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Accordo tra Comune di Lavagno e Demanio per il recupero del Forte di San Briccio

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Page 1: Programma valorizzazione Forte San Briccio

COMUNE DI LAVAGNO Via Piazza, 4 37030 Lavagno (VR)

COMUNE DI LAVAGNO

PROVINCIA DI VERONA

PROGRAMMA DI VALORIZZAZIONE FORTE S. BRICCIO

Integrazioni e modifiche a seguito di : - Sessione Operativa del Tavolo Tecnico Operativo in data 20 dicembre 2011 - Incontro in Soprintendenza in data 12 gennaio 2012 - Sopralluogo presso il forte di San Briccio in data 23 gennaio 2012

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INDICE

1 DESCRIZIONE E INTERESSE CULTURALE DEL BENE...........................................1 1.1 Individuazione del bene..........................................................................................1 1.2 Descrizione del bene ..............................................................................................2

1.2.1 Le vie d'accesso all'opera ..................................................................................5 1.2.2 Le pertinenze del Forte ......................................................................................5 1.2.3 Storia .................................................................................................................5

1.3 Situazione vincolistica del bene ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004 – Codice dei beni culturali e del paesaggio...........................................................................................7 1.4 Destinazione d’uso attuale .....................................................................................7

2 PROGRAMMA DI VALORIZZAZIONE DEL BENE .....................................................8 2.1 Descrizione sintetica del programma....................................................................8 2.2 Obiettivi e strategie del programma ......................................................................8

2.2.1 Obiettivi e strategie ............................................................................................9 2.3 Piani strategici di sviluppo culturale.....................................................................9 2.4 Modalità di attuazione del programma................................................................10 2.5 Sostenibilità economica del programma ............................................................10 2.6 Tempi di realizzazione del programma ...............................................................10

3 ANALISI E APPROFONDIMENTO CONOSCITIVO DEL BENE (FOTOGRAFIE ALLEGATE) ......................................................................................................................11

4 CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO ......................................................12

5 SPECIFICHE DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI VALORIZZAZIONE ...........13

6 SOSTENIBILITA’ ECONOMICO-FINANZIARIA E TEMPI DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI VALORIZZAZIONE..............................................................................15 6.1 Possibili iniziali fonti di finanziamento e importi presunti nel tempo ..............16 6.2 Attività e tempi di realizzazione (dal momento della cessione del forte al Comune di Lavagno) .......................................................................................................17

7 ALLEGATI AL PROGETTO.......................................................................................18

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Relazione Generale 1

1 DESCRIZIONE E INTERESSE CULTURALE DEL BENE

1.1 Individuazione del bene

Risulta censito al catasto terreni (N.C.T.) partita n. 495 (dato Genio militare del 1979) al foglio VI, mappale A (destinazione speciale) di superficie Ha 07.40.99 con RA Euro 5,96. Dal punto di vista del Catasto Edilizio Urbano l’immobile viene fatto rientrare nella categoria E5 fabbricati costituenti fortificazioni e loro dipendenze. Da un punto di vista edilizio l’individuazione del bene è rappresentata mediante rilievo e documentazione fotografica negli allegati 01, 02 e 03.

Mappa catastale con individuazione in rosso del limite della proprietà demaniale del Forte

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Relazione Generale 2

1.2 Descrizione del bene

Il forte ha tracciato trapezoidale, con fronte principale e fronte di gola rettilinei e paralleli. Le postazioni d'artiglieria sono accoppiate e ordinate a cielo aperto, in barbetta e separate da solide traverse in muratura; le postazioni armavano, con pari potenza, tutti i fronti dell'opera.

Pianta trapezoidale del forte

Portale d’ingresso del forte

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Relazione Generale 3

Dalla piazza d'armi partono delle scale - rampe d'accesso alle già citate postazioni in barbetta.

Piazza d'arme

Rampa per cannone

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Relazione Generale 4

L'esame del profilo evidenzia il proporzionamento delle diverse parti, i relativi " comandi ", lo spessore delle masse in terra; la scarpa, a pendenza naturale, è rivestita al piede dal muro aderente che, con quello della controscarpa, delimita un profondo fossato asciutto. Al fiancheggiamento provvedono due caponiere agli angoli di spalla; sul fronte di gola un tamburo difensivo, a due piani, in posizione eccentrica e prossima all'ingresso. La distribuzione dei locali alla prova segue tutta la magistrale dell'opera; i locali di maggiore dimensione, nel senso della lunghezza, sono quelli ubicati sotto il ramparo del fronte di gola. Una speciale cura è stata posta per avere i risultati migliori in fatto di salubrità nei locali interni; infatti l'impermeabilizzazione, la ventilazione e l'illuminazione, erano dei requisiti indispensabili per la salute della guarnigione, la conservazione delle derrate alimentari e delle polveri da sparo. L'opera è un ragguardevole esempio di costruzione in muratura di pietra e laterizio, con masse coprenti in terra. In esso fa spicco l'esecuzione delle murature verticali, a paramento esterno di pietra da taglio. Per le murature di testa, quelle controterra e i piedritti delle volte accollate, lo spessore varia tra i 0,9 e 1,5 metri. Le volte a botte, a tutto sesto, perfettamente tracciate, sono in laterizio a vista. L'estradosso è completato da un coperchio a cappa, a due spioventi, in malta e ghiaia che funge da sottoapparecchio per l'impermeabilizzazione; su questo la massa coprente di terreno sciolto, spessa da 2,50 a 10 metri.

Corridoio del forte con volta a botte

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1.2.1 Le vie d'accesso all'opera Da Verona si percorre la strada provinciale S.P.11 fino all'abitato di San martino Buon Albergo e quindi si seguono le indicazioni per S.Briccio di Lavagno. Ivi arrivati, si prosegue per via della Liberazione, una strada militare di circa 1,5 chilometri costruita nel 1885 ed ora poco più di una mulattiera, e si arriva sulla piazzetta di entrata al forte. La distanza complessiva da Verona è di circa 11 km.

1.2.2 Le pertinenze del Forte Il manufatto di circa 5.115 metri quadri, inserito dentro un bastione a trapezio di circa 22.000 mq circondato da un fossato di guardia, è posto sulla sommità di un colle, in posizione dominante e quindi, dal punto di vista paesaggistico di sicuro interesse, dentro un’area incolta di circa 74.000 metri quadri, privo di strade di accesso a norma del codice dalla strada.

1.2.3 Storia Nell’ultimo ventennio del XIX secolo gli operatori del Genio Militare del Regno d’Italia furono impegnati, nella piazzaforte di Verona, a chiudere la regione pedemontana a nord della città, con una corona di opere permanenti. La disposizione di tali opere riprendeva e concludeva il concetto del campo trincerato austriaco, attuato fino al 1866, teso sul settore meridionale, verso i terreni pianeggianti della campagna veronese Il forte in questione, sorto sul colle di San Briccio a 230 metri di quota, proprio là dove si trovava l'antico complesso parrocchiale del XV secolo, è una delle fortificazioni militari che (assieme alla propria batteria in località Monticelli di Vago, al forte Santa Viola di Azzago, di Monte Castelletto a Cancello di Monte Tesoro a San Michele Extra, con forte Masua a Breonio, e San Marco a Rivoli) doveva proteggere il territorio veronese da eventuali attacchi austriaci dopo l’annessione del Veneto al Regno d'Italia (1866). Il forte è da ricondurre ad un tipo di opera militare permanente studiata, nelle sue linee principali, da Andreas Tunkler (1820 - 1873), ufficiale del Genio austriaco, progettista e teorico dell'architettura militare. L’area per la costruzione dell’opera fortilizia è stata espropriata dal governo Italiano nel 1883. Il quarto avviso di gara per la realizzazione del manufatto, in data 25 giugno1883, concedeva 600 giorni per l’esecuzione dei lavori e un importo di 1.500.000 lire. Un documento dell’epoca riporta che alla data del 30 ottobre 1984 erano impegnati alla sua realizzazione 370 operai provenienti, prevalentemente, da tutta la provincia di Verona ma anche da altre località limitrofe. La nuova costruzione fu collaudata il 1° agosto 1888.

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Come anzidetto, la superficie complessiva dell’opera ammonta a 74.000 metri quadri, dei quali circa 22.000 rappresentano l’area del manutatto. Le 150 stanze di cui è dotata la struttura dovevano, secondo i piani dell’Esercito Italiano, ospitare una guarnigione di 290 soldati, preposti al controllo degli accessi orientali di Verona. Dal 1918 al termine del conflitto Mondiale fu destinato a deposito di munizioni. La pericolosità di tale deposito ha fin da subito destato la preoccupazione della popolazione di S. Briccio e dei territori limitrofi. Nel settembre 1973 fu emanato dal Genio Militare un elenco di vincoli di servitù a protezione del deposito: vennero identificate due zone circostanti il forte, la prima includeva i terreni entro i 100 metri dal forte, la seconda si estendeva per ulteriori 50 metri. Sebbene indennizzate a norma di legge e con possibilità di accesso, seppur limitato, ai fondi, le servitù si rivelarono oggetto di numerose controversie sollevate da parte dei proprietari dei terreni. Nel 1979, con grande sollievo della popolazione di S. Briccio, il forte è stato dismesso dal Ministro della difesa e completamente svuotato da ogni esplosivo. Dal 1981 fino al 1998 la popolazione di S. Briccio si è adoperata per il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione del manufatto, divenuto, dopo la dismissione, punto di ritrovo di teppisti, spacciatori e drogati. Su iniziativa dell’associazione di volontariato denominata “Circolo culturale Lavagno” è stata attuata un’attività di recupero ambientale con la collocazione all'interno di un notevole museo etnografico della cultura contadina, visitato annualmente da migliaia di persone e particolarmente da scolaresche. Contemporaneamente, all’interno del forte era stato allestito anche un teatro all'aperto dove si svolgevano manifestazioni culturali e canore a livello regionale ed interregionale. Nel 1998 fu abbandonato a se stesso ed ora la mancata manutenzione, le infiltrazioni d’acqua, l’umidità, le azioni vandaliche indotte dalla mancata custodia ne evidenziano il degrado, mentre piante e sterpaglie lo stanno inglobando per divorarlo come le città Maya.

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1.3 Situazione vincolistica del bene ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004 – Codice dei beni culturali e del paesaggio.

La zona del forte di San Briccio, compresa la dorsale collinare fino all’attacco della pianura, è stata dichiarata di notevole interesse pubblico con l’approvazione del Decreto Ministeriale del 7 giugno 1974. Il Decreto cita quanto segue: “Riconosciuto che la zona predetta ha notevole interesse pubblico in quanto si snoda, da nord a sud, in un susseguirsi di colline, declivi, vallette e parecchi oliveti fino ad incontrare la località “San Briccio” con il suo prezioso nucleo medioevale. Più a nord l’orografica tende ad addolcirsi mantenendo, però, il suo andamento ondulato”. Inoltre, la struttura edilizia del forte ricade nei Beni Culturali tutelati di cui all’art. 10, comma 2 del D.Lgs. n.42 del 2004. Infine, su quest'area complessiva il Comune di Lavagno nel piano regolatore ha imposto un vincolo come parco collinare e area soggetta a vincolo ambientale ai sensi della legge n. 431/85.

1.4 Destinazione d’uso attuale

Dal 1998 il forte è rimasto completamente incustodito. In 13 anni di abbandono e di totale incuria della struttura e del territorio circostante la vegetazione, le infiltrazioni e le azioni vandaliche hanno deturpato il paesaggio circostante e stanno compromettendo le condizioni statiche della struttura stessa. Le radici delle specie arboree, sviluppate sui terrapieni, stanno intaccando le volte sottostanti causando infiltrazioni e rischiando di aprire delle crepe nelle strutture di copertura dei vani del manufatto. Quindi attualmente il forte è in stato di abbandono completo.

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2 PROGRAMMA DI VALORIZZAZIONE DEL BENE

2.1 Descrizione sintetica del programma

In un ottica di recupero conservativo, valorizzazione paesaggistica e destinazione prevalente dell’intero patrimonio a finalità associative, culturali, ricreative anche attraverso il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati. A tale riguardo il Comune di Lavagno è intenzionato a concedere temporaneamente il complesso alla gestione di una Associazione di volontariato appositamente costituita, regolamentata e controllata dal Comune. MANUFATTO - 71% ad attività sociali gratuite (museo, concerti estivi, visite scolastiche, associazioni, mostre permanenti e temporanee) - 29% ad attività commerciali (cantina, esposizioni, mostre, concessioni d’uso temporaneo) TERRENO ESTERNO ALLA FORTIFICAZIONE - 30% a parco collinare attrezzato (verde, panchine, zone di aggregazione esterna attrezzata) - 70% ad attività agronomiche e commerciali (viticoltura, manifestazioni all’aperto).

2.2 Obiettivi e strategie del programma

A seguito di uno studio commissionato nel 1982 dal Comune di Lavagno, quando ancora il forte era di proprietà militare e i progetti e i disegni relativi alle strutture ed ai particolari della realizzazione originaria erano inaccessibili, gli architetti Gianni Perbellini e Lino Vittorio Bozzetto, avevano rilevato indicazioni in ordine alla più completa abitabilità di questi impianti previsti per ricoverare uomini, immagazzinare materiali d’artiglieria, esplosivi, viveri, etc. in condizioni ottimali sotto il profilo dell’aeroilluminazione necessaria e dell’igienicità delle strutture originariamente destinate ad accoglierli. Avevano inoltre verificato, a livello degli schemi progettuali d’impianto sotto il profilo igienico, l’indifferenza ubicativa tanto delle attività che prevedono una specifica residenzialità, quanto di quelle che prevedono invece presenze di masse, e che quindi si deve fare riferimento all’impianto distributivo del forte per la loro collocazione. Quest’ultimo presenta un pianta poligonale e risulta, a differenza di alcuni schemi classici, suddiviso da due traversoni perpendicolari tra loro in tre grandi corti:

1. corte d’arme principale, cui si accede direttamente dall’androne alle spalle del fronte di gola e da quelli centrali terrapienati sul rovescio;

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2. corte d’arme secondaria cui si accede da un portico alla prova in prolungamento della precedente corte d’arme principale e che disimpegna gli ambienti del fronte offensivo sud e i relativi spazi di servizio;

3. piazza d’armi cui si accede dalla corte d’arme principale attraverso un portico alla prova sull’asse dell’ingresso principale; dalla corte d’arme secondaria sempre attraverso un portico alla prova parallelo al fronte offensivo est. Della piazza d’armi fa parte anche una poterna alla prova che disimpegna il fronte offensivo a nord.

Questa organizzazione permette una prima suddivisione in gruppi di spazi destinati ad attività, diverse tra loro, che si possono pertanto integrare progressivamente graduando aree funzionali destinate ad un uso anche non contemporaneo dei relativi spazi del forte stesso.

2.2.1 Obiettivi e strategie Il programma di valorizzazione del forte prevede in via urgente e prioritaria alcuni interventi edilizi, di disboscamento e di regimazione delle acque piovane indispensabili per rimuovere immediatamente le cause di degrado strutturale del manufatto (eliminando al più presto il rischio di crolli di parti delle volte). L’impalcato in legno del ponte di accesso al forte risulta compromesso dal degrado del legname e richiede l’immediata sostituzione della carpenteria in legno (travi e assito). Tale intervento è indispensabile per accedere all’interno del forte. Si prevedono poi altre opere edilizie necessarie per eliminare alcune superfetazioni (scala in cemento armato), per rendere agibile il forte e per garantire l’accessibilità e la fruibilità dello stesso da un punto di vista logistico. Gli interventi sono quelli indicati negli allegati 04, 05, 06, 07 e 08. Si prevede infine l’adeguamento e la messa in sicurezza della viabilità di accesso.

2.3 Piani strategici di sviluppo culturale

Si evidenzia che attualmente il bene non è utilizzato da nessun ente in quanto in stato di degrado. Per il futuro si prevedono i seguenti sviluppi culturali:

1. sala consiliare e ricevimenti/matrimoni; 2. mostre permanenti e temporanee; 3. biblioteca ed associazionismo locale; 4. visite scolastiche guidate; 5. ostello giovani; 6. manifestazioni culturali, canore, ricreative;

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7. cantina vini e prodotti locali; 8. costruzione punto informativo multimediale; 9. bar-enoteca; 10. magazzino e vani per gestore/custode; 11. concessioni temporanee di uso compatibile.

2.4 Modalità di attuazione del programma

Come abbiamo potuto osservare negli studi precedenti il recupero e l’utilizzo del forte, data la sua conformazione, può essere graduato progressivamente. La nostra proposta prevede la realizzazione prioritaria di quelle opere indispensabili per rimuovere immediatamente le cause di degrado strutturale del manufatto (eliminando al più presto il rischio di crolli di parti delle volte). Saranno poi realizzati interventi funzionali al recupero conservativo dell’opera e al suo utilizzo a favore delle attività associative, ricreative e culturali della popolazione locale. Quelli che seguono sono i prospetti riepilogativi dei progetti di massima e delle stime che sono allegati al presente Progetto di fattibilità. Per tutti gli interventi si richiederà preventivamente l’Autorizzazione e l’eventuale collaborazione in fase progettuale della competente Soprintendenza di Verona. Per gli interventi di disboscamento sarà interpellato il Servizio Forestale.

2.5 Sostenibilità economica del programma

L’attuazione del programma è dettata dalle disponibilità finanziarie che saranno supportate dai seguenti punti:

1. contributi del Comune di Lavagno 2. mano d’opera di volontari 3. affitto terreni per agricoltura 4. concessioni temporanee d’uso spazi forte

Anche se attualmente non individuati si potranno prevedere dei project financing per la realizzazione e gestione di alcune attività di valenza economica.

2.6 Tempi di realizzazione del programma

Il programma di recupero e valorizzazione ha durata sino al 2018. Al termine il Comune continuerà comunque ad impegnarsi nelle attività di valorizzazione mediante interventi edilizi e di manutenzione ordinaria e straordinaria.

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Come già detto, le attività del programma di valorizzazione al 2018, sono rivolte prioritariamente alla rimozione delle cause di degrado strutturale del manufatto, al ripristino del ponte di accesso, all’eliminazione dello scalone in cemento armato e alla messa in sicurezza della strada di accesso. Saranno di seguito realizzati alcuni interventi di recupero conservativo e consolidamento del manufatto con sostituzione e integrazione di quanto degradato. Inoltre, è previsto una prima serie di interventi di recupero edilizio che consentano il prima possibile di destinare un primo lotto di locali agli usi associativi, culturali e ricreativi. Successivamente al 2018 e in funzione della possibilità finanziaria, si procederà al completamento degli interventi edilizi al fine di una fruibilità completa della struttura attribuendo ad essa anche delle funzioni ludiche e ricreative che siano in grado di rappresentare una forte attrattiva per la comunità di Lavagno e dintorni. Per ottenere tale scopo è necessario prevedere l’ulteriore potenziamento dell’accessibilità del forte realizzando dei sistemi di trasporto eco-compatibili con l’ambiente e rispettosi del paesaggio e del bene monumentale. Ad esempio potrebbe risultare fattibile la realizzazione di una cabinovia automatica che colleghi il sottostante centro abitato di Lavagno all’area del forte. In questo modo i parcheggi e la viabilità sarebbero concentrati nell’area urbanizzata di Lavagno evitando il traffico veicolare e il parcheggio selvaggio nei dintorni del forte. Quando non utilizzati dagli utenti del forte i parcheggi risulterebbero una risorsa aggiuntiva per il centro abitato di Lavagno.

3 ANALISI E APPROFONDIMENTO CONOSCITIVO DEL BENE (fotografie allegate)

Da un punto di vista edilizio l’individuazione del bene è rappresentata mediante rilievo e documentazione fotografica negli allegati 01, 02 e 03. Per quanto riguarda l’attuale situazione di abbandono si evidenzia che nel forte possiamo trovare almeno tre tipi di degrado:

• l’obsolescenza delle strutture: attualmente non si presentano gravi lesioni alle strutture portanti, ma sono notevoli i danni causati dal cessare dell’effetto dello strato impermeabilizzante e dall’intasamento delle canalizzazioni di scarico. Le pareti e le volte sono impregnate di umidità e non consentono l’abitabilità. Tuttavia le radici delle specie arborre stanno intaccando le volte e in futuro è possibile l’apertura di crepe nelle strutture di copertura dei vani del forte, mettendo a rischio la stabilità statica del manufatto. L’impalcato in legno del ponte di accesso al forte risulta compromesso dal degrado del legname e richiede l’immediata sostituzione

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della carpenteria in legno (travi e assito). Tale intervento è indispensabile per accedere all’interno del forte;

• mancata manutenzione: la vegetazione, non più curata, ha invaso tutti i terrapieni, i fossi e tutte le superfici sovrastanti i locali a volta. Conoscendo l’effetto devastante delle radici sui manti bituminosi impermeabilizzanti, non è difficile immaginare il loro stato attuale;

• atti vandalici: indotti spesso dalla mancata custodia dell’opera.

4 CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO

Come detto in precedenza, il forte in questione è sorto sul colle di San Briccio a 230 metri di quota e appartiene ad un complesso di fortificazioni militari costituito dalla propria batteria in località Monticelli di Vago, dal forte di Santa Viola di Azzago, dalla fortificazione di Monte Castelletto a Cancello e di Monte Tesoro a San Michele Extra, dal forte Masua a Breonio, e dal forte San Marco a Rivoli. Tali strutture dovevano proteggere il territorio veronese da eventuali attacchi austriaci dopo l’annessione del Veneto al Regno d'Italia; cosa che avvenne puntualmente dopo soli 20 anni dalla costruzione del forte (prima della guerra Mondiale 1915-1918). Il forte di San Briccio era offensivamente predisposto per fermare un eventuale transito di truppe austriache provenienti da nord oppure in transito sulla direttrice Verona-Vicenza. Fortunatamente, lo stesso, non ebbe mai modo di entrare direttamente nel conflitto in quanto gli austriaci furono fermati prima di arrivare a Verona. Nemmeno le altre fortificazioni si trovarono sul fronte di combattimento, nel primo conflitto mondiale, perciò non è possibile dare un giudizio sulla loro validità strategica militare, sia per quanto riguarda l'offesa, sia per quanto attiene alla difesa. Il manufatto appartiene quindi al sistema di fortificazioni della parte settentrionale della provincia di Verona. In base alle risultanze dell’Atlante ricognitivo degli Ambiti di Paesaggio elaborato con il nuovo PTRC della Regione del Veneto, l’area del forte di San Briccio ricade nell’ambito 13 denominato “Lessinia”. Si tratta di un ambito di montagna prealpina costituita da un sistema collinare e montano compreso tra la Val Lagarina a ovest, la Valle dei Ronchi a nord (confine regionale con la provincia autonoma di Trento) e la dorsale che separa le Valli d’Illasi e d’Alpone dalla Valle del Chiampo. L’ambito è caratterizzato dal rilievo prealpino, che, dalle quote maggiori (Monte Malera, 1867 m) poste a nord, lì dove il rilievo assume la forma di un altopiano, scende verso la pianura lasciando sempre maggiore spazio alle vallate che incidono l’altopiano stesso in direzione nord-sud, disposte a pettine rispetto alla linea della pedemontana. I caratteri più tipicamente montani (prealpini) della fascia settentrionale, a quote più elevate, sfumano in quelli di paesaggio collinare, nella fascia più prossima alla

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pianura e alla città di Verona. La zona del forte si trova sulla porzione meridionale di tale ambito. Da un punto di vista Normativo e Pianificatorio la parte sud dell’ambito, compresa l’area interessata, è disciplinata dal Piano di Area Quadrante Europa approvato con DCR 69 del 1999 a cui hanno fatto seguito alcune varianti. L’area del forte confina con il comune di San Martino Buon Albergo, che in via preliminare ha manifestato il proprio interesse ad una collaborazione attiva con l’amministrazione di Lavagno per favorire il recupero del forte (cfr. Allegato 11)

5 SPECIFICHE DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI VALORIZZAZIONE

Più volte negli anni il Comune di Lavagno ha presentato richiesta di acquisizione del manufatto al Ministero della Difesa, al Ministero dei Beni Culturali e al Demanio per destinarlo ad attività storico-culturali denunciandone il degrado per incuria da abbandono. Gli elevati valori di stima economica effettuati dall’U.T.E di Verona e la cronica mancanza di disponibilità di bilancio comunale, tenuto anche conto degli ulteriori costi necessari per il suo regolare utilizzo, non ne hanno mai permesso l’acquisizione. Finalmente, con il Decreto Legislativo n 85 del 28 maggio 2010 “Attribuzione a Comuni, Province, Città Metropolitane e regioni di un proprio patrimonio, in attuazione dell’articolo 19 della legge 5 maggio 2009, n. 42” vengono individuati i beni statali che possono essere attribuiti a titolo non oneroso a Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni. Questo decreto prevede che la domanda di attribuzione da parte degli enti interessati debba, tra l’altro, indicare le finalità e le modalità prevalenti di utilizzazione. Attraverso le procedure per l’approvazione di varianti allo strumento urbanistico e al fine di favorire la massima valorizzazione dei beni e promuovere la capacità finanziaria degli enti territoriali, i beni trasferiti possono, previo programma di valorizzazione, essere conferiti a uno o più fondi comuni di investimento immobiliare (cosa che, a leggere i giornali, ha fatto la maggior parte degli enti assegnatari). Il 23 dicembre 2010, con prot. n. 534 il sindaco del Comune di Lavagno ha presentato “richiesta di attribuzione a titolo non oneroso del forte di San Briccio al Comune di Lavagno secondo il D.Lgs. 28 maggio 2010 n. 85”, impegnandosi a favorire recupero fisico e funzionale dell’intero complesso per restituirlo alla comunità di riferimento, anche attraverso il coinvolgimento sinergico di diversi soggetti organizzati e non. Il 9 febbraio 2011, tra il Ministero dei Beni Culturali e l’Agenzia del Demanio è stato stipulato un protocollo d’intesa che definisce le procedure operative per il trasferimento

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agli Enti territoriali di beni immobili appartenenti al patrimonio culturale dello Stato, tramite specifici accordi di valorizzazione e dei conseguenti programmi e piani strategici di sviluppo culturale. Il Demanio potrà stipulare appositi atti di trasferimento agli enti locali che abbiano fatto richiesta e che, avendone i requisiti e ne ricorrano le condizioni, presentino conseguenti programmi di valorizzazione e di sviluppo culturale, con espressa indicazione delle prescrizioni necessarie a garantire la tutela, conservazione e fruizione pubblica dei beni. Nei programmi di conservazione e sviluppo dovrà essere tenuto conto delle caratteristiche fisiche, morfologiche, ambientali, paesaggistiche, culturali e sociali dei beni oggetto di trasferimento, compresi i vincoli posti a tutela degli stessi, promovendone l’integrazione con le infrastrutture e i settori produttivi collegati.

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6 SOSTENIBILITA’ ECONOMICO-FINANZIARIA E TEMPI DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI VALORIZZAZIONE

ATTIVITA’

COSTI COMPLESSIVI STIMATI €

Demolizione scalone in c.a. e ripristino dello stato dei luoghi originari (anche con l’apporto dei volontari) 30.000,00

Sostituzione impalcato in legno ponte di accesso 20.000,00

Interventi di pulizia dalla vegetazione interna alla cinta muraria 50.000,00

Attività di studio/progettazione interventi 50.000,00

Ripristino recinzioni/ingresso 20.000,00

Pulizia e disboscamento aree esterne (compreso ripristino sentieri) 60.000,00

Sistemazione delle strade bianche di accesso e formazione parcheggio in terreno naturale 56.000,00

Sistemazione infissi 80.000,00

Interventi di consolidamento statico delle strutture, opere edili e elementi decorativi 150.000,00

Interventi edili compatibili e messa in sicurezza 364.000,00

Impianto elettrico base 80.000,00

Impianto aeraulico - termico 50.000,00

Ripristino servizi igienici 50.000,00

Sistemazione e attrezzatura aree esterne 140.000,00 Totale A 1.200.000,00

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6.1 Possibili iniziali fonti di finanziamento e importi presunti nel tempo

DISPONIBILITA’ PREVISTE E PERIODI D’INCASSO (in migliaia di euro) FONTI DI REDDITO 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Da contributi del Comune di Lavagno 30 50 50 50 50 50 50

Da mano d’opera di volontari, quantificabile in euro1 40 120 120 120 120 120 120

Da affitto terreni (vitigno Valpolicella DOC)2 15 15

Da concessioni a breve uso spazi forte compatibili con accordo di valorizzazione3

40 40

DISPONIBILITA’ ANNUE 70 170 170 170 170 225 225

1 Abbiamo quantificato in ore lavoro la mano d’opera fornita prevalentemente dai volontari dell’associazione, ma anche da altra forza lavoro occasionale e gratuità che andrà a ridurre proporzionalmente e in modo sensibile i costi degli interventi stimati, al lordo di tale apporto. 2 Si tratta di terreno collinare di origine vulcanica, il che lo contraddistingue positivamente dagli altri terreni, non sfruttato, di circa 45.000 mq., (14 campi veronesi) esposto a mezzogiorno, in una zona adibita alla produzione di vino Valpolicella D.O.C., molto rinomata anche per l’Amarone e il Recioto. 3 Si tratta di concessioni temporanee di spazi a comuni limitrofi, associazioni territoriali, compagnie di spettacolo, ecc. per manifestazioni a sfondo sociale.

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COMUNE DI LAVAGNO Via Piazza, 4 37030 Lavagno (VR)

Relazione Generale 17

6.2 Attività e tempi di realizzazione (dal momento della cessione del forte al Comune di Lavagno)

PERIODO DI INIZIO E FINE LAVORI PREVISTI LAVORI, SULLA SCORTA DELLE DISPONIBILITA’ PREVISTE (importi in migliaia euro) Importo tot. 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Demolizione scalone in c.a. 30 30

Sostituzione impalcato in legno ponte di accesso 20 20

Interventi di pulizia dalla vegetazione interna alla cinta muraria 50 20 10 5 5 5 3 2

Attività di studio/progettazione interventi 50 30 15 5

Ripristino recinzioni/ingresso 20 20

Pulizia e disboscamento aree esterne (compreso ripristino sentieri)

60 10 10 10 10 10 10

Sistemazione delle strade bianche di accesso e formazione parcheggio in terreno naturale

56 30 10 10 2 2 2

Sistemazione infissi 80 20 30 30

Interventi di consolidamento statico delle strutture, opere edili e elementi decorativi

150 35 80 35

Interventi edili compatibili e messa in sicurezza 364 40 108 108 108

Impianto elettrico base 80 10 10 10 10 40

Impianto aeraulico - termico 50 10 25 15

Ripristino servizi igienici 50 20 20 10

Sistemazione e attrezzatura aree esterne 140 77 63 TOTALI IMPORTO INTERVENTI 1.200,00 70 170 170 170 170 225 225

Disponibilità finanziaria annua 1.200,00 70 170 170 170 170 225 225

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7 ALLEGATI AL PROGETTO

1. Rilievo planialtimetrico ed architettonico del forte e delle relative pertinenze. 2. Documentazione fotografica risalente all’anno 1986. 3. Documentazione fotografica attuale 2011. 4. Progetto interventi edili per il recupero conservativo, consolidamento statico e

riutilizzo della struttura ad uso associativo e ricreativo – Relazione illustrativa. 5. Progetto interventi edili per il recupero conservativo consolidamento, statico e

riutilizzo della struttura ad uso associativo e ricreativo – Elaborati grafici. 6. Progetto interventi sulle aree esterne – Relazione illustrativa. 7. Progetto interventi sulle aree esterne – Elaborati grafici. 8. Progetto interventi pulizia, taglio e gestione della vegetazione; 10. Lettera d’interesse da parte della Provincia di Verona. 11. Lettera d’interesse da parte del Comune di S.Martino B.A..