presenze - annamaria russo · 20 maggio 2011 11 giugno 2011 archivio di stato di bari cittadella...

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annamaria russo PRESENZE ISBN 978-88-8090-379-6

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a n n a m a r i a r u s s o

Presenze

ISBN 978-88-8090-379-6

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ai miei due nipotiniEmilia e Tommaso

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a n n a m a r i a r u s s o

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A r c h i v i o d i S t a t o d i B a r iC i t t a d e l l a d e l l a C u l t u r a

Presenze

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Archivio di Stato di Bari Cittadella della Cultura, 20 maggio 2011 - 11 giugno 2011

DirettoreEugenia Vantaggiato

Mostra a cura diAnna Maria Romano

SegreteriaTeresa MilellaPatrizia Cipriani

FotoNicola LongobardiSilvio Scafoletti

Ufficio Stampa di LTBF

Progetto e realizzazione allestimentoAnnamaria RussoSilvana D’Apoli

Catalogo a cura di Anna Maria Romano

Annamaria ringrazia Nicola Longobardi Luciano Drusian di ACRISTILed Elvio Sagnella, Bottega Giustiniani S. Lorenzello (BN) e tutti coloro che credono nella sua ricerca

© 2011 Nicola Longobardi srl unip. Via Napoli, 201 - 80053 Castellammare di Stabia (Na) telefax 081 8721910 - www.nleditore.it

ISBN 978-88-8090-379-6

Fidapa - BPW Italy

Regione Puglia Provincia di Bari

collaborazione contributo

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di Eugenia Vantaggiato

di Irene Pivetti

di Anna Maria Romano

di Marina Panetta

di Sandra Pinto

di Marcella Cossu

di Mariastella Margozzi

di Alberta Campitelli

di Maria Selene Sconci

di Fabiana Mendia

di Cristina Trivellin

di Rosanna Fumai

LE OPERE

ANNAMARIA RUSSO

Annamaria Russo. Antropologia di una vocazione.

Annamaria Russo all’Archivio di Stato: Presenze

Le strutture spaziali di Annamaria Russo

Il continuo divenire di Annamaria Russo

Astrazione-Creazione: Caleidoscopio dell’arte. “Vis” inventiva di Annamaria Russo

Raffinate decorazioni barbariche. Il tempo e il fuoco

Il cerchio e il senso

Tra pensare e fare, tra fare e ri-creare.Il modo di essere artista di Annamaria Russo.

Presenze: dalla terra del sannio beneventano

Presentazione

Pensieri per Annamaria

L’ispirazione dell’ascolto della materia

SOMMARIO

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L’Archivio di Stato di Bari presenta un evento di par-ticolare interesse nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Insieme all’esposizione di documenti risorgimentali offre un percorso espositivo di opere di Annamaria Russo e di Nunzio Bibbò.

La mostra intitolata “Presenze”si propone di far cono-scere il messaggio artistico degli autori attraverso le loro opere più recenti come la serie dei “Guerrieri” di Nunzio Bibbò, le installazioni di Annamaria Russo “Tricolore”, “10 Maxxi colori”, “L’Orologio senza tempo” e una serie di in-cisioni e ceramiche in cui si sviluppa il tema preferito di Annamaria Russo relativo al cerchio.

Dai complessi documentari conservati dall’Archivio emergono personaggi, protagonisti ed episodi dell’epoca risorgimentale di Terra di Bari che sembrano dialogare con le installazioni degli artisti come quella di Annamaria Russo che rielabora il tema del Tricolore.

Gli spazi della “Cittadella della Cultura”, splendido complesso architettonico degli Anni Trenta, che è sede dell’Archivio di Stato di Bari, sono il luogo ideale per accogliere le testimonianze storiche ed artistiche che in questo anno stanno celebrando l’anniversario dell’unifi-cazione nazionale.

EugeniaVantaggiato Direttore Archivio di Stato di Bari

PRESENTAZIONE

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Incontrando per la prima volta Annamaria Russo mi sono chiesta: quanto devo alla mia Terra?

La mia Terra è il Sannio Beneventano, Terra antica di gens tenace, caparbia, onesta, lavoratrice, leale.

Un’ Insula felice nella problematica Campania.Montagne verdi e pietrose, il regno del carso, come di-

ceva il mio indimenticabile professore di chimica al Liceo, colline e pianure coltivate a vigneti ed olivi.

Siamo contadini, “terrazzani”, come diceva mio padre napoletano.

La mia Terra , che mi piace pensare, tiene in piedi questa “giovane” Nazione.

La tenacia è la caratteristica principale, il tratto distintivo di un popolo che non si arrende, che osò sfidare i Romani.

Non conoscevo Annamaria Russo ma l’ho riconosciuta.Ci siamo riconosciute!Ed ho pensato a mia madre, ai suoi insegnamenti, alla

sua tenacia, alla sua integrità, al suo rigore che non consente false digressioni.

Conoscevo Nunzio Bibbò, le sue origini, l’Alto Sannio, Castelvetere, una Terra splendida, che pochi conoscono.

E l’espressione di entrambi è il frutto migliore della Terra del Sannio.

È una Terra antica e colta, che sa esprimere la bellezza del suo sentire.

Il sentire di un popolo che conosce la materia, i suoi profumi, il suo territorio quasi integro, in una regione com-pletamente devastata dal “brutto”.

L’Arte di Russo e Bibbò ha origine da un territorio che sa esprimere emozioni e sentimenti anche quando utiliz-za materiali nuovi, come plexiglass, catrame o sabbia, e, soprattutto, quando usa la conoscenza dell’arte ceramica antica, quella dell’Alto Sannio e quella della Terra laurentina.

Ed è un’arte elegante, colta che non stride, non provoca.È un’Arte sapiente, che conosce la materia, che lavora

la materia.Non è presuntuosa, modella e si confronta con la materia

stessa, senza pretesti.È studio, è lavoro e vuole farsi capire.Vuole che il messaggio sia chiaro, niente di criptico.È lavoro, è sudore, è studio.È la Mia Terra!Le opere sono esposte in un altro territorio del Sud,

molto vicino per sentire al Sannio Beneventano.La stessa tenacia, la stessa autenticità, la stessa necessità

di conservare intatto il legame con il proprio territorio.La Terra di Puglia accoglie il Sannio.Il connubio è perfetto! Infine devo ringraziare Annamaria Russo e Nunzio Bibbò

per avermi ricordato quello che ero e quello che sono e il debito enorme che ho con la mia Terra, con la mia Gente.

Grazie di cuore anche alla dott.ssa Panetta che somiglia ai Sanniti, per la sua Cultura, per la sua Gentilezza d’animo e per la sua Intelligenza.

AnnaMariaRomano

PRESENZE: DALLA TERRA DEL SANNIO BENEVENTANO

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La mostra di Annamaria Russo e Nunzio Bibbò realizzata negli spazi espositivi dell’Archivio di Stato, che insieme alla Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti Volpi” costituisce il nucleo intellettuale e disciplinare del complesso archi-tettonico della “Cittadella della Cultura” di Bari, corona un affettuoso sodalizio di intenti e di affinità umane. Sono pertanto grata a Isabella Lapi, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, e a Eugenia Vantaggiato, Direttore dell’Archivio di Stato di Bari, per aver fatto proprio, sostenuto e promosso un progetto che fu concepito, per la valorizzazione della “Cittadella”, in quanto sito di notevole interesse storico e architettonico, durante la mia Direzione della Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti Volpi”. Si vede anche concretizzato il ruolo sociale che l’istituzione culturale, che sia un museo, un archivio, una biblioteca nazionale, sta assumendo: farsi contenitore di cultura, crocevia di saperi, agorà. Il messaggio artistico ed umano dei due artisti, due veri maestri pieni di giovanile forza creatrice, ci è sembrato una nobile risposta. Sculture, incisioni e ceramiche sono reperti di arte contemporanea che prendono vita da temi e materiali antichi: acqua e terra fuoco e metallo. Guerrieri, donne, antichi paesi e paesaggi italici, la sempiterna fasci-nazione del cerchio: tutto ciò sembra suggerire il modo di uscire dal caos, di andare verso il futuro senza perdere di vista la tradizione. La dislocazione delle opere negli spazi espositivi ci offre, come previsto, un’ottimale possibilità di va-lorizzare i medesimi, rendendoli vivi e attrattivi nei confronti del pubblico barese, soprattutto di coloro che ancora non conoscono la nuova sede istituzionale comune all’Archivio di Stato e alla Biblioteca Nazionale, ubicata nell’ex-Macello Comunale, una interessante architettura degli anni Trenta, ristrutturata e rifunzionalizzata a cura del MiBAC, e inaugura-ta nel 2006. In questo spirito ho scelto il claim “leggere l’arte contemporanea”, per una serie di iniziative della Biblioteca Nazionale che ha avuto inizio nello scorcio del 2010 con la presentazione del volume “L’enfasi architettonica e la città

moderna” di Giovanni Lauricella ed è proseguita con la conferenza con cui lo scorso 15 dicembre Cristina Trivellin della Fondazione D’Ars di Milano, ha presentato il volume di Pierre Restany da lei tradotto in italiano, Yves Klein, Il fuo-co nel cuore del vuoto, (Milano,Giampaolo Prearo editore, 2008) che nel primitivo progetto doveva introdurre la pre-sente manifestazione. E di fatto, se l’Archivio e la Biblioteca sono due realtà istituzionali diverse, esse rappresentano un unicum dal punto di vista architettonico, tant’è vero che possono lavorare in sinergia sul piano di quelle iniziative che intendono valorizzare la struttura più che le collezioni che essa conserva, e mirano quindi a leggere il contemporaneo su vasta scala: il che significa leggere non solo documenti e testi (che non possono mancare) ma anche e soprattutto leggere i segni del tempo presente. L’Archivio e la Biblioteca come sistemi organizzati del sapere sono questione di pieni e di vuoti: i pieni sono gli spazi occupati dai documenti scritti, i vuoti sono gli spazi non occupati, ma che sono predisposti ad accoglierli. Intorno a questa semplice realtà si giocano le sorti di un’istituzione e si arrovellano le discipline proprie degli archivisti e dei bibliotecari. Ma c’è un vuoto che i documenti e i libri non possono colmare: l’assenza del pubblico: un vuoto che denuncia la mancata conoscenza, il mancato contatto. Noi lavoriamo su questo. I vuoti all’interno di questo immenso complesso architettonico chiedono la presenza di opere dell’ingegno che stabiliscano il contatto. Anche per questo la mostra si chiama “Presenze”. Secondo la celebre distinzione brandiana, le opere di Annamaria Russo e Nunzio Bibbò, sono presenti come “astanza” e come “flagranza”, e parimenti lo spazio della Cittadella che le accoglie, silente, metafisico, dechirichiano. Con iniziative di questo genere siamo noi tutti, finalmente, funzionari e studiosi, artisti e lettori, cittadini e casuali passanti, vive e vigili “Presenze”.

MarinaPanetta

Andare alla deriva, questa la nostra essenza,pure, nel ciclo delle forze perenni,

quali strumenti divini abbiamo un senso.(Rainer Maria Rilke, I sonetti a Orfeo, dal sonetto n. XXVII)

PENSIERI PER ANNAMARIA

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Ancora una volta ho la gioia di accompagnare con un pensiero l’inaugurazione di una mostra di Annamaria Russo, e ancora una volta la capacità dell’artista di ascoltare la ma-teria e di farsene interprete mi colpisce come una sferzata di energia sempre nuova. Che si tratta di figure naturalistiche o, come in questo caso, di sagome astratte, l’artista Russo sa trasfondere nelle sue opere un dinamismo di linee tale che tutto in esse pare essere movimento, dialogo, azione incessante fra colori e contrasti di linee. È l’agitazione della vita, innamorata di cromatismi accesi propri di un’indole che, pur non priva di realismo, non si lascia schiacciare nel cinismo della quotidianità, ma ostinatamente guarda oltre, con fiducia ad orizzonti promessi, brillanti non solo nel sogno, nella prospettiva del domani, ma anche inverati qui ed ora nella materia che si lascia toccare, come il plexiglas, e guardare in trasparenza, come a sfidare la luce a rappre-sentare un sogno tanto guizzante, se ne è davvero capace.

Annamaria Russo trasfonde nelle sue sculture la sua indomabile vitalità di artista mediterranea, e tuttavia aperta alle suggestioni iconografiche anche lontane, capace di fondere colori e calori del Mare Nostrum con tonalità e forme di un’astrattezza figlia della tecnica, della tecnologia anzi, e debitrice persino a discipline lontane dalle arti come

la fisica, la matematica o, nella misura in cui ci mostrano l’intima bellezza della struttura della materia, la mineralogia e la cristallografia.

Proprio il debito estetico verso alcune delle scienze naturali ci riporta al cuore dell’ispirazione di Annamaria Russo che è, probabilmente con una precisione che nem-meno l’artista ha mai programmato, l’ascolto della materia nelle sue forme, occulte e palesi, dal trionfo di colori di un tramonto marino, imprigionato in un disco di materia plastica, al muto e monocromo intreccio di cristalli di ghiaccio, cresciuti poco a poco, tutti simili e mai veramen-te simmetrici, perché la natura si ripete, sì, ma crea anche incessantemente

Ed è in questo gioco armonioso ed incessante, tra ri-petizione ed innovazione, tra eco e distonia, tra tradizione e futuro, filtrati da una personalità energica ed un gusto sicuro, che si articola l’espressione artistica di Annamaria Russo, che ancora una volta abbiamo il piacere di ammirare in una delle sue avvolgenti, oniriche installazioni. Per una nuova, gratificante, esperienza del bello.

IrenePivetti Presidente LTBF onlus

L’ISPIRAZIONE DELL’ASCOLTO DELLA MATERIA

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ANNAMARIA RUSSOANTROPOLOGIA DI UNA VOCAZIONE.

AlleoriginiNata in uno di luoghi più preservati del nostro paese

ancora all’indomani della seconda guerra mondiale, il Sannio, Annamaria Russo ha creduto per istinto da bam-bina nel modello culturale da questo rappresentato, ma non per ripetere, “copiare”, il modo dei suoi genitori, nelle attività di riferimento, bensì per rappresentarne i principi ideali nel metalinguaggio dell’arte. Da piccola disegna il lavatoio dove la mamma porta i panni a lavare: piuttosto che imitarla nella pratica preferisce darne testimonianza.

Più tardi rifiuta di imparare da sarta e pretende che le si consenta di seguire una via più impegnativa per tener fede all’intimo bisogno di far emergere attraverso il medium artistico i significati più alti e profondi del lavoro umano.

L’educazioneartisticaLa scuola d’arte a Napoli è il primo sbocco dell’entusia-

smo prorompente di AM. La mette di fronte ai grandi artisti del passato nel modo giusto, all’interno del tessuto storico che ne mostra il contributo sostanziale, continuamente modificato, rinnovato nel tempo. E il tempo allora pre-sente (gli anni sessanta) è per di più tra i più vivaci, curiosi, sperimentali, per l’arte del secolo XX in Italia, Napoli nelle prime file. Va sottolineata inoltre la fortuna di avere avuto docenti come Ciarrocchi e Capogrossi che hanno saputo farle comprendere l’imprescindibilità della buona pratica. Tutte le infinite materie, vicende, modalità dell’ininterrotta sperimentazione di AM dichiarano la sua naturale aderenza a tale principio e gli esempi non si contano: dalla carta al perspex, dall’incisione al mosaico, dalla ceramica al mobile…

EducarsipereducareSu questi pilastri (esempi storici, contemporanei, e buo-

na pratica) AM ha costruito il suo ruolo civico, aggiungen-dovi coerenza, costanza, dedizione al proprio imperativo artistico e alla propria coscienza sociale.

Ha educato i più giovani (se riflettessimo sempre sul significato profondo delle parole, quanto potrebbe riuscire più valida di una semplice meccanica scolastica “l’educazio-ne artistica” della scuola primaria!) per trentacinque anni. Lo ha fatto nell’unico modo in cui l’insegnamento è trasmis-sibile e fecondo: attraverso la ricerca, facendo della pratica artistica uno strumento di conoscenza e di trasmissione di questa. Terminato l’insegnamento AM ha rimesso in gioco la ricerca operativa con un nuovo strumento, il volontariato: naturalmente in un museo dedicato al contemporaneo, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna alla sua riapertura alla fine degli anni novanta dello scorso secolo.

AquestopuntodelpercorsoOgni lavoro di AM non è che un frammento della sua

ininterrotta ricerca del “totale”. Una ricerca che, per com-prendere, formulare e rappresentare il pensiero in imma-gine richiede ogni volta percorsi diversi di attraversamento dei labirinti del linguaggio visivo. “E stato fatto tutto” (sottin-teso “in arte”) dice lei, e l’esplorazione di quel tutto è “la vita d’arte” di AM: ne è testimone in persona, nei luoghi (casa, laboratori, Suv!) che la ospitano mentre lavora e dove abita il suo sterminato lavoro, dai primi frutti ai più recenti, tutti ugualmente a lei necessari per guidarla alla meta, tutti te-nuti per sé, per ritrovare in ogni momento la direzione della propria strada. Tutti, fatte salve le committenze specifiche, eccezioni che confermano la regola di AM: nient’altro che desiderio di comunicare col pubblico – idealmente tutto, secondariamente come utente singolo – sempre più da vicino, sempre più in co-rispondenza. Immagini, tecniche, materie, reminiscenze visive, tutti elementi linguistici equivalenti ad alfabeti, vocaboli, lessici, grammatiche e sintassi, esprimono e diffondono così, entusiasticamente, a profusione, il credo di AM: l’amour de l’art.

SandraPinto

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In un’estate incipiente e già estremamente calda di circa un anno fa, Annamaria viene a trovarmi in Galleria nazionale e mi chiede di andare a vedere le sue ultime opere, pronte per una mostra, che trasporta tutte insieme nella sua auto, un Suv nero. Come, te le porti tutte dietro? Si, devo fare una selezione per la mostra; vorrei un tuo parere. Ero un po’ scettica sul come si potesse fare una scelta così su due piedi e non sapevo ancora che dentro il portabagagli di quell’auto c’erano un centinaio di “cerchi”, le ultime opere concepite da Annamaria.

Come sempre, con il tatto che le è proprio e con la determinazione che le è altrettanto propria comincia a stendere sull’asfalto del piccolo vialetto, uno sull’altro, i cento dischi variopinti, fatti di ritagli di plastica adesivi, circa un metro di diametro ognuno. E giù via, la serie dei gialli, forse dieci pezzi, con la dominante del colore giallo, la serie degli azzurri, altri dieci, quella dei rossi e ancora quella dei verdi, i marrone, i viola, i bianchi. Quanti colori, quante combinazioni di forme in una volta sola! Le chiedo se in mostra saranno immobili o ruoteranno e lei mi guarda: già ruotano, mi dice con lo sguardo. E sì, non ho razionalizzato, eppure ho già metabolizzato la loro rotazione virtuale nella mia retina e nella mia coscienza.

Quel messaggio “in codice” mi fa comprendere che, in effetti, la scelta non la si può fare che così, d’istinto, selezionando non tanto una particolare combinazione di ritagli per le sue tonalità cromatiche o per le sue forme, bensì per l’emozione che istantaneamente ti comunica. Colore e forma sono, infatti, quello che arriva a chi osserva, la dose di pathos o di allegria, di dubbio o di panico che ogni opera in sé custodisce e veicola. Altro sistema non c’è, non ci può essere, perché una scelta ragionata por-terebbe inevitabilmente a una esclusione di dischi, a una sorta di “accantonamento” di quelli che, se non scelti, per forza di cose sembrerebbero rifiutati perché più brutti o

meno belli. Invece, la scelta deve seguire un altro criterio, quello dell’empatia immediata, quello che non esclude, ma sottrae, che porta alla “decantazione” di alcune delle immagini fra tutte. In questa fase ne abbiamo scelte trenta, ma sono sicura che dieci minuti dopo ne avremmo scelte delle altre. Non c’è il bello e il meno bello, infatti, nei dischi di Annamaria; né il meglio o il peggio riuscito. C’è un con-tinuum, un percorso creativo che imprime un andamento vorticistico e, direi, eterno a ogni disco e a tutta la serie dei dischi da lei concepiti.

Velocemente avevamo scaricato dal Suv i dischi, veloce-mente li abbiamo scelti, velocemente li abbiamo ricaricati nel portabagagli, divisi: quelli “scelti”, quelli “salvati”. E sì, perché sono sicura che Annamaria fosse soddisfatta non tanto dei trenta destinati all’esposizione, quanto degli altri che tornavano nel suo studio, in attesa di altre scelte, di altri osservatori.

Il rapporto di Annamaria con le sue opere è, infatti, di tale amore da rendere impossibile un distacco definitivo. È ammessa la condivisione, ma non la “cessione” definiti-va. Ciò fa parte del suo modo di fare arte, totalmente al femminile.

Un artista uomo una volta creata la sua opera lascia che essa sia presa da altri, riesce perfino ad abbandonarne il ricordo, oppure a conservarne memoria scritta, ratificata, avendola ceduta subito alla fruizione e anche al commer-cio. Un’artista donna, Annamaria, crea in maniera generosa per il grande conforto che le dà riempire di sé il mondo, delle sue esperienze, dei suoi saperi attraverso ciò che sa fare, dipingere, tagliare il perspex, le materie plastiche, mo-dellare terre; ma nello stesso tempo quelle sue creazioni rimarranno sempre sue, unite a lei da un invisibile eppure solido cordone ombelicale.

Tutta la sua esperienza artistica, quarant’anni di dedi-zione a ogni forma del fare arte, è una continua prova di

TRA PENSARE E FARE, TRA FARE E RI-CREARE.IL MODO DI ESSERE ARTISTA DI ANNAMARIA RUSSO.

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mobilità, di tensione in avanti, di sfide con le materie e non si può certo dire che qualche volta ci sia stata una pausa di inattività o una crisi di stanchezza nella sua produzione.

Dalle sabbie colorate con le quali dava vita ai paesaggi e alle nature morte degli anni settanta, alla lunga elabo-razione dei materiali plastici che ha contrassegnato gli ultimi decenni, ai piatti dipinti di pochi anni fa, ai dischi più recenti, la ricerca estetica di Annamaria non ha conosciuto soluzione di continuità.

Ripercorrere esperienze “alte”, il futurismo di Balla, il segno di Capogrossi, il tonalismo romano, il fenomeno cinetico-visuale, non solo con la conoscenza ma anche con le proprie mani è stato via via l’obiettivo di Annamaria. Di questi prestigiosi precursori non tanto l’hanno interessata i risultati raggiunti quanto piuttosto il lavoro fatto per rag-giungerli. Ed ecco che di Balla vuole catturare la capacità di inventare le forme significanti, di Capogrossi il modo di ritagliare le sue sagome, del tonalismo l’attrae la capacità dei colori di entrare in relazione tonale. Dei cinetici, infine, non la interessano né il movimento né la luce, bensì l’uso dei materiali plastici, le combinazioni di trasparenze colora-te e di forme, la costruzione di “oggetti” artistici, anche se le sue opere sono antitetiche al razionale e al funzionale, pur essendo concepite rigorosamente in maniera progettuale.

Già le frecce e le torri, mi sembra, consumano figurati-vamente tutte queste esperienze culturali dell’artista e le traducono in una poetica che le rielabora all’interno di un

linguaggio personalissimo, nel quale in evidenza è soprat-tutto l’uso delle materie di “scarto” della fabbricazione di materiali plastici.

Dai colori impastati con la sabbia che, tono accanto a tono, tessevano l’ordito dei suoi paesaggi giovanili agli as-semblaggi di perspex colorati, traforati e tagliati, ai collages di plastiche adesive realizzati su piani circolari mi sembra di poter cogliere una costante evoluzione della sua lettura del mondo che la circonda.

Il paesaggio che ha caratterizzato la sua giovinezza, del quale ha tradotto l’umore fatto di luce, di profumi, di esperienze tattili, si trasforma nel paesaggio del suo essere adulta, moderno e asettico come le plastiche che lo rappresentano, elementi per loro natura refrattari alla poesia, ma che forzati dai tagli dell’artista, dalle traforature, dagli assemblaggi improbabili con cui sono composti giungono a recitare anch’essi dei versi poetici. Infine, An-namaria ritorna al cerchio, misura perfetta che contiene e addomestica tutte le altre e che nello stesso tempo sintetizza il movimento. E di nuovo il suo atto creativo si sostanzia in un paesaggio, questa volta spirituale e quindi eternamente mobile, geografia dell’inconscio che affiora, con l’automatismo controllato del taglio e della scelta dei colori, e propone al mondo il suo messaggio di equilibrio interiore.

MariastellaMargozzi

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Lungo tutta la sua carriera Annamaria Russo non ha mai smesso di mettersi in giuoco, di rinnovarsi, di sperimentare. Nel corso degli anni ha adottato diverse tecniche e nuovi linguaggi, inventato temi e osato accostamenti arditi di co-lori. È passata dalle prime opere caratterizzate dall’uso delle terre, ai collage, ai pastelli, alle ceramiche, fino agli attuali assemblaggi di frammenti di plexiglas, materiali di scarto, spesso destinati alle discariche ai quali ha saputo dare nuo-va vita creando forme originali con inediti accostamenti. È passata dai paesaggi caldi e aridi delle sue terre d’origine alle astrazioni più ardite, con colori in contrapposizione a volte stridente e la cui varietà è accentuata nelle sue “ruote”, composizioni pensate in movimento, per offrire allo spetta-tore sempre nuovi punti di vista e che lo pongono in una posizione interattiva rispetto all’opera. La sua infaticabile attività segue però un filo conduttore, quello dell’amore

per la materia in tutti i suoi aspetti, che sa manipolare con sapienza e abilità artigiana, traendone armonie di forme e di colori. I suoi temi invece hanno origine dalle molteplici realtà con le quali ogni giorno si confronta: dai paesaggi alle rivisitazioni di opere dell’arte classica fino alle astrazioni delle composizioni di frammenti geometrici. Èil suo modo di assorbire gli stimoli che le pervengono dalla realtà cir-costante che, rielaborati, sa poi riversare nelle sue opere. Questa mostra, con una carrellata di opere in uno spazio suggestivo, ci offre la possibilità di leggere il punto di arrivo odierno di un percorso in continua evoluzione, una tappa nella ricerca incessante di Annamaria che testimonia la sua capacità di affascinarci nel caleidoscopio di forme e colori così sapientemente assemblato.

AlbertaCampitelli

ANNAMARIA RUSSO ALL’ARChIVIO DI STATO DI BARI:

PRESENZE

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Per chi come me segue da anni le inesauribili “imprese” astratte di un personaggio eclettico e fuori dagli schemi come Annamaria Russo dovrebbe essere ormai acquisito il suo molteplice linguaggio d’espressione artistica che, nell’ul-tima produzione ceramica va dalla pirotecnia, tutta meri-dionale, di certi “fuochi” di colore, sparati a spruzzo, a getto, a razzo, sulla superficie circolare di un piatto, in un’estasi di fervore neo-nucleare, a una pittura densa, pesante, dai trapassi lenti, agglutinante come un liquido catramoso che, nell’assecondare d’obbligo la curvatura di superficie, stia piuttosto dando l’impressione di virare al fluido.

O ancora, inaspettatamente, l’artista ritrova, in alcune composizioni ceramiche che ricordano addirittura la pro-duzione vascolare tradizionale di luoghi precisi d’Italia, come Grottaglie o Altamura, il grafismo e l’euritmia di una decorazione classica reinterpretata con l’esuberante sintesi gestuale di chi ha varcato e assimilato ad abundantiam le colonne d’Ercole del ventesimo secolo, e guarda con inat-taccabile vitalità alla storia infinita dell’evoluzione poetica ed estetica. Di certo, con Annamaria, spirito libero, risulta estremamente difficile tornare col pensiero alla “morte dell’arte”…il colore incalza e travolge, e la forma pure.

Allo stesso modo, ogni volta sbalordisco nel constatare l’evoluzione costante degli altri suoi ”generi” prediletti e inconfondibili, figli, ognuno così diverso e irripetibile, della sua numerosa e in uguale modo amata “famiglia”. Ecco al-lora i “collage” , composizioni astratte circolari come i piatti in ceramica, costituite dal sovrapporsi e contrapporsi di sagome e fiamme vive di colore à plat, dirompenti quasi come il Balla primo-futurista; ecco le sculture in plexiglas, forse l’aspetto più coinvolgente, a mio vedere, della pro-duzione più recente. Sono spesso piattaforme galleggianti, microcosmi in scala, che se solo potessero per magia essere ingranditi, come in Gulliver, darebbero vita alle Città Invisibili di Italo Calvino, agglomerati di architetture trasparenti e avveniristiche, un occhio al futurismo e uno al suprematismo la citazione dell’avanguardia storica è presente financo nel discreto, quasi sfuggente, e tuttavia visibile, skyscraper di “ricciolo” e squadra del De Chirico metafisico.

Annamaria Russo: la felice e continua reinvenzione dell’arte.

MarcellaCossu

ASTRAZIONE-CREAZIONE: CALEIDOSCOPIO DELL’ARTE. “VIS” INVENTIVA DI ANNAMARIA RUSSO

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Ancora una mostra di Annamaria Russo. Ancora un inte-ro repertorio creativo fissato in intense policromie racchiuse in spazi circolari; proiezioni mature di un’artista vigorosa, impegnata quotidianamente nella spericolata scommessa esistenziale tesa verso la ricerca della forma ideale.

Ancora una volta l’artista ha scardinato i confini dell’uni-verso dato ed ha ridotto il proprio mondo figurativo entro spazi circolari pronti ad accogliere armonicamente i mes-saggi primari che le sono cari: la Bellezza, il Senso Estetico, la Vita, i Valori Umani.

Nella Mostra “Presenze” il linguaggio maturo dell’artista si estrinseca in un segno pittorico potente affidato con padronanza assoluta anche alla ceramica, fino a realizzare installazioni ambientali imponenti e ricche di suggestioni.

L’artista affronta il problema della creazione di uno spazio totale e lo risolve con un rinnovato interesse per le forme teatrali, quasi fondali simbolici che si presentano come spazi estetici totali, pronti a “risucchiare” lo spettatore, a coinvolgerlo in un dialogo intenso e travolgente.

LE STRUTTURE SPAZIALI DI ANNAMARIA RUSSO

La forza della comunicazione di Annamaria si basa sull’intenzione di sollecitare i destinatari delle sue opere a diventare, da spettatori ad attori dell’evento artistico.

Le sue “Strutture Spaziali” si distaccano dalla parete, occu-pano lo spazio, si impongono con forza fino a diventare “ico-ne di una serenità terrestre impossibile da raggiungere, ma comunque desiderata e ricercata con ostinazione espressiva”.

L’artista non si limita a duplicare la realtà e gli elementi che la costituiscono ma costruisce, con gli strumenti ed i procedimenti tradizionali della manualità artigianale, una serie di oggetti che si presentano, nel loro insieme, come una sorta di repertorio di immagini in cui vengono ri-nominate le parole-chiave dell’esistenza morale.

Crea dei veri e propri “Oggetti Iconici” dotati di una marcata carica simbolica in grado di riscattare la logora iconografia corrente mediante un linguaggio figurativo incentrato sul movimento, virtuale o reale che sia.

MariaSeleneSconci

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IL CERChIO E IL SENSO

Annamaria Russo vanta un percorso artistico che ab-braccia vari linguaggi espressivi; si confronta con l’antico così come dialoga con la contemporaneità, non perdendo mai la sua peculiare cifra, radicata nel fare quotidiano, con dedizione rispettosa e rituale alla pratica artistica. Il mosaico, il collage, l’assemblaggio di materiali plastici di recupero, le ceramiche dipinte, obbediscono tutte alla stessa logica sotte-sa, una singolare coerenza che la Russo riflette nel suo lavoro. Il cerchio sembra essere motivo dominante: forma perfetta, microcosmo all’interno del quale tutto può accadere.

A guardarli nel loro insieme i piatti dipinti sono come piccoli mondi immaginari, con un loro linguaggio, un loro alfabeto e una vita propria. Pennellate, accenni di colore raggrumato, percorsi cromatici talvolta forti oppure delicati, appena solcati da segni, punti e graffi che paiono mossi da un’energia interna. Qualche spazio resta bianco, quasi come un respiro che lascia intravvedere che il senso non si risolve tutto lì, in superficie, ma emerge da una sottile dialettica con lo sfondo, il non detto, il non disegnato. Mo-vimenti circolari, spiraliformi che conferiscono alle opere un particolare dinamismo.

Ancor più convincente è il discorso dei grandi dischi ai quali la Russo aggiunge il movimento, che enfatizza quello intrinseco. È un’operazione trasgressiva, quella del

collage: ha affascinato molti artisti del secolo scorso, dai cubisti ai surrealisti, fino ad arrivare a tutte le declinazioni di tale pratica sperimentate in epoca Pop. L’uso che ne fa Annamaria Russo è fortemente poetico: l’artista decostru-isce, smonta una consistenza e la ricrea, concretamente, brano dopo brano, significato dopo significato, giungendo alla rappresentazione di un microcosmo nuovo, aperto e colorato. Forme che si compenetrano e si sovrappongono liberamente, linee che dialogano in libero fluire.

Il grande orologio è un’ennesima sfida alle abitudini per-cettive. Tempo-spazio, parola-gesti. Se potessimo fermare un solo secondo dell’incedere di ognuno, forse potremmo vedere proprio questo come simbolo della complessità dell’esistenza. Il rosso, il nero, il bianco: la vita, la morte, l’eternità. Lettere e parole in movimento. Le lancette la-sciano spazio a mille direzioni, frecce, linee sparse. I numeri cedono al tempo della creazione artistica, al tempo della fuga dalle convenzioni e dai meccanismi imposti.

L’artista crede, vive e lavora dentro questa logica senza restrizioni, con una fede incrollabile e una determinazione rara. È il tempo dell’arte a regalare all’umanità quel senso di eterno che da sempre cerca.

CristinaTrivellin

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RAFFINATE DECORAZIONI BARBARIChE.IL TEMPO E IL FUOCO

L’osservazione, lo studio, il disegno e l’ammirazione dei piatti di ceramica di Annamaria Russo svelano l’abile uso del tornio, il rifarsi a un repertorio di simboli fantasti-ci, belle proporzioni, tratteggi ed elementi naturalistici stilizzati, che spiegano il passaggio del tempo e toccano l’anima, ma lasciano sempre qualcosa da scoprire, svelan-do gradualmente la fonte primaria della “bellezza”, attinta dall’istruzione della Natura e non dall’imitazione. Nel suo lavoro è evidente il richiamo alle ceramiche medievali italiane del centro-sud, all’attenta osservazione delle tecniche antiche come le invetriature trasparenti rese con cottura a sale. Inoltre, le decorazioni rielaborano i fondi a graticcio, gli elementi vegetali e circolari, le decorazioni a rilievo, a bande parallele, concentriche; ma, fondamental-mente, l’artista cerca di mantenere l’individualità, crean-do con segni, elementi a cordonatura, motivi vagamente epigrafici, che sembrano essersi liberati dalla regolarità e dalla irregolarità, superfici e diametri che sviluppano moti vorticosi, centripeti, dinamici, ipnotici, panici.

Le qualità di astrazione degli esemplari creati dalla Rus-so corrispondono, a volte, all’esigenze proprie di un’estetica essenzialmente decorativa, dove è essenziale il rifiuto dell’arte imitatrice della natura e che richiama le tecniche della ceramica islamica che permette di sperimentare tecniche diverse, che si avvicinano alla pittura a lustro ira-chena, piuttosto che alla “faience” egiziana. La conoscenza del patrimonio artistico orientale e occidentale (in parti-colare ispano-moresco) ha condotto Annamaria Russo ad affermare con tale fecondità di invenzioni, rielaborando e facendo proprie con potenza di fantasia le suggestioni di culture ricchissime, che da civiltà remotissime spaziano fino alle più moderne tecnologie.

Ed è veramente strabiliante come da questi esempi, riferibili all’arcaismo greco, o barbarico, o di un medioe-vo feudale rivisitato, nasca un mondo di segni del tutto nuovo che coinvolge e impegna la problematica più viva dell’espressione artistica.

FabianaMendia

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Seguo con interesse da diversi anni il percorso artistico di Annamaria Russo e ogni volta che mi trovo davanti ad un suo nuovo lavoro mi scopro a sorprendermi ancora.

Annamaria infatti, vulcanica e instancabile, si adopera energicamente da qualche decennio a riportare su tela, carta, ceramica, plexiglass ed ogni tipo di materiale le sue infinite idee sull’arte e sulla vita. Capace di attingere alla nostra ricca tradizione figurativa, pur rivendicando sempre una indiscussa libertà stilistica, guardando le sue opere, dal figurativo all’informale, non si può non riconoscere la coerenza e l’autentica elaborazione di un linguaggio teso ad accentuare sempre più il colore e la materia come suoi elementi distintivi. La delicata interiorità e l’enorme forza vitale che la animano, ne fanno un’artista a tutto tondo, fervida e coinvolta. Impegnata anche nel sociale, la Russo non poteva non partecipare all’entusiasmo collettivo per i 150 dell’Unità d’Italia. Tra le opere in mostra, infatti, spicca l’installazione Tricolore, composta da tre dischi di collage in plexiglass girevoli e interattivi, che ben rappresentano questo suo desiderio di partecipare attivamente al corso della storia, lasciando un proprio personale contributo.

Ma la mostra Presenze è soprattutto una occasione per ammirare la sua recente produzione. I piatti in ceramica, materici ed incisivi, ed i dischi circolari fatti di collage

IL CONTINUO DIVENIRE DI ANNAMARIA RUSSO

sono testimoni delle sue ultime fatiche, dove il colore è padrone assoluto. Nonostante sia chiaro il riferimento alla forma perfetta per antonomasia, si tratta sempre di figu-razioni inedite ed eleganti, possenti e silenziose ma mai mute, figlie al contempo dell’armonia e delle inquietudini dell’artista. Il linguaggio della Russo è ormai maturo, de-ciso, senza ripensamenti. Consapevole d’essere capace di scritture ad alta tensione pittorica che invitano a superare la realtà contingente attraverso l’immagine che, divenuta per lo più astratta, è ormai in grado di restituire all’uomo la sua dimensione soprannaturale. L’accostamento dei colori, talvolta puri ed esplosivi, ci attrae dentro i suoi la-vori ai quali riconosciamo un indubbio potere ipnotico e disorientante. Le sue opere, in bilico tra l’unico e l’arbitrario, non permettono una identificazione immediata. Infatti Annamaria non è interessata all’introduzione del reale e dell’ordinario nell’arte, quanto al concetto di equivalenza di tutti i mezzi espressivi che è capace di riprodurre con maestria artigianale.

Per la Russo il fine ultimo dell’opera d’arte è la creazione di un immaginario che rappresenti un insieme unico sca-turito da viscerali profondità di pensiero.

RosannaFumai

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Le OPere

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orologiodeltempomacro, 2004 - plexiglass

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passato + futuro = tricolore, 2009 - collage

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giocolando, 2009 - collage elemento numero 10 di 100maxxicolori, 2009 - collage

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elemento numero 7 di 100maxxicolori, 2009 - collage elemento numero 9 di 100maxxicolori, 2009 - collage

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elemento numero 3 di 100maxxicolori, 2009 - collage elemento numero 2 di 100maxxicolori, 2009 - collage

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elemento numero 1 di 100maxxicolori, 2009 - collage elemento numero 5 di 100maxxicolori, 2009 - collage

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Annamaria Russo con un elemento dell’istallazione 100maxxicolori ,2009

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istallazione gialla, 2010 - collage

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piatto verde-blu numero 61 di 100, 2010 - ceramica

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piatto turchese numero 71 di 100, 2010 - ceramica

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piatto moresco numero 77 di 100, 2010 - ceramica

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piatto verde-bianco-rosso numero 11 di 100, 2010 - ceramica

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emergenza-emergenze, 2004 - plexiglass

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hommage à Pierre Restany, 2004 - plexiglass

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torre marrone, 2007 - plexiglass

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torre gialla, 2007 - plexiglass

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polittico verde-rosso, 1997 - tecnica mista

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primavera o flora dalla villa romana di arianna a stabia, 2002 - disegno

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AnnAmAriA russO

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1964 - Medaglia d’Argento, I.N.P.S.E. Quarta Mostra Regionale, Napoli.1964 - Secondo premio, Mostra Papé Satan, Napoli.1964 - Mostra del sottopassaggio di San Ferdinando, Napoli.1964 - Medaglia d’Argento, Mostra Nazionale d’Arte di Mergellina, Napoli.1964 - Mostra della Tavolozza, Vercelli.1964 - Mostra allo Sporting Club, Napoli.1964 - Quinta mostra nazionale Città di Lecce, Lecce.1964 - Medaglia d’Argento, Prima rassegna d’arte giovanile, Castellammare di Stabia.1964 - Carosello di pittura ale Terme Stabiane, Castellammare di Stabia.1964 - Rassegna d’Arte figurativa del Mezzogiorno d’Italia, Napoli.1965 - Segnalazione della giuria, Seconda Mostra, Concorso Nazionale “Guido Casciaro”.1965 - Medaglia d’Argento, Terza rassegna U.G.A., Torre Annunziata.1965 - Terzo premio, “Coppa Roma”, Quinta rassegna regionale d’arte I.N.P.S.E., Roma.1965 - Personale, Terme di Telese, Telese.1966 - Personale, Grand Hotel Cesare Augusto, Sorrento.1966 - Medaglia d’Oro, Primo concorso Internazionale di Pittura, Palazzo delle Esposizioni, Roma.1966 - Mostra alla Galleria d’Arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma.1967 - Medaglia d’Oro, Primo concorso Internazionale di Pittura, Palazzo delle Esposizioni, Roma.1967 - Peintres du XX.me Siécle Léon Aymonier, Paris.1969 - Personale, Circolo della Stampa, Villa Comunale, Napoli.1975 - Personale, Galleria d’Arte 5.,Personale, Venezia.1976 - Personale, Galleria dei Dieci, Roma.1976 - Segnalazione su «Catalogo Nazionale Bolaffi d’Arte Moderna» n. 11, p. 194.1977 - Mostra a Galleria Internazionale, New York.1977 - Segnalazione su «L’Arte Italiana nel XX Secolo», p. 120, ed. Due Torri.1977 - Segnalazione su «Secondo repertorio delle istituzioni pubbliche della ricerca dell’Arte Italiana», a cura di Elio

Mercuri, p. 443.1977 - Oscar d’Oro Salvatore Quasimodo, Roma.1977 - Premio Arte Roma Museo del Folklore, Roma.1978 - Personale, sala del Bramante, Piazza del Popolo, Roma.1980 - Personale, MOSTRAINCONTRO, organizzata dall’Assessorato alla Cultura, X Circoscrizione Comune di Roma.1984 - Personale, PITTURE E SCULTURE, Sala di Cultura, Comune di Telese.1988 - Personale, Sala del Bramante, Piazza del Popolo, Roma.1991 - Personale, Antologica al Complesso Monumentale di San Michele a Ripa, Roma.1994 - Evento Telethon, BNL ag. 28, Roma.1995 - Personale, 30 ANNI DI CREATIVITÀ, Palazzo Ruspoli, Scuderie, Roma.

è nata a San Salvatore Telesino (BN), si è formata all’Accademia di Belle Arti di Napoli e Roma con Greco, Ciarrocchi e Capogrossi, ha insegnato a Roma nella scuola pubblica fino al 1997. Dallo stesso anno ha in-iziato attività di volontariato presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, collaborando ad attivare l’Associazione Amici dell’Arte Moderna a Valle Giulia A3M all’interno della quale ha svolto e svolge funzioni statutarie.

ANNAMARIA RUSSO

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1997 - Evento Telethon, BNL ag. 36, Roma.1998/99 - Personale, COLORE E DISEGNO. ANTICO E MODERNO, Museo Barracco, Roma.25 settembre 2000 - Acquisizione di 2 opere dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.2 febbraio 2001 - Nell’ambito della Mostra “Italie 1880-1910” e del concerto degli artisti del Conservatorio di Santa

Cecilia nella Galleria Nazionale D’Arte Moderna e Contemporanea di Roma sono state offerte 120 incisioni eseguite dall’artista, il ricavato è stato devoluto alla Lega Tumori.

2001 - OMAGGIO A VITTORIO VETTORI, Castello dei Conti Guidi in Poppi, Arezzo.2001 - Arte Fidapa, Banca d’Italia, San Vitale, Roma.2001 - Temple Gallery, Roma.2001 - OMAGGIO A TRILUSSA, Politeama Gallery, Roma.2001 - Mostraincontro per Telethon, Cinecittàdue BNL, Roma.2002 - Personale, STABIAE COLORE E DISEGNO ANTICO E MODERNO, Palazzetto del Mare, Castellammare di Stabia.2003 - Collettiva OmeoArt, Omeopatia nell’Arte. Galleria 6/A Montenapoleone, Milano.2003 - Collettiva OmeoArt, Omeopatia nell’Arte, Cappella di Villa Rufolo, Ravello.2003 - Prima Biennale d’Arte e Cultura F.I.D.A.P.A., Personale “Essere donna nell’Arte”. STABIAE COLORE E DISEGNO

ANTICO E MODERNO, Officina di Santa Maria Novella, Firenze.12 dicembre 2003 - 20 incisioni menu per donazioni volontarie a Telethon. Cena di Natale F.I.D.A.P.A., Palazzo Ros-

pigliosi, Roma.2004 - SIMBOLICAMENTE TRA SEGNO E PAROLA, Galleria 9 Colonne SPE, Il Resto del Carlino, Bologna e Ferrara.2004 - Personale, “ARTE E DONNE: COMUNICANDO VERSO...” - mARGUTTaRCADE, Donne Italiane Diplimatiche e

Amici dell’Arte Moderna a Valle Giulia. Roma.2004 - “PRIMA ERA SOLO UN SOGNO. IL VOLO, 100 ANNI.” - Libreria Internazionale Hoepli, Milano e Museo Aeronau-

tico Gianni Caproni, Scienza, Tecnica e Innovazione, Trento.2004 -Collettiva OMEOART: “36 artisti contemporanei interpretano l’omeopatia” , Chiesa di San Lorenzo de’ Speziali,

Roma (Fori imperiali).2004 - Rassegna PETER PAN E I SUOI AMICI, organizzata dalla Fondazione D’ARS, Libreria Giunti al Punto, Trieste.2004 - SWISH Montenapoleone Art Shop, Salone Internazionale di Arti e Design, Via Montenapoleone, Milano.2004 - Personale, FRECCE, Hommage à Pierre RESTANY, Via di Sant’Agnese, Milano.29 ottobre al 6 novembre 2005, OMAGGIO A PABLO NERUDA, Olgiate Comasco, Centro Congressi Medioevo.21 dicembre 2004 al 10 gennaio 2005, Milano, [studio d’ars] Odi: omaggio a Pablo Neruda.2005 - Seminario: DONNE, AMBIENTE, CULTURA: UNA RISORSA ECONOMICA DEL NOSTRO PAESE, Archivio di Stato

di Roma, Roma.2005 - Personale UNA FIDAPINA: ANNAMARIA RUSSO. COLORE E DISEGNO. ANTICO E MODERNO, Archivio di Stato

di Roma, Roma.2006 - ARTEFIERA ART FIRST 2006, ArteFiera, Bologna.2006 - Proiezione video EMERGENZA - EMERGENCE. Esposizione sul tema Emergenza Terra, a cura del CNRS di Parigi,

Grazia Chiesa Alberto e Mattia Martini video.2006 - Proiezione EMERGENZA PIANETA e LA MATERIA DEL COLORE, Casa del Cinema a Villa Borghese, Roma.2006 - EMERGENZA PIANETA AL FEMMINILE, Studio B2, Genova.2006 - Personale MOSTRAINCONTRO con Annamaria Russo per TeleThon, Cinecittà2, agenzia BNL, gruppo PARIBAS.2006 - Incontro con gli studenti della università LUMSA su invito del Prof Francesco Sisinni presentata da Mario

Ursino. Proiezione e discussione sul Video dell’artista Annamaria Russo. L’INFATICABILE PRATICA DEL FARE a cura di Rosanna Fumai e Alessandro D’Alessandro.

2007 - EMERGENZA PIANETA AL FEMMINILE, Corso Francia, Torino.18 Gennaio 2007 - Mostra VOCI DELLA SOCIETÀ CIVILE ORGANIZZATA, Sala della Protomoteca del Campidoglio, Roma.20 Gennaio 2007 - Mostra itinerante UN PROGETTO PER LA PACE, UN MODO DI DIRE NO ALLE GUERRE, s/ago/

me.547 Ministero degli Affari Esteri, Unicef Associazione Parlamentare per l’Arte Contemporanea.17-31 Gennaio 2007 - EMERGENZA PIANETA AL FEMMINILE, Spazio mostre, presso salone dell’ex Scuderie del Parco

Tesoreria, Torino, Rassegna ideata da Grazia Chiesa, con l’apporto critico di Alberto Mattia Martini, a cura di Nidia Morra. A cura della Fondazione D’Ars - Oscar Signorini ONLUS. Con la partecipazione di Giovanni Cortese.

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25-29 Gennaio 2007 - “24 ORE - 24 ARTISTI” INTERVISTE, CONVERSAZIONI, PRESENTAZIONI, PER CONOSCERE IL LORO LAVORO NEL LUOGO DOVE NASCONO LE IDEE, Artefiera di Bologna 2007. L’artista è stata invitata dalla Fondazione D’Ars Oscar Signorini Onlus e dal MIM Museum In Motion.

Gennaio 2007 - Acquisizione dell’opera Polittico BIANCO-NERO-ROSSO nella Collezione d’Arte Contemporanea alla Farnesina, Roma.

Marzo-Aprile 2007 - Segnalazione su ARCHEOLOGIA VIVA - «Una Platea internazionale per l’antica Stabiae »: Nel nu-mero di Marzo-Aprile 2007 della rivista Archeologia Viva è presente un articolo dedicato alla ricerca dell’artista sul sito archeologico di Stabiae. Testo di Paolo Moreno, intervista e schede di Annalisa Venditti.

Marzo 2007 - Segnalazione su ROMASTRAORDINARIA 2007/08. Nell’edizione 2007 di Roma Straordinaria (a pag. 151) è stata inserita: Annamaria Russo: «cercasi mecenati liberi da mode».

2007 - Segnalazione su ARTDIARY 07 SU ARTDIARY 07 (Giancarlo Politi editore) Annamaria Russo è presente tra gli artisti di Roma a pagina 121.

06-20 Marzo 2007 - Collettiva AMBIENTI-AMO Studio D’Ars Milano, Maria Antonietta Michelon, Annamaria Russo, Pietro Soriani, Edegildo Zava e di Piero Gilardi.

5-26 Aprile 2007 - AMBIENTI-AMO GALLERIA 9 COLONNE/SPE/LA NAZIONE, Via Conti 13/3, La Spezia.12 Maggio 2007 - Convegno L’ARTE AL FEMMINILE, La donna artista, Accademia Nazionale di San Luca, Piazza

dell’Accademia di San Luca 77, Roma.16 Maggio - 22 Giugno 2007 - Personale CERAMICHE & INCISIONI di Annamaria Russo, ARTSTUDIO café, Via dei

Gracchi 187a, Roma.11-25 Giugno 2007 - AMBIENTI-AMO GALLERIA 9 COLONNE/SPE/LA NAZIONE, Via Regia, 53, Viareggio.27 Giugno - 7 Luglio 2007 - Partecipazione OMEOART 14/06/07 - Omeopatia nell’Arte, Associazione Culturale Inter-

nazionale Boiron, Galleria 6A Montenapoleone, Milano.Luglio-Agosto 2007 - Personale CERAMICHE DI ANNAMARIA RUSSO, Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno.5 Agosto 2007 - Quintana di Ascoli Piceno. Realizzazione del Palio 2007 (collage con la pelle colorata).Agosto-Settembre 2007 - Segnalazione su «flashart» la prima rivista d’arte in Europa n. 205, agosto settembre 2007

anno XL.2007-2008 - Segnalazione su «ARTDIARYINTERNATIONAL 07.08. 07.08» by Giancarlo Politi, presente tra gli artisti di

Roma a pagina 279.20 Novembre 2007 - 31 Gennaio 2008 - Omaggio alla libreria Bocca con una INSTALLAZIONE nello SpAzIoBoCcAiN-

gALLErIA, Galleria Vittorio Emanuele II, 12, Milano, .2008 Partecipazione al Premio Terna 01 con l’opera ENERGIA++ per L’ARTE CONTEMPORANEA, TRASMETTERE EN-

ERGIA: UNA METAFORA CONTEMPORANEA.15 Maggio - 30 Giugno 2008 - Mostra ARTE NELLA NATURA E LA NATURA NELL’ARTE, Florilegia 2008, Casina delle

Civette, Villa Torlonia, Roma.30 Maggio - 4 Giugno 2008 - Partecipazione ad OMEOART, Omeopatia nell’Arte, Associazione Culturale Internazionale

Boiron, Palazzo Farnese - Piazza Cittadella, Piacenza.Dicembre 2009 - Segnalazione su EVENTI CULTURALI, «La storia del tempo a Palazzo Venezia» a cura di Manuela Pacelli. 11 Dicembre 2009 - MAPPE D’ARTISTA - D’Ars: Un “navigatore satellitare” per le strade dell’arte 1959-2009. Biblioteca

Angelica Roma.7 Marzo - 17 Maggio 2009 - Mille Artisti a Palazzo. La grande festa dell’arte e del colore a Cesano Maderno, World

Museum, Palazzo Arese Jacini, Piazza Arese, 12, Cesano Maderno, Milano.20 Marzo - 3 Maggio 2009 - MAPPE D’ARTISTA - D’Ars: Un “navigatore satellitare” per le strade dell’arte 1959-2009.

Museo dell’Aeronautica “Gianni Caproni” Via Lidorno, 3 - frazione Mattarello, di Trento.21 Aprile - 8 Maggio 2009 - Personale con 60 piatti in ceramica TRACCE... IN CERAMICA NELLA BIBLIOTECA ANGELICA.

Nell’Ambito della Settimana della cultura 2009, Biblioteca Angelica, Galleria, Roma.2009 - Partecipazione al Premio Terna 02 con l’opera “PIATTO VERDEBIANCOROSSO N.11”.Settembre-Ottoble 2009 - Segnalazione su «Arte contemporanea» n.19 (anno IV), articolo di Rosanna Fumai dal titolo:

“ANNAMARIA RUSSO LA PASSIONE DI ESPRIMERSI” (pag 76-77).2009 - Segnalazione su «DOMUS». Articolo su Annamaria Russo.2009-2010 - Partecipazione a ARTDIARYINTERNATIONAL 09.10, Premio Terna 02 per l’Arte Contemporanea, ENERGIA:

UMANITÀ=FUTURO:AMBIENTE.

Page 48: Presenze - Annamaria Russo · 20 maggio 2011 11 giugno 2011 Archivio di Stato di Bari Cittadella della Cultura Presenze. ... Maxxi colori”, “L’Orologio senza tempo” e una

2009-2010 - Presente fra gli artisti FlashArt Gallery-www.artDiary.it.Maggio 2010 - Esposizione dell’istallazione all’Istituto dei Tumori di Milano ARTISTI PER LA SALUTE, Galleria

Derbylius.Luglio 2010 - Partecipazione al Premio Terna03, Stand Dars, The rooad to contemporary art, Roma.Partecipazione.11-17 Ottobre 2010 - Mostra: BUONI INCONTRI DI CATTIVE RAGAZZE... CATTIVE RAGAZZE DI BUONI INCONTRI, su

invito di Rosanna Barbiellini Amidei.5 Novembre 2010 - 9 Gennaio 2011 - Partecipazione su invito alla Mostra celebrativa dei 30 anni di elezione ad accademica

di Francia di Marguerite Youcenar.Dicembre 2010 - Partecipazione al Premio Internazionale ‘’ARTELAGUNA2010”.15 Dicembre 2010 - Presentazione della Mostra PRESENZE, Annamaria Russo-Nunzio Bibbò alla Biblioteca  Nazionale

“Sagarriga Visconti Volpi ‘’ di Bari invita a ‘’leggere il contemporaneo, tavola rotonda ‘’Pierre Restany e Yves Klein: IL FUOCO NEL CUORE DEL VUOTO”, traduzione di Cristina Trivellin, Giampaolo Editore, 2008 Milano. Auditorium Relatori: Pietro Marino, Maristella Trombetta, Christine Sperken.

Settembre-Ottobre 2009 - ‘Segnalazione su ARTE CONTEMPORANEA n.10, Trimestrale d’informazione, articolo “Annamaria Russo la passione di esprimersi” di Rosanna Fumai.

Novembre 2009 - Dars-emergenza pianeta al femminile - Studiob2, GenovaDicembre 2009 - Partecipazione alla mostra MAPPE D’ARTISTA 1959-2009, Anniversario Dars.Dicembre 2009 - ‘SEGNALAZIONE SUDOMUS CONTEMPORARY ARCHITECTURE INTERIORS DESIGN ART sul numero

93, “annamariarusso-terra inquieta”.10 Dicembre 2009 -10 Gennaio 2010 - RIFLESSIONI. DISEGNO E COLORE. ANTICO E MODERNO NELL’APPARTAMENTO

CYBO DI PALAZZO VENEZIA, - Operazione Siti-Specific.Aprile 2011 - ArtSHOP MAGAZINE, articolo su due pagine. “Opere di Annamaria Russo Orologiodeltempomacro” di

Silvano Spaccatrosi.

Molto si potrebbe scrivere sul suo percorso perchè molte sono le fasi che la sua ricerca artistica ha attraversato: dal disegno alla pittura, dai “Polimatrici di sabbia” alle “Frecce” e da queste alle “Torri” su cui lavora ormai da molti mesi, con quella infaticabile convinzione che da sempre la contraddice e che evidenzia la sua “urgenza” di operare. www.annamariarusso.com e www.youtube.com/user/RussoAnnamaria

hanno scritto di lei:Piero Girace, 1965; Antonio Videtta, Circolo della Stampa, Napoli, 1966; Italo Carlo Sesti, Galleria d’Arte San Vidal, Venezia, 1975; Bruno Cagli, “Mostrainconro” Roma, 1980; Guido Le Noci 1980; Grazia Lago, 1980; Jacopo Recupero, Sala di Cultura Comunale, Telese, 1984; Mario D’Onofrio, Sala di Cultura Comunale Telese, 1984; Vito Apuleo, 1988; Letizia Triches, Sala del Bramante, Roma, 1988; Rosella Siligato, Complesso Monumentale San Michele a Ripa, Roma, 1991; Rosella Siligato, 1994; Claudia Terenzi, “30 anni di creatività”, Palazzo Ruspoli, Roma, 1995; Maria Elena Crea, 1992; Alberta Campitelli, Palazzo Ruspoli, Scuderie, Roma, 1995; Patrizia Rosazza, Palazzo Ruspoli, Scuderie, Roma, 1995; Linda De santis, 1998, Mario Ursino, 1998; Maresita Nota, Museo Barracco, Roma, 1999; Mario Ursino, Museo Barracco, Roma, 1999; Maria Grazia Tolomeo, 2000; Anna Mattirolo, “Stabiae. Colore e disegno antico e moderno”, Castellammare di Stabia, 2002; Grazia Chiesa, “Frecce. Hommage à P. Restany” Studio Dars, Milano, 2004; Cristina Trivellin, 2004; Claudio Strinati, “IncontriCulturali alla Sapienza” Archivio di Stato, Roma, 2005; Carla Michelli 2005; Rossana Bossaglia, 2006; Rosanna Fumai, Casa del Cinema, Roma, 2006; Rossana Bossaglia, Sandra Pinto, Spazio Bocca in Galleria - Milano 2007-2008; Isabella de Stefano, Stefano Papetti, Marina Panetta, Rosanna Barbiellini Amidei, Irene Pivetti, Marcella Cossu, 2009; Anna Imponente, 2010.

Annamaria Russo è presente nelle Collezioni della Galleria Comunale d’Arte Moderna del Comune di Roma, della Farnesina Ministero degli Esteri, della Baronessa Lucrezia de Domizio Durini e in quella di Giuseppe Panza di Biumo.

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Finito di stampare nel mese di maggio 2011

per conto dellaNicola Longobardi srl unip.