protezione civile · protezione civile – che parecchi anni fa, all’indo-mani dell’alluvione...

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PROTEZIONE CIVILE SUSSIDIARIETÀ ALL’OPERA Settembre 2013 Ogni giorno migliaia di volontari silenziosi aiutano famiglie e persone ad affrontare le emergenze più disparate. Abbiamo ascoltato le loro storie di dolore ma anche di solidarietà e speranza Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 e 3, Aut. C/TE/042/2010

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Page 1: PROTEZIONE CIVILE · Protezione civile – che parecchi anni fa, all’indo-mani dell’alluvione del 1966 che colpì pesante-mente Firenze, nacque il volontariato organizzato

PROTEZIONE CIVILE

SUSSIDIARIETÀ ALL’OPERA

Settembre 2013

Ogni giorno migliaia di volontari silenziosi aiutano famiglie e personead affrontare le emergenze più disparate.

Abbiamo ascoltato le loro storie di dolore ma anche di solidarietà e speranza

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Un cuore che batte all’unisono. Così ci piace immaginare il volontariato di protezione civile. Una realtà variegata e in continua crescita, ma con un’unica divisa immediatamente riconoscibile: quella del cuore, della gratuità, della speranza e della solidarietà vera e mai fatta di chiacchiere. Parole non servono per descrivere il gesto di chi aiuta l’altro, spesso uno sconosciuto in difficoltà, con la stessa energia che impiegherebbe per se stesso. In questo numero del nostro giornale, interamente dedicato alle associazioni di volontariato appartenenti alla grande e solidale rete della protezione civile nazionale, altri descrivono meglio di quanto potrei fare in queste poche righe la storia e gli onori di una realtà di cui il Paese deve essere orgoglioso. Per primo lo fa il capo della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli (prefetto dell’Aquila all’indomani del terremoto), ringraziando chi opera tutti i giorni, in silenzio, senza chiedere mai un grazie. Dunque, alle storie dei volontari sono dedicate queste pagine. Vi troverete le loro testimonianze dirette, la loro voce, le loro paure e i loro desideri. Molte di queste testimonianze, la gran parte anzi, raccontano il tanto che è stato fatto dopo il 6 aprile 2009. È giusto che sia così. Come ha detto uno dei più grandi scrittori viventi, l’israeliano David Grossman, occorre andare alla radice dei ricordi terribili che non si vorrebbero neanche nominare (“il laggiù indicibile”) per poterne sentire l’eco e tornare a vivere. Grossman parlava della tragica morte del figlio, soldato di leva, nel conflitto bellico in Libano. Le guerre, anche se le pensiamo lontane da noi, sono dietro l’angolo. Come dimostrano le pagine, toccanti, del diario di un volontario teramano in Kosovo durante la missione Arcobaleno. Un ricordo così vivo, anche a distanza di anni. Le cose vere non smettono mai di brillare.

Le istituzioni italiane non profit sono cresciute del 28%. Parliamo di realtà che coinvolgono e impegnano 4,7 milioni di volontari, 681 mila dipendenti, 271 lavoratori esterni e 5 mila lavoratori temporanei. Numeri indubbiamente enormi, quelli che emergono dal IX censimento ISTAT, il precedente risale al 2001.

“Cuore Volontario” ha voluto dedicare il numero di settembre ai volontari di protezione civile. L’edizione 2013 del Premio li accoglierà in un Meeting del Volontariato di Protezione civile. Ma facciamo un passo indietro.

In passato, prima della nascita del sistema attuale, non esisteva nessun servizio di soccorso pubblico e né vi era alcuna previsione legislativa in tal senso. Una delle prime norme ad occuparsi di soccorso pubblico fu il Regio Decreto legge 1915 del 1919 in materia di “Ordinamento dei servizi di pronto soccorso in occasione di terremoti”. Tale norma attribuiva al Ministero dei Lavori pubblici: responsabilità, direzione e coordinamento dei soccorsi per i soli eventi sismici. Il 1970 è l’anno della svolta. La legge 996 partorirà le “Norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità”. Sono regole che prevedono una vera e propria organizzazione, quantunque in embrione, di protezione civile. Il legislatore, con tale intervento, trasferisce le competenze al Ministero dell’Interno, istituendo la figura del Commissario per le emergenze. A questo punto viene riconosciuta l’attività di volontariato della protezione civile. Un’attività che, ben presto, si rivelerà preziosa. Occorre però colmare una lacuna, l’addestramento. Un compito che il Ministero affiderà ai Vigili del fuoco.

Più tardi, e in seguito a dolorosi eventi sismici (Friuli del 1976, Irpinia del 1980) e alla tragedia

di Vermicino, il Presidente Pertini istituisce il Ministero della Protezione civile. Ma per un sistema più completo dovremo attendere il 1992 quando, con la Legge 225, avremo una disciplina che consentirà la nascita di un vero e proprio Servizio Nazionale con, al vertice, la Presidenza del Consiglio dei Ministri che si avvale, quale braccio operativo, del Dipartimento di Protezione civile, quest’ultimo chiamato a gestire l’emergenza, come pure la previsione e la prevenzione. Da questo momento, come aveva previsto Giuseppe Zamberletti primo Commissario straordinario, la struttura verrà organizzata come sistema coordinato di competenze tra Stato, Regioni, Province e Comuni, Enti ed istituzioni private. Questo, in sintesi, il cammino della struttura, guidata dal Prefetto Franco Gabrielli, che accoglieremo al Meeting e il cui intervento ospitiamo in queste pagine.

Nel prendere congedo, saluto cordialmente coloro che interverranno al Meeting e quanti quotidianamente e gratuitamente vegliano, grazie anche ad una meticolosa prevenzione, sulla nostra sicurezza e sulla nostra incolumità (per l’elenco consultare la “Lavagna”). Un ringraziamento particolare, infine, alla nostra protezione civile provinciale che, tra le prime, ha avvertito la necessità di coordinarsi attraverso un organo di secondo livello (costituito da associazioni) denominato Pro.Ci.Vol.; un passaggio questo che evidenzia la maturità di un volontariato che vuol camminare responsabilmente con le proprie gambe.

Il volontariato di protezione civile, infatti, s’innesta in un sistema di perfetta sussidiarietà: un unicum del nostro Paese. Un motivo, in un periodo non facile, per essere orgogliosi e guardare, con rinnovata fiducia, all’avvenire del nostro Paese.

di Nicola Catenaro

di Massimo Pichini, Presidente CSV Teramo

l’Editoriale

UN CUORECHE BATTE

ALL’UNISONO

SPECIALE

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l’interventodi gabrielli

Pag. 4

missione arcobaleno:memorie dalla guerra

Pag. 16

Quel gridocHe moltiPlica le ForZePag. 6

l’editoriale Un cuore che batte all’unisono 2

l’intervento «L’autoprotezione, fondamento di una maturaprotezione civile» 4

Storie / CiveS teraMo «Salvate Antonella» quel grido che moltiplica le forze 6

Storie / ProteZione Civile Silvi Terra che trema, racconto tratto dal diariodi un volontario 8

Storie / CroCe verde Se l’aiuto silenzioso è un abbraccio fraterno 10

Storie / ProteZione Civile CaStelli Un ricordo che forgia il cuore 12

Storie / ProteZione Civile CorroPoli Pronti per affrontare ogni emergenza 14

Storie / ProteZione Civile MoSCiano 1999: MISSIONE ARCOBALENO 16

Storie / ProteZione Civile Morro d’oro Una giornata indimenticabile 20

Storie / ProteZione Civile torano nUovo Nel nostro piccolo… al servizio della comunità! 22

Storie / ProteZione Civile tortoreto Se crescita significa lavorare per il bene comune 24

Storie / ProteZione Civile val viBrata Un GRAZIE speciale che dura da dieci anni 26

le aSSoCiaZioni di ProteZione Civilein ProvinCia di teraMo 28

weB & dintorni Avviso ai naviganti 32

arte L’aula liturgica di San Pio patrono dei volontari della Protezione Civile 34

ProteZione Civile,le Storie dei volontari da pag. 6

sommario

Aut. Trib. Teramo n. 624 del 08/03/2010Associazione Pro Volontariato Abruzzo Onlus A.P.V.A.

Anno 4 n.2 Settembre 2013

Direttore Responsabile Nicola CATeNARO

RedazioneMauro eTTORRe, Catia Di Luigi, Valerio PiChiNi,

Armando Di ANTONiO (servizi fotografici)

indirizzo Via Salvo D’Acquisto, 9 Loc. Piano D’Accio · 64100 TeramoTel/Fax 0861.558677 · e-mail: [email protected]

Progetto grafico e stampa MASTeRgRAFiCA SRL - Teramo

informativa art.13 Dlgs. 196/03 (T.u. privacy), ai sensi della presente norma si comunica che l’interessato può rifiutare in tutto o parte il trattamento dei suoi dati personali. Tuttavia detto rifiuto potrà causare impossibilità di proseguire le finalità dell’Ass.ne. i dati presenti nel ns. archivio sono tratti da pubblici elenchi o comunque comunicati dai lettori e dagli aderenti alle nostre iniziative. i dati in ns,. possesso sono contenuti su supporto cartaceo o elettronico. Titolare del trattamento è “Associazione pro Volontariato Abruzzo” - Teramo.

CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATODELLA PROVINCIA DI TERAMO La Rivista del NON PROFIT

SPECIALE

SETTEMBRE 2013 | | 3CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO

DELLA PROVINCIA DI TERAMO La Rivista del NON PROFIT

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L’INTERVENTO

«L’autoprotezione,fondamento di una matura protezione civile»

Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, si dice spesso per persone, strumenti, cose di cui non si può più fare a meno. Per fortuna

– dico nella veste di Capo del Dipartimento della Protezione civile – che parecchi anni fa, all’indo-mani dell’alluvione del 1966 che colpì pesante-mente Firenze, nacque il volontariato organizzato di protezione civile: senza questo straordinario mondo oggi saremmo davvero nei guai, non solo in situazioni di emergenza, ma anche nel cosid-detto “tempo di pace”, soprattutto nelle attività preventive di diffusione di una matura cultura di protezione civile. Mi basta pensare all’abnegazione mostrata per mesi negli attendamenti in Abruzzo dopo il terre-moto del 6 aprile 2009 o nelle strutture emiliane e lombarde a seguito dei sismi del maggio 2012, così come all’impegno profuso nelle piazze della campagna informativa sul rischio sismico “Terre-moto – Io non rischio”, giunta quest’anno alla sua terza edizione. Tutti sempre pronti con un sorriso ad accogliere la gente, a portare un aiuto, dare so-stegno o semplicemente a rispondere con cortesia

a ogni domanda posta. Non smetterò mai di ringra-ziare tutti per lo spirito di servizio che dimostrano di avere nei confronti dell’Italia e non solo, in ogni situazione. Purtroppo, a volte non si ha l’esatta percezio-ne dell’importanza di questa struttura operativa all’interno del Servizio nazionale della protezione civile: gli investimenti nel volontariato risultano minimi se raffrontati con gli enormi benefici che esso è in grado di produrre. Gli oltre ottocentomila volontari sono uomini e donne che, gratuitamente e con generosità, met-tono tempo, energie e conoscenze a disposizione della propria comunità. Hanno deciso di agire in-sieme per migliorare le cose, per offrire soccorso e assistenza in caso di bisogno e contribuire alla pre-visione e alla prevenzione dei rischi che interessa-no il nostro Paese. Il volontariato è una forza libera e organizzata che agisce all’interno del Sistema di protezione civile, nel quale ognuno ha compiti ben definiti. La loro forza risiede, oltre che nella gratu-ità, nella formazione e nella preparazione costante e continua: ogni giorno, con passione e impegno,

di FRANCO GABRIELLI *

“La forzadei volontari risiede,oltre chenella gratuità,nella formazionee nella preparazione costante e continua

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L’INTERVENTO

«L’autoprotezione,fondamento di una matura protezione civile»

“Essi sono in gradodi ‘contaminare’

la propria comunitàcon corrette e puntuali

informazionisui rischi

e sui comportamenti

Franco Gabrielli durante un sopralluogo a L’Aquila. Nella pagina accanto, a colloquio con una volontaria

contribuiscono a migliorare la vita di tutti, parten-do dalla propria e da quella della propria comunità.Sono fortemente convinto che la crescita, nel no-stro Paese, della cultura di protezione civile sia strettamente legata al radicamento in ogni territo-rio comunale di un gruppo di volontariato di pro-tezione civile. In Abruzzo, prima dell’emergenza del 2009, la consapevolezza dei rischi presenti sul territorio, la conoscenza dei corretti comportamenti preventivi da adottare per mitigare i rischi stessi non erano sufficientemente diffusi tra i cittadini. Purtroppo, passati più di quattro anni da quella tragedia, non posso dire che la situazione sia radicalmente cam-biata. Non ho la percezione che da quel terribile evento calamitoso la comunità – dalla popolazione alle istituzioni locali – sia uscita rafforzata sotto il profilo della protezione civile. Dopo quanto vis-suto sulla propria pelle, gli abruzzesi dovrebbe-ro aver imparato che solo attraverso una matura prevenzione e una saggia preparazione si riescono a tutelare l’integrità della vita, i beni, gli inse-diamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.L’autoprotezione è il primo fondamento di una matura protezione civile: solo un cittadino con-sapevole, che conosce i rischi, che si preoccupa (nel senso di occuparsi per tempo) dell’incolumi-tà propria e di quella dei propri cari è partecipe attivamente al miglioramento della vita comune. Autoprotezione, infatti, non significa arrangiar-si ognuno per sé, ma piuttosto non dipendere to-talmente da terzi in situazioni di pericolo, in una sorta di apatica attesa. Una comunità che si “auto protegge” è in grado di valutare la situazione emergenziale e agire, in base alle proprie risorse, per mettere in sicurezza nell’immediato la popo-lazione, attendendo in seguito l’arrivo degli aiuti esterni. In tutto ciò il ruolo dei volontari è fonda-

mentale: essi sono in grado di “contaminare” la propria comunità con corrette e puntuali informa-zioni sui rischi e, soprattutto, sui comportamen-ti che ogni cittadino dovrebbe adottare, sia per prevenire un evento sia per gestire al meglio una eventuale emergenza. Investire in volontariato, quindi, significa anche fare un bel tratto di strada nella direzione della consapevolezza.

* Capo Dipartimento nazionaleProtezione civile

SETTEMBRE 2013 | | 5CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO

DELLA PROVINCIA DI TERAMO La Rivista del NON PROFIT

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sToriE / CiVEs TEramo

«Salvate antonella»quel grido che moltiplica

le forze

6 aprile 2009: una data che gli abruzzesi non potranno dimenticare. Alle ore 3,32 di quel-la notte, una violenta scossa sismica feri-

sce mortalmente il capoluogo. I volontari della C.I.V.E.S. di Teramo, dopo pochi minuti, sono tut-ti in sede; si cerca di capire dove sia l’epicentro, si ascoltano le frequenze radioamatoriali e intanto giungono le prime notizie che il sisma ha colpito la città di L’Aquila. Il tempo di indossare le divise, di controllare le attrezzature a bordo dei mezzi e si parte. Alle prime luci del giorno, dopo un difficile transito sull’autostrada, a causa della sconnessio-ne dei viadotti, a L’Aquila est si vedono i primi fabbricati crollati; all’uscita di L’Aquila ovest il dramma appare nella sua interezza; persone che vagano per strada: alcune scalze o in pantofole. Il primo impatto con il terremoto, i volontari del-la C.I.V.E.S. lo hanno in via XX Settembre dove, davanti ad un fabbricato imploso, incontrano due agenti del Corpo Forestale dello Stato e tre ragaz-zi che piangono e gridano i nomi dei loro ami-

ci. Accertato che il fabbricato era di tre o quattro piani e che la copertura si trova a circa 3 metri dal piano stradale, è impossibile prestare o tenta-re ogni soccorso. La radio della squadra a bordo dell’autobotte comunica di proseguire oltre, in via Sant’Andrea; in fondo un ammasso di macerie, alcune persone rimuovono a mani nude mattoni e calcinacci, strazianti sono le grida dei paren-ti che chiamano i loro cari, nessuna risposta ma solo polvere e puzza di gas. I cinque volontari della C.I.V.E.S. devono intervenire. Un minuto di coordinamento e decidono di scendere a valle del fabbricato. La situazione è drammatica ma si scorge la possibilità di un varco tra i solai crolla-ti; il tempo di salire sulle macerie, di individuare un passaggio e udire una signora gridare “salvate Antonella”. Non si esita un momento, si chiama la ragazza e nel silenzio spettrale si sente un debole “Aiuto sono qui”. La squadra, con l’ausilio di una persona presente, predispone un puntello di emer-genza, uno carponi si introduce nel varco; tutto

di MAuRO D’uBALDO *

“Poi si vedonouscire i piedi

del volontario,il suo corpo

e le maniche stringono

le manidi una ragazza

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sToriE / CiVEs TEramo

“In fondoun ammassodi macerie,alcune persone rimuovonoa mani nudemattonie calcinacci…

La squadra dei volontari del Cives Teramo che nel mese di aprile 2009 intervenne a L’Aquila. Nelle altre foto, il campo allestito in occasione del terremoto e un gruppo di operatori a Coppito

continua a tremare. Passano minuti interminabili, i volti sono tesi, attenti alle richieste del collega che si è introdotto in un varco di 40 centimetri di larghezza; la signora che aveva chiesto di salvare Antonella è in silenzio: piange e prega; arriva la richiesta di tirare piano la corda, di fermarsi, e poi di nuovo di tirare, poi si vedono uscire i piedi del volontario, il suo corpo e le mani che stringono le mani di una ragazza pallida per la sofferenza e per la polvere. Viene posta su una barella e coper-

ta con un lenzuolo trovato sulle macerie, si sente il suono della sirena dell’ambulanza che si avvia verso l’ospedale e il GRAZIE della donna che aveva chiesto di salvare la ragazza. I volontari della C.I.V.E.S. con l’aiuto di Antonio, un ispet-tore della Polizia di Stato in abiti civili e libero dal servizio, il 6 Aprile 2009 hanno estratto viva, dalle macerie del fabbricato di Via Sant’Andrea di L’Aquila, Antonella.

* Presidente CIVES Teramo

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE siLVi

terra che trema,racconto tratto dal diario

di un volontario

Ieri mio nipote nella scrivania ha trovato il mio diario del 2009, appunti e date inerenti gli in-terventi in veste di volontario della Protezio-

ne Civile. Curioso il piccolo sfogliava il diario e chiedeva di leggere questa o quella pagina, fino ad incuriosirsi per qualcosa di scritto in rosso, erano racconti dal 6 aprile e traggo queste note.6 aprile, ore 3.32: siamo stati svegliati da una for-te scossa tellurica. Da giorni si verificano scosse nell’Aquilano il primo pensiero vola a quei posti!Ore 5: vado nella sede della Protezione Civile. La

squadra dev’essere pronta a partire. Partono Ro-mano, Umberto, Gabriele, Paolo, Gianni ed Euge-nio, altri restano per l’accoglienza dei terremotati.Ore 18: il paese si sta riempiendo di macchine ed autobus provenienti dalle zone terremotate. Quan-ta gente! Non portano nulla con loro perché non hanno più nulla se non la dignità. Il problema è grande, non è possibile far fronte a dormitori ed a rifocillarli tutti. Giro per il pae-se, mi fermo fra di loro, ascolto i racconti, sono spaventati, temono altre scosse qui. I giovani sono

“Giro per il paese, mi fermo fra di loro,ascolto i racconti, sono spaventati,temono il verificarsi di altre scosse

8 | | SETTEMBRE 2013CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO

DELLA PROVINCIA DI TERAMO La Rivista del NON PROFIT

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE siLVi

“Indimenticabilela dignità

di quel ragazzo,il suo imbarazzo

nel dover ‘elemosinare’ qualche cosa

per il figlio

più fragili, spesso piangono nel ricordare e nel te-mere nuove scosse.Ore 22. Continuano gli arrivi. Gli albergatori han-no aperto le porte ma lo spazio non è sufficiente, in molti decidono di dormire in macchina.7 aprile, ore 6. Ci sono tante persone in giro. Noti-zie dalla nostra squadra nei territori del terremoto. Scavano tra le macerie, montano campi, si rendo-no utili.Ore 8. C’è bisogno di organizzazione per luoghi di distribuzione aiuti. I viveri, il vestiario, coperte e quant’altro non ci sono, come far fronte alle esi-genze immediate?Ore 10. Mai disperare! Qualcosa si muove. La cit-tadinanza ci porta alimentari, vestiario, coperte, i profughi cominciano a fare il passa parola e ci raggiungono per rifornirsi.Ore 18. La giornata è trascorsa arrangiando qui e là i soccorsi per fortuna arriva qualche camion che porta aiuti. Il mio nipotino, dopo aver ascol-tato un po’, mi ha chiesto: “Ma tutto questo, se dovessi raccontarlo in poche parole, cosa dire-sti?”. Ed io: “Racconterei che ci sono scene da non dimenticare come il giovane che, nonostante il freddo, aveva la maglia arrotolata sul davanti, quando si è avvicinato ha aperto il rotolo di ma-glia dove proteggeva un bimbo di pochi mesi, con il pigiamino, affamato ed il pannolino bagnato, chiedendoci qualcosa per “lui”, indimenticabile la dignità di quel ragazzo, il suo imbarazzo nel dover “elemosinare” qualche cosa per il figlio; oppure

il signore anziano che all’orecchio mi ha chiesto capi intimi perché aveva bisogno di cambiarsi; o la ragazza di 14 anni, che dormiva in macchina,

nonostante avesse un posto assegnato in hotel, perché terrorizzata da ulteriori scosse di terremoto che, con una candida bugia, convinsi a rientrare in camera; non da meno la signora che, impelliccia-ta, fece richiesta di una crema antirughe di speci-fica marca, snobbando la fila di persone venute a prendere cibo e generi di prima necessità. Sono queste le cose che racconterei…

(A cura della Protezione civile di Silvi)

La squadra dei volontari della Protezione civile di Silvi e nella pagina accanto una fase degli interventi a L’Aquila

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sToriE / CroCE VErDE

Se l’aiuto silenziosoè un abbraccio fraterno

L’impegno più intenso della Pubblica As-sistenza Croce Verde, dopo l’iscrizione all’Albo Regionale delle Organizzazioni

di Volontariato di Protezione Civile nel 2008, non è stato per il soccorso nelle zone terremo-tate ma per la gestione del Centro di Distri-buzione sorto in seno alla nostra associazione in accordo con l’Amministrazione Comunale e con il Centro Operativo Intercomunale (COI) del Dipartimento Nazionale di Protezione Ci-vile di stanza a Giulianova.Già dalla mattinata del 7 aprile, infatti, arri-varono sul nostro territorio comunale (chi in albergo chi in appartamenti) 2.100 persone colpite dal terremoto, su disposizione del Di-partimento, poiché avevano le proprie abitazio-ni inagibili e quindi erano senza dimora.Quindi si è provveduto già da subito a racco-gliere le prime donazioni di alimenti e indu-menti da parte dei cittadini locali. Contemporaneamente staff di volontari hanno fatto visita alle persone negli alberghi, soprat-tutto gli anziani, per effettuare monitoraggio sanitario e recepire i bisogni più impellenti che non riuscivano a soddisfare.In accordo con il COI, si sono organizzati tra-

di MARCELLO MONTI *

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sToriE / CroCE VErDE

Se l’aiuto silenziosoè un abbraccio fraterno

“Non bisognadimenticareil sostegnodegli aquilaniche si sono unitia noi

sporti dei terremotati affetti da malattie o infer-mità dai loro luoghi di accoglienza ai presidi ospedalieri per visite o medicazioni. Inoltre, ab-biamo predisposto con degli ortottici un servizio per rifornire gli ospiti di occhiali.Il primo problema che abbiamo avuto al centro di distribuzione, nei primi giorni, è stato l’arrivo di un numero molto elevato di persone. Non si riusciva a capire chi fosse terremotata e chi no, quindi abbiamo chiesto chiarimenti al COI che ci ha autorizzati a verificare, tramite documenti, la provenienza delle persone che si presentava-no.Grazie alla rete di Anpas Nazionale e con alcune associazioni di volontariato, abbiamo riempito tre magazzini di materiale alimentare e non.Sempre a favore dei terremotati, nei primi gior-ni, nella nostra associazione abbiamo ospitato medici specialisti (pediatri, optometristi, denti-sti, ecc.). Su disposizione del COI, il centro distribuzione (che era rimasto sempre aperto) ha chiuso il 18 dicembre 2009 dopo una distribuzione nel tempo di circa 11.500 pacchi viveri che ha impegna-to quasi tutta la totalità degli iscritti dell’asso-ciazione toccando, nei primi giorni, la presenza costante di 50 volontari in servizio i quali pian piano sono diminuiti pur rimanendo una presen-za fissa minima.Non dimenticheremo il sostegno di quei cittadini aquilani che si sono uniti ai nostri volontari.

* Presidente Croce VerdeVilla Rosa di Martinsicuro

Sopra, i volontari della Croce Verde e, accanto, un’immagine scattata all’interno del centro di distribuzione di Giulianova

“Già il 7 aprile ar rivarono2.100 personecolpitedal ter remotoe senza dimora

SETTEMBRE 2013 | | 11CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE CasTELLi

Quel ricordoche forgia il cuore

Ricordo con apprensione lo squillo del mio telefonino alle 4:10: di lì a poco la mia vita e quella di tanti paesani sarebbe cambiata.

Era il sisma del 2009. Non mi riferisco all’Aqui-la, ma al mio paese: Castelli. Dover fronteggia-re un’emergenza così imponente, trovarsi tutti i cittadini compreso i familiari fuori di casa e spa-ventati dall’evento calamitoso dover gestire e re-perire tende montaggio campo e gestione, senza dimenticarsi di inviare volontari per l’Aquila, ti segna in modo indelebile, come persona, soccorri-tore, ma in quel momento come responsabile della gestione dell’emergenza. Quando un evento ti col-pisce internamente, la risonanza è maggiore, devi cercare di mantenere la calma e l’autocontrollo,

mentre tutti intorno a te la perdono, dover trovare e gestire soluzioni in frazioni di secondo, dover allestire una piccola cittadina fatta di tende e logi-stica da campo, all’interno della quale trovi tutti i tuoi amici, conoscenti, parenti. Dover provvedere all’anziano malato, una sistemazione alla famiglia con esigenze particolari, il bimbo che piange e stringe la sua mamma, la persona sensibile presa dal panico, ma rassicurata dalla nostra presenza, il volontario triste in volto ma con un animo forte e coraggioso, la cosa che più ti forgia nel cuore è doverlo fare nel tuo paese. Nei primi attimi ti senti solo e con la convinzione di non ricevere aiuto da nessuno (tantomeno istituzionale), perché l’emer-genza è regionale, quindi devi contare con le forze

di ANDREA VAGNOZZI *

“Quando un evento ti colpisce dentro,la risonanza è maggiore,devi cercare di mantenere la calma

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE CasTELLi

del gruppo e dei volontari. È stato un banco di prova per noi tutti, adesso dover gestire un emergenza non ci fa più paura. Forse come si dice non tutto il male viene per nuocere. Non scorderò mai quella esperienza in cui sulle tue spalle gravava la salute, la sicurezza e la vivi-bilità di una pur piccola comunità di persone. Questo è il volontario: una persona come tante, con la voglia di dedicare la sua vita all’aiuto del prossimo.La nostra meravigliosa storia inizia nel 2008 da un piccolo gruppo di amici che voleva esse-re utile alla popolazione castellana. Nel 2009, dopo aver affrontato il sisma che ha colpito duramente L’Aquila e anche Castelli e tutti i paese limitrofi, ci siamo dovuti adoperare nella messa in opera di campi per accoglienza. Nel nostro comune abbia attrezzato una strut-tura di accoglienza, come prevede il protocol-lo riconosciuto dalla Prefettura di Teramo, per ben 100 posti dal mese di aprile 2009 al mese di luglio 2009, tutto coordinato e monitorato da noi, con la collaborazione delle varie associa-zioni presenti sul territorio e dei giovani di Ca-stelli. Grazie alla loro disponibilità e all’umo-rismo che scaturiva anche in quelle situazioni drammatiche, la convivenza è stata più allegra e sostenibile e il dramma meno doloroso, quin-di un grazie di cuore.Senza dimenticarci di inviare volontari per dare una mano a L’Aquila, abbiamo continua-to a costruire la nostra realtà che pian piano prendeva forma, successi e gratificazioni dalla popolazione e dalle istituzioni. Qualcuno ha tentato di appropriarsi di questa meravigliosa realtà per fini politici-elettorali, ma senza nes-sun successo. Il nostro spirito di solidarietà e professionali-tà colpisce in modo positivo anche Sindaci dei Comuni limitrofi. Infatti, nel 2011, un altro passo viene compiuto: l’apertura di una sede operativa nel Comune di Colledara e nel 2013 nel Comune di Isola del Gran Sasso d’Italia. Oggi possiamo contare su circa 45 volontari at-tivi e diversi mezzi e attrezzature da mettere a disposizione di chiunque venisse colpito da ca-lamità o da situazioni che mettono in pericolo la vita umana. Siamo pronti a salvaguardare la nostra popolazione ed il nostro territorio.

* Presidente Protezione civile Castelli

“Nei primi attimiti senti solo

e conla convinzione

di non ricevereaiuto

da nessuno

In alto alcune fasi operative in cui sono abitualmente impe-gnati i volontari della Protezione civile di Castelli, ritratti nella foto di gruppo della pagina a fianco

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE CorroPoLi

pronti per affrontareogni emergenza

Il “Corpo Volontari Protezio ne Civile Corro-poli” si è costitui to nel mese di giugno 2002, è iscritto all’Albo Re gionale di Protezione

Civile e delle associazioni di volontariato della Regione Abruzzo ed all’Albo Provinciale dell’As-sociazionismo e del Volontariato. Svolge costan-temente le attività di protezione civile sul territo-rio comunale, provinciale e regionale in base alle richieste di vari enti. Ha partecipato con uomini e mezzi alle emergenze di rilevanza nazionale qua-li sisma aquilano del 2009 e il sisma emiliano del 2012. L’associazione partecipa inoltre annual-mente ad iniziative degne di menzione, quali la “Giornata Nazionale del la Colletta Alimentare” e le rac colte di fondi a favore dell’“Asso ciazione Italiana contro le Leuce mie, Linfomi e Mieloma” e “Telefono Azzurro”.

Per consolidare i legami avviati in occasione del sisma aquilano e conoscere da vicino altre realtà operative volontarie, il 19 settembre 2010 i vertici associativi hanno organizzato la II Festa del Vo-lontariato a livello locale, a cui hanno partecipato diversi gruppi di volontariato di Protezione Civile sia della regione Abruzzo sia di fuori regione. La giornata ha visto il susseguirsi di diversi eventi quali il montaggio tende, la possibilità di effet-tuare degli esami medici per la cittadinanza ed i volontari presenti, la promozione della cultura del Volontariato rivolta alla cittadinanza, la mostra delle radio d’epoca e degli apparati per telecomu-nicazione e la presentazione del progetto “Terri-torio Sicuro” sviluppato dal C.V.P.C. Corropoli stesso. Il progetto, che si è concretizzato grazie ad un bando regionale, ha previsto la realizzazione

di FABIO DI LODOVICO

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE CorroPoLi

di un piccolo sistema di apparati elettronici che consente di monitorare costantemente quelle aree del territorio considerate maggiormente esposte al rischio di eventi calamitosi (quali frane, alluvioni, ecc.) e/o di atti di vandalismo, prefiggendosi di ottenere efficaci risultati in termini di prevenzio-ne, previsione e diffusione del senso di sicurezza tra i cittadini. Proposito del progetto è stato anche quello di ac-crescere la collaborazione tra Amministrazione Comunale, Forze dell’Ordine, Associazione di Volontariato e cittadinanza facendo riscontrare l’importanza del “gruppo” e della necessità del-la interoperabilità e collaborazione tra queste fi-gure per la tutela e la salvaguardia del territorio e dell’ambiente inteso come patrimonio di tutti. La presenza delle diverse realtà di volontariato di Protezione Civile è stata occasione di dibattito e confronto sulle diverse metodologie di interven-to e sui sistemi di gestione e coordinamento dei

vari gruppi. In particolare, significativo è stato il contributo della rappresentanza della regione Marche, presente nelle persone di Roberto Orefi-cini (dirigente Protezione Civile Marche), Mauro Perugini (referente volontariato) e Maurizio Zin-garini (responsabile regionale dei gruppi comuna-li di volontariato), che dimostra quasi una mar-cia in più in tale ambito, e della rappresentanza dei Vigili del Fuoco Volontari di Telve di Sopra (paese gemellato con il comune di Corropoli) in cui la cultura del volontariato e della solidarietà risulta essere molto diffusa e sentita. Ad oggi il gruppo C.V.P.C. Corropoli conta 64 soci, di cui almeno 25 operativi, che sostengono ciclicamente corsi di aggiornamento per operare con le dovute conoscenze ed in sicurezza sui vari eventi che si trovano ad affrontare. Dispone di un parco auto-mezzi (8) ed attrezzature (10) di tutto rispetto per affrontare e superare agevolmente le situazioni di emergenza.

“Obiettivo: accrescere la collaborazione tra Comune, forze dell’ordine, volontariato e cittadinanza valorizzando l’impor tanza del gr uppo

Sotto e nella pagina accanto, foto dall’album della Protezione civile di Corropoli

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE mosCiaNo

16 maggio 1999. L’arrivo al campo è avvenu-to verso le 11 tra gli sguardi curiosi dei ko-sovari e gli occhi stanchi e tristi degli alpini

ai quali davamo il cambio. Alla fine della nostra permanenza ho capito il perché di quegli sguardi. La ricerca del nuovo e dell’utile da parte dei pro-fughi, la ricerca in noi della continuità del loro duro lavoro svolto da parte degli alpini. La gelosia degli affetti e dei rapporti che loro avevano allac-ciato con gli ospiti, veniva fuori al passaggio del-le consegne. Il rammarico di non aver potuto fare di più traspariva in ogni loro consiglio o richiesta d’attenzione a questo o quell’altro problema. Ave-vano lavorato bene gli alpini, avevano messo su una struttura da far invidia a qualsiasi situazione d’emergenza e, benché esausti, alla loro partenza, gli abbracci e le lacrime furono molti. Saremmo

stati in grado di essere alla loro altezza? 17 maggio 1999. Io e Cecila, mia nuova compa-gna di lavoro, abbiamo cominciato la prima di-stribuzione. Già la mattina, passando tra le tende, abbaimo notato che alcuni usavano materassini rotti come tappeti esterni ed interni per sporca-re meno le tende. Il cumulo dei materassini rotti era di circa 2 metri quindi, armati di taglierini e coltelli, abbiamo passato la mattinata a dividere i cuscini buoni dal resto. I cuscini andavano all’o-spedale da campo, il resto lo abbiamo distribuito tenda per tenda privilegiando in numero e qualità quelle che stavano sui sassi. Durante la pausa del pranzo, con Sandro ho affrontato il problema post emergenze. Gli ho esposto le mie idee e lui mi ha dato carta bianca. Dopo aver dato all’accettazio-ne i materiali, in base anche alle previsioni per i

“Tante volte sono costretto ad abbassarelo sguardo, mi sento quasi in colpaper la mia vita tranquilla

1999: miSSionearcoBaLenoarcoBaLeno

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L’INTERVENTOsToriE / ProTEZioNE CiViLE mosCiaNo

Sopra, foto di gruppo dei volontari della Protezione civile di Mosciano S. Angelo. Nella pagina accanto alcuni operatori impegnati nella “Missione Arcobaleno” del 1999 in Albania

nuovi arrivi, ho cominciato a fare, con l’aiuto dei magazzinieri, un inventario dei materiali utili alla vita quotidiana per fare una distribuzione mirata in base ai nuclei familiari in modo da evitare le continue richieste.Ho preso contatti con Liguria e Marche e abbiamo confrontato i nostri punti di vista. Tramite l’inter-prete abbiamo preso contatti con i kosovari del campo Abruzzo per far eleggere dei capifila da utilizzare come tramite per le richieste e le distri-buzioni. Ho preparato le liste per la distribuzione dell’acqua potabile tenda per tenda. Mentre con-tinuava la distribuzione di materassini e coperte, sono andato nel magazzino centrale per prendere altre 50 coperte e 100 materassini. 18 maggio 1999. Verso le 8 ho cominciato a cari-care il furgone con circa 452 bottiglie d’acqua da un litro e mezzo. I magazzini erano ancora chiu-si, Cecilia non si vedeva. Alle 9 è cominciata la prima distribuzione d’acqua; i profughi accolgono la cosa con piacevole sorpresa, ho trovato due ra-gazzi kosovari che mi hanno aiutato; il lavoro si

è svolto in circa due ore. Da oggi in poi tutte le mattine ci sarà questa distribuzione, spesso anche senza la mia costante presenza. 19 maggio 1999. Dopo la colazione ritrovo i due ragazzi che mi hanno aiutato aiutato il giorno pre-cedente per la distribuzione dell’acqua e di bic-chieri rigidi. Carichiamo insieme il furgone e li accompagno sul posto, dico le quantità e li lascio fare. Intanto con Cecilia portiamo a termine la di-stribuzione dei saponi ed impostiamo quella ur-gente della biancheria intima. Mancano circa un centinaio di magliette ed un egual numero di cal-zini. Li procura Cecilia presso la Regione Marche. Portiamo circa 20 cartoni di vestiario in una tenda vuota improvvisata a magazzino. Nel pomeriggio, intanto, parte la distribuzione della biancheria, però mancano i capi per gli anziani. 20 maggio 1999. Nei momenti di bisogno il senso della proprietà è molto alto. Cominciano a capire che potremmo distribuire molta più roba e comin-ciano a pretenderlo. Sembrano degli “americani”, c’è sempre un codazzo di bambini che ci segue

“Tra i profughi ci sono professori,periti, ex industriali

e operai di tutte le qualifiche

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE mosCiaNo

Sopra, la Protezione civile di Mosciano S. Angelo in azione durante la “Missione Arcobaleno”. Nella pagina a fianco, il nucleo originario degli operatori e altre immagini dall’album dell’associazione

e che ci vuole portare nelle loro tende. Questi bambini bellissimi sono cresciuti troppo in fret-ta. Mi sembra di rivivere il film “Sciuscià” con noi nella parte degli americani. Sono costretto ad avere un atteggiamento sempre più antipatico per non farmi coinvolgere dalle loro insistenti richie-ste. Oggi sono arrivate due nuove famiglie: due madri e nove bambini, di cui uno di pochi mesi, che non hanno niente, Ce ne sono molte di tende così. Molte volte sono costretto ad abbassare lo sguardo, mi sento quasi in colpa per la vita tran-quilla mia e della mia famiglia. Non ho più pause: i pranzi sono ridotti a soli 20 minuti e spesso i kosovari vengono a chiedermi le cose fino all’ora di cena. Senza data. D’ora in poi non indicherò più le date, non avrebbe senso in una situazione in cui qual-siasi cosa tu faccia è sempre troppo tardi. Ormai si procede a tutto ritmo nelle distribuzioni mirate. Le torce sono state consegnate solo alle tende con bambini piccoli e anziani, tutti ne avrebbero biso-gno ma avevamo batterie solo per 35. Ho accon-tentato qualche tenda in cui vivono donne sole con bambini. Giro tra le tende anche la notte, spesso solo, a volte con qualcuno della Liguria. Forse sono eccessivo ma tutti devono sapere che non ci sono momenti morti nell’accampamento. Tutte le sere e a volte anche la notte si spara ma non ho paura. Ne ho parlato con la polizia e con U.C.K. (l’esercito di liberazione del Kosovo), non siamo noi i bersagli. Solo una volta ho avuto paura: alle 4,40 di notte da una casa di fronte alla mensa sono partite delle raffiche. Mi trovavo proprio lì ma mi sono messo semplicemente di profilo, non ho sen-tito il fischio dei proiettili ma sono convinto che

volevano mettermi paura. Nei giorni a seguire la macchina delle distribuzio-ni continua a pieno ritmo. Oltre e ripetere quelle igieniche e d’acqua, abbiamo cominciato quelle di cappelli, di schiuma da barba e lamette, di denti-frici e spazzolini, di pannolini per donne, bambi-ni e anziani. Tramite maestri distribuiamo penne, quaderni, colori e alcuni giocattoli. Al nido diamo omogeneizzati, pappette, vestiti e scarpette per neonati. Ai nuovi arrivati diamo sempre di tutto e ormai tra noi volontari c’è incetta di ciabatte, magliette, cappelli, ecc. per i casi più disperati. Con l’arrivo dei calzini e delle ciabatte le piaghe ai piedi sono molto diminuite. I bambini kosovari portano malvolentieri i cappelli militari, “polizia” dicono, e vedo quei testoni rasati girare sotto il sole. Il lavoro di distribuzione richiede molta pre-parazione ma io cerco tutte le occasioni per stare tra le tende. Ormai ci capiamo abbastanza bene usando tutte le lingue ed i gesti possibili. Tra que-sti profughi ci sono professori, periti, ex industria-li ed operai di tutte le qualifiche. Bisognerebbe coinvolgerli e farli lavorare ma purtroppo non ab-biamo i mezzi per tutti. Ho proposto di far arrivare perlomeno 50 tra zappe e vanghe per dar loro la possibilità di fare degli orti, i kosovari sono degli ottimi contadini. Spesse volte la sera si sentono le donne sole piangere e molte girano a vuoto per il campo. In quasi tutte le tende ci sono casi di una dram-maticità incredibile, non li mettiamo in mostra se non la sera e la notte. In questo campo non ci sono solo momenti tristi, giorno per giorno anche cose allegre vengono alla luce. È nata una femminuc-

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE mosCiaNo

“Il gior no della par tenza non ho il coraggio di passare tra le tende a salutare tutti,mi limito a farlo lungo le file per la colazione

cia nella tenda 86. Persone che erano disperse si incontrano di nuovo. Una vecchina mi ha spie-gato, tra mille risate, che la gonna consegnatale è troppo corta e le si vedono le gambe. Un’altra signora mi ha raccontato come, durante la fuga da Pristina, avvenuta circa 5 mesi fa, abbia concepi-to due gemelli. Di giorno si scherza ma la notte senti i pianti. Che fine hanno fatto i loro congiunti dispersi? E i figli della vecchina piegata in due che cercava di nascondere l’acqua? Per entrare in questo campo i kosovari hanno pagato dai 5 agli 8 milioni a famiglia, è molto sconfortante ma tutto qui in Albania funziona così, a cominciare dai loro poliziotti. Ci sono altri due campi a Valona dove le condizioni sono peggiori che da noi: parlare d’igiene e di pasti regolari è pura fantascienza. In uno di questi campi dormono in 700 in un capan-none e sembra che in tutte e due i campi scompa-iano ragazze e bambini: il controllo degli albane-si in questi campi è totale. Se i nostri kosovari ti vogliono offendere ti chiamano “Albanese”. Per tutto questo tempo ho avuto sempre contatti con U.C.K. e il nostro rapporto è di amicizia nel ri-spetto delle proprie idee. Una volta ho permesso ad una mamma combattente in licenza di fare un giro in macchina con il figlioletto di 2 anni. Vede-re quegli occhi prima pieni d’amore e dopo, du-rante una riunione, divenire freddi e duri mentre si parla di politica è stato sconvolgente. Avrà mai pace questo popolo? Quegli occhi sanno usare il kalashnikov come un pennello, mi hanno detto, e non è la sola madre combattente del campo. Mi hanno garantito che nel nostro campo non ci sono armi (non ci ho mai creduto) e che quelle nascoste all’esterno le avrebbero usate solo in casi estremi. Arriva il giorno della partenza, il 29 maggio, non ho il coraggio di passare tra le tende a salutare tut-ti, mi limito a farlo lungo le file per la colazione. Alle diverse persone che mi chiedono di rimane-re rispondo solo con abbracci e lacrime. A quella giovane vedova con due bambini che voleva che rimanessi, ho spiegato che in Italia ho moglie e tre figli ma che tutti quei bimbi li considero come miei. A quel vecchio senza più figli che è venuto ad abbracciarmi fino al piazzale, ho promesso che sarei tornato, se non lo facessi sarebbe la prima promessa non mantenuta con loro.

Quindici giorni con i profughi sono cortissimi ma anche lunghissimi. Sicuramente con i nostri so-stituti ci saranno le stesse scene commoventi al momento dell’addio, ne sono quasi geloso. Quel-lo che io ritengo il capo nascosto dell’U.C.K. è venuto a salutarmi tra gli ultimi e tra l’altro mi ha detto che tra un mese e mezzo il nostro campo passerà in mano albanese. Il colpo è straziante, se non avessi avuto famiglia in Italia sarei rimasto con loro ad esercitarmi con il kalashnikov. Ciao italiano, ci rivedremo in Kosovo?

(Testimonianza di Biagio Roscioliraccolta da Alessandro Lelli)

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sToriE / GraN sasso D’iTaLia morro D’oro

una giornataindimenticaBiLe

L ‘idea di questa manifestazione fu propo-sta da Gianni De Iuliis, responsabile della scuola calcio “morro76” di Morro d’Oro.

L’evento consisteva nell’organizzare una giornata ludico-sportiva insieme ai ragazzi diversamente abili di Dimensione Volontario di Roseto con i ri-spettivi accompagnatori e i ragazzi della scuola calcio. Naturalmente, a noi volontari di protezio-ne civile fu richiesto di occuparci della parte logi-stica, pranzo e merenda. Inizialmente la gestione della giornata sembrava di facile routine ma, poi, considerando il periodo di maggio inoltrato in cui le giornate sono molto calde e visto che presso il campo sportivo di Morro d’Oro non vi sono zone ombreggiate, ci siamo subito mobilitati nel re-perire una tensostruttura dall’A.N.P.A.S.. La no-

stra associazione si sarebbe fatta carico di tutto: trasporto, montaggio, smontaggio e riconsegna. Tutto questo è stato possibile perché all’interno della nostra associazione sono presenti volon-tari in grado di svolgere mansioni come autista, gruista e personale specializzato nei montaggi. Il giorno prima ci recammo a Villarosa per iniziare l’operazione di allestimento. Subito fummo messi a dura prova, infatti al camion si ruppe il tirante dell’acceleratore. Grazie all’esperienza del nostro autista fu fatta una modifica al volo che ci permi-se di raggiungere il campo sportivo. Ci mettem-mo subito all’opera e con grande entusiasmo e divertimento la montammo. L’iniziale timore era quello di non riuscire a coinvolgere i ragazzi di Dimensione Volontario nello svolgimento della

di LuCIANO DEL NIBLETTO *

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sToriE / GraN sasso D’iTaLia morro D’oro

giornata stessa, ma la presenza di Maico, Claudia e Gabriele, ragazzi del nostro comune nonché no-stri conoscenti, ha fatto in modo che diventassimo tutti una grande famiglia in quelle ore di svago. Grazie al loro aiuto, abbiamo avuto modo di co-noscere tutti gli altri: Adelia, Anna S., Anna A., Lucia, Sorina, Bruno, Loredana, Barbara, Gabrie-le D. F., Fabrizio, Federico, Marina, Giulio, Katia, Dora, Antonio, Marco, Davide, Romina, Matteo, Vanessa T., Simone, Francesco, Vanessa, Federi-ca, Federico, Daniele, Desiré, Jessica. Sin da subi-to, i ragazzi del morro 76 li hanno coinvolti in gio-chi: ruba bandiera, palla avvelenata, circuiti con birilli e altri di vario genere mentre noi volontari, presi dall’entusiasmo di renderci tutti utili, abbia-mo iniziato la preparazione del pranzo, momento

che ha reso indimenticabile la giornata in quanto i ragazzi della categoria esordienti, insieme a noi, servivano il pasto a quelli di Dimensione Volonta-rio. Durante il pomeriggio i ragazzi hanno ripreso le attività ludico sportive ed anche noi ci siamo resi partecipi nei giochi. L’affetto e la simpatia che ci hanno trasmesso ci ha ricordato che si può essere felici con poco come lo sono questi ragaz-zi. Il saluto di fine giornata è stato toccante e, da parte di tutti, è stata espressa la volontà di fare, di quell’evento, un appuntamento fisso annuale, così come di fatto è stato e sarà.

* Presidente Protezione civile Gran Sasso d’ItaliaMorro d’Oro

“L’af fetto e la simpatiadei ragazzidiversamente abilidi Dimensione Volontarioci ha ricordatoche si puòessere felici con poco

In alto, i volontari della Protezione civile Gran Sasso d’Italia di Morro d’Oro. Sopra, riunione operativa. Nel-la pagina accanto, foto di gruppo al termine della “gior-nata indimenticabile” descritta nell’articolo

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE ToraNo NUoVo

nel nostro piccolo…al servizio

della comunità!di ROBERTO PENNESI *

“Volontà, impegno, umanità e sacrificiosono i valori che ispirano ogni gior nol’azione dei nostri volontari

L’Associazione “Corpo Volontari Protezione Civile di Torano Nuovo” ONLUS nasce il 28 aprile 2011, quando il primo nucleo dei

soci fondatori costituisce l’associazione presso la sala consiliare del Comune di Torano Nuovo.Il corso formativo che ha preceduto la costituzio-ne del gruppo è stato frequentato da oltre 70 par-tecipanti. La direzione del corso è stata affidata al nucleo di Protezione Civile Val Vibrata in col-laborazione con la Provincia di Teramo, il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia Stradale. L’at-to costitutivo è stato sottoscritto da 40 volontari “fondatori”.Oggi l’Associazione conta oltre 50 volontari tra soccorritori e collaboratori e si propone di svolge-re la propria opera di soccorso e protezione civile prevalentemente nel comune di Torano Nuovo e

nei comuni limitrofi in collaborazione con le rela-tive unità di Protezione Civile.Volontà, impegno, umanità e sacrificio sono i va-lori che ispirano i nostri volontari, uomini e donne che impegnano il loro tempo libero per dare un so-stegno alla collettività, prestando il loro servizio in modo volontario e gratuito, con estremo senso di responsabilità.L’associazione persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale mettendosi a disposizione delle competenti autorità comunali, provinciali, regionali e nazionali, civili e militari, nei casi di calamità, e comunque quando detta opera sia ri-chiesta dagli enti interessati per l’insorgere di si-tuazioni comportanti danno o pericolo di danno alla incolumità delle persone. Inoltre si propone di formare i propri volontari in materia di sicurezza, viabilità e protezione civile nonché di svolgere at-tività informativa e divulgativa nei confronti della cittadinanza. Proprio nel 2013, in collaborazione con il Comune di Torano Nuovo, provvederemo alla presentazione e alla diffusione del piano di si-curezza e di protezione civile comunale. Saranno organizzati appositi incontri nelle scuole e con la cittadinanza. Inoltre saranno predisposti spazi nei quali provvederemo a pubblicare le piantine rela-tive alle aree coinvolte nel piano, le istruzioni di base e i contatti utili in caso di emergenza. Altro importante elemento da segnalare è l’iscri-

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE ToraNo NUoVo

Sopra e accanto, i volti sorridenti dei volontari della Protezione civile di Torano Nuovo

zione all’anagrafe unica delle ONLUS, con la conseguente formalizzazione nel proprio statuto di non perseguire alcuna finalità lucrativa.Oltre a questo, cerchiamo di rendere la nostra atti-vità ancora più utile.Infatti l’associazione cerca di supportare, attra-verso le proprie risorse e con il contributo dei pro-pri volontari, tutte quelle associazioni e le istitu-zioni locali che si attivano con iniziative sportive, culturali e ricreative. Più in generale si impegna a sostenere tutte le attività destinate a migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini, in parti-colare dei bambini e degli anziani.Preziosissima è la collaborazione con il Comune di Torano Nuovo il quale sostiene costantemente la nostra attività. Grazie al loro supporto disponia-mo di uno spazio logistico autonomo sito in posi-zione strategica. Ubicata all’interno della palestra comunale, la nostra sede si colloca al centro del paese nei pressi del polo scolastico e delle princi-pali strutture sportive di Torano Nuovo.Il nostro principale impegno è rivolto nei confron-ti del comune e dei cittadini di Torano Nuovo. Tale attività e stata formalizzata in una conven-zione triennale stipulata con il Comune di Torano

Nuovo in cui sono state pianificate le seguenti at-tività di supporto:• gestione Piano di Protezione Civile;• assistenza in occasione di manifestazioni di in-teresse comunale;• squadra emergenza a supporto del comune per qualsiasi genere di calamità naturale.Importantissimo banco di prova sono stati gli in-terventi svolti durante l’emergenza neve nell’in-verno del 2011. Sin da subito i primi interventi di assistenza sono stati rivolti nei confronti degli anziani soli e in difficoltà. Inoltre abbiamo cerca-to di far percepire il minor disagio possibile a tutta la comunità grazie a delle squadre di intervento organizzate in turni giornalieri le quali provvede-vano a rendere percorribili i passaggi pedonali di accesso agli uffici pubblici e agli esercizi di pub-blica utilità (farmacia, ambulatorio, Comune, uf-ficio postale).Inoltre un nucleo operativo specifico ha operato a fianco degli altri mezzi di soccorso della pro-vincia e del comune per la pulizia delle strade al fine di ridurre le problematiche nella circolazione stradale sul territorio comunale.

* Presidente Protezione civile Torano Nuovo

“Impegnati a sostenere tutte le attività destinate a migliorare la qualità della vita

dei nostri concittadini

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE TorTorETo

Se crescita significa lavorare per il Bene comune

Il Corpo Volontari Protezione Civile Tortoreto sezione “Matteo Vannucci” è nato nell’otto-bre del 2009 da un gruppo di amici animati

dalla passione per il sociale. Abbiamo voluto in-titolare la sezione a Matteo Vannucci per onorare la memoria di un giovane concittadino decedu-to, insieme alla sua ragazza, a L’Aquila durante il terremoto del 6 Aprile. Purtroppo non è stato solo questo drammatico evento che ha smosso le coscienze di molti tortoretani per far sì che si unissero e formassero un corpo di volontari. Infatti, fra i tragici eventi, dobbiamo annoverare l’alluvione del 2007 che se, grazie a Dio, non ha provocato morti, ha comunque creato grandi disagi ai cittadini.Il Gruppo fin dalla sua costituzione si è reso su-bito operativo grazie alla collaborazione con il CVPC di Corropoli nell’emergenza terremoto a fianco del Dipartimento Nazionale e Regionale. I volontari tutt’oggi iscritti risultano pari a 50 (di cui 35 operativi) e i volontari di pronto impiego

risultano otto. Essi infatti si sono messi a dispo-sizione della Soup anche per l’emergenza terre-moto che ha interessato lo scorso anno l’Emilia.Obiettivo primario del Corpo è essere professio-nali senza essere professionisti. Il ruolo del pre-sidente è ricoperto dal dottor Adriano Cavatassi, la sua vice è Loredana Cifà; la figura di segreta-rio è rivestita da Franco Cartone, il segretario da Mauro Di Bonaventura e i tre consiglieri sono Gabriele Costantini, Emidio Di Leonardo e Lu-cio Faraone.La nostra associazione ha sviluppato con altre re-altà di volontariato protocolli d’intesa e quindi di collaborazione, in quanto l’intento fondamentale è soprattutto quello di creare una rete di coope-razione sinergica di rapporti tra soggetti diversi. La loro funzione è il raggiungimento di un risul-tato comune, che si ottiene mettendo in campo la sicurezza, il confronto, l’esperienza e la profes-sionalità di ognuno.Tante sono state le azioni svolte dal giorno in

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE TorTorETo

cui l’associazione “Matteo Vannucci” si è costituita e tanti sono stati i momenti e le situazioni particolari che hanno caratteriz-zato la nostra attività in questi quasi quattro anni.Tra i tanti vogliamo ricordare l’evento ne-voso del febbraio 2012, che ci ha visto im-pegnati per circa una quindicina di giorni, con squadre che si avvicendavano grazie al coinvolgimento a rotazione di trenta perso-ne. Le attività variavano dalla semplice guar-diania del territorio, specie nei punti sen-sibili per evidenziare le criticità insorgenti, a quella di spazzamento della neve per li-berare ingressi e viuzze di Tortoreto Alto e delle frazioni, alla consegna di farmaci di prima necessità o alimenti a persone con difficoltà deambulatorie ed a tanto altro an-cora.Essere impegnati per ore con temperature anche rigide e con disagi di ogni genere ci ha permesso di mettere alla prova le nostre attitudini psico-fisiche e soprattutto l’effi-cienza e l’efficacia organizzativa del siste-ma di Protezione Civile che, anche grazie all’ausilio del sistema di radio ricetrasmit-tenti, è stato possibile pianificare insieme all’amministrazione e agli altri organismi impegnati le varie fasi dell’emergenza.È praticamente impossibile ricordare i tanti aneddoti scaturiti dalle molteplici attività di quei giorni, ma certo il gesto di un’anzia-na signora del paese che, mentre ci adope-ravamo per liberarle il portone di casa, si è subito premurata di prepararci una bevanda calda. Costituì una ricompensa che gratifi-cò non solo il corpo ma anche il cuore di tutti noi.Dalla nostra costituzione ad oggi abbiamo impiegato nelle attività esclusivamente di emergenza ben 253 volontari per un totale di ore di servizio pari a 3542.Per noi ogni occasione d’incontro è un mo-mento di confronto e di collaborazione e soprattutto di crescita e la nostra crescita significa lavorare con successo per il bene comune.

* A cura della Protezione civile Tortoreto “Matteo Vannucci”

“Una bevanda caldacostituì la ricompensa

che gratificò il cuoredi tutti noi

“All’inizio eravamoun gr uppo di amici

con la passioneper il sociale

“Il nostroobiettivo principaleè essere professionalisenza essere professionisti

Sopra, un intervento di sgombero della neve. Nella pa-gina accanto, foto ricordo dei volontari della Protezione civile di Tortoreto

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sToriE / ProTEZioNE CiViLE VaL ViBraTa

un grazie specialeche dura da dieci anni

Ormai sono passati alcuni anni da quando abbiamo festeggiato il decimo comple-anno di vita dell’associazione. Non sia-

mo più alle prime armi ma neanche veterani, so-prattutto perché non si acquisisce mai la patente di volontario. Come non avere ancora la mente occupata da alcuni ricordi particolari. Era il 10 maggio 2009, alla tendopoli dell’impianto sporti-vo Acquasanta a L’Aquila, quando un bambino ti tira per le pieghe dei pantaloni, con due occhioni bellissimi e con la nuca premuta sul suo collo per raggiungere il tuo sguardo, ti chiede: adesso che facciamo?O anche, una vecchietta, a Tortoreto, con i piedi quasi ingessati nel fango, si aggrappa al tuo brac-cio come per impedirti di andare via e si sente in colpa per averti sporcato di melma la fiammante giacca gialla.Ancora, Cavezzo un anno dopo, lungo la strada che dal parcheggio dei pullman porta al centro storico del paesino. Era domenica, ognuno indaf-farato sul cortile di casa propria. Al nostro pas-saggio, senza parlare, con un semplice gesto della mano e con gli occhi lucidi, tutti verso il recinto che dà sulla strada piena di giacche gialle, con un assordante, muto grazie.Ma c’è stato un momento più che speciale. È dura-to oltre un decennio, ma è stato un attimo, grazie ai volontari, particolarmente intenso. GRAZIE ai miei ragazzi, senza i quali non potrei stare qui a raccontarvi, a sentirmi importante, a continuare a rispondere alle sollecitazioni che da più parti ci

arrivano, e, purtroppo a collaborare per far fronte alle calamità che troppo spesso ci coinvolgono. Grazie per il loro entusiasmo, le loro competenze, la loro voglia di darsi agli altri, la loro disponi-bilità ad usare il tempo libero a anche di più, nel mondo del volontariato. Grazie per aver allargato la grande famiglia della protezione civile, conta-giando gli amici di Isola del Gran Sasso, di Scur-cola Marsicana, di Civitella del Tronto, di Castel-lalto, di Campli, di Ancarano, di Torano Nuovo, di Sant’Egidio alla Vibrata e di Tossicia. Grazie per essere diventati in tanti e di riferimento, senza per-dere il senso delle cose. Grazie per le più disparate professionalità, dalle attività più umili come lava-bagni delle tendopoli a quelle altamente specializ-zate come le rilevazioni danni e stime di stabilità

di ROSSANO RuGGIERI *

“Grazie per essere diventati in tanti,senza perdere il senso delle cose…per l’entusiasmo e la voglia di dar vi agli altri

Via Rossi Coniugi, L’Aquila, giovedì 9 aprile 2009 ore 10,35: il recupero delle salme di due ragazzi

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degli edifici monumentali. Grazie per le vostre at-tenzioni e pazienze che, con piccoli e grandi gesti, avete insegnato come fare le cose, per aver avuto la fortuna di trovarvi sulla strada della Protezione Civile, rendendo speciali questi anni e per il privi-legio di possedere qualcosa di prezioso. Con orgo-glio, grazie per l’importanza raggiunta, per l’utili-tà, per la crescita. Cerco di confondermi con loro e ringraziamo per le attenzioni, per i servizi, per gli aiuti ricevuti e chiediamo perdono per quei mo-menti che non abbiamo saputo ascoltare. Il mondo del volontariato di protezione civile, di cui siamo un granello, negli ultimi anni ha raggiunto livelli di eccellenza nel superamento delle emergenze, i tristi eventi che ci hanno visti coinvolti in prima persona ne sono l’ampia dimostrazione. Ma il Si-stema Protezione Civile, ovviamente non è solo superamento dell’emergenza. Nei prossimi anni, e la Festa che il CSV ha organizzato ne è l’ini-zio, mi auguro e auguro a tutti che il volontariato di protezione civile possa fare passi da gigante e raggiungere livelli di eccellenza anche nel campo della prevenzione attraverso la formazione, l’in-formazione e le esercitazioni.L’associazione ha mosso i primi passi nell’anno 2000, grazie alla sensibilità dell’allora Sindaco Claudio de Donatis e per la perspicacia degli ami-ci della protezione civile di Mosciano Sant’An-gelo che, insieme, organizzarono il corso base di protezione civile e diffusero il germe di questa grande famiglia. Negli anni a seguire, con l’aiuto delle varie realtà sociali e con l’aiuto di vari Enti,

siamo qui a raccontarci. Il Consiglio Direttivo attuale è costitui-to da 5 componenti: presidente Rossano Ruggie-ri, vice Sergio Biancacci, segretario Elisa Cam-panella, tesoriere Antonio Barbieri e consigliere Antonio Fratò. Regolarmente iscritta all’Albo Comunale, Provinciale, Regionale e Nazionale di Protezione Civile, è una ONLUS e conta 107 vo-lontari organizzati dal coordinatore Peppino Ca-maioni. Nell’ambito del Progetto Europeo QUIN-SES – Sviluppo Economico basato su qualità, innovazione e solidarietà – EQUAL Community Iniziative, con attestato di Validazione del 18 no-vembre 2004 protocollo 0395.quinses.att., l’asso-ciazione ha avuto la corretta implementazione alla Certificazione di Qualità UNI EN ISO 9001:2000. Attualmente è stato avviato il percorso di adegua-mento al Testo Unico Sicurezza 81/2008 secondo i dettami del Decreto Ministeriale 13 aprile 2011. Le attività dell’associazione, sono tese, con og-gettivo riscontro, oltre che alle attività di soccorso in ambito europeo in caso di calamità, anche ad una forte sensibilizzazione al rispetto dell’am-biente, con un radicamento sul territorio tale da far richiedere ai cittadini la nostra presenza, an-che in situazioni non propriamente di pericolo, ma come elemento qualificante dell’iniziativa stessa. L’associazione si prodiga, come si suol dire, in tempo di pace, in attività connesse alla prevenzio-ne, sensibilizzazione, formazione e informazione di protezione civile.

* Presidente Protezione civile Val Vibrata

In piedi da sinistra Peppino Camaioni, Piero Luzii, Mara Nardi, Giulio Casalena, Giada Petrucci, Rossano Ruggieri, Stefano Carlinfante, Gino Cristofori, Italo Apera, Corrado De Santis, Filippo Casimirri, Luigi Pucci. Accosciati da sini-stra Antonio Barbieri, Gabriella Del Sordo, Rita Ragni, Paola Pergolini, Lorenzo D’Ottavio, Antonio Fratò, Franco Di Berardino, Sergio Biancacci e figlia.

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Associazione Radiantistica Albatros I°

Associazione del tutto particolare, fondata il 30 dicembre 1987 e federata con F.I.R. C.B - Servizio Emergenza Radio. La struttura di Montorio si avvale della collaborazione di una decina di soci con i quali promuove le ricetrasmissioni per fini civili, morali e culturali. Si occupa, inoltre, di assistenza civile (gare ciclistiche e manifestazioni) e protezione civile, specie in caso di emergenza e pubblica calamità quali il sisma Abruzzo 2009. L’Organizzazione aderisce alla Federazione Italiana Ricetrasmissioni Citizen’s Band S.E.R. Onlus con sede in Milano via Lanzone da Corte 7.

Presidente Massimo Graduatomob. 328/61.69.582Segretario Giuseppe Recchiaemail [email protected] mob. 340/25.96.577web Federazione www.fircb.org profilo Facebook Circolo AlbatrosIndirizzo via Pigliacelli snc 64046 Montorio al Vomano (TE)

Associazione nazionale Alpini (ANA) – Sez. Abruzzi

Le Penne nere sono in prima linea anche sul fronte del volontariato. A.N.A. è presente con una sezione regionale a Paganica e diversi gruppi sparsi sul territorio abruzzese. Costituita il 15 aprile 1929, la sezione “Abruzzi” è dotata di un Nucleo di Protezione civile costituito, negli anni ’90, su impulso di Antonio Festa. L’organizzazione è declinata in una Direzione, una Commissione e cinque Unità, queste ultime equipaggiate di tutto punto. Ciascuna unità, inoltre, dispone di una cucina mobile (su automezzo) in grado

di preparare sino a 500 pasti giornalieri. La Protezione civile ANA Abruzzi si è distinta, sia Italia che all’Estero, in importanti operazioni. Preziosa, infine, l’opera di prevenzione ed intervento sugli incendi giusto Protocollo d’intesa stipulato con la Regione Abruzzo.

Indirizzo via degli Alpini, snc 67100 Paganica (AQ) (sede provvisoria).Presidente Giovanni NataleSegretario Pietro D’Alfonso Coordinatore per la protezione civile Antonio Cialella tel e fax 0862/68.253email [email protected] web: www.anaabruzzi.eu www.protezionecivileanaabruzzi.it

Per chi volesse iscriversi alla protezione civile ANA, non occorre aver prestato servizio nel glorioso corpo, è sufficiente rivolgersi ai Gruppi. I gruppi teramani organizzati per il servizio di protezione civile (coordinati da Gianfranco Sabatino), sono i seguenti:

A.N.A. Gruppo di Atri

via Troiano Odazi n° 4/6 64032 – Atri (TE) La sezione opera sin dal 1965 aderisce al PROCIVOLCapogruppo Alvaro Guardianimob. 328/892.40.34email [email protected]

A.N.A. Gruppo di Basciano

Contrada S. Chiara, 5664030 Basciano (TE)Capogruppo Gianfranco Sabatinotel. 0861/65.95.59mob. 328/62.44.239email [email protected]

Presso la sede di Basciano si è recentemente concluso (27 luglio) “Anch’io sono la protezione civile 2013”. Un campo scuola organizzato dal gruppo in collaborazione con il Comune e previa autorizzazione del Dipartimento di P.C., che ha offerto a 27 ragazzi delle preziose opportunità formative. Aderisce al PROCIVOL.

Fanfara alpina c/o Gruppo A.N.A.

Indirizzo Piazza Arengo – 64021 Bellante Capogruppo Anselmo Carduccimob. 347/36.25.535

Il gruppo di Bellante nasce nel 2010 e può vantare, dall’aprile di quest’anno, una splendida Fanfara di 25 elementi che allieterà, con il Coro alpino di Isola, la chiusura della XIII edizione del Premio Volontariato.

A.N.A. Gruppo di Isoladel Gran Sasso

Capogruppo Giulio Ciarellimob. 340/588.93.56email [email protected]

La musica e il canto, anche nei momenti più difficili della vita, concorrono a sostenere il morale. Per questi motivi che gli Alpini di Isola, pur non essendo dotati di un nucleo di protezione civile, sono molto conosciuti per il Coro fondato (settembre 2001) da Francesco Sfrattoni. Ancora oggi il “Coro Alpino Stella del Gran Sasso” ([email protected]), coro ufficiale di A.N.A. Abruzzi, si esibisce in numerose tournée lungo la Penisola, sotto la competente direzione del M° Giacomo Sfrattoni (338/60.59.939).

In occasione del Premio 2013, annotiamo le realtà provinciali che, in linea con le disposizioni impartite dal Dipartimento Nazionale della Protezione civile, vigilano sulla nostra sicurezza. La principale disciplina in materia è contenuta nella Legge 225 del 1992, norma istitutiva del Servizio di Protezione civile. Alcune di queste associazioni aderiscono al

PROCIVOL, il coordinamento delle associazioni di protezione civile. Alla guida del Coordinamento provinciale troviamo Alfredo Andreoli, proveniente dalla Protezione civile Corropoli.

Vigilano sulla nostra sicurezza ed incolumità le seguenti associazioni:

LE ASSOCIAZIONI DI PROTEZIONE CIVILE IN PROVINCIA DI TERAMOa cura di VALERIO PICHINI

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A.N.A. Gruppo di Teramo frazione Rapino

Capogruppo Antonio (Tonino) Di Carlo tel. 0861/32.71.17fax 0861/41.36.68mob. 388/941.91.53 - 366/28.44.159 email [email protected]

A.N.A. Gruppodi Valle Castellana

Indirizzo C.da Rio di Lame, 8 64010 Valle CastellanaCapogruppo Giulio Casalena tel 0861/93.287email [email protected]

C.I.V.E.S.

Indirizzo via Potito Randi, 8 (ex Villeroy) 64100 Teramo

Acronimo di Corpo di Intervento Volontario di Emergenza e Soccorso, C.I.V.E.S. è impegnata in diversi settori, ma l’esperienza più importante è quella maturata sul fronte incendi ( prevenzione ed intervento).

Il personale Cives rispetta gli aggiornamenti dettati dalle più recenti disposizioni di legge che assimilano i volontari ai lavoratori dipendenti. Il sostentamento di questa importante associazione proviene da Convenzioni stipulate rispettivamente con la Regione Abruzzo, con il Comune di Teramo e il Comune di Canzano in forza delle quali Cives percepisce somme, come anche altre non profit, a titolo di mero rimborso spese. «Dopo il sisma di L’Aquila, è cresciuto un certo entusiasmo per questo tipo di volontariato. Entusiasmo che, purtroppo negli ultimi tempi, è un po’ scemato» ha dichiarato il Presidente D’Ubaldo, in una recente intervista rilasciata ai colleghi dell’emittente Teleponte.

Presidente Mauro D’Ubaldo tel e fax 0861/220.477cell. 333/93.10.669 per emergenzecell. 347/33.57.804 presidenza email [email protected]

C.V.P.C. Alba Adriatica “Lorenzo Cini”

Costituita nel 2009 a ricordo del giovane Lorenzo morto nel sisma di L’Aquila. Aderisce al PROCIVOL.Indirizzo Gran Sasso d’Italia via Merano, 19 64011 Alba Adriatica (TE) Presidente Pasqualino Gabbanella cell. 348/ 840.92.28 – 345/710.10.995email [email protected] www.gransassoditalia.net

C.V.P.C. sezione Ancarano “Giusy e Genni Antonini”

Indirizzo Piazza Roma, 1 64010 Ancarano (TE)Presidente Massimo Fioravanti Segreteria Romina Petrocchi cell. 339/197.41.84 – 349/068.70.95email [email protected] [email protected]

Un’altra giovane realtà, quella di Ancarano nata (2010) su iniziativa dell’attuale presidente. L’organico è composto da 20 volontari, tutti debitamente formati. Aderisce al PROCIVOL.

C.V.P.C. Castelli Gran Sasso d’Italia O.N.L.U.S.

Indirizzo sede C.da Convento, 3 64041 Castelli (TE)Nasce nel 2008. Nel 2009, in occasione del terremoto aquilano che ha colpito anche il territorio di Castelli. Si adopera per organizzare i campi di accoglienza. L’associazione può contare su 45 volontari attivi e diversi mezzi e attrezzature. Aderisce al PROCIVOL.

sedi operative: • piazza del Municipio 64042 Colledara (TE) operativa dal 2011;• via Borgo S. Leonardo 64045 Isola del Gran Sasso (TE) aperta nel 2013Presidente Andrea Vagnozzitel e fax 0861/97.06.07cell. (h 24) 349/29.45.349email [email protected]

email [email protected] P.E.C. [email protected] web www.protezionecivilecastelli.it

C.V.P.C. Corropoli Onlus

Indirizzo via San Giuseppe, 23 64013 Corropoli (TE) Presidente Alfredo Andreoli (Presidente PROCIVOL) tel. 0861/821.79cell 320/579.92.80 - 340/55.75.788email [email protected] web www.procivcorropoli.it

Durante le numerose missioni ha avuto occasione di incontrare realtà di regioni limitrofe, e collaborare fruttuosamente con le medesime.

C.V.P.C. Giulianova.

Sede legale via Salvo D’Acquisto, 9 64100 Teramo (c/o CSVTE)Sede operativa via G. Di Vittorio snc (c/o Centro comm. I Portici) 64021 Giulianova (TE)Presidente Michele Marucciatel e fax 085/802.86.61cell. 340/33.36.593email [email protected]

Costituita nel 2005, ha ricevuto il Premio benemerenza come punto di riferimento e coordinamento sisma L’Aquila 2009. Aderisce al PROCIVOL.

C.V.P.C.Gran Sasso d’Italia

Morro d’Oro

Indirizzo C.da Piane Cesare snc 64020 Morro d’Oro (TE)Associazione aderente al PROCIVOL.Presidente Luciano del Nibletto (331/62.99.282)Segretario Giuseppe Visciotti (333/99.27.905) tel. 085/41.63.993email protezione [email protected]

LE ASSOCIAZIONI DI PROTEZIONE CIVILE IN PROVINCIA DI TERAMO

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C.V.P.C.Gran Sasso d’Italia Mosciano S. Angelo

Indirizzo via Terracini 16/18 64023 Mosciano S.A. (TE)Presidente Gianni Puliti tel. 085/80.62.525cell. 340/28.93.887 - 340/28.92.231 346/13.91.226email [email protected] web www.protezionecivilemosciano.it

Attiva sin dal 1990 è forte di ben 50 soci volontari (tra soccorritori e collaboratori). Parliamo dell’associazione decana (con la C.I.V.E.S. Teramo) del volontariato di protezione civile nella provincia di Teramo. Tanta esperienza e un’accurata logistica contraddistinguono l’operato di questi volontari che - davvero sul campo - hanno meritato svariati riconoscimenti dalla Regione, dal Dipartimento di Protezione civile e dalle popolazioni soccorse. Protezione civile Mosciano aderisce alla FIVOL (Fondazione Italiana Volontariato) e al PROCIVOL Teramo (Coordinamento provinciale del Volontariato di Protezione civile). Si segnala la redazione del Piano Comunale di Emergenza e il progetto “Scuola sicura” presso alcuni edifici scolastici.

C.V.P.C.Gran Sasso d’Italia

Notaresco

Presidente Francesco StracciaVicepresidente Aldo D’Angelantonio Segretario Antonio Borgia

Associazione appena costituita (agosto 2013). Parliamo, con soddisfazione, dell’ennesima filiazione della protezione civile di Mosciano, ma non ancora operativa (in attesa dei riconoscimenti).

C.V.P.C. Roseto

Indirizzo via Fonte dell’Olmo snc 64026 Roseto degli Abruzzi (TE) Presidente Asperino Di Nicola Vicepresidente Amadio Fasciocco (328/416.75.22)tel e fax 085/893.60.57cell. 338/483.20.09 - 347/543.20.22email [email protected]

Apprezzato il lavoro dei Volontari rosetani nella gestione e distribuzione di beni, provenienti da tutta la Penisola e diretti ai terremotati del sisma di L’Aquila. Altrettanto generosa, infine, la solidarietà del Corpo in occasione del sisma Emilia dello scorso anno. Aderente al PROCIVOL.

C.V.P.C. Silvi

Indirizzo via Roma, 190 (c/o Parcheggio multipiano Comunale) 64028 Silvi Marina (TE) Aderente al PROCIVOL.Presidente Romano Fanìtel e fax 085/93.00.35cell. (H24) 328/879.12.12 email [email protected] web www.protezionecivilesilvi.it

Il Corpo dei volontari di Protezione civile di Silvi nasce il 19 gennaio 2002, spronato dagli amministratori municipali e con il sostegno del C.V.P.C. di Mosciano. Ad oggi il gruppo conta 27 volontari.

C.V.P.C.

di Torano Nuovo Onlus

Indirizzo via Roma, 12/a (c/o Palestra Comunale) 64010 - Torano Nuovo (TE) Presidente Roberto Pennesicell. 340/53.46.396Vicepresidente Gianfranco CavarocchiSegretario Lucio Di Pietro cell. 347/91.41.692email [email protected]

Onlus di recente costituzione ( 28 aprile 2011) con una quarantina di soci fondatori formati grazie alla collaborazione del Coordinamento Provinciale di Protezione civile Val Vibrata. Banco di prova dell’associazione, l’emergenza neve del 2011, durante la quale una particolare attenzione è stata rivolta alle persone anziane. Presta la sua opera in occasione di fiere e gare ciclistiche. Aderisce al PROCIVOL.

C.V.P.C. Tortoretosez. “Matteo Vannucci”

Indirizzo via Napoli (Palazzetto dello sport) 64018 Tortoreto (TE)Presidente Adriano Cavatassi

tel. 0861/78.64.58fax 0861/78.84.87cell. 347/366.49.44 - 393/927.10.59email [email protected] web: www.protezioneciviletortoreto.it

Fondata nel 2009 per affiancare la protezione civile di Corropoli, la sezione è intitolata ad uno studente morto nel sisma aquilano del 6 aprile. Soccorso e protezione civile nei casi di calamità o in presenza di situazione di danno o pericolo, la missione. La sezione “M. Vannucci” collabora con la Guardia costiera, Vigili del Fuoco e F.I.S.A. Aderente al PROCIVOL.

C.V.p.C. Tossicia

Presidente Domenico Angelinicell. 339/150.81.62

Alla data del 23 luglio 2013, il personale volontario sta affrontando la formazione per ottenere l’idoneità al servizio.

C.V.P.C.Val Vibrata - Sant’ Omero

Indirizzo via Metella Nuova, 7 64027 S. Omero (TE) Associazione aderente al PROCIVOL.Presidente Rossano Ruggieri email [email protected] cell. 335/81.40.755Coordinatore Peppino Camaioni email [email protected] cell. 328/78.35.288tel e fax 0861/808.172email [email protected] www.protezionecivilesantomero.it

Nasce nel 2000, grazie alla sensibilità dell’Amministrazione municipale e al concreto aiuto della Protezione civile di Mosciano che organizza la formazione dei nuovi volontari. Iscritta a tutti gli Albi di p.c., Val Vibrata può contare su 107 volontari coordinati da Peppino Camaioni. Attualmente sono in corso gli aggiornamenti sulla prevenzione e protezione ai sensi dei Dlgs 81/08 - DM 13.04.2011.

LE assoCiaZioNi Di ProTEZioNE CiViLE iN ProViNCia Di TEramo

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La Croci sono associazioni di pubblica assistenza. In alcuni casi, tuttavia, queste preziose realtà dispongono anche di un nucleo di protezione civile. A tal proposito segnaliamo:

Croce BiancaAlba Adriatica O.N.L.U.S.

Costituita il 6 novembre 1990. Opera anche nel settore della protezione civile in conformità alla vigente normativa in materia (L. 225/92 - L. 401/01 – L.152/05 – DIM 13 aprile 2011 – D.P.C.M. 12.01.2012). Il direttivo di Croce Bianca Alba A. è stato appena rinnovato (25.08.13).

Indirizzo via Maternità, 24 64011 Alba Adriatica (TE) Presidente Andrea CiaffoniVicepresidente Fabio Branciaroli tel. e fax 0861/75.36.67cell. 347/067.95.58email [email protected] www.bianca-alba.org

Croce BiancaO.N.L.U.S. Teramo

Costituita il 14 febbraio 1997 grazie all’opera dei medici Claudio Di Bartolomeo e Giancarlo Speca.

Indirizzo viale F. Crispi, 245 64100 TeramoPresidente Stefano Di Stefano tel. e fax 0861/211.722email [email protected] email [email protected] web www.crocebianca.netweb www.crocebiancapc.altervista.org

Croce Bianca si è dotata del Gruppo di Protezione civile “Federica Moscardelli”.

Croce VerdeVilla Rosa Traversa

Indirizzo via Fabio Filzi snc64014 Martinsicuro - fraz. Villa Rosa (TE) Presidente Marcello Montitel. 0861/710.200cell. 320/79.91.153 (Artemio Filioni) email [email protected] web www.croce-verde.it

La Pubblica Assistenza CROCE VERDE è un momento di aggregazione dei cittadini

che, attraverso l’impegno diretto, intendono offrire un contributo alla collettività. Il 5 maggio 1988, la data di fondazione come pubblica assistenza. Un ventennio più tardi, l’iscrizione all’Albo Regionale delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione civile. L’anno successivo CROCE VERDE è sul campo nell’emergenza sisma Abruzzo nella delicata assistenza degli sfollati aquilani sulla costa teramana. Aderente al PROCIVOL.

F.N.G.V.Federazione Nazionale

delle CompagnieGiubbe Verdi Onlus

Sede nazionale: via Aldo Moro, 6 47042 Cesenatico (FC)

Le federazione è ripartita in 12 compagnie. In provincia abbiamo:

CompagniaGran Sasso Laga

Indirizzo via Casette, 10 Tossicia (Te)Presidente Giuseppe Franchicell. 338/14.70.513 - 339/89.15.262email [email protected] web www.giubbeverdi.it

La Compagnia G.S. Laga, costituitasi in associazione nel 1993, svolge svariate attività (anche a cavallo). Protezione civile, ambientale e didattica, quest’ultima rivolta sia agli adulti che a ragazzi in età scolare, i settori curati. Aderisce al PROCIVOL.

P.A. Pros OnlusPineto

Indirizzo Largo Giuseppe Fava snc (c/o Centro Polifunzionale) Pineto (TE)Presidente Anselmo CandeloriSegretario Mario Giampietro (388/698.8517) tel. 085/949.36.59email [email protected] email [email protected] web www.prospineto.it

Nata nel 1988 come pubblica assistenza con il sostegno di molti cittadini, Pros Pineto dispone anche di un gruppo di protezione civile. Tante le iniziative, ne ricordiamo

alcune: “Emergency bike”, un servizio di sorveglianza (ore diurne) lungo circa 7 km di marina protetta, incluso un servizio in pineta, in convenzione con A.M.P. Torre del Cerrano. Da non dimenticare, infine,“Estate sicura”, un progetto ultraventennale che, nonostante i tagli pubblici, ha favorito e continua a favorire l’ambito riconoscimento della Bandiera blu.

Società Nazionaledi salvamento ONLUS

Indirizzo via Luccoli, 24 16123 Genova (GE)Presidente nazionale Giuseppe Marino tel. 010/24.74.261fax 010/24.74.223mobile 335/68.20.943email [email protected] web www.salvamento.it

la Società si distingue per una presenza capillare. In provincia segnaliamo le sezioni di Atri (Silvi Marina), Roseto degli Abruzzi e Tortoreto, ma solo quest’ultima si occupa di protezione civile.

Sezione Tortoreto(competenza su Giulianova, Tortoreto,Alba Adriatica e Martinsicuro)Direttore Domenico Suracetel e fax 0861/78.91.77cell. 347/912.30.11email [email protected]

Genova - 10 luglio 1871. Il medico Edoardo Maragliano, padre del vaccino antitubercolare, annuncia l’opportunità di creare una società di salvataggio per i naufraghi in mare. I primi passi sotto la denominazione di Società ligure di salvamento. Più tardi (1929) l’attuale denominazione. Dal 1997 è iscritta nell’elenco delle Organizzazioni Nazionali di Volontariato del Dipartimento della Protezione civile. S.N.S Onlus, oltre ai tradizionali corsi di formazione per “Bagnino di salvataggio”, promuove iniziative di sensibilizzazione alla sicurezza balneare e alla prevenzione e soccorso degli incidenti in mare. I volontari di salvamento sono intervenuti (in Italia e all’Estero) in occasione di grandi emergenze.

LE assoCiaZioNi Di ProTEZioNE CiViLE iN ProViNCia Di TEramo

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Un salto in darsena per un sopralluogo. Indispensa-bile la revisione alla deriva ed eccoci pronti - a vele spiegate e con rinnovato entusiasmo - per una nuova crociera virtuale, rotta arcipelago del volontariato, questa volta di protezione civile.

Navigando sul web, abbiamo notato una sensibile riduzione di indirizzi (molti preferiscono approdare su Facebook o altri social network). Riteniamo che le associazioni non debbano rinunciare a dotarsi di una pagina web. Non occorre spendere una fortuna. La semplicità e la funzionalità sono sempre qualità vincenti.

Il primo approdo lo dedichiamo al Dipartimento di Protezione civile, struttura, in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, concepita e disciplinata nel 1992. Cliccando su www.protezionecivile.it si apre la home page del Dipartimento.

La prima impressione è buona, anzi ottima. Il sito è gradevole nella grafica, con una banner chiaro ed essenziale e una pagina dinamica attraverso la qua-le scorrono, con sufficienti intervalli, le principali notizie. Il resto delle voci è ben organizzato, sulla sinistra della pagina le info principali, al centro le news e, infine, a destra il bollettino meteo, le notizie sul volontariato e le fonti normative. Tornando a si-nistra, scopriamo la possibilità di scaricare (in PDF) “Protezione Civile”, il periodico bimestrale del Di-partimento. Dal sito principale passiamo al settore regionale su www.regione.abruzzo/protezionecivile/index.

Lasciando l’isola del Dipartimento guadagniamo la sezione Abruzzi di A.N.A., vertice regionale di un’associazione veramente gloriosa. Dopo il tremen-do sisma 2009, la Sezione si è trasferita (provviso-riamente) a Paganica. Digitando www.anabruzzi.eu

si apre una pagina che ci offre un suggestivo sfondo d’alte cime; quelle cime simbolo del corpo glorioso che, anche in Abruzzo, ha tenuto alto l’onore del no-stro Paese sia negli eventi bellici (12 medaglie d’o-ro) che in difficili eventi civili (1 medaglia d’oro).

È quindi la volta dell’Associazione Radiantistica Al-batros 1°, associazione nata nel 1987. Albatros opera in un settore particolare, quello delle ricetrasmissio-ni. Non trascura l’impegno nella protezione civile. Il sito che suggeriamo all’indirizzo www.fircb.org è quello della Federazione Italiana Ricetrasmissioni alla quale il sodalizio montoriese è federato. Un clic e si apre una pagina ben organizzata. Le informazio-ni sono tante. Magari sacrificando qualcosa si otter-rebbe una comunicazione più efficace.

Approdiamo anche alla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, presenti in tutte le re-gioni d’Italia (unica eccezione la Val D’Aosta). Le Misericordie abruzzesi sono attive in tutte e quattro le province. Nel nostro capoluogo, la sede si trova alla frazione S Nicolò a Tordino via Enrico Fermi, 2. Le Confraternite (talvolta Arciconfraternite) della misericordia vantano origini molto antiche (Firenze 1244). Furono concepite per prestare (con miseri-cordia) assistenza e onoranze funebri ai più poveri. Attualmente la Confederazione, sorta nel 1899, ri-unisce oltre 700 Confraternite per un totale di cir-ca 670.000 iscritti. Registriamo, infatti, il lodevole impegno di questo antico sodalizio in occasione del terremoto in Emilia. Entrando con www.misericor-die.it nel sito nazionale, ci attende una pagina acco-gliente (come le loro sedi) e ben organizzata.

Riprendiamo il mare del non profit e dirigiamo la prua del nostro natante alla volta del Corpo Volon-tari di Protezione civile Castelli, con sedi operative

a cura di VALERIO PICHINI

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a Colledara e Isola del Gran Sasso. Con un clic su www.protezionecivilecastelli.it si entra velocemente nella pagina elettronica.

Digitando www.procivcorropoli.it , eccoci a “casa” del Corpo Volontari di Protezione civile Corropoli, anzi qui ci troviamo inaspettatamente in una sorta di anticamera: sfondo nero e, in evidenza, un collage di immagini che riepilogano le missioni del corpo.

Ed ora ci prepariamo a visitare una località, anzi un approdo per così dire storico nell’ambito del volon-tariato di protezione civile della nostra provincia. Parliamo del Corpo Volontari di Protezione civile Mosciano Gran sasso d’Italia, una realtà di riferi-mento che in oltre 20 anni ha accumulato un enorme patrimonio di esperienza e competenza, riscuotendo ovunque il plauso di istituzioni e popolazioni. Allora e senza indugio un clic su www.protezionecivilemo-sciano.it .

Salpiamo da Mosciano per far rotta su Corpo Volon-tari di protezione civile Silvi. Approdiamo dunque su www.protezionecivilesilvi.it e scopriamo un sito gemello a quello di Mosciano. Non c’è da stupirsi, spesso e saggio sfruttare preziose sinergie.

Puntiamo a nord per una visita al Corpo Volontari di protezione civile Tortoreto. Il clic su www.pro-tezioneciviletortoreto.it ci introduce in pagine con-fezionate da una mano meno professionale. Nessun ostacolo ad una corretta fruizione dello spazio, dove non manca nulla.

Nel cuore della Val Vibrata,ha sede il Corpo Volontari Protezione

civile S. Omero. La pagi-na web si trova all’in-

dirizzo www.protezio-necivilesomero.it. La pagina non è male, ma costringe a qual-

che “contorsione” con il

mouse, pazienza. Nessun problema per il resto (in-formazioni).

Eccoci alla Croce Bianca O.N.L.U.S. Teramo che, da alcuni anni, dispone anche di una sezione (“Federica Moscardelli”) di protezione civile. Digitando www.crocebianca.net si apre una pagina istituzionale non particolarmente attraente. Il banner è confezionato un po’ frettolosamente. Per accedere al settore di protezione civile; a sinistra cliccare su Gruppo pro-tezione civile e qui le cose migliorano decisamente, cliccare per credere!

Arriviamo alla Croce Verde Villa Rosa di Villa Rosa di Martinsicuro. Ancora una pubblica assistenza sul fronte protezione civile. La pagina, all’indirizzo www.croce-verde.it, è gradevole e di rapida consul-tazione.

Tornati a bordo, ci dirigiamo verso la Compagnia Gran Sasso Laga, associazione appartenente alla Fe-derazione nazionale delle Giubbe Verdi con sede a Cesenatico. È interessante dare un’occhiata a www.giubbeverdi.it . La pagina, ricca e con un attraente banner, riproduce e sintetizza la missione: protezio-ne civile, vigilanza ambientale e zoofila.

La Pubblica assistenza Pros Onlus Pineto ha al suo attivo numerose iniziative, tra queste: “Emergency bike”, un servizio di vigilanza (in bici) lungo il per-corso della Marina Protetta Torre del Cerrano. Clic-cando su www.prospineto.it, eccoci proiettati su una pagina di buon effetto cromatico. Avremmo preferi-to disporre articoli e link sulla sinistra, una soluzio-ne, a nostro parere, più pratica.

La nostra crociera, in un’estate che alterna giornate piovose a momenti torridi, volge al termine, ma pri-ma di ammainare le vele e di rientrare a velocità di sicurezza, come prescrivono le regole nautiche, ci affacciamo con gran piacere su Società nazionale di Salvamento Onlus - sezione Tortoreto. Una sezione attivissima e guidata da Domenico Surace (per tutti Mimmo). Prima di tornare a terra, un clic ed uno sguardo su www.salvamento.it . Il sito è graficamen-te appagante (stupendo il banner) e ben organizzato come piace a noi. Comprendiamo che un sito nazio-nale è caratterizzato da standard che non possiamo pretendere nelle pagine elettroniche di realtà più piccole, verso le quali il metro di valutazione deve essere diverso.

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arTE

L’Aula liturgica San Pio da Pietrelcina (1991- 2004), voluta dai Cappuccini di S. Giovanni Rotondo (Foggia), scaturisce dal

progetto dell’architetto Renzo Piano.San Pio, al secolo Francesco Forgione (1887 – 1968) di origini beneventane, è senza dubbio il Cappuc-cino più famoso. Fra Cristoforo da Pescarenico, in-fatti, deve la sua popolarità alla penna del Manzo-ni, mentre di padre Mariano da Torino, il religioso

della TV anni ‘60, il ricordo è or-mai sbia-

dito.

Nonostante l’enorme popolarità del frate delle stimmate, canonizzato nel 2002, pochi sanno che egli è stato dichiarato Patrono dei volontari della protezione civile. Il provvedimento della Santa sede (Decreto Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 21.02.04) reca la seguente motivazione: “I fedeli di ogni parte d’Italia hanno sempre considerato la testimonian-za di San Pio da Pietrelcina, presbitero, come un segno della Divina Provvidenza a sostegno di co-loro che attraverso situazioni di particolari diffi-coltà si appellano alla sua protezione”. Un ricono-scimento importante, provocato dalla richiesta di ben 160 associazioni di volontariato. San Pio, ma ancora oggi per tutti Padre Pio, è stato un grande educatore. Capace di scrutare nei cuori e nelle coscienze, per aiutare ciascuno, a volte con qualche tiratina d’orecchi, a dare il meglio di se; come i volontari di protezione civile che, dinanzi alle emergenze e nonostante i propri limiti, hanno saputo sempre esprimere il meglio di loro stessi.L’edificio sacro è sorto per accogliere i numero-si devoti. L’Aula liturgica, ubicata nei pressi del monastero e delle due chiese preesistenti, è prece-duta da un sagrato triangolare che accoglie sino a 3000 persone. All’interno, ben 22 archi in pietra di Apricena sostengono - forti di un’anima in acciaio - la copertura dell’aula scandita in tre navate che assicura una capienza di circa 6000 fedeli seduti. La pavimentazione dell’Aula, in un ideale di con-tinuità, è la medesima del sagrato. Le navate sono in perenne penombra per favorire la preghiera,

mentre l’altare (Arnaldo Pomodoro) è ”colpito” da lame di luce. L’opera è completata da una chiesa inferiore alla quale si accede percor-

rendo un corridoio decorato con mosaici del gesuita Marko Ivan Rupnik (1954 - viv.),

L’aula liturgica di San pio patrono dei volontari

della protezione civiledi VALERIO PICHINI

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passato, dopo una fase giovanile astrattista, al fi-gurativo e definito dalla critica artista del colore. Nella chiesa inferiore troviamo la cripta che ospita le spoglie di Padre Pio che, dal maggio 2013, vi sono esposte, in perpetuo, alla pubblica venerazio-ne. L’ambiente della chiesa inferiore non è, come di consueto, immerso nella penombra, bensì “illu-minato” (nella volta) da un rivestimento in foglia d’oro, ricavato dalla fusione degli ex voto donati al Santo; una scelta che ha suscitato qualche po-lemica. Osservando l’Aula, come le numerose opere rea-lizzate in Italia e all’estero, ci domandiamo quale sia il percorso stilistico del progettista. Genovese di Pegli, classe 1937, Piano proviene da una famiglia di costruttori edili. Nel 1971 approda al Beaubourg di Parigi, vincitore con Roger del concorso per la realizzazione del Centro Pompidou in un linguag-gio Hi-Tech. Egli dichiara espressamente la sua vicinanza a progettisti del calibro di Louis Kahn o Marco Zanuso che considera suoi Maestri. Tut-tavia, è un autore che pensa ed opera prescindendo

da qualsivoglia condizionamento accademico (K. Frampton). Del resto, come possiamo osservare nell’opera di S Giovanni Rotondo, egli sa coniugare, con innegabi-le abilità, praticità e bellezza, come ha sostenuto il giornalista e critico Paolo Vagheggi (1951 - 2009), prematuramente scomparso. Un connubio questo che colloca l’architetto in una posizione quasi an-timoderna. Se, infatti, nel movimento Moderno il progetto rispetta la funzione, la destinazione d’uso sino alla punta estrema, il “Brutalismo” proposto da Le Corbusier; allora Renzo Piano non è moder-no o, perlomeno, non lo è del tutto. Egli, infatti, non si sottomette al diktat funzionali-sta di Sullivan: “form follows function”, la forma segue la funzione. Certo nel Genovese – recente-mente (30 agosto) nominato Senatore a vita - la funzione dell’edificio non viene ignorata, ma egli opera un aggiornamento, fa un passo avanti, coglie l’estetica, il bello, il ben fatto di certi particolari che possiamo osservare anche nel tempio di San Gio-vanni Rotondo, dove vi è largo impiego, ad iniziare

dal sagrato in pietra di Apricena, dei ma-teriali della tradi-zione locale e dove è ribadito il rispetto - diremmo quasi sa-cro - dell’ambiente naturale (presenza di varie essenze ar-boree e vasche d’ac-qua ai margini del sagrato), come del lavoro artigianale (organo a canne in-cluso) frutto di lun-ghi anni di pratica.

L’Aula liturgica intitolata a San Pio e, sopra, le spoglie del frate con le stimmate

SETTEMBRE 2013 | | 35CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO

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