psicologia giuridica e della devianza · psicologia giuridica e della devianza anno accademico...
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PSICOLOGIA GIURIDICA E DELLA DEVIANZA
ANNO ACCADEMICO 2010-2011Prof.ssa Patrizia Patrizi
Collaborano al corso:
Dott.ssa Vera CuzzocreaDott. Gian Luigi LepriDott.ssa Irene PetruccelliDott.ssa Francesca Vitale
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Enrico Ferri: lezioni di diritto e procedura penale [Ferri 1910-1911]; Congresso di Colonia del 1911.1911-12: Scuola di applicazione giuridico-criminale
Psicologia criminalePsicologia giudiziariaPsicologia carcerariaPsicologia legale
Il fattore umano nel diritto e nella giustiziaIl metodo positivo
LE ORIGINI
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L’ATTUALITÀ: PUNTO DI ARRIVO DI UN PERCORSO1986-87: inserimento nei Corsi di Laurea in Psicologia 1988-89: attivato all’Università “La Sapienza” di Roma a. psicologia quale referente scientifico: paradigmi, metodi di ricerca,
strumenti operativi da specializzare rispetto al campo di applicazione;b. diritto e giustizia quale referente di contesto cui ricondurre validità, efficacia
e utilità del proprio sapere mantenendoc. capacità autonoma di produrre domande, formulare ipotesi, disegni di ricerca,
progetti di interventod. identità interdisciplinare su cui fondare la capacità di connettere psicologia e
diritto entro un’area che, proprio all’interno di questo rapporto, produce riflessioni, domande, problemi che riguardano il rapporto persona – norma sia in senso generale che nello specifico delle questioni di giustizia
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AREE APPLICATIVE
La psicologia del diritto o psicologia legale, oggi prevalentemente penale e civile, ma potenzialmente aperta a tutti gli altri “diritti”;
la psicologia delle attività, dell’organizzazione, delle funzioni, delle dinamiche e delle strategie giudiziarie;
la psicologia dei provvedimenti, dei trattamenti e degli interventi collegati alle decisioni giudiziarie (civili e penali) e all’esecuzione detentiva e alternativa delle pene;
la psicologia degli interventi di formazione per operatori/trici della giustizia e per professioniste/i e servizi, esterni alla giustizia, che intervengono in applicazione di provvedimenti giudiziari;
la psicologia delle situazioni problematiche e a rischio in età evolutiva, finalizzata alla tutela delle persone di età minore;
la psicologia dei comportamenti problematici di tipo deviante e criminale.
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FERRI E LA “RIFONDAZIONE PSICOLOGICA” DEL DIRITTO
− studiare con metodo positivo le “cause” del crimine e i possibili rimedi;
− combattere le astrazioni intellettualistiche della scuola classica (dogmatismo giuridico come fonte dei criteri di garantismo);
− dal sistema legale della pena a quello della misura di sicurezza ;
− dalla garanzia di una pena certa all’indeterminatezza delle misure secondo le necessità del trattamento;
− l’introduzione di misure preventive in funzione non del reato commesso, ma della prevedibilità di un delitto futuro
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DUE APPROCCI ALTERNATIVI ALLA QUESTIONE DEL REATO E DELLA PENA
Dibattito fra:
Scuola Classica di diritto penale
(“libero arbitrio” – l’azione delinquenziale)
[responsabilità come “scelta”]
Scuola Positiva
(determinismo e ricerca delle “cause” – la personalità criminale)
[responsabilità come colpa/malattia à deresponsabilizzazione]
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DAI PRINCIPI DELL’ILLUMINISMO (1)
Cesare Beccaria “Dei delitti e delle pene” (1765)
• I quattro principi del diritto di punire:
–Legalità–Obbligazione del legame sociale–Non crudeltà delle pene–Non interpretazione della legge
• Porre limiti al potere punitivo dei sovrani • stabilire garanzie formali (lo Stato di diritto) • Universalizzare la giustizia penale
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DAI PRINCIPI DELL’ILLUMINISMO (2)
• Le caratteristiche della pena:
– Interna a un contratto sociale (accordo fra parti sociali e poteri diversi)
– Utile– Umanitaria– Legale– Retributiva (in funzione del danno sociale: per la
maggior parte dei/delle consociati/e)
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DAI PRINCIPI DELL’ILLUMINISMO (3)
Il libero arbitrio: reciproco, contrattuale rispetto delle sfere di potere:
– Il potere pubblico può punire l’azione ma non attuare ingerenze sulla personalità di chi l’ha commessa.
– Il soggetto deve sentirsi libero di scegliere; deve altresì rendere conto delle infrazioni rispetto ai criteri di valutazione stabiliti nel patto sociale (anche se diversi dai propri).
– Obiettivi: disincentivare l’azione – difendere la società.
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−Rielaborazione in chiave di dottrina giuridica delle idee dell’Illuminismo (Francesco Carrara)
− Il crimine non è un ente di fatto ma un ente giuridico
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− Lo studio del/della delinquente e dei fattori causali del suo comportamento.
− La capaci tà d i agi re del sogget to ( la sua responsabilità) dipende da (è cioè una conseguenza diretta di) quei fattori.
− Ferri e la multifattorialità.
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L’introduzione del fattore umano nel diritto
Dalla responsabilità legale alla responsabilità sociale:
− la società deve difendersi dal soggetto non responsabile
− oggetto della valutazione non è la gravità del comportamento ma la “pericolosità” del soggetto
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POSITIVISMO CRIMINOLOGICO VS. SCUOLA CLASSICA
La concezione
del reato (ente giuridico vs. ente di fatto)della persona (libero arbitrio vs. condizionamenti)della pena (retribuzione vs. cura)
Codice Rocco del 1930: la teoria del doppio binarioLegge minorile del 1934Ordinamento penitenziario del 1975
Le problematicità dell’incontro
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LE RADICI PSICOLOGICHE
Lo sperimentalismo del primo Novecento
-Il processo come laboratorio-Il laboratorio come strumento di conoscenza
La psicologia come scienza ausiliaria(reciproche attese di discriminare il vero dal
falso)
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IL CONTRIBUTO DI SANTE DE SANCTIS
–Focus sulle dramatis personae–Doppio svincolo:•dall’antropologia criminale, criminologia e psicologia criminale (focus sull’autore/trice)•dallo studio sperimentale della testimonianza (focus sullo sperimentalismo)–Verità scientifiche, conoscenza delle leggi, loro trasformazione–Finalità socialmente utili–La fiducia nel cambiamento
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IL CONTRIBUTO DI AGOSTINO GEMELLIMeriti del positivismo: studio della personalità a fini preventivi e rieducativi
Inadeguatezza del metodo delle scienze naturali e della categorizzazione tipologica dei delinquenti
Unicità, processualità, storicità, contestualità dell’azione reato che, al pari di ogni azione, va studiata come espressione contestuale di un particolare individuo e della sua personalità intesa in senso integrale
La psicologia e le altre scienze che possono concorrere allo studio del crimine debbono farlo a partire dalla definizione giuridica del delitto: sono i codici che stabiliscono ciò che è reato e ciò che non lo è
Distinzione fra categorie giuridiche e categorie psicologiche: imprescindibile premessa di significato, da assumere nella consapevolezza sia di giuristi, sia di psicologi e criminologi. Pericolosi rischi di quella psicologia implicita e di senso comune che si muove, in forma spesso confusiva, in molte previsioni di legge.
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IL CONTRIBUTO DI CESARE MUSATTI
Può la psicologia rispondere alle esigenze di certezza del diritto?
La testimonianza: fra "verità" soggettive e "verità" processuali
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LA PSICOLOGIA GIURIDICA una storia forte… un posizionamento
“debole” (?)Provenienza e ausiliarità: Ferri e la Scuola di Applicazione giuridico-criminale
Competenza di contesto: l'incontro con l'antropologia criminale e la de-patologizzazione
Funzione di filtro: le varie anime della Psicologia giuridica: percezione di nomadismo? di prevalenza applicativa?
Identità disciplinare: fra richieste di giustizia e produzione autonoma di conoscenza
Punto di arrivo: la Psicologia giuridica diventa insegnamento accademico
La riflessione attuale...
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LE QUESTIONI FONDATIVE
− Prima questione: definizione e obiettivi− Seconda questione: una visione di sistema− Terza questione: normalizzazione della mission− Quarta questione: distinzione di confini, funzioni,
oggetto di studio− Quinta questione: l'esperto/a competente− Sesta questione: contributo all'evoluzione normativa− Settima questione: impatto e utilità sociale
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IL POSIZIONAMENTO DELLA PSICOLOGIA GIURIDICA
“Anche quando la psicologia giuridica ha funzioni probatorie e ausiliarie (come nelle consulenze tecniche civili e penali), non può che avere (altrimenti fallisce doppiamente, come disciplina scientifica e come disciplina ausiliaria
del diritto) come referenti primari i criteri scientifici e metodologici della psicologia, affermando quindi la propria differenza e la propria autonomia
rispetto al diritto e alla giurisdizione, e tuttavia, nel contempo, anche quando non ha funzioni consulenziali e probatorie, essa non può che
contestualizzarsi nei sistemi in cui il diritto si esprime e produce interazioni fra soggetti umani e ruoli istituzionali, poiché una scienza applicativa che non riesce ad “assumere” il contesto nel quale propone le proprie prestazioni
perde, per questa sola ragione, consapevolezza e scientificità e può anche “delirare” verità prive di senso”
[De Leo 1995, 22].
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PSICOLOGIA−Disciplina descrittivo-applicativa−Funzione conoscitiva−Studio delle regole sottese al comportamento −Dubbio conoscitivo−Obblighi condizionati−“Norme” empiricamente falsificabili
Probabilità Vs
Costrutti psicologici e (evolvono)
IL POSIZIONAMENTO DELLA PSICOLOGIA GIURIDICA
DIRITTO− Disciplina pratico-prescrittiva− Funzione ermeneutica− Regolamentazione dei
comp.− Traduzione operativa leggi− Obblighi incondizionati− Norme valide per definizione
Decidibilità
Categorie giuridiche (convenzionali date)
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FUNZIONI E COMPETENZE
a. Il contesto applicativo.
b. La presenza della psicologia (e delle altre discipline extra-giuridiche) al suo interno.
c. I destinatari/ie dell’intervento.
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IL CONTESTO APPLICATIVO
− contesto “normato”
− ambiente sociale, simbolico e comunicativo che accoglie e contiene il lavoro psicologico o delle altre scienze sociale
− ambiente organizzativo composto da diverse professionalità, con differenti ruoli e obiettivi
− metacontesto che struttura sia la rilevanza specifica, sia la pertinenza di qualunque azione messa in atto dai componenti del sistema, a qualsiasi livello l’azione venga prodotta
La norma come imprescindibile, potente filtro
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− Norma come testo informatore e criterio di orientamento (rischio di confusione transcontestuale, Bateson).
− Riflessione concettuale sulla norma.− Rapporto/rispondenza fra categorie giuridiche e costrutti
psicologici/sociologici, ecc.− Sistema figure giuridiche come interlocutrici costanti,
referenti mentali: contesto da cui trae origine l’intervento e a cui torna.
− Comunicazione fra codici diversi: intersistemica e interprofessionale.
− Fruibilità giuridica.
IL CONTESTO APPLICATIVO (2)
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La presenza della funzione non corrisponde alla presenza di professionisti/ruoli/competenze (es. art. 133 cp e art. 220 cpp).
Funzioniconoscitiva e di intervento
decisionale, di giudizio
Collocazioniesterna (libera professione/istituzione)interna (libera professione/istituzione)
Ampliamento aree conoscitive e di intervento
LA PRESENZA DELLA PSICOLOGIA
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DESTINATARI/IE DELL’INTERVENTO
− L’utente non chiede direttamente l’intervento
− L’utente chiede l’intervento in funzione (strumentale) di una decisione giudiziaria
− L’ambito di disfunzionalità è definito da altri troppo minaccioso per essere esplicitato
− La domanda farla emergere costruire connessioni fra domande
− il rischio di elezione della committenza
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DESTINATARI/IE DELL’INTERVENTO (2)
− Chiarificazione con utente e con se stessi/e (contratto)
− Creazione aree di accordo/consenso (istituzionale – interpersonale)
− Costruzione motivazione al cambiamento
− Mantenimento dei confini di senso (diversità “decisioni” psicologiche/sociali e decisioni giudiziarie)
− Il multistrato di significati