raimondo villano - profumo di storia: antichi profumi

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Dall’Egitto dei faraoni alla civiltà greco-romana, oli ed essenze erano già ampiamente diffusi nell’antichità e venivano utilizzati sia come cosmetici sia come farmaci. Articolo pubblicato sul quindicinale (19.000 copie circa di tiratura) nazionale professionale indipendente Punto Effe nella rubrica "Come eravamo", curata dal 2005 dall'autore

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Page 1: Raimondo Villano - Profumo di storia: antichi profumi

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C O M E E R A V A M O

di, le più antiche scritture religiose delmondo. Inoltre, dai testi egizi abbiamoanche memoria della provenienza degliingredienti più famosi. Molte essenze erano importate da Punt,l’odierna Somalia: il laudanum, la resinadi therebindo, il cinnamon, il franchin-censo e la mirra; quest’ultima, poi, fupresto aggiunta ai sette famosi profumi. I Minoici e i Micenei, a loro volta, impa-rarono certamente dall’Egitto ad apprez-zare i profumi e a usarli come preziosodono per le diverse divinità, lasciandoce-ne testimonianza scritta sulle tavolette in“lineare B”.

LA PRODUZIONE DELL’OLIOInoltre, con le analisi comparate del con-testo archeometallurgico e paleoam-bientale dell’area del sito preistorico diPyrgos Mavroraki, nell’isola di Cipro, si èscoperto nella Tomba 21, aperta nel1993 e risalente all’età del bronzo me-dio, reperti del XX secolo a.C. collegatialla produzione industriale d’olio d’olivae al suo impiego nei settori cosmetico,medico-farmaceutico e tessile. È venuto, infatti, alla luce il più anticofrantoio noto del Mediterraneo che inuna enorme sala 4.000 anni fa produce-va olio di cui una parte passava ad ali-mentare le fornaci della più antica fab-

le di Abido(3000 a.C.circa), inol-tre, sono sta-te trovate gia-re contenentiresine di coni-fere disciolte

in olio e grassoanimale. L’uso

dei profumi, poi,si diffuse rapida-

mente in tutto il Me-diterraneo, incremen-

tando un fiorente com-mercio di essenze grezze

e lavorate provenienti da variPaesi. In alcune tombe della ne-

cropoli di Saqqara in Egitto, sono ve-nuti alla luce rilievi con rappresentazioni dimassaggi eseguiti con olio d’oliva, mentrela scena dipinta nel tempio di Niuserremostra il re che si fa massaggiare i piedicon olio d’oliva profumato. Sulle mura della stessa tomba, poi, è rap-presentata la produzione dei profumi e legiare sono contrassegnate con i geroglifi-ci dei profumi che contenevano, noti al-l’epoca come i “sette sacri olii”, l’heke-nu, il sefeti, il nekhensem, il tewat, l’oliodi cedro e l’olio “libico”. Tali profumi sonoriportati addirittura nei Testi delle Pirami-

Dall’Egitto dei faraoni alla civiltà greco-romana, oli ed essenze erano già ampiamente diffusi

nell’antichità e venivano utilizzati sia come cosmetici sia come farmaci

DI RAIMONDO VILLANO

Profumo di storia

G li oli profumati e le essenzefarmaceutiche hanno originiantichissime e il loro impiego

è documentato in Egitto sin dalla fine delIV millennio a.C. Sebbene, infatti, letombe predinastiche siano semplici fos-se nel terreno, esse già contengono, in-sieme alle tradizionali offerte di cibo ebevande per il defunto, cosmetici, pro-fumi e ingredienti per la loro preparazio-ne: ginepro, hennè, semi oleosi e resinedi conifere importate. In una tomba rea-

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brica di profumi nota nel Mediterraneo,sepolta da un terremoto nel 1900-1850 a.C. circa e ricavata nell’angolonord orientale della grande sala delfrantoio stesso. Il complesso industriale fa parte di ungrande edificio di circa 4.000 mq. chesi trovava in posizione sopraelevata alcentro di un vasto insediamento delBronzo Antico e Medio nato verso la fi-ne del periodo Calcolitico. A documentarne il funzionamento sonostate rinvenute cinque macine di andesi-te, quattro grandi bacili per la prepara-zione delle essenze e quattordici fosseintonacate ancora colme di cenere ecarboni dove si sono trovate altrettantebrocche che al momento del terremotocontenevano l’olio d’oliva e le essenze ininfusione. All’esterno eleganti portapro-fumi attendevano di essere riempiti (uti-lizzando imbuti di terracotta e piccoli at-tingitoi per dosare le essenze), mentrealtri vasi di pregiata fattura già contene-vano il profumo di base. Nel corredo erano anche presenti alcunigrandi vasi forniti di un lungo becco late-rale, la cui forma ricalca e precorre per-fettamente quella della testa degli alam-bicchi che furono utilizzati in periodostorico per l’estrazione degli oli profuma-ti in Grecia e nel mondo arabo. Dalla pro-duzione si passava, poi, probabilmentealla vendita al dettaglio. Le essenze farmaceutiche sono statetrovate in diversi contenitori, un po’ dap-pertutto. Tra i ritrovamenti più interes-santi c’è un grande bacile incrostato diresina amalgamata con oppio e vino,una ciotola con scamonea e un vasettocontenente efedrina. Nella stanza dove si lavorava il vino è sta-to invece trovato un pregiato askos zoo-morfo che conteneva chinolina mescolataa essenza di lavanda. Sembra che le principaliessenze prodotte aCipro nell’antichitàfossero il cipri-num, olio estrattodai fiori dell’hennèdalla profonda fra-granza di limone, l’ama-rakinon e il sampsuchi-non, entrambi basati sulleessenze di maggiorana e ori-

la temperatura di 30-40 gradi centigra-di per diversi giorni. Pressarono, poi, iltutto in contenitori di fibra vegetale edestrassero le preziose essenze conser-vandole, come nella più remota epoca,in preziose bottigliette di alabastro e la-pislazzuli per ricordare come nell'anti-chità il profumo aveva prezzi elevatissi-mi e poteva costare più dell’oro. Dallaloro meticolosa ricerca si è appreso chei profumi più diffusi all’epoca di Cleopa-tra erano tre e che i migliori esemplarierano prodotti ad Alessandria. Si trattava del regale unquentum (risa-lente al 3000 a.C. e rinvenuto in unatomba di Ur) contenente calamo, mirra,legno di rosa, balsamo, maggiorana,spezie ed essenze di fiori provenienti dalontanissimi paesi come la Cina, l’Indiae la Malesia; del susinum, l’olio di lillàfamosissimo anche alla corte di Cleopa-tra; e infine del ciprinum, olio estrattodai fiori dell’hennè cipriota (specie di li-gustro) dalla profonda fragranza di li-mone. A questi si può aggiungere un al-tro profumo di chiara fama: il rodinium,olio di rose dalle probabili origini persia-ne. Tra i numerosi profumi molto diffusiin epoca antica meritano, ancora, di es-sere ricordati: l’elegipcium (di incertalavorazione egizia ma certamente ven-duto ad Atene nel V sec. a.C.), forte,duraturo, incolore come i profumi pre-giati, con aroma di cannella e mirto,che se invecchiato oltre dieci anni vale-va più del prezioso contenitore che locustodiva. L’elmendesianum (egizianooriginario di Mendes, città sul delta delNilo), profumo forte, simile all’elegipi-cium, di olio di balano (ghianda), mirra,casia, resina, con una punta di cannel-la; il metopium, profumo di gàlbano,dall’aroma intenso solitamente ottenutonell’olio di mandorle amare, amatissi-mo dai Fenici. L’irinum, composto solodi olio d’oliva in cui erano stati macera-ti i fiori dell’iris, tramandato da due ri-cette di Plinio e di Dioscòride. Quest’ultimo sostiene che per esserebuono deve contenere soltanto petalidi iris e che ogni altra essenza ne di-sturba il fresco aroma; consiglia, però,di tingerlo di rosso con i semi del-l’hennè e di farlo riposare molto tempopoiché invecchiato vent’anni anni è si-curamente l’optimum.

gano, aromi che ancora oggi vengonoprodotti ed esportati dall’isola.

PASSANDO PER ATENE E ROMALe civiltà greca e romana, poi, elaboraro-no preziosi profumi dopo averne appre-so l’arte dalle officine egiziane. MarcoAntonio regalò a Cleopatra una fabbricadi profumi in omaggio al suo sapere sul-l'argomento: Cleopatra, infatti, fu l’autri-ce del libro di ricette per profumi Cleo-patrae gynaeciarum libri. La fabbrica di profumi di Cleopatra sitrovava all’estremità sud del mar Mor-to, a trenta chilometro da Ein Gedi, do-ve furono scoperti vasi con residui diantichi profumi.Per quanto riguarda l’uso dell’olio per iprofumi, è curioso notare che gli antichiRomani classificavano l’olio di oliva incinque qualità: l’oleum ex albis ulivis,proveniente dalla spremitura delle oliveverdi (il cosiddetto onfacium) adatto allafabbricazione dei profumi; l’oleum viri-de, proveniente da olive raccolte a unostadio più avanzato di maturazione mapregiato e utilizzato nei rituali religiosi;l’oleum maturum proveniente da olivemature (il più adatto all’alimentazione);l’oleum caducum proveniente da olivecadute a terra (considerato un olio di se-conda scelta); l’oleum cibarium prove-niente da olive quasi appassite, destina-to all’alimentazione degli schiavi.Giuseppe Donato, direttore del Labora-tori di archeologia sperimentale del Cnrdi Roma, e Monique Seefried, curatricedella Near Eastern Art at Memory Uni-versity, rifecero molti profumi usando irecipienti di Cleopatra e i risultati delleanalisi dei residui nei contenitori trovatinella fabbrica di Ein Gedi. Per fare antichi unguenti i due studiosiusarono i metodi antichi e le ricette tra-

mandate da Plinio il Vecchio.Raccolsero petali di fiori,legni profumati, semi

ed essenze mesco-late a olio di oliva fi-nissimo ottenutodalla spremituradelle olive acerbedel mese di agostoe lasciarono le sin-gole misture a “ma-turare” al caldo, al-