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rapporto sociale nazionale della cooperazione di consumatori 2015 capitolo 4 dodicesimo

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rapporto sociale nazionale della cooperazione di consumatori 2015capitolo 4

dodicesimo

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i fornitori

capitolo 4

“La cooperativa sceglie i fornitori nell ’interesse dei suoi soci e di tutti i consumatori. Vengono privilegiati i fornitori che godono di buona reputazione, che hanno stabilito codici etici per il loro comportamento,che sviluppano programmi sociali,che si dimostrano sensibili ai problemi ambientali, che adottano politiche del lavoro corrette, che si impegnano nell ’innovazione e che riconosconoil valore dell ’economia cooperativa.I rapporti con i fornitori non potrannoche essere improntati a trasparenza, onestà e correttezza reciproche.”

(dalla Carta dei Valori delle Cooperative di Consumatori)

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capitolo 4: i fornitori 87

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L’approccio di Coop con i fornitori è da sempre improntato ad una logica di lungo periodo. L’obiettivo di Coop è quello di dare e ricevere affidabilità e un impegno costante ad assicurare e migliorare costan-temente le performance delle forniture sotto il profilo dell’efficienza, della sicurezza, bontà ed eticità dei prodotti e dei sottostanti processi produttivi e logistici.

In questo modo Coop contribuisce - in una logica di partenariato con i suoi fornitori - a dare stabilità e prospettive di sviluppo alle imprese sui rispettivi territori, chiedendo il giusto prezzo, che - in numerosi casi, soprattutto di forniture di prodotti tipici - significa riconoscere prezzi superiori a quelli di mercato, per garantire continuità, tracciabilità effettiva, genuinità, italianità, legalità della filiera produttiva.

La relazione con i fornitori nazionali è gestita dal Consorzio Coop Italia, la centrale acquisti e marketing delle cooperative di consumatori, che opera a livello nazionale, mentre i rapporti con i fornitori locali, non rientranti nel circuito del comune assorti-mento nazionale, sono delegati a Centrale Adriatica per le Cooperative del distretto adriatico, a Coop Consorzio Nordovest per le Cooperative del distretto nordovest e alle tre maggiori Cooperative che fanno parte del distretto tirrenico. Così facendo, le singole Cooperative realizzano importanti economie di scala a vantaggio di soci e clienti e i fornitori hanno il vantaggio di poter negoziare con un minor numero di soggetti e di poter disporre di un ampio mercato di sbocco.

I fornitori attivi di Coop sono circa 13.000, i tre quarti dei quali sono aziende di medie e piccole dimensioni che presentano una struttura produttiva tipica del sistema industriale italiano e il rimanente quarto è rappresentato da grandi aziende con prodotti in assortimento a livello nazionale.

Questa composizione è strettamente correlata alla politica adottata da Coop in materia di selezione dei fornitori che si fonda su tre leve strategiche:

• l’attenzione al “locale”, anche grazie al forte legame territoriale garantito dalla relazione virtuosa fra politiche sociali e com-merciali;

• lo sviluppo delle piccole e medie imprese italiane;• la particolare cura verso la realtà cooperativa.

Il rispetto dei diritti e lo sviluppo delle economie locali.

4.1

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capitolo 4: i fornitori 89

700

600

500

400

300

200

100

-

Coop ha scelto di mantenere intorno al 90% l’italianità dei fornitori e, prendendo in considerazione soltanto l’ambito dei prodotti alimentari, ha 1.516 fornitori nazionali attivi, di cui oltre il 75% ha siti produttivi ubicati esclusivamente in Italia. grafico 4.1

13.000i fornitori attividi Coop.

90%la percentuale dei fornitori italiani.

grafico 4.1 Italianitàdeifornitori

Grocery

233

Ortofrutta

57

Pesce

62

Carni

368

Freschi

66

Surgelati

61

Chimica

669

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Valorizzare i territoriattraverso i prodotti.

4.2

IprodottifiorfioreLa linea premium fiorfiore Coop nasce nel 2002 da un profondo lavoro di ricerca e selezione di tesori gastronomici italiani e di eccellenze e specialità gastronomiche locali, non solo italiane, realizzate secondo processi di produzione in grado di associare innovazione tecnologica e atten-

zione alla tradizione (“il meglio della cultura gastronomica”) e generare un indotto valoriale virtuoso.

Coerentemente con i valori di Coop e i requisiti di qualità, sicurezza e convenienza a cui sottostanno tutti i prodotti a mar-chio, l’eccellenza della linea fiorfiore è garantita dalla rigorosa selezione e ricerca delle migliori materie prime: ingredienti di pregio, provenienza da territori vocati, varietà migliori per una determinata tipologia di prodotto, lunghe stagionature e tagli nobili. Le 404 specialità territoriali offerte nei punti di vendita Coop comprendono prodotti confezionati (prodotti da ricorrenza, dolciari, latticini, salumi, gastronomia fresca, prodotti surgelati, ...), carni bovine (dalle razze tipiche alla scottona), avicole (dal galletto livornese al cappone, alla faraona) e alcune varietà selezionate di ortofrutta.

La linea fiorfiore riscontra il favore dei consumatori, confermando il primato tra i “mondi” Coop e realizzando una crescita significativa (quasi +8% rispetto al 2014), grazie anche alla continua evoluzione dell’assortimento.

Tra le categorie che hanno concorso significativamente al successo del brand in questi anni ci sono i salumi (da suini esclusivamente italiani, alimentati senza farine animali e con mangimi privi di OGM), l’olio extravergine di oliva nuovo raccolto, il parmigiano reggiano, il salmone selvaggio affumicato, i filetti di tonno, la birra doppio malto, i cuori di filetto di salmone surgelati e tra i freschissimi il maxi hamburger. Anche il latte, dopo il burro e i formaggi, è entrato nell’assorti-mento fiorfiore, completando i prodotti della filiera lattiero-casearia. Tutte le stalle che conferiscono il latte per il prodotto sono situate sopra i 600 metri di altitudine e sono certificate secondo i parametri Qualità Sicura Coop. Le mucche sono di razze tipiche delle zone di montagna e si nutrono di fiori ed erbe spontanee che si traducono poi nel sapore intenso del latte. Il progetto ha anche un valore sociale: si tratta di un modello virtuoso capace di rilanciare l’econo-mia montana, creando opportunità di lavoro in un territorio che altrimenti rischierebbe di essere abbandonato.

Il prodotto fiorfiore è oggetto di numerose attività di promozione quali temporary store, show cooking e azioni di consumer en-

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capitolo 4: i fornitori 91

gagement sul web e presso fiere ed eventi; sono stati anche sviluppati nuovi format di vendita di cui fiorfiore è diven-tato protagonista, come nel caso del “fiorfood” di Torino.

La rivista mensile “fiorfiore in cucina”, lanciata nel dicem-bre 2012 e al top nella classifica delle riviste di cucina, vanta una tiratura media mensile di 100.000 copie.

LalineaSolidalSolidal è la linea di prodotti a marchio Coop che dal 1995 sostiene i produttori dei Paesi in via di sviluppo. Attra-verso questi prodotti Coop intende:

• offrire, in primo luogo, opportunità di sviluppo au-tonomo ai piccoli produttori che lavorano nei luoghi più svantaggiati della terra attraverso il commercio equo e solidale che prevede prezzi garantiti, prefi-nanziamenti agevolati, contratti di acquisto di lunga durata e una quota destinata a sostenere iniziative sociali sui territori (di tipo sanitario o educativo);

• difendere la biodiversità, la varietà dei prodotti na-zionali e l’originalità delle tradizioni;

• favorire la promozione di pratiche di coltivazione più sostenibili.

Tutti i beni alimentari e molti prodotti non food Solidal hanno il marchio di certificazione e garanzia del commer-cio equo e solidale Fairtrade International.Alla linea Solidal appartengono anche prodotti pro-venienti da specifici progetti, promossi da Coop come garante di principi di solidarietà e auto-sviluppo, con il supporto di organizzazioni no-profit che patrocinano tali progetti e concorrono a gestirne la correttezza del proces-so. In questo caso sul prodotto non è presente il marchio Fairtrade ma è indicata l’organizzazione che supporta il progetto stesso.

Il 2015 è stato il terzo anno di test che Fairtrade Interna-tional ha concesso a Coop per il Bouquet di fiori misti in parte certificati Fairtrade e in parte provenienti da vivai

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ExpoMilano2015:iproduttoridelcircuitoFairtrade

Durante l’Esposizione universale si sono svolti una serie di incontri dal titolo “Viaggio intorno al cibo”, con l’intento di raccontare le filiere equo-solidali e i benefici ad esse derivanti, attraverso la partecipazione dei produttori del circuito Fairtrade. Tra le esperienze più significative che sono state raccontate vi sono quelle di:

• CooperativaNorandinoOrganizzazione che raccoglie coltivatori di caffè, cacao e zucchero della linea Solidal. Grazie al circuito Fairtrade i produttori di Norandino (Perù) hanno iniziato a diffondere nuovamente tra gli agricoltori le co-noscenze per la coltivazione di caffè, cacao e zucchero, che erano andate perdute a causa della diffusione del narcotraffico. Ai contadini inoltre sono stati assicurati guadagni certi, indipendenti dalle fluttuazioni di mercato;

• CooperativaApBosmam Con l’arrivo del commercio equo, in un’area semidesertica e improduttiva del Perù, si è avviato un circuito economico virtuoso che assicura alle famiglie una fonte di reddito dignitoso;

• CooperativaCocajupi Cooperativa di raccoglitori di noci di anacardi del nord-est del Brasile, a cui il commercio equo-solidale ha apportato continui miglioramenti produttivi.

Per festeggiare i 20 anni del Commercio Equo in Coop e il primo prodotto arrivato sugli scaffali, nel 2015 è uscita una specialedition del caffè 100% arabica Nicaragua Solidal in stile vintage, presentata ad Expo.

italiani nell’ambito del progetto di eccellenza “Il bouquet che unisce il Sud al Nord”.L’obiettivo di Coop è di creare un legame solidale tra i produttori Fairtrade africani e i floricoltori italiani, messi ancor più in difficoltà dalla crisi e da mercati controlla-ti sempre di più da oligopoli. Questo intento trova con-

cretezza nel bouquet realizzato con fiori «belli e giusti» coltivati in modo equo ed etico, al Sud come al Nord. Il bouquet è composto per il 50% da rose Solidal Fairtrade provenienti dal Kenya e per l’altro 50% da fiori e fogliami italiani; la composizione dei fiori varia con cadenza men-sile in funzione della stagionalità dei prodotti italiani.

fiorfiorele specialità territoriali.

solidali prodotti certificati Fairtrade.

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capitolo 4: i fornitori 93

L’attenzione ai diritti umani e ai valori sociali che caratterizzano le attività delle Cooperative del sistema Coop è estesa anche ai fornitori che si impegnano a rispettare il Progetto Etico di Coop Italia. Esso si fonda sullo standard SA8000 del Social Accountability International (SAI), basato, a sua volta, sulle convenzioni dell’International Labour Organization (ILO), che si rifanno alla Di-

chiarazione Universale dei Diritti Umani (1948).

Questo concreto impegno è testimoniato dal documento denominato “Un’etica per le produzioni a marchio Coop”, nel quale si enun-cia un impegno importante per la realizzazione dei prodotti a marchio, e cioè quello di “garantire nel rispetto della legge un’economia sana, ostacolando l’economia sommersa e promuovendo un’imprenditoria legale”.

Il rispetto degli standard Etici dei prodotti Coop.

4.3

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IndagineAltroconsumosulriso

Nell’indagine condotta da Altroconsumo nel mese di maggio 2015, relativamente a quanto il riso sia sostenibile ed etico, Coop è risultata tra le tre aziende molto impegnate in merito all’impatto so-cio-ambientale di tutta la filiera produttiva. Coop è stata inoltre riconosciuta come una delle aziende “trasparenti”.

Coop Italia è stata la prima azienda europea, e ottava nel mondo, a ottenere nel 1998 la certificazione SA8000, che:

• vieta lo sfruttamento del lavoro minorile;• impone norme efficaci in tema di sicurezza e salubrità dell’ambiente di lavoro;• vieta ogni tipo di discriminazione e qualsiasi pratica coercitiva;• protegge il diritto alla contrattazione collettiva;• stabilisce un orario di lavoro massimo settimanale e vieta l’eccesso di lavoro straordinario;• verifica che gli stipendi e i salari siano calcolati nel rispetto della legge;• richiede una gestione dei fornitori e il controllo dei loro comportamenti nei confronti delle comunità produttive.

Ai fornitori si richiede l’adesione al Codice Etico di Coop Italia tramite la sottoscrizione di una lettera di adesione.

Coop presidia con questo standard etico 508 fornitori di prodotti a marchio (66 in più rispetto all’anno precedente) e circa un migliaio di sub-fornitori. Effettua ispezioni periodiche tramite Enti accreditati e richiede azioni di miglioramento in caso di ritro-vamento di non conformità.

Il presidio SA8000 su tutti i fornitori di prodotto a marchio Coop ha permesso anche per il 2015 di adottare misure specifiche di intervento nei casi in cui si sono registrate non conformità legate alla sicurezza, attivando una pronta risposta dei fornitori per l’avvio delle attività di miglioramento.

verifichesui fornitori di prodotto a marchio su diritti di minori e lavoratori.

libera terrai prodotti alimentari provenienti dalle terre liberate dalle mafie.

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capitolo 4: i fornitori 95

L’impegno nella lotta alle mafie.

4.4

Dal 2011 al 2013, Coop Italia ha richiesto a tutti i fornitori di prodotto a marchio Coop l’invio, con ca-denza annuale, del Certificato Antimafia; tuttavia, a seguito delle modifiche legislative entrate in vigore nel febbraio 2013, il Certificato Antimafia è ottenibile solo dalle Prefetture, su input di istanze pubbli-che. Pertanto, nel corso del 2014 sono state studiate modalità alternative di monitoraggio per verificare

il livello di legalità dei fornitori, in particolare la sperimentazione su alcuni fornitori di prodotto a marchio del “Rating di legalità”, attribuito dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (attestazione rilasciata da organismo terzo pubblico con controllo del Ministero degli Interni). In realtà tale sperimentazione pare essere risultata difficilmente applicabile per via dei lunghi tempi di attribuzione: dei 33 fornitori del prodotto a marchio, inseriti nella sperimentazione, a gennaio 2016 (quindi dopo quasi due anni) risultavano essere solo 7 le aziende che avevano ricevuto l’attribuzione.

LiberaTerra:legalità,commercioesolidarietàUn esempio di quanto Coop si impegni attivamente nel contrasto alla criminalità è testimoniato dal sostegno e promozione delle produzioni provenienti da terreni confiscati alle organizzazioni criminali di stampo mafioso attraverso i propri punti di vendita e con i partner delle Cooperative aderenti al consorzio Libera Terra Mediterraneo. Il consorzio riunisce 9 cooperative sociali che gestisco-no circa 1.400 ettari di terreni confiscati o sequestrati alle mafie (Legge 109/96) in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, impiegando circa 145 lavoratori. Nell’ambito più vasto delle realtà che gestiscono beni confiscati in Italia, Libera Terra Mediterraneo rappresenta solo una piccola parte specializzata in ambito agroalimentare ma esistono circa 500 buone pratiche di riuso sociale di beni confiscati da parte delle realtà del terzo settore (associazionismo, volontariato e cooperazione sociale).

Il marchio Libera Terra è nato nel 1994 ed è coerente con i valori e la mission di Coop in quanto coniuga il valore etico e sociale del progetto (il rispetto dei diritti delle persone e la tutela dell’ambiente) con la qualità dei prodotti alimentari (materie prime coltivate in regime di agricoltura biologica) e la valorizzazione del territorio (riscoprire varietà autoctone tradizionali e strutture artigianali che effettuano la trasformazione dei prodotti).Ad oggi i prodotti di Libera Terra sono più di settanta: dalla pasta ai legumi, dalle conserve dolci e salate ai vini DOC e IGT, dall’olio ai prodotti freschi come le arance rosse di Sicilia IGP o la mozzarella di bufala campana DOP. Tali prodotti sono caratterizzati da un posizionamento competitivo superiore ai prodotti analoghi inseriti in assortimento: la combinazione tra l’elevato livello quali-tativo, la provenienza da coltivazioni biologiche e l’elevato valore simbolico fa sì che questi prodotti continuino a essere apprezzati

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e sostenuti dai soci Coop. Il 70% della vendita totale dei pro-dotti Libera Terra avviene nella rete commerciale Coop il cui fatturato nel 2015 è pari a 6.769.580 (nel 2003, anno di introduzione di tali prodotti in Coop, era pari a circa 500.000 euro) con un incremento del 35% sul 2014. Un risultato molto positivo perché consente alle cooperative produttrici di investire e svilupparsi e di diffondere un mo-dello d’impresa votato all’eccellenza e alla sostenibilità am-bientale, sociale ed economica [ulteriori approfondimenti nel capitolo 6].

In seguito al terzo rapporto delle “Agromafie e caporalato”, Coop rilancia la sua lotta al caporalato attraverso la campagna “Buoni e Giusti Coop”, nata a marzo 2016 per contrastare l’illegalità a partire da 13 filiere ortofrutticole considerate a più alto rischio. La campagna “Buoni e Giusti Coop” ha l’obiettivo di realizzare entro fine anno 2016 circa 400 ispezioni complessive (dato stimato e passibile di modifiche in base al numero delle aziende agricole coinvolte). Sono coinvolti tutti gli 832 fornitori di ortofrutta (nazionali e locali) di Coop, operanti con oltre 70.000 aziende agricole.

Particolare attenzione è, inoltre, dimostrata verso il pomodoro da industria, la filiera che più di tutti, almeno nell’opinione pubblica, è connessa con fenomeni criminali. È stato annunciato, in previsione della stagione estiva 2016, un potenziamento delle ispezioni in campo sulle aziende agricole afferenti alle filiere pari a un +50% rispetto al 2015, a dimostrazione dell’impegno non di facciata che Coop riserva al problema.

L’altro binario su cui si muove la campagna “Buoni e Giusti Coop”, in stretto raccordo con il progetto lanciato a livello ministeriale nel 2015, è l’invito all’adesione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità per le aziende agricole delle filiere ortofrutticole a marchio Coop. L’iscrizione comporta l’attestazione che si tratti di azienda pulita, in regola con le leggi e i contratti di lavoro, che non ha riportato condanne penali a carico dei suoi proprietari/amministratori e che non vi siano procedimenti in corso. Alle prime 7.200 aziende che vi hanno aderito fra quelle comprese nelle filiere ortofrutticole, si aggiungono ora le altre 1.500 aziende agricole coinvolte nella filiera del pomodoro da industria (di cui il 15% opera nelle filiere più critiche per zona geografica e modalità di raccolta manuale).

LalegalitànelleproduzioniagroalimentariCampagnaBuoni e GiustiCoop

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capitolo 4: i fornitori 97

Il presidio delle filiere.

4.5

Nel corso del 2015 sono stati effettuati 101 audit che si sono focalizzati principalmente sulle filiere dell’ortofrutta (in particolar modo su clementine e arance Navel) e sul pomodoro da trasformazione in area meridionale, che continuano ad essere tra i settori a più alto potenziale di criticità. grafico 4.2

Per ogni audit effettuato sono state richieste attività di miglioramento relative alle non conformità rilevate e, per i casi in cui il numero delle non conformità sia risultato elevato, è stato predisposto un nuovo piano di verifica a breve per monitorare da vicino le attività previste. In quasi tutti i casi sono stati ottenuti miglioramenti con-sistenti delle condizioni di lavoro mentre permane ancora uno stato di monitoraggio costante per le filiere agricole italiane e i contratti di appalto in settori diversi.

LafilieradelpomodorodatrasformazioneCoop, constatate le criticità potenziali anche per le pro-prie produzioni, ha realizzato su questa specifica filiera un progetto di sensibilizzazione e controllo con l’obiettivo di individuare preventivamente le maggiori criticità, se e quando presenti, e di sanarle tempestivamente.

Le aziende agricole firmano un documento di responsabi-lità dove accettano di rispettare i diritti del lavoro, rendere evidenti le assunzioni, i trattamenti salariali e la gestione dell’orario di lavoro. Esse sono a conoscenza del fatto che in caso di non conformità agli impegni sopra esposti pos-

sono essere sospese dalla fornitura della campagna.Per quanto riguarda la campagna 2015, è proseguita l’at-tività di verifica sui 3 fornitori - area sud - Coop con audit sul campo in 21 aziende agricole, con particolare

grafico 4.2 Auditeffettuatineglianni2013-2015

150

100

50

-2013

110

2014 2015

101122

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focus sui temi della sicurezza e del rispetto dei contratti collettivi di lavoro. Non sono state rilevate situazioni di non conformità gravi quali il caporalato o il lavoro nero.

Lefilieredell’ortofruttaNel 2015 l’impegno etico richiesto ai fornitori di or-tofrutta a marchio Coop è stato esteso anche ai for-nitori locali e distrettuali: agli 80 fornitori di prodotto Coop si aggiungono quindi i 182 fornitori nazionali di ortofrutta non a marchio e i 570 fornitori locali e di-strettuali, per un totale di 832 fornitori di ortofrutta. A integrazione delle attività di auditing classico, durante il 2015 sono stati realizzati anche alcuni focus specifici, come nel caso della produzione di uva in Puglia e delle pesche nella zona di Cuneo.

Ai fornitori viene chiesta la sottoscrizione, al momento del rinnovo/stesura del contratto di fornitura, del Co-dice Etico, come segno di adesione alla responsabilità sociale ed etica di Coop, il cui rispetto prevede anche la possibilità di svolgere verifiche sul campo da parte di Coop Italia lungo la filiera, secondo piani e criteri de-finiti.

Attraverso un team di lavoro composto da Settore Ac-quisti Ortofrutta, Direzione Qualità, Ufficio Legale ed Ente di Certificazione, sono state identificate le 13 fi-liere di ortofrutta più critiche per le quali è previsto un piano di controllo specifico di durata 2-3 anni. A dicem-

#FilieraSporca

Nell’ambito della campagna “#FilieraSporca.Gli invisibilidell’aranciae losfruttamento inagricolturanell’annodiExpo” è stata analizzata la filiera delle arance raccolte in Sicilia e Calabria. Coop è stata apprezzata per partecipazione e disponibilità ed è stato riconosciuto che “Coop è l’operatore più attento alla questione della responsabilità sociale” in relazione alla gestione della filiera e delle tematiche sociali.

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capitolo 4: i fornitori 99

bre 2015 si è partiti con i controlli sulle filiere di clementine e arance Navel, su tutti i 24 fornitori (13 sia di prodotto a marchio che non e 11 di solo prodotto a marchio) e 63 aziende agricole. Dalle prime verifiche non sono emerse gravi non conformità (caporalato, lavoro nero o casi di discriminazione), mentre sono state individuate problematiche relative a norme di sicurezza disattese, per le quali è stato chiesto un pronto intervento volto alla risoluzione delle stesse.

Icontrollisugliacquistiall’estero Il presidio delle filiere nel Far East, considerato strategico per lo sviluppo dell’import da questi paesi, è garantito da Coop Global Sourcing Ltd., che seleziona il fornitore e produce una verifica sul sito produttivo effettuata da Enti accreditati all’auditing sociale. In alternativa, al fornitore viene richiesto di condividere formalmente i contenuti del sistema BSCI (sistema di gestione delle criticità sociali condiviso da un gruppo di imprese private a livello internazionale, con adesio-ne volontaria da parte dei fornitori), basato sui requisiti dello standard SA8000.

Il fornitore che aderisce ha l’obbligo di effettuare una verifica sulla propria catena di produzione e su eventuali sub-forniture, basata sulle modalità del sistema di controllo SA8000. Il report dell’audit effettuato perviene a Coop Global Sourcing Ltd. che presidia le attività di miglioramento. Se le verifiche hanno esito positivo il fornitore viene qualificato e la qualifica viene inoltrata a Coop Italia, che solo da questo momento inizia il rapporto commerciale. Sul packaging del prodotto importato, dove lo spazio lo consenta, viene apposta la dicitura “Il prodotto è realizzato da aziende impegnate a rispettare i diritti dei minori e dei lavoratori”.

Nel 2015 si è ulteriormente rafforzato il presidio di Coop Italia sulle filiere Far East di sua competenza legate all’im-portazione di prodotti convenzionali, con particolare focus sul tema della sicurezza degli impianti produttivi. È in corso una profonda revisione del parco fornitori gestito oggi da Coop Global Sourcing Ltd. con l’obiettivo di definire una necessaria razionalizzazione del parco fornitori dedicato a Coop Italia.

CoopforWork-LasicurezzadegliimpiantiNel 2009 Coop ha lanciato il progetto “Coop for Work” per le filiere agricole con lo scopo di far conoscere a tutti gli agricoltori le conseguenze del mancato rispetto delle regole sulla sicurezza e l’obiettivo di costruire un processo di lavoro partecipato.

Coop Italia continua a intensificare il proprio presidio legato alla sicurezza attraverso l’adozione di una check-list per il settore agricolo coerente con le “Linee Guida per la sicurezza dei lavoratori nelle aziende agricole ortofrutticole” che, oltre a rappresentare esattamente gli intenti di Coop sul controllo degli ambienti di lavoro, è rispondente nella sua struttura con quanto richiesto dal D. Lgs. 81/2008 sulla sicurezza e consente valutazioni e statistiche in tempo reale.

Il documento, inserito anche nel questionario SA8000 che tutti i fornitori di prodotto a marchio Coop devono com-pilare, costituisce, proprio per effetto delle possibilità di calcolo automatico, uno strumento di autovalutazione prima che le verifiche SA8000 vengano realizzate, consentendo così alle aziende di capire quali possano essere le aree di debolezza del presidio e attivare quindi fasi di miglioramento continuo. Anche per il 2015 l’adozione di questo presi-dio ha permesso di adottare misure specifiche di intervento nei casi in cui si sono registrate non conformità legate alla sicurezza, attivando una pronta risposta dei fornitori.

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come costruire il giusto prezzo

buona pratica nazionale

Cercare di mettere in relazione il prezzo pagato all’agricoltore con quello che viene pagato al supermercato per lo stesso prodotto è molto difficile. Secondo quanto dichiarato dalle associazioni dei produttori agricoli, la struttura della filiera italiana fa sì che, fatto

100 il prezzo finale di un prodotto, questo valore sia costituito da tre strati. Un primo strato, che vale circa il 35%, è il costo di produzione (e su questa parte il costo del lavoro, calcolato nel rispetto dei contratti, pesa per un 35-40%); il margine netto che resta ai produttori nelle annate normali vale più del 10%. Poi c’è la seconda fase, che mediamente vale un’ulteriore parte di 35 su 100 del prezzo finale (ma che in molte filiere, ad esempio quella degli agrumi, arriva fino al 50%), che comprende la selezione, il confezionamento e la logistica (che da sola pesa oltre il 10%). Qui il margine netto dei fornitori è stimato mediamente intorno al 10%. Poi c’è l’ultima fetta, quella che vale il restante 30 del prezzo finale, che è la parte delle catene di distribuzione e dei negozi. Qui i costi sono stimati incidere tra il 23 e il 28% men-tre il margine netto delle catene di distribuzione si aggira tra il 2 e il 4%, ed è quindi il più basso nei tre passaggi che sono stati indicati. Punto di attenzione è che Coop, come catena di distribuzione, acquista non dai produttori (che sono migliaia perché in Italia il sistema è frammentato, con dimensioni aziendali ridotte) ma alla fine della seconda fase: per cui se il prezzo finale è 100, l’acquisto avviene a 70 che è dunque molto di più del 35 che è il costo della produzione.

Prendendo i prezzi praticati da Coop nelle campagne di raccolta 2014-2015 è possibile con-siderare il caso dei pomodori Pachino, eccellenza siciliana che negli ultimi mesi del 2015 ha vissuto, a seguito delle straordinarie condizioni di clima caldo, una crisi di sovrappro-duzione derivante dall’anticipata maturazione del prodotto sulle piante. Si è così avuto un eccesso di offerta con un conseguente crollo dei prezzi di mercato. Contestualmente il mercato è stato invaso da produzioni del Nord Africa (Marocco), spesso in mano a impren-ditori italiani, che avrebbero dato al prodotto autoctono il “colpo di grazia” se non fosse

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capitolo 1: i soci 101

intervenuta Coop, unica catena distributiva a farsene carico. Di fronte a questa situazione, infatti, Coop ha garantito acquisti consistenti a un prezzo del 20% più alto di quello praticato sul mercato, riducendo i pro-pri margini per offrire comunque un prodotto conve-niente ai propri soci, e consentendo così ai produttori,

come riconosciuto pubblicamente dal Presidente del Consorzio di Tutela del Pomodoro Pachino Igp, Salva-tore Chiaramida, di superare la fase di crisi. Lo sforzo di Coop è quello di sostenere i produttori per favorire l’agricoltura italiana, consentendo un giusto margine alle aziende agricole.

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la qualità a km zero

buona pratica di cooperativa

Il legame col territorio diventa un modello produttivo e una poli-tica di marketing. Con l’indicazione “Prodotto in Toscana”, infatti Unicoop Firenze punta a valorizzare la sua offerta sostenendo il tessuto economico della sua comunità di riferimento. La collabora-

zione con i fornitori toscani aiuta le aziende e di conseguenza l’economia e l’occupazione della regione. Nel 2015, su oltre 2.000 fornitori di Unicoop Firenze, 705 sono toscani (34% del totale). Nello stesso anno, gli acquisti da fornitori toscani hanno superato i 458 milioni di euro (25% del totale). Tra i comparti freschi, non solo la frutta e la verdura ma anche carni, pesce e so-prattutto la gastronomia con salumi e formaggi con filiere controllate e garantite da consorzi conosciuti in tutto il mondo; inoltre, un’ampia scelta di vini e di birre di produzione artigianale e articoli della dispensa basica come pasta, latte, caffé e uova e prodotti per la pulizia della casa e per la cura della persona.All’interno dei punti vendita, i prodotti toscani sono indicati da stopper e pendenti sullo scaf-fale, nel cartellino del prezzo e, infine, nello scontrino sono evidenziati tra i prodotti della spesa e complessivamente al di sotto del totale. La qualità dei fornitori e dei loro prodotti è garantita da Unicoop Firenze. Le procedure di verifica sono effettuate dall’ufficio qualità della cooperativa, che si avvale di personale specializzato e laboratori selezionati. Ogni azienda che voglia essere ammessa nella lista dei fornitori, deve dunque rispettare precisi requisiti legali, di sicurezza, gestionali e di trasporto. Una volta che il fornitore entra a far parte della coope-rativa, vengono attivate delle procedure di monitoraggio per il suo mantenimento, tramite verifiche ispettive nei siti produttivi dell’azienda svolte dai tecnici dell’ufficio qualità e dagli auditor esterni. Inoltre, si valuta la conformità dei prodotti ai requisiti richiesti tramite analisi effettuate in laboratori selezionati.La Cooperativa organizza durante l’anno, nei punti di vendita e nelle gallerie commer-ciali, eventi, incontri, degustazioni, iniziative culturali per far conoscere le aziende del territorio a soci e clienti coinvolgendo spesso anche Istituti Tecnici Alberghieri per le di-mostrazioni culinarie.

Page 19: rapporto sociale nazionale della cooperazione di ... · Ai fornitori si richiede l’adesione al Codice Etico di Coop Italia tramite la sottoscrizione di una lettera di adesione

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