quest--120-scheda sulla tecnica di gestione colturale

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IL BASILICO Giovanni Minuto Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola – Regione Rollo, 98 – 17031 Albenga (SV) Azienda Speciale della Camera di Commercio I. A. A. di Savona Introduzione Il basilico (Ocimum basilicum L.) è una specie orticola "minore", coltivata in Italia su una superficie superiore ad 80 ha e, particolarmente, in Liguria, dove è trasformato nel famoso “pesto”. Nel mondo il basilico è coltivato estensivamente anche in Francia, Egitto, Indonesia, Marocco, in numerosi Stati degli Stati Uniti, in Grecia, in Israele ed in alcuni Paesi dell'America Latina. Tecniche di coltivazione in ambiente protetto Gli apprestamenti protetti In ambiente protetto la coltivazione del basilico può essere effettuata durante tutto l’anno e predilige serre e tunnel dotati di elevati volumi d’aria e molto luminosi. É una specie esigente dal punto di vista termico, con ottimi attorno a 22-24°C. La temperatura minima notturna non deve essere inferiore a 16-17°C. Il ciclo colturale e le tecniche di coltivazione La coltivazione va effettuata tra la seconda metà di agosto e il maggio successivo e prosegue, talvolta, anche in estate, purché sia possibile ottenere una buona ventilazione. Poiché il seme di basilico va posto in superficie al terreno interrandolo con una semplice rastrellatura, la preparazione del letto di semina deve essere particolarmente accurata. Normalmente, quindi, va effettuata una prima lavorazione profonda (a 40 - 50 cm) facendo seguire una fresatura superficiale per sminuzzare finemente il primo strato di terreno. Se la semina avviene a spaglio la densità deve essere di 6-8 g/m² di seme, per poter effettuare raccolte scalari delle piante per due – tre mesi. É possibile fare ricorso a trasemine da effettuarsi in prossimità della prima raccolta della coltura e, successivamente, ogni 20 - 25 giorni a dosi di 5 – 6 g/m² di seme. Se la semina avviene a file disposte su prose di larghezza variabile tra 0,5 e 1,5 m e distanziate di 0,2 – 0,3 m, la densità di semina deve essere di 3-5 g/m² di seme. Le varietà di basilico da impiegare sono quelle che si rifanno alla tipologia “genovese”, la più diffusa ed apprezzata. L’irrigazione va fatta per aspersione nelle ore più fresche del mattino. Su terreni di medio impasto una buona irrigazione può essere realizzata distribuendo 2-4 l/m² di acqua. Dalla semina alla prima raccolta trascorrono circa 30 giorni nel periodo estivo fino a oltre 60 – 90 in inverno. I fattori determinanti la lunghezza del ciclo colturale sono essenzialmente la temperatura e la luce. La massa fogliare prodotta in serra è di circa 800 - 1000 q/ha. Tecniche di coltivazione in pieno campo. La coltivazione in pieno campo va effettuata su terreni pianeggianti, di medio impasto o sciolti. La preparazione del terreno deve avvenire a febbraio-marzo con la lavorazione profonda. Il terreno deve essere sistemato a prose, per garantire il drenaggio dell’acqua. La semina va effettuata in aprile/maggio a dosi di 2- 3g/m² di seme, interrandolo leggermente. Gli interventi irrigui, solitamente giornalieri, vanno fatti nelle ore più fresche del mattino per aspersione, o anche per scorrimento tra le prose.

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  • IL BASILICO

    Giovanni Minuto Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola Regione Rollo, 98 17031 Albenga (SV)

    Azienda Speciale della Camera di Commercio I. A. A. di Savona

    Introduzione

    Il basilico (Ocimum basilicum L.) una specie orticola "minore", coltivata in Italia su una superficie

    superiore ad 80 ha e, particolarmente, in Liguria, dove trasformato nel famoso pesto. Nel mondo il

    basilico coltivato estensivamente anche in Francia, Egitto, Indonesia, Marocco, in numerosi Stati degli

    Stati Uniti, in Grecia, in Israele ed in alcuni Paesi dell'America Latina.

    Tecniche di coltivazione in ambiente protetto

    Gli apprestamenti protetti

    In ambiente protetto la coltivazione del basilico pu essere effettuata durante tutto lanno e predilige serre e

    tunnel dotati di elevati volumi daria e molto luminosi. una specie esigente dal punto di vista termico, con

    ottimi attorno a 22-24C. La temperatura minima notturna non deve essere inferiore a 16-17C.

    Il ciclo colturale e le tecniche di coltivazione

    La coltivazione va effettuata tra la seconda met di agosto e il maggio successivo e prosegue, talvolta, anche

    in estate, purch sia possibile ottenere una buona ventilazione. Poich il seme di basilico va posto in

    superficie al terreno interrandolo con una semplice rastrellatura, la preparazione del letto di semina deve

    essere particolarmente accurata. Normalmente, quindi, va effettuata una prima lavorazione profonda (a 40 -

    50 cm) facendo seguire una fresatura superficiale per sminuzzare finemente il primo strato di terreno. Se la

    semina avviene a spaglio la densit deve essere di 6-8 g/m di seme, per poter effettuare raccolte scalari delle

    piante per due tre mesi. possibile fare ricorso a trasemine da effettuarsi in prossimit della prima raccolta

    della coltura e, successivamente, ogni 20 - 25 giorni a dosi di 5 6 g/m di seme. Se la semina avviene a file

    disposte su prose di larghezza variabile tra 0,5 e 1,5 m e distanziate di 0,2 0,3 m, la densit di semina deve

    essere di 3-5 g/m di seme. Le variet di basilico da impiegare sono quelle che si rifanno alla tipologia

    genovese, la pi diffusa ed apprezzata.

    Lirrigazione va fatta per aspersione nelle ore pi fresche del mattino. Su terreni di medio impasto una buona

    irrigazione pu essere realizzata distribuendo 2-4 l/m di acqua.

    Dalla semina alla prima raccolta trascorrono circa 30 giorni nel periodo estivo fino a oltre 60 90 in inverno.

    I fattori determinanti la lunghezza del ciclo colturale sono essenzialmente la temperatura e la luce. La massa

    fogliare prodotta in serra di circa 800 - 1000 q/ha.

    Tecniche di coltivazione in pieno campo.

    La coltivazione in pieno campo va effettuata su terreni pianeggianti, di medio impasto o sciolti. La

    preparazione del terreno deve avvenire a febbraio-marzo con la lavorazione profonda. Il terreno deve essere

    sistemato a prose, per garantire il drenaggio dellacqua. La semina va effettuata in aprile/maggio a dosi di 2-

    3g/m di seme, interrandolo leggermente. Gli interventi irrigui, solitamente giornalieri, vanno fatti nelle ore

    pi fresche del mattino per aspersione, o anche per scorrimento tra le prose.

  • In generale, il primo taglio viene effettuato dopo 60 giorni dalla semina e quelli successivi a distanza di 12-

    14 giorni dal precedente (20 giorni a settembre e ottobre). La raccolta avviene per cimatura quando la pianta

    raggiunge unaltezza di circa 35 - 40 cm, recidendola la prima volta ad unaltezza dal suolo di circa 20 cm,

    mentre i tagli successivi vanno effettuati sempre sul ricaccio fresco. Con questo sistema, si possono

    effettuare 7-10 tagli per stagione con una produzione di circa 400 q/ha di fogliame. Il prodotto nettamente

    diverso da quello raccolto in serra, di colore verde intenso, con foglie carnose e dallaroma pi pungente.

    Tecniche di coltivazione fuori suolo, su bancale ed un vaso.

    Il basilico pu anche essere coltivato fuori suolo, con rese produttive elevate, ma si rendono necessarie

    profonde conoscenze agronomiche. L'allevamento delle piante in vasetto (diametro 10 e 14cm) pi

    semplice e maggiormente diffuso, come pure la coltivazione su bancale che contribuisce a risolvere problemi

    fitopatologici gravi tipici delle coltivazioni a terra e facilita anche le operazioni di raccolta.

    Lanalisi del terreno e la concimazione

    Il basilico predilige terreni leggeri, drenanti, ben dotati in sostanza organica, aventi un pH prossimo alla

    neutralit ed una conducibilit elettrica non superiore a 1500-1800 S/cm. I valori medi di Capacit di

    Scambio Cationico ritenuti ottimali vanno da 10 a 20 meq/100g. La dotazione di sostanza organica nel

    terreno deve essere sempre buona (5-8%).

    Un terreno adatto alla coltivazione del basilico dovrebbe disporre delle seguenti quantit elementi nutritivi:

    Elemento Espressione pieno campo Serra Azoto N totale (g/Kg) 2,6 3,4 Fosforo assimilabile P ass. (mg/Kg) 100-200 100-200 Potassio scambiabile K sc. (mg/Kg) 200-500 200-500

    La concimazione pu variare in funzione del tipo di terreno, del contenuto in elementi nutritivi e della

    tecnica colturale. In ambiente protetto si pu intervenire allimpianto con letame ben maturo (300-500 q/ha)

    e con la distribuzione di concimi contenenti dosi di azoto, fosforo e potassio indicati di seguito.

    dose per pieno campo (Kg/ha) dose per ambiente protetto (Kg/ha) Azoto 140 140 Anidride Fosforica (P2O5) 50 10 Ossido di Potassio (K2O) 19 15

    Durante la crescita, in caso di necessit, si pu intervenire con fertirrigazioni aventi un titolo indicativo

    N:P2O5:K2O=20:5:10 alla dose massima di 2g di concime ogni litro di acqua, avendo cura di risciacquare le

    foglie con acqua al termine della fertirrigazione. Si raccomanda, in ogni caso, la limitazione dell'impiego di

    concimi arricchiti con microelementi, riducendone l'uso alleffettiva necessit desunta dalle analisi del

    terreno.

    Le malattie e i parassiti principali del basilico

    Le malattie fungine

    Fusariosi vascolare (Fusarium oxysporum f. sp. basilici)

    I sintomi sono quelli caratteristici di ogni tracheomicosi: reclinamento dellapice vegetativo verso terra,

    clorosi, avvizzimento e morte della pianta. Il decorso della malattia pu essere molto rapido nelle giovani

    piante, che possono morire anche solo dopo 3-4 giorni dalla comparsa dei primi sintomi.

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  • Marciume del colletto (Rhizoctonia solani)

    Il parassita, molto dannoso in serra, colpisce il colletto delle giovani piante, provocandone rapidamente la

    morte che si manifesta con il loro abbattimento a terra. In coltura, esso attacca a partire da un punto

    originando caratteristiche aree tondeggianti ad accrescimento radiale.

    Macchia nera (Colletotrichum gloeosporioides)

    La malattia pu manifestarsi sui cotiledoni, sul fusto e sulle foglie. Sulle foglie il parassita origina aree

    necrotiche tondeggianti di colore bruno scuro, a contorno netto. L'attacco precoce di C. gleosporioides sui

    fusti delle plantule nelle prime fasi di sviluppo ne provoca rapidamente la morte con sintomi molto simili a

    quelli osservati in presenza di attacchi di marciume del colletto.

    Marciumi molli dei tessuti (Sclerotinia minor, S. sclerotiorum e Botrytis cinerea)

    Sul basilico i marciumi molli colpiscono le piante in tutti gli stadi di sviluppo e in tutte le parti aeree,

    trasformando i tessuti in una massa molle e scura. S. minor e S. sclerotiorum ricoprono le parti colpite con un

    feltro bianco sul quale si differenziano sclerozi scuri. Gli attacchi di Botrytis cinerea sono riconoscibili per

    la presenza sugli organi colpiti dalle tipiche fruttificazioni conidiche grigie.

    Gli insetti, gli acari ed i nematodi

    Tisanotteri (tripidi).

    Frankliniella occidentalis provoca vistosi fenomeni di distorsione della lamina fogliare e dell'apice

    vegetativo; anche il colore delle foglie pu diventare pi scuro e opaco. I tripidi rappresentano un grave

    problema per le coltivazioni in ambiente protetto, anche a causa della scarsit di prodotti efficaci

    caratterizzati da un breve periodo di sicurezza.

    Lepidotteri

    La specie che pi comunemente interessa il basilico Spodoptera littoralis. Intense defogliazioni si

    osservano in ambiente protetto quando, a partire dalle uova deposte sotto la lamina fogliare da adulti alati

    che vi si sono introdotti dalle aperture di ventilazione, si sviluppano le forme giovanili, molto voraci. La

    presenza dell'insetto prevalente nel periodo primaverile, e gli attacchi possono protrarsi anche in autunno.

    Afidi e acari

    Gli afidi e gli acari non rappresentano un pericolo reale per la coltura.

    Nematodi

    Attacchi di nematodi galligeni su radici sono osservabili in terreni sciolti, con la formazione di galle sulle

    radici e morte della pianta. La diffusione avviene a macchia dolio a partire dal luogo della prima infezione e

    pu essere accelerata con le lavorazioni del terreno, o con limpiego di strumenti di lavorazione sporchi di

    frammenti di terra provenienti da aree infestate.

    Alterazioni non parassitarie pi comuni.

    Ingrossamento delle radici. I sintomi sono simili a quelli causati da nematodi galligeni: le piante cessano

    di accrescersi, ed ingialliscono. Lalterazione provocata da un eccesso di sali presenti negli strati pi

    superficiali del terreno.

    Fenomeni di "stanchezza" del terreno. Ingiallimenti diffusi e arresto di crescita sono legati al continuo

    ripetersi della coltivazione sullo stesso terreno, con accumulo di sostanze tossiche per le radici delle

    2

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    piante. Lattenuazione o leliminazione dellalterazione pu essere ottenuta con la disinfezione del

    terreno con vapore o con la solarizzazione.

    Danni da freddo. Nella stagione invernale si pu riscontrare un ingiallimento dell'apice vegetativo e delle

    foglie pi giovani, causato da abbassamenti termici non sufficientemente controllati dal riscaldamento.

    Strategie di difesa utilizzabili su basilico

    L'approccio "integrato" per la difesa del basilico risulta unesigenza imprescindibile per la sua coltivazione,

    anche a causa della progressiva limitazione all'uso di fitofarmaci e della mancanza di nuove registrazioni.

    Di seguito si riporta una sintetica indicazione delle tecniche e degli interventi, diretti e indiretti, di difesa a

    basso impatto ambientale applicabili sul basilico.

    Interventi di tipo indiretto Esempi Impiego di materiale sano o risanato Semente certificata esente da F. basilici Corretta adozione di pratiche colturali Concimazione, ventilazione, riscaldamento, irrigazione,

    illuminazione, controllo del pH Interventi di tipo diretto Esempi Impiego di mezzi fisici Disinfezione del terreno con vapore e solarizzazione Impiego di mezzi biologici (quando registrati)

    Uso di microrganismi antagonisti di parassiti radicali e fogliari; impiego di predatori e parassitoidi di insetti

    Impiego di mezzi chimici prodotti fitosanitari ammessi

    Mezzi di difesa ammessi sul basilico

    I prodotti ammessi sul basilico sono pochi e la grande maggioranza rappresentata da prodotti "vecchi",

    ovvero prodotti la cui registrazione sulla coltura risale a molti anni addietro ed oggi, per motivi igienico-

    sanitari, residuali e applicativi, non vengono di fatto impiegati nella pratica.