premio mascagni

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•• 8 BOLOGNA ECONOMIA MARTEDÌ 15 NOVEMBRE 2011 I NUMERI 430 80 DIPENDENTI MILIONI Sono gli addetti delle dieci società che formano il gruppo Una sola si trova all’estero, in Belgio. Le altre sono italiane E’ il fatturato del gruppo, in costante crescita dal 2000, quando toccava quota 20 milioni di euro di MARCO GIRELLA IL NONNO faceva il lattoniere, il papà carpenteria metallica per le motociclet- te, lui e il fratello producono condiziona- tori e, da poco, anche impianti fotovoltai- ci. Detta così sembra semplice, ma den- tro quel passaggio di consegne corre esat- tamente un secolo di storia. Anzi, di più, perché Ugo Galletti fondò la sua azienda nel lontano 1906, a Castel Maggiore, mentre i nipoti Luca e Michele la guida- no adesso dalla sede centrale di Bentivo- glio. Centocinque anni in cui solamente tre generazioni si sono succedute al co- mando della Galletti spa. Un esempio di passaggio generazionale riuscito bene, seèverocheoggil’aziendasiètrasforma- ta in un gruppo di dieci società, con un fatturato complessivo di ottanta milioni di euro. Nata come una piccola officina, la Galletti, nel tempo, si è adattata ai cambiamenti dei mercati, oltre che alle evoluzioni tecnologiche e del costume. Volendo ridurre all’essenziale le ragioni di questo successo, se ne possono trovare due: i padri hanno costituito una buona scuola per i figli, e chi ha gestito l’azien- da nel tempo, è riuscito a farla crescere costantemente. Niente di più ovvio, niente di più difficile. Come abbia fun- zionato, nella realtà, questo snodo crucia- le, lo chiediamo a Luca Galletti, attuale presidente della società. Poco più che cinquantenne, capelli sale e pepe, sorriso timido, sembra l’antitesi del manager ti- rannico e aggressivo. Com’èstatoilsuoingressoinazien- da? «Facile,grazieamiopadre.Mihainseri- to in un ruolo scoperto, per non suscita- re risentimenti. Io mi sentivo allo stesso tempo orgoglioso e timoroso. Mi chiede- vo: sarò capace?» Dai risultati si direbbe di sì. «Be’, ho avuto maestri eccezionali. Era- vamonellaprimametàdeglianniOttan- ta. E subito ci trovammo davanti a una di quelle svolte che segnano la vita di un’azienda». Dopo quasi ottant’anni di attività, non sarà stata la prima. «Certamente no. Papà e lo zio nel secon- do dopoguerra si erano già adattati alle novità. Erano i tempi delle moto e delle auto. Marchi importanti come Morini, Minarelli, Ferrari, Lamborghini. La Galletti lavorava per loro. Poi negli anni Settanta aveva creato i suoi impianti di condizionamento e riscaladamento». E negli anni Ottanta che succede? «Che facciamo un accordo di quindici anni con la Sanyo per distribuire i loro prodotti. Non solo climatizzatori. An- che sistemi hi-fi, telefonia. E’ stata una svolta che ci ha permesso di crescere e investire. Però c’era un però...» Costava troppo? «No. Ci obbligava a scegliere. Nel ’98 me- tà del fatturato dipendeva dai nostri pro- dotti e metà dalla vendita di quelli Sanyo. A quel punto bisognava decider- si: volevamo essere produttori o com- mercianti?» Andaste controcorrente. «Sì. Lasciammo Sanyo e ricominciam- mo a investire, a muovere macchine. Ampliammo lo stabilimento, e iniziam- mo a creare il gruppo con la prima socie- tà esterna che realizza scambiatori di ca- lore». Avete voluto restare industriali. «Con le difficoltà del caso. Senza la Sanyo il fatturato passò da 18 milioni a 9. E noi creammo tante diverse aziende, ognuna delle quali con una sua specializ- zazione». Perché diversificare, rischiando di non farcela? «Perché oggi è l’unico modo di svilup- parsi. Abbiamo voluto creare competen- ze diverse in mercati di nicchia, e finora abbiamo vinto la scommessa. Una delle nostre società è specializzata nel raffre- scare i data center. Un’altra costruisce re- frigeratori per materiale ferroviario. Una si occupa di macchine per la geoter- mia.» Come vede il vostro futuro? «Complicato. Competere lavorando sul- le nicchie è difficile. D’altra parte, noi non vogliamo crescere in volume d’affa- ri ma in qualità. E per riuscirci servono investimenti, ricerca, formazione. Dob- biamofaremeno,piùinfrettaeconcrite- ri più rispondenti al mercato». Determinato a farcela. «Diciamo che lavorare mi piace ancora molto e vengo in azienda volentieri». (1 - continua) Per trovare la videointervista a Luca Galletti andate sul nostro sito internet all’indirizzo: www.ilrestodelcarlino.it/bologna VAI SUL NOSTRO PORTALE LA GALLETTI ha alle spalleoltrecentoannidisto- ria sotto la guida della stes- sa famiglia. L’azienda nasce nel 1906 a Castel Maggiore. Presto, da piccolo opificio artigianale per la lavorazio- ne del ferro e la riparazione di attrezzi agricoli, intra- prende un percorso nella produzione di stampi per il ghiaccio, e in seguito, in quella di carterame vario per conto terzi (Lamborghi- ni trattori, Ferrari, Ferro- vie), che già negli anni’30 la porterà ad avere circa cento dipendenti. Dopo la fine della Seconda guerra mon- diale metà dei fabbricati Galletti sono rasi al suolo, ma la voglia di Luigi e Fio- renzo Gallettidi ricomincia- re è forte: tra gli anni’50 e gli anni’60 la quasi totalità della produzione si riversa nella creazione e nello stam- paggio di telai per moto e scooter. Negli anni successi- vi, esaurita la produzione per conto terzi, Galletti en- tra nel settore del riscalda- mentoedelcondizionamen- to. Inaugura negli anni ’80 un’importante partnership con la Sanyo, che la porterà a conquistare il mercato do- mestico degli split. Dal 1983 la ditta si stabilisce a Bentivoglio. Ad oggi Galletti opera su tutto il territorio nazionale tramite una rete di 40 agen- zie di vendita qualificate ed oltre 120 centri di assisten- za. Controlla anche altre so- cietà,moltedellequalidire- cente fondazione, come la Galletti Belgio e la GH Ser- vice (fondate nel 2010) e la nascente HIDEW (2012). Del Gruppo fanno parte an- che la Cetra S.r.l., sita a Ca- driano, la Eurocoil, la Hi- ref, la Tecnorefrigeration, la Eneren e la IT.MET. Uno degli investimenti re- centi più importanti è la co- struzione di tre impianti fo- tovoltaici della potenza no- minale di 960 KW. per gli stabilimenti di Bentivoglio e Padova. L’AZIENDA Dai trattori alle moto per arrivare ai condizionatori Luca Galletti presidente della società LA SVOLTA «Nel 2000 la scelta di fare da soli Preferimmorestare produttori e lasciammo un accordo redditizio» Tre generazioni di imprenditori per un’avventura lunga un secolo Ricerca e investimenti alla base del successo della Galletti

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Premio Mascagni: l'intervista a Luca Galletti

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•• 8 BOLOGNAECONOMIA MARTEDÌ 15 NOVEMBRE 2011

I NUMERI

430 80DIPENDENTI MILIONI

Sono gli addetti delle diecisocietà che formano il gruppoUna sola si trova all’estero, inBelgio. Le altre sono italiane

E’ il fatturato del gruppo,in costante crescita dal 2000,quando toccava quota20 milioni di euro

di MARCO GIRELLA

IL NONNO faceva il lattoniere, il papàcarpenteria metallica per le motociclet-te, lui e il fratello producono condiziona-tori e, da poco, anche impianti fotovoltai-ci. Detta così sembra semplice, ma den-tro quel passaggio di consegne corre esat-tamente un secolo di storia. Anzi, di più,perché Ugo Galletti fondò la sua aziendanel lontano 1906, a Castel Maggiore,mentre i nipoti Luca e Michele la guida-no adesso dalla sede centrale di Bentivo-glio. Centocinque anni in cui solamentetre generazioni si sono succedute al co-mando della Galletti spa. Un esempio dipassaggio generazionale riuscito bene,se è vero che oggi l’azienda si è trasforma-ta in un gruppo di dieci società, con unfatturato complessivo di ottanta milionidi euro. Nata come una piccola officina,la Galletti, nel tempo, si è adattata aicambiamenti dei mercati, oltre che alleevoluzioni tecnologiche e del costume.Volendo ridurre all’essenziale le ragionidi questo successo, se ne possono trovaredue: i padri hanno costituito una buonascuola per i figli, e chi ha gestito l’azien-da nel tempo, è riuscito a farla crescerecostantemente. Niente di più ovvio,niente di più difficile. Come abbia fun-zionato, nella realtà, questo snodo crucia-le, lo chiediamo a Luca Galletti, attualepresidente della società. Poco più checinquantenne, capelli sale e pepe, sorrisotimido, sembra l’antitesi del manager ti-rannico e aggressivo.

Com’è stato il suo ingresso in azien-da?

«Facile, grazie a mio padre. Mi ha inseri-to in un ruolo scoperto, per non suscita-re risentimenti. Io mi sentivo allo stessotempo orgoglioso e timoroso. Mi chiede-vo: sarò capace?»

Dai risultati si direbbe di sì.«Be’, ho avuto maestri eccezionali. Era-vamo nella prima metà degli anni Ottan-ta. E subito ci trovammo davanti a unadi quelle svolte che segnano la vita diun’azienda».

Dopo quasi ottant’anni di attività,non sarà stata la prima.

«Certamente no. Papà e lo zio nel secon-do dopoguerra si erano già adattati alle

novità. Erano i tempi delle moto e delleauto. Marchi importanti come Morini,Minarelli, Ferrari, Lamborghini. LaGalletti lavorava per loro. Poi negli anniSettanta aveva creato i suoi impianti dicondizionamento e riscaladamento».

E negli anni Ottanta che succede?«Che facciamo un accordo di quindicianni con la Sanyo per distribuire i loroprodotti. Non solo climatizzatori. An-che sistemi hi-fi, telefonia. E’ stata una

svolta che ci ha permesso di crescere einvestire. Però c’era un però...»

Costava troppo?«No. Ci obbligava a scegliere. Nel ’98 me-tà del fatturato dipendeva dai nostri pro-dotti e metà dalla vendita di quelliSanyo. A quel punto bisognava decider-si: volevamo essere produttori o com-mercianti?»

Andaste controcorrente.«Sì. Lasciammo Sanyo e ricominciam-mo a investire, a muovere macchine.

Ampliammo lo stabilimento, e iniziam-mo a creare il gruppo con la prima socie-tà esterna che realizza scambiatori di ca-lore».

Avete voluto restare industriali.«Con le difficoltà del caso. Senza laSanyo il fatturato passò da 18 milioni a9. E noi creammo tante diverse aziende,ognuna delle quali con una sua specializ-zazione».

Perché diversificare, rischiando dinon farcela?

«Perché oggi è l’unico modo di svilup-parsi. Abbiamo voluto creare competen-ze diverse in mercati di nicchia, e finoraabbiamo vinto la scommessa. Una dellenostre società è specializzata nel raffre-scare i data center. Un’altra costruisce re-frigeratori per materiale ferroviario.Una si occupa di macchine per la geoter-mia.»

Come vede il vostro futuro?«Complicato. Competere lavorando sul-le nicchie è difficile. D’altra parte, noinon vogliamo crescere in volume d’affa-ri ma in qualità. E per riuscirci servonoinvestimenti, ricerca, formazione. Dob-biamo fare meno, più in fretta e con crite-ri più rispondenti al mercato».

Determinato a farcela.«Diciamo che lavorare mi piace ancoramolto e vengo in azienda volentieri».

(1 - continua)

Per trovare la videointervistaa Luca Galletti andate sul nostro sitointernet all’indirizzo:

www.ilrestodelcarlino.it/bologna

VAI SUL NOSTRO PORTALE

LA GALLETTI ha allespalle oltre cento anni di sto-ria sotto la guida della stes-sa famiglia. L’azienda nascenel 1906 a Castel Maggiore.Presto, da piccolo opificioartigianale per la lavorazio-ne del ferro e la riparazionedi attrezzi agricoli, intra-prende un percorso nellaproduzione di stampi per ilghiaccio, e in seguito, inquella di carterame varioper conto terzi (Lamborghi-ni trattori, Ferrari, Ferro-vie), che già negli anni’30 laporterà ad avere circa centodipendenti. Dopo la finedella Seconda guerra mon-diale metà dei fabbricatiGalletti sono rasi al suolo,ma la voglia di Luigi e Fio-renzo Galletti di ricomincia-re è forte: tra gli anni’50 egli anni’60 la quasi totalitàdella produzione si riversanella creazione e nello stam-paggio di telai per moto escooter. Negli anni successi-vi, esaurita la produzioneper conto terzi, Galletti en-tra nel settore del riscalda-mento e del condizionamen-to. Inaugura negli anni ’80un’importante partnershipcon la Sanyo, che la porteràa conquistare il mercato do-mestico degli split. Dal1983 la ditta si stabilisce aBentivoglio.Ad oggi Galletti opera sututto il territorio nazionaletramite una rete di 40 agen-zie di vendita qualificate edoltre 120 centri di assisten-za. Controlla anche altre so-cietà, molte delle quali di re-cente fondazione, come laGalletti Belgio e la GH Ser-vice (fondate nel 2010) e lanascente HIDEW (2012).Del Gruppo fanno parte an-che la Cetra S.r.l., sita a Ca-driano, la Eurocoil, la Hi-ref, la Tecnorefrigeration,la Eneren e la IT.MET.Uno degli investimenti re-centi più importanti è la co-struzione di tre impianti fo-tovoltaici della potenza no-minale di 960 KW. per glistabilimenti di Bentivoglioe Padova.

L’AZIENDA

Dai trattoriallemoto

per arrivareai condizionatori

LucaGalletti

presidentedella società

LA SVOLTA«Nel 2000 la scelta di fare da soliPreferimmo restare produttorie lasciammo un accordo redditizio»

Tre generazioni di imprenditoriper un’avventura lunga un secoloRicerca e investimenti alla base del successo della Galletti