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1 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1. Comma 1 - D.C. - D.C.I. Torino Anno CLII - Taxe percue - Tariffa riscossa CRP TORINO CMP NORD

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IL CUOR DI MARIA - Anno CLII dalla sua fondazione - Numero 3 - Novembre 2017

poeti per maria

EnricoCastelli

CARLO ALBERTO SALUSTRI (1871-1950), notissimo con lo pseudonimo di Trilussa, anagramma del suo cognome, è stato poeta, scrittore e giornalista. A po-che settimane dalla morte fu nominato dal Pre-

sidente della Repubblica Luigi Einaudi senatore a vita. Ebbe grande fama per le sue composizioni in dialetto romanesco in cui usava con maestria la satira per imme-diate annotazioni critiche sui limiti della condizione uma-na. Nonostante le riserve di alcuni per la vita mondana da lui condotta, da diverse opere traspare spesso una certa sua vena di religiosità:

Pensanno a la MadonnaQuann’ero regazzino, mamma mia me diceva: "Ricordati, fijolo, quanno te senti veramente solo tu prova a recità n’Ave Maria. L’anima tua da sola spicca er volo e se solleva, come pe’ maggìa". Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato; da un pezzo s’è addormita la vecchietta, ma quer consijo nun l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo, io prego la Madonna benedetta e l’anima da sola pija er volo! (Trilussa)

“Credo in Dio Padre onnipotente, ma...c'hai quarche dubbio? tiettelo pe' te.

La fede è bella senza li chissà,senza li forse e senza li perché”.

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...A PROPOSITODI CALENDARI EDALMANACCHI

“Uno de pì, uno de manco, un calendario el va sempre ben” diranno i nostri cari amici veneti. Proprio così. In questo numero del Cuor di Maria abbiamo voluto offrire ai nostri affezionati lettori uno strumento da tenere appeso ad una parete lungo tutto il corso dell’anno. Per saperne di più vi rimandiamo alla copertina del calendario stesso. Qui ci preme sottoli-neare che anche in questo siamo perfettamente in linea con le scelte di Francesco. Nel 1853, per rispondere al desiderio dei Vescovi di offrire alla gente facili, utili e istruttivi strumenti di lettura, curò la produzione di un Almanacco intitolato: Il Galantuomo. Piacque molto a don Bosco e, quando l’amico tornò a Parigi per laurearsi alla Sorbona,non lo lasciò cadere, ma continuò a pubblicarlo. Noi non abbiamo l’ambizione di imitare l’opera di Francesco e di don Bosco, ma quella di farla conoscere sì.Vi rimandiamo quindi ai molti siti web che ne parlano. Ma... mi raccomando!Non dimenticate di leggere ogni mese la pagina del Ca-lendario del Cuor di Maria.

Buon Natale!Felice 2018!

La Redazione

In copertina:Disegno natalizio di Emanuele (5 anni).

POETI PER MARIA ............. pag. 2

SOMMARIO ...................... pag. 3

FILO DIRETTO CON LASUPERIORA GENERALE ..... pag. 4

SPIRITUALITà .................... pag. 5- Sfogliando il Cuor di Maria ...... pag. 5- Meditazione con P. Terrinoni ..... pag. 6

CONGREGAZIONE ........... pag. 7- Torre Maura ............................ pag. 7

CALENDARIO .......... pag. 11- 38

ATTUALITà & CULTURA ...... pag. 39- La condizione femminile ......... pag. 39- La gravidanza in terra straniera ... pag. 41

CENTRO STUDI F. FAA' DI BRUNO ..... pag. 42- Il telescopio di Foucault ......... pag. 42- L'eredità matematica e civile di Francesco Faà di Bruno ...... pag. 43

VERSO IL CIELO ................. pag. 45

LA VOSTRA PAGINA ......... pag. 47

SOMMARIO

Direttore responsabile: Prof. GiacomoBrachet Contol

Redattori:Suor Maddalena Carollo, Enrico Castelli,Daniele Bolognini

Hanno collaborato:Madre Chiara Busin,sr Antonella Lazzaro,sr Costanza Salbego,sr Margherita Messa,sr Maria Luisa Miotto,Angela Quattrocchi,Francesca Oria,Stefania Inacco , Padre Ubaldo Terrinoni,Casimiro Rasiej,Alessandro Faà di Bruno

Un grazie di cuore per il loro intervento a: TizianaBenedetti, Caterina Contin,e a Marco Lardino per il servizio fotografico delle reliquie

Progetto Grafico:Miriam Virgili

Stampa:GRAFICHE DESTE srl-Bari

Con il permessodella Ven. Curia Arciv.Registr. nella Cancelleria del Tribunale di Torino n. 2148 del 12.03.1971. Tutela della privacy - Dlgs 196 del 30 giugno 2003

Redazione: “Il Cuor di Maria”Via San Donato, 31 - 10144 Torino - Tel. 011489145E-mail: [email protected]

Istituto Suore Minime di N.S. del SuffragioVia San Donato, 31 - 10144 Torino - Tel. 011489145

PER EVENTUALI OFFERTE O DONAZIONI:Istituto Suore Minime di N.S. del SuffragioIBAN: IT67 F076 0101 0000 0002 5134 107Ccp: 25134107

IL CUOR DI MARIA - Anno CLII dalla sua fondazione - Numero 3 - Novembre 2017

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filo diretto con la Superiora Generale

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà si-mile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cin-

que di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non pre-sero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle ver-gini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, per-ché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte en-trarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e inco-minciarono a dire: “Signore, Signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora»” (Matteo 25,1-13).Ascoltando questa parabola mi verrebbe da dire che saggio è chi non si addormenta, chi è sempre pronto, chi ha sempre i muscoli tesi in attesa del “via!”. Ma in realtà così non è. Anche i migliori, i sag-gi, quelli che si impegnano davvero possono addormentarsi. Saggio non è chi ha la prestazione mi-gliore, ma chi ha la lungimiranza più grande. È la lungimiranza di chi sa fare scorta di ciò che conta “in piccoli vasi”, ci dice il Vangelo. È l’eterno valore delle piccole cose, più ancora che delle grandi. La vita, l’amore, l’amicizia, una passione, una relazione, una fede rimangono in piedi se si ha il coraggio di investire quotidianamente in piccole ma significative cose. Cristo non ci chiede di essere eroi, ma saggi, ci chiede di diventare esperti nelle “delicatezze”. È la piccola goccia quotidiana che scava la pietra e non un fiume in piena. Coraggio, facciamo la prova e vedrete miracoli.

Carissimi lettrici e lettori,vorrei meditare con voi una parabola di Gesù, molto interessante per le applicazioni che si possono fare. La parabola è tratta dal vangelo di Matteo e dice:

◊ Inoltre in questo nuovo anno vi chiedo di pregare per ottenere dal Signore numerose e sante vocazioni. Tutta la Congregazione lo farà e quindi lo chiedo anche a voi, affinché il Signore ci faccia questo grande dono. Grazie

Le Vergini saggefilo diretto con la Superiora Generale

Madre ChiaraBusin

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Sfogliando il Cuor di Maria del 1876Spiritualita’

suor AntonellaLazzaro

Maria, la prima grande adoratriceCONTINUA FRANCESCO:

Maria appiè del Tabernacolo parlava al suo GesùNon più lo vedeva cogli occhi sensibili, ma agli sguardi della fede era lì Gesù per ascoltarla, per parlare, per rispondere alla diletta sua madre.....Maria irraggiata da un lume particolare dello Spirito Santo, intendendo più d'ogni altro i sensi nascosti nelle parole del Vangelo, comprendendo il perchè dell'istituzione della S. Eucaristia, penetrando nei disegni amorevoli di Gesù nella sua vita Eucaristica, vedendo come pochi pensavano a Gesù e molti lo offendevano, oh! quanto era dolce per Maria il trattenersi appiè del Tabernacolo a sfogare il proprio cuore, a consolare Gesù abbandonato, a pregare per i peccatori, a domandar grazia per tutti!Vinum non habent, non hanno più vino, parmi sentirla esclamare con quel cuore tutto amore e bontà per gli uomini; o mio Gesù, fortifica gli Apostoli, conforta i tribolati, perdona ai peccatori, infiamma i tiepidi, soccorri gli infelici, aiuta i miseri...; e Gesù le avrà forse risposto altrimenti che coll'esaudirla nei giusti e santi suoi desideri? Ma tra questi e simili pensieri, quante ore passava-no dolci per Maria ai piedi del Tabernacolo! - O anima pia imita tua madre, portati frequente a visitar Gesù in Sacramen-to, godi passar lunghe ore a parlare col tuo Dio; invece degli inutili discorsi cogli uomini, invece delle mormorazioni, de-gli sfoghi d'amor proprio, fa' tua delizia il parlare con Gesù, il trattenerti con lui.

(Il Cuor di Maria, 1874, X-4 pag. 49-50).

Possiamo dire che Maria ha esercitato la sua fede eucaristica ancor prima

che l'Eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo ver-ginale per l'incarnazione del Verbo di Dio. (cfr Ecclesia de Eucharistia di Gio-vanni Paolo II, cap. VI). Come una ma-dre parla col suo bambino nel grembo così faceva Maria.Maria parlava e parla ancora a Gesù di noi, in lei troviamo una madre accorta e un'amica potente che intercede per la nostra gioia, per il "vino" che spesso viene a mancare nelle nostre vite, quel "vino" di cui abbiamo bisogno per vivere la festa della presenza di Gesù.

Seconda parte

Le Vergini sagge

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“...E il verbo si è fatto carne” (Gv 1,14)(estratto dalla meditazione di P. Terrinoni)

Una meditazione con Padre Terrinoni

Padre UbaldoTerrinoni

Il verbo così tanto umanoL’autore della lettera agli Ebrei afferma che il Cristo “doveva rendersi in tutto simile ai fratelli” (Ebr 2,17). Ed è proprio ciò che egli ha compiuto fedelmente. Facendosi uomo con gli uomini e per gli uomini, ha accettato tutti i limiti della condizione uma-na e, quindi, anche il dolore e la morte. Ha portato e sopportato queste due amare realtà. Quindi, tutt’altro che mostrarsi im-passibile e insensibile, si è commosso, ha pianto e tremato di fronte alle terribili de-vastazioni del dolore e della morte.L’evangelista Giovanni, per esprimere tutto il peso del sentire umano di Gesù, non ha tro-

vato di meglio della formula "si fece carne”. Con il vocabolo “carne” vuole sottolinea-re tutta la fragilità, la debolezza, l’esistenza povera e precaria del Cristo. Questa “car-ne”, come in ogni uomo così in lui, talvolta si è ribellata alle prove, alle sofferenze, agli strazi, alla morte. Ha compiuto pienamente l’immersione profonda nella geografia del dolore umano. Anch’egli, come ognuno di noi, ha sperimentato il travaglio quotidiano del lavoro, della fatica, dell’insuccesso, della solitudine, dell’indifferenza, dell’ingratitudine, della paura e del pianto. Lo si ode gridare e lamentarsi, piangere, spaventarsi e fuggi-re. Giovanni ricorda il suo pianto cocente e

le sue forti emozioni per la morte dell’amico Lazzaro (Gv 11, 18-44). Dà inizio alla sua mis-sione, rivolgendo le attenzioni e le preferenze agli ultimi, ai declassati della società e a tutte le forme di disgrazie umane: poveri, oppres-si, schiavi, malati, perseguitati e tutti gli afflitti da menomazioni fisiche, psichiche e morali. Il gruppo più emarginato dalla società giudai-ca era quello costituito da pubblicani e pec-catori. Proprio questa umanità squalificata, questi “rottami” della società diventano og-getto delle sue premure. Solidarizza volen-tieri con loro, senza però giustificare la loro vita sviata e senza attenuare minimamente la gravità dei loro errori. Mai e per nessuno egli si fa complice del male.D’altra parte, non teme le critiche delle autorità religiose, non si lascia condiziona-re dall’indignazione scandalizzata degli Scribi e dei Farisei, non paventa neppure di risultare squalificato agli occhi dei “ben-pensanti”. È anche per questo che scatta una bella intesa tra lui e gli sfortunati della società e si cercano a vicenda. Ma an-notano puntualmente gli evangelisti: “(I Farisei) non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole” (Lc 19, 48); apertamente disorientati per i prodigi che operava, dichiarano: “Che facciamo? Quest’uomo compie molti se-gni. Se lo lasciamo fare tutti crederanno in lui” (Gv 11,48). A corto di argomenti per ribattere le sue dichiarazioni, decidono di ricorrere alla violenza elevata a… giusti-zia, e si esaltano nel compito di giustizieri. Lo condannano a morte!

Gesù accetta la morte violenta della croci-fissione con amore e per amore. Scrive l’a-postolo Paolo: “Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto: forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi” (Rom 5,7-8). Rifiutato da noi, muore per noi.

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Le Case delle Minime:

suor MaddalenaCarollo

conGreGaZione Suore minime

Come sempre le incursioni nell’Archivio della Congregazione sono una miniera di notizie storiche e curiosità!Ci descrivono l’opera fondata dalle Suore Minime, e per tanti anni portata avanti con gioia e fedeltà. La copertina sotto riporta-ta è di un opuscolo che racconta, con ric-chezza di particolari e nel linguaggio tipi-co dell’epoca, l’inaugurazione del nuovo Istituto. La borgata di recente formazione si stava trasformando in un popoloso quartie-re con tante persone in situazioni di disagio.Così le Minime, già da tempo là presenti per la catechesi, nella nuova casa di via dei Colombi hanno avuto abbondanti oc-casioni per esercitare il loro carisma “mis-sionario”, anche in terra italiana.

Torre MauraTorre Maura, di cui abbiamo rintracciato la vecchia im-magine di una cartolina d’epoca, si trova nella zona est di Roma, all’interno del Raccordo Anulare e non lonta-no da Cinecittà.Secondo il sito istituzionale di Roma Capitale è una bor-gata costituitasi intorno al 1920, che deve il suo nome ad un antico edificio i cui ruderi absidati si trovano in via di Torre Spaccata. Il toponimo pare derivare dal fundus Mauricius della massa Varvariana citata nel patrimonio Labicano dei pontefici romani dell’alto medioevo.

Ne vogliamo parlare con suor Maria Bordi-gnon, chiamata recentemente dalla Ro-

mania a prendere la direzione dell’istituto, e suor Monica Raimondo che da tanti anni svol-ge la sua missione in quella scuola.

► Suor Maria e Suor Monica, potete rias-sumerci la ormai lunga storia dell’Istituto, e definitivamente chiarirci il piccolo equivoco tra la denominazione di Torre Maura e quella di Torre Spaccata ancora presente sull’opuscolo?Prima di riassumere, in modo conciso il più pos-sibile, la storia del nostro Istituto, desideriamo chiarire la denominazione di Torre Maura. A det-ta di chi ci ha fatto parte dei suoi ricordi, nel 1924 la zona si chiamava Torrespaccata. Prese il nome di Torre Maura soltanto in seguito: infatti, presso i resti della torre che sorgeva in via Sassonegro, c'era una statua in marmo chiamata S. Maura, facente parte di una cappella; di qui il nome.Tornando alla nostra storia, il nostro Fondatore, Francesco Faà di Bruno, anelava a espandere la Congregazione in terra di missione, cosa che poi è avvenuta, in Argentina, Colombia, Roma-nia e Africa; possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che Torre Maura fu terra di missione fin dalla sua apertura nel 1936. Nell’introduzione all’opuscolo che commemorava il 50° di presen-za delle suore, l’allora Madre Generale, suor Sil-veria Geremia, scriveva: “In questi 50 anni sono passate molte Suore Minime e penso di non esagerare dicendo che le prime hanno realiz-

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di mandare le suore in «missione»! E terra di missione è stata chiamata la borgata, quando esse fecero il loro ingresso a Tor-re Spaccata. Videro gli orrori della guerra, condivisero le paure e il pane con la gente che cercava nell'istituto un rifugio e trovava nelle suore una parola di conforto e il co-raggio a sperare in una pace serena”.Nel ’39 si iniziò con la scuola materna ma, col passare degli anni, dietro richiesta del-le famiglie e per la continuità didattica, si dette avvio anche alla scuola elementa-re; nel 1962, essendo insufficiente lo spazio nella prima costruzione, si rese necessario un nuovo edificio scolastico a fianco del vec-chio Istituto, per ospitare gli alunni delle ele-mentari in aumento. Oltre ai vari ambienti e alle aule, c’era pure una palestra teatro, con palco ben attrezzato per l’epoca, e vari locali dove operava la Parrocchia N. S. del Suffragio, dietro richiesta del Vicariato di Roma. Innumerevoli le attività svolte: labora-tori di taglio e cucito, maglificio e ricamo e tanto altro. Le suore portavano la Comunio-ne agli ammalati e confortavano gli anziani soli e senza alcun sostegno. Tornando alle attività scolastiche, nel 1985, ebbe inizio la scuola media, a grande richiesta delle fami-glie; la maggioranza degli alunni entravano a tre anni ed uscivano a 14: una vita! Se poi vogliamo vantarci, dalla nostra scuola, alun-no di Suor Renata, è uscito pure un Vescovo, per noi famigliarmente don Paolo Lojudi-ce, ora Vescovo Ausiliare del Settore Sud di Roma, che ha assorbito in pieno il nostro ca-risma in quanto brilla per la sua umiltà e ca-rità instancabile. Non dimentichiamo che, in occasione dell’inaugurazione della Chiesa, è stata inviata all’allora Superiora Generale una Benedizione autografata di Pio XI, che teniamo quasi come una reliquia.

► Quali sono le priorità della vostra at-tuale missione? Ci descrivete la struttura in cui operate e quali sono le principali attività in cui vi trovate impegnati, voi Minime ed i collaboratori esterni?Per spiegare le priorità della nostra attuale missione riportiamo i punti della program-mazione educativa:

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LA SCUOLA è CONOSCERE, CONDIVIDERE, CRESCERE INSIEME PERCHé... ● ACCOGLIE creando un clima di serenità favorevole ad ogni individuo;● EDUCA all’uguaglianza, alla solidarietà e all’accettazione del diverso;● FORMA promuovendo l’armonico sviluppo psico-fisico degli alunni; ● SVILUPPA le potenzialità, le risorse personali, gli interessi degli studenti e gli atteggiamenti positivi nei confronti delle altre culture; ● FAVORISCE l’acquisizione di un metodo di studio e di buone conoscenze di base, anche mediante l’utilizzo delle tecnologie multimediali e di progetti interdisciplinari;● PROPONE le proprie finalità educative per CONDIVIDERLE con le famiglie del territorio in cui si trova ad operare.

L’impegno principale, a cui dedichiamo tempo e forze, è l’attività educativa a 360 gradi. La struttura, salvo mo-difiche interne è quella del 1962, con due edifici distinti, la Casa Vecchia e la Casa Nuova. La prima comprende: Scuola dell'Infanzia, cucina, refettori, salette sonno, por-tineria e, luogo di fondamentale importanza, la Chiesa, appoggio alla nuova Parrocchia “N.S. del Suffragio e S. Agostino di Canterbury” situata in via Walter Tobagi.

La Casa nuova - la chiamiamo così per distinguerla - è strutturata in 4 piani, di cui l’ultimo è abitazione delle suore. Comprende: Scuola Primaria, Scuola Secondaria, laboratori e, al pianterreno, segreteria e palestra/teatro: qui i nostri alunni si esibiscono in fantasiose rappresenta-zioni musicali e coreografiche per la gioia di genitori e parenti. Tanto verde circonda le due case ed un cam-petto polifunzionale è punto di riferimento per varie atti-vità sportive. Un seminterrato ospita la sala danza.

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Mons. Paolo Lojudice

Pio XI

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ATTENZIONE:

LE 28 PAGINE SEGUENTICOSTITUISCONO UN INSERTO STACCABILE

CON IL CALENDARIO 2018

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La nostra è una piccola scuola, ma una grande famiglia, dove si collabora per far funzionare tutto al meglio ed

ogni volta che un'insegnante ottiene una cattedra nel-la scuola pubblica e se ne va, lascia e si porta via un pezzetto di cuore. Le attività che svolgiamo, oltre alla didattica, spaziano nei vari campi: sportivo, teatrale, manipolativo, curriculare e non. La segreteria, nelle persone di Mara (economato) e Anna (amministra-

zione), è un porto di mare, dove affluiscono le richieste per ogni necessità. Esse sono sempre disponibili e spes-

so si prestano anche a far fronte ai bisogni della Comunità religiosa, come avviene in ogni buona famiglia.

Una parola sulla Comunità religiosa: suor Maria Bordignon, oltre al compito di animatrice, presta il suo servizio in Parrocchia come Ministro dell’Eucarestia, portando il suo aiuto a tante persone sole desiderose di conforto; suor Stefanella e suor Monica prestano il loro servizio a tempo pieno nella scuola; suor Marta si occupa della cucina e suor Lia insegna religione in alcune clas-si. Insieme a noi ci sono le quattro studentesse del Congo/Kinshasa: due professe perpetue (suor Chantal e suor Hélène) e due Junio-res (suor Sylvie e suor Marie Thérèse), che frequentano tutte l’Università, chi in Scienze della Formazione Primaria (suor Chantal), chi in Scienze Sociali (suor Hélène) e le altre due frequentano l’”Ecclesia Mater” alla Pon-tificia Università Lateranense. Nel poco tempo libero dallo studio danno una mano in casa e nel-la scuola. Modestamente, ci definiamo una bella Co-munità, dove lo scambio culturale e generazionale è di grande aiuto.

► Quali sono i progetti per il prossimo futuro? Intravvedete qualche nuova possibilità per esercitare in modo ancor più efficace il vostro carisma?Difficile è la risposta, anche per i pochi e lenti aiuti erogati dallo Stato alle Scuole Paritarie e per l’avanzare dell’età. Cerchiamo, comunque, di proporre in modo efficace il nostro carisma a quanti fanno parte della nostra Comunità, scolastica e non.

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ATTENZIONE:

LE 28 PAGINE SEGUENTICOSTITUISCONO UN INSERTO STACCABILE

CON IL CALENDARIO 2018

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“Una Casa non puòandar benematerialmente,moralmente ereligiosamente senza una corporazione religiosa... perciò mi determinai a fondare sull’aiutodi Dio una nuovaCongregazione.Dio voglia farlaprosperare!”

[Memorie delConservatorio, pag.35]

Il COnservatOrIO alla fine degli anni '60 (Miscellanea, pag, 465)

“1868: il Faà è deciso a fondare una Congregazione di Suore”[Miscellanea 1977 - Compendio cronologico, pag. XXVI]

Proprio così: possiamo affermare che nel 2018 le Suore Minime del Suffragio (questa la loro originaria denominazione) compiono 150 anni! E ci conferma nella convinzione la rilettura del saggio di G.Bra-chet Contol “Mentalità religiosa di Francesco Faà di Bruno...” [Miscellanea, pag. 338]Quella del 1868 non fu una pura intuizione frullata per la mente di Francesco, o una vaga dichiarazione di intenti: anche se poi i consueti iter burocratici permisero solo nel 1881 l’approvazione ufficiale del Regolamen-to e le prime regolari vestizioni, si trattò di una iniziativa concreta. Tanto concreta che già in quell’anno furono cercate ed entrarono nel Conservatorio le prime probande (come Giovanna Gonella e Maria Ferrero), rice-

vendo presto un abbozzo di regola ed una primitiva divisa a mantellina nera con cuffia, detta “pellegrina” [A.Berteu, pag. 266 e L.Condio, pag. 290-292].Per festeggiare questa ricorrenza vi offriamo questo calendario che, nel cen-tro di ogni pagina, vi ricorderà con immagini e pensieri la costante attività delle Minime nel mondo, senza dimenticare ogni mese citazioni e immagini del Fondatore e dell’amato papa Francesco.Nella possibile scelta dei santi e beati del calendario, abbiamo privilegiato quelli che hanno un riferimento con il nostro Piemonte. Ma un significato par-ticolare avrà, in apertura di ciascuna pagina, un cenno speciale ad un santo del mese, rivisitato attraverso le reliquie della imponente collezione Faà re-centemente restaurata. Vorremmo che fosse un ulteriore simbolico omaggio del Cuor di Maria al nostro Francesco ed a quel suo Diario Agiografico rima-sto purtroppo incompiuto. Apriamo questo atipico “inserto” con gli anniversari delle professioni religiose, e lo chiuderemo con la proposta di una preghiera “fuori ordinanza” piuttosto cara al Fondatore. Buon 2018 con le Suore Minime!

La Redazione

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or R

ober

taM

arco

nato

16 lu

glio

201

7: le

cam

pane

suon

ano a

festa

, in B

orgo

San

Dona

to! 1

36 an

ni fa

, le pr

ime v

estizi

oni d

elle “

Suor

e Min

ime d

el Su

ffrag

io”, la

co

ngre

gazio

ne av

viat

a da m

olti a

nni c

he fin

alm

ente

ricev

eva i

l rico

nosci

men

to uffi

ciale.

Pro

prio

oggi

alcu

ne M

inim

e han

no fe

stegg

iato

impo

rtant

i an

nive

rsari

di pr

ofessi

one,

e rin

nova

to i v

oti c

on cu

i sole

nnem

ente

ader

irono

al ca

rism

a del

Fond

ator

e: tes

timon

iare

la m

iseric

ordi

a di D

io se

nza

limiti

e ac

com

pagn

are c

on la

preg

hier

a i de

funt

i ver

so il

Padr

e. A

rend

ere g

ioio

so qu

esto g

iorn

o tan

ti pa

rent

i ed a

mici

: sgu

ardo

al pa

ssato

e cu

ore

al pr

esen

te, si

rend

e lod

e a D

io pe

r dire

tutti

insie

me c

on M

aria

“L’an

ima m

ia m

agni

fica i

l Sign

ore..

.”

Sign

ore,

in q

uesta

circ

osta

nza c

ome r

ende

rti gr

azie?

Abb

iam

o pa

role

po-

vere

, ma

ricch

e di

rico

nosc

enza

. Tu

ci ha

i chi

amat

e al

la vi

ta c

onsa

crat

a pe

r viv

ere d

i te e

serv

irti n

ei fra

telli

. Abb

iam

o av

uto

un lu

ngo

suss

egui

rsi

di gr

azie

che i

l tuo

amor

e ci h

a don

ato.

Sign

ore,

abbi

amo

cred

uto

alla

tua

chia

mat

a anc

he se

non

sem

pre n

e abb

iam

o ap

prof

ondi

to il

gran

de va

lore

. G

razi

e de

lla fo

rmaz

ione

cris

tiana

ric

evut

a in

fam

iglia

e n

ella

Con

gre-

gazi

one,

graz

ie a

l Pad

re F

onda

tore

per

il s

uo p

rezi

oso

caris

ma.

Per

il te

mpo

che c

i rim

ane a

ncor

a da v

iver

e vog

liam

o og

gi ri

nnov

arti

il no

stro

pers

onal

e sì c

he ti

abbi

amo

espr

esso

nel

lont

ano

1952

.G

razie

Sign

ore,

Ti lo

do, T

i seg

uo, io

veng

o!

60° A

te

inn

alzo

l’a

nim

a m

iaC

ome p

ossia

mo

ricam

biar

e al S

igno

re tu

tto il

ben

e che

ci h

a fat

to? A

te S

igno

re in

nalz

iam

o l’a

nim

a nos

tra,

in te

confi

diam

o. F

elic

i per

aver

ra

ggiu

nto

ques

ta m

eta,

ring

razi

amo

il Si

gnor

e, la

nos

tra

fam

iglia

, i n

ostr

i Sup

erio

ri e t

ante

per

sone

che c

i han

no a

ccom

pagn

ato

in q

uesto

no

stro

cam

min

o. R

icor

diam

o co

n aff

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la

nost

ra c

ompa

gna

suor

Fi

denz

ia c

he c

i ha

lasc

iate

in a

n-co

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iova

ne et

à.Su

or F

iden

zia,

tu ch

e già

ha

i rag

giun

to la

Cas

a del

Pa

dre,

aiut

aci a

d es

sere

fe

deli

sem

pre.

ANNIVERSARI 16 LUGLIO 2017

Page 13: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.p. - D.L. 353/2003 ... · sr Maria Luisa Miotto, Angela Quattrocchi, ... chi ha sempre i muscoli tesi in attesa del “via!”. ... La parabola

20 M

arzo

195

2:su

or E

vang

elina

Reg

alia

,su

or S

antin

a Cr

ivell

ari,

suor

Isab

ella

Lovi

son,

suor

Gise

lla M

ollo

20 S

ette

mbr

e 195

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or R

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sere

fe

deli

sem

pre.

50° T

utt

o è

gra

zia,

tu

tto

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on

oC

elebr

are i

l 50°

di C

onsa

craz

ione

relig

iosa

vuol

dire

far s

catu

rire d

all’in

timo d

el cu

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a gio

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un “g

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” tot

ale e

ricon

osce

nte a

Ges

ù pe

r il d

ono

grat

uito

dell

a chi

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a alla

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iosa

. La c

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ata a

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ta re

ligio

sa è

un ca

mm

ino

mai

conc

luso

che n

eces

sita d

i ess

ere r

ivisi

tato

e co

nver

tito

per e

sser

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pre p

iù vi

cini a

Lui

, com

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giam

o ne

lla le

ttera

ai re

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si/e “

Scru

tate”

. Si t

ratta

di r

ipar

tire s

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e di n

uovo

nell

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e per

un

viag

-gi

o sc

onos

ciuto

, nell

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cia ch

e in

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utto

è po

ssib

ile. Q

uesto

ci co

nsen

te d

i rin

nova

rci e

cons

olid

arci

nel d

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tota

le a G

esù

“che c

i chi

ama

ad

esse

re m

ister

iosa

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te fe

cond

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ne d

ei fra

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(Pap

a Fra

nces

co).

Tutte

insie

me c

antia

mo

senz

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le gr

azie

del S

igno

re ch

e com

pie m

erav

iglie

ne

lla vi

ta d

i chi

don

a tut

to d

i sé p

er am

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Lui

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lli. G

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ostri

geni

tori,

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Supe

riori

e a tu

tte le

nos

tre ca

re C

onso

relle

.

ANNIVERSARI 16 LUGLIO 2017

24 M

arzo

195

7:su

or L

oren

za G

irar

di, s

uor A

lba

Dal

an,

suor

Mau

rizi

a C

arra

ro

12 S

ette

mbr

e195

7:su

or L

ucill

a B

erto

n, su

or A

delin

a da

l Mol

in, s

uor

Car

olin

a Fr

ison

2 F

ebbr

aio

1967

:su

or M

aria

de

Luja

nFe

rnan

dez

24 S

ette

mbr

e 196

7:su

or M

onica

Rai

mon

do, s

uor A

da Z

anon

, suo

r Fab

iola

Det

omi,

suor

Mich

elang

ela T

rent

in, s

uor S

imon

a Cu

min

o

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1 2 3 4 5 6

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

Mar

ia S

S. M

adre

di D

io

Ss. B

asili

o M

agno

eG

rego

rio

Naz

ianz

eno

vv.

S. G

enov

effa

SS. N

ome

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esù

S. G

uglie

lmo

da V

olpi

ano

Aba

te

S. E

doar

do I

II

Epi

fani

a de

l Sig

nore

17 18 19 20 21 22

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

S. A

nton

io a

bate

S. P

risc

a m

.

S. M

ario

, Mar

ta, A

baco

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udifa

ce m

m.

Ss. F

abia

no p

apa

e Se

bast

iano

mm

.

S. A

gnes

e v.

e m

.

S. G

aude

nzio

Ves

covo

di N

ovar

a

“Era

ver

amen

te u

n sa

nto

ed io

rico

rdo

di a

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ved

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varie

vol

te a

ll’Or

ato-

rio, a

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a de

lla M

essa

del

nos

tro d

on

Bosc

o, d

epor

re in

sacr

estia

la sc

iabo

la

e in

divi

sa d

i uffi

ciale

ser

virgl

i la

Mes

-sa

col

la p

iù g

rand

e de

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ne.”

(Dep

osizi

one

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ranc

esia

SdB

)

Rim

anet

e ap

erti

alla

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ltà

che

vi

circ

onda

. Ce

rcat

e se

nza

timor

e il

dial

ogo

con

chi

vive

acc

anto

a v

oi,

an-

che

con

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a pe

nsa

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r-sa

men

te m

a co

me

voi d

esi-

dera

la p

ace,

la g

iust

izia

, la

frat

erni

tà. È

nel

dia

logo

che

si

può

pro

getta

re u

n fu

turo

co

ndiv

iso.

È

attr

aver

so

il di

alog

o ch

e co

stru

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o la

pa

ce,

pren

dend

oci

cura

di

tutti

e d

ialo

gand

o co

n tu

t-ti.

Car

i ra

gazz

i, gi

ovan

i e

adul

ti di

Azi

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Catto

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an

date

, rag

giun

gete

tutte

le

perif

erie

!

S. G

enov

effa

(422

-502

).Di

fam

iglia

ben

esta

nte,

a 1

5 an

ni s

i co

nsac

rò a

Dio

. Con

tinua

ndo

a viv

ere

in f

amig

lia, s

i ded

icò

nella

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lung

a vit

a al

le o

pere

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carit

à, i

mpo

rtant

e rif

erim

ento

qua

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Parig

i fu

min

ac-

ciat

a da

gli U

nni d

i Atti

la e

dur

ante

le

care

stie

. Co

nqui

stò

l’am

icizi

a de

i re

Ch

ilder

ico

e Cl

odov

eo. È

pat

rona

del

la

capi

tale

fran

cese

.

GENN

AIO

2018

7DO

M23

MAR

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6E

pifa

nia

del S

igno

re22

S. G

aude

nzio

Ves

covo

di N

ovar

a

7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

Batt

esim

o de

l Sig

nore

S. S

ever

ino

abat

e

S. A

dria

no d

i Can

terb

ury

abat

e

S. A

ldo

S. I

gino

pap

a

S. B

ened

etto

Bis

cop

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e

S. I

lari

o di

Poi

tier

s v.

S. C

rist

iana

S. M

auro

Aba

te

S. M

arce

llo p

apa

23 24 25 26 27 28 29 30 31

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

S. E

mer

enzi

ana

v. e

m.

S. F

ranc

esco

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ales

v.

Con

vers

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an P

aolo

Ss.

Tim

oteo

e T

ito

vv.

S. A

ngel

a M

eric

i v.

S. T

omm

aso

d’A

quin

o

S. V

aler

io v

.

B. S

ebas

tian

o Va

lfrè

S. G

iova

nni B

osco

I nos

tri ra

gazz

i alla

Izvo

rul M

inun

ilor -

Rom

ania

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1 2 3 4 5 6

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

B. A

nna

Mic

helo

tti

159°

Fo

nd

azio

ne

ope

ra S

anta

zit

aPr

esen

tazi

one

del S

igno

re

Ss. B

iagi

o e

Ans

gari

o vv

.

S. G

ilber

to v

.

S. A

gata

v. e

m.

S. P

aolo

Mik

i e c

ompa

gni m

m.

17 18 19 20 21 22

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

Ss. S

ette

Fond

ator

i Ser

vi d

i Mar

ia

1a di Q

uA

rE

SIM

A,

S. C

osta

nza

di V

erce

lli

S. A

sia

m.

S. E

leut

erio

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osta

ntin

opol

i v.

B. E

nric

hett

a D

omin

ici

S. M

argh

erit

a da

Cor

tona

2 fe

bbra

io 1

859

Fran

cesc

o in

izia

uffic

ialm

ente

l’OPE

RA D

I SAN

TA Z

ITA.

“Ave

va c

onst

atat

o ch

e ne

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di-

sper

azion

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inge

vano

num

eros

e do

n-ne

di s

erviz

io a

pass

i fals

i, pa

gati

poi

amar

amen

te”

(Pal

azzin

i 1, p

ag. 3

91)

Un c

amm

ino

di s

pera

nza

esig

e un

a cu

ltura

del

l’inc

ontr

o, d

el d

ialo

go,

che

supe

ri i c

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asti

e il

conf

ront

o st

erile

. Il m

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ha

biso

gno

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uest

a cu

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de

ll’in

cont

ro,

ha b

isog

no d

i gi

ovan

i ch

e vo

glia

no c

onos

cers

i, ch

e vo

glia

no

amar

si, c

he v

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inar

e un

iti e

cos

trui

re u

n pa

ese

com

e lo

sog

nava

Jo

sé M

artí:

«Co

n tu

tti e

per

il b

ene

di tu

tti».

(Ai g

iova

ni c

uban

i 20

15)

Ss. S

ette

Fon

dato

ri de

i Ser

vi di

Mar

ia.

Into

rno a

l 123

3, m

entre

Fire

nze è

scon

-vo

lta d

a lot

te, s

ette

mer

cant

i dec

isero

di

ritir

arsi

a vit

a co

mun

e pe

r pre

gare

e

far p

enite

nza.

Si r

itirar

ono

poi s

ul M

on-

te S

enar

io do

ve c

ostru

irono

un

orat

o-rio

. Ebb

e co

sì in

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l’Ord

ine

dei S

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di M

aria,

ded

ito a

nche

all’a

post

olato

in

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dov

e ed

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il San

tuar

io de

lla

SS. A

nnun

ziata

. L’O

rdin

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omuo

ve il

cu

lto a

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ergi

ne A

ddolo

rata

.

FEBB

RAIO

2018

7MER

23VE

N

Page 17: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.p. - D.L. 353/2003 ... · sr Maria Luisa Miotto, Angela Quattrocchi, ... chi ha sempre i muscoli tesi in attesa del “via!”. ... La parabola

6S.

Pao

lo M

iki e

com

pagn

i mm

.22

S. M

argh

erit

a da

Cor

tona

7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

B. P

io I

X p

apa

S. G

irol

amo

Em

ilian

i

S. A

pollo

nia

v. e

m.

S. S

cola

stic

a v.

B. V

. Mar

ia d

i Lou

rdes

S. D

amia

no d

i rom

a m

.

Ss. F

osca

e M

aura

mm

.

Le S

acre

Cen

eri,

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irill

o e

Met

odio

Pat

roni

d’E

urop

a

Ss. F

aust

ino

e G

iovi

ta m

m.

B. G

iuse

ppe

Alla

man

o

23 24 25 26 27 28

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

S. P

olic

arpo

v. e

m.

S. S

ergi

o di

Ces

area

m.

2a di Q

uA

rE

SIM

A,

S. A

delm

o di

Eng

elbe

rg a

bate

S. A

less

andr

o di

Ale

ssan

dria

S. G

rego

rio

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arek

S. r

oman

o di

Con

dat a

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Con

go -

Braz

zavil

le: s

cene

tta in

mas

cher

a de

lle ra

gazz

e de

l Cen

tro Sa

nta

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1 2 3 4 5 6

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. Lui

, ch

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ti in

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re u

n’im

pron

ta c

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riem

pia

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tua

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, ch

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la v

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nvita

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le s

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razio

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n-se

nso.

Ci

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[Sì!]

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tai?

[Sì!]

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ade

sso

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glio

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di a

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013)

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GIO

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SAB

DOM

LUN

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MER

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1 2 3 4 5 6

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on lo

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rnar

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citt

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i, su

i no

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ncia

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ia, a

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mo.

.. In

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e il

sepo

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o ab

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ltim

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rola

e

dove

sem

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che

la m

orte

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st

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ca s

oluz

ione

. And

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vide

re,

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e ch

e è

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Vi

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vuol

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orge

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olti

che

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o se

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lito

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sper

anza

, han

no s

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i, ha

nno

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nità

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S. F

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e il

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ca

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relig

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LE2018

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LUN

Page 21: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.p. - D.L. 353/2003 ... · sr Maria Luisa Miotto, Angela Quattrocchi, ... chi ha sempre i muscoli tesi in attesa del “via!”. ... La parabola

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S. G

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S. C

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S. G

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gnor

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1 2 3 4 5 6

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

S. G

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S. A

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m.

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Ma-

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sent

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e...

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trice

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utti,

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ra, il

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S. A

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ici (

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0).

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ima

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nces

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tram

bi i g

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nni,

partì

per

la

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San

ta. B

resc

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enne

poi

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tà. F

ondò

nel

1535

la C

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gnia

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’istru

zione

fem

mini

le,

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ziona

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e fe

mm

inile

della

Chie

sa e

mod

ello,

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guito

, per

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mer

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cong

rega

zioni

relig

iose.

MAG

GIO

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la v

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ri.

Cres

cere

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l dire

non

ced

ere

alla

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rizia

der

ivant

e da

l ben

esse

re, d

alla

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co-

mod

a, s

igni

fica

pren

ders

i res

pons

abili

tà, t

ende

re a

gra

ndi i

deal

i: La

Mad

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prop

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n no

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aiu

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scer

e um

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ente

e n

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, ad

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re fo

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e no

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dere

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ne d

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min

i e c

ristia

ni in

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e co

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sabi

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mpr

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ù in

alto

. (M

aggi

o 2

013)

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N23

MER

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7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

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B. F

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v.

23 24 25 26 27 28 29 30

MER

GIO

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SAB

DOM

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Ss.

Em

ilio,

Fel

ice,

Pri

amo

eFe

licia

no m

m.

S. O

rsol

a Le

doch

owsk

a

S. G

iuse

ppe

Mar

ello

v.

31GI

OS

. An

gela

Mer

ici

(ogg

i fes

tegg

iata

il 2

7 ge

nn

aio)

Torin

o: M

adon

nina

nel

gia

rdin

o de

l Pen

siona

to Sa

n G

iuse

ppe

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1 2 3 4 5 6

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

S. G

iust

ino

m.

Fes

ta d

ella

rep

ubbl

ica,

S. G

uido

d’A

cqui

v.

Cor

pus

Dom

ini

S. Q

uiri

no d

i Tiv

oli m

.

S. B

onifa

cio

v. m

.

17 18 19 20 21 22

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

S. V

aler

iana

e c

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gne

mm

.

S. C

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ero

S. r

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ldo

abat

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B. V

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ia C

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latr

ice

S. L

uigi

Gon

zaga

S. N

icet

o di

Aqu

ileia

v.

“Com

e vo

lete

esse

re p

uliti n

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pers

ona

se n

on v

i lav

ate,

e co

me

volet

e ca

mm

i-na

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er v

ia lun

ga e

diffi

cile

senz

a m

ai ris

tora

rvi i

l cor

po?

Lava

tevi

perta

nto

al lav

acro

dell

a Pe

niten

za e

risto

rate

vi co

n il

Pane

dei

forti

se

volet

e giu

nger

e all

a m

onta

gna

di S

ion, a

l Par

adiso

.”(Tu

tta d

i Ges

ù, 1

862)

S. G

iovan

na A

ntida

Thou

ret (1

765-

1826

). Fr

ance

se d

i mod

este

orig

ini, e

ntrò

a 2

2 an

ni ne

lle F

iglie

della

Car

ità.

Dura

nte

la Ri

voluz

ione

Fran

cese

, tro

vò ri

fugio

a

Besa

nçon

, dov

e fo

ndò

le su

ore

della

Ca-

rità p

er l’i

struz

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elle r

agaz

ze e

la cu

ra

degli

infe

rmi. L

a con

greg

azion

e ebb

e una

ra

pida

diffu

sione

in

Fran

cia,

Svizz

era,

Sa

voia

ed a

Nap

oli d

ove

la sa

nta

mor

ì.N.

B. N

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colle

zione

dell

a ca

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a, q

uest

a re

liqui

a è

collo

cata

nel

mes

e di

giu

gno,

in

real

tà la

san

ta s

i fes

tegg

ia il

24

agos

to.

GIUG

NO2018

S. C

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io d

i Con

dat v

.M

irac

olo

Euc

aris

tico

di T

orin

o

Voi

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oman

do, d

oman

do

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i: vo

lete

ess

ere

giov

ani

addo

rmen

tati,

im

bam

bola

ti,

into

ntiti

? [N

o!]

Vole

te c

he a

ltri

deci

dano

il

futu

ro p

er v

oi?

[No!

]

Vole

te e

sser

e lib

eri?

[Sì!]

Vole

te e

sser

e sv

egli?

[Sì!]

Vole

te l

otta

re p

er i

l vo

stro

fu

turo

? [S

ì!]

Non

siet

e tro

ppo

conv

inti.

..Vo

lete

lot

tare

per

il

vost

ro

futu

ro?

[Sì!]

(G

MG

2013

)

7GI

O23

SAB

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622

S. N

icet

o di

Aqu

ileia

v.

S. C

laud

io d

i Con

dat v

.M

irac

olo

Euc

aris

tico

di T

orin

o

7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

S. A

ndro

nico

di P

erm

v. m

.

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uore

di G

esù

Cuo

re I

mm

acol

ato

di M

aria

B.

Lui

gi B

occa

rdo

S. F

aust

ina

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izic

o m

.

S. B

arna

ba a

post

olo

S. L

eone

III

pap

a

S. A

nton

io d

a Pa

dova

S. V

aler

io e

rufi

no m

m.

S. M

odes

to e

Cre

scen

zia

mm

.

S. C

ecca

rdo

di L

uni v

. m.

23 24 25 26 27 28 29 30

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

S. G

iuse

ppe

Caf

asso

Nat

ivit

à di

S. G

iova

nni B

atti

sta

S. M

assi

mo

di T

orin

o v.

S. V

igili

o v.

m.

S. C

irill

o d’

Ale

ssan

dria

v.

S. I

rene

o di

Lio

ne v

. m.

Ss.

Pie

tro

e Pa

olo

apos

toli

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rim

i Mar

tiri

del

la S

anta

C

hies

a di

rom

a

Arge

ntin

a: c

ampo

scuo

la

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1 2 3 4 5 6

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

S. r

egin

a di

Den

ain

S. B

erna

rdin

o r

ealin

o

S. T

omm

aso

apos

tolo

B. P

ierg

iorg

io F

rass

ati

S. A

nton

io M

aria

zac

cari

a

S. M

aria

Gor

etti

v. m

.

17 18 19 20 21 22

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

S. A

less

io

S. A

rnol

fo d

i Met

z v.

S. A

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io il

Gra

nde

S. E

lia p

rofe

ta

S. L

oren

zo d

a Br

indi

si

S. M

aria

Mad

dale

na

1881

- M

ons.

Gast

aldi a

ppro

va il

terz

o re

golam

ento

da

Fr

ance

sco

prep

arat

o ed

aut

orizz

a la

vest

izion

e ca

noni

ca d

elle

aspi

rant

i. Il

16 lu

glio

inizi

a la

Cong

rega

-zio

ne d

elle

Suor

e M

inim

e di

Nos

tra S

i-gn

ora

del S

uffra

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una

realt

à re

ligios

a,

socia

le, c

ultu

rale,

ass

isten

ziale

carit

ativa

da

lui v

oluta

a g

aran

tire

“per

sec

oli u

na

succ

essio

ne d

i ben

e”.

(I ca

rdin

i dell

a fe

licità

, pag

. 61)

Quin

di a

scol

tare

le s

orel

le, c

ome

pure

 gli

uom

ini

e le

don

ne d

i ogg

i, e

cond

ivide

re c

on lo

ro. C

redo

ch

e un

o de

gli a

post

olat

i più

 impo

rtant

e og

gi s

ia

quel

lo d

ell’o

recc

hio,

asc

olta

re...

(Alle

Pie

dis

cepo

le, 2

017)

S. Ve

ronic

a Gi

ulian

i (166

0-17

27).

A 17

ann

i ent

rò n

el m

onas

tero

dell

e Ca

ppuc

cine

di C

ittà

di C

aste

llo. F

u pr

o-ta

goni

sta

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nom

eni m

istici

con

trolla

ti se

vera

men

te d

alle

auto

rità

com

pete

nti.

Scris

se p

er o

rdin

e de

i sup

erior

i un

dia-

rio c

on le

esp

erien

ze d

ella

sua

vita

in-

terio

re, r

acco

lti po

i in

44 v

olum

i. St

im-

mat

izzat

a, n

el su

o cu

ore

furo

no tr

ovat

i sc

olpiti

gli e

mbl

emi d

ella

Pass

ione.

LUGL

IO2018

7SA

B23

LUN

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6S.

Mar

ia G

oret

ti v

. m.

22S.

Mar

ia M

adda

lena

Quin

di a

scol

tare

le s

orel

le, c

ome

pure

 gli

uom

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e le

don

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hio,

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re...

(Alle

Pie

dis

cepo

le, 2

017)

7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

S. A

nton

ino

Fant

osat

i m.

S. A

dria

no I

II p

apa

S. V

eron

ica

Giu

liani

S. V

itto

ria

m.

S. B

ened

etto

da

Nor

cia

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e

S. G

iova

nni G

ualb

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aba

te

S. E

nric

o II

Im

pera

tore

S. C

amill

o de

Lel

lis

S. B

onav

entu

ra d

i Bag

nore

gio

v.

137

an

ni d

all

a 1

a Ve

Stiz

ion

e d

ell

e

Suo

re M

iniM

e -

B. V

. del

Car

mel

o

23 24 25 26 27 28 29 30

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

S. B

rigi

da d

i Sve

zia

S. C

rist

ina

di B

olse

na v

. m.

S. G

iaco

mo

il M

aggi

ore

apos

tolo

Ss.

Ann

a e

Gio

acch

ino

S. C

eles

tino

I p

apa

S. V

itto

re I

pap

a

S. M

arta

di B

etan

ia

S. P

ietr

o C

riso

logo

v.

31MAR

S. I

gnaz

io d

i Loy

ola

Sicilia

: qua

ttro

passi

in u

na b

elliss

ima

terra

di m

issio

ne

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1 2 3 4 5 6

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

S. E

useb

io d

i Ver

celli

v. m

.

S. A

lfons

o M

aria

de’

Lig

uori

Ss. L

icin

ia, L

eonz

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mpe

lia e

Fl

avia

di V

erce

lli v

v.

S. G

iova

nni M

aria

Via

nney

Mad

onna

del

la N

eve

Tras

figur

azio

ne d

el S

igno

re

17 18 19 20 21 22

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

S. B

eatr

ice

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ilva

Men

eses

S. E

lena

S. S

ara

S. B

erna

rdo

di C

hiar

aval

le a

bate

S. P

io X

pap

a

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. Mar

ia r

egin

a

“Ieri

dunq

ue vi

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.Pad

re, b

aciai

la p

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tofo

la in

ginoc

chio

com

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usa,

e po

i la

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o. Fu

ass

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ono

con

me,

indov

inò

le m

ie br

ame

e m

i diss

e ch

e all

a m

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à bis

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va e

sser

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dinat

o pr

esto

. M

i died

e la

sua

bene

dizion

e e

mi la

sciò

sper

are

un ca

lice

per l

a ch

iesa.

..” 

(Rom

a, 2

2 ag

osto

187

6)

La fe

deltà

a D

io, l’

ones

tà e

l’int

egrit

à de

lla v

ita e

la g

enuin

a pr

eocc

upaz

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per i

l ben

e de

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tri ci

por

tano

que

lla p

ace c

he il

mon

do n

on p

uò of

frire

. Ciò

non

diminu

isce l

a nos

tra

cura

per

que

sto m

ondo

, com

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gua

rdas

simo

solta

nto

alla

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futu

ra. A

l con

trario

offr

e un

o sc

opo

alla

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in qu

esto

mon

do e

ci a

iuta

a ra

ggiun

gere

i biso

gnos

i, a co

oper

are

con

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ltri p

er il

bene

com

une

e a

costr

uire

una

socie

tà p

iù giu

sta, c

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rom

uova

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ignità

um

ana,

senz

a esc

luder

e nes

suno

, che

dife

nda l

a vita

, don

o di D

io, e

prot

egga

le m

erav

iglie

della

nat

ura,

il cre

ato,

la no

stra

casa

com

une.

(Uga

nda

2015

)

S.

Giov

anna

Fr

ance

sca

Frém

iot

de

Chan

tal

(157

2-16

41).

Nobi

le fra

nce-

se, v

edov

a a

29 a

nni c

on q

uattr

o fig

li, co

nobb

e S.

Fra

nces

co d

i Sa

les c

he

dive

nne

suo

dire

ttore

spi

ritua

le. N

el 16

10 r

inun

ciò a

tutti

i su

oi be

ni, p

re-

se d

imor

a ad

Ann

ecy

dove

fond

ò un

a pi

ccola

com

unità

dan

do o

rigin

e all

’Or-

dine

dell

a Vi

sitaz

ione.

Pell

egrin

a pe

r le

stra

de d

i Fra

ncia

e d’

Italia

, fon

dò b

en

otta

ntas

ette

mon

aste

ri.

AGO

STO

2018

7MAR

23GI

O

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6Tr

asfig

uraz

ione

del

Sig

nore

22 B

. V. M

aria

reg

ina

La fe

deltà

a D

io, l’

ones

tà e

l’int

egrit

à de

lla v

ita e

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enuin

a pr

eocc

upaz

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per i

l ben

e de

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tri ci

por

tano

que

lla p

ace c

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do n

on p

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frire

. Ciò

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isce l

a nos

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cura

per

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ondo

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e se

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rdas

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nto

alla

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l con

trario

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in qu

esto

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iuta

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ggiun

gere

i biso

gnos

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gli a

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bene

com

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costr

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una

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ignità

um

ana,

senz

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e nes

suno

, che

dife

nda l

a vita

, don

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io, e

prot

egga

le m

erav

iglie

della

nat

ura,

il cre

ato,

la no

stra

casa

com

une.

(Uga

nda

2015

)

7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

S. G

aeta

no T

hien

e

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omen

ico

di G

uzm

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eres

a Be

nede

tta d

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Cro

ce v

. m.

S. L

oren

zo m

.

S. C

hiar

a d’

Ass

isi v

.

S. G

. Fra

nces

cade

Cha

ntal

S. P

onzi

ano

papa

e I

ppol

ito

mm

.

S. M

assi

mili

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Mar

ia K

olbe

m.

Ass

unzi

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della

B. V

. Mar

ia

S. r

occo

23 24 25 26 27 28 29 30

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

S. r

osa

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ima

v.

S. B

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lom

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post

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S. G

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nna

Thou

ret

B. L

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Bor

dino

Mad

onna

di C

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wa

B. V

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’Oro

pa

S. M

onic

a

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gost

ino

d’Ip

pona

v.

Mar

tiri

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S. G

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nni B

atti

sta

B. T

eres

a Br

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31VE

N S

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stid

e M

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Con

go -

Braz

zavil

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acco

lta d

ella

man

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1 2 3 4 5 6

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

S. E

gidi

o ab

ate

S. E

lpid

io a

bate

S. G

rego

rio

I M

agno

pap

a

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osa

da V

iter

bo

S. T

eres

a di

Cal

cutt

a v.

S. u

mbe

rto

di M

aroi

lles

abat

e

17 18 19 20 21 22

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

S. r

ober

to B

ella

rmin

o v.

S. A

rian

na d

i Pri

mne

sso

m.

S. G

enna

ro v

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S. S

usan

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i Ele

uter

opol

i m.

S. M

atte

o ap

osto

lo e

d ev

ange

lista

S. I

gnaz

io d

a Sa

ntià

L’istr

uzion

e pe

rson

ale è

uno

sco

po b

en

mes

chino

, se

non

è re

so g

rand

e da

ll’i-

dea

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sere

utile

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ietà.

.. M

anca

l’is

truzio

ne re

ligios

a: è

ques

ta la

caus

a di

tu

tti i m

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gra

n pa

rte d

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giove

ntù

è at

ea...

Qua

ndo

farò

rito

rno

in Pi

emon

te,

non

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che p

redic

are:

istru

zione

relig

io-sa

, istr

uzion

e re

ligios

a...

Senz

a qu

esta

, tu

tto il

resto

non

serv

e a

nient

e.

(Al f

rate

llo M

arch

ese

Ales

sand

ro, 1

850)

Dove

non

c’è

dial

ogo,

con

front

o, a

scolt

o, ri

spet

to, a

mici

zia, l

a gi

oia d

el gi

oco

non

c’è

unive

rsità

. Vad

o all

’uni

vers

ità p

er vi

vere

la ve

rità,

la b

ontà

, la b

ellez

za. M

a qu

esto

si f

a tu

tti in

siem

e, è

un

cam

min

o un

ivers

itario

che

non

fini

sce

mai.

(Agl

i uni

vers

itari

201

7)

S. R

osa

da V

iterb

o (1

233-

1251

).Di

mod

este

orig

ini,

sedi

cenn

e, g

ra-

vem

ente

mala

ta e

ntrò

fra

le t

erzia

rie

franc

esca

ne p

ur r

esta

ndo

in f

amig

lia.

Guar

ita, p

erco

rse

le st

rade

dell

a cit

con

una

picc

ola c

roce

eso

rtand

o tu

tti

all’a

mor

e pe

r Ges

ù e

Mar

ia e

alla

fede

l-tà

ver

so la

Chi

esa.

Mor

ì giov

aniss

ima

accla

mat

a sa

nta

dal p

opolo

.

SETT

EMBR

E2018

7VE

N23

DOM

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6S.

um

bert

o di

Mar

oille

s ab

ate

22S.

Ign

azio

da

Sant

Dove

non

c’è

dial

ogo,

con

front

o, a

scolt

o, ri

spet

to, a

mici

zia, l

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el gi

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non

c’è

unive

rsità

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ità p

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la b

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, la b

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siem

e, è

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mai.

(Agl

i uni

vers

itari

201

7)

7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

S. G

rato

di A

osta

v.

Nat

ivit

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lla B

. V. M

aria

B. F

eder

ico

Oza

nan

S. N

icol

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Tol

enti

no

Ss. P

roto

e G

iaci

nto

mm

.

SS.

Nom

e di

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ia

S. G

iova

nni C

riso

stom

o v.

Esa

ltaz

ione

del

la S

anta

Cro

ce

B. V

. Mar

ia A

ddol

orat

a

Ss.

Cor

nelio

pap

a e

Cip

rian

o v.

23 24 25 26 27 28 29 30

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

S. P

io d

a Pi

etre

lcin

a

S. P

acifi

co d

a Sa

nsev

erin

o M

arch

e

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ann

iVer

Sari

o d

ella

Bea

tiFi

caz

ion

e

di F

ra

nc

eSc

o F

aà d

i Br

un

o

B. P

aolo

VI

papa

S. V

ince

nzo

de’ P

aoli

B. A

mal

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bad

Cas

asem

pere

m.

Ss. M

iche

le, G

abri

ele

e r

affa

ele

Arc

ange

li

S. G

irol

amo

Torin

o: c

orso

di in

form

atic

a

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1 2 3 4 5 6

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

S. T

eres

a di

Ges

ù Ba

mbi

no v

.

Ss. A

ngel

i Cus

todi

S. D

ioni

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Are

opag

ita

S. F

ranc

esco

d’A

ssis

i

S. P

laci

do

S. B

runo

17 18 19 20 21 22

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

S. I

gnaz

io d

’Ant

ioch

ia v

. m.

S. L

uca

evan

gelis

ta

S. L

upo

di S

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ons

v.

S. I

rene

del

Por

toga

llo m

.

S. G

iuse

ppe

Mos

cati

142°

de

ll’o

rd

ina

zio

ne d

i Fr

an

ce

Sco

S. G

iova

nni P

aolo

II

“La

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dell’u

omo

è un

esp

ande

rsi l

i-be

ro v

erso

Dio

o un

pro

gred

ire n

egat

i-vo

ver

so la

mat

eria,

cioè

ver

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nul

la.

Dove

ndo

proc

eder

e ad

un

a sc

elta

cosc

iente

del

fine

della

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, ecc

o l’im

-po

rtanz

a de

ll’ist

ruzio

ne r

eligi

osa.

L’i-

stru

zione

dell

a m

ente

con

giun

ta a

ll’e-

duca

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del

cuor

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rta a

lla fe

licità

”.(M

iscel

lane

a, p

.267

)

Com

e fo

rmar

e un

sac

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te a

ffinc

hé n

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sua

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non

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un

fallim

ento

, non

cro

lli? M

a so

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esto

? No

, di p

iù! P

erch

é la

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sia fe

cond

a. N

on so

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e sia

un

buon

pre

te c

he

segu

e tu

tte le

rego

le. N

o. C

he d

ia vit

a ag

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i! Che

sia

padr

e di

una

com

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. Un

sace

rdot

e ch

e no

n è

padr

e no

n se

rve.

“Vai,

fatti

mon

aco,

lì...”

; ma

anch

e un

mon

aco

che

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è pa

dre

non

serv

e. L

a pa

tern

ità d

ella

voca

zione

pas

tora

le: d

are

vita,

far c

resc

ere

la vit

a; n

on tr

ascu

-ra

re la

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na co

mun

ità. E

farlo

con

cora

ggio,

con

forz

a, co

n te

nere

zza.

(Ai s

emin

arist

i 201

6)

S. M

argh

erita

Mar

ia A

laco

que

(164

7-

1690

). M

onac

a fra

nces

e de

lla V

isi-

tazio

ne,

a 24

ann

i ric

evet

te g

razie

st

raor

dina

rie

dal

Sacr

o Cu

ore

di

Gesù

, m

a fu

inc

ompr

esa

da c

on-

sore

lle e

dire

ttori

spiri

tual

i. La

sua

sa

ntità

fu ri

cono

sciu

ta d

al g

esui

ta S

. Cl

audi

o La

Col

ombi

ère

che

le o

rdin

ò di

scr

ivere

un’

auto

biog

rafia

.

OTTO

BRE

2018

723

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6 S

. Bru

no22

142°

de

ll’o

rd

ina

zio

ne d

i Fr

an

ce

Sco

S. G

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nni P

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II

Com

e fo

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e un

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é la

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sia fe

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a. N

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buon

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ia vit

a ag

li altr

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e no

n se

rve.

“Vai,

fatti

mon

aco,

lì...”

; ma

anch

e un

mon

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che

non

è pa

dre

non

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e. L

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(Ai s

emin

arist

i 201

6)

7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

B. V

. Mar

ia d

el r

osar

io

S. P

elag

ia

S. A

bram

o pa

tria

rca

S. C

erbo

ne d

i Pop

ulon

ia v

.

S. G

iova

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XII

I pa

pa

S. S

erafi

no d

a M

onte

gran

aro

S. B

ened

etto

m.

S. C

allis

to I

pap

a

S. T

eres

a d’

Avila

v.

S. M

argh

erita

M. A

laco

que

23 24 25 26 27 28 29 30

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

S. G

iova

nni d

a C

apes

tran

o

S. A

nton

io M

aria

Cla

ret v

.

iniz

io d

ell

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oVe

na a

no

Str

a S

ign

or

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el

SuFF

ra

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S. A

lfred

o il

Gra

nde

S. E

vari

sto

papa

Ss.

Sim

one

e G

iuda

Tad

deo

apos

toli

S. O

nora

to d

i Ver

celli

v.

S. G

erar

do d

i Pot

enza

v.

31MER

S. A

lfons

o r

odri

guez

Con

go -

Braz

zavil

le: O

rdin

azio

ne sa

cerd

otal

e

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1 2 3 4 5 6

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

Tut

ti i

Sant

i

Com

mem

oraz

ione

dei

Def

unti

FeSt

a d

i n. S

. de

l Su

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ag

io

S. C

arlo

Bor

rom

eo v

.

S. B

erti

lla

S. L

eona

rdo

di L

imog

es

17 18 19 20 21 22

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

S. E

lisab

etta

d’u

nghe

ria

S. P

atro

clo

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olom

bier

S. M

atild

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Hac

kebo

rn

Ss. O

ttav

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olut

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e Av

vent

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mm

.B.

Gio

vann

i Mar

ia B

occa

rdo

Pres

enta

zion

e de

lla B

. V. M

aria

S. C

ecil

ia v

. e m

.

1876

Il

Sant

uario

sog

nato

da

Fran

-ce

sco

dive

nta

real

tà n

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Chi

esa

di

Nost

ra S

igno

ra d

el S

uffra

gio.

“...co

mm

osso

da

ll’abb

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no

in cu

i gia

ccion

o ta

nti p

over

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unti,

sopr

attu

tto

tant

e vit

time

miet

ute

dalle

ultim

e gu

erre

, div

isai s

in da

l 186

3 di

aprir

e lor

o un

San-

tuar

io di

preg

hiere

e d

i esp

iazion

e.”

(Pala

zzin

i 2, p

ag. 2

1)

Una

Chie

sa s

enza

le d

onne

è

com

e il

Colle

gio

Apos

to-

lico

senz

a M

aria

. Il

ruol

o de

lla

donn

a ne

lla

Chie

sa

non

è so

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o la

mat

erni

tà,

la m

amm

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iglia

, ma

è pi

ù fo

rte:

è p

ropr

io l

’icon

a de

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ergi

ne, d

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Mad

on-

na;

quel

la c

he a

iuta

a c

re-

scer

e la

Chi

esa!

Ma

pen-

sate

che

la M

adon

na è

più

im

port

ante

deg

li Ap

osto

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pi

ù im

port

ante

! La

Chie

sa è

fe

mm

inile

: è C

hies

a, è

spo

-sa

, è m

adre

.

(GM

G 20

13)

S. C

ecilia

(II-I

II sec

olo).

Nobi

le ro

man

a, b

enef

attri

ce d

i pon

te-

fici,

il su

o sp

oso

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nne

crist

iano

la

prim

a no

tte d

i noz

ze. C

onve

rtiva

mol

ti pa

gani

e f

u co

ndan

nata

al

mar

tirio

. La

pat

rona

dei

mus

icist

i fu

iscrit

ta n

el

cano

ne d

ella

Mes

sa a

ll’in

izio

del

VI

seco

lo, n

ell’8

21 le

sue

spo

glie

furo

no

trasla

te n

ella

Bas

ilica

che

in Tr

aste

ve-

re le

ven

ne d

edica

ta.

NOVE

MBR

E2018

7MER

23VE

N

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6 S

. Leo

nard

o di

Lim

oges

22S.

Cec

ilia

v. e

m.

Una

Chie

sa s

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com

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Colle

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Chie

sa è

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, è m

adre

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(GM

G 20

13)

7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

MER

GIO

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

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S. E

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S. A

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I pa

pa

S. A

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i v.

S. L

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S. M

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no d

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rs v

.

S. G

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z v.

m.

S. N

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pap

a

S. V

ener

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m.

S. A

lber

to M

agno

v.

S. G

eltr

ude

la G

rand

e v.

23 24 25 26 27 28 29 30

VEN

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

S. C

lem

ente

I p

apa

Ss.

Flo

ra e

Mar

ta d

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dova

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.

Cri

sto

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S. L

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S. V

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v.

S. S

oste

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S. S

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m.

S. A

ndre

a ap

osto

lo

Torin

o: st

atua

di N

ostra

Sign

ora

del S

uffra

gio

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1 2 3 4 5 6

SAB

DOM

LUN

MAR

MER

GIO

S. E

ligio

v.

I di

Avv

ento

S. F

ranc

esco

Sav

erio

S. G

iova

nni D

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ceno

B. F

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o r

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di

S. N

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Bar

i v.

17 18 19 20 21 22

LUN

MAR

MER

GIO

VEN

SAB

S. M

odes

to d

i Ger

usal

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e

S. G

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di T

ours

v.

S. F

aust

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oman

a m

.

S. z

effir

ino

papa

S. P

ietr

o C

anis

io

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ranc

esca

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Cab

rini

Nel M

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del

Ris

orgi

men

to d

i Nov

ara

Fran

cesc

o è

raffi

gura

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on la

chi

esa

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.M a

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icoc

ca e

con

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iram

i-de

-Oss

ario

del

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atta

glia

.

“Ges

ù, h

ai sc

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una

stall

a pe

r nas

ce-

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ralm

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, ora

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gli i

l pov

ero

mio

cuor

e pe

r ve

nirv

i sp

iritu

almen

te.

Acce

ndi q

uest

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isera

cap

anna

, arri

c-ch

iscila

dei

tuoi

doni

e s

e ca

mbi

il pr

e-se

pio

in u

n pa

radi

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i glor

ia, c

ambi

a il m

io cu

ore

in u

n pa

radi

so d

i san

tità”

.(N

atale

188

0, q

uad.

6)

I pas

tori

scop

rono

sem

plice

men

te c

he «u

n ba

mbi

no è

nat

o pe

r noi

» e c

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endo

no c

he

tutta

que

sta

glor

ia, t

utta

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gioi

a, tu

tta q

uest

a lu

ce s

i con

cent

rano

in u

n pu

nto

solo

, in

que

l seg

no c

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a lo

ro in

dica

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Trov

eret

e un

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bino

avv

olto

in fa

sce,

ada

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ato

in u

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angi

atoi

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uest

o è 

il seg

no d

i sem

pre 

per t

rova

re G

esù.

Non

sol

o al

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, m

a an

che

oggi

. Se

vogl

iam

o fe

steg

giar

e il

vero

Nat

ale,

con

tem

plia

mo

ques

to s

egno

: la

sem

plici

tà fr

agile

di u

n pi

ccol

o ne

onat

o, la

mite

zza

del s

uo e

sser

e ad

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l ten

ero

affe

tto d

elle

fasc

e ch

e lo

avv

olgo

no. L

ì sta

Dio

.

(N

atal

e 2

016)

Beat

a M

aria

de

gli

Ange

li (T

orin

o,

1661

-171

7).

Ebbe

la v

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"UNA pREGhIERA FUORI ORdINANzA” Capita a tutti noi, ogni tanto, di sentire il bisogno di una grazia particolare. Perché allora non seguire l’esempio del nostro Francesco? Vogliamo proporvi una traccia, per imitarlo in questa sua preghiera semplice semplice: conservate questa pagina e avrete qui sotto il testo da recitare, con a fianco l’immagine della Persona a cui rivolgervi direttamente.

Tranquilli, non c’è un errore di stampa! Testimonia suor Maria Ferrero che

spesso Francesco chiedeva proprio questo aiuto alle sue suore riunite in preghiera: “recitiamo un Pater alla Madonna ed un’Ave a

Nostro Signore, perché ho bisogno di una grazia particolare” [Positio super Virtutibus, ad.25, pag.8]. Mons. Luigi Condio, riferendone a pag. 334 della sua biografia,

propone anche una spiegazione di questa curiosa inversione: “Semplicità di una grande anima santa! Pregava la madre con la preghiera insegnata al mondo dal suo Figliolo divino, e

pregava il Figlio ricordandogli che da Lui tutto attendeva per i meriti e la intercessione della sua vergine Madre”. E pare anche che le sue suppliche non fossero inascoltate...

Padre nostroche sei nei Cieli

sia santificato il tuo nomevenga il tuo Regno

sia fatta la tua volontàcome in cielo così in terra.Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiticome noi li rimettiamoai nostri debitori

e non ci indurre in tentazionema liberaci dal male.

Amen.

Ave Maria piena di grazia

il Signore è con te.Tu sei benedetta fra le donne

e benedetto è il fruttodel tuo seno, Gesù.

Santa Maria, madre di Dio prega per noi peccatori

adesso e nell’oradella nostra morte.

Amen.

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La pagina del direttore

attualita’ e cultura

Giaocmo BrachetContol

La condizione femminileRiflessioni tra passato e presente - 3

Riflettere sulla condizione femminile in casa del Fondatore è non solo giustifica-

to, ma direi un obbligo, per chi voglia me-glio comprendere i tratti della sua mentalità religiosa e della spiritualità. Confesso che la tematica mi è parsa subito avvincente, per cui ho aderito alla proposta, in verità senza valutare appieno le complessità, che avrei dovuto affrontare; conseguentemente, an-che l'impegno, cui mi volevo dedicare non era ancora ben definito, almeno all'inizio, mentre successivamente si è individuata una linea di sviluppo delle questioni, ovve-ro si è delineato un percorso logico e stori-co-religioso. Di esso in questo numero sia-mo giunti alla terza tappa.

Nella prima puntata avevamo posto la que-stione di come il Beato Faà di Bruno conside-rasse la condizione femminile, volendo cioè verificare quale posto occupasse la donna nello scenario della sua mentalità religiosa e della spiritualità, sottolineando in ciò la sua vi-sione pastorale, concreta e per nulla teorica. Avevamo altresì affermato che nel suo sistema di valori tutto deve rientrare in quello che allora si chiamava il "Piano del divino Consiglio", cioè nella prospettiva del progetto di Dio. Richiamia-mo pure il fatto che il Piano del divino Consiglio era segnato da tre momenti fondamentali: la creazione, la caduta, la redenzione.

Nel successivo numero, o seconda tappa, si è approfondito il momento della creazione e in parte della caduta, tornando ancora a riflette-re sui due testi della Genesi, e sulla visione del-la donna presente nel mondo giudaico fino al tempo di Gesù. In ciò siamo ampiamente de-bitori all'esegesi ed alle riflessioni dedicate al nostro tema da Enzo Bianchi nella sua recente opera (Gesù e le donne, Giulio Einaudi Editore - Torino), opera cui continueremo a fare riferi-mento anche nel presente contributo.

In questa puntata esamineremo il momento della Redenzione, con particolare riferimen-to alla visione della donna, che il Salvatore ci vuole trasmettere nel suo insegnamento.Sicuramente Gesù, come tutti, ebbe relazioni con uomini e con donne, tra le quali alcune entrano nella sua vita. Tuttavia si percepisce subito la scarsità delle fonti al riguardo. Tale scarsità è dovuta al fatto che le donne nel-la cultura antica dominante, come abbia-mo anticipato nello scorso numero, erano soggetti marginali e subalterni, assenti dalla vita pubblica, non protagoniste significative nella storia. Perciò, anche nelle nostre fonti registriamo scarsa presenza di donne che, se ricordate, sono sovente silenziose, e che nella realtà potevano essere ben più nume-

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rose. Considerata la loro irrilevanza sociale e religiosa, le donne non erano ricordate nella tradizione orale né nella scrittura, sempre ri-servata agli uomini, ritenuti gli unici interpreti della storia. Anche per questi motivi si è im-posta sempre più una visione ideale della donna come creatura sottomessa, silenzio-sa, obbediente, nascosta in casa e in fami-glia, mai figura parlante né pubblica.È su questo sfondo religioso e culturale es-senzialmente patriarcale, che si colloca l'insegnamento di Gesù, capace di scardi-nare questa visione pregiudiziale di ingiusti-zia assoluta e perenne. Solo Gesù ha inter-rotto questa catena, per la breve durata della sua vita terrena, ben presto misco-nosciuto dai suoi stessi discepoli. Vedremo brevemente come il Maestro, pur figlio del suo tempo, si sia collocato in rapporto alle donne e alla loro condizione, portando an-che in questo campo la novità del suo an-nuncio. Per la sensibilità del tempo la libertà di Gesù di chiamare delle donne come di-scepole è del tutto eccezionale, in qualche modo rivoluzionario, così come la libertà di queste donne, che lasciano la propria fami-glia per unirsi alla comunità intorno a Gesù. Nei quattro vangeli canonici la presenza di donne, che incontrano Gesù e lo seguono, non è uniforme. Ciascun vangelo ha le sue caratteristiche, ricorda alcune donne e non altre, e le presenta in modo autonomo; tutti i vangeli, però, sono concordi nel riconosce-

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re che le donne sono state le testimoni della passione-morte-risurrezione di Gesù e le pri-me annunciatrici “inviate” dal risorto a por-tare l'annuncio pasquale agli Undici ed agli altri discepoli. Luca, all'inizio del cap. VIII del suo vangelo, presenta l'entourage di Gesù, durante il suo ministero in Galilea: “...egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando il regno di Dio. Erano con lui i Dodici e alcune donne”. Questi uomini e queste donne hanno lasciato la loro casa e la loro famiglia, per seguire ed ascoltare Gesù, vivendo con lui e accompagnandolo fino alla passione, alla croce e alla sua sepol-tura; saranno però le prime e uniche testimo-ni della sua risurrezione dalla tomba.Appare dunque certo che tra i seguaci di Gesù ci fossero “molte donne” (Mt. 27. 35) e che alcune di queste lo seguissero come discepole. Tale fatto segna la rottura di Gesù con la tradizione giudaica, perché a quel tempo era inaudito che delle donne seguis-sero un “rabbi”, un maestro; anzi era consi-derato un fatto negativo e vergognoso che un maestro insegnasse contenuti religiosi a delle donne. Gesù, invece, non fa alcuna di-scriminazione tra uomini e donne: troviamo perciò una grande novità, si dovrebbe dire rivoluzionaria, nell'atteggiamento del “rab-bi” di Nazareth. Esse infatti collaboravano alla vita comune del gruppo e partecipa-vano con il loro aiuto alla missione di Gesù, senza subire da lui alcuna discriminazione.

[continua]

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Mi attengo alle donne

Stefania, Angela, Francesca

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IL BAMBINO CHIAMA LA MAMMA E DOMANDA: “DA DOVE SONO VENUTO? DOVE MI HAI RACCOLTO?” LA MAMMA ASCOLTA, PIANGE E SORRIDE MENTRE STRINGE AL PETTO IL SUO BAMBINO. “ERI UN DESIDE-RIO DENTRO AL CUORE.” (Tagore).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indivi-duato come obiettivo prioritario il miglioramento

della qualità della vita della madre e del bambino. Per le donne che assistiamo non è sempre una scelta avere un bambino; talvolta giungono nel nostro pa-ese dopo un viaggio durato anni, già in stato di gravidanza, frutto di violenze e maltratta-menti. Queste ragazze cresciute velocemente per cultura, ma soprattutto per necessità, non immaginano che dolori al ventre e nausee siano riconducibili ad una creatura che giunge su questa terra. C’è paura e disorientamento, perché nella maggior parte dei casi questo figlio è il ricordo di ciò che si vorrebbe dimenticare. Le sole persone vicine che accolgono lietamente la notizia sono le amiche compagne di viaggio, che divengono le ‘’sorelle’’ di vita; e poi gli operatori, unica via per andare avanti e far arrivare alla luce i nascituri. Chiedono di non essere lasciate sole, e non immaginano cosa significhi educa-re e crescere un figlio in questa parte di mondo.Noi siamo abituati a pensare alla genitorialità come ad una scelta, anche se non suc-cede sempre così. Ma l’opinione dominante è quella che il bambino lo si fa se ci sono le condizioni, e la situazione permette di essere buoni genitori.Anche per le donne già in Italia da un po’ di tempo la gravidanza non è sempre una scel-ta consapevole; alcune donne si presentano al nostro sportello dichiarando che è l’unico modo per ottenere i documenti, trovandosi poi a gestire in solitudine questi nove mesi, e talvolta il dopo parto, con altri bimbi già piccoli. Gli uomini, se presenti, non hanno un ruolo di collaborazione, sono raramente a casa e nell’immaginario delle donne vi è una cultura al femminile in cui solo le donne devono occuparsi del nuovo evento.Molte madri hanno difficoltà ad affrontare gravidanza e nascita, venendo da situazioni in cui le competenze su ciò sono legate alla trasmissione orale, e non alla presenza di esperti. Spesso la gravidanza, il parto e il primo allevamento sono questioni della cer-chia famigliare, e non sono oggetto di sanitarizzazione, che invece è quella che noi conosciamo da anni nel nostro territorio. Molte hanno difficoltà nel rapporto con questi servizi, e contemporaneamente non possono contare sul supporto famigliare che ave-vano nel contesto di origine. Madri che evocano con tristezza l’infanzia e l’adolescen-za, come se quel passato, che ha ancora ripercussioni sul presente, facesse parte di una storia ormai conclusa.Gli stranieri in modo particolare seguono, sia nel territorio di origine sia tra di noi, dei per-corsi legati a tante variabili (l’abitazione o dove si trova il lavoro, la socializzazione ricevu-ta, e così via). Siamo abituati a focalizzare subito l’attenzione sul fatto che vengono da altre culture, e a ragionare sempre in termini di confronto fra la cultura loro e la nostra. Al viaggio esterno, lo spostamento fisico verso un nuovo paese, ne corrisponde inevita-bilmente uno interiore, introspettivo, di mente e di cuore, verso la ricerca e la ri-defini-zione di sé; però la maternità non sempre vi è contemplata. Si riscontra comunque una tensione verso il futuro, e la nostra speranza è data dalla nascita di nuove famiglie multi-culturali, che il Paese deve iniziare ad incontrare ed accogliere come parte della nostra popolazione.

La gravidanza in terra straniera

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centro Studi franceSco faa' di Bruno

CasimiroRasiej

Curiosando per il museo

FRANCESCO FAà DI BRUNO SPESE LA SUA VITA PER IL PROSSIMO, UOMO DI FEDE E SCIENZIATO. ERA ASTRONOMO, OLTRE CHE MATEMATICO DI VALORE (LA FORMULA CHE PORTA IL SUO NOME TROVA APPLICAZIONI IN SVARIATI CAMPI DELLA RICERCA). NEL 1854 LAVORò PER DIVERSI MESI ALL’OSSERVATORIO DI PARIGI ACCANTO A LE VERRIER, SCOPRITORE DEL PIANETA NETTUNO.

Il Telescopio di Foucault

Nel nostro museo ammiriamo molti strumenti di os-servazione, cannocchiali e telescopi, che spesso

egli si caricava a spalla per arrampicarsi fino al mini-os-servatorio allestito in cima al suo campanile...Questi strumenti, in particolare i telescopi, si dividono in due categorie: rifrattori e riflettori. L’osservatore guarda sempre attraverso una lente, l’oculare. Per ingrandire l’immagine di un corpo celeste, la luce viene raccolta da un obbiettivo che può essere di due tipi: o un’altra lente (telescopio rifrattore), oppure uno specchio con-cavo come quelli usati per la toeletta (telescopio riflet-tore). I telescopi sono nati con le lenti (pensiamo a Gali-leo), e così sono stati costruiti per un paio di secoli, facendo lenti sempre più grandi per osservare sempre più lontano. Si è visto però che le grandi lenti causano difetti di osservazione, e si è passati a usare specchi metallici opportunamente curvati, che producono immagini più nitide.

Il fisico francese Léon Foucault, di cui vi abbiamo già descritto il famoso Pendolo (cfr. CdM 2016-1, pag. 22), ideò una tecnica per costruire specchi sferici di qualità, con un vetro ricoperto da un sottile strato di argento; così divenne più facile costruire grandi specchi e quindi telescopi potenti. L’esemplare del nostro museo, un piccolo telescopio riflettore porta-tile montato in una incastellatura di legno, ci risulta

molto raro, uno dei pochissimi noti in Europa. Dal suo schema otti-co possiamo vedere lo specchio, di una decina di cm. di diame-

tro, che è montato al fondo del tubo a sezione quadrata; la luce raccolta viene riflessa su uno specchietto interno che a sua volta la dirige all‘oculare, sporgente sul fianco dello strumento. Strumenti simili si possono trovare nei negozi di ottica o di giochi educativi, per uso ama-toriale. Il loro pregio è la compattezza. All’opposto molti osser-vatori astronomici dispongono ormai di telescopi riflettori con specchi enormi, di diversi metri di diametro. Riflettore è anche il telescopio spaziale Hubble, in orbita attorno alla Terra, che ci invia stupende immagini del cosmo.

Illustri matematici nello studio del Fondatore

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L'eredità matematica e civile diFrancesco Faà di BrunoSotto questo titolo si è tenuto il 22 settembre scorso presso il Politecnico di Torino un importante convegno con l'intervento di eminenti matematici italiani, in par-ticolare i professori Claudio Procesi dell’Università La Sapienza di Roma, Andrea Mennucci della Scuola Nor-male di Pisa, Alessandra Frabetti dell’Università di Lio-ne, Luigi Rodino dell’Università di Torino.

Prendendo spunto dalla nota formula ela-borata dal Beato, ampiamente illustrata e discussa nell’occasione, essi hanno trattato, specie in mattinata, più generali tematiche ri-guardanti le scienze matematiche poi ampia-mente sviluppate dagli studiosi del ‘900. Il pomeriggio è stato invece dedicato preva-lentemente all’opera sociale e civile di Fran-cesco, illustrata in dettaglio dalla prof. Livia Giacardi, e alla descrizione della Chiesa di N.S. del Suffragio e del campanile. Interessanti in proposito le relazioni del prof. Paolo Napoli del Politecnico di Torino e degli “amici” archi-

tetti Cecilia Andriolo e Sandro Audagna, già allievi del nostro Istituto. Qui abbiamo tra l’altro appreso di inaspettate correlazioni stilistiche con una precedente opera dell’architetto Edoardo Arborio Mella, eretta a Bergen in Nor-vegia. Ha concluso il notissimo scrittore Vittorio Messori con alcuni curiosi e inediti aneddoti ed osservazioni sulla figura e l'opera di Francesco. Ampia la cornice di attento pubblico, con una nutrita rappresentanza degli ufficiali della Scuola di Applicazione in quanto il Faà è patrono del Corpo degli Ingegneri dell'Esercito Italiano. Ci ha molto rallegrato il fatto che la cono-scenza dell’opera del Fondatore stia avendo diffusione anche in sedi ed ambiti prestigiosi

come quelli rappresentati dal Politecnico della nostra città di Torino: si è trattato inoltre di uno dei primi convegni in loco a carattere interdi-sciplinare, con studiosi di varia provenienza e specializzazione.La pubblicazione degli atti del convegno sarà occasione per gli interessati di conoscere in dettaglio le tematiche trattate. L’interesse degli organizzatori e dei relatori alla figura del Faà è stata confermata il giorno successivo dalla visi-ta effettuata al nostro Museo, alla Chiesa e al Campanile, con ampia attenzione per i volumi di matematica della biblioteca.

AlessandroFaà di Bruno

Illustri matematici nello studio del Fondatore

Membri del Centro Studi e dell'organizzazione

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Alcuni studiosi con la Superiora Generale

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Il ricavato di quest’anno sarà devolutoall’acquisto di sei incubatrici e di vari

strumenti chirurgici per il nuovoOspedale Materno Infantile in

costruzione a Mayanga(Congo-Brazzaville).

Nel locale del Mercatino saràpresente la documentazionesullo stato di avanzamento

dei lavori.

ASSOCIAZIONEMISSIONIFAà DI BRUNOONLUSMERCATINODI NATALEcon manufatti del“Laboratorio Mamme”presso il SaloneFaà di Bruno

Il giornodell’inaugurazione,11 dicembre,ApERTURASERALESTRAORDINARIAdalle 20 alle 23,con possibilitàdi salitanotturnasul campanilepiù altodi Torino.

dall’11 al 15 dicembre 2017

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Redazione

Preghiamoper i nostri cari defunti Emilio, fratello di suor Gregoria

Giacomo, fratello di suor Gisella

Antonio, fratello di suor Gaudenzia e di suor Maria Pia

Luigi, fratello di suor Assunta

Lidia, sorella di suor Evelina

Gelmina, zia di suor Teresita

Maria Teresa, zia di suor Maria Brigida

Francesca, zia di suor Maddalena

Angelo Lolò, cugino di suor Lidia e di suor Domenica

Assunta, cugina di suor Assunta

Antonietta, cugina di suor Costanza

Richetta, cugina di suor Rosetta

Orfeo, cognato di suor Cecilia

“Il Cuor di Maria, oltrecchè in terra,

ha pur gravissimi interessi nel Purgatorio,

ove si raccolgono tante anime a Lei care.

Quindi uniremo questo scopo al giornaletto,

col trattar la causa di quelle anime,

credendo far cosa assai gradita

alla Vergine il cercar ogni mezzo

per liberarle al più presto”

(Il Cuor di Maria, 1874, X-1, pagg. 2,3)

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Suor Evelina Franco* Quinto Vicentino VI, 20 ottobre 1920 † Torino - Casa Madre, 30 maggio 2017

Suor Evelina Franco che oggi salutiamo affidandola alla Mise-ricordia di Dio, era nata a Quinto Vicentino, il 20 ottobre 1920, quindi ben 97 anni fa, dedicati, secondo le direttive dell’ob-bedienza, alle opere di Marta. Il suo curriculum vitae, non re-gistra diplomi di sorta, ma scorrendo l’elenco delle comunità in cui è passata, è chiaro che una qualifica doveva averla inserita nel suo cuore di consacrata Minima, quella dell’amo-re e del servizio. Nel 1938, vestiva l’abito religioso, nel 1940 emetteva i primi Voti religiosi, e da subito incominciò il suo servizio in cucina, partendo dalla Casa Madre per passare fino al 1968 in ben altre 5 comunità, fra cui Cavolano. Quindi o in cucina o addetta a lavori domestici, con tempi più o meno lunghi, arrivò al 1998 quando fu destinata alla comuni-tà di Cabianca, dopo aver operato nel Pensionato di Casa Madre, a Stoner, a Mussotto d’Alba. Nel 2010 è stata accolta nell’infermeria di Casa Madre dove trascorse il tempo dell’at-tesa pregando, offrendo e testimoniando serenità anche nel soffrire. Aveva sempre fra le mani la corona del Rosario, quasi un’arma per difendersi dal male e vincere l’ultima battaglia, conclusa appunto il 30 maggio scorso. Di lei ci resta così il ricordo di una consorella di poche parole, ma serena come frutto di una coscienza tranquilla alla fine di una lunga ed operosa vita, Ora con fede noi l’affidiamo al nostro buon Padre del Cielo, perché accolga la sua anima e la ricompensi per tutto il bene compiuto ed ammet-tendola nella comunità dei Santi, possa là incontrare le sue persone care. A lei chiediamo di pregare per noi, per la nostra Congregazione: la sua anima possa unirsi alla comunità celeste delle Minime, perché con il Padre Fondatore cantino in eterno la Sua gloria.

Suor Costanza Salbego

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Il 15 agosto 1979 Sandri Francesca faceva il suo ingresso nella nostra Famiglia.Il 14 agosto 2017 entrava nella casa del Padre. La Vergine Maria fa da tramite, ieri come oggi al suo pellegrinaggio e Francesca nel corso della sua vita era legata alla preghiera del S.Rosario.All’inzio della permanenza in Casa Madre, France-sca prestava il suo aiuto in cucina, svolgendo vari servizi fino a una decina di anni fa quando si ritirò ad aiutare nel reparto delle Clarine per motivi di salute. Era ineguagliabile nello sbucciare le verdu-re, ma vivo è il ricordo del suo interessamento sulla salute di chi le viveva accanto e la promesa della sua preghiera. Il discorso principale, la sua preoccupazione, era la sua famiglia e chiedeva continuamente preghiere per loro. Duran-te gli ultimi 4 anni la sua salute è andata peggiorando e soleva chiamare “mammina” per avere aiuto e compagnia. Impagabili le sue compagne, che in vari modi l’hanno aiutata, consolata, giocato insieme e bisticciato...Francesca tu che ora sei nella gloria del Padre e Maria SS. ti è vicina, prega e intercedi per i tuoi cari e per noi tutti. Amen. Suor Margherita Messa

Francesca Sandri* Moncalieri TO, 20 settembre 1941 † Torino - Casa Madre, 14 agosto 2017

Il 24 settembre suor Gregoria Squarise, è tornata alla casa del Padre...

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Questo spazio è riservato a voi lettori! Inviateci lettere, racconti, poesie, testimonianze, pensieri, domande

e anche grazie ricevute per intercessione del Beato Francesco Faà di Bruno: faremo tutto il possibile per pubblicarli

nei prossimi numeri!

[email protected]

Redazione

la VoStra paGina

Quella che segue non è una poesia, ma il testo di un canto. E la musica? Non è necessario scriverla perché è la stes-sa di “O mia bela Madunina”. Tutti la conoscono. Naturalmente anche qui la protagonista è la Madonna, quella rap-presentata dalla statua che sovrasta la cupola della nostra Chiesa: la Madon-na del Suffragio. 1 - 2 - 3 Si canta!

O mia bella Madonninache non sei molto lontan

sei dorata e piccolinae non abiti a Milan

sei nel borgo San Donatoa Torino abiti tu

tu raccogli le preghiere di quaggiùe le porti su a Gesù

O Madonna del Suffragionoi preghiamo insieme a Teche addolcisci ogni disagio

di chi spera presto chesia finito il purgatorioe lo accolgano lassù.

La speranza in ogni cuore infondi Tudolce Mamma di Gesù.

Tiziana Benedetti

… in questi giorni con gioiosa sorpresa ho ricevuto la vostra bellissima rivista notiziario, e

vi ringrazio infinitamente di cuore,specialmente per le meravigliose immaginette

della Madonna, e per il vostro speciale, raro e unico prezioso e meraviglioso campa-nile, alto e robusto, grande opera del gran-

de e speciale vostro Santo BeatoFrancesco Faà di Bruno…

13/07/2017 Caterina Contin

Page 48: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.p. - D.L. 353/2003 ... · sr Maria Luisa Miotto, Angela Quattrocchi, ... chi ha sempre i muscoli tesi in attesa del “via!”. ... La parabola

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PUOI INVIARE IL TUO CONTRIBUTO:

Francesco Faà di Bruno aveva dotato la sua chiesa di un organo il cui suono era stato elogiato da Vincenzo Petrali, famoso compositore e organista (vedi CdM 1 marzo 2016, pag.21). L’organo ora è …muto! Come ben sapete, sono stati annullati tutti i concerti programmati per il 2016 - 2017 e le solennità religiose si svolgono tutte sotto tono. Per farlo ancora “cantare” sono necessari interventi tecnici urgenti e molto costosi.

Bello ma... muto!

■ versamento con bollettino postaleC/C n. 25134107 intestato a: CONSERVATORIO DEL SUFFRAGIO VIA SAN DONATO, 31 - 10144 TORINO

■ bonifico bancario IBAN IT67 F076 0101 0000 0002 5134 107 intestato a: ISTITUTO SUORE MINIME DI N.S. DEL SUFFRAGIO

CAUSALE: Restauro organo Chiesa di Nostra Signora del Suffragio