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Internazionale Lombardia News n. 5 – 7 agosto 2014 A cura del Dipartimento delle politiche europee e internazionali di cooperazione e migratorie Cisl Lombardia Quelle lettere dell’UE all’Italia Sono passati poco più di tre anni da quando il governo Berlusconi, il 5 agosto del 2011, ricevette la lettera del Banca centrale europea (BCE) che nella sostanza, gli ingiungeva di mettere ordine nei conti italiani. [...] Voci dall’Europa e dal mondo » La CES commenta gli ultimi dati sulla disoccupazione » Dichiarazione UE in occasione della prima giornata della lotta al traffico di esseri umani Prospettive europee » Eurobarometro in miglioramento » Dati UE sulla lotta alla contraffazione » Relazione trimestrale su situazione UE: ripresa fragile e diseguale » Insistere sulle competenze digitali » Consultazione UE sul riutilizzo delle acque Immigrazione e cittadinanza » Dati Eurostat: in calo l’immigrazione » Diritto di asilo: pubblicata la guida aggiornata » Mingle: un progetto per l’integrazione linguistica dei migranti Cooperazione allo sviluppo » Rapporto UNDP 2014 » L’UE lancia il primo programma pan-africano » Il ruolo del settore privato nella cooperazione allo sviluppo Inoltre in questo numero: Decima edizione del Labour film festival ” Appello per la pace a Gaza CISL Lombardia CISL Lombardia ANOLF Lombardia ISCOS Lombardia

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InternazionaleLombardia News

n. 5 – 7 agosto 2014

A cura del Dipartimento delle politiche europee einternazionali di cooperazione e migratorie Cisl Lombardia

Quelle lettere dell’UE all’ItaliaSono passati poco più di tre anni da quando il governo Berlusconi, il 5 agosto del 2011,ricevette la lettera del Banca centrale europea (BCE) che nella sostanza, gliingiungeva di mettere ordine nei conti italiani. [...]

Voci dall’Europa e dal mondo» La CES commenta gli ultimi dati sulla disoccupazione

» Dichiarazione UE in occasione della prima giornata della lotta al trafficodi esseri umani

Prospettive europee» Eurobarometro in miglioramento

» Dati UE sulla lotta alla contraffazione

» Relazione trimestrale su situazione UE: ripresa fragile e diseguale

» Insistere sulle competenze digitali

» Consultazione UE sul riutilizzo delle acque

Immigrazione e cittadinanza» Dati Eurostat: in calo l’immigrazione

» Diritto di asilo: pubblicata la guida aggiornata

» Mingle: un progetto per l’integrazione linguistica dei migranti

Cooperazione allo sviluppo» Rapporto UNDP 2014

» L’UE lancia il primo programma pan-africano

» Il ruolo del settore privato nella cooperazione allo sviluppo

Inoltre in questo numero:Decima edizione del Labour

film festival ”Appello per la pace a Gaza

CISL Lombardia

CISL Lombardia

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ISCOS Lombardia

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Internazionale Lombardia Newsn. 5 del 7 agosto 2014

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In primo piano

Quelle lettere dell’UE all’Italia. I recenti dati

Istat ricordano quanta strada resta da faredi Franco Chittolina | 2 agosto 2014

Sono passati poco più di tre anni da quando il governo Berlusconi, il 5 agosto del 2011, ricevette

la lettera del Banca centrale europea (BCE) che nella sostanza, gli ingiungeva di mettere ordine

nei conti italiani.

La BCE chiedeva allora al nostro governo di anticipare il risanamento delle finanze italiane e di

farlo con misure concrete. La risposta si fece attendere due mesi e prese la forma, non

particolarmente apprezzata dall’UE, di una “lettera di intenti”: di qui l’invio di un’ulteriore lettera

della Commissione europea, che chiedeva all’Italia a che punto erano le misure promesse,

suggerendo l’eventualità di una manovra aggiuntiva. Questa seconda lettera di Bruxelles chiedeva

conto al governo delle sue inadempienze a proposito di materie che andavano dalla sostenibilità

delle finanze pubbliche alle misure in favore delle imprese, dell’innovazione e della formazione,

dalla modernizzazione della pubblica amministrazione e della giustizia alle infrastrutture, fino alle

previste riforme costituzionali.

Si trattò di una corrispondenza che precipitò la crisi politica e l’affidamento del governo, da parte

del Presidente della Repubblica, a “tecnici” guidati da Mario Monti, al quale sarebbe succeduto

poco più di un anno dopo, a seguito delle elezioni politiche del febbraio 2013, il governo politico

delle “larghe intese”, guidato da Enrico Letta, rimpiazzato meno di un anno dopo, dal governo

delle “piccole intese” di Matteo Renzi, insediatosi nell’aprile 2014 senza alcun passaggio

elettorale.

Da quelle lettere del 2011, nelle quali qualcuno ha visto un complotto contro la democrazia

italiana, sembra passato un secolo: non solo per un alternarsi dei governi, precipitoso come in

nessun altro Paese UE, ma per una serie ininterrotta di richiami da Bruxelles e di promesse italiane

con risultati a tutt’oggi modesti. Fa un certo effetto rileggere le due lettere Ue del 2011 e

confrontarle con i problemi tutt’ora aperti nelle aule del nostro Parlamento e con il cumulo di

promesse, puntualmente rinnovate dal governo Renzi.

Molte parole sono corse da Bruxelles a Roma, molte di più, troppe, da Roma verso Bruxelles. Le

risposte evasive all’UE sono state accompagnate da richieste italiane per chiedere maggiori

flessibilità nel risanamento dei conti pubblici e da toni talora eccessivi nel pretendere per l’Italia

l’affidamento di responsabilità istituzionali importanti – o creduti tali – come nel caso della

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candidatura italiana per il posto, nella Commissione europea, di Alto Rappresentante per la

politica estera.

Il governo attuale si è cimentato in una difficile riforma costituzionale e nel tentativo in corso di

rivedere la legge elettorale. Pochi però i risultati sul fronte caldo dell’economia e delle finanze

pubbliche. Gli ultimi dati dell’Istat raccontano di un ritorno in recessione, di una stagnazione

dell’occupazione in generale e di un aggravamento di quella giovanile che ha raggiunto il picco del

43,7%, mentre lo “spread” torna a salire, la Borsa ad agitarsi e il debito pubblico a impennarsi,

nonostante sia sostanzialmente sotto controllo il deficit annuale, appesantito però dalla

montagna di interessi che l’Italia deve pagare per il suo debito pubblico pregresso. E’ stato

calcolato che la sola spesa per interessi, dal 1993 a oggi, ci è costata la bellezza di 1650 miliardi di

euro, pari al 6% di quel prodotto interno lordo che quest’anno rischia di non crescere per nulla o

molto poco. In altre parole: cresciamo poco o niente e quello che recuperiamo sul deficit annuale

ce lo mangiano gli interessi del debito pubblico consolidato, con il rischio di tornare in infrazione

al Patto di stabilità e questo proprio nel nostro semestre di presidenza UE.

Meglio avere ben chiari questi numeri in testa quando viene voglia di andare a Bruxelles ad alzare

la voce.

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Voci dall’Europa e dalmondo

A cura di CISL Lombardia

La CES commenta gli

ultimi dati sulla

disoccupazione

Commentando gli ultimi dati relativi alla

disoccupazione dai quali emerge una

riduzione dello 0,7% negli ultimi dodici mesi,

Claudia Menne, Segretaria confederale della

Confederazione Europa dei Sindacati (CES),

ha dichiarato che «il numero dei disoccupati

continua a superare i 25 milioni e che questo

è del tutto inaccettabile».

«Una riduzione dello 0,7% in un contesto in

cui la disoccupazione è così elevata, risulta

del tutto insufficiente».

«La disoccupazione dei giovani resta ancora

troppo alta. Se Ia disoccupazione cala in Paesi

come Portogallo, Spagna e Irlanda – Paesi in

cui le riduzioni sono più forti – è perché le

persone migrano in cerca di lavoro».

«L’Unione Europea e i governi degli Stati

membri devono investire nella crescita e non

tagliare le spese pubbliche. Il tasso di

disoccupazione negli Usa è più basso e

continua a ridursi proprio per gli

investimenti nella crescita operati

dall’Amministrazione Obama».

31 luglio 2014 | SINDACATO | per approfondire

Dichiarazione UE in

occasione della prima

giornata della lotta al

traffico di esseri

umani«Il traffico di esseri umani è una grave

violazione dei diritti umani e non conosce

confini. Criminali senza scrupoli colpiscono

uomini, donne, bambini e ragazzi e li

sfruttano in maniera abominevole: dal lavoro

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forzato, allo sfruttamento sessuale,

all’induzione all’azione criminale».

«La prima giornata contro il traffico di esseri

umani è l’occasione per rinnovare il nostro

impegno a lavorare insieme per sradicare

questa piaga. È l’occasione per riflettere sulle

responsabilità individuali e collettive. È il

nostro comportamento che crea la domanda

da cui origina ogni forma di sfruttamento e

questo deve finire, lo dobbiamo alle vittime».

«Sappiamo che il traffico di esseri umani

nasconde enormi profitti, stimati

dall’Organizzazione Internazionale del

Lavoro in 111 miliardi di euro».

«Se non capiremo che siamo tutti coinvolti,

non riusciremo mai a sradicare questo

scempio dalla nostra società».

«Il cibo che mangiamo, i vestiti che

indossiamo e i nostri oggetti di uso

quotidiano potrebbero essere prodotti da

persone ridotte in schiavitù. Dobbiamo

essere maggiormente degni di fiducia per

quanto riguarda le nostre scelte di vita e le

nostre abitudini di consumo».

«Sono orgogliosa di dire che l’UE ha fatto un

lungo percorso e che abbiamo strumenti di

cui dobbiamo fare ampio uso per rendere la

lotta al traffico degli esseri umani una

priorità assoluta in Europa e al di là dei suoi

confini». Cecilia Malmström Commissaria UE

per gli affari interni.

31 luglio 2014 | ISTITUZIONI UE | per

approfondire

Prospettive

EuropeeA cura di CISL Lombardia

Eurobarometro in

miglioramentoSecondo la tradizionale indagine pubblicata

con cadenza annuale dall’istituto

demoscopico europeo, emerge

un’evoluzione positiva, collegabile secondo

chi ha analizzato i dati, alle recenti elezioni

europee svoltesi con il motto «questa volta è

diverso».

Il numero di cittadini che ritengono che la

propria voce conti nell'UE è passato dal 29%

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nel novembre 2013 al 42% dopo le elezioni

europee, raggiungendo il massimo livello;

sono inoltre 65 su 100 i cittadini europei

che si sentono cittadini dell'UE, rispetto

al 59% dell'ultimo Eurobarometro

dell'autunno.

Secondo Maroš Šefčovič, vicepresidente e

Commissario UE per le Relazioni

interistituzionali e l'amministrazione,

l'Europa, che ha vissuto periodi difficili, ha

raggiunto un punto di svolta».

Dal sondaggio, emerge inoltre che per la

prima volta dall'inizio della crisi finanziaria

(2007), la maggioranza degli europei ritiene

che la situazione economica migliorerà

nei prossimi 12 mesi e quasi tre persone su

quattro non prevedono un andamento

negativo. E per la prima volta da anni. la

percentuale degli europei che ritengono

che l'impatto della crisi sul mercato del

lavoro abbia raggiunto il suo apice è

superiore a quella di coloro che pensano che

il peggio debba ancora venire.

Il sostegno all'euro è in aumento e mentre la

Lituania si prepara ad adottare la moneta

unica europea, si rileva un aumento di 10

punti percentuali (dall'autunno scorso) del

numero di cittadini lituani che si dichiarano a

favore dell'euro. Tendenze simili si rilevano in

tutta Europa: +10 punti percentuali in

Lettonia e a Cipro; +5 punti percentuali in

Portogallo e in Grecia.

Infine, i cittadini sono più ottimisti sul futuro

dell'UE. Dallo scorso novembre si è registrato

un incremento di cinque punti percentuali del

numero delle persone che si

dichiarano ottimiste e un uguale calo del

numero di coloro che si dichiarano pessimisti.

Adesso più della metà delle persone ha una

visione ottimistica, mentre solo due su

cinque non condividono interamente tale

opinione.

04 agosto 2014 | INFORMAZIONE SOCIALE | per

approfondire

Dati UE sulla lotta alla

contraffazioneNel 2013 le autorità doganali dell'UE hanno

sequestrato quasi 36 milioni di prodotti

sospettati di violazione dei diritti di proprietà

intellettuale. Sebbene inferiore agli anni

precedenti, il valore delle merci intercettate

è pari a oltre 760 milioni di euro. È questo il

dato più importante che emerge dalla

Relazione annuale Ue sull’operato delle

autorità doganali.

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Internazionale Lombardia Newsn. 5 del 7 agosto 2014

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Secondo Algirdas Šemeta, commissario per la

Fiscalità e l'unione doganale, l'audit interno e

la lotta antifrode, la protezione dei diritti di

proprietà intellettuale «non solo è

importante per la salute e la sicurezza dei

consumatori europei, ma sostiene anche la

crescita e la creazione di posti di lavoro

nell'UE».

«La contraffazione - ha concluso il

Commissario - colpisce tutti i prodotti»,

sottolineando l’efficacia del lavoro di

intercettazione dei falsi compiuto dalle

autorità doganali

Abbigliamento (12% di tutti gli articoli

sequestrati) e farmaci (10%) sono tra le

principali categorie di merci sequestrate. Nel

2013 circa il 70% degli interventi doganali ha

riguardato i pacchi inviati per posta o per

corriere; il 19% dei sequestri effettuati nel

traffico postale riguardava medicinali. Circa il

90% di tutte le merci sequestrate è stato

distrutto o è stato oggetto di un

procedimento giudiziario per accertare la

violazione. La Cina continua ad essere la

principale fonte dei prodotti contraffatti con

il 66% di tutti i prodotti sequestrati; il 13%

proviene da Hong Kong. Tuttavia, per

specifiche categorie di prodotti, la principale

fonte di provenienza sono altri paesi, ad

esempio la Turchia per profumi e cosmetici e

l'Egitto per i prodotti alimentari.

07 agosto 2014 | INFORMAZIONE SOCIALE |per

approfondire

Insistere sulle

competenze digitaliLa Commissaria europea per Istruzione

multilinguismo e gioventù Androulla

Vassiliou, ha scritto una lettera ai ministri

dell’Istruzione della UE esortandoli a far sì

che la scuola offra ai bambini l’opportunità di

sviluppare competenze nella

programmazione informatica di base.

La lettera, sottoscritta anche da Neelie

Kroes, Vicepresidente e Commissaria per

l’agenda digitale, sottolinea l’importanza

dell’acquisizione di tali competenze in

relazione alla lotta alla disoccupazione

giovanile: nel caso delle Tecnologie

dell’Informazione e della Comunicazione,

mancheranno infatti entro la fine del 2020,

900 000 professionisti.

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Internazionale Lombardia Newsn. 5 del 7 agosto 2014

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«Conoscere i linguaggi della

programmazione informatica non serve solo

negli studi di matematica, scienze, tecnologia

e ingegneria. Si tratta di uno strumento

capace di aiutare direttamente gli studenti a

sviluppare competenze trasversali nel campo

del pensiero analitico, della soluzione di

problemi, del lavoro di squadra e della

creatività. Prima si comincia e prima i giovani

sapranno orientarsi verso studi informatici e

carriere lavorative nel campo delle TIC»,

sostengono Vassiliou e Kroes.

Nel testo della lettera, anche un’esortazione

ai ministri affinché incoraggino i bambini ad

impegnarsi nella EU Code Week 2014 di cui

dall’11 al 17 ottobre 2014 si terrà la seconda

edizione.

02 agosto 2014 | EUROPA 2020 |per

approfondire

Consultazione UE sul

riutilizzo delle acqueBenché il riutilizzo delle acque reflue (in gran

parte riversate nei fiumi o nei laghi) non sia

una pratica diffusa in Europa, sarebbe

fondamentale per affrontare i crescenti

problemi legati alla scarsità d'acqua ed alla

siccità, riducendo al tempo stesso i rischi di

contaminazione dovuti alle acque reflue e i

costi di depurazione.

La pratica del riutilizzo, si rivelerebbe

preziosa anche in termini di impatto

ambientale, riducendo i costi di trasporto e

desalinizzazione.

Le ragioni della scarsa diffusione di tale

pratica sono individuate in fattori quali la

mancanza di norme ambientali e sanitarie

comuni nell'UE in materia di riutilizzo delle

acque; i potenziali ostacoli alla libera

circolazione di prodotti agricoli irrigati con

acqua riutilizzata; l'inadeguatezza dei

modelli tariffari e commerciali dell'acqua; la

scarsa consapevolezza dei benefici derivanti

dal riutilizzo delle acque da parte dei soggetti

interessati; la mancanza di accettazione da

parte dei cittadini; ostacoli tecnici e

incertezza a livello scientifico.

Su tutte queste questioni, la Commissione

Europea ha avviato una consultazione a cui

possono prendere parte i cittadini, i soggetti

interessati, le imprese, le ONG e le pubbliche

autorità.

La consultazione è aperta fino al 7 novembre

2014. I risultati contribuiranno a realizzare

una valutazione di impatto concernente tutti

gli aspetti principali del riutilizzo delle acque,

compresi gli usi agricoli, urbani, industriali e

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ricreativi. Nel 2015 la Commissione intende

presentare una proposta ufficiale basata sui

dati contenuti nella valutazione di impatto.

07 agosto 2014 | AMBIENTE |per approfondire

Immigrazione ecittadinanza

A cura di ANOLF Lombardia

Dati Istat : in calo

l’immigrazione

Secondo gli ultimi dati del ministero

dell’Interno resi noti dall’Istat, tra il 2012 e il

2013 si registra una diminuzione dei flussi di

cittadini non comunitari verso il nostro

Paese.

Durante il 2013 sono stati rilasciati 255.646

nuovi permessi, il 3,2% in meno rispetto

all’anno precedente, quando se ne contavano

263.968. La contrazione risulta tuttavia

molto più contenuta rispetto a quella del

biennio 2011-2012 (27%).

La diminuzione degli ingressi riguarda in

misura preponderante le donne (-5,0%),

mentre per gli uomini il calo è più lieve (-

1,4%). Le donne rappresentano il 47,8% dei

nuovi flussi. A differenza del biennio

precedente, la diminuzione tra il 2012 e il

2013 non ha riguardato i permessi per motivi

di lavoro, che anzi sono cresciuti del 19,3%.

Al contrario, si osservano variazioni

percentuali negative per tutte le altre

motivazioni; i permessi per famiglia sono

calati del 10%, quelli per studio del 12% e

quelli per asilo/motivi umanitari del 16,5%. I

motivi familiari restano la modalità di

ingresso prevalente in Italia (41,2%).

Se osservati in un periodo più lungo,

compreso tra il 2007 e il 2013, i cambiamenti

dei flussi migratori in ingresso sono ancora

più evidenti. Nel 2007 gli arrivi per lavoro

erano nettamente prevalenti e molto più

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consistenti in valore assoluto: 150.098

rispetto agli 84.540 di oggi. Dal 2007 al 2013,

fa notare ancora l’Istat, i permessi per

famiglia sono invece passati da 86.468 a

105.266, restando comunque, nonostante la

contrazione registrata nell’ultimo biennio, la

modalità più diffusa.

L’aumento di ingressi per lavoro tra il 2012 e

il 2013 è superiore per gli uomini (+21,9%)

rispetto alle donne (+14,3%). Per quanto

riguarda le altre motivazioni, la diminuzione

sia dei permessi per motivi umanitari che per

motivi familiari ha riguardato più gli uomini

(rispettivamente -18% e -12,5%) che le donne

(-7,3% e -8,3). La diminuzione degli ingressi

per motivi di studio ha invece interessato sia

in termini percentuali sia assoluti più le

donne che gli uomini.

Cambia anche la graduatoria delle prime dieci

cittadinanze per numero di ingressi tra il

2012 e il 2013. Il primato nel 2013 spetta ora

al Marocco (25.484), seguito da Cina (20.040)

e Albania (16.202). L’Ucraina rientra nella

graduatoria, collocandosi al quinto posto con

14.162 nuovi ingressi. Avanza invece l’India

che diventa il quarto Paese per numero di

nuovi ingressi (15.448) mentre arretrano

notevolmente gli Stati Uniti, passando dal

quarto al settimo posto (11.751). Filippine e

Moldova escono dalle prime dieci posizioni,

mentre rientra il Senegal.

I motivi di ingresso variano di molto in base

alla cittadinanza. Se per Marocco e Albania

oltre il 58% dei nuovi flussi arriva per motivi

di famiglia, nel caso degli ucraini i permessi

per ricongiungimento pesano per meno del

31%, per il Bangladesh per poco più del 24%

e per gli Stati Uniti per circa il 22%. Per

Ucraina e Bangladesh sono invece i permessi

per lavoro ad essere prevalenti (oltre il 60%).

Nel caso degli Stati Uniti, la motivazione più

rilevante è lo studio (oltre il 44%). Tra i Paesi

per i quali nel 2012 si sono registrati almeno

500 arrivi, gli incrementi maggiori hanno

riguardato Eritrea (+160%), Somalia (73%) e

Ucraina (62,6%).

Per i primi due si tratta nella quasi totalità dei

casi di ingressi per asilo e motivi umanitari. È

evidente che in un momento di crisi

economica, alcuni fattori di spinta nei paesi di

origine esercitano, più di altri, un peso

decisivo sui flussi. Il 62% dei nuovi entrati

dall’Ucraina hanno ottenuto un permesso di

lavoro (probabilmente giovando del

provvedimento di regolarizzazione dedicato

a colf e badanti durante il 2013).

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Internazionale Lombardia Newsn. 5 del 7 agosto 2014

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Non è tuttavia da escludere - sottolinea l’Istat

- il ruolo giocato dalla crisi nel Paese dell’ex-

Urss, che probabilmente farà sentire le sue

conseguenze soprattutto sui flussi del 2014.

Continuano a crescere i flussi dal

subcontinente indiano e dalla Georgia. Al

contrario, si registrano notevoli diminuzioni

(tra il 39 e il 45%) per Costa d’Avorio, Burkina

Faso, Ecuador e Ghana, come anche per la

Moldavia (-30%) e le Filippine (-24%).

06 agosto 2014 | ACCOGLIENZA E

INTEGRAZIONE |per approfondire

Diritto di asilo:

pubblicata la guida

aggiornata

La Corte europea dei diritti dell`uomo

(CEDU) e l`Agenzia dell`Unione europea per i

diritti fondamentali hanno pubblicato una

guida aggiornata al diritto europeo in

materia di asilo, frontiere e immigrazione.

Prima guida completa su queste tematiche,

essa tiene conto sia della giurisprudenza

della CEDU, sia di quella della Corte di

giustizia dell`Unione europea (CGUE).

Contiene inoltre i regolamenti e le direttive

pertinenti dell`UE, oltre a riferimenti alla

Carta sociale europea (CSE) e ad altri

strumenti del Consiglio d`Europa.

Il primo manuale è stato pubblicato in

quattro lingue nel giugno 2013.

La seconda edizione è stato completata nel

dicembre 2013, aggiornata alla luce delle

modifiche legislative introdotte nell`estate

2013 e concernenti le acquisizioni in materia

di asilo dell`Unione europea. Eventuali futuri

aggiornamenti saranno messi a disposizione

sul sito Internet della FRA (European Union

Agency for Fundamental Rights) e sul sito

Internet della Corte europea dei diritti

dell`uomo.

Il manuale è destinato ad avvocati, giudici,

pubblici ministeri, guardie di frontiera,

funzionari dell`immigrazione ed altre figure

professionali che collaborano con le autorità

nazionali, oltre che a organizzazioni non

governative e ad organismi che potrebbero

essere chiamati ad affrontare le

problematiche legali in uno degli ambiti

analizzati nel manuale.

06 agosto 2014 | ASILO |per approfondire

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Internazionale Lombardia Newsn. 5 del 7 agosto 2014

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Mingle: un progetto

per l’integrazione

linguistica dei

migrantiIl progetto, implementato anche in Italia

negli ultimi due anni, mira a promuovere

l’integrazione sociale ed economica

dei migranti provenienti da Romania e

Bulgaria che desiderano lavorare nel settore

dell’assistenza agli anziani e del turismo,

rispettivamente in Italia, in Grecia e a Cipro.

Il progetto, intitolato MINGLE - Migrant

language and social inclusion e sviluppato nel

quadro del programma europeo

GRUNDTVIG, ha elaborato due corsi di lingua

italiana e due corsi di lingua greca facilmente

accessibili, focalizzati sui temi riguardanti

due settori lavorativi - quello dell'assistenza

agli anziani e quello turistico - e fruibile

interamente online con il supporto di una

piattaforma web.

Nei Paesi partner del progetto, è stata inoltre

condotta una ricerca per identificare i

principali bisogni linguistici del gruppo

target. Al termine della creazione della

piattaforma online, i moduli formativi sono

stati testati da insegnanti di italiano e greco

come lingua seconda sugli utenti finali. In

questo momento, i migranti che desiderano

lavorare nei due settori di riferimento in

Italia, Grecia e/o Cipro, stanno partecipando

alla sperimentazione finale dello strumento.

04 agosto 2014 | INTEGRAZIONE E LAVORO

|per approfondire

Cooperazione allosviluppo

A cura di ISCOS Lombardia

Rapporto UNDP 2014Si intitola “Sostenere il progresso umano:

ridurre le vulnerabilità e costruire resilienza”,

il Rapporto annuale di United Nations

Development Program (UNDP) presentato a

fine luglio al ministero degli Esteri.

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Internazionale Lombardia Newsn. 5 del 7 agosto 2014

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Il Rapporto contiene dati di assoluto

interesse e può essere un ottimo strumento

di lavoro per preparare presentazioni di

progetto e per la sensibilizzazione,

soprattutto nel mondo sindacale.

2,2 miliardi di persone sono poveri o quasi

poveri, avverte il Rapporto che individua i

lavoratori informali socialmente esclusi come

il principale gruppo vulnerabile.

La dimensione quantitativa e qualitativa del

lavoro, ha un ruolo centrale in questo

Rapporto: «La piena occupazione come

obiettivo era centrale per le politiche

macroeconomiche tra il 1950 e il 1960. È

scomparso dall'agenda globale durante l'era

della stabilizzazione che ha seguito gli shock

petroliferi del 1973 e del 1979. Ora è il

momento di tornare a tale impegno in modo

che il progresso possa essere robusto e

facilmente sostenuto. La piena occupazione

aiuta anche a sostenere la fornitura di servizi

sociali. Infatti, la piena occupazione è stata

importante per sostenere il modello nordico

di Welfare, che con alti tassi di occupazione

ha contribuito a garantire adeguate entrate

fiscali per finanziare l’accesso universale».

Sulla base dell’analisi di numerosi dati

disponibili, Il Rapporto chiede l’accesso

universale ai servizi sociali di base e politiche

forti per la protezione sociale e la piena

occupazione, per far avanzare e garantire il

progresso dello sviluppo.

Il rapporto sfata il mito che i Paesi poveri non

possano permettersi fornitura universale di

servizi sociali di base e presenta un'analisi

comparativa dei Paesi di diversi livelli e

sistemi di governo che hanno iniziato ad

implementare o hanno pienamente attuato

tali politiche del reddito.

«I Paesi nordici hanno iniziato a mettere in

atto misure di previdenza sociale, quando il

loro prodotto interno lordo (PIL) pro capite

era inferiore a quelli registrati oggi in India e

Pakistan» segnala il Rapporto, dimostrando

che la protezione sociale è fattibile nelle

prime fasi di sviluppo.

Il problema della povertà relativa e delle

disuguaglianze si dimostra sempre meno un

problema tra nazioni, ma è invece un

problema dentro le nazioni. Con

preoccupazione, nel Rapporto si vede che i

Paesi sviluppati stanno enormemente

rallentando la crescita dell’Indice di Sviluppo

Umano e vedono crescere le disuguaglianze

di reddito: in Africa, dal 1990 al 2012, 13 Paesi

hanno visto crescere la disuguaglianza e 19

Paesi l’hanno vista diminuire, in America 4

Paesi l’hanno vista crescere e 14 Paesi

diminuire, in Europa, USA, Oceania e

Giappone 30 paesi l’hanno vista aumentare e

8 diminuire (pag. 38 del rapporto, tav. 2.3).

01 agosto 2014 | SVILUPPO GLOBALE |per

approfondire

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Internazionale Lombardia Newsn. 5 del 7 agosto 2014

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L’UE lancia il primo

programma pan-

africano

La Commissione Europea ha lanciato la prima

fase di un nuovo programma che favorirà il

processo di integrazione dell’Africa a livello

continentale. Si tratta del primo programma

dell’UE in materia di cooperazione e sviluppo

che riguardi l’insieme dell’Africa. Il

programma panafricano finanzierà attività in

molti campi e apre una serie di prospettive di

cooperazione UE-Africa. Il budget

complessivo per il biennio 2014-2014 è di 415

milioni di euro.

Il presidente della Commissione Europea

Josè Manuel Barroso ha sostenuto che le

sfide in atto superano le frontiere nazionali,

sia in Europa sia in Africa. «Il programma

panafricano – ha detto ancora Barroso – è

stato creato con l’intento di trovare soluzioni

su scala regionale e continentale per

sostenere l’integrazione dell’Africa».

Secondo il Commissario per lo sviluppo

Andris Piebalgs, il programma è innovatore

per quanto riguarda il legame stabilito tra le

azioni che interessano le diverse regioni

africane che «aiuterà rafforzare la coerenza

complessiva creando sinergie tra la

cooperazione allo sviluppo e altre politiche».

Le risorse del programma per il periodo 2014-

2020 ammontano a 845 milioni di euro,

mentre le aree principali di intervento

individuate sono: la mobilità, il

miglioramento degli scambi commerciali, le

migrazioni e la lotta al cambiamento

climatico.

La prima fase del programma comprenderà

progetti in tema di agricoltura sostenibile,

ambiente, istruzione superiore, governance,

infrastrutture, migrazioni, ricerca e

innovazione.

Il programma potrà sostenere anche missioni

di osservazione dei processi democratici

operate dall’Unione Africana nei propri Stati

membri.

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Il ruolo del settore

privato nella

cooperazione allo

sviluppo

Contenuti essenziali della Comunicazione

La Commissione Europea ha presentato una

Comunicazione dal titolo: “A Stronger Role of

the Private Sector in Achieving Inclusive and

Sustainable Growth in Developing Countries”

(“Un ruolo più importante per il settore

privato in vista di una crescita inclusiva e

sostenibile nei Paesi in via di sviluppo”).

L’ultimo documento ufficiale sul ruolo del

settore privato nello sviluppo risale a dieci

anni fa ma il tema riveste grande importanza

se si pensa che è attualmente proprio il

settore privato a fornire il 90% dei posti di

lavoro nei Paesi in via di sviluppo.

Il fine della Comunicazione è investire sul

ruolo del settore privato per contribuire a

combattere la povertà e creare posti di

lavoro nei Paesi in via di sviluppo: in

particolare, viene definito un quadro

strategico che garantisca che gli investimenti

fatti dalle imprese private siano a beneficio di

tutta la società, includendo soprattutto le

donne, i giovani e gli indigenti, dunque le

fasce più vulnerabili della società. Gli

investimenti dovrebbero avere come priorità

il passaggio da un’economia informale ad una

formale, garantendo posti di lavoro duraturi

e con retribuzione dignitosa. Con queste

parole si è espresso Andris Piebalgs,

Commissario per lo Sviluppo: “il settore

privato ricopre un ruolo fondamentale nel

difficoltoso percorso che conduce gli

individui a uscire dalla povertà. Noi dobbiamo

assicurarci che i benefici derivanti dagli

investimenti del settore privato vadano a

vantaggio di tutta la società e non solo di

pochi fortunati”.

La nuova Comunicazione propone azioni

concrete volte a migliorare le opportunità di

business nei Paesi partner aumentando

l’accesso ai finanziamenti, con un focus

specifico sulle micro, piccole e medie

imprese. La Commissione prevede una serie

di strumenti che permetterebbero al settore

privato di accedere alle risorse finanziarie

della UE destinate allo cooperazione allo

sviluppo.

Tra i punti trattati, vi è la richiesta di

rafforzare il partenariato con il settore profit

da parte delle ONG e della società civile. Il

rappresentante di Concord Europe

(confederazione europea delle ONG di

sviluppo, solidarietà e cooperazione

internazionale) sottolinea però che «L’ UE

deve garantire che le imprese private

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Internazionale Lombardia Newsn. 5 del 7 agosto 2014

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europee che operano sul terreno non

danneggeranno le comunità, che si

comporteranno in modo sostenibile e

pagheranno la loro giusta quota di tasse» e

aggiunge: «la crescita economica e la

creazione di posti di lavoro da soli non sono

certo sufficienti. I diritti umani e l’interesse

pubblico devono essere salvaguardati

quando si utilizzano gli aiuti allo sviluppo, per

supportare finanziamenti privati come nei

casi di partenariati pubblico-privato».

Un commento di Gemma Arpaia – Iscos CISL

Anche la nuova legge italiana sulla

cooperazione allo sviluppo, che verrà

approvata tra poche settimane, prevede un

ruolo importante per le imprese ed il privato

profit.

La posizione del movimento sindacale

internazionale è abbastanza critica e la

riassumo nei seguenti punti :

il settore privato è motore di crescita

economica e di creazione di ricchezza, ma per

essere efficace e perché le persone ne

traggano un beneficio, deve essere

inquadrato in un approccio normativo allo

sviluppo che garantisca i diritti.

I governi devono mantenere il proprio ruolo

di leadership nello sviluppo e sono i principali

garanti e responsabili dell’accessibilità ai

servizi di base.

l'Aiuto Pubblico allo Sviluppo dei paesi

donatori deve essere basato sulla solidarietà

e incentrato sui poveri e vulnerabili.

I governi devono sostenere un approccio allo

sviluppo basato sui diritti attraverso lo Stato

di diritto e il dialogo sociale.

le imprese multinazionali devono essere

tenute a rendere conto del proprio operato.

I governi devono fissare norme per l'efficacia

degli aiuti, per misurare impatti e risultati

anche dell’intervento del settore privato.

i governi devono sostenere le PMI dei paesi

beneficiari e l'economia sociale e devono

affrontare la lotta all’informalità.

Una posizione più esaustiva della posizione

del sindacato internazionale (in inglese,

francese e spagnolo) la trovate qui:

:http://www.ituc-csi.org/the-private-sector-

and-its-role-in

Iscos intende approfondire il proprio

approccio alla questione del ruolo del settore

privato nella cooperazione allo sviluppo e

sarebbe utile che girassero tra noi idee,

documenti e materiali per arrivare magari ad

un nostro seminario nel prossimo autunno. Vi

invito a scambiarci quindi le vostre riflessioni.

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Appello per la pace a Gaxa

Gaza: Ceasefire Now!/Gaza: Cessate il fuoco Ora

Le OOSS firmatarie di questa dichiarazione esprimono la loro opposizione a tutte le forme diviolenza, indipendentemente dalla loro provenienza e alla punizione collettiva contro lapopolazione civile.

Nessuna azione militare può risolvere il conflitto israelo-palestinese, che dura da oltre 60 anni.Solo il dialogo, il rispetto dei diritti umani, l'applicazione delle convenzioni internazionali e dellemolteplici risoluzioni delle Nazioni Unite sono suscettibili di portare la pace in questa regione.

Stop! I sindacati firmatari sostengono la campagna lanciata il 14 luglio dalla ConfederazioneInternazionale dei Sindacati per un immediato cessate il fuoco nel conflitto tra Israele e palestinesia Gaza ed invitano a:

l'immediata cessazione dei bombardamenti la revoca del blocco di Gaza l'apertura delle contrattazioni sullo smantellamento delle colonie la ripresa del processo di pace. Ci impegniamo a sostenere la campagna dell'ITUC e chiediamo a tutti di firmare il seguente

messaggio, che sarà inviato alla leadership israeliane e palestinesi al seguente indirizzo:

http://www.labourstartcampaigns.net/show_campaign.cgi?c=2394

La campagna è realizzata grazie al supporto di LabourStart, un sito di informazione che raccoglienotizie da tutto il mondo sul tema del lavoro e dei diritti dei lavoratori. Inoltre, rappresenta unostrumento al servizio delle organizzazioni sindacali per promuovere campagne per il rispetto deidiritti umani e per il miglioramento delle condizioni di lavoro.

Le OOSS firmatarie

USR CISL Lombardia – Gianluigi Petteni CGIL Lombardia – Elena Lattuada CCOO de Catalunya – Joan Carles Gallego Herrera CGT Rhône-Alpes - Bruno Bouvier Novi Sindikat - Tomislav KIŠ CNSLR- FRATIA – Leonard BARASCU CFDT Rhone-Alpes - Elisabeth Le Gac.

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Bacheca 08.09.2014 – 09.10 2014

Decima edizione del Labour F Festival – Sesto San

Giovanni

http://www.lombardia.cisl.it/v2013page.asp?ID=1020

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Feeding Knowledge

Feeding Knowledge è il programma di Expo Milano 2015 per la

cooperazione nella ricerca e l’innovazione sulla Food Security, sviluppato

in collaborazione con l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari

(IAMB/CIHEAM) e il Politecnico di Milano.

Feeding Knowledge, con i suoi due progetti – il network scientifico Rete

Scientifica Internazionale sulla Sicurezza Alimentare e le Best Practices

Best Sustainable Development Practices – si basa sull’idea che lo sviluppo

delle conoscenze e la condivisione sono gli strumenti principali per

trovare soluzioni concrete per la sicurezza alimentare che soddisfino le

esigenze dei Paesi in via di sviluppo. Grazie anche al sostegno della

Piattaforma Tecnologica, uno strumento di e-collaboration di facile

fruizione, il forum e l’interazione fra ricercatori ed esperti del mondo

accademico e della politica, il progetto può allargarsi e dare l’opportunità

di scambiare idee, conoscenze e ricerche su modelli di sviluppo virtuosi e

sostenibili.

Il network scientifico è finalizzato a creare una rete di esperti, scienziati,

ricercatori e tecnici, i quali nell’ambito di cinque aree tematiche del

programma possono dibattere, condividere e trasferire conoscenza, a

livello internazionale, sulla sicurezza alimentare e contribuire

all’identificazione di politiche e piani programmatici che rispondano a

criteri di sviluppo sostenibile.

Il Bando delle Best Sustainable Development Practices, lanciato da

Expo Milano 2015, ha lo scopo di raccogliere, mettere in luce e far

conoscere progetti, servizi, prodotti, soluzioni scientifiche che abbiano

ottenuto effetti migliorativi rispetto a condizioni precedenti. Le Best

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Internazionale Lombardia Newsn. 5 del 7 agosto 2014

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Practices di Expo Milano 2015 diventeranno standard di riferimento e

modello di sviluppo sostenibile per tutti i Paesi del mondo, a livello

ambientale, sociale, produttivo, tecnico e scientifico.

Le iniziative virtuose, selezionate e rappresentate nel Padiglione Zero,

saranno contenuto vivo e duraturo dell’Esposizione Universale, legacy

sulla sicurezza alimentare per il mondo intero.

Le attività di conoscenza di Feeding Knowledge si articolano in cinque

priorità tematiche di ricerca e innovazione per la sicurezza alimentare:

gestione sostenibile delle risorse naturali

miglioramento della qualità e quantità della produzione agricola

dinamiche socio-economiche e mercati globali

sviluppo sostenibile delle piccole comunità rurali in aree

marginali

modelli di consumo alimentare: dieta, ambiente, società,

economia e salute.

Vengono pubblicati periodicamente dei white paper incentrati sulle

cinque priorità di ricerca e la condivisione con la comunità scientifica

internazionale e con le organizzazioni internazionali competenti

favorisce l’elaborazione e condivisione di una Shared Vision on Food

Security che sarà indirizzata a istituzioni nazionali e internazionali e

costituirà parte dell’eredità di Expo Milano 2015. Per saperne di più

Redazione:Marina Marchisio, Miriam Ferrari, Paola Bordi, Luis Lageder, Tino Fumagalli

Con il contributo di In collaborazione con

FNP – Lombardia Associazione per l’incontro

delle culture in Europa (APICE)