programma del corso di diritto criminale tomo 7 (04)

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  • 8/3/2019 Programma Del Corso Di Diritto Criminale Tomo 7 (04)

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    La.onde a buona ragione si tenne da molti rispet-tabili giuristi (1 ) come futile la divisione fatta dalcodice di commercio Franceso in due classi dei casidi baxzcarotta colposa o bancarotta semplice comesuo1 dirsi. Si fecero da quel codice due serie, all"unadelle quali si aggiunse il precetto della incrimina-zione con la formula, sar8 perseguitato come ban-carottiere, ed ali' altra si liniitb in certo modo 1 ac-cusa acl una permissione con la forxwiula,pot?-u cs-sore persega it~ito ome bancarottiere. Vi volova tut-la 1 autocrazia d i uil legislatore Francese per im -maginare di porre in catene ( come volle farsi conquella distinzione) la prndenza do1 giudice apprez-eativa della gravita della colpa imponendogli (li pro-cedere incsurabitmente in certe contingeilze por lavia criminale dietro la sola veriflcnzionc del fat2,,osiaateii;uie. Non B uerz~vigliase la coscie~izadi pa-rccchi giuristi si ribell contro simile distiiizione: sor-prende invece che siasi cluelIcz distinzione volnt,amantenere in Italia agli articoli 098, 701 del nostrocodice commerciale. distinzione fra il purj e il devecondannare, in un precetto d i legge penale o non hasenso giuridico o n e ha uno esorbitante, ingiusto, etirannico. Non lla senso giuriclico se anche nei casinei quali Io legge ha (letto al giriclico dovete, rimanelibero al magistrato di valutare la rrlora11t9 del10agente ecl evitare un' accusa cho le circostanzelu i dimoslrano ingiusta, an die a dispcito cli un a ma-terialitk contraria. Non avvi materialiti cii fatto chesnogli il giatlice del suo criterio apprezzativo, e ilella

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    quale non possa trovare che lo arrisico o In negli-genza o la imprudenza erano scusabili per la situa-zione dell' accusato o per le consueludini del luogo ;e questa rsgola fondamentale non avem bisogno diessere ricordata in un codice. Ba poi un senso ti-raimico ed ingiusto se quando la legge lin cletto do-vrei!~ i pretende che il giudice debba riclucsi allafunzione rrieccanica d i verific8tore della rninterialithsenza licenza di assolvere o d' impedire le molcstiedi un giudizio penale quando si convinca che anchein quel casi la condotta del giudicabilc cra col-pevole; e se per tal guisa con cjuella distinzione siB voluto portare una deroga inaudita alla regolaibndamuntale della liber a coscienza de l giudice nellaapprezzazione (lei fatti. Non vi i: delitto che si co-stituisca ddla sola inaterialiti: anche nell' ornicidioche si denunzi come colposo devo il giudice poterdire che non vi fu colpa qnmdo la sua coscicnea=l' imponga di dirlo, e deve essere libero al magi-strato accusatore di risparmiare riil giudizio inutilequando senta che come giudice non tr40v erel~beelit-to. Possibile che ci6 a lui si neghi in an fallinzento !

    (1) Volle sostenere e lodare quella distinzione R o n o u a r d,nla fu con ini;:liare ragione censiirnta da C h a u v e a u e daiilnlti altri.

    Infatti vediailio d' appresso quali sono i casi ;ixleiqllali si pone l'accusa come una Iiccnsn, e qua5 i ca-si dove s vuole imporre coinr,p.tecatto inesortibil8.1 casi della accusa potestativu sono pel nostro co-dice il sozwrchio &do ; o inaderrq$r~lento i un c o w

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    co;*cc!c!lo;Ia mancanza d i certe ~1,'0&6xz'o~%d i certedi3hic~~*tcrio.ieia tr~~~cliuitakZZa icliiuVa.~io,aedelccssato pagamento; la nzo?*a I ) nello obbetlire 311 or-dine di presentarsi; la non tetiutn, od irbregolar'ee-nuta di ISbt~i(2) e eli inverzturd.

    (l) Sono p~chId-. imi codici cbc stabiliscorio 1:i puriibiliibdi questa ruancata comparsa la quale pu b avere wille ca-gioni innocenti. I migliori la omettofio, come s i acr.enun da3 o n n i n g h e u s e n de b~tncaer~~pcptorzc~clictis p c q . 52.(2) Aricbe questa calisa di punibilith si lascio i n disparteda parecchi codioi. Fu abolita in Toscnon per apposita Icggcspeciale. Dove vale la regolo ch e db fede a i libri dei nier-canti anclie in stato di fallimento quando sono regolarnienteteoilti, cib apre la strada a ritenere crirnjnelm ente perse+pi-Piibile osni irregolariti di libri perchb priva g17 nteressatidi in mezzo di prova. Sulla fede dei libri de i rnercanli r e -dasi Ne v i o Jzcs Lcbccenee lib, 6, i l . 6, avt. 4, ovs nellaaddi t . ai ,t . 15 insegna clie tali libri possono far fede aricl;iein caso di fallimento, ed allega E v e r b n r d o com. 6, n. 26,vol. 2, e P a r i s i o z ~ l . , com. 82, n. 72 c t seqq. Vc-dasi C h r l s t i n e o rieci.siones B e l ~ i a a evol. 4, eeis . 109,n. 13 , o K l e i n clc j ~~oba t i onet tue f i l pcr Eibros r/reriluto-taui,l in e j u s col1cr;t. disserlut. 22, ug . 980.

    In tali casi col dire puu s i volle significare chemalgrado 1aniaterialitk del fatto il giudice a v r i fa-colta di non dichiarare la bancarotta :ma non si vol-le mica dire che avesse balia di assolvere anchedicl~iarata ritenuta la colpa ? Ci sarebbe stato as-surdo. Si volle soltanto indicare che il giudice po-teva sssolvcro yuando le circostanze avessero mo-

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    - 56 -strato alla sua coscienza il dovere di assolvere per-chb non appariva ne l giudicabilc una negligaiza rric-r i t e ~ l ei repressione. E se cos b, non B questa laregola generale che domina tutti i delitti in terracivile ! Quella distinzione fra potere e dovere potresser buona pei Gni civili e pei pi*ocedimenti civili:ma quando la si trasporta ai lini penali o desta ri-so, o desta ribrezzo.Invece sono casi di dichiarazione di bancarottaobbligatoria per il giudice a forma de l nostro codicedi coiniucrcio i seguenti- Se le sue spese pev-sonrcB ( del fallito ) o gz~e&dellct szsn casa sono giu-

    dicnla ecccss8vc.Ma non vi d qui una contraclizionepalpabile fra la formula precelttua e la facolili digiudicare la eccesshilic dcllc spese? Non si cancellaegli in una linea cib ch e si B Ycrgato nell' altra? Te-nuta L'antitesi fra i I po l } ~ud il sutLl,cierseguitato co-me Ijnnclirottiere (della cfudo il codice Italiano harincarato lo assurdo sostituendo al snrpoi*seg~it&t~il pi pereiitorio 1. cofj~evob) si O detto al giudi-cu non h in vostra balia di non dichiara~ea ban-carotta per qucstn c ~ ~ ~ s s i v i l hi spese, ma i: in vo-s t a balia di dichiarare la non ~ c c e s s Z ~ i i .cinbraili vedere una rnutaziorie di figure in un ballo !

    E di vero i giurisii si solio divisi qtiaxido hannotentato di definire la imnzodicita delle spese di fa-miglia ai fini presenti; e possono notarsi su ci4 tre

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    difformi opinioni - ." Alcuni vollero che per giu-dicare della inzmodicitd si avesse riguardo alla p q o -porzione fra i 9-edditi del mercante, e le sue spesefamiliari - ."Altri vollero invece si considerasselo stato e co~zdizio~zeel mercante, e il genere dispeculazione (1) nella quale versava - ."Altri fi -nalmente vollero far dipendere la questione dallarzuizcra delle spese, e proclamare immodiche tuttele spese di lusso: B o u l a y P a t y &s fcc'illitestit. 1, sect. 1, 5. 491.Ma i conati per tracciare sif-fatte definizioni in una legge sono sempre vani, etutto dipende dallo apprezzamento delle circostanzespeciali. Anche le spese di lusso e superiori ai red-diti presenti sono spesse volte oggid elemento diun' accorta speculazione, perchk il monclo ha troppiimitatori di quel Baronetto Inglese che dopo averchiamato a s u n famosissimo medico lo rinvi senzapermettere nep1)urs che lo visitasse quando seppeche col& si er a recato a piedi e non in carrozza,argomentando da ci la ignoranza di lui. I1 credito la vita e il sangue di certe speculazioni, e ilmondo che giudica dalle apparenze esteriori diB-cilmente d3, credito al me rcante che vede in lace raveste o meschino abituro. Anche gli equipaggi, isontuosi palazzi e i brillanti della moglie possonoessere in certe circostanze mezzi opportunissimi atenere alto il credito di un banchiere (2). La se-conda delle sudrlette opinioni e dunque la piu veracome guida al giudice nel caso pratico ; ome guidaal legislatore ripeter0 anche qui la massima da mecostantemente propugnata che il legislatore penalequanto pii1 vuole descrivere certe materialitk tantopiii imbroglia il suo codice, e taiito pi rende in-

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    - 58 -certa e pericolosa la opera della giustizia. Ma ora sirliediti come puo adattarsi a fatti d' indole cosi ela-stica quella formula imperativa del nostro codice-co@uob di hu,,ccccrotta,e la differenza fi*a il po-te?*& il i l ove~e el giudice.(l) nche S a n o j o (nei suoi conme?alial codice d i Ve-

    nezusla l it. 4 , art . 1,qayl. 126) insegna che nel giudicareIs cccessiilit delle spese dc l fallito deve aversi i n vista- vi - l genero de ~ioyocios qtte estuuit.re entreyudoy l u costtlmbre de l lzcyar eti pzle viviere.

    (2) Con questa argomentazione ottenni dalla Corte Regiadi Luccti la plenaria assoluzione di Giovanni I3andell silicondaririaia in coutunincia alla caso di forza per dieci antricome reo di bancarotta.

    2." ,llti90caso della precettiva disposizione t? perl' alt. ( 8 8 de l nostro codice c~uzmdo- vi - acon.s.u~zccloNOTABILL s01,wre i+ a 0~1~ra6io?zii 2JU9'ltsorte oove5.o i n operazioni ftlizie di ?'o?~s(GO .sop)'Gnwc i . Ora secondo la giurisprudenza Francese i11ordine all' alt. USO, n. 2 (clie 6 lo esemplare de lxiostro) questo b uno dei casi preccttivi. Ma comet#iO afferrnnrsi il precetto assoluto quando no1 testodella disposizione vi k quella parola noluti2'22' ( n e lIir.riticese fortes saiizilzas) adiotta alla parola soln-III~!? Non sarR sempre rilasciato alla prrxtlenzn delgiil(Ii~(?0 apprezzare so le sumixie eilogate $98 o p -~'c12hzii sormt6furono o no notabili Io non cercoquella distinzione piiil avere ra~ionevolezzarodritiliti4 ai fini delle proredure coiiirnerciali, ma, noniiii 80 pui'sun~leru della sua convenienza qumdo i

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    propugnatari della medesima vogliono trasportarnelo influsso nei giudizi criminali.

    3.ql terzo dei suddetti casi b quando il mercantepel pile di $*itcll-dTa~el suo falliwzenl'o itu fcctto con%-pre per vive~zdcr*e x2 disotto &l valore colrW~wate,o ~* i co?~soG ~ I ' c s I Q ~ ? :o g&a;le di 6ffettZ od altri rltzes-zi ?ru.oinusidip?-oczcrarsi Joncii. Ed anche qni ripetodove Q egli il precetto tassativo E Quando si diceche i mezzi scelti devono essere rouinos i si lasciaevidentemente nel prudente arbitrio del giudice i1decidere se lo imprestito fu o no roz;i.lzoso. Quandosi dice che le girate di effetti i1oveti;ero essere cli-rette al fine di ~- i t u~*dc c~~el faiiimento ci lascia sem-pre nell' arbitrio pradento del giudice il deciderese il mercante agi in quella guisa per .ritarcIa.;.e unfalli~tiiento l quale egli intcncleva di giungere, o sopiuttosto ag psl fine il) IMPYDIRE il. fallimento enella speranza di non fallir mai. No11 sono questi iconati di Serse sull' Ellesponto S L' accusato rispon-dr?rl&sempre, io feci vero le operazioni che quiriprova la legge; ma non le feci pe r fu4lltre pii3tardi; le feci pef* Izon f?.d&r"e mai o perche speravacon le operazioni stesse darmi tempo a realizzgroaltri miei calculi i quali ragionevolmente 'm i face-vano sperare di non fallire e rialzarmi a prosperosafortuna. In tale situazione B cbinro anche una voltaritic la questioiie cade suIls intenzione e srilla m-gionevolezza Bella intoxlzioizc, e d le cosi rientra ine-~ritak~i1rne11t.r:el dominio della prtidenaa ilel giudice.

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    4 .O Finalmente il quarto dei suddetti casi descrittoali' art. 555 n. 4 il81 codice Francege, e all' art. 698n. 4 del coclice Itnliano, fa delitto a1 merchte dipagare nn CredLEo)'o ve?*o dopo la cessazione deipagamenti, Ma intorno a questo caso io pe r i finipenali non accetterei n6 il pot~*tt, k il s r ~ r ~ ,ni!altra consimile foforinula. Xon eleverei obiezione Sesi fosse detto dopo la ddic/~iaru~io~zei fa.Iliinzeftto,percBE? il fall imo~ito ormale un fatto giuridicoC IAO vincola il comiiierciante: ma diccndo invecedo110 la cessasionc dci jyxjanze~zti,si i. datu al fal-limento r~zcrterialeuna efficacia giuridica incornpa-tibile con la situazione, ed eso~bitnntcquando sitragge allo effetto d' rrogare una pena,

    Infatti si ricordi che la cessazione dei pagameiltisi p110 ravvisare unclie nel protasto d i una sol8cawbiale: si ricordi clic la dichiarazioiie d i falli-~neulo u provocar,rsi aiiclle molto tcrnpo dopo 10avvcilulo protesto: si osservi ch e il mercantcs alq?isle sia caduta in protesto un a cambiale pao fdrfioilte a tutte le successivo scadenze nel18 fiduciadi soddisfare anche Ia cainl~it .1~rotestata con mezzisui quali cdcola e che ~iosciagli sono per ixifortri-nio mancati t e poi si i l iccn so confurule n giusti-zia che si dichiari co@moEe e si punisca col carcerequel clisgruzinto che Aiio all' ultimo momento dellasua vitti, commerciale ebbe la pi calorosa prernara

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    di lottare contro le sue strettezze che giudlcci pas-seggiere , pe r la speranza d i giunge re a tutti socl-disfare i propri debiti. Ripeto che dei fini civili ionon m i occupo niente affatto: ma persisto a direche pei fini penali tutto questo sistema d'imbriglia-mento dei giudici nel decidere questioni che sonodi puro fatto ha del dispotico e conduce a mano-mettere i pi cardinali principii di giure punitivo.Che u na gra ve colpa ed inzperdonabili impruilenzedi un negoziante possano meritare repressione pe-nale clovr forse tollerarsi; m a il legislatore si tolgadal capo la idea di fare la falsariga delle sentenze:giudicare se la colpa fu g?*uve, se le imprudenzefurono irnper-donaZIi2idovr sempre essere nel li-bero dominio della coscienza del magistrato.

    Di pi sembra a me censurabile il suddetto si-stema perche nel modo e linguaggio col cluale sipone dalle veglianti leggi, ha 1' apparenza di dimen-ticare un precetto cardinale e costante di dirittopenale: ed quello che nessuna imprudenza umanapossa mai sottoporsi a pena dove non consti cheessa fu la causa della violazione di diritto che silamenta, PuO un iiegoaiante ( a modo di esempio)essersi di let tat ~ giuochi di sorte. Or bene : voi sefallisce lo dite per il precetto inesorabile della leg-ge co@evob di 2za.izca~*oltct.a egli vi dimostra chese al 10 di aprile perdette clriemila franchi alla borsave ne aveva guadagnati diecimila il 4 di aprile e dipii1 vi dimostra clie inattesamente il 20 di aprileperdette per naufiaagio un carico di centomila lireVOL.VII. i 1

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    e che questa fu la improvvisa causa del suo falli-mento. Voi nonostante lo dichiarerete bancarottierein ossequio non alla vostra scienza e coscienza, ma21 coniando del codice !Eppure tutti sappiamo cheper adattare un predicato ad nn soggetto fa me-stieri -che fra quello e questo esista un qualcl~enesso (2 ) sia logico, sia ideologico, s ia ontclogico,sia morale, sia giuridico, poco importa, ma u n nes-so b indispensabile che vi sia. Per adattare alloevento del fallimento il predicato di colposo bisognache tra il fatto imprudente ed il fallimento esista ilvincolo di causa ad effetto. Con quel precetto asso-luto voi conculcate anche questa regola e condurre-ste la legge ad una flagrante iniquit se la giuris-prudenza noli soccorresse col supplire la condizionedi cuzcsu come un necessario contenuto della legge,e come un criterio essenziale della punibilit della~o lp a. o sono imprudente se corro velocemente conla mia ve ttur a per lc vie di citt. Ma se m ent re iocorro im prudentemen te, cade un tegolo dal tetto educcido un ciltndino che stava l presso, potrete voidire ecco qua un uomo morto, ecco l i un fatto im-prridente; dunque abbiamo un omicidio colposo?Ecco dove si cade quando si vuole vincolare i ina-gistrati nella prudente apprczzazione del fatto : eleggi per troppo positivismo si convertono in tele diragno FSOn011 vi ripara la sapienza dei magistrati.Qui le grandi lacune che s' incontrailo non sonorimproverabili ai legislatori ma alla combinazioileche ho notato di sopra. La rnateiia delle banche-rotte i? regolata da d u e legislatori. 11 Icgislatorecommerciale ha posto mente ai fini civili, o non hasufficientem@ilt~onderato le regale crinlinali. re-

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    nuto poscia il legislatore penale, e vedendo che dellabancarotta si era occupato il legislatore commer-'ciale non si E, preso cura di dettarne le regole ele nozioni ai fini penali. Di qui le lacune, le con-tradizioni e la postergaziozie dei principii: di quila ultima conseguenza pratica che non si vede pu-nita una bancarotta su cento.

    (1) Cos tra i casi di imprudenza filcoltativnmente per-seguitabile come bancarotta colposa il nostro art. 701 com-prende al n. 1 le o r m e a, comodo o a vuoto prestatedal negoziante a d amici suoi, o fra loro cambiate. Qui leidee da notarsi o supplirsi alla lacuna della legge sono due- ." Che le obbligazioni contratte per conto altrui senzariceverne valore in cambio abbiano portato aggravio pecu-niar io 31 fallito, senza di che cluella firnia un vero nientebench non lo dica la legge - . 0Che da qiiello aggraviopecuniaria ne sia derivato come consesuenza il dissesla edil fallimento. I1 codice criminale Sassonico all' art. 256 ebbe1' avvertenza di dichiarare espressamente che anche nellabancarotta il fatto colposo che si vuole obiettare deve es-se re stato causa del falliniento. 11 non ave re avve rtito allanecessit di questo rappor t o fra il fatto colpevo le ed il fal-limento diede occasione a dispute che si s areb bero poluteevitare. Si attaccb in radice la dttplice divisione tra banca-rotin dolosa e colposa ( e altrove s e ne introdusse una t r i -plice) osservando che anche i fatti di bancarotta colposasono vernmenle dolosi perch esegzrili volontarianzenle.Chi f:i spese eccessive o crea imprestiti rovinosi o acquistamerci per rivenderle a prezzo vile sa e conosce di dimi-nuire il suo patrimonio: dunque (fu detto) anche esso indolo perch prevede attualmen te lo effetlo dannoso al suopatrimonio. Questa obiezione era gagliarda e senza replicaper chi professava la errata opinione che quei fatti fosseropunibili per l oro s t ess i ancorcli nei medesimi non si trovasse

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    - 164 -la causa del successivo fallimento. ?da rettificato simile equi-voco la indole colposa torua ad esse re incontrastabile, e si di-legua quella obiezione. Infatti tenuta ferma la cond izione dicausa del fallimento manifesto che il mercante sebbeneagisse con volont in quanto alla immediata deteriorazion eeconomica ch e procacciava a s stesso, e questa prevedesseattualmente, non aveva per la volont di fallire, e il fallimen-to non prevedeva sebb ene cib fosse prevedibile da un uomoprudenle. Ed ecco che guardati quei fatti nel loro rapportocon la conseguenza del fallimento si ha la prevedibilitu,ma non la previsione di quella ultima conseguenza, e cossorgono i termini (S . 8 4 ) della vera colpa e non gi d eldolo. Sicchb rimane soltanto il d ubbio non sulla i ndole diquei fatti, ma piuttosto sulla convenienzcb di punirli crimi-nalmente : io che sar sempre un grave problema.

    Questa mia osservazione segna una notabile dif-ferenza che separa il fallimento doloso dal colposo inquanto il dolo pu essere una forza concorrewte, men-tre la colpa deve essere. una forza caz6san-l.e; per-ci gi8 dissi (. 3407 nota 1 essere inesatta la for-mula fallimento doloso in tutti quei casi nei quali ilreato non consiste nel fallire ma nel d efrau dare mali-ziosamente'i creditori ; aonde anche in un fallimen-to tutto causale ed innocente pu commettersi unlaaronaio sulla massa; laddove nel fallimento colpo-so il reato non consiste nello av ere g iuoca to, arri -sicato, o elargito, ma nello ave re col giuocare conlo arrisicare con lo elargire condotto alla rovina ilproprio patrimonio. Non vi B sottrazione dolosa adanno della massa per piccola che ella sia che nonpresenti delitto ;ma sarebbe esorbitante adattare lo

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    stesso concetto a quelle sottrazioni alla massa chesono derivate da falsi calcoli, da imprudenza, o dagenerosit, quando in loro non sta la causa del fal-linlento.

    S. 3496.N clicasi che in fin dei conti anche con gli scia-

    lacqui si sottratto alla massa, e che quantunquea vero dire il fallimento sia sopraggiunto imprevi-sto e per una calamith fatale che ha convertito la,ricchezza in miseria, pu r nondimeno se il negozian-te quando era in lauta fortuna non avesse consu-mato mille franchi in diporti o in arrisichi quei millefranchi si sarebbero trovati di pi nella massa, e ilfallimento sarebbe pure avvenuto inevitabilmentema con minor danno dei creditori. Questa obiezio-ne prova troppo, e verrebbe a ridurre il negozian-te ad una situazione sociale intollerabile, facendoloschiavo di una sordida avarizia per terna di andareincontro ad una pena in caso di fallimento se nonha ristretto tutte le sue spese ai limiti della neces-sita (1).

    (1) ]i, un principio invalso anche nella nostra pi recentegiurisprudenza che i reati di bancarotta dolosa e di banca-rotta semplice, cos distinti nei loro c riterii essenziali, chel 7assoluzione pronunziata dalla Corte d' Assise sull' accusadi bancarotta dolosa non sia d' impedimento a che il fallitopossa nuovamente tradursi in faccia al tribunale corrozio-naie sotto I7accusa di bancarotta colposa senza violare laregola non bi s in idem: Corte di Cassazione di Torino 15 feb-hrajo 1867: Annal i d i g2'2trisprttdenza italinnn I, 1, 2, 196.

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    Seppure qni voglio indagare cosa pub essere buo-no e giusto ai En i civili, poich8 questo non rni riguar-da; ma ci8 che si ammette per negare ad un fallitocerti benefizi economici o certe larghezze nel. pro-cesso civile non sempre cara ammissibile pel fine didisonorarlo con un processo criminale e coli una pe-na. Fu perci accorto il legislatore Toscano che ai-l'art. 409 abbandonando la formula ibrida della ban-carotta ser~zpliccgiustamente censurata dagli Ale-irian~ii)so la piu significante denominazione di bnn-caroltu colposa quando si trattava di irrogare unapena. Questa mutazione di una sola parola fu fe-conda d' immensi effetti. La bancarotta senqlice puhessere un fatto diper s stante. Ma quando la leggepnnitiva vuole ch e essa sia colposa richiama tatti iprincipii cardinali della punihilitd della colpa, c fraquesti indubitatamente quello che la colpa debba es-sere stata cazlsa del fallimento.

    Non fanno occczione alla regola che io propugno idue casi della latitanza e del difetto nei libri, perchein queste due ipotesi si prende di mira un obiettivodiverso. I creditori del fallito hanno oltre i diritti sul.suo patrimonio anche un diritto sulla persona de lnegoziante p@rottenere da lu i tutte le chiarezze edinformazioni opportnne onde poter correr diotro adogni brano de l suo patrimonio. Queste informazicitiihanno essi diritto di attingerle dai registri e Iibri

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    - 67 -suoi c della sua voce. I1 difetto dei libri e la. lati-tanza violano questo speciale diritto dei creditori, eperciir possono (quando cio trovisi convenieii1;e per'altri rispetti) legittimamente incrfminnrsi, ancorchequei due fatti non siano stati caus.a del Bllimentoe non aljbiailo forge diminuito la massa neppure diun obolo. Ma quando la colpa s i considera nel su orapporto diretto col fallimento e non con le verifi-cazioni successive, t ale rapporto .non p u ~ssere al-tro che quello di causa acl effetto,

    hZa anche troppo dimorai sulla ~nozioraedcllil, ban-carotta colposa. tecupo di passare alle altre que-stioni. Inutile peraltro in un delitto colposo B il dif-fondersi sui criterii misuratori, e sul grado nellaforza morale soggettiva. E in qtianto a1grado ncllafhrza fisica non i: a parlare cli tenlativo punibile at-tesa la indole del fatto. Sicchb non rimano qui altroad esaminare tranne la complicitd e la pena,

    In quanto alla compliciti noi crediaino che gliostacoli ad ammetterla generalmente cornuni i11 tuttii fatti colposi non vengano meno nel presente rea-to (i),Quando il fallito noa si presenta allo invitoptixiirete voi come suo complice il proprietario clielo alberga in sua casa? Quando esso erog sornrriepazze in brillanti od in giuochi terrete voi come suocoruplice il gioielliere o il vincitore di giuoco ch e lu -crarono quei denari? Quando esso metta in vendita

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    a vi1 prezzo le sue merci tradurrete voi come coin-plici tutti i cittadini che si approfittarono del buolltnercato? Qriando esso si vincoli, ad imprestiti rovi-nosi punirete voi come correo i1 sovventore dellasomrna? E se i suoi libri furono irregolarmente te-nuti fareie voi partecipare neUa pena lo scrivanoacl negoziante? Io credo ch e anzi in questo delittoacquisti maggior forza la regola che non ammettecornplicitA nella colpa (S . 436) perchb qui non si rim-provera un difetto di diligenza incombente per na-turale dovere a tutti gli uomini, m a il difetto diuna diligenza o caute18 eccezionaIe, e tutta perso-nale, che si esige da1 ~iegoziante per la specialesua punizione.

    (1) Che nella bancarotta colposa non possa mai arnniet-tersi complicita punibile fu stabilito dalla Corte di Cassa-zione di Francia col decreto del 10 ottobre 1844, e pih lar-samente dimostrato da P a u s t i n II e l i e in apposita disser-tazione inserita nelIa RCVUBWo1azi;skiona, 22 , pag . 76, do-ve risaie dottamente al principio fondamentale ch e nei fatticolposi non pu esserv i compliciltt per ch non pub osser*virornunicaaione d' inierizione dove manca la intenzione dideiinquere: il 3 a atctcrnt d' infractions qu e d' indiaidus.Ma nella bancarotta colposa la infrazione consistendo nellaniancanza ad ua dovera personale del fallito, i terzi ch enon erano legati do quel dovere non si rendono contrav-ventori. L' argomentazione di 11e l i e E U n panorama splen-dido di loeica sulla questione. A ci pvb aggiurigerci unaulteriore ragioiie suggerita dal medesimo scrittore. Osservainfat t i He i e nel luogo citato pag. 77 che i fatti puniti dtl codi-ce Francese coma bancherotte semplici non consistendo che inviolazioni od omissioni di forme, conclliabili con la pih $qui-sira prabith, sarebbero coplttavben%ivni pflr veramente c h edeilUi , c che si sono ahiamaie delilli unicamente pe r il cri-

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    terio della pena. Nuovo argomento per gridare 1 anatemacontro quella funesta divisione dei reati in c r i m i ~ ~ i ,elittie co?ztravvenzioni desunla dalla pena; e la quale ad altronon ha servito se non ad impegolare nelle vie d'inevita-bili errori i criminalisti Francesi che non hanno saputoscuoterne i l giogo per pi di un mezzo secolo. G i u l i a n i(-istituzioni d i diritto penale c ol. 2, pag. 2 1 8 ) ammettela complicit anche nella bancarotta colposa, in ossequio al-1' art. 362 del codice Grecoriano speciale per gli agenti dicanibio. RIa il ragionamento che egli fa per sos ten ere qu estafigura di conzplicitd non finisce di persuadere.

    Ma potri egli cumularsi contro l' istesso fallito1 accusa di bancarotta cobosn e di bancarotta do-los a? Nessun dubbio in q uanto all'acczcsa la qu aledeve aver sem pre balia di proporre un libello alter-nativo quando i fatti si possono prestare a due di*verse definizioni giuridiche. I1 dubbio nasce in or-dine alla cumulazione delle due condanne. I1 buonsenso parrebbe rispondere cli no, perch il concorsodel dolo diretto a procurare un effetto criminosorende repugnante che i mezzi adoperati a quel fi-ne si puniscano come imprudenti. Malgrado ci inFrancia (vedasi M o r i n ari. 8499) non si B esi-tato ad ammettere che un fallito possa incontrareduplice condanna per lo identico fallimento ed es-sere punito nel tempo stesso come bwcarottierecolposo dal tribunale correzionale e come banca-rottiere doloso dalla Corte di Assise. L' argomen-tazione con la quale si sostenuta questa tesi ar-ditissima oltremodo sottile. Si fatta distinzionedi tempo. I1 fallito (si B detto) commise delle im -

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    prudenze che farono causa del fallimento: ecco itermini della ba~icarottacolposa. Poscia caduto infallimento trafug sostanze con f-ode: ecco i ter-mini della bancarotta dolosa. Vi sono dunque duedelitti distinti. A me non p ~ rsaac l esiffatta argo-mentazione, perchh trovo unico 1 obiettivo giuridi-co. La logge penale sui fallimenti vuol proteggereil diritto dei creditori dalle aggressiorii cosi proce-denti da colpa come da (lolo. IvIa quando quel d irittodle in s unico fu aggredito da una stessa perso-na ora per colpa ed ora per dolo, non si duplica1 obiettivo giuridica col duplicarsi dei wwdi e deisl~asz1) .

    (1) La questione chc qui si propone pu avverarsi nochein iiltri clelitti; se non che in alcuni di questi varinrh 1'02-gettiuo giuridico. Un imprude nle correndo velo ce~ neiite conla sua. vettura ha rotto uua gnniba ad un passeggicro: reo di leuionc grave colpostc, AUerrilo dai fatto e dal li-more di una querela colui scende da l suo l e g o e barbara-inente uccide il ferito per distruggere il testimone: si rendereo di u n oniicidiu doloso, Nessuna diaicoitu giuridica si op-pone al uumulo dei due Litoli e delle due pene, pero& siho un oggetlivo giuridico diverso, e due titoli distinti nellaclas8c: aggressione alla integrih delle membra diseiunladal fine di aggredire la v i l a ; e aggressione alla uilu. 'Sanlovarrebbe se I' uccisore imprudente derubasse poscia la vit-timb. Avrenimo un omicidio colposo ed un fur to. Ma nellabancarotta 1' o$gettivo E unico. Dalla duplicazione del titoloe dclla peaa'ne nascereb be l' assurdo che ( a modo di esern-pio) il fallito doloso che si fosse preordinoto al suo delitto

    'Icon irregolare tenuta di libri avrebbe la sola pena dellabancarotta dolosa, moutre il fallito doloso ch e nel difetto deilibri fosse caduto pe r mera im prudenz a incorr erebbe nellastessa Pe[ia e Pih nella psaa della bailcarotta coiposa : e cosi

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    - 71-s' indurrebbe l'accusato e la sua difesa a trovare una scusnnello avere agito per dolo anzichi! per colpa! ella accet-tabile siffatta situazione? Ci dovr farci per nec essiti giu-ridico c~u ando i abbia 1' aggressione di due diversi diritti,per la regola che sebbene il delitlo nzemo quando puresso doloso qualifichi i l delitto fine, non pu qilalificarloqiiando quello E colposo, perchi? la colpa no n arnmetleadodireziunu d i f ine impedisce che si parli di nzerzo. ilJa ionella bancarot~auon so vedere du e delilli distinti nela qutt-1Ll per il concorso deIla colpa e del dolo: jo vi veggi)due gradi dello stesso titolo. La questiono & pih vasta e pihradicale che a prinia vista non semb ri. Nelle ipotesi di unferim ento colposo susseg uito da omicidio iloIoso no n si hail-no soltanto du e maierialith soggetlive distinte fra loro ; sibnnno due titoli di diversa rjgalitd e non gih differenziali dalsemplice grudo. Potre bbe anohe oorribinarsi la lesione ool-posa ed il furto so dopo avere imprudentemerite ferito tinoposcin il feritorc fingendo di recargli soccorso lo derubi. Mai due diritti distinti aggrediti crean o due distinti enti giuri-dici, ciascuno cloi quali corre la sua linea indipendentemenledall' altro; laddove nella bancarotta il fenomeno ciuridicoresultante B sempre identico. In Francia si elav specialequesliono se la parte civile rcndutasi intcrvenienle innanzia1 Tribunale oorrezionale i n u n processo di barcarotta col-posa avesse dii-ilto di elevare incidonte di deolinotoria de lforo sostenendo trattarsi di bancarotta dolosa e noli colposa.Vedasi Rllo r i n ar t . 8103. Rlla con cib non viene egli i[ pri-vato ad osercilare 1 azione pubblica non promossa conipc-tonleniente da chi ne b solo padrone?

    Non sono Ben chiare n& ben definite le disposizionipenali degli antichi contro la bancarotta colposa. Chein Roma anche clopo abbandonato il rigore dello pri-sche leggi non soggiaccsse a repressione, argomenta-

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    - 72 -si da un passo di S e n e C a (de benefici6 7, 16)-Iniqaissirnum est eodem loco haberi eum, qui peczr-niam quam a creditore accepserat, libidine nt nleaabsumsit, et illum qui incendio aut lnt~ocinio zctaliquo casu tristiore aliena cuw suis perdidi. Alasembra che per lungo tempo si confondessero i duetermini, perch alcuni casi che noi diciamo di ban-carotta colposa si parificassero alla dolosa ed altri silasciassero senza coercizione penale. I codici odierni,che quasi tutti hanno adottato in genere quella di-stinzione, non minacciano contro la bancarotta col-posa che pene correzionali. In pratica non vidi maiinstaurarsi direttamente un' accusa di bancarotta col-posa, ma fu questo il rifugio degli accusati di ban-carotta dolosa pel quale ove appariva dubbio il dolosi esimettero i giudici dal duro bivio o cli applicareseverissima pena o di assolvere. I1 codice Toscano(art . 409, fi . 3) e il Sardo (art. 381) minacciano ilcarcere da un mese a due anni ( 2 ) .

    (1) Con la carcere fino a due anni punisce la bancarottasemplice il codice Prussiano 3. 261: col carcere da 15 giornia sei mesi Neuchatel art. 229: ol carcere da un m ese a dueanni io Svedese cap. 23,$. 3: col carcere fino a tre anni i lPortoghese art. 447; col carcere da trenta giorni a un annoil codice commerciale di Venezueln lib. 4, tit. 4, art. 1 : conla reclusione da du e a sei anni il Peruvi ano art. 632, ilBoliviano art. 715 on la casa di co rrezione fino a du e annilo Jonico art. 540: con la prigionia da due mesi a tre anniil Parmense art. 474: con 1 arresto rigoroso da tre mesiad un anno l' Austriaco $. 486 ; on la ca rcer e da uri me sea due anni il Belga art. 489: con la detenzione fino a due:inni il Ticinese del 1816 art. 203,5.2: molli per) fra i

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    ~ o d i a i onteniporauei omettono la repressione della banca-rotta colposa.

    C A P I T O L O IV.F r o d i c o n t r o i l c o m m e r c i o .

    Si rantmentiiio i cardini della dottrina penale yeiqnali la diversa obiettivitk giuridica determina edistingue i diversi titoli di rnalefizio. Non a casodiamo a questo capitolo 18 rubrica di f?*odi controQ comnzercio. Con ci si palesa di subito qual dovrkessere il carattere speciale della frode inorcantilecho ne port-ter% a figura alla serie presente ; allaclriale per certo non appartiene ogni fraude che dalnegoziante corumettasi per sordida speculazione. Scun bottegaio ne l vendere le sue merci inganna loavventore sulla clualitii o sulla quantiti di ci6 chea lu i vende, e cosi ne lucra un prezzo ingiusto, que-sto fa'aito dove per qualche speciale malizia abbiameritato d i essere dalla legge (i) crimix~almenterepresso non sarh mai che ana frode ordinaria,perchB 13 sua oggettivitA giuridica non pu8 t,ra-varsi in altro che nella propriet privata. Quandoinvece il venditore di vettovaglie lo mescoli, o ledeteriori a Bne di lucro per guisa da renderle nrio-cevoli alla pubblica salute sorge allora (g. 3170)n u o w obiettivitt giuridica per virtfi dellaquale yuel fatto (che snbieltivameiiteB sempre ~118Prode) degenera in un reato sociale contro la p&biica salute.

    (1) Codice Belga del 1869 art. 498, e 400,

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    Na questo fenomeno di una frode che degenerain nii reato sociale pu avverarsi anche dove lapubblica salute non i? compromessa se il fatto b ditale natura da compromettere il pubblico commer-cio od industria e pregiudicare immediatumentc: unnumero indefinito di cittadini. h questo il criteriocostituente la specie criminosa che adesso esponia-mo, e porci9 la diciamo f9-odo contro i2 coli?~?nercioperche il dnnrio recato ad un particolare si assor-hiscc nella contemplazione del danno unitwrvsuT~.

    chiaro pertanto che i criterli comuni a tuttele figure crimjnose che si vorranno condurre sottoi1 presente titolo di malcflzio devono essere due -1:) Dal lato subiettivo la frodo deve esercitarsi so-pra una quantiiri estesa di merci, e non sopra q u d -che piccola frazione - . O Dal lato obiettivo devequella frode avere attitudine, o potenza ad arrecareun danno indefinibile ad un .numero i f l d e t c ~ ~ l ~ z i ? z ~ hdi persone. Questi due concetti essenziali del ma-lefizio variano di forma ilelle cliverse configurazionidi fatto alle quali si vogliono adattare : na la so-stanza del concetto giuridico 6 sempro la istessa. Equelle diverse forme o diverse configurazioni di fattonon possono definirsi dalla scienza n& enrimerarsi 111uii rriodo tassativo, perchb dipendono dalla varietiilci commerci, delle indnstric, dei bisogni e costumilocali, Noi ne daremo alcune egcmpliflcazioni, e sar

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    (1) Erano frequenti analoghe provvisioni negli antichi Sta-tuti d' Italia. Lo Statuto Lucchese del. 1308 al Iib. 3, cap. 110aveva estesiscime e rigorose disposizioni intorno alle frodide i tessitori di pannilanf dei quali er a in quei tempi unaindustria lucrosissima per quella oitth. Quello disposizionis' inspiravano precfsameute al concelto giuridico che ponc;ciinnanzi nella prescnte classe, e psl quale il reato B vera-inente d' indole socinic. Ci B manifesto a cliiunque consi-deri che in quel capitolo - . 0 i-irodatori colpiti della penadei *falsarii si dichiarano perseguitabili ex o f i o i o , cioh adazione pubblica - 0 Che si punisce come delitto consumatolu sola fabrioazone anche prima dello spaccio - .0Chesi ordina doversi i panni contraf.'Fatri abbruciure pubblica-xiientn nella piazza di san Michele d i quella citt. Questedue ullirne condizioni sono affatto incompatibili con la iaduledi un delitto naturale. Di consimili disposizioni rigurgitavanotutti gli Skituti d' Italia. Molti di tali ordinamenti prooedeva-iio dalla dottrina del proiezionismo, e dovcvano cade re, poi-che la tnoderna scienza ecwornica ha proclamato la libertitdel comniorcio. Questo principio B santo, n io lo pongo inqueslione. Ma tra Ia liberth de l commercio e la fibertk dellafrodo, quando In frode non si limita a nuocere ad u n soloo a pochi Iridividui, ma uccide la industria o il coinmercitdi uiia irilera popoliinione, io vi faccio gran differenza.

    In siff'atti termini quella ohe i Francesi chiainanoconcurrmce ddloyale ( f ) e che nelle condizioni orLdinarie apre l' adito a sole indennit8 civili sulleistanze de l danncggiat9 pu assumere caratteri ditanta importanza da meritare di essere elevata adelitto perseguitabile nello interesse pubblico ed :ipubblica azione.

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    (1) Di questa concorrenza sleale e della interdizione dellamedesima per ~ E c i o el solo masistero civile rigurgitano gliesempl nel13 dottrina Francese. Vedasi B l a n o de la contre-facon liure 8, ckap. 5 , png. 704, n 729 el stca'v - W a e l -b o e c h cours d e dvoit tona. 2, n . 285 a 288 - G ii j e te t l i e r c i e r dictionacrire de droit c o m m e r c . tom. 2 , motenseigne: e i giudicati raccolti da Fl u a r rd BGpertoire pag. 395- ouvnal du Palais tova. 10 , colon. 699- orte di Pa-rigi 6 aprile 1833: e l 7 marzo '185'3,e i casi mollissimi chesi ricotadano nel Joztrnal de s Trs'bunaux de c o m s ~ z e r c e erT e l e t e l a rnh e r l i n : Tribunale d i Commercio dellaSenna 22 marzo 186 4 (ivi tona. 14. pny. 9111): Corte Impe-riale d i Parigi 5 gerinaio 1865 [ ivi tonz. 24 ,pag . 169 ) : Tri-burlale Civile della Senna 22 aprile 3863 e Corte Imperialed i Parigi 19 maggio 4800 ( ivi tonz. 16, pag. 104, et scciv):Corte Imperiale di Parigi 1 7 luglio 186G (ivi toni. 15,png.268)e 24 gennaio 1866 e la successiva del 26 gennaio 1866 ( i v itom. 15, pag. $08, t 509). Analoghi erano i principi[ ai qualiper argoraento dalla leg. 151, de regulis jzsris iaforrna-vasi la coraune ciurisprudenaa : S r a c c h a do ?ner1cctlzcrapars 2 , n . 5- o e p i n g de jure insignitcm cap. 2, S. 1 .,n. 1034. E ch es i osservano anctie nella giurisprudenza : dir-nati di GiirrisprurEcnm Toscana 1854, pnrt. 2, col, 202 l :'1559, pnrl. 2, col . 886 - AnnalB d i Gi~c?~isprudenaatn -Eiarza 1,2, 248; Corte di appello cli Firenze 4 giugno 1867.Nello assunicre insegne, distintivi, forinc caratteristiolie diprodotti, ed altro che ncl comnlercio serve a indicare iinaprovenienza accreditata appo i consumatori, vi k senza dtrb-bio i l danno degli avventori che sono ingannati e peggio ser-viti; il danno del fabbrioatoru che cotne primo occupaute porla su a speculazione di quel liorne o di quel segno si consi-dera averne acquistata la propriet: vi is la malizia consistestenello ingannare altri per procacciare a sb un lucro in altruidetrimento; ma ciii nonostoiile no n si i? mai creduto di ele-vare o delitto questo contegno sleale, perchi: il danno b tuttoprivato ed il commercio pubblico non se ne commuove trnn-VOL.VII. 12

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    ne quando si estrinseohi it i una falsitk niatcriale. E vrrn pp raltro che questi fatti si guardavano con maggiore severtl.~~iel lapratica: dove non solo si ravvisavano in loro i carnt-teri di delitto, ma plii specialrneritc si applicava Il titolo rlifulsri contro chi avesse alle proprie merci a prodotti applicntn1a imitazioric dei segni speciuEi assuriti da alLro fc~bhricant~:31a c q u a r d dc jure mercntorum lib. 3, cap. 9, n. 80 . Pr~rnrgomento dalla l e g . 15 princ., e ley. 27, f . od leyl. Corri.Jc firlsis i D o k e s Seleclrre observaiiohes, observ. 348.

    TJn altro eseiupio, La malattia dei bachi tic?.con-tlotto gli speculatori ili bigattiero iii ItaIia a provve-dersi de l serne di hnchi al]' estero in rtuelle rernoto~ c g i u n i~ l u n d e roviene immune da malattia. Fincl~Pim rnuririolo dar ai1 un incauto un' oricia (li serkil!comune spacciandola pcr seme del Giappone si :rvrPuna fruilo ordiziaria, un delitto naturale, c niente (l i~ d i i . 18 ponete che urla cnsn cli commercia iiiondiurna Provincia cl i some ailultclbato fulsiflcato: ccccbclis i iiiille speculatori di bigattiere in quella Pro-vincia al seguito di fale inganno perdono i lorocq~ i t a l ii!e loro faticlicj seriza frutto nessuno. I pro-clotti d i quelle inille higczttiero ~lovovanoessere 10alimento cli un grjandissirna numero cli Lracciu, e ttittcqrieste sventurate si trovnilo nella miseria. Il dannoimmediato (ti quella frode B 1inivers:lle pcrchk &'e-risw un numero indeterminato cli cilt:idini e recail disordine ed i1 mal essere in ~ i n aritera Z'rovincia.$0 una leggo speciale provvccle a quella fiode conririn rcprcssione piii severa dclln, pena minncc!i,zi,acontro le frodi orilinarie costruendone urla figrirns l ~~~~ i n l ( l :li rnalcfizio, rluosto rii:~lcfjaic, srjcialc, (?(l

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    il suo obiettivo giuridico la inrlustriz e commer-cio pubblico.Cjl. 3509.

    Un altro esempio. La crescente attiviti della agri-coltura avida sempre pii1 di ravvivare con ingrassigli esausti terreni h a spinto i navigatori n portarqua da isole lontme un nuovo genere di sostanzeatte ad ingrasso che corrono sotto il riome di glcnnoe si vendono ad altissimi prezzi. Lw utili ti^ (almeno~~elativa)i questo ingrasso si 4 sentila in alcrinicontadi dove hanno preso a valerscir~grandissixrlcrnumero di coloni. Ora supponete che un nogoziantcrfi quella roba la, imit i o la falsilchi, e no facciagrossa spedizione i i clualclle Provincia: cosa ncsavwrrA? N e arverrA che i crrllori d i quella Pro-vixicia getteranno seme c fnticho nella speranza d iullsrtosi raccolti pc?r le virti dello ingrasso a calvopt'ezzo acclrdstai,~ ~ i z r i . nvccr: raccoglieranno la f-i~i( , . .Ecco una frode di danno universale ; l suciijl~ietlivo? 13 in~iust~riugricola; e In lcgge penalrch e ne civi un titolo speciale di malefixio per punirlocon uil rigore proporeiozinto alla potenzia liti^ dc l tl:iii-no, crea un 11elitto sociale. I3 Imtino gli esenilii

    E so si riconosce ch c c~rnes1.nhi'1ii:t di runto F.socittlo nc sono proxite lc conseguenze girii*iilicht*i ru~or tn~~t i s s imeIn azioiic PemlJrF; piibb1ic:i : In tiii-snrrr della quantila rlel delitto cnlcoltita sril clanrio~ioioilaialo nel danno potcilzialr; riconoscititn la con-sniii:lxiouc clel rlciittcs dii! ili\ricr.ile pol.ti:tto nticlic!

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    - 80 -prima della verificazione del danno particolare : etutte le altre conseguenze che derivano dalla indolesociale di un malefizio, e che ormai conosciamo;n& importa acl og ni m omento ripeterle.Sono queste le considerazioni per le quali la Com-missione incaricata del nuovo disegno di codice pe-

    nale pel Reame d' Italia propose nel Progetto dalei presentato l' art. 246 cosi concepito - Tzizcnyetevendendo od esponendo i n vend ita semi di baclzi daseta, concimi od altre sostanze per U SO dell" ag)*i-coltura) inganna i l compratore szclla loro n~ tu? ~ ccco??qosizioneo provenienza, punito con la prigio-nia da tre mesi ad un anno, e con la multa da cin-qetanta a cinquecento lire.C A P I T O L O V.

    Falsa moneta.

    In generale dicesi falso qualunclue immutazionedel vero. E poich un grandissimo numero di de-litti hanno per substrato lo inganno dell' altrui buonafede, cosi ne avven ne che nelle antiche pratiche p re-ponderando troppo spesso la contemplazione soggctl-tiva del fatto fossero quasi senza numero le speciecriminose che si referivano al titolo di fulso, ed allequali si applicavano (spesso per analogia) le sanzionidella celebre legge Cornelia de falsis. Ma qnanclo

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    i progressi della scienza fecero sentire il bisogno dicoordinare le nozioni dei singoli malefizi ad un cri-terio logico-giuridico, e di costr uire una e sat ta clas-sazione dei malefizi sulla no rm a delle loro diverseoggettivit che sole potevano dete rm inar ne i carat-teri criminosi, il titolo di falso si limit a designarequei reati nei quali s'incontrav a lo inganno dellaliztilblica fiducia sovrastante alla considerazione deldiritto particolare aggredito od offeso, senza chenel tempo stesso concorresse la esione di altro di-ritto uiliversale pi specialmente manomesso.

    Cosi vennero a staccarsi dal titolo di falso quei re atiche si dirigevano a d inganna re la pubblica ginsti-zia; ed i titoli di cukcnnia, falsa: iestimoniafizu, sper-giuro e simulu~ione delitto formarono una distintafamiglia. Cosi tutti quei fatti nei quali s' ingannavasoltanto la fede privata per giungere alla violazionedi altro d iritto particolare non pi desunsero il loronome e la loro sede dalla considerazione dell' in-ganno (elle pu re ne costituiva un criterio ed il mezgo)ma bensi dall' altro diritto aggredito corne fine dalloagente. Non pii si diede il nom e di falso agl'ingann iusati contro innocente donzella per debellarne il pu-dore, ma la immutazione del vero divenne criteriodel titolo di stupro. Non pii1 si lasci nella folla deifalsi la soppressione di s tato o 1 apertura di lettere,ma riconosciuto nella prima l' oggettivo dei dirittidi famiglia, e nella seconda quello della lihcrth per-sonale si riportarono sotto distinti titoli alle debiteclassi. Non pi si defini come falso tut ta quella se rie

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    cli menzogne con le quali per fine di lucro si sor-prende 1 altrui buona fede, ma si ravvis in quelleun criterio accidentale della tnlflil, O un criterioessenziale della fkode. E cosi anche la contraffazionei1r1alterazione di scrittura privata, commessa a finrdi lucro dovette (S . 2363 e segg.) pi congruaruentt:riportarsi alla famiglia dei fuvti riconoscendo nellaiklsita scritturale un aggravante della lesione del1)ntrimonioprivato anzichk 1 oggettivo determinantela classe; perch non havvi interesse pubblico ch esi commuova per un inganno di un privato cittadinose non in quanto col me(1esirno siasi ottenuto a pre-giu(lizia clel privato lo spoglio di rin dirit to personaleo patr.imoniale. Di ta l guisa i1 falso rimase promi-iicnte e determinatore della classe nei soli titoli difalso inpubhlico documento, di falso in bolli, e di fc~lscc~t~one ta ,al quale ultimo titolo esordiamo iiel capi-tolo presente la esposizionr! dei falsi.

    Disputano gli eruditi intorno alla origine della~ / ~ o ~ z e t a ,comunemente si ritiene che mentre i pri-mitivi Romani non la conoscevano, i benefizi clella~iied esiina i goclessero gi in pii1 renioti temp idalla nazione Isclraelita (1). 1)ispntarono gli ecoao-inisti sulla vcr:t indole della moneta, 1s quale ora sivolle un valo?-e, ora il va@rescnlr~nEe ili tutti i vu-lori, ed oggidi si ritienc comunemente non esserealtro che una merce . TuttociO nionte influisce sullaindole giuridica del falso nummario, la quale in-iluhitatamonte quella di reato sociale non potctndosinon riconosccre nella moneta 1 oggetto di rin ili-

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    ritto universale che tutti i cittadini ugualmente Ilari-no a vederla rispettata : osicchk chi al ter a la monet:toffende questo diritto e comm ette un crimine di dan-no immediato universale : anno che rispetto al patri-iizonio di ciascuno individno potenziale per laeventualitti clie la falsa mon eta sia posta in circoloe cada in sua mano: ma effettivo in cluanto si violail diritto astratto, ed in quanto il discredito clellamoneta circolante imbarazza le operazioni comnler-ciali, rialza il valore delle altre merci, e nuoce a tutti.Questo danno effettivo i: duncjue il i5sultamento giu-lid dico del danno 2~ote~zxinle: c, questo alla sua volta1x3 la 'propria radice nella potes~ainlitadel circolodella moneta. Se togliesi cosiffatta potenzialit& (licirccdo vien meno ogni e clualrinque criterio possi-l~ileper ind urre nel falso nu mm ario il carattei8 e clireato sociale; ma resta una mera frode. I k per lapotenzialita del circolo che tutti cluanti i cittarlinidi uno Stato hanno uguale e comrine interesse sullamoneta.

    (1) Disputarono an cora i pubblicisti se il diritto di coniaremoiiela derivasse o no dal gius dcile genti. E Io sostierirS c 11w r z Mzstituizzoiolzes jtcris pitblici universcllis lib. 1 , tit.2,pug. 216. BIa la questione B assai probleriiatica seconde, i viiriiirspetti sotto i quali pu essere considerata.

    Fu questa la ragione pcr cui la iaco1t;i di coni;tr.iaonete si noverd fTa i diritti maiestatici: al,puiltopercht, la sola autoritu. suprema (1) ha Iri, pitestitil' imporre il corso obl)lig,ztorio al1 una inorieta, sola pu i~ arne trancjuilli che cotesto corso sa1.h irian-

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    - 84 -tenuto. Onde tale diritto non B maiestatico per pre-rogativa sovrana ma per pubblico bene ed interesse:per lo che B o d i n o (d e republica lib. 6, cap. 3 inpr6zc.) ricordando i fatti di Filippo il Bello, negbal Principe la potest di coniar monete di valoreintrinseco inferiore all' uso.

    (1) Parve a taluno che nella prisca Roma il diritto di co-niare monela si concedesse eziandio ad alcune priv ate fam i-glie, e questo concetto applicarono ai cos detti nu nimi ffl-miliares. Rla ci B un equivoco. Incontransi spesso nelle an-tiche monete romane riprodotti nomi privati e privati stenl-ini ed insegne, e sono queste le monete alle quali gli erud itidiedero il nome di nurnmi fumiliares. hIa non E vero chetali monete si coniassero per privato conto ed autorit. Eraun privilegio concesso ai triutnviri, O quatrunzuiri moneta-les quello di potere apporre sulle monete coniate a cura loroun ricordo del loro governo in quella amministrazione. hlaquantunque p er simili cause si trovino in molte antiche mo-nete scolpili nomi privati e private insegne, tutte per altr oquelle monete erano fabbricate p er conto della repub blica eper esercizio di pubblica autorit. Vedasi E C k h e l doc t r inantdnzorzcnz uetenbm, Vindolro nae 1 79 5, uol.5, pag, 53, prole-!ionzena a d nuntos fam ilia rum - C h i a s s i d e l r i t r o vn -I I ~ C I L ~ O i monete consolavi c d i famigkie, Bologna 18 20,png. 1 0 e segy.- i c C a m a de jndic io centvmviral9 l ib. 1,enp. 9, pag. 75. In principio si usarono come moneta dei pezzidi metallo senza veru na speciale conformazione o segnali : equesti si negoziavano a peso; di qu i l' or ig in e del li69.2-pen de nelle contrattazioni Romane: e furono dette inonet ae?*ttdes. Poi si cominci a far e dei segni in q uei pezzi d i m e-fallo, e cos vennero le mowctne aignatae. Successivamenteper dare maggior durata ed appariscenza a quei segni siprese ad imprimerli sopra i pezzi di metallo ridotti ad unacerta forma, mediante la percussione a colpo di mazza di

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    impronte o conii nei medesimi; e cos vennero le monetae per-clusae; onde rim ane nel lingiiaggio la frase percuotere o batte-re monete per in dicar e il coniarle. Da ultimo col progre sso dellearti si venne applicando (come pi abbasso dir) a questoservizio la potenza della vite premente, e vennero quelle che idotti appellarono oflcinae forculariae e monetcie torcularicte.

    Riconosciuto nel Principe come rappresentantedella Nazione il diritto esclusivo d i c onia re mon etee di convalidare o to llerare o proibire il corso dellemonete coniate all' estero, ne sorse il pensiero ditrovare nel falso nummario un titolo di lesa mae-st (i).Errore giuridico imperdonabile e fatale, per-chb a costruir e la lesa ma est manca il primo e pii1essenziale dei suoi criterii, cio%1 animo dello agenteil quale dovrebbe esser diretto ad aggredire il go-verno, e qui dirigesi meramente al privato lucro.

    (1) n1 e r l i n rpertoire , ~) lo t ionnaie 5 . 2 ,a r t . 1 - f e i-s t e r prbtcipia ju.rcls S. 33, et 33 9 - a l y c e t o i n l. 2Cod. de falsa moneta - o e p o l l a cons2Zia cr im . cons . 1 7- n g e l o de ninlcficiis i l& wers. prraesenle n. 4 . Fuvviper nella pratica chi sostenne che nella lesa maest cades-sero i soli adulteratori, e non gli spenditori :B a r b o s a con-silin cons. 29 , col . 2 , n. 12, vo l . 2 ; t cons. 51, n. 3, vol . 3- e C i a n u s tractalus li6. 7 , cap. 24 de atrocilate et sin-yularibus clelicti falsae nlonetae n. 3. L1 rrore di chi tro-vava nella falsa moneta gli elementi della lesa maest diprimo capo, o perch con ci sp nvadevano i diritti sovranio per la ridicola idea d ello insiilto alla imm agine , orniaiunanimemeute respinto dalla odierna scienza penale. Una voltariconosaiuto il criterio determinatore del titolo dei reati nelfine dello agente, era necessil che sc omp arisser o siffatti va-

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    neggiamenti, perch il fine del hlsnrio non I: quellu ni: d' 111-sultare al Principe n di arrogarsi poteri sovrani; bens quellosolo d' ingiustamente arricchirsi mediante lo inganno altrui.Ca r in i g ria n i {eternenta S. 1124 ) osserv cile il titolo d imaest, osia quello di perduellione, sarebbe sultanto appli-cabile quand o una setlii nemica 31 Governo avesse corrottola pubblica moneta al fine preciso di spingere i l popolo aduna rivoluzione. Questo esempio volle dar e il maestro p i per*dimostrare il principio cardinale e lo influsso del fine delloasente sulla determinazione del t itolo, c he non p er pr eved ereun caso fiicilmente verificabile : G i u l i a n i istitzcaiotti c r i -nii~zrrli ib. 2, crtp. 6, . S. da notarsi che negli Stati r e -pubbicdni aila immagine del Principe si sostitu sulla rilo-neta un emblem a della Liivinit, o la effigie del san to pro -tettore della citt: e talora un simbolo del particolare corri-mercio od industria di uii paese: cos al modo stesso che loprimilive monete Romane avevano 1 improi~tadi una pecoratrovi:iirio siille antiche m onete Livorne si rap pre sen tat a iinagalera, ed anche alcun e ariticlie monete Rornane si coritriiS-sego;iv;ino con uo rostro ci coli delle barche: H o s ri 11su i ~ t i qu i l u t un~ v ~)z ~r n t t r ) i~ tbity. 662, COI.2, l i t . C e i (l, r tpiiy. 103, e t 118. Verlasi anche F a b r o l lbesci~crits er wd il ~o -I&, ue1.60 l~ecztnia- r e h e r o de /.e lrrnettrli uetcrrtnlI2o1rbuno~nltl lih. 1 , cap. 2 - i t i s u o Lcsicorr trrtti~t~itrr-lurir Ro~t~utznrrcna,erhrr ltto?rettc, pny. 219, ual. 2 - l e -\ ;i i d e r diertctlr ymirrlitatb pny. 550, uvc entiiiier,i ditYus,c-i i i ~ n t egli sv;irialissiini segni che sli antichi popoli l'aruiiosciliti app0rr.P siille loro itiorietc: h1 e 11 ;I g i o crmtrenitrtles j i r -ris p " ~ . 18, dove Ii i p:irol:i pccuiiia n on de su nie dnllii ini-precsioiic deilii pe cora , iii,~ allo esse rsi in Koni;i fa tte l e pri-irte riionelc col cuoio (l i qi ieslo animiile: G I ~h e r n tl c //i-r.iis rlniitrcs Arr!justrre. ptr!y. 528, 578, 5 8 6 , 589.

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    lJi;r. 1 ; ~ 1nnt:nnza ili sirtattc t~nitiii i c.rliiiizitzlist imuderni i-espinsero quel funesto ei6i.rt., liia irloltlcaddero in s ui primi mijrizenti della re az if ~n e ellttestremo opposto, insegnando clie la Bisa monet:caltro non er a che un furto qualificato da1 fjlso, C.cos facendone un delitto contro la proprietk prir &:i.La scienza ormai si adagiata sopra un pii1 esattctconcetto; ed ha considerato che il falsificntore tliirioneta dirige i suoi atti noil contro un solo, rii:ccontro tutti: Ihoc c~haerza cae t e~ ~ i siffert ~ r f fi'i-aatis ~zonolzs.rv, noceat sed totae ci?i i tat ipc.~. iczsI~~ ,r~/hzfc~at: U r o n s 1) e r g de 1-e s~lunetali ag . 10!).Onde venne a collocarsi fra i delitti politici indire tti;l~olitico o soa'c6Ie) in rlrlnnto nll' effetto irnmcc1i:tQclie ledc tritti, onde i1 falso monetario si ~inr;tgor-irlelegaiiteniente dal D ti s t r i v e : u s al verine soli-iario (1): indiretto in rluanto all' animo clcllo ~ y e n t r .I?, in quest' oriline richiarnossi ,2112 classi* (14 tlrlitticontro la pubblica ferir:.

    (1) S e g e r n ei su oi o~)it.scirln f Erlritry, 17238, ol lusr . 1,p a g . 142) nella sua prefazione lamenta i gravissimi tiaiiiii oh rrec nei yassati tenipi alla Germania il nial uso dei siioipiccoli Principi di speculare sulla adulterazione delle moneir:t? ricorda come fosse necessario provvederr* 3 casi gr;ivc i r i -conveniente con traltati inlernazioiiali.

    In qualsisitt inganno osr:rcitato sulla 11uIit~lic;l i i (1-nuta nc~npuO ilnhitarsi che l;[ conterii1ilaziorie

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    detrimento di qualche somma sofferto da un privatocittadino sia un niente quando vi concorra pregiu-dizio universale alla pubblica fede. Ci si gihdimostrato (Ej. 3356) di sopra, e conseguentementenon pu disconoscersi la indole veramente socialede l falso nunzmnrio. Ora Ia speciale esposizione diquesto malefizio (1) ci richiama a procedere per di-verse ispezioni, esaminando separatam ente - .''Lefo~vize,o modi coi quali si commette- ." I suoicriterii essenziali- . O I suoi criterii waisurato~*i-4. O I1 suo g~*ado- ." La sua penalitic.(1) BIBLIOGRAFIA D a m h o u d e r praxis cr imina l i scup. 65, pay. 58 - C a h a l l o resolutiones cccs. 27 , etcus. 191 - e c i a n o tractcittcs cri min ulis tom. 2, lib, 7 ,cap. 23 usque ad 28 - o n c i o l o consilia cri min ali acons. 3: et resolutiones, oerbo monet a fitlsa resol. 1 ad 5:et in Stntulum Eugubii l ib . 4, r u b r . 45, pag. 221 - a-n i m o l l e decis. 77 per tot. - r s uy a inst i tu t iones cri-9)1inales ib. 2, l i t . 6, n. 159 et segq. - o n f i n i c! i n b an-ninze?rtc~ ap. 57 et 58 - e n o c h i o de nrb i t rnr i i s cas .516- I e i l s bractatus crit~l inalis ng. 369 a 371- O h 1ezcrci tat . 18 et 19 - ng e1o de delictis cap. 45 e1 seg.- o ehm e r u s meditationes in C. C. C. a d a r t . 111,S.2 - n g a u d issert . de del ic t is m on~ tar i i s , enae 1750,ct diss. de falso nzimmurio, Jenne 1759 - t ryk i O defemerat . jur . monet . in ejus dissert . vol . 7 , disp. 15 -F e l d e elementa ju ris par s 2, mentb. 36, pag. 373 - i e-g e r de jure majest al is l ib. 1, cap. 49, $. 45 a d 48 -K o Ch institutiones ju r. crint. $. 580 et seqq. - Ie l c h io-r i del falso e dello spergiuro cup. 6 , pag. 142 - r e i t-s C 11k i 0 de delictis et poenis cir ca monet as hodier nas,Lipsia 1772 - ie n e r opitsculn vol . 2, opusc. 67, puy. 253el. 256 - o s s a n g e des crimcs et des peines capitalespng . 108 - o l e n e s de l' humanitd dan s les lois cri-

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    alinelles part. 2, cilap. 3, $. 6, pag. 495 - r o n s l s e r gde delictis rnonetnlibus - i t t e u r s de falsa nlonetu. Leo-d i i 1826 - o m a n o i s t i t u z i o d d i g i u v i s p r z ~ d e n m en a-te vol. 2, cap. 26, pag. 146 - a r m i g n a n i elententu j t tr .c ~ i l ~ t .. 1195 - r m e i I i n i i s t i t uz ioni d i d i r i t l o pe12n-le l ib. 5,part . 5, cap, 1 , n . 431 - o b e r i diri l to pe-nale vol. 6, cap. 1 , n. 882, pug. 2 0 6 - i u l a n i istitzc-z i o n i di diri t to criminale vol . 2 , S. 5, pny. 207 - u c -c i o n i saggio ti t. 7 , s . 1 , p a g . 397 - e s s i n a t rnt tatod i penalitc speciale 5. 88 e segy. - o u h l e t di& c r b t ede fatuse azonlinie; dnns l a Revue Prutique totn. 50.

    'Varie forme del fabo nzcna??zatVio.

    Nel delitto cli falsa moneta si cade - ." Col col%-t.rauffurku- ."Con lo alteruvlu,- . O Con lo spefc-cZe~la- ." Con lo introdurla nello Stato ( 1 ) .(1) Non col semplice r i t ener la nell ' arca sebbene scien-

    temente ; B a l d o cotzs. 15 5 - h Ie n o c h i o de a ~ b i t r .cus. 516. Neppure si considerano oggi come appartenenti aquesta classe i reati (pretes i o veri) che i Francesi chia-marono billonnnye, e trovati nel mercanteggiare sulla mo-neta p er c avarne aggio, descritti dal V o u g l a n s t ra i l e rlescrimes et de leztrs peines pcrg. 469 : B a l d o , nel siicotta. 316, dett la teorica che la falsil della moneta po -tesse nascere da tre cause - .O Dalla causa e f l c i ente , inqiianto si era coniata tnoneta da chi non a veva simile po-test: e qui si pigliavano in considerazione i diritti reg:ili- .0 Dalla cau sa matet'iale, in quanto la nioiieta conte-nesse metallo inferiore, o m inore intrinseco: e qui veniva

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    in considerazione il danno dei cittadini - 5.0 Dalla causaform ale in quanto si fosse impressa sulla moneta una im-magine diversa dalla vera : e qui si annetteva il concettodel sacrilegio. Questa distinzione ( ch e io non credo di grandeuso oggidi perch la oggettivit del falso nummario tutta siriassume nella fede pubblica) fu ripetupa da parecchi culli,e bene O male applicata dalla folla dei pralici : G o t h o f r e-d u s in C. Theodos. a d leg. 2 de falsa uzonelu. Ed ho dettoche fu applicata o be ne o male, perch niolti confusero lacousn nlat erici lc con la formale., com e il C a t a 1.a n o tra ct( t-tus c r i ?n ina li s pag . 226 .

    4 ." Si ha contvaffazione di moneta nella fabbrica-.zione (l)i uno di quei corpi (qualunqne ne sia lama teria ) a i quali la pubblica autorit ha dato ilprivilegio di rappresentare un valore da lei stabi-lito, e cos ha loro conferito siffatto valore ; i qualidebbono Eorzosarnente riceversi per quel valore sta-bilito dall' autorit dello Stato; o si sogliono nelpaese ricevere per quel valore quantunque il me-desimo sia loro attribuito da un' autorit estera,(1) Quali fossero i modi e le arti con le quali io antico

    si fabbricavano false monete ci viene curiocamenle indicatoda C r n o p ra xi s cr inzinalis pug. 34 1 et seqq. Fu usata inpratica anch e la voce di ndultercczione di moneta, e vi sicomprendeva tanto il falso nella forma quanto il falso nellamateria, quanto in ambedue : C a r p z o v i o p r a x i s c r im l n n -l i z pirrs l , qzcctest. 42, 43 Altri distinse fra adulteraziouecaduta SI I moneta gi f i~rmata o su mone ta fo~ninnda :l $ o e l i m e r u s ~n e di ta t.ncl n r l . 1 1 1 , C. C. C.

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    La contraffazione ha per suo naturale caratterela i~~zitazione,erch8 sebbene in genere sia falsoyuaevis i+~znzutcc.tz'oeri non falso politicamenteimputabile se non vi concorre la imitati0 ve& (l).

    (1) In antico si disiinsero due forme di fnbbricnziotze:1' una consistente nel coniare arbitrariamente monete similialle correnti, e questa B la forma che oggifi si conserva.L' altra consistente nel conia re monete d i pro pria fantasiacon effig ie privata: V o u g l a n s t r a i t i des delits et peitzespog. 169.Questa seconda forma ebbe gra nde importanza inquei tempi nei quali le lotte fra i Baroni ed i Sovrani noncade vano soltanto sulla balia di amminis trare giustizia, maancora sul diritto d i coniare moneta : aonde in questa formi1priirieggiava la idea di usurpare l7 autorit Regia. ila ci ri-mane affatto fuor d7 iso oggid, e quando avvenisse potreb-be trovarvisi una forma di perduellione se un pretendentetentasse per tal guisa usurpare il comando, ma iion un fal-SO numm ario nE un reato contro la pubblica fede, perch nonnvvi inganno di alcuno.

    2 . O Si ha falso nummario per alterazio.lze quandoalla moneta corrente nello Stato si toglie una qual-che parte clella sostanza metallica che la compone.E indifferente che ci si operi mediante taglio omediante agenti chimici. Ma dove l'alterazione con-sista nel dare alla moneta di valore inferiore 1 ap-parenza di altra moneta di valore superiore si avr8la contraffazione o non 1 dteiazione, perchb il delitto

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    non consiste qui nel diminuire il valore intrinsecodella moneta inferiore, ma nel simulare il valoreestrinseco della moneta superiore; non B reato inquanto siasi alterato il modo di essere di una nio-neta sincera; ma in quanto si B cercato col darleapparenza di un modo di essere diverso dal vero,di creare e porre in circolo una moneta falsa. Laon-de se uno statu to criminale facesse diversitti di penaI?a l'alterazione e la contraffazione senza da re del-1 alterazione nessuna definizione speciale, la penadella contraffazionee non 1' altra pena dovrebbe ap-plicarsi, e sarebbe errore giudicare diversamente ( I ) .

    (1) Non it alterazione dove non siavi i?~unutaaioiierlu-terinlc quantunque una rnoneta si spenda per inoneta diver-sa. Sar5 una frode, ma niente pi. Di simile f rode io vididu e esempi su larghissima scaIa nel gi Ducato di L U C C ~ .Quando il Duca Carlo coni ininlensa quantit delle piccolemonete delte quat trino, scomparvero tutte. Erano state por-tate a sacclii nella vicina Toscana p er sp ende rle col comequattrini Toscani. La differenza del ragguaglio era cos grossache aveva tentato gli speculatori. Un paolo in argeuto s i cam -biava in Luccri con quaranlacinqiie quattrini; ma in Toscanacon quaranta quallrini si ripigliava un paolo in argento. Po-scia il Duca Carlo coni delle monete di argento da du e lir eLilcchesi per ciascheduna : nche queste scomparv ero affatto.Vedornnio in Lucca speculato ri forestieri che n e facevano rilc-colta dando due soldi di aggio pe r ogni moneta. Essi le po r-tavano rion so se i n Corsica o in Lombardia, dove attesa un acerta somiglianzd le spendev ano per mone te dit du e franchi.11 guadagno eri1 di cinquanta centesimi per ogni nioneta. Uilnoi non se ne videro piii, e i l gov erno provv isorio infoorniat(bdi quella frode ord in si spezz assero i conii. Queste ed ;iltresiniili opcrazioai saranno frodi dove si consumi lo iiigi~~ino,

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    nia poich la moneta materiale non tocca non sono fal-sit monetali. g. 3523.

    So bene che la maggior parte dei legislatori hannoposto anche il caso che esamino fra le alteraxionianzich fra le contraffaziowi: e finch colui checonvertiva un franco in un napoleone volevano pu-nire non come contraffattore, ma come colui che alnapoleone aveva sottratto qualche centesimo d7oro,essi (giudici sovrani della distribuzione delle pena-litk ) erano in ci far e nella pienezza dei loro diritti:al modo stesso il legislatore pu punire una frodealla pa ri d i un furto, ma non pu dire davvero chela frode ed il furto o 1 omicidio ed il ferimento ol' adulterio e la higamia siano una stessa specie,perch la natura delle cose ha le sue verit positivele quali stanno al disopra di tutti i placiti dei le-gislatori. Tanto fabbrica un napoleone falso chi locostruisce con una lamina greggia quanto chi lo co-struisce servendosi di un franco di argento. Nellavera alterazione di un franco di argento per abra-sione l'ogge ttivo clel delitto tut to sta ne l francod' argento che deve essere rispettato : ma nel con-vertire un franco di argento in un napoleone d' oro1 oggettivo sta nel napoleone d' oro e nel diritto chenon circolino napoleoni falsi. E quando taluno silagni di simile inganno non dir gi (checchk siapiaciuto al legislatore) di aver patito danno perchl.gli stato imposto unt filanco alte~uto,ma di averpatito danno perchB gli 2= stato imposto un ?znpoleonclfalso; e dir che quello B un napoleone contmf-fatto, e che si falsificato un napoleone, perchb IRVOL.VII. 2R

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    - 94 -verit vera B questa. Non pu dirsi che siasi alte-rato un napoleone, perchb quel pezzo di metallo nonha mai esistito come napoleone, ed il danno ed ildelitto sta in questo appunto (ed unicamente inquesto ) di essersi voluto porre od effe ttivamenteposto in circolo un napoleone di costruzione e crea-zione privata ed iuegittima. Torner fra poco suquesto argomento.

    3 . O Lo spendifitento, o enzissione ( 1 )facilmente com-prendesi consistere nel me ttere in circolo la monetacontraffatta o alterata. Questa forma pui, esse re con-giunta alla precedente alterazione o contraffazione(:seguita dallo stesso spend itore ;ma pu anche nellospenditore essere disgiunta da quei precedenti, e ci6non pstante costituire di p er sB un falso num mario ,(1) 1 inoderni codici hanno specificato la esposizione in

    veplrlitcc come una forma criminosa distinta dalla vendita ospcndimento di false monete. Ci) potr esser buono ad eli-riiinare contr overs ie e dubbie zze nella pratica ; na scienti-fcnrrienle non fa mestieri di tale specialiizaziorie ed anzi 6erronea la parificazione dei due casi. Scierilificamenle h inu-tile ci pcrch la esposizione in vendita non pu esser e in-criminabile se non in qu anto f osse un mezzo dire t to a ven-de re : lo che mostra evidente cho la esposizione altesa laiiiiivocil del suo fine sarebb e punibile come conato di spe n-~Iliiiento,ancorch non si avesse articolo speciale sulla espo-sizione. IJico poi clie erron ea la p:irificazione ovu nqu e si~ri in iet tedirerenza fra la imputazione del conato e quelltldrl delilto perfetto: appunto perchb la esposizione non es-hcxrirlo clie i r t i tenlnlivo di vendita deve punirsi come qua-

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    lunque altro simile tentativo con un grado minore del de-litto perfetto.

    S. 3525.La i~zt9~odzcxio~zecont.rattcczioize si ha, indi-

    pendentemente dalla contraffazione alterazione ospendimento, nel fatto di chi prenda monete falsifi-cate all' estero e le introduca (i) nel nostro Stato.Fu necessit per la dottrina penale di costituire inquesto fatto (per s& tesso fecondo d i gravi pericoli)una figura completa di reato szc2 gene~i s , er evitarela impunita di un introduttore che non abbia anchespeso la moneta falsa e che non risulti avere p a r a -tecipato alla sua adulterazione.

    (1) Gli errori degli antichi economisti fecero elevare a delit-to e riferire alla materia del falso nummario anche la espurtrr-zione all' estero della buona moneta nostrana : vedaci U o e li -n1 e r o n~ c d i t .ad C. C. C. ar t . 111, $. 1 2 et ctlios pnssiw- el l i yi or nu le clcl foro Ronzctno ccnn. 1847-48, 1101. 2,png. 102. Oggidi simili idee eccitano il riso. Del pari inoltilegislatori te nnero come clelitlo monetario anche il fondere lo.piibblica moneta p er s ervir si del metallo : Z i e l e r de j u r entc~jestcctis ib. 1, cap. 49 , S . 51. Forse anche questo era unosvolgimento del concetto della Maest; forse pub avere uii:iragione di economia pubblica pel dann o che reca al corrit~icr-cio lo spe rpe ro della moneta circolante, ma questo pe nsieroport ereb be per buona logica a punire anc he chi so1terr:i iiriaquantil di monete: e d' altronde il pensiero stesso male siadatterebbe a dei fatti singoli caduti sovra a poche specieinetalliche: forse la sola idea della c ontrariet fra cib che fail Governo e ciS clie fa il privato basl0 a dar ragione delliicriuiinosit trovata nella fusione di una moneta per propribisogni. Porse si guard alla spesa dello erario costretto :fabbricare nuove tnonete per lo sper pe ro delle giu f;ittc. hia si;^

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    clie vuolsi di ci egli B certo ch e negli usi odierni questofatto pi non si considera come delitto.

    Tali diverse forme insieme coi criterii essenzialidel malefizio vogliono essere accennate nella defini-zione di questo delitto la quale pu darsi nei seguentitermini. Si fa reo di falso nnmmario - hiunqzcefraudolentemente contraffacciu od alteri zcna mo-neta avente corso legale o commerciale nello Stato,i% guisa che la moneta contraffatta o alterata possacircolare come sincera e per questo @ne;e clziunquescientemente spefida o introduca al suddetto fznenello Stato la moneta contraffatta o alterata. Inques ta definizione (i) i racchiudono i criterii essen-ziali del presente titolo di reato, che verr descri-vendo singolarmente.

    (1) Dicesi comu nemen te nella definizione del falso num-mario che il medesimo deve essere commesso in danno al-lvui. Questa clausula importantissima nella definizione delfalso documentale si suppl isce nella mia definizione con laindicazione dell'animo d i mettere in circolo la moneta adul-terina ; perch sta in questo propriamente lo elemento inten-zionale del presente reato. I dottori che usarono la formulain danno altrui vollero es pri me re lo stesso concetto; ma fu-rono costretti ad avv erti re clie il falsatore di moneta nonagisce col fine di recar danno ad un determinalo indivi-duo, e dovetlero cos dichiarare che il fine del danno altruiconsisteva nella semplice previsione che qualcuno ne potes-s e ess ere dannegg iato; cosicch, in fin dei conti, i l dannopotenziale tutt-o si riassume nel fine della circolazione.

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    Criterii essenziali del falso ~unzma~*.io.

    Ormai sappiamo che criterii essenziali di un nia-lefizio si dicono tutte quelle condizioni che sonoindispensabili a rendere un reato ontologicarnentecompleto. E siccome il delitto B (S . 35) un ente giu-vidico costituito dal rapporto di contradizione fra lavolont e fatto dello agente, ed il diritto protettodalla legge penale, cos appartiene alle condizioniontologiche di un malefizio non soltanto ci che sp et-ta alla sua materialitd, ma ezianciio ci6 che spettaalla intenzione, e che costituendo lo elem ento moraleo psicologico del reato, senza del quale Io efite gizc-ridico non pu completarsi, rientra nelle condizioniontolopiche del delitto. Lo elemento psicologico unqzcid distinto dallo elemento fisico, ma non un av-versativo delle condizioni antologiche del delittaprese in senso generale; anzi ne u n ' contenutonecessario. Descrivendo pertanto i criterii essenzialicostituenti un malefizio in certi titoli di reato neiquali la loro materialith pu6 facilmente venire adesistere anche senza prava intenzione, necessarioindaga re lo elemento intenzionale distintamente dal-lo elemento materiale, perchb cos l' uno come 1altrodebbono concorre re a costituire il rea to ontologica-mente completo nel suo modo di essere.

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    dotto il.rapporto dello elemento morale nella 3zt.i.o-r lzc.~~onr! nello spenrlfiizento ir intlispensabile estrc-1x10 che si tliwostri la sciethza (l ) del vizio delIn 1110-neta. In cirj consiste il dolo di queste forme d i reatu.

    (l) La scienza clel vizio della moneta spesa risultn peri,jifiplicitsmentc dalla dichiwrazione di fatto ch e lo espaiisoredelli inoneta falsa ag i tiri coszcerto col f ibbr ic t r to~e ,Cosigfudic la Cassdzione di I'ircnze (A~znn l i i yizcrisprz~tlejb.zrcTo>l)yc{tn(tVIII, 1 , 550 ) ed k necessi t i logica ~ii ic l icarc asi.

    Sla nella i&-odzczionc corna nella co122'rltlrftsio?lt:&vcl allc?*usion~ccorre cli pii1 che si provi il file(li nict tc~vin ci9-colo la moneta viziosa; e non ncaso ha aggiunta (luextn formula alla rlcfitiizionedel presento delitto. Proveniente da t e r r a stranieraposso avere presso di me alcuno monete false chemi siano state imposto per vere e yrrmtni.iqric ionr: :rbbi:-i poi conosciuto il vizio, ritenerle lecita-mente nel divisamento di fonderle e cavarne qualpoco ai intrinseco che vi si contiene. Pcrqri i~i to IIaikonticrn, il p(:isseeso di quelle poche inoneto chevengono ritrovato presso di me non bnstorh a farmipunire come introclattoro so por solidi ar>goriientinon s i dimostra che io le portava clrla al fina d irlietterle in circolo (i).

    (1) P P ~n nlnncnnzu tlell' arilrno di mettore in circolo lafnlscrmoneta sostiene molto snviarnente l3 l n n cli c flraisil;t!tf

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    elude, pag. 30) xion poterci condannare come speridiiore [lifalsa moneta quel cambiamonota che tenga esposta nella rc-trina della sua taberna uno qliantltb di monete false, skin-prcchk non co~istiche egli le teneva col al fine di snier-ciarle: e quantunque un vecchio giudicato della Cnssaaionedi Francia (con obbedienza leguleica alla lettera dcll'rirt. 1-52di quel codice che contempla la esposizione in vanditn cliriit.cosa &versa dalla vendita, tnn punitd ugualmente) ravvisassenelfa esposizione della falsa moneta un delitto che si coril-pleta con la sola naatcrialitu del porro i11 nioatra agli occfiidel pub1,lrlico u sa falsa moneta (vedete quali teorie! j nioItobene protesta B l a 11 c h e - c ne peux pns 7ne rendre licette uppr6ciolin?t, lui blease rncc conscicnce et me s [ ) t -stzilcts jzcri~liques. i pure riotevole il caso che ricorda Ko-v i t o /p?*ng~~nzicuc4TectpoGitnnae p n g . 471, n. 1.5) esami-nato anche da B e r t a z z o l o alla consalt. 50, ZZ6. 1, e. dal-I' A n g e l o fdel ict is p u ~ s , cnp. 56, n. 1 4 ) di un talc cheper gabbare una meretrice le aveva dato una vile moiieta (1:1lui colorata i u oro, e cbe fu dichiarato non colpevole di fa1sr~nummario perchl? non aveva avuto 1: animo di mettere ir i cir-colo q~iellanioneta, ma soltanto di scroccare i favori rli q u ~ l l , idonna. Fu pure comune doitrilia che I O iivere sposo I) fitlqitnioneta sul 3iuoco niinorasso cd anclic togliesse la impulazio-ric: per argomenlo dal responso di U l p i a ti o alla I. l , S. 1de uleatoriliwx - ollicsorcs qui intcr se rrrpinns ficerc ,tntli$?ii visi tct vktlicentzcr - assitua che di buon padris i ~ c c o l s e er 1' odio contro i giuocatori : K o o h Blslilt!tici-Ites crit~lincil es . 587- n g a u elcmsnta.jzw. r im. S . 5.51- o n f i n o In ban?ihnentcc c q . 9, n. 8, a g . 64 . &la 1s-sciando queste ipotesi eccezionali E certa Io regola clie ytri~!~sriosital is ol eserci t i2 gru ti(^ numrnos p&?-avit exlrriretxtuai est; B o e hm e r o conszcltalio?ies irol, 5, 1)nr.s 5 ,c o m . 868: onde in caso $1 dubbio al]' accusato deferivasi ilgiurarneolo purgatorio sulla inteuzionc d spendore o no la rtio.tietri : 111 r ge ' o eleclo jtcro. c~ i i t i ,tr suppl. ~01.3, u l l s c w . (;O.

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    Ugualmente pu taluno per bisogno che abbia diqualche framm ento di metallo ad uso di suoi lavoritueccanici toglierlo da un a moneta in corso; manoil sarti colpevole di altera~ioftee non si giast'i-ficJ1.i che egli aveva il disegno di rimettere in cir-r.010 la moneta abrasa o diminuita di mole.

    E puG taluno amatore di manuali industrie con-traffare nna moneta per dare sperimanto della pro-pria abilith; e quando egli dimostri d i aver ci6iktto paIescrnente per fine di scherzo o di prova,o d i studio, nessuno vorr&. er quello unico fattocondannarlo come falso inonetario : n tutte questeed in simili contingenze mancher in lu i il dolospecifico di questo reato consistente nel fine d imettere in circolo la moneta vii~iosa.Lo stesso di-casi di chi amatore di numismatica bramando fareriria collezione di esemplari, e trovando troppo co-stoso il tener morta una qutmtith d i denaro, abbiaiht~bricsztocon metalli inferiori i simili di pareceliiotuonete di conio diverso. La polizia giudiciaria cile~rcrquisisuo uel suo gabinetto sequestrando le ve-tilino ove soim collocati quei campioni orrerobbe EIpartito so credesse di avere assicurato un corpo;li delitto ( 2 ) .(l)n termini P u tm a n n elemento S . 171, pag. 88.