progetto individualizzato. sistemi in relazione ai quali l'assistente sociale agisce e che...
TRANSCRIPT
PROGETTO INDIVIDUALIZZATO
SISTEMI IN RELAZIONE AI QUALI L'ASSISTENTE SOCIALE AGISCE E CHE POSSONO ORIENTARE LA COSTRUZIONE DEL PROGETTO:
Sistema agente di cambiamentoEnte od organizzazione in cui l'assistente sociale svolge la propria attività (mandato sociale che definisce vincoli e risorse ed influenza l'ipotesi di progetto).
Sistema clienteColui che chiede l'intervento, con il quale l'assistente sociale stabilisce il contratto.
Sistema bersaglioCostituito dai soggetti (persone,
gruppi, istituzioni) che devono essere influenzati per riuscire a realizzare gli obiettivi di cambiamento definiti per il sistema cliente.
Sistema d'azioneTutti i soggetti con cui l'assistente
sociale lavora per raggiungere gli obiettivi di cambiamento. E' assolutamente necessario individuare con precisione chi fa che cosa, come e quando e definendo con chiarezza le relazioni per evitare l'esportazione di giochi disfunzionali dalla famiglia al sistema d'azione.
DEFINIZIONE PROGETTO
OBIETTIVI DURATA TIPO D’INTERVENTO ATTORI COINVOLTI INDICATORI
PROGETTO DI INTERVENTO
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
GENERALE (produrre cambiamento)
PARTICOLARI, SPECIFICI
E’ necessario evidenziare
VALUTAZIONE SU CUI POGGIA L’IPOTESI DI LAVORO
OBIETTIVI INDIVIDUATI SULLA BASE DELLA VALUTAZIONE
LA PRIORITA’ RISPETTO AL CAMBIAMENTO DA PERSEGUIRE
GLI ATTORI COINVOLTI NEL PROGETTO D’AIUTO
RISORSE NECESSARIE ATTIVITA’ / INTERVENTI E
PRESTAZIONI CHE SI VOGLIONO METTERE IN ATTO
STRUMENTI UTILIZZATI DALL’A.S TEMPI DI ATTUAZIONE MODALITA’ DI RACCORDO
OPERATIVO E DI VERIFICA CON ALTRI OPERATORI
ALCUNE ATTENZIONI
Non bisogna confondere gli obiettivi con le attività
Il progetto si iscrive all’interno di un contesto relazionale caratterizzato da una connotazione prevalente
Più l’obiettivo è generico più sarà difficile valutarne il raggiungimento e individuare gli indicatori .
E’ quindi utile articolare con precisione i diversi livelli di obiettivi e i soggetti verso cui sono indirizzati
A ciascun obiettivo vanno affiancate le attività che si intende portare avanti per raggiungerlo, i soggetti che svolgeranno tali attività, i tempi e gli indicatori
Nel proporre gli obiettivi da raggiungere e nell’individuare le azioni congruenti, bisognerà seguire un criterio di gradualità
E’ importante prevedere dei momenti di verifica intermedi che consentiranno di rivedere il progetto nel suo complesso ed apportare, se necessario, le eventuali modifiche
FORMULAZIONE DI OBIETTIVI
INCREMENTO DEL BENESSERE:
Promozione delle risorse per l’autonomia
Potenziamento (empowerment) Prevenzione evita situazioni di
rischio e mantiene il benessere
RIPARAZIONE O MANTENIMENTO: Integrazione delle risorse naturali
con gli interventi professionali e di rete
Sostituzione qualora non siano disponibili e/o attivabili risorse naturali
VALUTAZIONE RISORSE E VINCOLI
PER PROGRAMMARE BISOGNA EVIDENZIARE:
dell’utenza del contesto parentale / sociale
RISORSE dell’operatore del servizio
dell’utenza del contesto parentale / sociale
LIMITI dell’operatore del servizio
TIPOLOGIE DI INTERVENTO
Interventi di facilitazione: tutte quelle prestazioni di cui le famiglie possono fruire nella fasi di transizione connesse con i compiti evolutivi previsti nelle diverse tappe del loro ciclo vitale. Utilizzati per integrare o amplificare le risorse interne della famiglia che sta rispondendo ad un evento critico della propria storia familiare.
Interventi di sostegno: rispondono ad eventi critici inattesi, compensando una carenza di risorse nel far fronte alla transizione innescata dall’evento stesso. Va sottolineato che tale carenza è soltanto parziale e si accompagna ad una presenza di risorse in altri settori e quindi alla possibilità di attivarle nel progetto complessivo.
Interventi di mediazione: prestazioni di cui le famiglie possono usufruire quando non riescono autonomamente a gestire i conflitti, in particolare nell’ambito della separazione. Hanno come presupposto la presenza di risorse nella famiglia e l’obiettivo dell’intervento è di riattivarle, in quanto momentaneamente bloccate.
Interventi di controllo e tutela: attuati in presenza di violenza, abuso o incapacità grave da parte della famiglia ad assolvere ai compiti di cura dei suoi membri. Prevedono sovente l’inserimento nel progetto di una segnalazione all’autorità giudiziaria e talvolta prendono forma proprio su richiesta di quest’ultima e in questo senso assumono la fisionomia di intervento coatto.
Interventi terapeutici: rispondono ad un disagio psico-patologico, sia in bambini sia in adulti. Anche in questo caso si tratta di interventi che, soprattutto per psicopatologie gravi o tossicodipendenza, si presentano come interventi che vanno ad inserirsi in progetti complessi, dove spesso sono coinvolti diversi servizi. L’obiettivo che si pongono è di modificare le dinamiche relazionali e interattive che sono alla base del disagio, creando nuove condizioni relazionali entro cui le famiglie possano
generare nuove risorse.
RISCHI / ERRORI
FERMARSI ALL’APPARENZA (domanda = bisogno) PENSARE CHE TUTTI I BISOGNI SIANO EQUIVALENTI CONFONDERE IL PROBLEMA CON LE POSSIBILITA’ DI
RISPOSTA DEL SERVIZIO (autocentratura) INTERVENIRE SENZA RISPETTARE LA SEQUENZA
TEMPORALE “prima conosco poi agisco” DURANTE L’ANALISI NON CONSIDERARE GLI
ASPETTI RELAZIONALI MANIPOLARE O SCAVALCARE CHI PORTA IL
PROBLEMA