prevenzione e segnalazione della crisi d'impresa: principio di revisione 570 e analisi di...
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Le slides evidenziano i sintomi e le cause della crisi d'impresa. Tale documento è utile per i membri del collegio sindacale e altresì consulenti e imprenditori che vogliano cogliere il nascere o l'evoluzione dell'eventuale crisi d'impresa prima che si arrivi alla fase di dissesto. Slides presentate al convegno di Brescia l'11 aprile 2014 promosso dall'ODCEC di Brescia.TRANSCRIPT
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Giorgio Gentili - www.networkprofessionale.com Brescia 11 aprile 2014
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Le cause della crisi
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Le cause della crisi
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3 In relazione alle origini, è possibile distinguere le seguenti tipologie di declino e di crisi
situazioni di crisi a matrice esterna
situazioni di crisi a matrice interna
in essa, l’influenza dei fattori non controllabili dal vertice aziendale è dominante.
la causa determinate è rappresentata da errori strategici ed organizzativi del vertice aziendale
crisi economiche: calo della domanda, incremento della disoccupazione, aumento del prezzo delle materie prime; crisi ecologiche: esplosione di una centrale nucleare , riversamento di petrolio nel mare; crisi catastrofiche: terremoto, tzunami, inondazione
errore strategico: errata definizione del mix di portafoglio degli investimenti; crisi di posizionamento: errori nella scelta dei segmenti o delle nicchie di mercato; crisi dimensionali: sottodimensionamento o sovradimensionamento crisi da inefficienze: squilibrio tra costi sostenuti e risultati ottenuti
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Le cause alla base della crisi
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A seconda dell’origine dello squilibrio, si possono distinguere squilibri che nascono dal conto economico (economici) rispetto a quelli che derivano dallo stock di debito (finanziari);
In realtà essi sono sempre collegati, dal momento che, nel tempo, uno squilibrio economico genera debiti, i quali aumenteranno gli oneri finanziari, i quali ingrandiranno le perdite, che creeranno ulteriori debiti, ecc. seguendo un effetto a catena;
In presenza di entrambi gli squilibri, si può parlare di crisi mista. Ogni crisi, a un certo livello, rischia di diventare mista;
Gli squilibri di tipo economico tendono ad essere più difficili da curare rispetto a quelli di tipo finanziario.
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SQUILIBRI ECONOMICI E FINANZIARI •Squilibri di natura economica:
1) Problemi Prodotto-Mercato-Tecnologia; 2) Aumento costi variabili; 3) Aumento costi di struttura; 4) Perdite di natura straordinaria.
•Squilibri di natura finanziaria:
1) Sottocapitalizzazione; 2) Eccessivi investimenti finanziati con debito; 3) Eccessivo peso del capitale circolante; 4) Altre cause, operazioni straordinarie, ecc.
L’aumento del debito incrementa gli oneri finanziari. L’aumento degli oneri finanziari incrementa lo squilibrio reddituale e le perdite.
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PRODOTTO-MERCATO-TECNOLOGIA
Gli squilibri economici derivano molto spesso da errori nell’interpretazione di uno di questi tre fattori:
• Superato • troppo costoso Prodotto:
• Maturo • alti costi di trasporto; • andamento della valuta delle vendite.
Mercato:
• Costosa • obsoleta • inquinante o fuori norma
Tecnologia:
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AUMENTO COSTI VARIABILI
• Tipicamente per i mercati ciclici, i margini delle imprese dipendono dall’andamento dei prezzi delle materie prime sottostanti: • petrolio (ed energia in generale), acciaio (ed altri metalli), carta,
grano (ed altri generi alimentari), ecc. ;
• L’aumento dei prezzi delle materie prime, se non viene immediatamente trasferito dal consumatore più a valle (o finale), può generare un sensibile abbassamento dei margini;
• Così come per le vendite, anche per gli acquisti l’andamento di una valuta di riferimento può condizionare sensibilmente i margini.
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AUMENTO COSTI STRUTTURA
• La diminuzione dei margini di contribuzione ha come effetto non secondario quello di aumentare il livello dei costi fissi aziendali, se non vengono prese immediatamente delle contromisure;
• Poiché i costi fissi sono composti principalmente da capitale e lavoro, uno dei primi interventi è il ricorso alla cassa integrazione (CIG) od ai contratti di solidarietà;
• Più difficile è il ricorso alla chiusura completa o alla dismissione di uno stabilimento o di un ramo d’azienda.
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PERDITE STRAORDINARIE
Risultati negativi possono anche essere generati da avvenimenti di tipo straordinario, quali:
• Insolvenza di un cliente chiave (da valutare se straordinario);
• Cause intentate da clienti, dipendenti, terzi in generale o accertamenti fiscali;
• Distruzioni derivanti da incendi e furti non coperti da assicurazione;
• Scioperi, ecc.
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SOTTOCAPITALIZZAZIONE
• La sottocapitalizzazione è uno degli elementi tipici della struttura finanziaria delle PMI;
• È evidente che più alta è la patrimonializzazione delle imprese più bassa sarà, a parità di altri fattori, il rischio di insolvenze e di fallimenti;
• Tuttavia la capitalizzazione varia molto dal settore e dal momento contingente;
• Se raffrontata ad altri paesi europei il livello di patrimonializzazione in Italia è effettivamente uno dei più bassi.
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ECCESSIVI INVESTIMENTI A DEBITO
• L’azienda è possibile che “faccia il passo più lungo della gamba” e compia investimenti troppo onerosi e/o con rendimenti molto bassi o nulli;
• Non solo con riferimento a immobili, impianti, ecc. ma anche in relazione all’acquisto di altre aziende, di intangibili, ecc.;
• L’investimento diviene pessimo se finanziato interamente a debito, aumentando la leva finanziaria e i relativi oneri;
• L’eventuale svalutazione da recepire in bilancio potrebbe annullare o diminuire fortemente il patrimonio netto, superando i limiti dell’art. 2446 – 2447 c.c..
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ECCESSIVO PESO DEL CIRCOLANTE
• Il Capitale Circolante è formato da crediti commerciali, scorte e debiti commerciali;
• Il Capitale Circolante si comporta esattamente come spugna in quanto: • In presenza di fasi di crescita tende ad assorbire liquidità, in
quanto normalmente l’aumento dei crediti commerciali e del magazzino non sarà controbilanciato da un pari aumento dei debiti commerciali;
• In presenza di fasi recessive e di crisi tende a restituire liquidità, per il calo dei crediti e del magazzino, ma subentrano altri pericolosi fattori, soprattutto se il periodo tra crescita e crisi è assai breve.
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I sintomi della crisi
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I sintomi
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La crisi presenta dei sintomi di
gravità crescente che si
autoalimentano
Saturazione delle linee di credito
Episodiche irregolarità pagamenti forniture
Frequenti Sconfina -menti di
fido
Strutturali irregolarità pagamenti forniture
Revoche fido e
richieste di rientro
Irregolarità pagamenti
erario e dipendenti
Dichiarazione
insolvenza
Segnalazio – ne soffe - renza in CR
Azioni ingiuntive
ed esecutive
ignorarli porta ad un loro
inesorabile aggravamento
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Correttezza del presupposto della continuità aziendale
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Il principio di revisione n. 570 evidenzia alcuni esempi di situazioni che possono comportare rischi per l’impresa: possono far sorgere significativi dubbi riguardo il presupposto della continuità
aziendale:
Analisi del presupposto
della continuità
aziendale
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Indicatori finanziari (1) 16
deficit patrimoniale o capitale circolante negativo
prestiti a scadenza fissa e prossimi alla scadenza senza che vi siano prospettive di rinnovo o di rimborso
eccessiva dipendenza da prestiti a breve termine per finanziare
attività a lungo termine;
indicazioni di cessazione del sostegno finanziario da parte dei finanziatori e altri creditori;
bilanci storici o prospettici che mostrano cash flow negativi;
principali indici economico-finanziari negativi;
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Indicatori finanziari (2) 17
consistenti perdite di esercizio
mancanza o discontinuità nella distribuzione dei dividendi
impossibilità di saldare i debiti ed incassare crediti alla scadenza
difficoltà nel rispettare le clausole contrattuali dei prestiti
cambiamento di atteggiamento dei fornitori con richiesta di “pagamento alla consegna”
incapacità di ottenere finanziamenti per investimenti
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Indicatori gestionali 18
Dimissioni dei Consiglieri e dei Sindaci
Perdita di dirigenti senza riuscire a sostituirli
Perdita di
• mercati fondamentali,
• franchising,
• concessioni,
• fornitori importanti
Difficoltà nell’organico del personale
Scarsità di approvvigionamenti fondamentali
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Altri indicatori 19
capitale ridotto al di sotto dei limiti legali
contenziosi legali e fiscali
• che, in caso di soccombenza, potrebbero comportare obblighi di risarcimento che l’impresa non è in grado di rispettare
modifiche legislative o politiche governative dalle quali si attendono effetti sfavorevoli all’impresa
• Sopravvenuta mancanza dei requisiti per il mantenimento delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento attività sociale
prevalente.
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P R O F I L I I N T R O D U T T I V I
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Analisi di bilancio
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Indici di bilancio
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Ad esempio, attraverso l’utilizzo di indici, confrontare:
valori omogenei appartenenti alla medesima azienda (esercizi precedenti),
oppure con le medie di settore ed i best performers di un gruppo omogeneo di aziende (stesso codice di attività , stessa
classe di fatturato)
L’obiettivo di un’analisi di bilancio per indici è quello di fornire al lettore delle indicazioni (campanelli d’allarme) circa lo stato
di salute dell’impresa, valutando le performance delle diverse aree aziendali nello spazio e nel tempo.
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Indici di bilancio (2)
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L’analisi per indici si basa su di un processo logico/cronologico fatto di 4 momenti:
• Individuazione degli indicatori significativi
• Riclassificazione dello stato patrimoniale e del conto economico
• Calcolo indicatori prescelti
• Interpretazione degli indici
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Analisi dei margini: Margine operativo lordo (EBITDA)
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L’EBITDA è un indicatore di reddittività
evidenzia il reddito d’azienda basato
esclusivamente sulla gestione caratteristica
Valore Aggiunto − Costo del lavoro = Margine operativo lordo (EBITDA)
Attraverso il suo utilizzo si evitano le distorsioni relative alla struttura finanziaria aziendale e si evita di considerare i costi
non monetari.
fornisce una indicazione dell’incidenza percentuale del margine operativo sui ricavi aziendali
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Effetto forbice
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Esso deriva dall’analisi della dinamica dei costi e dei ricavi in un intervallo temporale predefinito. I movimenti della
“forbice” possono essere divergenti o convergenti:
Il tasso di crescita dei costi è superiore alla crescita dei ricavi. Rischio di situazione di dissesto
Tasso di crescita dei ricavi che eccede quello dei costi, generando un’area degli utili progressivamente crescente. Situazione ottimale.
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Analisi degli investimenti: Stato attuale delle immobilizzazioni tecniche
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Per l'analisi dello stato attuale delle immobilizzazioni tecniche si può utilizzare questo indicatore:
Un valore molto basso dell'indice indica che le immobilizzazioni sono piuttosto obsolete Al contrario, un rapporto elevato indica la presenza di immobilizzazioni di recente acquisizione e dunque in piena efficienza operativa.
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Incidenza del capitale circolante netto commerciale
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Due tipologie di investimenti in cui un’azienda impiega le proprie risorse
capitale circolante commerciale immobilizzazioni tecniche
Se l'incidenza del CCNC è pari al 20%, significa che il 20% del giro d'affari annuo prodotto dall'azienda è «congelato» in rimanenze e crediti verso clienti.
Tanto maggiore è l'incidenza del CCNC tanto più elevato è il fabbisogno finanziario che l’azienda deve coprire mobilizzando risorse finanziarie di natura esterna.
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Indici di durata del capitale circolante
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Il tempo medio d’incasso ci informa su quanto tempo intercorre in media dalla vendita all’incasso, facendo così luce sulla capacità dell’azienda di riscuotere i crediti.
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Indici di durata del capitale circolante
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L’indice costituisce un buon indicatore:
sia della competitività sia del fabbisogno finanziario
Competitività Un elevato tempo medio d’incasso, per esempio, può essere il risultato:
di un limitato potere contrattuale nei confronti dei clienti;
di una scarsa solidità dei clienti.
Fabbisogno finanziario Un aumento della durata dei crediti, a parità di altre condizioni, determina un maggior investimento di capitale circolante e quindi un più elevato fabbisogno finanziario, che a sua volta genera maggiori oneri di natura finanziaria (interessi)
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Indici di durata del capitale circolante
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Anche questo indice fornisce informazioni: sulla competitività ( da un’idea sul potere contrattuale nei confronti dei fornitori) sul fabbisogno finanziario (valori in aumento, a parità di altre condizioni, segnalano un minor investimento di capitale circolante, e in ultima istanza, minor fabbisogni finanziari)
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Indici di durata del capitale circolante
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Efficienza produttiva: Un’elevata rotazione delle materie prime e dei semilavorati in magazzino è frutto di
un buon coordinamento tra la gestione degli acquisti e la
produzione
Efficienza dell’attività
commerciale
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Indici di durata del capitale circolante
• Per chiudere l’analisi è utile calcolare il ciclo del circolante.
Indica il numero di giorni che
intercorrono in media tra il momento in cui vengono pagati i fornitori e quello in cui vengono incassati i crediti da clienti per la vendita di prodotti.
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Analisi dei finanziamenti Posizione finanziaria netta
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Individua l’indebitamento aziendale. Viene espressa dunque, come totale dei debiti finanziari, sia a breve sia a lungo
termine, al netto della cassa e delle attività finanziarie in portafoglio e facilmente
liquidabili
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Posizione finanziaria netta (2)
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Posizione finanziaria netta
negativa
Debiti finanziari a medio-lungo termine
Debiti finanziari a breve termine
Liquidità immediate
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Posizione finanziaria netta (3)
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Strumento di valutazione delle performance aziendali confrontandolo con altri indicatori
(MOL, fatturato, patrimonio)
Permette di esprimere
-livello di indebitamento della società (ove considerato isolatamente);
- la solidità della struttura patrimoniale (quando viene rapportato ai mezzi propri);
- capacità di restituzione dei debiti (quando rapportato al fatturato)
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L’equilibrio finanziario di medio periodo
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L’equilibrio finanziario di medio periodo (2)
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Brescia 11 aprile 2014
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
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GIORGIO GENTILI Senior Partner del Networkprofessionale si occupa prevalentemente di revisione contabile, compliance aziendale (ex D.Lgs. n. 231/01), due diligence, perizie contabili, bilanci straordinari, M&A, consulenza societaria, consulenza in materia di cooperative ed enti non profit. Dottore commercialista e revisore legale dei conti è membro del Collegio sindacale di enti e di Organismi di Vigilanza ex D.Lgs. n.231/01. Su incarico del Ministero dello Sviluppo Economico è Commissario liquidatore di alcune cooperative. È inoltre Revisore legale dei conti di società di capitali e cooperative. Coordinatore del quotidiano di informazionie onlinewww.larevisionelegale.it di FISCOeTASSE. È autore per IPSOA editore, Maggioli editore e Sistemi Editoriali Esselibri, di pubblicazioni in materia societaria, fiscale, compliance aziendale e revisione contabile e scrive sulle principali riviste specializzate. E-mail: [email protected] Linkedin: Giorgio Gentili
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