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DESK TOP PUBLISHING Problemi di carattere di Mauro Gandini Dopo il nostro articolo su True Tvpe molti lettori ci hanno domandato: «Sì, ma i nostri problemi di font di ogni giorno?)}. Abbiamo quindi deciso di esaminare questi problemi e dove possibile dare qualche utile consiglio sia per l'ambiente DOS sia per quello Macintosh Un carattere per ogni piattaforma Parlare di caratteri e font è nella mag- gior parte dei casi come attraversare un campo minato: ci sono un sacco di in- sidie e molte volte non si sa esattamen- te dove sono. Partendo da un minimo di storia dei due ambienti DOS e Macin- tosh, cercheremo di capire il perché dei problemi. Il problema principale è come al solito legato alla mancanza di uno standard vero e proprio ed alla presenza di alcuni standard de facto Quando un decina di anni orsono nasceva il primo personal computer di certo non si po- teva pensare che dovesse andare a so- stituire i tradizionali sistemi di fotocom- posizione, e quindi, non si può certo pretendere che i progettisti di allora fos- sero così lungimiranti (oggi forse esiste un'attenzione maggiore da questo pun- to di vista, ragione per la quale è spie- gato il successo dei cosiddetti sistemi aperti rispetto a quelli proprietari). MS-DOS & Windows 10 anni fa il primo PC DOS di IBM metteva a disposizione un set di carat- teri da utilizzare a proprio piaci mento e basta. La maggior parte dei programmi an- cora oggi si basa sull'interfaccia carat- tere e utilizza per la visualizzazione sul monitor questo set originale. Per alcuni anni si è andati avanti senza problemi in quanto le normali stampanti ad aghi erano nella maggior parte dei casi in grado di presentare un solo carattere. Nel 1984 Hewlett-Packard introduce la prima stampante laser per il mondo dei PC, la «mitica» LaserJet. Da allora il mondo dei font non è sta- to più lo stesso. Infatti la LaserJet in- troduceva la possibilità di stampare con caratteri differenti: la cosa era tuttavia ben lontana dall'attuale situazione. AI massimo si poteva stampare un docu- mento con un solo carattere per volta, però con piccole possibilità di modifica come per esempio l'introduzione di pa- role o frasi in corsivo o neretto. Per cambiare carattere bisognava normal- mente cambiare cartuccia di caratteri o nelle successive versioni dotate di più font (o di cartucce con più font) attivare codici di controllo particolari per passa- re da un carattere ad un altro. Insl)mma la vita non era semplice e RH MCmicrocompuler n. 117 - aprile 1992 A prescindere dal discorso strettamente tecnico riguardante le piattaforme hardware e le tecnologie di descrizione. nella figura sono rappresentate le due principali famiglie di caratteri (con grazie e senza) unitamente alle misure più importanti. Con grazie Senza grazie altezza della maiuscola altezza della minuscola base 225

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Problemi di caratteredi Mauro Gandini

Dopo il nostro articolo suTrue Tvpe molti lettori cihanno domandato: «Sì, ma inostri problemi di font di ognigiorno?)}. Abbiamo quindideciso di esaminare questiproblemi e dove possibiledare qualche utile consigliosia per l'ambiente DOS siaper quello Macintosh

Un carattereper ogni piattaforma

Parlare di caratteri e font è nella mag-gior parte dei casi come attraversare uncampo minato: ci sono un sacco di in-sidie e molte volte non si sa esattamen-te dove sono. Partendo da un minimo distoria dei due ambienti DOS e Macin-tosh, cercheremo di capire il perché deiproblemi. Il problema principale è comeal solito legato alla mancanza di unostandard vero e proprio ed alla presenzadi alcuni standard de facto Quando undecina di anni orsono nasceva il primopersonal computer di certo non si po-teva pensare che dovesse andare a so-stituire i tradizionali sistemi di fotocom-posizione, e quindi, non si può certopretendere che i progettisti di allora fos-sero così lungimiranti (oggi forse esisteun'attenzione maggiore da questo pun-to di vista, ragione per la quale è spie-gato il successo dei cosiddetti sistemiaperti rispetto a quelli proprietari).

MS-DOS & Windows10 anni fa il primo PC DOS di IBM

metteva a disposizione un set di carat-

teri da utilizzare a proprio piaci mento ebasta.

La maggior parte dei programmi an-cora oggi si basa sull'interfaccia carat-tere e utilizza per la visualizzazione sulmonitor questo set originale. Per alcunianni si è andati avanti senza problemiin quanto le normali stampanti ad aghierano nella maggior parte dei casi ingrado di presentare un solo carattere.Nel 1984 Hewlett-Packard introduce laprima stampante laser per il mondo deiPC, la «mitica» LaserJet.

Da allora il mondo dei font non è sta-to più lo stesso. Infatti la LaserJet in-troduceva la possibilità di stampare concaratteri differenti: la cosa era tuttaviaben lontana dall'attuale situazione. AImassimo si poteva stampare un docu-mento con un solo carattere per volta,però con piccole possibilità di modificacome per esempio l'introduzione di pa-role o frasi in corsivo o neretto. Percambiare carattere bisognava normal-mente cambiare cartuccia di caratteri onelle successive versioni dotate di piùfont (o di cartucce con più font) attivarecodici di controllo particolari per passa-re da un carattere ad un altro.

Insl)mma la vita non era semplice e

RH

MCmicrocompuler n. 117 - aprile 1992

A prescindere daldiscorso strettamentetecnico riguardante lepiattaforme hardware

e le tecnologie didescrizione. nella

figura sonorappresentate le dueprincipali famiglie di

caratteri (con grazie esenza) unitamente allemisure più importanti.

Con grazie Senza grazie

altezza della maiuscola

altezza della minuscola

base

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utilizzare più caratteri nei propri docu-menti era piuttosto difficile. Nel 1985furono presentate le prime stampantidotate di linguaggio PostScript e si ini-ziò quindi ad avere una più moderna in-terpretazione del ruolo dei caratteri nelpersonal computing. Oltre a questo, lanascita di ambienti operativi con inter-faccia grafica, che data proprio 1985, fasì che anche l'interpretazione dei carat-teri a video assuma la sua importanza.

A questo punto forse è meglio spie-gare come l'interazione computer&monitor/stampante&fotounità sia di es-senziale importanza nel nostro discor-so. Il nocciolo della questione è la dif-ferente definizione con cui queste tipo-logie di dispositivi sono in grado di ri-produrre i caratteri. In un monitor infattipossiamo avere una definizione variabi-le dai 60 ai 120 punti per pollice chesalgono a 300 nelle stampanti laser perarrivare a 3600 nelle fotounità. Ovvia-mente ognuna di queste definizioni è ingrado di riprodurre con una diversa ac-curatezza i differenti caratteri.

Questo è uno dei principali problemiche hanno fatto perdere non pochenotti ai progettisti di sistemi operativi.Oltre a questo si aggiunge il fatto che icaratteri devono essere utilizzati in dif-ferenti formati. A complicare ulterior-mente le cose c'è il fatto che le stam-panti nella maggior parte dei casi nonhanno molti caratteri disponibili al lorointerno: infatti a parte un set standarddi circa 30 font a disposizione nellestampanti PostScript, gli altri caratteridevono essere acquistati a parte e poiinviati alla stampante (e da essa me-

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Fino all'avvento dellastampa basata susistemi dicomposizionefotoelettronica, iltipografo componeva itesti assemblando,mediante adeguatisistemi, le singolelettere di un testomediante deiblocchetti di piombocontenenti i singolicaratteri.

morizzati O su memoria RAM o su unapposito hard disk collegato alla stam-pante stessa) con una procedura chia-mata «downloadingn. Giusto per finirec'è anche da dire che non tutti i pro-duttori di font adottano gli stessi para-metri nella preparazione dei font.

Ora che abbiamo messo a nudo tuttiquesti problemi vediamo cosa succedeal povero utente. Per quanto riguarda iprogrammi ad interfaccia carattere(Word-Processor, Spreadsheet, ecc.). ilproblema dei font è sempre stato no-tevole poiché essi sono normalmenteintegrati nel programma stesso e nonpossono essere visualizzati sul monitorcosì come verranno stampati. Ciò signi-fica in primo luogo che per avere condue differenti programmi la possibilitàdi utilizzare gli stessi caratteri, dovrem-mo memorizzarli due volte nel nostroPC ottenendo così una maggiore occu-pazione di spazio sull'hard disk stesso.In secondo luogo non sapremo esatta-mente come il documento viene stam-pato vedendolo sul monitor. Unica ec-cezione i programmi dell'ultima genera-zione che in qualche caso consentonodi avere un'anteprima di stampa a vi-deo, non senza poche complicazioni,ove però non è possibile apportare al-cuna modifica.

Con l'avvento delle interfacce grafi-che si può ottimisticamente pensareche i problemi di font siano stati risolti,essendo i font stessi integrati con l'am-biente operativo e visualizzati in manie-ra WYSIWYG. In effetti i problemi dioccupazione su disco sono risolti, manascono altri problemi. Uno dei primi

problemi nasce dalla struttura stessadell'ambiente operativo, Per fare unesempio riferito a Microsoft Windowsprendiamo in considerazione un filemolto importante, diremmo vitale perWindows: WIN.INI. Questo file infatticontiene tutte le principali informazioniche il sistema richiede per gestire inmaniera accurata i differenti font, nonultima quella relativa alla loro posizionesull'hard disk. Il primo consiglio è quin-di sempre di tenere aggiornato questofile: attenzione però, massima attenzio-ne nel maneggiare le informazioni con-tenute in WIN. INI perché sono vitaliper l'ambiente Windows (salvate sem-pre una copia di WIN.INI prima di met-terei le mani).

Visto che Windows consente di cam-biare la stampante o il dispositivo diuscita (es. stampante laser e fotounità),bisognerà essere sicuri che questi di-spositivi a parità di linguaggio di descri-zione utilizzato (PostScript) non operinoin maniere differenti. Per esempio unastampante laser richiede il download diun carattere che invece la fotounità hagià disponibile: può capitare che un for-zato download sulla fotounità porti lastessa ad ignorare la versione ottimiz-zata di tale carattere per utilizzare quel-la propria della stampante laser produ-cendo così un documento con il font asoli 300 punti per pollice di definizioneanziché a 2540 punti per pollice dellafotounità stessa.

Poco dopo l'uscita di Windows 3,Adobe ha presentato la versione perWindows di Type Manager (ATM) giàutilizzato con successo sull'originariapiattaforma Apple Macintosh. La pro-messa di questo prodotto è quella dimostrare a video il carattere in manieraassolutamente precisa o comunque piùvicina possibile alla realtà. In effetti, dasolo Windows, ha a disposizione alcunifont da video, soprattutto i caratteri piùpiccoli, di corpo dall'8 al 24: da questiattraverso degli ingrandimenti vengonorealizzate delle approssimazioni per lavisualizzazione dei caratteri più grandi,Type Manager è in grado, basandosisullo stesso criterio di scalabilità intro-dotto dal PostScript (realizzazione di uncarattere attraverso una interpretazionematematica e non attraverso l'identifi-cazione di singoli pixel) di ridisegnare avideo il carattere dandone la miglior in-terpretazione possibile rispetto alla de-finizione del video a disposizione, que-sto per qualsiasi grandezza dei caratte-n.

Ma anche qui nascono dei problemi:quando si installano i font ATM, auto-maticamente il file WIN.INI viene pre-disposto per fare i download di questicaratteri sulla stampante laser. Atten-

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La nomenclatura degli elementi più importanti di un carattere.

Lapidarie

coda

coda

Fini

occhio

asta

b~orcazione

k11'

Squadrate

braccio

asta discendente

Sottili

lo schermo veniva riprodotto pari parisulla carta. L'importanza di avere fontdifferenti è stata forse un po' sottova-lutata dai progettisti di Macintosh: essiinfatti avevano pensato che identificarecon 256 numeri i vari caratteri sarebbestato sufficiente. Oltre a questo aveva-no fatto sì che chi voleva introdurre sulmercato un nuovo carattere dovessefame richiesta ad Apple per potere ave-re il relativo codice di riconoscimento.

In pratica tra i font studiati da Applee i numeri tenuti riservati per varie ra-gioni, i produttori indipendenti di fontpotevano contare a malapena su 200numeri di codice. Per varie ragioni si ar-rivò ad avere anche caratteri un po' pi-rata a cui il produttore dava un codiceuguale ad un altro font con la speranzadi non essere scoperto (soprattutto nel

pancia

occhio

grazia

taglio

asta ascendente

occhio

minuscole

MAIUSCOLE vertice

Macintosh ha segnato la nascita del-l'interfaccia grafica destinata al più largopubblico dei personal computer e diconseguenza è stata la società che hapiù di altre segnato l'avanguardia in mol-ti settori del personal computing, nonultimo quello della disponibilità di fontdiversi comuni per tutte le applicazioni.

I primi Macintosh consideravano i ca-ratteri solo dal punto di vista del videoe cioè con una descrizione bit-mapped(cioè che identifica ogni singola letteracome un insieme di punti) adatto anchealle stampanti a matrice di punti. Lostesso concetto era applicato al testoche doveva essere stampato: in effettiera un vero e proprio inconfutabileWYSIWYG in quanto un punto nero sul-

Esempi di grazieutilizzate nelle famiglie

di carattere piùdiffuse.

Macintosh

Piene

zione, però, se per esempio installiamoil set di 35 caratteri base in PostScripte la stampante ha già installati questifont, dovremo andare a togliere le indi-cazioni download da WIN.INI altrimentiavremo una notevole perdita di tempoin fase di stampa derivante dall'esecu-zione di una operazione di downloadassolutamente inutile.

Altri problemi sono creati da alcuneapplicazioni Windows che non sono ingrado di interpretare la disponibilità omeno delle differenti versioni di unfont. Infatti abbiamo magari deciso diacquistare un determinato font, ma so-lo in versione normale e non anche ilneretto o il corsivo: quando chiediamoal programma di inserire tale caratteree decidiamo per esempio di utilizzarloin versione corsivo, il programma ciconsentirà di farlo attuando un'appros-simativa interpretazione a video di talecarattere, che tuttavia sarà successiva-mente stampato nel suo stile normalesenza alcun attributo aggiuntivo. Infattiil download del carattere sulla stam-pante viene fatto con quanto disponibi-le, cioè la sola versione normale. SoloVentura, in caso si selezioni un font di-sponibile in versioni limitate indicaquelle disponibili e rende le altre inuti-lizzabili (se per esempio il corsivo nonè disponibile tale voce apparirà in grigioe non sarà selezionabile da menu).

Non esistono dati sicuri su quantifont possono essere contemporanea-mente utilizzati in linea nell'ambienteWindows: alcuni report di grossi utiliz-zatori parlano di oltre 150. Tuttavia ol-tre i 100 possono iniziare dei problemilegati anche alla grandezza del file WI-N.IN!.

Per creare uno standard in grado diattuare un collegamento tra il mondoDOSl\Nindows e quello Macintosh, Mi-crosoft introdurrà nella versione 3.1 diWindows la tecnologia TrueType giàampiamente verificata nel mondo Ap-pie Macintosh dall'introduzione delSystem 7 e per la quale la stessa Ado-be ha realizzato una nuova versione delType Manager (ATM), già collaudata suMacintosh, in grado di gestire simulta-neamente i font TrueType e PostScript(negli ultimi tempi si vocifera anchedell'integrazione da parte di Apple di ta-le gestore nella prossima versione delSystem 7 con un progressivo abbando-no della tecnologia TrueType a favoredi quella PostScript Typ8 1). Vedremoal momento in cui ci sarà l'effettiva di-sponibilità del prodotto, quali sarannole scelte definitive, come reagiranno iprincipali produttori di font e se il mer-cato accetterà di modificare le proprieabitudini in cambio di una maggior usa-bilità dei font.

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campo del free software). Il primo ef-fetto sui poveri utenti fu quello di averedei conflitti di sistema nel momento incui si volevano utilizzare o solo installarefont con i medesimi numeri di identifi-cazione.

Infatti Macintosh caricava tutti i fontnel System e quindi incongruenze delnumero di identificazione portavano a

grossi problemi proprio di System. Aquesto punto si decise che doveva es-sere introdotta una nuova numerazioneche consentiva l'utilizzo di ben 16.384codici di identificazione. Credete che iproblemi siano finiti? No di certo. Oranasceva il problema di font con lo stes-so nome, ma di produttori differenti.

Ovviamente essendo il nome identico

(un Helvetica è sempre un Helvetica)anche il numero di identificazione èidentico, però le caratteristiche dei fontmagari sono leggermente differenti. Chiha necessità di sfruttare al meglio que-ste peculiarità e quindi vuole installaredue di questi font potrebbe tornare allasituazione iniziale con problemi di con-flitto all'interno del System.

Bitstream Facelift

Adobe TypejHillli1gel'

Nell'articolo si parla dell'Adobe Type Ma-nager, ovvero un gestore di font a videoesistente sia per la piattaforma Macintoshche per quella Windows, ma non si trattadell'unico esistente.

Per il mondo Windows esiste anche Fa-celift della famosa Bitstream (famosa per-ché in prodotti di molte software house tro-viamo inseriti i loro font) che consente diottenere una buona visualizzazione dei ca-ratteri a video.

In pratica Facelift viene fornito con 13 deipiù utilizzati caratteri e su questi consentedi ottenere un perfetto WYSIWYG sul mo-nitor del proprio computer (ovviamente Bit-stream è contentissima se decidete di in-tegrare questo set iniziale acquistando altridei suoi font proposti dalla sua vasta libre-ria). Ma le sue funzioni non si fermano alsolo video: infatti, analogamente ad ATM,anche se in maniera forse più avanzata, ilprogramma contiene alcune utility che con-sentono un miglior utilizzo di varie stampan-ti sia di tipo tradizionale ad aghi, che laser.

Per quanto riguarda le stampanti ad aghi,Facelift intercetta i comandi diretti allastampante e li ottimizza: in pratica si puòagire sulla cosiddetta saturazione rendendoil carattere più corposo e quindi più leggi-bile.

Nel caso delle stampanti HP (LaserjetPlus, Il, IIP, IID, 111 e compatibili), Faceliftgenera dei bitmap softfont che posso es-sere scaricati e utilizzati con queste stam-panti nel caso non siano residenti in esse:ovviamente i risultati sono buoni fino all'u-tilizzo di font di media grandezza (fino a 30pt con incrementi di 1/2 punto). Ciò consen-te una stampa molto più rapida anche seaumenta l'occupazione di spazio sul discorigido del proprio computer e della memoriainterna della stampante.

Una serie di parametri variabili consento-no di gestire l'utilizzo di Facelift nel modopiù adatto. Se per esempio vogliamo avereuna maggiore velocità di visualizzazione (ri-cordiamo che questi sistemi interponendositra il sistema operativo del computer e lascheda video, introducono un minimo ritar-do dovuto ai calcoli per l'elaborazione delprofilo da visualizzare più vicino alla realtà)possiamo aumentare la memoria cache adisposizione: in questo modo il programmadeve richiamare meno informazioni dall'harddisk del computer avendole già in memoria

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La confezione di Adobe Tvpe Manager.

La sobria confezione di Bitstream Face/ifl.

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Con l'avvento della prima LaserWritere relativi font, nasceva il formato Type3 per caratteri tipografici. Con questoformato furono prodotte diverse centi-naia di caratteri che in pratica hannocreato il trampolino per l'attuale formatoType 1. Alcuni produttori di font offronol'aggiornamento ai caratteri in formatoType 1 dal formato Type 3, in quanto

solo il formato Type 1 supporta il siste-ma di visualizzazione ottimale dei carat-teri Adobe Type Manager (ATM).

Come già detto, ATM in pratica con-sente di visualizzare sul proprio monitori caratteri con la definizione più alta con-sentita. Il trucco è semplice: il caratterea video non viene più generato attraver-so una mappa di bit salvata nel System,

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ma attraverso una formula che identifi-ca inequivocabilmente le curve di quelcarattere. I calcoli poi vengono eseguititenendo conto della grandezza del ca-rattere da riprodurre. Per poter utilizzareATM bisogna avere una stampante la-ser a disposizione o almeno i font in for-mato download nella propria cartella disistema.

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RAM, aumentando così la sua velocità ope-rativa.

Infine esiste la funzione di Name Tableche consente di far collimare i nomi deifont presenti nella vostra stampante conquelli disponibili attraverso Facelift: se peresempio state usando a video un carattereBitstream Swiss 721 SWA, potrete farlocombaciare in fase di stampa con l'Helve-tica standard presente nella vostra stam-pante PostScript poiché questi sono i duecaratteri che più si assomigliano.

Unica nota dolente è lo spazio necessariosul disco rigido per l'installazione di Facelifte dei suoi 13 font, che ammonta a ben 1.5Mb.

Installazione dei fontin Facelift.

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Let BitstreamUelp Cache lire in !.B,tes:

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Scelta dei parametri di Facelift

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Let Bitstream•glve your

documents aFaceLift!

Bilatrsa. Typelace n.-wJS:

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• 1 !"BèWìOY;"N'.e't"iIIiiè:.:·

O.vice dependent TJ'PI"acena.ea:

Ecco la tipica differenza utilizzando o meno Facelift.

MCmicrocomputer n. 117 - aprile 1992

Corrispondenza dei nomi dei caratteri tra Facelift e le stampanti.

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ratteri come ad esempio in Kerning. Sesi effettuano modifiche alle tabelle cheincludono queste regole (come è pos-sibile in XPress) bisognerà ricordarsi difornire al service anche queste tabelle(nel caso di XPress sono riassunte nel-l'XPress data file) .

C'è un'ultima precauzione da ram-mentare quando si vogliono ottenere lepellicole per la stampa da un lavoro rea-lizzato in dtp: la definizione di una fo-tounità è di gran lunga superiore a quel-la di una stampante laser. Ciò talvoltapuò portare ad ottenere delle pellicoleleggermente differenti dal nostro origi-nale su carta stampato a 300 punti perpollice con una stampante laser, Giustoper comprendere ciò che vogliamo dire,la definizione di una fotounità a 2540punti per pollice è 8,5 volte superiore aquella di una stampante laser. Così supellicola un carattere in corpo 10 otte-nuto attraverso la fotounità avrà la stes-sa precisione di un carattere come mi-nimo di 85 punti ottenuto con una stam-pante laser.

Si tratta di un particolare da non tra-scurare quando ad esempio si utilizzanoprogrammi che consentono di definirelo spessore di contorno di un carattereoutline, che può apparire confuso suuna stampa laser, ma assolutamenteperfetto nella stampa da fotounità. L'ul-tima tendenza in fatto di font per quan-to riguarda Macintosh è la graduale in-troduzione dei nuovi caratteri in formatoTrueType: attualmente sembra che ne-gli Stati Uniti esistano parecchie fami-glie di font in tale formato, ma non ab-biamo ancora una casistica di problemiriguardanti questi caratteri e soprattuttoin Italia, se si escludono quelli in dota-zione con il System 7, non c'è possibi-lità di scelta nell'eventuale acquisto dialtre famiglie di font.

ConclusioneI problemi creati dai font non sono

pochi, ma con un po' di attenzione etanta pazienza si può risolvere la mag-gior parte di questi inconvenienti. La vo-lontà di creare degli standard anche inquesto settore si scontra con abitudinidei produttori e degli utenti che rappre-sentano esse stesse degli standard defacto.

In realtà, le cose sembrano andaremeglio di quanto ci si possa aspettarepoiché la strada intrapresa da molti pro-duttori software e hardware in questadirezione consiste nel rendere disponi-bili dispositivi PostScript utilizzabili, at-traverso una opportuna conversione ditipo trasparente per l'utente, con com-puter che adottano la tecnologia deifont TrueType. c:rs

alcune famiglie di caratteri omogeneetra loro e che normalmente vengonoutilizzate nella stessa pubblicazione: fa-cendo ciò si apriranno solo i font cheservono quando effettivamente servo-no.

Tutti i problemi di caratteri vengonomaggiormente evidenziati nel momentoin cui si deve utilizzare un service, peresempio per ottenere le pellicole distampa. In questi casi dovremmo esse-re certi che il service abbia i nostri stes-si caratteri, possibilmente della stessamarca, per essere assolutamente certidi ottenere ciò che vogliamo. La solu-zione può essere quella di fornire in pre-stito il font al service per ottenere il pro-prio lavoro (attenzione I i caratteri sonosoftware a tutti gli effetti e quindi le co-pie abusive sono vietate). A volte ciòpotrebbe non essere sufficiente, poichéil service magari possiede un program-ma di download dei font su fotounitànon compatibile o vecchia rispetto allaversione del carattere.

Un altro problema da non dimenticareè quello dei file in EPS (EncapsulatedPostScript). Molte volte per comoditàvengono importate immagini in questoformato nel proprio documento. Nellamaggior parte dei casi ci si dimenticache se questi file EPS contengono undeterminato carattere, magari un po'fuori dal comune, esso dovrà essere co-munque fornito al service, altrimentinon si otterrà la stampa dell'immaginestessa.

Sempre parlando di service, esistonoalcuni programmi che consentono dicambiare alcune regole applicabili ai ca-

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I caratteri stampati dai moderni sistemi di composizione fotoelettronica sono costituiti da una matrice piùo meno densa (in funzione della risoluzione) di punti.

Il problema di ATM consiste nel do-ver generare i caratteri a video facendodei calcoli, e non riproducendo sempli-cemente una mappa già pronta di punti;in tal modo la lentezza di visualizzazionepuò essere sensibile. Viceversa il van-taggio consiste nel non essere più ob-bligati a tenere stipati nel System tutti inostri font in formato bit-mapped perconsentire una buona visualizzazionesul monitor: nella maggior parte dei casisarà sufficiente tenere il carattere basein formato 10 pt (normalmente il più pic-colo) per risolvere tutti i problemi di vi-sualizzazione, Come al solito alcuni ca-ratteri hanno le versioni neretto (bold oextrabold) che vengono viste come ca-ratteri separati e quindi ATM, applican-do un attributo come il neretto visualiz-zerebbe un carattere non corrisponden-te alla realtà che una volta stampato sa-rebbe un carattere normale, Questo nel-la maggior parte dei casi non succedecon i corsivi.

Per la gestione dei caratteri in Macin-tosh sono molto utili anche programmicome Suitcase: questo genere di pro-grammi consente di non tenere occu-pato spazio nel System per archiviare ifont disponibili, ma di tenere i font se-parati e richiamarli solo quando neces-sario. Alcuni utenti utilizzano malamen-te Suitcase, in quanto praticamente loutilizzano per riempire comunque ilSystem di font che sono sempre in li-nea fin dal momento dell'accensionedel computer (infatti Suitcase domandase si vogliono riaprire font e accessoriautomaticamente alla accensione delcomputer), La cosa migliore è stabilire

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