qui ho posto il cuore maggio 2014

17
Mi è rimasto vivido il ricordo di quel vescovo che presiedeva una solenne con- celebrazione festiva - altare pieno di preti e navate stracolme di fedeli - il quale, a inizio omelia, esordì: Cari fratelli, abbia- mo ascoltato le letture, ma oggi le mettia- mo da parte, per meditare una frase del card. Martini… Confesso che mi venne forte la voglia di alzarmi e tornarmene in sacrestia. Pur- troppo, non lo feci. Me ne stetti lì, a senti- re un mucchio di parole messe in fila una dopo l’altra, senza il minimo riferimento alla Parola appena proclamata. Mettere il Vangelo “da parte”, con un inopinato colpo di spugna, e scambiare la Parola di Dio con una qualunque parola del pur santo cardinal Martini, è operazio- ne indegna di chiunque presieda l’Eucaristia, di ogni ministro della Parola, ma anche di un qualunque catechista di prima comunione… Senza considerare, in aggravante, le tante eclatanti banalità che spesso vengono proclamate in nome dei “testimoni” o direttamente messe sulla loro bocca. Una delle più acute sindromi di cui soffre la nostra società pare essere la ca- renza di ascolto. Siamo così tanto imbevuti - e direi pro- prio, ingolfati - di dottrina dell’io, da es- sere incapaci di pensare che altri possano dirci qualcosa di diverso, offrirci qualcosa di più, insegnarci qualcosa di nuovo… E così, giriamo a vuoto around the bush - intorno al piccolo cespuglio dell’ego. E, mentre ossessivamente lo accarezziamo, finiamo per scavargli attor- no trincee che ne impediscono ogni movi- mento e lo rendono irrimediabilmente sordo. La voce degli altri non giunge al nostro orecchio. Ora, tra l’annuncio e l’ascolto c’è sem- pre un filo rosso di identità e continuità: il che significa che noi ascoltiamo realmen- te solo quello che è annunciato in verità e con serietà; e che ogni annuncio, a sua volta, dipende da un vero ascolto. È un giro virtuoso, una dinamo che si carica di verità solo se (e solo perché) tratta la verità. Alle cose banali nessuno dà retta, pur se possono solleticare per un po’; nessu- no le ritiene a lungo, scivolano addosso e finiscono nel nulla. L’atmosfera che respiriamo non ci aiu- ta, è chiaro!, né ci offrono modelli ade- guati tutte le entità preposte alla comuni- cazione, dai giornali alla televisione al web. Abbiamo a che fare con una comunica- zione quasi sempre pre-costituita, e spes- so pro-stituita a vuotissimi ragionamenti politici o pretesi tali, alla incapacità di alzare gli occhi, alla volontà ideologica preconcetta, a tanti dommatismi laici e religiosi che mirano non al comunicare, ma solo ad acquisire potere sulla testa della gente. Il Vangelo è “notizia buona”. E qui non si scappa. O si annuncia o si rinuncia. Parola di Dio e parole al vento SOMMARIO: Editoriale 1 Il mio grazie a Padre Monti 2 Luigi M. Monti e dintorni 3 Una preghiera per… 4 Preghiere per le vocazioni 4 Con Maria, come Maria 5 Parole mon- tiane 5 Glossolalie 6 Vita di Fami- glia 7-8 Forse non tutti sapevate 9 I Vostri mes- saggi 10 La Porta aper- ta 11 Riconoscere vocazioni 12 Tracce per una lettera da Saronno 13 Anno mariano CFIC 14 La Giovinezza dei vecchi 15 Parole e fuoco 15 DATA Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III, n. 25MAGGIO 2014 SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTISARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437 e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe di Aurelio Mozzetta L’Editoriale Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo! Segue a pag. 2

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Il mensile dell'Istituto Padre Monti di Saronno.

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Mi è rimasto vivido il ricordo di quel

vescovo che presiedeva una solenne con-

celebrazione festiva - altare pieno di preti

e navate stracolme di fedeli - il quale, a

inizio omelia, esordì: Cari fratelli, abbia-

mo ascoltato le letture, ma oggi le mettia-

mo da parte, per meditare una frase del

card. Martini…

Confesso che mi venne forte la voglia

di alzarmi e tornarmene in sacrestia. Pur-

troppo, non lo feci. Me ne stetti lì, a senti-

re un mucchio di parole messe in fila una

dopo l’altra, senza il minimo riferimento

alla Parola appena proclamata.

Mettere il Vangelo “da parte”, con un

inopinato colpo di spugna, e scambiare la

Parola di Dio con una qualunque parola

del pur santo cardinal Martini, è operazio-

ne indegna di chiunque presieda

l’Eucaristia, di ogni ministro della Parola,

ma anche di un qualunque catechista di

prima comunione… Senza considerare, in

aggravante, le tante eclatanti banalità che

spesso vengono proclamate in nome dei

“testimoni” o direttamente messe sulla

loro bocca.

Una delle più acute sindromi di cui

soffre la nostra società pare essere la ca-

renza di ascolto.

Siamo così tanto imbevuti - e direi pro-

prio, ingolfati - di dottrina dell’io, da es-

sere incapaci di pensare che altri possano

dirci qualcosa di diverso, offrirci qualcosa

di più, insegnarci qualcosa di nuovo…

E così, giriamo a vuoto around the

bush - intorno al piccolo cespuglio

dell’ego. E, mentre ossessivamente lo

accarezziamo, finiamo per scavargli attor-

no trincee che ne impediscono ogni movi-

mento e lo rendono irrimediabilmente

sordo. La voce degli altri non giunge al

nostro orecchio.

Ora, tra l’annuncio e l’ascolto c’è sem-

pre un filo rosso di identità e continuità: il

che significa che noi ascoltiamo realmen-

te solo quello che è annunciato in verità e

con serietà; e che ogni annuncio, a sua

volta, dipende da un vero ascolto.

È un giro virtuoso, una dinamo che si

carica di verità solo se (e solo perché)

tratta la verità.

Alle cose banali nessuno dà retta, pur

se possono solleticare per un po’; nessu-

no le ritiene a lungo, scivolano addosso e

finiscono nel nulla.

L’atmosfera che respiriamo non ci aiu-

ta, è chiaro!, né ci offrono modelli ade-

guati tutte le entità preposte alla comuni-

cazione, dai giornali alla televisione al

web.

Abbiamo a che fare con una comunica-

zione quasi sempre pre-costituita, e spes-

so pro-stituita a vuotissimi ragionamenti

politici o pretesi tali, alla incapacità di

alzare gli occhi, alla volontà ideologica

preconcetta, a tanti dommatismi laici e

religiosi che mirano non al comunicare,

ma solo ad acquisire potere sulla testa

della gente.

Il Vangelo è “notizia buona”.

E qui non si scappa. O si annuncia o si

rinuncia.

Parola di Dio e parole al vento S O M M A R I O :

Editoriale 1

Il mio grazie a

Padre Monti

2

Luigi M. Monti

e dintorni

3

Una preghiera

per…

4

Preghiere per

le vocazioni

4

Con Maria,

come Maria

5

Parole mon-

tiane

5

Glossolalie 6

Vita di Fami-

glia

7-8

Forse non

tutti sapevate

9

I Vostri mes-

saggi

10

La Porta aper-

ta

11

Riconoscere

vocazioni

12

Tracce per

una lettera da

Saronno

13

Anno mariano

CFIC

14

La Giovinezza

dei vecchi

15

Parole e fuoco 15

D A T A

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti

Anno III, n. 25—MAGGIO 2014

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437

e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892

Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0

presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe

di Aurelio Mozzetta

L’Ed

itoriale

Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Segue a pag. 2

P A G I N A 2 qui ho posto il cuore

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

Parola di Dio e parole al vento

Non sono previste

scorciatoie né palliativi

né trame letterarie né

traduzioni culturali né

aggiustamenti né sostitu-

zioni né censure né fon-

damentalismi che possa-

no in qualunque modo

offuscare, andare oltre o

contro, la “bontà” sempli-

ce ed esigente della

“Notizia”.

Siamo nella stagione

di Pasqua. Gesù è risorto.

Eccola la notizia inim-

maginalbile e sconvol-

gente, posta a fonda-

mento della sfida che la

fede lancia al nostro vive-

re quotidiano: se Cristo

non fosse risorto, la no-

stra fede sarebbe davve-

ro un nonsenso e noi sol-

tanto poveri stolti da

compatire (1Cor 15,12-

19).

Cristo crocifisso (id

1,21-24) e risorto: questa

è “la Parola” da annuncia-

re.

Il resto è tutto (ma

davvero tutto) puro e

semplice contorno. Op-

zionale, che potrebbe

anche non esserci:

perché al di fuori di

Cristo non c’è nessu-

no, né tanto meno c’è

alcuna cosa, che possa

darci salvezza (At 4,12).

Aurelio Mozzetta

>>> segue dalla

prima pagina

Grazie Padre Monti per questo momento di preghiera e di silenzio. Tu

sai i miei bisogni. Io mi fido e mi affido.

Grazie per il dono che hai fatto alla mia famiglia. Continua a protegger-

ci e illumina il nostro cammino. Per essa ti chiedo una particolare vici-

nanza: tu illumina la nostra mente e donaci serenità.

Io mi affido a te. Grazie.

Tua figlia. Piera.

Il mio

Grazie a

Padre

Monti

Mi fido e mi affido

P A G I N A 3

La Tomba del Beato

Monti nella Cripta del

Santuario di Saronno

Luigi Monti

imbocca

l’autostrada per

il Paradiso, ma

siamo subito in

coda. Il suo

ingresso

nell’arteria più

diretta a Dio ha,

infatti, trovato i

primi ostacoli:

non possono

essere in

completa

autonomia, ma

soprattutto sono

in molti a volere

un potere su

questi giovani.

qui ho posto il cuore

Luigi

Maria e

dintorni

Partenza per il paradiso. Un percorso a “tratti”

Luigi Monti imbocca l’autostrada per il Paradi-so, ma siamo subito in coda. Il suo ingresso nell’arteria più diretta a Dio ha, infatti, trovato i primi ostacoli: non posso-no essere in completa au-tonomia, ma soprattutto sono in molti a volere un potere su questi giovani.

Questa situazione così “sospesa” si insinua nelle cellule del Pezzini, ren-dendolo molto suscettibi-le. La sua mancata elezio-ne a superiore di quello strano gruppo di giovani - di fatto, gli era dovuta come promotore di que-sta nuova organizzazione - genera nel suo carattere onesto, ma poco riflessi-vo, la rivolta.

Contemporaneamente assistiamo alla particolare rivendicazione degli in-fermieri dell’Ospedale di Santo Spirito. A questo duro lavoro, mal retribui-to, aderivano buona parte di quei “tipacci” che viag-giano alle frange della legalità. Senza scrupoli, arrotondavano il magro stipendio con prelievi di-rettamente dai portafogli dei ricoverati, ringrazian-doli con pochissima cor-tesia. Sono, infatti, più attratti dalla vicina oste-ria che dalle necessità delle corsie.

Capiscono rapidamen-te che quei giovani rap-

presentano un pericolo per il loro piccolo mondo. Trattano con umanità le persone malate, si accon-tentano del cibo e non avanzano pretese. Deciso-ne unilaterale: passiamoli sotto pesanti randelli.

Fortunosamente que-sta loro impresa è scoper-ta per tempo. Nel giorno designato ad accarezzare il capo dei giovani frati, questi non escono dai lo-ro locali; al loro posto si presentano dei gendarmi.

Tutto rientra nei para-metri, anche se furono trovati i pesanti bastoni destinati alle povere teste dei nostri.

Questa situazione così tesa ha la sua origine nel-la figura del padre Gian-battista da Genova.

Un Cappuccino dai modi bruschi e decisi, che da subito ha interferito sulla nascita della nuova Congregazione, carpen-done la paternità ai Monti/Pezzini. La sua forte personalità, unita alla necessità di partire rapidamente con il suo personale progetto, aveva irritato l’ambiente dell’Ospedale.

Cipriano crede che questo sia il momento giusto per liberarsi dell’invasivo Cappuccino.

Senza avvisare il Mon-ti, scrive al Commendato-re dell’Arciospedale - ora

Mons. Narducci - e-lencando le malefatte del reverendo padre. Non contento, e mo-strandosi davvero molto imprudente, comunica allo stesso Giambattista di aver scritto in direzione.

Troppo per il frate. A sua volta si reca dal Narducci per i debiti chiarimenti. Il Com-mendatore dell’Ospedale è spa-zientito: richiedere l’intervento dei gen-darmi, ha sollevato le attenzioni della Curia Vaticana e l’occhio del Papa Pio IX, ed egli soprattutto teme “ombre” alla sua car-riera.

Risultato: Pezzini viene cacciato dall’Ospedale.

Grande soddisfa-zione del Padre Giam-battista, che vede così allontanarsi l’uomo che attivamente ha partecipato alla nasci-ta di quel gruppo di giovani frati e, soprat-tutto, colui che più di tutti è a conoscenza delle sue trame. Non contento, con sadico piacere, ordina pro-prio al Monti di levare la veste a Cipriano.

Stop and go. Non temere.

Marco

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

P A G I N A 4

Una

preghiera

per...

qui ho posto il cuore

PER CHI NE HA BISOGNO: - chiedo di pregare per

tanti amici che hanno perso

il lavoro o lo stanno perden-do… affinchè l’aiuto del Si-

gnore ed una "giusta" alter-nativa si possano sempre

vedere e sperimentare.

- per Michele, volontario di “Medici senza frontiere”,

partito per la Guinea. Il Si-gnore accompagni la sua

generosità e lo salvaguardi

dai pericoli.

PER I GIOVANI: - per il piccolo Paolo,

nato il 30 marzo, per mam-ma Barbara e papà Michele

e per il fratellino Matteo (ora fratello maggiore). Che Paolo

porti la serenità “al quadra-

to”;

- per la piccola Asia, figlia di Davide e Manuela, nata lo

scorso 14 aprile. Che tu possa essere gioia e vivere

la gioia di essere al mondo.

PER I DEFUNTI: - Antonio, l’amico lavora-

tore in coma per un inciden-

te sul lavoro, per cui aveva-mo pregato la volta scorsa.

Non ce l’ha fatta. Noi conti-nuiamo a credere alla bontà

del Signore.

- Luigi, mio compagno di giochi quando eravamo bam-

bini, morto il 1 aprile per

tumore, a 64 anni.

- Josepha, nonna di P. Mathew, 84 anni, morta a

Kumbo (Camerun), il venerdì

santo 18 aprile.

Che siano trasparenza di Te Preghiera

per le

vocazioni

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: [email protected]

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

PER CHI E’ IN ATTESA: - per Valeria, forte, genero-

sa, capace in ogni circostanza di far germogliare il Bene, e

per tutte le donne che come lei sentono il loro animo smar-

rirsi, nel timore dell’inade-

guatezza di essere madre.

PER GLI AMMALATI: il beato

Monti interceda per loro: - chiedo preghiera per pa-

pà, che va sempre peggio. E

per mamma, che va faticosa-mente comprendendo come la

situazione non migliorerà. Sof-fre, ma mi sembra che soffra

serena, e questo è importante.

- per Paolo, 51 anni, colpito da

infarto il 24 aprile scorso.

PER CHI SOFFRE: - per Sonia, che ha dato

alla luce suo figlio il 30 genna-

io e ancora è in ospedale per complicazioni di vario tipo. Che

Padre Monti l’aiuti a superare questo momento così comples-

so.

Dacci, Signore, santi religiosi e sante religiose,

donne e uomini che siano trasparenza di Te,

che parlino prima con l’esempio e poi con la parola,

che con la loro povertà testimonino una pienezza ritrovata,

con la loro castità facciano fiorire di fecondità la propria vita,

con la loro obbedienza vivano l’unione sempre più profonda con Te.

Dacci, Signore, religiosi

che con la loro sola presenza testimonino la tua Bellezza,

incontro tra ciò che è vero, buono, gioioso, armonioso.

E quando corriamo troppo,

fa che sappiano indicarci il Cielo,

con un sorriso o un gesto che abbia “sapore” di Vangelo.

PENELOPE PITTI

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

P A G I N A 5

Era l’estate di qualche an-

no fa. Ospite dell’Istituto

Padre Monti di Saronno, fui

invitato dall’ anziano Mae-

stro di noviziato ad accom-

pagnarlo in una “gita” a Sot-

to al Monte, paese natale di

Papa Giovanni XXIII. Un luo-

go a me sconosciuto.

Con l’intelletto avvertivo

avversità verso quel caro

frate, con il cuore, lo stima-

vo in una continua lotta tra

mente e cuore, alla continua

ricerca di Dio.

La notte che precedette il

pellegrinaggio sentii vive la

promessa dell’Immacolata:

“Ti proteggerò sempre”.

L’Immacolata, così cara a

Padre Luigi Monti. Ricordai,

allora, quando su per i mon-

ti del Trentino, in compagni-

a di fr. Ruggero, stanco ed

inesperto, stavo per lasciar-

mi andare nel vuoto durante

l’attraversamento di uno

stretto viottolo di montagna:

sentii braccia amorevoli e

forti che mi afferrarono e mi

trassero in salvo.

L’indomani, la visita ai

luoghi di Papa Giovanni, il

Papa della Pace, così inna-

morato dell’Immacolata, si

rivelò per me una tappa im-

portante del mio cammino

di fede, alla continua ricerca

di Dio. Quel luogo, la sua

santità, la sua Pace mi han-

no segnato. L’Immacolata

continua a segnare i miei

passi, quotidianamente. La

Pace, l’Amicizia e la Solida-

rietà sono divenuti i valori

fondanti cui si ispira anche i

club ciclistico da me fondato

perché gli amici che lo ani-

mano ne diventino messag-

geri e testimoni.

Per puro caso, lo scorso

anno, durante un incontro di

lavoro, sono ritornato a Sot-

to al Monte: che Pace!

Il 2 aprile 2005, in viaggio

da Milano a Roma, in missio-

ne per l’istituto, giunsi a

Roma nell’istante in cui veni-

va annunciata la nascita al

cielo di Papa Giovanni Paolo

II, il Papa di Maria: alle mie

spalle scorgevo ancora una

statuina dell’Immacolata che

mi rincuorava. Ero nei pressi

della Casa Generalizia di

Padre Monti di Roma. Con i

suoi figli spirituali ebbi il

privilegio, di essere a pochi

metri ad accompagnare il

nostro Papa in Piazza San

Pietro il giorno del suo ulti-

mo viaggio terreno.

Lo scorso anno ricevetti in

dono dal Cardinal Comastri

il libro “Ricordo di tre Papi”

la cui lettura mi ha riportato

alla mente e al cuore mo-

menti apparentemente insi-

gnificanti della loro vita che,

invece, hanno segnato i cuo-

ri e il percorso d’amore e di

pace di ognuno di noi.

Alla continua ricerca di

Dio, ho letto e riletto quel

libro per comprendere pie-

namente il messaggio pro-

fondo che vive nelle parole

che esprimono la santità di

ognuno dei Papi che Dio ci

ha donati.

Tra un milione di pellegri-

ni, domenica 27 aprile 2014,

con il foulard della beatifica-

zione di Padre Monti, ho

partecipato alla Canonizza-

zione in Vaticano dal centro

di via della Conciliazione.

L’Immacolata, ancora una

volta, segnava i miei passi,

alla continua ricerca di Dio.

Un Laico montiano

Con

Maria,

come

Alla continua

ricerca di Dio.

La

testimonianza

di un laico

di Padre

Monti,

innamorato

di Maria

Immacolata.

qui ho posto il cuore

Mai allevare grugnoni

A l Fratel Gabriele cantategliela pure can-

didamente che se ha intenzione di far

bene, bene; se poi vuole continuare con i suoi

musi e capricci, ditegli che questa volta la

sbaglia di grosso: io sono stanco e stufo di

allevare dei grugnoni… Ditegli che scelga: o

far bene o andarsene.

(Beato Monti, lettera a Fr. Benedetto Antonietti,

3 agosto 1897)

Le Parole

montiane

Tra le braccia di Maria Immacolata

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

P A G I N A 6

Dalle

Comunità di

Padre Monti

nel mondo

qui ho posto il cuore

Dans notre rosaire quotidien, nous méditons le mystère de la visitation, Marie

qui court vers la région montagneuse pour visiter sa parente, Elisabeth.

Allant chez Elisabeth, Marie n’a pas seulement aidée matériellement sa paren-

te mais elle lui a apporté Jésus vivant en son sein. Cela veut dire apporter la joie

pleine, la grâce de l’Esprit qui habite en elle. Raison pour laquelle a peine qu’E-

lisabeth entendit la salutation de Marie, pas seulement elle, l’enfant tressaillit de

joie en son sein et fut rempli d’Esprit Saint.

Dans cette mouvance, Marie est modèle de charité gratuite, d’oubli de soi

pour être au service de l’autre avec empressement. Cet empressement le met

dans les conditions de compréhension de l’autre.

Marie porte à sa cousine le don immense qu’est Jésus, et avec lui son amour,

sa paix et sa joie. Ce don, Marie ne l’a pas limité seulement à Elisabeth, mais

l’offre à tout un chacun de nous. Le mouvement, le déplacement et l’engagement

de Marie est une forme de mission, lui confié sans qu’elle le sache d’apporter

aux autres l’Amour qu’elle porte en son sein.

L’Eglise en soit, est appelée à apporter aux autres Jésus, comme le fit Marie à

Elisabeth. Si par malheur il advenait que l’Eglise n’apporte plus Jésus, elle serait

morte, une bonne à rien.

A la suite de Paul, l’Eglise peut se dire : je ne peux annoncer que ce que j’ai

en moi, ce que je porte dans mon être. Par la foi et dans la foi, je porte en moi,

Jésus-Christ. Ce pourquoi Saint Paul affirme avec force que malheur à moi si je

n’annonce le Royaume de Dieu. Car nous le savons, le Royaume de Dieu, c’est

Jésus-Christ lui-même.

Le devoir de l’Eglise est de diffuser la force et l’amour de Jésus. Dans cette

Eglise qui a pour mission la diffusion de la force et de l’amour de Jésus, nous y

trouvons des familles religieuses, des ordres religieux, la vie monastique, les Ins-

tituts séculiers, etc. voilà qu’il y figure la Congrégation des Fils de l’Immaculée

Conception.

N’est-ce pas que cette Congrégation a pour mission apporter Jésus aux au-

tres ? Cette mission ce résume dans son Charisme qui est la Charité dans ses dif-

férentes formes que nous connaissons. Une de ses formes qui doit être mis en

exergue est l’oubli de soi pour être au service des autres comme à fait Marie,

modèle de charité. Ces affirmations nous permettent à dire que le charisme mon-

tien, ne peut pas seulement se calquer sur celle du Bon samaritain mais surtout à

celui de Marie notre Mère, Patronne et Modèle.

Nous sommes Fils d’une Mère Immaculée, Modèle de charité, laissons-nous

éduquer à son école afin que les principes de sa charité nous pousse, nous presse

à aller à l’encontre des autres pour que le don immense qu’est Jésus soit partager

avec amour, paix et joie. P. MPOYI ODON

La Visitation

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

P A G I N A 7

Sulle orme di Fratel Bonifacio Pavletic

Dal 26 al 31 luglio p.v., l’INVITO a una per-

manenza in CROAZIA, per “inseguire un so-

gno di vangelo” e rendere più attuale

l’esempio di santità di Fratel Bonifacio, gio-

vane religioso di Padre Monti, croato, morto

a Roma a 33 anni, del quale si vuole intro-

durre la Causa di beatificazione. Una model-

lo ‘giovane’ e davvero interessante. Chi vo-

lesse ha ancora modo di prenotarsi.

qui ho posto il cuore

Aiutateci …e proprio dalla Croazia giunge, in questi giorni, l’appello di GIOVANNI GAL-

BIATI (puoi visitarlo in Facebook: Fratel Ivan Bonifacio Pavletic… subito bea-

to!). Ve lo proponiamo:

Il Comitato per la beatificazione di fratel Bonifacio, sta lavorando alacremen-

te, ma purtroppo la mancanza di fondi frena questo processo. L'entusiasmo è

tanto, ma non basta. Chi volesse aiutare questo Comitato di volontari con un'of-

ferta, può farlo presso:

PRIVREDNA BANKA ZAGREB ag. di Kutina - SWIFT: PBZGHR 2X

IBAN: HR6023400091110431869 - Caus.: Beatificazione fratel Ivan Bonifacio.

Cresce la voglia di comunicare. Ecco altri tre nostri… fratellini, che potete trova-

re in internet. La HOJA MONTIANA, edita a Cordoba (Argentina), in realtà ha già

una bella età, ma negli ultimi tempi si era un po’ addormentato. Siamo lieti che il

nuovo Governo provinciale l’abbia risvegliato… buon cammino!

Lo stesso per AMALADOOTHU, bollettino della Provincia Indiana, di cui aveva-

mo perso traccia. Bentornato tra noi!

Eppoi c’è il neonato GIOVANI ZKM NEWS, da Tirana, Albania, espressione del

Gruppo Pastorale Giovanile della UNIVERSITÀ NOSTRA SIGNORA DEL BUON CON-

SIGLIO. Un augurio di lunga vita e un grazie a Padre Franco e all’amico prof. Da-

niele Virgili.

I tre fratellini

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

P A G I N A 8

Vita di

famiglia

qui ho posto il cuore

Nasce Giovani

ZKM news in

Albania.

In Filippine,

Fratel Leonard

diventa medico.

(Foto) Momento della in-

vestiture (consegna della

laurea) del Confratello

Bro. LEONARD LAMFU,

laureatosi in Medicina

presso la University of

Santo Thomas di MANI-

LA. Padre Monti era lì,

invisibile, che batteva le

mani dalla gioia e grida-

va: auguri, auguri, augu-

ri!!! Noi ci uniamo alla

voce di lui: Leonard, che

Fratel Emanuele Stablum,

il nostro religioso dottore

Servo di Dio, ti sia mo-

dello e guida.

Manila (Filippine): Fratel Leonard è Medico

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

Da ultimo sorvoliamo

l’Atlantico fino al BRASILE, a

gustare la bellezza dell’ IN-

FIORATA di FOZ

do IGUAÇU, realiz-

zata per il Corpus Domini, do-

menica 2 giugno.

BOLLETTINO - SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE - 08.04.2014

Rinuncia del Vescovo di Peterborough (Canada) e nomina del successore

P A G I N A 9

… a spulciar

gli archivi e

rimescolar le

carte della

storia,

per sapere…

qui ho posto il cuore

Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi

di Peterborough (Canada), presentata da S.E. Mons. Nicola De Angelis, CFIC, in

conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico (raggiunti limiti d'età).

Ha nominato a succedergli il Vescovo William Terrence McGrattan, finora Vescovo

Ausiliare di Toronto.

***

Scrive Fratel Ruggero: “Esprimo, a nome di

tutti, gratidudine per l’appassionato lavo-

ro del nostro confratello padre Nicola,

compiuto per il bene della Chiesa univer-

sale nella missione di vescovo”.

A 27 anni l’allora giovane frate Nicola,

nato nel paesino di Pozzaglia (Rieti), fu

trasferito in Canada. Aveva già avuto

l’opportunità di dimostrarsi per noi ragaz-

zi di quel tempo uno splendido professo-

re di greco ed un musicista preparato ed

accorto. Uno di quelli che si ricordano e si

rimpiangono, quando la loro opera si con-

clude.

Gli anni trascorsi a Toronto avevano testi-

moniato il suo multiforme impegno: nella

pastorale per gli emigrati italiani; nella

promozione della scuola cattolica di cui,

in Ontario, fu iniziatore e leader; nel servi-

zio della grande diocesi

canadese.

Richiamato dalla Congre-

gazione in Italia, dal gen-

naio 1986 al luglio 1992

fu Superiore Generale ed

avviò un intenso pro-

gramma di internaziona-

lizzazione.

Che questa nuova stagio-

ne gli doni di poter racco-

gliere benedizioni nume-

rose, dopo tanto lavoro

per il Vangelo.

(forse non tutti gli

amici lettori

conoscono il

nostro Confratello

Vescovo,

Monsignor

Nicola

De Angelis.

Lo presentiamo

qui, a conclusio-

ne del suo servi-

zio pastorale).

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

P A G I N A 1 0

Email e

lettere dal

mondo

Lettere alla Redazione L’editoriale di aprile

- Carissimo, è doveroso e

importante ringraziarti per

l'uscita fedele di QPC. Leg-

gendo il tuo commento

all'Editoriale, condivido e

sottolineo che il compito di

noi (servi inutili, ma neces-

sari) è quello che di positivo

Dio investe nelle persone di

ogni sua creatura. Dio è

Amore, è positivo per eccel-

lenza; e noi, seppur fragili

creature, dobbiamo testi-

moniarne presenza e vici-

nanza. Quando esistono

problemi, noi ci muoviamo

per tenerci fuori e pensare

che le responsabilità siano

d’altri. Mi chiedo onesta-

mente: se il buon Dio faces-

se questo ragionamento per

noi, sarebbe un bel proble-

ma. Rischieremmo di fare la

figura di quella brava gente,

che davanti a Gesù veniva

sollecitata ad esprimere il

proprio giudizio sulla donna

peccatrice condannata alla

lapidazione. Mi piace sotto-

lineare che il nostro compi-

to rimane quello di guarda-

re avanti, affidati alla Provvi-

denza, chiedendo al Signo-

re, attraverso l'intercessione

di Maria Santissima e del

Beato Fondatore, che la

CFIC rimanga espressio-

ne d’Amore e di Carità. Un

caro e fraterno salu-

to. Fratel Rolando

- Grazie, bellissimo il bol-

lettino di questo mese! So-

no contenta che si parli in

prima pagina di Fratel Ema-

nuele Stablum. Io continuo

a pregarlo e farlo pregare

da tante persone malate e

bisognose di guarigione

interiore ed esteriore. Or-

mai è per me un Santo che

ha ottenuto la mia fiducia,

mi dà una certa sicurezza

nell'affidargli casi difficili e

mi rasserena sapendo che

mi ascolta sempre, anche

se non posso ancora testi-

moniare il miracolo atteso!

Il Signore sa quando

sarà l'ora di avere anche

questo segno importan-

te. Se è stato ricono-

sciuto Giusto tra le Na-

zioni, per me è già più

che SANTO! Sono stata

felice di aver visitato il

Giardino dei Giusti a

Gerusalemme e sapere

che in quel posto c'era

anche il suo nome e

quindi "presente" nello

Spirito, Lui, un Figlio

dell'Immacolata Conce-

zione, un figlio amato,

benedetto e benedicen-

te, di Padre Monti! Gra-

zie, buon proseguimen-

to verso la Santa Pa-

squa.

Grazie, con gioia

- Come sempre, grazie

di cuore. don f

- Grazie per la puntuali-

tà e per il bel lavoro che

fate! don p

- Un ricordo con grande

gioia. Grazie. Noi conti-

nuamo con la celebra-

zione di messe grego-

riane…

- Grazie, padre. Sentivo

la mancanza di questo

appuntamento periodi-

co con la Sua Congrega-

zione, che ho sempre

ammirato e ammiro

molto. Mi benedica. In

comunione.

- Grazie di cuore. Di un

ricordo al Signore ne

abbiamo proprio biso-

gno.

- La rivista QPC l'ho

sempre ricevuta e pun-

tualmente la leggo e

rileggo (nelle ore serali)

con avidità, perchè mi

fa stare bene.

Preghiera e farmaci

Ancora una volta

1000 grazie per il noti-

ziario; è diventato ap-

puntamento fisso e im-

portante e trovarvi sem-

pre presenti mi dà felici-

tà, serenità e forza. Il per-

corso della quaresima è

per me uno dei momenti

più belli e di approfondi-

mento spirituale che sa-

ziano l'anima. Anche

quest'anno la salita al cal-

vario si fa difficile e pe-

sante; provoco sempre

lavoro ai medici e preoc-

cupazioni a chi mi sta

vicino. Io però vivo e go-

do della vicinanza di Gesù

in questo percorso. Ve-

nerdì sono riuscito a far-

mi portare alla Via Crucis

e ancora una volta mi so-

no convinto maggiormen-

te dell'importanza della

preghiera per gli ammala-

ti. Preghiera e farmaci, un

connubio vincente! La

preghiera senza farmaci a

volte fa miracoli, ma i far-

maci senza la preghiera di

miracoli non ne fanno! In

compenso però ho trova-

to qualcosa da fare anche

in ospedale e con l'aiuto

della suora che supporta

spiritualmente i degenti,

stiamo preparando la pre-

ghiera della settimana

santa. Non sarebbe possi-

bile in qualche modo aver

del materiale da mettere

in distribuzione riguar-

dante il Beato Monti? E,

essendo in ospedale, for-

se fratel Emanuele sareb-

be più "indicato"? Non

cose di valore, anche solo

immaginette. Auguro a

Lei e agli amici del Beato

Monti di trovare il meglio

in un raccolto proficu-

o quaresimale e pasquale.

Un abbraccio fraterno.

Guido

Scriveteci

a

I Vostri

mess@ggi

qui ho posto il cuore

[email protected]

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

P A G I N A 1 1

SIAMO UNA GENERAZIONE FELICE, particolarmente amata da Dio, se Egli stesso ci dà di

essere protagonisti e testimoni di questa straordinaria STAGIONE DI SANTITÀ.

Lo Spirito è alacremente all’opera, attivo e grandioso, fecondo di novità e operatore di prodi-

gi.

LA PORTA È DAVVERO APERTA. Per tutti. Non solo per loro due, giganti della nostra storia

recente.

Ognuno porta in sé la statura del gigante, solo che quasi mai lo sa, quasi mai la vede, quasi

mai ci crede… E così, il più delle volte, la lasciamo lì, avvolta in se stessa, non sviluppata,

non posta “come città sopra un monte” né “come luce su un candelabro”.

OGNI GIORNO INCONTRIAMO SANTI sui nostri passi, il più delle volte senza vederli; e peg-

gio, il più delle volte pensando che gli altri siano tutti inaffidabili, pericolosi, potenziali ne-

mici, gente cui fare attenzione. Questa cultura dell’arraffare per sé, contrabbandata come

civiltà e libertà, ci rende tutti meno umani e meno vicini. Dio ha seminato angeli in ogni an-

golo del mondo. Perché non li vediamo?

***

FESTA DI PAPI SANTI (27 aprile 2014). Dice Jean Vanier: “Ogni uomo è una storia sacra”.

Noi non le conosciamo tutte, ma ci è senza dubbio capitato di camminare al fianco di Qual-

cuno, senza riconoscerlo: siamo fratelli dei compagni di Emmaus, in cammino, inconsapevoli

di essere in compagnia dell'Unico che ci può aprire gli occhi!

Oggi 4 Grandi, in Piazza San Pietro e nel mondo interno, sono festeggiati e richiamano i fe-

deli per un avvenimento, giustamente imponente e unico per la storia e nella Storia della

Chiesa. Due di Essi concelebrano; gli altri Due sono alla presenza del Padre. Ma sicuramente

almeno Tre Altri hanno aperto a Giovanni XXIII e a Giovanni Paolo II le Porte del Regno.

Pio XII guida un corteo di Ebrei, battezzati nel sangue o diventati cenere in campi di concen-

tramento; Paolo VI porta ancora i segni, ormai indolori, di una pesante Croce che l'ha

schiacciato ma non vinto; Giovanni Paolo I tiene la mano sul cuore che non ha retto al dolore

ereditato con un compito, che l'ha stroncato ancor prima di poter svolgere il suo Pontifica-

to.

Sono lassù per avere pagato col martirio. Signore, ti ringraziamo per Ciascuno di loro!

(AM e SO)

SIAMO UNA

GENERAZIO

NE FELICE,

particolar-

mente

amata da

Dio, se Egli

stesso ci dà

di essere

protagonisti

e testimoni

di questa

straordinari

a STAGIONE

DI SANTITÀ.

qui ho posto il cuore

LA PORTA APERTA ALLA SANTITÀ (… a noi, giganti inconsapevoli)

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore

Io ed il mio

amico abbiamo

sempre

condiviso tutto.

Anche la scelta

del sacerdozio.

Stesse scuole,

medesimi

impegni, stessi

desideri, stesso

seminario…

Subito dopo

l’ordinazione, il

Vescovo ci fece

chiamare. Una

sola cosa ci

disse: “tu vai

all’Università e

tu vai in terra di

Missione”.

Rubrica a cura dei

Cercatori di Dio

Università e missione Io ed il mio amico abbiamo sempre condiviso tutto. Anche la scelta del sacerdozio.

Stesse scuole, medesimi impegni, stessi desideri, stesso seminario… Subito dopo

l’ordinazione, il Vescovo ci fece chiamare. Una sola cosa ci disse: “tu vai all’Università

e tu vai in terra di Missione”.

Perché io all’Università e il mio amico in missione, non lo so proprio. Da lì parte la

mia vocazione di prete accademico, da una decisione del Vescovo, non dalla mia vo-

lontà. No, davvero. Io sarei andato volentieri in missione al posto del mio amico e in-

vece no: io dovevo redimere la mia vita sopra i libri.

Ho scelto di fare il prete per aiutare gli altri. I libri non erano esattamente quello

che mi aspettavo da questa vita! Ero però carico e mi sono messo subito all’opera. Gli

esami volavano ed il tempo trascorreva sereno in un rimarsi di impegni e di preghiera.

Mi chiedevo dove era Dio. Mi facevo domande sull’esistenza di Dio… Lo studio del-

la Filiosofia prima e della Teologia poi mi stavano veramente aiutando a trovare la mia

strada interiore dove incontrare l’Assoluto.

La mia vocazione… non so dire quando sia stata la prima volta che mi sono rivolto

a Dio; o meglio, che Dio si è rivolto a me. So solo che ho risposto, e la mia risposta è

stata: “sia fatta la tua Volontà”.

Anche oggi, quando qualcosa mi è difficile da pensare, da decidere o da fare, mi

rivolgo a Lui e dico la stessa cosa: “sia fatta la tua Volontà”. Tutto ritorna tranquillo in

me, dentro e fuori di me.

Non ho rimpianti. Ho detto di si, anche al Vescovo come se fosse stata la richiesta

di Dio. E lo è stata. Ne sono sicuro. Attraverso il Vescovo ho colto la volontà di Dio in

me e su di me.

Il mio amico dopo 40 anni è ancora in terra di missione. Anch’egli è felice di aver

detto di sì a Dio.

Riconoscere

Vocazioni

"Egli mi ha amato fino all'estremo, all'estremo di me, all'estremo di se stesso...

Mi ha amato a modo suo, che non coincide con il mio. Mi ha amato senza contro-

partite, in assoluta gratuità... Avrei potuto essere amato in modo più discreto,

meno solenne.

Mi ha amato come io non so amare: con quella semplicità, quell'oblio di sé, quel

servizio umile e non gratificante, senza alcun amor proprio.

Mi ha amato con l'autorità generosa ma ineludibile di un padre ed anche con la

tenerezza indulgente e mai completamente tranquilla di una madre"

Christian de Cherge, 1995, Monastero di Tibhirine (Algeria)

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P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore

Caro Padre, come possiamo armonizzare la libertà di parola, la verità e la convenien-

za di dire “verità scomode”?

Apprezzo infinitamente la libertà e la libertà di parola in specie, ma occorre dire che

la libertà è la responsabilità più grave e più pesante per un uomo. Per questo, malgrado

apparenze e proclami, cerchiamo tutti di sfuggirla e di trovare 'padroni' di vario genere

da cui farci comandare. È molto meno faticoso, più comodo, più accomodante, più ma-

terialmente fruttuoso... non mi pone in discussione, mi fa stare nel mio bel cantuccio e

salva la mia igiene mentale!

Ovvio che l'obbedienza religiosa - a Dio anzitutto e sopratutto, e poi al Magistero ed

ai legittimi superiori - è tutt'altra cosa: se fosse quello, cioè ricerca di comodità o di un

padrone che ci scarichi della responsabilità, sarebbe l'esatta negazione di ciò che Cristo

vuole da noi!

Non ci neghiamo che a volte anche questo tipo di cosidetta "obbedienza" appare tra

di noi (della serie: testimoni di un Geova senza barba e senza spina dorsale).

Ho profondo rispetto per chi - pur obbedendo come deve, per professione evangelica

- si chiede con sofferenza e lacerazione se certe leggi positive siano giuste e ancora vali-

de. La sua sofferenza ha valore salvifico: "ciò che manca alla passione di Cristo"... D'al-

tra parte la storia ci ha detto infinite volte che idee e leggi, anche quelle ecclesiali, sog-

giacciono al cammino progressivo dell'umanità e della Chiesa. Guarda Rosmini, tanto

per dire.

Apprezzo ogni richiesta, ogni esigenza o espressione di umanità: se non c'è la perso-

na "uomo", è pura illusione voler costruire il consacrato. E se, Dio ce ne scampi, il con-

sacrato è stato costruito su un "niente" di umanità... povera Chiesa e poveri noi tutti,

confratelli e fedeli.

Si può essere d'accordo o meno sulle idee espresse, ma forse ci converrebbe impara-

re da uno - Voltaire - che non era certo nè bigotto nè ispirato dal catechismo, e che però

ha prodotto un'affermazione che dovrebbe essere scolpita nei fondamenti costitutivi del

nostro essere comunità di fratelli: "io non condivido le tue idee, ma sono disposto a dare

la mia vita perchè tu possa esprimerle in libertà".

Lanciare anatemi è il peggior servizio che possiamo fare alla verità ed alla carità.

Per questo, a prescindere dalla verità delle posizioni, non mi piacciono giudizi e defi-

nizioni che vogliono catalogare o condannare in vario modo.

Anche la correzione fraterna parte dall'amore, mai dal giudizio. Se non è motivata

dall'amore, la correzione non è né fraterna né opera "divina". Dio non giudica e non con-

danna... basta dare una scorsa ai vangeli! D'altra parte la verità non cambia, anche se

pronunciata da labbra “sbagliate”.

Un’ultima considerazione: spesso si ha paura che certe idee, posizioni e discussioni

vadano in giro e creino confusione tra i fedeli. Diciamocelo chiaro: la carità e la verità

devono essere vissute e “lavorate" con e dall'intelligenza. Di chi dice e di chi ascolta.

Troppo spesso abbiamo ritenuto i nostri fedeli dei minorenni, incapaci di capire...

l'uomo è cresciuto, grazie a Dio, e forse oggi più che mai è vera l'affermazione di Gesù:

la verità vi farà liberi!

Giorgio G.

Tracce per

una lettera

da Saronno

CHI SCRIVE A CHI

La verità che libera

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore

“Chi di noi non

ha angustie, pe-

ne, tribulazioni

da esporre al

cuore tenero di

una madre qual’è

Maria?

Chi di noi non

ha grazie, favore

da chiedere alla

Regina del Cielo,

alla ricca tesorie-

ra, alla deposita-

ria dei doni del

Signore?”.

Così scrive il

beato Monti in

una lettera ai Fra-

telli della Con-

gregazione, data-

ta 28 aprile 1899.

Teologia elementare o proposta

sapienziale? “Chi di noi non ha angustie, pene,

tribulazioni da esporre al cuore tene-

ro di una madre qual’è Maria? Chi di

noi non ha grazie, favore da chiede-

re alla Regina del Cielo, alla ricca

tesoriera, alla depositaria dei doni

del Signore?”. Così scrive il beato

Monti in una lettera ai Fratelli della

Congregazione, datata 28 aprile

1899.

Nel suo atteggiamento verso Ma-

ria Immacolata si possono cogliere

pensieri, gesti e sapori propri di un

figlio che si rapporta con sua madre.

L'Immacolata è realmente sentita da

lui come madre, o meglio, "mamma",

con tutto il riferimento di legami vi-

tali ed affettivi racchiusi in quella

parola.

È sempre fonte di grande stupore

constatare il modo semplice e natu-

rale – tipico di un’ordinaria vita fami-

liare - con cui Luigi tratta Maria, co-

me si rivolge a lei, come le parla di-

rettamente e ne parla agli altri, ne

interpreta la volontà, ne assicura

l'accoglienza e l'amore materno…

Per quanto si cerchi in tutta la

storia di lui ed in ogni suo scritto,

non si trova un solo luogo, un tempo

o un punto dove si possa notare un

distacco o una qualunque parola ne-

gativa verso la Madonna.

Padre Monti non esprime né vive

solo una "immagine" di Maria, come

figura astratta, teorica o idealizzata;

la vede proprio come persona vera e

reale, una persona cara da frequen-

tare giornalmente e che entra a pie-

no titolo nel quadro della vita, dei

pensieri, degli affetti, delle azioni.

Di lei non scrive trattati teologici

e quando le indirizza la propria pre-

ghiera non usa titoli altisonanti; usa

le parole semplici di un figlio che si

rivolge a sua madre o che la descri-

ve.

Lungi dall'essere un fatto di poco

valore o espressione di una "teologia

elementare" di basso livello, questo

modo d’essere del Monti verso Maria

rappresenta il distillato di una com-

prensione interiore profondissima,

una proposta sapienziale della spiri-

tualità mariana, una dinamica di in-

carnazione nell'attualità, una costan-

te verifica dello spirituale nell'esi-

stenziale, cioè nell'insieme delle

gioie e dei problemi della vita.

Semplicità ed essenzialità non

sono in lui un punto di partenza ver-

so livelli spirituali e teologici più alti

e complessi; al contrario sono punto

di arrivo e momento di maturità di

un cammino che ha saputo cogliere

interiormente la verità e la realtà di

Maria, immacolata e madre, piena-

mente umana e tutta santa, protettri-

ce e modello, regina del creato e del

proprio cuore.

Nessun fraintendimento, dunque.

Padre Monti non cade mai nei tra-

bocchetti dello spiritualismo esaspe-

rato, del sentimentalismo, del devo-

zionismo, del sensazionalismo di

visioni e messaggi… Anche quando

esprime delicatissimi accordi di tene-

rezza filiale verso la Madre o di fidu-

cia indiscussa nel suo materno so-

stegno, egli ha sempre come riferi-

mento il “Divin Figlio Gesù”.

Maria è la “regina”, non è mai una

dea. È “madre di Dio e madre no-

stra”, mai sacerdotessa del divino. È

mediatrice “potente” presso Dio, ma

sempre a servizio della divina volon-

tà.

FEM

Anno

Mariano

2013-2014

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore

Pasqua 2014 Perché le hai detto: “Noli me tangere!”

in quella lontana alba, appena uscito dalla tomba?

Anch'io non avrei osato toccarti

e poi nessuno mi avrebbe creduto:

sono solo una povera donna,

agli occhi di molti!

Ma se tu me lo avessi permesso,

la mia mano tremante

avrebbe sfiorato, leggerissima, indegna,

il tuo costato risanato.

Sicura di trovarvi una goccia d'acqua,

mi sarei bagnata gli occhi,

come mi suggeriva mia madre

al mattino di Pasqua.

Uno sguardo nuovo

avrebbe illuminato me

e quelli che incontro...

Ma il miracolo continua, si rinnova:

anche se talvolta convive col dubbio!

SIL

La

Giovinezza

dei vecchi

Parole e

fuoco

Fidati del vento

Il vento:

Ti porta il sussurro di un mondo lontano,

Grida di bimbi,

Risa di ragazze,

Tenerezze di donna

Il vento:

Ti porta la carezza di Dio

Quando nasci

Quando ami

Quando muori

Fidati del vento:

Pulisce.

… con l’impegno di parlare bene

e gettare semi di parola fecondi,

capaci di donare

bellezza e vita; di far risorgere le

parole per la relazione; e anche di

combattere la marea di

grezza volgarità che vorrebbe i-

nondarci a unico beneficio di chi

cerca soldi e brama potere …

(GIOTTO, Noli me

tangere, Cappella

degli Scrovegni,

particolare)

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P A G I N A 1 6

A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4

Inserire lo slogan qui.

QUI HO POSTO IL CUORE

Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione

Hanno collaborato per questo numero:

Aurelio Mozzetta, Penelope Pitti, Marco Perfetti, un Laico Montiano, Piera,

www.padremonti.org, P. Mpoyi Odon, Giovanni Galbiati, Fratel Rolando, Gui-

do, SIL, Giorgio G., I cercatori di Dio, FEM, Raffaele Mugione.

Direzione: Via San Giacomo, 5

21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:

[email protected]

sito web: www.padremonti.org

(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è

realizzato da volontari)

Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno

Orario delle Celebrazioni del Santuario

GIORNI FERIALI

6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)

7.00 Santa Messa (lunedì in cripta)

9.00 Santa Messa

18.50 Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI

8.30 Lodi del Mattino

9.00 Santa Messa

19.00 Santa Messa

SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO

P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio

P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong

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