipato au-torità civili e militari e associazioni d’arma.

UNA PENNA NERA ALLA

MARATONA DI COPENHAGEN

L’alpino Marco Panerati (nellafoto) del gruppo di Dego, sezio-ne di Savona, ha partecipato allamaratona di Copenhagen, ben42 chilometri, sempre con il cap-pello in testa.

BELLE INIZIATIVE

DEL GRUPPO DI VILLA DI TIRANO

Nell’ambito delle celebrazioni per il 150° dell’Unitàd’Italia, il gruppo di Villa di Tirano, sezione di Tirano,oltre ad aver ricordato per più di un anno l’eventotutte le mattine del sabato con il rito dell’alzaban-diera alla presenza di autorità civili e militari e dellescolaresche ha concluso i festeggiamenti con la posadi un albero di ulivo e lo scoprimento di una targacommemorativa presso la casa di riposo locale.

La commemorazione del 4 Novem-bre al sacrario militare di Redipu-glia è un appuntamento d’obbligo

della nostra storia contemporanea per-ché rappresenta il sacrificio del popoloitaliano nel travagliato cammino dell’uni-tà nazionale. In questo che è il più gran-de cimitero militare d’Italia giungonoogni anno le massime autorità a rendereomaggio ai centomila Caduti nella primaguerra mondiale che qui sono raccolti e,per estensione, agli altri cinquecentomi-la e a quelli del secondo conflitto. Quest’anno c’erano il presidente dellaCamera dei Deputati Gianfranco Fini inrappresentanza del Capo dello Stato, ilsottosegretario all’Interno Saverio Ru-perto per il governo, il capo di StatoMaggiore dell’Esercito gen. C.A. ClaudioGraziano, il prefetto di Gorizia Maria As-sunta Marrosu. E inoltre le rappresen-tanze di tutte le Associazioni d’Arma,compresa la nostra con il Labaro, scorta-

to dal vice presidente nazionale NinoGeronazzo, dai consiglieri nazionaliGianni Cedermaz, Renato Cisilin, Anto-nio Munari e Angelo Pandolfo; tanti ves-silli con i presidenti di Sezione e alpinicon i gagliardetti di Gruppo.Momenti particolari sono stati l’arrivodella Fiaccola della Fraternità - portatada una staffetta di alpini - che dal tem-pio-ossario di Timau è transitata, comeuna Via Crucis della memoria, per i varicimiteri militari disseminati in quella chefu terra di battaglie, fino a Redupuglia –e l’accensione del tripode del Sacrario, ilmomento più solenne del ricordo.Altri momenti sono stati quelli d’obbligoda cerimoniale: la deposizione di unacorona, la Preghiera per la Patria (il Cielosa quanto ne abbiamo bisogno!), la let-tura della motivazione della Medagliad’Oro al Milite Ignoto, i discorsi delleautorità. ●Foto: Prefettura di Gorizia

A Redipuglia, Sacrario dei nostri Caduti

Bergamo: incontro con igiovani e visita al museoLa “Commissione Giovani” della sezione di Bergamo, ha organizzato una serata al-

pina per venerdì 18 gennaio 2013. Si comincia alle 19, nella splendida cornice del-la sede sezionale, con una visita guidata al museo alpino sezionale con i suoi in-

numerevoli cimeli. Dopo la cena verrà illustrato il tratto orobico della Linea Cadornamediante la proiezione, a cura di Lino Galliani, di fotografie dei resti di questa impor-

tante linea difensiva risalente alla GrandeGuerra e della quale si trovano numerosetracce sulle montagne bergamasche.Chi desidera partecipare alla serata è prega-to di dare conferma alla segreteria sezionaletel. 035-310359 oppure 035-311122. Per infor-mazioni: [email protected]●Un tratto delle fortificazioni.

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NOSTRI ALPINI IN ARMI

Il gen. Abrate cittadino onorario di Bene Vagienna

Afghanistan: nuova scuola a Herat

Il capo di StatoMaggiore dellaDifesa gen. BiagioAbrate ha ricevu-to la cittadinanzaonoraria di BeneVagienna, un co-mune del Cunee-se. È il Comunenel quale è nato ilpadre del capo di

SME, Paolo Giovanni, del quale il sindaco dellacittadina Claudio Ambrogio ha consegnato al fi-glio gen. Abrate una copia speciale del certifica-to di nascita, oltre alla pergamena della cittadi-nanza. Anche Abrate è nato nel Cuneese, a San-t’Albano Stura. Al suo arrivo, il capo di SMD ave-va passato in rassegna un picchetto di alpini, de-posto una corona al monumento ai Caduti e in-fine posato per la foto ricordo con gli alpini dellocale Gruppo. ●

AKusk I Bad I Sabah, in provincia di Herat, è stata inaugu-rata una scuola pubblica realizzata dal Provincial Recon-struction Team (PRT) - CIMIC Detachment, l’unità del

contingente italiano che assiste le autorità afgane nel processodi sviluppo e transizione della provincia. L’opera, del valorecomplessivo di 115mila euro, è costituita da otto aule comple-tamente equipaggiate di banchi, cattedre e lavagne e permet-terà a oltre 300 bambine e bambini del villaggio di frequentarele classi primarie e medie inferiori. L’impegno a sostegno del-l’istruzione in Afghanistan, dove il 45 per cento della popola-zione ha un’età inferiore ai 15 anni, è una delle priorità del teamitaliano che dal 2005 ha realizzato infrastrutture di base e altriprogetti per un valore complessivo di 8,4 milioni di euro ed haricevuto un attestato formale di merito da parte del ministrodell’Istruzione di Kabul, in occasione della “Giornata dell’Inse-gnante” tenutasi lo scorso 3 ottobre a Herat. Sempre nella provincia di Herat il contingente italiano ha rea-lizzato un importante progetto infrastrutturale che ha consen-

tito, con un investimento di 70mila euro, di rafforzare gli arginidel torrente nei pressi del villaggio di Gol Vafa con undici gab-bioni di contenimento posati nell’alveo del corso d’acqua perproteggere l’abitato da eventuali alluvioni e preservare impor-tanti porzioni di terreno fertile dall’erosione della corrente. Il PRT-CIMIC Detachment è l’unità del contingente italiano gui-data dal col. Aldo Costigliolo e costituita da elementi del 1°reggimento artiglieria da montagna di Fossano e del CIMICGroup South, un reparto multinazionale specializzato nellacooperazione civile e militare con sede a Motta di Livenza.L’unità gestisce una serie di progetti di sviluppo a favore delleautorità e comunità locali finanziati con fondi del Ministerodella Difesa. Nel 2012 sono stati avviati 40 progetti per un valo-re complessivo di circa 5 milioni di euro. Tutti gli interventi sa-ranno completati entro marzo 2013, mese in cui la Taurinensericeverà il cambio dalla Julia. ●

La scuola pubblica e il taglio del nastro da parte del col. Costigliolo e le autorità afgane.

La consegna della pergamena.

“Luca Sanna, un angelo in grigioverde”

APalazzo Cusani di Milano è stato presentato il libro di poe-sie, intitolato “Luca Sanna, un angelo in grigioverde”. È scrit-

to dal padre di Luca, Antonio, che lo ha dedicato al figlio, ucci-so in Afghanistan il 18 gennaio 2011 nell’attentato nel quale è rimasto gravementeferito Luca Barisonzi. Alla presentazione c’erano, tra gli altri, il gen. D. Claudio Ber-to, comandante della Regione Militare Nord e già comandante della brigata alpi-na Taurinense, una rappresentanza della 6ª Compagnia “La Bella”, il comandantedell’8° Alpini col. Michele Merola e il suo predecessore col. Andrea Piovera.Pagg. 97, euro 13; ABEditore, Milano; numero verde 800 96 05 16; www.abeditore.com

Antonio Sanna sta scrivendo un altro libro sulla storia dei Caduti in missionedi pace all’estero dal 1982 al 2012 e avrebbe necessità di comunicare con i fa-miliari dei Caduti. Contattare Antonio Sanna al numero 349-0683930. ●

Al centro, dietro a LucaBarisonzi, il comandantedell’8° Alpini, col. MicheleMerola, con i genitori diSanna, l’ex comandantedel reggimento, col. Andrea Piovera, e una rappresentanzadella 6ª Compagnia.

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Eccezionali i nostri volontari La prolungata e articolata emergen-

za del terremoto in Pianura Padanaè terminata. Tutti i campi di acco-

glienza sono stati chiusi, le attrezzaturesono ritornate nelle sedi stanziali dicompetenza per un ricondizionamento eun eventuale reintegro, pronte per esse-re impiegate nuovamente.L’intervento della Protezione Civile ANAè iniziato nella mattina del 20 maggio e siè concluso il 20 ottobre, con l’uscita del-l’ultimo sfollato dal campo “Robinson” diFinale Emilia, gestito dai volontari ANAdelle cinque sezioni dell’Emilia Romagnache hanno lavorato compatti e operosi.Sono stati 5 mesi di duro lavoro per 6.285volontari e per tutte le strutture operati-ve della nostra Protezione Civile, con unpeso rilevante da parte della segreterianazionale per fornire le disposizioni utilialla gestione dei volontari, inviare e ag-giornare i dati che il Dipartimento dellaProtezione Civile esigeva.Le Sezioni hanno risposto, secondo lapropria capacità, con il consueto sensodi responsabilità e consapevolezza che

richiedevano i diversi momenti di con-duzione dei campi. I nostri volontari so-no stati eccezionali per l’inesauribile at-taccamento alla loro attività nei luoghi

CONCLUSA DOPO 5 MESI L’EMERGENZA TERREMOTO IN EMILIA ROMAGNA

di Giuseppe Bonaldi

interessati dal terremoto, alimentati, nelloro impegno di solidarietà, da ricono-scimenti di affetto e da manifestazioni diamicizia, espressi, con diverse modalità,

COMPONENTE LOCALITÀ CHIUSURA PRESENZE

Colonna mobile ANA Finale Emilia (MO) 31 agosto 743

Colonna mobile ANA Cento 1 (FE) 23 ottobre 1.055

Colonna mobile ANA Cento 2 (FE) 15 giugno (accorpato al campo di Cento 1)

Ospedale da campo ANA Mirandola (MO) 27 agosto 51

Colonna mobile RegioneEmilia Romagna Finale Emilia (MO) 4 novembre 1.936

ANA Regione Emilia Romagna Reno Centese, Casumaro, Cento (FE) 15 giugno 479

Colonna mobile Trento San Felice sul Panaro (MO) 30 settembre 392

Colonna mobile Trento Rolo (MO) 24 giugno 41

Colonna mobile Veneto San Felice sul Panaro (MO) 15 settembre 76

Colonna mobile Friuli Mirandola 1 (MO) 18 ottobre 397

Colonna mobile Friuli Mirandola 2 (MO) 13 settembre 181

Colonna mobile Lombardia Moglia (MN) 31 luglio 272

Colonna mobile Valle d’Aosta Mirandola (MO) 23 ottobre 33

Colonna mobile Abruzzo Cavezzo (MO) 21 ottobre 432

Colonna mobile Piemonte Mirandola (MO) 23 ottobre 176

ANA Sede Nazionale Finale Emilia (MO) Smontaggio tende 21

TOTALE 6.285*

Il dato tiene conto anche delle attività svolte a tutti i livelli dai volontari impegnati nelle sale operative.

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dalla popolazione che hanno incontrato.La Colonna mobile ANA, alla sua primauscita dopo la recente costituzione, hadimostrato la sua concreta utilità per lagestione di un’emergenza di questa fatti-specie. Il nostro progetto costitutivo haevidenziato ampie possibilità di miglio-ramento sia nella formazione dei volon-tari, che nel completamento di attrezza-ture e materiali.Per quanto concerne la formazione, in unrecente e costruttivo incontro a Padova -accolti dalla inesauribile sensibilità per laProtezione Civile dell’ANA del suo presi-dente - ci si è confrontati con i volontaridel 3° Raggruppamento che hanno svoltola funzione di capo campo e con i coor-dinatori sezionali che hanno predispostoi turni.Per i materiali e le attrezzature, invece,stiamo attendendo l’ufficialità per unconsistente finanziamento del Diparti-mento nazionale di P.C. alla nostra Asso-ciazione, un aiuto economico che saràvolto a garantirne il reintegro e l’imple-mentazione. Fin da ora preciso che nel fi-nanziamento riservato all’ANA ci sarà lavolontà da parte della Sede Nazionale diassegnare un contributo alle Sezioni chehanno alimentato i campi della nostraColonna mobile. È importante anche approfondire l’impe-gno che l’Associazione ha sostenuto, coni suoi volontari, nell’alimentare e soste-nere, in alcuni casi in modo determinan-te, le Colonne mobili regionali. Sono nu-meri rilevanti, che evidenziano la diffusaterritorialità della nostra Associazione ela garanzia che offriamo con le nostre

VOLONTARI INTERVENUTI

AL SEGUITO DELLA COLONNA

MOBILE NAZIONALE ANA

ACQUI TERME 4ALESSANDRIA 6AOSTA 7ASTI 11BASSANO DEL GRAPPA 16BELLUNO 165BERGAMO 85BIELLA 6BOLZANO 11BRESCIA 47CADORE 8CARNICA 5CASALE MONFERRATO 10CEVA 6COLICO 14COMO 34CONEGLIANO 13CUNEO 15DOMODOSSOLA 7FELTRE 40GEMONA 2GENOVA 14GORIZIA 1IMPERIA 14INTRA 3IVREA 13LA SPEZIA 9LECCO 21LUINO 19MILANO 10MONDOVÌ 5MONZA 15NOVARA 10OMEGNA 7PADOVA 42PALMANOVA 7PAVIA 24PINEROLO 16PORDENONE 4SALÒ 21SALUZZO 3SAVONA 10SONDRIO 1TIRANO 8TORINO 58TREVISO 148TRIESTE 15UDINE 54VALDAGNO 40VALDOBBIADENE 8VALLECAMONICA 19VALSESIANA 9VALSUSA 35VARESE 28VENEZIA 16VERCELLI 5VERONA 172VICENZA 145VITTORIO VENETO 18

VOLONTARI INTERVENUTI

AL SEGUITO DELLE COLONNE

MOBILI REGIONALI E PROVINCIALI

ABRUZZO 432FRIULI VENEZIA GIULIA 578LIGURIA 5LOMBARDIA 314PIEMONTE 176PROVINCIA DI TRENTO 433VAL D’AOSTA 33VENETO 76EMILIA ROMAGNA 2.415

qualità. La possibilità di disporre in mo-do diretto e incondizionato dei nostrivolontari, permette alla nostra Colonnamobile di rispondere alla chiamata e “ar-rivare sul posto” in modo assolutamenteprioritario rispetto alle Regioni. La no-stra linea di comando, piuttosto concisa,dialoga direttamente con il Dipartimen-to. In tal modo, una volta ricevuto l’ordi-ne di attivazione, la Colonna mobileANA e i suoi volontari sono pronti adoperare in brevissimo tempo. Le Regioni,invece, devono prima verificare ai vari li-velli di responsabilità le “opportunità ele convenienze politiche” d’intervento, esolo in un secondo tempo e in caso discelta positiva, la richiesta dell’attivazio-ne dei volontari viene inoltrata alla no-stra Associazione. Desidero concludere queste note riba-dendo l’assoluta validità del nostro in-tervento, evidenziando le positive e me-ritevoli caratteristiche dei volontari e ilsenso di alta responsabilità per la buonariuscita del soccorso alla popolazione. ●

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Gabrielli al CDN: “Un onore essere con voi”

Straordinario happy end al Consiglio Nazionale delmese di novembre, con la visita del dott. Franco Ga-brielli, Prefetto della Protezione Civile, insieme ad al-

cuni dirigenti suoi collaboratori. Una visita definita dal Pre-sidente Perona «un premio agli alpini», ricordando la reci-proca e proficua collaborazione nei tanti interventi svolti insituazioni di emergenza, perché nel volontariato gli alpini«non fanno mai zaino a terra». Cordialissima e per nulla di circostanza la risposta del Pre-fetto il quale ha voluto salutare il Consiglio con queste pa-role. «Sono io ad essere onorato, pensando al regalo che glialpini fanno al Paese. Magari voi vi sottovalutate per il pesoche avete realmente in Italia. Voi non siete una realtà im-portante, ma qualcosa di più ed io sono commosso ad esse-re qui ricordando quello che avete dato e continuate a da-re. Voi ci siete sempre quando c’è bisogno, soprattutto nel-

le emergenze, comprese quelle all’estero. Penso in partico-lare alla tragedia siriana e a quanto sta operando l’ospedaleda campo per quelle popolazioni in fuga dalla guerra. Inquel fazzoletto di terra, portando l’intelligenza del popoloitaliano, siamo diventati un presidio, incarnato dalla vostraAssociazione. Ecco perché sono qui con commozione. Vorrei dirvi anche che la parte di Protezione Civile dell’ANAè guardata dall’Italia con grande aspettativa e riconoscenza,soprattutto in questo momento di “vacche anoressiche”,dove è diventato sempre più difficile reperire i fondi per itanti interventi necessari. Ma voi siete l’esempio che quando si investe sul volontaria-to si moltiplicano all’infinito le somme destinate e i fruttisono dell’1 per mille rispetto all’investimento. Da qui il miograzie, con l’auspicio che ciò che avete fatto fino ad ora,non venga meno per l’avvenire». ●

Il capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale Franco Gabrielli, il presidente Perona, due funzionarie del Dipartimento, il vice presidente vicario Adriano Crugnola, il vice presidente Nino Geronazzo e il tesoriere Gianbattista Stoppani.

IL CAPO DEL DIPARTIMENTO DELLA P.C. IN VISITA ALLA SEDE NAZIONALE

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L’altopiano del Renon si trova aun’altitudine di 1.000-1.500 metrie a 15 chilometri da Bolzano. L’in-

verno qui è tutto all’insegna della fami-glia e del divertimento. Per chi ama losport invernale non c’è che l’imbarazzodella scelta: oltre alla zona sciistica delCorno del Renon ci sono 40 km di pisteda fondo, due piste naturali per lo slitti-no, l’anello di pattinaggio veloce, il pala-ghiaccio di Collalbo e il lago di Costalo-vara (normalmente ghiacciato e con pos-sibilità di fare curling o pattinare). Inol-tre, numerosi sentieri facili e pianeggian-ti per fare passeggiate in un ambiente diincomparabile bellezza.Il Soggiorno Alpino si trova in questo in-cantevole scenario ed offre tutte le co-modità. Le stanze sono tutte dotate diservizi, asciugacapelli e TV, ed il Soggior-no è dotato di bar, sala TV, biblioteca einternet wi-fi gratuito. Tutte le stanzesono per non fumatori. Per il pagamentonon è disponibile servizio Bancomat.Non sono ammessi animali domestici.Ci sono mercatini di Natale in tuttol’Alto Adige. Il mercatino di Natale èuna festa per tutti i sensi: ascoltare, am-mirare, respirare, gustare, toccare conmano la tradizione, vivere il clima di fe-sta che avvolge e riscalda. Nelle piazze enelle strade si respira un’atmosfera di ca-lore, si sente il valore più vero e profon-do del Natale. Il mercatino di Natale diBolzano è aperto dal 29 novembre al 23dicembre 2012. Ogni sabato e domenicapomeriggio sono previsti concerti sottol’albero in piazza Walther.Per soddisfare le numerose richieste dialpini e familiari sono state studiate del-le soluzioni speciali a prezzi ridotti.

Pacchetto mercatino di Natale(dall’1° al 20 dicembre):• 2 pernottamenti con prima colazione abuffet, sistemazione in camera matri-moniale/doppia, euro 240;

• 2 pernottamenti con trattamento dimezza pensione, sistemazione in ca-mera matrimoniale/doppia, euro 260;

• 3 pernottamenti con prima colazione abuffet, sistemazione in camera matri-moniale/doppia, euro 330;

• 3 pernottamenti con trattamento dimezza pensione, sistemazione in ca-

Pacchetto speciale “Capodanno in montagna” (dal 29 dicembre al 1° gennaio 2013) 4 pernottamenti con trattamento dimezza pensione, sistemazione in cameramatrimoniale/doppia, euro 640. Serviziinclusi: cenone di capodanno e musica;

Pacchetto vacanza speciale Epifania(dal 3 al 6 gennaio 2013)3 pernottamenti con trattamento dimezza pensione, sistemazione incamera matrimoniale/doppia, euro 270.

Tutti i pacchetti sono da ritenersi perdue persone “all inclusive”, acqua evino locale ai pasti.

Per eventuali richieste alternative vi preghiamo inviare una mail a: [email protected] e fax 0471/285771Sito internet www.anacostalovara.it ●

Soggiorno Alpino di Costalovara:pacchetto vacanze Natale e Capodanno

mera matrimoniale/doppia, euro 360– in omaggio un biglietto a/r per lafunivia del Renon/Bolzano;

• 7 pernottamenti con trattamento dimezza pensione, sistemazione in ca-mera matrimoniale/doppia, euro 840– in omaggio: mobilcard della validitàdi 3 gg. per spostarsi gratuitamente coni mezzi della Provincia (funivia, auto-bus, treno) e avere la possibilità di visi-tare altri mercatini (Merano, Bressano-ne, Innsbruck, ecc.)

Inoltre: dal 1° al 23 Dicembre ci sarà il 5°mercatino di Natale del Renon chiamato“Trenatale” (alle stazioni di partenza edarrivo, degustazione e vendita di prodot-ti locali sul trenino).

Pacchetto speciale “Natale in montagna” (dal 22 al 27 dicembre)5 pernottamenti con trattamento dimezza pensione, sistemazione in cameramatrimoniale/doppia, euro 650. Serviziinclusi: cenone della Vigilia di Natale.

Lo Sciliar e le Dolomiti d’inverno (foto Südtirols Süden/Alex Andreis).

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SPORT

Il 2012 è stato un grande anno per lo sport associa-tivo, per l’entusiasmo e la partecipazione alle pri-me Alpiniadi invernali che si sono svolte a marzo a

Falcade e nei comuni limitrofi, e per il record di pre-senze nelle manifestazioni sportive nazionali dell’As-sociazione con oltre 2.500 atleti di 58 Sezioni in gara. Una novità introdotta quest’anno è stata l’ammissionealle competizioni dei soci dell’ANA non alpini fino al41° anno di età. Hanno partecipato con classifiche se-parate e i loro risultati non sono stati conteggiati ai fi-ni dei trofei nazionali dell’ANA ma, come ha rimarca-to più volte il presidente Perona, “in tal modo vengo-no maggiormente saldati insieme il vincolo e la con-divisione dei valori che hanno portato questi amici adavvicinarsi alla vita associativa”.Le classifiche assolute dei campionati ANA vengonoriepilogate in due trofei: il “Presidente Nazionale”che viene vinto dalla Sezione che ha partecipato almaggior numero di campionati, tenendo conto dellasomma dei punteggi conseguiti dai suoi atleti e delnumero di soci complessivi iscritti alla Sezione, e iltrofeo “gen. Antonio Scaramuzza de Marco”, asse-gnato in base al punteggio conseguito dagli atleti diogni Sezione negli otto campionati: sci alpinismo,sci di fondo, slalom, marcia individuale in montagna,di regolarità e a staffetta, tiro a segno con carabina econ pistola. La sezione di Valdobbiadene ha vinto peril secondo anno consecutivo il trofeo “Presidente Na-zionale” con 29.449 punti; seconda classificata la se-zione Cadore (27.035), terza Belluno (21.188). Il trofeo

Sci alpinismo e corsa in montagna, due delle gare più faticose dei campionati.

Trofei ANA 2012a Valdobbiadene e Bergamo

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CAMPIONATI ANA 2013

10 febbraio 78° sci di fondo a Enego (sezione di Bassano del Grappa);

24 febbraio 36° sci alpinismo a Ponte di Legno (sezione Vallecamonica);

24 marzo 47° slalom gigante a Roccaraso (sezione Abruzzi);

21 luglio 41° marcia di regolarità in montagna a Pulfero

(sezione di Cividale del Friuli);

29 settembre 42° corsa in montagna individuale a Domodossola

(sezione di Domodossola);

8 settembre 44° di carabina e 30° di pistola a Verona (sezione di Verona);

16 giugno 37° corsa in montagna a staffetta a Forca di Presta (sezione Marche).

“gen. Antonio Scaramuzza de Marco” è

stato invece assegnato alla sezione di

Bergamo (9.511 punti), davanti a Trento

(7.825) – entrambe hanno bissato i suc-

cessi del 2011 – terza si è classificata Bel-

luno (7.772).

Le classifiche complete sono scaricabili

da www.ana.it nella sezione “Sport”. ●

I responsabili dello Sportriuniti in Valtellina

In occasione del ra-

duno del 2° Rag-

gruppamento e

del 90° di fondazione

della sezione di Son-

drio, la Valtellina ha

ospitato, presso la sa-

la municipale di Tresi-

vio, la riunione annua-

le dei responsabili dello Sport. Dopo i

saluti del sindaco Fernando Baruffi, del

vice presidente della sezione di Sondrio

Luigi Colturi, e del vice presidente nazio-

nale Nino Geronazzo, il presidente della

Commissione Sportiva Nazionale Ono-

rio Miotto ha parlato brevemente dei

campionati nazionali ANA 2012.

Per la prima volta le tre specialità inver-

nali sono state disputate nell’arco di tre

giorni nella stessa località, dando vita al-

la prima Alpiniade che, nonostante qual-

che scetticismo iniziale, alla fine si è rile-

vata un successo sia nel numero dei par-

tecipanti sia come fenomeno di aggrega-

zione associativa. Il coordinatore nazio-

nale per lo sport Daniele Peli ha stigma-

tizzato il comportamento di alcuni par-

tecipanti al campionato di tiro, presenta-

tisi al poligono per la competizione e poi

partiti senza presenziare alle cerimonie,

compresa la premiazione. Ha chiesto poi

la collaborazione alle Sezioni affinché

segnalino alla commissione nominativi

di alpini che possano contribuire con

nuove idee a migliorare e innovare que-

sta importante attività della nostra As-

sociazione. A metà mattinata, accolto da

un caloroso applauso, è arrivato per un

saluto il presidente nazionale Corrado

Perona. Dopo gli interventi di alcuni re-

sponsabili di Sezione, a cui hanno dato

risposta i membri della Commissione

Sportiva Nazionale, si è passati alla pre-

sentazione, da parte delle Sezioni inte-

ressate, dei campionati nazionali 2013. I

rappresentanti della sezione di Cuneo, a

cui è stata affidata l’organizzazione del-

l’Alpiniade estiva del 2014, hanno fornito

le prime informazioni sull’organizzazione

di questa manifestazione. Infine è stata

sottolineata l’importanza del controllo

antidoping effettuato in occasione della

corsa in montagna individuale disputata

nella località di Perledo, organizzata dal-

la sezione di Lecco.

Alle 13 la riunione volge al termine con

gli interventi del presidente nazionale e

del sindaco, molto soddisfatto, che chiu-

de i lavori invitando tutti al pranzo pre-

parato e servito dal gruppo di Tresivio.

Luigi Colturi

IN BREVEUNA MEDAGLIA PER “PINO L’ALPINO”

Al Palazzo dellaGran Guardia di Ve-rona FrancescoMarconcini ha rice-vuto dal prefettoPerla Stancari laMedaglia di Bronzoal Valor Civile peraver salvato la vitaa una mamma e alla sua figlioletta di due anni. “Pinol’alpino”, così è chiamato da tutti, è stato poi festeg-giato dagli alpini del suo gruppo, San Giovanni Lupa-toto, sezione di Verona.

IN RICORDO DEI CADUTI BASSIGNANESI

Nella chiesa di Santo Stefano di Bassignana (Alessan-dria) è stata celebrata una Messa a suffragio dei Ca-duti e Dispersi di tutte le guerre. In particolare sonostati ricordati due bassignanesi: il sergente AngeloPascoli, morto nel siluramento della nave Galilea, e ilfratello Giovanni, Divisione alpina Cuneense, mortonel febbraio del ’43 nel campo di prigionia di Tambov(Russia). Alla cerimonia erano presenti molti alpinidella sezione di Alessandria, rappresentanti del Na-stro Azzurro e numerose autorità militari e civili.

I 90 ANNI DI ALESSANDRO MASCETTI…

Alessandro Mascetti, del gruppo di Laveno Mombel-lo, sezione di Varese, ha compiuto 90 anni circonda-to da parenti e amici (nella foto è con la moglie Giu-seppina e i figli). Alessandro ha combattuto sul fron-te balcanico, è stato poi deportato in Germania edha fatto rientro “a baita” nell’agosto 1945.

… E I 97 DI AGOSTINO PERUCH

Agostino Peruchvive in Australia, aSydney, con mo-glie, figli e nipoti.Ha compiuto 97anni e festeggiato50 di matrimonio,due traguardi dav-vero invidiabili.

Agostino fece la guerra di Abissinia a 21 anni, poi laGrecia e la Russia nel 1943, venne fatto prigioniero etornò al paese natale nel novembre 1945.

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Il 27° Congresso della Federa-zione Internazionale Sol-dati da Montagna (IFMS),

iniziato con un po’ di pre-occupazione per il quadrodi difficoltà economicheche coinvolgeva il Paeseospitante, la Spagna, si è rive-lato invece un sostanziale suc-cesso. Le giornate che le delega-zioni dei nove Paesi aderenti hanno tra-scorso nell’accogliente, vastissima Aca-demia General Basica de Suboficiales diTremp (Catalogna), tra le vette dei Pire-nei Occidentali, sono state intense, frut-tuose e stimolanti. Lo ha sottolineatocon compiacimento, tra gli altri, il co-mandante dell’Accademia, col. Luis Ca-stuera Novella, nel corso della solennecerimonia militare che la mattina del 28settembre ha avuto luogo sull’affollataGran Esplanada “Juan Carlos I” di Tremp.Lo hanno ribadito, in più occasioni e condiverse sfumature, il segretario generaledella Federazione, lo sloveno brig. gen.Bojan Pograic, e i responsabili delle altresette delegazioni nazionali nel corso deilavori assembleari. Il nuovo segretariodel team italiano, il consigliere nazionaleANA Renato Cisilin, succeduto nel luglioscorso a Mauro Gatti, prematuramentescomparso, ha saputo proiettare da subi-to un’immagine intensa e attiva della no-stra Associazione. Non soltanto Cisilin –che nell’evento era accompagnato dalcollega Massimo Curasì - è riuscito a for-nire ai congressisti, nel corso dell’Assem-

blea generale, un quadro di sin-tesi assai efficace circa l’evo-luzione e la situazione at-tuale delle truppe da mon-tagna italiane, ma ha pro-posto ed ottenuto di poterrealizzare, tra il 3 ed il 7 set-tembre 2013, un’edizione ita-

lo-slovena, totalmente nuovacome taglio e contenuti, del mas-

simo appuntamento associativo. Grazie, infatti, agli ottimi rapporti cheCisilin ha saputo instaurare da subito congli amici della delegazione slovena, la 27ªedizione del congresso avrà luogo lungoil percorso del fiume Isonzo e sarà im-perniata su Gorizia, sul suo territorio e suquello, confinante e per tantissimi versicomplementare, della giovane Repubbli-ca Slovena.Il gruppo di progetto binazionale si èmesso immediatamente al lavoro: l’annoventuro il più importante appuntamentodella Federazione vedrà le delegazioninazionali – che saliranno a dieci, conl’ammissione del Montenegro – impe-gnate sul territorio, con appuntamentiche spazieranno dal Carso all’Isonzo, dalsacrario italiano di Caporetto ai cimiteridi guerra austro-ungarici per culminare, il5 settembre, in quella che è stata defini-ta come la “Giornata del Ricordo” e chesi connoterà come il momento più alto ecommovente dei cinque giorni congres-suali. Un appuntamento che, per densitàdi memorie e per potenza di suggestioni,sarà assolutamente da non perdere. ●

IFMS

di Adriano Rocci

Nel 2013 Congresso a GoriziaLA DELEGAZIONE DELL’ANA A TREMP, IN SPAGNA

La delegazione dell’ANA a Tremp: da sinistra Danilo Perosa, il consigliere nazionale Renato Cisilin, presidente della Commissione IFMS, Alessio Granelli, Alberto Bono, Adriano Rocci, il consigliere nazionale Massimo Curasì, Silvio Caramello e Antonio Bombardieri.

IN BREVEGIOVANNI MAGAGNA, RITORNO DOPO 33 ANNI

Giovanni Magagna, iscritto algruppo di Soave, sezione di Ve-rona, è emigrato 50 anni fa inAustralia dove tutt’ora vive nel-lo stato di Vittoria. Ha fatto i la-vori più umili, ma poi è riuscitoa creare dal nulla un’aziendaagricola che ora riveste grande importanza e nellaquale lavorano figli e nipoti. Tutti i mesi attende congrande emozione l’arrivo de L’Alpino e de Il Monte-baldo, giornale della sezione di Verona. In occasionedi un suo recente viaggio in Italia – erano 33 anni chenon tornava – è stato festeggiato dal suo Gruppo peri 50 anni di tesseramento.

I PICCOLI MARTIRI DI GORLA

Un momento della cerimonia svoltasi a Milano nelluogo dove sorgeva la scuola rasa al suolo da unabomba sganciata durante i bombardamenti del 20ottobre 1944. Vi morirono 200 bambini e le loro in-segnanti. Il monumento che ricorda le vittime sorgenella piazza Piccoli Martiri, zona Gorla, ed è operadello scultore Remo Brioschi. Alla cerimonia, cometutti gli anni, ha partecipato una delegazione dellasezione ANA di Milano, con il vessillo sezionale.

MADRE DEL VESCOVO, MADRINA DEL GRUPPO

Monsignor Edoardo Cerrato, nuovo vescovo delladiocesi di Ivrea, ha salutato la comunità di San Mar-zanotto (Asti) celebrando una Messa alla quale han-no partecipato anche gli alpini. La mamma di monsi-gnor Cerrato, Maria Teresa, è da tempo madrina dellocale Gruppo alpini che ha fatto dono al nuovo ve-scovo di una scultura lignea e del gagliardetto delGruppo. Ultimo a destra il consigliere nazionale Ste-fano Duretto.

UN SALUTO AL TEN. MISSI

Questi sono alcuni dei ragazzi che hanno vissuto l’espe-rienza della mini naja nel 2010 a San Candido, 6° alpini,con il ten. Gianluca Missi. Volevano rivederlo all’aduna-ta di Bolzano, ma Missi era in missione in Afghanistan.E così, ecco il loro saluto “dipinto” che testimonia tut-to l’affetto e la riconoscenza per questo ufficiale cheha saputo così bene trasmettere i nostri valori.

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3910-2012

I libri recensiti in questa rubrica si possono reperire

presso la Libreria Militare (via Morigi 15,

angolo via Vigna, Milano; tel. 02-89010725)

punto vendita gestito da due alpini.

LA VERITÀ AUSTRIACASULL’ORTIGARA

Ecco dopo oltre 90 anni“La verità austriaca sul-l’Ortigara”, un documento -più che una narrazione - trat-to dai fonogrammi, gli ordinidi servizio, le comunicazionee i rapporti finali dei coman-danti, tessere di un mosaicoin continuo divenire chehanno consentito di rico-struire la battaglia per l’Orti-gara condotta dalle truppeaustro-ungariche nei venti giorni che vanno dal 10 al 29giugno 1917. Autore di questa ricostruzione, un ufficia-le dello Stato Maggiore dell’11ª Armata, il maggiore Ot-to Sedlar, che dopo il conflitto integrò la serie di do-cumenti che aveva avuto modo di visionare durante ilperiodo bellico con altri recuperati dagli archivi. Il ri-sultato è probabilmente il più completo resoconto,inedito, del susseguirsi dei combattimenti sull’Ortiga-ra. E inedite sono tante fotografie scattate al terminedei combattimenti: sono di innegabile efficacia docu-mentale ma soprattutto di grande impatto emotivoperché svelano cosa resta degli uomini, delle cose edel territorio dopo la tempesta incrociata di migliaiadi ordigni, un’ecatombe il cui risultato sono corpi mar-toriati e una devastazione infinita.Ma oltre a questi drammatici documenti ce ne sono al-tri, costituiti dagli ordini di servizio, commenti dopo labattaglia, espressioni di entusiasmo e di plauso dei co-mandanti ai reparti, ordini per approntamenti di ma-gazzini di armi e viveri. Infine, forse la parte più impor-tante del libro, i rapporti del servizio informazioni sulnemico (le truppe italiane) del quale sapevano presso-ché tutto: la consistenza dei reparti, l’arrivo dei rinfor-zi, il numero delle tradotte, l’armamento, perfino i pia-ni di attacco e quando arrivava il rancio. Tutto questoè riportato nei rapporti degli interrogatori dei prigio-nieri che candidamente raccontavano ogni cosa, quasiper liberarsi della guerra una volta catturati. Veniva, in-fine, riconosciuto il valore del nemico e la sua tenacia,ma spesso stupiva la sua strategia così prevedibile daconsentire che un dispiegamento di difesa piuttosto li-mitato, ma meglio organizzato, avesse ragione di attac-canti molto più numerosi.Da rilevare il grande lavoro eseguito dai curatori del li-bro, Paolo Pozzato e Ruggero Dal Molin.

Giangaspare Basile

OTTO SEDLARLa verità austriaca sull’OrtigaraA cura di Paolo Pozzato e Ruggero Dal MolinSaggio introduttivo del gen. Enrico PinoPagg.170 - 22 euro.Edizioni Itinera, tel. 0424/503467www.itineraprogetti.com

B I B L I O T E C A

ANDREA VOLLMAN - FRANCESCO BRAZZALEGRANDE GUERRA – Britannici sull’Altopiano dei Sette ComuniDurante le conferenze di Rapallo e Peschiera del novembre 1917, oltre alladecisione di affidare il comando dell’esercito al gen. Diaz, in sostituzionedel gen. Cadorna, si stabilì di accettare l’intervento di contingenti franco-inglesi. Il Corpo di spedizione britannico sarebbe stato composto da 5 Di-visioni, costituite in gran parte da veterani del fronte occidentale. Storieminime si intrecciano con nomi famosi, sconosciuti militari inglesi lasciano appunti al paridi nomi famosi come Vera Brittain, scrittrice inglese, la quale espresse il desiderio che allasua morte le sue ceneri fossero sparse nel luogo in cui morì l’amatissimo fratello Edward,caduto sull’Altipiano durante la battaglia del Solstizio. Una storia nella storia.Pagg. 165 – euro 19 – Gino Rossato Editore, Novale di Valdagno (Vicenza)Tel. 0445/411000; [email protected] - www.edizionirossato.it

GIAN FRANCOMAZZUCCOLE MANIFESTAZIONI DELLE TRUPPE ALPINEIl libro è la raccolta di tutti gli annulli postali celebrativi delle manife-stazioni alpine. Un grande lavoro svolto dai collezionisti Gian FrancoMazzucco, per lo studio e la ricerca, e da Giovanni Cuomo, per i com-menti e le didascalie. Il lavoro va a colmare un vuoto nel panoramadel collezionismo alpino, i cui appassionati non hanno mai avuto a di-sposizione un testo di riferimento. L’opera, oltre al mero interesse fi-latelico è interessante per chi ama le “cose” alpine, perché riporta i

nomi di tante località che hanno visto l’inaugurazione di un monumento, il ricordo dei Ca-duti, lo scoprimento di una targa, ecc… i nostri luoghi e le nostre memorie.Pagg. 282 – euro 25 – Casa editrice “L’Artistica” di Savigliano (Cuneo), tel. 0172/726622 Per l’acquisto rivolgersi a Piero Battisti del Circolo Filatelico e Numismatico “G.B. Bodoni”di Saluzzo, cell. 339/434507; [email protected]

MARIO GRIGIONISULLE TRACCE DI MARIOCollana “L’impronta degli alpini”Mario Grigioni ha frequentato nel 1967 il 48° corso AUC alla SMALPdi Aosta. Ed è da questa esperienza, e dal successivo richiamo, chetrae spunto per questo agile volume, suddiviso in piccoli capitoli.Sono affreschi di vita militare, scritti con ironia e leggerezza, con ilgusto del divertimento. “Le tracce di Mario” sono quelle di MarioRigoni Stern, illustre “smalpino”, ripercorse da tutti gli AUC di Ao-sta, ed è il figlio Alberico che ricorda i suoi insegnamenti in poche e

intense righe sulla controcopertina del volume. Gli incassi finanzieranno l’iniziativa degliex allievi del 35° AUC a favore dei bambini di Kitanga (Uganda).Pagg. 24 – euro 20Nelle librerie Feltrinelli, oppure rivolgendosi all’editore www.improntadeglialpini.it

DIVISOMARINELLIGUERRE, EROISMI E PRIGIONIA – Un bersagliere novantacinquennesi raccontaA cura di Vladimiro BertazzoniUn breve profilo autobiografico del bersagliere Diviso Marinelli, una vi-ta segnata da 10 anni di guerre su più fronti, dove fu protagonista di nu-merosi atti di eroismo. A soli 19 anni con le Truppe italiane combatté inSpagna nella guerra civile, dal 1936 al 1939; al rientro in Patria, nel 1940,fu chiamato alle armi per combattere con i bersaglieri in Africa settentrionale, dove caddeprigioniero. Anconetano di nascita, nel dopoguerra approdò a Mantova dove svolse servi-zio nella Polizia di Stato fino alla pensione. Ricordi indelebili di anni terribili, quelli dellaguerra, che non hanno però scalfito il suo buonumore e la sua forte fibra, come direbbe lui:“Bersagliere e ciclista sempre!”.Pagg. 88 – euro 12 – Editoriale Sometti, MantovaPer l’acquisto rivolgersi all’autore Diviso Marinelli, tel. 0376/262893 – fax 0376/321209

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4011-2012

CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI! • ALPINO CHIAMA ALPINO

Prove per un perfetto presentat’arm! L’artigliere alpino Antonio Cri-vello cerca i commilitoni che erano con lui e con il gemello Marionel 1961 a Strigno, in Valsugana, alla Caserma Goi, 6° reggimento arti-glieria da montagna, brigata Cadore. Contattare Antonio Crivello alnumero 011-9696859.

Bauducco e Festini cercano icommilitoni che erano con lo-ro al 4° reggimento alpini, bat-taglione Aosta, nel 1966/’67.Contattare Piero Bauducco alnumero 011-9090794, e-mail:[email protected] oppu-re Narciso Festini al numero333-6994070, e-mail:[email protected]

ALLA CASERMA GOI NEL 1961 CON I GEMELLI CRIVELLO

ALPINI DEL BTG. AOSTA 1966/’67, DOVE SIETE?

Chi si riconosce? Questa bellafotografia ritrae alcuni alpinidel battaglione Susa, cp. co-mando, brigata Taurinense.Contattare l’alpino RobertoGrassi di Ivrea al numero 347-8654391.

NORVEGIA 1970: MANOVRE NATO

Distaccamento a Molini di Tures, valle Aurina (Bolzano) in servizio diordine pubblico. Nella foto (numero 1) il tenente Aldo Varda, futurogenerale C.A., e l’alpino Franco Amadigi (numero 2). Chi si riconoscenella foto? Contatti Franco Amadigi al numero 377-1779457.

ESTATE 1962, BATTAGLIONE TRENTO

Ecco una bella foto dei giovani artiglieri da montagna del gruppoConegliano, 13° batteria, 1° pezzo scattata durante il campo autunna-le in Carnia. Chi si riconosce scriva al sergente Paolo Tesan e-mail:[email protected]

ARTIGLIERI DEL GRUPPO CONEGLIANO, 1° SCAGLIONE 1986

Nella foto gli artiglieri da montagna del 1° reggimento alla CasermaCeccaroni di Rivoli (Torino), ritratti con il capitano Ruggiero e il te-nente Montalbano. Chi si riconosce? Contattare Mario Rizzà (il pri-mo in piedi da sinistra) al numero 011-9013824.

18 DICEMBRE 1961: CONGEDO ARTIGLIERI DEL 1° REGGIMENTO

Eros Rota cerca notizie del suo commilitone Siro Vannini (o Vani-ni) classe 1947, artigliere del gruppo ‘Bergamo’, 33° batteria, brigataOrobica. Erano insieme alla caserma Druso a Silandro nel1966/1967. Contattare Graziella Degni al numero 338-2934853,e-mail: [email protected]

CERCO L’ARTIGLIERE SIRO

Giampaolo Menato cerca testimonianze sull’intervento degli arti-glieri alpini della brigata Cadore che hanno prestato i soccorsi aLongarone, dopo il disastro del Vajont, nell’ottobre 1963. Le testi-monianze raccolte saranno pubblicate in un libro. Menato cerca an-che racconti, aneddoti o memorie degli artiglieri da montagna chesaranno pubblicate in un secondo libro che parla dell’artiglieria alpi-na. Inviare a Giampaolo Menato via A. Manzoni, 11 – 35020 Saonara(PD); numero 339-8750644; e-mail: [email protected]

GLI ARTIGLIERI DELLA CADORE E IL VAJONT

Chi ti cerca è il tuo commilitone Dante Maroni, che ha trascorso conte la naja al 2° reggimento artiglieria da montagna a Bressanone nel1958/1959. Lo puoi contattare al numero 320-7946639.

GIANCARLO BRIANZI DA CANTÙ

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Gli ufficiali del 68° corso AUC, si sono ritrovati a Verona lo scorsomese di giugno per celebrare i 40 anni dall’inizio del corso. Per ilprossimo raduno contattare tribaffo [email protected]

Gli alpini della 74° cp., btg. Bassano che erano a San Candido nel1963/1964 a Morbegno per festeggiare i 48 anni dal congedo. Per ilprossimo incontro contattare Luigi Zuppini nr. 045-991590, oppureGiuseppe Marzari, nr. 045-7211623.

Erano a Tolmezzo alla caserma Cantore nel 1987/1988. Sono gli arti-glieri da montagna del 2°/87, 17ª batteria, gruppo Udine, insieme alloro comandante col. Matteo Paesano e il sten. Rocco Cialdella. Peril prossimo incontro contattare Stefano Paoli 334-6289766; e-mail:[email protected]

Gli alpini del 5°/88 che hanno prestato servizio nel btg. Saluzzo, sisono incontrati a 24 anni dal loro congedo.

I genieri della Taurinense in forza ad Abbadia Alpina (Pinerolo) nel1965/1966, hanno festeggiato i 46 anni dal congedo. Per il prossimoincontro contattare Eugenio Ricci al nr. 0332-231494.

Gli allievi del 43° corso ACS si sono dati appuntamento il 9 settembre scorso alla caserma Cesare Battisti di Aosta dove, nel lontano 19 maggio1974, prestarono giuramento. Con loro il gen. D. Lodovico Masserdotti, allora comandante della 5° Compagnia.

4111-2012

I N C O N T R IUn appello per la rubrica “Incontri”Chiediamo ai nostri lettori di non inviarci, fino a nuovo avviso, testi e foto per la rubrica “Incontri”.Questo a causa della quantità enorme di materiale ancora inevaso.

Alcuni commilitoni del 4° alpini, caserma Assietta di Ulzio nel1969/1970, si sono ritrovati dopo 42 anni. Chi era sotto la naja con lo-ro, per il prossimo incontro, contatti Luigi Godi al nr. 338-3104509oppure Pier Giuseppe Crida al nr. 015-592375.

Il 26 maggio scorso, durante una festa al-pina a Bormio, si sono incontrati a 60 annidal congedo, Mario Zucchi della sezionedi Lecco, Guido Mainetti e Luigi De Lo-renzi della sezione di Sondrio. Erano insie-me alla compagnia Trasmissioni della bri-gata Orobica, nel 1953/1954.

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4211-2012

S E Z I O N I I T A L I A

Novant’anni di storia e un suggello d’amicizia con una delle cittàpiù alpine d’Italia nell’anno del 140° anniversario delle Truppe

alpine. Questo è stato il filo conduttore della 47ª adunata sezionaledi Vicenza. Vicenza è l’unico Comune italiano che al posto di un pro-prio gonfalone può fregiarsi della bandiera nazionale con lo stemmadella municipalità inserito al centro. Ed è l’unica città italiana ad ave-re la propria bandiera decorata con due Medaglie d’Oro al Valor Mi-litare: la prima assegnata nel 1866 dal re Vittorio Emanuele II per ladifesa che i vicentini opposero agli austriaci nella battaglia del 10giugno 1848; la seconda nel 1994 dal Presidente della RepubblicaOscar Luigi Scalfaro per l’attività partigiana nella seconda guerramondiale. Guidate dal presidente Giuseppe Galvanin, le penne nereberiche hanno raggiunto Piazza dei Signori, applaudite dalla gente incorso Palladio addobbato a tricolore. A rendere onore alla sezionevicentina c’erano il presidente Corrado Perona, il già vice presidentevicario Sebastiano Favero e numerosi consiglieri nazionali. Un lungo serpentone di penne nere, striscioni, fanfare, gagliardetti,

vessilli e gonfaloni ha chiuso una due giorni alpina densa di inizia-tive che avevano coinvolto la città nella festa: le esercitazioni del-le squadre di Protezione Civile nei Giardini Salvi, la presentazionedel volume “90 anni tra la nostra gente” curato da Gianluca Sgre-va, l’omaggio al monumento alle otto aquile eretto 59 anni fa in ri-cordo di Cesare Battisti e dei reparti alpini “vicentini” della Gran-de Guerra, costruito con le pietre del Pasubio e dell’Ortigara, lamostra “90 anni di alpini a Vicenza”, allestita nella Loggia del Capi-taniato. “In un’Italia che ha bisogno di valori morali, gli alpini han-no ancora un ruolo importante”, ha detto Perona dal palco delleautorità. E, rivolto alla piazza gremita ha esortato: “Questa vostracittà, questo splendido scenario, meritano di essere coinvolti nel-le manifestazioni che saranno organizzate nel centenario dellaGrande Guerra. Siamo vicini alla vostra gente e alle vostre monta-gne che tra il 1915 e il 1918 videro nascere sulle trincee del Pasubio,del Grappa, del Cimone e dell’Ortigara lo spirito e la fratellanza al-pina”. Federico Murzio

rimonie ufficiali con la deposizione di una corona al monumento aiCaduti di tutte le guerre, alla presenza del vessillo sezionale e deldirettivo, di alpini abruzzesi di oltre 50 Gruppi, nonché di una rap-presentanza di ufficiali, sottufficiali e alpini del 9° reggimento, deisindaci dei comuni limitrofi e di alcuni rappresentanti dell’Associa-zione Combattenti e Reduci. A seguire la Messa, celebrata dall’ordi-nario militare in Italia mons. Vincenzo Pelvi, e la sfilata per le vie im-bandierate del paese, accompagnata dalla fanfara sezionale e dalgruppo bandistico “I leoncini d’Abruzzo”. Roberto Marmotta

ABRUZZI Raduno a San Benedetto dei Marsi

San Benedetto dei Marsi(L’Aquila) e i suoi cittadi-

ni hanno partecipato nu-merosi al raduno sezionaledegli alpini organizzato dalgruppo “Morroni” in colla-borazione con la sezioneAbruzzi. L’appuntamento èstato arricchito da un con-vegno su “Don Gnocchi e lasolidarietà alpina”, dispostoin collaborazione con l’Am-ministrazione comunale e allietato dal coro di Isola del Gran Sas-so. Erano presenti il sindaco Paolo Di Cesare, il presidente dellasezione Abruzzi Giovanni Natale e il vescovo dei Marsi, mons.Pietro Santoro. Tra i relatori c’era anche Silvio Colagrande, l’uomoche nel 1957 ha riacquistato la vista grazie alle cornee donate dadon Carlo. Sulla figura del Beato, cappellano militare sul frontegreco-albanese e nella Campagna di Russia, e sulla sua vita dedi-cata ai mutilatini, è stato presentato per l’occasione un libro, cu-rato da Maurilio Di Giangregorio. Domenica si sono svolte le ce-

L’alzabandiera in piazza dei Signori. Gli onori al monumento alle otto aquile.

VICENZA Una città alpina e imbandierata

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4311-2012

S E Z I O N I I T A L I A

PARMA

Alla fortezza di Bardi sono state aperte cin-que sale dedicate al bardigiano Pietro Cella,

capitano, prima Medaglia d’Oro del Corpo degliAlpini, caduto nella battaglia di Adua il 1° marzo1896. All'inaugurazione hanno partecipato nu-merose penne nere provenienti da tutta la pro-vincia con il presidente della sezione di ParmaMauro Azzi ed il capogruppo di Bardi StefanoFibrosi. Il sindaco Giuseppe Conti ha ringraziatodi cuore le penne nere per il sostegno all'inizia-tiva che, vista anche la cornice in cui si presen-ta, è destinata ad avere un ampio consenso di visitatori, anche con-siderando la vicinanza con Piacenza, città della prossima adunata na-zionale che con Parma condivide - storicamente - la cittadinanza diPietro Cella. Le sale ospitano in progressione temporale testimo-nianze degli Alpini dalla fondazione del Corpo, 1872, alla fine dellaseconda guerra mondiale: divise, cappelli, equipaggiamenti, docu-menti e foto. In una sala è esposta anche la sciabola del valoroso ca-pitano Cella, con la foto dell’eroe. L’idea di allestire l’esposizione ènata dalla collaborazione tra il sindaco Conti e l’alpino Carlo Riccar-di, che ha messo a disposizione la sua collezione di cimeli e la suaesperienza trentennale di collezionista e disegnatore. Nelle sale sipossono ammirare le prime bombette degli alpini dell’800, i caschicoloniali delle Compagnie d’Africa e numerosi manichini che testi-

Pietro Cella alla fortezza di Bardi

Il castello di Bardi e il taglio del nastro della raccoltastorica nelle rinnovate stanze del castello: il sindacoConti, il capogruppo Fibrosi e (dietro) il presidentedella sezione Azzi.

moniano con una ricostruzione sobria, maprecisa nei particolari, l’evoluzione degli equi-paggiamenti, delle divise e soprattutto delnostro cappello, dalla fondazione del Corpo,alla fine del secondo conflitto mondiale. Èuna ulteriore testimonianza della tradizionealpina della terra parmense. ●

BERGAMO Il caloroso abbraccio di Martinengo

L’adunata sezionale è stata preceduta da una serie di appunta-menti che hanno impegnato per mesi gli alpini di Martinengoe della zona 27 “Strada Francesca”, guidati rispettivamente dal ca-pogruppo Luigi Manenti e dal coordinatore di zona Giacomo Li-monta. Le manifestazioni si sono aperte con le mostre “FratelliCalvi” e “Dolomiti a 360°” presso il “Filandone”, una costruzione ri-salente all’Ottocento dove per decenni si sono lavorati bozzoliper ricavarne seta. Tra gli incontri più significativi una serata cultu-rale “360° di passione e solidarietà”, la rappresentazione della com-media dialettale “Per öna pena de galéna”, andata in scena al Tea-tro Scuola Maddalena di Canossa e il concerto dei cori ANA Sove-re, Adda e Martinengo, presentato da Francesco Brighenti. Il saba-

to pre-adunata, sono stati presentati alcuni modu-li dell’Ospedale da campo ANA e mezzi della Pro-tezione Civile ad opera illustrati di Carlo Saffioti eGiancarlo Roggerini per l’Ospedale da campo eGiuseppe Bonaldi con Giuseppe Manzoni per laProtezione Civile. Nel pomeriggio il momento de-gli onori ai Caduti con deposizione di corone aimonumenti e la Messa celebrata da mons. Lino Be-lotti. Nel frattempo gli alpinisti della ProtezioneCivile si esibivano in una spettacolare discesa acorda doppia dal campanile della parrocchiale.Domenica a Martinengo hanno sfilato oltre 4milapenne nere accompagnate dalle fanfare alpine edal corpo musicale Sant’Agata di Martinengo.C’erano 240 gagliardetti e il vessillo sezionale scor-tato dal presidente Carlo Macalli, dal consiglio di-

rettivo al completo e dai presidenti emeriti, Decio, Carobbio e Sarti.Alcuni settori della sfilata sono stati riservati ai “reparti speciali” del-la Sezione: agli addetti all’Ospedale da campo, agli atleti, ai nuclei diProtezione Civile e alle salmerie con i muli di Foresto Sparso. In piaz-za Papa Giovanni XXIII sono intervenuti il capogruppo Luigi Manen-ti, il sindaco Paolo Nozza che ha avuto parole di elogio per l’operasvolta dagli alpini sul territorio, mentre il consigliere nazionale Gior-gio Sonzogni ha portato il saluto del presidente Perona. Ha chiuso ilpresidente sezionale Carlo Macalli che ha ricordato, tra l’altro, come“in un’epoca come quella che stiamo vivendo non sarebbe male ri-pensare per i giovani ad un periodo obbligatorio e gratuito da desti-nare, in forme diverse, al servizio della collettività”. Luigi Furia

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La sezione di Gorizia ha celebrato con una giornata ricca di ap-puntamenti il suo 89° anniversario di fondazione e il 140° anni-

versario di costituzione delle Truppe Alpine. Il presidente nazio-nale Corrado Perona e il capogruppo di Gorizia Graziano Manzinihanno scoperto una targa in ricordo di Pietro Colobini, Medagliad’Oro al V.M., caduto sul Mali Spadarit il 10 marzo 1941 e a cui èdedicata la Sezione. La targa è stata collocata nella via a lui inti-tolata, nei pressi del Duomo. Erano presenti i consiglieri nazionaliRenato Cisilin e Gianni Cedermaz, il prefetto Marrosu, il sindacoEttore Romoli, con i vessilli di Palmanova, Pordenone e Trieste e itanti gagliardetti. Poi, alpini e cittadini si sono trasferiti nel parcodel palazzo comunale dove erano stati posizionati i quattro leoniche ornavano il monumento collocato all’interno della Casermadella Vittoria, nell’omonima piazza, sede del 9° reggimento Alpinidagli anni Venti del secolo scorso fino al 1937.

4411-2012

S E Z I O N I I T A L I A

TIRANO

GORIZIA

Grande partecipazione per il 38° pellegrinaggio al Sacrario SanMatteo, organizzato dal gruppo ANA Valfurva e dalla sezione di

Tirano. La due giorni è iniziata sabato sera con la presentazione dellibro “Fulvio Pedrazzini: un alpino, due guerre e tante lettere”, dedi-cato all’alpino Pedrazzini, nativo di San Nicolò Valfurva. La figlia Ma-ria Paola Lavizzari Pedrazzini, autrice del libro, ha illustrato al pubbli-

Lo scoprimento della targa dedicata alla MOVM ten. Pietro Colobini e lo scambio di doni tra il sindaco Ettore Romoli e il presidente Perona, con il consigliere nazionale Renato Cisilin (a sinistra) e il presidente sezionalePaolo Verdoliva.

co il volume che raccoglie le numerose lettere scritte durante ladue guerre. La serata è stata allietata da canti di montagna esegui-ti dal coro “La Bajona” di Bormio.Domenica un centinaio di persone, tra cui l’alpino Senatore Airol-di di 87 anni e moltissimi giovani con i gagliardetti, sono saliti albivacco Battaglione Monte Ortles, a 3.122 metri, in Vallumbrina(nella foto). La Messa è stata celebrata dal parroco di Valfurva donAndrea Caelli a ricordo dei Caduti e in suffragio dell’alpino MarioTestorelli, scomparso dieci anni fa. Nella stessa mattinata di domenica, al rifugio Berni al passo Gaviadavanti al monumento ai Caduti, don Ottorino Martinelli ha cele-brato la Messa seguita dai discorsi ufficiali e dal saluto del presi-dente della sezione di Tirano, Mario Rumo. Erano presenti i vessil-li delle sezioni di Tirano, Colico e Sondrio, l’alpino di Valfurva “Be-pi” Confortola, classe 1920, reduce della Campagna di Russia, il vi-ce sindaco di Valfurva Marco Mirabella, l’assessore Luca Bellotti.Per l’ANA, il vice presidente nazionale vicario Adriano Crugnola, iconsiglieri nazionali Mariano Spreafico e Cesare Lavizzari, il presi-dente della sezione di Sondrio Alberto Del Martino e il segretariodel 2° raggruppamento Antonio Fenini. A fare gli onori di casa il ca-pogruppo di Valfurva Adolfo Antonioli. Al termine, rancio per tut-ti e poi concerto del Corpo musicale di Valfurva. ●

Presso i musei provinciali di Borgo Castello, il col. Antonino Inturri,comandante del 3° reggimento artiglieria da montagna e GaetanoValenti, già ufficiale di complemento, socio ANA e consigliere regio-nale hanno parlato sul tema “Alpini a Gorizia, dalla leva obbligatoriaalle missioni di pace”. Moderatore dell’incontro Roberto Covaz, re-sponsabile della redazione di Gorizia e Monfalcone de Il Piccolo. Ilcol. Inturri si è soffermato sulla sua esperienza in Afghanistan, nellazona di Herat, dove è emersa l’alta professionalità raggiunta dai no-stri reparti. Legato alle missioni all’estero è stato anche il dono cheil comandante del 3° ha fatto alla Sezione, consegnando al presiden-te Paolo Verdoliva una scatola di terra afgana, a ricordo di quantofatto dalla Julia e dal suo reggimento nell’opera di ricostruzione diquel martoriato paese, grazie anche alla solidarietà dell’ANA conl’iniziativa “Un ponte per Herat”.

Pierpaolo Silli

Due anniversari: 89° e 140°

Pellegrinaggio al Sacrario San Matteo

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S E Z I O N I E S T E R O

In Ungheria è nato un nuovo gruppo alpini, guidato da AntonioDal Fabbro. Per la cerimonia di consegna del gagliardetto - ma-drina d’eccezione l’ambasciatore d’Italia a Budapest Maria Assun-ta Accili - sono giunti nella capitale magiara il vice presidente na-zionale vicario Adriano Crugnola, il delegato ai rapporti con le Se-zioni all’estero Ferruccio Minelli e il presidente della sezione Bal-canica-Carpatica-Danubiana ambasciatore Stefano Benazzo. L’idea di creare il gruppo incominciò lo scorso anno, quando An-tonio Dal Fabbro incontrò sul Monte Tomba, in occasione dell’an-nuale raduno internazionale organizzato dal gruppo di Cavaso (se-zione di Bassano), il presidente nazionale Corrado Perona e l’allo-ra vice presidente vicario Sebastiano Favero. Quest’ultimo glichiese se, abitando in Ungheria, potesse organizzare un Gruppo inquella nazione. Incoraggiato anche dal presidente nazionale, DalFabbro si mise all’opera, incontrando una grande collaborazioneda parte di un... pilota, l’addetto militare gen. B. Roberto Azzolin,dimostratosi un grande amico.Il primo nucleo di alpini iniziò così ad operare per costituire unvero e proprio Gruppo. In settembre a Marostica il presidente se-zionale Stefano Benazzo ricevette il gagliardetto e si decise di fe-steggiare la nascita ufficiale del gruppo il 4 Novembre, giornatadelle Forze Armate. Il resto è cronaca di questi giorni.L’incontro della delegazione giunta dall’Italia con gli ospiti e gli al-pini del gruppo è avvenuto nelle sale del Circolo Ufficiali di Buda-pest, messe a disposizione dal ministro della Difesa Hende Csaba eda Otto Csuprak, presidente della “Matasz”, l’associazione dei riser-visti ungheresi. A confermare la vicinan-za degli alpini della sezione Germaniac’erano Giovanni Camesasca e AntonioMoretto della redazione del giornaleANA “L’Alpino in Europa” e alcune pen-ne nere del gruppo Bulgaria con il capo-gruppo Giuseppe Daquanno.Una prima cerimonia si è svolta in piaz-za Degli Eroi con la deposizione di co-rone al grandioso monumento che ri-corda i Caduti magiari da parte del-l’ambasciatore Accili, dell’addetto mi-litare gen. Azzolin e del capogruppo

MADRINA D’ECCEZIONE L’AMBASCIATORE D’ITALIA A BUDAPEST

Nasce il gruppo alpini Ungheria

Dal Fabbro, presente con la delegazione italiana. Un plotone dellaGuardia magiara e due carabinieri in alta uniforme hanno reso glionori militari al suono degli inni nazionali italiano e ungherese.Quindi, nella chiesa dei Cappuccini, è stato benedetto il gagliardet-to ed è stata celebrata una Messa a suffragio di tutti i Caduti.Al termine, alpini e riservisti magiari sono stati ospiti del nostro Ad-detto militare all’Hotel Boscolo.“Con una tale madrina - ha detto il capogruppo Dal Fabbro - gli alpi-ni in Ungheria si sentiranno sempre obbligati a fare del loro meglioper mantenere alta la fama che li accompagna, leali verso la nazioneche li ospita, dove hanno amici sicuri come i riservisti con i qualihanno ottimi rapporti di collaborazione”. Il saluto del presidente Pe-rona è stato portato dal vicario Adriano Crugnola, che ha ringrazia-to l’ambasciatore Accili, madrina del gruppo, alla quale ha donato ilcrest d’argento della “Tormenta”; un crest è stato donato anche alministro della Difesa Csaba e al gen. Azzolin. Agli alpini del nuovogruppo Crugnola ha formulato gli auguri di buon lavoro da parte deicommilitoni italiani e ha dato loro appuntamento all’Adunata nazio-nale di Piacenza. Il ministro della Difesa Csaba ha a sua volta ringra-ziato Crugnola e ha assicurato l’appoggio agli alpini nell’ambito del-l’amicizia e della collaborazione italo-ungherese.Per gli alpini del gruppo questa festa ha segnato un punto di par-tenza per un impegno sempre maggiore e per essere degni della glo-ria della nostra Associazione. Il gruppo conta ora una ventina di per-sone ed ha già un notiziario mensile. I prossimi traguardi saranno:una sede e una sempre più stretta collaborazione coi riservisti della

“Matasz”. È giusto ricordare, infine, tutti gli iscrittiche si sono prodigati per la realizzazionedella cerimonia, soprattutto il vice capo-gruppo Paolo Tosetto, il segretario Mar-co Moroldo, il tesoriere Ivano Ribet eGiuseppe Lian, fotografo ufficiale delGruppo. Graditissime presenze sono sta-te quelle di una nuova iscritta come al-fiere del Gruppo, la caporalmaggiore inforza al 5° reggimento Alpini EleonoraMollica, accompagnata dall’alpino in ar-mi Stefano Buzzi. ●

La benedizione del gagliardetto del Gruppo: la madrina èl’ambasciatore d’Italia in Ungheria Maria Assunta Accili. Accanto a lei il presidente della sezione Balcanica-Carpatica-Danubianaambasciatore Stefano Benazzo e il capogruppo Antonio Dal Fabbro.

Il vice presidente nazionale vicario Adriano Crugnola, con il delegato per i rapporti con le sezioni all’estero Ferruccio Minelli, consegnano il crest dell’ANA al presidente dei riservisti ungheresi e al ministro della Difesa ungherese Hende Csaba (al centro nella foto).

Foto ricordo al termine della cerimonia di deposizionedelle corone al monumento ai Caduti.

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L E T T E R E A L D I R E T T O R EC O N S I G L I O D I R E T T I V O N A Z I O N A L E

del 27 ottobre 2012...

... e del 17 novembre 2012

bambini. I lavori inizieranno a breve e si prevede che saranno termi-nati prima dell’estate prossima. I campi in Emilia, escluso uno che èin fase di smontaggio, sono tutti chiusi. I nostri volontari hanno fattoun ottimo lavoro: in 5 mesi di interventi di P.C. si sono succeduti6.000 volontari.

5. SON, ARRUOLAMENTO Il Servizio d’Ordine Nazionale fa presente che, nei prossimi tre anni,il 30% dei componenti del SON supererà i limiti di età, e chiede per-ciò ai presidenti di proporre dei nuovi nominativi che andranno a so-stituire coloro che lasceranno l’incarico.

6. CENTRO STUDIA Rodengo Saiano (Brescia), lo scorso settembre si è svolta la riunio-ne nazionale dei referenti sezionali del Centro Studi. Sono stati illu-strati i lavori eseguiti e ultimati in questi anni: gli e-book disponibilisul nostro sito internet www.ana.it; il censimento delle realtà mu-seali e la relativa guida scaricabile sul nostro sito; il “progetto scuo-le” di cui è stata illustrata la sperimentazione già in atto nelle sezionidi Biella, Como e Valdagno; le biblioteche ANA con la dimostrazionepratica di come si accede alla nuova piattaforma su web, le possibi-lità che questa offre e le eventuali difficoltà che più o meno tutti ri-scontreranno nella fase iniziale.

7. SPORTLa sezione di Cuneo organizzerà le Alpiniadi estive per l’anno 2014che comprenderanno le discipline di corsa in montagna a staffetta,marcia di regolarità in montagna, corsa individuale in montagna, tiroa segno e quadrangolare di calcio.La Commissione sport è moderatamente soddisfatta per la parteci-pazione alle attività sportive del 2012 a cui hanno partecipato il 71%delle Sezioni italiane.

La Commissione Giovani chiede ai presidenti di sezione una mag-giore collaborazione, ed a coloro che non hanno ancora provvedutoa farlo, di nominare i coordinatori dei giovani.IFMS: il Montenegro dovrebbe essere aggregato alla federazione inoccasione del prossimo congresso che si terrà dal 4 al 6 settembre2013 a Gorizia, in collaborazione con i rappresentanti sloveni.Per le Truppe alpine il col. Plasso conferma che anche il prossimo in-verno, dal 4 all’8 febbraio 2013, si svolgeranno i Ca.STA.●

In apertura di seduta, il vice presidente vicario Adriano Crugnola,in sostituzione del presidente Perona, in visita alle sezioni austra-liane, ricorda il caporale Tiziano Chierotti della brigata Taurinensecaduto in Afghanistan e Dino Danieli, già presidente della sezionedi Valdagno e consigliere nazionale, recentemente andato avanti.

1. IMPEGNI DEL PRESIDENTESettembre: 15 a Lusiana sezione Marostica - 16, a Marostica per riu-nione Sezioni europee - 16, a Vicenza per 90° anniversario della Se-zione - 19, a Voghera per futuro associativo sezione Pavia - 20, a Go-rizia per 89° anniversario “Alpini a Gorizia”- 21, a Novara per funera-li di Giorgio Balossini, già comandante del S.O.N. - 22 e 23, a Costa-lovara per il CISA - 30, a Pavia per l’inaugurazione nuova sede e 90°della Sezione.Ottobre: 3, a Loano per parlare di futuro associativo alle sezioni diSavona e di Imperia - 5, a Pordenone per il CDS e la conferenzastampa autorità regionali, provinciali e comunali per l’Adunata na-zionale 2014 - 6 e 7, a Novara per il raduno del 1° Raggruppamento -13 e 14, a Bari per il futuro associativo e il pellegrinaggio solenne alSacrario dei Caduti d’Oltremare - 15, a Biella per il 140° anniversarioTT.AA.- 20 e 21, a Sondrio per la riunione dei responsabili sportivisezionali, la riunione presidenti di sezione e il raduno del 2° Rag-gruppamento.

2. ... E DEI VICEPRESIDENTI:Crugnola: settembre, 15 e 16, Festa Granda sezionale di Piacenza -22 e 23, funerali di Balossini a Novara - 22 e 23, CISA a Costalovara- 29, incontro dei referenti nazionali del Centro Studi a RodengoSaiano (BS) - Ottobre, 6 e 7, raduno del 1° Raggruppamento a Nova-ra - 11, a Binago per il consiglio sezionale di Como - 13 e 14, a Bariper la commemorazione dei Caduti d’Oltremare - 20 e 21, radunodel 2° Raggruppamento a Sondrio.Balleri: settembre, 16, cerimonia alla chiesetta degli alpini a Bagnidi Lucca - 28 e 29, raduno del 4° Raggruppamento a Benevento -Ottobre, 7, a Pontestazzemese, inaugurazione del restaurato tem-pietto votivo - 12, 13 e 14, a Bari, pellegrinaggio solenne al Sacrariodei Caduti d’Oltremare.Geronazzo: settembre, 17, Comitato Organizzatore Adunata a Pia-cenza - 21, 22 e 23, a Bolzano e Costalovara per conclusioni su Adu-nata e CISA - 26, a Piacenza incontro per Adunata nazionale - 30, aConegliano per il raduno sezionale - Ottobre, 1, a Conegliano in-contro con gli ufficiali del 3° rgt. art. montagna - 2, a Coneglianoper il consiglio sezionale - 5, a Tolmezzo al cambio comandantedel 3° rgt art. montagna - 6, a Palmanova per la riunione dei presi-denti del 3° Raggruppamento - 6, a Verona per la cittadinanza ono-raria al 6° rgt. alpini e concerto delle fanfare dei congedati - 10, aMilano per la convocazione dell’organo disciplinare - 13, esercita-zione quadri di P.C. a Padova - 14, donazione olio alla Madonna delDon, a Mestre - 15, Comitato Organizzatore Adunata a Piacenza -16, riunione con capigruppo della Sezione a Conegliano - 20, a Tre-sivio (Sondrio) incontro referenti dello Sport; a Sondrio radunodel 2° Raggruppamento - 26 e 27, a Milano per il CDN.

3. ADUNATA PIACENZA Il CDN fra le varie proposte pervenute, dopo ampia discussione, perl’Adunata nazionale di Piacenza approva il seguente tema: “ONE-STÀ E SOLIDARIETÀ, QUESTE LE NOSTRE REGOLE”. L’organizza-zione dell’Adunata nazionale di Pordenone del 2014 procede rego-larmente.

4. TERREMOTO EMILIA Il CDN approva l’intervento che si andrà a fare nelle zone terremo-tate dell’Emilia: si tratta di una scuola materna nel comune di Cento(Ferrara) della superficie di 800 metri quadrati che potrà ospitare 90

1. IMPEGNI DEL PRESIDENTEDal 23 ottobre al 15 novembre a Perth (Australia) per congresso Se-zioni ANA.

2. ... E DEI VICEPRESIDENTI:Crugnola: ottobre, 27, Conferenza per il 140° delle TT.AA. sezionedi Milano - 28, a Roma per i funerali di Tiziano Chierotti Caduto inAfghanistan - 30, a Cento per l'incontro con il Sindaco - Novembre,4, a Como visita alla mostra per il 140° delle TT.AA. - 6, a Budapestper l'inaugurazione del nuovo Gruppo Ungheria - 9, a Bergamo perincontro con i responsabili dell'Ospedale da Campo ANA - 10, aComo per Messa della Sezione - 16 e 17, a Milano per CDP e CDN -18, a Milano per annuale incontro con i presidenti sezionali.Balleri: ottobre, 27, Auditorium provincia di Milano per conferenzasulla storia delle Truppe Alpine - 28, a Cassano d'Adda per 140° difondazione delle Truppe Alpine - Novembre, 4, a Bagni di Luccadeposizione corone al monumento ai Caduti - 9, ad Aosta incontrocon gli AUC del 37° corso - 16 e 17, a Milano per CDP e CDN - 18, aMilano per annuale incontro con i presidenti sezionali.Geronazzo: ottobre, 28, Raduno sezione di Conegliano ad Orsago(TV) e 70° anniversario morte MOVM Giovanni Bortolotto - No-

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CALENDARIO MANIFESTAZIONI

gennaio 20136 gennaioCUNEO - Messa in cattedrale in memoria dei Caduti di Nowo Po-stojalowka

12 gennaioVERONA - Ricordo dei Caduti della battaglia di Nikolajewka a Soave

12 e 13 gennaioCIVIDALE - Raduno degli ex del battaglione “Cividale”

19 gennaioSONDRIO - 70° di Warwarowka al Tempietto votivo di Morbe-gno

19 e 20 gennaioMONDOVÌ - Commemorazione di Novo Postojalowka e dei Ca-duti della Cuneense

20 gennaioMONDOVÌ - 70° anniversario della battaglia di Nowo PostojalowkaPARMA - Commemorazione di Nikolajewka a SalsomaggioreINTRA - Messa in ricordo di NikolajewkaVALLECAMONICA - 70° di Nikolajewka a Darfo Boario Terme

25 gennaioLECCO - Commemorazione di Nikolajewka a MerateVALDAGNO - Rappresentazione teatrale “Centomila gavette dighiaccio” a Valdagno

26 gennaioVALDAGNO - 70° di Nikolajewka, incontro con le scuole a Cornedoe presentazione del libro “Ultimo inverno di Giovanni” a Novale

UDINE - Rievocazione storica della ritirata di Russia a CargnaccoTRIESTE - 91° anniversario di fondazione della SezioneGORIZIA - Commemorazione di Nikolajewka e spettacolo in tea-tro a GoriziaVARESE - Pellegrinaggio e fiaccolata in memoria dei Caduti di Ni-kolajewka al Sacro Monte

26-27 gennaioBRESCIA – Cerimonia solenne per il 70° di Nikolajewka

27 gennaioUDINE - A Passons, giornata giovani e reduci con i plotoni storicioperanti in RussiaVERONA - 42° raduno dei combattenti del fronte russo e greco-albanese a TregnagoSALUZZO - Commemorazione di Nowo PostojalowkaCONEGLIANO – Commemorazione di Nikolajewka a SolighettoGENOVA - Cerimonia al cimitero di StaglienoIMPERIA - 70° della battaglia di Nowo Postojalowka al cimitero diImperia-OnegliaPORDENONE - 70° di Nikolajewka al Villaggio del FanciulloSONDRIO - 70° di Nikolajewka al Convento dei Frati Cappuccinidi Colda di SondrioVALDAGNO - 70° di Nikolajewka e cerimonia alla lapide con i 195nomi dei Caduti e dispersiTORINO – Cerimonia in ricordo della ritirata di RussiaVITTORIO VENETO - 70° di NikolajewkaPISA-LUCCA-LIVORNO - Ad Azzano di Seravezza (LU) commemo-razione di Nikolajewka

28 gennaioSAVONA - Commemorazione di Valujki a Calizzano

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C O N S I G L I O D I R E T T I V O N A Z I O N A L E

vembre, 4, Cerimonia a Redipuglia con presenza Labaro – 16 e 17, aMilano per CDP e CDN - 18, a Milano per annuale incontro con i pre-sidenti sezionali.

* * *

In apertura di seduta, il presidente Perona riferisce della sua visita alCongresso delle sezioni australiane a Perth al quale erano presenti420 persone di cui 300 alpini e familiari. L'età media dei nostri alpiniaustraliani è piuttosto alta, ma Perona afferma che l'ANA deve tene-re viva questa fiamma di italianità in Australia.Molta la soddisfazione per la notevole partecipazione degli alpini airaduni dei raggruppamenti; il pellegrinaggio solenne al Sacrario dei Ca-duti d'oltremare a Bari, ha registrato invece una scarsa partecipazione. Per dare un giusto risalto all'evento, il presidente auspica che in fu-turo il raduno del 4° raggruppamento si tenga in occasione del pel-legrinaggio solenne al Sacrario dei Caduti d'Oltremare.L'organizzazione dell'Adunata nazionale di Piacenza del prossimoanno procede regolarmente e senza particolari problemi.A Pordenone inoltre, sono in corso i contatti preliminari con le Isti-tuzioni, ed all'inizio del prossimo anno verrà istituito il COA del-l'Adunata nazionale 2014.Costalovara deve essere la casa degli alpini e per questo si invitanole Sezioni ad associarsi alla Cooperativa SALCOS e ad organizzare aCostalovara anche qualche loro attività.

La Cooperativa di Costalovara sta organizzandosi per rilanciare lastruttura adottando a breve nuove soluzioni operative. Con i fondi raccolti a favore dei terremotati dell'Emilia Romagnadello scorso maggio, il CDN ha approvato un nostro intervento nelComune di Cento (Ferrara) alla frazione di Casumaro, che prevedela costruzione di una scuola materna di circa 800 metri quadri chepotrà ospitare 90 bambini. Si prevede che il prossimo gennaio ini-zieranno i lavori, e si ipotizza che la struttura possa essere termina-ta ed inaugurata il prossimo maggio in occasione dell'Adunata na-zionale di Piacenza.Il Servizio d'Ordine Nazionale è alla ricerca di volontari: chi fossedisponibile a prestare questo importante servizio all'Associazioneè pregato di dare la propria adesione presso la Sede Nazionale. In Ungheria è nato un nuovo Gruppo alpini che farà parte della se-zione Balcanica-Carpatica-Danubiana. Alla fine della seduta c'è la gradita visita al CDN del capo Diparti-mento della Protezione Civile Nazionale dott. Franco Gabrielli, ac-compagnato da tre funzionari del Dipartimento.Questa visita è un premio, un dono di Natale ai nostri volontari edalla nostra Associazione, afferma il presidente Perona, che ringra-zia il Dipartimento per l'aiuto che ci ha sempre dato.Il Consiglio ha deliberato che la Medaglia d’Oro concessa a MauroGigli, nato a Sassari e caduto in Afghanistan, venga apposta sul ves-sillo della sezione di Pinerolo, come richiesto da sua moglie. ●

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Obiettivo sulla montagnaIl Monte Rosa è un piccolo, affascinante universo che presentascenari sempre diversi. Ecco la Punta Gnifetti, ripresa da Marco Messetti (gruppo di Ferrara di Monte Baldo, sez. Verona) dalla Punta Parrot (4.436 metri). Sulla cresta, la capanna Margherita, meta di tanti escursionisti.