quando rivelare la propria sessualità rende insicuri
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Quando rivelare la propria sessualità rende insicuri
Nove giornate, tre città, un unico obiettivo: incoraggiare la riflessione sul tema della
sessualità lesbica, gay, bisex e trans. Una sfida che vede protagonisti i giovani
dell’associazione LGBT Youth Svizzera, decisi a smuovere la situazione odierna.
Agire insieme per combattere i pregiudizi che opprimono gay, lesbiche, bisex e trans.
Questo è lo scopo dell’associazione LGBT (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans) Youth
Svizzera, fondata nel 2010 da giovani volenterosi di sensibilizzare l’opinione pubblica
in materia di orientamento sessuale. Un argomento delicato che viene esposto ai
cittadini attraverso manifestazioni e incontri atti a invogliare il passante a fermarsi e
riflettere.
Tra i molti appuntamenti in programma, dal 31 agosto al 2 settembre si è svolta a
Ginevra la prima tappa della manifestazione “InterActions On Tour”.
Durante questi tre giorni, gli organizzatori di LGBT Youth Svizzera hanno dato prova
della capacità dei giovani di impegnarsi per azioni di interesse pubblico. Nonostante il
maltempo della giornata di sabato infatti, i ragazzi hanno saputo coinvolgere gli
spettatori nella discussione grazie a “postazioni-gioco” incentrate sulle barriere sociali
che causano un senso di isolamento e paura tra i giovani omosessuali.
Passanti e organizzatori insieme per riflettere.
Come ci spiega Sandrine Cina, co-direttrice dell'associazione, "grazie a questi giochi
riusciamo ad avvicinare i passanti che altrimenti non si fermerebbero mai a discutere
sulla sessualità. Le attività proposte sono concepite in modo tale che le persone si
rendano conto da sole di come molte distanze esistono prima di tutto nella nostra
mente. Nella vita quotidiana infatti, abbiamo un ventaglio molto vasto di esperienze
che ci accomunano gli uni agli altri." Un'attività ludica, come per esempio la proposta
di rappresentare, disegnandola, la figura di un uomo gay, di una donna lesbica o di
una persona etero, permette ai partecipanti di comprendere come l'orientamento
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Sandrine Cina, co-direttrice
sessuale non rappresenti in alcun modo un freno all'integrazione ma, al contrario,
faccia parte di quelle infinite sfumature che descrivono l'identità di una persona. Tanto
quanto la personalità o le idee.
Quello che cerchiamo di evidenziare”, continua
Sandrine Cina, “è che spesso molti gruppi sociali
sperimentano uno stesso stato d’animo, ma a causa
dei pregiudizi che circondano l’altro gruppo, invece che
sentirsi ravvicinati da questo vissuto comune, si
percepiscono come incompatibili. Noi cerchiamo quindi
in primo luogo di sfatare questi preconcetti e in seguito
di ravvicinare queste due unità. In tal modo s’impara a
conoscere l’altro e a sviluppare una nuova visione sul
gruppo sociale che questi rappresenta.”
L’esperienza dell’isolamento vissuta da uno straniero
incapace di esprimersi correttamente nella lingua del
posto, si lega così con la solitudine di un giovane
omosessuale che convive con l’impossibilità di
esprimere liberamente la propria sessualità. Due
diverse forme di freno all’espressione di se stessi che convergono così in un
medesimo sentimento di emarginazione. Ma quel “sentirsi fuori dal gruppo” non è
un’esperienza che, seppur in maniera individuale, tocca tutti nel proprio percorso?
Questa semplice domanda dovrebbe far riflettere coloro che, ancora oggi, innalzano
un muro di fronte a una diversità che non chiede altro, se non di essere presentata al
pubblico per quello che davvero è, e non per i luoghi comuni che ne fanno da
maschera.
La seconda tappa del progetto “InterActions On Tour” si è tenuta dal 12 al 14 ottobre
2012 a Berna. Terzo e ultimo appuntamento è stato a Friborgo dal 23 al 25 novembre
2012. Per maggiori informazioni: www.lgbt-youth.ch.
Viola Martinelli
Questo articolo è stato scritto nell’ambito del concorso di scrittura 2012 di Eurodesk.