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1 CENTRO STUDI E RICECHE Azienda Speciale della Camera di Commercio di Livorno Primo rapporto sul fabbisogno delle imprese rispetto all’offerta formativa scolastica della provincia di Pisa 2010

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CENTRO STUDI E RICECHE

Azienda Speciale della Camera di Commercio di Livorno

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2010

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Pisa – Scuola chiama Impresa 1° rapporto sul fabbisogno delle imprese rispetto a l’offerta formativa scolastica della provincia di Pisa Ricerca commissionata da: Unioncamere Toscana Realizzata da: Centro Studi e Ricerche, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Livorno Coordinamento: Silvia Piccini Testo a cura di: Federico Doretti Elaborazioni a cura di: Federico Doretti La presente ricerca rientra nell’ambito delle iniziative previste dal progetto “Laboratori territoriali per il raccordo tra domanda e offerta di formazione e lavoro” a valere sul Fondo nazionale di perequazione 2006 Distribuzione cd rom: gratuita Il rapporto è disponibile su internet nei siti: www.tos.camcom.it; www.centrostudilivorno.it Ultimo aggiornamento: 14/07/2010 Ringraziamenti Si ringrazia:

• L’Osservatorio Scolastico della Regione Toscana, l’Osservatorio Scolastico della Provincia di Pisa ed in particolare nonché il Dr. Simone Mancini.

• Il Centro di Impiego di Pisa.

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PREMESSA La letteratura economica ci insegna che esiste una disoccupazione frizionale costantemente

presente nel mercato del lavoro e che essa è nell’ordine naturale delle cose in quanto sempre ci saranno persone, in particolare giovani (es. studenti appena diplomati o laureati ecc.), alla ricerca di un’occupazione, sia essa dipendente oppure autonoma. Ciò premesso, l’efficienza del mercato del lavoro si gioca sia sui tempi necessari all’incontro tra domanda e offerta, sia sulla possibilità di un reciproco soddisfacimento da un punto di vista qualitativo.

Il presente rapporto ha lo scopo di indagare se l’offerta formativa scolastica della provincia di Pisa risulta in linea con le necessità del mondo imprenditoriale ed in che misura l’offerta di lavoro dei residenti sia in grado di soddisfare, quantitativamente e qualitativamente, il fabbisogno di professionalità del tessuto produttivo locale.

In particolare si è cercato di capire se esiste una parte dell’offerta formativa scolastica che non offre sbocchi sul mercato dl lavoro o che, comunque, sembra non creare alcun valore aggiunto alla formazione professionale dei residenti e se, dall’altra parte, le difficoltà di reperimento del personale dichiarate dalle imprese nell’ambito del Sistema Informativo Excelsior1 dipendono dalla mancanza di indirizzi formativi specifici sul territorio o, piuttosto, dall’assenza di determinate altre caratteristiche in capo all’offerta.

L’obiettivo di questo tipo di informazione è quella di favorire la conoscenza del mercato del lavoro nella sua globalità per consentire ai lavoratori di domani di orientare in modo più consapevole ed efficace la propria offerta di lavoro, ma anche, fornire alle Istituzioni informazioni utili a porre in essere politiche coerenti di sostegno all’economia, alla formazione ed all’occupazione.

Nel primo capitolo si è provveduto a presentare un quadro generale della provincia di Pisa attraverso l’analisi dei principali indicatori della struttura demografica, economica e produttiva.

Nel secondo capitolo sono stati illustrati alcuni caratteri generali della domanda di lavoro provinciale, in particolare, è stata analizzata la distribuzione del fabbisogno di figure professionali per settori di attività, categorie professionali e titoli di studio.

Il terzo capitolo presenta una prima ipotesi di incrocio domanda/offerta di lavoro per titolo di studio e indirizzi connessi. I titoli presi in esame sono i seguenti: Licenza media, Qualifica professionale regionale, Istruzione professionale e tecnica (3-4 anni), Diploma, Titolo universitario (diploma universitario, diploma di laurea, diploma di specializzazione e dottorato di ricerca). L’incrocio è stato realizzato prendendo a riferimento la domanda complessiva espressa dalle imprese e l’offerta scolastica provinciale relativa ai residenti. Il confronto è basato sia su valori assoluti che su indicatori.

Il quarto capitolo ha indagato in modo specifico il rapporto tra domanda e offerta di lavoro relativa a candidati con nessuna o generica (o non richiesta) esperienza nel settore di attività). Anche in questo caso l’analisi è stata svolta per titolo di studio e relativi indirizzi connessi.

Nel quinto capitolo si è proposto, invece, un incrocio tra domanda delle imprese e offerta generata dagli iscritti alle liste di disoccupazione per titolo di studio.

Con il sesto capitolo, infine, si è cercato di fare il punto della situazione provinciale, esponendo alcune valutazioni su quanto emerso nel corso dell’analisi presentata nei capitoli precedenti.

1 Vedi Nota metodologica.

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Indice

Nota metodologica ............................................................................................................................... 5 Cap. 1 – I principali indicatori della struttura demografica, economica e produttiva della provincia di Pisa ....................................................................................................................................................... 7 Cap. 2 – La domanda espressa dalle imprese .................................................................................... 13 Cap.3 - Incrocio domanda/offerta di lavoro per titoli di studio ......................................................... 19 Par. 3.1. - Licenza media ................................................................................................................. 20 Par. 3.2 - Qualifiche professionali regionali .................................................................................... 21 Par. 3.3 - Istruzione professionale e tecnica (3-4 anni) .................................................................... 23 Par. 3.4 - Diploma (5 anni) .............................................................................................................. 25 Par. 3.5 – I titoli universitari ............................................................................................................ 29

Cap. 4 - Incrocio domanda/offerta di lavoro relativa a candidati con esperienza generica o non richiesta nel settore di attività ............................................................................................................ 36

Cap. 5 – La domanda delle imprese ei lavoratori in stato di disoccupazione - Un incrocio domanda offerta allargato .................................................................................................................................. 40 Cap.6 – Considerazioni conclusive .................................................................................................... 41

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Nota metodologica

In generale, la domanda di lavoro è determinata da tre universi distinti: le imprese private, l’Amministrazione Pubblica e l’auto-imprenditorialità. Non avendo, tuttavia, a disposizione le informazioni necessarie relativamente alle ultime due componenti della domanda indicate, in questo lavoro si è dovuto limitare il contesto di riferimento della domanda alle imprese private.

Nello specifico la fonte dati utilizzata è il Sistema Informativo Excelsior - Unioncamere-Ministero del Lavoro2.

Il campo di osservazione relativo alla dodicesima rilevazione di Excelsior rimane immutato rispetto alle precedenti edizioni dell’indagine ed é rappresentato dall’universo delle imprese private iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio che, alla data del 31.12.2006, avevano almeno un dipendente, con l’esclusione:

- delle unità operative della pubblica amministrazione; - delle aziende pubbliche del settore sanitario (aziende ospedaliere, ASL, ecc.); - delle unità scolastiche dell’obbligo e delle medie superiori pubbliche; - delle unità universitarie pubbliche; - delle organizzazioni associative. Da tale insieme sono state escluse le imprese nel frattempo

cessate e nel contempo sono state inserite le imprese nate dopo il 31.12.2006, con particolare attenzione a quelle di grande dimensione o potenzialmente tali, suscettibili cioè di esprimere quote rilevanti di nuova occupazione.

Per le imprese con almeno 100 dipendenti è stato inoltre aggiornato l'universo di riferimento con le informazioni più recenti ricavate da diverse fonti informative (bilanci depositati presso le Camere di commercio, articoli tratti dalla stampa, siti internet, ecc..).

Pur non essendo tenute all’iscrizione nel Registro Imprese, sono state inoltre considerate ai fini dell’indagine le attività professionali per le quali esiste l’obbligo di iscrizione in Albi tenuti da Ordini o Collegi professionali. In genere si tratta di “studi professionali”, considerati nell’universo di riferimento se viene rilevata la presenza di almeno un dipendente.

Nel campo di osservazione del Progetto Excelsior rientrano, inoltre, le attività agricole o zootecniche, limitatamente alle imprese con almeno un dipendente medio nell’anno. Considerate le particolari caratteristiche del settore è stata effettuata una specifica indagine, simile nel processo di rilevazione e nella struttura a quella condotta sulle imprese private, ma finalizzata a cogliere talune peculiarità del settore agricolo. I dati relativi alle previsioni per l’anno 2009 sono contenuti in uno specifico volume.

Le unità di rilevazione e analisi considerate sono l’impresa e l’unità locale provinciale; quest’ultima, in realtà una variabile convenzionale, è definita come l’insieme delle unità locali della stessa impresa operanti in una provincia; i relativi addetti corrispondono alla somma degli addetti operanti nella provincia.

Occorre inoltre tener presente che con riferimento ad un livello specifico di dettaglio professionale, i dati Excelsior presentano un minor grado di significatività: questo può dipendere

2 L’Unione Italiana delle Camere di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura, in collaborazione con il Ministero

del Lavoro e con l’Unione Europea, realizza, a partire dal 1997, il “Sistema informativo per l’occupazione e la formazione Excelsior”, che ricostruisce annualmente il quadro previsionale della domanda di lavoro e dei fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese, fornendo indicazioni di estrema utilità soprattutto per supportare le scelte di programmazione della formazione, dell’orientamento e delle politiche del lavoro. L’indagine è svolta in ogni provincia italiana dalla rete delle Camere di Commercio con interviste dirette o telefoniche (con tecnica CATI), coinvolgendo un campione di 100.000 imprese di tutti i settori economici e di tutte le dimensioni. L’elevato numero di interviste e la metodologia complessiva adottata nella costruzione del campione consentono di ottenere dati statisticamente significativi a 12 mesi per tutte le 105 province italiane.

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dalla struttura del campione che potrebbe essere poco significativo per rappresentare una realtà estremamente specifica per settore produttivo, tipologia di impresa etc.

I dati Excelsior, pur essendo statisticamente significativi a livello provinciale, sono comunque il frutto di un indagine campionaria. I valori non devono pertanto essere intesi in senso preciso, quanto piuttosto come valori centrali di un range (intervallo di confidenza), calcolato sulla base di una precisa metodologia statistica. I valori presenti nelle tabelle a fonte Excelsior sono arrotondati alla decina più vicina, pertanto i totali di righe e colonne possono non corrispondere alle somme delle singole celle (lo stesso dicasi per le somme dei valori percentuali che possono differire dal 100%). Tra l’altro, come già accennato, si tratta soltanto di “dichiarazioni d’intenti” da parte delle imprese in merito alle assunzioni previste. Le previsioni formulate ad inizio anno dagli imprenditori potrebbero, per vari motivi, non verificarsi.

Nel corso del rapporto, per motivi di confrontabilità, si è fatto corrispondere la categoria Excelsior “Nessun titolo richiesto (scuola dell'obbligo)” con la Licenza media.

Quanto ai “Titoli Universitari” comprendono: diploma universitario, diploma di laurea, diploma di specializzazione e dottorato di ricerca.

Per un maggior dettaglio relativamente alle categorie professionali ISTAT citate nel lavoro si consiglia di consultare il seguente indirizzo http://www.istat.it/strumenti/definizioni/professioni . Dal lato dell’Offerta le fonti utilizzate sono state: • Osservatori scolastici provinciali (OSP) per licenza media, istruzione professionale (3-4 anni) e

diploma, anni scolastici 2007-2008 e 2008-2009 relativi ai soli residenti della provincia in esame; • Regione Toscana per le qualifiche professionali regionali rilasciate tra il 2007 ed il 2009 per

singola provincia; • Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) per i laureati ed immatricolati

nel 2008 in tutta Italia per provincia di residenza; • Centro per l’impiego provinciale per quanto riguarda i dati sugli iscritti alle liste di

disoccupazione.

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Cap. 1 – I principali indicatori della struttura demografica, economica e produttiva della provincia di Pisa

La provincia di Pisa si estende su di una superficie di 2.444 kmq sulla quale, al 31/12/09, sono risultati insediati 414.154 residenti, per una densità abitativa pari a 169,46 abitanti per kmq.

La popolazione in età lavorativa3 (superiore ai 15 anni) è costituita da 170.744 maschi e 184.306 femmine per un totale di 355.050 residenti (pari all’86,5% della popolazione).

Secondo l’indagine sulle Forze lavoro ISTAT, gli inattivi in provincia risultano, a fine 2009, poco oltre le 85 mila unità. Essi costituiscono quella che è definita Non forza lavoro poiché trattasi di soggetti che non risultano né occupati né in cerca di occupazione. Fanno parte di questa fetta di popolazione le persone che dichiarano di essere in condizione non professionale (casalinghe, studenti, pensionati) e di non aver svolto alcuna attività lavorativa, né di aver cercato lavoro nel periodo di riferimento; oppure di averlo cercato ma non con le modalità definite per le persone in cerca di occupazione (infra). Le Non forze di lavoro comprendono inoltre gli inabili, coloro che svolgono il servizio civile e la popolazione in età fino a 15 anni.

La Forza lavoro di un territorio costituisce la cosiddetta "offerta di lavoro", che va a soddisfare la "domanda di lavoro" proveniente da imprese e istituzioni. Essa è costituita da Occupati e Persone in cerca di occupazione. Secondo la definizione utilizzata dall’ISTAT, nel corso della rilevazione sulle forze di lavoro, risulta:

• Occupato colui che, superati i 15 anni di età, dichiara: - di possedere un'occupazione, anche se nel periodo di riferimento non ha svolto

attività lavorativa (occupato dichiarato); - di essere in una condizione diversa da occupato, ma di aver effettuato ore di

lavoro nel periodo di riferimento; • In cerca di occupazione qualsiasi persona di 15 anni o più che dichiara:

- una condizione professionale diversa da quella di occupato; - di non aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento; - di essere alla ricerca di un lavoro; - di aver effettuato almeno un'azione di ricerca di lavoro nei trenta giorni che

precedono il periodo di riferimento; - di essere immediatamente disponibile (entro due settimane) ad accettare un

lavoro, qualora gli sia offerto.

Posizione nei confronti del mercato del lavoro della popolazione in provincia di Pisa nel 2009

Maschi

Occupati 101.983

Persone in cerca 3.676

Non forze di lavoro 30.312

Femmine

Occupati 72.294

Persone in cerca 6.543

Non forze di lavoro 54.755

Totale

Occupati 174.276

Persone in cerca 10.219

Non forze di lavoro 85.067

Fonte: Rilevazione sulle forze lavoro ISTAT - media 2009

3 Dati ISTAT.

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La Forza lavoro complessiva (offerta di lavoro) è data dalla somma di occupati e disoccupati: in provincia di Pisa, nel 2009 è stata pari a 184.495 unità, di cui 174.276 occupati e 10.219 persone in cerca di occupazione.

Il 58,5% degli occupati sono maschi mentre lo stato di disoccupato e di non forza lavoro interessa prevalentemente l’universo femminile. Le donne in cerca di lavoro costituiscono infatti il 64,0% del totale disoccupati. Al contempo risultano fuori dal mondo del lavoro, pur essendo in età lavorativa, ben 54.755 donne pisane, costituenti pertanto il 64,4% delle cosiddette Non forze lavoro. Sta di fatto che l’offerta di lavoro a Pisa è costituita per il 57,3% da maschi.

Gli occupati sono 174.276, di cui 127.613 dipendenti e 46.663 indipendenti. Il 67,5% è occupato nel settore dei Servizi, il 29,5% nell’Industria e il 2,9% in Agricoltura.

Nel complesso il tasso di attività provinciale, indicativo della popolazione in età da lavoro che risulta attiva all’interno del mercato del lavoro stesso (perché occupata o in cerca di occupazione) è pari al 68,0%. Gli occupati costituiscono il 64,2% (tasso di occupazione) della popolazione residente tra i 15 ed i 64 anni, il tasso di disoccupazione, nel 2009 è pari al 5,5%.

GRAFICO 1

Tasso di attività, inattività, occupazione, disoccupazione Pisa, Toscana e Italia - 2009

Fonte: elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati ISTAT

Il tasso di attività della popolazione pisana si colloca tra la media regionale e quella nazionale,

lo stesso dicasi per il tasso di inattività e di occupazione. Quanto al tasso di disoccupazione, invece, risulta inferiore sia al dato toscano sia al dato italiano.

L’acquisizione dello “stato di disoccupazione” presso i Centri per l’impiego provinciali, in conseguenza della riforma del Mercato del Lavoro, avviene mediante presentazione della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro prevista dal D. L. vo 181/2000, con conseguente accesso ai servizi dei Centri per l’Impiego indipendentemente dal luogo di residenza.

Al 31/12/2009 sono risultate iscritte alle liste dei Centri per l’impiego della provincia di Pisa 36.237 persone (dati di stock), di cui 13.569 maschi e ben 22.668 femminine, tale dato viene deve ulteriormente suddiviso in 32.403 disoccupati (il 64% sono donne) e 3.834 inoccupati (il 73,5% di questi sono donne). Il 41,4% delle persone in stato di disoccupazione ha la licenza media, il 27,5% ha conseguito un diploma.

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GRAFICO 2

Fonte: elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati CPI Provincia di Pisa

I dati licenziati dalla provincia di Pisa4 parlano di un continuo aumento di disoccupati ed

inoccupati dal 2005 ad oggi: si pensi che nel 2008 gli iscritti ammontavano a 30.574, nel 2007 a 28.828 unità. Le classi di età che maggiormente incidono sul totale sono quelle dai 26 ai 34 anni per gli uomini e dai 35 ai 44 per le donne.

Osservando l’incidenza per titolo di studio (infra), coloro in possesso della scuola dell’obbligo sono la maggioranza (41,4%, per la maggior parte donne), seguono i diplomati (27,5%, di cui due su tre sono donne).; al terzo posto, e sono ben oltre il 10%, ci sono coloro che sono in possesso di una laurea, breve o specialistica.

GRAFICO 3

Fonte: elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati CPI Provincia di Pisa

Le comunicazioni di assunzione (dati di flusso) nel 2009 sonon state 83.635, ed hanno

interessato 50.139 lavoratori: 4.852 assunti con contratto di lavoro somministrato. Secondo il rapporto della provincia di Pisa5 “per ogni distretto provinciale il flusso delle comunicazioni di

4 Il mercato del lavoro nella provincia di Pisa e l’attività dei Centri per l’Impiego – Rapporto anno 2009. Provincia di Pisa, maggio 2010. 5 Il mercato del lavoro nella provincia di Pisa e l’attività dei Centri per l’Impiego– Rapporto anno 2009. Op. cit.

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lavoro si riduce notevolmente per la componente femminile (-7.917 comunicazioni, vale a dire l’11,62% del totale 2009). Per quanto riguarda invece la componente di sesso maschile, i dati…fanno registrare una sostanziale tenuta della domanda di lavoro, che nel caso del Centro Territoriale per l’Impiego di Pisa e di Volterra, si è concretizzata addirittura in un lieve rafforzamento delle comunicazioni di avviamento al lavoro… L’impatto occupazionale della recessione è decisamente più moderato sulla popolazione maschile rispetto a quella femminile.”

Le comunicazioni di cessazione dell’attività lavorativa (licenziamenti e pensionamenti, dati di flusso), nel 2009 hanno contato 54.897 unità, contro le 56.801 del 2008, che hanno interessato 23.898 lavoratori.

In sintesi, dai dati del Centro per l’Impiego della Provincia di Pisa, emerge il profilo del disoccupato tipo donna con un livello di istruzione medio - basso.

Le imprese, quindi, si trovano di fronte ad un bacino numericamente rilevanete da cui poter attingere, costituito per la maggior parte da donne in possesso di licenza media o di diploma.

Non tutti coloro che risultano occupati si trovano alle dipendenze di un’azienda privata o di un’istituzione pubblica. Molti optano per l’auto imprenditorialità creando opportunità di lavoro per se stessi e per altri.

A tal proposito la provincia di Pisa può contare su di un tessuto imprenditoriale composto di 37.418 imprese attive al 31/12/09, guidate da 59.531 persone con carica che rappresentano l’imprenditoria locale. Rapportando il numero degli imprenditori ai residenti over 18 si calcola un tasso di imprenditorialità provinciale pari al 17,1%, contro il 18,6% della media Toscana ed il 16,3% della media Italia.

Numero di imprese attive e dimensione media in termini di addetti al 31/12/2009 - Pisa

Imprese attive

Dimensione media

per addetti

A Agricoltura, silvicoltura pesca 3.905 1,1

B Estrazione di minerali da cave e miniere 23 8,1

C Attività manifatturiere 4.826 7,8

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore etc. 15 1,9

E Fornitura di acqua; reti fognarie etc. 117 9,3

F Costruzioni 6.562 2,2

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 10.359 1,9

H Trasporto e magazzinaggio 969 4,0

I Attività dei servizi alloggio e ristorazione 2.248 3,3

J Servizi di informazione e comunicazione 830 3,0

K Attività finanziarie e assicurative 838 3,3

L Attività immobiliari 2.063 1,4

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1.080 2,2

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese 966 4,4

P Istruzione 145 2,2

Q Sanità e assistenza sociale 112 20,6

R Attività artistiche, sportive e di intrattenimento 446 2,6

S Altre attività di servizi 1.643 1,9

X Imprese non classificate 271 2,3

TOTALE 37.418 3,0 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Infocamere

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I settori dove si concentra il maggior numero di imprese sono Commercio (27,7%), Costruzioni (17,5%), Attività manifatturiere (12,9%) e Agricoltura (10,4%).

Si calcola che la dimensione media di un’impresa pisana sia di circa tre addetti. Le imprese di minori dimensioni si trovano in Agricoltura mentre la dimensione media, in termini di addetti, è più elevata nell’ambito di Trasporti e magazzinaggio e Attività manifatturiere (fatta eccezione per le aziende di fornitura di energia, gas, acqua etc.), Servizi alle imprese, ma soprattutto nella Sanità e assistenza sociale.

Il tessuto economico provinciale è basato soprattutto su imprese piccole, come del resto avviene in Toscana ed Italia, anche se le imprese medio grandi e grandi hanno un’incidenza leggermente superiore rispetto agli aggregati regionale e nazionale.

Se la classificazione per dimensione d’impresa è fatta in base al valore della produzione si nota che le Grandi imprese (oltre 10 milioni di euro) costituiscono lo 0,51% del totale, contro lo 0,49% toscano e lo 0,55% italiano. Le Medio-Grandi imprese, con valore della produzione tra 1 e 10 milioni di euro, incidono per il 3,67%, più del 3,51 della Toscana e del 3,32% dell’Italia, le Medio-Piccole, tra 250 mila e 1 milione di euro, per il 4,04% (4,07% Toscana, 3,72% Italia) e le Piccole imprese, fino a 250 mila euro, per il 91,78% (91,93% Toscana, 92,41% Italia).

Con un valore aggiunto pari a 10.808,51 milioni di euro la provincia di Pisa contribuisce alla formazione dell’11,4% del valore aggiunto regionale (seconda dopo Firenze).

La composizione provinciale per settori del valore aggiunto6 vede i Servizi contribuire per il 68,9% alla formazione della ricchezza provinciale, mentre le quote provenienti da Agricoltura, Industria in s.s. e Costruzioni sono rispettivamente 2,1%, 23,0% e 6,0%.

Il valore a prezzi correnti della produzione agricola nel 2008 sfiora i 230 milioni di euro. Il turismo del vino, che in Italia genera un giro d'affari di oltre 2,5 miliardi di euro, costituisce per la provincia una spinta importante allo sviluppo della viticoltura di qualità.

Il peso della produzione industriale, in termini di valore aggiunto, si misura in circa 2.485 milioni di euro, mentre il contributo dell’Edilizia sfiora i 650 milioni di euro. Quanto alle imprese di Servizi producono sul territorio una ricchezza di quasi 7 milioni e mezzo di euro.

Il “coefficiente di specializzazione” è un indicatore utile a valutare l’intensità con cui una porzione di territorio si dedica ad una determinata attività economica. Posta pari ad 1 la media regionale, un coefficiente settoriale inferiore ad 1 significa “de specializzazione “ del territorio in quella specifica attività produttiva, al contrario se l’indicatore è maggiore di 1 significa che la provincia risulta “specializzata” in quella determinata attività produttiva.

La provincia di Pisa è specializzata soprattutto nel settore dell’industria in senso stretto e nelle attività immobiliari. Per gli altri settori si registra un valore dell’indicatore inferiore ad 1, ad eccezione dei settori costruzioni ed assistenza sociale, che risultano in perfetta media regionale.

6 Calcolata a prezzi correnti, anno 2008.

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GRAFICO 4 Coefficiente di specializzazione settoriale – Pisa

Di seguito si riporta una tabella con i principali indicatori strutturali della provincia.

Principali Indicatori strutturali della provincia di Pisa

Residenti (2009) 414.154

Superficie (kmq) 2.444

Densità abitativa 169,46

Occupati 174.276

Disoccupati 10.219

Forza lavoro 184.495

Non forze lavoro 85.067

Tasso di attività 68,0%

Tasso di occupazione 64,2%

Tasso di disoccupazione 5,5%

Imprese attive 37.418

Imprenditori (persone con carica) 59.531

Tasso d’imprenditorialità over 18 17,1%

PIL pro capite (2009) 27.845,00

Valore aggiunto 2008 (milioni di €) 10.808,51 Fonte: Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno

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Cap. 2 – La domanda espressa dalle imprese

In generale la domanda di lavoro è determinata da tre universi distinti: le imprese private, l’amministrazione pubblica e l’auto-imprenditorialità. Per un adeguato confronto domanda/offerta sarebbe pertanto opportuno conoscere il fabbisogno di professinalità tanto delle imprese pubbliche quanto di quelle private, nonché sapere quanta parte dell’offerta realizza iniziative di auto imprenditorialità. Purtroppo al momento non sono disponibili informazioni relative al fabbisogno della Pubblica Amministrazione in provincia di Pisa, nè tanto meno sulle scelte di ingresso nel mondo imprenditoriale (almeno non nella forma utile per un confronto con la domanda).

Le previsioni annuali del Sistema Informativo Excelsior invece rappresentano una buona approssimazione della domanda di professionalità espressa dalle imprese.

Occorre tuttavia non dimenticare che tali dati, pur essendo statisticamente significativi a livello provinciale, sono comunque il frutto di un indagine campionaria. I valori riportati devono pertanto essere intesi come valori centrali nell’ambito di un range (c.d. intervallo di confidenza), calcolato sulla base di una precisa metodologia statistica. I valori presenti nelle tabelle a fonte Excelsior sono arrotondati alla decina più vicina, pertanto i totali di righe e colonne possono non corrispondere alle somme delle singole celle. Tra l’altro, come già accennato, si tratta soltanto di “dichiarazioni d’intenti” da parte delle imprese in merito alle assunzioni previste. Le previsioni formulate ad inizio anno dagli imprenditori potrebbero, per vari motivi, non verificarsi.

Occorre inoltre tener presente che con riferimento ad un livello specifico di dettaglio professionale i dati Excelsior presentano un minor grado di significatività. Questo può dipendere dalla struttura del campione che potrebbe essere poco significativo per rappresentare una realtà estremamente specifica per settore produttivo, tipologia di impresa etc.

Fatte le dovute premesse, l’indagine Excelsior resta un valido strumento di conoscenza del fabbisogno di professionalità espresso dal mondo imprenditoriale, prenderemo pertanto in considerazione i risultati di questa indagine per analizzare la domanda di lavoro in provincia di Pisa, con particolare attenzione ai lavoratori non stagionali.

GRAFICO 5

Fonte: elaborazioni Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2009

Nel 2009 le imprese intervistate in provincia di Pisa hanno formulato ipotesi di assunzione per

un totale di 3.350 figure professionali non stagionali, di cui il 44% richieste dal settore dei Servizi (escluso Commercio e Turismo), il 22% dalle industrie, il 16% dal Commercio, 10% dalle imprese di Costruzioni ed il rimanente l’8% dalle imprese che operano nell’ambito del Turismo.

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In totale, le imprese pisane ritengono che circa un quarto (il 26%) delle figure professionali cercate sia di difficile reperimento. Nello specifico dei settori, per l’Industria tale percentuale è la medesima, nelle Costruzioni è del 31,4%, nel Commercio del 16,4%, nel Turismo del 22,2% e nei Servizi del 30,1%. Come rilevato in altre province toscane, la maggior parte delle figure professionali considerate difficili da reperire sono richieste da imprese di servizi, oltre che nelle attività turistiche e di costruzioni.

La scomposizione delle assunzioni previste per microsettori consente di avere un maggior dettaglio settoriale relativamente al fabbisogno di figure professionali espresso dalle aziende.

GRAFICO 6

Fonte: elaborazioni Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2009

GRAFICO 7

Fonte: elaborazioni Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2009

La domanda espressa dalle imprese pisane è varia e numericamente consistente, almeno in

confronto con molte delle altre province toscane: il 27,2% del fabbisogno occupazionale dichiarato dalle imprese è rivolto a soggetti qualificati nelle attività commerciali e dei servizi. Le professioni non qualificate raccolgono il 15,8% della domanda espressa dal tessuto economico locale. Seguono

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gli operai specializzati col 15,2%, gli operai semi qualificati (conduttori di impianti e macchinari) col 12,8% e le professioni tecniche col 12,2%. Incidono sotto ai dieci punti percentuali gli impiegati (9,9%), coloro che svolgono professioni intellettuali (6,9%), ed infine i dirigenti (0,3%).

Disaggregando i grandi gruppi ISTAT si ottiene il dettaglio del fabbisogno intra gruppo. In provincia emerge il fabbisogno occupazionale relativamente a 10 Direttori di grandi

aziende private e nessun Gestore-responsabile di piccole imprese. La richiesta di dirigenti, seppur numericamente scarsa, è comunque significativa in quanto difficilmente rilevata in altre province della Toscana.

Per le Professioni ad elevata specializzazione l’interesse delle aziende è rivolto principalmente verso due categorie: Specialisti in scienze della vita (biologi, agronomi, farmacisti, veterinari, farmacologi, ecc.) e Specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali ed assimilati (es. fisici, astronomi, chimici, informatori medico-scientifici, statistici, informatici ecc.). Entrambe le categorie non pongono problemi riguardo la loro reperibilità. Molte meno richieste si hanno per Ingegneri, architetti e professioni assimilate, per Specialisti in scienze umane, sociali e gestionali (specialisti in scienze giuridiche, commerciali e bancarie, linguistiche, artistiche e sociali etc.), nonché per Specialisti della formazione, della ricerca ed assimilati (docenti universitari, professori, ricercatori ed altri specialisti dell’educazione e della formazione). Stando al fabbisogno occupazionale dichiarato nel 2009, a Pisa non ci sono opportunità di lavoro per quanto riguarda Specialisti della salute (medici ed infermieri professionisti). Come già detto, la somma dei suddetti profili incide sul totale delle intenzioni di assunzione per solo il 6,9% del totale. Si tratta di professioni per le quali è richiesto un livello elevato di conoscenza acquisibile attraverso la laurea e percorsi post laurea oltre che con percorsi di esperienza in ambito scientifico, umanistico o artistico. I loro compiti consistono nell’arricchire le conoscenze esistenti promuovendo e conducendo la ricerca scientifica. Quando un territorio non offre loro possibilità di lavoro, si crea quel fenomeno di emigrazione di figure professionali, altamente qualificate e specializzate, detto comunemente “fuga dei cervelli”, che riduce le potenzialità e le possibilità di sviluppo e di innovazione del territorio stesso. A Pisa tale fenomeno sembra scongiurato, in quanto la richiesta di queste figure è superiore a molte delle altre province toscane. D’altro canto, in alcuni casi, è difficile che si crei una domanda da parte di aziende private poiché si tratta di figure professionali orientate all’auto imprenditorialità ed al lavoro autonomo (es. Avvocati, Veterinari, Psicologi etc.), oppure destinate al pubblico impiego (es. Medici, Insegnanti, Infermieri, ecc.). Sono professionisti che trovano poco spazio in qualità di dipendenti nelle aziende anche se queste ultime si avvalgono delle loro prestazioni in varie forme, ad esempio, come consulenti esterni.

Riguardo alle Professioni tecniche (410 figure da inserire nel tessuto produttivo provinciale, pari al 12,2% del totale) si ravvisa, in particolare, un forte fabbisogno di figure da inserire nell’ambito dell’amministrazione e delle attività finanziarie e commerciali (270 unità). Le professioni classificate in questo gruppo svolgono attività connesse all’applicazione pratica di conoscenze in materia di gestione, amministrazione e organizzazione aziendale (segretarie, contabili etc.), di fornitura di servizi finanziari, bancari ed assicurativi; di acquisizione, vendita, commercializzazione e distribuzione di prodotti e servizi sul mercato (spedizionieri, agenti di commercio e immobiliari etc.). Queste figure curano gli aspetti organizzativi e gestionali delle imprese, tengono libri e scritture contabili e sociali e quant’altro.

Esiste una domanda di un certo rilievo anche con riferimento alle professioni tecniche nelle scienze naturali, ingegneria ed assimilate (100 persone). Trattasi di chimici, informatici, statistici, fisici, come di elettrotecnici, geometri e ingegneri civili, disegnatori industriali, piloti, controllori di volo, tecnici navali, fotografi e assimilati, operatori delle telecomunicazioni o di apparecchiature ottiche ed elettroniche, oppure ancora di tecnici della sicurezza, della qualità e dell’ambiente.

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Appare piuttosto limitata e problematica la ricerca di figure professionali dedicate alle scienze della salute e della vita (10 figure tra paramedici, agronomi, zootecnici, tecnici biochimici e assimilati). Lo stesso dicasi per le professioni tecniche da svolgere nell’ambito dei servizi pubblici ed alle persone (insegnanti, operatori sociali, tecnici dei servizi turistici, esperti d’arte etc.), con 30 figure professionali richieste, la metà difficile da reperire.

Totale assunti per gruppi professionali ISTAT - PISA 2009

Direttori di grandi aziende private 0,3

Specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali e simili 2,7

Ingegneri, architetti e professioni assimilate 0,6

Specialisti nelle scienze della vita 3,0

Specialisti in scienze umane, sociali e gestionali 0,6

Specialisti della formazione, della ricerca ed assimilati 0,3

Professioni tecniche nelle scienze naturali, ingegneria ed assimilate 3,0

Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita 0,6

Professioni tecniche nell’amm.ne e nelle attività finanziarie e commerciali 8,1

Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone 0,9

Impiegati di ufficio 6,3

Impiegati a contatto diretto con il pubblico 3,6

Professioni qualificate nelle attività commerciali 10,1

Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere 5,4

Professioni qualificate nei servizi sanitari 3,3

Professioni qualificate nei servizi sociali, cultura, sicurezza, pulizia e simili 8,4

Operai specializzati dell’industria estrattiva e dell’edilizia 6,6

Operai metalmeccanici specializzati ed assimilati 3,3

Operai specializzati della meccanica di precisione, stampa ed assimilati 0,3

Operai specializzati nelle lavorazioni alimentari, legno, tessili e assimilati 5,1

Conduttori d’impianti industriali 2,7

Operai semiq. add. a macchine per lavorazioni in serie e add. montaggio 5,7

Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nell’industria alimentare 0,3

Conduttori di veicoli, macchinari mobili e di sollevamento 4,5

Professioni non qualificate nelle attività gestionali 1,5

Professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 2,1

Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati 9,9

Professioni non qualificate delle miniere, costruzioni e attività industriali 2,7

Totale 100,0

Fonte: elaborazione Centro Studi su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2009

La richiesta di Impiegati è sempre alta (330 figure, pari al 9,9% del totale, 210 in ufficio e

120 a contatto col pubblico) ma le imprese sembrano incontrare qualche ostacolo nel rintracciare soprattutto Impiegati da inserire a contatto diretto con il pubblico.

Molte opportunità di impiego dovrebbero arrivare dalle attività commerciali in cui si prevede l’inserimento di oltre 300 figure professionali qualificate. In questo contesto le barriere al reperimento di certe figure professionali sono piuttosto basse. Stesso discorso vale per il comparto delle attività turistiche ed alberghiere, per il quale si dichiara un fabbisogno occupazionale, a carattere non stagionale, di 180 unità.

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Più contenuta è la domanda delle imprese relativa alle Professioni qualificate nei servizi sanitari (110 unità), per le quali, tuttavia, si ravvisano notevoli difficoltà nel reperimento. Le professioni comprese in questa categoria assistono gli infermieri nella somministrazione di terapie ed i tecnici dell’assistenza sanitaria nell’applicare misure di profilassi e nel controllare e vigilare sull’igiene e sulla sicurezza sanitaria pubblica degli ambienti di lavoro.

Nessuna impresa ha manifestato interesse all’assunzione di Maestri di arti e mestieri, addestratori ed assimilati.

Notevole è invece la richiesta di Operatori qualificati nello svolgimento di servizi sociali, culturali, di pulizia e sicurezza, che si attesta sulle 300 unità, metà delle quali si trovano difficilmente sul mercato del lavoro.

Per quanto concerne gli Operai specializzati, va detto anzitutto che la provincia pisana prospetta pochissime possibilità d’impiego, almeno nel 2009, per operai specializzati nella meccanica di precisione, stampa ed assimilati; e nessuna possibilità per operai specializzati nell’agricoltura, foreste, zootecnia, pesca e caccia; così come nell’industria dello spettacolo. Per contro, il mercato del lavoro provinciale potrebbe offrire opportunità d’impiego per circa 220 operai specializzati in attività inerenti l’industria estrattiva e dell’edilizia di cui pochi (40) sono difficili da reperire. Si tratta sostanzialmente di addetti alle costruzioni, manutenzione e rifiniture degli edifici, imbianchini, parchettisti etc.

Le imprese manifestano interesse anche con riferimento a Operai metalmeccanici specializzati ed assimilati, per un totale di 110 figure professionali da inserire nel mondo del lavoro. La categoria comprende fonditori, saldatori e carpentieri, fabbri, riparatori, manutentori e montatori di macchine utensili, macchinari e operai della cantieristica.

Notevole è anche la domanda proveniente dalle industrie tessili, alimentari, del legno ed alle industrie assimilate ad esse. In quest’ambito è stato espresso un fabbisogno occupazionale di ben 170 unità.

Passando al gruppo dei Conduttori di impianti, operai semi qualificati, addetti a macchinari fissi e mobili , nel periodo di riferimento dell’indagine, le aziende intervistate hanno prospettato l’assunzione di 430 persone (il 12,8% del fabbisogno provinciale). All’interno di questa categoria le figure più cercate sono gli operai semi qualificati per lavorazioni in serie e addetti montaggio (190 unità); seguono i conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento (150); i conduttori di impianti industriali (90). Ammonta a solo 10 unità la domanda di operatori di macchinari fissi in agricoltura e nell’industria alimentare.

All’interno delle Professioni non qualificate, la maggior parte della domanda delle imprese (oltre il 60%, 330 persone) è rivolta verso coloro che svolgono mansioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati. Il personale incluso in questo gruppo professionale svolge compiti di supporto e attività manuali non qualificate nelle attività che erogano servizi alle persone come ad esempio servizi di pulizia, di sicurezza, servizi ricreativi e culturali, aiuto parrucchiere etc. Il 24,2% del fabbisogno delle imprese legato a queste figure professionali risulta di difficile reperimento.

La rilevazione Excelsior 2009 non evidenzia alcun interesse da parte degli imprenditori verso le Professioni non qualificate nei servizi d’istruzione e sanitari e verso le Professioni non qualificate dell’agricoltura, allevamento, pesca e forestazione. Il tessuto economico pisano sembra necessitare invece di soggetti afferenti alle categorie: professioni non qualificate nelle attività gestionali , 50 persone con mansioni di supporto esecutivo e di manovalanza nelle attività di ufficio e di gestione del magazzino. Professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi: 70 persone da inserire come personale del commercio ambulante o personale non qualificato nei servizi turistici, (20); professioni non qualificate delle miniere, costruzioni e attività industriali, dei quali il fabbisogno dichiarato è di 90 unità.

Uno dei principali requisiti per l’assunzione è il titolo di studio in possesso del candidato. Il 30% delle assunzioni previste (1.010 unità) interesseranno soggetti che hanno terminato la

scuola dell’obbligo, in quanto probabilmente destinati a ricoprire mansioni per le quali non sono

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necessarie competenze e conoscenze specifiche acquisibili tramite percorsi scolastici predefiniti. Le aziende trovano difficoltà a rintracciare sul mercato poco meno del 20% delle figure professionali per le quali è richiesta la sola licenza media.

Circa il 10% delle nuove assunzioni previste dipenderà dal possesso, da parte del candidato, di una determinata qualifica professionale regionale. Sembra trattarsi di un livello formativo scarsamente presente sul mercato, tant’è che la metà del fabbisogno occupazionale delle aziende rischia di rimanere scoperto a causa della difficoltà nel reperire sul mercato ben 170 persone in possesso di tale qualifica.

Le possibilità di trovare un’occupazione per chi ha conseguito un Istruzione professionale o tecnica (3 o 4 anni) sono limitate al 6% della richiesta totale, ma solo una persona su tre, in possesso di tale titolo, è di difficile reperimento.

Il Diploma superiore acquisibile con 5 anni di studio si conferma essere un titolo facilmente spendibile sul mercato del lavoro. In provincia di Pisa questo livello di preparazione scolastica incide per il 40% della domanda di lavoro generata dalle imprese (1.340 unità). I diplomati considerati difficili da rintracciare costituiscono tuttavia oltre il 24% del totale assunzioni di diplomati previste.

GRAFICO 8

Fonte: elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2009

Le imprese pisane richiedono per il 14% del totale, persone che hanno conseguito una laurea

(sia di primo, sia di secondo livello) o un titolo di studio ancora più alto (diploma post laurea, dottorato di ricerca, ecc). La percentuale d’incidenza della richiesta di laureati è maggiore rispetto ad altre province della Toscana. La richiesta di persone in possesso di questi titoli, potrebbe rimanere inevasa per il 26,1% della domanda.

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Cap.3 - Incrocio domanda/offerta di lavoro per titoli di studio

Per meglio valutare il grado di allineamento tra domanda e offerta sul mercato del lavoro si è costruito un indice di raccordo. Esso è dato dal rapporto tra domanda e offerta ponderato con un valore che tiene conto delle difficoltà di reperimento incontrate dalle aziende. Tale indice, al netto delle difficoltà di reperimento, sarà uguale ad 1 se c'è perfetta corrispondenza tra domanda e offerta, minore di 1 se la domanda è inferiore all’offerta e maggiore di 1 se la domanda è superiore all’offerta. Più l'indice si avvicina all'unità e maggiore è l'equilibrio nel mercato del lavoro.

Inserendo il fattore di ponderazione, indicativo delle difficoltà di reperimento, l’indice potrebbe modificarsi e risultare, ad esempio, inferiore ad 1 anche qualora la domanda superasse l’offerta. Questo consente di stimare il peso della difformità qualitativa dell’offerta locale, visto che una parte della domanda viene “sottratta” al territorio. L’indice, così descritto, è stato all’occorrenza calcolato per ciascun titolo di studio preso in esame e per i relativi indirizzi previsti a livello locale.

In questo contesto è stato in particolare stimato il grado di raccordo tra la domanda complessiva di lavoratori espressa dalle aziende private per il 2009 e l’offerta determinata da coloro che hanno recentemente conseguito un titolo di studio. Per la scuola dell’obbligo, il diploma, la qualifica regionale e l’istruzione professionale superiore (3-4) anni è stata presa in considerazione una media degli anni scolastici 2007/2008 e 2008/2009. Per i laureati l'offerta è data dai laureati 2008 in tutta Italia residenti in provincia di Pisa.

L’indice provinciale complessivo (0,32) indica uno scostamento dal punto di equilibrio del mercato del lavoro abbastanza marcato: la domanda, oltre a risultare ampiamente inferiore all’offerta, è depressa dall’incidenza delle difficoltà di reperimento del personale (26,3%). I titoli di studio di livello medio e medio basso sono quelli che mostrano il valore dell’indice di raccordo che si avvicina di più al punto di equilibrio: qualifica professionale (0,51), istruzione professionale e tecnica (0,52) e diploma (0,45). L’indice relativo ai titoli di studio che stanno ai due estremi (licenza media e laurea) ha un valore più basso (rispettivamente, 0,27 e 0,17). Il maggior disallineamento tra domanda e offerta si ha per il titolo universitario.

GRAFICO 9

Fonte: elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno

Di seguito si riportano i risultati relativi all’analisi della domanda e dell’offerta rilevate per le

singole categorie di titoli di studio, entrando nel merito anche dei diversi indirizzi di studio,

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valutando la consistenza delle due componenti del mercato del lavoro ed il livello di raccordo esistente.

Par. 3.1. - Licenza media

Nell’anno scolastico 2007/2008 hanno acquisito la Licenza media 2.951 alunni residenti nella provincia di Pisa, mentre nell’ultimo anno scolastico (2008/2009) sono stati 2.980.

Risulta difficile da stabilire in quanti abbiano deciso di proseguire gli studi e quanti invece sono disposti ad entrare nel mondo del lavoro. Ad esempio, risulta che nell’anno accademico 2008/2009 si sono iscritti alle prime classi delle scuole superiori pisane ben 3.296 studenti, molti di più di quanti erano stati licenziati dalla scuola dell’obbligo nell’anno scolastico 2007/2008. L’unica ipotesi che si può fare è che una parte dell’eccedenza sia costituita da chi deve ripetere l’anno, ma non è dato di sapere comunque quanti siano gli studenti che terminata la scuola dell’obbligo sono entrati nel mercato del lavoro. In teoria potrebbero già trovare un’occupazione il 34,2% di coloro che hanno conseguito la licenza media nell’anno scolastico 2008/2009. Chiaramente possono ambire a soddisfare la domanda espressa dalle aziende anche chi ha terminato la scuola dell’obbligo negli anni precedenti e sono al momento disponibili.

GRAFICO 10 La domanda di personale che ha terminato la scuola dell’obbligo in base alla categoria professionale Pisa

2009 (%)

Fonte: elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2009

Dal lato della domanda, le professioni non qualificate nei servizi alle persone sono quelle di gran lunga più ricercate dalle imprese pisane con 240 posizioni lavorative aperte, a debita distanza seguono gli operai specializzati in lavorazioni alimentari, legno, tessili e assimilati (130); gli operai semiqualificati di macchine per lavorazioni in serie e addetti montaggio (110), ed i conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento (110).

Gli “irreperibili” con la licenza media (200) riguardano soprattutto le seguenti professioni: Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati (50); Operai semiqualificati di

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macchine per lavorazioni in serie e addetti montaggio (40); Operai specializzati dell’industria estrattiva e dell’edilizia (30); Professioni non qualificate delle miniere, costruzioni e attività industriali (30); Operai metalmeccanici specializzati ed assimilati (20).

Con riferimento all’indice di raccordo vale semplicemente quanto già evidenziato in precedenza dal momento che non esistono indirizzi specifici per la licenza media.

Par. 3.2 - Qualifiche professionali regionali

Su una domanda complessiva, da parte delle aziende, di 360 titolari di qualifica professionale regionale l’esatta metà risulta difficile da reperire. La domanda di lavoro espressa dalle imprese con riferimento alle qualifiche professionali regionali è indicata nel grafico sottostante. Le professioni maggiormente interessate sono quelle legate ai servizi sociali, sanitari ed alle persone. Mentre nel terzo caso non emergono difficoltà di reperimento, nei primi due (servizi sociali e sanitari) risulta difficile da rintracciare la maggior parte dei candidati in possesso di una qualifica professionale regionale attinente ai servizi alla persona. Anche le Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati presentano un’alta percentuale di personale difficile da assumere.

GRAFICO 11

La domanda di personale in possesso di una qualifica professionale regionale in base alla categoria

professionale di interesse delle imprese - Pisa 2009

Fonte: elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2009

Di seguito, è possibile esaminare nello specifico quali mansioni sono associate alle

professioni ISTAT dove si rintracciano le maggiori difficoltà di reperimento di personale in possesso di qualifica regionale:

• professioni qualificate nei servizi sociali culturali, di sicurezza, di pulizia ed assimilati: trattasi di persone che erogano servizi per il tempo libero, la pulizia, l'igiene, la cura e la sicurezza delle persone e per la custodia e la vigilanza sulla proprietà;

• professioni qualificate nei servizi sanitari: trattasi di persone che supportano gli infermieri nella somministrazione di terapie ed i tecnici dell'assistenza sanitaria nella sorveglianza e nella tutela dell'igiene e della sicurezza sanitaria pubblica: ausiliario sociosanitari, operatore geriatrico, etc.);

• professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati: il personale incluso in questo gruppo professionale svolge compiti di supporto e attività manuali non qualificate nelle attività che erogano servizi alle persone (servizi di pulizia, di sicurezza, ricreativi etc.).

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GRAFICO 12

Fonte: elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2009

Scendendo nel dettaglio degli indirizzi legati alle qualifiche professionali regionali il

fabbisogno dichiarato dalle aziende risulta orientato come indicato nel grafico sopra. Per gli indirizzi non indicati il fabbisogno occupazionale delle imprese è pari a zero. La maggior parte delle richieste (64,7%) è orientata verso l’indirizzo socio sanitario.

Corsi di qualificazione professionale attivati a Pisa tra il 2007 ed il 2009 e

numero di qualificati per corso

Titolo Qualificati

ADDETTO ALL'ASSISTENZA DI BASE 123

ADDETTO ARTIERE 28

ADDETTO ASSISTENTE DENTISTA 16

ADDETTO INFORMATICO 36

ADDETTO PARRUCCHIERE UNISEX 187

ESTETISTA (Gestione di attività autonoma di estetica) 93

ESTETISTA (ADDETTO) 405

TECNICO ESPERTO IN RESTAURO DEI DIPINTI 9

TECNICO ESPERTO IN SERVIZI WEB 1

TECNICO QUALIFICATO CANTINIERE 19

TECNICO QUALIFICATO DOCUMENTARISTA 11

TECNICO QUALIFICATO GUIDA AMBIENTALE 19

TECNICO QUALIFICATO GUIDA TURISTICA 49

TECNICO QUALIFICATO IN AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE 8 Fonte: Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Ragione Toscana

Dal lato dell’offerta di lavoro, tra il 2007 ed il 2009 sono stati attivati in provincia di Pisa

diversi tipi di percorsi professionalizzati, 14 dei quali (già terminati) hanno consentito ad oltre 1.000 persone di conseguire una qualifica professionale.

Ai fini dell’incrocio domanda offerta e del successivo calcolo dell’indice di raccordo, per l’indirizzo socio-sanitario, le 220 figure cercate nel 2009 sono state essere confrontate con le 123 qualificatesi nel triennio 2007-09. Sul territorio c’è un’effettiva necessità di tali figure professionali, anche perché una buona parte di esse è assorbita dalla sanità pubblica. In effetti, ben 160 di esse risultano di difficile reperibilità.

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Per l’indirizzo cosmetica ed estetica si nota uno squilibrio ancora maggiore, stavolta dal lato dell’offerta: 20 sono le persone cercate, e quasi 600 i qualificati fra addetti parrucchiere ed addetti estetista.

Per l’indirizzo turistico si è tentato l’incrocio con le guide ambientali, turistiche ed i cantinieri. Il risultato è che la domanda e l’offerta sono in equilibrio, e, visto che le imprese non dichiarano alcuna difficoltà nel reperimento del personale, si può supporre che siano queste le figure che cercano.

Per l’indirizzo amministrativo commerciale si è tentato l’incrocio col corso di tecnico qualificato in amministrazione del personale.

Per gli altri settori è difficile stabile in che misura l’offerta in termini di qualifiche professionali sia aderente al fabbisogno di professionalità manifestato dalle imprese. I percorsi formativi regionali appaiono o fortemente specifici o eccessivamente generici, inoltre è difficile far combaciare la nomenclatura ISTAT delle professioni e degli indirizzi formativi con le diciture indicate per le qualifiche professionali. Molte qualifiche professionali costituiscono, inoltre, uno strumento finalizzato all’autoimprenditorialità (parrucchieri, estetiste, ecc.).

Indice di raccordo D/O per gli indirizzi di Qualifica professionale – Pisa 2009

Indirizzo QPR Indice di raccordo

Indirizzo amministrativo-commerciale 7,5

Indirizzo cosmetica ed estetica 0,1

Indirizzo turistico-alberghiero 1,0

Indirizzo socio-sanitario 1,5

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Excelsior 2009, OSP provinciale

Par. 3.3 - Istruzione professionale e tecnica (3-4 anni)

La prevista domanda a scopo di assunzione rivolta ai titolari di un Istruzione professionale e tecnica (3-4 anni) è pari a 210 unità, di cui un terzo risultano irreperibili (70). Questo titolo di studio è associato prevalentemente alle Professioni nelle attività commerciali, sia qualificate (50 figure cercate, tutte disponibili sul mercato), sia non qualificate7 (50 figure cercate, 20 difficili da reperire).

La domanda di personale in possesso di un titolo di Istruzione professionale per categoria

professionale Incidenza % totale e difficoltà di reperimento - Pisa 2009

Incidenza %

per

professione

Incidenza %

dei difficili da

reperire

Impiegati di ufficio 28,6 66,7

Professioni qualificate nelle attività commerciali 23,8 0,0

Professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 23,8 40,0

Profess. qualif. nei serv. sociali, cult., sicurezza, pulizia e assim. 9,5 0,0

Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere 4,8 0,0

Operai specializzati dell’industria estrattiva e dell’edilizia 4,8 0,0

Operai semiqual. di macch. per lavoraz. in serie e addetti montaggio 4,8 100,0

Totale 100,0 33,3 Fonte: elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

7 Nelle attività commerciali ma anche nei servizi.

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Esiste tuttavia una buona domanda inerente agli Impiegati di ufficio, per un totale di 60 figure professionali, due terzi dei quali sono però difficili da trovare.

Il fabbisogno di personale si estende anche ad altre tipologie di istruzione professionale, con richieste numericamente inferiori alle precedenti: Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere; Professioni qualificate nei servizi sociali, culturali, di sicurezza, pulizia e simili; Operai specializzati dell’industria estrattiva e dell’edilizia; Operai semiqualificati di macchine per lavorazione in serie e addetti montaggio.

L’analisi della domanda per indirizzo di studio vede la netta predominanza dell’IP ad indirizzo amministrativo commerciale con il 42,9% delle richieste totali. Seguono l’IP ad indirizzo turistico alberghiero (23,8%) e l’IP ad indirizzo cosmetica ed estetica (9,5%). Tutti gli altri indirizzi hanno un’incidenza pari al 4,8%.

GRAFICO 13

Fonte: elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

Dai dati dell’Osservatorio Scolastico Provinciale di Siena si evince che, nell’anno scolastico

2007/2008, hanno conseguito la qualifica professionale 281 alunni mentre nell’anno scolastico 2008/2009 254. In ciascuno degli anni scolastici considerati il numero dei qualificati risulta superiore alla domanda e ciononostante le imprese dichiarano di trovare difficoltà nel rintracciare candidati in possesso del titolo in esame. Escludendo un problema di carattere quantitativo (visto che numericamente la domanda è inferiore all’offerta), rimane la possibilità di un disallineamento del mercato del lavoro di carattere qualitativo, che può dipendere dalla tipologia di qualifica professionale offerta/domandata o da altre caratteristiche (genere, età, nazionalità, conoscenza della lingua etc.).

In questa sede è importante allora verificare se le tipologie di qualifica professionale rilasciate dal sistema scolastico pisano, al termine del percorso di Istruzione professionale e tecnica (3-4 anni), hanno coinciso con il fabbisogno dichiarato dalle imprese. A tal fine, si propone il calcolo dell’indice di raccordo domanda/offerta effettuato sulla domanda espressa per il 2009 dalle imprese, in termini di indirizzi per titolo di Istruzione professionale, e l’offerta presente sul mercato, in termini di qualificati come media degli anni scolastici 2008/2009 e 2007/2008.

In termini quantitativi, la domanda supera l’offerta con riferimento al solo indirizzo amministrativo-commerciale, per il quale le imprese dichiarano grosse difficoltà nel reperire personale (44%), forse proprio a causa della sua scarsità.

Il sistema scolastico provinciale sembra non offrire alcun output in termini di indirizzo cosmetica ed estetica, linguistico, edile ed agrario alimentare (indice di raccordo pari a 0, in rosso in

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tabella). Per questi indirizzi la domanda è comunque limitata, ammonta cioè al minimo rilevabile dal sistema Excelsior, ossia 10 unità.

Per gli indirizzi turistico alberghiero, elettrotecnico e meccanico, l’offerta supera la domanda. Nei primi due indirizzi il valore dell’indice di raccordo indica che le due componenti del mercato del lavoro si incontrano, seppur con qualche difficoltà. L’indice assume valore pari a zero per l’indirizzo meccanico, perché le imprese dichiarano difficilmente reperibili tutte le figure professionali cercate, pur essendoci un’offerta di qualche decina di unità.

Indice di raccordo D/O per gli indirizzi di Istruzione professionale e tecnica – Pisa 2009

Indirizzo IPT Indice di raccordo

Ip agrario-alimentare 0,00

Ip a indirizzo meccanico 0,00

Ip a indirizzo elettrotecnico 0,29

Ip a indirizzo edile 0,00

Ip a indirizzo linguistico 0,00

Ip a indirizzo amministrativo-commerciale 1,64

Ip a indirizzo turistico-alberghiero 0,26

Ip a indirizzo cosmetica ed estetica 0,00

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Excelsior 2009, OSP provinciale

Par. 3.4 - Diploma (5 anni)

Le aziende pisane prevedevano per il 2009 l’assunzione di 1.340 diplomati di cui 330 (il 24,6%) risultano di difficile reperimento.

Quasi il 18% del fabbisogno di personale diplomato riguarda le Professioni qualificate nelle attività commerciali, seguono le Professioni tecniche nell’amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali, che incidono per quasi il 16%. Il terzo diploma per incidenza (9,7%) è vede, a pari merito, Impiegati di ufficio e Operai specializzati nell’industria estrattiva e nell’edilizia. I restanti gruppi professionali incidono sul fabbisogno totale molto meno del 10%.

All’interno dei singoli gruppi professionali l’incidenza delle difficoltà di reperimento risulta assoluta per le Professioni qualificate nei servizi sanitari (100%) e predominante per le Professioni qualificate nei servizi sociali, culturali, di sicurezza, pulizia e assimilati (71,4%); per gli Operai semiqualificati di macchine per lavorazione in serie e addetti montaggio (57,1%) e per Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati (50,0%).

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La domanda di diplomati per categoria professionale Incidenza % sul fabbisogno totale di

diplomati e Incidenza % della difficoltà di reperimento – Pisa 2009

Incid. % sul

fabbisogno totale

di diplomati

Incid. % della

difficoltà di

reperimento

Professioni qualificate nelle attività commerciali 17,9 20,8

Profes. tecniche nell’amministraz. e nelle attività finanz. e commerc. 15,7 0,0

Impiegati di ufficio 9,7 23,1

Operai specializzati dell’industria estrattiva e dell’edilizia 9,7 7,7

Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere 6,0 25,0

Impiegati a contatto diretto con il pubblico 5,2 14,3

Profess. qualif. nei serv. sociali, cult., sicurezza, pulizia e assim. 5,2 71,4

Conduttori di impianti industriali 5,2 14,3

Operai semiqual. di macch. per lavoraz. in serie e addetti montaggio 5,2 57,1

Operai metalmeccanici specializzati ed assimilati 3,7 40,0

Professioni qualificate nei servizi sanitari 3,0 100,0

Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento 3,0 25,0

Professioni tecniche nelle scienze naturali, ingegneria ed assimilate 2,2 33,3

Operai specializzati lavoraz. alimentari, legno, tessili e assimilati 2,2 33,3

Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati 1,5 50,0

Specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali ed assimilati 0,7 0,0

Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone 0,7 0,0

Operai specializ. della meccanica di precisione, stampa ed assimilati 0,7 0,0

Totale 100,0 24,6

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

Dal lato dell’offerta, in provincia di Pisa, i diplomati sono stati 2.333 nell’anno scolastico

2007/2008 e 2.203 in quello 2008/2009. Stando ai dati complessivi, la domanda di diplomati (1.340) risulta inferiore all’offerta (2.203 nell’ultimo anno). In teoria, nel 2009 avrebbero potuto già trovare un occupazione il 60,8% dei diplomati, non considerando la tipologia di diploma conseguito ed il fatto che molti dei diplomati disponibili proseguono gli studi, iscrivendosi all’università. Nell’anno accademico 2008/2009 si sono immatricolati nelle università d’Italia 1.736 pisani. Se tutte le immatricolazioni dei pisani fossero da imputare ai soli diplomati dello stesso anno, avremmo che addirittura il 78,8% dei diplomati si è iscritto all’università lasciando pertanto al mercato del lavoro solo il 21,2%. Naturalmente si tratta di un’ipotesi irreale.

Al contempo, da un lato, ci sono dei diplomati che, per ragioni anche indipendenti da un percorso universitario, decidono di non fare ingresso nel mondo del lavoro e che, pertanto, sono da escludere dal computo dell’offerta di lavoro; dall’altro lato, ogni anno molti studenti abbandonano le aule universitarie per cercare un posto di lavoro, con un titolo da diplomati. Questi ultimi andrebbero, ovviamente, inseriti nell’offerta di lavoro.

Quello che alla fine risulta è che, mentre la maggior parte della domanda di lavoro generata dalle imprese è rivolta ai diplomati piuttosto che ai laureati, l’offerta di lavoro è costituita da diplomati che per lo più preferiscono proseguire gli studi e rimandare l’ingresso nel mercato del lavoro. Per molti soggetti intraprendere un percorso universitario è d’altro canto una scelta forzata. Ciò dipende in buona parte dalle insufficienze del sistema di istruzione italiano: La scuola non si plasma e non si adegua al mutare del mondo del lavoro ed alle esigenze del mondo imprenditoriale, restando ingessata in canoni tradizionali e sorpassati. Ne consegue che i giovani che escono a tutti i livelli dal ciclo d’istruzione (superiore ed anche universitario) il più delle volte hanno bisogno di

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rafforzare le loro competenze professionali con ulteriori moduli di formazione perché la loro preparazione non è confacente al mondo del lavoro. Il risultato è che domanda e offerta s’incontreranno con notevole difficoltà.

Incrocio domanda-offerta per indirizzi di diploma - Pisa 2010

Domanda

Offerta

A.S.

2007/08

A.S.

2008/09

Diplomi a indirizzo informatico 10 134 116

Diplomi a indirizzo chimico e biologico 20 54 47

Diplomi a indirizzo meccanico 100 44 46

Diplomi a indirizzo elettronico 10 99 61

Diplomi a indirizzo elettrotecnico 80 40 40

Diplomi a indirizzo termoidraulico 20 0 0

Diplomi a indirizzo agrario alimentare 10 21 14

Diplomi a indirizzo legno, mobile e arredamento 10 9 11

Diplomi a indirizzo lavorazione vetro e ceramica 0 16 8

Diplomi a indirizzo linguistico 0 289 180

Diplomi a indirizzo classico, scientifico e socio psico-pedagogico 20 1.035 1.141

Diplomi a indirizzo amministrativo-commerciale 560 169 145

Diplomi a indirizzo edile 20 12 16

Diplomi a indirizzo turistico alberghiero 70 104 110

Diplomi a indirizzo socio-sanitario 0 64 39

Diplomi a indirizzo artistico 0 54 56

Diplomi a indirizzo tessile, abbigliamento e moda 10 14 10

Diplomi a indirizzo non specificato 400 175 163

Totale 1.340 2.333 2.203 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

Tornando al tema della ricerca, i gruppi professionali ISTAT sono troppo variegati per

consentire un raccordo significativo con i percorsi di studio che portano al diploma. Pertanto si ritiene più utile effettuare un confronto con gli Indirizzi formativi . Ovviamente si tratta di un confronto di massima molto grossolano dal momento che, come già anticipato, possono contribuire a soddisfare il fabbisogno del tessuto economico anche i diplomati degli anni precedenti e quelli di altre province, così come i diplomati residenti a Pisa possono inserirsi nel mercato del lavoro di altre province.

Nel complesso, l’offerta di diplomati risulta superiore alla domanda generata dalle imprese, fatta eccezione per i diplomi a indirizzo meccanico, elettrotecnico e amministrativo-commerciale. Al contempo ci sono diplomi (e pertanto diplomati) verso i quali non esistono manifestazioni di interesse da parte delle imprese: fra quelli inseriti in tabella ricordiamo i diplomi ad indirizzo artistico, linguistico, socio sanitario e della lavorazione di vetro e ceramica.

Analizzando i diplomi per singolo indirizzo si possono fare le seguenti considerazioni: Gli studenti continuano a concentrare la propria attenzione sui Diplomi a indirizzo classico,

scientifico e socio psico-pedagogico (oltre 1.000 diplomati l’anno), ma la domanda delle imprese è molto inferiore (20 unità). Ciò consente alle imprese di non avere grosse difficoltà di reperimento ma costringe i diplomati ad intraprendere un percorso di formazione aggiuntiva (universitaria o altro) che gli conferisca una specializzazione/professionalità maggiormente spendibile sul mercato del

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lavoro. Vero è che si tratta notoriamente di diplomi nati come percorso di studi propedeutico all’università più che al lavoro. Ad ogni modo in questo indirizzo il numero dei diplomati risulta in aumento rispetto all’anno precedente.

Dopo i diplomati ad indirizzo classico, scientifico e socio-psico-pedagogico i più numerosi sono quelli dell’indirizzo linguistico: i quasi 300 diplomati nell’anno scolastico 2007/08, e i quasi 200 del successivo anno, si trovano ad affrontare una richiesta pari a zero da parte del mondo imprenditoriale pisano. Per questo indirizzo valgono le considerazioni fatte al punto precedente.

I Diplomi ad indirizzo amministrativo-commerciale 2008/2009 sono stati 145 (169 l’anno precedente) mentre la domanda da parte delle imprese è di oltre 500 con una difficoltà di reperimento di una figura professionale su cinque. In questo caso è evidente come le imprese, per soddisfare il proprio fabbisogno, facciano ricorso anche a candidati non residenti e/o non diplomati in provincia e/o a diplomati negli anni precedenti disponibili.

Per i diplomati a indirizzo informatico (116 nel 2009 e 134 nel 2008), l’indagine Excelsior evidenzia un fabbisogno pari a soli 10 diplomati. Sembra che il mondo imprenditoriale non reputi adeguata alle proprie esigenze la formazione impartita agli studenti, in quanto le difficoltà di reperimento sono del 100%.

Nel caso dei Diplomi a indirizzo turistico-alberghiero si nota un maggior equilibrio: l’offerta 110 diplomati registrati nel 2009 (contro i 104 nel 2008) non è molto superiore alla domanda (70) la quale risulta in gran parte facile da soddisfare.

A Pisa, nel 2009, hanno conseguito un diploma ad indirizzo elettronico 61 studenti (99 nel 2008), per contro, le aziende ne chiedono solo 10.

Dei 39 diplomati a indirizzo socio-sanitario (64 lo scorso anno), nessuno sarà richiesto dalle imprese, c’è però da dire che la maggior parte di questi diplomati potrà trovare lavoro presso strutture pubbliche, non coperte dall’indagine Excelsior;

Dei circa 50 diplomati ad indirizzo Chimico o biologico, solo una ventina troverà lavoro presso le imprese, le quali dichiarano comunque difficoltà di reperimento;

Buona la situazione per i diplomati ad indirizzo meccanico, per i quali (poco più di 40 per entrambi gli anni considerati) le imprese esprimono nel 2009 una richiesta di 100 unità. Si tratta di uno dei pochi casi in cui la domanda è superiore all’offerta;

Stessa situazione dei meccanici si ha per i diplomati a indirizzo elettrotecnico: domanda per 80 unità ed offerta di 40 diplomati ogni anno, anche se le imprese reputano difficoltoso trovare i candidati con il profilo richiesto. Potrebbe delinearsi un problema di formazione scolastica inadeguata rispetto alle necessità delle aziende. Così come, del resto, potrebbe trattarsi di ostacoli di altro genere: età, esperienza etc.;

Per l’indirizzo Edile, ad un numero di diplomati piuttosto ridotto (una quindicina in entrambi gli anni), si associa una domanda, seppur esigua, superiore all’offerta, con venti unità ricercate. Lo stesso dicasi per i diplomi ad indirizzo legno, mobili ed arredamento e tessile, arredamento e moda.

Una grossa fetta dei diplomati neoassunti in provincia di Pisa (400, pari al 29,9%) è rappresentata da quelle posizioni lavorative per cui le imprese non hanno specificato l’indirizzo. Molte delle imprese che domandano diplomati, dunque, non danno valore ad uno specifico indirizzo di studio, l’importante è solo il conseguimento del titolo di studio (le professioni in cui verranno inseriti i suddetti diplomati, sono, ad esempio, personale addetto alla lettura di contatori, uscieri e commessi, facchini, magazzinieri, portalettere, conduttori di impianti industriali, manovali per l’edilizia civile e pubblica, ecc.).

Di seguito si riportano i risultati del calcolo dell’indice di raccordo domanda/offerta, per tutti gli indirizzi di studio in cui la domanda sia maggiore di zero: non sono stati presi prendono in considerazione, dunque, gli indirizzi quali, ad esempio quello linguistico e quello socio sanitario. Al contrario è presente l’indirizzo termoidraulico, per il quale, ad una domanda positiva non si è trovata alcuna corrispondenza, e dunque offerta, da parte del sistema scolastico provinciale.

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Gli indirizzi di studio in cui emerge il miglior buon allineamento domanda offerta sono legno, mobile e arredamento (1,00), e tessile abbigliamento e moda (0,83). Il peggior allineamento si ha, da un lato, per l’amministrativo commerciale (3,06), per il quale la domanda supera abbondantemente l’offerta; e dall’altro, per l’indirizzo informatico (0,08), in cui si ha il fenomeno opposto. Per gli altri indirizzi, per i quali vale quanto detto in precedenza, si hanno valori intermedi.

Indice di raccordo D/O per indirizzo di diploma - Pisa 2009

Indice di

raccordo

Diplomi a indirizzo informatico 0,08

Diplomi a indirizzo chimico e biologico 0,20

Diplomi a indirizzo meccanico 1,56

Diplomi a indirizzo elettronico 0,13

Diplomi a indirizzo elettrotecnico 2,00

Diplomi a indirizzo termoidraulico 0,00

Diplomi a indirizzo agrario-alimentare 0,57

Diplomi a indirizzo legno, mobile e arredamento 1,00

Diplomi a indirizzo classico, scientifico e socio-psico-pedagocico 0,02

Diplomi a indirizzo amministrativo-commerciale 3,06

Diplomi a indirizzo edile 1,43

Diplomi a indirizzo turistico alberghiero 0,47

Diplomi a indirizzo tessile, abbigliamento e moda 0,83

Diplomi a indirizzo non specificato 1,80

Fonte: elaborazione CSR CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

Bisogna infine considerare che coloro che s’iscrivono all’università dopo il diploma vanno ad

abbassare il forte disequilibrio tra domanda ed offerta di lavoratori diplomati. In provincia di Pisa le iscrizioni alle università italiane nel 2009 sono state 1.736, il numero di diplomati ipoteticamente disponibili a lavorare si riduce a 467 unità, fatto che porta l’offerta su numeri notevolmente più bassi rispetto alla domanda. Se si pensa che ad iscriversi all’Università siano soprattutto coloro che hanno seguito dei percorsi di studio non orientati ad una specifica professione, si può ipotizzare che l’offerta di diplomati in provincia sia abbastanza mirata all’offerta.

Par. 3.5 – I titoli universitari

Le aziende pisane per il 2009 hanno previsto l’assunzione di 460 laureati (laurea triennale o breve, laurea specialistica o magistrale, corsi e diplomi post laurea, dottorati di ricerca) di cui circa un quarto, 120, risultano difficili da rintracciare, nonostante l’offerta di laureati disponibili a lavorare sia varia ed abbondante.

L’assunzione di laureati è prevista prevalentemente per coprire ruoli legati alla professione di Impiegato a contatto diretto con il pubblico, professioni tecniche, nell’amministrazione, nelle attività finanziarie e commerciali, nelle scienze naturali, di ingegneria ed assimilate. Seppur minore, esiste una domanda di laureati riferita anche a Ingegneri, Architetti e professioni assimilate, professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita, Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone e impiegati di ufficio.

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GRAFICO 14

Fonte: elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

Prendendo a riferimento le dichiarazioni relative alle assunzioni previste per indirizzo di

laurea, si nota anzitutto che sono 7 gli indirizzi di studio specifici, più uno non specificato, verso cui si orienta la domanda delle imprese. La maggior parte delle richieste (29,5%) si concentra sull’indirizzo chimico farmaceutico, poi su ingegneria elettronica e informatica (25,0%), sull’indirizzo economico (13,6%) e sull’indirizzo linguistico, traduttori ed interpreti (11,4%).

Dei primi tre indirizzi per fabbisogno, i primi due (chimico farmaceutico ed ingegneria elettronica e informatica) non presentano alcun ostacolo all’assunzione di personale, il terzo (indirizzo economico) presenta solo limitate difficoltà. Segno evidente che queste facoltà preparano giovani pronti per essere immessi immediatamente nel mondo del lavoro.

Le imprese mostrano le maggiori difficoltà a trovare una figura professionale con le caratteristiche richieste per i laureati in indirizzo linguistico (50 unità, tutte difficili da reperire), segno evidente che la preparazione universitaria poco si adatta al mondo aziendale.

GRAFICO 15

Fonte: elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

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E’ praticamente impossibile calcolare l’effettiva offerta di laureati sul mercato del lavoro provinciale: la presenza di un ateneo di prestigio come quello pisano, attrae studenti da tutta Italia e non solo. La mobilità degli studenti è veramente alta e le dinamiche di scelta del territorio sul quale orientare la propria offerta sono complesse.

Laureati pisani presso le Università italiane per facoltà - 2008

Facoltà Laureati Incidenza %

Interfacoltà 91 4,57

Agraria 51 2,56

Architettura 59 2,96

Economia 222 11,14

Farmacia 39 1,96

Giurisprudenza 189 9,49

Ingegneria 321 16,11

Lettere e Filosofia 199 9,99

Lingue e letterature straniere 56 2,81

Medicina e Chirurgia 277 13,91

Veterinaria 25 1,26

Psicologia 91 4,57

Scienze della Formazione 44 2,21

Scienze Motorie 2 0,10

Scienze matematiche, fisiche e naturali 181 9,09

Scienze Politiche 145 7,28

Totale 1.992 100,00 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati MIUR

Nel 2008 gli studenti pisani laureatesi tra le varie Università italiane ammontavano a 1.992, il

57,7% dei quali di sesso femminile. Le lauree maggiormente conseguite sono, nell’ordine, Ingegneria (16,1%), Medicina e Chirurgia (13,9%), Economia (11,1%), Lettere e Filosofia (9,9%) e Giurisprudenza (9,4%).

Il confronto fra la richiesta di laureati in Provincia di Pisa (460) ed il numero di laureati pisani in Italia (1.992) può essere fuorviante, in primis perché si può ipotizzare che un buon numero di laureati “fuori sede” possa cercare lavoro nella provincia nella quale ha studiato, ed in seconda battuta, ma questo vale un po’ per tutti i titoli di studio, una parte di laureati sceglierà l’auto imprenditorialità (medici, veterinari, avvocati, commercialisti, ecc.). D’altro canto bisogna considerare che i laureati presso facoltà non esistenti a Pisa (ad esempio, architettura o psicologia) possano svolgere un’attività lavorativa inerente al proprio percorso di studi, anche nel territorio pisano.

Per i motivi di cui sopra, considerata la dimensione provinciale del presente lavoro, è stato esaminato il numero di laureati residenti in provincia di Pisa, laureati “in casa”, ossia presso l’Università degli studi di Pisa. Nel 2008, i pisani laureati a Pisa sono 1.545, ossia il 77,5% del totale dei laureati in Italia. Fra questi, l’incidenza del numero di laureati per facoltà (grafico sotto) non si discosta molto da quanto visto per i laureati pisani in tutte le facoltà italiane.

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GRAFICO 16 -Laureati pisani all’Università di Pisa, incidenze % per facoltà – 2008

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati MIUR

Se non tutti i “dottori” pisani cercheranno lavoro nella provincia di residenza, è altrettanto

ragionevole pensare che il bacino di laureati cui le aziende pisane possono attingere è ben più ampio di quello ristretto ai soli laureati a Pisa e ivi residenti. A tal proposito si ritiene utile prendere in esame anche il dettaglio dei residenti in Toscana che si sono laureati a Pisa, e, successivamente, il totale dei laureati nell’Ateneo della città della Torre pendente, qualunque sia la loro provenienza geografica, sempre suddivisi per facoltà. Nel 2009 si sono laureati a Pisa 4.682 studenti toscani, (dunque i pisani sono stati esattamente un terzo). Di questi, i più sono usciti dalle facoltà di ingegneria (18,8%), medicina e chirurgia (15,1%), giurisprudenza (11,9%) ed economia (10,2%).

GRAFICO 17

Laureati toscani nell’Ateneo di Pisa, incidenze % per facoltà – 2008

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati MIUR

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Se consideriamo il totale dei laureati 2008 presso l’Ateneo pisano, qualunque sia la residenza, essi ammontano a 7.047 di cui più di uno su cinque consegue la laurea in ingegneria.

GRAFICO 18

Grafico n. 17 - Laureati nell’Ateneo di Pisa, incidenze % per facoltà anno 2008

Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati MIUR

Tornando al fabbisogno di laureati espresso dalle imprese pisane occorre tener presente che:

� tale fabbisogno può certamente essere soddisfatto sia dai soggetti che si sono laureati nel 2009 che da quelli che hanno conseguito il titolo negli anni precedenti;

� l’impresa può trovare i suoi candidati sia tra i residenti pisani che non; � le aziende possono ricercare il proprio personale anche tra candidati che non si sono laureati

a Pisa. A questo punto si può cercare di capire se l’offerta di laureati generata dall’Ateneo pisano

(prima con riferimento ai soli pisani, poi ai soli toscani ed infine al totale dei laureati all’Università di Pisa) possa soddisfare la domanda del tessuto imprenditoriale provinciale. Si è provato pertanto ad associare a ciascun indirizzo di laurea per il quale esiste una domanda da parte delle imprese (relativa ad assunzioni da espletare/espletate nel 2009) il corrispondente numero di laureati nel 2008 nell’Ateneo della provincia, suddivisi in base alla provenienza.

Andando per ordine, le lauree ad indirizzo chimico farmaceutico rappresentano l’unico indirizzo di studi per cui la domanda delle imprese necessiterebbe di quasi tutto il flusso dei neolaureati in uscita dall’Università, siano essi pisani o meno. Alla luce di questi fatti tale laurea sembra l’unica, o una delle poche, che al momento garantisce la possibilità di un ingresso veloce nel mondo del lavoro (questo, ovviamente, senza considerare il livello di esperienza richiesto dalle imprese).

I laureati in indirizzo economico risultano (anche solo per i residenti in provincia di Pisa) in numero esuberante rispetto al fabbisogno locale. Si ricorda comunque, che alcuni di essi tenteranno la strada dell’auto imprenditorialità. Lo stesso vale per i laureati in ingegneria (si veda la nota 5).

Per l’indirizzo linguistico, alle imprese pisane basterebbero i soli laureati provenienti dalla medesima provincia. Data però la difficoltà dichiarata dalle imprese a trovare figure professionali in questo indirizzo, si può pensare che ci sia una certa richiesta di traduttori ed interpreti, i quali non vengono formati a Pisa, ma presso altri atenei.

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Anche per gli indirizzi politico sociale, e sanitario paramedico, la flotta dei neolaureati si pone ampiamente sopra le richieste delle imprese. Come già detto, gran parte di coloro che si laureano in medicina e chirurgia, verranno assunti dal sistema sanitario nazionale.

Incrocio domanda/offerta di laureati in provincia di Pisa, secondo gli indirizzi di laurea

indicati dal fabbisogno delle imprese

Indirizzi di laurea / fabbisogno di personale

con Laurea per professione ISTAT

Fabbisogno

delle

imprese

Laureati a Pisa per provenienza

Laureati

pisani

Laureati

toscani

Totale

laureati

indirizzo chimico-farmaceutico(8) 130 41 117 162

indirizzo economico 60 167 483 643

indirizzo di ingegneria(9) 150 306 880 1.426

indirizzo linguistico, traduttori e interpreti 50 50 203 270

indirizzo politico-sociale 20 102 303 402

indirizzo sanitario e paramedico 20 228 707 914

Lauree a indirizzo non specificato 10 648 1.989 3.230

totale 440 1.542 4.682 7.047 Fonte: Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Excelsior e MIUR

Resta il fatto che, in generale, la domanda di laureati è molto inferiore all’offerta, soprattutto

con riferimento ad alcuni indirizzi di laurea. Le difficoltà di reperimento da parte delle aziende potrebbero derivare per lo più dalla presenza/assenza di altre caratteristiche richieste (età, sesso etc.) oppure dall’allungamento dei tempi di ricerca dovuto alla non vicinanza territoriale dei candidati ideali.

Di seguito presentiamo i risultati del calcolo dell’indice di raccordo domanda di laureati/offerta di laureati residenti in provincia di Pisa, per tutti gli indirizzi di studio in cui la domanda sia maggiore di zero. L’incrocio è inoltre effettuato tenendo conto dei singoli indirizzi di laurea richiesti dalle imprese.

Indice di raccordo D/O per indirizzo di laurea - Pisa 2009

Indice di raccordo

indirizzo politico-sociale 0,18

indirizzo sanitario e paramedico 0,11

indirizzo di ingegneria industriale 0,00

indirizzo linguistico, traduttori e interpreti 0,00

indirizzo economico 0,34

ingegneria elettronica e dell'informazione 1,29

indirizzo chimico-farmaceutico 2,45

Fonte: elaborazione CSR CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

L’indice di raccordo è pari a zero per gli indirizzi ingegneria industriale e linguistico,

traduttori ed interpreti, perché tutte le figure cercate sono dichiarate difficili da reperire. L’indice di incrocio per i due indirizzi (domanda fratto offerta), che non tiene conto delle difficoltà di

8 Al fabbisogno delle imprese è stato confrontato il totale dei laureati in farmacia e quello dei chimici e chimici industriali, che sono stati decurtati dal grande gruppo “scienze matematiche, fisiche e naturali”. 9 Le professioni ISTAT prevedono ingegneria elettronica e dell'informazione e indirizzo di ingegneria industriale, qui chiamate “indirizzo di ingegneria, sono state confrontate con il totale dei laureati in ingegneria.

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reperimento, è peraltro pari a 0,33 per l’indirizzo ingegneria industriale, ed a 0,81 per il linguistico. In quest’ultimo caso è probabile che la formazione universitaria impartita ai neolaureati non sia ritenuta sufficiente per essere assunti. Per altri indirizzi si nota un certo disallineamento fra le componenti del mercato del lavoro o dal lato dell’offerta: indirizzo politico-sociale (0,18), indirizzo sanitario e paramedico (0,11), indirizzo economico (0,34). Per gli indirizzi ingegneria elettronica e dell'informazione (1,29) e indirizzo chimico-farmaceutico (2,45) lo sbilanciamento è causato dall’eccesso di domanda.

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Cap. 4 - Incrocio domanda/offerta di lavoro relativa a candidati con esperienza generica o non richiesta nel settore di attività

Indipendentemente dal titolo di studio, le imprese possono decidere di selezionare il

personale da assumere anche sulla base dell’esperienza lavorativa fino a quel momento acquisita. In linea di massima, l’offerta di lavoro generata da persone in uscita dal sistema scolastico

(neodiplomati, neo qualificati etc.), con scarse o nulle esperienze lavorative, dovrebbe essere confrontata con la domanda di lavoro di personale senza esperienza. Il confronto precedente tra domanda globale e offerta parziale (solo soggetti che hanno appena acquisito un titolo di studio) resta valido alla luce di alcune considerazioni:

- i dati Excelsior costituiscono in ogni caso delle dichiarazioni d’intenti da parte delle imprese. Può accadere, ad esempio, che coloro i quali hanno dichiarato di voler assumere persone con esperienza, e non riescano a trovarle, possano in seguito assumere una o più unità lavorative anche se non in possesso dell’esperienza prima richiesta. Per questo motivo, diplomati, neo qualificati, ecc., possono confrontarsi anche con la domanda di lavoro inizialmente rivolta a candidati con esperienza;

- una certa esperienza lavorativa può essere comunque acquisita, nell’arco di qualsiasi ciclo di studi (o in momenti precedenti ad esso per chi inizia in ritardo un certo percorso scolastico). D’altra parte, è noto come spesso alcune persone decidono di tornare sui banchi di scuola per conseguire un certo titolo di studio, magari a distanza di anni dall’acquisizione del titolo precedente. Spesso queste persone hanno già maturato un’esperienza lavorativa che vogliono in qualche modo ufficializzare ed onorare conseguendo un titolo di studio inerente. Pertanto, essendoci la possibilità che l’offerta di lavoro presa in considerazione possa soddisfare anche il requisito dell’esperienza è opportuno considerare la domanda nella sua interezza;

- alle imprese partecipanti all’indagine Excelsior si chiede di indicare se il personale di cui si prevede l’assunzione debba avere un “Esperienza specifica o nel settore” oppure un “Esperienza generica o non richiesta”. Ciò significa che prendere in esame il fabbisogno di personale con “Esperienza generica o non richiesta” costituisce un’approssimazione della richiesta di personale “senza alcuna esperienza” in quanto in questa categoria è inclusa anche la domanda rivolta a coloro che hanno conseguito generiche esperienze lavorative.

Secondo i dati Excelsior, nella provincia di Pisa sarà richiesta un’esperienza specifica nel settore nel 53% dei casi di assunzione previsti, per contro il 47% delle assunzioni in programma interesserà soggetti senza esperienza (1.580 persone). Ciò significa che, limitare l’analisi alla sola componente della domanda orientata al personale senza esperienza, se da un lato rende più confrontabile i dati annui su licenziati, diplomati ecc., dall’altro impedisce di prendere in considerazione la metà del fabbisogno occupazionale locale. Dal momento che lo scopo di questo lavoro è anche quello di favorire la conoscenza del mercato del lavoro nella sua globalità in modo tale che giovani, istituzioni ed imprese possano orientare meglio le loro scelte, ci pare opportuno fornisce un quadro conoscitivo il più ampio possibile.

In generale il fabbisogno di personale senza esperienza, espresso dalle imprese, non si riferisce necessariamente soltanto a coloro che hanno appena conseguito il titolo di studio. Capita sempre più spesso che l’ingresso nel mondo del lavoro si verifichi ad anni di distanza dal conseguimento del titolo di studio, senza nel frattempo avere effettuato alcuna esperienza lavorativa. Ad esempio molti neodiplomati tentano inizialmente l’esperienza universitaria salvo poi abbandonare l’idea della laurea dopo alcuni anni, decidendo di inserirsi nel mondo del lavoro avvalendosi del diploma conseguito in precedenza. Inoltre molte donne decidono di entrare nel mercato del lavoro solo dopo che i figli hanno raggiunto una certa età, e sono divenuti più autonomi, oppure, come di recente si verifica con maggior frequenza a causa della crisi economica, quando il

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nucleo familiare necessita di un entrata aggiuntiva. In questo caso è il tipo di offerta presa in considerazione che non si raccorda comunque con la fattispecie di domanda considerata. A questo proposito bisogna considerare che non tutti coloro che terminano un certo percorso di studi sono immediatamente disponibili a lavorare e pertanto non offriranno lavoro.

Fatte le dovute premesse, e nel tentativo comunque di fornire un lavoro il più possibile esaustivo, di seguito si riportano i dati relativi alla domanda di lavoro rivolta a persone senza alcuna esperienza lavorativa, raccordata ai all’offerta. In particolare, si è provveduto ad analizzare il grado di allineamento fra le due componenti del mercato del lavoro attraverso il calcolo dell’indice di raccordo relativo alla domanda/offerta di personale senza esperienza specifica. Questo tipo di analisi è stata effettuata per il totale della domanda e per ciascun titolo di studio.

L’indice di raccordo domanda/offerta di personale senza un esperienza specifica (0,17) tende ad essere più basso, e quindi peggiore, rispetto all’indice generale (0,32). Questo avviene perché se l’offerta rimane la stessa, la domanda di coloro che non hanno esperienza specifica in un settore rappresenta un sottoinsieme di quella utilizzata per l’indice generale. Lo scostamento maggiore riguarda le qualifiche professionali regionali e l’istruzione professionale.

GRAFICO 19

Fonte: elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno

Per quanto riguarda la licenza media (o scuola dell’obbligo), la domanda riferita a personale

con esperienza generica o non richiesta equivale al 46,5% del totale ovvero a circa 470 unità, mentre nel 2009 hanno conseguito il titolo in oggetto quasi 3.000 studenti. L’indice di raccordo per il personale senza esperienza è pari a 0,14, contro lo 0,27 dell’indice generale.

Delle 340 persone cercate dalle imprese pisane in possesso di qualifica professionale regionale, esattamente la metà, 170 unità, potranno accedere al lavoro senza una specifica esperienza nel settore, 80 delle quali sono considerate difficili da reperire. Quanto all’offerta dal 2007 al 2009 corrisponde a circa mille unità. L’indice di raccordo passa dallo 0,51 del generale, allo 0,27 per il personale senza esperienza.

Quattro sono gli indirizzi cercati dalle imprese: a parte quello edile, per cui non si riscontra un’offerta, i valori degli indici di raccordo tendono tutti ad essere inferiori a quanto calcolato nel capitolo 3, segno che l’esperienza lavorativa pregressa è una delle motivazioni per cui un candidato è assunto o meno.

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Indice di raccordo D/O generale e senza esperienza per indirizzo di qualifica

professionale - Pisa 2009

Indice di raccordo

generale

Indice di raccordo senza

esperienza

Indirizzo edile 0,00 0,00

Indirizzo amministrativo-commerciale 7,50 3,33

Indirizzo turistico alberghiero 1,03 0,69

Indirizzo socio-sanitario 1,46 1,22

Fonte: elaborazione CSR CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

Il fabbisogno di personale senza esperienza in possesso di un qualifica di istruzione

professionale e tecnica è pari a 90 unità su un totale di 210 (42,9%) mentre l’offerta, per l’anno accademico 2008/2009 è stata di 254 unità. L’indice di raccordo passa dallo 0,52 del generale, allo 0,26 per il personale senza esperienza.

Tra i tre indirizzi cercati dalle imprese, solo in quello amministrativo commerciale si nota un calo nel valore dell’indice, per gli altri due indirizzi, dunque, l’esperienza lavorativa pregressa non è il fattore che impedisce l’assunzione di personale.

Indice di raccordo D/O generale e senza esperienza per indirizzo di istruzione

professionale - Pisa 2009

Indice di raccordo

generale

Indice di raccordo senza

esperienza

Indirizzo elettrotecnico 0,29 0,29

Indirizzo amministrativo commerciale 1,64 1,29

Indirizzo turistico alberghiero 0,26 0,17

Fonte: elaborazione CSR CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

Indice di raccordo D/O generale e senza esperienza per indirizzo di diploma - Pisa 2009

Indice di raccordo

generale

Indice di raccordo

senza esperienza

Indirizzo chimico 0,20 0,20

Indirizzo meccanico 1,56 0,44

Indirizzo elettronico 0,13 0,13

Indirizzo elettrotecnico 2,00 0,75

Indirizzo classico, scientifico socio psico pedagogico 0,02 0,01

Indirizzo amministrativo-commerciale 3,06 1,72

Indirizzo edile 1,43 0,71

Indirizzo turistico alberghiero 0,47 0,28

Indirizzo non specificato 1,80 0,89

Fonte: elaborazione CSR CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

Per i neo diplomati senza un’esperienza specifica si prefigura una domanda pari al 48,5% del

totale (650 unità su 1.340) da confrontarsi con un offerta di 2.200 unità. L’indice di raccordo passa da 0,45 del generale, a 0,24 per il personale senza esperienza. Sono nove le tipologie di diplomi interessati da una qualsivoglia domanda per quanto riguarda il personale senza esperienza, contro le diciotto commentate al capitolo 3. Solo gli indirizzi chimico ed elettronico mostrano il medesimo

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indice in entrambi i confronti domanda/offerta: l’esperienza lavorativa pregressa non è il fattore che impedisce o rallenta l’assunzione. Per tutti gli altri indirizzi si nota un calo nel valore dell’indice.

Indice di raccordo D/O generale e senza esperienza per indirizzo di laurea - Pisa 2009

Indice di raccordo

generale

Indice di raccordo

senza esperienza

Indirizzo chimico-farmaceutico 2,45 1,51

Indirizzo economico 0,34 0,13

Indirizzo ingegneria elettronica e dell'informazione 1,29 0,82

Fonte: elaborazione CSR CCIAA Livorno su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2009

Anche per coloro che hanno conseguito un titolo universitario ma non hanno esperienza si

prefigura una domanda di circa la metà del fabbisogno totale delle imprese (200 su 460 unità). L’indice di raccordo passa dallo 0,17 del generale, allo 0,09 per il personale senza esperienza.

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Cap. 5 – La domanda delle imprese ei lavoratori in stato di disoccupazione - Un incrocio domanda offerta allargato

Finora è stata confrontata la domanda di lavoro espressa dalle imprese private con l’offerta

determinata dall’uscita dal sistema di istruzione scolastico provinciale. In realtà, il target di riferimento a cui le aziende possono attingere nella ricerca di personale è ben più ampio. L’offerta è infatti determinata da tutte le persone che, in un certo periodo considerato, risultano in cerca di occupazione, o che, pur lavorando, stanno cercando di cambiare la propria occupazione. Mentre per quest’ultimo punto non ci sono, ovviamente, dati disponibili, per quanto riguarda il primo possiamo potremmo prendere a riferimento gli iscritti alle liste di disoccupazione presso i Centri per l’impiego della provincia di Pisa, situati nel comune capoluogo e in quelli di Pontedera, Santa Croce sull’Arno e Volterra.

Come abbiamo già detto, al 31/12/2009 sono risultate iscritte alle liste dei Centri per l’Impiego della provincia di Pisa 36.237 persone (dati di stock), come immediatamente disponibili a lavorare, il 65% delle quali di sesso femminile. Di questi, 32.403 individui risultano disoccupati (il 64% sono donne) e 3.834 inoccupati (il 73,5% di questi sono donne). Considerando la domanda relativa alle assunzioni non stagionali per la quali non è richiesta un esperienza specifica (1.580), e confrontandola col numero di persone in cerca di prima occupazione (3.834), si nota un’eccedenza di offerta. Da notare che sono iscritti alle liste di disoccupazione provinciale anche coloro che risultano semplicemente domiciliati a Pisa ma non ivi residenti.

Fonte: Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno

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Cap.6 – Considerazioni conclusive Il livello culturale che un mondo evoluto, civilizzato e moderno deve offrire ai propri giovani

sembra scontrarsi col fabbisogno di personale del mondo imprenditoriale, orientato verso soggetti con una formazione culturale e professionale di basso profilo.

Oggi scuola e impresa parlano due lingue diverse: il Sistema scolastico nazionale, già a partire dalle descrizione formale dei titoli di studio conseguibili, è tutt’altro che orientato alla realtà del mercato e delle imprese; d’altra parte, a fronte di un grado di scolarizzazione considerevolmente cresciuto negli ultimi sessanta anni, è altresì vero che il livello di preparazione culturale e di formazione scolastica richiesto dal mondo del lavoro è ancora scarso.

Queste considerazioni generali risultano confermate anche in provincia di Pisa dove oltre il 40% della domanda è indirizzato a chi non possiede titolo di studio, ha la licenza media o ha la sola qualifica professionale regionale.

I titoli di studio che, a livello provinciale, presentano il maggior allineamento tra domanda e offerta sono la qualifica professionale regionale e l’istruzione professionale e tecnica, un po’ più indietro sta il diploma; mentre l’offerta delle imprese si orienta verso la licenza media ed il diploma. La laurea resta un traguardo molto ambito ma, al momento, ancora con pochi sbocchi occupazionali: il maggior disallineamento tra domanda e offerta si ha proprio per il titolo universitario.

In particolare, dall’indagine è emerso che in provincia di Pisa, con riferimento alle qualifiche professionali regionali, la domanda è orientata in massima parte verso l’indirizzo socio sanitario a fronte di un numero di qualificati insufficiente (l’indice di raccordo è pari ad 1,5). Sul territorio c’è un’effettiva necessità di tali figure professionali, anche perché una buona parte di esse è assorbita dalla Sanità pubblica. In effetti, molte di esse risultano di difficile reperibilità. L’offerta sembra invece preparare soprattutto estetisti e parrucchieri (indice di raccordo 0,1), a fronte di una domanda quasi inesistente. Per quanto concerne l’indirizzo turistico, si è tentato l’incrocio con le guide ambientali, turistiche ed i cantinieri. Il risultato è che la domanda e l’offerta sono in equilibrio, e, visto che le imprese non dichiarano alcuna difficoltà nel reperimento del personale, si può supporre che siano queste le figure che cercano.

Con riferimento al titolo di studio Istruzione professionale (3-4 anni), ci sono degli indirizzi di studio che non sono “coperti” o previsti dal sistema scolastico provinciale, per i quali si riscontra una domanda da parte delle imprese, seppur a volte limitata; si tratta dell’indirizzo cosmetica ed estetica, del linguistico, dell’edile, e dell’agrario alimentare.

L’incrocio domanda/offerta è stato invece possibile con riferimento ad altri indirizzi, fra cui l’ amministrativo commerciale, per il quale la domanda supera l’offerta, e le imprese dichiarano grosse difficoltà nel reperire personale, forse proprio a causa della sua scarsità. Per gli indirizzi turistico alberghiero, elettrotecnico e meccanico, l’offerta supera la domanda: nei primi due indirizzi il valore dell’indice di raccordo indica che le due componenti del mercato del lavoro si incontrano, seppur con qualche difficoltà. L’indice assume valore pari a zero per l’indirizzo meccanico, perché le imprese dichiarano difficilmente reperibili tutte le figure professionali cercate, pur essendoci un’offerta di qualche decina di unità.

L’offerta di diplomati risulta superiore alla domanda delle imprese per circa un migliaio di persone; bisogna tuttavia considerare che le iscrizioni di residenti in provincia di Pisa alle Università italiane nel 2009 sono state in numero tale da abbassare notevolmente il numero di diplomati ipoteticamente disponibili a lavorare, fatto che porta l’offerta su numeri notevolmente più bassi rispetto alla domanda. Gli indirizzi di studio in cui emerge il miglior allineamento domanda offerta sono Legno, mobile e Arredamento (1,00), Tessile abbigliamento e moda (0,83).

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I dati peggiori si registrano per l’amministrativo commerciale (3,06), per il quale la domanda supera abbondantemente l’offerta; e, per ragioni diametralmente opposte, riguardo all’indirizzo informatico (0,08). Gli altri indirizzi di studio segnano valori intermedi, ad eccezione dell’indirizzo termoidraulico, che segna un valore pari a zero.

Il confronto fra la domanda e l’offerta di laureati residenti in provincia vede invece premiare sei indirizzi di studio da parte delle imprese: l’indice di raccordo è pari a zero per gli indirizzi ingegneria industriale e linguistico, traduttori ed interpreti, perché tutte le figure cercate sono dichiarate difficili da reperire. L’indice di incrocio per i due indirizzi (domanda fratto offerta), che non tiene conto delle difficoltà di reperimento, è peraltro pari a 0,33 per l’indirizzo ingegneria industriale, ed a 0,81 per il linguistico, in quest’ultimo caso, peraltro, è probabile che la formazione universitaria impartita ai neolaureati non sia ritenuta sufficiente ai fini dell’assunzione. Per altri indirizzi si nota un certo disallineamento fra le componenti del mercato del lavoro o dal lato dell’offerta: indirizzo politico-sociale (0,18), indirizzo sanitario e paramedico (0,11), indirizzo economico (0,34). Per gli indirizzi ingegneria elettronica e dell'informazione (1,29) e indirizzo chimico-farmaceutico (2,45) lo sbilanciamento è causato dall’eccesso di domanda.

Con queste considerazioni non si vuole disincentivare gli studenti dal seguire un percorso universitario, quanto semmai fornire uno spunto di riflessione per Istituzioni e mondo imprenditoriale ad integrare le sinergie per un effettivo miglioramento della situazione occupazionale locale. La scuola non si plasma e si non adegua al mutare del mondo del lavoro ed alle esigenze del mondo imprenditoriale, restando ingessata in canoni tradizionali e sorpassati; ne consegue che i giovani che escono a tutti i livelli dal ciclo d’istruzione (superiore ed anche universitario) il più delle volte hanno bisogno di rafforzare le loro competenze professionali con ulteriori moduli di formazione perché la loro preparazione non è confacente al mondo del lavoro. Ad oggi i programmi scolastici risultano inadeguati rispetto alle mutate esigenze del mondo del lavoro tanto che domanda e offerta finiscono per incontrarsi con notevole difficoltà.

A tal proposito si denota che anche gli Istituti tecnici mancano di un’adeguata riqualificazione dei percorsi formativi e della programmazione. Tale processo di riqualificazione, tuttavia, dovrebbe essere improntato sulle singole realtà territoriali. La programmazione dei fabbisogni formativi, infatti, è impostata su base nazionale senza tener conto che territori diversi per vocazione economica, caratteristiche morfologiche e demografiche, necessitano di figure professionali diverse e pertanto di percorsi formativi scolastici adeguati. Ciò significa che la formazione dei giovani dovrebbe essere preferibilmente programmata anche in accordo con il sistema imprenditoriale locale e quindi basata sulle reali e specifiche necessità del territorio. D’altra parte, è anche vero il titolo di studio diviene sempre meno rilevante ai fini della valutazione qualitativa dell’offerta di lavoro, conta infatti anche l’esperienza: a Pisa il 52,8% dei posti vacanti sono destinati ad essere ricoperti da persone che già hanno conseguito un’esperienza specifica nel settore.

A questo proposito vale la pena sottolineare che una politica fiscale volta ad incentivare l’utilizzo nelle aziende di personale laureato, oppure altamente qualificato e specializzato, potrebbe essere un utile strumento di riallineamento e miglioramento del mercato del lavoro oltre che un supporto concreto per promuovere l’innovazione e favorire la competitività delle imprese. Al momento, infatti, essendo il costo del lavoro più elevato per le figure più qualificate, si preferisce assumere personale con un livello di studio inferiore e formarlo direttamente in azienda.

In generale, una maggiore esperienza lavorativa dovrebbe essere garantita a chi esce dalla scuola o dall’Università e si affaccia al mondo del lavoro, così da offrirgli un numero maggiore di possibilità.

Un ottimo strumento per far dialogare scuola e mondo imprenditoriale è sicuramente quello degli stage e dei tirocini formazione. Questi creano una sinergia importante tra due mondi diversi, e

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permettono allo studente di passare dalla teoria alla pratica. Una maggior diffusione, pertanto, dei progetti di alternanza scuola-lavoro potrebbe favorire entrambe le componenti del mercato del lavoro, riducendo la permanenza dei giovani nello stato di disoccupazione.

Infine, non è affatto da sottovalutare il problema del canale di comunicazione utilizzato da lavoratori e imprese per entrare in contatto. L’abitudine tutta italiana dell’utilizzo di canali di comunicazione non ufficiali crea ulteriori frizioni nel mercato del lavoro rendendo più difficile l’incontro tra domanda e offerta, e riducendo l’efficienza del processo di ricerca di personale. Molte imprese, infatti, piuttosto che far ricorso ai tradizionali ed ufficiali canali di ricerca (Centri per l’Impiego, società fornitrici di lavoro temporaneo, annunci tramite la stampa o internet) scelgono di operare per vie informali ricorrendo al passaparola tra parenti, amici, colleghi, fornitori, clienti e quant’altro. Dall’indagine Excelsior è emerso che a Pisa il canale di ricerca del personale più utilizzato è la conoscenza diretta. Tale metodo è utilizzato nel 38,7% dei casi di assunzione, contro, una media Toscana del 36,8% e del centro Italia del 40,3%. Al secondo posto c’è l’utilizzo di Banche dati aziendali (23,8%) e successivamente Segnalazioni da conoscenti e fornitori (17,7%). Si tratta di percentuali d’incidenza del canale di ricerca fondamentalmente in linea con la media Toscana e del Centro Italia. Sta di fatto che, operando in tale maniera, si riduce il livello di comunicazione e di trasparenza nel mercato del lavoro e si aumenta ulteriormente la schiera dei cosiddetti “difficili da reperire”. Questo modo di operare penalizza l’impresa stessa esponendola al forte rischio di non rintracciare sul mercato la persona realmente più qualificata a ricoprire un certo posto di lavoro.

Nonostante tutto, la domanda generata dalle imprese pisane risulta tra le più alte a livello regionale (seconda solo a Firenze); questo accade sia a livello quantitativo, sia qualitativo (per maggiore varietà delle posizioni e dei ruoli da coprire, ma anche per la maggiore incidenza della richiesta di titoli di studio medio alti). Le ragioni che vi stanno alla base sono la contemporanea presenza, da un lato, di un tessuto imprenditoriale numericamente rilevante ma anche variegato e tecnologicamente all’avanguardia; dall’altro, di un polo universitario e di ricerca d’eccellenza.