prevenzione (base6) [150416] atelier.pdf · slide 1 la prevenzione nelle aziende del ssn....
TRANSCRIPT
16/04/2015
1
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
LA PREVENZIONE NELLE AZIENDE DEL SSN.
UN’ANALISI DEI MODELLI ISTITUZIONALI, DELL’ORGANIZZAZIONE
E DELLA GESTIONE DEL DIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE.
IL CASO DELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE DELL’APPARATO
RESPIRATORIO (ASMA E BPCO)
Roma, 26 marzo 2015ATELIER FEDERSANITÀ-ANCI
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
punti
A. introduzione (motivazioni per lo studio)B. obiettivi dell’AtelierC. strumento: Atelier Federsanità-ANCI D. organizzazioneE. fasi e sviluppo delle attivitàF. output finaliG. timingH. proposta contrattuale
16/04/2015
2
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
A) INTRODUZIONE (MOTIVAZIONI DELLO STUDIO)
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
una definizione di «prevenzione» e di «promozione della
salute» (1)
Oggi piuttosto che parlare di prevenzione, dove si intende l'azione tecnico-professionale che mira a ridurre la mortalità, la morbilità o gli effetti dovuti a determinati fattori di rischio nei luoghi di vita e di lavoro o ad una certa patologia, si adotta il concetto «promozione della salute».
Con questo termine si intende quell’insieme di strategie e azioni poste in essere dagli/rivolte agli individui di particolari gruppi della comunità volto alla sensibilizzazione dell'importanza della cura, della responsabilità di ognuno verso la salute ed il benessere, di appropriati comportamenti singoli e collettivi.
Le strategie di promozione della salute vedono le Istituzioni pubbliche e non (ASL, Regioni, fondazioni, …) protagoniste attive nello svolgere direttamente attività di sviluppo, di regolamentazione e di controllo che mira alla promozione, così come attori per incentivare comportamenti corretti dei cittadini.
All’interno della promozione della salute insiste l’attività di prevenzione.
16/04/2015
3
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
una definizione di «prevenzione» e di «promozione della
salute» (2)
Di interesse per questo progetto è la cd. «prevenzione primaria».
Consiste nella promozione di comportamenti in grado di evitare o ridurre l'insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole. Si tratta di azioni volte a ridurre i fattori di rischio da cui deriva un aumento dell'incidenza di quella patologia. Frequentemente si basa su azioni a livello comportamentale o psicosociale: tutela dell'ambiente, dei luoghi di vita o di lavoro; promozione campagne antifumo; promozione corretta alimentazione e dell'uso limitato di alcool; …. In questo modo si mira ad incidere sui principali fattori di rischio per le malattie non trasmissibili più comuni come le malattie respiratorie croniche.
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
prevenzione e promozione della salute
prevenzione
• sottende un approccio basato sulla procedura e vede il cittadino come «terminale»
promozione della salute
• sottende un approccio proattivo da tutti i player coinvolti (ASL, cittadini, fornitori, …)
PREVENZIONE PRIMARIA� promozione di comportamenti in
grado di evitare o ridurre l'insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole
� azioni volte a ridurre i fattori di rischio da cui deriva un aumento dell'incidenza di quella patologia
� si basa su azioni a livello comportamentale o psicosociale
In questo modo si mira ad incidere sui principali fattori di rischio per le
malattie non trasmissibili più comuni come le malattie
respiratorie croniche
16/04/2015
4
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 7
il tema della prevenzione
Storicamente, la differenza concettuale esistente fra il modello a SSN (Italia, Scandinavia, UK) e i modelli mutualistici (Germania, Francia) e assicurativi (USA, Svizzera, Olanda) è intervenire non solo quando si verifica l’evento (malattia, inquinamento, altre situazioni critiche) ma porre in essere tutte quelle misure volte a prevenire l’evento malattia. Esplicitamente, si aderisce alla definizione di malattia come assenza di fattori di «malessere».
L’obiettivo esplicitamente statuito dalla L. 833 (e ribadito nelle successive riforme del 1992 e 1999), e comunque presente nella logica dei modelli con SSN, è quello di creare le migliori condizioni complessive affinché si eviti/ritardi il ricorso alle prestazioni sanitarie. Questa caratteristica differenzia profondamente il modello a SSN rispetto al modello di tipo mutualistico e di tipo assicurativo che si fonda sull’intervento solo quando si manifesta l’evento morboso. In una parola, la legge di riforma sanitaria e le sue riforme si caratterizzano per l’enfasi sulla prevenzione.
La L. 833 poneva questo punto come uno dei perni fondamentali su cui intervenire in una logica di trattamento del paziente in maniera olistica, mirando a ridurre i fattori di rischio (sanitari, ambientali, psicologici, …) che colpiscono l’uomo nel suo complesso.
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 8
dalla prevenzione alla promozione
Ma se questi sono i principi generali, purtroppo nella pratica non si è realizzato quanto statuito dalla stessa legge.
Andando a ritroso della classificazione della spesa sanitaria, si osserva che la percentuale sul totale delle uscite per la sanità della spesa per prevenzione, profilassi ed igiene solo nel 1983 ha superato il 4,00% dell’intera spesa sanitaria pubblica e comunque se nel 1996 il valore era pari al 5,16%, negli anni successivi la legge ha fissato nel 5% della spesa il valore da attribuire alla prevenzione.
L’accordo Stato Regioni (3 dicembre 2009) ha definito la destinazione dei fondi in 3 Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): il 5% destinato all’assistenza collettiva (esattamente: assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro); il 44% all’assistenza ospedaliera; il 51% all’assistenza territoriale.
In realtà, questo valore non è pienamente seguito da tutte le Regioni (vedi slide successiva) e ciò denota strategie differenziate sia nei modelli organizzativi (ad es. quante concrete competenze siano destinate alle agenzie di protezione dell’ambiente) sia nelle modalità di finanziamento.
16/04/2015
5
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 9
spesa per «assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita
e di lavoro» sull’intera spesa sanitaria (anno 2012)
Regione % Regione % Regione %
PIE 5,0 TOS 5,0 PUG 5,0
VdA 6,0 UMB 5,0 BAS 5,0
LOM 5,5 MAR 5,0 CAL 5,0
VEN 5,0 LAZ 5,0 SIC 5,0
FVG 5,0 ABR 4,0 SAR 5,6
LIG 5,0 MOL 5,0
ER 5,2 CAM 5,0
Fonte: Ministero dell’Economia, Relazione Generale sull’Economia, 2012
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
0
dare valore alla promozione della salute: il contesto
finanziario
Oggi il SSN è nella fase di passaggio da un (i) modello di finanziamento a spesa storica verso un (ii) modello di finanziamento a costo dei fattori della produzione.
L’attuale modello di remunerazione in realtà non necessariamente collega le azioni a carattere di promozione della salute a quanto effettivamente si sia evitato (o si possa evitare). D’altronde è essenziale nonché ampiamente riconosciuto che mediamente una buona promozione, nonché prevenzione primaria comporta costi contenuti (oggi) in cambio di maggiori costi evitati (domani).
Il (iii) modello di finanziamento per risultato o esito implica l’adozione del principio della remunerazione per prestazione (che è il modello che si auspica come conseguenza dell’adozione del costo standard). Ossia la valutazione dei programmi è sulla base dell’efficienza (produrre al costo minore) e dell’efficacia (quanto migliore una determinata prestazione evitata per un determinato paziente) e pertanto viene remunerato il risultato ottenuto.
Pertanto, laddove si tende a perseguire un modello di finanziamento per risultato o per esito assume importanza strategica l’insieme di azioni per la promozione della salute.
16/04/2015
6
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
1
dare valore alla promozione della salute: i modelli di
finanziamento della sanità
finanziamento a spesa storica
finanziamento a costo dei fattori
della produzione
finanziamento per esito o
risultato
remunerazione per prestazione
budget per patologia
assenza di budget
costo procapitecopertura dei costi
parametrizzati
budget per area
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
2
da un’organizzazione sulla prevenzione a un’organizzazione
sulla promozione della salute: interdipendenza funzionale
delle aree in una ASL
assistenza collettiva
assistenza ospedaliera
assistenza territoriale
assistenza collettiva
assistenza ospedaliera
assistenza territoriale
come dovrebbe essere com’è
16/04/2015
7
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
3
da un’organizzazione sulla prevenzione a un’organizzazione
sulla promozione della salute: il ruolo dei Dip. Prevenzione
Avviare una riflessione sistematica sui modelli gestionali dei Dipartimenti della Prevenzione (DipPrev) rappresenta una modificazione del paradigma concettuale adottato negli ultimi decenni, passando da un modello “a silos” per ritornare ad una gestione complessiva (ottimale) del paziente nonché verso un ritorno per ridurre i fattori di rischio ambientale.
Inoltre, è sempre più evidente che la principale linea strategica seguita dalla ricerca clinica mira a trasformare una patologia con esiti mortali in una patologia cronica (cronicizzazione).
Ma cronicizzare significa produrre un grande impatto sul SSN in termini:
� di accesso alla terapia
� di costi diretti e indiretti
� di sviluppo e gestione delle patologie
� di analisi dei fattori di rischio
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
4
da un’organizzazione sulla prevenzione a un’organizzazione
sulla promozione della salute: strumenti dei DipPrev per la
programmazione sanitaria, con focus sull’asma e sulla BPCO
Dato il contesto prima esaminato, diventa fondamentale andare a studiare i modelli organizzativo-gestionali dei Dipartimenti di prevenzione (DipPrev), con particolare riguardo alle problematiche della BPCO e dell’asma, significa pertanto:
a) costruire i profili di rischio della popolazione residente nel territorio
b) mappare l’evoluzione epidemiologica dei territori e in particolare le patologie respiratorie
c) comprendere puntualmente alcuni degli interventi di prevenzione primaria realizzati
d) collegare i profili di rischio con l’impatto delle patologie respiratorie
e) offrire elementi per una valutazione di possibili alternative
16/04/2015
8
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
5
sintetizzando
1. oggi si parla di promozione della salute, e questo implica che la ASL assuma un comportamento proattivo
2. progressivamente si sta andando verso un modello di finanziamento del sistema per risultato o esito
3. occorre una maggiore integrazione fra il DipPrev e le altre aree delle ASL
4. il DipPrev sta muovendosi verso un’organizzazione volta alla promozione della salute
5. in questo preciso momento storico, il DipPrev è forse l’area di maggiore valore per il miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza del sistema della sanità pubblica
6. declinare il tema della prevenzione (posto in essere nei DipPrev) per asma e BPCO diventa un buon esempio di approfondimento dei modelli istituzionali e organizzativi nonché di conoscenza della formazione della domanda
Si evidenzia che il percorso di analisi dell’Atelier «prevenzione» non riguarda la parte
delle attività del dipartimento della prevenzione (DipPrev) che si occupa di
veterinaria: aspetto di grande impatto sociale, economico e clinico, ma fuori
dall’oggetto di analisi
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
6
dare valore alla promozione della salute: l’analisi
dell’organizzazione
stanno cambiando
anche i DipPrev?
modifica del modello di
finanziamento
rafforzamento delle relazioni fra assistenza territoriale e assistenza H
determinanti delle patologie sempre più a
livello di promozione
intervenire sulla promozione
comporta costi ridotti degli interventi
16/04/2015
9
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
7
B) OBIETTIVI
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
8
obiettivi per Federsanità-ANCI
� definire il significato di «assistenza collettiva» e differenti declinazioni nelle Regioni
� mappare i modelli organizzativi delle aree (dipartimenti) prevenzione delle ASL e rapporti con le ARPA
� confrontare differenti modalità organizzative e gestionali
� evidenziare differenze e caratteristiche per le questioni che riguardano le politiche di prevenzione
� costruire alcune misure di valutazione dell’efficienza e dell’efficacia dei DipPrev
� mappare in alcune ASL quali interventi diretti o indiretti di prevenzione delle patologie respiratorie sono stati avviati
� approfondire le dinamiche degli interventi di prevenzione primaria sugli interventi sanitari e sociosanitari
� formulare alcune proposte di ottimizzazione dell’offerta
� posizionare Federsanità-ANCI come attore di riferimento per queste tematiche
� diffondere i risultati (intermedi e finali) in maniera da consentire alle ASL/AO di disporre ulteriori informazioni (coinvolgimento fra pari)
16/04/2015
10
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 1
9
possibili obiettivi per il sistema delle aziende fornitrici
� comprensione� approfondita dei modelli organizzativi dei DipPrev e delle aree che si occupano
di prevenzione di patologie respiratorie� della complessità e degli effetti sull’intero sistema di alcuni interventi di
prevenzione primaria realizzati
� conoscenza della domanda� attraverso la mappatura dell’evoluzione epidemiologica di alcune ASL e in
particolare modo sulle patologie respiratorie� con il tentativo di costruire una metodologia per la definizione dei profili di
rischio della popolazione residente nel territorio, connettendo tali profili con l’impatto delle patologie respiratorie
� fotografia del ruolo dei decisori� dall’analisi dei modelli organizzativo-gestionali di alcuni DipPrev si ricavano
per i pesi e i ruoli effettivi dei decisori all’interno
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
0
obiettivi dell’Atelier «prevenzione»
a) quali sono i modelli che rendono effettivo il processo di interazione con la promozione della salute?
b) qual è il ruolo determinante della promozione della salute all’interno della ASL?
tre questioni di partenza
1. sulla base di indicatori di processo e di esito (e di impatto economico) vengono individuati i MODELLI o le BEST PRACTICE che in termini di promozione della salute sono quelli più interessanti (e replicabili)
obiettivi
2. individuati MODELLI o BEST PRACTICE, attraverso un report (Libro Bianco) si evidenziano le opportunità di alcune scelte, offrendo anche delle indicazioni pratiche per realizzare tale scelta
3. declinando per due patologie (BPCO e asma) si offrono anche spunti per soluzioni operative da prendere all’interno dei DipPrev
c) la modifica delle condizioni di contesto (verso la promozione, modello di finanziamente, interazione da sviluppare con le altre aree dell’ASL) come cambia la mission e le attività del DipPrev, con particolare attenzione alla BPCO e asma?
16/04/2015
11
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
1
C) STRUMENTO: ATELIER FEDERSANITÀ-ANCI
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
2
l’Atelier Federsanità-ANCI
cos’è gli obiettivi
� una modalità di lavoro «artigianale» su temi ancora poco esplorati nel panorama scientifico, focalizzando la propria attenzione sugli aspetti di tipo organizzativo-gestionali, nonché economico-finanziari con particolare attenzione alle possibili risposte organizzative e gestionali della ASL o AO
� in linea di principio, la metodologia adottata è di approfondire e confrontare le esperienze maturate all’interno delle ASL/AO, associata ad una specifica ricerca sulle determinanti e sulle caratteristiche del tema in oggetto per giungere a una serie di suggerimenti e stimoli sul piano organizzativo e gestionale
� sistematizzare il tema in oggetto, comprendendo le differenti realtà all’interno del SSN (eventualmente anche internazionali)
� sulla base delle esperienze aziendali, su quanto approfondito a livello teorico, vengono proposte chiavi di lettura dei differenti processi, formulando proposte, valutazioni, ed indicazioni emergenti
16/04/2015
12
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
3
D) ORGANIZZAZIONE
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
4
Atelier Federsanità-ANCI «prevenzione»: organizzazione
(1) comitato tecnico-scientifico [CTS]
• obiettivo: indirizzare l’attività di ricerca, nonché valutare i risultati, e formulare eventuali proposte
• attività: verifica l’evoluzione dello studio; esamina e offre una risposta ad alcune problematiche metodologiche e/o operative; formula proposte strategiche sul tema; partecipa alla presentazione dei risultati
(2) gruppo di lavoro [GdL]
• obiettivo: sviluppare l’attività di approfondimento e ricerca sulle basi delle indicazioni del comitato tecnico scientifico
• attività: svolge l’indagine in oggetto, seguendo le indicazioni del comitato-tecnico scientifico; produce il report finale; elabora una serie di proposte operative
(3) comitato degli stakeholder [CSH]
• obiettivo: interagire con il CTS e il GdL al fine di scambiare esperienze, problematicità e suggerire approcci e soluzioni adottate (in Italia o in altri Paesi)
• attività: propone al CTS alcune linee di indirizzo; con il GdL fornisce supporto informativo all’attività del CTS
sono previsti
16/04/2015
13
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
5
comitato tecnico scientifico [CTS]
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
6
composizione del CTS (proposta)
• presidente di Federsanità-ANCI (o vicepresidente vicario per la sanità)
• coordinatore del gruppo di lavoro (DG ASL/AO associata a Federsanità-ANCI)
• vicepresidente o coordinatore per le politiche socialiFedersanità-ANCI
• SItI
• FIMMG/SIMG
• AIMAR
• SIMER
Società scientifiche
• AGENAS
• Ministero della Salute
• Conferenza delle Regioni
• Istituto Superiore di Sanità
Istituzioni
• esperto in modelli istituzionali e gestionali in sanità
• CittadinanzAttivaAltri
16/04/2015
14
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
7
attività del CTS
ne
lla
fa
se d
i im
po
sta
zio
ne 1 INCONTRO
DA TENERSI ALL’AVVIO DELL’ATELIER
analisi del quadro generale
individuazione dei punti di forza e di debolezza delle diverse realtà
definizione di eventuali e/o possibili tesi da confutare
ne
lla
fa
se i
nte
rme
dia 2 INCONTRO
DA TENERSI A CIRCA 6/8 MESI DALLA PRECEDENTE RIUNIONE
approfondimento e discussione delle tematiche emerse
analisi dei primi risultati emergenti
ne
lla
fa
se f
ina
le 3 INCONTRO
DA TENERSI ALLA CONSEGNA DA PARTE DEL GRUPPO DI LAVORO DEI RISULTATI FINALI
valutazione dei risultati, delle indicazioni emergenti
formulazione di possibili proposte strategiche
definizione delle modalità comunicative
ovviamente, il comitato tecnico-scientifico può chiedere ulteriori incontri
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
8
gruppo di lavoro [GdL]
16/04/2015
15
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 2
9
composizione del GdL
COMPONENTI (proposti)� Federsanità-ANCI
� coordinatore del gruppo di lavoro (Desideri – ASL Arezzo)� centro studi Federsanità-ANCI (Terranova, Battaglia, Bernardini, Busacca, Svendsen)� componenti tecnostruttura (Di Natale, Bettanini, Fonda, Bonacci)� rappresentanti ASL (4)
� Società scientifiche [su indicazione dei presidenti]
� AGENAS [su indicazione del direttore]
� Ministero della Salute [su indicazione del direttore del dipartimento]
� Conferenza delle Regioni [su indicazione del coordinatore degli Assessori alla salute]
� Istituto Superiore di Sanità [su indicazione del direttore generale]
� Esperto in modelli istituzionali e gestionali in sanità
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
0
attività del GdL
COORDINAMENTOIl gruppo di lavoro (GdL) sarà coordinato da Desideri (vicepresidente vicario di Federsanità-ANCI; DG ASL Arezzo) col supporto del Centro Studi (che svolgerà un coordinamento scientifico)
ATTIVITA’imposta l’attività di ricerca e di mappatura dei modelli organizzativi; stende delle schede sulle attività svolte dai DipPrev; predispone e somministra un questionario; si consulta con esperti, con rappresentanti di ASL, con rappresentanti regionali e di Agenzie regionali, con rappresentanti di associazioni; elabora il Libro Verde; produce la bozza del report finale (Libro Bianco); elabora una serie di proposte operative; organizza gli eventi pubblici previsti; …
16/04/2015
16
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
1
comitato degli stakeholder [CSH]
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
2
composizione del CSH, relazioni finanziarie con l’Atelier
Federsanità-ANCI e attività
COMPONENTIAziende aderenti al progetto
RELAZIONI FINANZIARIE CON L’ATELIER FEDERSANITA’-ANCI
Il contributo si qualificherà come grant non condizionato
ATTIVITA’ DEL CHS
I componenti del CHS sono invitati a partecipare agli incontri del CTS, potendo formulare suggerimenti e considerazioni.
Gli stessi componenti possono nei confronti del GdL integrare i lavori con documenti, aggiungere informazioni, formulare ipotesi di lavoro, facilitare le relazioni con alcuni attori.
Sono previste riunioni trimestrali fra CHS e il GdL per l’aggiornamento dello stato delle attività
Parteciperà attivamente alla definizione delle modalità operative degli eventi pubblici
Appare rilevante e importante, indipendentemente dalla forma di collaborazione assunta, la
collaborazione attiva delle aziende facenti parte del CHS in termini di scambio di know-how tecnico e
relazionale
16/04/2015
17
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
3
E) FASI E SVILUPPO DELLE ATTIVITÀ
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
4
fasi e attività: metodologia
� sono previste 4 fasi, ciascuna delle quali prevede:� una serie di attività� alcuni output
� le fasi previste sono:� fase dell’organizzazione del progetto (fase 1 - organizzazione)� fase della raccolta delle informazioni e di conoscenza delle diverse tematiche
sulla prevenzione (fase 2 - conoscenza)� fase dello sviluppo dello studio, dell’elaborazione dei risultati, e di sintesi delle
proposte (fase 3 - elaborazione)� fase di presentazione dei risultati (fase 4 - output)
lo sviluppo dell’Atelier Federsanità-ANCI si articola in: • fasi (ossia precisi momenti del percorso scientifico svolto all’interno
dell’Atelier) e • attività (ossia un insieme di azioni che si caratterizzano per ogni fase)
16/04/2015
18
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
5
fasi del progetto
fase
1 (
org
aniz
zazi
on
e)
organizzazione CTS
definizione: (i) obiettivi finali; (ii) intermedi, (iii) tempistica
fissazione modalità di relazione operativa con il CSH
individuazione modalità di comunicazione interna e esterna dell’attività dell’Atelier
organizzazione GdL
fase
2 (
con
osc
en
za)
analisi modelli istituzionali relativi alla prevenzione
mappatura delle caratteristiche generali e peculiari dei DipPrev
approfondimento delle modalità organizzative-gestionali dei dipartimenti e delle strategie di prevenzione (interviste e questionari)
Libro Verde
fase
3 (
ela
bo
razi
on
e)
analisi convergenze o divergenze nei processi tecnici, organizzativi, economici e politici
approfondimento fattori che determinano tali convergenze o divergenze
analisi convergenze o divergenze nei processi tecnici, organizzativi, economici e politici, focalizzandosi sulle malattie respiratorie
costo paziente come un primo passo verso i costi standard
sensibilizzazione sociale sul tema delle malattie respiratorie
Libro Bianco
fase
4 (
ou
tpu
t)
eventi convegnistici
presentazioni istituzionali
eventi seminariali
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
6
fase 1
[dell’organizzazione del progetto]
16/04/2015
19
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
7
obiettivi generali
� predisposizione del progetto operativo
� organizzazione delle attività, delle azioni, nonché fissazione dei «prodotti finali» (e come renderli pubblici)
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
8
azioni
organizzazione CTS
• attività di presentazione dell’Atelier ai componenti da coinvolgere nella CTS
• formalizzazione della CTS
definizione obiettivi finali, intermedi e
tempistica
• analisi elementi preliminari
• confronto sugli obiettivi comuni
• definizione degli indicatori di misurazione di risultato
• individuazione delle realtà da approfondire
• fissazione della tempistica
• definizione degli output finali in relazione agli obiettivi
fissazione delle relazioni con la CSH
• analisi diverse esperienze
• posizione delle singole aziende aderenti al progetto
• definizione di una serie di «regole di buone relazioni»
comunicazione interna e esterna
• fissazione, sulla base dei target, delle forme di comunicazione intermedia e finale
• elementi da comunicare all’esterno e all’interno (di Federsanità-ANCI)
• focalizzazione dei principali messaggi (che verranno successivamente verificati) da trasmettere
organizzazione del GdL
• costituzione del gruppo di lavoro
• stesura del programma di lavoro
• valutazione delle realtà da approfondire
16/04/2015
20
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 3
9
output
comunicazione (informazione) del progetto (da valutare se tenere durante o in conclusione di questa fase)
• alle aziende associate a Federsanità-ANCI
• alle Conferenze dei Sindaci associate
• ai mass media
• sito Federsanità-ANCI
fissazione degli obiettivi e della tempistica
individuazione ASL che partecipano nel GdL dell’Atelier (attività in collaborazione con CSH) e ASL cui somministrare il questionario
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
0
fase 2
[della conoscenza]
16/04/2015
21
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
1
obiettivi
� acquisizione di elementi per lo studio e loro conoscenza critica (fotografia dell’attuale)
� declinazione delle attività dei DipPrev per le patologie respiratorie
� stesura del Libro Verde
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
2
output
Libro Verde
• obiettivi: (i) offrire una fotografia del quadro attuale su alcuni aspetti organizzativi e finanziari dei DipPrev; (ii) individuare le aree di maggiore criticità [approccio descrittivo]
• da valutare: se tenere una conferenza stampa di presentazione del libro verde
• feedback: invio del libro verde ad alcuni stakeholder per valutazioni e suggerimenti
sito web Federsanità-ANCI
• obiettivo: dare informative sullo stato della ricerca
• metodo: pagina su sito Federsanità-ANCI
16/04/2015
22
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
3
possibile indice del Libro Verde
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
4
sviluppo e primo possibile indice del Libro Verde (1)
1. elementi per la comprensione dei modelli dei DipPrev e loro conoscenza critica (fotografia dell’attuale)
� modalità organizzative dei DipPrev� integrazione con altre aree dell’ASL (es. i
distretti, l’ospedaliera, …)� interazione e ruolo dei MMG� spesa regionale per la prevenzione, e
spesa dei DipPrev� relazioni con gli altri DipPrev regionali� cabine di regia� trattamento delle informazioni giunte ai
DipPrev con quelle provenienti da UE, MinSalute e Regione
� …
2. la prevenzione in altri Paesi europei (da sceglierne 2 o 3)
� peso della prevenzione e della promozione nelle strategie sanitarie
� elementi istituzionali (prevenzione come fattore all’interno dei gestori o da altri soggetti
� modelli organizzativi
3. attività dei DipPrev in funzione delle patologie respiratorie (asma e BPCO)
� fattori determinanti delle patologie respiratorie (asma e BPCO)
� relazione fra lo sviluppo di patologie di asma e BPCO e l’attività di prevenzione pubblica
� modelli organizzativi dei DipPrev e malattie respiratorie
16/04/2015
23
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
5
sviluppo e primo possibile indice del Libro Verde (2)
4. quadro socio-epidemiologico (tentativi per una profilazione del paziente)
� evoluzione dell’incidenza di pazienti colpiti da asma e BPCO
� gruppi a rischio (ieri e oggi)� mappatura dell’evoluzione di asma e
BPCO (in termini geografici e di tipologia di malattia)
5. contesto economico-finanziario� costi diretti e indiretti determinati dalle
patologie respiratorie al SSN� impatti su altri attori (Comuni e famiglie)
6. esperienze estere modelli organizzativi area prevenzione sulla BPCO e asma
� modelli organizzativi-gestionali� quadri epidemiologici� analisi dei costi� …
7. strategie di prevenzione possibili poste in essere dai DipPrev
� incremento del grado di percezione della prevenzione da parte della popolazione, dei pazienti, delle istituzioni
� strategie di sensibilizzazione sulla conoscenza di BPCO e asma e maggiore sensibilità alla rischiosità dei comportamenti nella popolazione generale
� alleanza con i distretti e la medicina generale per incrementare il ruolo attivo di questi nella prevenzione della BPCO e asma
� condivisione di progettualità sviluppate dal sistema dei Comuni, delle Scuole, dai Sindacati
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
6
fase 3
[dell’elaborazione]
16/04/2015
24
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
7
obiettivi
� formulare un Libro Bianco, che in prima approssimazionesviluppi:
1. analisi delle convergenze o divergenze nei processi tecnici, organizzativi, economici e politici nei DipPrev
2. approfondimento dei fattori che determinano tali convergenze o divergenze
3. analisi delle convergenze o divergenze nei processi tecnici, organizzativi, economici e politici, con un focus su asma e BPCO
4. costo paziente come un primo passo verso i costi standard5. sensibilizzazione sociale sul tema delle malattie respiratorie6. e verranno riportate alcune esperienze di ASL
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
8
fase 3 [dell’elaborazione]: output
Libro Bianco
• obiettivi: (i) focalizzare puntualmente la mission del DipPrev; (ii) costruire/sintetizzare indicatori di processo e di esito (e di impatto economico) per la valutazione dei DipPrev (sulla base degli obiettivi del DipPrev); (iii) individuare modelli o best practice che in termini di promozione della salute sono meritevoli di esser considerati benchmarking e replicabili; (iv) evidenziare le opportunità di alcune soluzioni, offrendo anche delle indicazioni pratiche per realizzare tali scelte; (v) individuare alcune strategie poste in essere per la prevenzione da BPCO e asma
sito web Federsanità-ANCI
• obiettivo: aggiornamento della ricerca
• metodo: pagina su sito Federsanità-ANCI
16/04/2015
25
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 4
9
possibile indice del Libro Bianco
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
0
1. analisi delle convergenze o divergenze nei processi tecnici,
organizzativi, economici e politici nel contesto italiano
� risorse finanziarie� risorse circoscritte� eventuali differenze regionali nei
criteri di definizione delle risorse per la prevenzione
� …
� modelli organizzativi� ambiti di intervento� attività svolte dal DipPrev e attività
svolte da altre aree ma sempre di carattere preventivo (coordinamento, cabina di regia)
� relazioni con la medicina generale� ruolo attribuito al territorio dal
DipPrev� …
� dati e profilazione dei pazienti (fonti e relazioni con altri attori)
� significatività delle informazioni� fonti� gestione dei flussi informativi con
altri attori (Regione, INAIL, INPS, …)� migliore conoscenza dei pazienti� …
� personale� caratteristiche del personale� qualificazione del personale� …
� altre aree� …
16/04/2015
26
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
1
2. approfondimento dei fattori che determinano tali
convergenze o divergenze
� convergenze al fine di ottenere una maggiore omogeneità nel contesto italiano, sul lato de:� l’organizzazione
� individuare un processo di riduzione di eventuali variabilità organizzative
� la gestione� pianificazione di approcci gestionali per ottimizzare le attività dei DipPrev
� i protocolli� mirare a determinare alcuni protocolli nelle attività di prevenzione (svolte dal
DipPrev)
� …
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
2
3. analisi delle convergenze o divergenze nei processi tecnici,
organizzativi, economici e politici, con focus su asma e BPCO
� focus (controlli per patologie vs. controlli per aree)
� relazioni con altri attori all’interno della ASL� MMG e PLS� specialistica H e territoriale� altre aree aziendali
� ritorno con ASL
� presenza di eventuali analisi economiche o organizzative focalizzate sulla prevenzione di malattie respiratorie
16/04/2015
27
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
3
4. costo paziente come un primo passo verso i costi
standard
� quantificare alcuni costi di asma e BPCO e i margini di efficienza ottenibili� definire l’attuale livello del costo della malattia� ipotizzare eventuali interventi che modificano il costo delle due malattie� …
� avviare e implementare una sensibilizzazione sociale volte a impattare sulle cause delle malattie respiratori� enfatizzare la necessità della prevenzione nel contesto attuale� …
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
4
5. sensibilizzazione sociale sul tema delle malattie
respiratorie
� avviare e implementare una sensibilizzazione sociale volte a impattare sulle cause delle malattie respiratori� enfatizzare la necessità della prevenzione nel contesto attuale� …
16/04/2015
28
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
5
6. analisi dei casi aziendali
nel Libro Bianco saranno previsti dei box che approfondiscono alcuni casi aziendali
saranno condotte interviste in loco verranno approfondite problematiche specifiche e generali dei modelli di assistenza, di organizzazione dei DipPrev
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
6
fase 4
[output]
16/04/2015
29
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
7
output previsti
presentazione speciale dei contenuti del Libro Bianco per le Aziende del CSH (prima del convegno)
Libro Bianco
convegno nazionale
seminari regionali/macroregionali (n. 2)
pagina sito WEB Federsanità-ANCI
newsletter Federsanità-ANCI
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
8
presentazione in anteprima del Libro Bianco per le aziende
del CSH
� obiettivo� illustrare i contenuti del Libro Bianco con discussione� condividere alcuni messaggi da veicolare in occasione
del convegno (e dei seminari)
� target� rappresentanti delle aziende del CSH
� sede� Roma
16/04/2015
30
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 5
9
Libro Bianco
� obiettivo� offrire indicazioni attive per i progetti di convergenza
� target� corpo sanitario� istituzioni del SSN preposte alla programmazione� direzioni strategiche del SSN
� pubblicazione� volume con ISBN� stampato nella collana Federsanità-ANCI� distribuzione
� copie distribuite a rappresentanti istituzionali� copie distribuite agli eventi
Per ciascuna azienda del CSH• disponibilità di 200
copie del volume (numero negoziabile)
• logo aziendale in 4° di copertina e a pag. 3
• 1 pagina del Libro Bianco da redarresulle «ragioni della partecipazione»
• indicazione dei nominativi del/dei componenti nel CSH
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
0
convegno
� obiettivo� riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e del
management sanitario il tema della prevenzione come strumento di razionalizzazione degli interventi
� target� rappresentanti istituzionali� responsabili sanità di Regioni e a livello nazionale� management aziendale� mass media
� elementi per il convegno� ½ giornata� da tenersi a Roma, in una sede istituzionale� intervento rappresentante CSH� video convegno disponibile sul sito internet di Federsanità-ANCI� confrontare i modelli organizzativi di alcune realtà al fine di
focalizzare punti di forza e punti di debolezza, valutandone l’eventuale trasferibilità ad altre realtà
Per ciascuna azienda del CSH• logo aziendale nella
vela della presentazione e nel programma
• possibilità di distribuzione di materiale aziendale nella sala ove ci si registra
• nella 1° slide di tutte le presentazione titolo presentazione con logo
16/04/2015
31
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
1
seminari macroregionali o regionali
� obiettivo� discutere e approfondire eventuali differenze all’interno di una
macroregione� sollecitare uno scambio di modelli organizzativi intraregionali
� target� management aziendale� responsabili sanità di Regioni� pazienti� singoli medici
� elementi per il convegno� ½ giornata� intervento rappresentante CSH� video convegno disponibile sul sito internet di Federsanità-ANCI� confrontare i modelli organizzativi di alcune realtà al fine di
focalizzare punti di forza e punti di debolezza, valutandone l’eventuale trasferibilità ad altre realtà
Per ciascuna azienda del CSH• logo aziendale nella
vela della presentazione e nel programma
• possibilità di distribuzione di materiale aziendale nella sala ove ci si registra
• nella 1° slide di tutte le presentazione titolo presentazione con logo
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
2
pagina sito WEB di Federsanità-ANCI
newsletter Federsanità-ANCI
� obiettivi� rendere noti i risultati del Libro Bianco� tenere informati delle attività, delle iniziative
dell’Atelier, nonché delle proposte e/o implicite idee emerse
� target� corpo sanitario� associazioni pazienti, sindacali, professionali, …� management aziendale
� diverse� possibilità di scaricare dal sito il Libro Bianco� possibilità che la medesima pagina possa essere sui siti
delle aziende partecipanti al progetto
Per ciascuna azienda del CSH• nelle pagine dedicate
all’attività dell’Atelier indicazione dell’azienda con logo
• uno spazio con indicazione dei nominativi del/dei componenti nel CSH
• possibilità di condividere le pagine dedicate all’attività dell’Atelier nei siti delle aziende del CSH
16/04/2015
32
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
3
G) TIMING
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
4
fasi del progetto
fase 1
• dell’organizzazione
• 2 mesi dalla sottoscrizione del contratto
fase 2
• della conoscenza
• 7 mesi dalla conclusione della fase 1
fase 3
• dell’elaborazione
• 3 mesi dalla conclusione della fase 2
fase 4
• degli output
• 3 mesi dalla conclusione della fase 3 [se previsti tutti gli eventi]
16/04/2015
33
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
5
H) PROPOSTA CONTRATTUALE
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
6
budget
vedi scheda allegata
16/04/2015
34
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
7
contratto
� Federsanità-ANCI servizi Srl (società strumentale di Federsanità-ANCI) come parte contraente con le singole aziende partecipanti al progetto� pagamento 25% alla firma del contratto� pagamento 25% alla consegna report intermedio (consegna copia stampata
Libro Verde a aziende del CSH)� saldo alla conclusione ricerca e consegna report (consegna copia stampata
Libro Bianco a aziende del CSH)
� rappresentanti di Federsanità-ANCI si impegnano contrattualmente a partecipare agli eventi (convegno, seminario, …)
� presentazione come allegato al contratto
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
8
adesione
� le aziende entro il 14 aprile comunicano il proprio interesse alla partecipazione all’Atelier «prevenzione» � allegata a questa comunicazione vi è un impegno preliminare fondato su una
previsione di spesa di € 25.000 per azienda partecipante per 15 mesi dall’avvio delle attività (dal 1 giugno o dal 15 giugno 2015)
� Federsanità-ANCI risponderà con una comunicazione ufficiale alle aziende partecipanti entro il 17 aprile indicando esattamente l’importo di adesione
� ogni azienda aderente fornirà a Federsanità-ANCI una propria bozza standard di contratto che sarà discussa e regolata fra gli uffici legali dell’azienda e quelli di Federsanità-ANCI
16/04/2015
35
Ce
ntro
Stu
di
slid
e 6
9
contatti
� coordinamento scientifico� Lorenzo Terranova –
[email protected]� Rosanna Di Natale –
� coordinamento atelier� Enrico Desideri –
� direttore generale Federsanità-ANCI� Enzo Chilelli –
� direttore amministrativo Federsanità-ANCI� Eleonora Valeri –
� coordinamento Comitato Tecnico Scientifico� Angelo Lino Del Favero –
� comunicazione� Raffaella Fonda –
� supporto allo staff� Carlotta Bettanini –
� contatti� 06.6992.4419 (telefono)� 06.6992.4540 (telefono)� 06.6050.7032 (fax)� [email protected] (mail)