presentazione del volume l'olimpiade dal volto umano, 18.12.2010

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La S.V. è invitata a partecipare alla presentazione del volume: L'Olimpiade dal volto umano. Tutti i giochi di Roma 1960. Autore Marco Impiglia, per i tipi della Libreria Sportiva Eraclea e l'egida della SISS. Sabato 18 dicembre, alle ore 18 -19.30 alla Libreria “Pagine di Sport” in via dei Tadolini 7/9 Presenta il libro il giornalista Valerio Piccioni. Nell'occasione, Andrea Salvarezza e Adolfo Noto presenteranno l'ultimo numero di Lancillotto e Nausica , la rivista di critica e storia dello sport. Un fascicolo di 200 pagine con vari articoli dedicati a Roma '60 e intitolato “Fuori gara”. Coordina Angela Teja, presidente della Società Italiana di Storia dello Sport Il volume, di 1.248 pagine, fornisce un ampio resoconto della Olimpiade di 50 anni fa. Esso è diviso in tre parti. Nella seconda e terza parte vengono descritte le competizioni per specialità, e si fornisce una documentazione fotografica e di citazioni di autori, tra cui Pasolini, Carlo Levi e Rodari. Nella parte prima, L'Evento sociale e politico , i Giochi sono analizzati per quello che hanno significato e hanno lasciato alla società contemporanea. Sul piano della politica internazionale, Roma 1960 non “cambiò il mondo”, costituendosi come un punto di svolta nei rapporti USA-URSS. Emerge, piuttosto, un atteggiamento ambivalente dei due nemici in possesso della Bomba H: in faccia al mondo, negli stadi, strette di mano, parole di pace e un'assoluta osservanza del fair play; sull'altro versante, attraverso i mass-media, una propaganda negativa e, sottotraccia, un fitto intrico di spionaggio teso alla defezione di atleti e tecnici. Sul fronte della politica interna, i Giochi cadono in un momento di notevole tensione. Il PCI, guidato da Palmiro Togliatti, si ribella a un governo (Tambroni) definito di “svolta a destra” e, tra fine giugno e i primi di luglio, scatena disordini di piazza repressi nel sangue dalle forze dell'ordine. La DC è costretta a varare un ennesimo governo Fanfani, con moderate aperture all'opposizione. Tutto questo è descritto, ma soprattutto si punta il dito sui proventi che la compagine politica e i baroni della speculazione edilizia trassero dalla congiuntura olimpica. La DC, mettendo Giulio Andreotti a capo del Comitato Organizzatore, cercò di trarre il massimo possibile dallo straordinario evento, e avallare la preparazione e il successo dei Giochi come una cartina di tornasole del suo buon governo. Le 36 medaglie degli azzurri diventarono così una sorta di celebrazione della scelta democristiana di demandare al CONI di Giulio Onesti la gestione dello sport, fino in settori (la scuola) competenti allo Stato. Campionissimi dell'atletica leggera protagonisti a Roma '60: il tedesco Armin Hary, oro nei 100 metri piani e nella 4x100, l'americano Rafer Johnson, oro nel decathlon, Livio Berruti e Wilma Rudolph. l'uomo e la donna più veloci di quei Giochi, l'etiope Abebe Bikila, trionfatore nella maratona lungo l'Appia Antica a piedi scalzi.

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Page 1: Presentazione del volume l'olimpiade dal volto umano, 18.12.2010

La S.V. è invitata a partecipare alla presentazione del volume:

L'Olimpiade dal volto umano. Tutti i giochi di Roma 1960. Autore Marco Impiglia, per i tipi della Libreria Sportiva Eraclea e l'egida della SISS.

Sabato 18 dicembre, alle ore 18 -19.30 alla Libreria “Pagine di Sport” in via dei Tadolini 7/9

Presenta il libro il giornalista Valerio Piccioni.

Nell'occasione, Andrea Salvarezza e Adolfo Noto presenteranno l'ultimo numero di Lancillotto e Nausica, la rivista di critica e storia dello sport. Un fascicolo di 200 pagine con vari articoli

dedicati a Roma '60 e intitolato “Fuori gara”.

Coordina Angela Teja, presidente della Società Italiana di Storia dello Sport

Il volume, di 1.248 pagine, fornisce un ampio resoconto della Olimpiade di 50 anni fa. Esso è diviso in tre parti. Nella seconda e terza parte vengono descritte le competizioni per specialità, e si fornisce una documentazione fotografica e di citazioni di autori, tra cui Pasolini, Carlo Levi e Rodari. Nella parte prima, L'Evento sociale e politico, i Giochi sono analizzati per quello che hanno significato e hanno lasciato alla società contemporanea.

Sul piano della politica internazionale, Roma 1960 non “cambiò il mondo”, costituendosi come un punto di svolta nei rapporti USA-URSS. Emerge, piuttosto, un atteggiamento ambivalente dei due nemici in possesso della Bomba H: in faccia al mondo, negli stadi, strette di mano, parole di pace e un'assoluta osservanza del fair play; sull'altro versante, attraverso i mass-media, una propaganda negativa e, sottotraccia, un fitto intrico di spionaggio teso alla defezione di atleti e tecnici.

Sul fronte della politica interna, i Giochi cadono in un momento di notevole tensione. Il PCI, guidato da Palmiro Togliatti, si ribella a un governo (Tambroni) definito di “svolta a destra” e, tra fine giugno e i primi di luglio, scatena disordini di piazza repressi nel sangue dalle forze dell'ordine. La DC è costretta a varare un ennesimo governo Fanfani, con moderate aperture all'opposizione. Tutto questo è descritto, ma soprattutto si punta il dito sui proventi che la compagine politica e i baroni della speculazione edilizia trassero dalla congiuntura olimpica. La DC, mettendo Giulio Andreotti a capo del Comitato Organizzatore, cercò di trarre il massimo possibile dallo straordinario evento, e avallare la preparazione e il successo dei Giochi come una cartina di tornasole del suo buon governo. Le 36 medaglie degli azzurri diventarono così una sorta di celebrazione della scelta democristiana di demandare al CONI di Giulio Onesti la gestione dello sport, fino in settori (la scuola) competenti allo Stato.

Campionissimi dell'atletica leggera protagonisti a Roma '60: il tedesco Armin Hary, oro nei 100 metri piani e nella 4x100, l'americano Rafer Johnson, oro nel decathlon, Livio Berruti e Wilma Rudolph. l'uomo e la donna più veloci di quei Giochi, l'etiope Abebe Bikila, trionfatore nella maratona lungo l'Appia Antica a piedi scalzi.