prof. riccardo fiorentini universitÀ di verona – sede di vicenza leuropa e il mondo nella crisi...
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PROF. RICCARDO FIORENTINIUNIVERSITÀ DI VERONA – SEDE DI VICENZA
L’Europa e il mondo nella crisi finanziaria
Squilibri finanziari,diseguaglianza e crisi mondiale
La crisi mondiale del 2008 è legata a
Crescente diseguaglianza nella distribuzione del reddito Impoverimento del ceto medio americano Crescita dell’indebitamento delle famiglie americane
Boom creditizio (bolla sub-prime) favorito dall’afflusso di capitali esteri negli USA
Le grandi banche d’affari negli Usa hanno ottenuto un allentamento dei vincoli patrimoniali
Leva finanziaria (rapporto tra patrimonio proprio e indebitamento netto): da 10 a 1 a 30 a 1!
Rimozione della separazione tra banche commerciali e d’affari
Eccesso di “innovazione finanziaria”
Sviluppo dei titoli derivati nei mercati assicurativi Credit default swap (CDS, CDO)
Carenza di supervisione e misure prudenziali
Conflitto di interessi tra grandi banche d’affari e agenzie di rating
La globalizzazione dei mercati finanziari ha rapidamente trasmesso in tutto il mondo la crisi finanziaria Usa
Dal 1982 è cresciuta la diseguaglianza nella distribuzione del reddito nei paesi
È diminuita la quota dei salari sul reddito nazionale
È cresciuto il divario (wage gap) tra salari bassi e alti Negli USA il rapporto tra retribuzioni dei top manager e
quelle degli impiegati medi nel 2007 era 187 Includendo bonus finanziari (stock options) era 370 nel
2003 ma 521 nel 2007!
Dati sulla distribuzione del reddito e della ricchezza
Dati sulla distribuzione del reddito e della ricchezza
Quote del reddito: top 1%
0
8
15
23
30
1915
1920
1925
1930
1935
1940
1945
1950
1955
1960
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
Australia France United Kingdom United States SwedenCanada
Dati sulla distribuzione del reddito e della ricchezza
World Gini index (2000)
Reddito (income)
Ricchezza (wealth)
0,4
0,802
Dati sulla distribuzione del reddito e della ricchezza
Quota della ricchezza al top della distribuzione
Indice di Gini mondiale (2000)
10% 70,7%
5% 56,7%
1% 31,6%
Dati sulla distribuzione del reddito e della ricchezza
Indice di Gini della diseguaglianza di ricchezza (2000)
USA 0,801
Bangladesh 0,660
Indonesia 0,764
Nigeria 0,736
China 0,555
India 0,669
Brazil 0,784
Italy 0,609
Crisi e debito pubblico
La risposta dei governi alla crisi è stato un massiccio salvataggio del sistema finanziario con fondi pubblici
Problemi: Deterioramento dei bilanci pubblici Aumento del debito pubblico La questione del “azzardo morale” (moral hazard)
Azzardo morale (moral hazard) Quando si è assicurati contro un evento negativo la
probabilità che questo si realizzi aumenta
Si riducono i comportamenti prudenziali
Se una banca pensa che in caso di fallimento venga salvata dalla banca centrale (dal governo) può effettuare più facilmente investimenti rischiosi
Le grandi banche si comportano facilmente così Sindrome da “too big to fail”
Il problema del debito pubblico
La caduta della produzione e l’aumento del debito pubblico ha fatto salire ovunque il rapporto debito/PIL
Il nuovo debito è uguale a
spesa pubblica + spesa per interessi – tasse
ΔB=(G + iB) −T
Il problema del debito pubblico
Anche se il bilancio pubblico primario (tasse –spese) fosse in pareggio il debito crescerebbe lo stesso perché si dovrebbero pagare interessi sul vecchio debito
Nelle crisi economiche calano le entrate fiscali per cui il bilancio pubblico peggiora
G=T → ΔB =iB
La dinamica del debito: un esempio
Periodi G-T iB G+iB-T dB B i
1 0 0 0 0 0 5% (0,05)
2 100 0 0 100 100
3 0 5 5 5 105
4 0 5,25 5,25 5,25 110,25
5 0 5,51 5,51 5,51 115,76
Periodi G-T iB G+iB-T dB B i
1 0 0 0 0 0 8% (0,08)
2 100 0 0 100 100
3 0 8 8 8 108
4 0 8,64 8,64 8364 116,64
5 0 9,33 9,33 9,33 126
La dinamica del debito: un esempio
Supponiamo che il reddito (PIL) cresca del 5% all’anno
Se anche il debito cresce al 5% all’annoAllora il rapporto debito/PIL resta stabile
Ma se il debito cresce all’8% all’annoAllora il rapporto debito/PIL cresce continuamente
Se il Pil cala o cresce poco e il tasso di interesse aumenta
Allora il debito può diventare insostenibile. Soluzioni: Si paga il debito stampando moneta: INFLAZIONE! Si ripudia il debito: PERDITA DI FIDUCIA NELLO STATO!
Il problema del debito pubblico
Il rapporto debito (pubblico) e Prodotto interno lordo (PIL) segnala la sostenibilità del debito
Se il tasso di interesse supera il tasso di crescita dell’economia il rapporto debito/PIL cresce inevitabilmente
Se il rapporto cresce troppo la fiducia nella “solvibilità” del paese può crollare
Conseguenze: Nessuno compera più i titoli del debito pubblico Lo stato “fallisce” (va in “default”)
I criteri fiscali della UE
Nell’Unione Monetaria Europea i paesi dovrebbero rispettare i seguenti parametri (criteri di Maastricht):
rapporto deficit/PIL < 3%
Rapporto debito/PIL < 60%
Oggi quasi nessun paese li rispetta….
UE: rapporto deficit/PIL nel 2010
UE: rapporto debito/PIL (2010)
Evoluzione del rapporto debito/PIL
Caratteristiche della UME
Storicamente due tipi di unioni monetarie
Unioni “nazionali” dove l’unione monetaria segue quella politica (USA, Germania, Italia) Una singola autorità monetaria e una fiscale, una sola
moneta
Unioni “internazionali” tra paesi che mantengono l'indipendenza (Unione Latina e Scandinava) Assenza di banca centrale unica, politiche fiscali
nazionali, cambi fissi tra i paesi
Caratteristiche della UME
La UME non è di tipo nazionale, né di tipo internazionale Ha una banca centrale “sovranazionale”
I paesi hanno rinunciato alla sovranità monetaria La Ue non è uno stato federale e manca una sola
autorità che gestisce la politica fiscale Si è sopperito alla mancata unione fiscale con il patto
di stabilità e sviluppo e i criteri fiscali di Maastricht L’accordo tra 26 paesi di venerdì 9 dicembre è un
passo nella direzione giusta…..
Perché la crisi del debito sovrano
In assenza di un’unione fiscale “vera” mancano meccanismi chiari che definiscano i trasferimenti di fondi verso i paesi con difficoltà di bilancio
Perché un paese “virtuoso” dovrebbe pagare i conti di un paese “spendaccione”?
Politica della “casa in ordine”: ognuno faccia i conti a casa propria e tutto andrà bene…
Perché la crisi del debito sovrano
La crisi internazionale partita dagli USA ha fatto diminuire il PIL
La caduta del PIL ha ridotto le entrate degli stati Il peggioramento dei bilanci pubblici ha fatto
salire il debito ovunqueIn Europa la Grecia si è trovata vicino al
fallimento per politiche di bilancio non sostenibili
La Grecia ha chiesto aiuti finanziari alla UELa risposta della UE è stata reticente e ha
aggravato la crisi greca
Perché la crisi del debito sovrano
Perché un paese “virtuoso” (Germania) dovrebbe pagare i conti di un paese “spendaccione”?
Politica della “casa in ordine”: ognuno faccia i conti a casa propria e tutto andrà bene…
La politica della “casa in ordine” da sola non funziona
Se tutti portano in equilibrio i bilanci riducendo le spese e/o aumentando le tasse la produzione cala ovunque e la crisi peggiora
Serve una risposta coordinata a livello europeo per rilanciare la crescita economica
L’euro può crollare?
Se la speculazione e il calo di fiducia fa salire eccessivamente i tassi di interesse sui titoli del debito pubblico (“spread”) il paese potrebbe fallire
Una apparente soluzione potrebbe essere l’uscita dalla UME del paese (la Grecia esca ….)
I costi sarebbero enormi e tutto il sistema della UME salterebbe
Questa soluzione non conviene ai paesi “virtuosi”
La Germania esporta il 71% dei suoi prodotti verso gli altri paesi della UME
Le economie dei paesi della UE sono fortemente integrate
L’uscita di un paese dalla UME sposterebbe la speculazione verso gli altri paesi con effetto domino catastrofico
Esito finale:
Crisi economica in tutta la UE
Il ritorno alle moneta nazionali segmenterebbe il mercato europeo
Si creerebbero risentimenti nazionalistici reciproci
Che fare?
Procedere verso la costituzione di una unione fiscale accanto a quella monetaria
In prospettiva creare gli “Stati Uniti d’Europa” Con istituzioni di governo democraticamente elette