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F-

NUOVA SERIE DI LETTURE CATTOLICHE - RIVISTA MENSILE FONDATA DA SAN GIOVANNI BOSCO NEL 1353

SOMMARIO DEL MESE

DI MARZO

S'INVIANO, A RICI-IIESTA,

COPIE DI SAGGIO GRATIS

ABBONAMENTO Italia L . 1200j Estero L . 2000

UN NUMERO LIRE 120STAMPATO DALLA S .E.I .

Si domanda ai nostri espertiChe succede in Cina?La mano del Gran VizirBazar del meseMikojan -e i profughiGuardate il loro sorrisoArriva PrimaveraCittà umanaNon conoscete l'aquilaEmbolia: paura del chirurgoDatemi un'ora al giornoQuiz culturaleUn libro per la dama azzurraLa morte tragica di GesùA Roma qualcosa di nuovoSono di scenaL'uomo delle tasseFate conoscere la bontàGli adolescenti sono timidiSi è sempre in dueBersaglioOre 0,49 : parte il razzo cosmicoUna spia al CremlinoScacciapensieri

Per abbonamenti rivolgersi a MERIDIANO 12 - via Maria Ausiliatrice 32 - Torino 714 - tele-tono 284.657 servirsi del conto corrente postale numero 2/9562 intestato a MERIDIANO 12

COPERTINA Il 15 gennaio u . s . Sua Santità Giovanni XXIII riceveva in privata udienza il nostro venerato Rettor MaggioreDon Renato Ziggiotti . Questa visita al Vicario di Cristo ha procurato al Successore di Don Bosco un'ineffabile gioia mistaa profonda commozione per l'amabilità paterna con cui il Santo Padre, vera immagine di Gesù mite e dolce, lo accolse .

AL « CARO SANTO » GIOVANNI BOSCO

Una letteratura meravigliosa, in tutte le lingue, inneggia al figlio di _l :uurna Vl:uglherita"

Il 31 gennaio, festività di San GiovanniBosco, il Santo Padre si combiacque di cele-brare la S . Messa per i dipendenti delle Tipo-grafie Vaticane e di rivolgere loro la Suaaugusta parola . Erano accompagnati dal nostroDon Savino Zagaria, Direttore della PoliglottaVaticana, dagli altri Superiori e dai Dirigentitecnici salesiani comm . Giacomo Pagliassotti ecav . Berardo Rizzo . Presente il Procuratore CGe-nerale dei Salesiani, Rev .mo Don Luigi Castano .Il sacro Rito si svolse nella sala del Concistoro .

Anche oggiincominciava Sua Santità --le circostanze e la sacra Liturgia Ci presen-tano numerosi Giovanni . Era stato da qualcheistante letto il testo dell'Evangelista che chiudeil Divin Sacrificio; la S . Messa era quelladi S. Giovanni Bosco ; nelle lezioni del Bre-viario figura il commento fatto da un altrogrande Giovanni, il Crisostomo, al brano delVangelo di San Matteo, la cui meditazioneè proposta dalla Chiesa il 31 gennaio . Nel-l'Omelia infatti del grande Vescovo costan-tinopolitano è spiegato lo sfondo luminosoda cui, molti secoli più tardi, sarebbe emersal'eccelsa figura di S . Giovanni Bosco .

Nel riferito tratto del Vangelo il motivodominante è la piccolezza del bambino postovicino a Gesù, e sul quale scendono le pa-role divine : talium est enim regnum coelorum .Ora su questo episodio si sofferma, conprofonda eloquenza, quel grande Padre dellaChiesa . Qual è l'ordinario giudizio delmondo? Se un essere umano - esso pro-clama - non è dotato di speciali qualità,va eliminato . Il bambino, finchè resta tale,è del tutto inutile .

Il Signore invece - rileva il Crisostomo -parla assai diversamente . Proprio dagli umili,dai piccoli, Gesù prende le immagini effi-

ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI

ANNO LXXXIII . N. 5 TORINO, I- MARZO 1959

OMAGGIO DI GIOVANNI XXIII

caci per considerare la vera grandezza ; conessa prospetterà anzi la salvezza : Se non viconvertirete e non diventerete come i pargoli,non entrerete nel regno dei cieli .

Abbiamo dunque la esaltazione delle virtùsemplici, delle cose umili e miti, conside-rate siccome quelle che costituiscono la veraricchezza anche sulla terra, e, ben si puòaggiungere, la vera gloria del Cristianesimo .Bellissima armonia! Per la festa di San

Giovanni Bosco, la sua lode, cioè la esal-tazione della dottrina da cui Don Boscoha preso ispirazione e vigore per tutta lasua opera, è fatta da San Giovanni Criso-stomo . Sia consentito anche all'umile Suc-cessore di tanti Giovanni di poter rendereomaggio alla memoria del caro Santo .

Ricordi d'infanzia

L'Augusto Pontefice conserva un ricordopreciso fra i tanti della sua infanzia . Avevasette anni, quando, in un mattino di festa,dopo che aveva già servito la S . Messa, videgiungere, nella casa di uno dei primi Coo-peratori Salesiani, ove Egli si trovava, lapartecipazione con cui Don Michele Ruadava notizia dell'avvenuta morte del Fon-datore . Il piccolo Roncalli già aveva avutomodo di leggere il Bollettino Salesiano ; maora Gli sovviene che, da quel giorno, videaccrescere sempre più la venerazione perDon Bosco e la stima per l'opera sua, laquale già tanto prosperava, pur avendoavuto modestissimi esordi . Non c'è perciòda meravigliarsi se il Signore scelga qualchealtro povero ed umile sacerdote, e gli con-ferisca quanto occorre per assolvere compitianche gravi . Questo prodigio, che altre voltesi è attuato, assume, con S . Giovanni Bosco

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un risalto così singolare, e un aspetto cosìpenetrante da vivificare la edificazione delpopolo cristiano e da suscitare l'interessa-mento del mondo contemporaneo . Da quellalettera di Don Rua, infatti, si è aperta unaletteratura meravigliosa in tutte le lingue,che non cessa di inneggiare al figlio di MammaMargherita, nel quale la scintilla della graziadel Signore ha saputo portare una naturasemplice, buona e innocente a suscitare im-prese tali, che tuttora stupiscono l'umanità .Sull'esempio del Fondatore,i Religiosi suoi figli ne con-tinuano lo spirito e le opere,fiduciosi nella SS .ma Trinità,nella Madonna, Maria Au-siliatrice, e in S . Francescodi Sales, che ha dato il pen-siero, lo slancio, la ispira-zione celeste all'intera Fami-glia di San Giovanni Bosco .

I Giovanni sono tanti e iSalesiani gareggiano con essi :sono infatti numerosi, gran-di, potenti, della potenza del_bene e dell'apostolato ; diquella potenza che, appuntoperchè rivestita della grazia,ne consegue le finalità piùalte, quali sono l'educare lagente della nostra epoca, alservizio di Dio e all'entusia-smo per le anime .

Ciò che ha fatto grandeDon Bosco

Durante la S . Messa, nel-l'oremus in onore del Santodel giorno è la invocazionecercare anime, servire a Te solo . L'Augusto Pon-tefice si diceva lieto di aver accolto il filialeinvito di celebrare il Divin Sacrificio inquell'Aula, che è dei grandi consigli, dellegrandi relazioni, dei grandi avvenimenti ; mache diviene preziosa innanzi a Dio sia perle anime semplici che colà recano lo spi-rito di Don Bosco, sia per quelli che ope-rano imprese memorabili in faccia al mondo .Negli uni e negli altri vi sarà successo, sesarà presente qualche cosa della virtù su-perna di cui si accompagna la grazia delSignore .Il Santo Padre aggiungeva che se non

fosse accaduto ciò che s'è verificato tre mesior sono, Egli oggi si sarebbe recato allagrande chiesa di San Giorgio in Venezia,la quale riesce ancora a dare i palpiti ed ifremiti che l'arte e la storia ivi hanno accu-mulato . Non resta che da seguire le vie

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indicate dalla Provvidenza . Rimangono peròsempre identiche le due verità ed aspirazioni :zelare il bene delle anime e cercare di ser-vire Dio solo .

Sua Santità si compiaceva di vedere di-nanzi a Sè coloro che cooperano, anchecon il loro lavoro quotidiano, alla difesae alla costruzione della verità; il che è untributo a quanto può esservi di più se lidoper la base dell'ordine sociale, per qualchecosa che è garanzia anche della perennità

della grazia . uesta, infatti, assiste gli uo-mini, specialmente quando si lasciano daessa condurre nelle opere dell'apostolato .

Occorre pertanto continuare a coglierel'odierno insegnamento . Se non divente-remo e resteremo piccoli come i fanciulli,il che è quanto dire : se non continueremonel culto di ciò che ha fatto grande San Gio-vanni Bosco, non entreremo nel Regno deiCieli ; mentre lo avremo assicurato, se man-terremo la tradizione del Santo e ad essafaremo onore .

Di conseguenza : semplicità, purezza, in-nocenza della vita ; i comandamenti del Si-gnore ; e osservati ed applicati con quelrivestimento di grazia e di buona manierada Don Bosco indicato ; un vero culto dellasemplicità, della sincerità sempre, ad ognicosto ; e, nel contempo, l'aprirsi, comefiori di primavera, alla rugiada della grazia .

La grande ansia di Don Bosco : le animeDi poi, animas quaerere . Si tratta, in realtà

del motto programmatico di San Gio-vanni Bosco, come lo si leggeva già nelleprime annate del Bollettino Salesiano, oveera la scritta : Da mihi animas, coetera tolle .Esso costituisce veramente la espressione, ilpunto discriminante di quella che fu la suagrande ed immensa attività- : animas! animas!Non la costruzione di città, di palazzi, dialtri edifici, considerati nella loro materialità

SUA SANTITA GIOVANNI XXIII MENTRE CELEBRA LE LODI DI SAN GIOVANNI BOSCO IL 31 GENNAIO z959(sotto) CITTA DEL VATICANO - Dirigenti e lavoratori della Tipografia Vaticana, dopo aver assistito

alla S . Messa celebrata da Sua Sant+tà nella Sala del Concistoro, ne ascoltano le auguste parole .

ma ogni cosa al servizio del trionfo dellaverità ; del trionfo di Cristo, del Suo nome,della Sua legge nelle anime ; del trionfodella vera civiltà cristiana .Riassumendo : amore della ispirazione be-

nedetta della semplicità, per non distaccarsimai dal Vangelo, per non dimenticare ilgrande commento di San Giovanni Criso-stomc ; e poi fuoco acceso nel cuore nostro .Gli umili laici possono parimente adeguarsialle altezze dei grandi apostoli . Anche nellavoro, nell'impiego della propria intelligenza,nella fatica quotidiana, pur se concerne cosemodeste, tutto diventa sublime, se guardatedagli Angeli del Signore ; per cui la nostravita sarà degna di benedizione .

Se poi nella vita di ciascuno c'è anchequello che è il rapporto della convivenza so-ciale : una famiglia, dei figlioli, bisogna sempretener fede, sempre guardare con rispetto ai

ricordati princìpi, e giammai arrossire d ipossederli, di praticarli, di farli trionfare .

Ausiliatrice! mirabile appellativo . . .Sua Santità invocava su quanto aveva detto,

e sui propositi dei devoti ascoltatori, la pro-tezione di Maria Santissima Ausiliatrice,che in quel momento rivedeva nella gran-diosità del suo altare alla Basilica di Val-docco, gloriosa, con il segno della sua rega-lità, circondata dai Santi Pietro e Paolo e dai

principali testimoni del suo aiuto largitoquaggiù . È provvido ricorrere sempre a tantaMadre che, con un intervento, di cui non v'èl'eguale, con la sua presenza nelle singolecase, sarà pegno di pace, di letizia, di amore,di conformità perfetta ai voleri del Signore .Maria Ausiliatrice! Questo mirabile appella-tivo sembra quasi allargare le ali della suastessa protezione ; e mentre dà ornamentoall'opera che tutti i figli di Don Bosco con-tinuano a compiere nel mondo intero, costi-tuisce, per coloro i quali cooperano a taleapostolato, un elemento straordinario dipace ed è incoraggiamento perenne al bene .

Con questi pensieri, di gran cuore beneau-gurando a tutti i suoi ascoltatori il SantoPadre, in nome della Santa Trinità, innome di Maria Madre nostra, tanto dilettaed esaltata da San Giovanni Bosco, proce-deva a impartire la Benedizione Apostolica .

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Cooperatori e devoti diSan Domenico Savio

ci hanno chiesto come manifestare illoro amore riconoscente all'angelicogiovanetto in occasione della suafesta (q marzo) . Pensiamo che unaforma assai gradita al piccolo Santopossa essere quella di aiutare le Operedi Don Bosco, suo impareggiabileMaestro, offrendo così la possibilitàdi raggiungere un maggior numerodi anime giovanili .

Alleghiamo il conto corrente posta .'e, che fa-cilita il modo di rendere questo omaggio alRagazzo Santo .

4 i potrebbe dire che San Domenico Savio fu(l il capolavoro pedagogico di San GiovanniBosco, come Emilio fu il capolavoro pedagogicodi Jean Jacques Rousseau . Ma mentre l'Emiliofu un giovane di carta, che visse e vive tra lepagine di un libro, Domenico Savio fu ungiovane di carne, che visse bambino tra bambini,adolescente tra adolescenti, fino a che, « maturopel cielo», non morì quindicenne, in fama disantità .

E vero che San Giovanni Bosco lo ebbe nelsuo Oratorio salesiano già docile alla grazia,puro di cuore e d'anima luminosa ; già di-sposto alla morte, piuttosto che alla caduta nelpeccato .

Non' aveva che sette anni (era nato da poverafamiglia, a Riva di Chieri, nel 1842), quando,ammesso per eccezionale privilegio alla PrimaComunione, che a quei tempi veniva quasisempre concessa oltre i dodici, il piccolo Do-menico tracciava, con fanciullesca scrittura, macon adulta volontà, quello che poi doveva essereil suo motto: « La morte ma non peccati » .

LT7/~/JtZ~G~ c7l~?/tl!CAPOLAVORO PEDAGOGICO DI DON BOSCO

* Per la ricorrenza della festa di San Domenico Savio (9 marzo)presentiarno agli innumerevoli amici e devoti del Santo questa brillantee nutrita sintesi che dell'angelica vita del primo Fiore dell'Oratoriosalesiano ha fatto il ben noto scrittore cattolico Piero Bargellini

I genitori, i primi maestri, i compagni digiuoco e di scuola, tutti riconobbero in lui unostraordinario candore unito a una meravigliosacapacità nel rendere, anche nelle piccole cose,bene per male . Accusato d'un fallo commessoda un altro scolaro, tacque la propria inno-cenza, prendendo sopra di sè la colpa . E al mae-stro, che, saputolo poi innocente, gli doman-dava ragione del suo silenzio, rispose : « Quelmio compagno, essendo già colpevole di altrifalli, sarebbe forse stato cacciato dalla scuola .Io invece speravo d'esser perdonato, essendola prima mancanza di cui venivo accusato » . Eaggiungeva: « D'altronde, pensavo al nostro di-vino Salvatore, ingiustamente accusato» .

Perciò, accogliendolo nel suo Oratorio, SanGiovanni Bosco s'accorge subito che in quelfanciullo « c'era buona stoffa » . Domenico Savio,con la sua disinvolta e garbata confidenza,chiese al « Santo dei monelli »: « A che potràservire questa stoffa ? » . « A fare un bell'abitoper regalare al Signore » . Il ragazzo colse al volole parole del santo pedagogista: « Io sono dun-que la stoffa, ella ne sia il sarto» .

E nota la grandiosa opera pedagogica di DonBosco, che fu tra i primi educatori a capirel'importanza del lavoro . Per questo istituì leScuole artigianali, nelle quali formò generazionie generazioni di giovani, nell'amore del lavorocoscienziosamente eseguito . Sono le cosiddette« scuole salesiane », diffuse in tutto il mondo eche tuttora portano, anche nei paesi più lontani,l'esempio della serena operosità italiana .

Il giovane Savio fu il modello perfetto del-l'educazione salesiana .

Sereno, anzi ilare ; cordiale, anzi amabile ;affabile, anzi affettuoso, Domenico Savio, anchenei sacrifici e nella mortificazione, mantenneuna incantevole condotta tra i compagni, traen-doli al bene e distraendoli dal male .

Seduceva con la sua gentilezza e conquistavacon la sua grazia. Aveva un modo di riprenderesenza offendere e di ammonire senza umiliare .Due episodi, narrati da San Giovanni Bosco,

che fu il primo biografo del suo allievo, dànnol'immagine più delicata e più evidente di questocandidato al Paradiso .

Per via, udendo un uomo bestemmiare, gli siavvicinò chiedendogli gentilmente l'indirizzodell'Oratorio . Il bestemmiatore rispose altret-tanto cortesemente, di non saperlo e che glirincresceva di non potergli fare questo favore .« Me ne potreste fare un altro, - gli disse alloraDomenico Savio, con accento tra d'implorazionee di confidenza, cercando, quando siete in col-lera, di non bestemmiare il santo nome di Dio » .Un'altra volta, un militare, ben stringato

nella sua lucente uniforme, non accennava ainginocchiarsi al passaggio del Santissimo . Ilragazzo si genuflesse accanto a lui, distendendo,muto ma evidente invito, il suo candido faz-zoletto dinanzi ai ginocchi del militare impalato .

Primo nelle pratiche devote ; primo nei doveriscolastici ; primo nella considerazione di DonBosco e degli altri suoi educatori ; primo nel-l'affetto dei genitori lontani, ma non dimenti-cati; primo nella simpatia dei compagni, a do-dici anni già sapeva di morir presto. Rimasenell'Oratorio soltanto tre anni. Non reggendopiù alla vita di studio e di collegio, fu deciso dirimandarlo a Mondonio, dove si era trasferitala sua famiglia.

"Ciò di cui il mondoha bisogno oggipiù di qualsiasi

altra cosaè una moltiplicazione

di giovani comeDomenico Savio "

CARDINALENORMAN THOMAS GILR0YArciv . di Sydney (Aus rulia)

Accolse la notizia, che era una condanna, conla consueta docilità, salutando i compagni conun « arrivederci colà dove saremo sempre colSignore». A Don Bosco chiese di metterlo tracoloro per i quali il Santo aveva ottenuto dalPapa l'indulgenza plenaria in articulo mortis .

Il maestro glielo promise, con occhio asciutto .Domenico Savio era il capolavoro che gli uscivadalle mani e non si sarebbe mai perduto . Per-ciò nel libro che scrisse, e che fu libro di vita,non di dottrina, potè dire : «Egli era maturopei cielo ; nel breve corso di vita erasi già gua-dagnata la mercede dei giusti, come se fossevissuto a molto avanzata età, ed il Signore lovoleva sul fiore degli anni chiamare a se perliberarlo dai pericoli in cui spesso fanno nau-fragio anche le anime più buone» .

A casa sua consolò i genitori. Li invitò a«cantare . eternamente le lodi del Signore» . Leultime sue parole furono per il padre, che ve-deva troppo addolorato . «Addio, caro papà,addio: il prevosto voleva dirmi ancora altro,ed io non posso più ricordarmi. Oh, che bellacosa io vedo mai!» .

Era il 9 marzo 1857, quando il primo gigliodell'Oratorio salesiano apriva la sua biancacorolla nel giardino dei Santi.

itu,ilti alle _Ma fft wCI genitori che, dopo l'incanto della fanciullezza, scoprono negli occhi dei lorofigli adolescenti qualche ombra e ne avvertono i nuovi impulsi, restano soventeincerti sull'atteggiamento da assumere e domandano che cosa debbono fare .Il momento è delicato: non possono straniarsi dalla vita dei figli come spetta-tori assenti, ma devono affiancarsi a loro per aiutarli a comprendere e a su-perare le nuove difficoltà .Tra gli aiuti che i genitori hanno a loro disposizione per essere efficacementeutili in questo compito, c'è l'esempio di Domenico Savio. Il Cielo ha volutodare alle famiglie questo Angelo protettore, e la Chiesa lo addita come guidaalla gioventù con i suoi esempi di docilità, di rispetto, di generosità, dicandore e di attaccamento al dovere .Le mamme soprattutto debbono sapere additare ai figli questo mirabile esempioe protettore, presentando loro per tempo la sua simpatica figura . Sarà un qua-dretto del Santo posto come ornamento nella stanza del figlio ; una statuinache compare, il giorno della festa, sulla scrivania o sul tavolino ; una piace-vole biografia del Santo . . . È di questi giorni la lettera che il sig . A. C . O' Briendi Griffith (Australia) ha inviato al direttore della casa salesiana di Tirupattur(India) . Vi si legge :« Sono stato felice di ricevere da voi la Vita di San Domenico Savio . L'ho datada leggere ad un giovane di qui che era la disperazione della famiglia . Dopoquesta lettura è cambiato completamente . Ora è assiduo alla S . Messa e allaS. Comunione e dice di essere certo di avere la vocazione sacerdotale . Il cam-biamento operato in questo giovane è straordinario e ha riempito di gioia lasua casa » .La figura di S. Domenico Savio che affascina tanto dagli altari, dev'essere ac-costata sempre più dal cuore della mamma a quello del figlio, e le mammeconoscono le vie per quest'opera di avvicinamento . San Domenico Savio,protettore di tutti i ragazzi, predilige gli adolescenti; e Dio non mancherà difar sentire l'intercessione di questo simpatico Santo a chi lo introdurrà nellapropria casa, Angelo protettore e guida dei giovani figli.

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/ i~ ~7»Il 15 gennaio u . s. il nostro venerato Rettor

Maggiore Don Renato Ziggiotti fu ricevuto inprivata udienza dal Santo Padre Giovanni XXIII .Questa visita al Vicario di Cristo ha procuratoal Successore di Don Bosco un'ineffabile gioiamista a profonda commozione per l'amabilitàpaterna con cui il Santo Padre, vera immaginedi Gesìa mite e dolce, lo accolse . Ma lasciamoche parli lo stesso Rettor Maggiore.

L'animo mio era preparato al ricevimentocordiale del Sommo Pontefice, che avevo avutola fortuna di visitare a Venezia quale Cardi-nale Patriarca e di cui ormai tutto il mondoconosce la bontà condiscendente, l'umiltà esem-plare, la squisita paternità. Ma posso assicu-rare che, dal primo all'ultimo momento del-l'udienza, la realtà ha superato di gran lungaogni mia aspettativa ; e che, se da principio ilpensiero di trovarmi dinanzi al Vicario di GesùCristo mi metteva in cuore sentimenti di sog-gezione e di profonda riverenza, al primo suogesto e alle sue prime dolci parole sentii di tro-varmi dinanzi ad un Padre amantissimo .Lo vidi infatti venirmi incontro col più

amabile sorriso dicendo: « Oh, benvenuto ilRettor Maggiore dei Salesiani! » .

M'inginocchiai per baciargli l'anello ed Eglimi fece subito sedere accanto al suo tavolo di la-voro e cominciò col ricordarmi che fin dai diecio undici anni Egli aveva visto entrare in casail Bollettino Salesiano e aveva sentito parlaredi Don Bosco dal suo venerando Parroco, cheera un devoto Cooperatore Salesiano . Poi avevaaccompagnato a Torino come segretario S . E .Mons. Radini Tedeschi, che tenne il primodiscorso ufficiale su Domenico Savio, di cuisi iniziava il processo di beatificazione e si tra-sportavano le spoglie a Torino. Mí ricordòpure di essersi recato a Mondonio a visitarne

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la povera casetta e la tomba. Poi i suoi rapporticon i Salesiani si erano moltiplicati all'esteronella Delegazione Apostolica di Costantino-poli e ancora nella Nunziatura di Parigi . Mai suoi ricordi di Venezia si erano in quei giornirinnovati per la presentazione di un albo diletterine dei nostri ragazzi del Centro Professio-nale Giorgio Cini . Continuando una bella costu-manza del S . Natale, quei ragazzi avevanoinviato ciascuno una letterina al Santo Padre,ricordandogli la felicità dei loro incontri nelPatriarcato di Venezia; ed Egli, scorrendo quellelettere ingenue e filiali, ne provava viva com-mozione e benediceva il nostro lavoro educa-tivo tanto efficace, insieme con i benefattoriinsigni che ci dànno la possibilità di formaresapientemente quella che Egli si compiace dichiamare « la nuova aristocrazia del lavoro »nelle scuole professionali e agricole.

Lo ringraziai di tali incoraggiamenti e delregalo fattoci quando, al termine del recentemessaggio natalizio al mondo intero, per con-cludere aveva solennemente invocato Maria,Auxilium Christianorum, ora pro nobis . Anchequi Sua Santità si compiacque di ricordare chefin da fanciullo l'immagine di Maria Ausiliatricel'aveva accompagnato nella casa paterna enella sua lunga carriera sacerdotale, e che unodegli ultimi suoi atti ufficiali a Venezia erastata la proclamazione di Maria AusiliatricePatrona dell'Isola di S . Giorgio e l'incorona-zione della sua artistica statua .

A questo punto mi venne spontaneo parlarglidella prossima consacrazione del Tempio aSan Giovanni Bosco in Roma. Egli ne avevaveduto una fotografia, ne aveva ammirato lelinee architettoniche, trovava opportuna ladata del 2 maggio da noi scelta, e si ripromet-teva di farvi una visita a tempo opportuno .

Gli parlai pure della nuova costruzione chestiamo progettando in Val Melania per il nostro

lo sono attaccato al Papa più che il polipo allo scoglio

SAN GIOVANNI BOSCO

Pontificio Ateneo e gli chiesi e ottenni unabenedizione speciale, affinchè possiamo prepa-rarlo degnamente e servircene per il bene delleanime e l'incremento del Regno di Dio .

Era trascorso più di un quarto d'ora e miparve doveroso congedarmi chiedendogli di pre-sentargli alcuni confratelli che attendevanonell'anticamera, tra cui un'antica conoscenzafatta da Sua Santità a Costantinopoli, il Se-gretario del Capitolo Superiore Don Puddu . Sicompiacque di poterlo rivedere, ma prima Egli

stesso m'invitò a posare al suo fianco davantial fotografo . Quindi, all'aprirsi della porta,quando entrarono i confratelli, volto al sig .Don Puddu con le braccia aperte e col più belsorriso : « Oh, qui ci vuole un abbraccio, caroDon Puddu », esclamò, e con familiare bontàgli diede un doppio paterno abbraccio .

Presentai ad uno ad uno gli altri Salesianidella Procura, i quali portavano ciascuno unomaggio al Santo Padre . Sfogliando l'ultimaannata del Bollettino Salesiano, al numero didicembre, scorgendo il suo ritratto in copertina,esclamò umilmente : « Oh, questo poveretto! . . . » ;poi vedendo nel numero - precedente la figuraorante del defunto Pio XII, di nuovo esclamò :« Oh, ecco Pio XII, quant'era buono! ». L'albodei ragazzi di Valdocco, che avevano sotto-scritto una bella lettera, suscitò il compiaci-mento del Santo Padre e il ricordo delle let-tere dei giovani di Venezia . Si compiacque pure

di ammirare la nuova edizione di Don Bosconel mondo, la recente opera di Don De Ago-stini Sfingi di ghiaccio e le varie fotografiedel tempio di Don Bosco a Cinecittà e deidue Istituti annessi e ne rilevò i motivi archi-tettonici ispirati a modernità contemperatacon linee classiche .

Nel prendere congedo, quando gli chiesi labenedizione, Egli stesso precisò che intendevaestenderla a tutta la nostra Famiglia religiosa,ai Cooperatori, agli allievi, Ex allievi, bene-

Sua Santità GIOVANNI XXIII si è degnato di posare col nostro venerato Rettor Maggiore e con altri Superiori Salesiani .

fattori e amici tutti delle nostre opere sparsenel mondo. Noi gli assicurammo la nostra pre-ghiera ed Egli: « Sì, disse, vogliatemi bene,aiutatemi e consideratemi sempre vostro buonamico » .

Ci allontanammo da quelle stanze benedettecon nel cuore la dolcezza di quel sorriso, riflessodell'amore paterno che il dolce Cristo in terranutre per i poveri figli di San Giovanni Bosco .

rIl giorno dopo il tanto Padre ricevette in pri-

vata udienza la Rev .ma Superiora Generale delleFiglie di Maria Ausiliatrice, Madre AngelaVespa, col Consiglio Generalizio al completo .L'udienza ebbe la freschezza delle primizie non

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solo per la recente elezione di Sua Santità, maanche per quella, pure recente, della Madre edelle sue Consigliere .

Accompagnate dal rev.mo Procuratore GeneraleDon Luigi Castano, le Superiore si recaronoin Vaticano e sostarono nella sala degli arazzi.Alle quattordici vennero introdotte nella piccolasala attigue, dove poco dopo entrava la biancafigura di Giovanni XXIII, in espressione dilarga _e accogliente bontà, che gli traspariva dallosguardo, dal gesto e dal sorriso .

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La Superiora Generale e il Consiglio Generalizio delle Figlie diMaria Ausiliatrice fanno devota corona al Vicario di Gesù Cristo .

La Madre gli baciò l'anello, dicendo : « San-tità, qui con noi sono spiritualmente riunitetutte le Figlie di Maria Ausiliatrice ; e questone è il Consiglio Generalizio » .

Il Santo Padre s'intrattenne molto paterna-mente con la Madre e con ciascuna delleSuperiore; quindi si rivolse con grande affabi-lità a tutte insieme, interessandosi dell'Istitutoe dei suoi sviluppi . E sentito che le Figlie diMaria Ausiliatrice assommano a sedicimila, sisoffermò meravigliato, ripetendo tra sè : « Sedi-cimila! Questi sono davvero i prodigi dellagrazia! » .La Madre aggiunse che molte sono missio-

narie, e non mancò di ricordare che la Diocesidi Bergamo ha già dato 65 Figlie di Maria Au-siliatrice che lavorano nelle Missioni .Sua Santità se ne compiacque visibilmente .Intrattenendosi poi a parlare della presenza

di Dio nella sua nuova vita, che ha la solitudine

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delle altezze, sottolineò, forse a conforto di chiportava il peso di alte responsabilità : « Ma nonsi è mai soli, quando il Signore è con noi! » .

Incoraggiata da tanta bontà, la Superiora,dopo aver assicurato il Santo Padre della costantepreghiera delle Suore e della gioventù dell'interoIstituto, gli chiese : « Che cosa possiamo direalle Suore a nome di Vostra Santità? » . E ilPapa con un paterno sorriso : « Che continuino apregare per me, che sono chiamato Santo Padre,perchè sia santo davvero! . . . Dite poi alle Suore

che vivano la loro vita di purezza, di . carità,di belle maniere e specialmente di pazienza, dipazienza! . . . » .

Si passò quindi alla presentazione dei doni ;Sua Santità si compiacque di ammirare il bel-lissimo camice, gradì le biografie di alcune Su-periore e missionarie, nonchè quella di LauraVicuna e l'ultima annata di Primavera nelletre edizioni : italiana, spagnola e portoghese, rin-graziando con effusione di tutto .

Infine si degnò amabilmente di sostare per ungruppo fotografico ; e, fatto dono d'una coronabenedetta a ognuna delle presenti, prima di riti-rarsi, si volse ancora per dire : « Benedico tuttoe tutte, e alla Madre do una benedizionetripla » .

Erano le quattordici e venti quando le Supe-riore lasciavano il Vaticano con l'animo riboc-cante di commozione e di profondaal Vicario di Cristo .

riconoscenza

o

Bosco

La celebrazione di Don Bosco Patrono degliApprendisti, svoltasi a Valdocco il 28 gennaio u . s.,ha avuto un esito veramente grandioso .

Fu una serata splendida, onorata dalla presenzadi Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo Mau-rilio Fossati, di S . E. il Prefetto, del Primo Pre-sidente della Corte d'Appello, del Sindaco e ditutte le Autorità religiose, civili, politiche, militari,amministrative, scolastiche ; nonchè dalle più altepersonalità della magistratura, della cultura, del-l'industria e del commercio.

All'Oratore ufficiale, Sua Ecc. Ernesto Eula,primo Presidente della Suprema Corte di Cassa-zione, porse il saluto e l'omaggio dell'eletto pub-blico il Gr . Uff. Avv. Orazio Quaglia. Dopol'applauditissima conferenza, il Rettor Maggiorevolle esprimere all'esimio e affezionato Cooperatoreun sentitissimo ringraziamento per la nobile rie-vocazione delle benemerenze di Don Bosco nelsettore del lavoro giovanile. Seguì la proiezionedi due documentari sull'opera dei salesiani per gliapprendisti d'Italia e della Germania .

La bella conferenza sarà pubblicata in altra sede .Qui ci limitiamo a riportarne i punti più salienti .

Sua Eccellenza Eula, nel suo ispirato discorso,dichiarata la « soddisfazione intensa, gioiosa, dipoter offrire al nostro grande Santo, qui nellasua Casa, col fervore della preghiera, il tributodi un pensiero, di una parola consapevole nellainesprimibile atmosfera di Valdocco, quasi allapresenza arcana soave di lui », tratteggiava contocchi magistrali « la grande, sconfinata animadel Santo, irradiata da tanti bagliori e caratte-rizzata da tre fondamentali sentimenti : una fedesalda come la roccia, chiara come l'aurora, unappassionato ardente amore, una dolcezza dicuore, una delicatezza gentile, comprensiva,suasiva nello sguardo, nel tratto, nella parola .Quindi entrava in argomento : Don Bosco e lagioventù operaia .

Don Bosco ebbe, per naturale istinto, affinatodalla scuola di personali travagli e di vissuteesperienze, una altissima concezione del lavoroe della sua funzione nel mondo .

In senso religioso anzitutto, come è naturaleper un Sacerdote. Il lavoro assegnato da Dioall'uomo in punizione del primo peccato, maconservandogli il privilegio dell'intelligenza, della

sul problema del lavoro giovanileacquisita conoscenza del bene e del male,della libera volontà, dell'ansia di progresso e diascesa. Il lavoro, pertanto, come attributo disuperiorità sopra ogni altra creatura, come viadi riscatto, di conquista graduale dei beni, delleforze, dei segreti della natura, di elevazioneverso Dio .E, conseguentemente, in senso etico . Come

scuola formativa del carattere, baluardo alletentazioni insane, sorgente pura di soddisfa-zioni creative, di autonomia, di libertà, di af-fermazione della personalità .

Ma soprattutto - nella luce di cotali supe-riori sublimazioni - una concezione moderna,cristiana, lungimirante, del lavoro e dei suoiproblemi, sotto l'aspetto sociale.

Le condizioni del lavoro si erano profonda-mente modificate, già nella prima metà del se-colo XIX, quando Don Bosco iniziò la sua opera .

Il progresso mirabile, quasi improvviso, dellascienza, la scoperta di nuove fonti di energia, lagenialità inventiva applicata su larga base, co-minciavano ad imprimere all'economia del la-voro quella tipica forma industriale che dovevapoi svilupparsi in grandiosi complessi di stabi-limenti e di opifici : ove l'impiego di macchinesempre più perfezionate, le lavorazioni in serie,l'automazione, riducono, via via, la mano d'operaumana a funzioni di mero servizio, o comple-mentarietà, del procedimento meccanico, nelquale l'uomo diventa strumento di un complessoingranaggio che lo domina ed assorbe. In talisistemi, basati essenzialmente sulla automaticaaccelerazione del ritmo produttivo, alla indi-viduale funzione creativa, propria dell'artigiano,viene a sostituirsi la uniformità di limitate lavo-razioni collettive, tendenti alla ripetizione sem-pre più rapida di prestabiliti movimenti, coor-dinati a quelli delle macchine, nelle quali l'uomosi spersonalizza. Ne deriva il graduale sovrap-porsi alla personalità del lavoratore, della massa,del numero: per cui ogni problema diventa dinatura collettiva, con larghi riflessi di categorie,di classi, che tendono come tali a prendere po-sizione nella organizzazione sociale .

Il manifesto Marxista aveva già trovato ampiocampo di penetrazione fra le masse, sfruttan-done l'ignoranza e la miseria, con l'insinuazionedi sentimenti di ribellione, che avrebbero tra-

4. Nel prossimo numero daremo relazione delle celebrazioni svoltesi nelle principali città d'Italiain onore di Don Bosco Patrono degli Apprendisti, prima fra tutte quella di Roma, nella qualetenne la solenne Commemorazione l'On . Luigi Gui, già Ministro del Lavoro e autore della propostapresentata al Santo Padre per la proclamazione di San Giovanni Bosco Patrono degli Apprendisti .

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sformato il problema del lavoro in lotta di classe,con tendenza alla violenza distruttiva, livellatrice .

Si levavano contro queste tendenze preoccu-pate consapevoli attenzioni di pensatori, di re-ligiosi, di politici ; i quali avvertivano l'avanzaredel problema sociale, meditandolo alla streguadelle loro , filosofie, suggerendone tentativi disoluzioni disciplinatrici . Erano, peraltro, mani-festazioni essenzialmente di pensiero .

questa situazione Don Bosco oppose, conispirato intuito, una visione cristiana mo-

derna del problema sociale e del lavoro ; unavisione illuminata di fede, infiammata di amore,calda di umanità, come era nel suo spirito ; e so-prattutto il realismo di una azione ricostruttivafervida, che, genialmente impostata sin dall'inizio,pur senza il formalismo di teorie precostituite,andò man mano sviluppandosi nel solco di unadirettiva sicura, di un metodo, attuato più chenon studiato, collaudato e perfezionato dallaesperienza, coronato da risultati prodigiosi .

Nato Egli stesso da una famiglia di umili con-tadini, provata dal dolore, angustiata dal bi-sogno, transitando man mano, nell'adolescenzapensosa, , attraverso la sudata via del manualelavoro nel campo, nel laboratorio, nell'officina,in mezzo ad umile gente, ad operai sottoposti,come lui, alla stessa quotidiana fatica, ebbe laimmediata percezione della umanità profondadel problema sociale, che non avrebbe potutoessere fronteggiato ed avviato a soluzione senon operando nel cuore dell'uomo e con senti-mento di amore fra gli uomini, lievitando dinuovo spirito il tessuto sociale. Ridestare neilavoratori il senso spirituale della dignità, dellafunzione elevatrice del lavoro, là dove era l'avan-zare di un materialismo, di un abbassamentolivellatore, mortificatore della personalità ; con-trapporre la carità al risentimento, all'odio, laconsapevolezza della necessaria reciproca con-

tribuzione, allo sterile antagonismo, all'ansiosagara di prevalenza dell'una sulle altre classi so-ciali . Tale il messaggio cristiano, sociale di DonBosco : non certo nuovo nella storia del pen-siero umano, scaturente già da tutta l'armoniosaeconomia del Vangelo ; ma animato di spiritomoderno, aderente alla realtà storica, e, soprat-tutto, portato con volontà tenace sul terrenodell'opera, alla luce di un appassionato perso-nale esempio, tosto assunto e moltiplicato dauna schiera di discepoli e di operatori, sottol'impulso instancabile vivificatore del Santo .

Quindi l'Oratore, presentata la scuola arti-giana di Don Bosco quale emanazione dell'apo-stolato esercitato dal Santo tra i giovani per mi-steriosa attrattiva e per divina missione, passavae illustrare le due forme in cui ebbe progressi-vamente a caratterizzarsi .

Quella dell'affidamento dei giovani apprendisti,per iniziativa e sotto la tutela dell'Oratorio, amaestri d'arte coli proprii cantieri di lavoro ;e quella diretta della scuola d'arte, impiantatanell'ambito stesso della organizzazione Salesiana .

aratteristica è la prima forma, e piena di in-teresse anche sotto l'aspetto giuridico, oltre

che pedagogico ed etico : precorritrice di rap-porti e di schemi contrattuali che più tardi do-vevano assumere diffusione e inquadratura nellamoderna economia del lavoro .

L'affidamento del giovane allievo presso estra-nei liberi imprenditori, avveniva per opera del-l'Oratorio, impersonato nel suo Capo, attraversocontratti di formulazione prestabilita, nella sti-pulazione dei quali il Direttore Sacerdote in-terveniva a fianco e quasi in legale rappresen-tanza del minore, assumendovi precise respon-sabilità nei confronti del datore di lavoro .

Ora, il giurista di oggi non può, anzitutto, nonriscontrare, nella schematizzazione prestabilitadi tali contratti, ad opera di un Organo che vi

i

TORINO - La festosa accoglienza dei giovani della Casa Madre a Sua Eccellenza Ernesto Eula e alla sua gentile Signora .

assumeva la tutela morale e la rappresentanza deigiovani, al fini del loro collocamento presso pri-vati imprenditori, quasi l'anticipazione rudimen-tale del sindacalismo, di quei contratti collettiviche dominarono di poi i rapporti di lavoro .

Anche più interessante poi il contenuto so-stanziale, per la esauriente contemplazione ditutti gli elementi conferenti alla efficenza ezio-logica di tanto delicato rapporto, tendente adaddestrare l'apprendista al compiuto eserciziodell'arte, e non a servire in qualità di garzonea profitto dell'imprenditore .

Onde il prestabilimento di una durata congruadel ciclo addestrativo, l'obbligo del Maestrodi dare al giovane, via via, tutte le necessarieistruzioni riguardanti l'arte prescelta, di occu-parlo esclusivamente in lavori a questa inerenti,di aver cura che non eccedano le sue forze .

Agli obblighi, per così dire tecnici, si affian-cano quelli morali, educativi : di dare al, giovanegli opportuni avvisi di buona condotta, di cor-reggerlo in caso di mancanze, ma solo conappropriati richiami e non altrimenti, di la-sciargli liberi i giorni festivi per attendere allesacre funzioni, alla scuola domenicale ed aglialtri doveri come allievo dell'Oratorio .

Sul piano economico, poi, il Maestro si ob-bligava a corrispondere una remunerazione,modesta, ma graduata alla progressione annualedell'apprendissaggio, sospesa in caso di inter-ruzioni del rapporto, od altrimenti compensata,quando l'interruzione eccedesse dato limite, conprestazioni di lavoro al termine del rapporto:obbligo, in ogni caso di concedere congrui pe-riodi annuali di vacanza .Quello che è anche qui da segnalare, è la

geniale intuizione ed anticipazione delle pre-scrizioni tutte che, con fedele, quasi pedissequariproduzione, sono poi state adottate negli ordi-namenti legislativi dei vari Paesi, ed in parti-colare, a distanza di un secolo, dal Legislatoreitaliano, con la Legge iq gennaio 1955, n. 25sulla « Disciplina dell'apprendistato »,

iù complessa e di maggior rilievo, preva-lente in breve sulla prima, e, via via, per-

fezionata e diffusa, con enorme espansione, la se-conda forma, veramente tipica, delle scuole artigiane.

È stato un faticoso graduale cammino quelloche ha portato, fra difficoltà infinite, alla confi-gurazione definitiva di queste scuole, secondola meta accarezzata dal Santo . Dai primi rudi-mentali laboratori organizzati con povertà dimezzi, per pochi mestieri, in modesti localidell'Oratorio, ove capaci operai estranei si im-piantavano con una propria impresa, valendosidell'opera, ma insieme prodigando addestra-mento ai giovani loro affidati, via via, attraversoforme miste e poscia autonome di organizza-zione diretta, con maestri di arte assunti alloscopo, sotto la direzione, la responsabilità e lavigilanza dell'Istituzione Salesiana; sino allescuole attuali, integralmente create, attrezzate,gestite nell'ambito dell'Opera Salesiana, con la

Sua Eccellenza Eula mentre pronunzia l'ispirato discorsosu non Bosco e la gioventù operaia .

formazione di proprii maestri d'arte, attraversoquella tipica geniale istituzione dei - coadiutori,veri missionari laici, che, dopo aver formatola propria personalità ed acquistata capacitàprofessionale lungo la gradualità perfettiva dellestesse scuole dell'Opera, si trasformano da di-scepoli in docenti, assumendo, per spontaneavocazione, partecipazione stabile all'organizza-zione, tutta dedicando la loro capacità e fervorecristiano, anche con professione di voti, allasublime educativa missione.

Ma quello che vi è di veramente originale,moderno nella concezione didattica artigiana diDon Bosco, è il penetrare integrale della scuola,col suo metodo, col suo spirito, nel campo dellavoro, per farne centralmente materia di inse-gnamento e di educazione formativa, il che èben diverso dall'assumere il lavoro nella scuola,come elemento didattico complementare .

Nelle scuole artigiane, al pari che in quelleculturali, lo stesso spirito, animato di serenagioconda letizia, dalla ricreazione, da sani di-vertimenti, teatro, musica, sport .

Una linfa unica, che deriva dalla pura sor-gente, e si espande attraverso una ramificazioneche ha assunto quelle grandiose proporzioniche la pongono ormai, in posizione assoluta diprimato: dalle 15 ancora modeste scuole allamorte del Santo (1888), alle 88 di Don Rua(1910), alle 147 di Don Rinaldi (1931) alle2S3 di Don Ricaldone (1951), alla imponentesituazione attuale : 280 istituti professionali,700 laboratori scuola, 35 .000 alunni al primocentenario (1955), saliti rispettivamente allequote di 350, 900, 40.000 alla fine del 1958 .

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C 1 mponenza di espansione, ma, soprattutto,Ci sostanzialità di fini e di risultati .Nel campo tecnico : rifare, su un piano mon-

diale, fra masse sempre rifiorenti di giovani, lamentalità, la dignità dell'artigianato, in pienopossesso della sua arte, negli elementi tutti, neis°greti, nelle condizioni di sviluppo . Fra benconsapevole Don Bosco che non esiste disoc-cupazione dove siasi provveduto ad una sicuraprofessionalità . Una professionalità aggiornataai progressi della tecnica, adatta ad accogliernele innovazioni ed il perfezionamento . Operaiqualificati, conforme all'esigenza del mercatointerno ed internazionale, che più non ricercamano d'opera bracciantile, ma capacità, prepara-zione, bravura .

Nel campo civile : formare dei cittadini, con-sapevoli dei loro doveri, delle loro responsa-bilità, della loro funzione nella vita dello Stato ;degli uomini con una personalità cosciente, nondegli elementi di una massa ; in modo da poterdare un proprio contributo al divenire dellaNazione .

Sotto l'aspetto religioso : preparare dei lavo-ratori di formazione cristiana, portatori delmessaggio cristiano nel campo del lavoro, comeesempio di sano costume, di serietà, di saldaunione familiare, di sentimento e di fede .

Si comprende, pertanto, come, in parallelocon l'istanza religiosa, abbia trovato impulso inItalia, in questa nostra nuova Italia fondata sul

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.,2

lavoro, libera, aperta ai più moderni impulsi,ma profondamente cristiana per tradizioni, persentimento, nell'anima tutta del popolo, l'ini-ziativa, di cui si è fatto fervido portatore un con-sapevole Ministro cristiano del lavoro, di invo-care da un grande Pontefice tanto pensoso epartecipe ai problemi del nostro tempo, ed ilcui rimpianto è così profondo, diffuso, l'asse-gnazione di un Santo Celeste Patronato al la-voro, ai giovani artigiani che ne sono la rifio-rente più pura espressione . Un Patronato chenon poteva essere affidato che a San GiovanniBosco, apprendista egli stesso, « benemerito dellaChiesa e della civile società », avanguardia diprogresso, messaggero, « fra le umane gentiaffaticate e stanche » di carità, di fraterno amore .

È stata l'istanza di un Ministro e di un Ve-scovo Italiano . . . ma in verità espressione diuna aspirazione ben più vasta, dilatata ai confinidel Mondo .

Ed io ho l'ardire, a conclusione di questasolenne riunione : da questo maggior centroSalesiano, da questa Torino fervida di lavoroe di vita, di raccogliere questa universale istanzae di porgerla al Soglio, di umiliarla al grandecuore del nuovo Sommo Pontefice Regnante ;del dolcissimo Pastore, Sua Santità Giovan-ni XXIII, che nella Sua universale espansionedi amore, non potrà non ascoltare questo ane-lito: la invocazione che tutti gli rivolgiamo diestendere la celeste protezione di San GiovanniBosco ai giovani artigiani del Mondo

'r 0 H1NO -GASA MADRE. 0E 1 SA1,ICS1ANi

il ('ollvtjno Nazionale dei Cooperatoriin occasione dell'inaugurazione del Tempio di San Giovanni Bosco in Roma

2 - 4 maggio

L'annuncio del Convegno Pellegrinaggio Nazionale dei Cooperatori Salesiani a Roma, ha susci-tato ovunque entusiastici consensi . Migliaia di Cooperatori e Cooperatrici hanno già assicuratola loro partecipazione, vivamente desiderosi di trovarsi presenti all'inaugurazione della primachiesa dedicata a Don Bosco nella Città eterna nel venticinquesimo della sua Canonizzazione .Ripetiamo il programma di massima, che comprenderà :

i . ASSEMBLEA GENERALE DEI COOPERATORI SALESIANI .

2 . SOLENNE FUNZIONE NEI . NUOVO TEMPIO DI SAN GIOVANNI BOSCO .

3 . PARTECIPAZIONE ALL'OMAGGIO DELLA FAMIGLIA SALESIANA AL PAPA .

4 . INCONTRO DEI CONSIGLIERI ISPETTORIALI DEI COOPERATORI .

S . INCONTRO DEI SALESIANI DELEGATI LOCALI DELLA PIA UNIONE.

6 . RICEVIMENTO ALLE DELEGAZIONI ESTERE DEI COOPERATORI .

Uno dei numeri più importanti e cari del programma romano sarà il solenne incontrodella Famiglia Salesiana con Sua Santità Giovanni XXIII, che già tante prove di bontà hadato alla nostra Famiglia .Chi avrà la fortuna di vivere quei giorni sarà felice del sacrificio che forse avrà dovuto affron-tare per partecipare al Convegno Pellegrinaggio . Del resto oggi un viaggio a Roma non è unproblema di difficile soluzione e i giorni festivi del io e del 3 maggio col sabato in mezzofaciliteranno la partecipazione anche a coloro che hanno impegni di lavoro o d'impiego.

/ Cooperatori possono dare la loro adesione al Delegato o alla Delegata locale della Pia Unione ; i quali inoltrerannotutte le iscrizioni, con le relative quote, al Delegato Ispettoriale, a cui spetta la iscrizione definitiva al Pellegrinaggio .

L'imponente assemblea di autorità e personalità convenute a Valdocco per la celebrazione diSan Giovanni Bosco Patrono degli apprendisti . Al centro Sua Eminenza il Cardinale Maurilio Fossati.

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LA PRIMA CONFERENZA ANNUALE AI COOPERATORI

In un clima che diventa ogni anno più fami-liare, si è svolta il 25 gennaio scorso la primariunione dei Cooperatori per la Conferenza Sale-»iana . Il convegno ha avuto dite tempi : l'omaggiosi Cooperatori nel grande teatro di Valdocco ee la funzione religiosa nella Basilica .

Dopo il saluto del Delegato dell'IspettoriaCentrale Don Pelli, il Gr . Uff . Avv. Orazio Quaglia,del Consiglio Superiore della Pia Unione, resedevoto omaggio al Rettor Maggiore interpre-tando il pensiero e l'affetto (lei membri dellaTerza Famiglia Salesiana. « Saremmo Coopera-tori indegni -- disse - se non facessimo la pro-messa di essere quali Don Bosco ci ha voltiti ;saremmo un cattivo " Terz'Ordine " se non ecr-

TORINO - L'Avv . Gr . Uff. Orazio Quaglia, del ConsiglioSuperiore dei Cooperatori Salesiani, rende omaggio al RettorMaggiore a nome di tutti i membri della Pia Unione .

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cassimo di avvicinarci ai due primi Ordini dellaFamiglia Salesiana . Per questo promettiamo lapietà della divozione per la nostra, santificazionepersonale e la carità in tutte le forme volute daDon Bosco». L'Oratore continuava dicendo cheper raggiungere il primo fine la « Strenna ,> sullaS . Messa offre il mezzo più potente : se i Coope-ratori apprezzeranno nel suo sublime valorel'immenso mistero della S. Messa, si sentirannouniti in un vincolo divino di amore che li le-gherà tutti a Dio e tra di loro .

Per attuare il programma della carità propostada Don Bosco ai Cooperatori anche come mezzodi santificazione personale, essi si propongono diassecondare con zelo ogni iniziativa, speciahnentequelle che mirano a portare a Don Bosco e quindi a-Dio gli Apprendisti ; a diffondere la stampaa buonae a combattere la stampa immorale . «Ciascuno dinoi disse con energia l'Oratore -- nell'ambitodella, stia famiglia, dei conoscenti e parenti esercitiun diligente controllo perché non entri la stampanon buona, che ha sui lettori un potere formida-bile di degradazione . E tutti cooperiamo a crearein mezzo al popolo uno stato d'animo di ribellionead una stampa che è elemento di primo ordineper l'avvelenamento morale delle masse .L'Avv. Quaglia, riferendosi ancora alla let-

tera annuale del Rettor Maggiore, invitava iCooperatori ad aver presenti i dite poli dellacooperazione salesiana : da una parte la gioventùoperaia, sempre più numerosa e bisognosa; dal-l'altra la formazione degli apostoli di questagioventù, contribuendo alla costruzione del nuovoPontificio Ateneo Salesiano in Roma .

Seguì il brillante omaggio dei ragazzi dell'Ora-torio ai Cooperatori. Poi il Rettor Maggiore be-nedisse e distribuì i diplomi e i distintivi ad unbel gruppo di nuovi Cooperatori. Prese quindila parola per effondere il suo cuore di Padredella Terza Famiglia salesiana . « Sono io, disse,che devo ringraziare voi, e il mio grazie è quellodi Don Bosco, anzi di Dio stesso. Godo al ve-dervi così numerosi, così attivi . Anch'io ripetocon Don Bosco che senza la vostra cooperazioneavremmo potuto fare poco o nulla . Siete un<< Terz'Ordine ", ma siete elemento di prim'ordineper l'apostolato salesiano nel mondo . Alcunihanno del Cooperatore Salesiano un concettoristretto e pensano che sia solo per dare il suoobolo alla Congregazione Salesiana ; sì, anchequesto, ma Don Bosco ai suoi Cooperatori chiedesoprattutto la santificazione personale, poi la

II Successore di Don Bosco

distribuisce i diplomi

ai nuovi Cooperatori

e si rallegra

con i nuovi membri della

Terza Famiglia

Salesiana .

loro attiva cooperazione nel lavoro per le animein aiuto nostro e del Clero . Oggi il Papa, e i Ve-scovi lanciano continui appelli ai laici perchècollaborino nell'apostolato : Don Bosco vi hariuniti sotto la sua bandiera essenzialmente perquesto » .

Quindi il Rettor Maggiore invitava tutti aprender parte al Convegno-Pellegrinaggio diRoma, che assumerà le proporzioni di un gran-dioso omaggio al Vicario di Cristo, e concludevaricordando che la prima e più efficace coopera-zione al lavoro per le anime è la S . _lessa, ascol-tata con fede e amore in stretta unione col sa-cerdote celebrante .

La numerosa assemblea assisteva poi alla pro-iezione di due riusciti documentari salesiani : ilprimo Cantieri di gioia - presenta un belpanorama dell'attività salesiana in Francia, spe-cialmente a favore dei giovani apprendisti ; l'altro- Luci di Lourdes - offre una conrmovente

rievocazione del grandioso pellegrinaggio dei Coo-peratori alla città dei miracoli .

Subito dopo nella Basilica di Maria Ausilia-trice il Rev .mo Don Archimede Pianazzi, Consi-gliere Scolastico Generale, teneva la prima Con-ferenza annuale sul terna Don Bosco Patronodegli apprendisti, illuminando di viva luce l'operasvolta dal Santo a vantaggio degli apprendistiin genere e coli la fondazione delle sue Scuoleprofessionali in particolare . Interessante soprat-tutto il panorama delle Scuole professionali sa-lesiane dell'India, così ammirate che molti Ve-scovi chiedono di averle nelle loro diocesi e ilGoverno ha incaricato i Salesiani di fondareuna grande scuola professionale a Calcutta eautorizza in via eccezionale a entrare in Indiaquanti Salesiani sono destinati a lavorare inquelle Scuole . .

La funzione si chiuse con la Benedizione Eu-caristica impartita da S . E . Mons. arduino .

TORINO - I simpatici « Niíios Cantores » Argentini del Murialdo, mentre dannosaggio della loro bravura eseguendo artistici cori nella Basilica di Maria Ausiliatrice .

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FESTA DI ANIME A VALDOCCOLa festa di San Giovanni Bosco ebbe inizio

alle ore 5 del pomeriggio 30 gennaio col cantodei Primi Vespri. La basilica di Maria Ausiliatricesfavillava, di luci . La Schola cantorum dell'Oratorioiniziò l'esecuzione del programma musicale colcanto dell'Ecee sacerdos magnus . Pontificava ilVescovo di Albenga, S . E . Mons. Raffaele DeGiuli, nostro affezionato Ex allievo e Cooperatore .

La gente assiepava la basilica . Il salesiano DonGuido Favini, che aveva predicato la novenainsieme con Don Litigi Pellegrino, ricordò nellapredica l'amore appassionato di Don Bosco perla gioventù e il suo zelo per l'apostolato stampa .

A sera, il Rettor Maggiore nella classica « buonanotte» invitò a dare alla festa il carattere d'im-plorazione per i fratelli d'oltre cortina, soprat-tutto per quelli della Chiesa così duramentesconvolta in Cina .

Il 31 gennaio si aprì con gli squilli delle cam-pane della basilica, che facevano echeggiare i riso-tivi del canto : Giù dai colli . . . Don Bosco ritorna .

Settantun anni fa, quasi alla stessa ora, mentrele campane di Marìa Ausiliatrice suonavanol'Avemaria, Don Bosco agonizzava . Tutti quelliche erano raccolti attorno al suo letto recita-rono sommessamente l'Angelus. Ci fu chi sus-surrò all'orecchio di Don Bosco il Viva Mariadei giorni innanzi . Allora il rantolo che si facevaudire da circa un'ora, e mezzo, cessò . Il respirodivenne libero'e tranquillo ; ma fu cosa di pochiistanti : poi mancò . - Don Bosco «nuore! - siesclamò nel pianto. Don Bosco realmente mo-riva . . . Dinanzi a quella spoglia esanime, DonRisa parlò: - Siamo orfani . Ma consoliamoci .Abbiamo perduto un padre sulla terra, ma ab-biamo acquistato un protettore in cielo .

Oggi il 31 gennaio ò giorno di gloria .La Messa delle comunità unite (studenti e ar-

tigiani) fu celebrata dal Rettor Maggiore per laChiesa del Silenzio . Opportuni commenti litur-gici letti al microfono permisero la più attiva ecommota partecipazione . Alla fine il Rettor Mag-giore recitò la preghiera di S . S . Giovanni XXIIIper i fratelli perseguitati d'oltre cortina .

Intanto la gente, che affluiva numerosa no-nostante fosse giorno feriale, gremì la basilica .Attorno all'altare di Don Bosco fu una con-tinua ressa di fedeli . E così un fiotto ininterrottodi persone visitò le camerette del Santo, quasidesiderose di sentirselo più vicino rivivendo lesue ultime ore, aiutati dalla mistica atmosferache vi si respira .Alla Messa cantata pontificò il Vescovo di

Albenga. La Schola cantorum eseguì la grandiosaMessa in onore di Santa Maria Domenica Mazza-rello, composta e diretta dal maestro Don Lasa-gna, accompagnata all'organo dal maestro Lam-berto e radiotrasmessa su programma nazionale .

Nel pomeriggio ci fu la benedizione (lei bam-bini. Il Santo dei giovani era circondato daipiccoli angioletti, che guardavano stupiti il corpodi Don Bosco rivestito degli abiti sacerdotali eracchiuso nell'urna d'argento .

Seguirono i Vespri pontificati da S . E. Mons .De Giuli, che tenne anche il panegirico del Santo .Sua Eminenza il Card . Maurilio Fossati, nostroamatissimo Arcivescovo, impartì la solenne Be-nedizione Eucaristica .

Il giorno dopo si celebrò la solennità di SanFrancesco di Sales con pontificale di S . E. Mons .Arduino e panegirico del nostro Don AgostinoFavale .

TORINO - Sua Ecc . Mons . Raffaele De Giuli, Vescovo di Albenga, benedice la folla ac-corsa a venerare San Giovanni Bosco nella Basilica di Valdocco il giorno della sua festa.

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festa diMaria Ausiliatrice

estesa a tutta la Polonia

Una notizia che tornerà graditissima agliinnumerevoli divoti di Maria Ausiliatrice sparsinel mondo .

Il Santo Padre Giovanni XXIII, accogliendole umili suppliche rivoltegli dall'Em .mo Car-dinale Wyszynski, Primate di Polonia, a nomedi tutti gli Ecc .mi Vescovi polacchi, ha con-cesso che la festa di Maria Ausiliatrice siaestesa a tutta la Polonia e che il giorno 24 mag-gio tale festa si possa celebrare dovunque conrito doppio di 2a classe .

L'Episcopato Polacco raccolto in assemblea plenaria, presieduta da Sua Em. il Card . Stefano Wyszynski, Primatedi Polonia, ha chiesto all'unanimità al Santo Padre che la festa di Maria Ausiliatrice sia estesa a tutta la Polonia .

CONCORSO'NAZIONALELETTERARIO IDON BOSCO

A RICHIESTASARANNO INVIATE INFOR-MAZIONI E COPIE DI SAG-GIO DE LO SCOLARO

Ecco il testo del decreto in una nostra traduzione .La Sacra Congregazione dei Riti alle Diocesi di Polonia .L'Em.mo signor Cardinale Stefano Wyszynski,

Arcivescovo di Gnesno e b'arsavia, Primate d iPolonia, insieme con gli altri Arcivescovi e Ve-scovi della Nazione, umilmente prostrato dava-n ia Sua Santità Papa Giovanni XXIII . Lo haardentemente supplicato di concedere che in tuttaquanta la Polonia la festa di Maria SS . sotto iltitolo di Ausiliatrice dei Cristiani possa esserecelebrata il giorno 24 maggio con rito doppio diseconda classe, quale perenne ricordo della grati-tudine dei fedeli per i provvidenziali interventidi Dio a favore della loro Patria . Pertanto la Sacra .Congregazione dei Riti, in vigore delle facoltà alei concesse dallo stesso Santo Padre, ha benigna-mente concesso il favore richiesto, eco .firmato : C . CARD . CICOGNANI, PREI1IITTO DELLA S . C . DEI RITI

ENRICO DANTE, SOSTITUTO

La nobile e tanto provata Nazione ha cosìun nuovo titolo all'aiuto potente e maternodi Colei che l'immortale Pio XII ha definitola « Vittoriosa di tutte le forze ostili » .

Il simpatico giornalino Lo scolaro ha - lanciato tra i suoi pic-coli numerosissimi lettori un Concorso Nazionale Letterario,intitolato a Don Bosco, in occasione del 25° della Canonizzazionedel grande Santo italiano e per ricordare il centenario della fonda-zione della Società Salesiana (18 dicembre 1859) .Lo scolaro si propone di onorare così l'Opera Salesiana .I temi del Concorso sono : 1) Narrare un episodio della vita diDon Bosco (per tutti) ; 2) Ricordi di vita salesiana (riservato agliallievi ed ex allievi salesiani) . Il concorso si chiude il 30 aprile 1959 .Per conoscere le norme e i ricchi premi offerti dalla Direzione delGiornalino e anche dalla Direzione delle Opere Don Bosco, scrivere aLo scolaro, Mura di S . Chiara, 1 - GENOVA .

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ITALIA IVoci Fraterne, organo della Federa-zione Nazionale Italiana degli Exallievi Salesiani, lo scorso gennaio èentrato nel suo 40° di vita . La rac-coltadelle 40 annate rappresenta unmateriale prezioso per la storia dellaConfederazione Mondiale . Il periodicoesce -ora in nuova veste tipograficapresso la Scuola Grafica del ColleDon Bosco .

Il 26 gennaio la RAI nella sezione« La Radio per le Scuole », rubrica« Tanti fatti, settimanale di attua-lità », ha trasmesso una efficace rie-vocazione di Don Bosco e della suaopera a favore degli apprendisti .

Il Centro Giovanile di San Giacomoa TRIESTE, nel celebrare il primoanno di intensa attività per l'edu-cazione morale. religiosa e civicadella gioventù, ha preso il nome diSan Domenico Savio, ponendosi sottola sua protezione.

A CONEGLIANO VENETO nelCollegio « Immacolata » delle Figliedi Maria Ausiliatrice, S . E. Mons .Carraro, Vescovo di Vittorio Venetoe già preconizzato di Verona, haconsacrato un nuovo artistico altaremaggiore. Terminato il rito, vi ce-lebrò il primo santo Sacrificio, du-rante il quale rilevò la simbolicaanalogia fra la consacrazione dell'al-tare e il battesimo, che fa di noi deiconsacrati, chiamati a vivere unavita degna di tale consacrazione .

Nell'Istituto salesiano di IVREA èstata inaugurata una nuova cappel-lina dell'immacolata, a ricordo delcentenario di Lourdes, dono di unaBenefattrice a suffragio dell'anima be-nedetta del Marito . La nuova cap-pella, che viene a completare la chiesadell'Istituto missionario, fu benedettada S. E. Mons. Michele Arduino,ex allievo di Ivrea . L'altarino fuconsacrato da S . E. Mons . PaoloRostagno, che si degnò conchiuderetra gli aspiranti missionari le cele-brazioni del suo 50- di Sacerdozio .

IARGENTINA )

Nella città di CORDOBA si sonosvolte solenni onoranze alla memoriadel salesiano Don Giovanni B . Gherra,

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in occasione del trasferimento dellesue spoglie mortali in questa città,dove 53 anni or sono fondava ilgrande collegio Pio X . Don Gherra .piemontese, aveva ricevuto l'abitodalle mani del santo Fondatore edera partito nel 1895 per l'Argentina,dove aveva diretto varie importantiopere rendendo popolare e ansato ilnome salesiano .

I AUSTRALIA I1 soci dei «Club Domenico Savio»della città di PERTH e dintorni sisono raccolti a convegno nel Col-legio dei Fratelli Cristiani, rinno-vando i loro impegni di fedeltà alloro modello nella purezza, fortezzae apostolato . Nel Festival Eucari-stico tenutosi a SUNBURY i socidei Club Domenico Savio hannoavuto l'onore di succedersi a turnonel dirigere il Rosario dalle 10,30alle 14,45 recitando un complessodi 13 corone. Poi sfilarono nellaprocessione trasmessa per televi-sione, nella quale il loro gruppospiccava compatto attorno al ves-sillo di S. Domenico Savio .

1311ASILE IA CORUMBÀ (Mato Grosso) l'Ecc .moVescovo Salesiano Mons . LadislaoPaz ha ufficialmente proclamatoSan Domenico Savio Patrono dellaGioventù della sua Diocesi . La so-lennità si è svolta nel cortile delCollegio salesiano, alla fine dellaMessa vespertina, presenti oltre 3000allievi di tutte le scuole della città,autorità e popolo . Dopo la S . Messavi fu la dedica ufficiale della via edel giardino pubblico antistanti alCollegio, rispettivamente a Mons . deAquino Correa, Arcivescovo Sale-siano di Cuiabú, morto nel 1956,e a Don Bosco . Questo trionfo pub-blico del nome salesiano si deve ingran parte all'opera di ex allievipresso la Giunta Municipale .

CILE

La Municipalità di CONCEPCI6Nha determinato di intitolare a DonBosco una nuova piazza della cittàed ha autorizzato in essa l'erezionedi un monumento a S . GiovanniBosco. Sarà la prima città del Cileche avrà una piazza e un monumentopubblico a Don Bosco, onore che le

compete per aver avuto la primafondazione salesiana nel Cile . A questarealizzazione concorreranno tutti gliex allievi del Ole.

I EL SALVADOR

Nella campagna per la moralità in-detta dal Presidente della Repub-blica si è inserita una « Settimanapro Gioventù Salvatoriana », orga-nizzata dai Salesiani. Attorno allafigura di San Domenico Savio, Pa-trono della gioventù centroameri-cana, si tennero conferenze in tuttele scuole della capitale e della cittàdi Santa Tecla, come preparazionealla settimana che si svolse conconferenze di illustri conferenzieri,trasmesse dalla radio nazionale .

EQUATORE IS . E. Mons. Luigi Alfredo Carvajal,vescovo Ausiliare dell'Archidiocesi diGUAYAQUIL, ha benedetto la nuovachiesa parrocchiale dedicata a S . Do-menico Savio, sorta nel suburbio diGuayaquil più povero e religiosa-mente più abbandonato . Il tempio,che misura metri 36 per 18 ha potutorealizzarsi per il generoso concorsodi un comitato di Cooperatori eammiratori dell'opera di Don Bosco .Erano presenti oltre duemila persone,che subito invasero il tempio perascoltarvi la prima S . Messa cele-brata da S. E . il Vescovo .

1FILIPPINE

La parrocchia salesiana di CEBI?CITY, dopo poco più di un anno dilavoro, raccoglie i suoi buoni frutti :dove prima quasi nessuno andava aMessa, ora si contano ogni domenicauna inedia di 2000 presenze . Ogni mesecirca 2500 comunioni e 70 battesimi .

iINDIA i

S. E. Mons. Marengo, Vescovo diDIBRUGARH, ha avuto il confortodi battezzare la prima ragazza « MaoNata », che ricevette pure la primaComunione e la Cresima . Era unospettacolo commovente vedere leragazze Naga, compagne della for-tunata, in ginocchio ai piedi dell'al-tare seguire le commoventi ceri-monie con tanta fede e gioia .

I THAILANDIA

La procura salesiana di BANGKOKha pubblicato in lingua thai Il gio-vane provveduto di San GiovanniBosco. La prima edizione fu esauritain pochi giorni ed è già pronta laristampa. Altre pubblicazioni dell'Edi .trice salesiana sono la Vita di SanDomenico Savio con illustrazioni acolori (seconda edizione) e la Vitadi Santa Maria Coretti. .

I FEDE INCAMMINO

don 0sco

11Salesiani vennero qui nel 1927 per prendersicura del Vicariato Apostolico di Bang Nok

Khuek, che ancor oggi fa bella mostra dellaCattedrale e del Seminario, destinati a cedereil posto alle moderne costruzioni di Ratburi,dove è già pronto il seminario . Fino al 1934fu semplicemente « Missione sui juris » ; divennepoi Prefettura Apostolica e, nel 1941, VicariatoApostolico con Mons . Pasotti ; a lui successenel 1951 Mons . Pietro Carretto . Questo fu ilcampo di lavoro dei Salesiani prima che po-tessero dedicarsi anche al lavoro più specifica-mente educativo .Si trattava di conservare nella fede i fedeli

ereditati dai Padri delle Missioni Estere diParigi, con chiese e scuole, queste ultime apertedai Salesiani anche ai pagani . I cristiani sonosparsi su un territorio vastissimo che va dallevicinanze della capitale Bangkok, fino al con-fine meridionale del territorionazionale verso la Malesia. Traun centro missionario e l'altrovi sono talvolta parecchie cen-tinaia di chilometri di di-stanza. Il Vicariato è venutopreparando il clero indigeno ;che lavora solo o affiancato aiSalesiani . Ho assistito alla Fe-sta dell'Immacolata nel grandecentro di Bank Nok Khuek efui edificato dal gran numerodi fedeli accorsi. Per aiutareanche economicamente i cri-stiani bisognosi, il Vicario Apo-stolico ha comperato vasti ter-reni verso il centro del Vica-riato, e li ha distribuiti allefamiglie che vi si sono trr-sferite, formando così un vil-

i ~s~Tail~riIL REV.MO PREFETTO GENERALE DON ALBINO FEDRIGOTTI, IN VISITA ALLE OPERE SALESIANE D'ORIENTE,RAGGUAGLIA I LETTORI DEL — BOLLETTINO - SULLE REALIZZAZIONI SALESIANE NELLA THAILANDIA

laggio cristiano di agricoltori felici attorno alloro pastore e parroco .

Il lavoro educativo ebbe un risveglio conso-lante nel 1947 coll'apertura di tre case: unaper le vocazioni salesiane a Hua Hin ; un'altraper studenti a Ban Pong e la terza per arti-giani a Bangkok .A Ruamchai, alla periferia della capitale,

sorge la scuola professionale, con tre bei la-boratori nuovi di tipografia, falegnameria emeccanica, oltre la piccola sartoria . Purtroppo isalesiani e i giovani vivono ancora in case dilegno; ma si spera di avere presto un nuovofabbricato, degno del rapido progresso che laThailandia ha fatto in questi ultimi anni. Iragazzi, in gran parte orfani, amano molto illoro mestiere; come tutti i ragazzi di questomondo, amano meno lo studio .

BANPONG (Thailandia)Il nostro Prefetto Generale, Rev.mo Don Albino Fedrigotti, s'intrattiene con alcunibonzi in visita al Collegio salesiano . Si noti l'immancabile sacchetto delle offerte .

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I

r

Nell'estremo nord-est, è stata aperta que-st'anno la scuola di Udonthani, tanto deside-rata da quel Prefetto Apostolico : è l'unicascuola cattolica per ragazzi in tutto il territoriodella Prefettura . Vi lavorano, per ora, due soliconfratelli; gli allievi sono già 230, e non vi èspazio per altri, se non si fabbrica. Arrivano datutte le parti in autobus, biciclette, tricicli ealtri mezzi di fortuna; tutti portano il casco ;i piccoli sembrano funghi ambulanti!

Quasi all'estremo Sud, ad istanza del Rev .moDon Bellido, che fu il precedente visitatorestraordinario, fu aperta una scuola a HaadYai, sulla ferrovia che va in Malesia : si riempìquasi subito ed ora conta oltre 900 allievi . Tresacerdoti e un coadiutore, aiutati da maestriesterni, si prodigano in tutte le forme di at-tività salesiana. Una di queste è la missionetra i cristiani dispersi per quelle regioni e bi-sognosi di assistenza religiosa . Gli allievi, inmassima parte pagani, cercano la scuola d'in-glese, lingua che va acquistando sempre mag-gior importanza in tutto il mondo . Anche aipagani si fa l'istruzione religiosa, voluta dalgoverno. Ma la religione voluta dal governo èquella buddista; noi ci limitiamo a dare i prin-cìpi morali che sono comuni a tutti gli uominiper legge naturale .

" Fra vent'anni - ha detto Pio XII - ilpaganesimo sarà scomparso dall'Africa .Al suo posto si vedrà un'Africa musul-mana o un'Africa materialista e atea,oppure un'Africa cattolica " .

n un grande viale della città di Léopoldvillequalche mese fa un ufficiale di polizia pre-

sentò al governatore generale belga un foglio dicarta che portava scritto un canto . Il composi-tore di quei versi restava ignoto, ma il cantocominciava a diffondersi nei comizi nazionalistici .Le parole dicevano :« Grande Congo, terra dei nostri antenati, noi

I

combatteremo per la tua libertà anche se ilsangue dovesse correre a fiumi » .

Pochi giorni dopo esplose a Léopoldville larivolta . Per cinquant'anni i Belgi hanno, con unmodello di efficienza e di magnifica organizza-zione, governato quella terra, 89 volte più grandedella loro, che un tempo era dominio privatodel re Leopoldo lI .

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~~ le conversioni? L lavoro lentissimo : le reli-gioni naturali sono comode, perchè fabbricate

dagli uomini per soddisfare il naturale desideriodegli uomini di non essere disturbati nel godi-mento di quello che la terra offre ; tanto piùche la loro credenza nella trasmigrazione delleanime dopo la morte non apre loro la prospet-tiva di un premio personale nell'aldilà . Inoltrechi si converte viene motteggiato da amici eparenti, quando non addirittura perseguitato,come se avesse tradito la patria, rivolgendosia divinità « straniere » .

Il nostro collegio maggiore è quello di Banpong,a un'ora di treno da Bangkok. Ospita oltre1000 allievi, di cui qualche centinaio di interni . Lammirevole il sacrificio rappresentato da questecostruzioni, in paesi ove le entrate sono scarse .Ma la casa che forma come la pupilla di

tutta l'Ispettoria è quella di Hua Hin, perchècoltiva le speranze dell'avvenire, negli aspiranti,novizi e chierici studenti di filosofia . Il posto èincantevole, ben tenuto e forma un ambienteideale di studio e pietà salesiana, il tutto con-dito di sana allegria . L qui che ho avuto ilpiacere di passare le feste del santo Natale edi ricevere anch'io il mio bravo dono nata-lizio . Per i giovani dei dintorni c'è anche unascuola per esterni .

La così detta « Procura » di Bangkok è unpiccolo centro di attività salesiana per le pra-

Alcuni anni la tra i negri era cominciata asorgere un'associazione di tendenze quasi re-ligiose, chiamata Abako ; all'inizio pareva un'or-ganizzazione di tribù. Era infatti formata dalla1 ribù dei Bakongo del Sud e voleva essere unaspecie di lega protettiva contro le tribù deiBengala, più favoriti perchè più tenaci lavora-tori. Ma sotto la guida di un sottile, smilzo or-ganizzatore di nome Giuseppe Kasavubu l'asso-ciazione acquistò una impostazione politica. Ka-savubu ha 41 anni, un aspetto timido, un visoche sembra di adolescente, ma una volontà in-flessibile, di acciaio. Kasavubu è uscito dallescuole delle Missioni Cattoliche, anzi studiò treanni di filosofia come chierico seminarista . Dopola sua elezione a sindaco negro nel comune diLéopoldville, fu dichiarato Leader supremo daisuoi seguaci e cominciò a ricevere omaggi se-duto su di una pelle di leopardo, simbolo delpotere supremo sulle tribù della foresta . Frat-tanto i rivali Bengala si organizzarono ancheloro e nel Congo cominciò a serpeggiare l'in-

tiche presso il governo, per la propaganda cat-tolica e per due forme di apostolato speciale,nelle prigioni e fra i bonzi . Il nostro Don Ul-liana è stato invitato da qualche anno a darelezioni di cristianesimo nell'Università dei Bonzia Bangkok .

Per noi occidentali l'istituzione dei bonzi èoggetto d'interesse e curiosità . Ogni buddista

sente il dovere di passare almeno qualche tempodella sua vita nella condizione di bonzo, sia perrendere omaggio alla divinità, sia in espiazionedei peccati dei propri morti . Vi sono dei bonziche passano tutta la vita in quella condizione ;altri vi entrano anche solo per pochi giorni .Il bonzo si rade completamente la testa e vesteuna specie di toga di colore arancio ; le donnevestono in bianco, ma si radono anch'essela capigliatura. Il bonzo vive dell'elemosinache raccoglie ogni mattina e che nessuno glinega. Egli non deve chiedere mai nulla, nonfa nulla di sua iniziativa ma dev'essere invitato,non deve mai ridere. È circondato di onore edi rispetto; sulle ferrovie gode della riduzionedel 500/ 0 . Le pagode presso le quali abitano ibonzi sono numerosissime ; alcune sono splen-dide. Il buddismo, se non si può dire ufficial-mente religione di Stato, è però praticato uni-versalmente e sempre presente nelle cerimoniepubbliche ; cosicchè viene ad identificarsi con

quietudine. A peggiorare le cose, intervenne unfatto economico: le ordinazioni di acquisto delminerale di rame nel Congo ebbero bruscamenteun arresto; molti indigeni, rimasti disoccupati,si rovesciarono a Léopoldville in cerca di lavoro .

Un giorno in cui quattromila negri si riuni-rono in un cortile dell'Ymca per ascoltare undiscorso di Kasavubu (ed era un comizio nonautorizzato) avvennero gli incidenti che attira-rono l'attenzione del mondo .La folla, con grida di ribellione, si raccolse

nel viale Principe Baldovino ; ingrossò con l'af-fluire di centinaia di altri manifestanti che sfol-lavano in quel momento da, un grande stadiocittadino dove avevano assistito a una partitadi calcio. L'atmosfera divenne infuocata, glianimi si eccitarono sotto la spinta dei sobilla-tori; cominciarono i saccheggi delle vetrine, fu-rono rovesciate e bruciate le automobili e in-tervenne la polizia .L'episodio ebbe un significato di allarme : nel

Congo il demonio aveva seminato la zizzania .

lo Stato e chi abbandona il buddismo fa unatto antipatriottico, se non di tradimento allapatria. Purtroppo il suo contenuto religioso èmisero assai; basti dire che in questi giorni fudefinito da un loro grande esponente «una re-ligione di atei»!

0/, doveroso rilevare che il governo sussidia

14 le scuole private, ciò che non si verifica inpaesi di tradizione cristiana . Un ministro del-l'Educazione ha fatto giustamente rilevare come,sussidiando le scuole private, il governo risparmile spese che dovrebbe sostenere se dovesse ad-dossarsi l'onere delle scuole necessarie per so-stituire quelle private .

E le Figlie di Maria Ausiliatrice? Hanno unIstituto per ciechi nella capitale e due scuolea Banpong e a Haad Yai . Quest'ultima ha giàcominciato a occupare una bella costruzionenuova, appena finita. La casa antica serviràper mettervi un desiderato asilo .

Ecco quanto si sta facendo in questa parte delmondo salesiano. La bontà dei confratelli e laloro instancabile attività dànno molto a spe-rare anche per l'avvenire. Ma bisognerà che laMadonna ci metta la mano ed apra più ampia-mente la porta per la diffusione del Vangelotra questi popoli : in Lei è riposta tutta la nostrafiduci t .

Studenti salesiani congolesi che rappresentarono le Missionisalesiane del Congo al Congresso Internaz . di Bruxelles 1958.

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iassumo brevemente la situazione come siprospetta oggi nel Congo . Premetto che in

nessuna parte del mondo è stata realizzata, nelgiro di mezzo secolo, la somma di lavoro com-piuto nel Congo da alcune migliaia di pionieri,tanto sul piano economico e sociale che su quellodell'evangelizzazione .

Ma le circostanze attuali sono tali che l'operacompiuta con tanta cura e con tanta fatica sitrova esposta a gravi pericoli .

L'evangelizzazione del Congo si è effettuatain maniera e in ambiente real-mente eccezionale . Ciò spiegain gran parte i meravigliosi ri-sultati ottenuti. E queste cir-costanze possono riassumersicosì :

1° Il cristianesimo è statoaccettato da tutti - anche (laquelli che non lo vivevano nellaloro vita privata - come unaconcezione di vita necessariaper l'educazione delle masse delCongo .

2° Gli Europei, che appar-tenevano all'amministrazione,all'industria e al commercio, ei missionari lavorarono insieme,in stretta unione, in una colla-borazione disinteressata, favo-rendo l'amalgama dei Congolesifra di loro e la collaborazioneeffettiva fra bianchi e negri .

3° Questo lavoro si e po-tuto realizzare in una specie dizona chiusa, perchè il Congo era isolato e ta-gliato fuori dagli altri paesi africani e dal restodel mondo, (lato che le vie di coni unicazioneerano poco numerose e difficili . I Congolesi egli Europei della colonia vivevano al riparo datutti gli avvenimenti, immunizzati in un certosenso da tutte le lotte e discordie che travolseroil nostro pianeta in questi ultimi decenni .

4° L'opera dei missionari ebbe modo diconsolidarsi ; faceva pensare alla vita della Chiesanel Medioevo . Conce allora villaggi e città sorge-vano all'ombra delle abbazie, che erano il centrodella vita popolare, così le missioni del Congocoagularono attorno a sè il potere politico, quelloeconomico e quello religioso in stretta solida-rietà di azione .

Il risultato fu una rapida e fiorente civilizza-zione. Il Congo Belga passò in testa, come culturae civiltà., a tutte le popolazioni dell'Africa nera .

ggi però le circostanze sono cambiate . Stasorgendo un nuovo clima . Nella nostra

azione missionaria ci tocca tener conto dei se-guenti dati :

1° Il Congo ha allargato i suoi orizzonti .Vive sempre più inserito nell'Africa e nel inondo .È finito il suo isolamento. La recente conferenzadei popoli africani ad Accra nel Ghana ebbe ri-percussioni e simpatie nel Congo .

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2° La, solidarietà tra gli stessi Europei, cheprima non faceva una grinza, è stata incrinatadai dissensi politici della madre patria. Il virusdella discordia fu seminato anche fra i Congo-lesi . P probabile che possa scattare una rea-zione a catena, quanto mai pericolosa .

3° Il cattolicesimo, che una volta era ac-cettato come l'unica concezione di vita perl'educazione delle masse del Congo, trova at-tualmente il suo cammino sbarrato dalle-ideo-logie materialistiche e atee . Oggi la Chiesa nel

CONGO BELGA (Missione di Kafubu) Ragazzi esploratori appar-tenenti alla sezione "lupetti ", che hanno una fame . . . da lupi.

Congo è attaccata violentemente, o subdola-mente, dagli emissari del marxismo e del leni-nismo, cioè dai comunisti che tentano di arroc-carsi nel Congo, posizione-chiave per il con-trollo dell'Africa. Il loro scopo è di cancellarel'influsso cristiano nelle masse operaie. L'operamissionaria è gravemente minacciata .

La gerarchia ecclesiastica del - Congo ha valu-tato la minaccia comunista, che per di più è ap-poggiata anche da una sottile e scaltra propa-ganda protestante .

Il papa Pio XII nella sua enciclica Fidei donumdel 21 aprile 1957 ha predetto con chiaroveggenza :

« Fra vent'anni il paganesimo sarà scomparsodall'Africa. Ma al suo posto si vedrà un'Africamusulmana o un'Africa materialista e atea, op-pure un'Africa cattolica» .

Oggi il Congo è dunque dinanzi a una scelta .

ó a Congregazione di Propaganda Fide dà iseguenti dati : al 30 giugno 1956, popolazione

totale dell'Africa : 216 milioni . Si divide così :85 milioni di animisti, 85 milioni di musulmani,46 milioni di cristiani, di cui 23 milioni di cat-tolici. Per la sola Africa nera invece ci sonocirca 85 milioni di pagani, 47 milioni di musul-mani e 18 milioni di cattolici .

È più difficile misurare il ritmo di crescita :dal 1931 al 1951 il numero dei cattolici in tutta

Ragazzi in costume di gala della Missionesalesiana di KAFUBU nel Congo Belga .

l'Africa è passato da 5 a 15 milioni ; quello deimusulmani da 44 a 80 milioni . Durante questotempo ci furono 8.100.000 conversioni al catto-licesimo e 19.200 .000 all'Islam . La proporzioneè dunque di 1 a 2 e mezzo .

L'Islam fa macchia d'olio, avanza di anno inanno, di mese in mese. Quasi un milione di neriogni anno passano al maomettanesimo .Si è creduto per lungo tempo che il Congo

Belga fosse impermeabile all'Islam . Oggi i mis-sionari sono assai allarmati . Mercanti e contrab-bandieri battono tutto il Congo vendendo copiedel Corano e libri con formule magiche . Scuolemusulmane funzionano a Kirundu e a Usum-bura; molti giovani vanno a studiare in centrimusulmani come Kigoma, Mombassa, Dar-es-Salam, Tabora .

L'avanzata dell'Islam nell'Africa nera è ra-pida. Alcune regioni sono quasi interamenteislamizzate, corde il Niger, il Senegal, la Nigeriadel Nord .

In questo complesso problema viene a inse-rirsi l'opera di Don Bosco. I missionari sale-siani lavorano nel Katanga. Il Katanga è unaregione che ingloba anche il Vicariato aposto-lico di Sakania, affidato ai Salesiani . E il Ka-tanga è una delle sei province del Congo Belga ;le cinque altre sono : Léopoldville, l'Equatore,la Provincia Orientale, il Kivu e il Kasai. La ca-pitale del Katanga è Elisabethville . La regione

è un altopiano situato a sud-est del Congo conun'altitudine che oscilla da 1000 a 1700 metri ;quindi il clima è di tipo sub-tropicale, mode-rato e sopportabile .La distanza di questa provincia dalle sedi

primitive di occupazione del Congo ebbe perconseguenza un ritardo nella presa di possessoda parte del Belgio ; gli schiavisti che operavanoe facevano incetta di avorio nero, cioè di carneumana, all'est tra il lago Tanganika, il Luapulae il Lualaba ostacolarono continuamente la pe-netrazione delle forze armate dello Stato indi-pendente del Congo e, finchè poterono, impe-dirono con tutti i mezzi l'occupazione effettivadi quella regione . Fu nel 1891 che Lemarinel,commissario del distretto del Kasai, fu incari-cato di esplorare il Katanga e di concluderetrattati con i capi indigeni . S'impiantò a Lofoi,a una cinquantina di chilometri (la Bunkenia,sede del grande principe del Katanga, un certoM'siri . Il terzo successore di quel signorotto,diventato oggi principe di Bunkenia e signoredei Baiekè, è Antonio Monongo, ex allievo sa-lesiano . L'essere stato educato dai salesiani gliè utile ; perchè dal sistema educativo di DonBosco imparò l'allegria contagiosa e serena, ilsorriso e una cordialità schietta. Antonio è assaibenvoluto dal suo popolo .

La capitale del Katanga, Elisabethville, fon-data nel 1918 (quindi di nascita assai recente)sulle rive del Lubumbashi, è una città modernis-sima con un tracciato all'americana: spaziosiviali alberati dividono la superficie della cittàin una scacchiera geometrica .

I salesiani vi fondarono la prima scuola profes-sionale di tutto il continente negro e il primocollegio per europei nel Congo Belga .

n quella regione l'agricoltura e l'allevamentodel bestiame sono ancora in mano a proprie-

tari europei ; gli indigeni praticano una agricolturamolto rudimentale e per loro uso esclusivo . Nelleperiferie delle città si incontrano però moltiindigeni che vivono di agricoltura con produ-zione di legumi europei e allevamento di pol-lame e di animali da cortile .

Il suolo è fertile solo in vicinanza dei fiumi ;lo strato di humus produttivo è molto esiguoe, dato il suo rapido esaurimento, obbliga l'in-digeno a smontare periodicamente il suo vil-laggio e a trasferirsi altrove in cerca di terra .

L'allevamento del bestiame riesce in alcunisiti privilegiati, specialmente sugli altipiani delBiano, e nei dintorni delle città che sono rigoro-samente bonificati; altrove il flagello della moscatsè-tsè è un ostacolo all'allevamento dei bovini .Ma la vera ricchezza del Katanga è il sotto-

suolo che risulta estremamente ricco di ognispecie di minerali, dai più rari ai più comuni :rame, cobalto, germanio, cadmio, zinco, stagno,argento, uranio. Uno dei più stimati geologidefinì il Katanga con una espressione audace :lo disse «lo scandalo geologico dell'Africa» . IlKatanga è uno dei grandi produttori mondiali

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CONGO BELGARagazzi del Vicariato di Sakania intenti alla pesca .

di rame, di cobalto, di radio, di uranio . L'UnioneMineraria dell'Alto Katanga nel 1956 produsseda sola 9100 tonnellate di cobalto, cioè il 65%della produzione mondiale .

Ecco quindi la necessità di scuole professionaliin quella regione. Le scuole dei salesiani furonole prime scuole professionali del continente nero .La scuola professionale Don Bosco è molto

apprezzata ; «Don Bosco in quella grande città,vuol dire scuola professionale, scuola di apprendisti .

La scuola è finanziata dal governo ed è apertaad allievi di qualsiasi religione,anche ai pagani . L'unica condi-zione è che abbiano fatto ilcorso elementare e che abbianoavuto un attestato di buonacondotta . Gli allievi protestanti,che nel 1956 erano una tren-tina, si sono assottigliati nel '57a sei : e quei sei superstiti sonomembri di altrettante sette pro-testanti differenti . Ma i nostriallievi protestanti partecipanospontaneamente a tutte le fun-zioni dei cattolici e sono assiduialla spiegazione del catechismo,insieme ai loro compagni .La nuova scuola professio-

nale, sorta recentemente in ag-giunta alla prima, possiede sol-tanto i laboratori, i capannonidelle macchine e tre aule sco-lastiche. Non conta ancora nè

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chiesa nè cappella; i salesiani per dormire tornano -in città alla distanza di un chilometrodalla scuola : le funzioni le fanno nella chiesaparrocchiale della missione S. Giovanni dei PadriBenedettini .

Quattro confratelli sono addetti a quest'opera :due sacerdoti e due coadiutori .

nI ci dintorni di Elisabetllville, funziona una

parrocchia . E sorta nella, nuova città in-digena, creata nelle vicinanze del fiumicello Ruashiche scorre al di là (lei sobborghi nord della cittàeuropea. Prima in quei posti non c'era nessunacasa. Nel gennaio '56 si aprirono le prime abita-zioni del rione ; ora ci vivono oltre quindicimilaabitanti . La città sta sorgendo con una rapiditàprodigiosa: è un formicaio di operai negri e sisviluppa con la celerità di crescita dei funghi.Tra pochi anni conterà cinque rioni, ognuno fit-tamente popolato. In ogni rione il governo in-nalza una chiesa, una scuola elementare, impiantaopere parrocchiali, dispensario, eccetera . Lascuola elementare, già inaugurata, è dedicata aS . Domenico Savio ; all'inizio contava solo 275allievi, ma nell'anno scolastico 1956-57 la città,che contava già ottomila abitanti, mandò ascuola 1500 scolaretti . Oggi il numero degli al-lievi ha oltrepassato i duemila . Vi lavorano unaquarantina di maestri indigeni . Fino al settembredel 1956 c'era un solo confratello addetto al-l'amministrazione della parrocchia e della scuola :Don Giovanni Rasson . La vita è dura, con unlavoro che continuamente si moltiplica . Ma nonpossiamo stare inattivi quando si pensa che ilCongo è giunto davanti a una scelta storica eche l'Africa tra vent'anni sarà o di Gesù, il dolceFiglio di Maria, o di Satana, impersonato nellanefasta propaganda delle dottrine di llla,omettoe di Carlo Marx .

SAC . FRANCESCO LEHAENmissionario salesiano

INDIA - Il Rev.mo Don Bellido, Consigliere Generale delle Missioni salesiane, stavisitando le nostre Opere e Missioni dell'India . Nella foto : ricevimento a Madras .

.Si Iiwvraaure%c ae1 . . . W ediv Oricu te

L'opera dei Salesianie delle Figlie di Maria Ausiliatrice segna ogni anni)

un passo avanti .Per adesso si lavora a gettare nei solchi

delle anime i chicchi di granodella parola di Dio

L'Ispettoria Salesiana del Medio Oriente si estende su un va-stissimo territorio di Stati indipendenti, in maggioranza musul-mani : l'Egitto (che fuso con la Siria ha formato la RAU, cioè laRepubblica araba unita), la Giordania, l'Iran, la Turchia, Israele• il Libano. Nello Stato di Israele la maggioranza è costituita daebrei; nel Libano cristiani e musulmani si bilanciano .

Queste nazioni formano una specie di ponte di collegamentofra due continenti : l'Asia e l'Africa .

Qui i cristiani sono isole sparse in mezzo all'oceano dell'Islam .Nuove correnti stanno irrompendo nel destino umano dell'Egitto• del Medio. Oriente, come in generale dell'Africa : il nazionalismo,il - materialismo ateo, la civiltà della tecnica.. A propositodell'Islam il linguaggio del Papa Pio XII nell'enciclica FideiBonum fu di una delicatezza e di una precisione estrema : « Voi sa-pete -- egli dice - l'attrattiva forte che esercita sullo spirito diun gran numero di gente una concezione religiosa della vita, chepur riconoscendo profondamente Dio, indirizza tuttavia i suoi adeptii• n una via che non è quella di Gesù Cristo, unico Salvatore ditutti i popoli . Il nostro cuore di Padre resta aperto a tutti gli uo-mini di buona volontà. Ma il Vicario di Colui che è la Via, la Ve-rità e la Vita non può non considerare senza vivo dolore un talestato di cose. Le cause d'altronde sono molteplici ; dipendono spessoda contingenze storiche anche recenti e l'atteggiamento di nazioniche si onorano del loro passato cristiano non vi fu sempre estraneo » .

La realtà è che l'Islam è complesso e difficile da definire ; ilmondo musulmano è unito e contemporaneamente sminuzzato invarie correnti, ma solidarnente impiantato negli spiriti e nelle isti-tuzioni . Si possono quindi valutare le difficoltà dell'apostolato cat-tolico in quelle terre .

I dogmi dell'Islam si riducono ad alcune affermazioni massicce,la morale è compiacente e larga, soprattutto per l'uomo . A rigordi termini basta una sola mezz'ora per istruire una qualsiasi persona• convertirla all'islamismo; occorrono degli anni per formare uncristiano. L'Islam è indulgente, il cristianesimo invece richiede ri-nunzia e sacrificio. Si sente spesso chiedere se l'Islam può es-sere considerato un baluardo solido di fronte allo straripamentodel comunismo . Ecco una precisazione convincente di un libanese,professore all'Università di Beirut :

« Sono incline a pensare che l'Islam, nonostante la sua osti-lità verso le dottrine e le ideologie del materialismo ateo, non rap-presenta una sicura difesa contro la spiata del comunismo nelmondo arabo » .

BETLEMMELa Basilica della Santa Grotta vistadal campanile della chiesa salesiana .

« Son più di dieci anni chemi trovo a vivere in questeterre così penetrate di ricordistorici e così care al cuore diogni cristiano . Nel 1948 a Ge-rusalemme, mentre erano piùvive che mai le ostilità fraarabi ed ebrei nella città santa,ho potuto sperimentare in ma-niera evidente la protezione ma-terna della Vergine Ausiliatricesu di noi e sulle Figlie di MariaAusiliatrice. Il 24 maggio laMadonna ci salvò in una ma-niera così straordinaria che hadell'inspiegabile .Viviamo quindi con questadolce convinzione nel cuore: chesu di noi, come aveva promessoDon Bosco, è steso il mantomaterno della Vergine Santa» .Così racconta Don FrancescoLaconi, Ispettore Salesiano del-l'Ispettoria di Gesù Adolescentenel Medio Oriente .

Le case salesiane e le operedi Don Bosco punteggiano quelvastissimo territorio . Ecco unelenco piuttosto arido che dicepoco della somma di lavoro inatto in quelle regioni. In Egittotre grandi città egiziane con-

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tano tre case salesiane : Ales-sandria d'Egitto, Il Cairo ePorto Said. In Giordania c'èl'orfanotrofio di Gesù Adole-scente a Betlemme e lo Stu-dentato teologico con la scuolaagraria a Cremisan . Nell'Irandue fiorenti parrocchie : ad Aba-dan, tra i pozzi di petrolio,e nella capitale Teheran . InIsraele, un ospizio a Beitgemale un pensionato a Nazaret . NelLibano la grande scuola S . Do-menico Savio a Bevrut e l'aspi-rantato e studentato filosoficoa El Ilussun . In Siria grandiscuole professionali ad Alep ; inTurchia un collegio a Istanbul .

Affiancate ai Salesiani, lavo-rano con pari spirito serenoe con uguale dedizione le Figliedi Maria Ausiliatrice . Nella ca-pitale dell'Egitto, al Cairo,hanno una grande scuola egi-ziana che va dalle elementarifino al bacellierato e conta piùdi 650 alunne, in maggioranzacristiano-copte. Fortissimo è ilnumero delle allieve musul-mane; son tutte esterne. Lareligiosità fra quelle allieve èsentita; caratteristica è unaprofonda divozione alla Ver-gine Santa, anche tra le ragazzemaomettane .

Fa meraviglia vedere comenell'osservanza del digiuno delramadàn, le fanciulle musul-mane sanno sacrificarsi e noninghiottono neppure una gocciad'acqua per tutto il giorno,anche dopo gli esercizi di gin-nastica sotto un sole che dis-secca la pelle .

Ad Alessandria d'Egitto lascuola femminile araba delleFiglie di Maria Ausiliatriceconta un anno di vita . Lascuola italiana numera 450alunne; ma ormai le famiglieitaliane si vanno diradando .A Eliopolis è più o menocome ad Alessandria. Il desi-derio di istruzione è vivo nelsettore femminile .

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Ma anche in questo campo gli avvenimenti, storici sono tal-volta di una imprevedibilità e di una irruzione che lascia scon-certati .

Per le suore c'è dappertutto venerazione e molto rispetto .

A Damasco le Figlie di Maria Ausiliatrice tengono un ospe-dale e una scuola, alle dipendenze dell'Associazione Italiana persoccorrere i Missionari all'estero, fondata dallo Schiaparelli .

L'ospedale ha una capacità di quaranta letti . Il medico chirurgoè un italiano .

Gli arabi dànno lezione di pazienza e di sottomissione alla vo-lontà di Dio . Accettano la sofferenza con rassegnazione . Amanotenere ai piedi del letto l'immagine della Madonna . Quando muo-iono (le suore lo hanno potuto notar spesso) gli occhi dei mo-renti si fissano a lungo su quella soave effigie di Maria ; la chia-mano la Madre del Profeta e le vogliono bene . Un po' dell'amoreche nutrono per la Madonna si riversa sulle buone suore, così sa-crificate . Capita spesso di sentire (lire dagli arabi degenti nell'ospe-dale :- Voi, sorelle, avete un modo diverso dagli altri nel trattare .L'Internunzio ebbe a confortare le Figlie di Maria Ausiliatricea Damasco con queste parole : « Non crediate di perdere il tempo,L'opera che voi svolgete è per adesso come un lavoro di scavo .Voi seminate» .

Nel Libano invece la situazione è migliore, anzi è possibileraccogliere vocazioni. La popolazione della montagna è cattolicaed è moralmente e religiosamente molto sana . Un villaggio dimontagna, nel giro di quattro anni, ha dato sei vocazioni alle Fi-glie di Maria Ausiliatrice .

Purtroppo c'è scarsezza di personale . Il lavoro cresce e si mol-tiplica, ma le possibilità di arrivare a tante anime diventano ognigiorno più esigue .

È l'unica tristezza, si può dire, che macera il cuore (lei Sale-siani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice in quelle storiche terredel Medio Oriente .

ALEPPO (Siria) - Allievi della Scuola professionale salesiana in processione.

GW

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Ai9'B~B~iTdIBCE

Si trattava di tumore maligno

L'anno 1048 mia moglie fu operata di ungrosso tumore maligno . Il professore mi disseche l'operazione era riuscita bene, ma trattan-dosi di tumore maligno, non avrebbe potutoavere più di tre o quattro anni di vita . Alloraio feci un voto a Maria Ausiliatrice e a S . Gio-vanni Bosco di fare ogni anno un'offerta per leloro Opere. Ed oggi sono lieto di dichiarare chesono passati già dieci anni e mia moglie viveancora e sta abbastanza bene . Prego di far co-noscere questa che io considero una grandegrazia .Toscanella (Bologna)

VINCENZO CARPANEDA

Missionario salvato da sicuro naufragio

Passavo l'impetuoso fiume Paute . Ad untratto una manovra falsa spinse la sgangheratazattera in piena corrente . Cercai di guadagnarela sponda, ma un'onda improvvisa e violenta miributtò in mezzo al fiume. Cominciò allora unadiscesa paurosa fra onde altissime e salti orrendidi flutti sollevati dalle enormi pietre e dal cozzoviolento delle onde contro le rocciose pareti apicco. Da quel momento s'iniziò per me un'ago-nia che durò per oltre 6oo metri, ora sbattutocontro le sponde, ora quasi inabissato nei flutti .A un tratto scesi, tenendomi con una mano allazattera e stringendo con l'altra la medaglia diMaria Ausiliatrice che porto sempre al colloe gridando aiuto . Tutta la popolazione di Mendezsi era frattanto riversata sulla sponda sinistra,ma nessuno poteva aiutarmi per gli enormi fluttie le pietre gigantesche che impedivano di but-tarsi a nuoto nella corrente vorticosa . La zat-tera intanto, come lanciata da una catapultadi acqua, urtò di punta contro una delle enormipietre che emergono al centro del Paute e dannoorigine ad un mulinello che ha già inghiottitoparecchie vittime . La zattera si drizzò verticale,io mi gettai a destra riuscendo a evitare di sfra-cellarmi contro la pietra che mi stava di fronte,ma caddi a picco nel vortice del mulinello omi-cida e traditore, che misura circa 25 metri di pro-fondità . Con un supremo sforzo di volontà e dimuscoli riuscii a vincere la violenza del risucchioe il peso dei vestiti e degli scarponi che mi tra-scinavano al fondo . Ben tre volte mi sentiivinto dalla pressione dell'acqua, tre volte i mieiocchi accecati dalla spossatezza e dal fango li-quefatto del fiume in piena, avevano intravistosulla destra un barcaiolo che veniva in mio soc-corso. Già avevo offerto la mia povera vita al

Signore e per l'ultima volta invocavo il nomedi Maria Ausiliatrice, quando sentii colpirmi ledita dal remo che il mio salvatore stava lan-ciando alla cieca nelle onde come estremo ten-tativo. Ero salvo! Devo la mia vita a MariaAusiliatrice che mi ha dato una forza di resistenzasovrumana, salvandomi da sicura morte . Laringrazio filialmente commosso .

Missione di Mendez (Equatore)SAC. GIULIO PIANELLO, MISSIONARIO SALESIANO

Don Bosco lo salva da un caos finanziario

Con tutto l'entusiasmo della mia fede rendograzie a Dio in questo giorno in cui per inter-cessione di San Giovanni Bosco anni fa è statasalvata la mia industria da una difficilissima si-tuazione finanziaria . Risalendo al 1954, mi sentoprofondamente commosso nel riconoscere qualeeffettiva assistenza , divina abbiano avuto tuttele mie fatiche durante questi anni . Mi trovavonella Basilica di Maria Ausiliatrice per cercareai piedi dell'urna del Santo una soluzione adun caos finanziario che sembrava insolubile .Lo stesso Rettor Maggiore, che per graziadivina incontrai nell'interno del cortile del-l'Oratorio, mi consigliò di intraprendere unanovena al Santo. Così feci ed in capo a pochigiorni trovai il primo avvio alla risoluzione deimiei problemi. Ora a conclusione di questiquattro anni tutte le mie preoccupazioni sonodefinitivamente allontanate e per la secondavolta nella mia vita rendo grazie alla potenteintercessione di San Giovanni Bosco . Comepromesso, a svolgimento del voto fatto, pertutta la mia vita continuerò a donare a Lui unapercentuale su tutti gli utili della mia azienda .Torino

GIUSEPPE GASCA, EX ALLIEVO SALESIANO

`Questo ha del prodigio' esclamò il Primario

Mia sorella, già ottantenne, accusava fortis-simi dolori al fianco destro . Il medico, dopoaccurate visite, diagnosticava una voluminosacisti epatica, richiedente un pronto interventochirurgico. Un ulteriore consulto col Primariodell'Ospedale civile confermò appieno la tristediagnosi e ordinò l'immediata ospedalizzazione .La paziente, appena fu informata, esclamò : « Oh,no, il mio primo, vero medico è Don Bosco!».Cominciammo allora, tutti i familiari insieme,la novena a Maria Ausiliatrice consigliata daDon Bosco, novena che da un trentennio da

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noi si recita quotidianamente per grazie ricevute .Il secondo giorno la grazia (ma sarebbe piùgiusto dire « miracolo ») era ottenuta: la febbreera scesa al normale e il volume cistoso erascomparso, senza ospedalizzazione nè inter-vento. Sia il dottore curante che il primario,guardandosi negli occhi, esclamarono : «Questosa di prodigio ; questo è miracoloso» . Ci impe-gniamo, ora più che mai, a propagandare il po-tente ausilio di S. Giovanni Bosco, anche peri casi più disperati.Monopoli (Bari)

SAPONARA D . SALVATORE, COOP. SALES .

Il malato esclamò : `Ecco, arriva Don Bosco!'

Il 7 novembre u . s. un infarto polmonare miridusse in fin di vita . Il dottore accorso dichiaròche non sarei vissuto che pochi minuti . Dalcanto mio sul mio letto di dolore chiesi confede a Don Bosco che mi ottenesse la guarigione .Mentre durava il mio stato grave, mia mogliefece chiamare un Salesiano dalla vicina chiesa.Affermano gli astanti che quando entrò, io dissi :« Ecco, arriva, Don Bosco! ». Sta il fatto che ilmio stato migliorò subito, tanto che potei con-

ottenute per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e di S. Gio-vanni Bosco, di S. Maria Mazzarello, di S . Domenico Savioe di altri Servi di Dio - alcuni hanno anche inviato offerteed elemosine per sante Messe di ringraziamento - i seguenti :A bba-Felsini - Accornero Giuseppina - Acuto Elvira - AjelloMaria - Airoldi Angela - Alganon Olga - Alotto Liliana -Ampugnani Ebe - Annoni C . - Annoni Maria - Antola Rosa- Arbia Vie . Margherita - Arioli Fdoardo - Arman Adele -Arrigoni Fam . Augugliaro Stefania - Aziglio Giovanni -Bedalamonti Cecilia - Bagnati Sergio - Baldi - Balsamo Sal-vatore - Baravalle Bartolomeo - Barberis Roffredo Fran-cesca - Barbero Cecilia - Barbero Teresa - Barboni Renato -Barozzi Giovanna - Battaini Gianna - Belardo Aniello -Beilone Anna - Belgadano Giovanna - Berguet Giuseppe -l'ertello Erminia - Bezzato Coniugi - Bich Famiglia - BiettoPaolo - Boano Maria - Boggio Ida - Bolognani Elisa - Bor-vnino Fam . - Borzi Regina - Bosio Nino - Bosso Giovanna -Bovio Caterina - Brighetti d . Edoardo - Brignole Andrea -Brucchicri Francesco - Brunetti Lina - Brussa Domenica -Frusso Serafino - C . I . - Cacchioli Bracchi Maria - Cala-brese llde - Calò Carla Campagnolo Emilia - CapironeTeresa - Cappelli Fam . - Cappello Mario - Caramelli Maria -Caroselli Ilde - Carosio elisa - Carpinello Bruno - Chia-brando Angelina - Chiappello Giovanna - Chiappino Maria -Chiesa Candida - Chinazzo Alfredo - Ligersa Vassallo Anna- Cotozzi Ottavio - Cotterchio Benedetto - Covandelli Vin-cenzo - Cozalli Coniugi - Cravotto Amalia - Creavari Albina -Cremonese Armando - Crippa Domenico - Damosso Va-lentino - Dassano Pierina - Davito Pierina - De BernardiFam . - Della Rovere Margherita - Del Vescovo Elisabetta -De Magistris Carlo - De Maria Teresa - De Micheli Lina -Destefani Tersilla - Di Budano Franceschina - Di CiecoDomenicantonio - Dodero Adele - Drago Anna - DruettaGiuseppe - Eforo Rina - Elia Graziella - Faire Agostino -Faletto Stefano - Fansini Ines - Fenocchio Mario - FerrariIdilia - Ferrari Teresa - Festa Elsa - Filippi Irene - FisauliMaria - Flagello Luigia - Fonello Luigia - Fonello Maria -

I

Forte Giuseppina - Fossa Clorinda - Fracchia Vittoria -Framone Annibale - Franchi Angelo - F'ranchini Elisabetta -Franzoia Elisa - Frigerio Annita - Fumagalli Anna - FurlanElena - Fusca Fantoni Maria - Fusi Angelo - Galetto An-tonio - Gallani Anna - Gellia Maria - Gambacini Maria -Garetto Giuseppe - Garibaldi Ida - Carini Melis Miche-lina - Garrone Domenico - Garrone Maria Teresa - Ca-staldi Bassani Ada - Gatti Giuseppina - Gatti Maria - Chi-detti Francesco - Ghiglia Rosa - Ghisolfi Maria - Ciani

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fessarmi. Se sono guarito, lo debbo al Santo,che volle salvare la vita a questo suo affezionatoex allievo .Caserta, Corso Trieste, 73

MARIO SALVI

Bimbo salvato da S . G. BoscoIl nostro caro bambino aveva appena tre mesi

quando fu colto da una forte pertosse con vo-mito e convulsioni . l i celebre pediatra che locurava temeva un'emorragia cerebrale, che pa-reva inevitabile. Inoltre gli sforzi della tosse eranoun pericolo grave di strozzamento dell'ernia dallaquale era appena da poco tempo liberato . Conl'ansia angosciosa in cuore ma con fiducia, affi-dammo il nostro Massimo a S . G. Bosco appli-candogliene la reliquia . Subito cessò il vomito,e, gradatamente, ogni altro male . Il pediatrastesso dichiarò che se il nostro bimbo era salvo,lo doveva soltanto alla protezione di un Santo .Questi è Don Bosco, di cui lo stesso Massimo,ora più grandicello, chiede la reliquia quandoè ammalato e ne risente efficacia immediata .Roma, via Aurelia 235

TINA e VITTORIO DANZI

Anna - Giani Bergovi Teresa - Gianodolo Felicina - GinoMaria - Giraudo Lucia - Gismmidi Angelina - GiulianiRina - Gola Benedetto Virginia - Gonella Maria - GragliaGiovanni - Grauzella Umberto - Greco Bianca - Grillo Mar-gherita - Grosso Nicola - Guidi Asnaghi Lucia - Golino"fina - Guyot Piera - Intropido Ester - Invernizi Maria -Lanfranco Caterina - Lauricelle Alfonsina - Lavy Deside-rato - Lazzeri Teresita - Leoni Aldo - Lepori Corona Te-resa - Lenti Faro . - Liberali Giovanni - Lisdero Maddalena- Lon,go Maria - Luzi Cesare - Maccone Francesco - Mal-nati Ida - Marino Faro . - Martinetti Lira - Mazzola Mauro -M. P . - Mattioli Piccino - May Luigia - Medoro Lidia -Meggetto Fam . - Merlo Carlo - Mesiano Alfonsina - Mez-zetti Angela - Migliavacca Giovanna - Miotti Giuditta -Mizzi Angelica - Morgante Maria - Morittu Aldo - MussoAgostina - Mussotto Matilde - Mo» Maria - Nogara Elisa -Noia Maria - Noiso Lucia - Nota Delfina - Nicotra Giuseppe -Niero Ercolina - Noni Carolina - Nopione Fam . - ObertiMarina - Oreglia Erminia - Orsi Angela - Pagliotti NicanoAnnetta - Paschetto D . Felice - Pasino Angelo - PastorinoMaria - Pastorino Matteo - Patri Piera - Pedemonte Vit-toria - Peirano Elena - Pellegrini Almo - Pellitteri Angela -Pendino Zerbino Giuseppina - Peri Grosso Giuseppina -Permetto Fam . - Perletto Crestina - Perosi Ettore - PerottiFam. - Peserico Renata - 'Pession Perron Pierina - PetitiFrancesco - Pezzuto Mariuccia - Piana Francesco - PiazzaFam . - Pietrelli Lea - Piglia Maestro - Pilia Agostina - PinnaFrancesca - Pisardo Felicita - Polani Giovanni - Pollo Luigi -Porliod Celestina - Portaluci Rosa - Portesi Achille - ProtiPietro - Pucci Santina - Quaranta Margherita - RagnuttiErnesto - Rapetti Elene - Ratto Pirazzo Caterina - RavaFam. - Ravasenga Antonia - Ravina Fam . - Rebuffo Li-liana - Re Fasano Emilia - Rigo Iside - Rinaldi Giuseppe -Rivella Federico - Roero Maggiorana - Rolandi Giovanni -Rossi Maria in Giordano - Rossetti D. Benedetto - Rossi-nelli Olga - Rovanetti Michele - Sabre Lazzaro - SalvettiMarcella - Scaglione Bartolomeo - Scalone Calò Maria -Scarm.oncin Antonia - Scienza Luigina in Coltella - SerenaFam . - Serra Edelwais - Servetto Maddalena - SignorettoCeleste - Spartà Giuseppe - Succio Filippo Maria - SuppoMario - Taglialatela Raffaele - Tardelli Maria - TarichiAgostina - Tibaldo Maria - Tognolina Primina - 'l'oppinoCristina in Piccolo - Torricelli Sorelle - Tosa Adelina - Tre-netta Lina - Treves Letizia - Triulzi Carlo - Trivero An-gela - Ugazio Ernesto - Valentini Giovanna - Vallino Maria -Valsangiacomo Pierina - Vandoni Mario - Vanzo GelmiMaria - Vecchio Paolo - Veracin Landomia - Vercellino1'iorenza - Vergnano Anna - Vian Federico - Vietti Pietro -Vietti Ugo - Vignale Roberto - Villardi Tedeschini Teresa -Viotto Michelina - Zacco Concetta - Zanaroli Fausto e Gio-vanna - Zavattaro Olimpia - Zen Ignazio - Zola Valter -Zonta Alfonso - Zorzoli Teresa - Zuccacci Armida - ZurliLinda

e 11 lC/ r\011. .~ ti DO \FNICO

,~SP\0Tra amici se la intendono

Sono un bambino di i i anni e mi chiamoGianni Stocco . Sono stato ammalato per diversianni con febbre causata da una ghiandola vici-nissima al polmone sinistro . Due volte mi hannomesso in un ospedale con molte cure e moltecose noiose che chiamano analisi. Ero stancodi vivere la mia fanciullezza in quello stato edi sentire i medici che mi dicevano : « Coraggio,ci vuole pazienza!» . Volevano da me che houndici anni, la pazienza che hanno i vecchi!Finalmente una zia che legge il giornalino in-titolato Bollettino Salesiano, mi fece conoscereS. Domenico Savio e mi regalò un abitino conla sua reliquia. Io non sapevo che ci fosse unsanto quasi della mia età, me ne sono subitoinnamorato e ho fatto un patto con lui: «Semi fai guarire, ti regalo il mio orologio, l'unicooggetto prezioso che ho, regalo del padrino diCresima ». Domenico mi ha subito ascoltato, lafebbre è scomparsa, sono guarito e dai raggi nonrisulta neppure più la traccia della ghiandola .Ora S. Domenico Savio è diventato il mioamico e protettore .Caselle di Sommacampagna (Verona)

GIANNI STOCCO

S . Domenico Savio è diventato l l<iù caroamico dei miei figli

Colpita dalla lettura di una pubblicazionedove si parlava di S. Domenico Savio protettoredelle mamme e delle culle, mi procurai un Abi-tino del Santo e ne invocai la protezione in oc-casione della nascita del mio quinto figliuolo ; eposso dire di averla toccata con mano . Subitoconsacrai il neonato al piccolo Santo e non cessodi consigliare alle molte mie conoscenze questadevozione . Tutte quelle che l'hanno esperimen-

tata, sono contentissime, specialmente nei casipiù difficili .

Un altro aiuto mi ha concesso il caro Santino .Il mio figlio maggiore undicenne stava attraver-sando un periodo particolarmente difficile . Di-sperata, un giorno gli misi al collo l'Abitino diS. Domenico Savio, raccomandandolo con fedeal Ragazzo Santo . In pochi giorni il migliora-mento ebbe del miracoloso e continua tuttora.E sempre vivace, a volte impulsivo, ma il suocuore è diventato buono . Domenico Savio è orail più caro amico dei miei figli e tutti portanoal collo il suo Abitino .

Torino

ELVIRA GATTA ACCOMASSO

11 caso era veramente estremo, disperato

L'ammalata Maria Pozzi in Forno fu operatain extremis di occlusione intestinale . Nessunodei numerosi professori e medici che fecero oassistettero all'intervento avrebbe osato spe-rarne la guarigione . Anzi il professore che laoperò, avvertì i parenti in forma esplicita chela scienza, dopo quattro ore di lavoro, si arren-deva e il solo -«miracolo» _ (è la sua parola)poteva salvare l'inferma : « si è fatta la lapara-tomia, aggiunse, ma si è trovato un tal gro-viglio d'intestini con pus circolante che misento in dovere di avvisare la famiglia che nonc'è più nulla da fare » .

Allora successe il meraviglioso . Alla scienzasottentrò S . Domenico Savio per far trionfarela potenza e la misericordia di Dio. La reliquiadel piccolo Santo, deglutita, ottenne che quegliintestini, chiusi da quindici giorni, riprendes-sero il loro regolare funzionamento . Sono pas-sati ormai nove mesi . Sento ancora il doveredi rendere nota l'espressione colta sulle labbradi un altro medico : « Se questa ammalata gua-risce, credo anch'io ai miracoli » .

Siano grazie e gloria a San Domenico Savio .

Milano

SAC. FIOR ANGELO POZZI S .D .B .

TSuor Ida Raviola, F. M. A . (Vignole Borbera-Aless .) attri-buisce alla bontà di S . D . S . se quest'anno si poterono te-nere felicemente due turni di colonia estiva per bambini .Elvino Lancellotti (Barigazzo-Modena) dice che solo conl'aiuto di S . D . S . i medici poterono, dopo mesi di incer-tezza, diagnosticare e curare la malattia del suo bambino .Elda de Cesare (Napoli) esalta il grande beneficio ottenutoda S. D. S . con la guarigione del fratello .Coniugi Battilana (Cornedo-Vicenza) affidarono a S. D. S .il loro bambino colpito da apoplessia e lo riebbero prestoristabilito .Celestino Pelazza (Torino) rende infinite grazie a S . D . S.per aver ridato salute e gioia alla sua bambina .Franca Bettega in Tomass (Imer-Trento) esorta le mammein difficoltà a rivolgersi come lei a S . D . S ., sicure dellaprotezione del caro Santino .Anna Ribero (Altare-Savona), di professione ostetrica, inanaloga circostanza ottenne la cessazione immediata diun'emorragia gravissima con l'applicazione dell'abitino diS. D . Savio .Luciana Regini Pinzani (Mortegliano-Udine) raccomandandoa S . D . S . il suo piccolo colpito da paralisi vide scongiu-rata la poliomielite temuta .Irma Campodonico (Genova) attesta di aver ricevuto unagrazia da S . D . S . e accompagna la relazione con una offerta .

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Per írítercessíone dcl Senvo di Dio

DO-P- FILIPPO PICl11LihI

Don Rinaldi lo salva in condizioni disperateIn z8 giorni subii tre operazioni senza poter

toccare cibo, ridotto a pelle e ossa .La prima volta fui operato d'urgenza di appen-

cicite acuta cancrenosa e peritonite con conse-guente paralisi all'intestino che durò dieci giorni,nnchè una nuova peritonite richiese un secondointervento con conseguente polmonite e bloccocompleto al fegato, tanto da essere giudicatoormai spacciato . In quella occasione il Vicepar-roco mi portò a nome del Parroco un'immaginedi Don Filippo Rinaldi, invitandomi ad unirmial triduo che avrebbero fatto i parrocchiani perme. Si notò quella sera stessa un deciso miglio-ramento che mi permise di sopravvivere e disubire, pochi giorni dopo un terzo interventoper nuova occlusione intestinale . Il chirurgo,ottimo cristiano, terminata l'operazione, guar-dando il cielo con le mani giunte, disse : « Nonrimane che mettersi nelle mani del Signore » .Sopravvenne ancora una polmonite bilaterale .Eppure le preghiere comuni furono esaudite ela grazia venne tanto grande che dopo , sole24 ore tutto era scomparso, io potevo cominciarea nutrirmi ed oggi mi sento completamenteguarito .Ancona, presso la Parrocchia salesiana.

NICOLA SANTACROCE

Al quarto giorno della novena si sentelibero da ogni male

Mio fratello giaceva all'ospedale di NoventaVicentina in condizioni di salute allarmanti .Accorso al suo capezzale, sentii dai medicicuranti che c'erano cinquanta probabilità sucento di perderlo . Tornai all'Istituto angosciatoe proprio quel giorno sentii leggere a tavola lapagina del Bollettino Salesiano dove si narravadi una tale che, trovandosi in condizioni gravi,promise a Don Rinaldi che, se fosse guarita eavesse potuto formarsi una famiglia, avrebbemesso il nome di Rinaldo al primogenito ; ecosì aveva fatto. Parve opportuno e bello fare

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la stessa promessa. Gli aspiranti di Castello diGodego cominciarono con fervore la novena .Don Rinaldi non poteva accogliere con maggiorbontà le nostre preghiere . Al quarto giorno dellanovena il fratello si sentì quasi all'improvvisolibero da ogni male . Un anno dopo si sposavae quando nacque il primogenito, bambino sa-nissimo, gl'impose il nome di Rinaldo . Lanostra famiglia si affida ancora alla protezioneamorosa di Don Rinaldi e gli chiede gli aiutinecessari per condurre una vita santamentecristiana.Albare di Costerinano (Verona)

SAC. ANTONIO VENCO S .D .B .

Don Rinaldi guarisce una Figlia di MariaUna duodenite e colite colecistopatica, che

interessava l'intero colon, e confermata da esameradiografico, mi aveva sfibrata, quando soprag-giunse per ben due volte, in forma piuttostoviolenta, la febbre asiatica. Fu in queste pietosecondizioni di salute che, seguendo il consigliodel mio Direttore delle Figlie di Maria, miabbandonai piena di fiducia nelle mani paternedel Servo di Dio Don Rinaldi, con promessadi pubblicare la grazia a guarigione avvenuta .Ora, a distanza di un anno dalla completa gua-rigione, sciolgo il mio voto inviando offerta eimplorando la paterna assistenza del Servo diDio per salute e lavoro .Torino, Oratorio M . Ausiliatrice

FIORELLA PERONIvSuor Teresa Estrepo Gaviria F . AL A. (\IedelIin-Coloni bia)era stata colpita da grave esaurimento che l'aveva costrettaa sospendere l'apostolato tanto a lei caro in mezzo alla gio-ventù ; raccomandatasi a D . F . R ., potè riprendere in pienoil suo lavoro .Rosa e Mario Comba (Torino) avendo raccomandato conmolta fede un affare finanziario a D . F . R ., trovarono unasoluzione soddisfacente ed ora vogliono rendere pubblicala loro riconoscenza .Faustina Zovi (Villa Estense-Padova) ottenne per interces -sione di D . F . R . una grazia che sospirava da tre anni .Carolina Mansella ved . Vannutelii (Genazzano-Roma)invia offerta per la beatificazione di D . R ., dal quale ottenneuna grazia.R. A . Ringrazia il Servo di Dio D . F . R . per parecchiegrazie ricevute e manda offerta per riconoscenza .

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI consede in TORINO, eretto in Ente Morale con De-creto iz gennaio 1924, n . 22, può legalmente rice-vere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili conte-stazioni si consigliano le seguenti formule :Se trattasi d'un Legato : i . . . lascio all'Istituto Sale-siano per le Missioni con sede in Torino a titolo di le-gato la somma di Lire . . . (oppure) l'immobile sito in . . . » .Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni so-stanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa :< . . . Annullo ogni mia precedente disposizione testa-mentaria . Nomino mio erede universale l'IstitutoSalesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciandoad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ,, .(luogo e data)

(firma per esteso)

i nostri M00Salesiani defuntiSac. Michele Rosso, t a Torino a 79 anni.Sac. Salvatore Pastorino t a Fossano (Cuneo) a 69 anni .Sac. Enrico Witte, t a Fulda a 71 anno .Sac. Umberto Bianchi, t a Varese a 56 anni .Sac. Arturo Garcia Ramos, t a Siviglia a 47 anni .Coad. Giuseppe Damasio, t a S . Benigno (Torino) a 88 anni .Coad. Giovanni Saba, t a Torino a 45 anni .

Cooperatori defuntiMons. Alessandro Cenci, t ad Isernia (Campobasso) .Vicario Generale della Diocesi di Isernia, Cooperatore efervido ammiratore delle nostre Opere, leggeva con verapassione il Bollettino Salesiano e ne diffondeva le notizie .Per dieci anni fu accanto al nostro Vescovo salesiano, S . E .Mons. G. Lucato, sostenendo fattivamente la sua opera einteressandosi per l'apertura d'una casa salesiana in Isernia .Ottenne che la festa di Maria Ausiliatrice entrasse defini-tivamente nel calendario Diocesano . Predilesse la gioventù,ed anche avanzato negli anni, non lasciò la cura dei fanciulli,tra i quali lavorava col metodo di Don Bosco .Can . Ranucclo Franconi, decano della Cattedrale di Volterra .Riconoscente per una guarigione istantanea ottenuta da MariaAusiliatrice, era divenuto propagatore della sua devozionee si era iscritto fin dal 1896 tra i Cooperatori . Il bel quadrodi Maria Ausiliatrice che troneggiava nella sua casa servìper le prime processioni, organizzate nell'Oratorio San Fi-lippo da Don Luigi Pedussia . La sua vita fu una continuatestimonianza di quelle virtù sacerdotali alle quali rese l'ultimotributo nella non breve malattia sopportata con edificante pietà .Don Giuseppe Vercellone, t a Cigliano (Vercelli) .Fu professore nel Seminario di Vercelli per oltre 20 annie poi nell'Istituto Magistrale della stessa città . II 18 dicembreu . s ., quasi presago della sua fine, inviò al Rettor Maggioreuna Borsa Missionaria per ottenere la grazia di una buonamorte . E dieci giorni dopo, mentre si accingeva a celebrarela S . Messa, colpito da infarto, rese la sua hell'anima a Dio .Stanislao Debernardí, t a 'l'orino ìl 15-r-1959 .Dal babbo, allievo del primo Oratorio di Torino ai tempidi S. G . Bosco, fu affidato al nostro Istituto di S . Benigno,donde uscì ottimo tipografo . Assunto alla SEI, curò per piùdi vent'anni il Bollettino Salesiano come stereotipo . Animomite, cuore generoso, era caro a tutti per la sua bontà, che siprodigava silenziosamente a sollievo dei poveri e dei soffe-renti . Devotissimo di Maria Ausiliatrice e di S . GiovanniBosco, fu fervente ed esemplare Cooperatore .Antonio Savar8, t il 7-1-1959 a Lodi a 83 anni .Undicenne, baciò la mano a Don Bosco e dal sorriso bene-dicente del Santo riportò quella vivezza di fede e quell'ardoredi apostolato cristiano e salesiano, che lo avrebbero accom-pagnato per tutta la vita e lo avrebbero reso, in umile dedi-zione, valido collaboratore dell'apostolo della gioventù Lo-digiana, Don Luigi, suo fratello . Il clima di fervida fedecreato nella sua famiglia gli procurò la grazia, da lui apprez-zatissima, della vocazione del figlio Don 'l'arcisio e dellafiglia Suor Grazia alla Famiglia Salesiana .Anna Bongíoanni Graziano, t a Sommariva Bosco (Cuneo)a 61 anni .Fu mamma di virtù esemplari, custode gelosa di retti prin-cìpi, saggia ed accorta nell'educazione dei figli, uno dei qualiofferse con gioia a Dio come sacerdote salesiano . Fu moltodevota dell'Ausiliatrice e di Don Bosco : le ottengano Essinel Cielo il premio del suo incessante pregare, del suo agiregiusto, del suo amore sostanzioso per Dio, per la famigliae per il prossimo .Lucia Franco in Poesío t a Roma .Piissima Consorte del venerando Comm . Poesio, benemerito Presi-dente Confederale degli Ex Allievi di Don Bosco, visse una vitadi fede, di mitezza, di nascondimento e di un costante, caratte-ristico spZrito di bontà per tutti . La Famiglia Salesiana partecipaal suffragi e al vasta rimpianto .Cristina Pavese in De Martini, t a Genova a 7o anni .Rimasta vedova in giovane età, si consacrò all'educazione cri-stiana dei tre figli, uno dei quali, Don Albino, diede alla So-cietà Salesiana e un'altra, Suor Angela, all'Istituto delle Figlied1 M . A . Zelante Cooperatrice, offrì generosamente sacrifici,lavoro e preghiera per l'incremento della P . Unione .Prof. Tommaso Ghiglieno, t a San Remo a 81 anno .Generoso e buono con tutti, visse, specie negli ultimi anni,da cristiano convinto . Fratello del nostro Don Mario, seb-bene la svalutazione l'avesse privato della primitiva agia-tezza, beneficò assiduamente l'Opera salesiana e fondò cinqueBorse Missionarie .Raumer Maria Madda'ena ved . Dal Maso, t a Schio .Madre esemplarissima, visse di preghiera, di lavoro e di sa-crificio . Era felice di aver regalato al Signore ben tre figli

Sacerdoti Salesiani : Don Eligio a Betlemme, Don Giovannia Edmonton (Canada), Don Antonio a Tolmezzo (Udine) .Albino Bondi, t a Burio di Bologna .Padre di sci figli, di cui uno sacerdote Salesiano . Di carattereforte ma sincero e leale, seppe cattivarsi la stima e la benevo-lenza di quanti lo conobbero . La sofferenza della cecità,sopportata con piena rassegnazione al volere di Dio per oltredieci anni, fu di esempio e di edificazione .Dott . Ing. Ettore Chiarabaglio, t a Rivarolo (Torino) .Degno ex allievo, praticò i preziosi insegnamenti dei suoieducatori salesiani, rievocandoli soprattutto nei momenti de-cisivi della sua vita . L'insegnamento, a cui era dedito, fu perlui una missione . Lasciò sincero rimpianto nei molti che loconobbero e apprezzarono .Ing. Carlo Guaschino, t ad Ivrea (Torino) il 6 gennaio u . s .Cooperatore affezionatissimo, faceva onore alla sua profes-sione con una competenza tecnica tanto apprezzata perchècongiunta a rettitudine esemplare e ad integerrima ferventecondotta cristiana, che animava di grande divozione a MariaAusiliatrice e a S. Giovanni Bosco .Salvatore De Gíovanniní, t a Benevagienna (Cuneo) .Le sue virtù di ottimo cristiano, di operoso artigiano e dipadre esemplare lo resero caro ai suoi concittadini e gli pro-curarono il conforto di avere un figlio Salesiano .Decimo Brunner, fotografo, t il 26-xtt-i958 .Devoto e entusiasta di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco,della sua arte fece scala per arrivare alla contemplazione delSanto Volto di Cristo, ricavato dalla Santa Sindone. Amavatutto ciò che era salesiano. Purificato per più anni dalla sof-ferenza, passava le notti insonni facendosi leggere il Bollet-tino Salesiano, di cui aveva la collezione completa . Con fedee commozione riceveva la benedizione di Maria Ausiliatrice .Pietro Joan, t a Schio (Vicenza) a 7o anni .Cristiano esemplare e lavoratore sacrificato e tutto deditoal bene dei suoi figli : ecco in sintesi il meritato elogio di questobuon padre di famiglia, che non esitò a lasciar partire per ilnoviziato salesiano il suo primogenito proprio quando co-minciava ad aiutarlo .Umberto Píccolrovazzi, t, a Trento.Affezionato e assiduo cooperatore dell'opera salesiana diTrento, mori col vivo desiderio di poter vedere sacerdote ilfiglio Giuseppe, studente di teologia a Monteortone .Cav. Andrea Garavelli, t a Breme Lomellina (Pavia) .Presidente, dal 1925, dell'Unione Uomini di A . C ., vissecostantemente una vita cristiana esemplare . Amò Don Boscoe le sue Opere.Lucia Frencia ved. Cardo, t a S . Martino Barge (Torino) .La fede da lei intensamente vissuta e potenziata di buoneopere le meritò la gioia di essere mamma di due Suore Figliedi Maria Ausiliatrice .

Altri Cooperatori defuntiAbbondio Valerio - Balbiani Luigi - Baldelli Adele - Bar-barulo Chiara - Barbero Malvina - Bellatore Ermenegilda -Bellussi Antonio - Bertaina Giovanni - Berzacola Iginio -Bodsato Primina - Bolla Antonina - Borgarelli Giuseppina -Borri Adolfo - Bortolaso Maria - Bossini Paolo - BottegaiArrigo - Bovio Giuseppe - Brotto Caterina - Brustio Fran-cesco - Buoninconti D . Santolo - Calabria Ottavio - Cam-pora Luigi - Canavero Lina - Capitanio Pietro - Carta Mad-dalena - Cavallero Luigi - Cazzaniga Bambina - CeruttiTeresa - Colombo Giuseppe - Comunod Pantaleone - Cor-dignano D . Attilio - Corino D. Davide - Corradi Adele -Costantino Alessandro - Cozzani Adelaide - De Conto Vit-tore - Del Rosso Pia - Devoti Clementina - Di Stefano Ro-sina - Dossi Pietro - Fasolio Lucia - Fea Cesarina - FerreroPietro - Fongoli Emilia - Fossati Marcone Rina - FrenciaLucia ved. Cardo - Freschi Tranquilla - Gabrieli Luigi -Garavelli Andrea - Garzia Raffaele - Ghariani Felice - Chi-detti Angelo - Ghiclmetti Marco - Gilardi Maria - GiordaniRosa Fornara - Graziani Angelina - Guastavini Felice -Guscelli Egidio - Jaccod Giuseppe - Limbiati Petronia -Lombardi Paolo - Lo Re Biagio - Lurati Marcellina - Mag-giora Isabella - Manganelli Assunta - Mangili Irene - MarconDavide - Martinotti Silvano - Mascarino Giovanni - Maz-zarino Giuseppe - Melai Giuseppe - Merlini Gustavo - Mit-tino Gaudenzio - Mondini Pietro - Monico Scolastica -Montagna Colombina - Monti Luigia - Morelli Enrico -Mosso Fasolio Eugenia - Napoli Giovanni - Natali Giuseppe -Negro Giacomo - Novarese Agostino - Olivieri G. Battista -Ottaz Laurent - Padlina Antonio - Panepinto Gemma -Paoletta Giuseppe - Pedrani Mario - Pegorari Angelo - Pe-ripoli Anna - Piantanida Silvio - Piazza Edoardo - PozzettiMaria - Puglisi Rosario - Ramponi Giovanna Croci - RaumerMaria Maddalena - Ricca Boffano Domenica - Rinaldi Gio-vanni - Riva Angelo - Rocchi Luigi - Romani Giuseppe -Roncato Riccardo - Rossetti Alessandro - Roveta Rosa -Rovida Cesare - Sallen Giuseppe - Santoro Michele - ScintuCaterina - Serra Anna - Severi Filippo - Silini Oliva - SoaveAlberto - Spinella D . Giuseppe - Stella Benedetto - Taglia-fico Paola Rovello - Tholozan Caterina - Ravaini Giuseppe -Tronci Antonietta - 'l'uratto Giuseppe - Valussi 'I'eodante -Varetto Antonio - Vinciguerra Ernesto - Zai Luigi - Za-niboni Renato - Zappitelli Filippo - Zilio G. Battista -Zoni Rosa .

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Ù CROCTÀTUA %~IIJm)Iw1llBorse da completare

Borsa Los Don Giacobbe (z°), a cura di Fontana Ezio (Pe-saro) - Tot . 30 .000 .Borsa Los Margherita, a cura di Fontana Vilma (Pesaro) -70t- 35 .080 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in memoria di S. A,(Caltanissetta) - I° vers . 25 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, proteggete la nostra casa,a cura del dott . Giovanni Chianelli (Napoli) - i° vers . 10.000 .Borsa Mamma Margherita, a cura di O . C . (Chieti) -Tot. 27.000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, per il bene di tuttii miei cari, a cura di Prassede Caravaggi (Pavia) - InesArmenia 300 - Tot. 43 .300 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in suffragio di Lo-renzo Lanfredi, a cura della moglie Pia L . (Imperia) -Tot. 45 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e S. D. Savio, assi-steteci continuamente, a cura di G . D . (Cuneo) - Tot . 40 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e Don F . Rinaldi, a cura di M . R(Macerata) ; G . R . 30 .000 - Tot . 40 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e S. M. Mazzarello,secondo le intenzioni di Fracchia Assunta (Alessandria) -Tot . 48 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, S . Giuseppe e S . G . Bosco (Pe-saro) . Suor Giuseppina Semini 6oo - Tot . 22 .350 .Borsa Madonna di Loreto e S . G . Bosco, a cura di MariaFrattin (Modena) - Tot . 48 .301 .Borsa Mamma Margherita, e in suffragio dei defunti di Fon-tana Francesco (Pesaro) . i° vers . 4500 ; B . S . 2500 - Tot-7000-Borsa Madonna delle Grazie, a cura di Borsarelli Maria .Nardi-Medardo 53oo - Tai . 15 .800 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, concedetemi quellagrazia, a cura di S . O . (Alessandria) - Tot . 39 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, proteggi i miei studi, a cura diNanda Valsecchi (Como) - io vers . 8500 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco, in suffragio del-l'anima dei miei . fratelli, a cura di V . V . (Trento) - Tot . 47 .550Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, proteggete e benedite lenostre famiglie(3 1), a cura della famiglia Ravenna - Tot . 28 .700 .Borsa Madonna dei Rosario di Pompei, a cura del doti. Pa-nizzi Carlo (Imperia) - Tot . 45 .150 .Borsa Maria Ausiliatrice, a cura di T. S . 12 (Grosseto) -io vers . Io .ooo .Borsa Mamma Margherita, a cura dei coniugi Gallo (Alassio)- i° vers . L . 10 .ooo .Borsa Maria Ausiliatrice, proteggi mio fratello, a cura diAdriana Marcosanti (Bologna) - i° vers . L . 25 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, secondo le intenzioni di ManibelliNunziatina (Forlì) - Tot. 32 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e Don Rinaldi, Servo di Dio, pen-sateci Voi, a cura di C . B . (Trento) . Forni Rosina 500 ;Civalleri Erminia 2000 - Tot . 42 .500 .Borsa Maria Ausiliatrice e Don Filippo Rinaldi, a cura diG. O . Mariotta Cecchina 8700 - Tot. 18.700 .Borsa Mamma Margherita (z°), a cura di Cubeta Giuseppe(Messina) - Tot . 40 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, proteggi me e la mia famiglia .a cura di Laura Cocino (Cuneo) - Tot. 44 .125 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco (2°), per continuaprotezione, a cura di S. G. (Trapani) - Tot. 30 .000 ,Borsa Madonna di Rosa (9°), S . Vito al Tagliamento (Udine) ;in suffragio e ricordo di Emilia Garlatti, a cura dei familiarie c ongiunti. i o versamento : Francesconi Beppina 4400 ;Vallino Maddalena 12 .000 - Tot. 16 .400-

TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000

Borsa Mamma Margherita. i ° versamento : una mamma inattesa di grazia 2000 ; Gennari F . tono ; La Bianco A . iooo ;Nolesco S . 3000 ; Gay T. zoo; Manfrino A . loco ; RocchiG. tono ; Arciero L. Soo - Tot- 9700 .Borsa Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco e S . Domenico Savio,p . g . r., a cura di Antonio Centineo (Palermo) . Grana Li-liana F. io .ooo - Tot . 45 .000 .Borsa Mazzali Angela e Cantavenna Maria, a cura dell'Apo-stolato della preghiera . Parrocchia Agnelli (Torino) - To-tale 44 .300 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, a cura di Villa Carla -Toi . 30 .000 .Borsa Maletto Caterina, a cura di Masera Maria . io vers .L . io .ooo .Borsa Maria Ausiliatrice, a cura di Bianco Angela in Pit-tore - L . 10 .ooo .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, ringraziando e inattesa della grazia ; a cura di Raimondo Lina - io vers .L . 25 .000 .

(continua)

Borse completeBorsa Regina del S . Rosario e Ausiliatrice, a cura di CarmenPianta (Svizzera) - 7'ot. 53 .3 0 0 .Borsa Rua Don Michele Venerabile, a cura di R . Bertacchi(Lucca) - Tot . 52 .000 .Borsa Rocco Don Pietro, Missionario Salesiano, in suffragioe ricordo, a cura di Radici Maria (Brescia) . Macchi Feli-cina 4050 - Tot. 50 .000 .Borsa Colombo Don Sisto . Maria Bonicelli 3000 ; prof. MariaBarbano 500 ; Radaelli Maria 2000 - Tot . 50 .780 .Borsa Calvi sac . prot. G . Battista, a cura di una pia bene-fattrice. Tomenotti E . loop ; Barbieri Letizia 6oooTot . 51 .282 .Borsa Don Bosco Educatore e Scrittore, a cura di GermanoSerafino - Tot . 5i .ooo .Borsa Divina Provvidenza (14"), a cura di Boglione Fran-cesco - Tot . 50 .100 .Borsa Grazie, Gesù, Maria Ausiliatrice e Santi Protettori,a cura di Don Francesco Di Renzo (Bari) - 7'ot- 51 .700 .Borsa Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e S. Domenico Savio,p . g . r . e perché continuino ad assisterci (Alessandria), a curadi Pontillo Anna - L. 5o .ooo .Borsa Madonna del Carmine, a cura del doti . Panizzi Carlo(Imperia) - Tot. 50 .587 .Borsa Mazzoli Giorgio e Margherita, in protezione, a curadel Babbo (Modena) - L . 50 .000,Borsa Maria SS . Ausiliatrice, e cura della famiglia N . N .(Torino) - L- 50.000 .Borsa Gesù, Maria, Giuseppe, per protezione in vita, inmorte e dopo morte, a cura di N. N . - L . 50 .000.Borsa Anime del Purgatorio, a cura di Roviolo SecondinaZucca (Asti) - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Don F . Rinaldi, perriacquistata salute, a cura di Angiolina e Mario Bianco -L. 50 .000 .Borsa Don Bosco, a cura di Cargnino Martino (Torino) -L. 50 .000-Borsa Pani Suor Luisa, a cura della famiglia Galimberti -L. 50 .000 .Borsa S . Cuore, Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, benefi-cate i miei familiari vivi e defunti, a cura di A . V . - L . So .ooo .Borsa Maria Ausiliatrice, a cura di Lina Ravizza - L . 50 .000 .Borsa Sassella Martino, in memoria e suffragio, a cura dellefiglie di S . M. (Sondrio) - L . 50 .000 .

(continua)

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Autorizz . dei Tribunale di Torino in data i6-z-1949, n . 403 . Con approvazione ecclesiastica.I' MARZO 1959 - A . LXXxiil, N 5

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